TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 392 di Mercoledì 4 dicembre 2024

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   PITTALIS. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3, comma 6, del decreto-legge n. 80 del 2021 statuisce che il Ministro della pubblica amministrazione adotti, previa intesa in sede di Conferenza unificata, specifiche linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica, al fine di garantire omogeneità, trasparenza ed equità nelle procedure di selezione dei dirigenti delle amministrazioni centrali dello Stato;

   in attuazione del citato decreto-legge n. 80 del 2021, il decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 ha approvato le linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica, introducendo criteri multi-dimensionali che affiancano alla verifica sulle conoscenze disciplinari la valutazione delle competenze trasversali e alle attitudini individuali, promuovendo l'uso di strumenti avanzati con l'assessment center e specifiche prove situazionali;

   tra le amministrazioni centrali che hanno dato attuazione al decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 vi è il Ministero della giustizia, che ha utilizzato l'assessment center per valutare le competenze gestionali e trasversali dei candidati alla dirigenza, e il Ministero dell'economia e delle finanze, che ha implementato prove istituzionali e assessment center;

   tali criteri selettivi della dirigenza, valorizzando le competenze tecniche, gestionali e motivazionali, mirano a selezionare dirigenti effettivamente capaci di svolgere il proprio ruolo. È evidente come nel caso del Corpo dei vigili del fuoco, corpo strategico dello Stato, che svolge compiti delicatissimi, la preparazione al ruolo e la competenza rappresentano due elementi irrinunciabili;

   il decreto legislativo n. 217 del 2005 prevede che il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in possesso di determinati requisiti di professionalità ed esperienza, possa essere valorizzato attraverso procedure selettive interne, garantendo così continuità operativa e riconoscendo le competenze acquisite;

   nonostante la disciplina di cui al decreto-legge n. 80 del 2021 e al decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 sia a pieno titolo applicabile a tutte le amministrazioni centrali, risulta, a quanto consta all'interrogante, che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco non abbia ancora implementato appieno le nuove metodologie di selezione, limitando le opportunità di carriera per le risorse interne già qualificate e non valorizzando adeguatamente il loro patrimonio di competenze acquisite –:

   quali misure, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare al fine di garantire l'applicazione delle linee guida per la selezione della dirigenza nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al fine di garantire il rispetto della normativa vigente e, contemporaneamente, un percorso di crescita professionale per i dipendenti in possesso dei requisiti di cui agli articoli 6 e seguenti del decreto legislativo n. 217 del 2005, come, peraltro, avvenuto in altre amministrazioni centrali.
(3-01592)

(3 dicembre 2024)

   BORRELLI, ZANELLA, ZARATTI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Napoli, sotto gli occhi delle forze dell'ordine, si sta manifestando un nuovo e pericoloso fenomeno criminale quale quello delle baby gang: giovani che si lasciano ammaliare dal potere ottenuto attraverso la violenza più efferata. Il mercato delle armi modificate è solo l'aspetto più evidente, vista la facilità con cui ragazzi di 11, 12 anni riescono a reperire un'arma che permette loro condotte violente e pericolose;

   è passato un mese dall'omicidio di Santo Romano, ragazzo di 19 anni colpevole di aver tentato di pacificare una rissa tra coetanei: un suo amico aveva «sporcato» involontariamente una scarpa all'omicida diciassettenne;

   l'ennesimo nuovo progetto di rimodulazione dei presidi della polizia di Stato a Napoli, ispirato alla razionalizzazione dell'impiego delle risorse e alla creazione dei distretti di polizia, operanti nell'ambito di una singola municipalità, produrrà forse economicità e razionalizzazione operativa, ma non inciderà assolutamente sulla sicurezza dei cittadini e sul tessuto sociale partenopeo, anzi depotenzierà l'attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni malavitosi;

   dal sito istituzionale del Ministero dell'interno, il 12 novembre 2024, il Ministro interrogato dichiara: «prevediamo un ulteriore rafforzamento degli organici delle forze di polizia: saranno assegnate nel giro di pochi mesi 479 nuove unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, da aggiungere ai 741 operatori. Rafforzeremo anche i sistemi di videosorveglianza con l'installazione di oltre 300 nuove telecamere»;

   a parere degli interroganti le parole sono contraddette dai fatti: il 18 settembre 2024 la Camera dei deputati approvava il disegno di legge «sicurezza» e il 23 settembre 2024 i cittadini di Chiaiano manifestano contro la chiusura del commissariato di polizia;

   prima c'è stata la chiusura della caserma dei carabinieri di Torre del Greco;

   ora sembra che toccherà a quella di Volla e Sant'Anastasia;

