TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 21 di Mercoledì 7 dicembre 2022

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, RUSPANDINI, TREMONTI, CALOVINI, CAIATA, DI GIUSEPPE, LOPERFIDO, MURA, POZZOLO, ROTONDI, AMBROSI, DI MAGGIO, DONZELLI, GIORDANO, MANTOVANI e PIETRELLA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   l'amministrazione Biden ha annunciato l'adozione dell'«Inflation reduction act», ovvero la misura da 355 miliardi di dollari a sostegno della riconversione «verde» della manifattura statunitense;

   l'intervento comprende crediti d'imposta per le auto elettriche prodotte in Nord America ed agevola le catene di fornitura americane di batterie;

   i requisiti per ricevere i sussidi tagliano fuori le aziende dell'Unione europea, molte delle quali potrebbero cedere alla tentazione di spostare la produzione negli Usa;

   il piano è stato criticato pubblicamente sia dalla Germania che dalla Francia, che lo hanno tacciato di protezionismo: il Presidente Macron ha perfino alluso ad un ricorso europeo presso l'Organizzazione mondiale del commercio, facendo notare che si tratterebbe di un passo indietro nelle relazioni transatlantiche;

   la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in risposta alla proposta dell'amministrazione americana, ha sostenuto che i Paesi dell'Unione europea debbano perseguire una politica basata sul cosiddetto «buy European», ovvero basata sulla protezione e sull'incentivazione all'acquisto di prodotti di matrice europea;

   per farlo, la Presidente Von der Leyen propone di modificare le norme europee al fine di consentire ai Governi di fare un maggiore uso degli aiuti di Stato che promuovano le imprese e la transizione ecologica;

   la proposta della Presidente Von der Leyen, stando alle reazioni di diverse cancellerie europee tra le quali quella italiana, potrebbe aggravare il contesto economico del Vecchio Continente, in quanto esistono Paesi, come la Germania, che possono disporre di importanti e significative risorse da poter investire, mentre ve ne sono altri, come l'Italia, che invece non sono nelle condizioni di fare altrettanto –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in sede europea al fine di garantire che le modifiche alle norme sugli aiuti di Stato tutelino e promuovano tutte le imprese dell'Unione europea e non soltanto quelle localizzate in alcuni Paesi.
(3-00054)

(6 dicembre 2022)

   ZARATTI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e PICCOLOTTI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il Governo, su istanza del Ministro Calderoli, si appresta a discutere e approvare un disegno di legge sulla «autonomia differenziata», il cui contenuto non è ancora del tutto noto alle forze politiche parlamentari: circola informalmente sui mass media;

   con esso si andrebbero a riconoscere, ex articolo 116 della Costituzione, alle regioni a statuto ordinario ulteriori forme e condizioni di autonomia, per le quali, prima della devoluzione, andrebbero preventivamente definiti i livelli essenziali delle prestazioni, la costituzione del fondo perequativo previsto dall'articolo 119 della Costituzione per le regioni con minore capacità fiscale e il definitivo abbandono del principio della spesa storica;

   la prima bozza includerebbe, per il trasferimento dei fondi dello Stato, il criterio della spesa storica sostenuta dallo Stato nella regione per l'erogazione dei servizi pubblici corrispondenti alle funzioni conferite, rimandando solo a un tempo indefinito il calcolo dei fabbisogni standard in ragione dei livelli essenziali delle prestazioni, mentre nessun riferimento sarebbe presente nella proposta relativamente a fondi perequativi per sostenere le regioni meno avanzate che dovrebbero essere invece prioritari e adeguati alla necessità di ridurre il gap storico tra le parti del Paese;

   tale impostazione andrebbe a cristallizzare il gap tra regioni, a sfavore di quelle del Centro-Sud;

   ampia e diffusa è la preoccupazione che un disegno di legge sull'autonomia differenziata configurato sulla spesa storica, senza una definizione preventiva di adeguati livelli essenziali delle prestazioni e dei fabbisogni standard e in assenza di meccanismi perequativi, aumenti divari e disuguaglianze, andando peraltro in forte contrasto con i principi ispiratori del Next generation Eu e del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   a parere degli interroganti il provvedimento non corrisponde allo spirito cooperativo delle norme del titolo V della Costituzione; asseconda una spinta centrifuga di funzioni e competenze che mina il principio di unità nazionale; determinerebbe il trasferimento indiscriminato di risorse alle regioni richiedenti, mettendo a rischio la tenuta del quadro di finanza pubblica nazionale attuale; aumenta divari e disuguaglianze tra Nord e Sud, tra centro e periferia, tra ricchi e poveri –:

   se il Governo non consideri imprescindibile adottare iniziative di competenza volte a prevedere il pieno coinvolgimento del Parlamento anche nella definizione e approvazione, a maggioranza qualificata, delle previste intese tra Governo e regioni e procedere a una preventiva ricognizione su tutto il territorio nazionale degli standard e dei fabbisogni effettivi riferiti ai servizi pubblici essenziali che si intendono trasferire, per definire, sulla base degli stessi, in primo luogo gli investimenti da effettuare per ridurre il gap (perequazione reale) e poi i livelli essenziali delle prestazioni di riferimento.
(3-00055)

