TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 272 di Mercoledì 3 aprile 2024

 
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MOZIONE FRANCESCO SILVESTRI ED ALTRI N. 1-00164 (NUOVA FORMULAZIONE) PRESENTATA A NORMA DELL'ARTICOLO 115, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO, DANIELA GARNERO SANTANCHÈ

   La Camera,

   premesso che:

    con decreto del Presidente della Repubblica del 21 ottobre 2022, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, la senatrice Daniela Garnero Santanchè è stata nominata Ministro del turismo;

    sulla base dell'articolo 93 della Costituzione e ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento di fedeltà alla Repubblica, nonché di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e «di esercitare le funzioni nell'interesse esclusivo della nazione»;

    sono ormai noti i contenuti delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto la Ministra Santanchè già dal novembre 2022 e che hanno anticipato, in parte, i contenuti del recente avviso di chiusura delle indagini preliminari di uno dei filoni di inchiesta del gruppo Visibilia, notificato il 22 marzo 2024 alla stessa Ministra e ad altri soggetti, per l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato;

    nel 2011 la Ministra, che all'epoca dei fatti ricopriva la carica di Sottosegretario, partecipa all'acquisizione del gruppo Ki Group spa, attivo nella distribuzione dell'alimentare biologico;

    nel 2017 il vecchio amministratore delegato, rimasto in carica anche a seguito della citata acquisizione e negli anni in cui il gruppo registra fatturati altissimi, fino a toccare i 55 milioni di euro, abbandona il suo ruolo e la gestione diretta del gruppo passa alla Ministra, all'allora compagno Canio Mazzaro e ad alcuni dei loro familiari;

    secondo quanto riportato nelle inchieste, da quel momento per Ki Group inizia il declino: già nel 2018 il gruppo accumula 8 milioni di euro di debito nei confronti dei fornitori, che, oltre a grandi marchi del biologico, includono anche decine di piccole e medie imprese del made in Italy del settore. Le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti del programma Report dai diretti interessati testimoniano un coinvolgimento diretto della Ministra nell'assicurare il pagamento delle forniture;

    dal 2019 i bilanci della società vengono sistematicamente bocciati dalla società di revisione, mentre i crediti dei fornitori vengono trasferiti alla neonata Ki Group s.r.l. Alla chiusura del bilancio del 2021, dopo soli 2 anni di attività, il debito nei confronti dei fornitori ammonta già a oltre 3 milioni di euro;

    rispetto al momento della quotazione in borsa la società passa in 9 anni da un valore di 35 milioni a 469 mila euro. Di contro, secondo quanto evidenziato nell'inchiesta, la Ministra ha incassato per le cariche sociali 2 milioni e mezzo di euro e il suo socio, Canio Mazzaro, circa 6 milioni di euro;

    le testimonianze degli ex dipendenti di Ki Group sono desolanti: l'ammontare complessivo delle liquidazioni che devono essere ancora pagate è di circa 800 mila euro e sono centinaia i dipendenti che aspettano ancora il versamento del trattamento di fine rapporto;

    nelle inchieste si dà conto anche di alcune chat tra la Ministra e uno degli ultimi dipendenti rimasti, che dimostrano il suo diretto coinvolgimento nella direzione della società fino a buona parte del 2022 e, quindi, anche nel periodo in cui sono avvenuti i licenziamenti e i mancati versamenti dei trattamenti di fine rapporto;

    sarebbero emerse irregolarità e operazioni finanziarie fumose anche nella gestione di un'altra delle società di cui è socia la Ministra, la Visibilia Editore s.p.a., proprietaria di numerose riviste;

    anche in questo caso, i bilanci sono in costante passivo e anche in questo caso viene sottolineata la prassi già adottata di celare le perdite mediante la costituzione di nuove società, con operazioni finanziarie spregiudicate e artifizi contabili;

    nel 2017 vengono licenziati tutti i dipendenti dei giornali che fanno capo a Visibilia Editore, che, nel 2019, per far fronte a una grave crisi di liquidità, ottiene un prestito di circa 3 milioni di euro da una società di investimento degli Emirati Arabi, la Negma. Emerge dalle inchieste giornalistiche che si tratterebbe di un prestito obbligazionario convertibile che ha consentito al fondo che lo ha erogato di decidere liberamente quando convertire le obbligazioni in azioni e che, attraverso quella che viene definita una vera e propria manipolazione del mercato azionario, ha portato al crollo per il 98 per cento del valore delle azioni di Visibilia. Al contrario le plusvalenze ottenute da Negma sono sproporzionate rispetto al prestito erogato;

    a seguito della denuncia da parte di un'azionista di minoranza, diversi tra i maggiori quotidiani nazionali hanno pubblicato articoli nei quali si riferisce delle relazioni tecniche depositate alla procura di Milano dai consulenti dei pubblici ministeri che indagano per falso in bilancio e bancarotta: «ingiustificate sopravvalutazioni degli avviamenti societari (...) mancate o tardive svalutazioni di crediti infragruppo e verso clienti insolventi, cessioni di rami d'azienda finalizzate alla creazione di plusvalenze fittizie»;

    risulta, inoltre, che già a novembre 2022 era stato chiesto il fallimento dell'azienda, evitato da parte della Ministra con il pagamento in extremis di una parte dei debiti, e per i quali si apprende che i suoi legali abbiano proposto all'Agenzia delle entrate un piano di restituzione del debito che prevede il versamento del 66,41 per cento di quanto preteso fra imposte non saldate, irregolarità, interessi e sanzioni, in dieci anni attraverso rate semestrali;

    la società Ki Group risulterebbe essere stata destinataria di un credito di imposta di 600 mila euro e di un finanziamento da parte del fondo «Patrimonio PMI» di Invitalia di 2,7 milioni di euro, nel quadro temporaneo di aiuti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19, finalizzato al pagamento di fornitori e dipendenti;

