TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 443 di Lunedì 10 marzo 2025
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE A TUTELA DELL'AMBIENTE E DELLA SALUTE IN RELAZIONE ALLE SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHE (PFAS)
La Camera,
premesso che:
1) le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all'acqua e ai grassi. I Pfas vengono impiegati dagli anni '50 per la produzione di numerosi prodotti commerciali: impermeabilizzanti per tessuti; tappeti; pelli; insetticidi; schiume antincendio; vernici; rivestimento dei contenitori per il cibo; cera per pavimenti e detersivi. L'utilizzo più noto di questi composti è probabilmente per il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina (Teflon) e nella produzione dei tessuti tecnici (Gore-Tex, Scotchgard);
2) i Pfas sono una classe di composti organici costituiti da una catena alchilica idrofobica completamente fluorurata di varia lunghezza (in genere da 4 a 14 atomi di carbonio) e da un gruppo funzionale idrofilico, generalmente un acido carbossilico o solfonico. Gli acidi perfluorurati sono i composti fluorurati maggiormente riscontrati nei campioni ambientali;
3) tra gli acidi perfluorocarbossilici i più diffusi sono l'acido perfluoroottanoico (Pfoa), il quale ha numerose applicazioni sia industriali che commerciali, e l'acido perfluorottano sulfonato (Pfos), intermedio chimico impiegato nella produzione di polimeri fluorurati e come tensioattivo nelle schiume degli estintori;
4) i Pfas sono definiti «inquinanti eterni» in quanto una volta dispersi nell'ambiente si degradano in tempi lunghissimi e possono contaminare fonti d'acqua e coltivazioni. Tali sostanze, dotate di elevata persistenza nell'ambiente e di capacità di bioaccumulo, vengono assorbite da parte dell'organismo umano prevalentemente per via orale tramite il consumo di acqua potabile e di alimenti. Ciò significa che, assunte anche in piccole quantità per un lungo periodo, esse si accumulano nei tessuti e negli organi vitali;
5) innumerevoli ricerche scientifiche hanno evidenziato come un'elevata esposizione a Pfos e a Pfoa può avere conseguenze dannose per la salute della popolazione, in quanto essi sono neurotossici oltre che interferenti endocrini;
6) è ormai dimostrato che tali sostanze producono effetti dannosi negli organismi, in habitat sia acquatici che terrestri, soprattutto a carico del fegato, della tiroide e della fertilità, considerato che il 30 novembre 2023 l'International agency for research on cancer (Iarc) ha riclassificato il Pfoa come sicuramente cancerogeno per l'uomo (classe 1) e Pfos, prima non considerato, come possibilmente cancerogeno (classe 2b);
7) i Pfoa, Pfos e altri composti simili hanno mostrato infatti di poter interferire anche con la comunicazione intercellulare, fondamentale per la crescita della cellula, aumentando così la probabilità di crescite cellulari anomale con conseguente formazione di tumori, specie in caso di esposizione cronica;
8) recenti ricerche hanno inoltre messo in luce l'incremento delle patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate: diabete gestazionale, neonati più piccoli e di basso peso rispetto alla media e altre malformazioni maggiori tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomiche, oltre a ridotta risposta ai vaccini di età scolare;
9) la pericolosità di tali sostanze è segnalata anche nella pubblicazione «Conosci, riduci, previeni gli interferenti endocrini», un decalogo per il cittadino a cura del Ministero dell'ambiente e dell'Istituto superiore di sanità (pubblicazione del 2012, oggetto di revisione nel 2014);
10) nel 2005, uno studio di biomonitoraggio familiare condotto in tutta l'Unione europea ha rilevato la presenza di Pfoa e/o Pfos nel sangue di tutti i bambini partecipanti. Uno studio del 2017 di Santé publique France ha trovato Pfas nel siero di tutte le donne francesi in gravidanza. Un'indagine ambientale tedesca, condotta nel 2014 e nel 2017, ha rilevato la diffusione di Pfos e Pfoa tra bambini e adolescenti (rispettivamente il 100 per cento e l'86 per cento), nonostante le restrizioni globali imposte dalla Convenzione di Stoccolma con l'eliminazione dell'acido perfluoroesano sulfonico (PFHxS), suoi sali e sostanze correlate e dell'acido perfluoroottanoico (Pfoa), suoi sali e sostanze correlate e la limitazione dell'acido perfluorottano sulfonato (Pfos) i suoi sali e fluoruro di perfluorottano sulfonile;
