SEDE REFERENTE
Martedì 5 agosto 2025. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene, in videoconferenza, il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.
La seduta comincia alle 14.35.
Pag. 38Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024.
C. 2536 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025.
C. 2537 Governo, approvato dal Senato.
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.
Rebecca FRASSINI (LEGA), relatrice, fa presente che la Commissione Bilancio avvia in data odierna l'esame congiunto in sede referente, in seconda lettura, del disegno di legge C. 2536, che reca l'approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024, e del disegno di legge C. 2537, che reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025.
Evidenzia, preliminarmente, che i due provvedimenti sono stati già esaminati in prima lettura dal Senato della Repubblica, che li ha approvati lo scorso 24 luglio, senza introdurre modifiche ai testi trasmessi dal Governo.
Quanto al primo dei due provvedimenti, ricorda, su un piano generale, che il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato è il documento attraverso il quale il Governo, in attuazione dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio.
Rappresenta che, ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica, il rendiconto è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.
Rammenta, altresì, che le risultanze contabili del rendiconto sono corredate da note integrative, riferite alla gestione delle entrate e a ciascuno stato di previsione della spesa. Per le entrate, la nota integrativa espone le risultanze della gestione, mentre per la spesa la nota integrativa illustra i risultati finanziari per categorie economiche di spesa, motivando gli eventuali scostamenti tra le previsioni iniziali di spesa e quelle finali, e contiene l'analisi e la valutazione del grado di realizzazione degli obiettivi fissati dalla nota integrativa allegata al bilancio di previsione e i relativi indicatori.
Venendo al contenuto del provvedimento, fa presente che, come per gli esercizi precedenti, il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 è composto da sette articoli, suddivisi in due Titoli, riferiti rispettivamente al rendiconto generale dello Stato e alla sua approvazione.
Segnalato che, nell'ambito del Titolo I, composto dagli articoli da 1 a 6, il Capo I è riferito al conto del bilancio, rileva che, al suo interno, gli articoli 1, 2 e 3 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2024, con riferimento, rispettivamente, alle entrate, alle spese e alla gestione finanziaria di competenza, il cui risultato risulta dalla differenza tra il totale delle entrate accertate e il totale delle spese impegnate nell'esercizio di riferimento.
In particolare, fa presente che nel rendiconto riferito all'esercizio finanziario 2024, la gestione di competenza ha registrato accertamenti di entrate pari, nel complesso, a circa 1.188,89 miliardi di euro e impegni di spese pari, nel complesso, a circa 1.176,96 miliardi di euro. Per effetto di tali risultanze, l'avanzo della gestione di competenza risulta stabilito in circa 11,93 miliardi di euro.
Rappresenta, inoltre, che l'articolo 4 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2024, che presenta un disavanzo finanziario pari a circa 440,6 miliardi di euro, a fronte del disavanzo finanziario di 462,2 miliardi registrato nell'esercizio precedente.
Fa presente, inoltre, che l'articolo 5 reca l'approvazione dell'Allegato n. 1, contenentePag. 39 l'elenco dei decreti con i quali sono stati effettuati prelevamenti dal fondo di riserva per le spese impreviste, nonché dell'Allegato n. 2, relativo alle eccedenze di impegni risultate in sede di consuntivo per l'esercizio 2024, sul conto della competenza, relative alle unità di voto dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa.
Nell'ambito del Capo II, relativo al conto generale del patrimonio, rileva che l'articolo 6 espone i risultati generali della gestione patrimoniale dell'Amministrazione dello Stato.
Sottolinea che nell'esercizio 2024 il conto espone attività per un totale di circa 1.034,4 miliardi di euro e passività finanziarie per circa 3.943,3 miliardi di euro, con una eccedenza passiva al 31 dicembre 2024 pari a circa 2.908,9 miliardi di euro.
Rappresenta, ancora, che il Titolo II si compone del solo articolo 7, che dispone l'approvazione del rendiconto secondo le risultanze indicate negli articoli precedenti.
Per quanto attiene all'analisi delle risultanze dell'esercizio finanziario 2024, evidenzia che nel complesso si rileva che i dati di consuntivo mostrano un generale miglioramento dei saldi, in valore assoluto, sia rispetto alle previsioni iniziali, sia rispetto alle previsioni definitive per il medesimo esercizio. Rileva, inoltre, che, rispetto all'esercizio precedente, la gestione di competenza nell'anno 2024 ha fatto conseguire un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto ai risultati differenziali registrati nell'anno 2023.
In particolare, fa presente che il saldo netto da finanziare, costituito dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2024 un valore negativo di circa 107,5 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 17 miliardi di euro rispetto al saldo registrato nel 2023. Tale miglioramento è frutto di un aumento delle entrate finali pari a circa 42,3 miliardi di euro, corrispondente a una crescita di circa 5,7 per cento rispetto all'anno precedente, che supera l'incremento delle spese finali, pari a 25,2 miliardi di euro, corrispondenti a un incremento di circa il 2,9 per cento rispetto all'anno 2023.
Evidenzia, dunque, che, se confrontato con le previsioni definitive riferite al 2024, che indicavano un valore negativo del saldo netto di 195,5 miliardi di euro, il miglioramento dei dati a consuntivo è di circa 88 miliardi di euro.
Sottolinea che tale miglioramento si incrementa a oltre 91 miliardi di euro se confrontato con le previsioni iniziali, che prospettavano un saldo netto negativo pari a circa 198,9 miliardi di euro.
In relazione all'indebitamento netto, rappresentato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali, al netto delle operazioni finanziarie, rileva come nelle risultanze a consuntivo il saldo sia pari a circa 99,8 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 22,4 miliardi di euro rispetto al dato di consuntivo per l'anno 2023, quando l'indebitamento netto fu pari a circa 122,2 miliardi euro.
Sottolinea, inoltre, che il saldo segna anche un netto miglioramento, tanto rispetto alle previsioni definitive riferite al 2024, quanto alle previsioni iniziali, registrando un miglioramento rispettivamente di circa 86,2 miliardi di euro e di circa 94,1 miliardi di euro.
Quanto al risparmio pubblico, che rappresenta il saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale, evidenzia che esso si attesta nel 2024 a 44,6 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 1,7 miliardi di euro rispetto al 2023. Tale risultato è determinato da un aumento delle entrate correnti, pari a circa 40 miliardi di euro, leggermente superiore rispetto all'aumento delle spese correnti, attestatosi a 38,3 miliardi di euro.
