TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 431 di Mercoledì 19 febbraio 2025
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
PIERRO, MOLINARI, DAVIDE BERGAMINI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DE BERTOLDI, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il settore dell'ortofrutta è quello più esposto agli effetti dei cambiamenti climatici che portano ad una diminuzione della qualità delle colture di frutta fresca, con un calo medio della resa produttiva, ad esempio del kiwi che si attesta a circa il 37,5 per cento per quello giallo e al 43 per cento per quello verde, con un danno stimato per il comparto agricolo di circa 180 milioni di euro l'anno;
anche la produzione di pere è passata dalle quasi 800 mila tonnellate del 2015 alle 184 mila nel 2023;
fra i prodotti fitosanitari che hanno proprietà regolatrici della crescita di diverse piante ortofrutticole si registra «l'idrogeno cianammide», che il 18 dicembre 2007 è stato ritirato;
oggi in Italia ci sono circa 300 sostanze attive approvate e solo l'1 per cento degli agrofarmaci autorizzati prima del 2000 è tuttora in uso;
in sede di risposta ad un atto di sindacato ispettivo a firma della Lega Salvini Premier (n. 5/03557), in Commissione XII preso la Camera dei deputati, il Sottosegretario di Stato per la salute rispondeva che «nel dicembre 2024 il Ministero della salute ha chiesto al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di esprimere un parere sull'entità dell'emergenza nelle coltivazioni di kiwi. In particolare è stata richiesta l'indicazione delle aree geografiche coinvolte, l'assenza di mezzi alternativi o prodotti fitosanitari già autorizzati e informazioni sulle attività di ricerca in corso per metodi di contrasto alternativi» e che «vista la complessità della questione e l'importanza della molecola per la produzione nazionale di kiwi, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha sottoposto il tema all'attenzione del Comitato fitosanitario nazionale, che si è riunito il 28 gennaio 2025»;
l'Italia è la più virtuosa al mondo nell'utilizzo di fitofarmaci, ma la rinuncia a sostanze efficaci ha ridotto il nostro potenziale produttivo; negli ultimi 15 anni il «frutteto Italia» ha perso 200 mila ettari, con la superficie coltivata a frutta e agrumi che è scesa per la prima volta sotto la soglia dei 500 mila ettari, perdendo oltre 200 milioni di piante da frutto;
è necessario far valere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, sia a livello comunitario che extra Unione europea, in particolare verso i Paesi che utilizzano pesticidi vietati in Italia –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta considerate le difficoltà che il settore sta affrontando, cercando di trovare un equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare, nonché per tutelare l'attività degli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale.
(3-01740)
(18 febbraio 2025)
CALDERONE, ENRICO COSTA, PATRIARCA e PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nelle comunicazioni sull'amministrazione della giustizia il Ministro interrogato ha sottolineato che una delle criticità da affrontare per risolvere il sovraffollamento carcerario è quello dalla presenza negli istituti di pena italiani di un 20 per cento circa di persone in attesa di giudizio: si tratta di persone ristrette prima e a prescindere da una sentenza definitiva di condanna; dunque, per la Costituzione, presunte innocenti;
fra i presupposti applicativi delle misure cautelari, quello indicato dall'articolo 274, lettera c), del codice di procedura penale, il pericolo di reiterazione del reato, rappresenta l'esigenza cautelare più frequentemente invocata dai giudici a sostegno della misura restrittiva e, al contempo, quella più difficilmente confutabile da parte della difesa;
tale esigenza cautelare può essere desunta da comportamenti o atti concreti ovvero anche da precedenti penali, con valutazione prognostica sulla fattispecie concreta, sulle modalità realizzative della condotta, sulla personalità del soggetto e sul contesto socio-ambientale di eventuali condotte reiterative: tale analisi deve essere tanto più approfondita quanto maggiore sia la distanza temporale dai fatti. Proprio per questo è più che mai necessario restituire centralità e tassatività alla valutazione del giudice circa la sua permanenza;
tramite una modifica dell'articolo 299 del codice di procedura penale, si può prevedere, con esclusione dei reati di maggiore allarme sociale, che dopo un congruo lasso di tempo (sessanta giorni), il giudice, anche d'ufficio, proceda ad una nuova valutazione della «pericolosità» sulla base di atti e fatti concreti e attuali diversi e ulteriori rispetto a quelli originariamente alla base della misura e, ove non più persistenti, prevedere la revoca o la sostituzione con altra misura meno afflittiva;
la nuova valutazione del giudice restituisce al «fattore tempo» trascorso dall'indagato/imputato in vinculis il giusto valore, essendo la privazione della libertà personale momento di grave afflizione e stravolgimento dell'esistenza del sottoposto che, sovente, dopo un periodo di restrizione, non è più il medesimo entrato in contatto con l'ambiente carcerario, potendo mutare, al contempo, la sua probabilità di recidiva: la modifica, oltre ad allineare la custodia cautelare al precetto costituzionale, avrebbe un significativo impatto sulla permanenza in carcere di persone non ancora riconosciute colpevoli, perseguendo così anche la finalità deflattive della popolazione carceraria –:
quale sia l'orientamento del Governo sulle misure descritte in premessa e quali iniziative di carattere normativo intenda adottare per limitare l'uso della custodia cautelare nei confronti di indagati/imputati non ancora giudicati, contribuendo alla riduzione della popolazione carceraria.
