TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 184 di Mercoledì 25 ottobre 2023

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   FURFARO, CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, GHIO, ROGGIANI, GUERRA, VACCARI, QUARTAPELLE PROCOPIO, DI SANZO, SARRACINO, BAKKALI, MARINO, SERRACCHIANI, MANZI, FOSSI, BONAFÈ, UBALDO PAGANO, STEFANAZZI, FORATTINI, CARÈ, ZINGARETTI, ORFINI, PORTA, ANDREA ROSSI, MEROLA, D'ALFONSO, GRIBAUDO, CUPERLO, GRAZIANO, CURTI, DE MARIA, BOLDRINI, SIMIANI, SCOTTO, LACARRA, LAI, MADIA, CASU, FASSINO, BERRUTO, FERRARI e FORNARO. – Al Ministro per le disabilità. – Per sapere – premesso che:

   ad oggi nessuno dei decreti attuativi della legge delega sulla disabilità (legge n. 227 del 2021) ha visto la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, lasciando, di fatto, dopo quasi due anni inapplicata una riforma che garantisce alla persona con disabilità, secondo i principi di autodeterminazione e di non discriminazione, il riconoscimento della propria condizione affinché possa godere appieno dei suoi diritti civili e sociali, compreso il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa;

   invece di accelerare la stesura e la pubblicazione dei decreti attuativi, rendendo così operativa una legge tanto attesa, il Governo ha deciso di azzerare il fondo previsto dalla legge delega, togliendo le poche risorse previste, pari a 350 milioni di euro, fino a quando i decreti attuativi non saranno emanati (si ricorda che il termine ultimo è marzo 2024);

   sono risorse importantissime per un comparto in prima linea nel prendersi cura delle fragilità e che non sono utilizzate solo per la mancanza dei decreti attuativi;

   le motivazioni a supporto di questa scelta politica non possono essere in alcun modo accettate, visti anche i precedenti di segno opposto, non ultimo il fondo per il caregiver familiare, istituito inizialmente per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare e poi modificato nelle sue finalità per essere ripartito tra le regioni, non essendoci ancora una legge che regoli tale figura;

   a giudizio degli interroganti è l'ennesimo atto di forza contro il welfare italiano, che mostra plasticamente che questo Governo va avanti solo per slogan, senza, nella realtà, prendersi cura delle persone più deboli e vulnerabili;

   invece di tagliare i fondi, forse sarebbe stato più opportuno dedicare quelle risorse ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, usando quei 350 milioni di euro per le relative coperture –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano immediatamente ripristinate, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
(3-00753)

(24 ottobre 2023)

   FRATOIANNI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   lunedì 23 ottobre 2023, per il terzo giorno consecutivo, sono entrati nella Striscia di Gaza camion con aiuti umanitari: i primi 20 erano entrati sabato, poi altri 14 domenica. Sono comunque troppo pochi per i bisogni della popolazione: secondo l'Onu ne servirebbero almeno 100 al giorno. Finora sono entrati solo cibo, acqua e medicine, non il carburante, fondamentale per le strutture sanitarie e per rendere vivibile la quotidianità della popolazione;

   secondo il Ministero della sanità di Gaza, dal 7 al 23 ottobre 2023 sono state uccise 5.087 persone, di cui 2.055 minori, 1.119 donne e 57 operatori sanitari; 15.273 sono i feriti. Altre 1.450 persone risultano ancora sotto le macerie. 35 strutture sanitarie sono state danneggiate e 25 ambulanze distrutte; 12 ospedali e 29 centri sanitari sono fuori servizio. Secondo l'Ocha, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, 91 palestinesi sono stati uccisi e 1.734 feriti dal 7 ottobre 2023. Le persone uccise in Israele sono 1.400, tra cui tre italo-israeliani, con 4.932 feriti. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), 1.400.000 persone, pari al 60 per cento degli abitanti della Striscia, sono state costrette ad abbandonare le loro case;

   oltre ai civili palestinesi, nella Striscia di Gaza si trovano anche diversi cooperanti stranieri, tra cui, come confermato il 22 ottobre 2023 dal Ministro interrogato nel corso della trasmissione «In mezz'ora», 19 italiani, «sette-otto cittadini italiani, più i bambini e le mogli»;

   da quanto si apprende da un articolo de Il Corriere della Sera del 23 ottobre 2023, cooperanti e famiglie si trovano a Rafah, in una sede logistica dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, sistemati in un parcheggio con servizi igienici insufficienti; alcuni dormono nelle macchine delle organizzazioni non governative o all'aperto;