(6 dicembre 2022)

   LUPI, BICCHIELLI, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il 22 giugno 2021 il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia è stato approvato con decisione di esecuzione del Consiglio dell'Unione europea, che ha recepito la proposta della Commissione europea;

   la decisione contiene un allegato con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si lega l'assegnazione delle risorse su base semestrale;

   il progetto «Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari Sud (tratta Bari Centrale – Bari Torre a Mare)», all'interno del progetto «Nodo ferroviario di Bari», è finanziato anche dal progetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza «Collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci» (missione 3, componente 1, investimento 1.1) e rappresenta un'opera pubblica di grande valore strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese e dell'Unione europea;

   il 23 novembre 2022 il tribunale amministrativo regionale per la Puglia ha annullato l'autorizzazione paesaggistica data dalla regione Puglia per il progetto «Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari Sud (tratta Bari Centrale – Bari Torre a Mare)»;

   pronunciandosi sul ricorso proposto da comitati ambientalisti e cittadini proprietari di terreni interessati dall'opera, il tribunale amministrativo regionale per la Puglia ha stabilito con una sentenza di merito che, nell'autorizzazione data dalla regione in deroga al piano paesaggistico territoriale, non è stata evidenziata l'inesistenza di alternative localizzative;

   nel corso del 2023 il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la realizzazione di numerose opere pubbliche, di cui è fondamentale rispettare le scadenze contenute nel piano –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento alle tutele per garantire il rispetto delle scadenze concordate con la Commissione europea e con riguardo alla realizzazione effettiva dei progetti, quale quello segnalato in premessa, a maggior ragione per quelli di notevole interesse nazionale ed europeo.
(3-00056)

(6 dicembre 2022)

   MARROCCO, CATTANEO, ROSSELLO e BATTILOCCHIO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un'opportunità unica ed irripetibile per l'ammodernamento del Paese, in un'ottica di sostenibilità e di innovazione;

   il coordinamento degli interventi a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza con le risorse previste dalla politica di coesione consente senza dubbio di migliorare la programmazione e, conseguentemente, la spesa al fine di conseguire gli obiettivi previsti nei tempi stabiliti;

   un accurato monitoraggio degli interventi in atto e dei progetti da attivare è indispensabile a superare ogni eventuale criticità e a verificare se adempimenti amministrativi e oneri burocratici procurano ingiustificati ritardi alla realizzazione delle opere;

   l'attuazione del piano prevede tempi estremamente compressi con l'obbligo di conseguimento trimestrale di un determinato numero di scadenze, a cui segue la richiesta di erogazione delle risorse da parte dell'Unione europea, ed è assolutamente prioritaria l'esigenza di procedere a uno snellimento delle procedure burocratiche, al fine di migliorare la realizzazione degli interventi, le modalità di spesa e potenziare l'effetto «leva» generato da risorse pubbliche in un'ottica di sussidiarietà pubblico-privato –:

   se da un primo monitoraggio effettuato tutte le amministrazioni titolari e gli altri soggetti attuatori siano in linea con le scadenze previste, sia con riferimento alla pubblicazione dei bandi che con riguardo al finanziamento delle azioni, e se il Governo non ritenga, anche in considerazione degli attuali scenari socio-economici e, in particolare, alla luce della sopraggiunta crisi russo-ucraina, di valutare la possibilità di una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di superare le criticità legate ad eccessi di burocrazia e farraginosità, posto che le riforme nelle procedure e negli adempimenti sono indispensabili alla realizzazione degli interventi e per la qualità della spesa.
(3-00057)

(6 dicembre 2022)

   IEZZI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da articoli apparsi sulla stampa si apprende che verrà avviato una sorta di forum delle aree metropolitane che si articolerà in sessioni specifiche in sede di Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica al fine di un confronto sulla sicurezza urbana a Roma, Napoli e Milano e con particolare riguardo alle difficoltà delle periferie, al degrado intorno alle stazioni, alle occupazioni illegali degli edifici, per definire così interventi più efficaci;

   in tale contesto, si inserisce, altresì, la riforma della polizia locale, come richiesto a gran voce dagli amministratori locali, dai cittadini e dagli stessi operatori, nell'ottica di potenziarne e valorizzarne le attività di supporto alle funzioni tipiche dell'autorità di pubblica sicurezza;