11) nel 2022, l'iniziativa europea di biomonitoraggio umano HBM4EU ha riportato risultati che indicano che oltre il 14 per cento degli adolescenti europei analizzati aveva livelli di Pfas nel corpo superiori alle linee guida dell'Efsa;
12) nel nostro Paese la contaminazione da Pfas delle matrici ambientali, in particolare le acque interne superficiali e di falda, ha purtroppo raggiunto un livello allarmante soprattutto nel Veneto, interessando un'area di circa 180 chilometri quadrati (dato dell'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto 2015), con settanta comuni interessati e oltre 300.000 persone coinvolte. È stata compromessa la seconda falda freatica più grande e importante d'Europa: la falda di Almisano;
13) i dati sul Piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche eseguito dalla regione Veneto nel 2016-2017 nei comuni dell'area rossa, la più contaminata da Pfas nelle province di Vicenza, Padova e Verona, dicono che sono state rinvenute altre molecole oltre a Pfoa e Pfos sia a catena lunga che a catena corta di più recente utilizzo, la cui pericolosità è tra i principali motivi per i quali sono stati fissati nuovi limiti da parte dell'Unione europea;
14) una recente ricerca condotta da scienziati e ricercatori dell'università di Padova, in collaborazione con il Registro tumori dell'Emilia-Romagna, il servizio statistico dell'Istituto superiore della sanità (Iss) pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica americana Environmental health ha rilevato che, nell'arco di quasi 35 anni, si è verificato un aumento di decessi per tutte le cause nella popolazione dell'area rossa, dimostrando per la prima volta un'associazione causale tra l'esposizione ai Pfas e un rischio elevato di morte per malattie cardiovascolari ed evidenziando un aumento del rischio di insorgenza di malattie tumorali al diminuire dell'età;
15) nel gennaio 2024 Greenpeace Italia ha eseguito un monitoraggio di alcuni fiumi della Toscana, ubicati in aree interessate dagli scarichi del distretto tessile, conciario, cuoio, cartario e florovivaistico, prelevando campioni dei corsi d'acqua sia a monte che a valle dello scarico dei depuratori o di distretti industriali. I risultati dell'indagine confermano quanto già noto dai dati di un'indagine del 2013 del Cnr-Irsa che aveva evidenziato diverse criticità sulla contaminazione ambientale da Pfas in Toscana. Già più di dieci anni fa erano emerse contaminazioni rilevanti riconducibili al distretto tessile (Prato) e conciario (provincia di Pisa). I monitoraggi periodici effettuati dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) negli anni successivi non solo hanno confermato i dati rilevati dal Cnr, ma anche permesso di ricostruire quanto e dove la contaminazione nella regione sia diffusa;
16) Greenpeace Italia ha condotto un'indagine indipendente durante la quale ha prelevato 260 campioni in 235 comuni italiani di tutte le regioni e le province autonome. Le analisi, condotte da un laboratorio indipendente e certificato, hanno determinato la presenza di 58 molecole Pfas. I risultati mostrano una diffusa presenza di questi composti inquinanti nelle reti acquedottistiche, con almeno tre campioni positivi per ogni regione eccezion fatta per la Valle d'Aosta in cui sono stati prelevati solo due campioni. In 206 dei 260 campioni, pari al 79 per cento del totale, è stata registrata la presenza di almeno una sostanza riconducibile al gruppo dei Pfas;
17) la recente inchiesta giornalistica Forever Pollution Project che ha coinvolto 17 testate in tutto il continente europeo, guidate dalla francese Le Monde ha permesso di individuare più di 1.600 siti in Italia, oltre 17.000 in tutta Europa, contaminati da Pfas, ovvero con una concentrazione superiore a 10 nanogrammi per litro;
18) sono molte le istituzioni, nazionali e internazionali, che in questi anni sono intervenute nel merito, sia per orientare a livello legislativo sia per promuovere campagne di monitoraggio, sia per fissare limiti di concentrazione nelle diverse matrici, come l'Agenzia statunitense per la protezione ambientale;
