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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 marzo 2024
263.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 8

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 5 marzo 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il viceministro della giustizia Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 13.35.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili.
Atto n. 107.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con una condizione).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 28 febbraio 2024.

  Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere è scaduto il 19 gennaio 2024, ai sensi della relativa norma di delega e che nella seduta del 17 gennaio è stata acquisita la disponibilità del rappresentante del Governo presente in seduta ad attendere anche oltre il predetto termine prima di procedere alla deliberazione definitiva sul provvedimento.
  Rammenta inoltre che nella seduta del 27 febbraio scorso la relatrice, onorevole Matone, ha formulato una proposta di parere (vedi allegato 1). Avverte inoltre che nella medesima seduta sono state presentate le proposte alternative di parere da parte del gruppo Azione e del PD, già pubblicate in allegato al resoconto della citata seduta.
  In sostituzione della relatrice, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, conferma la proposta di parere già presentata.

  Valentina D'ORSO (M5S) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere evidenziando come, al posto di prevederePag. 9 il rinvio dell'entrata in vigore della normativa sul fuori ruolo al 2026, il Governo avrebbe dovuto avere l'onestà intellettuale di dichiarare apertamente di non voler esercitare la delega. Rileva in ogni caso come lo schema di decreto legislativo avrebbe potuto essere formulato in maniera decisamente più aderente alla delega prevista, in quanto vengono disattesi molti principi e criteri direttivi in essa contenuti.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) ritiene che la seduta odierna costituisca l'ultimo atto del travagliato confronto svoltosi all'interno della maggioranza e del Governo sulla questione dei magistrati fuori ruolo. Rammenta infatti che nella precedente seduta la relatrice, onorevole Matone, dopo aver già presentato una proposta di parere, aveva chiesto di rinviarne la votazione per attendere l'esito di ulteriori interlocuzioni.
  Prende ora atto che, contrariamente a quanto affermato, la proposta di parere della relatrice non ha subito riformulazioni. Pertanto, evidenzia che con tale proposta di parere la maggioranza ed il Governo hanno sostanzialmente deciso di non esercitare una delega che se attuata adeguatamente avrebbe consentito una sensibile riduzione del numero dei magistrati fuori ruolo.
  Sottolinea infatti che lo schema in esame propone una riduzione minimale di tale contingente e che inoltre il parere della relatrice prevede un differimento al 31 dicembre 2025 dell'entrata in vigore della norma. Ne desume pertanto che la scelta del Governo e della maggioranza sia quella di non intervenire fino a tale data, di fatto non esercitando la delega, per non mettere in evidenza le divisioni che sul tema vi sono al loro interno.
  Esprime quindi contrarietà sulla norma transitoria contenuta nello schema di decreto in esame, richiamando i contenuti della proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo per motivarne le ragioni. Ritiene che il provvedimento in esame manifesti ancora una volta le contraddizioni di un Esecutivo che a parole assume impegni roboanti ma che alla prova dei fatti non interviene neanche quanto il Parlamento precedente gli ha fornito gli strumenti per farlo.
  Ricorda come, al contrario, il suo gruppo – che non ha mai assunto posizioni pregiudizialmente ostative nei confronti del collocamento fuori ruolo dei magistrati, riconoscendone il contributo fornito alle pubbliche amministrazioni e agli organi costituzionali – abbia ripetutamente evidenziato il rischio rappresentato da un eccessivo numero di collocamenti fuori ruolo, sia per quanto riguarda, da un alto, il buon funzionamento della giustizia sia per quanto attiene, dall'altro, ai rapporti tra i diversi poteri dello Stato.

  Devis DORI (AVS) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.