   riguardo alle attività di sgombero, quanto avvenuto nel caso di via Bolle a Milano e, più recentemente, a Napoli nel palazzo di Pizzofalcone costituirebbe dei «casi-pilota» per ulteriori e analoghi interventi in altre aree, sempre nell'ottica di salvaguardare comunque le persone in condizioni di fragilità, a cui va restituito un alloggio se in condizioni di diritto e bisogno, e contestualmente la forza dello Stato verso chi invece ha collusioni con la criminalità organizzata che gestisce questo racket –:

   quali siano più specificatamente gli intendimenti del Governo relativamente a quanto in premessa, in particolare alle attività di sgombero degli immobili occupati illegalmente per affermare il ripristino del diritto alla proprietà privata e nell'ambito dei forum delle aree metropolitane già annunciati.
(3-00058)

(6 dicembre 2022)

   ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, PENZA, RICCARDO RICCIARDI, DONNO, PELLEGRINI, GIULIANO, TORTO e LOVECCHIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   agli interroganti preme richiamare l'attenzione sulla recrudescenza di fatti criminosi, corroborati anche dai dati relativi all'indice di criminalità nazionale, che interessano la provincia di Foggia ed evidenziano l'urgenza di misure e strumenti a supporto e tutela della legalità e della sicurezza pubblica;

   i dati riportano di un territorio al primo posto per le attività di riciclaggio e tra i primi per i fenomeni dell'usura e dell'estorsione, oltre all'ordinarietà di furti e danneggiamenti, seguiti da incendi, che, anche in questo caso, lo vedono al primo posto nella classifica;

   la diffusione di fenomeni illegali segna pesantemente la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini, bene collettivo di alto valore sociale;

   il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata incide profondamente sul tessuto sociale ed economico, con effetti collaterali sulle potenzialità di crescita e di sviluppo del territorio –:

   se non intenda adottare misure urgenti, a supporto e tutela della legalità, di contrasto alla criminalità, nonché volte ad assicurare la sicurezza della cittadinanza, anche attraverso il potenziamento dei servizi, e dei relativi organici, di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, nel territorio della provincia di Foggia.
(3-00059)

(6 dicembre 2022)

   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'organizzazione non governativa spagnola Safeguard defenders ha pubblicato nel 2022 tre rapporti successivi (gennaio, settembre e dicembre) che hanno portato alla luce l'esistenza di oltre 100 stazioni di polizia clandestine aperte dalla Repubblica popolare cinese in diversi Paesi del mondo sparsi tra Nord America, Africa ed Europa;

   l'Italia, secondo quanto riportato dal report, ne ospiterebbe 11, dislocate tra Milano, Roma, Bolzano, Venezia, Firenze e Prato ove è stabilita una vasta comunità cinese. Di queste solamente un paio sono state pubblicamente presentate con la collaborazione attiva della Polizia di Stato;

   per quanto attiene ai primi uffici, questi si inserivano in un accordo di cooperazione internazionale tra Ministero dell'interno e le forze di polizia della Repubblica popolare cinese del 2016, volto a consentire la cooperazione per l'esecuzione di pattugliamenti congiunti nell'ambito della lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata internazionale, al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani, pattugliamenti che hanno avuto luogo tra il 2016 e il 2019, interrompendosi a causa della pandemia;

   a questi primi uffici sarebbe seguita l'apertura di diversi altri in numerose città italiane, che, secondo quanto affermato dalle autorità cinesi e riportato a mezzo stampa, si configurerebbero come centri servizi per il rinnovo di documenti, come patenti, o per il supporto burocratico dei cinesi che si trovano oltremare, ma che in realtà sarebbero centri illegali volti all'identificazione di dissidenti e al loro rimpatrio coatto in Cina;

   il centro di Milano, aperto nel maggio 2016 dall'agenzia di pubblica sicurezza di Wenzhou, e quello di Roma, in particolare, avrebbero svolto il ruolo di «progetti pilota» per l'apertura di uffici della polizia cinese utilizzati per attività di monitoraggio della popolazione cinese all'estero e per costringere i dissidenti a rientrare in Cina;

   il rapporto individua un caso accertato di intimidazione, che avrebbe portato al rientro di un cittadino cinese accusato di appropriazione indebita residente in Italia da 13 anni e di cui si sarebbero perse le tracce dopo il suo arrivo in Cina;

   a seguito della pubblicazione del rapporto e della sua diffusione a mezzo stampa, diversi Paesi, quali Canada, Irlanda, Portogallo, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna, avevano aperto inchieste per individuare i contorni entro cui questi uffici operano sul loro territorio –:

   se, fatte salve le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministero dell'interno abbia mai autorizzato l'apertura di questi centri, quale attività svolgano e se sia stata aperta un'inchiesta amministrativa in merito.
(3-00060)

(6 dicembre 2022)