Sottolinea che il miglioramento del saldo è di oltre 83,4 miliardi di euro se confrontato con le previsioni definitive per l'anno 2024, che ipotizzavano un risparmio pubblico negativo di 38,8 miliardi di euro, e di circa 113,8 miliardi rispetto alle previsioni iniziali, che ipotizzavano un risparmio pubblico negativo pari a circa 69,2 miliardi di euro.
Infine, rappresenta che il dato relativo al ricorso al mercato finanziario, che misuraPag. 40 la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quindi quelle relative al rimborso di prestiti, si attesta nell'anno 2024 a un valore di circa 393,1 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 9,4 miliardi di euro rispetto al dato del 2023. Il saldo a consuntivo denota, altresì, un miglioramento di 124,2 miliardi di euro rispetto alle previsioni definitive per l'anno 2024 e di 134,4 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali.
Fa presente, dunque, che, nel complesso, i risultati ottenuti appaiono ampiamente in linea rispetto ai limiti massimi autorizzati dalla legge di bilancio per il 2024, che prevedeva limiti, in termini di competenza, per il saldo netto da finanziare e il ricorso al mercato di competenza fissati, rispettivamente, a un valore pari a circa 202,5 miliardi di euro e a circa 531,2 miliardi di euro.
Segnala che, a livello di operazioni finali, si osserva un miglioramento del saldo netto da finanziare, che discende da una gestione di competenza 2024 che evidenzia un aumento degli accertamenti di entrate finali di circa il 5,7 per cento rispetto all'anno precedente, pari a 42,23 miliardi di euro, accompagnato da un lieve aumento anche degli impegni delle spese finali di circa il 2,9 per cento, pari a circa 25,23 miliardi di euro rispetto al 2023.
Rispetto alle previsioni definitive, sottolinea che la gestione di competenza del bilancio ha registrato, in sede di consuntivo, accertamenti per entrate finali in aumento del 7,7 per cento, pari a circa 55,98 miliardi di euro, e impegni delle spese finali in diminuzione del 3,5 per cento, pari a circa 31,86 miliardi di euro.
Guardando alle operazioni complessive, comprensive delle entrate per accensione di prestiti e delle spese per rimborso prestiti, rappresenta che la gestione di competenza 2024 denota un aumento degli accertamenti di entrata e un aumento degli impegni complessivi.
Sottolinea, dunque, che l'incidenza sul prodotto interno lordo degli accertamenti complessivi è aumentata al 54,2 per cento, rispetto al 52,2 per cento registrato lo scorso anno, mentre il peso della spesa complessiva rispetto al prodotto interno lordo, in termini di impegni, è rimasto invariato al 53,7 per cento rispetto al 2023.
Più in dettaglio, segnala che, sul versante delle entrate, la gestione di competenza del bilancio 2024 ha registrato accertamenti per entrate finali pari a circa 783,8 miliardi di euro.
Osserva, poi, che gli accertamenti delle entrate finali sono risultati superiori a quanto prospettato rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive per effetto degli aumenti registrati in relazione a tutte le tipologie di entrata.
Per quanto concerne le entrate tributarie, evidenzia che esse rappresentano circa l'83 per cento dell'ammontare complessivo delle entrate finali, con gli accertamenti che si sono attestati a 653,9 miliardi di euro nel 2024, per un valore superiore rispetto tanto alle previsioni iniziali di bilancio, che indicava entrate tributarie per 608,9 miliardi di euro, quanto alle previsioni definitive pari a circa 620,2 miliardi di euro.
Rileva, altresì, che, all'interno dell'aggregato, oltre la metà del gettito è assicurata dalle imposte sul patrimonio e sul reddito, pari a circa il 56 per cento del totale delle entrate tributarie, mentre le tasse e le imposte sugli affari si attestano al 36 per cento e le imposte sulla produzione e sui consumi sono pari a circa il 5 per cento del totale.
Riguardo all'analisi per categorie economiche delle entrate finali, rammenta che, a partire dal 2023, la classificazione economica delle entrate e delle spese è stata oggetto di revisione, a seguito della conclusione, nel 2022, della sperimentazione del piano dei conti integrato di cui all'articolo 38-sexies della legge di contabilità, al fine di assicurare una maggiore integrazione tra la contabilità finanziaria e la contabilità economico-patrimoniale.
Evidenzia, dunque, che la classificazione economica delle entrate è stata maggiormente interessata dalla revisione adottata nel 2023, prevedendo una riorganizzazione dei contenuti delle categorie. In ragione di ciò, segnala che nella Relazione illustrativa del disegno di legge di rendiconto 2024 non è stato possibile mantenere Pag. 41la continuità della serie storica dopo il 2022, e pertanto, le categorie di entrate sono presentate, per gli anni 2021 e 2022, secondo la vecchia classificazione e, per gli esercizi 2023 e 2024, secondo la nuova classificazione economica.
Fa presente che, tra le entrate ricorrenti, l'ammontare dell'IRPEF ha mostrato una crescita di circa il 6,2 per cento rispetto ai valori registrati a consuntivo nel 2023, passando da 234,9 a 249,4 miliardi di euro. Più sostenuta è stata, invece, la variazione degli accertamenti riferiti all'IRES, che registrano una crescita del 9 per cento, passando da 57,2 a circa 62,3 miliardi di euro.
Rileva che si è registrato, inoltre, un aumento significativo del gettito derivante da imposte sostitutive di imposte sui redditi, sia ricorrenti sia non ricorrenti, pari al 43 per cento.
Tra le imposte indirette, segnala che oltre il 70 per cento è attribuibile al gettito IVA, che registra una crescita del 2,6 per cento rispetto al 2023, raggiungendo, in termini di accertamento, il valore di 207,8 miliardi di euro, che rappresenta circa il 32 per cento del totale dell'accertamento derivante da tributi.
Per quanto riguarda i dati di consuntivo relativi alle spese finali, costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, fa presente che i relativi impegni nel 2024 si sono attestati a circa 891,4 miliardi di euro, registrando un incremento di circa 25,3 miliardi di euro rispetto agli impegni dell'esercizio precedente, pari a circa il 2,9 per cento. Tale dato discende da un andamento in aumento, all'interno di tale aggregato, degli impegni di spesa di parte corrente di circa 38,3 miliardi di euro rispetto al 2023, a fronte di una diminuzione degli impegni relativi alla spesa in conto capitale pari a circa 13 miliardi di euro rispetto all'esercizio precedente.
Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione sul versante della spesa, rileva, con riferimento alla dinamica delle spese correnti, in aumento del 5,5 per cento rispetto all'anno 2023, che circa la metà della spesa corrente è riferibile alla categoria «Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche», la quale costituisce il 49,9 per cento di tale spesa, con impegni per circa 365,7 miliardi di euro, in aumento di circa il 3,9 per cento rispetto alle risultanze per l'esercizio 2023.
Fa presente che si tratta, in prevalenza, di trasferimenti a enti previdenziali, per impegni equivalenti a circa 184,2 miliardi di euro, e ad amministrazioni locali, per impegni pari a circa 165,6 miliardi di euro.
Sottolinea, inoltre, che i redditi da lavoro dipendente rappresentano il 14,6 per cento delle spese correnti, con impegni che ammontano, per l'anno 2024, a 107,4 miliardi di euro, in aumento di circa l'1,2 per cento rispetto all'anno 2023.
Rileva, quindi, che gli impegni riferibili alla categoria «Interessi passivi e altri oneri finanziari» costituiscono circa l'11,9 per cento della spesa corrente e sono pari a 87,6 miliardi di euro, con un incremento del 15,7 per cento rispetto all'anno 2023.
Confrontando i dati di consuntivo degli impegni dell'esercizio 2024 con quelli dell'esercizio 2023 si rilevano, altresì, un aumento del 16,3 per cento nella categoria «Rimborsi e poste correttive delle entrate», nella quale si registrano impegni per circa 102,62 miliardi di euro, e un aumento pari all'8,1 per cento nella categoria «Consumi intermedi», che registra impegni per circa 16,52 miliardi di euro.
Gli impegni di spesa riferibili alla categoria «Trasferimenti correnti a imprese», pari a circa 10 miliardi di euro, risultano, invece, in diminuzione di 5,1 miliardi di euro rispetto al 2023, pari al 33,8 per cento degli impegni registrati in tale anno, analogamente agli impegni riferibili alla categoria «Risorse proprie dell'Unione Europea», che registrano impegni pari a circa 18,37 miliardi di euro nel 2024, in riduzione del 4,9 per cento rispetto all'esercizio precedente.
Per quanto concerne la spesa in conto capitale, rappresenta che i dati di consuntivo registrano una diminuzione degli impegni del 7,6 rispetto all'esercizio 2023, pari a circa 13 miliardi di euro.
Tale riduzione è prevalentemente imputabile ai minori impegni di spesa riferibili Pag. 42alla categoria «Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche», che ammontano, nel 2024, a 45,8 miliardi di euro, a fronte dei 94,5 miliardi di euro del 2023, con una diminuzione, in termini percentuali, pari al 51,5 per cento. Al contrario, la categoria riferita ai «Contributi agli investimenti ad imprese» si incrementa di circa 27,8 miliardi rispetto ai dati di consuntivo riferiti all'anno 2023 e registra impegni pari a circa 81,67 miliardi di euro, con una crescita in termini percentuali di 51,6 punti.
Sottolinea, quindi, che fanno segnare un incremento tanto gli impegni riferiti a investimenti fissi lordi e acquisti di terreni, che sono pari nell'anno 2024 a 13,7 miliardi di euro, con una crescita del 23,5 per cento rispetto agli 11,09 miliardi di euro del 2023, quanto gli impegni destinati ad acquisizioni di attività finanziarie, che passano dai circa 4,73 miliardi di euro del 2023 a circa 10,29 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 117,7 per cento.
Con riferimento all'articolazione per missioni dei dati relativi alla spesa, rinvia per maggiori dettagli alla documentazione predisposta dagli Uffici delle Camere, segnalando che, al netto della missione relativa al debito pubblico, la missione che assorbe la maggior parte delle risorse è quella relativa alle relazioni con le autonomie territoriali, nella quale si registrano impegni pari a circa 152,45 miliardi di euro, che rappresentano il 18,9 per cento del totale degli impegni, al netto di quelli riferiti al debito pubblico, mentre la missione relativa alle politiche previdenziali assorbe circa il 15,7 per cento delle risorse, con impegni pari a 126,55 miliardi di euro e la missione relativa alle politiche finanziarie e di bilancio assorbe il 15,5 per cento delle risorse, con impegni pari a 125,16 miliardi di euro.
Per quanto concerne la gestione dei residui, rileva, preliminarmente, che anche nel 2024 il loro ammontare continua a rimanere su livelli considerevoli, sia dal lato delle entrate sia dal lato delle uscite.
In base ai dati forniti nella relazione al rendiconto per l'esercizio 2024, il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2023 e precedenti registrava, al 1° gennaio 2024, residui attivi per un valore di 251.305,7 milioni di euro e residui passivi delle spese complessive per 198.768,7 milioni di euro, con un'eccedenza attiva di 52.537 milioni di euro.
Nel corso dell'esercizio, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando, in ragione dell'attività di riaccertamento e di gestione in conto residui, nonché della perenzione, facendo registrare variazioni in diminuzione dei residui sia dal lato delle entrate, in misura pari a 99,9 miliardi di euro, sia dal lato delle uscite, con una riduzione di circa 69,5 miliardi di euro, di cui circa 13,2 miliardi di euro eliminati per perenzione amministrativa.
Rappresenta, pertanto, che il saldo attivo tra i residui attivi e passivi provenienti dagli esercizi 2023 e precedenti, che all'inizio dell'esercizio finanziario 2024 era pari a 52,537 miliardi di euro, per effetto delle variazioni intervenute in corso d'anno si è ridotto a 22,086 miliardi di euro, con una flessione di 30,451 miliardi di euro.
A tali residui si sono poi aggiunti, in corso di esercizio, i residui di nuova formazione, derivanti dalla gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2024.
Al riguardo, segnala che il rendiconto 2024 registra 102,65 miliardi di euro di residui attivi di nuova formazione e 62,61 miliardi di euro di nuovi residui passivi.
Rileva che nel complesso, dunque, i residui attivi al 31 dicembre 2024 risultano pari a 254.047 milioni di euro, mentre i residui passivi alla medesima data risultano pari a 191.921 milioni di euro.
Alla luce di tali risultanze, il conto dei residui al 31 dicembre 2024 presenta una eccedenza attiva di 62.126 milioni di euro.
