TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 204 di Martedì 28 novembre 2023

 
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MOZIONI IN MATERIA DI POLITICHE PER IL CLIMA E IMPEGNI PER LA 28ª CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO (COP28) DI DUBAI

   La Camera,

   premesso che:

    1) dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 si terrà a Dubai la 28a conferenza della Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop28), durante la quale avrà luogo il primo «Global Stocktake», ovvero il primo bilancio globale, un'occasione cruciale per gli Stati per valutare l'avanzamento degli impegni derivanti dall'Accordo di Parigi e pianificare future azioni climatiche;

    2) i principali temi di negoziato riguarderanno l'accordo sull'obiettivo globale sull'adattamento (Global Goal on Adaptation), l'implementazione del programma di lavoro sulla mitigazione (Mitigation Work Programme), la roadmap per l'uscita dalle fonti fossili, l'operatività del Fondo perdite e danni (Loss and damage Fund), la riforma dell'architettura finanziaria internazionale sul clima, l'impegno per il ripristino e la conservazione della biodiversità e il percorso verso la neutralità climatica dei sistemi alimentari;

    3) il 20 marzo 2023, l'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha concluso la pubblicazione del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6) con il rapporto di sintesi (Synthesis Report – SYR) che ritenga i risultati dei tre gruppi di lavoro – Le basi fisico-scientifiche (2021), Impatti, adattamento e vulnerabilità (2022), Mitigazione dei cambiamenti climatici (2022) – e dei tre rapporti speciali – Riscaldamento globale di 1.5 (2018), Climate change and land (2019), Oceano e Criosfera in un clima che cambia (2019);

    4) i principali risultati del rapporto di sintesi mostrano che: i) l'entità dei cambiamenti nel sistema climatico causati dalle emissioni antropiche è senza precedenti nella storia dell'umanità; ii) il cambiamento climatico causato dall'uomo sta aumentando la frequenza, l'entità, l'estensione spaziale e la durata degli eventi meteorologici estremi in ogni regione del mondo; iii) nonostante i progressi nella pianificazione e nell'attuazione dell'adattamento, esistono lacune e limiti nell'adattamento; iv) attualmente i contributi determinati a livello nazionale (Ndc), considerati collettivamente, non sono sufficienti per mantenere il limite di aumento della temperatura globale entro 1,5°C;

    5) i risultati dell'ultimo rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) mostrano uno scenario caratterizzato da livelli record delle temperature globali nei prossimi cinque anni, stimando una probabilità del 66 per cento che la temperatura globale media annuale tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali;

    6) lo scenario di emissioni zero nette al 2050 in linea con 1,5 gradi dell'Agenzia internazionale dell'Energia indica che non c'è più spazio per nuove esplorazioni e nuova produzione di combustibili fossili;

    7) le crisi dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, della desertificazione, dell'inquinamento, nonché il degrado delle terre, delle acque e degli oceani sono fortemente interconnesse e si rafforzano reciprocamente;

    8) la crisi climatica ed ecosistemica impatta sulle società umane producendo povertà, aumento delle diseguaglianze, instabilità geopolitica, insicurezza, conflitti e migrazioni forzate;

    9) in data 8 settembre 2023, il segretariato dell'Unfccc ha pubblicato un rapporto tecnico, propedeutico ai lavori della Cop28, che presenta un quadro preoccupante per ciò che riguarda i progressi fatti sinora in termini di lotta al cambiamento climatico. Questo documento segnala che, malgrado gli sforzi compiuti, il mondo non è ancora sulla traiettoria giusta per limitare il riscaldamento globale e prevenirne i devastanti effetti sull'ambiente e sull'umanità;

    10) gli impegni assunti dai Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi, definiti nella nomenclatura ONU «Contributi determinati a livello nazionale», sono in molti casi insufficienti in termini di obiettivi di decarbonizzazione, oppure carenti nei dettagli sulle politiche necessarie al loro raggiungimento;

    11) il rapporto tecnico dell'Unfccc segnala mancanze e criticità sia in termini di mitigazione del cambiamento climatico, vale a dire tutte le misure da adottare per limitare l'aumento della temperatura globale, sia in termini di adattamento, ovvero le azioni e i progetti da intraprendere per permettere alle popolazioni e agli Stati di fare fronte agli effetti – già in atto – del cambiamento climatico;

    12) in materia di adattamento, benché si registrino nel mondo iniziative positive per la resilienza delle popolazioni, delle economie e degli ecosistemi, i livelli di investimento rimangono troppo bassi, e il quadro rimane frammentato, con progetti spesso sviluppati senza coerenza né coordinamento a livello internazionale, con impatti negativi sulla loro efficacia generale. Ciò è dovuto a una governance fragile, specialmente nei Paesi del Sud globale, e a una carenza di risorse finanziare dedicate;

    13) secondo il rapporto Unfccc, queste tendenze preoccupanti derivano da una finanza globale, sia pubblica sia privata, poco attenta alle necessità della transizione e ancora troppo legata alle tecnologie fossili. Nei pochi casi in cui i finanziamenti sono effettivamente indirizzati a progetti di mitigazione e adattamento, essi sono distribuiti in maniera diseguale, a scapito soprattutto dei Paesi più poveri;

    14) in linea con le evidenze scientifiche dell'Ipcc, il contesto di crisi richiede urgentemente di accelerare l'azione e di aumentare l'ambizione globale in questo decennio critico. In particolare, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C richiede che le emissioni globali gas climalteranti raggiungano il picco entro il 2025 e siano ridotte del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035, rispetto al 2019;

    15) il passaggio verso un'economia neutra dal punto di vista climatico, in linea con l'obiettivo di 1,5°C, richiede l'eliminazione globale dell'utilizzo dei combustibili fossili e il raggiungimento del picco nel loro consumo in questo decennio. In questo contesto, il settore energetico dovrà essere decarbonizzato entro il 2030, anche in considerazione dei potenziali benefici multipli sulla salute umana e la qualità dell'aria, la creazione di posti di lavoro e la sicurezza energetica;

    16) le tecnologie di abbattimento delle emissioni che non danneggiano significativamente l'ambiente esistono in scala limitata e devono essere utilizzate per ridurre le emissioni principalmente nei settori hard to abate e che le tecnologie di rimozione devono contribuire alle emissioni negative globali. Tali tecnologie non devono essere utilizzate per ritardare l'azione climatica nei settori in cui sono disponibili alternative di mitigazione fattibili, efficaci e a basso costo;

    17) per perseguire obiettivi globali compatibili con 1,5°C entro il 2030, occorre un aumento rapido dell'efficienza energetica e dello sviluppo delle energie rinnovabili. In particolare, occorre triplicare la capacità installata di energia rinnovabile e raddoppiare gli obiettivi di efficienza energetica entro il 2030. Parimenti essenziale è promuovere il risparmio energetico e procedere verso l'eliminazione completa di produzione e consumo di energia derivante dai combustibili fossili. Queste iniziative devono essere adottate dalla Cop28 e implicano un lavoro congiunto con i Paesi in via di sviluppo. Ciò include il potenziamento delle loro strutture istituzionali e la fornitura di supporto tecnico e finanziario, il tutto finalizzato a garantire che i vantaggi della transizione, inclusi l'accesso all'energia e la sicurezza energetica, siano condivisi universalmente;

    18) l'azione climatica, infatti, crea numerose opportunità per l'economia nazionale e la crescita economica, tra cui: l'aumento degli investimenti, della competitività e dell'innovazione, la creazione di posti di lavoro; ma anche per le persone, in termini di: migliori standard di vita, salute, lavori dignitosi, sistemi alimentari sostenibili e prezzi accessibili dell'energia;

    19) mantenere l'aumento della temperatura media globale entro 1,5°C sarà fondamentale per evitare, ridurre e affrontare le future perdite e danni associati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici;

    20) gli attuali accordi di finanziamento devono essere rafforzati per aumentare le risposte alle perdite e danni derivanti dagli effetti avversi dei cambiamenti climatici e affrontare le lacune esistenti. A tal fine, occorre utilizzare il potenziale delle banche multilaterali di sviluppo e delle istituzioni finanziarie internazionali, tra cui il Gruppo della Banca Mondiale, il Fondo monetario internazionale e la Banca europea per gli investimenti, per contribuire agli accordi di finanziamento per rispondere alle perdite e ai danni;

    21) le Parti, riunite nel Global Stocktake che avrà luogo durante la Cop28, dovranno dunque convenire in soluzioni concrete per allineare la traiettoria di sviluppo globale con gli obiettivi di decarbonizzazione. Secondo l'Unfccc, per raggiungere gli obiettivi sarà necessario aumentare l'ambizione dei contributi nazionali (Ndc) alla lotta al cambiamento climatico;

    22) sarà inoltre necessario definire con precisione un calendario per l'abbandono delle fonti fossili: secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, per raggiungere gli obiettivi di limitazione del cambiamento climatico, sarà necessario non solo bloccare la ricerca di nuovi pozzi petroliferi, ma anche arrestare la produzione di una parte di quelli già attivi;

