TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 25 di Mercoledì 14 dicembre 2022

 
.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   SERRACCHIANI, QUARTAPELLE PROCOPIO, BOLDRINI, AMENDOLA, PORTA, BONAFÈ, PROVENZANO, DE LUCA, GHIO, FERRARI, ROGGIANI, DE MARIA, CASU, FORNARO e TONI RICCIARDI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 16 settembre 2022 una ragazza iraniana di 22 anni, Mahsa Amini, è morta in un centro di detenzione dove era stata portata dalla «polizia morale», la Ershad, perché secondo gli agenti non indossava correttamente il velo;

   la famiglia e le organizzazioni per diritti umani iraniane hanno accusato gli agenti della Ershad di aver picchiato la ragazza con tanta forza da ucciderla;

   a seguito della sua morte, in più di 200 città iraniane si è sollevata una serie di proteste che ha visto attivarsi inizialmente gli storici movimenti contro le discriminazioni di genere e, successivamente, un'ampia parte della popolazione che ha riempito pacificamente le piazze, le università, le scuole oltre che diversi impianti produttivi, uniti sotto lo slogan «donna, vita, libertà»; numerosissimi sono stati gli atti dimostrativi di donne iraniane che hanno deciso di togliersi pubblicamente il velo, mettendo a repentaglio la propria incolumità;

   la repressione attuata dalle forze di polizia è stata durissima e, secondo le organizzazioni non governative, ci sarebbero stati finora oltre 550 vittime e 30.000 arresti;

   il 6 novembre 2022, 227 deputati sui 290 che compongono il Parlamento iraniano hanno sottoscritto un documento in cui si invoca la pena di morte per chi osa manifestare contro il regime;

   nei giorni scorsi sono state eseguite le prime condanne a morte di due manifestanti arrestati per le proteste, Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard. Inoltre, per alimentare il clima di terrore nel Paese, sono state annunciate nuove condanne a morte: Amir Nasr-Azadani, di 26 anni, e il coetaneo Hossein Mohammadi;

   come emerge anche dall'ultimo rapporto del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran, le migliaia di persone arrestate nelle carceri iraniane a seguito delle proteste, fra le quali anche numerosi cittadini europei ed occidentali, subiscono condizioni di detenzione inumane, sono soggetti a torture e rischiano di essere condannati alla pena capitale, in esito a procedimenti giudiziari sommari svolti in assenza delle più elementari garanzie processuali a tutela del diritto alla difesa –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, nei rapporti bilaterali e nei consessi internazionali, per chiedere l'immediata sospensione di tutte le condanne a morte emesse nei confronti dei partecipanti alle proteste a seguito della morte di Mahsa Amini e lo stop di tutte le misure di repressione e di detenzione contrarie alla normativa internazionale in materia di diritti umani.
(3-00068)

(13 dicembre 2022)

   DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il settore ortofrutticolo italiano in questi ultimi 4 anni ha subito e continua a subire enormi danni a causa della cimice asiatica marmorata, della forte siccità, nonché delle recenti alluvioni;

   gli eventi eccezionali di questi ultimi tempi, in diverse parti d'Italia, hanno messo in evidenza la debolezza del sistema produttivo di fronte ai cambiamenti climatici e l'inadeguatezza di molti strumenti di difesa attiva e passiva;

   le produzioni di ciliegie, pere e albicocche, in particolare in Emilia-Romagna, hanno subito danni ingenti a causa del maltempo, dei parassiti animali e vegetali, della siccità e dell'eccezionale ondata delle alte temperature che ha caratterizzato quest'ultimo periodo;

   la produzione in alcuni territori ha registrato un calo di oltre il 70 per cento, la cui perdita è totale anche a causa della mancata maturazione dei frutti, come, in particolare, le pere;

   il settore ortofrutticolo nazionale ha un fatturato di 15 miliardi di euro all'anno tra fresco e trasformato (25 per cento della produzione agricola totale), con oltre 300 mila aziende agricole su più di 1 milione di ettari coltivati e 113 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp;

   oltre al danno economico, emerge la perdita di mercati, domestici ed esteri, per la mancanza di prodotto e l'Italia si viene a trovare in una posizione di svantaggio competitivo, favorendo l'invasione di prodotti provenienti da Paesi extra Unione europea;

