TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 322 di Mercoledì 10 luglio 2024

 
.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   GADDA, FARAONE e DE MONTE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   introdotto in via sperimentale nel 2006 e reso strutturale nel 2015, il meccanismo del «5x1000» è stato concepito per consentire ai cittadini di destinare una parte delle loro imposte agli enti del Terzo settore e alle realtà sociali che fanno del volontariato, della solidarietà sociale, della ricerca scientifica e sanitaria e delle altre attività di interesse generale il proprio obiettivo primario;

   tale strumento è fondamentale sia per garantire sostegno economico a enti che perseguono direttamente finalità di interesse generale sia per promuovere tra i cittadini il senso di partecipazione civica e di solidarietà sociale, permettendo agli stessi di supportare direttamente realtà senza scopo di lucro con finalità di utilità sociale in cui essi si riconoscono;

   la normativa vigente prevede la fissazione di un tetto massimo di risorse che, a prescindere dalle scelte dei contribuenti, può essere destinato al riparto del «5x1000». Superato il quale è previsto che le risorse residue vengano ripartite con un quoziente inferiore al «5x1000». A tal proposito si segnala che per il 2023 il tetto massimo di risorse stanziate è stato fissato in 525 milioni di euro;

   nel 2023, ben 17.249.982 contribuenti (circa 731.000 in più rispetto al 2022) hanno destinato il «5x1000» alle predette realtà, con uno sforamento del tetto massimo che viene stimato tra i 20 e i 30 milioni di euro;

   in assenza di interventi, decine di milioni di euro che i contribuenti hanno destinato ad enti non profit specificamente individuati non verranno erogati, con grave pregiudizio per le volontà espresse dai cittadini e per gli enti beneficiari;

   gli enti non profit rappresentano un modello stabile di sviluppo economico, e svolgono un ruolo cruciale per rafforzare un tessuto sociale messo a dura prova da anni di crisi economiche, sanitarie e sociali e il loro integrale finanziamento – attraverso il pieno rispetto della volontà dei contribuenti – rappresenta una via obbligata anche alla luce dei princìpi di sussidiarietà e di solidarietà sociale al cui rispetto la Costituzione chiama la stessa Repubblica –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di garantire l'integrale erogazione delle risorse destinate dai contribuenti al «5x1000» agli enti beneficiari per l'anno 2023 e se non ritenga necessario eliminare o, quantomeno, innalzare il tetto massimo previsto dalla normativa vigente anche per le successive annualità al fine di rispettare la volontà dei cittadini e salvaguardare uno strumento fondamentale per sostenere la continuità di realtà essenziali per la comunità e il Paese.
(3-01320)

(9 luglio 2024)

   GATTA e NEVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   gli imprenditori della pesca subiscono una forte compressione della loro competitività per effetto combinato delle politiche comunitarie volte alla sostenibilità dello sfruttamento degli stock naturali e della presenza di flotte di Paesi terzi che, prive di vincoli e con minori costi, concorrono commercialmente sugli stessi mercati;

   questa condizione si protrae ormai da tempo, determinando l'inefficienza economica delle imprese con conseguenti crisi di liquidità, fronteggiate attraverso il ricorso all'indebitamento mediante affidamenti bancari, particolarmente onerosi ed insostenibili nel medio termine;

   sono apprezzabili gli sforzi fatti dalla recente normativa per sostenere gli oneri creditizi che gravano sul comparto e per sostenere, soprattutto al Sud, investimenti che potranno favorire il rinnovo della flotta peschereccia italiana, soprattutto introducendo motori meno energivori in grado di ridurre il fabbisogno di gasolio, e, contribuendo a raggiungere gli obiettivi legati alla transizione verde a cui il settore è tenuto;

   tuttavia la bassa produttività e gli alti costi alti del gasolio insieme ad altri costi operativi, inducono alla riduzione delle giornate di pesca. Questo genera un rapporto elevato di costi/fatturato che ha effetti sulla produzione, nonché sul salario dei pescatori;

   in tale fase di transizione la misura volta a compensare una parte dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l'acquisto di gasolio, più volta adottata negli anni 2022 e 2023, è diventata uno strumento fondamentale per sostenere la capacità delle imprese ittiche di restare sul mercato e di affrontare la transizione;