    sarebbe emerso che un ex dipendente Visibilia con ruoli di responsabilità sia stato posto in cassa integrazione a zero ore a sua insaputa, avvalendosi delle misure straordinarie messe in capo dal Governo per sostenere imprenditori e lavoratori durante l'emergenza pandemica e che avrebbe, invece, continuato a svolgere il proprio lavoro; dai successivi controlli dell'Inps sarebbero poi emersi altri dipendenti di Visibilia che avrebbero lavorato nonostante fossero in cassa integrazione a zero ore;

    appare utile ricordare che la Ministra, che raramente perde occasione di evidenziare il suo ruolo di imprenditrice, ha più volte pubblicamente dichiarato, smentita dalle testimonianze dei dipendenti delle sue società, di aver anticipato la cassa integrazione;

    giova in merito ricordare che nella seduta n. 128 di mercoledì 28 giugno 2023 della Camera dei deputati il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/1238/10 a prima firma dell'onorevole Gribaudo del Partito Democratico, che, facendo esplicito riferimento alla vicenda Visibilia, impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile per potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato della cassa straordinaria Covid e per sanzionare gli operatori che ne avessero usufruito in maniera fraudolenta, recuperando con la massima sollecitudine gli importi illecitamente percepiti;

    ad otto mesi dall'informativa della Ministra Santanchè al Senato della Repubblica – in cui la Ministra aveva fornito rassicurazioni sul pagamento della liquidazione agli ex dipendenti di Ki Group e sull'avvio della ristrutturazione di Visibilia – la procura di Milano ha quindi notificato, il 22 marzo 2024, l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti della Ministra Santanchè, del suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e di Paolo Concordia, consulente con gestione del personale, e delle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, con l'ipotesi di truffa aggravata nei confronti dello Stato «in relazione a presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione Covid per tredici dipendenti»;

    dall'inchiesta per le presunte irregolarità sulla gestione della cassa integrazione durante il Covid tra il 2020 e il 2022 emergerebbe, come anticipato nelle citate inchieste giornalistiche, il mancato versamento da parte di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria di oltre 120 mila euro di contributi previdenziali all'Inps a favore dei dipendenti, aspetto sul quale sono attualmente in corso accertamenti da parte dello stesso istituto previdenziale, su delega della procura, per stabilire l'importo esatto dell'omesso versamento;

    con la conclusione del filone di inchiesta, uno di quelli del «pacchetto Visibilia», per presunte irregolarità ai danni dell'Inps legate alla cassa integrazione a zero ore, si potrebbe quindi profilare una richiesta di rinvio a giudizio per la Ministra, il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo, l'ex consulente esterno Paolo Concordia e per le due società; la stessa Ministra, con riferimento alla recente conclusione delle indagini a suo carico, ha d'altronde dichiarato che, in sede politica, dopo la decisione del giudice dell'udienza preliminare, opererà una «seria e cosciente valutazione» della vicenda;

    tra gli atti dell'inchiesta della procura di Milano sul gruppo editoriale Visibilia ci sarebbe inoltre la segnalazione di operazione sospetta redatta dall'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia sulla compravendita di una villa in Versilia, acquistata da Dimitri Kunz D'Asburgo, compagno della Ministra Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa per 2,45 milioni di euro e rivenduta a gennaio 2023, in meno di un'ora dal rogito, all'imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni di euro. Da quanto si apprende da fonti di stampa, la Guardia di finanza sarebbe stata delegata ad indagare per riciclaggio sui flussi di denaro e sulla destinazione della plusvalenza di un milione e verificare se parte della somma sia servita per coprire proprio i debiti del gruppo Visibilia o se in qualche modo possa essere servita per giustificare alcune operazioni finanziarie connesse alla gestione della crisi delle aziende del gruppo;

    su tale vicenda il Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati aveva peraltro depositato, già a luglio 2023, l'interpellanza n. 2-00196 a prima firma del deputato Francesco Silvestri – rimasta senza risposta – in cui si chiedevano proprio chiarimenti da parte del Governo in ordine alla compatibilità della compravendita immobiliare effettuata dai soci Dimitri Kuntz e Laura De Cicco con la normativa vigente in materia antiriciclaggio;

    la notizia della conclusione delle indagini segue di qualche giorno quella della disposizione da parte della sezione imprese del tribunale civile di Milano dell'amministrazione giudiziaria per Visibilia Editore, a fronte delle gravi criticità nei conti e nella gestione della società evidenziate dai giudici; nel provvedimento, la sezione del tribunale di Milano aveva messo in evidenza che «la situazione è tanto più grave e rilevante considerando che Visibilia Editore spa è società quotata e che attualmente le società del gruppo sono chiamate a gestire una conclamata situazione di crisi»;

    in conclusione, ciò che emergerebbe dalle inchieste e dalle prime verifiche giudiziarie è che tutte le società gestite dalla Ministra Santanchè nel corso degli ultimi dieci anni, a partire dalla galassia Visibilia a Bioera e Ki Group, verserebbero in una situazione di profonda crisi economica a causa dell'ammontare delle perdite e dei debiti accumulati. La settimana scorsa il tribunale fallimentare di Milano ha preso atto del tracollo anche dell'ultima azienda, Umbria srl, di cui la procura ha chiesto la liquidazione giudiziale;

    risulta evidente che, indipendentemente da quelle che sono state le dichiarazioni – a tratti scomposte – dei vari rappresentati della maggioranza, il Governo ha voluto dare un segnale, o almeno così è parso, di intransigenza nei confronti di chi si è approfittato di un momento di così grande fragilità per il Paese e per il suo settore produttivo;

    le circostanze emerse sono assolutamente incompatibili con il ruolo di Ministro della Repubblica, tanto più incompatibili per un Ministro che vanta un ruolo attivo nell'imprenditoria del Paese e che riveste una funzione pubblica così rilevante nel tessuto produttivo;

    l'industria turistica ha un peso molto rilevante per l'economia italiana, superiore alla media dei Paesi Ocse, tanto che il calo dell'attività turistica nel biennio 2020-2022 ha inciso per oltre un quarto sulla perdita complessiva del valore aggiunto registrata in Italia;