   i cooperanti, seppure organizzati ad affrontare i disagi, vivono in precarie condizioni igieniche, a rischio di infezioni e sono rimasti senza strutture adeguate e sicure in cui operare;

   da 12 organizzazioni umanitarie era partito, il 12 ottobre 2023, un appello per chiedere di revocare l'ordine del Governo di Israele a più di un milione di palestinesi di lasciare i governatorati del nord della Striscia e di Gaza City. Le organizzazioni umanitarie che operano a Gaza avevano previsto una crisi umanitaria di portata enorme –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire al più presto agli operatori umanitari e ai famigliari l'uscita da Gaza e l'arrivo in sicurezza a Il Cairo e, contemporaneamente, per la creazione di zone sicure in cui gli stessi possano tornare a operare.
(3-00754)

(24 ottobre 2023)

   NAZARIO PAGANO, BARELLI, PAOLO EMILIO RUSSO, ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   nell'attuale contesto di crescenti tensioni geopolitiche, instabilità sociale e cambiamenti climatici, la tratta e il traffico di esseri umani rappresentano una fonte di lucro sempre più significativa per il crimine organizzato;

   il Governo sta svolgendo un'azione a tutto campo, in via bilaterale, in ambito europeo e in seno alle Nazioni Unite, per cercare soluzioni durature e sostenibili alla sfida migratoria e per contrastare le reti di trafficanti di esseri umani;

   sul solco di questa azione, la rete diplomatico-consolare all'estero, attraverso l'esame delle domande di visto d'ingresso per l'Italia, rappresenta uno snodo fondamentale della più ampia attività di gestione ordinata dei flussi migratori e può contribuire al contrasto dei crimini legati all'immigrazione illegale (contraffazione, tratta, traffico, corruzione);

   proprio in virtù di questo ruolo, ambasciate e consolati italiani sono esposti a crescenti rischi e pressioni, soprattutto in contesti particolarmente complessi, come alcune sedi in Africa, Asia e America latina, da cui sono giunte alcune segnalazioni di criticità –:

   quali iniziative stia mettendo in atto il Ministro interrogato per rafforzare i controlli nelle sedi più esposte e far sì che essere svolgano con sempre maggiore efficacia il ruolo di «barriera all'ingresso» per il contrasto all'immigrazione irregolare.
(3-00755)

(24 ottobre 2023)

   GADDA, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO, MARATTIN e SOTTANELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   la povertà alimentare purtroppo è una realtà nel nostro Paese; la pandemia ha fatto esplodere situazioni di disagio, peggiorate di recente dall'incremento dei prezzi degli alimentari;

   il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti è stato istituito con decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e finanzia apposite produzioni di beni alimentari da destinare alla distribuzione gratuita agli indigenti;

   il paniere delle produzioni è deciso da un tavolo permanente di coordinamento, di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del 17 dicembre 2012, ripreso poi dall'articolo 8 della legge 19 agosto 2016, n. 166, cosiddetta «legge antisprechi», che promuove anche le donazioni aziendali;

   del tavolo fanno parte le organizzazioni partner nazionali e Agea, agenzia incaricata degli acquisti e delle assegnazioni dei beni alle organizzazioni accreditate;

   il Fondo trae il suo finanziamento da fondi nazionali e, per il medesimo scopo, concorrono alla spesa le risorse del Fondo di aiuti europei agli indigenti (fondo europeo per l'acquisto e la distribuzione di beni alimentari, che opera in base a procedure analoghe a quelle del fondo nazionale), poi incrementati dal provvedimento React-EU;

   il fondo nazionale fu finanziato per la prima volta nel 2014; nella XVIII legislatura l'allora Ministra Bellanova lo dotò di 300 milioni di euro, anche per sostenere alcune filiere produttive messe in ginocchio dalla pandemia;

   queste risorse hanno garantito importanti forniture di prodotti essenziali e hanno anche permesso di allargare notevolmente i panieri, estendendoli agli alimenti per l'infanzia e alla carne avicola e arricchendo in modo consistente la dieta delle persone meno fortunate;

   mentre è certa la dotazione Fondo di aiuti europei agli indigenti di circa 490 milioni di euro per i prossimi 7 anni, cioè 70 milioni di euro annui, non c'è alcuna certezza riguardo alle risorse del fondo nazionale per il prossimo triennio;

   appare necessario dare continuità alla operatività del fondo nazionale, che coniuga il sostegno a comparti agricoli in crisi con la necessità di supportare la distribuzione delle derrate alimentari da parte del terzo settore;

   proprio per le modalità previste dai bandi e per i tempi di attuazione di cui necessitano, sarebbe inoltre necessario introdurre nuove modalità che garantiscano semplificazione burocratica e tempi di erogazione più celeri e certi –:

   quante e quali risorse il Governo sia in grado di garantire per rifinanziare il fondo nazionale per il prossimo triennio, al fine di assicurare, come in passato, una programmazione pluriennale e rivedendo le procedure dei bandi, nella direzione della semplificazione burocratica e della riduzione dei tempi di erogazione.
(3-00756)

