TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 448 di Lunedì 17 marzo 2025
MOZIONE CONCERNENTE IL MONITORAGGIO E LO STATO
DI ATTUAZIONE DEL PNRR
La Camera,
premesso che:
1) il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenta un'occasione unica di rilancio per il nostro Paese, nonché un nuovo e virtuoso paradigma di programmazione, monitoraggio e rendicontazione della realizzazione dei progetti e della effettiva spesa dei fondi;
2) a tal fine, l'articolo 2, comma 2, lettera e) del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2021, prevede che il Governo trasmetta alle Camere con cadenza semestrale, per il tramite del Ministro per i rapporti con il Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione del PNRR;
3) l'ultima relazione presentata in Parlamento risale al 22 luglio 2024, non risultando ad oggi ancora presentata la sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR, che illustri lo stato di avanzamento del Piano fino alla fine del 2024;
4) i dati disponibili più recenti sono, dunque, quelli presentati nell'ultima relazione semestrale della Corte dei conti, pubblicata il 9 dicembre 2024, quelli disponibili sulla piattaforma OpenPNRR, un progetto realizzato dalla fondazione Openpolis che monitora la messa a terra del Piano, nonché quelli inclusi nel dossier di monitoraggio relativo alla VII rata redatto dai servizi studi di Camera e Senato lo scorso 20 febbraio 2025;
5) in seguito a numerose richieste e dopo diversi mesi di attesa, a fine dicembre 2024 il Governo ha risposto alla richiesta di accesso agli atti presentata da Openpolis per conoscere lo stato di avanzamento dei quasi 290 mila progetti finanziati dal PNRR;
6) sono quindi oggi disponibili i dati su ogni progetto aggiornati al 31 dicembre 2024, e questi mostrano, in linea con quanto aveva già evidenziato la relazione semestrale della Corte dei conti, che a fine 2024 risultavano messe a terra il 32 per cento delle risorse complessive, per una cifra pari a 62,2 miliardi di euro su 194,4 miliardi totali;
7) si sottolinea come questo risultato sia stato raggiunto a distanza di tre anni e mezzo dall'approvazione del Piano e quando alla sua conclusione mancano meno di un anno e mezzo, essendo prevista la fine di questo ingente piano di investimenti per giugno 2026;
8) per riuscire a spendere tutti i fondi previsti, da gennaio 2025 a giugno 2026 sarà necessario spendere in media circa 5,6 miliardi di euro al mese;
9) sia osservando i dati della Corte dei conti, secondo i quali nei primi nove mesi del 2024 sono stati spesi 12,6 miliardi di euro, sia considerando i dati di spesa complessiva per il 2024, pari a circa 16,4 miliardi di euro, risulta una capacità di spesa mensile media pari a 1,4 miliardi di euro: ciò significa che per riuscire a mettere a terra tutti i fondi previsti entro la data di scadenza del piano la capacità di spesa mensile dovrà quadruplicare rispetto agli ultimi dati disponibili;
10) secondo i dati presentati nell'ultima relazione semestrale del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, nel primo semestre 2024 erano stati spesi 9,4 miliardi di euro: nei prossimi tre semestri la spesa dovrà arrivare in media a 45 miliardi di euro ogni sei mesi, più del doppio di quanto è stato speso in tutto il 2023, l'anno con i dati migliori per quanto riguarda la spesa di fondi PNRR;
11) analizzando i dati presentati nell'ultimo dossier sul monitoraggio del PNRR pubblicato dai Servizi Studi di Camera e Senato, si evince come nel 2024 siano stati spesi complessivamente 16,4 miliardi di euro, di cui 9,4 miliardi di euro nel primo semestre e 7 miliardi di euro nel secondo semestre;
12) dunque, l'andamento della spesa per semestre, invece di aumentare, diminuisce, così come è in diminuzione la spesa complessiva per anno, che, dopo essere cresciuta costantemente fino al record di 21,2 miliardi di euro del 2023, è per la prima volta diminuita nel 2024 rispetto all'anno precedente, tutto questo nonostante le rassicurazioni pronunciate dall'ex Ministro Fitto in sede di presentazione della quinta relazione, quando disse: «Ci sono stati progetti e gare e sono in corso gli avvii dei lavori; quindi, tra sei mesi ci rivedremo e la spesa crescerà»;
13) secondo i dati presentati dalla Corte dei conti, risultano particolarmente problematici gli obiettivi legati agli investimenti, mentre per quanto riguarda le riforme la situazione è maggiormente in linea con il cronoprogramma: al giugno 2024 risultava ultimato il percorso degli obiettivi europei da raggiungere per il 63 per cento delle 72 misure di riforma, a fronte del 6 per cento degli investimenti;
14) nei prossimi tre semestri, sarà necessario completare 284 traguardi e obiettivi per ottenere le ultime rate previste dall'accordo con l'Unione europea, che rappresentano il 45 per cento del totale;
15) una delle priorità trasversali del Piano riguarda il contrasto ai divari di genere e generazionale. Con il decreto-legge n. 77 del 2021 è stata istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia per il PNRR, la quale – tra i vari compiti – è incaricata di trasmettere alle Camere anche ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti, con specifico riguardo anche alle politiche di sostegno per l'occupazione;
