AGCOM interviene sul servizio universale nelle comunicazioni
4 aprile 2016
Con due decisioni rese note il 1° aprile 2016 l'AGCOM è intervenuta sulla nozione di servizio universale nel settore delle comunicazioni elettroniche. Con la prima decisione (Delibera n. 112/16/CONS) l'AGCOM ha approvato un provvedimento di diffida nei confronti di Telecom Italia, in qualità di soggetto designato alla fornitura del servizio universale, per la modifica dei prezzi dei servizi telefonici degli abbonati Consumer alla linea tradizionale (offertaTIM Consumer Voce a partiredal 1° aprile), ritenendo l'aumento del 300% del prezzo delle chiamate nazionali da linea tradizionale non giustificato. Con la seconda decisione ( Delibera 113/16/CONS) l'Autorità ha deliberato l'avvio di un'istruttoria ad evidenza pubblica per introdurre l'offerta di connessione a banda larga tra gli obblighi del servizio universale, nella prospettiva di una nuova cittadinanza digitale. L'Autorità ha infatti ricordato che la ratio del servizio universale è quella di fungere da rete di sicurezza sociale nel momento in cui le forze di mercato non riescono, da sole, ad offrire a particolari categorie di consumatori e utenti (in particolare a coloro che abitano in zone remote a bassa densità di popolazione, che vivono incondizioni di disabilità, che percepiscono bassi redditi familiari) l'accesso non oneroso a servizi di base. In questo senso il Codice delle comunicazioni elettroniche prevede che tutti gli utenti finali abbiano accesso, dalla propria abitazione (postazione fissa) e su tutto il territorio nazionale (universalità della rete), alle comunicazioni vocali e alla trasmissione di dati, come un "accesso efficace a internet". Il servizio è assegnato alla società Telecom Italia (impresa designata ai sensi dell'art. 58 delCodice) che ha l'obbligo di fornire i servizi di base su tutto il territorio nazionale. La normativa italiana, in coerenza con la disciplina europea, non specifica la tecnologia da utilizzare per fornire tali servizi di base e li limita (per ora) alla rete fissa tradizionale (a banda stretta e da postazione fissa), implicitamente ritenendo che l'offerta di servizi in mobilità e la banda larga non soddisfi tutti i criteri che individuano la necessità di erogazione di un servizio universale. L'AGCOM ritiene che l'attuale ambito di applicazione del servizio universale che si basa, in Italia, su una connessione dati, necessaria per l'accesso a Internet, a banda stretta (ad esempio mediante modem a 56 kbps), sia fissata ad un livello evidentemente non più in linea con i fabbisogni minimi della popolazione servita. Per approfondimenti si veda il comunicato stampa AGCOM
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