(24 ottobre 2023)

   CARAMIELLO, SCUTELLÀ, QUARTINI, SCERRA, SPORTIELLO, BRUNO, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per impedire la creazione di nuove barriere al mercato interno europeo, ai sensi della procedura Tris, di cui alla direttiva 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 settembre 2015, gli Stati sono obbligati a notificare, prima della loro adozione, i progetti legislativi concernenti i prodotti e i servizi della società dell'informazione;

   secondo tale procedura, lo Stato non può adottare il provvedimento per un periodo di tre mesi dalla data di recepimento della notifica e, laddove emerga che esso potrebbe creare ostacoli alla libera circolazione delle merci, la Commissione europea e gli altri Stati membri possono presentare un parere allo Stato notificante, dal quale deriva una proroga di ulteriori tre mesi del periodo di non adottabilità, al fine di consentire di risolvere le criticità riscontrate, nel rispetto del diritto dell'Unione europea in materia di mercato unico;

   relativamente al disegno di legge governativo, atto Camera n. 1324, all'esame della Camera dei deputati, l'Italia aveva fatto pervenire alla Commissione europea la notifica Tris in data 27 luglio 2023, con scadenza del periodo di non adottabilità fissata de jure al 30 ottobre 2023;

   a meno di un mese da tale data, il Governo ha ritirato la notifica, spiegando che tale decisione è stata presa «alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire» e che «la notifica ritirata sarà rinotificata all'esito dell'approvazione parlamentare»;

   attraverso un comunicato del 14 ottobre 2023, il Ministro interrogato ha dichiarato la volontà di procedere velocemente all'adozione del testo e ha espresso il suo plauso ai presidenti delle commissioni parlamentari per aver velocizzato i lavori, consentendo a breve il voto finale in Aula;

   la libera circolazione delle merci è la prima delle quattro libertà fondamentali del mercato interno, garantita attraverso l'eliminazione dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative e dal divieto di adottare misure di effetto equivalente;

   approvando una legge che appare dannosa per economia, ricerca e sviluppo sostenibile, esprimendo parere contrario a tutte le modifiche intese a garantire l'armonizzazione dell'atto Camera n. 1324 al diritto europeo e ritirando la notifica, il Governo sta esponendo l'Italia ad un serio rischio di infrazione europea –:

   quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di scongiurare l'eventuale apertura di una procedura di infrazione conseguente a quella che appare agli interroganti un'illegittima limitazione del mercato interno e di evitare una conclamata violazione del diritto eurounitario per la mancata notifica del testo prima della sua adozione finale, come previsto dalla procedura Tris.
(3-00757)

(24 ottobre 2023)

   DELLA VEDOVA. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, approvato al Senato della Repubblica e attualmente all'esame in sede referente presso le Commissioni affari sociali e agricoltura della Camera dei deputati, introduce il divieto di produzione, promozione e commercializzazione di alimenti e mangimi isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, ovvero la cosiddetta «carne derivata da colture cellulari»;

   in base al regolamento (CE) n. 178/2002 spetta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare valutare la sicurezza degli alimenti derivati da nuove tecnologie, quali la coltura cellulare e l'ingegneria tissutale, in vista dell'eventuale ammissione alla produzione e alla commercializzazione, che è disposta dalla Commissione europea e non dagli Stati membri;

   l'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2002, (Principio di precauzione), prevede che «qualora, in circostanze specifiche a seguito di una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute, ma permanga una situazione d'incertezza sul piano scientifico, possono essere adottate le misure provvisorie di gestione del rischio», ma delimita questa eventualità alla sussistenza di evidenze concrete di rischi per la salute e ne circoscrive l'ambito di applicazione nel senso della proporzionalità ai rischi evidenziati;

   ad oggi non è pervenuta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare alcuna richiesta di valutazione di alimenti derivati da cellule animali coltivate e, quindi, la loro produzione e commercializzazione non è, allo stato attuale, consentita nell'Unione europea;

