TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 493 di Venerdì 13 giugno 2025
INTERPELLANZE URGENTI
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
non più tardi della settimana scorsa si è tenuta sotto la sede della Confindustria di Caserta una manifestazione pacifica dei lavoratori della Softlab Tech, un'azienda che si è resa protagonista di una vicenda emblematica, rappresentativa del triste destino di deindustrializzazione che ha caratterizzato negli ultimi decenni molta parte del territorio casertano;
la Softlab spa nacque nel 2018 con lo scopo di ricollocare i lavoratori che lavoravano presso lo stabilimento di Marcianise della Jabil, specializzato nella produzione e nell'assemblaggio di schede elettroniche per le telecomunicazioni;
si precisa che la Jabil, una multinazionale statunitense impegnata nel settore dell'elettronica, siglò un accordo oneroso con l'allora Softlab per assorbire gli esuberi dello stabilimento di Marcianise;
a tale vicenda ha preso parte successivamente anche Invitalia attraverso la concessione a Softlab di un prestito agevolato di 12 milioni di euro erogato nel marzo del 2023 dal Fondo grandi imprese in difficoltà;
tuttavia, già nel marzo 2020 Softlab dichiarava di aver bisogno della Cig e da settembre 2024, a tre anni dalle ultime assunzioni, sembra intenzionata a chiudere definitivamente i battenti –:
se i Ministri interpellati intendano, in tempi brevi, avviare le necessarie interlocuzioni con le imprese del territorio interessate al know how del campo IT e ICT al fine di reinserire, con un piano industriale credibile, i lavoratori della Softlab Tech e Tech Rain, attualmente tra le 130 e le 140 unità, nel mondo del lavoro e della produzione.
(2-00629) «Alifano, Santillo, Auriemma, Amato, Bruno, Caramiello, Carotenuto, Caso, Sergio Costa, Di Lauro, Gubitosa, Penza, Marianna Ricciardi, Sportiello, Alfonso Colucci, Aiello, Barzotti, Tucci, Appendino, Cappelletti, Ferrara, Pavanelli, Cantone, Scerra, Orrico».
(10 giugno 2025)
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
la legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero», ha dato attuazione all'articolo 48, comma 3 della Costituzione, che demanda alla legge l'individuazione dei requisiti e delle modalità per l'esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini residenti all'estero;
l'articolo 17, comma 3, della suddetta legge stabilisce che, ai fini dello svolgimento della campagna elettorale, le rappresentanze diplomatiche e consolari sono tenute ad adottare iniziative atte a promuovere la più ampia comunicazione politica tramite giornali e periodici italiani editi all'estero, nonché attraverso altri mezzi di informazione in lingua italiana o comunque rivolti alle comunità italiane all'estero, nel rispetto della parità di accesso e trattamento per tutti i soggetti politici;
il voto per corrispondenza degli italiani all'estero rappresenta una fondamentale conquista democratica, ma comporta significative complessità logistiche, finanziarie e organizzative, che richiedono adeguate risorse e trasparenza;
da più parti sono giunte segnalazioni circa disservizi e gravi criticità nella tornata elettorale svoltasi l'8 e 9 giugno 2025, tra cui, la mancanza di campagne informative sui media locali o italiani all'estero e il ritardo dell'invio dei plichi elettorali;
queste mancanze, se combinate a una riduzione dei fondi destinati alle operazioni elettorali, potrebbero aver configurato un vero e proprio boicottaggio tecnico preventivo, attuato non con misure esplicite ma mediante il taglio delle risorse e la compressione degli strumenti informativi pur nonostante un incremento del numero di iscritti all'Aire;
al momento, non risultano pubblicamente noti: l'ammontare preciso dei fondi stanziati per la tornata elettorale dell'8 e 9 giugno per la circoscrizione Estero; i criteri utilizzati per la loro ripartizione tra i consolati; l'eventuale presenza di direttive interne relative all'uso dei fondi per comunicazione istituzionale e campagne informative;
molti italiani residenti all'estero hanno denunciato l'impossibilità di votare –:
quale sia l'ammontare complessivo e il riparto dei singoli capitoli dei fondi stanziati per l'organizzazione del voto degli italiani all'estero in occasione dell'attuale tornata elettorale, anche in raffronto alle ultime due tornate elettorali (elezioni politiche 2022 ed elezioni europee 2024) e quali siano i criteri adottati dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la distribuzione delle risorse economiche tra le sedi consolari, tenuto conto delle differenze di popolazione iscritta all'Aire, dei costi locali e della necessità di garantire parità di accesso e condizioni eque per l'esercizio del voto.
