Covid-19: conseguenze sulla salute mentale di bambini ed adolescenti

14 ottobre 2021

Nell'11° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, il Gruppo CRC sottolinea che in Italia l'accesso ai servizi di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (NPIA) interessa il 6-8% dei minori residenti, a fronte di una richiesta stimata, anche in accordo con i dati internazionali, di oltre il doppio. Il tasso di ospedalizzazione per disturbi psichiatrici in età 12-17 anni varia dal 2.6% nel Lazio allo 0.6% in Piemonte, ed è; spesso gestito utilizzando letti e spazi di specialità diverse dalla NPIA. La risposta data nel corso dell'emergenza sanitaria da SARS-CoV-2, rileva ancora il Rapporto, è; stata molto disomogenea nelle diverse realtà locali, con numerose amministrazioni che non sono state in grado di mettere a disposizione la strumentazione tecnologica per attivare gli interventi sostitutivi di telemedicina e teleriabilitazione indicati nella circolare del 23 aprile 2020 del Ministero della Salute, "COVID-19: Indicazioni emergenziali per le attività assistenziali e le misure di prevenzione e controllo nei Dipartimenti di Salute Mentale e nei Servizi di Neuropsichiatria Infantile dell'Infanzia e dell'Adolescenza". Particolarmente critico è; stato poi il riavvio delle attività dopo il periodo di confinamento del 2020, per l'ulteriore incremento della domanda correlato all'impatto della pandemia e delle sue conseguenze sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti. Conseguenze, che, per le caratteristiche della pandemia, e delle misure messe in atto per contenerla e la vastità della popolazione interessata, rendono difficile prevedere le effettive conseguenze sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, sia nell'immediato che in futuro. Il Rapporto ISS COVID-19 n. 43/2020, "Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno della salute mentale nei minori di età durante la pandemia COVID-19" ha definito le strategie più opportune per intervenire in modo mirato in ambito educativo, sociale e sanitario, tenendo conto dei diversi livelli di rischio per la salute mentale, dei livelli di diffusione locale della pandemia e della possibile necessità; di rimodulare rapidamente gli interventi in base al suo andamento nel tempo.

Anche la Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (SINPIA) ha denunciato lo stato di sempre maggiore criticità delle risposte per gli utenti con disturbi neuropsichici nell'infanzia e nell'adolescenza e per le loro famiglie già nel periodo prepandemico. Tra il 2017 e il 2018 (ultimi dati disponibili), i ricoveri per disturbi neurologici tra 0 e 17 anni sono aumentati dell'11% e quelli per disturbi psichiatrici del 22%. Nel 2018, di 43.863 ricoveri, solo 13.757 sono avvenuti in reparto NPIA e hanno pertanto ricevuto l'assistenza di cui avrebbero avuto necessità;. Molti adolescenti in stato di bisogno non hanno ricevuto alcuna risposta e sono stati rimandati a casa dal Pronto Soccorso o hanno dovuto rivolgersi privatamente. Per molti altri, il ricovero si è; reso indispensabile per il peggioramento dei sintomi conseguente alla carenza di risposte con adeguata intensità assistenziale nel territorio. Nell'aprile del 2021, la Presidente della Società ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio per segnalare la necessità di un intervento urgente per promuovere il benessere psichico, ridurre al minimo le conseguenze della pandemia sulla salute mentale della generazione più giovane e per individuare il più precocemente possibile i segnali di "allarme" e di disturbi conclamati, al fine di poter offrire risposte rapide e appropriate al bisogno. Nella lettera si evidenzia che, nel periodo pandemico, a fronte del continuo aumento della domanda, in molte regioni non è; stato strutturato un sistema di servizi di NPIA e, quando esistenti, essi non sempre sono stati integrati in una rete coordinata di cura. Inoltre, nei servizi territoriali, spesso non sono state previste tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi e vi sono significative difficoltà; nel garantire la presenza anche solo delle figure mediche indispensabili. Mancano anche le strutture semiresidenziali terapeutiche, necessarie per garantire interventi a maggiore complessità e intensità e per prevenire, per quanto possibile, il ricorso al ricovero ospedaliero e alla residenzialità terapeutica.

Tali le criticità sono state già descritte nell'Intesa in Conferenza unificata del 25 luglio 2019 recante "Linee di indirizzo sui disturbi neuropsichiatrici e neuropsichici dell'infanzia e della adolescenza" che indica gli obiettivi e le azioni prioritarie da realizzare nonché la necessità che le Regioni prevedano, all'interno della programmazione sanitaria regionale, sufficienti posti letto e sufficienti servizi per la diagnostica ospedaliera, in caso di degenza per scompenso acuto, e servizi residenziali terapeutici territoriali per percorsi di maggiore durata. Il documento ritiene indispensabile definire un piano di intervento strategico pluriennale che consenta di garantire effettivamente i Lea in tutti i contesti regionali in modo omogeneo, anche attraverso la riconversione di risorse già esistenti nel sistema.

Servizio Studi della Camera dei deputati

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