TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 47 di Mercoledì 1 febbraio 2023

 
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MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DEL CANCRO

   La Camera,

   premesso che:

    il 4 febbraio 2023 si celebra la 23esima Giornata mondiale contro il cancro, World cancer day, promossa dalla Union for international cancer control e sostenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità. La Giornata è stata istituita con la Carta di Parigi, adottata durante il World summit against cancer for the new millennium tenutosi il 4 febbraio 2000, e ha lo scopo di evitare milioni di morti ogni anno attraverso l'educazione sulla malattia e la sensibilizzazione della popolazione, del personale medico-sanitario, dei media e delle istituzioni;

    nel rapporto Aiom «I numeri del cancro in Italia 2022» vengono stimate, con riferimento all'anno 2022, 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), con un incremento di 14.100 casi in due anni. In particolare, i cinque carcinomi più frequenti sono quelli della mammella (55.700), colon-retto (48.100), polmone (43.900), prostata (40.500) e vescica (29.200);

    il rapporto conferma, altresì, la necessità di sostenere l'attività di sensibilizzazione della popolazione, evidenziando, con riferimento ai fattori di rischio individuale, che più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, che il 24 per cento della popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni rientra nella categoria dei fumatori e che il 31 per cento della popolazione adulta può essere classificata come sedentaria;

    suddividendo i dati per genere, nei maschi in ordine decrescente di incidenza stimata i tumori più frequenti sono quelli della prostata (40.500 casi), polmone (29.300), colon-retto (26.000), vescica (23.300) e stomaco (8.800). Nelle donne, sempre in ordine decrescente di incidenza stimata, i tumori più frequenti sono quelli della mammella (55.700 casi), colon-retto (22.100), polmone (14.600), endometrio (10.200) e tiroide (8.700);

    pesano i gravi ritardi accumulati durante la pandemia da COVID-19 che ha avuto l'effetto di allungare ulteriormente le liste di attesa per esami diagnostici e di screening. Nonostante si stia registrando, in questi mesi, una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale, il problema delle liste di attesa permane ed è prioritario risolverlo;

    a fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37 per cento in più di quanto osservato solo 10 anni prima. L'aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. Nel 2020, circa 2,4 milioni di persone (65 per cento del totale) hanno ricevuto la diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni (39 per cento del totale) da oltre un decennio. Sono oltre un quarto (27 per cento) le persone guarite tra quelle che vivono dopo una diagnosi di tumore;

    l'Europa, pur rappresentando meno di un decimo della popolazione mondiale, conta un quarto dei casi totali di cancro nel mondo: il numero di vite perse a causa delle malattie oncologiche, secondo lo Iarc (International agency for research on cancer) è destinato a crescere di oltre il 24 per cento entro il 2035, rendendo il cancro la prima causa di morte in tutta l'Unione europea;

    l'emergenza da COVID-19 ha evidenziato la forte inadeguatezza sia della medicina territoriale che della sanità digitale. Sono queste le due idee di forza del Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui si prevede di riservare l'ospedalità alle acuzie, potenziando in modo deciso l'assistenza territoriale e garantendo adeguate risposte assistenziali extra-ospedaliere al paziente cronico. L'impiego della sanità digitale e della telemedicina ha, infatti, già permesso ad alcune regioni di attenuare l'impatto negativo del COVID-19 sull'accessibilità alle cure ospedaliere, consentendo di mantenere grazie agli strumenti informatici una buona continuità assistenziale;

    il 3 febbraio 2021 la Commissione europea, in un documento inviato al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione europea, ha elaborato il nuovo «Piano europeo di lotta contro il cancro» che riflette l'impegno politico dell'Unione europea verso una lotta senza quartiere ai tumori;

    la struttura del piano europeo di lotta contro il cancro prevede quattro specifiche aree d'azione: 1) prevenzione; 2) diagnosi precoce; 3) diagnosi e trattamento; 4) qualità della vita dei pazienti e sopravvissuti;

    partendo dall'assunto che la prevenzione è più efficace che la cura e che il 40 per cento dei casi di malattia di cancro può essere prevenuto, una parte estesa del piano europeo è dedicata a una serie articolata di azioni per la prevenzione. Si provvederà a migliorare la diffusione della conoscenza sul rischio del cancro, aggiornando il codice europeo contro il cancro e fissando l'obiettivo al 2025 che l'80 per cento della popolazione ne conosca i contenuti;

    azioni mirate riguardano la sfera degli stili di vita, attraverso la riduzione del tabagismo a meno del 5 per cento al 2040 dal 25 per cento attuale attraverso l'iniziativa «Generazione libera dal tabacco». Azioni strutturali sono previste per migliorare diete salutari e attività fisica, agendo attraverso l'informazione sul cibo più sano, favorendo il consumo di frutta e verdura e contrastando l'obesità infantile;