(3-01741)
(18 febbraio 2025)
BENZONI, RICHETTI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 10 dicembre 2024 il Ministro interrogato riferiva di un rallentamento del trend dei suicidi in carcere e di alcune iniziative, come il potenziamento della rete di assistenza psicologica e la predisposizione di nuovi percorsi di comunità per i detenuti con disagio psichico;
quanto dichiarato non corrisponde affatto alla realtà della situazione all'interno delle carceri dove ogni giorno reclusi, operatori e agenti devono affrontare situazioni al di sopra delle possibilità umane;
secondo gli ultimi dati disponibili, il numero di detenuti morti in carcere nel 2025 ammonta già a 13 persone, sostanzialmente una ogni tre giorni. Solo nell'ultimo fine settimana, in Toscana due detenuti si sono tolti la vita. Secondo l'ultimo report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, si tratta di un dato maggiore rispetto agli ultimi tre anni;
il sovraffollamento si conferma un'emergenza strutturale: i numeri aggiornati al 31 gennaio 2025 confermano un «surplus» di oltre 10.000 unità rispetto alla capienza regolamentare. Ci sono, poi, casi estremi come la casa circondariale di San Vittore a Milano, il cui indice di sovraffollamento è del 218,3 per cento;
peraltro, il tasso di recidiva è esponenzialmente maggiore per i detenuti non lavoratori rispetto a quelli che, invece, hanno appreso un mestiere;
vanno presi provvedimenti urgenti affinché i detenuti possano scontare la propria pena coerentemente con i dettami della Costituzione: è questo l'unico modo per diminuire le tensioni e rispettare i diritti delle persone detenute e degli stessi operatori, garantendo, al contempo, la sicurezza dei cittadini e la previsione di strumenti adeguati per il reinserimento sociale;
sembrerebbe che il Governo abbia intenzione di creare 7.000 nuovi posti, come emerso da un vertice tenutosi il 5 febbraio 2025 a Palazzo Chigi. Di questo piano, tuttavia, non si conoscono ancora contenuti, modalità o tempistiche;
l'avvocato Irma Conti, del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ha recentemente dichiarato che 19.000 detenuti, con pene residue fino a tre anni, sulla base della normativa potrebbero optare per misure alternative, ma la burocrazia, la carenza di risorse e di informatizzazione nei tribunali di sorveglianza creano importanti ostacoli –:
anche nell'ambito di quanto emerso dal recente vertice governativo, quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di ricondurre l'esecuzione della pena a uno standard adeguato per un Paese democratico, nel rispetto dei princìpi costituzionali volti al pieno recupero e al reinserimento sociale del condannato, nell'ottica di abbassare i tassi di recidiva e di porre strutturalmente rimedio al sovraffollamento delle carceri e al fenomeno dei suicidi.
(3-01742)
(18 febbraio 2025)
BRAGA, SERRACCHIANI, GIANASSI, FORNARO, GRAZIANO, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, CASU, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, DE MARIA, DI BIASE, LACARRA e SCARPA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la Polizia penitenziaria svolge un ruolo fondamentale non solo nella custodia e vigilanza dei detenuti, ma anche nel sostegno ai percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale, contribuendo alla sicurezza della società e alla funzione rieducativa della pena;
la stessa polizia svolge una meritoria attività di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, dentro e fuori l'ambiente penitenziario –:
se il Ministro interrogato, nell'ambito del bilancio del proprio dicastero, sia in grado di assicurare alla Polizia penitenziaria l'uso delle migliori tecnologie per svolgere tali compiti.
(3-01743)
(18 febbraio 2025)
FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
giovedì 6 febbraio 2025 il quotidiano britannico The Guardian ha riportato come l'azienda israeliana Paragon solutions, sviluppatrice del software di spionaggio «Graphite», avrebbe risolto un contratto con almeno un cliente italiano, dopo che la stessa avrebbe stabilito che in Italia sarebbero stati violati i termini di servizio e il quadro etico concordato al momento della stipula del contratto;
tra i soggetti spiati figurano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, Luca Casarini, fondatore e capomissione dell'organizzazione non governativa Mediterranea saving humans, Beppe Caccia, armatore della medesima organizzazione non governativa, e Husam El Gomati, attivista libico che ha denunciato i rapporti tra l'Italia e il Governo del suo Paese;
il Governo ha dichiarato che la società Paragon solutions non ha rescisso alcun contratto con il nostro Paese, affermando che sarebbe stata disposta una due diligence sul caso da parte del Copasir e dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale;
secondo recenti notizie, il comparto della sicurezza italiana e Paragon solutions avrebbero concordato di sospendere l'utilizzo dello spyware fino alla conclusione della procedura di due diligence;
da fonti di stampa risulta che nei giorni scorsi il Governo ha ribadito la propria estraneità in merito all'utilizzo del software, adducendo che a detto sistema avrebbero accesso altre articolazioni statali, oltre alle agenzie dell'intelligence, facendo particolare riferimento alle procure;
qualora ciò fosse confermato, la due diligence avviata dovrebbe chiarire quali articolazioni statali abbiano in dotazione il software e qual sia l'articolazione dello Stato che lo ha acquistato e concesso eventualmente in dotazione –:
quali siano le spese che il Ministero della giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal Ministero della giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata.
(3-01744)
(18 febbraio 2025)
GRIMALDI, GHIRRA, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il settore moda, seconda manifattura italiana per numero di addetti, manifesta da tempo grandi difficoltà ed è attraversato da un uso massiccio dell'outsourcing, che genera precarietà, bassi salari, sfruttamento e troppo spesso forme di caporalato;
nei giorni scorsi è emersa nuovamente la condizione di sfruttamento dei lavoratori di Z production di Campi Bisenzio, oggetto di indagini da cui emergerebbe la continuità tra diverse ditte che negli anni, sotto diverso nome, nascondevano la stessa proprietà di fatto, ditte il cui committente è sempre stata la holding Richemont per i prodotti Montblanc;
nei mesi scorsi gli interroganti hanno denunciato aggressioni fisiche ai danni di operai della Acca di Seano, azienda a conduzione cinese con tre stabilimenti tra Firenze, Prato e Seano, che si occupa di logistica e trasporto per il comparto pronto-moda;
dalle vertenze sindacali, dalle inchieste giornalistiche e da numerosi processi è emersa una diffusa situazione di illegalità economica nel settore della moda toscano, un vero e proprio «far west» fatto di migliaia di aziende con un ciclo di vita breve programmato, che eludono sistematicamente i controlli, operando al di fuori della legge, e traggono il loro profitto da uno sfruttamento illimitato, operando molto spesso anche per grandi brand della moda made in Italy;
situazioni analoghe sono emerse non solo nel distretto toscano, come dimostra il caso della Giorgio Armani operations s.p.a. di cui il tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria;
situazioni di sfruttamento legate al sistema delle esternalizzazioni si riscontrano diffusamente anche in altri settori, per esempio l'arredamento, come il caso della Vot international di Quarrata, che produce materassi e divani per conto del marchio del made in Italy Mondo convenienza;
altro esempio è rappresentato dal settore alimentare, come nella vicenda della Proteco s.r.l., che opera in appalto per un gioiello del made in Italy quale Ferrero, non utilizzando il contratto dell'industria agroalimentare ma il contratto collettivo nazionale del lavoro multiservizi;
il 24 gennaio 2024 si è svolto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy un incontro del tavolo permanente della moda, nel quale le organizzazioni sindacali hanno ribadito, tra l'altro, che è necessario che l'intera filiera sia trasparente in termini di legalità, responsabilità solidale, applicazione contrattuale;
concorrenza sleale e dumping contrattuale, economico e normativo, forme distorte di esternalizzazione non sono più accettabili –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per porre un argine ai fenomeni di sfruttamento lavorativo e caporalato nelle filiere del made in Italy.