    d'altra parte, risulta inoltre ancora aperta l'indagine della Corte dei conti sulla sospensione temporanea, per circa due mesi, della campagna pubblicitaria del portale «Open to Meraviglia – Italia.it» sulla quale sarebbero attualmente in corso le valutazioni dei magistrati contabili sull'ipotesi di danno erariale a seguito del blocco della campagna social, inaugurata dal Ministero del turismo e costata circa 9 milioni di euro, per dare visibilità alle bellezze naturalistiche e artistiche del nostro Paese;

    sebbene la riforma costituzionale del titolo V della Costituzione, operata con la legge costituzionale n. 3 del 2001, abbia reso il turismo una materia di competenza residuale per le regioni a statuto ordinario, così come già previsto per le regioni a statuto speciale, è necessario evidenziare che, per numerosi e rilevanti profili, il riferimento alla legislazione statale nella disciplina del turismo è tuttora molto consistente. Sono, infatti, molto rilevanti i condizionamenti che possono derivare dall'intervento del legislatore statale nelle materie affidategli, in modo esclusivo o concorrente, e che presentano profili di interconnessione e sovrapposizione con la materia del turismo, come, ad esempio: la tutela della concorrenza; i rapporti internazionali e con l'Unione europea; la tutela dell'ambiente e dei beni culturali; le competenze concorrenti in materia di professioni; il governo del territorio, comprendente l'urbanistica e l'edilizia; le grandi reti di trasporto e di navigazione;

    la Ministra Santanchè è stata chiamata a riferire in Senato nella seduta del 5 luglio 2023 dopo giorni di richieste da parte delle opposizioni e le forti pressioni della sua stessa maggioranza;

    in merito all'informativa tenuta dalla Ministra occorre rilevare che i chiarimenti resi non forniscono spiegazioni sufficienti a fugare le forti perplessità sull'opportunità della sua permanenza al Governo;

    gli elementi resi in sede di informativa, ritenuti del tutto insoddisfacenti rispetto alla gravità dei fatti, hanno motivato la presentazione, e poi l'esame, al Senato della Repubblica, da parte del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle, di una mozione di sfiducia individuale nei confronti della Ministra del turismo Daniela Santanchè, a prima firma del senatore Patuanelli;

    circa la paventata estraneità ai fatti contestati, appare utile sottolineare che, nella dichiarazione patrimoniale depositata dalla Ministra presso gli uffici del Senato della Repubblica nel 2022, la stessa risulta proprietaria del 95 per cento delle azioni di Visibilia s.r.l. e di Immobiliare Dani s.r.l. Nel corso della XVIII legislatura la dichiarazione patrimoniale è stata depositata come invariata per tutti gli anni dal 2018 al 2022 ed evidenzia come la Ministra fosse amministratore unico di Visibilia s.r.l., amministratore delegato di Visibilia Editore s.p.a. e presidente del consiglio di amministrazione di Ki Group s.p.a.;

    dalle inchieste giornalistiche emerge una tendenza a considerare le regole del mercato e le regole sindacali e previdenziali come orpelli di impaccio alla libertà imprenditoriale; condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un Ministro;

    ferme restando le eventuali responsabilità che verranno in caso accertate nelle sedi opportune, i fatti esposti minano fortemente la credibilità della Ministra e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le delicate funzioni alle quali è chiamata, nonché sull'opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica governativa di primo piano e di piena rappresentanza politica;

    l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che «i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Tale disposizione individua una sorta di «dovere di fedeltà qualificata» gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà poi ulteriormente rafforzata dall'obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Trattasi di giuramento avente natura promissoria, cioè di una promessa per il futuro mediante la quale il giurante, con un'apposita dichiarazione unilaterale di volontà espressa mediante un'apposita formula rituale, si impegna a vincolare il proprio comportamento al rispetto dei doveri derivanti dalla Costituzione e dalle leggi. Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall'obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina ed onore sopra richiamati; tale vincolo concernerebbe il rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale, che non sono facilmente riproducibili in specifiche definizioni legislative, ed opererebbe proprio nella sfera morale, quella cioè di fronte alla quale l'operatività dei precetti giuridici normalmente si arresta;

    la situazione soggettiva del Ministro del turismo, alla luce dei fatti emersi, risulterebbe sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi ricoperti, non potendo l'Italia proseguire ad avere un Governo i cui membri espongano il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dalla commistione di interessi pubblici e privati;

    è imprescindibile che il nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di «onorabilità» per coloro a cui sono affidate funzioni pubbliche. Ne consegue la responsabilità politica anche del Presidente del Consiglio dei ministri, che, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione, dirige la politica generale del Governo,

   visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati,

   esprime la propria sfiducia al Ministro del turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni.
(1-00164) (Nuova formulazione) «Francesco Silvestri, Pavanelli, Baldino, Santillo, Fenu, Cappelletti, Auriemma, Aiello, Alifano, Amato, Appendino, Ascari, Barzotti, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Caramiello, Carmina, Carotenuto, Caso, Cherchi, Alfonso Colucci, Conte, Sergio Costa, D'Orso, Dell'Olio, Di Lauro, Donno, Fede, Ilaria Fontana, Giuliano, Gubitosa, Iaria, L'Abbate, Lomuti, Lovecchio, Morfino, Orrico, Pellegrini, Penza, Quartini, Raffa, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Scerra, Scutellà, Sportiello, Todde, Torto, Traversi, Tucci».