    inoltre, poiché il 52 per cento dei decessi professionali annuali nell'Unione europea può essere attribuito a tumori legati al lavoro, nel piano 2021-2027 sulla salute e sicurezza sul lavoro saranno introdotte nuove norme di prevenzione e di riduzione dell'esposizione dei lavoratori;

    la diagnosi precoce sarà attuata attraverso un accesso alla diagnostica, ponendo come obiettivo che al 2025 il 90 per cento della popolazione dell'Unione europea che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell'utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi;

    per assicurare alti standard per tutti nella cura del cancro, da qui al 2030 il 90 per cento degli aventi diritto dovrebbe avere accesso alle unità complesse di oncologia facenti parte di una rete dell'Unione europea. A tal fine, nel 2021 è stata lanciata l'iniziativa «Diagnosi e trattamento del cancro per tutti»;

    muovendo dalla considerazione che ogni paziente è diverso e che non tutte le malattie di cancro sono uguali, il piano europeo di lotta contro il cancro promuove azioni di cura mirate per ciascun paziente con il programma di medicina personalizzata nell'ambito del programma di ricerca Horizon Europe. Uno studio condotto dallo Iarc (International agency for research on cancer) e da altre istituzioni sanitarie europee ha dimostrato quanto le disuguaglianze sociali siano un fattore in grado di aumentare le probabilità di ammalarsi di cancro;

    si provvederà al miglioramento della qualità della vita di chi convive con un cancro, compresi gli aspetti di riabilitazione e misure per facilitare l'integrazione sociale e il reinserimento lavorativo. Sarà avviata un'iniziativa a favore di una vita migliore per i malati di cancro incentrata sull'assistenza e anche misure di supporto sociale e lavorativo nei confronti dei familiari e parenti che svolgono la funzione di caregiver, funzione ritenuta strategica;

    in Italia circa un milione di persone, sebbene considerate guarite dal cancro, subiscono discriminazioni per accendere un mutuo, per adottare un bambino, per chiedere un prestito personale, per aprire un'attività, per richiedere una copertura assicurativa e anche per il reinserimento lavorativo. In tal senso il Piano europeo di lotta contro il cancro mira non solo a garantire che i pazienti oncologici sopravvivano alla malattia, ma che vivano una vita lunga e soddisfacente, senza discriminazioni e ostacoli iniqui;

    il riconoscimento del diritto delle persone guarite, ad esempio, nell'accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi dovrebbe garantire che ad esse non potranno essere richieste informazioni sullo stato di salute relative a malattie oncologiche pregresse, quando sia trascorso un certo periodo di tempo da individuare dalla fine del trattamento attivo in assenza di recidive o ricadute della patologia. Tali informazioni non potranno più essere considerate ai fini della valutazione del rischio o della solvibilità del cliente e ciò dovrà valere anche per l'accesso alle adozioni;

    negli ultimi 3 anni, tra l'aprile 2019 e il febbraio 2022, ben cinque Paesi europei hanno approvato norme che garantiscono agli ex pazienti oncologici il diritto a non essere discriminati e a non essere rappresentati dalla malattia: Belgio, Portogallo, Francia e Olanda hanno infatti approvato delle specifiche proposte di legge;

    il portato di queste leggi è del tutto analogo e pressoché identiche le soglie temporali, superate le quali si ha diritto all'oblio: 5 anni dalla fine del protocollo terapeutico nel caso di tumori insorti prima del ventunesimo anno di età; 10 anni per quelli sviluppati dopo il compimento dei 21 anni di età;

    in ambito di Unione europea, una risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su «Rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro – Verso una strategia globale e coordinata nell'enunciazione dei campi di azione» – al paragrafo 125 – «chiede che entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei»;

    in Italia molti parlamentari hanno presentato, anche nella XIX legislatura, proposte di legge sul diritto all'oblio; ciò fa ben sperare che si possa addivenire ad una rapida approvazione delle stesse;

