Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 9 luglio 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   IACONO, PROVENZANO, BARBAGALLO e MARINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Regione Siciliana è una delle più colpite dal fenomeno della siccità che quest'anno sta assumendo contorni drammatici. Uno studio del think-tank The European House – Ambrosetti, diffuso in occasione della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità del 17 giugno 2024, segnala che nel 2022 nel nostro Paese è stata registrata una perdita di oltre il 51 per cento di risorse idriche rinnovabili, rispetto alla media storica dal 1950. Con proprio il 70 per cento del territorio dell'isola, secondo gli ultimi dati di Anbi (l'associazione dei consorzi di bacino), a rischio effettivo di desertificazione;

   dal report sullo stato di avanzamento del piano d'emergenza contro la crisi idrica emerge che per almeno il 40 per cento dei lavori indicati nel cronoprogramma di sei pagine stilato a Palazzo d'Orleans mancano ancora i progetti relativi ai circa 130 pozzi da trivellare ex novo o riattivare;

   a giudizio degli interroganti al ritardo del governo regionale nel capire nell'inverno scorso il disastro a cui si andava incontro, si somma l'incapacità di coordinare ed assumere decisioni e spendere bene le risorse. Il settore turistico è in ginocchio e il comparto agricolo e zootecnico alla disperazione. Nessun servizio della Regione Siciliana censisce i danni delle singole aziende agricole e zootecniche. Il presidente della Regione Siciliana ritarda ancora la nomina dell'assessore all'agricoltura dimessosi da mesi –:

   quali iniziative di competenza il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste intenda adottare per sostenere la filiera agricola e le aziende agricole colpite dalla siccità, quale sia l'orientamento del Governo in rapporto ai gravi ed ingiustificati ritardi della Regione Siciliana nell'attuare misure d'emergenza previste nel piano d'emergenza contro la crisi idrica, anche alla luce degli articoli 1 e 2 del decreto-legge n. 39 del 2023, e se non si ritenga di adottare iniziative di competenza volte alla nomina di un commissario straordinario a garanzia della piena attuazione dello stesso piano d'emergenza.
(5-02607)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il problema idrico e la siccità sono ormai temi di pressante attualità politica e amministrativa e non riguardano solamente il Mezzogiorno, bensì gravano ormai sull'intero territorio nazionale;

   la duplice coesistenza di sistemi idrici ormai vetusti e i primi effetti del cambiamento climatico con le sue conseguenze per quanto riguarda la riduzione delle precipitazioni o il verificarsi di eventi estremi, rende necessario e ormai non più rinviabile un intervento sistemico da parte dello Stato volto a tamponare le falle di un sistema che spreca il 42 per cento delle risorse idriche prelevate;

   nel luglio 2022 l'allora Ministro per il Sud e la Coesione territoriale onorevole Mara Carfagna, ha avviato il primo confronto con le Amministrazioni per la costruzione del contratto istituzionale di Sviluppo «Acqua bene comune»;

   nel corso della presentazione di ormai due anni fa l'allora Ministra Carfagna aveva sottolineato come fosse quello il momento di un'azione concreta anche in virtù delle risorse individuate, pari a un miliardo di euro, a valere sul fondo sviluppo e coesione nel periodo di programmazione 2021-2027 nonché una quota derivante dalle risorse della perequazione infrastrutturale di cui all'articolo 15 del decreto-legge 2 settembre 2021, n. 121;

   è stato previsto che tutto il territorio nazionale potesse proporre progetti specifici inerenti a diversi ambiti: captazione, potabilizzazione, trasporto e distribuzione, fognature, depurazione, riutilizzo della risorsa idrica nonché monitoraggio dei corpi idrici;

   le proposte erano presentabili da amministrazioni centrali, regioni e province autonome, Ispra, Crea, Enti di governo degli ambiti territoriali ottimali (Egato), gestori del servizio idrico integrato, Autorità di distretto idrografico, consorzi di bonifica, commissario di governo per le procedure di infrazione, Commissari Zes, Enti locali entro il 10 ottobre 2022;

   l'esame avrebbe dovuto essere condotto successivamente da Invitalia e dall'Agenzia per la coesione territoriale;