    23) a livello nazionale, lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi che sarà oggetto dell'analisi nel «Global Stocktake» è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui ultima versione è stata trasmessa alla Commissione europea il 19 luglio 2023;

    24) migliorare la capacità di adattamento e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici è fondamentale per la sicurezza del Paese. In questo senso, strategie e piani nazionali di adattamento olistici, inclusivi ed efficacemente attuati assumono un ruolo centrale per la sicurezza dei cittadini. L'Onu raccomanda una maggiore cooperazione internazionale in materia di scambio di buone pratiche, in particolare a livello regionale: nel caso dell'Italia, questo potrebbe avvenire soprattutto in ambito mediterraneo;

    25) il rapporto Unfccc sottolinea l'importanza di una gestione oculata del territorio, in quanto gli ecosistemi possono offrire un contributo considerevole nella lotta al cambiamento climatico. In particolare, un ruolo di fondamentale importanza è attribuito alla protezione delle foreste, che per la loro capacità di assorbimento dell'anidride carbonica rappresentano un alleato naturale nella lotta al cambiamento climatico;

    26) il sistema finanziario globale non è sufficientemente impegnato nel sostegno alla transizione, in modo particolare nel Sud del mondo. La necessità di intensificare gli sforzi per accelerare la transizione energetica, specialmente da parte delle economie avanzate a beneficio dei Paesi più poveri, è emersa dal summit africano sul clima, tenutosi a Nairobi all'inizio del mese di settembre 2023. I Paesi africani, riuniti in quell'occasione sotto la presidenza kenyota di William Rufo, hanno sottolineato gli squilibri globali e di come l'Africa, il continente che sia in termini demografici sia in termini economici è destinato a crescere di più in questo secolo, sia pressoché assente nei piani della finanza globale per il clima;

    27) anche il summit del Medio Oriente e del Nordafrica sul clima, tenutosi a Riad, e gli incontri della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che si sono svolti nella settimana del 9 ottobre 2023, hanno evidenziato come l'attuale struttura finanziaria globale non sia finora stata capace di far fronte alle sfide della transizione climatica;

    28) nell'architettura finanziaria globale e nelle relazioni con il Sud del mondo, l'Italia ha un ruolo di primo piano essendo uno dei principali attori economici in Africa. Tuttavia, la gran parte degli investimenti italiani è rappresentata da progetti per lo sfruttamento delle fonti fossili. Inoltre, questi investimenti beneficiano del sostegno delle finanze pubbliche, e quindi dei contribuenti, essendo spesso garantiti da Sace, società direttamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze. Il tema delle garanzie pubbliche è anche evocato dalle conclusioni del consiglio Ecofin del 17 ottobre 2023, che presenta la posizione unitaria dell'UE per gli aspetti economici e finanziari in vista della Cop28;

    29) in materia di investimenti e progetti di sviluppo privati, nel rapporto Unfccc si menziona anche la necessità di intervenire dal punto di vista del credito e delle garanzie statali sugli investimenti diretti esteri, in un'ottica di abbandono del sostegno ai progetti fossili;

    30) né le partecipate di Stato che si occupano di idrocarburi, come Eni, né Sace, né altre grandi società italiane attive a livello globale nel settore degli idrocarburi hanno adottato una strategia compatibile con gli impegni assunti dal nostro Paese in sede europea e Onu in materia di cambiamento climatico;

    31) il concetto di abbattimento delle emissioni («abatement») si riferisce a misure o tecnologie in grado di ridurre l'intensità dell'inquinamento o di eliminarlo. Le discussioni sulla politica climatica e i negoziati internazionali fanno sempre più spesso riferimento a «combustibili fossili non abbattuti» («unbated fossil fuels»), come l'impegno del G7 del 2023 ad «accelerare l'eliminazione dei combustibili fossili non abbattuti», che l'Ipcc definisce come «combustibili fossili prodotti e utilizzati senza interventi che riducano sostanzialmente la quantità di gas serra emessi durante il ciclo di vita». Tuttavia, non esiste una definizione univoca né misure normative, standard di inquinamento e requisiti tecnologici che forniscono ciascuno una definizione pratica di «abbattimento» in base al settore o al combustibile in questione. Ciò comporta diverse interpretazioni. Il linguaggio dell'abbattimento può fornire un legittimo ed efficace meccanismo di controllo per le autorità di regolamentazione per richiedere la riduzione delle emissioni, ma anche il rischio di greenwashing o la strumentalizzazione come alternativa a proposte di impegni per l'eliminazione totale dei combustibili fossili. Questo approccio mira a lasciare aperte possibilità di impiegare la cattura e sequestro di carbonio (Ccs) per ridurre le emissioni continuando la produzione di combustibili fossili, piuttosto che ridurre gradualmente la produzione e l'uso dei combustibili fossili;

    32) il cambiamento climatico e le sue catastrofiche conseguenze sui Paesi più fragili sono stati fra i principali punti dell'intervento tenuto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'Assemblea Generale dell'Onu il 20 settembre 2023, che ha riconosciuto il legame fra il riscaldamento globale e i disastri naturali recentemente subiti dalle popolazioni africane;

    33) durante l'incontro del 10 ottobre 2023 con il Presidente della Cop28, il Ministro emiratino Sultan Al Jaber, il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di aumentare gli sforzi globali per l'avanzamento su tutti i fronti dell'agenda sul cambiamento climatico, riaffermando l'importanza di insistere sugli sforzi di decarbonizzazione tramite una transizione equa, che tenga conto delle dimensioni sociale ed economica e che garantisca la creazione di posti di lavoro di qualità;

    34) la partecipazione pubblica e inclusiva, l'interazione e l'accesso alle informazioni, anche per la società civile e i diversi portatori di interessi, sono fondamentali per promuovere la giustizia sociale, l'equità e l'inclusione nella transizione verso la neutralità climatica;

    35) l'azione per il clima fallirà senza la protezione della biodiversità e dell'integrità degli ecosistemi, e viceversa e il ripristino della natura non può sostituire una drastica riduzione delle emissioni;

    36) la protezione e il ripristino degli ecosistemi, in particolare delle foreste, offrono il più grande potenziale di mitigazione tra tutte le opzioni di agricoltura, silvicoltura e altre destinazioni d'uso del territorio (Lulucf) e che gli ecosistemi naturali ad alta integrità sono inoltre fondamentali per adattarsi agli impatti climatici e costruire la resilienza, anche riducendo i rischi di inondazioni e siccità;

    37) è attualmente in atto una grave e perdurante crisi alimentare, con 2,3 miliardi di persone che soffrono di insicurezza alimentare e con 800 milioni di persone in tutto il mondo colpite da fame; i sistemi alimentari sono responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra, erodendo al contempo le risorse naturali (acqua, suolo, popolazioni di impollinatori) e aumentando i rischi di zoonosi e resistenza antimicrobica;

    38) il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il 16 ottobre 2023 conclusioni che fungeranno da posizione negoziale generale dell'UE per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28) nelle quali in particolare chiede con un'urgenza un'azione più determinata e maggiore ambizione a livello mondiale in questo decennio critico, in linea con le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti (Ipcc), sottolineando che per limitare il riscaldamento a circa 1,5°C è i necessario raggiungere il picco globale delle emissioni di gas a effetto serra al più tardi entro il 2025 e ridurle del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019;

    39) nelle conclusioni si sottolinea altresì che il passaggio a un'economia climaticamente neutra richiede la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo; in tale contesto viene ribadita l'importanza di eliminare i combustibili fossili dal settore energetico ben prima del 2050 e l'importanza di realizzare un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato già negli anni 2030;

    40) infine, nelle conclusioni si chiede la progressiva eliminazione, prima possibile, delle sovvenzioni ai combustibili fossili che non affrontano le questioni della povertà energetica o di una transizione giusta,

impegna il Governo:

1) a promuovere il dialogo tra le Parti per innalzare l'ambizione globale sui contributi nazionali determinati (Ndc), al fine di colmare il divario tra gli obiettivi dichiarati e l'ambizione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, in particolare quello di mantenere l'innalzamento della temperatura media globale entro 1,5 gradi;

2) a sostenere la costruzione di obiettivi e una roadmap globale per l'abbandono di tutte le fonti fossili, anche attraverso la triplicazione della capacità installata di energia rinnovabile di oltre 11mila GW al 2030, il raddoppio degli obiettivi di efficienza energetica dai livelli del 2022 entro il 2030 e una riduzione di almeno il 75 per cento delle emissioni di metano del settore energetico;

3) a supportare una definizione di abbattimento delle emissioni da combustibili fossili che includa alti tassi di cattura del carbonio e basse emissioni fuggitive a monte, e copra l'intero ciclo di vita della produzione, del trasporto e dell'utilizzo dei combustibili fossili, comprese tutte le emissioni di gas serra;

4) ad adottare iniziative di competenza volte a garantire che l'abbattimento sia permanente, inteso come lo stoccaggio a lungo termine della CO2 per secoli;

5) ad adottare iniziative volte ad escludere l'uso di compensazioni di carbonio per compensare le emissioni di gas climalterante;

6) ad accompagnare ogni definizione di «combustibili fossili non abbattuti» con specifiche scadenze temporali e tappe intermedie per la cessazione dell'uso dei combustibili fossili, coerentemente con l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di rimanere al di sotto di 1,5 gradi e di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050;