    è inoltre importante menzionare il piano d'azione «Samira», presentato il 5 febbraio 2021, volto a migliorare il coordinamento europeo nell'utilizzo delle tecnologie radiologiche e nucleari per la cura dei tumori e di altre malattie, garantendo altresì ai cittadini europei elevati standard di qualità nel trattamento della patologia e parità di accesso alla medicina personalizzata;

    il nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027 deve passare al vaglio della Conferenza Stato-regioni; il documento detta gli indirizzi per la prevenzione, la cura e l'assistenza ai malati di cancro con rinnovata attenzione ai percorsi assistenziali grazie a «un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico» e con il grande obiettivo della riduzione fino all'eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione e cura;

    il nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027 si basa su: prevenzione, percorsi di cura chiari ed omogenei, nonché totale attenzione al malato e a chi lo assiste; in caso di fondato sospetto esenzione temporanea dal ticket che decada qualora la diagnosi non venga confermata, digitalizzazione per snellire la burocrazia, assistenza sempre più domiciliare e integrata con l'ospedale e i servizi territoriali; formazione degli operatori sanitari e campagne informative per i cittadini; supporto nutrizionale e psicologico, ampliamento delle fasce di età per gli screening; cure palliative a domicilio e potenziamento delle coperture vaccinali;

    per essere efficace e realistico il nuovo Piano oncologico nazionale necessita però di specifici finanziamenti che consentano alle regioni di rispondere alle disposizioni inserite negli appositi indicatori approntati per l'implementazione del Piano;

    negli ultimi 8 anni, a cavallo della XVII e della XVIII legislatura, l'intergruppo parlamentare «Insieme per un impegno contro il cancro», frutto della volontà del gruppo «La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere», coordinato da Salute donna onlus, ha favorito il dialogo fra il Parlamento e molte associazioni di pazienti presenti nel campo dell'oncologia, portando all'evidenza di numerosi parlamentari la necessità di intervenire in modo organico e strategico sulla materia. Un nuovo accordo di legislatura in 12 punti è stato redatto e condiviso dalle 45 associazioni di pazienti che hanno aderito al gruppo ed è stato condiviso con tutti i gruppi politici in lizza per le elezioni del 2022; l'intergruppo è stato già ricostituito e vede la presenza di tutti i gruppi politici,

impegna il Governo:

1) ad adottare e rendere effettivo, con opportuni finanziamenti, il nuovo Piano oncologico nazionale, garantendo un raccordo con il Piano oncologico europeo, stilando un cronoprogramma e promuovendo l'accordo definitivo in sede di Conferenza Stato-regioni;

2) a verificare la disponibilità dei fondi europei messi a disposizione dal programma EU4Health per garantire l'attuazione anche del Piano oncologico nazionale;

3) a favorire la costituzione di un tavolo permanente presso il Ministero della salute con la partecipazione delle società scientifiche e delle associazioni pazienti e con i membri coordinatori dell'intergruppo «Insieme per un impegno contro il cancro», al fine di identificare gli obiettivi concreti e misurabili del Piano oncologico nazionale, le tempistiche, gli indicatori di performance, le coperture economiche e le regioni che necessitano di una velocizzazione dei processi;

4) a sostenere il piano d'azione «Samira» per migliorare l'utilizzo delle tecnologie radiologiche e nucleari per la cura dei tumori e di altre malattie;

5) a definire un piano strategico per l'eliminazione dei principali fattori di rischio, attraverso azioni mirate alla promozione dei corretti stili di vita e alla messa a disposizione dei clinici delle migliori alternative terapeutiche disponibili;

6) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a riconoscere e tutelare il diritto all'oblio oncologico, al fine di assicurare la parità di trattamento, l'inclusione sociale e il reinserimento lavorativo delle persone guarite da patologie oncologiche, garantendo anche la parità di accesso al credito bancario e alle procedure per l'adozione;

7) ad adottare iniziative per rendere effettivo il funzionamento delle reti oncologiche regionali in base agli impegni già assunti attraverso gli accordi in Conferenza Stato-regioni, anche attraverso l'emanazione di specifiche linee guida redatte dagli esperti;

8) a potenziare e migliorare l'accesso agli screening oncologici per la diagnosi precoce dei tumori, favorendo la presa in carico dei pazienti;

9) a provvedere al costante finanziamento dei test genetici, dei test next generation sequencing (ngs) e alla formazione dei patologi e degli altri clinici coinvolti oltre all'implementazione regionale dei molecular tumor board, al fine di implementare la medicina di precisione e garantire significativi risparmi per il Servizio sanitario nazionale;

10) a favorire l'accesso uniforme alle terapie oncologiche innovative su tutto il territorio nazionale studiando nuove forme di governance già presenti in altri Paesi europei, sviluppando un nuovo modello di accesso precoce ai farmaci potenzialmente innovativi e assumendo tutte le iniziative opportune tese a colmare le differenze dei servizi assistenziali per la cura del cancro tra le varie regioni;

11) a promuovere e a facilitare la ricerca clinica sui farmaci oncologici innovativi e sulle nuove tecnologie, quali l'immunoterapia, le car-t e le terapie radiocellulari di ultima generazione, anche al fine di attrarre investimenti presso le eccellenze scientifiche del nostro Paese;

