WWF: Italia, consumo del suolo quadruplicato in 50 anni
9 febbraio 2015
Nel nostro Paese, negli ultimi 50 anni, il suolo è stato consumato a un ritmo di 90 ha/giorno (circa 10 m2/sec) di conversione urbana, corrispondenti a quasi 660.000 ettari nei prossimi 20 anni (un quadrato di 80 km di lato, una superficie quasi ampia quanto il Friuli Venezia Giulia).
Il territorio ricoperto dal cemento in Italia dal secondo dopoguerra è quadruplicata ed è oggi valutabile intorno al 7,5% della superficie nazionale, contribuendo a rendere più precario l'equilibrio idrogeologico e amplificando i fenomeni estremi causati dai cambiamenti climatici.
Sono questi i dati salienti che emergono dal Report 2014 del WWF "Riutilizziamo l'Italia. Land transformation in Italia e nel mondo: fermare il consumo del suolo, salvare la natura e riqualificare le città".
L'indice di urbanizzazione pro-capite a livello nazionale è passato in 50 anni dai 120 m2/ab agli oltre 370 attuali. Ma, in alcune aree del Paese, la situazione è ancora più allarmante: una delle regioni più dinamiche del paese, la Lombardia, ha raggiunto i 719 m2/abitante (quasi 3,5 volte rispetto a quello rilevato negli anni ‘50), un valore doppio di quello medio italiano ed europeo. Nei comuni costieri adriatici negli ultimi 50 anni la cementificazione e l'urbanizzazione lineare dei nostri litorali hanno avuto uno sviluppo di quasi 10 km/anno.
Bisogna intervenire urgentemente, chiede il WWF nel Report, perché ciò comporta una perdita costante e progressiva di risorse naturali, come viene confermato dall'assedio della Rete Natura 2000 (le aree tutelate dall'Europa): se si prende in considerazione un'area di prossimità di 1 km di larghezza intorno ai siti protetti si registra dagli anni '50 ad oggi una densità di urbanizzazione che è passata dal 2,7% al 14% dopo il 2000.
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