Relazione del Ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78):dati definitivi 2016
16 gennaio 2018
E' consultabile sul sito del Ministero della salute la Relazione del Ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza -IVG (legge 194/78) con i dati definitivi 2016.
Queste le risultanze:
- prosegue l'andamento in diminuzione del fenomeno, anche se in entità minore rispetto al 2014 e, in particolare, 2015;
- nel 2016 il numero di IVG riferito dalle regioni è stato pari a 84.926, con una diminuzione del 3.1% rispetto al 2015, anno in cui la riduzione delle IVG rispetto all'anno precedente è stata sensibilmente maggiore (-9.3%). Per il terzo anno di seguito il numero totale delle IVG è stato inferiore a 100.000, più che dimezzato rispetto ai 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Considerando solamente le IVG effettuate da cittadine italiane, per la prima volta il valore scende al di sotto di 60.000: la riduzione dal 1982 ha subito un decremento percentuale del 74.7%, passando da 234.801 a 59.423 nel 2016;
- tutti gli indicatori confermano il trend in diminuzione: il tasso di abortività (numero di IVG per 1000 donne tra 15 e 49 anni), che rappresenta l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza del ricorso all'IVG, è stato 6.5 per 1000 nel 2016, rispetto a 6.6 nel 2015, con una riduzione dell'1.7%. Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale;
- il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) nel 2016 è risultato pari a 182.4, con un decremento pari a 1.4% rispetto al 2015, anno in cui questo valore è stato pari a 185.1. E' da considerare che in questi due anni i nati della popolazione presente sul territorio nazionale sono diminuiti di 7.910 unità.
Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza, nel biennio 2015-2016 si conferma la tendenza alla stabilizzazione delle quote di ginecologi obiettori e non obiettori: si è passati dal 58.7% del 2005, al 69.2% del 2006, al 70.5% del 2007, al 71.5% del 2008, al 70.7% nel 2009, al 69.3% nel 2010 e 2011, al 69.6% nel 2012, al 70.0% nel 2013, al 70.7% nel 2014, al 70.5% nel 2015 e al 70.9% nel 2016.
Tra gli anestesisti la situazione è più stabile con una variazione da 45.7% nel 2005 al 47.5% nel 2015 e 48.8% nel 2016.
Per il personale non medico si è osservata nel 2015-6 una leggera diminuzione (42.3% nel 2015 e 44.0% nel 2016 rispetto a 45.8% nel 2014 e 46.5% del 2013) dopo l'incremento osservato dal 2005 (38.6%).
Si osservano notevoli variazioni tra regioni, sia per l'anno 2015 che 2016.
La relazione sottolineache, secondo quanto indicato nell'art.9 della Legge 194/78, "gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure previste dall'art.7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5,7 e 8." Il controllo e la garanzia che ciò si verifichi è affidato alle Regioni. Comunque il personale deve ricordare che "L'obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente e necessariamente dirette a determinare l'interruzione della gravidanza, e non dall'assistenza antecedente e conseguente all'intervento" (art. 9 della Legge 194).
Dall'analisi delle schede pervenute e sulla base del confronto con i dati raccolti dall'ISS e dall'Istat emerge che, nel biennio 2015-2016:
- solo in tre casi (P.A. Bolzano, Molise e Campania), sono presenti un numero di punti IVG inferiore al 30% delle strutture censite con reparto di ostetricia e/o ginecologia;
- il carico di lavoro medio settimanale di ogni ginecologo non obiettore, sia nel 2015 che nel 2016 è variato di poco rispetto a quello rilevato nel 2014; in generale si registra quasi per tutte le regioni una leggera diminuzione (anche in relazione alla riduzione del numero di IVG), unica eccezione in Molise dove il carico di lavoro è raddoppiato (poiché i ginecologi non obiettori sono passati da 2 ad 1), che comunque si attesta a 9 IVG settimanali. Anche per il carico di lavoro settimanale per IVG di ogni ginecologo non obiettore, la situazione è diversa da regione a regione, ma comunque nella grande maggioranza dei casi abbastanza omogenea all'interno del territorio regionale. Gli outlier ,cioè i valori "anomali" che si discostano molto dalla media regionale (indicati come punti isolati nel grafico con *, per valori con più di 3 differenze interquartili dai valori estremi, e °, per valori da 1.5 a 3 differenze interquartili dai valori estremi), sono molto pochi e presenti solo in alcune regioni (Molise, Campania, Puglia, Lazio).
Si ricorda che nel 2015 ha suscitato accese polemiche il bando dell'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini (in B.U.R. Lazio 24.11.2015) che ha previsto l'assunzione di due dirigenti medici da assegnare «al settore Day Hospital e Day Surgery per l'applicazione della legge 194/1978». In realtà, non si tratta del primo caso di concorso indirizzato a medici non obiettori: già in passato alcune Regioni avevano emanato bandi riservati, e la giurisprudenza amministrativa aveva affrontato il tema con indicazioni contrastanti (a favore TAR Emilia Romagna, sez. Parma, n. 289/1982; in senso contrario, invece, TAR Liguria, n. 396/1980 e TAR Campania, n. 78/1989). In un caso più recente, il TAR Puglia ha ammesso la legittimità di tali metodi di reclutamento mirato (sul punto: Buratti Andrea, Interruzione volontaria di gravidanza e obiezione di coscienza: spunti a partire da un recente bando per "non obiettori", marzo 2017 in forumcostituzionale.it).
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