TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 289 di Mercoledì 8 maggio 2024

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   FRANCESCO SILVESTRI, TORTO, DONNO, CARMINA, DELL'OLIO, BALDINO, SANTILLO, FENU, AURIEMMA e CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le casse dei principali istituti di credito hanno visto il conseguimento di utili record (oltre 28 miliardi di euro nel solo 2023) approfittando del margine di interesse favorevole;

   i dati delle prime trimestrali 2024, pubblicati di recente da alcuni istituti di credito (tra cui anche Intesa Sanpaolo e Unicredit), confermano le attese anche con riferimento all'anno 2024, proseguendo e consolidando la crescita dei ricavi da margine di interesse;

   l'articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023 ha previsto l'applicazione di una imposta straordinaria calcolata sull'incremento del margine di interesse;

   l'applicazione dell'imposta è, tuttavia, rimessa alla facoltà degli istituti che possono scegliere se versare l'imposta straordinaria o, in alternativa, destinare a riserva non distribuibile un importo non inferiore a due volte e mezza l'imposta dovuta;

   i principali istituti di credito hanno manifestato sin da subito l'intenzione di avvalersi dell'opzione prevista dalla norma e hanno ratificato tale scelta in sede di approvazione dei bilanci, destinando l'imposta a riserva non distribuibile;

   durante la conferenza stampa di presentazione del decreto-legge, il Governo aveva indicato in oltre 2,5 miliardi di euro il gettito conseguibile dall'imposta straordinaria;

   in assenza dell'opzione in merito al versamento dell'imposta, considerati i risultati conseguiti dalle banche nell'anno 2023, il gettito conseguibile sarebbe stato con molta probabilità di gran lunga superiore a quello stimato dal Governo;

   in ogni caso, va precisato che il termine di versamento dell'imposta non è ancora scaduto, almeno per i soggetti con esercizio coincidente con l'anno solare;

   il comma 4 dell'articolo 26, infatti, prevede che il versamento deve essere effettuato entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio 2023 (1° luglio 2024) o entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio per i soggetti che approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio;

   per i soggetti il cui periodo d'imposta non coincide con l'anno solare e con termine per il versamento dell'imposta in scadenza nel 2023, il pagamento dell'imposta doveva essere effettuato al massimo entro il 31 gennaio 2024 –:

   quali siano le attese di gettito con riferimento al versamento dell'imposta, in scadenza nei prossimi mesi, specificando altresì se vi siano stati incassi con riferimento al termine scaduto il 30 gennaio 2024 e il relativo ammontare.
(3-01183)

(7 maggio 2024)

   GRIMALDI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il documento di economia e finanza 2024, recentemente approvato dal Parlamento, è venuto meno al suo principale compito istituzionale di delineare un quadro programmatico per i successivi tre anni, limitandosi a confermare il quadro tendenziale prospettato con la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2023, attraverso la narrazione di come si muoverà fino al 2027 la finanza pubblica in assenza, in autunno, di una nuova legge di bilancio;

   per un Governo, come quello attuale, nel pieno delle sue funzioni, la presentazione di un documento di economia e finanza completamente privo del profilo programmatico è senza precedenti (storici) e comunque, a parere degli interroganti, viola le leggi italiane sul processo di formazione del bilancio che gli impone, nei confronti del Parlamento e dell'opinione pubblica italiana, il dovere di esporre i propri programmi. Non farlo è indice di idee ancora poco chiare su un orizzonte di pochi mesi, oltre che preoccupante se si riflette sul fatto che il Governo a settembre 2024 dovrà presentare il piano fiscale strutturale previsto dal nuovo Patto di stabilità, del quale non sono ancora noti tutti i dettagli applicativi;

   in pendenza della trattativa autunnale con l'Unione europea sul crescente disavanzo pubblico prefigurato nello stesso documento di economia e finanza e nell'aspettativa che sia possibile ottenere quasi tutta la flessibilità consentita dalle nuove regole di governance, la totale assenza di un quadro programmatico non declina l'esigenza di dover individuare congrue risorse in vista della prossima legge di bilancio che, già gravata da un fardello di almeno 10 miliardi di euro necessari a prorogare il taglio del cuneo sul costo del lavoro a cui aggiungere 4 miliardi di euro per l'accorpamento dei due scaglioni inferiori dell'Irpef, dovrà anche tenere conto dell'aggiustamento minimo richiesto dalle nuove regole del Patto di stabilità nel periodo 2025-2031, pari allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo e corrispondente ad un importo che oscilla tra gli 11 e i 13 miliardi di euro, senza considerare che la stessa dovrebbe legittimamente porsi anche altri obiettivi individuando i relativi spazi di manovra e quindi necessita di ulteriori stanziamenti;

