Aiuti di Stato: al via un'indagine approfondita della Commissione UE sul sostegno italiano alle acciaierie ILVA di Taranto

21 gennaio 2016

La Commissione europea - con comunicato stampa del 20 gennaio scorso - informa di aver avviato un'indagine approfondita per stabilire se il sostegno dato dallo Stato italiano alle acciaierie ILVA rispetti la normativa UE sugli aiuti di Stato. Nell'indagine la Commissione vaglierà in particolare se l'accesso agevolato al finanziamento accordato all'ILVA per ammodernare lo stabilimento di Taranto conferisca all'azienda un vantaggio indebito precluso ai concorrenti. Data l'urgenza di decontaminare il sito ILVA di Taranto, la decisione della Commissione prevede inoltre garanzie che consentono all'Italia di attuare immediatamente il risanamento ambientale.

Dati i problemi di sovraccapacità presenti nell'industria siderurgica dell'UE, le norme UE sugli aiuti di Stato - afferma la Commissione nel comunicato - consentono solo di promuovere la competitività a lungo termine e l'efficienza delle acciaierie, ma non di sostenere i produttori che versano in difficoltà finanziarie.

Margrethe Vestager, Commissaria responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato che "La migliore garanzia di un futuro sostenibile per la produzione siderurgica nel Tarantino è la cessione delle attività dell'ILVA a un acquirente che le metta in conformità con le norme ambientali e le sfrutti a scopi produttivi". L'Italia "può sostenere il risanamento della grave situazione ambientale nel sito di Taranto, purché la spesa sostenuta sia poi rimborsata dall'inquinatore."

Lo stabilimento ILVA di Taranto - afferma il comunicato - è il più grande impianto siderurgico dell'UE, in grado di produrre, a piena capacità, un volume pari a quello ottenuto nel 2015 da Bulgaria, Grecia, Ungheria, Croazia, Slovenia, Romania e Lussemburgo messi assieme.

Fra le misure che potrebbero rappresentare complessivamente finanziamenti sostenuti dallo Stato per un importo indicato attorno ai 2 miliardi di euro, la Commissione annovera nel comunicato stampa "le garanzie statali sui prestiti, una legge che, in caso di fallimento, attribuisce in via eccezionale ai prestiti concessi all'ILVA la priorità assoluta di pagamento anche rispetto ai debiti verso enti pubblici, una legge che consente all'ILVA di attingere ai fondi sequestrati ai suoi azionisti ed ex dirigenti nel contesto del procedimento penale pendente prima ancora che ne sia accertata la proprietà e la risoluzione, mediante svincolo di fondi a favore dell'ILVA, del contenzioso che da tempo la opponeva alla società di Stato Fintecna".

Il comunicato afferma inoltre che, per molti anni l'ILVA ha disatteso le norme ambientali, causando gravi problemi per l'ambiente e la salute pubblica nel Tarantino e che dal 2013 la Commissione porta avanti nei confronti dell'Italia un procedimento d'infrazione per non aver provveduto a che l'ILVA rispettasse la legislazione dell'UE che stabilisce le norme ambientali per le emissioni industriali. L'indagine sugli aiuti di Stato - afferma la Commissione - non inciderà sul procedimento d'infrazione aperto nei confronti dell'Italia per quanto riguarda la normativa ambientale dell'UE e le iniziative adottate dall'Italia affinché l'ILVA rispetti le norme ambientali dell'UE sulle emissioni industriali devono essere conformi alla normativa dell'UE sugli aiuti di Stato.

Nel comunicato si ricorda che la siderurgia rappresenta oggi in Europa un fatturato attorno a 180 miliardi di euro, l'occupazione diretta di circa 360 000 persone e una produzione di circa 170 milioni di tonnellate di acciaio l'anno in oltre 500 siti di produzione di 23 Stati membri. Nel 2015 la sovraccapacità effettivamente presente nell'UE è stata stimata al 10-15% circa della capacità europea complessiva.

Per questi motivi, la normativa UE sugli aiuti di Stato non permette nel settore siderurgico l'erogazione di sostegno pubblico per soccorrere e ristrutturare le imprese in difficoltà: la siderurgia è stata infatti esclusa a metà degli anni 1990 di comune accordo tra gli Stati membri dell'UE e la Commissione (decisione n. 2496/96/CECA della Commissione). Nel contempo, la normativa UE sugli aiuti di Stato consente però agli Stati membri di erogare aiuti volti a migliorare la competitività delle acciaierie europee su scala mondiale, ad esempio a fini di ricerca e sviluppo, formazione e sostegno alle attività ad alta intensità energetica.

Servizio Studi della Camera dei deputati

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