(2-00625) «Toni Ricciardi, Manzi, Di Sanzo, Porta, Stefanazzi, Malavasi, Simiani, Ferrari, Serracchiani, Romeo, Marino, Graziano, Carè, Laus, Lai, D'Alfonso, Evi, Quartapelle Procopio, Amendola, Ubaldo Pagano, Merola, Prestipino, Curti».
(10 giugno 2025)
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
all'esito dell'attività investigativa condotta nell'ambito dell'operazione «Mercurio», lo scorso 24 febbraio 2025, è stata data esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Catania nei confronti di 19 soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico-mafioso;
a seguito della sottoposizione a misura cautelare detentiva del sindaco e del vicepresidente del consiglio comunale di Ramacca, il prefetto di Catania ha immediatamente disposto la sospensione dalla carica dei predetti amministratori locali, ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235 del 2012. Il successivo 3 marzo, il sindaco di Ramacca ha rassegnato le proprie dimissioni, cui sono seguite anche quelle della maggioranza assoluta dei consiglieri del consiglio comunale;
in risposta ad una interpellanza urgente, lo scorso 2 maggio 2025, il Governo ha reso noto che in conseguenza degli esiti dell'operazione «Mercurio», la situazione del comune di Ramacca è stata oggetto di apposito esame nel corso di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica esteso anche alla partecipazione del procuratore distrettuale antimafia e che in tale sede, nell'ambito delle attività di monitoraggio degli enti locali della provincia di Catania, si è condiviso di chiedere al comandante provinciale dei Carabinieri una relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca, interessando anche le articolazioni dell'Arma dei carabinieri che hanno condotto le attività di indagine. Ciò al fine di valutare l'eventuale richiesta di delega all'esercizio dei poteri di accesso presso il citato comune per la verifica di eventuali collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso o forme di condizionamento degli stessi ai sensi della normativa vigente;
nel frattempo, prima dell'esito delle suddette verifiche da parte del comandante provinciale dei carabinieri, e nonostante l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 soggetti, tra cui sindaco e vicesindaco, per reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso, il comune di Ramacca è stato inserito tra gli enti che hanno avuto le elezioni nella tornata elettorale del 26 e 27 maggio. Nella recente tornata elettorale sono stati rieletti diversi amministratori che già facevano parte della precedente amministrazione colpita dal provvedimento dell'autorità giudiziaria –:
se il comandante provinciale dei carabinieri abbia prodotto la richiesta relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca;
se sia stata nominata la commissione ispettiva di cui all'articolo 143 del testo unico n. 267 del 2000 e quali siano le motivazioni che hanno determinato questo ritardo nella sua nomina, tenuto conto della gravità dei fatti successi, e se non ritenga che in sostanza la mancanza dell'accesso ispettivo stia determinando una violazione dei principi di trasparenza e imparzialità della pubblica amministrazione.
(2-00630) «Barbagallo, Porta, Casu, Serracchiani, Lacarra, Malavasi, Girelli, Marino, Iacono, Provenzano, Di Biase, Gianassi, Scarpa, Ghio, Morassut, Bakkali, Bonafè, Fornaro, Cuperlo, Simiani».