   molte zone del Paese, durante l'estate 2022, sono state colpite da venti forti e intense piogge che hanno distrutto intere coltivazioni; in questa situazione è emersa l'inadeguatezza del sistema assicurativo; infatti, il piano di gestione dei rischi 2022 non ha permesso di delimitare i danni agli impianti ortofrutticoli, poiché si è trattato di eventi ritenuti assicurabili; le associazioni rappresentative delle imprese agricole hanno segnalato l'indisponibilità delle compagnie assicurative a stipulare polizze per i danni subiti da questa tipologia di calamità;

   al fine di difendere il comparto ortofrutticolo, in particolare quello dell'Emilia-Romagna, si riterrebbe necessaria una deroga al decreto legislativo n. 102 del 2004;

   da un lato si registra un aumento dei prezzi al dettaglio della frutta (+6,5 per cento), dall'altro i prezzi riconosciuti agli agricoltori spesso non coprono i costi di produzione dei raccolti falcidiati da maltempo e siccità –:

   quali iniziative urgenti e strutturali intenda adottare per salvaguardare e sostenere la competitività del comparto dell'ortofrutta italiana, nonché per sostenere economicamente le imprese ortofrutticole, in grave stato di sofferenza.
(3-00069)

(13 dicembre 2022)

   MARATTIN, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GADDA, RUFFINO, SOTTANELLI e DE MONTE. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   il Meccanismo europeo di stabilità è un'organizzazione internazionale nata nel 2012 mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico dell'Unione europea; la sua funzione è concedere, a precise condizioni, assistenza finanziaria ai Paesi membri che trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato, attenuando i rischi di contagio connessi a eventuali crisi di un Paese dell'area euro;

   la condizionalità varia a seconda della natura dello strumento utilizzato: per i prestiti assume la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico, specificato in un apposito memorandum; è meno stringente nel caso delle linee di credito precauzionali, destinate a Paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi;

   nel giugno 2019 l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo su una revisione del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, che disporrà di strumenti e di un mandato più forti; il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021 i Paesi membri del Meccanismo europeo di stabilità hanno sottoscritto l'accordo che riforma il Trattato istitutivo;

   il Meccanismo europeo di stabilità affiancherà, senza affatto sostituirla, la Commissione europea e le modalità di cooperazione tra le due istituzioni saranno definite in un accordo non appena le modifiche entreranno in vigore; non avrà alcun compito di sorveglianza fiscale ai sensi del Patto di stabilità e crescita e la sua attività sarà vincolata al rispetto della legislazione dell'Unione europea; inoltre, la valutazione complessiva della situazione economica dei Paesi e la loro posizione rispetto alle regole del Patto di stabilità e della procedura per gli squilibri macroeconomici rimarrà responsabilità esclusiva della Commissione europea;

   il Trattato riformato non è ancora entrato in vigore perché allo stato attuale mancano le ratifiche di Italia e Germania;

   in più occasioni, nonché durante la discussione svoltasi presso l'Assemblea della Camera dei deputati il 29 e il 30 novembre 2022, il Governo ha sostanzialmente affermato di voler attendere l'esito del pronunciamento della Corte costituzionale tedesca, la quale il 9 dicembre 2022 ha dichiarato inammissibile il ricorso aprendo la strada alla ratifica del Trattato –:

   se e quando si intenda presentare in Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica della riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, dando finalmente seguito ad un impegno assunto in sede internazionale quasi due anni fa, anche al fine di evitare possibili contenziosi con gli altri Paesi che già hanno portato a compimento i loro rispettivi iter di ratifica.
(3-00070)

(13 dicembre 2022)

   SANTILLO, FENU, ALIFANO, LOVECCHIO e RAFFA. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 121 del cosiddetto «decreto rilancio», con riferimento al cosiddetto superbonus, ha introdotto la possibilità di usufruire di alcune agevolazioni fiscali in materia edilizia e di efficientamento energetico sotto forma di sconti sui corrispettivi, ovvero prevedendo la facoltà per il beneficiario della detrazione di cedere il credito a un soggetto terzo che diviene titolare del credito di imposta, comprese banche e intermediari finanziari, in deroga alle disposizioni sulla cedibilità dei crediti;