19) il decreto legislativo 13 ottobre 2015, n. 172, recante attuazione della direttiva 2013/39/UE, che modifica le direttive 2000/60/CE e 2008/105/CE per quanto riguarda le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, ha identificato i Pfos quali sostanze pericolose prioritarie;
20) nel 2020, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha rivalutato le prove sulla tossicità di Pfoa e Pfos, concludendo che parte della popolazione europea ha già superato i nuovi livelli di assunzione tollerabile a causa della diffusa contaminazione di alimenti e acqua potabile e i bambini piccoli sono quelli maggiormente esposti a causa dell'assunzione di tali sostanze durante il periodo di gestazione e di allattamento;
21) è preoccupante che, con il progredire delle conoscenze scientifiche, si accumulino sempre più prove dei danni associati all'esposizione ai Pfas, senza che si prendano provvedimenti drastici per la loro eliminazione;
22) nel 2021, l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (Epa) ha ridotto la dose di riferimento di Pfoa di oltre 13.000 volte rispetto al 2016. Una tendenza simile si osserva per il GenX (un Pfas comunemente usato come sostituto del Pfoa), per il quale l'Epa nel 2021 ha abbassato la dose di riferimento di 26 volte rispetto al 2018;
23) il regolamento (UE) 2022/2388, in vigore dal 1° gennaio 2023, fissa i limiti massimi in microgrammi/chilogrammi in peso fresco di alimento per Pfos, Pfoa, Pfna e PFHxS e la loro somma, anche sulla base del terzo, «considerando» che recita: «Il 9 luglio 2020 l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha adottato un parere sul rischio per la salute umana connesso alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche negli alimenti»;
24) una novità positiva, ma insufficiente, oltreché tardiva, visto che la Commissione europea si è finora limitata a raccomandare il monitoraggio, anziché vietare o comunque definire soglie invalicabili di contaminazione alla luce della forte revisione al ribasso dei parametri di sicurezza indicati dall'Ente europeo per la sicurezza alimentare già nel 2018 e successivamente nel 2020, che ha drasticamente ridotto la soglia di inquinamento da Pfas tollerabile negli alimenti;
25) il 10 aprile 2024 l'Epa, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente, negli Usa ha stabilito nuovi limiti legalmente vincolanti per l'acqua potabile per un gruppo dei composti Pfas più pericolosi, definendo per ciascuno un limite di 4 nanogrammi per litro, limite decisamente più basso rispetto a quelli vigenti sia in Veneto che in Italia;
26) i limiti fissati dall'Epa statunitense sicuramente indicano la necessità da parte del nostro Paese di un primo intervento di forte riduzione dei limiti di presenza dei Pfas nell'ambiente e negli alimenti per arrivare alla loro totale messa al bando;
27) appare quanto mai necessario ed improrogabile che il Governo adotti iniziative immediate per ridurre il potenziale rischio per l'intera comunità nazionale derivante dal consumo di tutti quei prodotti provenienti dalle aree contaminate da Pfas in Veneto come nel resto del Paese;
28) è necessario, altresì effettuare nuovi screening e monitoraggi per tutti i tipi di Pfas, sia a catena lunga che a catena corta, includendo ulteriori matrici di produzione agroalimentare al fine della adozione di iniziative per ridurre il potenziale rischio per l'intera comunità nazionale derivante dal consumo di tutti quei prodotti provenienti dall'area contaminata da Pfas, in Veneto e nel resto del Paese;
29) è fondamentale procedere con decisione nel percorso che porti progressivamente alla eliminazione di tutti i Pfas utilizzati nei prodotti di consumo, partendo dall'impegno di Danimarca, Germania, Norvegia, Svezia e Paesi Bassi che sostengono la revisione del Reach in materia di Pfas, per arrivare a una proposta forte ed efficace per una restrizione universale dei Pfas in tutta l'Unione europea,
impegna il Governo:
1) ad adottare immediate iniziative, anche di carattere normativo, per garantire la diminuzione dell'immissione nell'ambiente delle sostanze polifluoroalchiliche (Pfas), attraverso la loro graduale sostituzione, fino a giungere alla loro completa eliminazione, nei processi produttivi e nei prodotti industriali;