(10 giugno 2025)
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
il 4 giugno 2025, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato una interrogazione sulla vicenda di Carla Zambelli, deputata federale per San Paolo eletta nel 2022 con il PL-SP: stesso partito di Jair Bolsonaro;
il 14 maggio 2025 il Tribunale supremo federale del Brasile l'ha condannata, all'unanimità, a 10 anni di reclusione per l'invasione del sistema del Consiglio nazionale di giustizia, in collaborazione con l'hacker Walter Delgatti-Neto, con l'obiettivo d'inserire documenti falsi, tra cui un mandato d'arresto per un giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes;
durante le elezioni del 2022, ha propagato fake-news sulle urne elettroniche e sull'app e-Titulo, suggerendo manipolazioni contro il presidente eletto Lula. Per questo, il Tribunale superiore elettorale (Tse) le ha inflitto pesanti multe ordinandone la rimozione dei contenuti;
nel 2022, ha inseguito armata un suo oppositore politico a San Paolo, puntandogli una pistola, circostanza per la quale è sottoposta a processo;
nel gennaio 2025, il Tribunale regionale elettorale di San Paolo (Tre-Sp) ha annullato il suo mandato dichiarandola ineleggibile per otto anni, a causa della diffusione di disinformazione sul sistema elettorale nelle elezioni 2022;
per sottrarsi alla giustizia brasiliana la Zambelli il 25 maggio ha lasciato il Brasile per recarsi a Miami (USA), dove intervistata dalla Cnn ha dichiarato: «Ho un passaporto italiano, potete anche mettermi alle calcagna dell'Interpol, non mi faranno uscire dall'Italia» ... «Sono cittadina italiana e sono intoccabile lì, a meno che la giustizia italiana non mi arresti», concludendo che verrà in Italia perché: «L'assistenza sanitaria qui negli Stati Uniti è molto costosa..., in Italia è più economica»;
l'Interpol il 5 giugno 2025 alle 12.45 ha emesso la nota rossa di richiesta d'arresto internazionale nei confronti della Zambelli;
il 5 giugno Zambelli è atterrata alle 11.10 all'aeroporto di Roma-Fiumicino proveniente da Miami, circostanza confermata da fonti della polizia di Stato, dall'agenzia di stampa Ansa e dalla Cnn Brasil;
nonostante fosse nota dal 2 di giugno la notizia dell'intenzione della ricercata Zambelli di recarsi in Italia da Miami, questa ha passato senza essere fermata i controlli allo scalo aeroportuale ed è ora irreperibile;
al momento Zambelli è irreperibile, circostanza che suscita dubbi su coperture che ha sul territorio nazionale considerato che la giustizia brasiliana le ha bloccato tutti i beni e i conti correnti bancari;
il trattato di cooperazione, firmato a Roma tra il Governo italiano e brasiliano il 17 ottobre 1989, stabilisce le procedure per l'estradizione di persone tra l'Italia e il Brasile, la legge n. 144 del 1991 ha autorizzato la ratifica e l'esecuzione;
nel frattempo in Brasile il giudice della Corte suprema brasiliana, de Moraes, ha aperto una nuova inchiesta nei confronti della Zambelli indagando sui presunti reati di coercizione nel corso del procedimento a suo carico e di ostacolo alle indagini;
a marzo 2025 la Corte suprema brasiliana ha deciso di processare l'ex presidente brasiliano Bolsonaro, capo del partito della Zambelli, accusato di avere progettato il colpo di stato per restare al potere anche dopo aver perso le elezioni del 2022. La procura generale ha accusato Bolsonaro di ben cinque reati, per i quali rischia fino a 43 anni di carcere;
secondo l'accusa Bolsonaro avrebbe portato all'assalto delle istituzioni brasiliane l'8 gennaio 2023, quando furono attaccati parlamento, Corte suprema e ufficio presidenziale a Brasilia. Secondo l'accusa il piano era in realtà molto più ampio e prevedeva di bloccare con l'esercito la transizione democratica dopo la vittoria alle presidenziali di Lula da Silva, il golpe non si realizzò solo per il mancato appoggio di gran parte dei leader militari brasiliani. Il piano prevedeva anche di incarcerare o uccidere Lula, il suo vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes;
immediatamente dopo la sconfitta elettorale, due dei quattro figli di Bolsonaro, il deputato Edoardo e il senatore Flavio, eletti nello stesso partito della Zambelli, si sono rivolti all'ambasciata italiana a Brasilia per sollecitare l'iter di richiesta della cittadinanza italiana già avanzata nel 2019 sulla base di una antica origine italiana vantata da parte della famiglia; entrambi sarebbero coinvolti in inchieste giudiziarie;
in risposta ad una interpellanza urgente, n. 2-00021 il 25 novembre 2022, il Sottosegretario alla cultura Mazzi nel leggere la risposta predisposta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha informato che: «nel 2020, Flavio e Edoardo Bolsonaro, figli del Presidente del Brasile Bolsonaro, hanno chiesto di essere formalmente convocati dalla rappresentanza ai fini del riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. Non risulta pervenuta alcuna richiesta in tal senso da parte del Presidente Bolsonaro»;
il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis è disciplinato dalla legge n. 91 del 1992 e dalla circolare n. K 28.1 del 1991 del Ministero dell'interno –:
quali siano le ragioni che non hanno consentito il fermo di polizia o in ogni caso di adottare le misure di vigilanza e monitoraggio della ricercata Zambelli al momento dell'entrata in territorio dallo scalo aeroportuale di Fiumicino, la cui situazione era nota al Ministero dell'interno almeno dal 4 giugno, data in cui tra l'altro il primo firmatario del presente atto ha fatto dichiarazioni riportate dalla stampa, anche con riguardo alla presentazione di atti parlamentari in merito;
per quali ragioni il Governo italiano non abbia eseguito il mandato di arresto internazionale a carico della Zambelli;
se e quali siano, per quanto di competenza, le possibili coperture e i sostegni che garantiscono o possono garantire alla Zambelli il soggiorno in Italia nella sua latitanza;
se e quali provvedimenti urgenti i Ministri interrogati, ognuno per quanto di competenza, intendano adottare per ottemperare alle disposizioni contenute nella legge n. 144 del 1991 che stabiliscono le procedure per l'estradizione di persone tra l'Italia e il Brasile e nello specifico nei confronti della Zambelli;
se l'ex Presidente della Repubblica federale brasiliana Jair Bolsonaro abbia chiesto o ottenuto la cittadinanza italiana e quali componenti della sua famiglia abbiano chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana come Eduardo, Flavio, Carlos e Renan Bolsonaro;
se non ritengano di adottare iniziative di carattere normativo volte a modificare, con il primo provvedimento utile, la legge n. 91 del 1992 per revocare la cittadinanza a coloro che sono stati condannati per un delitto di golpe o tentato golpe, di crimini contro l'umanità, di istigazione a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato ovvero a sopprimere violentemente l'ordinamento politico e giuridico dello Stato.