(6 luglio 2023)

MOZIONE RICHETTI, BRAGA, FRANCESCO SILVESTRI, ZANELLA ED ALTRI N. 1-00249 PRESENTATA A NORMA DELL'ARTICOLO 115, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI, MATTEO SALVINI

   La Camera,

   premesso che:

    con decreto del Presidente della Repubblica 21 ottobre 2022, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, il senatore Matteo Salvini è stato nominato Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

    con decreto del Presidente della Repubblica 23 ottobre 2022, sempre su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, allo stesso Ministro Salvini sono state attribuite le funzioni di Vicepresidente del Consiglio dei ministri;

    ai sensi dell'articolo 93 della Costituzione e dell'articolo 1, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento di fedeltà alla Repubblica, nonché di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e «di esercitare le (...) funzioni nell'interesse esclusivo della nazione»;

    l'11 marzo 2015, l'allora eurodeputato Matteo Salvini affermava che «la Russia è sicuramente molto più democratica dell'Unione Europea di oggi, una finta democrazia. Io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei Paesi europei, mal governati da presunti Premier eletti che non sono eletti da nessuno, ma telecomandati da qualcun altro»;

    il 25 novembre 2015, dopo aver preso parte alla seduta plenaria del Parlamento europeo durante la quale interveniva il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul fenomeno dell'immigrazione e sulla necessità di avere un'Europa unita, Matteo Salvini pubblicava un post sui propri canali social in cui scriveva «cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin», allegando una sua fotografia in cui posava, all'interno dell'aula di Strasburgo, indossando una maglietta con sopra stampato il volto di Vladimir Putin, recando peraltro un grave danno di immagine e di credibilità alla Presidenza della Repubblica;

    il 6 marzo 2017 Matteo Salvini firmava, in qualità di segretario federale del partito politico «Lega Nord» – carica poi confermata il 31 gennaio 2020 con riferimento al partito politico «Lega per Salvini Premier» – un accordo con Sergei Zheleznyak, vicesegretario generale del Consiglio per le relazioni internazionali del partito politico russo «Russia unita», afferente al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il quale era già stato a capo del partito fino al 2012;

    tale accordo, sottoscritto a Mosca in data 6 marzo 2017, in base al punto 8) aveva una durata pari a cinque anni e si è automaticamente rinnovato il 6 marzo 2022, successivamente, quindi, all'invasione russa dell'Ucraina;

    negli anni, l'esistenza dell'accordo è stata citata e riportata più volte anche in sedi pubbliche e interviste rilasciate dallo stesso Ministro Salvini, il quale non ha ad oggi ancora mai smentito né i contenuti dell'accordo né ha prodotto il documento che notifichi alla controparte russa l'intenzione di cessazione dello stesso;

    tra le altre cose, al punto 4) dell'accordo si prevede che il Ministro Salvini e la controparte russa promuovano la creazione di relazioni tra i deputati dei due partiti politici, organizzando anche «lo scambio di esperienze in attività legislative»;

    successivamente alla sottoscrizione dell'accordo, il Ministro Salvini affermava pubblicamente che si trattasse di «un accordo programmatico di collaborazione tra Lega e Russia Unita, che è il movimento del Presidente Putin» aggiungendo che «Putin sia uno dei migliori uomini di Governo al mondo perché lo credo e perché lo dicono i fatti» e che se «avessimo un Putin anche in Italia staremmo sicuramente meglio, e questo lo dico perché ne sono convinto»;

    l'anno successivo, nell'estate del 2018, il Ministro Salvini affermava pubblicamente come «abbiamo solo che da imparare (...) da Putin in termini di difesa della propria gente e del proprio popolo» e che «l'annessione della Crimea alla Russia è (...) legittima»;

    a distanza di un anno da tale dichiarazione, il 2 agosto 2019, dal palco della festa della Lega svoltasi a Cervia, il Ministro Salvini elogiava ancora una volta l'operato di Putin, ritenendo che «Putin sia un grande uomo di stato e di governo»;

    nonostante le recenti dichiarazioni dei componenti del partito del Ministro Salvini, tendenti a specificare come, nella realtà, l'accordo di collaborazione con il partito «Russia Unita» non sia mai stato concretamente implementato, a quanto risulta – come detto – il Ministro Salvini non ha mai agito formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l'entità politica del Presidente Vladimir Putin;

    nella sostanza, ad oltre due anni dall'inizio dell'illegale invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, il Governo della Repubblica Italiana è rappresentato da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso;

    alla luce di queste considerazioni, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, il Ministro Salvini non può rappresentare degnamente la Repubblica Italiana ma, anzi, dimostra di non esercitare appieno le proprie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione,

per tali motivi:

   visto l'articolo 94 della Costituzione;

   visto l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati,

   esprime la propria sfiducia al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, senatore Matteo Salvini, e lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni.
(1-00249) «Richetti, Braga, Francesco Silvestri, Zanella, Schlein, Conte, Bonetti, Bonelli, Fratoianni, Aiello, Alifano, Amato, Amendola, Appendino, Ascani, Ascari, Auriemma, Bakkali, Baldino, Barbagallo, Barzotti, Benzoni, Berruto, Boldrini, Bonafè, Borrelli, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Cappelletti, Caramiello, Carè, Carfagna, Carmina, Carotenuto, Caso, Castiglione, Casu, Cherchi, Ciani, Alfonso Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Cuperlo, Curti, D'Alessio, D'Orso, D'Alfonso, De Luca, De Maria, De Micheli, Dell'Olio, Di Biase, Di Lauro, Di Sanzo, Donno, Dori, Evi, Fassino, Fede, Fenu, Ferrari, Ilaria Fontana, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Ghirra, Gianassi, Girelli, Giuliano, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Grimaldi, Grippo, Gubitosa, Guerra, Iacono, Iaria, L'Abbate, Lacarra, Lai, Laus, Letta, Lomuti, Lovecchio, Madia, Malavasi, Mancini, Manzi, Mari, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Morfino, Onori, Orfini, Orrico, Ubaldo Pagano, Pastorella, Pastorino, Pavanelli, Pellegrini, Peluffo, Penza, Piccolotti, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Quartini, Raffa, Toni Ricciardi, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Roggiani, Rosato, Andrea Rossi, Ruffino, Santillo, Sarracino, Scarpa, Scerra, Scotto, Scutellà, Serracchiani, Simiani, Sottanelli, Speranza, Sportiello, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Todde, Torto, Traversi, Tucci, Vaccari, Zan, Zaratti, Zingaretti».