   la cessione del credito nei termini indicati si è rivelato uno strumento fondamentale per consentire il rilancio del settore edilizio, in linea con l'esigenza di scongiurare un ulteriore consumo di suolo e di incrementare il livello di efficienza energetica degli edifici, anche in considerazione degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   i dati sul superbonus forniti da Ance registrano un investimento nel settore superiore al 20 per cento nel 2021 e al 12 per cento nel 2022. Purtroppo, gli stessi dati mostrano, per il 2023, un decremento degli investimenti, imputabile anche all'incertezza normativa dovuta ai numerosi provvedimenti medio tempore intervenuti sul meccanismo della cessione del credito, rallentandone la portata applicativa;

   in tale contesto, suscita particolare preoccupazione la nota di Poste italiane del 7 novembre 2022, dalla quale si apprende che il servizio di acquisto dei crediti di imposta «è sospeso per l'apertura di nuove pratiche», con ciò uniformandosi ad una soluzione già adottata dai principali istituti di credito;

   dall'analisi del centro studi di Cna oltre 50 mila imprese risulterebbero attualmente in difficoltà nello smaltimento dei crediti fiscali acquisiti, per un valore di circa 5 miliardi di euro;

   considerata la gravità della situazione, è di questi giorni la richiesta al Governo, avanzata anche da Abi e Ance, di una misura tempestiva e di carattere straordinario volta a consentire agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto, compensando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari –:

   quale sia l'ammontare dei crediti fiscali «incagliati» e quali iniziative urgenti intenda adottare per rimuovere gli ostacoli che limitano l'accesso alla detrazione fiscale del cosiddetto superbonus nella forma della cessione del credito, anche per i profili inerenti alla responsabilità del cessionario, avviando un'interlocuzione con gli istituti di credito e gli intermediari finanziari, nonché le società controllate o partecipate dallo Stato, al fine di pervenire ad una soluzione che consenta di riavviare e consolidare il processo di acquisto e cessione dei crediti fiscali.
(3-00071)

(13 dicembre 2022)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, RUSPANDINI, LUCASELLI, CANNATA, GIORGIANNI, MASCARETTI, RAMPELLI, ANGELO ROSSI, TRANCASSINI, TREMAGLIA, OSNATO, CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATERA, MATTEONI, MAULLU, TESTA e TREMONTI. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, illustrando gli interventi di politica economica e fiscale, contenuti all'interno del disegno di legge di bilancio per il 2023, in corso d'esame alla Camera dei deputati, ha confermato che, nell'ambito delle misure previste per la riduzione del cuneo fiscale, il Governo è impegnato a ridurre il più possibile la differenza tra quanto costa un lavoratore per chi lo assume e quanto effettivamente riceve lo stesso lavoratore in busta paga, al netto di tutte le imposte che deve pagare;

   al riguardo, gli interventi previsti dalla manovra economica per il 2023 rappresentano, com'è noto, decisioni dettate dall'emergenza, determinata sia dalle risorse attualmente limitate che dalla ristrettezza dei tempi previsti per la sua approvazione entro il 31 dicembre 2022, al fine di evitare l'esercizio provvisorio;

   anche il Vice Ministro Maurizio Leo, intervenendo a proposito della riduzione del cuneo fiscale, ha evidenziato come si è solo all'inizio, aggiungendo, inoltre, che il Ministero dell'economia e delle finanze, a tal proposito, sia fortemente impegnato nel corso della legislatura a ridurlo il più possibile, anche lavorando sulla componente fiscale e non meramente contributiva, come confermano peraltro le disposizioni contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2023 per i redditi più bassi;

   uno dei punti cardine del programma di governo di Fratelli d'Italia, che si è certi si realizzerà, rappresenta, com'è noto, il messaggio alle imprese del Paese: «più assumi, meno paghi», realizzando tale intervento attraverso la riduzione del carico fiscale in capo alle imprese e alleggerendo, al contempo, la pressione fiscale sui lavoratori, intervenendo, in sede di riforma, sulle aliquote Irpef;

   il cuneo fiscale, ovvero la somma delle imposte dirette, indirette e dei contributi previdenziali, in Italia è ancora molto alto com'è noto (nel 2021 è stato il quinto nei Paesi Ocse con il 46,5 per cento) e penalizza fortemente sia le aziende, che i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti e la sua riduzione rappresenta una priorità del Governo Meloni, da realizzare anche gradualmente nel corso della legislatura, rispettando i principi del bilancio pubblico, con l'obiettivo di arrivare a una riduzione di almeno cinque punti –:

   se il Ministro interrogato condivida le osservazioni in premessa e quali misure, nell'ambito delle proprie competenze, intenda intraprendere in occasione dei prossimi provvedimenti, al fine di ridurre il cuneo fiscale, la cui misura permetterebbe di incentivare l'occupazione e rilanciare le imprese nazionali.
(3-00072)