  Enrico COSTA (AZ-PER-RE), nel ricordare di aver presentato una proposta alternativa di parere sul provvedimento in esame, ritiene opportuno evidenziare due rilevanti criticità presenti, a suo parere, nello schema in discussione.
  In primo luogo, rammenta che la legge delega specifica che debbano essere puntualmente individuati i casi in cui il magistrato può essere collocato fuori ruolo mentre lo schema di decreto in esame si limita a stabilire i casi di incompatibilità. Sottolinea quindi come ai principi e i criteri direttivi contenuti nella legge delega non sia stata data specifica attuazione, ma vi sia stata una vaga ripetizione di questi ultimi nello schema di decreto, determinando il paradosso di una legge delega più dettagliata dell'atto che ne dovrebbe dare attuazione.
  In secondo luogo, ricorda che la legge delega aveva stabilito che i magistrati non potessero permanere nel collocamento fuori ruolo nell'arco dell'intera carriera per un periodo superiore a sette anni, invitando il legislatore delegato ad individuare le deroghe tassative a tale termine. Osserva tuttavia che nello schema in esame è stata introdotta anche una norma transitoria per cui tale limite non si applica ai magistrati attualmente fuori ruolo, anche se hanno superato il predetto limite. Evidenzia come Pag. 10tale regime derogatorio si ponga in netto contrasto con quanto previsto dalla delega e costituisca un evidente profilo di incostituzionalità del decreto in esame, che si impegna a sottoporre anche al Presidente della Repubblica.
  Infine, stigmatizza la condizione prevista nella proposta di parere presentata di rinvio dell'applicazione del numero massimo di magistrati fuori ruolo, considerandola un modo per non esercitare di fatto la delega legislativa. Per tali ragioni dichiara il voto contrario sulla proposta di parere della relatrice.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), richiamandosi alle considerazioni già svolte dai colleghi Gianassi e Costa, evidenzia come la maggioranza, con l'approvazione di tale proposta di parere, stia sfuggendo all'alternativa prevista in caso di legge delega – cioè quella di esercitare la delega o di non farlo – introducendo una terza possibilità: quella di esercitare la delega, rinviandone di fatto l'esercizio.
  Ritiene infine come il contenuto della proposta di parere si ponga in netta contraddizione con l'intenzione, più volte manifestata platealmente dal sottosegretario Delmastro delle Vedove, di contrastare il potere delle correnti della magistratura.

  Ciro MASCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione la proposta di parere, rammentando che dalla sua approvazione discende la preclusione delle proposte alternative di parere.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice (vedi allegato 1).

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riforma ordinamentale della magistratura.
Atto n. 110.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 29 febbraio 2024.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, ricorda che il termine per l'espressione del parere è scaduto il 28 gennaio, ai sensi della relativa norma di delega ma in base alle intese intercorse con il rappresentante del Governo in questa sede e presso l'omologa Commissione del Senato, la Commissione potrà procedere all'esame e votazione della proposta di parere anche nei giorni successivi a tale data e che in qualità di relatore, nella seduta del 28 febbraio scorso, ha illustrato la proposta di parere (vedi allegato 2). Avverte inoltre che è stata presentata una proposta alternativa di parere da parte del gruppo del M5S (vedi allegato 3).

  Valentina D'ORSO (M5S), illustrando la proposta di parere alternativo, ritiene necessario soffermarsi su alcuni aspetti critici dello schema in esame, che sono stati evidenziati anche nel corso dell'attività conoscitiva.
  In primo luogo, rispetto a quanto previsto dall'articolo 2 dello schema di decreto, evidenzia come sarebbe opportuno chiarire esplicitamente che l'avvocato componente del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione o di un Consiglio giudiziario, in sede di valutazione di professionalità, in assenza di segnalazione di fatti specifici rilevati dal CNF o dal Consiglio dell'ordine competente, non possa esprimere alcun voto e non possa accedere alla relativa documentazione riferita al magistrato.
  Inoltre, sottolinea come sarebbe opportuno, per quanto riguarda i criteri della valutazione di professionalità dei magistrati, fare riferimento alla sussistenza di gravi anomalie concernenti l'esito degli affari alla luce esclusivamente del provvedimento definitivo e non di quelli relativi a tutte le fasi successive, poiché tali risultanze potrebbero essere fuorvianti e inficiare una corretta valutazione. Inoltre, per le medesime ragioni, ritiene necessario esplicitare che al fine di costituire una grave anomalia il rigetto delle richieste avanzate dal magistrato o la riforma e l'annullamento delle proprie decisioni debbano essere reiterati, non potendosi dedurre una grave anomalia da un singolo caso.Pag. 11
  Per quanto riguarda l'articolo 46-quinquies, introdotto dall'articolo 5 del presente decreto, evidenzia come la previsione che consente l'audizione di soli tre candidati, quando abbiano presentato domanda più di cinque candidati, non sembra allinearsi pienamente a quanto contenuto nella legge delega, in quanto quest'ultima prevedeva la rinuncia all'audizione di tutti i candidati esclusivamente ove tale numero fosse stato eccessivamente elevato.
  Venendo all'osservazione contenuta nella proposta di parere riguardante la previsione di test psicoattitudinali dei magistrati, ritiene che si tratti di un ennesimo tassello di un disegno perpetrato dalla maggioranza che – veicolando la suggestione che sia necessario controllare l'equilibrio mentale dei magistrati – è teso a delegittimare la magistratura agli occhi dei cittadini. Invita quindi la maggioranza a non screditare una categoria che svolge una funzione estremamente delicata e fondamentale, in quanto già adesso vi sono tutti gli strumenti – ivi inclusa la fase di tirocinio iniziale a cui sono sottoposti tutti i neo-magistrati – per verificare l'idoneità per lo svolgimento di tale ruolo.