(2-00631) «Bonelli, Zanella, Fratoianni, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
(10 giugno 2025)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
in data 17 marzo 2023 la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del Presidente della Federazione russa Vladimir Putin per crimini di guerra;
l'articolo 2 della legge n. 237 del 2012, recante norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, attribuisce al Ministro della giustizia il compito di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e darvi seguito, concordando la propria azione, ove ritenga che ne ricorra la necessità, con altri Ministri od organi dello Stato; l'articolo 4 della stessa legge stabilisce che il Ministro della giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale trasmettendole al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma perché vi dia esecuzione;
come riportato dagli organi di stampa, il Ministro della giustizia Carlo Nordio non avrebbe trasmesso alla procura generale di Roma le carte richieste dalla Corte penale internazionale, avvalendosi di una decisione politica che ha di fatto bloccato l'operatività del mandato di arresto internazionale;
tale decisione si pone di fatto in continuità con quanto già avvenuto nel caso Almasri, nel quale il Ministero della giustizia non avrebbe, addirittura, dato seguito alle richieste della Procura non conferendo con la stessa e non sottoscrivendo le carte richieste per confermare l'arresto;
ancora più grave ad avviso degli interpellanti sarebbe la mancata trasmissione alla procura generale di Roma delle carte richieste dalla Corte penale internazionale per altri cinque russi ricercati internazionali: la Commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, «inseguita» dallo stesso provvedimento emesso contro Putin; il tenente generale Sergei Ivanovich Kobylash, già comandante dell'aviazione delle forze aeree, e l'ammiraglio della Marina Viktor Sokolov, per i quali il mandato d'arresto risale al marzo 2024; l'ex Ministro della difesa Sergei Shoigu e il Viceministro della difesa, nonché Capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, ufficialmente «ricercati» da giugno 2024: secondo quanto riportato dagli organi di stampa, anche i provvedimenti a loro carico sono fermi al Ministero e, dunque, ineseguibili –:
se quanto riportato dagli organi di stampa corrisponda effettivamente a verità e nel caso, quali siano state le motivazioni specifiche che hanno portato il Ministro della giustizia a non trasmettere alla procura generale di Roma la documentazione richiesta dalla Corte penale internazionale relativa al mandato di arresto nei confronti di tutti i soggetti citati in premessa;
se tale decisione sia stata condivisa con il Ministero degli affari esteri e quale sia stata la valutazione in merito agli obblighi internazionali dell'Italia derivanti dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale;
se il Governo non ritenga che tale decisione possa compromettere la credibilità dell'Italia nel sistema di giustizia penale internazionale e se il Governo intenda garantire il pieno rispetto degli obblighi di cooperazione giudiziaria internazionale.
(2-00601) «Serracchiani, Braga, Fornaro, Bonafè, Roggiani, Casu, Toni Ricciardi, De Luca, Ghio, Ferrari, De Maria, Quartapelle Procopio, Bakkali, Berruto, Boldrini, Cuperlo, Curti, Evi, Filippin, Forattini, Fossi, Furfaro, Gianassi, Girelli, Graziano, Gribaudo, Guerra, Iacono, Lai, Malavasi, Manzi, Marino, Mauri, Orfini, Ubaldo Pagano, Pandolfo, Romeo, Stefanazzi, D'Alfonso, Fassino, Porta, Simiani».
