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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 giugno 2024
320.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
Pag. 139

ALLEGATO 1

Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. C. 1660 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 1660 Governo, recante «Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario»;

   evidenziate, in particolare, le disposizioni recate dall'articolo 9, che reca modifiche all'articolo 640 del codice penale, volte a rendere più incisiva la repressione del fenomeno delle truffe nei confronti delle persone anziane, introducendo una specifica ipotesi di truffa aggravata nonché un corrispondente inasprimento del trattamento sanzionatorio;

   evidenziato altresì che l'articolo 13, concernente il reato di impiego di minori nell'accattonaggio, di cui all'articolo 600-octies del codice penale, prevede che sia punito l'impiego di minori fino ai sedici anni di età, in luogo dei quattordici anni attualmente previsti, innalzando la pena per tali condotte e introducendo l'induzione all'accattonaggio quale ulteriore condotta integrativa della fattispecie di reato,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 140

ALLEGATO 2

Istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane. C. 1737 Battilocchio.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,

   esaminata, per le parti di competenza, la proposta di legge C. 1737 Battilocchio, recante «Istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane»;

   ritenuto condivisibile l'obiettivo che il provvedimento in oggetto è volto a perseguire, di conservare e rinnovare, attraverso l'istituzione della Giornata nazionale, l'attenzione sulle condizioni di sicurezza, sullo sviluppo economico, sociale, culturale e sulla qualità della vita delle città e delle loro periferie;

   considerato che evitare il degrado degli ambienti urbani, mantenere il decoro, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 141

ALLEGATO 3

5-02468 Zanella: Aggiornamento delle linee di indirizzo regionali in materia di monitoraggio dei livelli glicemici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'Onorevole interrogante e rappresento che, nel corso degli anni, il nostro Paese ha intrapreso numerose attività per prevenire e ridurre l'impatto del diabete, sia come patologia a sé stante, sia per le correlazioni con altre patologie croniche, con particolare riguardo a quelle derivanti da scorretti stili di vita.
  Ricordo, al riguardo, che la legge n. 115 del 1987, nel prevedere l'istituzione dei Servizi di Diabetologia (SD), ha rivolto particolare attenzione alla tematica della prevenzione, superando il precedente approccio clinico di diagnosi e terapia esclusivamente farmacologica.
  La diagnosi precoce e l'adeguata gestione del diabete da parte del team diabetologico e del paziente consentono, infatti, di prevenire o ritardare la progressione del diabete e delle sue complicanze.
  Al riguardo, è chiaro che lo sviluppo tecnologico sta modificando radicalmente il modo di gestire il diabete.
  In tale contesto, assumono fondamentale rilevanza le linee guida sui sistemi di monitoraggio della glicemia, informate dalle migliori evidenze disponibili e rispondenti ai bisogni di salute del Paese sulla base di criteri di rilevanza e impatto clinico, economico e sociale, e accreditate presso il Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG), gestito dall'istituto superiore di sanità.
  Segnalo, a tal proposito che nel marzo 2022 – con aggiornamento nel gennaio 2024 – sono state adottate le «linee guida sulla terapia del diabete di tipo 1», redatte dalle società scientifiche maggiormente rappresentative, con l'intento di offrire un riferimento per il trattamento, farmacologico e non farmacologico, del diabete di tipo 1.
  Nell'ambito di tali linee guida è previsto che, in soggetti con diabete mellito di tipo 1 si raccomanda di utilizzare un sistema di monitoraggio in continuo del glucosio rispetto all'automonitoraggio glicemico capillare.
  Nel mese di dicembre 2022, sono state pubblicate anche le «linee guida sulla terapia del diabete tipo 2», elaborate da un panel multidisciplinare, comprendente le varie figure professionali coinvolte nella cura del diabete e prevedono raccomandazioni per alimentazione, esercizio fisico, educazione terapeutica e monitoraggio della glicemia, identificano target terapeutici per l'emoglobina glicata, in maniera differenziata in base alla terapia farmacologica utilizzata, e formulano algoritmi terapeutici, con identificazione di farmaci o classi di farmaci di prima, seconda e terza istanza, per pazienti con pregressi eventi cardiovascolari o senza e con pregressi eventi cardiovascolari e scompenso cardiaco.
  Con queste ultime linee guida è stata prevista una «raccomandazione debole» né a favore del monitoraggio continuo della glicemia, né del monitoraggio con glicemie capillari.
  Ulteriori «Linee guida per la gestione del paziente adulto con diabete o con iperglicemia ricoverato in setting clinico non critico» sono state redatte dalle società scientifiche maggiormente rappresentative e pubblicate a febbraio 2023 nel SNLG con lo scopo di fornire un riferimento per la gestione del paziente analizzando obiettivi terapeutici, terapia farmacologica, monitoraggio del glucosio e aspetti assistenziali.
  Riguardo la tipologia di strumento per il monitoraggio continuo della glicemia, le linee guida sulla terapia del diabete mellito di tipo 1 precisano che il monitoraggio in continuo del glucosio rappresenta un elemento fondamentale nella gestione clinica del diabete mellito di tipo 1 e, a tal fine, Pag. 142raccomanda di utilizzare sistemi di monitoraggio dotati di avvisi predittivi che scattano quando i valori di glucosio stanno per avvicinarsi alla soglia predefinita di iperglicemia o di ipoglicemia rispetto a sistemi privi di avvisi predittivi.
  Posso confermare, quindi, che le linee guida nazionali e internazionali raccomandano un controllo glicemico accurato e personalizzato che, nella maggior parte dei soggetti con diabete, è possibile grazie all'utilizzo degli strumenti di monitoraggio con sensore che, negli ultimi anni, hanno registrato una implementazione che ha permesso di adattare il loro utilizzo alle diverse tipologie di soggetti con diabete e alla variabilità delle situazioni cliniche.
  La disposizione regionale del Veneto del 2017, citata nell'interrogazione, dispone l'utilizzo del sistema FMG nei soggetti di minore età e un suo aggiornamento del 2018 prevede la possibilità di fornitura del sistema CGM in casi specifici (adulti o bambini con diabete tipo 1).
  Alla luce della disponibilità di nuovi strumenti di monitoraggio, sarà cura di questo Ministero, effettuare una ricognizione delle disposizioni regionali in materia per documentare le diverse modalità di erogazione dei presidi di monitoraggio della glicemia nei soggetti con diabete in relazione al tipo di diabete, all'età o a specifiche condizioni cliniche.