   com'è noto nel luglio 2022 l'allora Governo Draghi è stato costretto a dimettersi provocando elezioni anticipate che si sono tenute il successivo 25 settembre 2022;

   nonostante il cambio di legislatura e di Governo, tuttavia il contratto istituzionale di sviluppo oggetto del presente atto di sindacato ispettivo ha continuato ad avere valenza, ma, alla data attuale, nulla si è più saputo in merito all'effettiva messa a terra dei progetti presentati e del lavoro di mappatura svolto dagli enti preposti e l'ultima comunicazione presente sul sito web dell'Agenzia risale al 6 dicembre 2022;

   nel dicembre 2023 l'Agenzia per la coesione territoriale ha cessato le sue funzioni le quali sono state trasferite al Dipartimento per la coesione territoriale e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri che quindi dovrebbe aver ereditato anche i progetti presentati nell'ambito del contratto istituzionale di sviluppo «Acqua Bene Comune»;

   le amministrazioni che hanno aderito al contratto istituzionale di sviluppo hanno presentato diversi progetti immediatamente cantierabili, nonché una mappatura delle debolezze del sistema idrico che non va disperso e appare quanto mai incomprensibile il silenzio del dipartimento e la mancata messa a terra dei progetti;

   il lavoro portato a termine dalle amministrazioni locali risulta importantissimo e fondamentale nell'ottica del miglioramento del tessuto infrastrutturale del Paese, soprattutto in relazione ad una risorsa, l'acqua, che gli ultimi anni ci hanno dimostrato in maniera concreta essere un bene fondamentale per la vita ma non infinito –:

   quale sia lo stato di avanzamento della valutazione dei progetti, se sia previsto lo sblocco e l'inizio degli interventi nel breve periodo e quale sia la reale ragione che ha portato il Dipartimento per la coesione territoriale e per il Sud a non dare seguito negli ultimi due anni a questo lavoro preziosissimo.
(4-03108)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta immediata:


   D'ALESSIO, BONETTI, BENZONI, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il 13 luglio 2024 entrerà in vigore la legge n. 86 del 2024 contenente disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata;

   l'articolo 3 demanda l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni ad uno o più decreti legislativi, senza però prevedere un contestuale o adeguato finanziamento degli stessi;

   tuttavia, l'attribuzione alle regioni ordinarie di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia è espressamente subordinata alla previa determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni, passaggio necessario affinché si possa procedere alla stipula delle intese tra Stato e singole regioni per la realizzazione della loro autonomia differenziata;

   vi è, quindi, un rapporto diretto tra il processo di definizione e finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e la determinazione dei fabbisogni e dei costi standard da riconoscere agli enti territoriali, anche ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 42 del 2009;

   tuttavia, la legge in esame, da un lato, all'articolo 8, stabilisce che le intese dovranno essere trovate «in coerenza con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e, comunque, garantendo l'equilibrio di bilancio», mentre dall'altro, all'articolo 9, stabilisce che da «ciascuna intesa non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;

   la legge di bilancio 2023 ha istituito un'apposita cabina di regia tra i cui compiti vi è quello di predisporre uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui sono determinati i livelli essenziali delle prestazioni correlati dai costi e fabbisogni standard e ha previsto una segreteria tecnica presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie quale struttura di supporto per la determinazione degli stessi livelli essenziali delle prestazioni;

   la regione Calabria, tramite un atto di indirizzo approvato a maggioranza e per voce del suo stesso presidente Occhiuto, ha chiarito come anche per le materie non livelli essenziali delle prestazioni serva un approfondimento e una preventiva analisi di impatto prima di eventuali formalizzazioni di intese Stato-regioni su ulteriori forme di autonomia;

   il presidente della regione Lazio, Rocca, poi, ha annunciato pubblicamente che non chiederà alcuna forma ulteriore di autonomia per la propria regione finché non verranno definiti i livelli essenziali delle prestazioni, ritenuti assolutamente essenziali per le norme da adottare;

   il Documento di economia e finanza presentato dal Governo pochi mesi fa, peraltro privo di quadro programmatico, dovrà necessariamente essere aggiornato entro poco tempo, sia alla luce delle nuove regole europee sul Patto di stabilità e crescita sia in vista della redazione del prossimo disegno di legge di bilancio –:

   quante risorse saranno stanziate nel prossimo disegno di legge di bilancio per un adeguato finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, sia in vista delle richieste di maggiore autonomia che verranno avanzate da parte delle singole regioni sia per evitare inasprimenti del prelievo fiscale nel rispetto degli equilibri di bilancio.
(3-01329)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   GATTA e NEVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   gli imprenditori della pesca subiscono una forte compressione della loro competitività per effetto combinato delle politiche comunitarie volte alla sostenibilità dello sfruttamento degli stock naturali e della presenza di flotte di Paesi terzi che, prive di vincoli e con minori costi, concorrono commercialmente sugli stessi mercati;

   questa condizione si protrae ormai da tempo, determinando l'inefficienza economica delle imprese con conseguenti crisi di liquidità, fronteggiate attraverso il ricorso all'indebitamento mediante affidamenti bancari, particolarmente onerosi ed insostenibili nel medio termine;

   sono apprezzabili gli sforzi fatti dalla recente normativa per sostenere gli oneri creditizi che gravano sul comparto e per sostenere, soprattutto al Sud, investimenti che potranno favorire il rinnovo della flotta peschereccia italiana, soprattutto introducendo motori meno energivori in grado di ridurre il fabbisogno di gasolio, e, contribuendo a raggiungere gli obiettivi legati alla transizione verde a cui il settore è tenuto;

   tuttavia la bassa produttività e gli alti costi alti del gasolio insieme ad altri costi operativi, inducono alla riduzione delle giornate di pesca. Questo genera un rapporto elevato di costi/fatturato che ha effetti sulla produzione, nonché sul salario dei pescatori;

   in tale fase di transizione la misura volta a compensare una parte dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l'acquisto di gasolio, più volta adottata negli anni 2022 e 2023, è diventata uno strumento fondamentale per sostenere la capacità delle imprese ittiche di restare sul mercato e di affrontare la transizione;

   nel corso degli ultimi mesi la Camera ha approvato diversi ordini del giorno che impegnavano il Governo a valutare la proroga del credito di imposta per l'acquisto del carburante per l'esercizio dell'attività della pesca, in considerazione dei benefici effetti moltiplicativi che questa misura può generare;

   le prese di posizione adottate in questi mesi dal Ministro interrogato confermano la decisa volontà del Governo di sostenere un comparto che, nella generale crescita dell'agroalimentare nazionale, continua a contrarsi –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a prevedere, in favore delle imprese di pesca, forme di sostegno per l'acquisto del carburante da destinare all'esercizio dell'attività, mediante riproposizione del credito di imposta o altra tipologia di contributi, al fine di evitare l'ulteriore contrazione del settore e il conseguente pericolo che il prodotto italiano venga sostituito da quello importato.
(3-01321)


   VACCARI, SCOTTO, GUERRA, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS, SARRACINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   lo sdegno per la tragica morte del bracciante indiano Satnam Singh, lasciato morire dissanguato con un braccio mutilato da un macchinario agricolo e abbandonato davanti alla sua precaria abitazione dal proprietario del fondo in cui lavorava, ha riacceso l'attenzione sul fenomeno del caporalato in agricoltura;

   l'episodio si è consumato in provincia di Latina, dove da anni una numerosa comunità di cittadini di origine indiana lavora nei campi in condizioni di grave sfruttamento, ma il fenomeno del grave sfruttamento e dell'illegalità nelle attività agricole è un fenomeno che si registra in diverse aree del Paese dove, troppo spesso, vengono utilizzati e discriminati lavoratori stranieri regolari e irregolari;