(6 maggio 2025)
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
con sentenza pubblicata il 13 maggio 2025, la sezione IV penale del tribunale di Catania ha pronunciato sentenza di assoluzione ai sensi dell'articolo 530, secondo comma, del codice di procedura penale del professor Santo Torrisi dall'imputazione di reati di violenza sessuale, perché il fatto non sussiste;
nelle articolate 97 pagine di motivazione il tribunale giunge all'assoluzione dopo aver valutato se vi fosse o meno la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, che quel contatto (palpeggiamento del seno) si fosse effettivamente verificato nei termini contestati e, soprattutto, con finalità sessuale. Alla luce delle prove formatesi all'esito dell'istruttoria dibattimentale il tribunale ha ritenuto che non vi fosse sufficiente certezza né sull'esistenza materiale del contatto nei termini contestati, né – elemento fondamentale – sulla sua volontarietà, così ritenendo non sussistente il fatto;
a giudizio degli interpellanti si tratta di una decisione che rispetta le regole del processo penale, il principio del giusto processo, e soprattutto il principio fondamentale della presunzione di innocenza, sancito dall'articolo 27 della Costituzione e rafforzato dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo;
come denunciato tanto dalla Associazione nazionale magistrati (Anm) di Catania quanto dalla sottosezione di Siracusa, attorno a tale sentenza di assoluzione si sta assistendo «... con sconcerto e forte preoccupazione all'ennesima campagna d'odio e delegittimazione verso la magistratura e la funzione giurisdizionale. In questo caso, i bersagli sono i giudici della IV Sezione del Tribunale di Catania, oggetto di insulti e minacce gravi solo per avere adottato una decisione sgradita.», ed ancora: «Deploriamo, ..., con forza, le conseguenze ulteriori che si determinano anche sui social network: trascendendo dal commento tecnico, pur severo e critico, si lanciano delle vere e proprie gogne mediatiche, alimentando il linciaggio, addirittura verso le famiglie di coloro che hanno redatto il provvedimento. La Giunta esprime, fermamente, il proprio disappunto nei confronti degli attacchi personali che, travalicando il legittimo esercizio del diritto di critica, hanno invece il solo fine di offendere le persone dei magistrati ed i loro familiari.»;
l'Associazione nazionale magistrati ribadisce, altresì, che «per l'esercizio di una giurisdizione che sia davvero a tutela ed a garanzia di tutti è necessario che ciascun magistrato possa adottare provvedimenti senza il timore di subire ignobili intimidazioni o intollerabili forme di delegittimazione, che nulla hanno a che vedere con l'esercizio del diritto di critica.»;
i magistrati di Catania sono, infatti, diventati oggetto di insulti e gravi minacce per il fatto di aver adottato una decisione sgradita all'opinione pubblica. La sentenza è stata ritenuta, tra l'altro, «vergognosa» e «indecente», i magistrati che l'hanno emessa «porci schifosi» e «venduti», l'imputato un «lurido», e agli avvocati è stato augurato di avere «presto figlie anche loro palpate»;
ad avviso degli interpellanti si tratta di una deriva culturale e mediatica più che evidente: i processi si fanno sempre più fuori dalle aule giudiziarie, e si fanno sui giornali, sui social, nei talk-show, spesso senza rispetto né per la verità, né per le persone coinvolte. Si tratta, vieppiù, di comportamenti lesivi del prestigio e dell'indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria, minando sia il principio di legalità e il ruolo delle istituzioni, sia l'indipendenza, l'imparzialità e la terzietà dei singoli magistrati e dell'ordine giudiziario nel suo complesso, così come sancito dagli articoli 102, 107 e 108 della Costituzione, nonché dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (Cedu) e dall'articolo 10 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo –:
se il Ministro interpellato, ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela della magistratura e del regolare svolgimento dell'attività giudiziaria in casi quale quello descritto in premessa.
(2-00623) «Calderone, Battilocchio, Enrico Costa».