7) a promuovere e sostenere l'avvio del programma di lavoro sulla mitigazione (Mwp) per accelerare con urgenza l'azione globale di riduzione delle emissioni climalteranti;

8) a sostenere l'attivazione del programma di lavoro sulla giusta transizione incentrato sui bisogni delle persone, che non lasci indietro nessuno, e che costituisca uno spazio inclusivo per il dialogo sociale e la partecipazione di tutti gli attori non statali;

9) ad avviare un rapido percorso nazionale di riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e promuovere tale percorso anche a livello internazionale, sia in riferimento all'agenda della Presidenza italiana del G7 nel 2024, sia attraverso l'implementazione dell'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c) dell'Accordo di Parigi;

10) ad allineare il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) agli esiti del processo del Global Stocktake (bilancio globale);

11) ad aderire pienamente alla Beyond Oil and Gas Initiative (Boga);

12) ad adottare iniziative volte a raddoppiare, in ossequio al Patto sul clima di Glasgow, i finanziamenti per l'adattamento ai Paesi in via di sviluppo rispetto ai livelli del 2019 entro il 2025, nel contesto del raggiungimento di un equilibrio tra mitigazione e adattamento nella fornitura di risorse finanziarie incrementate;

13) a sostenere gli sforzi per rendere operativo il Fondo per le perdite e i danni (Loss and damage Fund) al fine di garantire nuovi finanziamenti per evitare, ridurre al minimo e affrontare le perdite e i danni provocati dal cambiamento climatico;

14) a sostenere gli sforzi per rendere operativa la Rete di Santiago attraverso l'individuazione di un Paese ospitante per il Segretariato della rete e l'istituzione di un Comitato consultivo con il compito di rafforzare ulteriormente il coordinamento globale per l'assistenza tecnica ai Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico;

15) a pubblicare entro l'inizio della Cop28 i termini di riferimento relativi alla governance del Fondo italiano per il clima;

16) a sostenere il raggiungimento a livello globale dell'obiettivo di stanziamento di 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima e l'effettivo impiego di tali risorse entro il 2025, nonché a favorire l'adozione di un nuovo e ambizioso obiettivo di finanziamento per il clima post 2025;

17) a sostenere gli sforzi per la riforma del sistema finanziario internazionale nell'ottica di un allineamento agli obiettivi climatici, esercitando un ruolo proattivo all'interno dei fora internazionali, in particolare G7 e G20, e del sistema delle banche internazionali di sviluppo;

18) a sostenere l'Agenda di Bridgetown per stimolare il sistema finanziario internazionale ad adeguare i flussi di investimento agli obiettivi climatici globali;

19) a supportare la definizione di standard comuni e ambiziosi per i piani di transizione del settore privato, finanziario e non finanziario;

20) ad assicurare che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'obiettivo dell'1,5°C, esprimendo un chiaro mandato a Sace affinché allinei la sua politica di esclusione all'impegno di Glasgow firmato dal Governo italiano nel 2021, porti a termine la concessione di garanzie per investimenti su progetti fossili a partire da gennaio 2024 e avvii una consultazione pubblica per la definizione delle esclusioni;

21) a fornire un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo dell'1,5 gradi in linea con le raccomandazioni sviluppate dal Gruppo di esperti di alto livello nel rapporto «Integrity Matters: Net Zero commitments by Businesses, Financial Institutions, Cities and Regions» su mandato del Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, presentate alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop27) di Sharm-el Sheikh, in Egitto;

22) ad adottare iniziative volte a stabilire un percorso certo per il raggiungimento, entro il 2025, dell'obiettivo della destinazione di una quota pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo in aiuti allo sviluppo, e dedicare il 50 per cento di esse alla lotta al cambiamento climatico;

23) a redistribuire almeno il 40 per cento dei propri diritti speciali di prelievo (Dsp) per la mitigazione e l'adattamento e impegnarsi collettivamente in sede G7 a redistribuire una quota pari a 100 miliardi di dollari in Dsp entro la fine del 2024, sia attraverso il Fondo per la resilienza del Fondo monetario internazionale sia sbloccando l'utilizzo dei Dsp come capitale ibrido in modo da essere riallocabile alle banche multilaterali di sviluppo, inclusa la Banca africana di sviluppo;

24) a riaffermare gli impegni presi nell'ambito del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal e della Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle Foreste e l'Uso del Suolo;

25) a garantire che l'attenzione al ripristino e alla conservazione della natura non venga utilizzata per compensare le emissioni di tipo business-as-usual e ritardare, in tal modo, il necessario processo di eliminazione di tutti i combustibili fossili;

26) a integrare l'azione per la biodiversità nei piani nazionali di mitigazione e adattamento;

27) a riconoscere e contribuire a mettere in atto le misure necessarie per proteggere i diritti delle comunità locali e delle popolazioni indigene, che hanno un ruolo fondamentale nella protezione e nel ripristino del mondo naturale, e garantire il loro accesso ai finanziamenti e al sostegno;

28) a garantire, all'interno delle misure previste dall'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, l'integrità dell'azione di mitigazione, sulla difesa dei diritti umani e della biodiversità e indicare come l'Italia intenda incrementare i finanziamenti per la natura al di là della compensazione, attraverso l'articolo 6.8, e come rendere operativo l'articolo 5 dell'Accordo di Parigi per la conservazione degli ecosistemi;

29) a promuovere soluzioni efficaci per rendere accessibili a tutti e a costi contenuti diete sane e sostenibili, affrontare il problema dello spreco alimentare, ripristinare i sistemi naturali e incrementare gli investimenti in sistemi di produzione alimentare ecologicamente vantaggiosi e rigenerativi, tra cui l'agroecologia;

30) a supportare meccanismi per ricompensare i piccoli agricoltori e le attività a conduzione familiare in modo più equo e valorizzare le loro capacità di trasformazione positiva dei sistemi alimentari;

31) ad aumentare la quota di investimenti da parte del settore pubblico e privato per i piccoli agricoltori che attualmente ricevono solo l'1,7 per cento dei finanziamenti globali per il clima;

32) a includere la trasformazione dei sistemi alimentari nei contributi nazionali determinati (Ndc) e nei piani di adattamento, con il sostegno a un aumento proporzionale dei finanziamenti;

33) a sostenere l'approccio ai sistemi alimentari del lavoro congiunto di Sharm El Sheikh sull'attuazione dell'azione per il clima in materia di agricoltura e sicurezza alimentare;

34) a supportare la definizione delle tappe fondamentali per creazione di un sistema alimentare equo, sostenibile e in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi, attraverso un fattivo contributo alla definizione di una roadmap operativa in ambito ONU;

35) a concordare tagli assoluti alle emissioni di metano prodotte dai maggiori emettitori di metano agricolo e utilizzatori di fertilizzanti minerali entro il 2030 e la riduzione delle perdite di azoto di reazione del 50 per cento entro la stessa data;

36) a invitare l'Unfccc e le autorità degli Emirati Arabi Uniti a garantire la possibilità per tutti i cittadini e le organizzazioni della società civile di partecipare pienamente e liberamente alla Cop28 e a garantire che il processo decisionale sia protetto dall'ingerenza di interessi contrari agli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

37) a monitorare e riferire regolarmente sulle iniziative intraprese e i progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della Cop28 e a garantire che i futuri aggiornamenti normativi siano in linea con gli impegni e le strategie delineate, assicurando la coerenza delle azioni climatiche a livello nazionale e internazionale;

38) a coinvolgere attivamente il Parlamento, le autorità locali, le parti sociali, il settore privato e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti.
(1-00207) «Ilaria Fontana, Conte, Francesco Silvestri, Sergio Costa, L'Abbate, Onori, Scutellà, Pavanelli, Morfino, Santillo, Quartini».