2) ad adottare opportune iniziative anche di carattere regolamentare affinché la sostituzione dei Pfas avvenga attraverso sostanze certificate sicure per la salute umana e per l'ambiente;
3) ad adottare e rendere disponibili linee guida tecniche sui metodi analitici per il monitoraggio dei Pfas, con riferimento ai parametri «Pfas-totale» e «somma di Pfas», compresi i limiti di rilevazione, i valori di parametro e la frequenza dei campionamenti;
4) ad adottare immediati interventi, anche di carattere normativo, per l'introduzione di nuovi limiti vincolanti per l'acqua potabile per il gruppo dei composti Pfas più pericolosi, definendo per ciascuno un limite secondo le soglie di sicurezza sanitaria raccomandate dall'Ente europeo per la sicurezza alimentare, che indica in 0,63 nanogrammi per chilo di peso di una persona la soglia giornaliera di sicurezza sanitaria per la somma di 4 tipi di Pfas;
5) ad attivarsi in sede di Unione europea per avviare il percorso di abbandono dell'utilizzo dei Pfas sostenendo la revisione della normativa Reach, in merito ai Pfas;
6) a sostenere immediate azioni di bonifica delle varie aree contaminate in Italia adottando e applicando il principio «chi inquina paga»;
7) ad adottare iniziative di competenza volte ad effettuare, d'intesa con le regioni interessate, in maniera uniforme sull'intero territorio nazionale screening e monitoraggi per tutti i tipi di Pfas, sia a catena lunga che a catena corta, includendo ulteriori matrici di produzione agroalimentare, al fine di definire un quadro certo della presenza di Pfas.
(1-00293) (Nuova formulazione) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
(3 giugno 2024)
La Camera,
premesso che:
1) le sostanze per- e polifluoroalchiliche (Pfas) costituiscono un tema oggetto di notevole preoccupazioni per gli effetti dannosi sulla salute e sull'ambiente che comportano. I composti Pfas, noti anche come Forever chemicals, ossia contaminanti eterni per la loro persistenza dovuta al legame fluoro-carbonio che li rende praticamente indistruttibili, sono sostanze chimiche di origine antropica che hanno avuto enorme successo per le straordinarie caratteristiche chimico-fisiche, che le hanno rese un componente importante in molte produzioni industriali. I Pfas si sono diffusi in tutto il mondo per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa, materiali antiaderenti. La loro diffusione è aumentata esponenzialmente nei decenni, accompagnata dalla progressiva emersione degli effetti dannosi che il rilascio di queste sostanze chimiche comporta per l'ambiente e per la popolazione;
2) nel novembre 2023, lo Iarc – International agency of research on cancer – ha stabilito l'innalzamento del livello di pericolosità di alcuni Pfas, i più noti, affermando la sicura cancerogenicità del Pfoa e la probabile cancerogenicità del Pfos, in linea di continuità con i limiti sempre più restrittivi adottati da altre Agenzie internazionali ed europee;
3) in Italia la principale contaminazione delle matrici ambientali dovuta ai Pfas si è verificata in Veneto, in particolare nella provincia di Vicenza e nei comuni limitrofi, ed è stata per la prima volta rilevata pubblicamente nel 2013 grazie ad una ricerca condotta dal Cnr dal 2006 su indicazione del Ministero dell'ambiente, espressamente finalizzata al rilevamento della classe di sostanze dette Pfas;
4) nel territorio veneto è attivo un piano di sorveglianza sanitaria a seguito di uno studio di monitoraggio biologico attuato dalla regione insieme all'Istituto superiore di sanità, che ha dimostrato una pesante contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle acque dei territori compresi tra le province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo;
5) l'esposizione a Pfas è localizzata in decine di comuni del Veneto, di cui 30 appartenenti alla «zona rossa A e B», in cui il fenomeno si è sviluppato sino a causare l'inquinamento della falda acquifera sotterranea e degli acquedotti;
6) i soggetti interessati si quantificano in oltre 350.000 persone, a rischio sanitario grave;
