XI Rapporto nazionale dell'Associazione Antigone sulle condizioni di detenzione

18 marzo 2015

Nato nel 1998, l'Osservatorio dell'Associazione Antigone è autorizzato a visitare tutti gli istituti di pena italiani per adulti e per minori con prerogative analoghe a quelle che la legge conferisce ai parlamentari. Ogni anno una cinquantina di osservatori, autorizzati dal Ministero della Giustizia su base regionale o nazionale, visita le carceri con lo scopo di raccontare all'esterno i risultati del proprio monitoraggio diretto.

Il Rapporto tradizionale quest'anno è affiancato da un web-doc inchiesta sulle carceri italiane realizzato da Next New Media e Antigone. Il documentario web si compone di 40 video, 2 audiogallery, 3 infografiche, 200 immagini, oltre 20 schede di testo ed è visibile gratuitamente a tutti sul sito www.insidecari.com. Tutti i suoi materiali, inoltre, sono scaricabili e utilizzabili, attraverso Flickr, YouTube e Vimeo con obbligo di citazione della fonte Next New Media e Antigone e divieto di modificare in alcun modo immagini e servizi (https://vimeo.com/channels/insidecarceri - http://www.youtube.com/nextnewmediasrl/ - http://www.flickr.com/photos/insidecarceri/).

Queste le evidenze del Rapporto di maggiore interesse della Commissione Affari sociali:

Composizione sociale della popolazione detenuta

STRANIERI  La percentuale di stranieri nelle carceri italiane è del 32% ovvero 11 punti in più rispetto al dato europeo: al 31 dicembre del 2014 i detenuti immigrati sono 17.462 unità, pari al 32,56% del totale. Per quanto riguarda le donne, le detenute straniere sono 867, ossia il 4,9% sul totale degli stranieri detenuti, e il 4,3% sul totale delle detenute, sia italiane che straniere. Le nazionalità più rappresentate sono il Marocco, la Romania, l'Albania, la Tunisia, la Nigeria, l'Egitto, l'Algeria, il Senegal, la Cina, l'Ecuador.

DONNE Delinquono poco, sono il 4,3% della popolazione detenuta (la media europea è del 4,7%) ma subiscono i danni della preponderanza detentiva degli uomini. Manca un ufficio centrale che si occupi prioritariamente di loro e dei loro bisogni. Gli istituti a custodia attenuata per le detenute madri (ICAM) sono tre: Milano, Venezia e Cagliari. 12 sono invece le sezioni nido con bambini in Italia. Al 31 dicembre 2014 erano 28 i bambini sotto i tre anni in carcere con le loro mamme. Un dato che però sale nei periodi non festivi. 9 le donne in gravidanza in carcere.

RELIGIONI 5.786 i detenuti di fede islamica. 30.794 quelli di fede cattolica. I dati non corrispondono fino in fondo a quelli reali visto che di 5.513 stranieri (e 7.437 italiani) l'appartenenza religiosa non è stata rilevata. Possono accedere nel carcere i ministri di culto delle religioni firmatarie di intese o che siano espressamente autorizzati dal Prefetto. Il Cappellano cattolico per previsione concordataria è retribuito dallo Stato. 10 gli Imam autorizzati ad entrare nelle carceri.

ETA' La popolazione detenuta è prevalentemente giovane. 4.100 detenuti hanno meno di 25 anni ovvero sono ancora giovani adulti. La grande maggioranza della popolazione detenuta ha meno di 44 anni (66,24%), e quasi la metà si colloca nella fascia compresa tra i 30 e i 44 anni (45,78%). Ci sono ben 3.550 detenuti con più di 60 anni i quali hanno bisogni penitenziari molto diversi dai giovani dal punto di vista socio-sanitario, affettivo, del lavoro e trattamentale. I detenuti stranieri hanno un'età media significativamente più bassa: circa un terzo (33,37%) ha meno di 29 anni (contro il 20,46% se consideriamo il totale dei detenuti), mentre il 73,02% ha meno di 39 anni (contro il 51,54% se consideriamo il totale dei detenuti).

Detenzione dei minori

I detenuti presenti negli Istituti Penali per Minorenni al 28 febbraio 2015 sono 407, di cui 168 (il 41,3%) stranieri. Tra i detenuti presenti, 175 non avevano una sentenza definitiva, vale a dire circa il 43% del totale. La stessa percentuale supera il 54% per quanto riguarda i soli detenuti minori stranieri. I minorenni erano 161, la stragrande maggioranza dei quali di 16-17 anni, mentre i maggiorenni erano 246. Solo 24 le femmine.

Suicidi in carcere ed eventi critici

Quello dei suicidi in carcere rimane una delle principali patologie del sistema penitenziario italiano. Sono stati 9 i suicidi dall'inizio del 2015. Sono stati 44 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane nel corso del 2014 (fonte Ristretti), quando la presenza media dei detenuti è stata di circa 57.000 unità. Dunque la media di suicidi ogni 10 mila detenuti è pari al 7,7%. Una percentuale superiore alla media europea che è invece del 5,4%.

Salute

Questi i principali problemi:

  • Cartella Medica Digitale: dalla ricognizione di Antigone emerge virtuosamente l'Emilia Romagna, dove ciascun carcere della regione aveva già introdotto la scorsa estate la cartella clinica digitale;
  • grande diffusione delle malattie infettive e dei disturbi psichiatrici: un detenuto su due soffre di una malattia infettiva, quasi uno su tre di un disturbo psichiatrico;
  • rapporti tra i medici di reparto e detenuti: il medico per previsione di legge è membro del consiglio di disciplina. Lo stesso medico è chiamato ad esprimere giudizi di compatibilità con l'ambiente penitenziario. Si viene così a minare il rapporto di fiducia che dovrebbe legare il medico ad ogni suo paziente. I detenuti possono richiedere l'assistenza di un medico di fiducia esterno soltanto a proprie spese. Rimane da risolvere il problema dei lunghissimi tempi di attesa per l'autorizzazione;
  • diritto all'informazione: i diari clinici sono di fatto scarsamente accessibili, e quando si riesce a visionarli, risultano illeggibili perché spesso scritti frettolosamente e a mano. Si auspica che l'annunciato progetto di informatizzazione dei diari clinici venga realizzato al più presto, così come ci si augura che venga creato un canale di comunicazione tra i medici e i parenti dei detenuti, affinché anch'essi siano informati sullo stato di salute e sul piano terapeutico dei loro congiunti. Come buona pratica, il Rapporto cita il caso della ASL di Carrara che, a gennaio 2015, ha presentato un progetto pilota grazie al quale i detenuti del carcere di Massa, per primi in Italia, potranno scegliere il medico di fiducia tra quelli operanti all'interno della struttura, e uno sportello informativo sanitario consentirà ai familiari di monitorare le condizioni di salute del paziente in carcere, attraverso dei colloqui con i medici, previo consenso dell'interessato. 

Servizio Studi della Camera dei deputati

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