   nel corso degli ultimi mesi la Camera ha approvato diversi ordini del giorno che impegnavano il Governo a valutare la proroga del credito di imposta per l'acquisto del carburante per l'esercizio dell'attività della pesca, in considerazione dei benefici effetti moltiplicativi che questa misura può generare;

   le prese di posizione adottate in questi mesi dal Ministro interrogato confermano la decisa volontà del Governo di sostenere un comparto che, nella generale crescita dell'agroalimentare nazionale, continua a contrarsi –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a prevedere, in favore delle imprese di pesca, forme di sostegno per l'acquisto del carburante da destinare all'esercizio dell'attività, mediante riproposizione del credito di imposta o altra tipologia di contributi, al fine di evitare l'ulteriore contrazione del settore e il conseguente pericolo che il prodotto italiano venga sostituito da quello importato.
(3-01321)

(9 luglio 2024)

   VACCARI, SCOTTO, GUERRA, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS, SARRACINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   lo sdegno per la tragica morte del bracciante indiano Satnam Singh, lasciato morire dissanguato con un braccio mutilato da un macchinario agricolo e abbandonato davanti alla sua precaria abitazione dal proprietario del fondo in cui lavorava, ha riacceso l'attenzione sul fenomeno del caporalato in agricoltura;

   l'episodio si è consumato in provincia di Latina, dove da anni una numerosa comunità di cittadini di origine indiana lavora nei campi in condizioni di grave sfruttamento, ma il fenomeno del grave sfruttamento e dell'illegalità nelle attività agricole è un fenomeno che si registra in diverse aree del Paese dove, troppo spesso, vengono utilizzati e discriminati lavoratori stranieri regolari e irregolari;

   è necessaria una nuova strategia in materia di tutela del lavoro e della sicurezza che vada oltre i limiti dei recenti interventi legislativi proposti dal Governo, o misure di vecchia data illogiche come la Bossi-Fini, basata sui flussi programmati e sul presupposto che un datore di lavoro possa realisticamente stabilire un rapporto di collaborazione lavorativa con un lavoratore mai incontrato;

   in tale ottica, va segnalata la denuncia delle organizzazioni sindacali relativa alla prolungata mancata convocazione del tavolo sul caporalato;

   come noto, la legge n. 199 del 2016 ha disposto, nell'ambito della rete del lavoro agricolo di qualità la sua articolazione in sezioni territoriali e l'attribuzione alla cabina di regia del compito di definire appositi indici di coerenza del comportamento aziendale strettamente correlati alle caratteristiche della produzione agricola del territorio;

   mentre si registra un notevole ritardo nella diffusione e reale operatività delle sezioni territoriali in tanta parte del territorio nazionale, a tutt'oggi non risultano adottati i suddetti indici di coerenza;

   i suddetti indici, laddove rafforzati nella loro cogenza, ad esempio facendoli assurgere a requisito per l'accesso ai benefici pubblici, rappresenterebbero un formidabile deterrente rispetto a pratiche di grave sfruttamento che caratterizzano alcune realtà del settore agricolo –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di definire una nuova e credibile strategia di contrasto del lavoro irregolare e del grave sfruttamento in agricoltura, favorendo in particolare un sollecito completamento delle citate articolazioni territoriali della cabina di regia, nonché l'elaborazione degli indici di coerenza di cui all'articolo 6, comma 4-bis, del decreto-legge n. 91 del 2014.
(3-01322)

(9 luglio 2024)