   è necessaria una nuova strategia in materia di tutela del lavoro e della sicurezza che vada oltre i limiti dei recenti interventi legislativi proposti dal Governo, o misure di vecchia data illogiche come la Bossi-Fini, basata sui flussi programmati e sul presupposto che un datore di lavoro possa realisticamente stabilire un rapporto di collaborazione lavorativa con un lavoratore mai incontrato;

   in tale ottica, va segnalata la denuncia delle organizzazioni sindacali relativa alla prolungata mancata convocazione del tavolo sul caporalato;

   come noto, la legge n. 199 del 2016 ha disposto, nell'ambito della rete del lavoro agricolo di qualità la sua articolazione in sezioni territoriali e l'attribuzione alla cabina di regia del compito di definire appositi indici di coerenza del comportamento aziendale strettamente correlati alle caratteristiche della produzione agricola del territorio;

   mentre si registra un notevole ritardo nella diffusione e reale operatività delle sezioni territoriali in tanta parte del territorio nazionale, a tutt'oggi non risultano adottati i suddetti indici di coerenza;

   i suddetti indici, laddove rafforzati nella loro cogenza, ad esempio facendoli assurgere a requisito per l'accesso ai benefici pubblici, rappresenterebbero un formidabile deterrente rispetto a pratiche di grave sfruttamento che caratterizzano alcune realtà del settore agricolo –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di definire una nuova e credibile strategia di contrasto del lavoro irregolare e del grave sfruttamento in agricoltura, favorendo in particolare un sollecito completamento delle citate articolazioni territoriali della cabina di regia, nonché l'elaborazione degli indici di coerenza di cui all'articolo 6, comma 4-bis, del decreto-legge n. 91 del 2014.
(3-01322)


   CARAMIELLO, BARZOTTI, SERGIO COSTA e CAROTENUTO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 17 giugno 2024, Satnam Singh, bracciante agricolo di 31 anni è morto a seguito di grave incidente sul lavoro per il quale non è stato soccorso ma abbandonato alle porte della sua abitazione; il bracciante è morto per una gravissima emorragia, ma avrebbe certamente potuto salvarsi se curato in tempo;

   quello di Satnam è solo l'ultimo gravissimo atto del caporalato in Italia, un fenomeno ancora molto lontano dall'essere risolto, basti solo pensare che il datore di lavoro dello stesso Satnam risulta indagato (e impunito) da oltre cinque anni proprio per reati di caporalato;

   il «VI Rapporto agromafie e caporalato» stima che nel solo settore primario ci siano almeno 230 mila lavoratori irregolari, pari a un quarto del totale della forza lavoro del settore; inoltre le 55 mila donne occupate oltre allo sfruttamento lavorativo soffrono – spesso – anche quello sessuale;

   i fenomeni più gravi coinvolgono immigrati irregolari, più facili da ricattare e sfruttare, anche a causa della legge Bossi-Fini che, legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, fornisce agli imprenditori un enorme potere di ricatto;

   uno dei fattori che contribuiscono al fenomeno del caporalato è la diffusione degli insediamenti abusivi dei migranti, che, secondo il rapporto 2022 sulle condizioni abitative dei migranti impiegati nel settore agroalimentare, sono circa 150, ospitano 10 mila lavoratori agricoli, e si trovano in particolare nelle regioni del Sud (21 comuni su 36), con insediamenti che spesso esistono da oltre vent'anni;

   per sostituire tali ghetti con nuove strutture e garantire dignità per questi lavoratori, sono stati stanziati 200 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed individuata una mappatura delle aree che necessitano di interventi più urgenti; ma ad oggi tali fondi non sono stati toccati;

   il progetto di sostituzione dei ghetti era stato avviato dal precedente Governo ma non è stato portato avanti dall'attuale, mettendone così a rischio la concreta realizzabilità, considerando tempi e modi di spese delle risorse legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   nel frattempo, con due mesi di ritardo rispetto a quanto previsto dal decreto-legge n. 19 del 2024, è stato nominato dal Ministero dell'interno (e non da quello del lavoro) un Commissario straordinario per superare gli insediamenti abusivi –:

   se intenda combattere concretamente il fenomeno del caporalato nel nostro Paese, con particolare riguardo al settore agroalimentare, indicando, per quanto di competenza, il percorso che il Governo intende seguire a tal fine, anche in relazione al superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli.
(3-01323)