(25 ottobre 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    1) a quasi dieci anni dalla COP21 di Parigi, durante la quale venne raggiunto lo storico accordo volto a regolare il periodo post 2020, con l'obiettivo di contenere entro la fine del secolo l'aumento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali entro 1,5 gradi centigradi, la COP28 sarà l'occasione per misurare attraverso il primo Global stocktake, i progressi fatti verso i target di Parigi, con un resoconto dell'impatto delle azioni per il clima adottate dai singoli Stati, verificandone la validità;

    2) nell'ultimo rapporto Global stocktake del 14 novembre 2023, propedeutico ai lavori della COP28, la divisione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha analizzato gli ndc di 168 Stati («nationally determined contributions», i piani nazionali non vincolanti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra) sui 195 Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi, giudicandoli del tutto insufficienti a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi e a dimostrare la rapida tendenza alla riduzione delle emissioni che la scienza ritiene necessaria nel decennio;

    3) analizzando tutti gli impegni nazionali di riduzione che sono stati presentati fino al 25 settembre 2023, risulta che le emissioni di gas serra non aumenteranno a partire dal 2030 rispetto ai livelli del 2019, ma si è ben lontani dal farle diminuire se non di un misero 2 per cento, mentre, per avere il 50 per cento di possibilità di raggiungere l'obiettivo di limitare la temperatura globale a 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo, bisognerebbe ridurle del 43 per cento;

    4) nonostante gli appelli della comunità scientifica internazionale, la concentrazione di gas serra nell'aria ha raggiunto nuovi livelli record. Nel 2022, secondo l'agenzia dell'Onu Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l'anidride carbonica ha toccato il picco di 417,9 parti per milione, un valore mai raggiunto in precedenza, 2,2 parti per milione più alto dell'anno precedente (+0,53 per cento). In questo modo i livelli di gas serra continueranno a crescere fino a quando le emissioni non saranno ridotte fino allo zero netto, il che significa che anche il riscaldamento globale e gli impatti delle condizioni meteorologiche estreme aumenteranno;

    5) l'ultimo rapporto dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) pubblicato in Svizzera a marzo 2023 riassume lo stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici, i suoi impatti e rischi diffusi, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici;

    6) il grido di allarme lanciato dagli scienziati dell'Ipcc indica chiaramente come non ci sia più tempo da perdere per fronteggiare la crisi climatica in atto. Il surriscaldamento del pianeta, con un aumento della temperatura media globale di 1,1 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale (1850-1900), sta già determinando l'aumento di eventi meteorologici estremi più frequenti e intensi, con impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo;

    7) il recente aggiornamento del rapporto «Countdown on health and climate change», redatto da 114 esperti provenienti da 52 istituti di ricerca e agenzie Onu in tutto il mondo, ha tracciato i rischi sanitari legati alla crisi climatica in corso, osservando come i decessi legati al caldo tra le persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell'85 per cento nel periodo 2013-2022 rispetto al 1991-2000, con i sistemi sanitari del 27 per cento delle città prese in esame già sopraffatti dagli impatti dei cambiamenti climatici;

    8) perdita di biodiversità, desertificazione, scioglimento di ghiacciai, inondazioni, ondate di calore sono tutti fenomeni connessi e correlati con la crisi climatica in atto, che la scienza dei cambiamenti climatici è concorde nel ritenere sia in massima parte dovuta all'aumento delle emissioni di anidride carbonica indotta dall'attività umana e, in particolare, dall'uso dei combustibili fossili;

    9) le emissioni legate al comparto energetico sono cresciute nel 2020 dello 0,9 per cento e i Governi continuano a incentivare l'espansione dei combustibili fossili, mentre 40 banche private hanno investito 489 miliardi di dollari ogni anno nel periodo 2017-2021 nelle aziende attive nel comparto dei combustibili fossili. A livello globale i 20 principali produttori di petrolio e gas hanno aumentato le estrazioni nel 2022, destinando appena il 4 per cento degli investimenti alle fonti rinnovabili;

    10) al di là degli elevati rischi fisici sull'ambiente e sulla biodiversità connessi alla crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi minano sempre più la sussistenza economica delle comunità più esposte, aumentando povertà, insicurezza alimentare, diseguaglianze, instabilità politica e migrazioni forzate di massa;

    11) la Banca mondiale ha previsto che almeno 200 milioni di profughi saranno costretti a migrare, principalmente da regioni povere, cifra probabilmente molto sottostimata, in quanto le ricerche mostrano che entro il 2050, per ogni grado di variazione al rialzo del riscaldamento globale, circa un miliardo di persone si ritroveranno a vivere su territori inabitabili;

    12) in associazione ai crescenti rischi climatici destinati ad indurre scarsità di risorse idriche e alimentari è probabile che si delinei un aumento dei rischi geopolitici fra superpotenze e con o tra potenze emergenti, con nuovi potenziali conflitti per il controllo delle risorse naturali ed energetiche;

    13) la strategia globale per la riduzione a zero delle emissioni nette entro il 2050, indicata dall'Agenzia internazionale dell'energia (Iea), richiede a tutti i Governi di consolidare notevolmente le proprie politiche in materia di energia e clima e, in seguito, di attuarle con successo, a partire dall'eliminazione dell'utilizzo di combusti fossili e dal rapido aumento della produzione da fonti energetiche rinnovabili;

    14) tutti i Paesi che hanno aderito alla Unfccc (Conferenza quadro delle Nazioni Unite per il contrasto ai cambiamenti climatici), a partire da quelli che più hanno inquinato storicamente e quelli ricchi che più inquinano, dovrebbero impegnarsi ad aumentare i loro contributi determinati a livello nazionale (ndc) per colmare il deficit di riduzione delle emissioni, concordando una rapida, giusta ed equa eliminazione globale di tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in tutti i settori, in linea con il limite di 1,5 gradi centigradi di temperatura entro il 2050;

    15) servono politiche risolute per garantire che la nuova capacità di energia pulita sostituisca attivamente l'energia prodotta da carbone, petrolio e gas, accelerando il passaggio verso un'economia neutra dal punto di vista climatico entro il 2030. Da questo punto di vista gli Stati dovrebbero concordare un quadro di transizione con un obiettivo globale fissato per le energie rinnovabili, triplicando la capacità globale delle rinnovabili per portarla a 11 terawatt e raddoppiando il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030, come sollecitato dallo stesso Consiglio europeo;

    16) dovrà essere invece fortemente ponderato il ricorso alle cosiddette tecnologie di «carbon management» come la css (cattura e stoccaggio del carbonio) e la cdr (rimozione dell'anidride carbonica) o l'utilizzo di biocarburanti, che rischiano di aggravare la perdita di biodiversità, compromettere la sicurezza alimentare e rallentare il percorso di uscita dalle fonti fossili;

    17) al fine di rafforzare la risposta mondiale ai cambiamenti climatici, migliorando la capacità di adattamento, promuovendo la resilienza climatica e riducendo al minimo la vulnerabilità dei Paesi più a rischio, si rende necessario rendere pienamente operativo il Global goal on adaptation – Gga, stabilendo metodologie e indicatori per definire un obiettivo globale sull'adattamento credibile, solido e attuabile e valutare globalmente i progressi di adattamento al cambiamento climatico, superando le strategie per la pianificazione dei singoli Paesi;

    18) strettamente intrecciato con la transizione energetica e l'adattamento climatico è la definizione di un nuovo quadro finanziario in grado di realizzare la transizione energetica in modo inclusivo per tutti i Paesi e le comunità, coprendo l'adattamento, la mitigazione, le perdite e i danni da parte di chi è stato colpito dagli impatti climatici. La transizione energetica rischia di essere ancora una volta ingiusta se si limita a sostituire i combustibili fossili con energie rinnovabili, senza cambiare stili di vita insostenibili e modalità di produzione e consumo distruttive. Una transizione giusta richiede un sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi meno sviluppati, garantendo equità e giustizia nel processo;

    19) in questa direzione serve sia definito il Nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) sui finanziamenti per il clima, ossia la somma di finanziamenti annuali per il contrasto ai cambiamenti climatici basato sui bisogni dei territori, che deve essere sufficiente a coprire l'intera scala dei costi necessari ai Paesi per svolgere appieno il loro ruolo nel raggiungimento dell'Accordo di Parigi;

    20) si rende necessario spostare tutti i flussi finanziari in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. In questa direzione tutti i Paesi dell'Unfccc sono chiamati a eliminare i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili, mentre le principali istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero adottare rapidamente politiche di disinvestimento dai combustibili fossili, maggiori garanzie per i diritti umani, strutture di gestione più democratiche che includano meccanismi di partecipazione e monitoraggio da parte dei Paesi in via di sviluppo, delle popolazioni indigene, della società civile e delle comunità locali;

    21) il fondo per le perdite e i danni (loss & damage) associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici deciso alla COP27 deve essere costituito da un sistema di finanziamenti pubblici, aggiuntivi e prevedibili, con priorità alle sovvenzioni piuttosto che a prestiti, sulla base del principio «chi inquina paga», e deve essere facilmente accessibile dalle comunità maggiormente colpite nei Paesi del Sud globale, basato sui diritti umani e sul principio di sussidiarietà e governato da un'autorità equa che agisce per il bene comune;

    22) il Consiglio ha approvato il 17 ottobre 2023 le conclusioni assunte dai Ministri dell'ambiente (16 ottobre 2023), che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea alla COP28, evidenziando le opportunità che un'azione ambiziosa per il clima offre per il pianeta, l'economia globale e le persone e l'importanza di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre;

    23) il Consiglio, sottolineando che la transizione verso un'economia climaticamente neutra richiederà una graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo in questo decennio, evidenzia l'importanza di rendere il settore dell'energia prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050, nonché di adoperarsi a favore di un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030;

    24) il Consiglio accoglie con favore la presentazione all'Unfccc di un ndc aggiornato dell'Unione europea che rispecchia gli elementi essenziali del pacchetto «Fit for 55», elementi che sono stati tutti concordati e che consentiranno all'Unione europea di ridurre le sue emissioni nette di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050;

    25) a livello nazionale lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui ultima versione è stata trasmessa alla Commissione europea il 19 luglio 2023;

