TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 374 di Mercoledì 30 ottobre 2024
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BOSCHI, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:
il Sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale diretta dal prefetto Bruno Frattasi sono le autorità principalmente responsabili per la sicurezza informatica italiana;
dopo i recenti scandali in materia di spionaggio dei conti bancari operato da un ex dipendente di Intesa Sanpaolo e quello fatto emergere dalla procura di Perugia per il quale sono indagati il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati, nella giornata di venerdì 25 ottobre 2024 la procura di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per quattro persone e l'interdittiva personale per altre due nell'ambito di un'indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, volta a contrastare un sistema criminale che parrebbe abbia fatto illecitamente accesso oltre 52 mila volte ai sistemi d'indagine delle forze dell'ordine e avrebbe sottratto da banche dati pubbliche oltre 800 mila fascicoli utilizzati per il dossieraggio di semplici cittadini, imprenditori, professionisti e autorevoli esponenti delle istituzioni, tra i quali il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato della Repubblica e l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi;
l'indagine ha portato al sequestro di alcune società che avrebbero creato un sistema per accedere illegalmente a dati sensibili dei diversi soggetti pubblici per vendere le informazioni – tra le quali tabulati telefonici, informazioni sulla localizzazione di cellulari, conti bancari – nonché intercettazioni e dati dei dispositivi per conto di soggetti che ne commissionavano la raccolta;
tra gli oltre sessanta indagati vi sono il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali e l'ex poliziotto Carmine Gallo, entrambi soci di Equalize srl, una delle società attualmente sotto sequestro che secondo la procura avrebbe avuto un ruolo centrale nel coordinamento del sistema di dossieraggio illecito. Dalle indagini parrebbe che la sicurezza del Ministero dell'interno sia stata fallata sia a causa dell'utilizzo di un trojan che a causa dell'aiuto di alcuni informatici coinvolti nella manutenzione dei sistemi del Ministero;
le banche dati delle amministrazioni sono di primario interesse per la quantità e per la tipologia di dati che essi contengono e una violazione di tali dati è un atto che mette in pericolo sia il singolo individuo che lo Stato nel suo complesso –:
quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per rafforzare la sicurezza delle banche dati pubbliche, in particolare di quella del Ministero dell'interno, contenenti i dati sensibili degli italiani, al fine di escludere il ripetersi di simili avvenimenti sia in termini di controlli che di investimenti economici su cybersicurezza, anche prevedendo pene adeguate rispetto a chi acquisisce e pubblica materiale acquisito illecitamente.
(3-01520)
(29 ottobre 2024)
FOTI, CIOCCHETTI, PERISSA, ANGELO ROSSI, CARAMANNA, COLOSIMO, FILINI, GIORDANO, KELANY, MILANI, MOLLICONE, RAMPELLI, ROSCANI, SBARDELLA, TRANCASSINI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI e RUSPANDINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 26 settembre 2024 il commissario straordinario del Governo per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025 ha emanato l'ordinanza rep. n. 2024/0000033, prot. RM/2024/0005220 ad oggetto – «Intervento n. 136 recante “Parcheggi bus turistici nelle zone periferiche della città” – Modifica del sistema tariffario dei permessi da rilasciare ai bus turistici per la circolazione sul territorio di Roma capitale, in occorrenza della Festività giubilare»;
tale disposizione è stata assunta in forza dell'intervento classificato nell'allegato 1 n. 136, recante «Parcheggi bus turistici nelle zone periferiche della città», incluso nel Programma degli interventi approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2023, e concerne l'attrezzaggio civile e tecnologico di aree di lunga sosta da riservare ai bus turistici, localizzate nelle zone periferiche di Roma, e si pone come obiettivo la delocalizzazione della sosta degli autobus privati, a servizio della domanda turistica, nei nodi di scambio periferici destinati allo scambio intermodale con il trasporto pubblico di linea;
