Terzo Settore: le linee guida in vista della riforma

14 maggio 2014

Il Governo ha predisposto le Linee guida per una riforma del Terzo settore formulando, dopo un dibattito pluriennale, le linee guida per una revisione organica della legislazione riguardante l'Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo no-profit, delle fondazioni e delle imprese sociali.

Il Governo considera come obiettivi principali della riforma:

  1. costruire un nuovo Welfare partecipativo, fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del terzo settore, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare, rimuovendo le sperequazioni e ricomponendo il rapporto tra Stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale;
  2. valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal terzo settore: unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto, dal punto di vista dimensionale, alle altre esperienze internazionali;
  3. premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale.

Per realizzare questi obiettivi, le linee guida sono le seguenti:

  • ricostruire le fondamenta giuridiche per superare le vecchie dicotomie tra pubblico/ privato e Stato/mercato e passare da un ordine civile bipolare a un assetto “tripolare”. A tal fine si intende delimitare in modo più chiaro l’identità, non solo giuridica, del terzo settore, specificando meglio i confini tra volontariato e cooperazione sociale, tra associazionismo di promozione sociale e impresa sociale, meglio inquadrando la miriade di soggetti assai diversi fra loro che nel loro insieme rappresentano il prodotto della libera iniziativa dei cittadini associati per perseguire il bene comune, senza tuttavia ignorare che anche in questo ambito agiscono soggetti non sempre trasparenti che talvolta usufruiscono di benefici o attuano forme di concorrenza utilizzando spregiudicatamente la forma associativa per aggirare obblighi di legge;
  • valorizzare il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale. Pubblica amministrazione e terzo settore devono essere le due gambe su cui fondare un nuovo welfare. L’azione diretta dei pubblici poteri e la proliferazione di enti e organismi pubblici operanti nel sociale si è rivelata spesso costosa e inefficiente, pertanto, in un quadro di vincoli di bilancio, dinanzi alle crescenti domande di protezione sociale, appare importante adottare nuovi modelli di assistenza in cui l’azione pubblica possa essere affiancata in modo più incisivo dai soggetti operanti nel privato solidale;
  • far decollare l’impresa sociale, per arricchire il panorama delle istituzioni economiche e sociali del nostro Paese dimostrando che capitalismo e solidarietà possono abbracciarsi in modo nuovo attraverso l’affermazione di uno spazio imprenditoriale non residuale per le organizzazioni private che, senza scopo di lucro, producono e scambiano in via continuativa beni e servizi per realizzare obiettivi di interesse generale.

Su tutte queste proposte, il Governo vuole conoscere le opinioni di chi opera tutti giorni nel Terzo settore, così come di tutti gli stakeholder e i cittadini sostenitori o utenti finali degli enti del no-profit. Per inviare le proposte e i suggerimenti, è possibile scrivere all'indirizzo terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it. La consultazione sarà aperta dal 13 maggio al 13 giugno 2014. Nelle due settimane successive il Governo predisporrà il disegno di legge delega che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri il giorno 27 giugno 2014.

Servizio Studi della Camera dei deputati

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