   il 20 marzo 2024, rispondendo all'atto presentato dai sottoscritti interroganti n. 3-01083, il Ministro Giorgetti, interrogato sul come avrebbe sostenuto la promessa messa a regime del taglio del cuneo fiscale, finanziato nel 2024 in disavanzo, ad avviso degli interroganti ha letteralmente eluso la domanda facendo presagire che occorrerà affidarsi a un mix di tagli alla spesa e maggiori entrate –:

   a quali tagli della spesa pubblica il Ministro interrogato pensi di ricorrere al fine di garantire nel 2025 la proroga della riduzione del cuneo fiscale senza generare un ulteriore disavanzo nel bilancio statale.
(3-01184)

(7 maggio 2024)

   BARABOTTI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   per evitare distorsioni della concorrenza, l'articolo 10-bis della direttiva 2003/87/CE, modificata dalla direttiva 2018/410 e dalla direttiva 959/2023, indica la necessità per gli Stati membri di compensare i costi delle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell'energia elettrica (cosiddetti costi indiretti Ets), cercando di utilizzare non più del 25 per cento dei proventi della vendita all'asta delle quote di anidride carbonica e di inviare relazioni alla Commissione europea in merito all'utilizzo dei proventi;

   inoltre, la comunicazione C(2020) 6400 final della Commissione europea ha definito (allegato I) la lista di settori a rischio rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, a causa dei costi indiretti significativi sostenuti, e indica che: «L'aiuto risulta proporzionato ed esercita sulla concorrenza e sugli scambi un effetto negativo sufficientemente limitato se non supera il 75 per cento dei costi indiretti sostenuti per le emissioni»;

   a fini compensativi, in Italia il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, di cui all'articolo 23, comma 8, del decreto legislativo n. 47 del 2020, prevede 100 milioni di euro per il 2020, 140 milioni di euro annui per il 2021-2024 e 300 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025;

   tali valori risultano non compatibili con le soglie del 25 per cento e del 75 per cento previste a livello europeo e con quanto previsto da altri Stati, come la Germania e la Francia;

   l'assenza di omogeneità delle politiche di compensazione risulta evidente e causa una distorsione della concorrenza sul mercato interno;

   inoltre, alcuni settori energy intensive, considerati esposti alla concorrenza internazionale e a rischio di carbon leakage sono stati esclusi dalla compensazione;

   il sottodimensionamento del Fondo italiano e l'esclusione di alcuni settori dalla compensazione si inserisce nel già pesante differenziale di competitività che si riscontra nel contesto energetico europeo, con il prezzo di mercato dell'energia elettrica in Italia del 30 per cento superiore a quanto registrato in Francia e Germania –:

   se il Ministro interrogato, nell'ambito del recepimento della direttiva 959/2023, in linea con quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato, intenda definire iniziative di politica industriale per abilitare la decarbonizzazione e abbattere il costo dell'energia dei settori manifatturieri italiani caratterizzati da elevati consumi ed esposti alla concorrenza internazionale, da un lato assicurando un livello di compensazione dei costi indiretti che eviti distorsioni competitive all'interno dell'Unione europea e, dall'altro, istituendo un fondo dedicato ai settori hard to abate esclusi dall'allegato I della comunicazione C(2020) 6400, per contenerne l'extracosto dovuto ai titoli di emissione.
(3-01185)

(7 maggio 2024)