7) in Piemonte è in attività l'unica azienda produttrice di Pfas (Solvay speciality polymers, oggi Syensqo), già identificata nel 2007 dal progetto europeo Perforce come principale fonte di contaminazione da Pfoa nel Fiume Po;
8) la suddetta azienda è già stata condannata per disastro ambientale e nell'area limitrofa allo stabilimento, secondo i dati recenti di Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) Piemonte, si registrano elevati livelli di contaminazione sia nelle acque superficiali e di falda che nell'aria;
9) secondo un'indagine di Greenpeace la contaminazione dell'acqua potabile in Piemonte interessa oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino, incluso il capoluogo regionale e numerosi comuni della Valle Di Susa, e che circa 125 mila piemontesi sarebbero stati esposti ad acqua potabile contaminata con Pfoa, sostanza cancerogena, nel corso del 2023;
10) Greenpeace riporta che, stando ai dati raccolti in Toscana nel 2022 da Arpat (Agenzia regionale protezione ambientale della Toscana), i Pfas erano presenti nel 76 per cento delle acque superficiali, nel 36 per cento delle acque sotterranee e nel 56 per cento dei campioni di animali monitorati;
11) in Lombardia l'unità investigativa di Greenpeace Italia, in un'inchiesta condotta grazie all'invio, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, di numerose richieste di accesso agli atti generalizzato Freedom of Information Act (Foia), indirizzate a tutte le Ats (Agenzia di tutela della salute) ed enti gestori delle acque lombarde ha verificato che nella regione è stata registrata la presenza di Pfas in quasi il 20 per cento delle analisi condotte dalle autorità già a partire dal 2018;
12) la direttiva europea 2020/2184 ha introdotto nuove prescrizioni minime relative ai valori di parametro utilizzati per valutare la qualità delle acque destinate al consumo umano, inserendo valori limite di parametro anche per l'intera famiglia di Pfas sul territorio europeo. Limiti che gli Stati membri hanno facoltà di rendere ancora più severi, trattandosi della disciplina contenuta in una direttiva europea ed alla luce dei princìpi e delle disposizioni dei Trattati europei;
13) la stessa operazione è stata condotta dall'Ente europeo per la sicurezza alimentare (Efsa), il quale nel 2020 ha abbassato notevolmente i livelli delle dosi settimanali consentite (Twi, total weekly intake) di Pfas, in particolare Pfos, Pfoa, Pfna e Pfhxs, sulla base di evidenze scientifiche sulla pericolosità di tali sostanze, rinvenute nel corso del riesame dei rischi legati all'assunzione da parte del corpo umano di tali agenti chimici;
14) nel dicembre 2023 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha completato le valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al gruppo dei Pfas: l'acido perfluoroottanoico (Pfoa) e l'acido perfluoroottansolfonico (Pfos). Dopo aver esaminato attentamente l'ampia letteratura scientifica, il gruppo di lavoro, composto da 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi, ha classificato il Pfoa come «cancerogeno per l'uomo» (Gruppo 1, la categoria più pericolosa in assoluto) e il Pfos come «possibile cancerogeno per l'uomo» (Gruppo 2B);
15) la Convenzione di Stoccolma, ratificata dall'Italia con legge 12 luglio 2022, n. 93, ed attuata dal regolamento (Ue) 2019/1021 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 sugli inquinanti organici persistenti (Pop), ha incluso i Pfos dal 2009. Inoltre, il Pfoa è stato vietato dal regolamento Pop a partire dal 2020 mentre il Pfhxs è stato inserito nell'allegato A (eliminazione) della Convenzione di Stoccolma nel giugno 2022 per poi essere incluso ex regolamento delegato dell'Unione Europa n. 1608 del 2023 tra le sostanze vietate;
16) il regolamento n. 1272 del 2008 sulla classificazione, etichettatura e imballaggio (classification, labeling, and packaging, o Clp) copre già molte sostanze Pfas, tra cui il Pfoa, il perfluoroottanoato di ammonio (Apfo), l'acido perfluorononanoico (Pfna) e l'acido perfluorodecanoico (Pfda). È in fase di valutazione l'acido perfluoroeptanoico (Pfhpa);
17) i Pfas, al pari di composti come il benzene, il cloroformio, l'atrazina e la permetrina, sono anche regolati dal regolamento europeo n. 649 del 2012, il quale recepisce la Convenzione di Rotterdam del 1998, sul Prior informed consent (Pic), disciplinando importazione ed esportazione delle sostanze chimiche pericolose. Il Pic richiede due tipi di requisiti per l'esportazione di tali sostanze: notifica dell'esportazione e consenso esplicito;