   CARAMIELLO, BARZOTTI, SERGIO COSTA e CAROTENUTO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 17 giugno 2024, Satnam Singh, bracciante agricolo di 31 anni è morto a seguito di grave incidente sul lavoro per il quale non è stato soccorso ma abbandonato alle porte della sua abitazione; il bracciante è morto per una gravissima emorragia, ma avrebbe certamente potuto salvarsi se curato in tempo;

   quello di Satnam è solo l'ultimo gravissimo atto del caporalato in Italia, un fenomeno ancora molto lontano dall'essere risolto, basti solo pensare che il datore di lavoro dello stesso Satnam risulta indagato (e impunito) da oltre cinque anni proprio per reati di caporalato;

   il «VI Rapporto agromafie e caporalato» stima che nel solo settore primario ci siano almeno 230 mila lavoratori irregolari, pari a un quarto del totale della forza lavoro del settore; inoltre le 55 mila donne occupate oltre allo sfruttamento lavorativo soffrono – spesso – anche quello sessuale;

   i fenomeni più gravi coinvolgono immigrati irregolari, più facili da ricattare e sfruttare, anche a causa della legge Bossi-Fini che, legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, fornisce agli imprenditori un enorme potere di ricatto;

   uno dei fattori che contribuiscono al fenomeno del caporalato è la diffusione degli insediamenti abusivi dei migranti, che, secondo il rapporto 2022 sulle condizioni abitative dei migranti impiegati nel settore agroalimentare, sono circa 150, ospitano 10 mila lavoratori agricoli, e si trovano in particolare nelle regioni del Sud (21 comuni su 36), con insediamenti che spesso esistono da oltre vent'anni;

   per sostituire tali ghetti con nuove strutture e garantire dignità per questi lavoratori, sono stati stanziati 200 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed individuata una mappatura delle aree che necessitano di interventi più urgenti; ma ad oggi tali fondi non sono stati toccati;

   il progetto di sostituzione dei ghetti era stato avviato dal precedente Governo ma non è stato portato avanti dall'attuale, mettendone così a rischio la concreta realizzabilità, considerando tempi e modi di spese delle risorse legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   nel frattempo, con due mesi di ritardo rispetto a quanto previsto dal decreto-legge n. 19 del 2024, è stato nominato dal Ministero dell'interno (e non da quello del lavoro) un Commissario straordinario per superare gli insediamenti abusivi –:

   se intenda combattere concretamente il fenomeno del caporalato nel nostro Paese, con particolare riguardo al settore agroalimentare, indicando, per quanto di competenza, il percorso che il Governo intende seguire a tal fine, anche in relazione al superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli.
(3-01323)

(9 luglio 2024)

   PASTORINO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'emanazione del decreto ministeriale «Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro» ha suscitato una forte protesta che si sta allargando sull'intero territorio nazionale, interessato in tutta la sua lunghezza da coste e antiche tradizioni di pesca;

   il provvedimento, come segnalato in occasione della discussione dell'interrogazione a risposta immediata n. 3-01148 presentata dall'interrogante, prevede rilevanti limitazioni nella pesca sportiva con palamiti: il numero massimo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto è stato ridotto da duecento a cinquanta, qualunque sia il numero delle persone presenti;

   tale restrizione dovrebbe contrastare la pesca illegale che, tuttavia, non ne viene minimamente danneggiata e che non può e non deve essere accostata alla pesca sportiva e ricreativa. In realtà, come noto, per intensificare la lotta alle attività illegali in mare si dovrebbero innanzitutto rafforzare i controlli, anche notturni, nonché il contrasto all'abusivismo, a partire dalla vendita e dall'acquisto illegale del pesce;

   invece, la scelta ministeriale decreta, seppur non esplicitamente, la fine di una tradizione della cultura marinara propria delle coste italiane e avrà improvvide ricadute sul ciclo economico collegato, punendo ad avviso dell'interrogante in maniera indiscriminata migliaia di persone che hanno sempre praticato questo sport nel rispetto delle regole e soprattutto dei fondali e delle risorse ittiche;

   a opporsi al decreto, oltre ai pescatori sportivi, ci sono anche le regioni che sollevano importanti criticità e avanzano la richiesta di rivisitare il decreto. L'interrogante, in occasione del citato question time, ha proposto l'apertura di un tavolo congiunto con le associazioni e le federazioni di pesca sportiva, al fine di giungere a una soluzione che permetta di mantenere in vita l'ormai radicata tradizione della pesca ricreativa con il palangaro e, al contempo, individuare misure, puntuali ed efficaci, necessarie per il contrasto della pesca illegale;

   il 6 maggio 2024 è stata convocata presso il Ministero dell'agricoltura una riunione congiunta per un tavolo di confronto sugli esiti dell'applicazione del decreto ministeriale, con la partecipazione della Federazione italiana pesca e attività subacquee, che conta circa 2 milioni di pescatori sportivi e ricreativi, e delle sigle in rappresentanza dei pescatori professionisti –:

   a quali conclusioni sia giunto a seguito del confronto tenutosi il 6 maggio 2024 e se siano seguiti ulteriori incontri sul tema, eventualmente con quali esiti.
(3-01324)