12) a sostenere il comparto produttivo nazionale connesso all'ambito sanitario attraverso il consolidamento della tutela delle aziende e degli enti del settore mediante l'apporto di capitale pubblico e privato nel quadro dell'ecosistema competitivo;

13) ad ammodernare il parco tecnologico a disposizione delle strutture sanitarie destinato alla diagnostica per immagini, medicina nucleare, radioterapia oncologica e terapia con radio farmaci;

14) a favorire l'adozione sul territorio dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (pdta) quale modalità organizzativo-gestionale più efficace per la presa in carico del paziente, favorendo altresì un maggior coinvolgimento dei pediatri e dei medici di famiglia nella gestione delle problematiche dei lungo-sopravviventi e promuovendo la medicina personalizzata e la medicina di genere;

15) ad approntare processi di riabilitazione oncologica che prevedano l'impiego della medicina di prossimità e dell'assistenza domiciliare, così come previsto dalla riforma della medicina territoriale all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

16) ad adottare iniziative per garantire l'accesso alla terapia del dolore ai pazienti oncologici in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, anche promuovendo un numero adeguato di hospice in ogni regione italiana;

17) ad uniformare le infrastrutture digitali e i flussi informativi informatici al fine di realizzare gli obiettivi della digitalizzazione della medicina oncologica, anche per l'implementazione della legge 22 marzo 2019, n. 29, che ha istituito la rete nazionale del registro tumori;

18) a completare il percorso istitutivo del registro nazionale tumori e della rete dei registri regionali, assicurando un corretto conferimento dei dati regionali in un unico e funzionante database nazionale;

19) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire il diritto di comporto e l'aumento delle ore di permesso annuali per le visite di follow up e per gli esami strumentali dei pazienti oncologici;

20) ad adottare iniziative per assicurare per i pazienti oncologici lavoratori il ricorso al lavoro agile, compatibilmente con il tipo di mansioni e attività lavorative svolte;

21) a sostenere l'istituzione in ogni unità complessa di oncologia di un servizio di psiconcologia riservato ai pazienti e ai familiari, procedendo, il prima possibile, al riconoscimento della psiconcologia come professione sanitaria;

22) ad adottare iniziative volte ad assicurare in maniera uniforme sul territorio nazionale l'erogazione di forniture, prestazioni e servizi adeguati per i pazienti oncologici, inclusa la fornitura di parrucche e protesi di qualità e l'esecuzione di interventi di cosmesi e di chirurgia estetica;

23) ad adottare iniziative per garantire l'implementazione delle breast unit, con la finalità di garantire l'accessibilità a centri che rispondano ai requisiti prescritti e rispettino gli standard di qualità;

24) a sostenere la lotta al cancro infantile, facendone assoluta priorità e valutando l'istituzione di un fondo permanente per il sostegno ai piccoli pazienti oncologici e alle loro famiglie, nonché a definire misure per la presa in carico durante il periodo di transizione tra l'età pediatrica e quella adulta;

25) ad assumere le iniziative opportune a realizzare campagne di informazione e raccolta di dati che consentano di mettere in campo strategie di prevenzione efficaci, seguendo le necessità del territorio, e che tengano conto delle abitudini di vita, dei fattori ambientali e dell'esigenza di diffondere un'informazione certificata e di contrastare il fenomeno delle fake news sul cancro;

26) ad adottare iniziative, d'intesa con le regioni, volte ad escludere la spesa sostenuta per l'acquisto di alcune categorie di farmaci legati alle cure oncologiche dal calcolo del tetto di spesa per gli acquisti diretti di farmaci e dei relativi obblighi di ripiano;

27) a rafforzare la campagna informativa e la rete territoriale organizzativa per raggiungere gli obiettivi previsti nel piano per la copertura vaccinale anti-hpv della popolazione per il contrasto al tumore della cervice uterina;