   PASTORINO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'emanazione del decreto ministeriale «Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro» ha suscitato una forte protesta che si sta allargando sull'intero territorio nazionale, interessato in tutta la sua lunghezza da coste e antiche tradizioni di pesca;

   il provvedimento, come segnalato in occasione della discussione dell'interrogazione a risposta immediata n. 3-01148 presentata dall'interrogante, prevede rilevanti limitazioni nella pesca sportiva con palamiti: il numero massimo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto è stato ridotto da duecento a cinquanta, qualunque sia il numero delle persone presenti;

   tale restrizione dovrebbe contrastare la pesca illegale che, tuttavia, non ne viene minimamente danneggiata e che non può e non deve essere accostata alla pesca sportiva e ricreativa. In realtà, come noto, per intensificare la lotta alle attività illegali in mare si dovrebbero innanzitutto rafforzare i controlli, anche notturni, nonché il contrasto all'abusivismo, a partire dalla vendita e dall'acquisto illegale del pesce;

   invece, la scelta ministeriale decreta, seppur non esplicitamente, la fine di una tradizione della cultura marinara propria delle coste italiane e avrà improvvide ricadute sul ciclo economico collegato, punendo ad avviso dell'interrogante in maniera indiscriminata migliaia di persone che hanno sempre praticato questo sport nel rispetto delle regole e soprattutto dei fondali e delle risorse ittiche;

   a opporsi al decreto, oltre ai pescatori sportivi, ci sono anche le regioni che sollevano importanti criticità e avanzano la richiesta di rivisitare il decreto. L'interrogante, in occasione del citato question time, ha proposto l'apertura di un tavolo congiunto con le associazioni e le federazioni di pesca sportiva, al fine di giungere a una soluzione che permetta di mantenere in vita l'ormai radicata tradizione della pesca ricreativa con il palangaro e, al contempo, individuare misure, puntuali ed efficaci, necessarie per il contrasto della pesca illegale;

   il 6 maggio 2024 è stata convocata presso il Ministero dell'agricoltura una riunione congiunta per un tavolo di confronto sugli esiti dell'applicazione del decreto ministeriale, con la partecipazione della Federazione italiana pesca e attività subacquee, che conta circa 2 milioni di pescatori sportivi e ricreativi, e delle sigle in rappresentanza dei pescatori professionisti –:

   a quali conclusioni sia giunto a seguito del confronto tenutosi il 6 maggio 2024 e se siano seguiti ulteriori incontri sul tema, eventualmente con quali esiti.
(3-01324)


   MOLINARI, BENVENUTO, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, MACCANTI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIAGONI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   sono 272 gli eventi climatici estremi, praticamente 40 al giorno, tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento che hanno colpito l'Italia nell'ultima settimana con centinaia di ettari di colture finiti sott'acqua;

   forti raffiche di vento associate ad abbondanti precipitazioni, pioggia o grandine, hanno provocato danni molto ingenti a coltivazioni e strutture alle aziende agricole piemontesi, in particolare nelle province di Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e nel Canavese;

   in alcune zone è andato perso anche il 100 per cento del raccolto, azzerando un intero anno di lavoro in un'annata già fortemente compromessa da continui episodi di maltempo che hanno ritardato i lavori in campo; la caduta della grandine nelle campagne è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni;

   a essere colpite sono state soprattutto le coltivazioni di grano, orzo, mais, barbabietole, girasole, nonché si sono verificati danni agli impianti di irrigazione e alle strutture. Interi campi di grano, non trebbiati, sono ormai irrecuperabili; hanno subìto danni anche molti impianti di nocciolo, danni che rischiano di ripercuotersi anche nelle stagioni successive;

   ci si trova di fronte anche al rischio che l'eccesso di acqua provochi il fenomeno cosiddetto «cracking» cioè «spacco» che si verifica quando, in fase di maturazione, ci sono piogge molto intense e umidità atmosferica elevata rendendo di fatto il prodotto non commercializzabile con le conseguenti perdite economiche per le imprese agricole;

   le imprese agricole sono in prima linea nel vedere e misurare sul campo gli effetti dei cambiamenti climatici. L'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con periodi di siccità alternati a manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi causando ingenti perdite alla produzione agricola;

   polizze assicurative e i fondi mutualistici rappresentano al momento gli unici strumenti reali di difesa passiva e di ristoro agli agricoltori per i danni subiti dal manifestarsi di eventi climatici avversi;

   la regione Piemonte si è già attivata per chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza per il ristoro dell'autonoma sistemazione dei nuclei familiari sfollati nonché per i danni alle infrastrutture e strutture pubbliche e private e alle attività economiche e produttive –:

   quali provvedimenti intenda adottare, in relazione agli eventi calamitosi verificatisi nei territori della regione Piemonte, al fine di sostenere le imprese agricole colpite, già provate da anni di avversità, per favorire la loro ripresa economica e produttiva nonché per sostenere il comparto agricolo.
(3-01325)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il ricambio generazionale nel settore agricolo rappresenta un obiettivo strategico del nostro Paese;

   i dati del censimento 2020 segnalavano che, sul totale delle aziende agricole, l'Italia è tra i Paesi dell'Unione europea con la quota minore di giovani imprenditori impegnati nel settore, pari al 9,3 per cento, contro il 18,2 per cento della Francia, il 14,9 per cento della Germania e l'11,9 per cento della media degli Stati membri;

   secondo il Rapporto giovani e agricoltura dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), pubblicato ad aprile 2024, le imprese agricole guidate da giovani rappresentano oggi il 7,5 per cento del totale, concorrendo tuttavia al 15 per cento dell'economia del settore, dimostrando dunque dinamicità ed efficienza superiori alla media, oltre a una propensione allo sviluppo di filiere di qualità;

   il rapporto citato segnala inoltre che, al 31 dicembre 2023, le imprese agricole condotte da under 35 iscritte nei registri delle camere di commercio ammontavano a 52.717, in calo dell'8,5 per cento rispetto al 2018, con una flessione dovuta in larga parte alla crisi demografica in corso;

   il 1° luglio 2024, il Ministro interrogato e il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, hanno presenziato alla firma dell'accordo tra il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che permetterà di destinare a giovani imprenditori agricoli i terreni sottratti alle mafie, dietro la corresponsione di un canone agevolato –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere per favorire l'ingresso dei giovani nel settore agricolo.
(3-01326)


   FOTI, MALAGUTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MARCHETTO ALIPRANDI e MATTIA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'azione del Governo italiano per realizzare una cooperazione più stretta nell'ambito del dialogo con l'Africa, anche nell'ottica del «Piano Mattei», rappresenta una delle novità geopolitiche più interessanti nello scenario di questi ultimi mesi;

   il 6 luglio 2024, in occasione di una missione diplomatica del Ministro interrogato in Algeria, è stato siglato un accordo tra Bonifiche Ferraresi S.p.A. ed il Fondo nazionale di investimento (Fni) algerino, accordo realizzato nella piena autonomia delle parti;

   l'incontro ed il suo importante esito, centrale per la diplomazia ed il soft power italiano, fanno seguito allo sviluppo delle relazioni internazionali tra Italia ed Algeria, il cui culmine è stato raggiunto nello storico G7 di Savelletri (Brindisi) in cui il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, Presidente di turno del G7, ha ulteriormente sviluppato le relazioni con l'Algeria in un fondamentale incontro bilaterale col Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune;

   l'accordo del 6 luglio 2024, firmato alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida e dell'omologo algerino, il Ministro dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, Youcef Cherfa, è una base fondamentale per realizzare una vera e propria sinergia diplomatica per affrontare in modo condiviso i temi della sicurezza alimentare;

   il progetto – dal valore di 420 milioni di euro, esclusivamente di capitale algerino, mentre l'Italia metterà per proprio conto il know how necessario – mira a sviluppare una filiera integrata seme-prodotto finito in ambito cerealicolo per una produzione interamente destinata al mercato locale;

   l'iniziativa rappresenta il più importante investimento italiano in un progetto di agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia nell'area del Mediterraneo del Sud, prevedendo una concessione di 36.000 ettari nella provincia di Timimoun in territorio algerino a partire dal 2024 in più fasi e con piena entrata a regime nel 2028;

   il progetto, oltre alla creazione di posti di lavoro, prevede il trasferimento di conoscenze e la realizzazione di opere infrastrutturali sul suolo algerino, perseguendo la finalità di sviluppo e cooperazione propria del «Piano Mattei» –:

   se il Ministro interrogato intenda delineare il contenuto del progetto sottoscritto con i partner algerini e se intenda spiegare quali conseguenze positive questo progetto possa comportare per l'Italia e per l'Algeria.
(3-01327)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Montello (Bergamo), in un'area industriale di circa 450.000 metri quadrati, sorge lo stabilimento della Montello S.p.a.;