(9 luglio 2024)

   MOLINARI, BENVENUTO, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, MACCANTI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIAGONI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   sono 272 gli eventi climatici estremi, praticamente 40 al giorno, tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento che hanno colpito l'Italia nell'ultima settimana con centinaia di ettari di colture finiti sott'acqua;

   forti raffiche di vento associate ad abbondanti precipitazioni, pioggia o grandine, hanno provocato danni molto ingenti a coltivazioni e strutture alle aziende agricole piemontesi, in particolare nelle province di Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e nel Canavese;

   in alcune zone è andato perso anche il 100 per cento del raccolto, azzerando un intero anno di lavoro in un'annata già fortemente compromessa da continui episodi di maltempo che hanno ritardato i lavori in campo; la caduta della grandine nelle campagne è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni;

   a essere colpite sono state soprattutto le coltivazioni di grano, orzo, mais, barbabietole, girasole, nonché si sono verificati danni agli impianti di irrigazione e alle strutture. Interi campi di grano, non trebbiati, sono ormai irrecuperabili; hanno subìto danni anche molti impianti di nocciolo, danni che rischiano di ripercuotersi anche nelle stagioni successive;

   ci si trova di fronte anche al rischio che l'eccesso di acqua provochi il fenomeno cosiddetto «cracking» cioè «spacco» che si verifica quando, in fase di maturazione, ci sono piogge molto intense e umidità atmosferica elevata rendendo di fatto il prodotto non commercializzabile con le conseguenti perdite economiche per le imprese agricole;

   le imprese agricole sono in prima linea nel vedere e misurare sul campo gli effetti dei cambiamenti climatici. L'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con periodi di siccità alternati a manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi causando ingenti perdite alla produzione agricola;

   polizze assicurative e i fondi mutualistici rappresentano al momento gli unici strumenti reali di difesa passiva e di ristoro agli agricoltori per i danni subiti dal manifestarsi di eventi climatici avversi;

   la regione Piemonte si è già attivata per chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza per il ristoro dell'autonoma sistemazione dei nuclei familiari sfollati nonché per i danni alle infrastrutture e strutture pubbliche e private e alle attività economiche e produttive –:

   quali provvedimenti intenda adottare, in relazione agli eventi calamitosi verificatisi nei territori della regione Piemonte, al fine di sostenere le imprese agricole colpite, già provate da anni di avversità, per favorire la loro ripresa economica e produttiva nonché per sostenere il comparto agricolo.
(3-01325)

(9 luglio 2024)

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il ricambio generazionale nel settore agricolo rappresenta un obiettivo strategico del nostro Paese;

   i dati del censimento 2020 segnalavano che, sul totale delle aziende agricole, l'Italia è tra i Paesi dell'Unione europea con la quota minore di giovani imprenditori impegnati nel settore, pari al 9,3 per cento, contro il 18,2 per cento della Francia, il 14,9 per cento della Germania e l'11,9 per cento della media degli Stati membri;

   secondo il Rapporto giovani e agricoltura dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), pubblicato ad aprile 2024, le imprese agricole guidate da giovani rappresentano oggi il 7,5 per cento del totale, concorrendo tuttavia al 15 per cento dell'economia del settore, dimostrando dunque dinamicità ed efficienza superiori alla media, oltre a una propensione allo sviluppo di filiere di qualità;

   il rapporto citato segnala inoltre che, al 31 dicembre 2023, le imprese agricole condotte da under 35 iscritte nei registri delle camere di commercio ammontavano a 52.717, in calo dell'8,5 per cento rispetto al 2018, con una flessione dovuta in larga parte alla crisi demografica in corso;

   il 1° luglio 2024, il Ministro interrogato e il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, hanno presenziato alla firma dell'accordo tra il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che permetterà di destinare a giovani imprenditori agricoli i terreni sottratti alle mafie, dietro la corresponsione di un canone agevolato –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere per favorire l'ingresso dei giovani nel settore agricolo.
(3-01326)