il commissario straordinario, nell'ordinanza, considera l'intervento «strettamente correlato alla regolazione della domanda di permessi di circolazione nella città di Roma e non può prescindere, dunque, da una puntuale riorganizzazione del sistema delle tariffe per l'accesso dei bus turistici alla zona a traffico limitato cittadina, che renda competitiva e conveniente, per le società attive nell'ambito del trasporto di persone, la richiesta di permessi per la sosta nelle zone periferiche della città, riducendo, conseguentemente, la domanda di sosta nelle zone centrali»;
l'articolo 7, comma 1, lettera 0a), del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2022, ha modificato l'articolo 7 («Regolamentazione della circolazione nei centri abitati»), comma 9, del decreto legislativo n. 285 del 1992 (codice della strada) che regola la possibilità da parte dei comuni di prevedere interventi di delimitazione del traffico di aree e zone;
la vigente normativa dispone che i comuni possono subordinare l'ingresso o la circolazione dei veicoli a motore, all'interno delle zone a traffico limitato, anche al pagamento di una somma. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono individuate le tipologie dei comuni che possono avvalersi di tale facoltà, le modalità di riscossione del pagamento, le categorie dei veicoli esentati, nonché i massimali delle tariffe;
il commissario straordinario, pur citando nell'ordinanza del 26 settembre 2024 il modificato testo dell'articolo 7, comma 9, del codice della strada, specificando che ad oggi non è stato ancora emanato il decreto ministeriale, giunge alla conclusione di avere comunque la facoltà di modificare le tariffe, potestà che parrebbe invece essere esclusivamente ministeriale –:
quali iniziative di competenza intenda adottare per fare definitivamente chiarezza in ordine alla titolarità del potere di modificare le tariffe di accesso alla zona a traffico limitato, anche in vista dell'ormai prossimo Giubileo della Chiesa cattolica.
(3-01521)
(29 ottobre 2024)
CALDERONE, PITTALIS, PATRIARCA e ENRICO COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
una delle fasi più delicate delle intercettazioni è quella dell'esecuzione delle operazioni che, come disposto dall'articolo 268 del codice di procedura penale, è nella totale disponibilità della polizia giudiziaria, che, di fatto, stabilisce se una conversazione è rilevante o non è rilevante: l'intervento del pubblico ministero è attualmente limitato a fornire indicazioni e a vigilare affinché siano rispettate le prescrizioni del comma 2 del citato articolo 268 del codice di rito: ovvero che nei verbali siano trascritti soltanto il contenuto rilevante ai fini delle indagini, anche a favore della persona sottoposta ad indagine, e che il contenuto di quelle non rilevanti non sia trascritto neppure sommariamente;
stante la rilevanza costituzionale dei diritti necessariamente compressi dall'attività captativa e anche per garantire la speditezza e una maggiore efficienza dei procedimenti penali, evitando possibili travisamenti che si traducono, poi, in inutilizzabilità del materiale captato nell'ambito del processo, sarebbe opportuno prevedere un maggiore coinvolgimento del pubblico ministero che potrebbe in tal modo esercitare una funzione di controllo sull'operato della polizia giudiziaria della quale è dominus;
prevedere che la polizia giudiziaria, prima di chiedere la proroga delle intercettazioni o al termine delle stesse, rediga una specifica informativa con la quale riferisce al pubblico ministero procedente il contenuto delle conversazioni ritenute non rilevanti, l'oggetto specifico degli argomenti e l'identità dei soggetti captati e il successivo controllo del magistrato requirente, il quale disponga la sola acquisizione dei contenuti ritenuti rilevanti, potrebbe essere la soluzione che soddisfi tanto l'esigenza di tutela dei diritti del cittadino indagato, quanto le fondamentali esigenze di speditezza ed efficienza dell'azione penale –:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito alla problematica descritta in premessa e se non intenda intraprendere, nel primo provvedimento utile, iniziative atte a prevedere un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione dell'autorità giudiziaria nella valutazione circa la rilevanza delle conversazioni captate in sede di intercettazioni.