(3-01745)
(18 febbraio 2025)
BIGNAMI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, MASCARETTI, ZUCCONI, CARAMANNA, COLOMBO, COMBA, GIOVINE, MAERNA, PIETRELLA e SCHIANO DI VISCONTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
Governo e Parlamento sono impegnati a colmare un vuoto normativo storico, volto a rafforzare la sicurezza nazionale e a disciplinare l'attività dei privati nello spazio in modo trasparente e competitivo;
l'economia spaziale riveste un ruolo centrale nell'economia, rappresentando circa lo 0,35 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Secondo quanto riferito dalla relazione del Governo alle Camere sulle attività e i risultati nel settore dello spazio e dell'aerospazio, per l'anno 2022 l'industria spaziale a livello globale ha registrato una crescita record dell'8 per cento, raggiungendo una quota di 424 miliardi di dollari;
l'83 per cento del valore del comparto è rappresentato da imprese che operano nei campi delle telecomunicazioni e da aziende che forniscono servizi sulla base di dati di navigazione satellitare, anche per garantire le telecomunicazioni nelle aree bianche del Paese;
trattasi di un settore che da sempre è stato prerogativa degli Stati e finanziato da risorse pubbliche. Tuttavia, negli ultimi anni, si è registrata un'inversione di rotta, alla luce degli ingenti investimenti nel settore da parte dei privati, come quelli della società Space X;
a fronte dei citati investimenti gli Stati Uniti hanno già oltre 40.000 satelliti in orbita bassa, mentre l'Europa prevede il lancio di circa 290 satelliti nell'ambito del programma Iris 2;
è evidente, dunque, il ritardo dell'Europa nello sviluppo delle proprie infrastrutture spaziali ed è necessario che anche il Governo italiano faccia la propria parte. Sul punto senz'altro va visto con favore lo stanziamento per il periodo 2021-2026. Infatti, ammonterebbero ad oltre 7 miliardi di euro le risorse Esa, nazionali e Piano nazionale di ripresa e resilienza;
secondo alcune inchieste giornalistiche sussisterebbe il rischio di un monopolio di Starlink di Elon Musk nella gestione delle comunicazioni italiane e dei sistemi di sicurezza nazionale;
tale ricostruzione fattuale risulta smentita dalle recenti dichiarazioni del Ministro interrogato, con cui è stato ribadito l'impegno dell'Italia nel settore spaziale e l'assoluta falsità delle affermazioni riportate nella citata puntata di Report –:
se il Ministro interrogato ritenga opportuno fornire ulteriori spiegazioni in rapporto alle inchieste giornalistiche di cui in premessa e alle ulteriori iniziative di competenza che intenda adottare per garantire un ruolo cruciale dell'industria aerospaziale a livello europeo.
(3-01746)
(18 febbraio 2025)
PASTORINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il 27 gennaio 2025 è stato sottoscritto il contratto preliminare per la cessione dei complessi aziendali di Piaggio aero industries e Piaggio aviation, che operano sotto il marchio Piaggio aerospace s.p.a., all'azienda turca Baykar, leader nello sviluppo e produzione di sistemi Uav e tecnologie aerospaziali avanzate: accordo autorizzato il 27 dicembre 2024 dal Ministero delle imprese e del made in Italy. La chiusura dell'operazione è prevista nella primavera di 2025;
entrambe le società Piaggio, con sedi operative in Liguria a Villanova d'Albenga e Genova, hanno attraversato una lunga serie di difficoltà finanziarie, nonostante ciò restano di grande valore strategico per il settore aeronautico italiano ed europeo, grazie alle loro infrastrutture, ai brevetti tecnologici e alle competenze tecniche accumulate in oltre un secolo di attività;
il 7 febbraio 2025 si è svolto a Savona il primo incontro tra Baykar, i sindacati e le istituzioni, nel corso del quale si è delineato un piano quinquennale per il rilancio del P180, l'espansione del settore motoristico con produzione e manutenzione di nuovi motori aeronautici, il trasferimento della produzione di droni a Villanova d'Albenga, trasformando lo stabilimento in un centro di eccellenza per sistemi aerei senza pilota e l'incremento della forza lavoro;
il 14 febbraio 2025, in occasione della visita del Ministro interrogato alla sede di Villanova d'Albenga, in presenza dei vertici turchi, è stato annunciato l'accordo sindacale raggiunto per la cessione e per il personale dell'azienda ligure. A margine dell'incontro il Ministro interrogato ha dichiarato: «Le procedure per l'esercizio della golden sono già avviate» e ha sottolineato che un'alleanza tra Baykar e Leonardo s.p.a. «è nei fatti (...) una partnership tra due grandi attori globali, tra loro complementari in molti settori, è certamente auspicabile» –:
se intenda convocare un tavolo presso il Ministero delle imprese e del made in Italy al fine di proseguire la trattativa con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per un'illustrazione puntuale del piano industriale, garantire la salvaguardia dei lavoratori e la tutela di due stabilimenti, Villanova d'Albenga e Genova, assicurare volumi e investimenti adeguati volti allo sviluppo dell'azienda e dell'occupazione, indicando quali iniziative intenda adottare il Governo, alla luce della strategicità del settore aerospaziale nel contesto geopolitico attuale, specificando se verrà dato seguito alle commesse istituzionali e fornendo maggiori informazioni sul possibile sviluppo della partnership con Leonardo s.p.a.