28) a favorire la partecipazione e l'ascolto delle associazioni dei pazienti con esperienza di advocacy politico-istituzionale e delle famiglie nei processi decisionali sulle nuove tecnologie sanitarie, così come già accade nell'Unione europea dove l'European medicine agency favorisce la presenza delle associazioni pazienti nelle discussioni riguardanti le nuove tecnologie sanitarie.
(1-00049) «Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian, Molinari, Lucaselli, Malavasi, Quartini, Benigni, Bonetti, Grimaldi, Semenzato, Gebhard, Mangialavori, Andreuzza, Angelucci, Bagnai, Barabotti, Bellomo, Benvenuto, Davide Bergamini, Billi, Bisa, Bof, Bordonali, Bossi, Bruzzone, Candiani, Caparvi, Carloni, Carrà, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Coin, Comaroli, Crippa, Dara, Di Mattina, Formentini, Frassini, Furgiuele, Giaccone, Giagoni, Giglio Vigna, Gusmeroli, Iezzi, Latini, Lazzarini, Loizzo, Maccanti, Marchetti, Matone, Miele, Minardo, Montemagni, Morrone, Nisini, Ottaviani, Panizzut, Pierro, Pizzimenti, Pretto, Ravetto, Sasso, Stefani, Sudano, Toccalini, Ziello, Zinzi, Zoffili, Amendola, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Braga, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Luca, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Madia, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Ubaldo Pagano, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Simiani, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Benzoni, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, Enrico Costa, D'Alessio, De Monte, Del Barba, Faraone, Gadda, Giachetti, Grippo, Gruppioni, Marattin, Pastorella, Rosato, Ruffino, Sottanelli, Arruzzolo, Bagnasco, Barelli, Battilocchio, Battistoni, Deborah Bergamini, Calderone, Cannizzaro, Cappellacci, Caroppo, Casasco, Cortelazzo, Dalla Chiesa, D'Attis, De Palma, Fascina, Gatta, Marrocco, Mazzetti, Mulè, Nevi, Orsini, Patriarca, Pella, Pittalis, Polidori, Rossello, Rubano, Paolo Emilio Russo, Saccani Jotti, Sala, Sorte, Squeri, Tassinari, Tenerini, Tosi, Magi, Aiello, Alifano, Amato, Appendino, Ascari, Auriemma, Baldino, Barzotti, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Cappelletti, Caramiello, Carmina, Carotenuto, Caso, Cherchi, Alfonso Colucci, Conte, Sergio Costa, Dell'Olio, Di Lauro, Donno, D'Orso, Fede, Fenu, Ilaria Fontana, Giuliano, Gubitosa, Iaria, L'Abbate, Lomuti, Lovecchio, Morfino, Onori, Orrico, Pavanelli, Pellegrini, Penza, Raffa, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Santillo, Scerra, Scutellà, Sportiello, Todde, Torto, Traversi, Tucci, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciocchetti, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, De Corato, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Frijia, Gardini, Giorgianni, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Salandra, Loperfido, Maccari, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Messina, Michelotti, Milani, Mollicone, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Rizzetto, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rotelli, Sbardella, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Zucconi, Zurzolo».

(27 gennaio 2023)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   FOTI, MATERA, OSNATO, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, RUSPANDINI, CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATTEONI, MAULLU, TESTA e TREMONTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 155, della legge n. 197 del 2022, legge di bilancio 2023, ha introdotto una modalità agevolata di definizione dei cosiddetti avvisi bonari relativi a quanto richiesto a seguito dei controlli automatizzati delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti e dai sostituti d'imposta e dei controlli automatizzati sulle dichiarazioni Iva, il cui pagamento rateale, ai sensi dell'articolo 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 462, è ancora in corso alla data di entrata in vigore della legge di bilancio (1° gennaio 2023);

   sono sorti, tuttavia, alcuni dubbi interpretativi riguardo alla possibilità di applicare la disciplina sopra indicata anche agli avvisi bonari concernenti le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (cosiddette Li.Pe.), anche in considerazione del fatto che la norma non richiama espressamente l'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, facendo riferimento solo alle dichiarazioni Iva di cui all'articolo 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, nonostante, a decorrere dall'anno d'imposta 2017, il controllo automatico sia effettuato anche sulle «comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva»;

   d'altro canto, il citato articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, che ha introdotto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, all'ultimo periodo del comma 5, richiama espressamente l'articolo 54-bis, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, che con riferimento alle liquidazioni periodiche Iva, prevede che l'Agenzia delle entrate possa controllare la tempestiva effettuazione dei versamenti dell'imposta, anche prima della presentazione della dichiarazione annuale, anche in mancanza di pericoli per la riscossione;

   va infine ricordato che, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, il termine entro il quale il contribuente deve procedere al pagamento della prima rata delle somme dovute a seguito della definizione agevolata è molto stringente (30 giorni dal ricevimento dell'avviso bonario) e che il mancato rispetto di tale termine importa che la definizione non produca effetti e che si applichino le ordinarie disposizioni in materia di sanzioni e riscossione –:

   se intenda assumere urgenti iniziative, ove necessario anche di carattere normativo, al fine di chiarire l'applicabilità delle disposizioni di cui in premessa anche agli «avvisi bonari» aventi ad oggetto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (Li.Pe.).
(3-00140)

(31 gennaio 2023)