(3-01522)
(29 ottobre 2024)
LUPI, BICCHIELLI, ALESSANDRO COLUCCI, BRAMBILLA, CAVO, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
con il termine «dossieraggio» si fa riferimento ad una raccolta di informazioni riservate fatta su commissione, a fini ricattatori;
alla fine dell'anno 2022 il Ministro Crosetto aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica a seguito della pubblicazione sul quotidiano Domani di alcune informazioni strettamente personali ed indebitamente sottratte;
a marzo 2024 la procura di Perugia ha avviato un'indagine ai danni di 16 soggetti, accusati di avere avuto accesso a informazioni riservate di politici e personaggi noti del mondo della politica e dell'imprenditoria;
le indagini hanno portato alla luce oltre 230 mila accessi illegali a banche dati in meno di 4 anni;
il 25 ottobre 2024 la procura di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per 4 persone, nonché l'interdittiva personale per due soggetti, nell'ambito dell'indagine per associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo ai sistemi informatici, con lo scopo di vendere le informazioni per spionaggio industriale e personale;
secondo notizie di stampa emerge dalle inchieste della procura che i dati siano stati trafugati indebitamente attraverso accessi alle banche dati di numerosi enti tra cui: il Sistema di indagine, sistema presso il Ministero dell'interno dove afferiscono tutte le notizie relative all'attività delle forze di polizia, la banca dati dell'Inps, il sistema informatico dell'Agenzia delle entrate, l'Anagrafe nazionale della popolazione residente e il sistema informativo valutario;
questi accessi fanno ipotizzare secondo gli inquirenti l'esistenza di banche dati illegali, parallele a quelle esistenti;
secondo il rapporto annuale Yarix del 2023 l'Italia è tra i cinque Paesi al mondo più bersagliati dai virus;
in particolare, si evidenzia come nel 2023 sia in crescita il fenomeno del cosiddetto «hacktivismo», ovvero dell'hackeraggio per motivi politici e ideologici contro obiettivi europei e italiani;
da luglio 2024 è in vigore la legge 28 giugno 2024, n. 90, recante «Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici» –:
quali ulteriori iniziative di carattere normativo intenda assumere al fine di contrastare l'accesso illegale alle banche dati e la violazione della riservatezza e della privacy dei cittadini italiani.
(3-01523)
(29 ottobre 2024)
D'ORSO, ASCARI, CAFIERO DE RAHO e GIULIANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da notizie di stampa, nei giorni scorsi, un hacker di 24 anni è stato arrestato con l'accusa di aver violato più volte i sistemi informatici del Ministero della giustizia e di altri importanti enti e società (tra cui Guardia di finanza, Tim e Telespazio), riuscendo ad acquisire anche fascicoli di indagine coperti da segreto investigativo;
più di recente, è emersa da fonti di stampa l'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano su accessi illegali ad alcuni tra i più importanti archivi dello Stato, che ha portato agli arresti domiciliari di quattro persone e all'iscrizione di altre sessanta nel registro degli indagati: da quanto riportato, taluni sarebbero coinvolti direttamente nello spionaggio, altri avrebbero commissionato i servizi di spionaggio a Equalize, la principale azienda coinvolta nell'inchiesta;
queste informazioni venivano raccolte illegalmente per essere vendute o utilizzate per influenzare decisioni politiche e aziendali;
in totale sarebbero stati fatti 52.811 accessi abusivi al Sistema di indagine (Sdi), oltre a 108.805 accessi ad atti giudiziari e amministrativi. Tra questi anche un documento riservato dell'Aisi. L'accesso al Sistema di indagine sarebbe stato possibile in parte grazie alla complicità di alcuni operatori delle forze dell'ordine e in parte grazie a un attacco informatico;
le indagini stanno dimostrando quanto siano vulnerabili e insicuri i sistemi di protezione di questi database e, in definitiva, quanto lo stesso Stato sia vulnerabile e insicuro di fronte alle minacce informatiche;
come rilevato dagli stessi magistrati della direzione distrettuale antimafia di Milano, «un sistema così pervasivo rappresentava un pericolo per la democrazia del Paese», posto che questi database custodiscono informazioni riservate e dettagliate su chiunque: dati personali, giudiziari, previdenziali, fiscali;
appare evidente come, mentre, da un lato, i sistemi criminali affinino sempre di più le tecniche di captazioni abusive, ponendo in grave pericolo la sicurezza del nostro Paese, dall'altro, il Governo in carica limiti l'utilizzo legittimo di strumenti quali intercettazioni e trojan, spuntando le armi alla magistratura –:
alla luce delle suddette inchieste, se ritenga di proseguire nello smantellamento delle norme relative alle intercettazioni, al trojan, al sequestro degli smartphone o se invece non ritenga di rafforzare questi e altri strumenti e rendere le infrastrutture informatiche afferenti al Ministero della giustizia più impermeabili agli attacchi esterni, attraverso il potenziamento tecnologico e la dotazione di personale specializzato.