(9 luglio 2024)

   FOTI, MALAGUTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MARCHETTO ALIPRANDI e MATTIA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'azione del Governo italiano per realizzare una cooperazione più stretta nell'ambito del dialogo con l'Africa, anche nell'ottica del «Piano Mattei», rappresenta una delle novità geopolitiche più interessanti nello scenario di questi ultimi mesi;

   il 6 luglio 2024, in occasione di una missione diplomatica del Ministro interrogato in Algeria, è stato siglato un accordo tra Bonifiche Ferraresi S.p.A. ed il Fondo nazionale di investimento (Fni) algerino, accordo realizzato nella piena autonomia delle parti;

   l'incontro ed il suo importante esito, centrale per la diplomazia ed il soft power italiano, fanno seguito allo sviluppo delle relazioni internazionali tra Italia ed Algeria, il cui culmine è stato raggiunto nello storico G7 di Savelletri (Brindisi) in cui il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, Presidente di turno del G7, ha ulteriormente sviluppato le relazioni con l'Algeria in un fondamentale incontro bilaterale col Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune;

   l'accordo del 6 luglio 2024, firmato alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida e dell'omologo algerino, il Ministro dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, Youcef Cherfa, è una base fondamentale per realizzare una vera e propria sinergia diplomatica per affrontare in modo condiviso i temi della sicurezza alimentare;

   il progetto – dal valore di 420 milioni di euro, esclusivamente di capitale algerino, mentre l'Italia metterà per proprio conto il know how necessario – mira a sviluppare una filiera integrata seme-prodotto finito in ambito cerealicolo per una produzione interamente destinata al mercato locale;

   l'iniziativa rappresenta il più importante investimento italiano in un progetto di agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia nell'area del Mediterraneo del Sud, prevedendo una concessione di 36.000 ettari nella provincia di Timimoun in territorio algerino a partire dal 2024 in più fasi e con piena entrata a regime nel 2028;

   il progetto, oltre alla creazione di posti di lavoro, prevede il trasferimento di conoscenze e la realizzazione di opere infrastrutturali sul suolo algerino, perseguendo la finalità di sviluppo e cooperazione propria del «Piano Mattei» –:

   se il Ministro interrogato intenda delineare il contenuto del progetto sottoscritto con i partner algerini e se intenda spiegare quali conseguenze positive questo progetto possa comportare per l'Italia e per l'Algeria.
(3-01327)

(9 luglio 2024)

   ZARATTI, MARI, ZANELLA, BORRELLI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI e PICCOLOTTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il Documento di economia e finanza non ha previsto risorse aggiuntive, oltre quelle stanziate dalla legge di bilancio per il 2024, per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici del triennio 2022-2024, dove, a fronte di una crescita del costo della vita registrata nel medesimo triennio di oltre il 17 per cento (indice dei prezzi al consumo al 15 per cento), il Governo ha riconosciuto un incremento nominale medio tra personale del comparto e della dirigenza del 5,78 per cento;

   l'ultimo Documento di economia e finanza del Governo ha confermato l'andamento della spesa per il personale dell'ultimo decennio, rimasta invariata rispetto ai livelli del 2011, con costanti riduzioni nei periodi di blocco della contrattazione e leggeri aumenti nominali corrispondenti con la sottoscrizione dei contratti collettivi 2016-2018 e 2019-2021;

   le risorse per la valorizzazione professionale del personale in forza alle pubbliche amministrazioni risultano limitate e costrette da numerosi vincoli che ne impediscono il potenziale, dai tetti di spesa ai fondi per la contrattazione decentrata ex articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017, ai limiti per la spesa del personale degli enti locali ex decreto-legge n. 34 del 2019, passando per le limitate, straordinarie risorse previste per le progressioni verticali in deroga ex decreto-legge n. 80 del 2021;