(3-01747)
(18 febbraio 2025)
PAVANELLI, APPENDINO, CAPPELLETTI e FERRARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il nostro Paese retrocede sul fronte della produzione industriale e del prodotto interno lordo: dati Istat evidenziano un nuovo record negativo e, segnatamente, un calo di ventitré mesi consecutivi e una crescita stagnante del prodotto interno lordo, che confermano uno stato dell'arte già denunciato a più riprese da quasi tutte le organizzazioni sindacali;
le criticità maggiormente riscontrate riguardano proprio il mercato domestico, in cui risultano evidenti le debolezze del sistema produttivo, imputabili, inter alia, ad un sistema fiscale sbilanciato su imprese e famiglie, su gravi ritardi infrastrutturali, sulla stretta al credito da parte di banche, su poche risorse destinate alla ricerca e allo sviluppo, agli alti costi energetici, agli incrementi dei prezzi delle materie prime e alla diminuzione dei consumi interni, tutti fattori che incidono sui costi e sulla competitività della manifattura italiana;
le piccole e medie imprese, volano del sistema produttivo italiano, negli anni passati hanno potuto contare su assetti distributivi e su politiche di espansione determinate da interventi sui redditi e a favore della piena occupazione che ne hanno favorito anche la persistenza sul mercato interno;
il 2025 rappresenta l'anno cruciale per l'industria nazionale, considerato il rallentamento economico, le crisi geopolitiche in atto e gli alti costi dell'energia che continuano a gravare su famiglie e imprese. I conflitti in Ucraina e Medio Oriente aumentano l'incertezza, frenano gli investimenti e aggravano la situazione di molti settori strategici;
quanto sopra rende cruciale e urgente la promozione di interventi volti allo sviluppo di una politica industriale capace sia di affrontare l'impatto sociale, occupazionale ed economico delle crisi industriali e le problematiche connesse ai processi di delocalizzazione, sia di rafforzare il ruolo strategico dell'Italia e del suo tessuto produttivo, caratterizzato da una grande fragilità;
nonostante i ripetuti appelli sia del mondo industriale che sindacale, il Governo ha mostrato di non prendere atto della gravità della situazione e di non riuscire a imprimere la svolta di politica economica e sociale attesa dal tessuto produttivo –:
quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per garantire il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali e, più in generale, per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività e la sostenibilità del tessuto industriale nazionale.
(3-01748)
(18 febbraio 2025)
LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
gli ultimi dati pubblicati dall'Istat segnalano un calo della produzione industriale italiana nel 2024 del 3,5 per cento rispetto al 2023 e indicano la necessità di rilanciare la politica industriale del Paese, soprattutto nella capacità di indirizzo strategico e coordinamento delle politiche adottate;
ad ottobre 2024 è stato presentato il Libro verde «Made in Italy 2030» sulla politica industriale, predisposto dal Ministero delle imprese e del made in Italy con la collaborazione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Il documento rappresenta il primo passo di un percorso di consultazione pubblica volto all'adozione, prevista nelle prossime settimane, di un Libro banco sulla nuova strategia italiana di politica industriale;
il Libro verde si propone di affrontare le sfide delle grandi transizioni in atto, prevedendo una strategia industriale volta alla collaborazione tra lo Stato e il tessuto imprenditoriale, per promuovere un impiego delle risorse pubbliche che sia sempre più efficace nel sostegno alla competitività del sistema produttivo;
il documento evidenzia la necessità di correggere alcuni effetti negativi della globalizzazione, che hanno inciso sulla crisi del manifatturiero europeo e su settori strategici come l'automotive e la siderurgia, ponendo la reindustrializzazione e la tutela del made in Italy al centro della politica economica;
in particolare, nel settore energetico, il documento pone l'accento sulla necessità di ridurre il divario di costo dell'energia rispetto agli altri Paesi europei, perseguendo il principio di neutralità tecnologica e considerando anche l'inclusione del nucleare di ultima generazione tra le fonti energetiche nazionali;
il percorso di consultazione pubblica ha coinvolto interlocutori pubblici e privati, con l'obiettivo di rendere l'Italia un polo di riferimento per la produzione e gli investimenti, attraverso un costante monitoraggio del sistema produttivo e incontri annuali con investitori internazionali –:
qual sia lo stato della consultazione pubblica e quando sia previsto che sarà adottata una strategia di politica industriale italiana, anche con riferimento al suo rapporto con la Bussola europea sulla competitività.