(3-01524)
(29 ottobre 2024)
ONORI, D'ALESSIO, BONETTI, BENZONI, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'Emilia-Romagna è stata recentemente colpita da un'ennesima violenta alluvione, che ha riguardato in modo estremamente intenso anche l'area metropolitana di Bologna;
mentre le arterie urbane si trasformavano in fiumi di fango e acqua, i rider continuavano a trasportare cibo da una parte all'altra della città;
secondo la giurisprudenza italiana, le piattaforme non possono obbligare il lavoratore a lavorare durante un evento meteorologico estremo: le tutele delle normative sulla sicurezza sul lavoro vanno applicate anche ai rider;
da quanto si ha avuto modo di apprendere, le piattaforme avrebbero incentivato i rider a svolgere comunque le consegne, prevedendo una maggiorazione «di circa il 10 per cento». Molti lavoratori, spesso di nazionalità straniera ed economicamente fragili, non hanno potuto rinunciare alle consegne, perché insieme ad esse non solo avrebbero perso il compenso a cottimo, ma, in futuro, sarebbero stati anche svantaggiati dall'algoritmo che ripartisce le consegne;
secondo i dati Arpae, sulla città di Bologna si sono registrate precipitazioni con cumulate da 160 a 180 millimetri e intensità orarie estreme;
a titolo esemplificativo, sul sito dell'azienda Deliveroo si legge che per «maltempo» si intendono «le precipitazioni di pioggia di almeno 2 millimetri l'ora o la neve»;
nonostante ciò, unitamente alle comunicazioni del sindaco bolognese affinché nessuno lasciasse la propria abitazione, le piattaforme non hanno sospeso le consegne, rendendosi, così, responsabili di mettere a rischio la sicurezza dei rider;
il frequente verificarsi di questi episodi solleva importanti interrogativi su etica commerciale e responsabilità sociale. La sicurezza dei lavoratori necessita di essere al primo posto: i rider, costretti a mettere a rischio la propria incolumità pur di soddisfare le richieste di chi si trovava al riparo, hanno rappresentato una parte vulnerabile della forza lavoro, evidenziando le problematiche legate al lavoro precario e alla mancanza di tutele;
il decreto legislativo n. 81 del 2015 ha istituito anche un osservatorio permanente presieduto dal Ministro interrogato e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. Tra le funzioni di tale osservatorio vi è anche quella di proporre revisioni alla normativa vigente in base all'evoluzione del mercato del lavoro e della dinamica sociale –:
quali iniziative di competenza, anche nell'ambito del citato osservatorio, intenda adottare al fine di prevedere una disciplina adeguata di tutela della categoria dei rider, giungendo ad una definizione uniforme dei parametri minimi di sicurezza, soprattutto connessi alle sempre più frequenti emergenze meteorologiche.
(3-01525)
(29 ottobre 2024)
GRIMALDI, MARI, ZANELLA, BORRELLI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
come riportato dalla stampa, le lavoratrici della ditta in appalto per la Ferrero, addette al confezionamento, hanno scioperato contro i bassi salari percepiti, circa 6 euro netti all'ora;
secondo fonti sindacali, il 90 per cento dei prodotti a marchio Ferrero viene confezionato, in appalto, da ditte esterne, per abbattere il costo della manodopera;
tali ditte non applicano il contratto del settore agroalimentare, applicato ai dipendenti Ferrero, ma il contratto collettivo nazionale di lavoro «multiservizi»;
vi è una significativa differenza retributiva tra un dipendente diretto e uno esterno, oltre alla possibilità per le aziende appaltatrici di godere di grande flessibilità, tradotta negli anni in part-time obbligatori e in un'organizzazione del lavoro che prevedeva alcuni mesi di sospensione della prestazione lavorativa;
durante tali mesi, pur essendo formalmente assunte a tempo indeterminato, in ragione di un contratto a part-time ciclico, le lavoratrici erano trattate come dipendenti a tempo determinato, senza poter tuttavia accedere alla Naspi nei periodi di sospensione, ma solo alla misura sperimentale dell'indennità una tantum, del tutto inadeguata;
la Ferrero, colosso dell'industria dolciaria mondiale, ha registrato nel 2023 17 miliardi di euro di ricavi e il suo amministratore delegato, Giovanni Ferrero, è l'uomo più ricco d'Italia e tra i più ricchi del mondo, con un patrimonio di 39,1 miliardi di euro;
l'utilizzo di ditte esterne e cooperative di confezionamento è in aumento nella provincia di Cuneo e nella stessa Proteco è stato firmato un accordo che liberalizza l'utilizzo della somministrazione a copertura dei picchi lavorativi;
gli addetti al confezionamento in provincia sono mediamente 1.200-1.300, ma nelle punte si arriva anche a 1.800, con un ricorso soprattutto alla stagionalità con contratti a tempo determinato e part-time verticali;
la somministrazione risponde ai picchi estemporanei, ma in alcune aziende raggiunge il 20-30 per cento;
molte vertenze e denunce attraversano il nostro Paese contro diffuse condizioni di lavoro basate su precarietà, bassi salari, sfruttamento e caporalato;
la risposta: limitarsi alla conferma del cuneo fiscale, misura non strutturale che non determina un reale contrasto alle conseguenze del lavoro povero –:
quali misure urgenti intenda promuovere per contrastare il fenomeno dei bassi salari, del lavoro sottopagato, dei part-time involontari e dell'applicazione di contratti collettivi nazionali di lavoro differenti, a parità di mansioni, prendendo in considerazione l'ipotesi di reintrodurre il principio di parità di trattamento tra dipendenti dell'appaltante e dipendenti dell'appaltatore, come suggerito anche nel documento del Cnel del 12 ottobre 2023.