18) il Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals (Reach) n. 1907 del 2006 costantemente aggiornato, sancisce un obbligo generale di registrazione in capo ai soggetti fabbricanti od importatori di sostanze chimiche oltre un certo tonnellaggio, secondo il principio «no data no market», per cui spetta all'industria la responsabilità di definire e gestire i rischi delle sostanze chimiche fornendo informazioni sulla sicurezza delle sostanze che produce, utilizza o immette sul mercato. A tal fine il Reach ha introdotto processi di controllo tesi ad indurre le imprese a riconsiderare il proprio portafoglio di sostanze chimiche e sostituire le più pericolose con alternative più sicure;
19) con delibera del Consiglio dei Ministri 21 marzo 2018, è stato dichiarato lo stato di emergenza per esposizione da Pfas delle acque di falda nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova ed è già stato nominato un commissario delegato;
20) è chiara a tutti la pericolosità di queste sostanze per la salute umana e per l'ambiente, nonché il grado di difficoltà nel loro smaltimento, tanto elevato da bastare a conferire loro il soprannome di «forever chemicals» nelle aule di studio. Tuttavia, esse sono commerciate e presenti nel ciclo del consumo umano, senza che il consumatore finale abbia reale contezza del tipo di composto di cui subisce l'esposizione nella propria quotidianità;
21) appare urgente e non rinviabile l'esigenza di regolamentare in Italia tutte le sostanze perfluorurate, di ogni catena molecolare, e nella direzione sia di un ulteriore abbassamento dei loro valori limite nelle acque a uso potabile sia della derivazione di valori limite di emissione di tutte le sostanze Pfas nell'ambiente per ogni singola matrice (acqua, aria e altro);
22) questa scelta, seppur positiva, deve necessariamente tenere conto del fatto che la mole e la diffusione di Pfas commercializzati sono così ampie da rendere particolarmente ambizioso l'obiettivo della loro totale eliminazione dai cicli produttivi ed è pertanto indispensabile un impegno, anche economico, a tutti i livelli territoriali di Governo;
23) un altro ostacolo di non poco conto sono gli enormi interessi economici che gravano sul commercio di sostanze chimiche e che sono indiscutibilmente alla base della rete di pericolose eccezioni alle discipline europee, previste dal Bpr (Regolamento sui biocidi),
impegna il Governo:
1) a garantire, con ogni iniziativa di competenza anche di carattere normativo, la piena protezione della salute dei cittadini attraverso l'ulteriore restrizione, in tempi stretti, nell'ordinamento nazionale dei valori limite per le diverse matrici alle quali l'uomo è esposto, concernenti tutte le sostanze perfluoroalchiliche, con l'obiettivo di pervenire – in linea con le indicazioni dell'agenzia Usa per l'ambiente, che ha indicato lo «zero tecnico» come il valore di sicurezza per Pfoa e Pfos – alla definitiva messa al bando di queste sostanze pericolose;
2) a pubblicare l'elenco dei prodotti nazionali e importati che utilizzano Pfas per la loro produzione con dettagli quantitativi e di concentrazione;
3) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere una specifica etichetta di rischio (nonché di Pfas free) da apporre sulle confezioni dei prodotti contenenti Pfas nella grande distribuzione, in modo da informare il cittadino e favorire una scelta salutare da parte di quest'ultimo;
4) a promuovere, in ambito europeo:
a) politiche ed investimenti volti ad incentivare l'innovazione tecnologica e l'utilizzo di sostituti più sicuri;
b) la rigorosa individuazione di volumi e tipologie di produzione delle sostanze Pfas nonché l'identificazione delle fonti di rilascio di detti composti;
c) il sistematico tracciamento dei residui di produzione, dei rifiuti e dei fanghi di lavorazione contenenti Pfas, elevando la qualifica di pericolosità;
d) la creazione di un inventario dei siti da bonificare e dei siti contaminati;
e) il finanziamento di programmi di ricerca e la dotazione di risorse adeguate agli enti di controllo;