   TASSINARI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le farmacie erogano un servizio pubblico «preordinato al fine di garantire la tutela del fondamentale diritto alla salute» (vedasi sentenza della Corte costituzionale n. 171 dell'8 luglio 2022). In particolare le farmacie comunali rivestono una «funzione sociale» che caratterizza il servizio farmaceutico comunale (vedasi Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 5587 del 13 novembre 2014 e sentenza n. 6604 del 22 novembre 2018);

   le farmacie comunali rappresentano altresì un presidio sanitario sempre più indispensabile per i cittadini e un importante punto di riferimento per le esigenze legate principalmente alla propria salute;

   si ritiene necessaria la definizione di un quadro normativo chiaro riguardante le farmacie comunali poiché ad avviso dell'interrogante l'ordinamento interno impone loro, in particolare relativamente agli acquisti, adempimenti ultronei e non necessari, che penalizzano fortemente soprattutto le farmacie comunali che si trovano in piccoli centri e costituiscono un importante riferimento per la popolazione;

   si ritiene necessario un intervento normativo, anche in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea e con gli obiettivi di semplificazione e di stretta aderenza alle disposizioni comunitarie stabilite anche dalla disciplina interna sui contratti pubblici, finalizzato ad uno snellimento burocratico degli adempimenti richiesti –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, alla luce di quanto descritto in premessa, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di delineare un quadro normativo chiaro e coerente con quanto disposto a livello comunitario anche a tutela della salute dei cittadini, per i quali le farmacie comunali rappresentano un presidio sanitario indispensabile.
(3-01186)

(7 maggio 2024)

   FURFARO, BRAGA, BONAFÈ, SARRACINO, CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, CUPERLO, FORNARO, MAURI, TONI RICCIARDI, GHIO, FERRARI e CASU. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Servizio sanitario nazionale sta attraversando una grave crisi di sostenibilità e di sotto-finanziamento con interminabili liste di attesa, rinuncia alle cure per chi non può permettersi la sanità privata, pronto soccorso affollatissimi, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia, enormi diseguaglianze regionali, migrazione sanitaria, carenza di personale;

   secondo l'ultimo rapporto pubblicato da Gimbe «L'autonomia differenziata in sanità», emerge un quadro poco edificante rispetto all'applicazione dei livelli essenziali di assistenza;

   nel periodo 2010-2019 tra le prime 10 posizioni non c'è nessuna regione del Sud, mentre le tre regioni che hanno richiesto maggiori autonomie si collocano nei primi cinque posti;

   nel 2020 delle 11 regioni adempienti l'unica del Sud è la Puglia, a cui nel 2021 si aggiungono Abruzzo e Basilicata;

   rispetto alla mobilità sanitaria il report conferma la forte capacità attrattiva delle regioni del Nord e la fuga da quelle del Centro-Sud (tra il 2010 e il 2021 tutte le regioni del Sud, ad eccezione del Molise, hanno accumulato un saldo negativo pari a 13,2 miliardi di euro, mentre tra le prime tre posizioni per saldo attivo si trovano le tre regioni che hanno richiesto maggiori autonomie);

   l'indebolimento dei servizi sanitari nel Mezzogiorno rischia di generare un «effetto paradosso» nelle regioni del Nord che, per la grave crisi di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, non possono aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie, con la conseguenza che l'incremento della mobilità verso queste regioni rischia di peggiorare l'assistenza sanitaria per i propri residenti;

   tutte le regioni del Mezzogiorno (eccetto la Basilicata) si trovano insieme al Lazio in regime di piano di rientro, con Calabria e Molise addirittura commissariate, status che impone una «paralisi» nella riorganizzazione dei servizi e l'impossibilità di avanzare richieste di maggiori autonomie in sanità;

   in definitiva, il report conferma la persistenza di forti disparità e disuguaglianza tra i 21 sistemi sanitari con il venir meno del principio di universalità, uguaglianza ed equità, base del Servizio sanitario nazionale;

   l'esame del disegno di legge sull'autonomia differenziata, all'interno di un quadro già così critico, ad avviso degli interroganti non può che portare al tracollo del Servizio sanitario nazionale e al venir meno del diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di attuare pienamente l'articolo 32 della Costituzione ed evitare il collasso del Servizio sanitario nazionale conseguente all'amplificarsi delle disuguaglianze già esistenti a seguito della maggiore autonomia in materia sanitaria richiesta da alcune regioni.
(3-01187)

(7 maggio 2024)

   BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in merito al progetto di trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena nel porto di Genova, il Ministero della cultura ha recentemente presentato una serie di osservazioni e richieste di integrazione alla documentazione inviata, evidenziando che «gli interventi in oggetto potrebbero presentare un significativo impatto (...) monumentale e paesaggistico»;

   secondo i tecnici del Ministero, per evitare una bocciatura definitiva «è necessario procedere con un'attenta pianificazione progettuale volta alla massima compatibilità dell'intervento». Viene inoltre rilevato che «non sono stati considerati né i numerosi edifici vincolati, né la previsione dei progetti richiesti dalla soprintendenza» e che «gli elaborati progettuali non sono sviluppati a un livello tale da consentire la compiuta redazione della relazione paesaggistica e quindi risultano inidonei al rilascio contestuale dell'autorizzazione paesaggistica»;

   il Ministero richiede di individuare «alternative di localizzazione più efficaci», rendendo così chiara la problematicità di fondo di tale progetto e la sua incompatibilità con il Parco della Lanterna e la riqualificazione di Sampierdarena;

   i 75.000 metri quadri di depositi chimici che la Superba srl vorrebbe posizionare a Sampierdarena, infatti, sarebbero incompatibili con l'abitato e tutto ciò che lo circonda e influirebbero negativamente sulla percezione del luogo e sulla attrattività turistica, a causa di un'alta concentrazione di serbatoi con materiale pericoloso e altamente infiammabile in prossimità dell'area urbana e dell'abitato, così come constatato dallo stesso Ministero;

   è di primaria importanza che la salute dei cittadini prevalga sugli interessi privati delle aziende coinvolte, considerato che la delocalizzazione e l'ampliamento dei depositi di prodotti chimici e servizi per lo scarico da navi cisterna, lo stoccaggio di merci pericolose di classe A, B e C in depositi fuori terra e la relativa distribuzione su autobotti e ferrocisterne comporterebbero l'uso intensivo di strade e ferrovie anche locali;

   è importante e urgente che Arpal e i soggetti coinvolti vengano convocati al tavolo tecnico «salute e ambiente» affinché si occupino specificatamente della proposta di ampliamento e delocalizzazione dei depositi costieri, considerandoli parte sensibile nel piano di prevenzione sanitaria, e contribuiscano quindi ad una migliore valutazione di impatto sanitario per la popolazione di Sampierdarena, elaborando un parere più complessivo che preveda dati ambientali, sanitari e epidemiologici completi –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di garantire un'adeguata attività di valutazione di impatto sanitario del progetto menzionato e, soprattutto, la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini liguri coinvolti.
(3-01188)

(7 maggio 2024)

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2024 l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) ha aperto una procedura di acquisto di vaccini mRNA COVID-19 (HERA/2023/CPN/0011), a cui hanno aderito 21 Stati membri dell'Unione, tra i quali non figura l'Italia;

   l'Italia ha sviluppato il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale in armonia con l'aggiornamento della normativa europea sul tema della «preparedness» e della governance dell'emergenza da parte degli organismi europei (Commissione europea, Ecdc, Ema, Hera);

   il Piano citato prende come riferimento principale il documento realizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità «Preparedness and resilience for emerging threats module 1: planning for respiratory pathogen pandemics versione 1.0», estendendo il perimetro del piano a patogeni a trasmissione respiratoria a maggior potenziale pandemico;

   l'Italia ha fatto pervenire a Hera la sua volontà di aderire alla procedura di acquisto attualmente in corso;

   la procedura di acquisto indetta da Hera si chiuderà il 16 maggio 2024;

   Hera non ha ancora comunicato ufficialmente se l'Italia sarà inclusa nella procedura di acquisto europea –:

   quali iniziative stia assumendo il Governo per attuare il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, in dialogo con Hera.
(3-01189)

(7 maggio 2024)

   FOTI, LA SALANDRA, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, MONTARULI, RUSPANDINI, VIETRI, CERRETO, CIANCITTO, CIOCCHETTI, COLOSIMO, LANCELLOTTA, MACCARI, MORGANTE, ROSSO, SCHIFONE, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, MALAGUTI e MARCHETTO ALIPRANDI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'azione del Governo Meloni si è contraddistinta per la promozione di stili di vita sani e la tutela della qualità del made in Italy e, in particolare, per la valorizzazione della dieta mediterranea, già riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell'Unesco per la sua rilevanza;

   nello specifico, il 15 aprile 2024, in occasione della prima Giornata nazionale del made in Italy, il Ministero della salute ha promosso e organizzato iniziative dedicate alla dieta mediterranea e alla sua importanza nella promozione degli stili di vita sani;

   in tale contesto, si evidenzia lo studio di Ancel Keys, fisiologo ed epidemiologo statunitense, che teorizzò e valorizzò l'importanza della dieta mediterranea per la prevenzione delle malattie croniche degenerative;