(3-01749)
(18 febbraio 2025)
MOZIONE FRANCESCO SILVESTRI, BRAGA, ZANELLA ED ALTRI N. 1-00392 PRESENTATA A NORMA DELL'ARTICOLO 115, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO, DANIELA GARNERO SANTANCHÈ
La Camera,
premesso che:
con decreto del Presidente della Repubblica del 21 ottobre 2022, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, la senatrice Daniela Garnero Santanchè è stata nominata Ministro del turismo e, sulla base dell'articolo 93 della Costituzione e ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, prima di assumere le funzioni, ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica, impegnandosi ad osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e ad «esercitare le funzioni nell'interesse esclusivo della nazione»;
il turismo – settore chiave per l'economia e per l'immagine dell'Italia nel mondo – non può continuare ad essere affidato ad una persona che ormai da troppo tempo risulta citata a vario titolo in vicende di carattere civile, fallimentare, fiscale o, potenzialmente, persino di rilievo penale, vicende che si stanno accumulando in modo preoccupante ed i cui sviluppi nel tempo stanno arrecando importanti danni all'immagine del Paese, come dimostra, da ultimo, la notizia di stampa circa il suo rinvio a giudizio per irregolarità nel bilancio della Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato e dal quale ha successivamente dismesso le cariche;
a partire dall'autunno del 2022, infatti, la Ministra Santanchè è stato oggetto di numerose inchieste giornalistiche e della magistratura riguardanti svariate e complesse situazioni delle società a lei riconducibili. In ragione dell'emergere progressivo di tali vicende, la Ministra è stata chiamata a riferire in Senato nella seduta del 5 luglio 2023, che ha avuto luogo dopo reiterate richieste da parte delle opposizioni e forti pressioni della sua stessa maggioranza. Già in quella sede i parziali chiarimenti resi della Ministra sono apparsi insufficienti a fugare i dubbi sull'opportunità della sua permanenza al Governo e sono stati successivamente smentiti sia dalle verifiche svolte dai giornalisti autori delle inchieste sia, oggi con tutta evidenza, dalle indagini svolte dalla magistratura;
il susseguirsi di notizie circa l'apertura di nuove indagini ha indotto il gruppo Movimento 5 Stelle a presentare una mozione di sfiducia individuale sia al Senato (mozione 1-00062) che alla Camera dei deputati (mozione di sfiducia 1-00164), discusse e respinte rispettivamente il 26 luglio 2023 e il 4 aprile 2024. L'evolversi delle vicende in oggetto, culminate nel rinvio a giudizio di cui sopra non ha tuttavia indotto la Ministra ad una riflessione sulla propria situazione istituzionale;
nell'ambito della discussione svolta in Senato il 26 luglio 2023 la Ministra, piuttosto che rispondere esaustivamente nel merito, aveva preferito dedicare buona parte del tempo ad accusare la testata giornalistica che per prima ha riportato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. Ha inoltre aggiunto la sua «difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un'inchiesta pseudo-giornalistica, una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da Ministro della Repubblica, o l'eventuale violazione di obblighi costituzionali o di legge nell'attività posta in essere dal mio Dicastero e che, soprattutto, ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da Ministro»;
occorre, evidentemente, ribadire come a nulla rilevi il fatto che le indagini e le vicende riguardanti la Ministra non riguardino le sue funzioni ministeriali. Ciò non solo perché le mozioni di sfiducia sono atti politici e non sono limitabili ai soli casi di reati ministeriali, come i precedenti attestano, quanto piuttosto perché a detta di molti commentatori è parso emergere un modello imprenditoriale incline a considerare le regole del mercato e quelle relative ai diritti sindacali e previdenziali, come orpelli o impacci;
è di pochi giorni fa la notizia, diffusa dalla stampa, del rinvio a giudizio per irregolarità contabili nell'ambito della gestione del bilancio delle società del gruppo Visibilia, in cui la Ministra ha ricoperto cariche fino al 2021: si tratterebbe del primo procedimento che arriva ad una svolta di tipo processuale nella lista di filoni di indagine che hanno interessato la Ministra. Ella risulterebbe ancora indagata per truffa aggravata all'Inps per presunte irregolarità nella percezione di fondi per la Cassa integrazione in deroga COVID-19 e per l'ipotesi di bancarotta nel fallimento di Ki Group. A ciò va aggiunto un provvedimento del tribunale fallimentare di Milano che ha disposto la liquidazione giudiziale per Bioera, di cui è stata presidente fino al 2021;
già nel luglio 2023 appariva insostenibile che la Ministra eludesse le richieste di chiarimenti in Parlamento affermando il piano esclusivamente giornalistico dei fatti contestati. Ad oggi qualsiasi atto diverso dalle dimissioni risulterebbe ancor più illogico alla luce del rinvio a giudizio e di quanto emerso circa i vari procedimenti giudiziari, di natura e gravità delle più varie, di cui si è resa protagonista. Appare assolutamente inopportuno che un Ministro in carica debba dividere il proprio tempo tra il Dicastero cui è preposto e le aule processuali per un tempo indefinito;
a giudizio dei firmatari del presente atto, si è di fronte ad un insieme di condotte che – a prescindere da ogni rilievo penale – appaiono sempre più incompatibili con il mantenimento del compito di Ministro della Repubblica, tanto più nel momento in cui si vanta un ruolo attivo nell'imprenditoria del Paese e si riveste una funzione pubblica così rilevante per il tessuto produttivo. Ferme restando le eventuali responsabilità personali che verranno accertate nelle sedi opportune, la credibilità della Ministra Santanchè appare fortemente compromessa e le ultime notizie pongono un ulteriore pregiudizio sulla sua idoneità a continuare a svolgere serenamente le delicate funzioni alle quali è chiamata;
l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Tale disposizione individua una sorta di «dovere di fedeltà qualificata» gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà poi ulteriormente rafforzata dall'obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Trattasi di giuramento avente natura promissoria, cioè di una promessa per il futuro mediante la quale il giurante, con un'apposita dichiarazione unilaterale di volontà espressa mediante un'apposita formula rituale, si impegna a vincolare il proprio comportamento al rispetto dei doveri derivanti dalla Costituzione e dalle leggi. Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall'obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina ed onore sopra richiamati. Tale vincolo concernerebbe il rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale che opererebbe proprio nella sfera morale;
la situazione soggettiva della Ministra del turismo, alla luce della pluralità dei fatti emersi, esporrebbe il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dai rischi di una inopportuna commistione di interessi pubblici e privati, finendo col danneggiare il settore alla quale ella è stata preposta, alla luce del fatto che la Ministra non ha sinora ritenuto di mostrare la sensibilità politica di lasciare l'incarico volontariamente. È a questo punto imprescindibile che l'immagine del nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, oltre che nella loro piena funzionalità, anche attraverso il doveroso principio di «onorabilità» per coloro cui sono affidate funzioni pubbliche. Ne consegue, se dovesse persistere l'incauta decisione di lasciare esposto il Ministero del turismo alle imprevedibili evoluzioni delle vicende personali in cui è coinvolta la persona che lo occupa, la responsabilità politica anche del Presidente del Consiglio dei ministri, che, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione, dirige la politica generale del Governo,
visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati,
esprime la propria sfiducia al Ministro del turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni.
