TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 115 di Mercoledì 7 giugno 2023

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MACCANTI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il numero degli incidenti automobilistici che si verificano annualmente sulle strade urbane ed extraurbane del nostro Paese, malgrado i diversi tentativi di ridurne la portata, non accenna a diminuire in misura significativa;

   i dati contenuti nel recente rapporto sull'incidentalità nei trasporti stradali fanno emergere la necessità di interventi immediati e innovativi sul tema della sicurezza stradale e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta promuovendo una serie di misure volte ad affrontare in modo organico la questione;

   in particolare, è già stato firmato un decreto, dopo un vertice sulla sicurezza stradale con i Ministri dell'interno e dell'istruzione e del merito con il Capo della Polizia di Stato, che stanzia 13,5 milioni di euro per la sicurezza stradale, in particolare per tutelare i pedoni;

   è stato già annunciato che si tratta di un preliminare tassello di una più ampia strategia di contenimento che prevede ulteriori interventi per potenziare gli strumenti di sicurezza stradale e ridurre il drammatico numero degli incidenti;

   i dispositivi elettronici di controllo della velocità (autovelox), ad esempio, sono strumenti utili per cercare di limitare i danni e gli incidenti; tuttavia, anche rispetto a quanto emerso dagli organi di stampa nelle ultime settimane, occorre evitare che si trasformino in una vessazione per gli automobilisti, che spesso, oltre alle buche, alle strade dissestate, alla mancanza di cartelli, incorrono in pesanti contravvenzioni e sanzioni a causa di sistemi di controllo disseminati nei punti meno opportuni;

   ormai da 13 anni si attende il decreto attuativo che disciplini l'uso di tali dispositivi e ne impedisca un utilizzo distorto –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per regolare l'utilizzo degli autovelox nonché per potenziare gli strumenti di sicurezza stradale e arginare il drammatico aumento degli incidenti e delle vittime della strada.
(3-00450)

(6 giugno 2023)

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 3 giugno 2023 il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori (Codacons) ha pubblicato un'analisi dei dati comunicati dai comuni italiani, secondo cui nell'anno 2022 si è registrato un aumento del 37 per cento delle sanzioni amministrative pecuniarie dovute a violazioni del codice della strada;

   ancora il 3 giugno 2023, il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha dichiarato: «La ripresa della circolazione delle auto dopo il periodo della pandemia ha sicuramente inciso sul forte aumento delle sanzioni, ma i dati dimostrano come permangano gravi criticità circa l'uso degli autovelox»;

   il comune di Milano è risultato essere il primo comune per incassi da sanzioni amministrative pecuniarie dovute a violazioni del codice della strada, per un totale di 151,5 milioni di euro. Il secondo comune per volume di incassi è stato il comune di Roma, per un totale di 133 milioni di euro;

   il capoluogo della Lombardia è risultato anche il secondo comune per incassi dovuti a sanzioni amministrative pecuniarie dovute a violazioni registrate tramite rilevatori automatici di velocità, comunemente denominati autovelox, per un totale di 12,9 milioni di euro, un importo inferiore solo a quello del comune di Firenze, che ha incassato 23,2 milioni di euro;

   secondo quanto stabilito dall'articolo 208, comma 4, del codice della strada, il comune di Milano dovrà destinare almeno 17,3 milioni di euro del totale incassato «al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l'acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale»;

   il 19 aprile 2023, in sede di risposta ad un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea, il Ministro interrogato ha dichiarato alla Camera dei deputati: «stiamo lavorando per un pacchetto organico di revisione di un codice della strada, che risale a più di 30 anni fa, compresi i dispositivi autovelox, photored e simili. In materia, il 25 ottobre 2022 si è tenuta una riunione tecnica della Conferenza Stato-città e autonomie locali per l'esame del provvedimento, del decreto interministeriale (...) i tecnici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con quelli del Ministero dell'interno, stanno predisponendo gli adeguamenti conseguenti alle richieste dei comuni italiani» –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, anche con riferimento alla modifica del codice della strada, per scongiurare comportamenti ad avviso degli interroganti sostanzialmente vessatori da parte dei comuni italiani nei confronti dei cittadini, anche con riguardo all'utilizzo dei rilevatori automatici di velocità.
(3-00451)

(6 giugno 2023)

   BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO, MORASSUT, FERRARI e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il sistema aeroportuale è un anello fondamentale per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica dei territori e dell'intero Paese, garantendo la mobilità dei cittadini e delle merci;

   con il Piano nazionale aeroporti il Governo deve realizzare una strategia integrata di merci e persone in grado di potenziare efficacemente la competitività del sistema economico nazionale;

   tuttavia la bozza del Piano nazionale aeroporti in consultazione propone ad avviso degli interroganti una visione «piatta», che non coglie i divari territoriali e le difficoltà di accessibilità dei territori periferici e non si configura come perno di sviluppo dell'offerta per creare sviluppo e nuova occupazione in tutti i settori produttivi legati o agevolati da una migliore connettività, attraverso la realizzazione di un piano di integrazione della logistica di tipo intermodale e di una visione che renda l'Italia hub di collegamento tra Europa e Mediterraneo;

   il Piano nazionale aeroporti sviluppa un'idea di aeroporti come monadi funzionali esclusivamente al trasporto, quasi prevalentemente con ottica turistica, senza pianificare una strategia di sviluppo della logistica integrata in cui effettivamente si muovono persone e merci, ignorando che in un sistema di mobilità integrato l'aeroporto è uno snodo fondamentale di una visione economica di sviluppo al servizio anche delle altre filiere produttive;

   inoltre, il Piano nazionale aeroporti non affronta il tema dell'incidenza sulle comunità e sugli obiettivi di transizione ecologica degli aeroporti ubicati a ridosso dei perimetri urbani;

   non sono, quindi, indicate le risorse messe a disposizione per la sua implementazione e non viene chiarito il tema della privatizzazione degli scali che rendono servizi di quasi «pubblica utilità», come può essere la mobilità da e verso le Isole che non hanno come alternativa una capacità su gomma e su ferro tale da rendere il trasporto aereo un'opzione. Con le note conseguenze sul «caro voli» che grava sulle famiglie, sui lavoratori, sulle imprese, sui cittadini tutto l'anno, non solo nei periodi festivi e crea una netta frattura di competitività tra il Sud e il Nord del Paese, a cui il Governo deve dare una risposta attraverso il Piano nazionale aeroporti –:

   quale strategia il Governo intenda sviluppare con il Piano nazionale aeroporti relativamente ai processi di privatizzazione degli scali e in che modo intenda esercitare il proprio controllo pubblico sui costi e sulle procedure, adottando iniziative di competenza per regolare i rapporti tra enti gestori degli scali, le società di handling, vettori commerciali di trasporto aereo ed ente regolatore del sistema (Enac), tenendo adeguatamente conto delle direttive europee in tema di concorrenza ed aiuti di Stato.
(3-00452)

(6 giugno 2023)

   PASTORINO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da circa 20 anni le assunzioni in ruolo dei docenti delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale (Afam) sono avvenute mediante lo scorrimento delle graduatorie nazionali dopo aver maturato almeno tre anni accademici di insegnamento;

   i precari Afam rappresentano una fetta importante dei docenti del settore e, fino alla pubblicazione del decreto ministeriale 29 marzo 2023, n. 180, larga parte di loro aveva maturato i requisiti per quella che sembrava, in base alle norme vigenti e alla legittima aspettativa, una logica e naturale immissione in ruolo, dopo una carriera di studio, impegno e spirito di abnegazione;

   tuttavia, suddetto decreto ha sancito una nuova procedura di reclutamento dei docenti Afam attraverso l'istituzione dei concorsi di sede, senza prevedere una tutela ad hoc per i docenti precari che hanno maturato tre anni di servizio, facendo, dunque, saltare la stabilizzazione di personale precario in possesso degli stessi requisiti che hanno consentito la costituzione negli scorsi anni di più graduatorie nazionali;

   una scelta che sancisce, peraltro, un profilo di autonomia radicale che viene data alle diverse sedi e ipoteca il futuro dell'alta formazione artistica e musicale nella direzione della creazione di divari territoriali;

   nonostante fosse necessario stabilire regole di reclutamento certe per assicurare un apparato snello e garante dei diritti e dei doveri di tutti i lavoratori del settore, la risposta data con il decreto ministeriale 29 marzo 2023, n. 180, ha creato un «prima» e un «dopo» per i docenti precari Afam, determinando a giudizio dell'interrogante una grave disparità di trattamento a discapito di coloro che oggi si trovano privati di un diritto che ritenevano acquisito;