   è recente l'adesione di altri Stati dell'Unione europea al cosiddetto nutri-score, sistema che prevede l'utilizzo di un'etichetta sulla confezione dell'alimento caratterizzata da due scale: una cromatica (dal verde al rosso) e una alfabetica (dalla lettera A alla E), considerati i valori nutrizionali;

   significativa è stata la critica a tale metodo per i dubbi circa la selezione degli alimenti migliori dal punto di vista nutrizionale, tale da indurre i consumatori in errore e discriminare modelli notoriamente riconosciuti come salutari, quali la dieta mediterranea;

   molti professionisti ed esperti del settore alimentare hanno espresso la propria contrarietà al sistema di etichettatura, ritenendolo eccessivamente semplicistico e poco aderente alla valutazione complessiva della qualità dell'alimento in esame; sulla base di questo meccanismo, ad esempio, l'olio extravergine d'oliva avrebbe sempre il colore arancione e la lettera C o D e prodotti come la Coca-Cola zero sarebbero classificati come verdi solo perché a ridotto contenuto di zuccheri –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere in merito ai rischi derivanti dall'adozione del sistema nutri-score, tutelando la dieta mediterranea e la qualità del made in Italy agroalimentare, e se vi siano in programma iniziative, in raccordo con il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per indicare regole chiare ai cittadini sull'importanza della dieta mediterranea.
(3-01190)

(7 maggio 2024)

   FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   a soli cinque giorni dal 1° maggio, festa dei lavoratori, nel nostro Paese si registra l'ennesima tragedia sul lavoro;

   a Casteldaccia (Palermo) cinque operai sono morti e uno è rimasto gravemente ferito mentre lavoravano alla manutenzione delle fogne, con ogni probabilità a causa dall'esposizione a esalazioni tossiche;

   gli operai non indossavano i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa vigente, né risulta questi fossero nella loro disponibilità e parrebbe stessero svolgendo tale attività senza la dovuta formazione;

   il fenomeno delle cosiddette morti bianche sta acquisendo carattere sempre più ordinario anziché eccezionale: il numero di morti sul lavoro nel 2023 è pari a 1.041 – con una media di quasi tre vittime al giorno – dimostrando una grave lacuna nella sicurezza in situazioni ad alto rischio;

   a maggio 2023, con un emendamento presentato dal partito degli interroganti al «decreto lavoro» (decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85), approvato all'unanimità ma purtroppo bocciato in Commissione programmazione economica, bilancio presso il Senato della Repubblica, ci si era proposti un obiettivo chiaro: mai più tragedie come quelle della giovane Luana D'Orazio;

   durante l'esame dell'ultima legge di bilancio si è proposto di istituire un fondo straordinario di 200 milioni di euro per l'acquisto di dispositivi di sicurezza, ma anche in questo caso il Governo ha ritenuto di non procedere in tale direzione;

   è evidente che il tema della sicurezza sul lavoro deve conquistare centralità nell'azione di Governo, rivedendo l'attuale impostazione della gestione della sicurezza aziendale che è spesso più burocratica che fattuale, aumentando il numero di ispettori del lavoro e promuovendo una vera e propria cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dalla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, insieme a programmi specifici nelle scuole di ogni ordine e grado –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire l'eventuale revisione e la conseguente osservanza della normativa dettata in materia di sicurezza sul lavoro e rafforzarne i presidi di tutela previsti a salvaguardia dei lavoratori, nonché per scongiurare ulteriori tragedie e arginare il fenomeno delle morti bianche, anche promuovendo una generale cultura della sicurezza che ne riconosca il carattere fondativo della nostra Repubblica ai sensi dell'articolo 1 della Costituzione.
(3-01191)

(7 maggio 2024)

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