Pag. 143

ALLEGATO 4

5-02470 Girelli: Compatibilità tra l'esercizio della professione di medico di medicina generale e lo svolgimento di prestazioni analoghe presso centri di sanità privati.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli interroganti per il quesito posto e, al riguardo, mi preme innanzitutto rappresentare che le informazioni relative alla struttura citata e alle prestazioni erogate dalla medesima sono reperibili a livello regionale e il Ministero della salute è in attesa di riscontro ad una nota inviata in tal senso.
  Tanto premesso, faccio preliminarmente presente che nel nostro ordinamento l'assistenza sanitaria di base è garantita a tutti i cittadini nell'ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza, attraverso medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale in possesso di specifici requisiti ed il cui rapporto di lavoro è disciplinato da Accordi collettivi nazionali di lavoro.
  La convenzione – cui possono accedere esclusivamente i medici in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per il titolo di medico di base – garantisce la possibilità di assicurare al cittadino l'assistenza sanitaria di base ottenendo prestazioni e certificazioni previste e riconosciute nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.
  Ciò premesso, ricordo che l'accordo collettivo nazionale (ACN) per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successivi – triennio 2019-2021 – sancito con Intesa Stato regioni Rep. atti n. 51/CSR del 4 aprile 2024 – regola, sotto il profilo economico e giuridico, l'esercizio delle attività professionali dei medici di medicina generale convenzionati con le Aziende sanitarie nell'ambito e nell'interesse del Servizio sanitario nazionale.
  In particolare, l'articolo 21 del predetto ACN, disciplina il regime delle incompatibilità dell'incarico di MMG.
  Tra le cause di incompatibilità ritengo importante ricordare:

   a) la titolarità di ogni altro rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, o di altri rapporti anche di natura convenzionale con il Servizio sanitario nazionale;

   b) l'esercizio di altre attività che possano configurare conflitto di interessi con il Servizio sanitario nazionale;

   c) lo svolgimento di attività di medico specialista ambulatoriale accreditato con il Servizio sanitario nazionale;

   d) lo svolgimento di attività di specialista ambulatoriale interno, veterinario ed altre professionalità sanitarie (biologi, chimici, psicologi) o di pediatra di libera scelta.