   le attuali disposizioni, se mantenute, creeranno una fetta di lavoratori perentoriamente discriminati, nonostante la dedizione dimostrata e le difficoltà sostenute derivanti dalla precarietà lavorativa. Appare necessario agire prontamente affinché l'azzeramento del precariato sia accompagnato dalla valorizzazione dell'esperienza professionale acquisita dal docente e dalla garanzia del diritto maturato con gli anni di servizio, come già avvenuto per altre categorie di insegnamento –:

   se, alla luce di quanto premesso e delle disparità di trattamento evidenziate, intenda adottare una procedura di stabilizzazione per i docenti precari Afam che abbiano maturato tre anni di insegnamento, nonché i legittimi requisiti prima dell'avvio delle nuove procedure concorsuali, e approntare, per coloro che ancora non li abbiano raggiunti, un regolamento concorsuale che tenga adeguatamente conto dello storico di ogni candidato.
(3-00453)

(6 giugno 2023)

   TASSINARI, BENIGNI, DALLA CHIESA, MULÈ e BATTILOCCHIO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla missione 4, componente 1, riforma 1.5, «Riforma delle classi di laurea», sono previsti il rafforzamento dell'interdisciplinarità e la maggiore flessibilità dell'offerta formativa universitaria;

   il 17 aprile 2023 è stato presentato al Parlamento l'atto Governo n. 40, recante modifiche al regolamento sull'autonomia didattica degli atenei, che consentirà, tra l'altro, l'istituzione di un programma di «Erasmus italiano»;

   tale regolamento, al fine di garantire una più ampia flessibilità nella costruzione del percorso formativo individuale, riconosce, infatti, allo studente la possibilità di conseguire il titolo secondo un piano di studi comprendente anche attività formative diverse da quelle previste dal regolamento didattico, purché coerenti con il corso di studi dell'anno accademico di immatricolazione;

   i percorsi formativi ai quali concorrono più atenei italiani possono essere integrati sulla base di accordi tra questi, sul modello dei programmi di mobilità internazionale;

   l'obiettivo dell'intervento è fronteggiare il disallineamento emergente tra offerta formativa e domanda occupazionale, promuovendo una progettualità di mobilità interna tra atenei capace non solo di salvaguardare le specificità dei percorsi di formazione delle università italiane, ma anche di arricchire i percorsi formativi dei laureati;

   si tratta di un obiettivo ambizioso e che può essere di importanza strategica sia per arginare il movimento «migratorio» per fini di studio – che colpisce sempre di più soprattutto le università del Mezzogiorno – sia per migliorare la capacità didattica degli atenei italiani grazie ad un rinnovato confronto tra di essi –:

   quali siano i tempi fissati per l'adozione del regolamento, al fine di dare seguito ad un importante intervento di innovazione dei percorsi formativi, e quali siano le ulteriori tappe che il Ministro interrogato ritenga necessarie per garantire la piena operatività dell'«Erasmus italiano».
(3-00454)

(6 giugno 2023)

   ZARATTI. — Al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   il 9 maggio 2023 la Presidente del Consiglio dei ministri Meloni ha incontrato i rappresentanti delle opposizioni sul tema delle riforme costituzionali al fine «di elaborare una nostra proposta che possa tenere in considerazione le valutazioni che sono state fatte»;

   il luogo deputato alle revisioni costituzionali è il Parlamento, come stabilito dall'articolo 138 della Costituzione: «Le leggi di revisione della Costituzione (...) sono adottate da ciascuna Camera (...) e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna (...)»;

   va considerata con attenzione la previsione contenuta nel terzo comma dell'articolo 138, previsione che suona, nello spirito voluto dai Padri Costituenti; un invito a valutare con ampia maggioranza la necessità e l'opportunità della revisione;

   l'elevato astensionismo alle ultime elezioni politiche va combinato con una legge elettorale di fatto sbilenca, che ha prodotto, nella sua applicazione, maggioranze parlamentari che non rappresentano la maggioranza del popolo italiano, perché pensata per un sistema politico bipolare non più rispondente alla realtà;

   i Costituenti hanno plasmato la Costituzione sull'elemento fondamentale della democrazia parlamentare: una forma di Governo in cui la rappresentanza democratica della volontà popolare è affidata, tramite le elezioni politiche, al Parlamento, che, in quanto tale, esprime la fiducia al Governo ed elegge il Presidente della Repubblica;

   negli ultimi giorni si sono susseguiti interventi e proposte, tra le più disparate, sui mezzi di comunicazione riguardo a varie ipotesi di riforme, senza avere una chiara indicazione da parte della maggioranza di Governo;

