Sentenza della Corte di giustizia: il sistema italiano dell'accisa minima per le sigarette è contraria al diritto dell'Unione

15 ottobre 2014

Il 9 ottobre 2014 è stata resa nota la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alla causa C-428/13 in materia di accisa minima sulle sigarette. La Corte ha dichiarato che la normativa italiana attua un sistema in cui l'importo prelevato sulle sigarette della classe di prezzo più richiesta, in applicazione dell'accisa globale, è inferiore all'importo prelevato a titolo dell'accisa minima sulle sigarette meno costose, con la conseguenza di creare distorsioni di concorrenza e di contravvenire agli obiettivi della direttiva. La Corte conclude che la direttiva non ammette una normativa nazionale che stabilisca non già un'accisa minima identica per tutte le sigarette, bensì un'accisa minima sulle sole sigarette con un prezzo di vendita al pubblico inferiore a quello delle sigarette della classe di prezzo più richiesta.

Al riguardo si ricorda che è all'esame delle Commissioni parlamentari competenti l'atto del Governo n. 106 che contiene lo schema di decreto legislativo volto a ridefinire l'imposizione sui tabacchi, sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo e sui fiammiferi, contenute essenzialmente nel decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (testo unico delle accise). In estrema sintesi, le modifiche proposte alla tassazione delle sigarette concernono sia la struttura che la misura dell'accisa. Si prevede: un onere fiscale minimo che prende in considerazione, per fissare un importo minimo di tassazione, sia l'accisa sia l'IVA; l'aggancio al prezzo medio ponderato del calcolo della componente proporzionale dell'accisa; l'aumento della misura della componente specifica e dell'aliquota di base. 

Per effetto delle modifiche proposte, dunque, la variazione dell'imposta dovrebbe - complessivamente - risultare meno influenzabile dalla variazione del prezzo dei prodotti. L'esplicito scopo delle norme è dì superare la questione di pregiudizialità sollevata innanzi alla Corte di Giustizia (accolta con la sentenza citata), di perseguire politiche sanitarie di riduzione dell'accessibilità del tabacco e di porre in sicurezza l'attuale gettito erariale e generare nuove entrate per l'Erario.

Servizio Studi della Camera dei deputati

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