16) l'articolo 47 del medesimo decreto-legge ha stabilito che le stazioni appaltanti prevedano, tra le altre, specifiche clausole sulla parità di genere, sull'assunzione di under 36 e di donne – categorie generalmente penalizzate dal mercato del lavoro – anche al fine di raggiungere l'obiettivo qualitativo e trasversale del miglioramento delle condizioni occupazionali dei giovani e delle donne;
17) tra il 2021 e il 2022 il Governo Draghi aveva pubblicato due relazioni sugli obiettivi del PNRR di miglioramento delle condizioni di giovani e donne, ma ad oggi non si sa molto di più sugli effetti delle riforme e degli investimenti del Piano in tale ambito;
18) come sottolineato anche dalla Corte dei conti, l'attuazione delle misure su donne e giovani è stata fino all'anno scorso sostanzialmente in linea con il programma, ma è anche vero che le varie revisioni del PNRR hanno di fatto posticipato molti adempimenti verso gli ultimi anni del Piano, e ci ritroviamo ormai nei sedici mesi finali di attuazione del PNRR;
19) dopo la corposa modifica del 2023, con la quale è stato anche aggiunto un ulteriore capitolo finanziato dal RePowerEU, nel 2024 sono state apportate altre due modifiche, la prima il 14 maggio 2023 e la seconda il 18 novembre 2024;
20) il nuovo capitolo introdotto nel 2023 e finanziato con i fondi del RePowerEU prevede l'investimento 15 «Transizione 5.0» con una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, misura che consiste in un regime di crediti d'imposta con l'obiettivo di sostenere la transizione dei processi di produzione verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili;
21) il Piano Transizione 5.0, approvato dal Governo nell'ottica di incentivare gli investimenti che prevedono una riduzione dei consumi energetici, non sta funzionando: la fruizione dei benefìci non è automatica, essendo subordinata a complesse procedure amministrative, tra cui l'attesa di comunicazioni ufficiali e certificazioni sia ex ante che ex post, con un conseguente aumento delle tempistiche e degli oneri a carico delle imprese;
22) sono previste, inoltre, soglie minime di risparmio energetico che escludono dalla misura investimenti potenzialmente utili e molti settori strategici, tra cui quelli legati all'economia circolare e alle industrie ad alta intensità energetica;
23) secondo i dati più recenti, a gennaio 2025 erano arrivate richieste di accesso ai fondi di questo strumento per soli 500 milioni di euro, poco meno dell'8 per cento totale delle risorse a disposizione,
impegna il Governo:
1) ad inviare al Parlamento quanto prima la sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR, contenente i dati più aggiornati sullo stato di avanzamento della spesa, dei traguardi e degli obiettivi, con un focus particolare sullo stato di avanzamento degli investimenti;
2) ad illustrare quali strumenti intenda adottare per aumentare la capacità di spesa dei fondi fino a quadruplicarla, per consentire la messa a terra di tutte le risorse di cui è dotato il piano entro il termine perentorio di giugno 2026;
3) nel caso di una conferma da parte del Governo sull'incapacità di rispettare il termine di giugno 2026, a rendere noto quanto prima al Parlamento l'eventuale intenzione di chiedere e ottenere una proroga della scadenza del Piano oltre tale termine e gli eventuali margini di azione che il Governo ritenga di poter utilizzare in una contrattazione con la Commissione europea;
4) a chiarire se intenda adottare iniziative volte ad apportare ulteriori modifiche al Piano o se la versione attuale possa essere considerata definitiva e, dunque, da tenere in considerazione per un puntuale e definitivo monitoraggio dello stato di avanzamento della spesa, dei traguardi e degli obiettivi;
5) ad illustrare le motivazioni che hanno portato la spesa complessiva del 2024 e quella dell'ultimo semestre ad una diminuzione rispetto all'anno e al semestre precedenti, contrariamente a tutte le rassicurazioni precedentemente offerte dal Governo, e come intenda porre rimedio a questa situazione per invertire la tendenza;
6) a trasmettere con la massima celerità al Parlamento una relazione aggiornata sul rispetto delle clausole in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa di donne e giovani, nonché sugli effetti e il raggiungimento degli obiettivi in tale ambito conseguenti all'attuazione del Piano;
7) ad adottare iniziative normative volte a semplificare le procedure di richiesta del credito d'imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, riducendo i passaggi autorizzativi attraverso l'eliminazione di duplicazioni burocratiche e l'introduzione di strumenti digitali per l'autocertificazione delle imprese, garantendo comunque un adeguato controllo ex post, per rendere il beneficio quanto più automatico possibile, sul modello del Piano «Industria 4.0».
(1-00410) «Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Onori, Pastorella, Rosato, Ruffino».
(6 marzo 2025)