   DE LUCA, PROVENZANO, UBALDO PAGANO, D'ALFONSO, AMENDOLA, LACARRA, STEFANAZZI, LAI, GRAZIANO, IACONO, TONI RICCIARDI, BARBAGALLO, MARINO, STUMPO, SARRACINO, SCOTTO, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo per lo sviluppo e la coesione è, congiuntamente ai fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

   per il ciclo di programmazione 2021-2017, il Fondo è stato rifinanziato per 73,5 miliardi di euro;

   è opportuno ricordare che la chiave di riparto prevede che la dotazione complessiva deve essere impiegata per un importo dell'80 per cento per interventi da realizzare nei territori delle regioni del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord;

   ad oggi, fatta eccezione per alcune misure coperte nel biennio 2021-2022 a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, la maggior parte delle risorse (circa 58 miliardi di euro) è ancora nella disponibilità del fondo;

   preoccupano, infatti, i gravissimi ritardi sulla ripartizione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, considerato che il loro riparto sarebbe dovuto avvenire già entro il 2021;

   la mancata ripartizione ha gravemente compromesso l'utilizzo di queste risorse, fondamentali per l'avvio di progetti e la realizzazione di opere tese al raggiungimento dell'obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire garanzie sulle tempistiche per la ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.
(3-00141)

(31 gennaio 2023)

   GADDA, MARATTIN, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in base all'Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, successivamente sostituito dal nuovo accordo avvenuto con scambio di lettera a Roma il 23 dicembre 2020 – attualmente in attesa della definitiva ratifica parlamentare – e che, quindi, presumibilmente, entrerà in vigore non prima del 2024 – il frontaliere residente nei comuni di frontiera, qualora svolga delle intere giornate di lavoro su suolo italiano, è tenuto a dichiarare all'Agenzia delle entrate la quota di reddito maturata in quelle circostanze;

   in aggiunta, in base al diritto comunitario (articolo 14 del regolamento (CE) n. 987/2009), una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera può lavorare nel comune di residenza entro il 25 per cento del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso;

   durante il periodo pandemico, entrambi questi vincoli sono stati sospesi da un accordo amichevole firmato da Svizzera e Italia il 18-19 giugno 2020, permettendo quindi maggiore flessibilità per lavoratori e per le stesse imprese;

   il 22 dicembre 2022 i rappresentanti di entrambi i Paesi hanno convenuto di non rinnovare questo accordo amichevole oltre il 31 gennaio 2023, comportando in tal modo un ritorno alle vecchie regole e imposizioni fin dal 1° febbraio 2023;

   questa decisione determinerà notevoli impatti sugli 89.742 lavoratori transfrontalieri italiani che quotidianamente si recano a lavorare nella vicina Svizzera e una necessaria modifica dei flussi di lavoro e dell'organizzazione interna delle imprese, che ormai, in oltre due anni e mezzo, si erano consolidati ed efficientati;

   oltretutto, la decisione si trova in aperto contrasto con la posizione dell'Unione europea, la quale ha invece prorogato fino al 30 giugno 2023 la sospensione delle implicazioni del telelavoro dei frontalieri sul piano delle assicurazioni sociali –:

   se sia intenzione del Governo riaprire un tavolo negoziale con la controparte svizzera e siglare urgentemente un nuovo accordo amichevole che, quantomeno, garantisca una nuova proroga allineata alle disposizioni contributive comunitarie, al fine di evitare che a partire dal 1° febbraio 2023 i lavoratori transfrontalieri vedano crescere la tassazione sul proprio salario in questo momento storico di grave crisi energetica e di spirale inflazionistica.
(3-00142)

(31 gennaio 2023)

   ORRICO, CASO, AMATO, CHERCHI, FRANCESCO SILVESTRI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI, FENU, PELLEGRINI, ILARIA FONTANA, AIELLO, QUARTINI, CARAMIELLO e SCUTELLÀ. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il 25 gennaio 2023 il Ministro interrogato ha parlato di una possibile differenziazione degli stipendi dei docenti; in particolare, ha dichiarato che: «La sfida è capire come fare per far sì che il lavoratore che ha un costo della vita più alto in un certo territorio abbia uno stipendio più alto. Chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più»;

   le parole del Ministro interrogato hanno sollevato numerose inevitabili critiche basate sul fatto che garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico;

   appare contraddittorio che, nel momento in cui si dice di voler premiare il merito, in particolare nella scuola, le variazioni contrattuali possano scattare non in base al lavoro svolto ma alla localizzazione territoriale;

   appare evidente e preoccupante la stretta connessione tra il progetto del Ministro interrogato di differenziare gli stipendi dei docenti in base al territorio in cui lavorano e l'autonomia differenziata per le regioni;

   già oggi il sistema di istruzione è attraversato da diseguaglianze profonde, pertanto bisogna trovare soluzioni efficaci per diminuire i divari, non per accentuarli; inoltre, è invece necessario un investimento serio sul sistema scolastico italiano tramite risorse che facciano aumentare gli stipendi di tutti insegnanti in linea con gli standard europei;