    26) la credibilità della diplomazia climatica internazionale dipenderà dalla volontà di impegnarsi con rigorosi e ambiziosi percorsi verso l'eliminazione di tutti i combustibili fossili, con chiari meccanismi di responsabilità, e gli accordi che emergeranno dai negoziati saranno cruciali per rafforzare l'impegno dei Governi e di tutti gli attori non statali per affrontare la crisi climatica in atto,

impegna il Governo:

1) ad aumentare il contributo del nostro Paese, determinato a livello nazionale (ndc), per colmare il deficit di riduzione delle emissioni, concordando nel dialogo tra le parti della prossima COP28 una rapida, giusta ed equa eliminazione globale di tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in tutti i settori, in linea con il limite di 1,5 gradi centigradi di temperatura entro il 2050 al più tardi;

2) a concordare, in un quadro di transizione globale, l'obiettivo di triplicare la capacità globale delle rinnovabili per portarla a 11 terawatt, dislocando almeno 1,5 terawatt all'anno, e raddoppiare il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030;

3) a raggiungere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili pari ad almeno il 42,5 per cento del consumo complessivo a livello nazionale, in conformità con gli obiettivi fissati dall'Unione europea;

4) a promuovere l'adozione di un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, come strumento fondamentale per integrare e rafforzare l'Accordo di Parigi;

5) ad adeguare il Piano nazionale integrato energia e clima alle risultanze del bilancio del Global stocktake;

6) a spostare tutti i flussi finanziari in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, eliminando i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili e riducendo progressivamente i sussidi ambientalmente dannosi fino al loro totale annullamento entro il 2030;

7) a sostenere nel dialogo tra le parti l'urgenza di una riforma dell'architettura finanziaria internazionale basata su politiche di disinvestimento dai combustibili fossili e su strutture di gestione maggiormente democratiche che includano meccanismi di partecipazione e monitoraggio dei Paesi del Sud globale;

8) a sostenere la costituzione del Fondo per le perdite e i danni (loss & damage) associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici basato su un sistema di finanziamenti pubblici, aggiuntivi e prevedibili, con priorità alle sovvenzioni, piuttosto che sotto forma di debiti e prestiti del settore privato, sulla base del principio «chi inquina paga»;

9) a reindirizzare le funzioni svolte dalla Sace s.p.a. al sostegno di operazioni del settore delle fonti rinnovabili e delle energie pulite, escludendo il finanziamento di progetti e investimenti anche esteri che riguardino direttamente o indirettamente i combustibili fossili e le fonti energetiche climalteranti;

10) a promuovere l'adozione di un quadro di riferimento e delle linee guida sull'Obiettivo globale sull'adattamento (Gga) che definisca un obiettivo globale credibile, solido e attuabile per migliorare la capacità di adattamento, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici;

11) a rappresentare l'impegno del nostro Paese ad aumentare le risorse per l'adattamento, sostenendo la necessità di un raddoppio collettivo del finanziamento in questa direzione con l'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra i finanziamenti per la mitigazione e per l'adattamento;

12) a sostenere il raggiungimento dell'obiettivo di 100 miliardi di dollari di finanziamento per il clima nei Paesi in via di sviluppo e nelle regioni più povere e vulnerabili, con l'effettivo loro impiego entro il 2025;

13) a sostenere l'impegno di tutti i Governi a ridurre le emissioni agricole e a trasformare l'agricoltura per il pianeta e per le persone, rafforzando i sistemi alimentari locali e le buone pratiche agronomiche per la tutela delle risorse e la fertilità del suolo;

14) ad adottare ogni iniziativa utile per garantire la destinazione annuale dello 0,7 per cento del reddito nazionale lordo per l'aiuto pubblico allo sviluppo, anche alla luce della crisi climatica che sta colpendo duramente i Paesi in via di sviluppo;

15) ad adottare iniziative volte a incrementare le risorse per la lotta al cambiamento climatico, anche impegnandosi a realizzare, promuovere e sostenere su base nazionale e internazionale politiche di riduzione delle spese per armamenti, anche al fine del sostegno alle aree del pianeta che maggiormente patiscono gli effetti del cambiamento climatico;

16) a non prevedere nell'attuazione del «piano Mattei», approvato dal Governo, accordi che mirano a trasferire idrocarburi in Italia;

17) a rivedere la decisione del Governo di fare dell'Italia un hub del gas per trasformarla al contrario in un Paese leader nella produzione di rinnovabili, di sistemi di accumulo, nell'efficienza tecnologica, nella ricerca e innovazione tecnologica;

18) a prevedere incentivi per i piccoli agricoltori e le attività a conduzione familiare in modo più equo e valorizzare le loro capacità di trasformazione positiva dei sistemi alimentari;

19) ad aumentare la quota di investimenti da parte del settore pubblico e privato per i piccoli agricoltori che attualmente ricevono solo l'1,7 per cento dei finanziamenti globali per il clima, che oggi sono a vantaggio delle grandi multinazionali dell'agrobusiness;

20) a ridurre, in sede di trattative europee, i finanziamenti pubblici verso le grandi multinazionali dell'agrobusiness a favore dei piccoli agricoltori e del biologico;

21) a superare il modello degli allevamenti intensivi e a concordare a livello internazionale tagli assoluti alle emissioni di metano e protossido di azoto prodotte dai maggiori emettitori di metano agricolo;

22) a prevedere la transizione verso un sistema alimentare sostenibile, perseguendo gli obiettivi di riduzione dell'uso e del rischio dei pesticidi di sintesi del 50 per cento e destinando almeno il 25 per cento della superficie agricola all'agricoltura biologica, promuovendo un'agricoltura e una zootecnia più sostenibili che porti al superamento degli allevamenti intensivi secondo la strategia europea «Farm to fork»;

23) a promuovere lo smart working, con effetti di riduzione dell'impronta di carbonio legata al lavoro e ai picchi di consumo energetico connessi;

24) a prevedere l'incremento della penetrazione dell'elettricità nei trasporti, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni del trasporto su strada previsti dal pacchetto «Fit for 55»;

25) a finanziare lo sviluppo di una mobilità equa, inclusiva e sostenibile attraverso l'incremento di soluzioni di mobilità collettiva e condivisa, con l'obiettivo di raggiungere, entro il 2030-2035, i 9 chilometri per milione di abitanti di reti metropolitane, i 20 chilometri per milione di abitanti di reti ferroviarie suburbane e i 10 chilometri per milione di abitanti di reti tramviarie;

26) ad adottare iniziative volte a finanziare lo sviluppo delle infrastrutture ciclabili per rendere la mobilità leggera maggiormente sicura e accessibile, in modo da rispondere alle esigenze legate agli spostamenti quotidiani, aumentando la sicurezza e la qualità degli spazi urbani e migliorando la qualità dell'aria nelle grandi città;

27) ad adottare iniziative volte a prevedere l'introduzione del biglietto climatico sull'intero territorio urbano e regionale del Paese fino al 2035 al costo di 9 euro al mese;

28) ad adottare iniziative volte ad approvare l'aumento delle aree naturali protette per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea sulla biodiversità al 2030, pari almeno al 30 per cento di territorio protetto terrestre e marino, di cui almeno un terzo da sottoporre a stretta protezione, assicurando un'adeguata tutela del capitale naturale del Paese;

29) a prevedere, con iniziative normative, entro il 2030 l'azzeramento del consumo di suolo e la rigenerazione dei suoli degradati anche nelle aree urbane, con aumento del verde urbano e recupero delle funzioni eco-sistemiche attraverso interventi di rinaturalizzazione e miglioramento della permeabilità;

30) a prevedere la costituzione di un consiglio scientifico per il clima, composto da esponenti autorevoli del mondo della scienza, con l'obiettivo di verificare la corrispondenza delle politiche nazionali con gli obiettivi climatici internazionali e di fornire supporto consultivo al Governo;

31) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione del fondo sociale italiano per il clima al fine di sostenere i redditi più fragili nella fase della transizione ecologica, come la ristrutturazione delle case e l'accesso alla mobilità sostenibile, e per le imprese che necessitano di sostegno per la riconversione del proprio processo produttivo nella fase di transizione verde;

32) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione di un reddito di formazione al fine di creare nuove competenze, professionalità e opportunità di lavoro per i giovani in cerca di prima occupazione e per la ricollocazione professionale di lavoratori in stato di inoccupazione per l'inserimento nei processi produttivi legati alla transizione ecologica, energetica, alla difesa e tutela del suolo e della biodiversità, all'innovazione tecnologica e digitalizzazione;

33) ad adottare iniziative volte a prevedere, per finanziare il fondo sociale italiano per il clima, l'istituzione di un contributo di solidarietà sui grandi patrimoni;

34) a fornire ogni elemento utile al Parlamento, per il tramite del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, in merito agli esiti e agli impegni assunti dall'Italia nella COP28.
(1-00216) «Bonelli, Fratoianni, Evi, Zanella, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».