   le opportunità di modernizzazione e trasformazione del Paese possibili anche grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza rischiano di non essere colte per via della strutturale carenza di organico delle pubbliche amministrazioni, in particolare del sistema delle autonomie locali di maggiore prossimità come i comuni, e per le mancate riforme come per le province dopo il riordino previsto dalla legge n. 56 del 2014 e che si trovano nella condizione di non poter svolgere le ordinarie funzioni amministrative e di servizio alla cittadinanza per carenza di personale;

   l'aumento dell'orario di lavoro che si determina più o meno surrettiziamente attraverso iniziative normative che prevedono benefici fiscali e incentivano le prestazioni orarie aggiuntive o istituti come quello dello straordinario ha conseguenze negative sullo stato di salute e di benessere psico-fisico delle lavoratrici e dei lavoratori –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per individuare le risorse aggiuntive necessarie per un rinnovo contrattuale che garantisca un adeguato incremento del potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e, contestualmente, per sopprimere i tetti al salario accessorio e alla spesa del personale delle amministrazioni pubbliche liberando così risorse e permettere una adeguata valorizzazione del personale attraverso la contrattazione decentrata, procedendo anche alla proroga termini e rifinanziamento delle progressioni verticali in deroga.
(3-01328)

(9 luglio 2024)

   D'ALESSIO, BONETTI, BENZONI, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il 13 luglio 2024 entrerà in vigore la legge n. 86 del 2024 contenente disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata;

   l'articolo 3 demanda l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni ad uno o più decreti legislativi, senza però prevedere un contestuale o adeguato finanziamento degli stessi;

   tuttavia, l'attribuzione alle regioni ordinarie di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia è espressamente subordinata alla previa determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni, passaggio necessario affinché si possa procedere alla stipula delle intese tra Stato e singole regioni per la realizzazione della loro autonomia differenziata;

   vi è, quindi, un rapporto diretto tra il processo di definizione e finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e la determinazione dei fabbisogni e dei costi standard da riconoscere agli enti territoriali, anche ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 42 del 2009;

   tuttavia, la legge in esame, da un lato, all'articolo 8, stabilisce che le intese dovranno essere trovate «in coerenza con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e, comunque, garantendo l'equilibrio di bilancio», mentre dall'altro, all'articolo 9, stabilisce che da «ciascuna intesa non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;

   la legge di bilancio 2023 ha istituito un'apposita cabina di regia tra i cui compiti vi è quello di predisporre uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui sono determinati i livelli essenziali delle prestazioni correlati dai costi e fabbisogni standard e ha previsto una segreteria tecnica presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie quale struttura di supporto per la determinazione degli stessi livelli essenziali delle prestazioni;

   la regione Calabria, tramite un atto di indirizzo approvato a maggioranza e per voce del suo stesso presidente Occhiuto, ha chiarito come anche per le materie non livelli essenziali delle prestazioni serva un approfondimento e una preventiva analisi di impatto prima di eventuali formalizzazioni di intese Stato-regioni su ulteriori forme di autonomia;

   il presidente della regione Lazio, Rocca, poi, ha annunciato pubblicamente che non chiederà alcuna forma ulteriore di autonomia per la propria regione finché non verranno definiti i livelli essenziali delle prestazioni, ritenuti assolutamente essenziali per le norme da adottare;

   il Documento di economia e finanza presentato dal Governo pochi mesi fa, peraltro privo di quadro programmatico, dovrà necessariamente essere aggiornato entro poco tempo, sia alla luce delle nuove regole europee sul Patto di stabilità e crescita sia in vista della redazione del prossimo disegno di legge di bilancio –:

   quante risorse saranno stanziate nel prossimo disegno di legge di bilancio per un adeguato finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, sia in vista delle richieste di maggiore autonomia che verranno avanzate da parte delle singole regioni sia per evitare inasprimenti del prelievo fiscale nel rispetto degli equilibri di bilancio.
(3-01329)

(9 luglio 2024)

Per tornare alla pagina di provenienza azionare il tasto BACK del browser