   MAURI, BONAFÈ, CUPERLO, PROVENZANO, SCHLEIN, TONI RICCIARDI, ORFINI, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il «decreto flussi» è la modalità prevista dalla legge per programmare annualmente le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro;

   il decreto-legge n. 130 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 173 del 2020, ha stabilito che nella definizione della quota annuale di stranieri da ammettere nel territorio italiano, anche se stabilita successivamente alla data del 30 novembre, non si sia più tenuti a tenere conto della quota fissata per l'anno precedente;

   il «decreto flussi» per il 2021, che è stato varato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 2021, ha previsto una quota complessiva di 69.700 lavoratori e lavoratrici, dei quali 22.000 per lavoro stagionale e 27.700 per lavoro subordinato non stagionale e per lavoro autonomo. All'interno di questa ultima tipologia sono stati riservati 3.000 posti per l'assunzione dei cittadini di altri Paesi, con i quali entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria. Un'altra quota, molto limitata, di 100 posizioni è stata invece riservata ai lavoratori stranieri che abbiano completato programmi di formazione e istruzione nei Paesi d'origine;

   in queste ultime settimane si sono susseguite alcune dichiarazioni del Ministro interrogato in merito al «decreto flussi» che hanno avuto ad oggetto i tempi e la modalità di composizione delle quote, compresi i criteri della formazione all'estero e della «premialità» per chi arriva da Paesi che abbiano stabilito criteri di collaborazione sul tema migratorio;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso, in particolare, che il Ministro interrogato ha lasciato intendere che le quote di lavoratori e lavoratrici del prossimo «decreto flussi» saranno stabilite solo dopo aver verificato la disponibilità degli attuali percettori del reddito di cittadinanza a essere impiegati;

   tale approccio solleva enormi preoccupazioni, poiché i tempi per l'adozione del prossimo «decreto flussi» non paiono compatibili con quelli che sarebbero necessari per svolgere un'accurata verifica sugli attuali percettori del reddito di cittadinanza, al fine di capire se abbiano o meno un profilo adeguato alle richieste e alle necessità delle imprese –:

   quali siano i tempi, le modalità e i criteri precisi in base ai quali il Ministro interrogato ritenga che si debba comporre il «decreto flussi» 2022, nonché, in relazione al richiamato reddito di cittadinanza, se e come ritenga che gli attuali percettori del reddito possano condizionare la composizione delle quote flussi, sia in merito al numero dei lavoratori occupabili che alla loro tipologia.
(3-00061)

(6 dicembre 2022)

   GADDA, ENRICO COSTA, RICHETTI, BOSCHI, GRIPPO, DEL BARBA, SOTTANELLI, BENZONI, BONETTI, BONIFAZI, CARFAGNA, CASTIGLIONE, D'ALESSIO, FARAONE, GIACHETTI, GRUPPIONI, MARATTIN, ROSATO e RUFFINO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   da diversi organi di stampa negli ultimi giorni sono emerse da parte di alcune società professionistiche di calcio, iscritte al campionato di Serie A, richieste di dilazione di una serie di mancati versamenti tributari e contributivi – stimati in quasi 500 milioni di euro – già precedentemente sospesi in diverse occasioni;

   questa richiesta ad avviso degli interroganti stona in maniera evidente con le limitate risorse a disposizione dello Stato per fronteggiare, in particolar modo, le conseguenze di un'inflazione galoppante e degli aumenti dei costi dell'energia e delle materie prime;

   sono state avanzate di recente proposte, da parte dei gruppi di maggioranza e di parte dell'opposizione, nel senso di estinguere tali ingenti debiti in 60 rate mensili, comportando, quindi, un aggravio sulle casse dello Stato per i prossimi 5 anni; tale scelta creerebbe una disparità di trattamento enorme nei confronti delle società sportive dilettantistiche, delle serie sportive minori e, soprattutto, dei cittadini e di tutte le imprese italiane in un momento contraddistinto da una così difficile congiuntura economica;

   in molti casi trattasi di società quotate in borsa con voci di spesa multi-milionarie per l'acquisto dei diritti alle prestazioni sportive dei propri tesserati, per la promozione, nonché per gli emolumenti degli stessi, e che, inoltre, registrano annualmente passività ingenti;

   infine, dovrebbe essere considerato prioritario destinare le risorse pubbliche ad investimenti sull'impiantistica sportiva scolastica e per le oltre 120 mila associazioni sportive dilettantistiche, che assicurano il diritto alla pratica sportiva dei nostri giovani e che, dopo due anni dalla crisi causata dalla pandemia, si trovano oggi a fronteggiare il «caro bollette» –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla riscossione dei debiti delle società di calcio professionistiche di Serie A, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e parità di trattamento rispetto ad altri settori.
(3-00062)

(6 dicembre 2022)

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