(10 giugno 2025)
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:
Kamel Daoud, scrittore e giornalista franco-algerino, è atteso in Italia per partecipare a eventi culturali legati alla presentazione del suo ultimo romanzo «Urì», traduzione italiana di «Houris», vincitore del Premio Goncourt 2024;
sull'autore pendono due mandati di arresto internazionali emessi dall'Algeria, relativi a presunte violazioni della «Carta per la riconciliazione nazionale» e a un'accusa di utilizzo non autorizzato della storia personale di una donna algerina nel suo romanzo;
tali accuse sembrano configurarsi come reati d'opinione, sollevando preoccupazioni circa la libertà di espressione e il diritto alla libera circolazione degli intellettuali;
la presenza di questi mandati nei terminali della polizia italiana potrebbe comportare il rischio di arresto per Daoud al suo arrivo nel nostro Paese, nonostante la natura controversa delle accuse e il suo status di cittadino francese;
l'editrice Elisabetta Sgarbi ha pubblicamente chiesto al Governo italiano di garantire la sicurezza e la libertà di espressione di Kamel Daoud durante la sua permanenza in Italia –:
se il Governo italiano sia a conoscenza della situazione giudiziaria di Kamel Daoud e dei rischi connessi alla sua visita in Italia;
quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire che lo scrittore possa partecipare liberamente agli eventi culturali previsti, senza il timore di essere arrestato o estradato;
se il Governo intenda esprimere pubblicamente il proprio impegno a tutela della libertà di espressione e della protezione degli intellettuali perseguitati per motivi politici o ideologici.
(2-00627) «Quartapelle Procopio, Braga».
(10 giugno 2025)
H)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
nella mattina del 2 giugno 2025 nella galleria Tricalle della strada statale 656, in direzione Pescara, si sono staccati grandi porzioni di intonachi di rivestimento corticale dal piano di copertura del controsoffitto della galleria stessa, provocando pericoli per gli automobilisti che circolavano in quel tratto di strada. In seguito a ciò, la statale 656 «Val Pescara-Chieti» al km 4,205 è stata interdetta al traffico per permettere all'Anas di intervenire e procedere alla demolizione completa dell'intonaco della galleria, consistente in circa 1.400 mq di superficie e la demolizione di oltre 90 tonnellate di materiale, costituito da intonaco cementizio di circa 3 cm di spessore, armato con rete metallica;
fortunatamente non ci sono stati incidenti o feriti, ma l'accaduto poteva provocare anche conseguenze gravi considerando che 1 metro quadrato (1 mq) dell'intonaco pesa oltre 60 kg e che solo per un caso fortunato il materiale non è caduto sopra automobilisti o motociclisti che transitavano in quel momento. È doveroso sottolineare che quel tratto di strada è a circolazione veloce e altamente trafficata nei giorni feriali; il caso fortunato che il distacco dell'intonaco si sia verificato in un giorno non lavorativo, il 2 giugno, in cui la circolazione dei pendolari è meno intensa, ha evitato il peggio;
l'evento ha generato forte preoccupazione tra i cittadini sulla sicurezza delle infrastrutture stradali, ma anche notevoli disagi alla circolazione a causa della chiusura della galleria, con conseguenti difficoltà di raggiungimento del vicino ospedale di Chieti;
la strada statale 656 Val Pescara-Chieti è una importante infrastruttura a scorrimento veloce della rete stradale nazionale che collega lo svincolo della A14 presso il casello di Pescara ovest con la città di Chieti; inoltre si collega con la Strada Statale 649 Dir Chieti e con la Strada Statale 656 Dir che si innesta con la A25 presso il casello Chieti Scalo-Brecciarola; questi rappresentano nel complesso infrastrutture stradali con traffico intenso e fondamentali per il collegamento di Chieti e di molti paesi ai piedi della Maiella con la Val Pescara;
la strada Statale 656 è stata gestita nel corso degli anni da diversi enti; in seguito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2018, con cui è stata individuata la rete stradale di interesse nazionale relativa alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Toscana e Umbria, la strada è stata riclassificata come strada statale e la gestione è passata all'Anas;
la caduta dei calcinacci dal soffitto evidenzia a giudizio degli interpellanti una grave carenza nei controlli strutturali della strada statale e nella manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura;
a quanto consta agli interpellanti sembra non risultare che, prima dell'episodio, siano stati effettuati controlli approfonditi da parte di Anas e nemmeno segnalazioni da parte del gestore stesso su pericoli imminenti;
l'Anas con un comunicato del 6 giugno 2025 ha rassicurato che a seguito di «un'immediata ispezione... è emersa l'inesistenza di dissesti strutturali delle opere portanti della galleria»; tuttavia è bene evidenziare che nel sottopasso adiacente a quello in cui si sono verificati i crolli sono presenti infiltrazioni di acqua evidenti a occhio nudo;