   critici anche i sindacati, che ritengono, invece, necessario mettere in campo interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli che impediscono a un docente di condurre, a parità di stipendio, una vita dignitosa anche nelle grandi aree urbane, notoriamente più care rispetto a quelle delle piccole province, e dunque intervenendo, ad esempio, su alloggi e trasporti;

   a fronte di tutte le polemiche su una possibile differenziazione degli stipendi dei docenti, lo stesso Ministro interrogato, sabato 28 gennaio 2023, ha tenuto a specificare che «la vera sfida è pagare di più tutti gli insegnanti» –:

   se non ritenga dunque urgente attivarsi affinché siano stanziate le risorse appropriate per adeguare gli stipendi di tutti insegnanti agli standard europei, valorizzando il loro ruolo centrale all'interno delle istituzioni scolastiche, anche al fine di garantire a tutti il diritto allo studio con pari dignità e opportunità.
(3-00143)

(31 gennaio 2023)

   MOLINARI, CARLONI, DAVIDE BERGAMINI, BRUZZONE, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   le aziende agricole italiane stanno vivendo un momento di crisi economica particolarmente drammatico, quale epilogo di alcuni eventi avversi e concatenati che hanno caratterizzato le ultime due annualità;

   nel 2021 tutta l'economia ha subito i colpi dell'emergenza sanitaria da COVID-19; nel medesimo anno diverse aree agricole sono state colpite da eventi atmosferici particolarmente intensi che, in alcuni casi, hanno azzerato l'intera produzione;

   anche il 2022 è stato un anno «nero» per le coltivazioni (-2,2 per cento in volume), causato da eventi climatici manifestatisi attraverso un aumento dell'intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni, che hanno condizionato le produzioni e influenzato l'offerta dei prodotti agricoli a livello prima di tutto nazionale, poi europeo e mondiale;

   inoltre, nel 2022 il terribile conflitto, ancora in corso, ha acuito le crisi già in atto nel settore. Nell'Unione europea a 27 l'incremento medio dei costi di produzione delle aziende agricole, sulla base della stima preliminare dei conti economici dell'agricoltura dell'Istat, è stato del 23,1 per cento, con valori al rialzo di almeno il 10 per cento in tutti gli Stati;

   secondo i dati Istat, nel 2022 sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6 per cento), con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4 per cento), i prodotti energetici (+49,7 per cento) e gli alimenti per animali (+25,1 per cento);

   il comparto agricolo nell'Unione europea ha registrato anche un calo del volume della produzione del 3 per cento;

   è necessaria una più equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera per tutelare il reddito degli agricoltori; si devono creare le basi affinché, nelle relazioni tra i diversi anelli della filiera, le condizioni di forza contrattuale non possano trasformarsi in vere e proprie pratiche sleali;

   nonostante il «decreto crisi ucraina» abbia previsto la rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari in essere, allungando il relativo periodo residuo di rimborso, permangono tuttora criticità per la loro ricontrattazione;

   in un momento come quello attuale, a causa della congiuntura dei fattori legati all'aumento dei costi di produzione, al calo conseguente della produzione e al cambiamento climatico, hanno chiuso l'attività 3.363 imprese agricole –:

   se e quali provvedimenti, alla luce dei dati Istat citati in premessa, intenda adottare con urgenza anche al fine di intervenire sulla moratoria dei mutui agrari, nell'ottica di tutelare il reddito degli agricoltori italiani.
(3-00144)

(31 gennaio 2023)

   LUPI, CAVO, BICCHIELLI, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   secondo le elaborazioni statistiche dell'International Food Policy Research Institute, calcolate sugli anni 2018-2020, circa un terzo delle esportazioni globali di grano proviene da Russia e Ucraina, ma l'Italia si approvvigiona dai due Paesi citati solamente per il 3,2 per cento, se si considera il grano tenero, e per il 2,5 per cento, se si osserva invece il dato sulle importazioni di grano duro;

   nonostante i principali fornitori di grano dell'Italia siano Canada, Grecia, Ungheria, Stati Uniti, Francia e Austria, le forti oscillazioni dei prezzi a livello internazionale, dovute alle quote delle esportazioni globali detenute da Russia e Ucraina, hanno colpito duramente i principali mercati agricoli mondiali, tra cui il nostro Paese;

   la coincidenza della crisi alimentare conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina, della crisi energetica globale e dei periodi di siccità che si sono verificati nel 2022 hanno causato un aumento del 23 per cento dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori;