(Presentata il 23 febbraio 2024)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   CARAMIELLO, ILARIA FONTANA, SERGIO COSTA, CHERCHI e DI LAURO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 7 febbraio 2024 la Commissione europea ha inviato al Governo italiano una lettera di messa in mora per il mancato rispetto di:

    a) direttiva uccelli (2009/409/CE);

    b) regolamento Reach (1907/2006/CE);

   le norme censurate sono: articolo 1, commi 447 e 448, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, di modifica della legge n. 157 del 1992, non conforme a numerose disposizioni della direttiva uccelli; articolo 11-ter del decreto-legge n. 104 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, di modifica della legge n. 157 del 1992, che viola il Trattato di funzionamento dell'Unione europea e non è conforme al regolamento Reach;

   il 25 gennaio 2023 è stata avviata la procedura EU Pilot (2023)10419, con cui la Commissione ha rilevato tre criticità:

    a) tutela degli habitat e specie migratrici;

    b) regime generale di protezione delle specie di uccelli di cui all'articolo 1 della direttiva;

    c) regime giuridico degli abbattimenti;

   nella lettera la Commissione ha stigmatizzato le argomentazioni illustrate dallo Stato italiano nella lunga interlocuzione intercorsa, rilevando l'assenza della differenza gerarchica tra le fonti ed evidenziando l'inappropriatezza della presunta applicazione – da parte del giudice – del principio di priorità della normativa europea, confermando l'inefficacia della norma, stante la necessità dell'intervento della magistratura;

   la procedura EU Pilot (10542) relativa al regolamento Reach nasce dalla circolare interpretativa adottata dai Ministri dell'ambiente e dell'agricoltura che stabilisce limiti all'uso di munizioni di piombo all'interno o in prossimità delle zone umide;

   in risposta all'avvio della procedura il Governo italiano ha informato che le disposizioni contestate erano state trasfuse in una norma di rango primario, determinando una nuova censura da parte della Commissione sotto diversi profili, il primo metodologico, i successivi nel merito della normativa:

    a) l'illegittimo recepimento del regolamento poiché il regolamento è obbligatorio e direttamente applicabile e non deve essere né recepito né surrettiziamente modificato attraverso una norma interpretativa;

    b) l'arbitraria restrizione della definizione di zone umide;

    c) la legge n. 136 del 2023 ha stabilito un macchinoso rinvio ad un non meglio precisato utilizzo delle munizioni per attività diverse da quelle di tiro, dando vita ad un combinato disposto delle due disposizioni (circolare e legge) che porterebbe inevitabilmente ad una nuova incertezza giuridica;

    d) il mancato rispetto della previsione del regolamento Reach riguardo alla necessità che gli Stati membri adottino sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive –:

   come intenda rispondere il Governo alla Commissione europea al fine di bloccare la procedura di infrazione e per scongiurare l'irrogazione di sanzioni all'Italia.
(3-01109)

(2 aprile 2024)

   PASTORINO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   la legge 6 ottobre 2017, n. 158, è volta a favorire l'adozione di misure in favore dei residenti nei piccoli comuni e delle attività produttive ivi insediate, con particolare riferimento al sistema dei servizi essenziali, per contrastarne lo spopolamento e incentivare l'afflusso turistico;

   a tal fine si istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, destinato al finanziamento di investimenti diretti alla tutela dell'ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all'insediamento di nuove attività produttive;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 luglio 2021 è definito l'elenco dei piccoli comuni che possono beneficiare dei finanziamenti concessi della suddetta legge. Con il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, del 16 maggio 2022, è disciplinata la «Predisposizione del Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni», individuando le regole per l'assegnazione dei relativi fondi;

   il 15 luglio 2023 è stato pubblicato il «Bando pubblico per il finanziamento dei progetti per il Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni», predisposto dal dipartimento Casa Italia, che fissa i termini di presentazione della domanda di inserimento dei progetti di investimento pubblico nel Piano e i criteri per la selezione degli stessi;

   il termine per la presentazione delle domande di partecipazione, inizialmente fissato all'11 settembre 2023, è stato prorogato al 25 ottobre, per poi essere ulteriormente rinviato al 15 novembre, data di conclusione della fase 2 e avvio della fase di verifica dei progetti presentati che si concluderà con l'adozione della graduatoria finale tramite decreto della Presidenza del Consiglio;

   il 21 novembre 2023 si è riunita la commissione di valutazione, per fornire indicazioni sulle modalità e i tempi di lavoro della stessa nonché della segreteria tecnico-amministrativa di supporto. In tale occasione è stato stabilito il calendario per giungere all'adozione della graduatoria, presumibilmente entro l'estate prossima;

   tuttavia, il trascorrere del tempo e l'indicazione di un termine approssimativo per la graduatoria, destano perplessità e preoccupazione dal momento che si rischia una variazione dei prezzi e un «invecchiamento» dei progetti presentati, tenendo conto anche delle tempistiche di realizzazione degli stessi –:

   se si intenda indicare con precisione la data di pubblicazione della graduatoria definitiva, adoperandosi affinché vi sia una velocizzazione del procedimento di definizione dei progetti selezionati.
(3-01110)

(2 aprile 2024)