(13 dicembre 2022)

   PASTORINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel nostro Paese moltissime attività di interesse pubblico vengono espletate sul demanio marittimo e senza finalità lucrative. Si pensi agli impegni delle associazioni sportive e ricreative, spesso depositarie di tradizioni millenarie legate al mare, che svolgono una funzione educativa e sociale assolutamente insostituibile per le nostre comunità;

   inoltre, va tenuto conto delle peculiarità della nostra penisola con territori costieri fortemente frastagliati, come le coste liguri e campane, ma anche quelle calabresi e marchigiane, nei quali esistono moltissime concessioni di piccole dimensioni (inferiori ai 1.000 metri quadri), proprio in ragione delle sopra menzionate caratteristiche geomorfologiche. Ed è proprio in queste aree che si sviluppa una parte rilevante del parco nautico italiano, ossia la piccola nautica da diporto, in cui risiedono le radici delle tradizioni marinare nostrane;

   si aggiunga poi che spesso sono le amministrazioni comunali ad essere titolari di concessioni per l'utilizzo di beni di pubblica utilità (passeggiate, depuratori, moli e altro); in tali casi sono ovviamente i comuni a farsi carico degli oneri di manutenzione per la sicurezza e l'incolumità senza, tuttavia, averne alcun ritorno economico –:

   alla luce di quanto premesso e valutato il grave impatto determinato dall'innalzamento della soglia del canone minimo demaniale marittimo (da 362,90 a 2.500 euro) per tutte le attività senza distinzione di finalità, stabilito all'articolo 100 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, come il Governo intenda intervenire a tutela e salvaguardia delle sopra citate attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, nonché a sostegno delle attività con fini di interesse pubblico individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti.
(3-00073)

(13 dicembre 2022)

   ROMANO, LUPI, BICCHIELLI, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'accesso al sistema del credito e del risparmio costituisce per i cittadini italiani un valore riconosciuto e tutelato anche dall'articolo 47 della Costituzione: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito»;

   la presenza capillare di filiali degli istituti di credito sul territorio e la possibilità per i cittadini di aprire un conto corrente rappresentano due dei pilastri dell'architettura del sistema bancario;

   un report della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), pubblicato nel mese di agosto 2022, ha quantificato in 4.131.416 il numero di cittadini italiani residenti in comuni dove non sono presenti filiali bancarie;

   lo studio citato riporta anche l'evoluzione storica degli ultimi dieci anni della presenza di agenzie bancarie sul territorio, registrando una diminuzione del 34 per cento da 32.881 filiali a 21.650;

   sempre secondo la Federazione autonoma bancari italiani, la distribuzione geografica delle filiali colpisce spesso territori già caratterizzati da difficoltà nell'erogazione di servizi pubblici e privati ai cittadini, come la Calabria, dove il 28,8 per cento dei cittadini vive in comuni che non sono coperti da agenzie bancarie, oppure il Molise, dove la percentuale arriva a toccare il 37,3 per cento;

   l'accesso al credito per molti cittadini è limitato anche da quella che agli interroganti appare l'arbitrarietà con cui alcuni istituti di credito escludono dalla possibilità di apertura dei conti correnti persone che hanno ricevuto in passato un avviso di garanzia, oppure soggetti segnalati attraverso i sistemi di rilevazione centralizzata dei rischi, come i sistemi di informazioni creditizie –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per favorire l'accesso di tutti i cittadini al sistema bancario, in particolar modo con riguardo alla distribuzione e alla presenza delle filiali sul territorio italiano e alla possibilità di introdurre un obbligo per gli istituti di credito di aprire un conto corrente su richiesta, similmente a quanto avviene per i servizi assicurativi.
(3-00074)

(13 dicembre 2022)