Segnala che i residui attivi, pur registrando una crescita complessiva dell'1,1 per cento rispetto all'anno 2023, fanno segnare una riduzione del 2,5 per cento dei residui di nuova formazione.
Per i residui passivi, invece, evidenzia che si registra una positiva riduzione complessiva, pari al 3,4 per cento rispetto all'esercizio 2023, dovuta essenzialmente allo smaltimento dei residui provenienti da anni precedenti, a fronte della crescita dei residui di nuova formazione.Pag. 43
Ricorda che la gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti.
Segnala, in proposito, che, in termini di cassa, i saldi registrano a consuntivo, nell'esercizio 2024, un miglioramento tanto rispetto ai risultati dell'esercizio 2023 quanto rispetto alle relative previsioni iniziali e definitive.
In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato pari, nel 2024, a circa 151,47 miliardi di euro, in miglioramento di circa 21,6 miliardi di euro rispetto al risultato raggiunto nel 2023, pari a 173,07 miliardi di euro.
Rileva, dunque, che anche il risparmio pubblico, che assume nel 2024 un valore negativo pari a 4,35 miliardi di euro, registra un miglioramento di circa 9,9 miliardi di euro rispetto al dato del 2023, pari a un valore negativo di 14,25 miliardi di euro.
Rappresenta, inoltre, che il ricorso al mercato si attesta su di un valore di circa 435,41 miliardi di euro, anch'esso in miglioramento di circa 14,17 miliardi di euro rispetto al 2023, quando il saldo in termini di cassa aveva registrato un valore negativo pari a circa 449,59 miliardi di euro.
Nel complesso, evidenzia che la gestione di cassa ha dato luogo a incassi complessivi per 1.130,1 miliardi di euro e a pagamenti per 1.160,5 miliardi di euro, facendo registrare, rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2023, un aumento tanto degli incassi, in misura pari al 7,6 per cento, sia dei pagamenti, in misura pari al 2,8 per cento.
Aggiunge, poi, che a livello di operazioni finali, rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2023, si registra, in termini di incassi e pagamenti, un aumento sia delle entrate sia delle spese.
Evidenzia, altresì, che il conto generale del patrimonio, le cui risultanze sono riportate nell'articolo 6 del disegno di legge, comprende, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, della legge n. 196 del 2009, le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento, nonché la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
Dai risultati generali della gestione patrimoniale 2024 emerge un'eccedenza passiva di circa 2.909 miliardi di euro, con un peggioramento di circa 151 miliardi di euro rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2023, pari in termini percentuali a circa il 5,5 per cento. Sottolinea, a tal proposito, come si tratta di un risultato analogo a quelli registrati nel 2023 e nel 2022, in miglioramento rispetto a quelli registrati nel 2020 e nel 2021.
Rileva, inoltre, che il totale delle attività ammonta a circa 1.034,4 miliardi di euro, con un decremento di 14,2 miliardi di euro rispetto all'esercizio precedente, mentre il totale delle passività ammonta a 3.943 miliardi di euro e si riferisce interamente a passività di natura finanziaria, che si incrementano di 136,9 miliardi di euro.
Da ultimo, segnala che la Corte dei conti, nell'ambito del suo giudizio di parificazione, ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2024, con l'esclusione da tale dichiarazione di alcuni capitoli delle entrate e delle spese. Per maggiori approfondimenti al riguardo, rinvia alla documentazione predisposta dagli Uffici della Camera e del Senato.
Nel passare, quindi, a illustrare il disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica, ricorda che il provvedimento ha lo scopo di aggiornare, nel corso dell'esercizio, le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. Il suddetto aggiornamento riguarda, con riferimento alle entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito, e, con riferimento alle spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute.
Ricorda che le variazioni di bilancio proposte con il presente provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 Pag. 44maggio dell'anno in corso con atti amministrativi, definiscono le previsioni assestate per il 2025.
Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento, segnala che il disegno di legge di assestamento si compone di un solo articolo che modifica la Sezione II della legge di bilancio per il 2025. L'articolo determina, sotto il profilo giuridico, l'aggiornamento delle previsioni di bilancio a legislazione vigente, per l'anno finanziario 2025, introducendo le occorrenti variazioni degli stanziamenti dello stato di previsione dell'entrata e degli stati di previsione della spesa dei Ministeri approvati con la legge n. 207 del 2024. Specifica, inoltre, che tali variazioni sono esposte nelle tabelle annesse al disegno di legge.
In relazione al nuovo quadro di finanza pubblica, ricorda che il disegno di legge in esame tiene conto delle nuove regole di governance economica dell'Unione europea, entrate in vigore il 30 aprile 2024.
Fa presente, dunque, che, di conseguenza, gli obiettivi programmatici sono declinati anche in termini di evoluzione della spesa netta, indicatore ancorato all'obiettivo della sostenibilità del debito pubblico nel medio termine. In questo quadro, la relazione tecnica allegata al provvedimento evidenzia che, nelle more dell'adeguamento del quadro normativo interno alle nuove regole fiscali introdotte a livello sovranazionale, le variazioni di bilancio disposte nel provvedimento di assestamento devono risultare coerenti con il percorso di evoluzione della spesa netta fissato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029.
Rileva, in proposito, che la relazione segnala che, nel complesso, le variazioni di entrata comportano un miglioramento dell'indebitamento netto di circa 1,4 miliardi di euro, che, non essendo legato a misure discrezionali, non ha effetti sull'aggregato di spesa netta, mentre le variazioni di spesa comportano, complessivamente, un incremento dell'indebitamento netto e della spesa netta di circa 900 milioni di euro.
Evidenzia che, considerando tanto gli effetti sul lato delle entrate, quanto quelli sul lato delle spese, le variazioni apportate dal provvedimento di assestamento comportano, quindi, un miglioramento dell'indebitamento netto di circa 500 milioni di euro e un incremento della spesa netta pari a circa 900 milioni di euro.
La relazione tecnica evidenzia che la differenza tra il tasso di crescita annuo della spesa netta indicato nel Documento di finanza pubblica 2025, pari all'1,25 per cento, e il tasso indicato nel Piano strutturale di bilancio, è stata assorbita dalle variazioni previste nel provvedimento in esame e, pertanto, le variazioni del provvedimento di assestamento risultano coerenti con il sentiero di spesa netta previsto nel medesimo Piano.