(20 novembre 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    1) ogni anno la Conferenza delle parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) si riunisce per determinare ambizioni e responsabilità in materia di clima, nonché per individuare e valutare le misure in materia di clima;

    2) la COP28 di Dubai è un passaggio cruciale nel percorso globale verso il contenimento del cambiamento climatico, evidenziato quest'anno dalla prima valutazione complessiva dell'implementazione rispetto agli obiettivi dell'Accordo di Parigi, attraverso il processo chiamato «Global stocktake». Tale valutazione permetterà agli Stati di misurare l'efficacia delle politiche adottate finora e di identificare le aree dove è necessario intensificare gli sforzi. Si tratterà di una riflessione collettiva sulle promesse mantenute e su quelle ancora in sospeso, con l'obiettivo comune di rimanere al di sotto della soglia critica di aumento delle temperature medie globali di 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo;

    3) la decarbonizzazione si presenta come una sfida urgente e non negoziabile nell'attuale scenario climatico, in cui il sesto rapporto di valutazione dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) segnala cambiamenti climatici senza precedenti – e relativi impatti, perdite, danni – dovuti alle emissioni antropogeniche: attualmente i contributi determinati a livello nazionale (ndc), considerati collettivamente, sono di gran lunga insufficienti per far sì che il limite di 1,5 gradi centigradi resti raggiungibile nel XXI secolo, sottolineando nel contempo che sono già disponibili opzioni di adattamento e mitigazione praticabili, efficaci e a basso costo;

    4) l'ultima relazione Global annual to decadal climate update dell'Organizzazione meteorologica mondiale prevede livelli record delle temperature globali nei prossimi cinque anni, stimando al 66 per cento la probabilità che, tra il 2023 e il 2027, la temperatura globale media annua in prossimità della superficie superi di oltre 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali per almeno un anno;

    5) in tale contesto, gli Stati sono chiamati a definire piani nazionali energia e clima (in Italia il Pniec in linea con gli obiettivi europei al 2030) per la cessazione dell'uso dei combustibili fossili e per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

    6) il percorso verso la neutralità climatica richiede un cambiamento profondo nelle pratiche economiche e sociali. L'accesso alle informazioni e la partecipazione pubblica sono fondamentali per promuovere la giustizia sociale e l'inclusione, rendendo le comunità parte attiva nella transizione energetica e nella protezione dell'ambiente;

    7) un altro tema centrale del negoziato è senz'altro quello dell'adattamento ai cambiamenti climatici e alla COP28 si cercherà di concordare un obiettivo globale comune che ancora manca. È evidente la necessità di azioni e progetti che permettano alle popolazioni e agli Stati di fare fronte agli effetti del cambiamento climatico, soprattutto in quei contesti dove le risorse economiche e le capacità tecniche sono limitate. Il superamento della soglia di 1,5 gradi centigradi avrebbe, infatti, effetti devastanti, con perdite e danni (loss & damage) che già oggi esulano dalle attuali capacità di adattamento di molte comunità. Alla COP27 si è raggiunto l'accordo storico che ha portato all'istituzione di un fondo dedicato, alla COP28 si cercherà di adottarne le regole e renderlo operativo secondo criteri di solidarietà, co-progettazione, compartecipazione e rispetto dei diritti umani fondamentali. È imperativo, in questo ambito, rafforzare gli accordi finanziari per rispondere a questi impatti, coinvolgendo istituzioni finanziarie internazionali per garantire volumi finanziari adeguati;

    8) la crisi climatica e quella della biodiversità sono interconnesse e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi non possono essere raggiunti senza ripristinare la natura. La biodiversità è minacciata da un tasso di perdita senza precedenti, aggravato dall'impatto dei cambiamenti climatici. La conservazione e il ripristino degli ecosistemi sono essenziali per mantenere la capacità del pianeta di assorbire carbonio e di fornire servizi ecosistemici vitali. Per tali motivi, la COP28 affronterà il bisogno di proteggere la biodiversità come un elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico;

    9) la mobilitazione di finanziamenti per il clima sarà sempre di più il tema chiave dei negoziati. Senza trovare un nuovo accordo su chi paga, quanto e come, sarà difficile costruire la fiducia comune per alzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei piani nazionali (azione richiesta entro il 2025) e determinare i flussi finanziari dopo il 2025, termine dopo il quale non c'è un accordo sulla finanza per il clima. La COP28 dovrà quindi affrontare il tema per tutte e tre le dimensioni dell'Accordo di Parigi: la mitigazione, l'adattamento e le perdite e danni. La COP28 si concentrerà su quest'ultima, ma dovrà anche informare il negoziato della COP29 sull'obiettivo finanziario di lungo termine (post 2025). La riforma dell'architettura globale finanziaria – ovvero le regole, i mandati e le risorse degli istituti finanziari internazionali (come, ad esempio, le banche multilaterali di sviluppo e istituti come Cassa depositi e prestiti e Sace) e la regolamentazione finanziaria per allineare i flussi finanziari agli obiettivi di Parigi e mobilitare la finanza privata – è riconosciuta come un pilastro per supportare la transizione e la costruzione di resilienza di tutti i Paesi;

    10) il Fondo italiano per il clima è il principale strumento per perseguire obiettivi nell'ambito degli accordi internazionali su clima e ambiente e, a legislazione vigente, prevede lo stanziamento di 4,2 miliardi di euro su cinque anni entro il 2026 in azioni di mitigazione e adattamento da sviluppare in Paesi partner secondo le strategie e gli obiettivi delineati dal già insediato comitato di indirizzo interministeriale;

    11) le previsioni contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2024 evidenziano un taglio annuale del Fondo italiano per il clima di 240 milioni di euro nel triennio 2024-2026. Risorse che vengono spostate al 2027 per un totale di 840 milioni di euro. L'articolo 88, comma 17, dispone, poi, l'abrogazione della disposizione, introdotta dalla legge di bilancio per il 2022, che prevede che le esposizioni della Cassa depositi e prestiti, a valere sulle risorse della gestione separata, per interventi volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Fondo italiano per il clima, possano beneficiare della garanzia del fondo medesimo;

    12) si tratta di un ulteriore grave depotenziamento del fondo e di un pessimo segnale per gli impegni che attendono il nostro Paese;

    13) il Green deal europeo, il piano per fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, è insieme sia la risposta ai cambiamenti climatici, sia l'occasione per ricostruire su nuove basi la capacità economica e industriale italiana;

    14) la transizione ecologica è infatti la via migliore per rilanciare l'economia italiana attraverso un cambiamento del modello produttivo. Il Green deal è una sfida dell'oggi che guarda al futuro e per questo va sostenuta, senza lasciare indietro nessuno;

    15) in vista della preparazione della COP28 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato conclusioni, che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea, in cui si evidenziano le opportunità che un'azione ambiziosa per il clima offre per il pianeta, l'economia globale e le persone e l'importanza di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre;

    16) in particolare, il Consiglio: a) sottolinea l'importanza di innalzare considerevolmente il livello di ambizione globale affinché l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi resti raggiungibile; b) evidenzia l'importanza di rendere il settore dell'energia prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050, nonché di adoperarsi a favore di un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030. Chiede, inoltre, di eliminare gradualmente il prima possibile le sovvenzioni ai combustibili fossili che non affrontano le questioni della povertà energetica o di una transizione giusta e un'azione globale al fine di triplicare la capacità di energia rinnovabile installata per portarla a 11 terawatt e raddoppiare il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030 c) chiede maggiori sforzi a favore della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell'adattamento agli stessi; d) riconosce la necessità di rafforzare i finanziamenti per il clima per affrontare perdite e danni,

impegna il Governo:

1) in sede di negoziati della COP28:

  a) a sostenere l'azione climatica in modo ambizioso e trasparente durante il «Global stocktake», impegnandosi a presentare entro giugno 2024 un Pniec ambizioso per l'uscita ordinata e progressiva dalle fonti fossili, con particolare riferimento alla pianificazione dell'uscita dal gas, prima causa delle emissioni nazionali e della crisi economica degli ultimi anni, e a svolgere, altresì, una valutazione critica dei progressi fatti e quelli ancora da fare, stabilendo nuovi percorsi per rispettare gli impegni presi in vista del prossimo ndc europeo;

  b) a sostenere una roadmap globale per l'uscita ordinata da tutte le fonti fossili – carbone, petrolio e gas – e per l'eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e a promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, politiche che favoriscano l'espansione delle energie rinnovabili, delle reti elettriche, dei sistemi di stoccaggio e dell'efficienza energetica, contestualmente ad una graduale eliminazione delle eccezioni riservate a nuovi investimenti fossili fuori dal territorio nazionale, pienamente in linea con la dichiarazione di COP26 sulla clean energy transition che l'Italia ha firmato assieme ad oltre 30 Paesi del mondo;

  c) a sostenere l'obiettivo di triplicare a livello globale la capacità di energia rinnovabile installata e raddoppiare il taglio dei consumi attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica;

  d) a promuovere un approccio inclusivo verso la neutralità climatica, garantendo il coinvolgimento della società civile e la trasparenza nelle politiche ambientali, poiché è necessario un impegno condiviso per la riduzione delle emissioni e per l'adozione di pratiche sostenibili;

  e) a sostenere azioni finalizzate a garantire che i finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici siano equamente distribuiti, con particolare riguardo verso i Paesi in via di sviluppo, e a garantire, inoltre, che i negoziati internazionali si traducano in impegni finanziari solidi e in iniziative concrete per sostenere l'adattamento globale;