a quanto consta agli interpellanti numerosi altri tratti stradali e infrastrutture della provincia di Chieti di competenza Anas risultano in condizioni potenzialmente pericolose per la pubblica incolumità; non sono solo le condizioni delle infrastrutture a destare preoccupazione, ma anche la presenza di alberi di grandi dimensioni situati nel ciglio della strada, molti dei quali con tronchi inclinati verso la carreggiata o parzialmente secchi; una attenta manutenzione delle infrastrutture strategiche è condizione essenziale per la sicurezza, la qualità della vita e la continuità dei servizi;
il Governo sta destinando miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, a fronte di una rete stradale che necessita di interventi manutentivi importanti;
a giudizio degli interpellanti il Governo non guarda alle reali esigenze del territorio e delle nostre comunità, destinando ingenti energie e risorse per una infrastruttura come il Ponte sullo Stretto di Messina di difficilissima realizzazione, considerando l'alta difficoltà tecnica e le criticità tettoniche del territorio, ma trascurando interi territori –:
se e quali siano stati i controlli e le verifiche e gli interventi manutentivi sulla galleria del Tricalle prima del crollo del controsoffitto;
se e quali siano stati i controlli e le verifiche e gli interventi manutentivi in generale sulla strada Statale 656 e su tutte le strade statali della provincia di Chieti a gestione Anas;
quali siano state, nel dettaglio, le azioni intraprese da Anas nei cinque giorni successivi al crollo, incluse le misure urgenti di sicurezza e gli eventuali lavori strutturali effettuati prima della riapertura;
se si intendano intraprendere iniziative di competenza per disporre con la massima urgenza controlli strutturali approfonditi anche sul sottopasso adiacente, già oggi interessato da infiltrazioni, al fine di prevenire altri episodi analoghi;
se il Governo e l'Anas intendano avviare una ricognizione completa delle infrastrutture viarie della provincia di Chieti, con un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza di tutti i tratti a rischio;
quali siano le risorse economiche attualmente disponibili per la manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture stradali abruzzesi;
se il Governo intenda promuovere iniziative di competenza volte a una revisione normativa o finanziaria a livello nazionale per rafforzare le misure di manutenzione preventiva di sottopassi, cavalcavia e gallerie in tutte le regioni, partendo dai casi critici emersi sul territorio, ma anche destinare risorse per finanziare gli enti locali per la manutenzione stradale, con il fine di migliorare la sicurezza e la viabilità delle strade.
(2-00628) «Torto, Donno, Carmina, Dell'Olio, Fede, Iaria, Traversi, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Fenu, Gubitosa, Raffa, Caramiello, Cherchi, Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello».
(10 giugno 2025)
I)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:
il 4 giugno 2025 la Commissione europea ha presentato il «pacchetto di primavera» del semestre europeo 2025, che analizza le principali sfide economiche e sociali in tutta l'Unione europea e offre orientamenti strategici agli Stati membri al fine di rafforzare la competitività, la prosperità e la resilienza, destinando agli stessi specifiche raccomandazioni per promuovere riforme ed investimenti in linea con le priorità dell'Unione europea;
nelle raccomandazioni e nel report sull'Italia la Commissione sottolinea come il nostro Paese sia ancora alle prese con diversi «ostacoli strutturali» che rallentano l'elettrificazione del sistema energetico e la quota di produzione da rinnovabili nel mix elettrico nazionale;
la criticità principale che emerge dai documenti della Commissione è il rapporto tra il prezzo dell'elettricità e quello del gas, «tra i più alti di tutta l'Unione europea»;
nel 2024, i prezzi all'ingrosso dell'elettricità in Italia sono stati in media di 108 euro/MWh, contro la media dell'Unione europea di 84,7 euro/MWh, superando quelli della Germania del 60 per cento, della Spagna del 99 per cento e della Francia del 116 per cento;
il mix elettrico del nostro Paese è tra i principali fattori che spiegano tale divario, con la produzione di energia elettrica da gas che ha rappresentato il 41 per cento (la seconda quota più grande nell'Unione europea) e ha determinato il prezzo di mercato dell'elettricità per circa il 60 per cento del tempo;
a livello europeo il gas ha una minore influenza sui prezzi medi espressi dal mercato elettrico in quei Paesi dove la dipendenza dal gas è inferiore rispetto a quella italiana. In aggiunta, non sono rare le situazioni in cui, per effetto di abbondanza di produzione da eolico e/o da fotovoltaico, in molti Paesi europei si assiste a situazioni di prezzi orari molto bassi e persino tendenti a zero, a dimostrazione che la penetrazione delle rinnovabili determina un abbassamento medio del prezzo dell'energia elettrica;