   è sempre più chiaro ed evidente l'aumentare delle enormi spaccature tra Nord e Sud e l'autonomia differenziata ne segnalerà l'epitaffio, rendendo il Meridione terra sempre più povera, in balia delle mafie e priva di servizi;

   dall'ultima relazione della corte d'appello di Napoli si registra in città un'impennata di reati: stupefacenti (+50,00 per cento), furti di automezzi pesanti trasportanti merci (+240,00 per cento), ricettazione (+27,14 per cento), rapine in banca (+29,55 per cento), corruzione di minorenne (+500,00 per cento) –:

   quanti siano, negli ultimi due anni, i nuovi agenti di polizia e carabinieri operanti a Napoli e provincia al netto delle sostituzioni per i pensionati o dimissioni e, conseguentemente, quanti siano quelli operativi per strada, quanti negli uffici o inabili all'attività e quanti siano i presidi di sicurezza chiusi e/o da chiudere.
(3-01593)

(3 dicembre 2024)

   ZIELLO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo recenti dati riportati dalla stampa, in Italia le aggressioni contro i professionisti sanitari sono aumentate del 38 per cento negli ultimi 5 anni; il 42 per cento degli stessi dichiara di essere stato vittima di almeno un'aggressione, fisica o psicologica, e di questi, nel complesso, il 72 per cento è una donna;

   aggressioni che possono portare anche ad esiti fatali, come il caso dell'omicidio volontario premeditato della psichiatra Barbara Capovani, aggredita nell'aprile 2023 a Pisa nell'ospedale Santa Chiara di fronte al reparto di psichiatria e morta in seguito alle gravi ferite riportate;

   come anche spesso raccontano le cronache, gli episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario e parasanitario sono tantissimi, anche per la garanzia di impunità che finora ha accompagnato queste condotte;

   proprio per fare fronte a questa escalation di violenze all'interno di ospedali e pronto soccorsi, recentemente è stato emanato dal Governo il decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2024, n. 171, che ha previsto una serie di misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni, nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria, aumentando le pene per gli aggressori e prevedendo l'arresto in flagranza anche differito e la procedibilità d'ufficio;

   sempre al fine di dare una risposta concreta ed efficace per contrastare e prevenire questi gravissimi episodi di violenze nei confronti di chi quotidianamente si dedica alla cura e alla salute degli altri e di assicurare le necessarie condizioni di lavoro in sicurezza nelle relative strutture sanitarie e sociosanitarie, contestualmente il Ministro interrogato ha affermato di voler potenziare i presidi di polizia negli ospedali;

   già nel 2023 erano 189 i presidi di polizia già attivi o di imminente attivazione nelle strutture ospedaliere, con un incremento del 50 per cento rispetto ai 126 presidi preesistenti e dell'80 per cento del numero di operatori di polizia impiegati, passati da 228 a 411 unità –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere per potenziare i posti di polizia presso le strutture ospedaliere italiane al fine di contrastare il fenomeno della violenza contro il personale sanitario e sociosanitario.
(3-01594)

(3 dicembre 2024)