Con riferimento agli effetti complessivi del provvedimento, osserva come la relazione illustrativa segnali che le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame determinano, in termini di competenza, un miglioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio 2025 di circa 775 milioni di euro in termini di competenza e di 595 milioni di euro in termini di cassa.
Rileva, altresì, che il miglioramento del dato di competenza deriva da un aumento delle entrate finali pari a circa 13,9 miliardi di euro, parzialmente compensato da un aumento delle spese finali che ammonta a circa 13,1 miliardi di euro.
Sottolinea che, considerando anche le proposte di assestamento e le variazioni per atto amministrativo, il valore del saldo netto da finanziare si attesta, in termini di competenza, su un valore negativo di 189,3 miliardi di euro, in aumento rispetto alla previsione iniziale di 186,9 miliardi risultante dalla legge di bilancio 2025, e a 250,1 miliardi di euro in termini di cassa.
Rappresenta, altresì, che il peggioramento complessivo del saldo, pari a oltre 2,3 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali, è dovuto essenzialmente alle variazioni negative determinate per atto amministrativo.
Rileva, a tal proposito, che il bilancio assestato incorpora, infatti, anche gli effetti delle variazioni di bilancio apportate con gli atti amministrativi adottati in corso Pag. 45d'anno, che determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di circa 3,1 miliardi di euro in termini di competenza e di circa 3,1 milioni di euro in termini di cassa, determinato dalle riassegnazioni delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato alla fine del 2024.
Fa presente che, in termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2024 determina complessivamente un aumento del saldo netto da finanziare di 2,4 miliardi di euro rispetto alla previsione di bilancio, derivante da un aumento delle entrate finali per circa 17,7 miliardi di euro e da un aumento delle spese finali per circa 20,1 miliardi di euro.
Con riferimento al ricorso al mercato, pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, come risultante dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti, evidenzia un andamento in lieve aumento, passando da una previsione iniziale di 470,7 miliardi di euro a una previsione assestata di 471,7 miliardi di euro.
Rileva, inoltre, che il risparmio pubblico, dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi, pur mantenendosi su valori negativi, registra un miglioramento di circa 5,7 miliardi rispetto alla previsione iniziale, attestandosi a 41,1 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale di 46,8 miliardi di euro.
Con riferimento alle variazioni alle entrate del bilancio dello Stato proposte dal provvedimento, sottolinea come l'aumento di circa 13,9 miliardi di euro in termini di competenza, a cui fa riscontro un incremento di 15,7 miliardi di euro in termini di cassa, tiene conto del quadro macroeconomico tendenziale riportato nel Documento di finanza pubblica dello scorso aprile, assunto a base per l'aggiornamento delle stime per l'anno 2025, nonché degli andamenti effettivi del gettito registrati fino al mese di giugno dell'esercizio in corso.
Con riferimento alle entrate finali, rileva, in particolare, che per le entrate tributarie si registra un aumento di quasi 8 miliardi di euro per la competenza e di circa 10 miliardi di euro per la cassa.
Sottolinea, in particolare, che tale aumento scaturisce quasi integralmente da un incremento del gettito delle imposte dirette, pari a circa 8,5 miliardi di euro in termini di competenza e a 9,4 miliardi di euro in termini di cassa, mentre le imposte indirette presentano movimenti meno accentuati, che determinano una riduzione rispetto alle previsioni iniziali di circa 0,5 miliardi di euro per la competenza e a un aumento di circa 0,7 miliardi di euro per cassa. Anche il gettito previsto per le entrate extratributarie registra un miglioramento rispetto alle previsioni della legge di bilancio pari a circa 5,9 miliardi di euro per la competenza e di quasi 5,7 miliardi di euro per la cassa.
Evidenzia, dunque, che tra i fattori che incidono sull'aumento delle entrate extratributarie, rilevano, in particolare, le entrate straordinarie derivanti dai versamenti all'entrata del bilancio delle risorse giacenti presso la contabilità speciale istituita per l'erogazione dei finanziamenti al Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie, pari a circa 2,5 miliardi di euro, le maggiori entrate derivanti dal versamento, da parte dell'Unione europea, della sesta rata del PNRR, pari a circa 1,5 miliardi di euro a titolo di sovvenzioni, i maggiori introiti relativi ai dividendi delle società partecipate, pari a 1,3 miliardi di euro, le entrate connesse ai versamenti, da parte del GSE, dei proventi dei produttori di energie rinnovabili, pari a 690 milioni di euro, e le maggiori entrate provenienti dal settore dei giochi e delle scommesse, pari a 585 milioni di euro.
Tali maggiori entrate extratributarie sono, peraltro, parzialmente compensate dalle minori entrate da ruoli relativi a sanzioni e interessi tributari, pari a 614 milioni di euro per la competenza e a 962 milioni di euro per la cassa, e dalle minori entrate riferite al canone pagato dalle imprese per la trasformazione delle attività per imposte anticipate iscritte in bilancio in crediti di imposta, pari a 70 milioni di euro, nonché dai minori introiti riguardanti gli interessi attivi maturati sul conto disponibilità, pari a 410 milioni di euro.Pag. 46
Per quanto concerne le spese finali, rileva che le variazioni in aumento proposte dal provvedimento in esame, pari a circa 13,1 miliardi di euro in termini di competenza e a circa 15,1 miliardi di euro in termini di cassa, sono imputabili, sul piano della competenza, a variazioni in aumento sia della spesa corrente, in misura pari a circa 6,9 miliardi di euro, sia della spesa in conto capitale, in misura pari a circa 6,2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la spesa corrente, facendo riferimento alle categorie economiche, rappresenta che le proposte di assestamento prevedono maggiori stanziamenti per i rimborsi e le poste correttive delle entrate, in misura pari a circa 8,5 miliardi di euro, per i trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche, per quasi 1,5 miliardi di euro, per i trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private, per quasi 200 milioni di euro, nonché per i consumi intermedi, in misura pari a 164 milioni di euro.
Evidenzia, al riguardo, che si propone al contrario una sensibile riduzione degli stanziamenti per interessi passivi, per circa 2,4 miliardi di euro e delle risorse proprie dell'Unione europea, in misura pari a 1 miliardo di euro.
Con riferimento, invece, alla spesa in conto capitale, rileva che l'incremento degli stanziamenti è determinato principalmente dall'aumento, in termini di competenza, dei contributi agli investimenti alle imprese, per circa 6,2 miliardi di euro, nonché dall'incremento, in termini di cassa, dei contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche, in misura pari a circa 1,7 miliardi di euro.