(3-01526)
(29 ottobre 2024)
MAGI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
in una recente trasmissione televisiva di approfondimento politico, la Ministra interrogata, commentando la legge che ha esteso la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità ai fatti commessi all'estero da cittadini italiani, ha affermato che i medici sarebbero tenuti a segnalare alla procura i casi di sospetta violazione della suddetta legge;
si tratta di dichiarazioni gravissime, inconsistenti dal punto di vista giuridico, a cui la comunità dei medici ha immediatamente reagito;
il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ha dichiarato che: «Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla legge – in primis, la Costituzione – e dal codice deontologico, è confermato dalla giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto. Che il medico sia esonerato dall'obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dall'articolo 365 del codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale»;
le parole della Ministra interrogata, peraltro, come ha prontamente denunciato l'Associazione Luca Coscioni, rivelano una preoccupante mancanza di conoscenza delle procedure e delle normative vigenti in tema di gravidanza per altri, ma in generale sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita, anzitutto perché un medico, pediatra, ginecologo o medico di cure primarie non è tenuto a sapere se i bambini sono nati da tecniche di procreazione medicalmente assistita, come ha ben spiegato il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Antonio D'Avino, che ha dichiarato: «I bambini vanno assistiti e visitati in qualsiasi condizione. A noi non interessa l'etnia, la provenienza e la religione, a noi interessa la salute del piccolo. Quando entra un bambino nel nostro studio noi non sappiamo se è nato con la maternità surrogata, facciamo un'anamnesi per sapere come è andata la gravidanza ma questo non vuol dire che dobbiamo approfondire la “provenienza” del piccolo»;
il Garante per la protezione dei dati personali, peraltro, è sempre stato molto chiaro sulla necessità di tutelare l'anonimato delle persone nate da tecniche di procreazione medicalmente assistita e ha stabilito che non possono essere istituiti registri speciali. Le persone nate tramite gestazione per altri sono riconosciute come nate da fecondazione omologa o eterologa e i dati relativi rimangono nei centri di procreazione medicalmente assistita con garanzia di anonimato –:
se non ritenga, alla luce del codice penale, del codice deontologico e da quanto stabilito dal Garante per la protezione dei dati personali, di dover correggere le proprie affermazioni.