   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in attuazione del Protocollo Italia-Albania siglato il 6 novembre 2023 tra il Governo italiano e il Governo albanese, è stato realizzato un centro di detenzione per migranti in Albania, con l'obiettivo dichiarato dal Governo di gestire l'arrivo dei migranti nel territorio italiano;

   l'accordo è valido per 5 anni, rinnovabili per altri 5 anni, a meno che una delle parti non comunichi di voler retrocedere entro 6 mesi dalla scadenza;

   sono state designate due aree in Albania, una a Shengjin e una a Gjader, per la costruzione delle strutture di detenzione;

   i centri includono un hotspot per gli sbarchi e l'identificazione, un centro di prima accoglienza per i richiedenti asilo, un centro di permanenza per i rimpatri e un penitenziario;

   secondo quanto stabilito dal protocollo, l'Italia sostiene interamente i costi sia di costruzione che di gestione dei due centri, che secondo le stime del Governo dovrebbero ammontare a circa 650 milioni di euro;

   i primi due trasferimenti di persone rintracciate o salvate nel Mediterraneo centrale sono avvenuti il 16 ottobre e l'8 novembre 2024 e hanno riguardato rispettivamente 16 e 7 persone;

   a seguito della decisione del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore dei migranti, che avevano nel frattempo avanzato domanda di protezione internazionale, è stato disposto il rilascio di tutte le persone, che sono quindi state accompagnate in Italia;

   secondo notizie di stampa sarebbe intenzione del Governo italiano destinare la struttura detentiva di Gjader al trasferimento di cittadini di nazionalità albanese attualmente detenuti in istituti penitenziari italiani –:

   se il Governo confermi tale intenzione e se vi siano piani concreti per la sua attuazione.
(3-01595)

(3 dicembre 2024)

   RICHETTI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nella relazione al Parlamento sull'esercizio del golden power nel 2023, si legge che «con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sono stati esercitati i poteri speciali attraverso l'imposizione di specifiche prescrizioni nei confronti di Beko Europe B.V., soggette a monitoraggio del Ministero delle imprese e del made in Italy»;

   nella relazione non si fa riferimento a condizioni sulla salvaguardia di livelli occupazionali e della continuità produttiva degli stabilimenti italiani;

   di fronte alle notizie di un pesante ridimensionamento degli insediamenti produttivi del gruppo in Italia, il Ministro interrogato ha dichiarato di avere sollecitato Beko, in un incontro tenutosi il 7 novembre 2024, a presentare un piano industriale che scongiurasse la chiusura di stabilimenti;

   il 15 novembre 2024 il Ministro interrogato, rispondendo a un'interpellanza parlamentare, ha così riassunto la posizione del Ministero: «Noi siamo stati avveduti, cauti, responsabili e attenti al lavoro italiano. È per questo motivo che (...) ponendo nei tempi utili, il 1° maggio 2023, l'esercizio del golden power, noi siamo stati in condizione di fare quello che gli altri Governi europei non hanno potuto fare; è per questo che in Polonia il gruppo ha già deciso la chiusura di due stabilimenti (...) Abbiamo già avuto due tavoli generali con l'azienda insieme alle forze sociali e produttive (...). Già nella prima riunione abbiamo sollecitato l'azienda a presentare un piano industriale convincente, che rispondesse ai requisiti posti dal golden power»;

   il 20 novembre 2024, nel tavolo di avvio del negoziato al Ministero, Beko ha presentato un piano che prevede la chiusura di due stabilimenti (a Siena e Comunanza) e il licenziamento di circa 2.000 lavoratori su 4.600;

   è evidente che o il Ministro ha mentito circa i contenuti delle prescrizioni a tutela della continuità produttiva e occupazionale o Beko non ha adempiuto agli impegni assunti;

   l'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 21 del 2012 prevede che «La società acquirente e la società le cui partecipazioni sono oggetto dell'acquisto, che non adempiano agli impegni imposti, sono altresì soggette, salvo che il fatto costituisca reato, a una sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del valore dell'operazione, e comunque non inferiore all'1 per cento del fatturato realizzato nell'ultimo esercizio per il quale sia stato approvato il bilancio» –:

   se il Ministro interrogato, quale titolare del potere di monitoraggio, abbia iniziato un procedimento di contestazione del mancato adempimento della prescrizione per l'irrogazione delle relative sanzioni.
(3-01596)

(3 dicembre 2024)

   MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, BUONGUERRIERI, COLOMBO, DONDI, LUCASELLI, MALAGUTI, GAETANA RUSSO, VINCI, CARAMANNA, COMBA, GIOVINE, MAERNA, PIETRELLA, SCHIANO DI VISCONTI e ZUCCONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la Berco s.p.a. è un'azienda leader nella produzione di componenti sottocarro per l'industria dei mezzi cingolati;

   nei mesi scorsi, l'azienda aveva annunciato l'avvio della procedura di licenziamento per 480 lavoratori sui 1.200 impiegati nello stabilimento di Copparo, in provincia di Ferrara, e per 70 lavoratori nello stabilimento di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso;

   in occasione di un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea presso la Camera dei deputati del 23 ottobre 2024, il Ministro interrogato rispondeva che avrebbe convocato il tavolo su Berco il giorno 5 novembre 2024, per individuare, insieme ai sindacati, alle regioni e alle altre istituzioni coinvolte, possibili soluzioni industriali e produttive per salvaguardare i lavoratori degli stabilimenti in parola;

   il 5 novembre 2014, Berco e le organizzazioni sindacali hanno accolto la richiesta del Ministro interrogato di sospendere fino al 14 novembre 2024, data del nuovo incontro in sede ministeriale, tutte le iniziative avanzate unilateralmente al fine di tentare un superamento della procedura di licenziamento collettivo;

   il 14 novembre 2024, sempre su richiesta del Ministro interrogato, Berco ha ritirato il licenziamento collettivo che interessava 480 lavoratori dello stabilimento di Copparo (Ferrara), nonché la disdetta degli accordi integrativi aziendali, mentre i sindacati hanno ritirato il ricorso presentato contro le decisioni aziendali. Le parti hanno, inoltre, concordato l'avvio di una discussione finalizzata a gestire gli aspetti occupazionali e a superare la situazione di difficoltà –:

   quali siano gli aggiornamenti sugli esiti del tavolo Berco per sapere se si sia pervenuti ad un accordo atto a favorire un pieno confronto tra le parti sulla situazione industriale e occupazionale degli stabilimenti della Berco s.p.a.
(3-01597)

(3 dicembre 2024)

   BOSCHI, FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il settore della moda, eccellenza del made in Italy nel mondo, è un pilastro dell'economia nazionale e una componente strategica dell'export che contribuisce significativamente al saldo della bilancia commerciale, oltre a costituire un patrimonio culturale, economico e produttivo unico al mondo;

   sebbene nel 2023 i volumi commerciali del comparto abbiano registrato volumi intorno ai 102 miliardi di euro, le stime previsionali per il 2024 indicano una contrazione dei ricavi e testimoniano una crisi del settore;

   la crisi non riguarda esclusivamente le aziende operanti direttamente nel settore, ma colpisce a cascata anche l'indotto, includendo settori complementari come scatolifici, logistica e artigianato subfornitore;

   la contrazione per il 2024 è compresa tra il 3,5 e il 4 per cento e il settore potrebbe attestarsi su ricavi al di sotto dei 100 miliardi di euro, indicando valori mai così bassi dall'era pre-pandemica;

   ad essere maggiormente colpito è uno dei segmenti chiave come l'abbigliamento, che registra cali ancora più marcati, con una diminuzione dell'8 per cento;

   le associazioni di categoria hanno avanzato una serie di proposte per sostenere il settore, come: a) il potenziamento della cassa integrazione ordinaria per le aziende con meno di 15 dipendenti; b) il pagamento con saldo e stralcio al 30 per cento, dilazionato in 10 anni, per il credito d'imposta ricerca e sviluppo utilizzato nel periodo 2015-2019, di cui è stata chiesta la restituzione a seguito di un cambiamento interpretativo della norma con effetto retroattivo; c) sgravi fiscali per chi rileva partecipazioni di minoranza in piccole e medie imprese in crisi, a condizione di mantenere i livelli occupazionali; d) la creazione di una certificazione per il controllo della catena produttiva delle aziende di moda; e) l'aumento della soglia di detassazione dei fringe benefit e l'istituzione di un fondo triennale per la promozione del made in Italy;