   non esiste, quindi, alcun presupposto perché possa applicarsi il principio di precauzione previsto dall'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2022 e l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, appare quindi all'interrogante in palese violazione del diritto dell'Unione europea;

   la procedura di notifica (cosiddetta procedura Tris), di cui alla direttiva 2015/1535 – istituita tramite la direttiva 83/189/CEE – consente alla Commissione europea di esaminare le regolamentazioni che gli Stati intendono introdurre per i prodotti industriali, agricoli e della pesca prima che siano adottate, per garantirne la compatibilità con i principi del diritto dell'Unione europea e del mercato interno;

   il 14 ottobre 2023 si è appreso dalla stampa che il Ministro interrogato ha richiesto il ritiro della notifica Tris relativo al disegno di legge sulla carne derivata da colture cellulari, precedentemente inviata alla Commissione europea –:

   se il ritiro della notifica preluda al ritiro del disegno di legge in discussione o alla presentazione di un nuovo testo, ovvero se intenda comunque adottare iniziative, per quanto di competenza, per non esporre l'Italia a nuove e costose procedure di infrazione.
(3-00758)

(24 ottobre 2023)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI e MARCHETTO ALIPRANDI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   nel 2022 il valore della produzione ortofrutticola italiana alla fase agricola è stata di circa 15 miliardi di euro e le esportazioni di settore hanno superato i 10 miliardi di euro per prodotti freschi e trasformati, a fronte di oltre 60 miliardi di euro di esportazioni per il settore agroalimentare, un valore che supera il 16 per cento delle esportazioni totali in ambito agroalimentare;

   il comparto dell'ortofrutta nazionale rappresenta un quarto della produzione agricola nazionale, con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura e oltre trecentomila aziende coinvolte;

   presso il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è stato istituito un tavolo dedicato al settore ortofrutticolo che permette un confronto tra gli operatori e l'aggiornamento sulle problematiche e sulle sfide affrontate dal comparto ortofrutticolo;

   gli eventi alluvionali, gli eventi siccitosi e le gelate hanno impattato sulla produzione ortofrutticola nazionale e, in particolar modo, delle regioni principali produttrici di prodotti ortofrutticoli, determinando anche la perdita di importanti fette di mercato internazionale, come accaduto, ad esempio, per la produzione di pere a vantaggio della Spagna;

   l'Italia è il primo produttore europeo e quarto produttore mondiale di pere, posizione contesa con la Spagna, che produce un quarto delle pere del continente europeo, con un incremento costante dei volumi esportati, grazie anche a politiche aggressive sul lato dei prezzi;

   anche la coltivazione del kiwi ha subito un calo in Italia, dovuto alle avversità climatiche e ad alcune fitopatie, avvantaggiando la Grecia, che da sempre contende la posizione italiana tra i maggiori esportatori globali di kiwi;

   la produzione greca di kiwi ha infatti visto un costante incremento negli ultimi anni, insidiando la posizione sui mercati dell'Italia, particolarmente in difficoltà dopo lo scatenarsi dei recenti eventi climatici, dal susseguirsi di caldo torrido a gelate, agli episodi alluvionali che hanno colpito aree a vocazione agricola e dunque ortofrutticola maggiormente rilevanti in tutta Italia;

   la situazione è tale per cui, a fronte di una situazione di emergenza ed improvvisa, ancorché temporanea, contrazione del volume produttivo nazionale in ambito ortofrutticolo, altre produzioni straniere stanno insidiando le quote di mercato detenute sinora dai produttori italiani, dovute in larga parte anche ad una produzione di nota e netta eccellenza –:

   quali iniziative intenda adottare per tutelare la produzione ortofrutticola italiana, anche alla luce delle difficoltà delineate in premessa.
(3-00759)

(24 ottobre 2023)

   DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, BRUZZONE, CARLONI, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per la gestione del rischio in agricoltura esistono misure di sostegno pubblico per il costo delle polizze assicurative degli agricoltori, a tutela dei danni causati da avversità naturali ed eventi eccezionali che, tramite la stipula di contratti assicurativi, garantiscono le produzioni agricole e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture;

   l'assicurazione per la copertura dei rischi, è disciplinata dal decreto legislativo n. 102 del 2004, modificato dal decreto legislativo n. 82 del 2008, regolamento (UE) 2021/2115, sulle previsioni della politica agricola comune, annualmente completati dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura;

   gli agricoltori ricevono un contributo, parametrato in base alla copertura assicurativa scelta, sul premio pagato alle assicurazioni contro i rischi derivanti da avversità naturali;