Rappresenta che, nel complesso, le proposte di assestamento determinano un incremento degli stanziamenti di bilancio riferiti alla regolazione dei rimborsi, delle compensazioni fiscali e di alcuni crediti di imposta, in misura pari a circa 14,6 miliardi di euro.
Evidenzia che, per la parte corrente, l'incremento proposto è finalizzato a allineare gli stanziamenti di bilancio alle esigenze della contabilità speciale per la regolazione delle compensazioni e dei rimborsi fiscali, mentre per la parte capitale l'incremento è finalizzato ad allineare gli stanziamenti alle esigenze della contabilità speciale per la regolazione dei crediti di imposta.
Fa presente che si propone, inoltre, l'incremento degli stanziamenti per la regolazione contabile delle entrate erariali riscosse dalle regioni, pari a 427 milioni di euro, degli stanziamenti per l'attribuzione alle autonomie speciali delle quote di tributi erariali ad esse spettanti in base ai relativi Statuti, pari a 391 milioni di euro, nonché degli stanziamenti sul fondo per l'attuazione del federalismo amministrativo, in misura pari a 201 milioni di euro.
Rileva che vengono, altresì, adeguati gli stanziamenti per il funzionamento delle Forze armate e dei Corpi di Polizia, in misura pari a complessivi 100 milioni di euro, i contributi alla NATO, in misura pari a 79 milioni di euro, gli stanziamenti sul fondo di garanzia per la prima casa, in misura pari a 50 milioni di euro, le assegnazioni alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l'adeguamento della quota spettante allo Stato del gettito dell'8 per mille dell'IRPEF ai dati dell'entrata, in misura pari a 176 milioni di euro, nonché il rimborso all'INAIL delle prestazioni erogate al personale scolastico e agli alunni interessati da infortuni, in misura pari a 347 milioni di euro, le elargizioni in favore delle vittime del dovere, per 53 milioni di euro, e i contributi alle scuole paritarie dell'infanzia, per 45 milioni di euro.
Evidenzia, poi, che, in termini di sola cassa, sono adeguati, altresì, gli stanziamenti del Fondo per lo sviluppo e la coesione, in misura pari a 1,5 miliardi di euro, e del Fondo unico per l'edilizia scolastica, in misura pari a 180 milioni di euro.
Nel complesso, segnala che le variazioni per atto amministrativo producono un aumento degli stanziamenti finali di bilancio di circa 5 miliardi di euro, sia in termini di competenza che di cassa.
In particolare, rileva che la spesa di parte corrente derivante da variazioni per atto amministrativo aumenta di quasi 3,2 miliardi di euro per la competenza e di poco più di 1 miliardo di euro per la cassa.Pag. 47
Specifica, poi, che all'interno di tale categoria, rilevano, in particolare, l'incremento dei redditi da lavoro dipendente, pari a circa 2,9 miliardi di euro, quello degli stanziamenti dei consumi intermedi, pari a circa 1,1 miliardi di euro, l'incremento dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, pari a 826 milioni di euro, quello dei contributi in conto esercizio alle regioni e agli enti locali, pari, rispettivamente, a 299 e a 209 milioni di euro, nonché gli incrementi dei trasferimenti correnti alle imprese, pari a 216 milioni di euro.
Per quanto concerne, infine, la spesa in conto capitale, rileva che gli stanziamenti per gli investimenti fissi lordi crescono, in termini di competenza, di 408 milioni di euro, mentre quelli dei contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche aumentano di 432 milioni di euro e quelli agli investimenti alle regioni e agli enti locali aumentano, rispettivamente di 243 e di 675 milioni di euro. Infine, rappresenta che i contributi agli investimenti alle imprese crescono di 831 milioni di euro, mentre gli altri trasferimenti in conto capitale vedono un incremento degli stanziamenti pari a 646 milioni di euro.
Rinvia, in ogni caso, per maggiori dettagli, alla documentazione predisposta dagli uffici delle Camere.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare dei provvedimenti e rinvia quindi il seguito del loro esame congiunto ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.50.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 5 agosto 2025. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.
La seduta comincia alle 20.10.
DL 96/2025: Disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport.
C. 2488-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, avverte che la Commissione è chiamata a esprimere all'Assemblea il parere di propria competenza sul disegno di legge che dispone la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport, approvato dalla Camera dei deputati e successivamente modificato dal Senato della Repubblica.
In proposito, ricorda che la Commissione, in due distinte sedute svoltesi lo scorso 24 luglio, ha espresso parere favorevole all'Assemblea sul testo del provvedimento, quale risultante dalle modifiche introdotte nel corso dell'esame in sede referente, nonché un parere di nulla osta su proposte emendative poi approvate in quella sede.
Tutto ciò premesso, fa presente che nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento sono state soppresse tre disposizioni del testo approvato dalla Camera dei deputati.
Rileva, in primo luogo, che è stata disposta la soppressione dell'articolo 9-quater, che affidava alla società Sport e salute Spa la gestione di eventi sportivi destinatari di contributi pubblici superiori a 5 milioni di euro, stabilendo, inoltre, che i rapporti tra la predetta società e i soggetti organizzatori degli eventi fossero regolati da una convenzione con oneri a valere sul contributo concesso per ciascun evento e, in ogni caso, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Segnala, inoltre, che il Senato della Repubblica ha disposto la soppressione di Pag. 48talune disposizioni di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a), numero 2), nonché del numero 4-bis) della medesima lettera a).
In particolare, ricorda che la prima disposizione oggetto di soppressione prevedeva che, al fine di assicurare l'immediata operatività della Commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, istituita dall'articolo 13-bis del decreto legislativo n. 36 del 2021, nell'ambito delle procedure concorsuali per l'assunzione del personale non dirigenziale di ruolo ad essa spettante si tenesse conto del servizio già prestato presso la medesima Commissione, nella forma dell'avvalimento, da personale dirigenziale e non dirigenziale delle Federazioni sportive di riferimento.
Sottolinea, altresì, che la seconda disposizione oggetto di soppressione stabiliva che le controversie relative all'obbligo di versamento dei contributi annuali previsti da parte delle Federazioni sportive di riferimento e delle società sportive professionistiche e destinati a sostenere le spese di funzionamento della predetta Commissione, nonché all'impugnazione degli atti relativi alla determinazione dei predetti contributi, fossero devolute alla giurisdizione del giudice ordinario.