   la perdita di posti di lavoro e la chiusura di importanti imprese rischiano di compromettere non solo l'economia di intere comunità territoriali, ma anche la trasmissione di competenze distintive che costituiscono il cuore del made in Italy –:

   quali misure il Ministro interrogato intende adottare per sostenere il settore della moda, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, al fine di preservare l'occupazione e garantire la continuità produttiva, e se sia prevista l'istituzione di un tavolo di crisi nazionale che coinvolga non solo le istituzioni locali, le associazioni di categoria e i sindacati, ma anche rappresentati di tutte le forze politiche per elaborare strategie condivise e coordinate a sostegno del settore.
(3-01598)

(3 dicembre 2024)

   LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Piaggio aerospace s.p.a. è un'azienda strategica per il settore aeronautico italiano e rappresenta un'eccellenza ligure nel comparto industriale nazionale, con competenze uniche sia nella produzione di velivoli sia nella manutenzione aeronautica;

   dal dicembre 2018, la Piaggio aero industries s.p.a. è stata ammessa all'amministrazione straordinaria dall'allora Ministro dello sviluppo economico, procedura cui è stata successivamente attratta anche la controllata Piaggio aviation s.p.a.;

   il 13 novembre 2019 l'allora Ministro dello sviluppo economico ha autorizzato il programma di vendita dei complessi aziendali nell'ottica di garantire un rilancio economico dell'azienda;

   tuttavia, le procedure di vendita che in questi anni si sono susseguite non hanno portato al risultato atteso;

   nel 2023 è stato aperto un terzo bando di gara, alla cui chiusura la struttura commissariale ha deciso la rimessione in termini di tutti i soggetti interessati a presentare, ovvero a integrare, proprie offerte per l'acquisizione della società, nonché la proroga dell'amministrazione straordinaria strettamente funzionale al positivo completamento della procedura di vendita;

   questi giorni sono caratterizzati da particolare delicatezza per la valutazione delle proposte d'acquisto e le sigle sindacali chiedono le dovute garanzie sul futuro dell'azienda –:

   quale sia lo stato del dossier, specificando in particolare se sarà garantito l'acquisto di Piaggio aerospace s.p.a. nella sua interezza, mantenendo l'unitarietà dei siti aziendali, e se saranno salvaguardati i livelli occupazionali e produttivi della società attraverso un piano di sviluppo industriale solido.
(3-01599)

(3 dicembre 2024)

   CONTE, AURIEMMA, FRANCESCO SILVESTRI, APPENDINO, PAVANELLI, CAPPELLETTI, FERRARA, CAROTENUTO e CARAMIELLO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 1° dicembre 2024 numerose agenzie di stampa hanno riportato la notizia delle dimissioni dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Sempre secondo le citate agenzie, il dimissionario dovrebbe percepire una «buonuscita» pari a 100 milioni di euro;

   Tavares esce di scena lasciando il gruppo Stellantis con investimenti fermi, tagli alla produzione e delocalizzazioni, ricorso alla cassa integrazione e senza una direzione univoca e chiara in merito alla transizione elettrica e al rilancio produttivo degli stabilimenti italiani;

   come noto, con il testo del disegno di legge di bilancio per il 2025 approvato dal Consiglio dei ministri, il Governo ha definanziato di ben 4,6 miliardi di euro, per interventi fino al 2030, il cosiddetto Fondo automotive per trasferire le predette risorse verso l'industria della difesa e, segnatamente, per lo sviluppo nel settore aeronautico, tecnologia per la difesa area nazionale, unità navali Fremm, contributi al settore marittimo/difesa nazionale;

   il definanziamento operato dal Governo rende insufficienti le risorse per il sostegno alla riconversione in chiave green del comparto dell'auto e vanifica l'impegno per la predisposizione di un piano di politica industriale a favore della competitività delle aziende italiane;

   anche l'indotto di Stellantis sta vivendo una pesante crisi. Il 2 dicembre 2024 i lavoratori di Trasnova, l'azienda che si occupa di logistica per Stellantis con sede a Pomigliano d'Arco, si sono riuniti in presidio per manifestare contro la scadenza della commessa prevista per il 31 dicembre 2024, che mette a rischio circa 650 posti di lavoro;

