Acque reflue urbane: le condanne dell'UE e le recenti norme approvate dal Parlamento
28 aprile 2014
Le norme della direttiva 91/271/CEE
Si ricorda che la direttiva 91/271/CEE contiene norme su raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane, nonché sul trattamento e sullo scarico delle acque reflue originate da taluni settori industriali. Essa si propone, pertanto, di proteggere l'ambiente dai danni causati dal rilascio di queste acque e stabilisce un calendario di scadenze per gli Stati membri affinché i loro «agglomerati» siano dotati di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane. Ai sensi di tale direttiva gli Stati membri dovevano provvedere affinché tutti gli agglomerati fossero provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane: entro il 31 dicembre 2000, per quelli con un numero di abitanti superiore a 15.000; entro il 31 dicembre 2005 per gli agglomerati con un numero di abitanti inferiore (termine anticipato al 31 dicembre 1998 per le acque reflue urbane che si immettono in acque recipienti considerate aree sensibili).
Le norme nazionali di recepimento
In Italia la direttiva 91/271/CEE è stata recepita con il D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, poi confluito nel D.Lgs. n. 152/2006 (cosiddetto Codice ambientale), che contiene, nella parte terza, la normativa in materia di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche.
Le sentenze della Corte di Giustizia
La Corte di Giustizia (sentenza 19 luglio 2012, causa C-565/10) ha ritenuto che in Italia siano presenti agglomerati con più di 15.000 abitanti in cui non viene effettuato un trattamento conforme delle acque confluite nelle reti fognarie in contrasto con le prescrizioni e i tempi stabiliti dalla direttiva 91/271/CEE.
La stessa Corte ha recentemente emesso una nuova sentenza di condanna (sentenza 10 aprile 2014, causa C-85/13), questa volta riferita agli agglomerati più piccoli (meno di 15.000 abitanti).
L'ultima relazione della Commissione UE
Secondo quanto riportato nella Settima relazione sull'attuazione della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane (COM(2013)574 def.), presentata il 7 agosto 2013, in Italia 475 centri urbani piccoli/grandi risultavano in violazione della direttiva quando il procedimento è stato avviato nel 1998, ma solo 110 di essi si trovavano ancora in una situazione di non conformità al momento dell'emissione della prima sentenza della Corte.
Recenti norme approvate dal Parlamento
Il comma 112 della legge di stabilità 2014 (L. 147/2013) ha istituito nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente un Fondo per il finanziamento di un piano straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica, finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani.
Al fondo, che dovrà essere ripartito sentita la Conferenza unificata, viene assegnata una dotazione complessiva di 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016 (10 milioni per il 2014; 30 milioni per il 2015 e 50 milioni per l’esercizio 2016).
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