da un monitoraggio effettuato sui prezzi zonali italiani nel periodo primavera-estate del 2024, da maggio a settembre ci sono stati 5 mesi in cui mediamente si è avuto oltre il 50 per cento di contributo da Fer e ci sono state oltre 110 ore a prezzo zero in alcune zone di mercato e quasi 1.000 ore con prezzi zonali inferiori a 65 euro/MWh;
dal 1° gennaio 2025 è entrato in funzione un nuovo regime transitorio di calcolo del costo dell'energia basato sul zonal pricing, attraverso un meccanismo di perequazione introdotto da Arera Pun Index Gme), rimandando al 1° gennaio 2026 l'entrata a pieno a regime del sistema di valorizzazione dei prezzi zonali che consente a coloro che acquistano sul mercato energia elettrica di pagare il prezzo della zona elettrica in cui si collocano;
considerata la variabilità dei prezzi del gas e l'incertezza che ancora emerge dal quadro internazionale, è necessario compiere un'accelerazione verso la transizione energetica, puntando con decisione sull'ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili che, allo stato attuale rappresentano la scelta più conveniente sia in relazione ai costi dell'energia, sia in relazione al conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione assunti a livello internazionale dal nostro Paese;
per l'aumento della potenza da fonte rinnovabile (Fer) da installare nei prossimi anni, estremamente rilevante può essere il contributo della fonte eolica, forte di una tecnologia matura e di un'industria nazionale che ha già dimostrato di poter raggiungere capacità importanti di installazione tali da poter contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi del Pniec;
il Pniec individua e traccia una importante traiettoria di crescita per il settore al 2030, stimando per l'eolico il raggiungimento di 28,1 GW (due volte e mezzo la potenza di 2021) e una produzione normalizzata di 64 TWh, con un significativo abbattimento delle emissioni di CO2 e un consistente risparmio di barili di petrolio oltre a prospettive occupazionali di crescita (superiore a 67.000 unità distribuite sul territorio);
il bacino del Mediterraneo si appresta a diventare un'area di sviluppo molto significativa per l'eolico offshore, grazie alle sue caratteristiche morfologiche in grado di ospitare la tecnologia galleggiante. Anche per questo motivo, in tempi brevi, potrebbe assumere il ruolo di polo strategico per la diffusione su larga scala dell'eolico offshore galleggiante consentendo, così, di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e accrescere la sicurezza energetica;
per aumentare significativamente la potenza da Fer installata occorre intervenire anche sulla vigente disciplina delle connessioni che risulta inadeguata a regolare il crescente numero di richieste di allacciamento alla rete nazionale. Come noto, numerosi progetti di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili sono fermi a causa di blocchi dovuti alla saturazione virtuale dei punti di connessione e dei ritardi nelle procedure di allaccio alla rete, i cui tempi, comunicati da Terna o da e-distribuzione (Enel Distribuzione), in alcuni casi arrivano fino a 1.212 giorni lavorativi;
per affrontare in maniera efficace le attuali criticità, si ritiene indispensabile una riforma sostanziale del quadro normativo-regolatorio capace di intervenire tanto nell'immediato sulle richieste di connessione già presentate, quanto efficientando gli iter delle nuove richieste di allaccio –:
se il Ministro interpellato sia in grado di rendere noto quando il Governo preveda di rendere ufficiale la scelta dei porti destinati allo sviluppo dell'eolico offshore, nonché delle aree idonee in mare per l'eolico offshore;
quali siano gli obiettivi di sviluppo dell'eolico offshore al 2040 e 2050;
quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per riformare l'attuale sistema di connessione alla rete degli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile superando le criticità e la saturazione virtuale della rete;
se non ritenga, allo scopo di minimizzare le infrastrutture di rete necessarie, di adottare iniziative di competenza volte a favorire la realizzazione di impianti ibridi (eolico + fotovoltaico + sistemi di accumulo) connessi sotto lo stesso Pod (stesso punto di connessione);
se non ritenga che, alla luce della delibera 304/2024/R/eel di Arera che ha introdotto i prezzi zonali al posto del Pun (Prezzo unico nazionale), non sia opportuno assumere iniziative di competenza, in specie di carattere normativo, per accelerare il passaggio ai prezzi zonali, superando quanto prima il meccanismo transitorio di perequazione introdotto da Arera (Pun Index Gme) che consentirebbe di ridurre sensibilmente il costo della bolletta a cittadini ed imprese.
(2-00624) «Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
(10 giugno 2025)