   BONELLI, GRIMALDI, ZANELLA, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della crisi internazionale scaturita dal conflitto ucraino, i prezzi dell'energia primaria hanno subito ulteriori accelerazioni, con rincari delle bollette del gas e dell'energia elettrica di almeno 5 volte rispetto alla situazione pre-crisi;

   il Governo, con l'articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022, ha istituito un contributo straordinario a carico dei produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica, di gas nonché di prodotti petroliferi, nella misura del 10 per cento dell'incremento del saldo tra operazioni attive e passive realizzato dal 1° ottobre 2021 al 31 aprile 2022, rispetto al medesimo periodo 2020/2021;

   tale contributo doveva essere versato per un importo pari al 40 per cento a titolo di acconto, entro il 30 giugno 2022 e per la restante parte, a saldo, entro il 30 novembre 2022, laddove l'incremento del saldo fosse superiore al 10 per cento e a 5 milioni di euro in termini assoluti;

   l'aliquota è stata successivamente aumentata al 25 per cento;

   il precedente Governo ha stimato la base imponibile del contributo in circa 39 miliardi di euro e un gettito erariale pari a circa 10,5 miliardi di euro;

   con un provvedimento ad hoc dell'Agenzia delle entrate sono stati definiti gli adempimenti e le modalità di versamento del contributo;

   nel mese di ottobre 2022 il gettito del contributo, in termini di cassa, risultava pari a 1.208,5 milioni di euro, come riportato nella memoria della Corte dei conti al disegno di legge di bilancio per il 2023;

   il 13 settembre 2022 la procura della Repubblica di Roma, a seguito di un esposto presentato dagli esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra, avrebbe aperto un fascicolo d'indagine per evasione e frode fiscale con riferimento al mancato pagamento del contributo di solidarietà da parte di molti suoi soggetti passivi;

   il tribunale amministrativo regionale del Lazio il 16 novembre 2022 ha dichiarato inammissibili, per difetto assoluto di giurisdizione, i ricorsi proposti dalle aziende energetiche contro gli atti dell'Agenzia delle entrate con cui sono stati definiti adempimenti e modalità di versamento del contributo straordinario –:

   a quanto ammonti il gettito del contributo, in termini di cassa, alla data del 30 novembre 2022 e quali misure intenda assumere il Governo per garantire l'effettivo incasso del gettito contributivo da parte dei soggetti obbligati al versamento, anche valutando eventuali provvedimenti di carattere esecutivo per il recupero delle somme evase.
(3-00075)

(13 dicembre 2022)

   SALA e CATTANEO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 18 del decreto-legge «aiuti ter», n. 115 del 2022, ha introdotto una disciplina transitoria sulle modalità di ripiano della spesa regionale per dispositivi medici (cosiddetto payback). La previsione riguarda l'accertamento del superamento dei limiti di spesa sanitaria regionale per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018. Sulla base di linee guida stabilite con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero della salute, le regioni individuano l'elenco delle aziende fornitrici soggette al ripiano per ciascun anno;

   nel caso in cui le aziende fornitrici di dispositivi medici non adempiano all'obbligo di restituzione, si provvede alla compensazione a valere su quanto dovuto dagli enti sanitari per l'acquisto di tali dispositivi, fino a concorrenza dell'intero ammontare;

   come altri comparti dell'economia nazionale, il settore dei dispositivi medici è messo a dura prova dalla crisi energetica e dall'esplosione dei costi delle materie prime. Si parla di oltre 4.500 imprese italiane che danno lavoro a 112.500 addetti, sulle quali è stata caricata una contribuzione del 50 per cento dello sforamento della spesa regionale, di cui non hanno responsabilità, per un onere di oltre 2 miliardi di euro, da pagare entro il mese di gennaio 2023 sulla base delle scadenze temporali fissate dai decreti;

   le rappresentanze del settore hanno fatto presente che aggiungere ulteriori voci di spesa significherebbe rallentare la produzione e mettere a rischio le forniture per il settore sanitario; molte aziende, soprattutto le più piccole, rischiano di chiudere;

   le imprese evidenziano che l'«effetto payback» rischia di abbattersi anche sulle cure e sulle prestazioni offerte ai cittadini e sui prodotti anche salvavita, quali stent, protesi vascolari, i sistemi per l'ossigenazione della circolazione extracorporea;

   secondo le stime sui debiti delle regioni 2019-2020 il payback complessivo potrebbe salire a 3,6 miliardi di euro –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a individuare altre forme di finanziamento degli sforamenti della spesa sanitaria, anche in considerazione del fatto che le imprese di fornitura del servizio sanitario sono quelle che maggiormente subiscono i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione.
(3-00076)

(13 dicembre 2022)

Per tornare alla pagina di provenienza azionare il tasto BACK del browser