   SQUERI, POLIDORI e CASASCO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la domanda di materie prime minerali (litio, nichel, rame, zinco, magnesio, titanio, gallio, germanio, terre rare e iridio) è destinata ad aumentare sensibilmente come conseguenza del graduale abbandono delle tecnologie fossili a favore di nuovi processi di trasformazione;

   la Germania sta già pensando di istituire un «fondo nazionale per le materie prime», per sostenere il finanziamento di nuovi progetti di estrazione, lavorazione e riciclaggio. La Francia intende fare lo stesso e i due Paesi stanno coordinando queste iniziative per cooperare tra loro;

   in Italia, dove è in costante aumento il numero di richieste di concessioni per l'attivazione o riattivazione di miniere di rame, cobalto, litio e zinco, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha avviato a gennaio 2021 un tavolo tecnico, con l'obiettivo di creare le condizioni normative, economiche e di mercato volte ad assicurare un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche. La lista dei materiali in esame presso il tavolo è composta da 30 elementi. La lista dei materiali sotto osservazione dell'Unione europea è composta da 83 elementi (Study on the EU's list of Critical Raw Materials – 2020);

   con l'articolo 30 del decreto-legge n. 21 del 2022, più volte modificato, è stato previsto che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dello sviluppo economico, siano individuate le materie prime critiche per le quali le operazioni di esportazione al di fuori dell'Unione europea sono soggette a notifica. La misura si applica in particolare all'export di rottami ferrosi, per i quali l'export va notificato se superiore a 250 tonnellate;

   anche i rottami di metalli non ferrosi sono materie prime critiche strategiche per il Paese ed in particolare l'alluminio, il rame, il nichel e lo zinco. Tuttavia l'Europa è un esportatore netto di rottami di alluminio – più di 1 milione di tonnellate/anno, l'80 per cento esportato in Asia (Cina, India, Pakistan, Corea) – e di rottame di rame per circa 900.000 tonnellate/anno;

   con l'articolo 40-ter del decreto-legge n. 76 del 2020 sono state introdotte semplificazioni per le attività di recupero dei materiali metallici. Il recupero di detti materiali ha una valenza altissima in termini di economia circolare –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda porre in essere il Ministro interrogato nei diversi ambiti esposti in premessa e in particolare se non ritenga opportuno implementare la lista dei materiali da porre sotto controllo, nel quadro dell'adozione di ulteriori misure che favoriscano il riciclaggio interno al nostro Paese.
(3-01111)

(2 aprile 2024)

   FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   i dossier e i tavoli aperti presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, compreso quello di Almaviva-Contact, sono assai numerosi, simbolo di un'Italia che chiede risposte al Governo, soprattutto in particolari settori;

   nel dettaglio, nel settore del contact-center, i cali di volumi reali, le delocalizzazioni spinte, l'introduzione massiva di sistemi di Ia, hanno prodotto e continuano a creare problematiche molto critiche, mentre i fondi per la cassa in deroga dei call-center si dimostrano insufficienti;

   nel settore, inoltre, a cominciare da quelle indette dalla pubblica amministrazione, le gare vengono gestite con il massimo ribasso, spesso senza l'applicazione del Ccnl telecomunicazioni e ciò conduce alla ricerca di un risparmio che finisce per realizzarsi sul costo del lavoro;

   l'azienda Almaviva-Contact per oltre 20 anni ha gestito una grande quantità di commesse, ma ad oggi le attività in gestione sono molto basse, anche in relazione alla richiamata crisi complessiva del sistema dei contact-center;

   da quanto risulta all'interrogante, durante l'emergenza pandemica, l'azienda di call center Almaviva-Contact ha spostato circa 428 unità lavorative al «1500», il numero di utilità pubblica istituito dal Ministero della salute per fornire tutte le informazioni necessarie sul COVID-19 e questi lavoratori sono stati definiti «angeli», insieme agli operatori sanitari e ai medici e il loro supporto si è dimostrato indispensabile per districarsi nel complicato mondo delle norme anti-Covid;

   sempre riguardo ad Almaviva-Contact, in forza lavoro ci sarebbero 651 addetti suddivisi tra le sedi di Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma e Milano e tra questi lavoratori, come detto, 428 unità hanno operato per il numero verde «1500» legato alla gestione dell'emergenza sanitaria COVID-19;

   ciò che appare evidente, riguardo ad Almaviva-Contact, è che i tavoli che si sono tenuti presso il Ministero delle imprese e del made in Italy con le parti sociali, da inizio del 2023, non hanno portato ad una soluzione per garantire la salvaguardia dei lavoratori, mentre l'intero settore vive una crisi senza precedenti in Italia –:

   quali iniziative di competenza si ritenga di promuovere, al fine di garantire, in tempi rapidi, interventi urgenti nel settore dei contact-center, anche attraverso l'interlocuzione con tutti gli attori protagonisti, al fine di garantire una piena sostenibilità e le doverose tutele occupazionali alla filiera, con particolare riferimento ai lavoratori in esubero di Almaviva-Contact, i quali, in massima parte, in momenti assai difficili, hanno contribuito con la loro professionalità ad uscire dall'emergenza pandemica da COVID-19.
(3-01112)

(2 aprile 2024)

   BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   su oltre ventisei chilometri di tratta autostradale dell'A7 e dell'A10 che si snodano all'interno del tessuto abitativo genovese, Autostrade per l'Italia S.p.A. (Aspi) ha previsto la reinstallazione di 13,3 chilometri di barriere integrate antirumore e la realizzazione di 1,7 chilometri di nuove installazioni. Purtroppo, ad oggi, soltanto meno di 1 chilometro di barriere reinstallate può dirsi concluso e soltanto per la metà delle altre sono state terminate le attività di cantierizzazione;

   la mancanza delle barriere fonoassorbenti lungo l'asse autostradale del 1° tronco di Genova è un'ulteriore conseguenza della tragedia del crollo del viadotto Polcevera: tutte le barriere sono state infatti smontate, a partire dal 2019, in quanto non conformi dal punto di vista della sicurezza, come stabilito in uno dei filoni dell'inchiesta giudiziaria;

   i residenti non possono più aprire le finestre delle proprie case a causa dell'inquinamento acustico dovuto al traffico che transita a pochi metri dalle proprie abitazioni, oltre che dell'inquinamento ambientale causato dalle polveri sottili dei veicoli quasi sempre incolonnati a causa dei continui ingorghi che contraddistinguono questo tratto della rete;

   sulla base di quanto si è appreso dalla stampa locale, Aspi avrebbe dichiarato di essere «al lavoro per ridurre al massimo i disagi, attraverso una programmazione serrata, che tenga conto sia delle esigenze dei territori sia del piano di ammodernamento in corso sulla rete», prevedendo un termine dei lavori entro 3-4 anni;

   tali tempistiche non sono ovviamente sostenibili per i residenti, i quali già da diversi anni subiscono le conseguenze di rumori, fumi e polveri sottili –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per velocizzare le opere richiamate in premessa al fine di tutelare in via prioritaria la salute dei residenti – che già da molti anni tollerano una situazione insostenibile – e se intenda, in tal senso, aprire un tavolo di concerto con Aspi, gli enti locali interessati dai progetti e i comitati dei cittadini attivatisi negli anni, per garantire un monitoraggio costante delle problematiche e ottimizzare i tempi di implementazione di soluzioni adeguate.
(3-01113)