  f) ad assicurare la tempestiva operatività del Fondo italiano per il clima secondo l'originale roadmap presentata a COP27, che prevede lo stanziamento di 4,2 miliardi di euro su cinque anni entro il 2026 in azioni di mitigazione e adattamento da sviluppare in Paesi partner secondo le strategie e gli obiettivi delineati dal già insediato Comitato di indirizzo interministeriale e in vista di una successiva fase di rifinanziamento del fondo (2026-2030) a copertura degli anni rimanenti al 2030, a tal fine garantendo l'incremento degli stanziamenti per il fondo e prevedendo idonee garanzie per le esposizioni della Cassa depositi prestiti per interventi volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del fondo medesimo;

  g) ad adottare iniziative volte a prevedere lo stanziamento di un contributo di almeno 100 milioni di dollari quale contributo dello Stato italiano per il nuovo fondo perdite e danni (loss & damage) e sostegno a meccanismi di compensazione per le perdite e i danni legati ai cambiamenti climatici secondo criteri di solidarietà finanziaria nella risposta all'emergenza e non solo schemi assicurativi o sotto forma di prestiti, prevedendo inoltre azioni finalizzate a garantire che le istituzioni finanziarie internazionali partecipino attivamente all'ideazione di soluzioni per le popolazioni più vulnerabili, nel pieno rispetto dei diritti umani delle popolazioni coinvolte;

  h) a sostenere iniziative finalizzate a garantire una risposta concreta alle sfide interconnesse del degrado del suolo, dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità e, in particolare, iniziative che prevedano politiche di conservazione e la creazione di aree protette, il ripristino degli ecosistemi e la loro protezione sia a livello nazionale che internazionale, nonché politiche di contrasto alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità;

  i) a sostenere iniziative finalizzate alla creazione di un sistema finanziario globale che faciliti e incentivi gli investimenti sostenibili, orientando l'economia verso la neutralità climatica e rafforzando la resilienza di fronte al cambiamento climatico.
(1-00217) «Braga, Simiani, Curti, Ferrari, Scarpa».

(20 novembre 2023)

   La Camera,

   premesso che:

    1) la 28ª Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul cambiamento climatico (Unfccc, COP28), che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, dovrà considerare l'avanzamento degli impegni derivanti dall'Accordo di Parigi siglato nel 2015 a seguito della 21a Conferenza delle Parti (COP21) e ratificato dall'Italia con la legge n. 204 del 2016;

    2) in tale accordo gli Stati parte dell'Accordo di Parigi si sono impegnati in un'azione collettiva globale per limitare l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi e perseguire ogni sforzo per limitarla a 1,5 gradi centigradi, rispetto ai livelli preindustriali, entro il 2050, per agire per adattarsi agli effetti già esistenti del cambiamento climatico e per rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso verso basse emissioni di gas serra e uno sviluppo resiliente al clima;

    3) alla COP28 saranno valutati i progressi fatti verso gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, il cosiddetto Global stocktake, primo resoconto dell'impatto delle azioni per il clima adottate dai Paesi membri dell'Unfcc, che include anche una verifica della loro validità per raggiungere gli obiettivi. Saranno quindi esaminate tutte le scelte volte a frenare il riscaldamento globale, diminuendo le emissioni in atmosfera dei gas serra che ne sono responsabili, e le misure di adattamento adottate consistenti nelle tecnologie e nei processi che limitano i danni provocati dagli eventi meteorologici estremi e i flussi finanziari e mezzi di attuazione, a sostegno dei Paesi in via di sviluppo. Questo potrà creare le basi per guidare l'accelerazione dell'ambizione nella prossima tornata dei piani d'azione per il clima nazionali, prevista per il 2025;

    4) dovrebbero essere rese operative le nuove modalità di finanziamento delle azioni per affrontare perdite e danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, incluso un fondo (loss and damage fund), richiesto dalla COP27, per supportare i Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili alle perdite e ai danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici. Saranno inoltre affrontate le tematiche sulla conservazione della biodiversità e sulla neutralità climatica dei sistemi alimentari;

    5) la COP28 dovrà adottare le decisioni conseguenti ai contenuti del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6) pubblicato a marzo 2023 dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), nel quale si confermano i dati sul cambiamento climatico e sulle attività umane che hanno per conseguenza la sua accelerazione, con i conseguenti impatti, consistenti nell'aumento della temperatura globale e nell'intensificazione degli eventi meteorologici estremi, nonché, per l'interconnessione dei sistemi, in danni alla biodiversità, desertificazione, degrado delle acque anche marine e innalzamento degli oceani;

    6) secondo l'Intergovernmental panel on climate change le azioni poste in essere a livello nazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, considerate collettivamente, non sono sufficienti per mantenere il limite di aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi, dato confermato dall'Organizzazione meteorologica mondiale (World meteorological organization-Wmo) secondo la quale, in base alle proiezioni decennali, si stima una probabilità del 66 per cento che la temperatura globale media annuale della superficie terrestre tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali per almeno un anno;

    7) a settembre 2023 il Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) ha pubblicato un rapporto tecnico, propedeutico ai lavori della COP28, che segnala come, malgrado gli impegni assunti dai Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi e le risorse impegnate, si è lontani dai risultati sperati. I livelli d'investimento sono troppo bassi, frammentati e non coordinati a livello internazionale, con impatti negativi sulla loro efficacia generale;

    8) il rapporto Unfccc sottolinea l'importanza di una gestione oculata del territorio, in quanto gli ecosistemi possono offrire un contributo considerevole nella lotta al cambiamento climatico. In particolare, un ruolo di fondamentale importanza è attribuito alla protezione delle foreste, che per la loro capacità di assorbimento dell'anidride carbonica rappresentano un alleato naturale nella lotta al cambiamento climatico;

    9) in merito a questo, con l'adozione del Kunming-Montreal global biodiversity framework, i Paesi partecipanti alla COP15 di Montreal (dicembre 2022) hanno stabilito l'obiettivo di garantire che entro il 2030 almeno il 30 per cento delle aree degradate degli ecosistemi terrestri, umidi, costieri e marini siano sottoposti a un efficace ripristino, al fine di rafforzare la biodiversità, le funzioni e i servizi ecosistemici, nonché l'integrità e la connettività ecologica e l'obiettivo di aumentare le risorse finanziarie internazionali totali legate alla biodiversità ai Paesi in via di sviluppo ad almeno 30 miliardi di dollari l'anno entro il 2030;

    10) il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il 16 ottobre 2023 le conclusioni che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea per la COP28, nelle quali, in particolare, si chiede con un'azione più determinata e maggiore ambizione a livello mondiale in questo decennio critico, in linea con le relazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), sottolineando che per limitare il riscaldamento a circa 1,5 gradi centigradi sarebbe necessario raggiungere il picco globale delle emissioni di gas a effetto serra al più tardi entro il 2025 e ridurle del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019;

    11) nelle conclusioni si sottolinea, altresì, che il passaggio a un'economia climaticamente neutra richiede la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo; in tale contesto è stata ribadita l'importanza di eliminare i combustibili fossili dal settore energetico prima del 2050, progredendo verso un sistema energetico climaticamente neutro già negli anni 2030;

    12) a livello nazionale, lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi internazionali ed europei, climatici ed energetici è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui versione definitiva dovrà essere trasmesso alla Commissione europea entro il primo semestre del 2024;

    13) il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha pubblicato nella sua sesta relazione di valutazione la conclusione secondo cui sono necessarie importanti riduzioni delle emissioni antropogeniche di metano entro il 2030 per rimanere al di sotto di 1,5 gradi centigradi;

    14) il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione su una nuova legge per ridurre le emissioni di metano dal settore energetico, per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione europea e migliorare la qualità dell'aria;

    15) si tratta della prima legge dell'Unione europea per ridurre le emissioni di metano e comprende le emissioni dirette di metano provenienti dai settori del petrolio, del gas fossile e del carbone, oltre che dal biometano una volta immesso nella rete del gas. I parlamentari europei chiedono che le nuove norme includano anche il settore petrolchimico;

    16) l'Italia condivide l'orientamento comunitario per incrementare la decarbonizzazione dell'economia promuovendo un patto verde con le imprese e i cittadini che consideri l'ambiente come motore economico del Paese. In tale contesto la normativa europea, recentemente novellata dalla direttiva (Ue) 2023/959 del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 maggio 2023 recante modifica della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione, e della decisione (UE) 2015/1814, relativa all'istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell'Unione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra, tra le considerazioni, definisce le disposizioni in materia di cattura e stoccaggio del carbonio, come «obsolete»;

    17) a tal proposito si consideri che l'innovazione tecnologica per la decarbonizzazione gode di un diffuso consenso tra cittadini e imprese, che può crescere accompagnando la transizione con attività di ricerca e innovazione che, in coerenza con gli orientamenti europei e con le necessità di decarbonizzazione, sviluppino soluzioni tecniche idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l'economicità di forniture di energia. Tra le migliori soluzioni proposte dalla comunità scientifica si segnala la «carbon capture utilization and storage» (ccus), una serie di tecnologie che prevedono non solo la cattura di anidride carbonica, ma anche il suo trasporto e riutilizzo nei processi industriali, contribuendo vantaggiosamente al raggiungimento dell'obiettivo;