Al riguardo, nel rammentare che a ciascuna delle soprarichiamate disposizioni oggetto di soppressione, come evidenziato dalla relazione tecnica di passaggio, non erano stati ascritti effetti finanziari, in considerazione della loro natura essenzialmente ordinamentale, non formula osservazioni in ordine ai profili finanziari del testo ora all'esame della Commissione.
Tanto premesso, propone di esprimere parere favorevole sul testo del provvedimento.
Il sottosegretario Federico FRENI, concordando con la proposta di parere formulata dalla relatrice, fa presente che è tuttora utilizzabile la relazione tecnica trasmessa al Senato della Repubblica ai sensi dell'articolo 17, comma 8, della legge n. 196 del 2009, dal momento che alle norme soppresse nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento non erano stati ascritti effetti finanziari.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) ricorda come, con riferimento alle disposizioni del decreto-legge in esame, soppresse nel corso dell'esame presso il Senato della Repubblica, le opposizioni avessero evidenziato, già in occasione del suo esame presso la Camera, la loro estraneità rispetto al contenuto proprio del provvedimento. Rileva, tuttavia, come, malgrado gli inviti a una maggiore riflessione in proposito, il Governo e la maggioranza abbiano comunque deciso di procedere all'approvazione delle predette proposte emendative, facendo emergere conseguentemente, nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, la necessità di provvedere alla loro soppressione, al fine di garantire il rispetto dei requisiti costituzionali del provvedimento. Al riguardo, reputa particolarmente grave la condotta del Governo, che ha pesantemente sottovalutato i richiami, anche istituzionali, volti ad assicurare una piena rispondenza del provvedimento al dettato della Carta costituzionale, dimostrando un atteggiamento che giudica dilettantesco.
La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.
Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, in materia di spettacolo.
C. 2538 Governo, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).
La Commissione inizia l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, in sostituzione del relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso, in data odierna, il fascicolo n. 1 degli emendamenti.
In proposito, segnala che le proposte emendative contenute nel predetto fascicolo, essendo volte a modificare il termine previsto dal presente provvedimento per l'adozione dei decreti legislativi di cui all'articolo 2 della legge n. 106 del 2022, non Pag. 49sembrano presentare profili problematici di carattere finanziario.
Propone, pertanto, di esprimere sulle stesse nulla osta.
Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere.
La Commissione approva la proposta di parere.
Disposizioni in materia di composizione di giunte e consigli regionali e di incompatibilità.
C. 2500, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).
La Commissione inizia l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento.
Mauro D'ATTIS (FI-PPE), relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso, in data odierna, il fascicolo n. 1 degli emendamenti.
In proposito, segnala che le proposte emendative contenute nel predetto fascicolo non sembrano presentare profili problematici di carattere finanziario.
Propone, pertanto, di esprimere sulle stesse nulla osta.
Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati.
Testo unificato C. 1928 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e rinvio – Richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento e delle proposte emendative ad esso riferite.
Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, fa presente che la Commissione è chiamata a esprimere il proprio parere all'Assemblea sul testo elaborato dalla Commissione Trasporti, derivante dall'unificazione di alcuni progetti di legge di iniziativa parlamentare, che conferisce una delega al Governo in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati.
Per quanto attiene ai profili di interesse della Commissione, nel segnalare di non avere osservazioni in ordine agli articoli 1, 2 e 4, fa presente che l'articolo 3 conferisce una delega al Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi per la disciplina dei centri di elaborazione dati e il coordinamento delle procedure per la realizzazione e l'organizzazione degli stessi, nel rispetto di taluni princìpi e criteri direttivi. I decreti legislativi sono adottati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy, con il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere della Conferenza unificata, e che gli stessi siano corredati di relazione tecnica e trasmessi alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari.
Le norme prevedono che dall'attuazione della delega non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che in conformità all'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009, qualora i decreti legislativi determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, i medesimi decreti legislativi siano emanati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi, ivi compresa la legge di bilancio, che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.
Ciò premesso, rileva che le norme, da un lato, sono corredate da una generale clausola di neutralità finanziaria, con la quale si dispone che dall'attuazione della delega non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica Pag. 50e, dall'altro, recano un richiamo all'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009, che subordina l'emanazione dei decreti legislativi, i cui eventuali maggiori oneri non siano compensati al loro interno, alla previa o contestuale entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.
Al riguardo, rileva innanzitutto la necessità di acquisire elementi di valutazione da parte del Governo in merito alla complessità della materia trattata dalla delega e alla eventuale impossibilità che ne consegue di procedere alla determinazione degli effetti finanziari derivanti dai decreti legislativi volti ad attuare la medesima delega, posto che solo in presenza di tali presupposti è possibile rinviare la quantificazione di tali effetti finanziari, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009, al momento dell'adozione dei relativi decreti legislativi.
In secondo luogo, ritiene necessario acquisire una valutazione del Governo riguardo ad alcuni dei principi e criteri direttivi fissati dall'articolo 3, che appaiono suscettibili di produrre effetti finanziari negativi. Richiama, in particolare, dei principi e criteri direttivi relativi alla definizione, all'ampliamento o al rafforzamento di funzioni, responsabilità e competenze o all'istituzione di soggetti competenti in materia di centri di elaborazione dati, da cui potrebbero derivare adempimenti a carico di amministrazioni pubbliche potenzialmente non previsti a legislazione vigente o nuovi o maggiori compensi e costi di funzionamento, dei principi e criteri direttivi relativi alla previsione di incentivi e contributi per il settore dei centri di elaborazione dati, dei principi e criteri direttivi relativi allo sviluppo, alla promozione e al sostegno di attività formative rilevanti in materia di centri di elaborazione dati, nonché dei principi e criteri direttivi relativi al potenziamento e al sostegno dell'approvvigionamento energetico dei centri di elaborazione dati.
Evidenzia, peraltro, che, a fronte di tali principi e criteri direttivi che potrebbero presentare effetti finanziari negativi, vi è un principio e criterio direttivo che appare astrattamente suscettibile di produrre effetti positivi, ossia quello di cui al comma 1, lettera r), che prevede l'armonizzazione della disciplina tributaria nazionale con le convenzioni vigenti dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e con i princìpi internazionali ai fini della qualificazione quale stabile organizzazione dei centri di elaborazione dati. Ciò stante, ritiene necessario che il Governo fornisca elementi di informazione in merito agli eventuali effetti positivi derivanti da tale principio e criterio direttivo e alla eventuale compensatività di tali effetti rispetto a quelli negativi dianzi richiamati.