(2 aprile 2024)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, RAIMONDO, DEIDDA, AMICH, BALDELLI, CANGIANO, FRIJIA, LONGI, GAETANA RUSSO e GIOVINE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2024, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato che l'Italia ha inviato al Segretario generale della Commissione europea una lettera firmata dal Ministro delle politiche dell'Unione europea, Raffaele Fitto, sul tema relativo ai divieti di transito sull'asse del Brennero;

   nella missiva si chiede l'avvio di una procedura di infrazione, prevista dall'articolo 259 del Tfue, contro l'Austria per le limitazioni di transito sull'asse;

   l'intero panorama delle associazioni di rappresentanza del settore dell'autotrasporto e della logistica e Uniontrasporti (società in house del sistema italiano delle Camere di commercio) ha voluto esprimere il pieno appoggio alla richiesta del Governo italiano;

   in una lettera inviata dal comparto dell'autotrasporto, della logistica e da Uniontrasporti al Vicepresidente esecutivo della Commissione dell'Unione europea, Margrethe Vestager, al Commissario dei trasporti, Adina Valean, e al Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, le associazioni affermano che i divieti tirolesi non solo minano la libera circolazione delle merci, ma ledono altresì l'equa concorrenza nell'Unione producendo danni diretti e indiretti all'economia italiana per oltre 2 miliardi di euro;

   le associazioni, ricordando la strategicità del corridoio del Brennero per l'interscambio delle merci tra gli Stati membri, hanno evidenziato le criticità e i disagi operativi derivanti dai singoli divieti imposti dal Tirolo;

   il settore sottolinea anche una possibile contraddizione della politica austriaca rispetto alle motivazioni di tutela ambientale: le limitazioni, infatti, sembrano non sussistere per il traffico con origine o destinazione in Tirolo;

   nella stessa missiva, inoltre, le associazioni sottolineano gli impatti sociali negativi che generano in termini di sicurezza della circolazione e salute degli autisti;

   la Commissione europea ha espresso l'intenzione di svolgere appieno il proprio ruolo in conformità all'articolo 259 del Tfue;

   l'auspicio delle associazioni di categoria è che la Commissione europea adotti un parere motivato nel più breve tempo possibile, in modo da intimare all'Austria di rimuovere i divieti tirolesi al fine di ripristinare la libera circolazione delle merci e con essa un'equa concorrenza nel Mercato unico –:

   quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere al fine indurre la Commissione europea ad adottare un parere motivato che inviti l'Austria a rimuovere i divieti tirolesi sull'asse del Brennero, al fine di consentire una libera circolazione delle merci nel rispetto delle regole sull'equa concorrenza nel Mercato unico.
(3-01114)

(2 aprile 2024)

   MACCANTI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   gli investimenti in opere pubbliche di rilievo strategico portano benefici concreti a tutta la collettività. Un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso è fondamentale per sviluppare una mobilità di merci e persone, efficace ed efficiente, che possa sostenere la crescita sostenibile e a lungo termine di un territorio, oltre che incrementarne l'attrattività e consolidarne le capacità competitive;

   la regione Basilicata da anni sconta lo storico isolamento del suo territorio a causa delle sue caratteristiche geografiche e dell'inadeguatezza di reti ferroviarie e autostradali;

   la velocità dei collegamenti è essenziale per dare la possibilità alle realtà imprenditoriali della regione di essere realmente competitive, infatti il 25 per cento dei 945 milioni dell'Accordo di coesione e sviluppo tra Governo e regione, cioè 200 milioni di euro, sono stati destinati al settore dei trasporti;

   tra le opere principali e più attese dal territorio c'è l'intervento di realizzazione della nuova variante in gallerie ad Acquafredda e Cersuta di Maratea, per la quale è necessario uno stanziamento di risorse;

   inoltre, oltre agli interventi messi in campo dalla regione, come il potenziamento dei mezzi di trasporto ferroviario e le risorse investite di recente sulla mobilità, in particolare per rinnovare il parco rotabile delle Ferrovie Appulo Lucane, sono fondamentali i lavori di collegamento alla rete ferroviaria e autostradale nazionale, ad esempio quelli riguardanti l'itinerario stradale Murgia-Pollino, asse strategico di preminente interesse nazionale –:

   se e quali iniziative di competenza abbia adottato o intenda adottare per realizzare un piano di investimenti in infrastrutture strategiche e sistemi di trasporto efficienti per la regione Basilicata, al fine di far fronte allo storico isolamento in cui versa il territorio.
(3-01115)

(2 aprile 2024)

   LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la nuova diga foranea di Genova è stata la principale opera contenuta nel Programma straordinario per la ripresa del porto di Genova prevista dall'articolo 9-bis del decreto-legge n. 109 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130, e rappresenta un'infrastruttura determinante per lo sviluppo di Genova e del sistema portuale italiano;

   il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, convertito dalla legge 1 luglio 2021, n. 101, ha istituito il Fondo complementare al PNRR, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e a finanziare anche la diga foranea di Genova;

   il 27 maggio 2022, il Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha approvato il progetto della diga foranea di Genova;

   il 1° giugno 2022 il Commissario straordinario Paolo Emilio Signorini ha approvato in via definitiva il progetto di fattibilità tecnica economica della nuova diga foranea;

   il 23 novembre 2022 il Commissario straordinario Paolo Emilio Signorini ha sottoscritto il contratto per la realizzazione dell'opera con i rappresentanti del Consorzio PerGenova Breakwater (ATI composta da Webuild, Fincantieri, Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra);

   l'aumento dei costi dei materiali delle costruzioni ha richiesto l'aggiornamento del costo dell'opera da 950 milioni di euro a 1,3 miliardi di euro, come da stime dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale;

   come riportato da numerosi organi di stampa, l'Autorità nazionale anticorruzione avrebbe trasmesso la propria delibera n. 142 del 20 marzo 2024 alla procura della Repubblica di Genova e al procuratore regionale della Corte dei conti della Liguria;

   la delibera dell'Autorità citata ravvisa anche una possibile «distorsione della concorrenza» nelle procedure tecniche adottate per le procedure di appalto e «la sindacabilità (...) della scelta circa l'inserimento della Nuova Diga Foranea nel Programma Straordinario» di cui al decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130 –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di assicurare la realizzazione in tempi brevi della diga foranea di Genova, un'opera infrastrutturale di rilevanza strategica per Genova e per lo sviluppo economico del Paese.
(3-01116)

(2 aprile 2024)

   ORLANDO, GHIO, BARBAGALLO, MORASSUT, BAKKALI, CASU, FERRARI e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con delibera del 20 marzo 2024, l'Anac ha concluso la propria istruttoria sulle procedure di appalto integrato complesso avente a oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione dell'intervento P3062 «Realizzazione della Nuova Diga Foranea – Ambito Bacini di Sanpierdarena – Porto di Genova»;

   nella delibera Anac considera confermati i profili di contestazione sollevati nell'atto di avvio del procedimento di vigilanza in ordine all'assenza delle motivazioni sottese alla scelta dell'utilizzo della procedura negoziata senza bando e ravvisa la mancata sussistenza dei presupposti per l'applicazione del regime derogatorio, non prospettandosi situazioni di estrema urgenza, nonché la possibilità per l'impresa di ottenere automaticamente delle varianti e pone dubbi sul fatto che l'opera potesse essere commissariata e finanziata con fondi del PNRR;

   la situazione desta profonda preoccupazione poiché si tratta di un'opera molto importante per la Liguria e tutto il Nord-Ovest, la cui realizzazione è propedeutica e connessa ad altre opere infrastrutturali di sviluppo per l'intera regione e desta sconcerto per la mancanza della necessaria trasparenza e correttezza delle procedure che un progetto di questa entità richiederebbe;

   l'insufficiente attenzione alle procedure da parte di chi doveva impostare il percorso, avallando un progetto nato già con delle lacune, a cui non è stato posto rimedio, non è accettabile e richiede un intervento;

   infatti, il rischio di un allungamento dei tempi mette in pericolo la sostenibilità economica dell'opera, che conta su circa 1,3 miliardi di fondi del Pnrr che, se non vengono rispettati i tempi di scadenza, si potrebbero perdere –:

   quali siano, alla luce della delibera Anac e delle procedure giudiziarie in corso, le valutazioni in relazione al rispetto dei tempi e delle scadenze di realizzazione dell'opera per evitare la perdita dei fondi del Pnrr e come si intenda fare fronte ad eventuali ritardi per garantire la realizzazione dell'opera.
(3-01117)

(2 aprile 2024)

   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 5-02203 svolta in Commissione VIII (Ambiente) della Camera dei deputati il 27 marzo 2024, l'interrogante ha appreso che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ritenendo necessario dettare regole generali in merito alla vigilanza sull'attività della società Stretto di Messina Spa (SdM) e alla definizione degli indirizzi idonei a garantire, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto legislativo n. 175 del 2016, che sugli obiettivi strategici e sulle decisioni significative della medesima sia esercitata una influenza determinante da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha emanato il 2 febbraio 2024 il decreto ministeriale n. 26, con il quale viene adottata la direttiva del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il controllo analogo della SdM, ai sensi dell'articolo 1 del citato decreto-legge n. 35 del 2023;

   tale direttiva, sempre secondo la risposta del rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, individua modalità con le quali viene esercitato il controllo analogo, distinguendo tra un controllo preventivo ed un controllo successivo;

   sul sito istituzionale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nella sezione «ricerca normativa», non sembra sia disponibile alla consultazione tale decreto ministeriale;

   l'emanazione, a distanza di un anno dal decreto-legge n. 35 del 2023, della direttiva che individua modalità con il quale viene esercitato il controllo analogo, induce a ritenere che sugli obiettivi strategici e sulle decisioni significative della SdM non sia stata esercitata una adeguata influenza determinante da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   secondo quanto si apprende da organi di stampa (articolo on-line del quotidiano «la Repubblica» del 14 marzo 2024) l'Anac nel suo database segnala tra il 2023 e il 2024 una spesa da parte della SdM per affidamenti diretti e gare pari a 4 milioni di euro;

   tra questi in particolare spiccano: un incarico da 80 mila euro all'avvocato Vincenzo Fortunato, che dal 2013 al 2022 ha curato per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l'infinita liquidazione mai conclusa della SdM; un incarico da 120 mila euro come supporto all'ufficio stampa della SdM al signor Carlo Parmeggiani, ex portavoce del governatore del Veneto Luca Zaia; un incarico per un compenso di 65 mila euro all'ingegner Agostino Nuzzolo per l'aggiornamento del piano del traffico e merci –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti richiamati in premessa e quale influenza determinante, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 175 del 2016, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia potuto esercitare, dalla riattivazione della concessione alla SdM, sugli obiettivi strategici e sulle decisioni significative compiute dalla società, anche in merito alle consulenze e affidamenti d'incarico che ammonterebbero nel solo primo anno a 4 milioni di euro di risorse pubbliche.
(3-01118)

(2 aprile 2024)

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