   è improcrastinabile, da parte del Governo, mettere in atto iniziative urgenti per garantire il concreto mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali degli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis, indotto compreso, e, più in generale, per favorire il rilancio e la riqualificazione in chiave economica, produttiva, occupazionale e ambientale del comparto automobilistico, così preservando un settore strategico nazionale;

   è palese l'urgenza di una politica industriale coraggiosa, lungimirante e condivisa con le parti sociali, capace di incrementare la capacità produttiva degli stabilimenti nazionali, di salvaguardare i livelli occupazionali e di evitare processi di delocalizzazione;

   il 26 novembre 2024 le organizzazioni sindacali di Trasnova hanno formalmente chiesto al Ministero delle imprese e del made in Italy di essere convocati, senza ricevere risposta –:

   se intenda convocare urgentemente presso il Ministero delle imprese e del made in Italy un tavolo per affrontare la crisi della società Trasnova, azienda dell'indotto Stellantis, al fine di scongiurare il reale e concreto rischio della significativa perdita occupazionale, anche in considerazione della copertura degli ammortizzatori sociali in esaurimento.
(3-01600)

(3 dicembre 2024)

   PELUFFO, ORLANDO, DE MICHELI, DI SANZO, GNASSI, GHIO, FERRARI, FORNARO e CASU. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   le dimissioni di Tavares da amministratore delegato di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche, è solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventare sempre più critica, una situazione che, in assenza di una netta inversione di direzione, rischia di compromettere definitivamente la prospettiva industriale e occupazionale dell'industria manifatturiera italiana ed europea;

   mentre Usa e Cina difendono questo settore con fortissimi investimenti, in Europa si assiste ad un vero terremoto che mette in discussione le prospettive produttive e occupazionali dell'automotive, un settore che rappresenta circa l'11 per cento del prodotto interno lordo italiano e che contribuisce per 460 miliardi di euro al prodotto interno lordo in Europa, impiegando 4 milioni di lavoratori;

   per quanto riguarda la situazione in Italia, mese dopo mese si sta assistendo ad un peggioramento tangibile della situazione produttiva di Stellantis, con volumi in calo e impatti negativi sull'occupazione, aggravati dal crescente ricorso agli ammortizzatori sociali, tanto che i sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato il 18 ottobre 2024 uno sciopero unitario con manifestazione nazionale del settore auto, per sollecitare il Governo ad intervenire convocando i vertici aziendali a Palazzo Chigi ed avviare un confronto concreto volto a ottenere maggiori investimenti e garanzie per il nostro Paese;

   per uscire da questa situazione servirebbero investimenti strategici in Italia per nuove piattaforme produttive di modelli «mass market», investimenti in ricerca e sviluppo, garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, azioni per la formazione, l'erogazione di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, un forte sostegno alla riduzione dell'orario di lavoro, tutto questo anche per il settore della componentistica;

   neanche un mese fa, John Elkann ha declinato l'invito della Commissione attività produttive, commercio e turismo a riferire sul «Piano Italia» di Stellantis, affermando di riporre piena fiducia nelle dichiarazioni rese in audizione parlamentare dall'allora amministratore delegato Carlos Tavares, oggi dimissionario, mentre Stellantis mette in cassa integrazione lavoratrici e lavoratori, riduce le produzioni, svuota gli stabilimenti, ridimensiona l'indotto, non rinnovando le commesse come nel caso Trasnova, e chiede soldi pubblici a un Governo che non sta concretizzando nulla al tavolo automotive, anzi taglia dell'80 per cento il fondo automotive per la transizione –:

   se e cosa intenda fare il Governo con tempestività per garantire la salvaguardia degli interessi nazionali ed avviare un confronto concreto realmente volto a ottenere maggiori investimenti e garanzie per il nostro Paese.
(3-01601)

(3 dicembre 2024)

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