Alla luce di quanto rappresentato, ravvisa l'opportunità di acquisire una relazione tecnica sul provvedimento, al fine di pervenire a una puntuale quantificazione dei relativi oneri.
Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la relatrice sull'opportunità di acquisire una relazione tecnica sul provvedimento.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto di quanto evidenziato dalla relatrice e dal rappresentante del Governo, propone di richiedere la predisposizione, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, di una relazione tecnica sul provvedimento in esame, da trasmettere entro il termine ordinario di trenta giorni previsto dalla predetta disposizione.
La Commissione delibera di richiedere al Governo, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, la trasmissione di una relazione tecnica entro il termine di trenta giorni.
Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi.
C. 2097 e abb.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio – Richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, fa presente che la proposta di legge, composta di due articoli, reca l'istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi, e che la Commissione è chiamata ad esaminare il testo risultante dalle proposte emendative approvate in sede referente.
Passando a esaminare le disposizioni che presentano profili di carattere finanziario, rileva che il provvedimento, nell'istituire la festa nazionale di San Francesco d'Assisi, dispone, all'articolo 1, che la stessa venga celebrata il 4 ottobre di ogni anno, che viene aggiunto nell'elenco dei giorni festivi, per i quali vige l'osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 260 del 1949.
Fa inoltre presente che l'articolo 2, comma 1, della proposta di legge prevede che, in occasione della giornata del 4 ottobre di ciascun anno, le scuole, le amministrazioni pubbliche e gli enti del Terzo settore favoriscano l'organizzazione di iniziative per le relative celebrazioni.
Rileva, inoltre, che l'articolo 2 prevede altresì, ai commi 2 e 3, che le istituzioni pubbliche promuovano iniziative dedicate, tra l'altro, ai temi della pace e della fraternità tra i popoli e che le scuole promuovano la realizzazione di attività didattiche e di progetti dedicati alla figura di San Francesco.
Al riguardo, evidenzia che l'introduzione della nuova festività di cui all'articolo 1, alla quale sono associati gli effetti civili di cui alla predetta legge n. 260 del 1949, appare suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, non quantificati né coperti, derivanti dall'eventuale corresponsione del trattamento previsto per il lavoro straordinario o festivo per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche impegnate durante quel giorno nelle attività di commemorazione della nuova festività, così come per i dipendenti di tutte le amministrazioni pubbliche che saranno tenuti a garantire il funzionamento dell'apparato amministrativo nel giorno festivo previsto. A tale riguardo, segnala come nel provvedimento in esame manchi una misura potenzialmente compensativa, come quella che caratterizzò, nella XIII legislatura, la legge n. 336 del 2000, recante il ripristino della festività nazionale del 2 giugno, data di fondazione della Repubblica, nella quale la reintroduzione della citata festività fu accompagnata dalla conseguente abolizione della relativa festività soppressa.
Inoltre, a suo avviso, andrebbe verificato se il provvedimento in esame, alla luce dell'attuale quadro macroeconomico, non sia suscettibile di determinare anche una riduzione del prodotto interno lordo, posto che in tal caso dovrebbero essere altresì quantificati gli effetti di minore entrata ascrivibili alla conseguente diminuzione del gettito erariale.
Con riferimento alle celebrazioni istituzionali di cui all'articolo 2, rileva come le relative iniziative da parte delle amministrazioni non sembrano configurate come facoltative dalla predetta disposizione, che, peraltro, non è assistita da una specifica clausola di invarianza finanziaria.
Ciò stante, ritiene necessario che il Governo fornisca chiarimenti in merito alla sostenibilità di tali iniziative a invarianza di risorse a legislazione vigente, nonché riguardo all'opportunità di inserire comunque una clausola di neutralità finanziaria.
Tutto ciò premesso, ravvisa l'opportunità di acquisire una relazione tecnica sul provvedimento, al fine di pervenire a una puntuale quantificazione dei relativi oneri.
Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la relatrice sull'opportunità di acquisire una relazione tecnica sul provvedimento.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto di quanto evidenziato dalla relatrice e dal rappresentante del Governo, propone di richiedere la predisposizione, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, di una relazione tecnica sul provvedimento in esame, da trasmettere entro il termine ordinario di trenta giorni previsto dalla predetta disposizione.
La Commissione delibera di richiedere al Governo, ai sensi dell'articolo 17, comma Pag. 525, della legge n. 196 del 2009, la trasmissione di una relazione tecnica entro il termine di trenta giorni.
La seduta termina alle 20.20.
DELIBERAZIONE DI RILIEVI
SU ATTI DEL GOVERNO
Martedì 5 agosto 2025. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.
La seduta comincia alle 20.20.
Schema di decreto ministeriale concernente la cessione a titolo gratuito di Nave Libra con i relativi materiali iscritti negli inventari a favore della Repubblica di Albania.
Atto n. 278.
(Rilievi alle Commissioni III e IV).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 luglio 2025.
Il sottosegretario Federico FRENI fa presente che è ancora in corso l'istruttoria degli uffici competenti del Ministero della difesa volta a fornire un riscontro alle richieste formulate da alcuni deputati dei gruppi di opposizione nel corso della seduta dello scorso 23 luglio.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, preso atto che le Commissioni di merito proseguiranno l'esame dello schema di decreto alla ripresa dei lavori dopo la sospensione estiva e che, pertanto, la Commissione potrà esprimere i propri rilievi anche in una successiva seduta, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 20.25.
ATTI DEL GOVERNO
Martedì 5 agosto 2025. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.
La seduta comincia alle 20.25.
Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale.
Atto n. 276.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 luglio 2025.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda che lo schema di decreto in esame è stato assegnato alla Commissione, ancorché non fosse corredato della prescritta intesa da sancire in nell'ambito della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997 n. 281.
Segnala, in proposito, che, in considerazione di tale circostanza, il Presidente della Camera ha evidenziato l'esigenza che la Commissione non si pronunci definitivamente su tale schema prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere nel senso indicato.
Preso atto che la Conferenza unificata non si è ancora pronunciata al riguardo, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 20.30.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Martedì 5 agosto 2025.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20.30 alle 20.35.