(1-00392) «Francesco Silvestri, Braga, Zanella, Baldino, Santillo, Auriemma, Cappelletti, Fenu, Aiello, Alifano, Amato, Appendino, Ascari, Barzotti, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Caramiello, Carmina, Carotenuto, Caso, Cherchi, Alfonso Colucci, Conte, Sergio Costa, D'Orso, Dell'Olio, Di Lauro, Donno, Fede, Ferrara, Ilaria Fontana, Giuliano, Gubitosa, Iaria, L'Abbate, Lomuti, Morfino, Orrico, Pavanelli, Pellegrini, Penza, Quartini, Raffa, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Scerra, Scutellà, Sportiello, Torto, Traversi, Tucci, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, De Luca, Ferrari, Morassut, Casu, Fornaro, De Maria, Scotto, Bonelli, Fratoianni, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
(20 gennaio 2025)
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A PROMUOVERE LE MARATONE E A FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE DI ATLETI STRANIERI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PROFILI AFFERENTI ALLA TUTELA SANITARIA
La Camera,
premesso che:
1) le maratone (42,195 chilometri) e le mezze maratone (21,0975 chilometri) sono tra gli eventi sportivi agonistici, a vocazione popolare, più partecipati e diffusi al mondo;
2) il 20 settembre 2023 la Camera dei deputati ha riconosciuto il valore dello sport, approvando la riforma dell'articolo 33 della Costituzione: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.» (articolo 33 della Costituzione italiana);
3) come dichiarato dal Ministro Abodi: «Lo sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell'auspicio dello “sport per tutti e di tutti”, parte delle indispensabili “difese immunitarie sociali” e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità.»;
4) l'Unione europea all'articolo 165 del Tfue stabilisce che l'azione dell'Unione è intesa «a sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l'equità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi.»;
5) la libera circolazione delle persone rappresenta uno dei pilastri dell'Unione europea ed il combinato con l'articolo 165 Tfue fa sì che professionisti e dilettanti possano muoversi liberamente da un paese all'altro;
6) nel libro bianco sullo sport presentato dalla Commissione europea nel 2007 si riconosceva lo sport come «un fenomeno sociale ed economico d'importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall'Unione europea.»;
7) nella risoluzione del Parlamento europeo del 29 ottobre 2015 su nuove sfide e strategie per promuovere il turismo in Europa (2014/2241(INI)) si sottolinea inoltre il potenziale del turismo sportivo, come uno dei settori più dinamici per la crescita del comparto europeo dei viaggi, chiedendo «l'introduzione di apposite politiche per incentivarne e sostenerne lo sviluppo» e allo stesso tempo «ricorda l'importanza delle attività sportive ai fini dell'attrattiva turistica delle regioni europee; pone l'accento sulle opportunità offerte dagli spostamenti di atleti e spettatori alla vigilia e nel corso degli eventi sportivi, che possono richiamare turisti anche nelle regioni più periferiche; sottolinea che le potenzialità del turismo sportivo non sono ancora adeguatamente sfruttate»;
8) il diritto alla salute è un bene primario ed assoluto, riconosciuto dalla Costituzione italiana ed intimamente connesso alla pratica sportiva, ed è un valore presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;
9) la normativa sanitaria di riferimento che regola l'attività sportiva non agonistica è composta da: il decreto ministeriale del 18 febbraio 1982, «Norme per la tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica»; il decreto interministeriale del 24 aprile 2013 «Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita»; il decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 convertito dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, cosiddetto decreto Balduzzi; l'articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98; il decreto ministeriale dell'8 agosto 2014 che approva le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l'attività sportiva non agonistica;
10) il livello di tutela richiesta dal nostro Paese è di gran lunga superiore a quella richiesta dalle legislazioni straniere in materia di partecipazione dei runners alle maratone, identificando le stesse quale attività sportiva agonistica;
11) va constatato che la maratona non è solo un semplice evento sportivo, ma una fonte qualificata per il mercato locale, generando occupazione e indotto economico ed assume pertanto un ruolo importante;
12) pur tenendo conto dell'impatto negativo che la diffusione del Covid e le necessarie regole restrittive hanno causato sul settore, va sottolineato come i numeri economici delle maratone mondiali sono costantemente cresciuti fino al 2019 (ultimo anno previo allo scoppio della pandemia), registrando dati di partecipazione in continua crescita e che hanno ripreso a crescere a partire dal 2021 (gli arrivati al traguardo di maratone e mezze maratone 2022 sono in crescita media del 70 per cento rispetto a quelli del 2021), con un contestuale beneficio economico per le città che le organizzano e dei territori limitrofi, collegato alla parte logistica e culturale, nonché legato al numero dei partecipanti alle manifestazioni, ma anche ai loro accompagnatori;
13) le cosiddette «6 Major Marathon», New York, Londra, Berlino, Chicago, Boston e Tokyo, oggi registrano la partecipazione di oltre 270.000 persone, la maggior parte da qualificarsi quali amatoriali, generando un importante impatto sotto il profilo economico;
14) gli atleti italiani partecipano alle grandi maratone internazionali in numero sempre crescente, ormai comunemente definite «mass races», senza avere norme limitative differenziate rispetto agli atleti locali;
15) tra le grandi maratone del mondo, la più amata dagli italiani si conferma ancora una volta la TCS New York City Marathon (prima domenica di novembre); la maratona di New York è attualmente la più partecipata al mondo, già nel 2019, prima dello scoppio del Covid, aveva raggiunto numeri record con 54.118 partecipanti, tra cui e 53.639 finisher. Nel 2024 la maratona di New York ha visto la partecipazione di 55.530 runner. Tra i partecipanti all'ultima edizione si contano 2586 connazionali; nel 2019 si calcolava un impatto economico della maratona di New York pari a circa 427 milioni di dollari;
16) alla maratona di Valencia 2024 hanno partecipato circa 28190 atleti e tra questi 1.841 italiani; segue Berlino che con i suoi 54105 arrivati ha visto la partecipazione di circa 1500 italiani; Atene con 1113 italiani iscritti su 16953 arrivati; Londra con 53380 arrivati con 763 italiani iscritti;
17) in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera del 2024 35 maratone e 151 mezze maratone, mentre per il 2025 sono previste 41 maratone e 173 mezze maratone. Nel 2023 si sono registrati 35.545 arrivati competitivi nelle maratone e 122.629 arrivati competitivi nelle mezze maratone;