   i contributi sui premi vengono versati da Agea agli agricoltori assicurati, che debbono restituirli, unitamente alla quota di premio a loro carico, alle proprie associazioni denominate consorzi di difesa, che, nel frattempo, alla fine di ogni annualità anticipano la totalità dei premi alle compagnie assicurative, le quali, dopo l'incasso, procedono al pagamento dei corrispondenti risarcimenti ai produttori;

   negli ultimi anni la contribuzione agli agricoltori per la «gestione del rischio» corrispondeva al 70 per cento della parte agevolata della polizza;

   secondo quanto risulta agli interroganti, per il 2022 il Ministero sembra, per carenza di fondi, che abbia deciso di corrispondere sino a ora solo il 40 per cento del contributo totale anziché il 70 per cento, che non sarebbe stato erogato finora a tutte le aziende agricole; per il rimanente 30 per cento di contribuzione e per chiudere la vecchia programmazione occorrerebbero circa 240 milioni di euro;

   i consorzi di difesa che hanno anticipato a novembre 2022, in nome e per conto degli agricoltori, il totale dei premi assicurativi 2022, sottoscrivendo finanziamenti bancari, sono obbligati a rientrare del debito del 2022 e richiedere agli istituti di credito i finanziamenti per il pagamento dei premi 2023;

   il mancato rientro dei finanziamenti concessi dalle banche per il 2022 potrebbe precludere o limitare il finanziamento ai consorzi di difesa da parte degli stessi istituti per il pagamento dei premi assicurativi relativi all'anno 2023 e, conseguentemente, bloccare o limitare i risarcimenti attesi dai produttori a fine anno –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per velocizzare i pagamenti ancora in sospeso per chiudere il 2022, nonché in quali tempi potranno essere corrisposti alle aziende agricole affinché gli istituti di credito possano rinnovare le erogazioni necessarie.
(3-00760)

(24 ottobre 2023)

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   il comparto agricolo, negli ultimi anni, è stato colpito da numerosi episodi di natura emergenziale, improvvisa e di difficile previsione, tra cui siccità, alluvioni, gelate e diffusioni di fitopatie, con la diffusione di specie invasive, come il granchio blu;

   in Italia è stata segnalata la presenza del granchio blu per la prima volta tra il 2007 e il 2008 in Basilicata, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia, oltre che nell'alto Adriatico da Gora ai lidi ferraresi;

   relativamente al granchio blu, considerando che solo l'area compresa tra le foci del Po vede la presenza del 55 per cento della produzione italiana di vongole veraci, la diffusione della specie ha rappresentato un danno economico all'acquacoltura nazionale;

   il comparto della molluschicoltura nazionale, principalmente quello delle vongole veraci, ma anche quello dell'allevamento dei mitili e delle ostriche, è stato pesantemente colpito dalla predazione da parte del granchio blu, in quanto sta distruggendo il prodotto adulto pronto per l'attuale commercializzazione estiva;

   con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, il Governo ha previsto lo stanziamento di 2,9 milioni di euro per sostenere l'attività di cattura e smaltimento del granchio blu portata avanti dalle imprese colpite;

   il citato decreto-legge n. 104 del 2023 ha visto ulteriori modifiche anche in relazione alle disposizioni sul granchio blu, con un ulteriore stanziamento di 500.000 euro per la copertura dell'esonero parziale, nel limite del 50 per cento, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle imprese dell'acquacoltura;

   gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna a maggio 2023 hanno anche decretato forti difficoltà di natura emergenziale in altri comparti come quello agricolo, in un territorio, quello dell'Emilia-Romagna, che rappresenta oltre il 15 per cento della produzione agricola nazionale, e hanno anche agevolato la diffusione del granchio blu in Emilia-Romagna, in Veneto e in altre regioni italiane;

   a questa emergenza è da sommarsi il danno apportato dalla siccità, la quale, secondo stime di associazioni di categoria nazionali, ha portato ad un crollo del 6,5 per cento delle ore lavorate in agricoltura nel secondo trimestre 2023 rispetto al secondo trimestre 2022, con ripercussioni impreviste e gravi sulla produzione agricola nazionale;

   nel corso del 2023, si sono susseguiti episodi di siccità e gravi precipitazioni alternativamente, richiedendo un cambio di passo nella gestione delle emergenze e negli strumenti a disposizione per affrontarle –:

   quali misure intenda adottare per contrastare le emergenze di cui in premessa, anche in riferimento al granchio blu.
(3-00761)

(24 ottobre 2023)

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