    18) l'Agenzia internazionale per l'energia (Iea) ritiene fondamentale l'intervento dei Governi nazionali per promuovere un uso sistematico della ccus, giungendo a dichiarare che: «Dobbiamo adottare misure urgenti per garantire che questa soluzione sia disponibile a contribuire al raggiungimento degli obiettivi “net zero”. Nel prossimo decennio è necessaria un'importante accelerazione dello sviluppo di ccus per mettere il sistema energetico globale sulla strada delle zero emissioni nette»;

    19) il sistema finanziario globale non è sufficientemente impegnato nel sostegno alla transizione verso un sistema economico climaticamente neutro e appare ancora troppo legato alle tecnologie fossili. Non sono sufficientemente coinvolte le banche multilaterali di sviluppo e le istituzioni internazionali, tra cui la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e la Banca europea per gli investimenti, sia nel contribuire agli accordi di finanziamento per la transizione, sia per quanto riguarda il finanziamento del meccanismo di risposta a loss and damage;

    20) la necessità dei maggiori impegni sopra delineati è emersa con forza nel summit africano sul clima, tenutosi a Nairobi all'inizio del mese di settembre 2023, nel summit Medio Oriente-Nordafrica sul clima, tenutosi a Riad, e negli incontri della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che si sono svolti nella settimana del 9 ottobre 2023;

    21) nelle relazioni con il Sud del mondo, l'Italia ha un ruolo di primo piano essendo uno dei principali attori economici in Africa. Il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, nel discorso tenuto all'Assemblea generale dell'Onu il 20 settembre 2023, ha riconosciuto il legame fra il riscaldamento globale e l'incremento dei migranti ambientali provenienti in particolare dall'Africa;

    22) analoga posizione ha espresso durante l'incontro del 10 ottobre 2023 con il Presidente della COP28, sottolineando la necessità di aumentare gli sforzi globali per l'attuazione dell'agenda sul cambiamento climatico. Lo scambio di buone pratiche, raccomandato dall'Onu nel quadro di una maggiore cooperazione internazionale in particolare a livello regionale, potrebbe rendere l'Italia protagonista in ambito mediterraneo;

    23) le misure di contrasto al cambiamento climatico e quelle destinate a favorire la transizione energetica, se sviluppate con un corretto cronoprogramma, possono essere un'opportunità economica per il Paese con l'aumento degli investimenti, della competitività e dell'innovazione, nel quadro di una meditata e progressiva riconversione dei posti di lavoro;

    24) ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici è fondamentale per la sicurezza del Paese. Durante tutto il 2022 e nei primi cinque mesi del 2023, secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), in Italia si sono registrati 432 eventi climatici estremi di elevata gravità, con un aumento, rispetto al periodo precedente, del 135 per cento di eventi legati a fenomeni meteorologici. A causa di questi negli ultimi 43 anni nel nostro Paese si sono contati 22 mila morti e danni economici per 100 miliardi di euro,

impegna il Governo:

1) a promuovere il dialogo tra le Parti per innalzare l'ambizione globale sui contributi determinati a livello nazionale (nationally determined contributions, ndc), consistenti in piani nazionali, contenenti le azioni per il cambiamento climatico adottati per il raggiungimento degli obiettivi globali stabiliti nell'Accordo di Parigi, al fine di colmare il divario tra gli obiettivi ivi dichiarati e lo stato dei fatti emerso dagli ultimi contributi scientifici, con particolare riferimento all'obiettivo di mantenere l'innalzamento della temperatura media globale entro 1,5 gradi;

2) a sostenere l'iniziativa volta ad attuare il meccanismo del loss and damage fund, istituito nella COP27, per rispondere alle perdite e ai danni provocati dal cambiamento climatico subiti dai Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili;

3) in tale ambito ad adottare iniziative volte a incrementare entro il 2025, in ossequio alla richiesta della COP26 di Glasgow 2021 rivolta ai Paesi sviluppati, i finanziamenti per l'adattamento nei Paesi in via di sviluppo rispetto ai livelli del 2019, anche in considerazione della potenziale capacità di contribuire finanziariamente agli obiettivi climatici da parte di tutte le grandi economie maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra;

4) a farsi promotore di iniziative per contribuire a raggiungere l'obiettivo dei Paesi sviluppati di mobilitare collettivamente finanziamenti per il clima pari a 100 miliardi di dollari fino al 2025 e dell'adozione di un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima post 2025 con una riformulazione dell'architettura dei fondi legati al clima, soprattutto in virtù della partecipazione dell'Italia al loss and damage fund;

5) ad adottare iniziative per il raggiungimento dell'obiettivo di una quota pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo in aiuti allo sviluppo, destinando il 50 per cento di queste risorse alla lotta al cambiamento climatico;

6) a farsi promotore di iniziative nelle sedi internazionali, volte a indirizzare il sistema finanziario globale e le sue istituzioni a sostenere investimenti coerenti con gli obiettivi climatici o a introdurre clausole climatiche nei finanziamenti concessi – anche sulla scorta del principio di neutralità tecnologica – su cui introdurre un controllo di tracciabilità, anche con riferimento alle banche multilaterali di sviluppo;

7) a valutare la possibilità che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'impegno della COP26 di Glasgow 2021 e, più in generale, contengano clausole climatiche;

8) a sostenere la posizione che il passaggio a un'economia climaticamente neutra, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, richiederà la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo già in questo decennio per conseguire la necessaria mitigazione, come indicato dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc);

9) ad attuare l'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c), dell'Accordo di Parigi, anche attraverso l'avvio di un percorso nazionale di graduale riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, da realizzare secondo modalità compatibili con lo sviluppo economico e sociale del Paese, promuovendo tale percorso anche a livello internazionale, anche con riferimento all'agenda della Presidenza italiana del G7 nel 2024, promuovendo la ricerca e l'utilizzo di bio-combustibili che giocano un ruolo cruciale nella riduzione del riscaldamento globale, offrendo una fonte energetica sostenibile e a basse emissioni di carbonio, contribuendo così a mitigare l'impatto ambientale e traghettare verso l'azzeramento delle emissioni di gas serra al 2050;

10) a promuovere e sostenere la prosecuzione del Programma di lavoro sulla mitigazione (Mwp) per accelerare con urgenza l'azione globale di riduzione delle emissioni climalteranti;

11) ad adottare le iniziative di competenza per incentivare le sperimentazioni volte all'abbattimento delle emissioni e allo stoccaggio a lungo termine dell'anidride carbonica, in tale ambito riaffermando gli impegni presi nell'ambito del Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal (COP15) e della Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e sull'uso del suolo;

12) a integrare nei piani nazionali di mitigazione il rafforzamento dei piani per la difesa della biodiversità, nel quadro della relativa strategia al 2030, la piena attuazione delle misure sui serbatoi di carbonio agroforestali, le incentivazioni per la sostenibilità del sistema agricolo e per lo sviluppo delle buone pratiche agronomiche, in modo da tutelare le risorse sotto il profilo qualitativo e quantitativo, aumentare e mantenere la qualità del territorio e la fertilità organica del suolo, favorire il sequestro di carbonio, mitigare gli impatti della zootecnia e ridurre l'utilizzo della chimica nel suolo, come indicato dalla legge europea sul clima e dal Green new deal;

13) a garantire la piena operatività del fondo mutualistico nazionale Agricat, al fine di aumentare la capacità di risposta delle aziende agricole ai cambiamenti climatici, favorendo inoltre una più ampia adesione da parte delle stesse aziende ai programmi di gestione del rischio;

14) a individuare, in particolare, le azioni e le politiche di mitigazione e adattamento del territorio con considerazione specifica per quelle aree del Paese sottoposte a più forte rischio idrogeologico o soggette con frequenza a eventi meteorologici estremi;

15) ad adottare le opportune iniziative per stimolare la coscienza critica dei cittadini, nonché la loro partecipazione ai processi decisionali in ambito ambientale, soprattutto dei giovani, perseguendo le priorità trasversali e il raggiungimento dei target quantitativi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza relativamente ai giovani, alla parità di genere e alla riduzione dei divari territoriali;

16) a favorire regolarmente ogni elemento utile sui progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della COP28, coinvolgendo attivamente il Parlamento, le parti sociali e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti;

17) ad adottare le iniziative ritenute opportune finalizzate a sviluppare ulteriormente i settori della cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica, con particolare riguardo per filiera carbon capture utilization and storage (ccus), per garantire l'effettivo sviluppo della filiera stessa e ridurre conseguentemente i livelli e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, anche attraverso ogni opportuna iniziativa volta al rilevamento e alla riparazione delle fuoriuscite di metano.
(1-00219) «Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato, Battistoni, Benvenuti Gostoli, Benvenuto, Alessandro Colucci, Mazzetti, Foti, Bof, Iaia, Montemagni, Lampis, Pizzimenti, Milani, Fabrizio Rossi, Rotelli, Rachele Silvestri».

(27 novembre 2023)

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