18) la Federazione italiana di atletica leggera – Fidal, al 31 dicembre 2024 registra 243.333 tesserati; a questi numeri si aggiungono inoltre 54.794 runner tesserati con RunCard;
19) la maratona di Roma, capitale culturale del mondo, nell'ultima edizione del 2024 ha visto 15203 arrivati, (dati che comprendono atleti tesserati e non competitivi), numeri notevolmente inferiori rispetto al numero di partecipanti alle principali maratone europee;
20) tra gli elementi che frenano la partecipazione agli eventi svolti in Italia vi è sicuramente il limite troppo stringente dei certificati medici che vincolano la partecipazione dei runners stranieri nell'adeguarsi alla normativa italiana;
21) la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;
22) la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone svolte in Italia, a partire dal 2014, a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 (cosiddetto «decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;
23) questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;
24) tale dato di partecipazione si riflette sulla capacità da parte degli organizzatori di attrarre sponsor qualificati internazionali, oltre alla ricaduta economica negativa sull'indotto (data dall'attività turistica) per i territori interessati, visto che gli stranieri, invece di venire e partecipare alle maratone in Italia, preferiscono andare a gareggiare altrove;
25) i partecipanti alle maratone svolte in Italia si dividono nelle seguenti categorie: atlete/i italiani e stranieri tesserate/i per società affiliate alla Fidal; atlete/i tesserate/i per federazioni straniere affiliate alla World Athletics; atlete/i italiani e stranieri in possesso di RunCard e atlete/i tesserate/i per società affiliata ad un ente di promozione sportiva (EPS) convenzionato con la Fidal (solo se in possesso di RunCard-EPS); infine cittadini stranieri, non tesserati e non in possesso di RunCard che intendono correre la maratona in maniera non competitiva e che vengono definiti in Italia come «runners turistico-sportivi»;
26) la partecipazione, per i «runners turistico-sportivi», alle maratone organizzate in Italia (qualora gli stessi volessero apparire ufficialmente in classifica e di conseguenza in qualità di «runners competitivi») è subordinata alla presentazione di un certificato medico (la cui responsabilità è in capo al singolo o all'ente sportivo di riferimento/tesseramento) ed il costo di tale documentazione risulta spesso limitante per la partecipazione degli atleti stranieri, pur in possesso di certificazione medico-sportiva valida nel Paese di origine; gli esami richiesti per poter partecipare come «runner amatoriale» sono: visita medica, esame completo delle urine, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, spirometria;
27) gli esami richiesti, in molti Paesi, hanno un costo mediamente superiore anche di 5 o 10 volte rispetto al costo medio applicato in Italia (circa 40/80 euro). Inoltre, non essendo prevista la figura dello specialista in medicina dello sport, spesso si rende necessario effettuare gli esami in diverse strutture;
28) in molti Paesi stranieri la partecipazione alle maratone per i runners amatoriali è subordinata alla sola presentazione di un'autocertificazione. Tra questi Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Svezia;
29) nel resto del mondo, l'industria del running globale dà grande peso ai numeri collegati alla partecipazione dei «runners turistico-sportivi», ovvero coloro che non sono vincolati ad alcun ente sportivo (federazione, ente, società, eccetera), ma che vengono accolti e fatti egualmente partecipare, al pari degli atleti tesserati;
30) dal 1° giugno 2016 per partecipare a manifestazioni organizzate sotto l'egida della Fidal, inserite nel calendario nazionale ed internazionale, occorre essere obbligatoriamente tesserati con la Fidal stessa, tramite una società affiliata oppure tramite la RunCard;
31) la partecipazione a manifestazioni agonistiche «no-stadia» di atleti italiani e stranieri non tesserati né con la Fidal né con federazioni straniere affiliate alla WA, ma in possesso della «RunCard», è subordinata alla presentazione di un certificato medico di idoneità agonistica specifica per l'atletica leggera;
32) dal 1° gennaio 2020 per la Fidal è consentita l'organizzazione di gare non competitive con finalità turistico-sportive sulla stessa distanza (maratone e mezze maratone), svolte al di fuori dell'egida federale, con partecipazione dei soli atleti stranieri non tesserati, riportati con le proprie prestazioni in ordine alfabetico e non in ordine d'arrivo;
33) tale tipologia di evento non competitivo e con finalità turistico-sportive non ricade sotto l'egida della Fidal e i partecipanti dovranno essere identificati con pettorali differenziati. Dovranno altresì essere inseriti in un ordine alfabetico di arrivo distinto dalle classifiche della manifestazione agonistica e non potranno beneficiare di premi sia in natura, che in denaro, né buoni valore, bonus, ingaggi e rimborsi spese di qualsiasi genere. A questa limitazione, si aggiunge l'aggravio organizzativo: è di competenza degli organizzatori della manifestazione non competitiva con finalità turistico-sportive l'applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del Ministero della salute del 17 giugno 2015 relativa al decreto del Ministero della salute del 8 agosto 2014, che consente la partecipazione di atleti stranieri non tesserati in Italia senza certificato medico;
34) tali limitazioni riducono di fatto la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone italiane, con danno economico per gli organizzatori e per il tessuto cittadino di riferimento,
impegna il Governo:
1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri di potersi iscrivere alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, trail running e nordic walking), basandosi sulle rispettive leggi di tutela sanitaria specifiche relative al proprio Paese di residenza (quindi consentendo, per esempio, ai runner statunitensi di poter presentare in Italia un'autocertificazione, così come previsto dalla normativa statunitense);
2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano gli italiani per le maratone e mezze maratone sul territorio italiano continuino ad essere rispettate;
3) a considerare le maratone e le mezze maratone nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e Salute spa, un tavolo di lavoro specifico;
4) ad adottare iniziative per individuare forme di sinergia con attività culturali da implementare nelle città, anche di concerto con l'Anci, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri.
(1-00228) (Nuova formulazione) «Lupi, Amorese, Sasso, Tassinari, Bicchielli, Cangiano, Latini, Dalla Chiesa, Brambilla, Di Maggio, Matone, Mulè, Carfagna, Matteoni, Miele, Cavo, Messina, Alessandro Colucci, Mollicone, Pisano, Perissa, Romano, Roscani, Semenzato, Vietri, Tirelli, Ciocchetti, Lancellotta».