  Enrico COSTA (AZ-PER-RE) dichiara di esprimere il voto favorevole alla proposta di parere presentata, in quanto è stata recepita una delle sue osservazioni, tesa a colmare una lacuna presente nello schema di decreto.
  Difatti, rileva come la previsione di una valutazione effettiva dei magistrati, nonostante fosse stata introdotta sin dalla riforma del 2006, sia stata per lungo tempo disattesa, in quanto di fatto non erano stati forniti agli organi valutatori gli strumenti per procedere ad una oggettiva valutazione. Pertanto, la valutazione di professionalità dei magistrati era pressoché sempre positiva e comunque rimessa alla valutazione discrezionale delle correnti dei magistrati. Evidenzia come, al contrario, la legge delega abbia previsto la creazione di un fascicolo del magistrato funzionale ad una piena ed effettiva valutazione, che ha sin da subito suscitato la contrarietà di parte della magistratura, preoccupata che le correnti, con tale sistema, avrebbero perso la propria influenza.
  Tuttavia, nel dare attuazione alla delega, lo schema di decreto prevede che nel fascicolo del magistrato vengano inseriti atti a campione del magistrato valutato, costituendo un elemento di aleatorietà. Pertanto, giudica positivamente l'osservazione prevista nel parere tesa a prevedere che nel fascicolo siano ricompresi tutti gli atti e i provvedimenti redatti da ciascun magistrato e ne auspica il recepimento da parte del Governo.
  Infine, pur giudicando positivamente l'introduzione di test psicoattitudinali per i magistrati, ritiene che essi debbano in ogni caso essere affiancati da procedure di valutazione della professionalità effettive e meritocratiche.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) nel richiamarsi alle considerazioni già svolte nelle precedenti sedute, sottolinea come la previsione di test psicoattitudinali per i magistrati si collochi nettamente al di fuori del perimetro tracciato dalla legge delega e rappresenti la dimostrazione del furore ideologico del Governo nei confronti della magistratura, che non fa altro che creare un clima di scontro con tale categoria.
  Evidenziando come si stia perdendo un'occasione per intervenire proficuamente sulla materia, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Federico CAFIERO DE RAHO (M5S), richiamandosi alle considerazioni già svolte dalla collega D'Orso, evidenzia in primo luogo che l'attribuzione della possibilità di partecipare ai corsi organizzati dalla Scuola superiore della Magistratura solo a coloro che hanno svolto il tirocinio presso gli uffici giudiziari o agli addetti all'ufficio del processo sia discriminatoria e lesiva del principio di uguaglianza. Difatti, in tal modo si garantisce l'accesso a tali corsi soltanto a chi ha una certa disponibilità economica che gli consente di svolgere un tirocinio che non prevede retribuzione. Inoltre, l'attribuzione dell'organizzazione dei corsi alla Scuola Superiore invece che alle Università,Pag. 12 costituisce un'attività senz'altro estranea ai suoi compiti, nonché un costo ulteriore per lo Stato.
  Ritiene che la possibilità di dare un giudizio al termine della valutazione del magistrato – al posto di una mera valutazione positiva o negativa, come attualmente previsto – costituisce una norma che non riduce il potere delle correnti, ma che lo aumenta. Difatti la graduazione del giudizio sul magistrato dipenderà dal consenso che quest'ultimo ha presso i consigli giudiziari o presso il Consiglio superiore della magistratura, determinando anche la conseguente attribuzione discrezionale di incarichi direttivi e semidirettivi.
  Con riferimento alla previsione di sottoporre i magistrati a test psicoattitudinali, ritiene che si tratti di una previsione estranea alla legge di delega, finalizzata esclusivamente ad indebolire tale categoria, che costituisce un'aggressione della politica nei confronti della magistratura.
  Pur comprendendo la necessità che alcune categorie di dipendenti pubblici, in ragione dell'attività svolta – come ad esempio gli appartenenti alle forze dell'ordine – si sottopongano a tali test, ritiene che per quanto riguardi i magistrati già vi sono gli strumenti per valutare la loro idoneità a svolgere le proprie funzioni, come dimostrato da pareri negativi sulla professionalità dei magistrati che sono stati più volte espressi nel corso degli anni.
  Ciò premesso, dichiara pertanto il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione la proposta di parere, con l'avvertenza che dalla sua approvazione discende la preclusione della proposta alternativa di parere del gruppo Movimento 5 Stelle.

  La Commissione approva la proposta di parere del presidente e relatore (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 14.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 5 marzo 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.35.