   secondo quanto dichiarato dall'azienda, ammonterebbero a circa 260.000 tonnellate i rifiuti di imballaggi in plastica e a circa 670.000 tonnellate i rifiuti organici lavorati nel corso di un anno;

   da anni la popolazione e i comitati dei cittadini, tra cui la rete «Aria Pulita Tomenone», lamentano fortissimi disagi olfattivi, rendendo difficoltosa la vita nei comuni di Bagnatica, Brusaporto, Costa di Mezzate, San Paolo d'Argon e Albano Sant'Alessandro, situazione che ha portato ad una campagna di indagine da parte di Arpa Lombardia, la quale nel 2021 ha individuato la Montello S.p.a. come responsabile;

   a seguito dell'indagine all'azienda è stato intimato dalla provincia di Bergamo di compiere numerose modifiche, entro il 15 gennaio 2024, atte al miglioramento della situazione odorifera;

   l'interrogante, con interrogazione n. 4-02711 del 24 aprile 2024, aveva portato la situazione all'attenzione del Ministero dell'ambiente, sottolineando il persistere della problematica olfattiva, nonostante le dichiarazioni di completamento degli interventi richiesti da parte della Montello S.p.a.;

   come reso noto dalla provincia di Bergamo con nota del 13 maggio 2024, Arpa Lombardia Dipartimento di Bergamo il 13 e 14 febbraio 2024 avrebbe condotto presso l'insediamento della Montello S.p.a. una visita ispettiva non programmata di controllo dell'autorizzazione integrata ambientale per verificare gli interventi posti in essere per il contenimento delle emissioni odorigene e per campionare alcune emissioni in atmosfera ritenute significative;

   la relazione finale degli accertamenti eseguiti è stata trasmessa con nota acquisita in atti della provincia di Bergamo al prot. n. 25342 del 15 aprile 2024;

   la relazione di Arpa ha rilevato varie inottemperanze e criticità, tra cui: assenza del misuratore redox negli scrubber e dello strumento di controllo del ΔP nel biofiltro; mancato inserimento in Aida del parametro Tcov per l'emissione E7; mancato funzionamento della linea a carboni attivi in quanto, ad esempio, i carboni attivi erano in linea ma l'aria era convogliata agli scrubber e al biofiltro e non agli assorbitori; disconnessioni nelle tubazioni aeree nei rack della piattaforma M2, polverosità ed accumuli di materiale plastico triturato su pavimenti e altre superfici ed emissioni biancastre non captate;

   Arpa ha inoltre riscontrato la presenza di mucchi di plastica triturata in corrispondenza dei varchi di passaggio tra gli impianti e la diffusione di aerosol e vapori dalle vasche di ossidazione dell'impianto ITA 1;

   in forza della relazione di Arpa, la provincia di Bergamo ha imposto alla Montello S.p.a. una serie di articolati adempimenti con tempistiche precise;

   a oggi le emissioni odorifere sono gravi e persistenti e i cittadini in occasione di manifestazioni di denuncia partecipano con cartelli con la scritta «siamo stanchi di essere la pattumiera d'Italia» –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, anche in raccordo con la provincia di Bergamo, al fine di verificare per quali motivi, nonostante le iniziative messe in atto per eliminare le emissioni odorifere dalla Montello S.p.a., la situazione non migliori sensibilmente, scaricando il problema sui cittadini che vivono in quel territorio con un conseguente stress psicofisico inaccettabile.
(4-03107)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   SPERANZA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   per quanto risulta all'interrogante, in data 2 luglio 2024 l'amministrazione comunale di Bacoli ha appreso dalla pagina Facebook del Parco archeologico dei Campi Flegrei le ultime disposizioni circa la limitazione dell'orario di ingresso al Museo Archeologico, sito presso il Castello aragonese di Baia, che comportano così l'esclusione dell'accesso pomeridiano;