(3-01527)
(29 ottobre 2024)
FERRARI, FORATTINI, GHIO, BRAGA, SCHLEIN, BONAFÈ, BOLDRINI, DI BIASE, QUARTAPELLE PROCOPIO, MARINO, MALAVASI, IACONO, GRIBAUDO, MANZI, SERRACCHIANI, PRESTIPINO, ROGGIANI, EVI, GUERRA, BAKKALI, SCARPA, MADIA, ROMEO, CIANI, TONI RICCIARDI, CASU, FORNARO, DE LUCA, MORASSUT, DE MARIA, FURFARO, GIANASSI, GIRELLI, STUMPO e LACARRA. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
continua la strage di donne uccise dalla violenza maschile quasi ogni giorno nel nostro Paese;
la legge di bilancio per il 2024, legge 30 dicembre del 2023, n. 213, con l'articolo 1, comma 187, al fine di incrementare la misura del reddito di libertà introdotto ai sensi dell'articolo 105-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, al fine di garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza, ha incrementato di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027 il fondo di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248;
la norma che stanzia maggiori risorse per il reddito di libertà è riconducibile all'approvazione di un emendamento delle opposizioni alla medesima legge, che ha stanziato 40 milioni di euro complessivi per il contrasto alla violenza contro le donne, così ripartiti: formazione degli operatori e operatrici che entrano in contatto con le donne vittime di violenza, reddito di libertà, rete dei centri antiviolenza, progetti rivolti a uomini maltrattanti, decontribuzione in caso di assunzione di donne che hanno subìto violenza, realizzazione di nuove case rifugio;
nel complesso si tratta di misure volte a rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto della violenza e il sostegno ai percorsi delle donne di fuoriuscita dalla violenza;
ad oggi non risulterebbe ancora adottato il decreto di assegnazione delle risorse all'Inps destinate al cosiddetto «reddito di libertà», come denunciato già nell'agosto 2024 nell'Osservatorio antiviolenza;
dai dati contenuti nel report presentato da Inps, dall'avvio della misura e fino al 31 maggio 2024 si evinceva come su 6.489 domande presentate agli sportelli comunali dalle donne vittime di violenza, solo 2.772 richieste siano state evase e hanno quindi ricevuto il sostegno economico, mentre al 31 maggio 2024 sono 3.026 le donne vittime di violenza che hanno chiesto questo sostegno economico ma non hanno ancora ricevuto risposta –:
se non ritenga di dover fornire ogni utile elemento in merito all'effettiva, esatta ed omogenea assegnazione dei fondi stanziati destinati al reddito di libertà, alla formazione del personale della giustizia, delle forze di polizia e della polizia municipale, del personale sanitario e socio-sanitario e degli insegnanti, alla rete dei centri antiviolenza, a progetti rivolti a uomini maltrattanti, alla decontribuzione in caso di assunzione di donne che hanno subìto violenza, alla realizzazione di nuove case rifugio.
(3-01528)
(29 ottobre 2024)
RAVETTO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
in data 25 luglio 2024 la Commissione europea ha deferito l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia in relazione alla disciplina dell'assegno unico e universale per i figli a carico;
il deferimento, ultimo atto della procedura di infrazione avviata nel febbraio 2023, riguarda, in particolare, i requisiti soggettivi individuati dalla normativa nazionale ai fini dell'accesso all'assegno unico e universale;
la Commissione europea richiede al Governo italiano di cancellare completamente il requisito della residenza in Italia, attualmente fissato in «due anni anche non continuativi», di cancellare altresì il requisito alternativo della durata «almeno semestrale» del rapporto di lavoro e addirittura di riconoscere l'assegno unico anche per i figli residenti all'estero;
secondo la Commissione europea il regime giuridico nazionale, peraltro definito durante il Governo Draghi, sarebbe discriminatorio e incompatibile con il diritto dell'Unione europea in materia di coordinamento della sicurezza sociale e di libera circolazione dei lavoratori;
i requisiti in contestazione – non si sarebbe mai pensato di doverlo rammentare alla Commissione europea – sono, tuttavia, indispensabili per individuare con certezza i beneficiari dell'assegno unico e, quindi, per controllare il suo impatto sui conti dello Stato, nel rispetto degli stessi vincoli di bilancio che l'ordinamento comunitario ci impone di osservare;
l'erogazione del beneficio a chiunque abbia un'occupazione solo occasionale nel nostro Paese e addirittura per i figli che continuano a risiedere all'estero metterebbe a rischio la sostenibilità della misura, anche in quanto lo strumento utilizzato ai fini del suo calcolo, l'Isee, è pressoché impossibile da rilevare con affidabilità in molti Paesi esteri;
l'auspicio degli interroganti è che la Commissione europea possa tornare sui propri passi e consentire al Governo italiano di difendere uno strumento innovativo e importante per le famiglie, del quale è previsto tra l'altro il potenziamento nel disegno di legge di bilancio –:
se e quali iniziative di competenza intenda adottare per difendere lo strumento dell'assegno unico e universale dalle contestazioni della Commissione europea che ne mettono a rischio la sostenibilità.
(3-01529)
(29 ottobre 2024)