   sembra comunque evidente che le proposte prese in esame siano prevalentemente presidenzialismo o premierato, entrambe nettamente in contrasto sia con i principi costituzionali poco prima ricordati, sia con la «proposta Calderoli» di autonomia differenziata;

   il progetto di regionalismo differenziato portato avanti dalla Lega, di fatto un modello federalista spinto, ha già provocato molte significative opposizioni e autorevoli critiche;

   a parere degli interroganti non si può dubitare che gli effetti del «progetto Calderoli» avrebbero sui cittadini un'incidenza negativa, a seconda di dove vivono, sui loro diritti sociali ed economici: si pensi a materie delicatissime, come la salute e la scuola. Conseguenze rilevantissime, tanto da far temere una seria spaccatura insanabile tra regioni ricche e regioni povere: di fatto, sarebbe la secessione dei ricchi –:

   come intenda il Governo far coesistere due idee così profondamente diverse e contrastanti come l'autonomia differenziata e l'accentramento dei poteri in capo al Governo centrale, presentando di fatto, a parere degli interroganti, una nuova Costituzione piuttosto che un progetto di revisione.
(3-00455)

(6 giugno 2023)

   ASCARI, D'ORSO, CAFIERO DE RAHO, GIULIANO e SCUTELLÀ. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel 2013 il Parlamento ha ratificato la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica;

   nella XVIII legislatura, durante i «Governi Conte», la legge n. 69 del 2019, cosiddetto «codice rosso», ha modificato il codice penale e di procedura penale, per inasprire la repressione penale della violenza domestica e di genere. Dal punto di vista finanziario, è stato adottato il Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, con ingenti stanziamenti a tal fine;

   il codice rosso ha avuto un significativo impatto sull'organizzazione degli uffici giudiziari del Paese. Secondo il Grevio, questo ha «contribuito allo sviluppo di un quadro legislativo solido e in linea con i requisiti della Convenzione in termini di rimedi di diritto civile e penale a disposizione delle vittime di violenza»;

   occorre fare un passo ulteriore rispetto alla riforma del 2019, per rendere più efficiente e funzionale il contrasto alla violenza di genere;

   i più recenti casi di cronaca ci restituiscono una realtà sempre più allarmante, che impone un'attenzione maggiore da parte di questo Governo, in termini di prevenzione e deterrenza, per impedire che si verifichino nuovamente simili episodi a danno delle donne;

   nel 2022 sono aumentati i casi di omicidio: su 319, 125 sono donne (+12 per cento rispetto al 2019), 68 uccise da un partner o ex partner;

   il gruppo MoVimento 5 Stelle ha proposto un intervento normativo (atto Camera n. 603, Ascari) che, introducendo, all'articolo 384 del codice di procedura penale, il comma 1-bis, contempla un nuovo strumento a disposizione del pubblico ministero: il fermo di indiziato per maltrattamenti contro familiari e conviventi e per atti persecutori, disposto anche al di fuori dei casi di flagranza con decreto motivato, quando vi sia il concreto rischio di reiterazione delle violenze, che pone in grave pericolo la vita o l'integrità fisica o psichica della persona offesa, quando non è possibile attendere il provvedimento del giudice;

   la gravità di cui sono espressione le condotte di violenza consumate all'interno dell'ambiente familiare, nonché il pericolo di reiterazione, giustificano l'eccezionalità di un tale strumento, necessario per arginare un comportamento dal rilevante disvalore sociale –:

   quali interventi, anche normativi, il Governo intenda assumere per porre un argine concreto al dilagante e preoccupante fenomeno dei femminicidi, attribuendo all'autorità giudiziaria strumenti più incisivi di contrasto e ulteriori rispetto a quelli già previsti, come la possibilità di adottare provvedimenti restrittivi della libertà in casi di urgenza, da attivare al primo segnale di allerta proveniente da fattori sintomatici di pericolo.
(3-00456)

(6 giugno 2023)