  Analogamente, l'articolo 28 del medesimo ACN, disciplina la possibilità per i MMG di svolgere attività libero-professionale di fuori dell'orario di servizio, dandone comunicazione all'Azienda sanitaria, purché lo svolgimento di tale attività non rechi pregiudizio al corretto e puntuale svolgimento dei propri compiti convenzionali, ivi compresi quelli riferiti all'attività all'interno della Aggregazione funzionale territoriale.

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ALLEGATO 5

5-02471 Benigni: Contrasto all'obesità quale strategia nazionale e globale di prevenzione, diagnosi e cura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli onorevoli interroganti perché nel rispondere a questo atto mi consentiranno anche di illustrare le azioni poste in essere dal Ministero della salute per contrastare le cause dell'obesità.
  Innanzitutto, con riferimento alla prima parte del quesito posto dall'onorevole interrogante, vertente sull'accesso alle prestazioni sanitarie per i soggetti affetti da obesità, evidenzio che oggi, nel nostro Paese, questi usufruiscono già di tutte le prestazioni di cura ricomprese nei livelli essenziali di assistenza (LEA).
  Numerose comorbilità dei pazienti affetti da obesità grave sono, difatti, incluse nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti esenti come ad esempio, diabete, ipertensione senza danno di organo ed ipertensione arteriosa con danno d'organo, malattie cardiache/circolo polmonare ed insufficienza cardiaca.
  Con specifico riferimento, invece, alla seconda parte del quesito, desidero ricordare che il G7 Salute a Presidenza italiana include tra le sue priorità la tematica «Prevenzione lungo parco della vita e innovazione tecnologica».
  In occasione di questo importante evento internazionale, verranno esaminate le tecnologie innovative, condivise le esigenze di mantenere viva l'attenzione sugli stili di vita salutari, sottolineati i vantaggi offerti da una frequente attività fisica e dalla corretta ed equilibrata alimentazione, con un particolare focus sulle diete sostenibili e legate alle caratteristiche del territorio.
  Nello specifico, saranno affrontate le problematiche non del tutto risolte nei Paesi in via di sviluppo e quelle legate ai contesti emergenziali, quali la denutrizione infantile e il difficoltoso accesso all'acqua potabile.
  Tanto premesso e così come anticipato, illustro di seguito una serie di azioni e di iniziative poste in essere dal Ministero della salute per contrastare le cause dell'obesità.
  Anzitutto, evidenzio che la strategia nazionale di prevenzione è stata elaborata in linea con gli obiettivi dei piani d'azione promossi dall'OMS e dall'UE finalizzate a implementare le politiche di contrasto all'obesità.
  Devo ricordare che il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020- 2025, adottato con Intesa nella Conferenza Stato-regioni del 6 agosto 2020, tra i vari obiettivi per contrastare l'obesità, interviene attraverso un approccio intersettoriale e life-course agendo a partire dai primi 1000 giorni (nonché in fase pre-concezionale) e lungo tutto il corso della vita per ridurre i fattori di rischio individuali e rimuovere le cause che impediscono ai cittadini scelte di vita salutari.
  Le regioni dal canto loro, devono perseguire, nei Piani Regionali della Prevenzione (PRP), «Linee strategiche di intervento» finalizzate al contrasto all'obesità/sovrappeso, alla riduzione dell'inattività fisica e della sedentarietà, all'aumento del consumo di frutta e verdura, alla riduzione del consumo eccessivo di sale.
  Ricordo, inoltre, che al fine di rafforzare le iniziative di prevenzione e controllo già intraprese, risulta particolarmente rilevante l'adozione, in data 27 luglio 2022, con l'Accordo in Conferenza Stato-regioni, del Documento recante le «Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell'obesità».
  Dette linee perseguono, tra gli altri, l'obiettivo di:

   promuovere uno stile di vita sano e attivo per prevenire sovrappeso/obesità nel Pag. 145contesto urbano, a scuola e nei luoghi di lavoro;

   di individuare un percorso integrato e condiviso tra l'area preventiva e quella clinica, per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento preventivo e clinico-nutrizionale, che rappresenti anche un anello di raccordo tra la medicina di base, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali/ospedalieri;

   di fornire indicazioni per la formazione degli operatori coinvolti e per le strategie di comunicazione.