f) il monitoraggio delle differenti matrici ambientali, e l'accesso ai dati relativi;
5) ad adottare iniziative di competenza volte ad introdurre il divieto di produzione e commercializzazione di prodotti e sostanze per cui siano già disponibili sostituti non Pfas allineandosi e supportando la proposta di restrizione in esame al Reach resa pubblica nel febbraio 2023;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a vietare la produzione di Pfas, il loro impiego industriale nonché la loro commercializzazione in modo tassativo in zone già profondamente intaccate dalla contaminazione (sacrifices zones), ammettendo come uniche deroghe quelle rientranti nel concetto di essential use, sulla base della situazione pesantemente compromessa in essere, supportando economicamente la popolazione e proseguendo e rafforzando gli interventi di bonifica delle zone contaminate già note;
7) a promuovere l'introduzione dello «zero virtuale» come limite totale dei Pfas per le acque destinate all'uso potabile, per le acque destinate all'irrigazione e per le acque di falda cui attingono pozzi privati, canali primari di contaminazione della filiera alimentare e degli esseri umani, qualificare come pericolose le sostanze Pfas le cui modalità di smaltimento e gestione dovranno essere estremamente rigoros, vietare ogni impiego in agricoltura dei fanghi di depurazione e delle acque di trattamento o meteoriche derivanti da impianti che utilizzano Pfas;
8) a disporre un serio e completo monitoraggio degli alimenti e della popolazione, garantendo che le analisi su cibo, animali ed esseri umani non dovranno essere a carico dei cittadini, assicurando al contempo adeguato ristoro alle filiere produttive anche grazie ad una rigida ed efficace applicazione del principio «polluters pay»;
9) a definire in modo rigoroso i parametri e le valutazioni – generali e sito specifiche – cui le pubbliche amministrazioni si devono attenere in caso di autorizzazione, riesame e rinnovo delle Aia (autorizzazioni integrate ambientali), avendo riguardo alle peculiarità idro e geomorfologiche del territorio, le attività che vi insistono, le situazioni di inquinamento storico e/o diffuso, le vulnerabilità presenti, le tipologie di Pfas impiegate o presenti;
10) a prevedere rigorosi controlli su imprese e società che producono, commercializzano o impiegano sostanze chimiche, imponendo la massima trasparenza sulle informazioni relative ai dati sulla tossicità, persistenza, bioaccumulo, biomagnificazione e mobilità delle sostanze impiegate;
11) ad adottare iniziative volte a finanziare la transizione ad una economia ed industria chimica sostenibile, in linea con la strategia europea per una chimica sostenibile e toxic-free.
(1-00297) «Ilaria Fontana, Sergio Costa, Barzotti, Cappelletti, L'Abbate, Morfino, Santillo».
(19 giugno 2024)
MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE VOLTE A REINTRODURRE IL COSIDDETTO «BONUS RENZI», AL FINE DI SOSTENERE IL POTERE D'ACQUISTO DELLE FASCE PIÙ DEBOLI DELLA POPOLAZIONE
La Camera,
premesso che:
1) l'articolo 1, recante riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, ha introdotto un credito d'imposta per il solo 2014, conosciuto come «Bonus Renzi», per i lavoratori a basso-medio reddito nella misura di 80 euro mensili;
2) a differenza di altre misure di sostegno al reddito che vengono assegnate a fronte di una esplicita richiesta da parte dell'avente diritto, questa viene erogata direttamente in busta paga grazie alla natura stessa della detrazione, senza alcun ulteriore onere burocratico o passaggio amministrativo da adempiere;
3) la misura è stata resa strutturale dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190, riconoscendo un credito d'imposta per un importo di 960 euro in caso di reddito complessivo annuo non superiore a 24.000 euro. Tale beneficio si riduce progressivamente per i redditi superiori, fino ad azzerarsi al raggiungimento della soglia di 26.000 euro;
4) il decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, ha incrementato fino a 100 euro il trattamento erogato in busta paga e ne ha esteso l'applicabilità ai titolari di redditi complessivi annui da lavoro dipendente non superiori a 28.000 euro;