   ENRICO COSTA, D'ALESSIO, DEL BARBA, GADDA, GRIPPO e MARATTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   a fine aprile 2023 il Vice Ministro Sisto ha annunciato la presentazione di un disegno di legge governativo sulla separazione delle carriere «nella seconda parte del 2023, probabilmente dopo l'estate»; da allora, il tema non è stato più inserito all'ordine del giorno della Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati;

   si attendono ancora i decreti legislativi di attuazione della legge delega n. 71 del 2022 sul Consiglio superiore della magistratura; in sede di risposta a un'interrogazione a risposta immediata svoltasi in Aula presso la Camera dei deputati a fine febbraio 2023 il Ministro interrogato aveva annunciato di voler adottare dei correttivi e anticipato di non poter assicurare il rispetto del termine di giugno 2023, termine che è stato poi effettivamente spostato a dicembre 2023 con un emendamento al «decreto-legge PNRR»;

   se ancora non si ha contezza dei correttivi che il Ministero intende proporre, le bozze di emendamento in materia di «fuori ruolo» al Ministero della giustizia che il Governo aveva predisposto (ma non presentato) al decreto-legge sulle assunzioni nella pubblica amministrazione lasciano supporre che la direzione verso cui si intende procedere sia opposta rispetto ai principi che ispirano la «delega Cartabia», nonché alle stesse linee programmatiche illustrate dal Ministro interrogato al Parlamento;

   da mesi si rincorrono le anticipazioni sulla stampa sui contenuti del disegno di legge che dovrebbe toccare diversi temi di particolare importanza per il sistema giustizia (abuso d'ufficio, traffico di influenze, intercettazioni, custodia cautelare, impugnazioni, avviso di garanzia); le Commissioni parlamentari competenti attendono da tempo l'iniziativa legislativa del Governo al fine di coordinarla con l'iniziativa parlamentare;

   il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe ha sempre avuto un atteggiamento costruttivo in materia di giustizia, fondato su pilastri essenziali, quali, tra gli altri, la riforma costituzionale in materia di separazione delle carriere, la piena attuazione della riforma del Consiglio superiore della magistratura – in particolare su temi quali la valutazione delle toghe, la riduzione dei «fuori ruolo» e i limiti alle porte girevoli tra politica e magistratura – il ripristino della prescrizione sostanziale –:

   quali siano i tempi e i temi specifici che verranno toccati dall'iniziativa legislativa del Ministro interrogato, con particolare riferimento alla separazione delle carriere, all'esercizio della delega in materia di Consiglio superiore della magistratura e al disegno di legge di prossima presentazione.
(3-00457)

(6 giugno 2023)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, MASCHIO, VARCHI, BUONGUERRIERI, DONDI, PALOMBI, PELLICINI, POLO, PULCIANI e VINCI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni non vi è apertura di anno giudiziario che non faccia riferimento alla carenza di personale amministrativo all'interno delle procure della Repubblica e dei tribunali italiani, una mancanza ormai cronica con cui gli uffici giudiziari di tutta la nazione convivono da diverso tempo;

   il personale amministrativo svolge un ruolo fondamentale all'interno degli uffici giudiziari, occupandosi della gestione delle pratiche, dell'organizzazione degli archivi e della preparazione delle udienze, configurandosi a tutti gli effetti come un vero e proprio strumento di supporto al lavoro compiuto dai magistrati;

   secondo i dati a disposizione, in alcune aree l'assenza di coperture negli uffici giudiziari tocca persino il 60 per cento, numeri in negativo che hanno un impatto fortissimo sull'efficienza e sulla qualità dei servizi offerti dalla giustizia e che contribuiscono a rallentare in maniera significativa l'intera macchina giudiziaria;

   a tal proposito, emblematico è quanto accaduto nel mese di agosto 2022 in alcune procure della Repubblica, ad esempio in quelle di Piacenza e di Nocera Inferiore, dove la mancanza di personale ha addirittura costretto i procuratori a disporre la chiusura di alcuni uffici;

   la carenza di personale amministrativo all'interno degli uffici giudiziari, dunque, è un problema che interessa senza distinzioni tutto il territorio nazionale e che necessita di un rapido intervento: a causa di tali mancanze, gli uffici giudiziari rischiano davvero una grave paralisi, con ripercussioni che ricadono in primis sui cittadini, i quali, vista la gravità della situazione in atto, molto spesso scelgono di rinunciare ad esercitare il loro diritto alla giustizia, perdendo sempre più fiducia nel sistema in questione –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di arginare il problema della carenza di personale amministrativo all'interno delle procure della Repubblica e dei tribunali, garantendo ai cittadini e agli avvocati il pieno esercizio del diritto alla giustizia e ottimali condizioni di lavoro al personale amministrativo.
(3-00458)

(6 giugno 2023)

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