   anche nelle ultime settimane, diversi osservatori internazionali – tra cui John Baffes della Banca mondiale e Joseph Glauber dell'International Food Policy Research Institute – hanno evidenziato come, nonostante la caduta dei prezzi del grano e di altre colture, il rischio di nuovi aumenti dei prezzi sia ancora presente, soprattutto per via dell'imminente decisione sul rinnovo dell'accordo sul grano del Mar Nero tra Russia e Ucraina, per gli effetti dei cambiamenti climatici e per il rapporto tra scorte e utilizzo del grano che ha fatto registrare il valore più basso dal 2008 (58 per cento);

   secondo i dati pubblicati da Coldiretti nel mese di gennaio 2023, nel 2022 le famiglie italiane hanno speso quasi 13 miliardi di euro in più per acquistare cibi e bevande rispetto al 2021 –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, sia a livello nazionale sia nelle opportune sedi internazionali, per tutelare il settore agricolo e i consumatori del nostro Paese dai rischi di nuovi aumenti dei prezzi dei prodotti venduti e dei prodotti impiegati.
(3-00145)

(31 gennaio 2023)

   MARI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   ha suscitato clamore la dichiarazione del Ministro dell'istruzione e del merito Valditara, il quale ha affermato: «Chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita, potrebbe guadagnare di più», quindi proponendo una differenziazione territoriale delle retribuzioni degli insegnanti pubblici;

   il Ministro interrogato in una successiva intervista, pur ribadendo: «Il contratto è nazionale e tale deve restare», ha comunque aggiunto: «si può tenere conto delle differenze territoriali del costo della vita attraverso il contratto integrativo», che appare come un mezzo surrettizio di reintroduzione di antiche gabbie salariali in tutta la pubblica amministrazione;

   questa volontà di riaprire impostazioni divisive tra i lavoratori del Nord e del Sud, con un intreccio evidente con la proposta del Governo sull'autonomia differenziata, estenderebbe in realtà i già esistenti divari;

   differenziazioni retributive basate essenzialmente sul costo della vita non hanno in realtà alcuna motivazione plausibile, tenuto conto che non si tengono in considerazione le differenze territoriali, ad esempio, in materia di qualità ed efficienza dei servizi pubblici, nonché spesso il maggior carico fiscale regionale e comunale, che rende la proposta di una contrattazione accessoria, ad avviso degli interroganti, inaccettabile;

   i lavoratori della pubblica amministrazione non stanno chiedendo certo differenziazioni retributive, anche surrettiziamente introdotte con accordi integrativi territorialmente differenziati, ma il finanziamento dei rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024, una periodica formazione, lo sblocco del turn over e la stabilizzazione dei precari, nonché una digitalizzazione della pubblica amministrazione che consenta a questa di essere all'altezza delle richieste dei cittadini e delle imprese –:

   se non ritenga la proposta di reintrodurre differenze retributive attraverso una contrattazione accessoria, che tenga conto solo delle presunte differenze territoriali del costo della vita, foriera di ulteriori divisioni, non tenendo conto delle differenze tra il Nord e il Sud in materia di servizi pubblici e maggiore imposizione fiscale, mentre sussiste la necessità, al contrario, di procedere al finanziamento dei rinnovi contrattuali per renderli in linea con quelli europei, al superamento della precarietà nella pubblica amministrazione, alla digitalizzazione e alla formazione.
(3-00146)

(31 gennaio 2023)

   BATTILOCCHIO, NAZARIO PAGANO, PAOLO EMILIO RUSSO, DEBORAH BERGAMINI, SQUERI, CASASCO e POLIDORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha annunciato che il Governo sta lavorando alla predisposizione di un pacchetto di misure volto a prevedere la semplificazione e lo snellimento delle procedure burocratiche relative ad autorizzazioni per l'avvio di attività economiche;

   il futuro intervento normativo avrebbe come effetto nell'immediato lo «sfrondamento» di diverse procedure amministrative che riguardano le attività artigiane, per proseguire nel 2024 alla semplificazione di altre procedure e altri iter, con l'obiettivo di arrivare nel 2026 ad un'opera di sburocratizzazione complessiva comprensiva di circa seicento procedure;

   come ha sempre sostenuto il Presidente Silvio Berlusconi, la semplificazione amministrativa e burocratica, oltre a rappresentare uno strumento di tutela e rispetto dei diritti del cittadino nel rapporto con lo Stato, costituisce una misura di fondamentale importanza sotto il profilo economico, con particolar riferimento alle piccolissime, piccole e medie imprese –:

   quali iniziative intenda porre in essere il Governo al fine di dare piena attuazione al percorso di semplificazione con particolare riguardo all'avvio di attività economiche.
(3-00147)

(31 gennaio 2023)

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