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ALLEGATO 6

5-02469 Sportiello: Prevenzione del furto dei farmaci nelle farmacie distrettuali e ospedaliere.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli Interroganti, che mi offrono l'opportunità di affrontare la problematica del fenomeno dei furti dei farmaci e delle relative conseguenze sulla disponibilità per i pazienti.
  Prioritariamente mi preme evidenziare che, come specificherò meglio più avanti, il Governo si sta impegnando su vari fronti al fine di individuare possibili soluzioni che concretamente possano garantire l'effettiva messa in sicurezza delle farmacie ospedaliere nell'ambito del servizio pubblico di distribuzione diretta del farmaco di cui i furti rappresentano uno degli elementi di svantaggio.
  Ciò premesso, con riferimento alle iniziative per il rafforzamento dei livelli di protezione delle farmacie, devo far presente che in data 12 ottobre 2010 è stato siglato un Protocollo quadro, sottoscritto dal Ministro dell'interno pro tempore e dal presidente di Federfarma, periodicamente rinnovato, secondo linee di indirizzo basate su una più stretta collaborazione tra istituzioni pubbliche, Forze di polizia, associazioni di categoria e farmacie.
  Il predetto Protocollo, rinnovato anche con A.S.So.Farm – Aziende e servizi socio-farmaceutici-farmacie comunali, promuove, fra l'altro, l'adozione di sistemi di video-allarme anti-rapina collegati con le sale operative della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri.
  Il Protocollo quadro rinvia a specifici protocolli discendenti che le Prefetture possono stipulare con le articolazioni locali delle associazioni firmatarie.
  Per quanto concerne le iniziative di competenza dell'Agenzia italiana del farmaco, ricordo che detta Agenzia è promotrice, ad oggi, di tre progetti europei per il contrasto al crimine farmaceutico, incluso il fenomeno del furto e riciclaggio di farmaci, di cui l'ultimo MEDI-THEFT - Data sharing and Investigative Platform against Organised Thefts of Medicines – coordinato da AIFA – avviato ufficialmente nel novembre 2021.
  Il progetto ha avuto come obiettivo prioritario quello di contrastare il furto e il riciclaggio di medicinali, attraverso la progettazione e realizzazione di una piattaforma dedicata (intelligence based platform) che consentirà la condivisione e l'analisi dei dati sui casi di furto e riciclaggio di medicinali registrati a livello europeo.
  Detta piattaforma, che sarà attivata entro l'estate, assorbirà il database degli eventi di furto registrati in Europa, e sulla stessa sono stati erogati già due eventi formativi/promozionali dedicati all'interno degli eventi del WGEO (Working Group of Enforcement Officers) dove si riuniscono le amministrazioni che si occupano di contrasto al crimine farmaceutico.
  Sul piano internazionale inoltre, l'AIFA partecipa da diversi anni a gruppi di lavoro che si occupano di crimine farmaceutico e furti di medicinali.
  Inoltre, l'AIFA continua a dedicare particolare attenzione al fenomeno dei furti e smarrimenti di medicinali, anche attraverso la tempestiva ricezione di informazioni su eventi registrati a livello nazionale e internazionale, l'aggiornamento delle banche dati, l'informazione agli stakeholder e a tutti gli operatori del settore a cui i prodotti oggetto di furto potrebbero essere offerti, anche mediante la diffusione di specifici alert nella rete italiana ed europea, e l'analisi dei dati raccolti attraverso pubblicazioni specifiche volte a indagare le caratteristiche e l'evoluzione del fenomeno.Pag. 147
  Infine l'AIFA, in collaborazione con la Società Italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende Sanitarie (SIFO), stia promuovendo l'elaborazione di una linea guida per la prevenzione dei furti e la messa in sicurezza delle farmacie ospedaliere, coinvolgendo gli esperti dell'apposito Tavolo Tecnico per il contrasto ai Furti (TTF), e che dovrebbe venire a compimento in tempi brevi.