(28 dicembre 2023)
La Camera,
premesso che:
1) il diritto alla salute è un bene primario ed assoluto, riconosciuto dalla Costituzione italiana ed intimamente connesso alla pratica sportiva, ed è un valore presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;
2) la riforma dell'articolo 33 della Costituzione sancisce, infatti, che: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.»;
3) il comitato consultivo per le linee guida sull'attività fisica nell'ultimo rapporto consultivo al Segretario della salute e dei servizi umani le «Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report 2008 – U.S. Department of Health and Human Services», riassume le prove scientifiche sull'attività fisica e la salute, utilizzate dal Governo per sviluppare la prima edizione delle linee guida sull'attività fisica per gli americani, pubblicata nel 2008, e l'attività fisica appare, pertanto, un efficace strumento di prevenzione e come tale rientra nella strategia di intervento nei confronti di persone sane o affette da svariate patologie, al punto che l'esercizio fisico dovrebbe essere inserito nel normale iter terapeutico per il trattamento di diverse patologie;
4) una ricerca, guidata dall'Institute of Cardiovascular Science dello University College London, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology ha dimostrato che la fase di allenamento e la gara di una maratona sono associati (...) a riduzioni della pressione sanguigna e dell'irrigidimento aortico, equivalenti a una riduzione di quattro anni nell'età vascolare, con i maggiori benefici osservati negli uomini anziani, più lenti e con pressione sanguigna di base più alta;
5) l'Organizzazione mondiale della sanità di recente, ha pubblicato le «WHO guidelines on physical activity and sedentary behaviour» – accompagnate dallo slogan Every move counts, Ogni movimento conta – in cui sono stati revisionati e aggiornati i livelli di attività fisica raccomandati per ottenere benefici per la salute, distinguendo sia per fasce di età sia per specifici gruppi di popolazione. Attraverso queste linee guida ogni persona è incoraggiata a limitare la quantità di tempo trascorso in comportamenti sedentari (per esempio, il tempo libero trascorso seduti davanti a uno schermo) a favore di uno stile di vita fisicamente più attivo. Chi riesce a superare i livelli di attività fisica raccomandati può ottenere ulteriori benefici per la propria salute;
6) esercitare un'attività fisica-motoria deve essere una possibilità offerta a tutti, indipendentemente dalla condizione socio-economica della persona e del suo nucleo familiare;
7) non è un'opinione ma un dato scientifico: un euro investito ne fa risparmiare almeno tre, nel lungo periodo, al Sistema sanitario nazionale;
8) in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera del 2024 ben 38 maratone e 156 mezze maratone; In totale, i maratoneti registrati al traguardo di maratone (italiani e stranieri) sono stati 53.825, +7.555 rispetto al 2023;
9) le analisi statistiche dei grandi eventi hanno messo in luce una presenza notevole di atleti stranieri, che testimonia come l'Italia sia meta turistica e sportiva, nonostante le difficoltà di accesso alle griglie di partenza a causa del certificato medico agonistico;
10) la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;
11) la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone svolte in Italia, a partire dal 2014, a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 (cosiddetto «decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;
12) questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;
13) come segnalato dagli addetti ai lavori, se ci fosse libero accesso alle corse podistiche in maniera competitiva per tutti gli stranieri anche in Italia si potrebbero vantare maratone come quelle svolte a New York, Boston, Londra, Berlino;
14) paralleli ai grandi eventi sono diverse le manifestazioni, non competitive, che uniscono il benessere psicofisico al piacere della scoperta delle bellezze paesaggistiche del nostro territorio,
impegna il Governo:
1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri l'iscrizione alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, triathlon, trail running, nordic walking, orienteering, plogging), previo certificato che attesti un buon stato di salute, rilasciato, secondo le norme esistenti, nel Paese di residenza dell'atleta e accompagnato da un'autocertificazione che ne attesti la veridicità;
2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano i residenti in Italia e partecipanti a corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, triathlon, trail running, nordic walking, orienteering, plogging continuino ad essere rispettate;
3) a sostenere azioni sinergiche con regioni, comuni ed enti locali volte ad adottare iniziative di sostegno del turismo esperienziale, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri;
4) a considerare le maratone, le mezze maratone e le più grandi manifestazioni podistiche non competitive, ma con esplicita finalità relativa alla divulgazione della cultura della prevenzione e del benessere psicofisico, nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e Salute spa, un tavolo di lavoro specifico;
5) a reperire risorse volte a garantire l'organizzazione delle manifestazioni non competitive, a sostegno della salute personale, del benessere psicofisico e della divulgazione della cultura del movimento e della prevenzione, al fine di garantire la gratuità dei servizi, quali le spese per il suolo pubblico, la vigilanza, la sicurezza e per snellire, de-burocratizzare e facilitare ciò che attiene il buono e corretto andamento dell'evento;
6) a sostenere e promuovere, individuando forme di agevolazioni organizzative, le forme organizzate di gruppi di cammino, di manifestazioni di camminata sportiva, il nordic walking, il fitwalking, l'orienteering e il plogging;
7) ad adottare iniziative volte a facilitare l'accesso all'attività sportiva, nel rispetto dell'articolo 33 della Costituzione, come necessario sviluppo dei valori educativi, sociale e di promozione del benessere psico-fisico, attraverso la promozione di voucher di spesa per sostenere i costi di iscrizione alla pratica sportiva con particolare attenzione per le famiglie in difficoltà economica nelle regioni con un maggiore tasso di dispersione scolastica;
8) a reperire risorse adeguate a sostenere le attività di promozione della cultura del movimento, quale strumento di prevenzione o controllo di patologie, e in particolare il diabete, anche attraverso interventi di ridisegno del paesaggio urbano, volte a individuare aree verdi idonee alla pratica sportiva.
(1-00393) «Berruto, Manzi, Prestipino, Orfini, Iacono, Casu, Gribaudo, Andrea Rossi, De Micheli».
(24 gennaio 2025)