5) la misura, durante la propria vigenza, ha prodotto impatti positivi e misurabili. Ha sostenuto per oltre un decennio il potere d'acquisto delle famiglie con reddito medio-basso, stimolato la domanda interna e ridotto il cuneo fiscale per possessori di reddito di lavoro dipendente o assimilati, inclusi i percettori di somme a titolo di cassa integrazione guadagni, indennità di mobilità e indennità di disoccupazione, contribuendo a mitigare di circa mezzo punto percentuale la pressione fiscale;
6) la legge 30 dicembre 2024, n. 207 ha introdotto modifiche sostanziali al sistema, trasformando il taglio del cuneo da contributivo a fiscale. Tale modifica ha prodotto effetti negativi per i contribuenti con redditi complessivi annui compresi tra 8.500 e 9.000 euro, i quali, a causa della nuova disciplina, non percepiranno per l'annualità fiscale in corso il trattamento integrativo percepito nel 2024;
7) già nei primi mesi del 2025 si sono registrati gli effetti negativi della misura quantificabili in una perdita di 100 euro netti per il mese di gennaio per i contribuenti rientranti nel segmento reddituale poc'anzi riportato. Qualora la disposizione non venga corretta i soggetti ricompresi in tale segmento potrebbero registrare una perdita di potere d'acquisto pari a 1200 euro annui;
8) le recenti tensioni geopolitiche hanno portato ad un incremento generalizzato del prezzo delle materie prime energetiche e dei beni di prima necessità, causando negli ultimi anni un'erosione del potere d'acquisto delle famiglie dovuto anche alla stagnazione degli stipendi e all'inflazione generale;
9) la crisi che l'industria italiana sta attualmente attraversando, con oltre 30 tavoli di crisi istituiti presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, espone un gran numero di lavoratori al rischio di perdere il proprio lavoro e, potenzialmente, entrare a far parte della schiera di percettori di ammortizzatori sociali;
10) secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) relativi al 2023, circa 13,4 milioni di persone in Italia si trovano in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale, rappresentando il 22,8 per cento della popolazione;
11) la distribuzione territoriale di questo fenomeno è eterogenea: nel Nord Italia, il 12,4 per cento della popolazione è a rischio, mentre nel Mezzogiorno la percentuale sale al 39,0 per cento. In particolare, le regioni con le percentuali più elevate sono Calabria (48,6 per cento), Campania (44,4 per cento) e Sicilia (41,4 per cento);
12) per il primo trimestre 2025 è previsto l'aumento della tariffa dell'energia elettrica del 18,2 per cento per i 3,4 milioni di clienti rimasti nel servizio di maggior tutela e che non sono passati al mercato libero, ossia i cittadini maggiormente vulnerabili, mentre i clienti del libero mercato sono già soggetti agli eccessivi costi di commercializzazione dell'energia elettrica aggiuntivi al prezzo unico nazionale;
13) oltre ai settori energetici, si registrano aumenti significativi in altri comparti: pedaggi autostradali (1,8 per cento in aumento), assicurazioni RC auto (+6,19 per cento annuo), carburanti (rincari dovuti a tensioni internazionali e politiche fiscali) e beni alimentari (cereali, latte, formaggi, carni, olio e ortaggi), con ripercussioni a catena sull'intera economia;
14) l'incremento dei costi, unito al caro affitti (aumento medio del 10,6 per cento) e alle spese scolastiche in crescita (3,66 per cento), comporta una pressione sul potere d'acquisto delle famiglie, evidenziata da una riduzione della propensione al risparmio (-0,8 per cento) e da un aggravio medio annuo superiore a 1.000 euro per nucleo familiare;
15) la reintroduzione del cosiddetto «Bonus Renzi» per le fasce di reddito più esposte al caro-vita è necessaria per contribuire al potere d'acquisto delle famiglie e al sostegno del consumo interno,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative normative volte a rivedere la disciplina introdotta con la legge 30 dicembre 2024, n. 207, così da reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi» e sostenere il reddito e il potere d'acquisto delle fasce di reddito richiamate in premessa.
(1-00401) «Faraone, Gadda, Del Barba, Bonifazi, Boschi, Giachetti, Gruppioni».
(21 febbraio 2025)