   a giudizio dell'interrogante, appare evidente che tale nuova comunicazione, sebbene si apprende che abbia un'efficacia definita solo «temporaneamente», rischia di avere un impatto fortemente negativo sull'intero comparto turistico locale, già condizionato dagli effetti derivanti dalla crisi bradisismica che ha visto notevolmente ridotti gli accessi e le prenotazioni sul territorio flegreo. Si rileva, inoltre, che durante il periodo estivo si verifica un notevole incremento di afflusso di bagnanti e turisti nella città di Bacoli che, negli ultimi anni, gode di una considerevole riconoscibilità e notorietà tale da attirare migliaia e migliaia di persone;

   si evidenzia, altresì, che la disposizione di tale limitazione dell'orario di ingresso non appare coerente con la recente notizia che evidenzia come proprio il Museo Archeologico dei Campi Flegrei rientra nella classifica dei 30 siti museali e parchi archeologici statali più visitati in Italia, nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2023, con il record definito «storico» di oltre 240 mila visitatori;

   per quanto risulta all'interrogante, la motivazione di tale limitazione dell'orario, così come comunicato per le vie brevi dalla direzione del Parco archeologico dei Campi Flegrei, sarebbe determinata dalla mancanza di personale sopravvenuta, di recente, nella pianta organica del Museo, sottodimensionata rispetto a quella che dovrebbe essere l'effettiva capacità. In tal senso, l'amministrazione comunale di Bacoli ha manifestato alla direzione del Parco archeologico dei Campi Flegrei piena disponibilità nell'individuare personale dipendente dell'Ente o soggetti appartenenti a organizzazioni di volontariato locali, titolari dei requisiti prescritti da allocare ed integrare presso il personale organico del Museo –:

  se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, per quanto di competenza, intenda assumere, iniziative in raccordo con la Soprintendenza Archeologia Campania e ai Beni Culturali dell'Area metropolitana di Napoli e le altre istituzioni interessate, al fine di provvedere ad una tempestiva e rapida soluzione del problema, onde evitare il protrarsi di una situazione di limitazione che rischia di non valorizzare pienamente la bellezza del Museo Archeologico, della città di Bacoli e di tutto il comprensorio dei Campi Flegrei.
(4-03111)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:


   GADDA, FARAONE e DE MONTE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   introdotto in via sperimentale nel 2006 e reso strutturale nel 2015, il meccanismo del «5x1000» è stato concepito per consentire ai cittadini di destinare una parte delle loro imposte agli enti del Terzo settore e alle realtà sociali che fanno del volontariato, della solidarietà sociale, della ricerca scientifica e sanitaria e delle altre attività di interesse generale il proprio obiettivo primario;

   tale strumento è fondamentale sia per garantire sostegno economico a enti che perseguono direttamente finalità di interesse generale sia per promuovere tra i cittadini il senso di partecipazione civica e di solidarietà sociale, permettendo agli stessi di supportare direttamente realtà senza scopo di lucro con finalità di utilità sociale in cui essi si riconoscono;

   la normativa vigente prevede la fissazione di un tetto massimo di risorse che, a prescindere dalle scelte dei contribuenti, può essere destinato al riparto del «5x1000». Superato il quale è previsto che le risorse residue vengano ripartite con un quoziente inferiore al «5x1000». A tal proposito si segnala che per il 2023 il tetto massimo di risorse stanziate è stato fissato in 525 milioni di euro;

   nel 2023, ben 17.249.982 contribuenti (circa 731.000 in più rispetto al 2022) hanno destinato il «5x1000» alle predette realtà, con uno sforamento del tetto massimo che viene stimato tra i 20 e i 30 milioni di euro;

   in assenza di interventi, decine di milioni di euro che i contribuenti hanno destinato ad enti non profit specificamente individuati non verranno erogati, con grave pregiudizio per le volontà espresse dai cittadini e per gli enti beneficiari;

   gli enti non profit rappresentano un modello stabile di sviluppo economico, e svolgono un ruolo cruciale per rafforzare un tessuto sociale messo a dura prova da anni di crisi economiche, sanitarie e sociali e il loro integrale finanziamento – attraverso il pieno rispetto della volontà dei contribuenti – rappresenta una via obbligata anche alla luce dei princìpi di sussidiarietà e di solidarietà sociale al cui rispetto la Costituzione chiama la stessa Repubblica –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di garantire l'integrale erogazione delle risorse destinate dai contribuenti al «5x1000» agli enti beneficiari per l'anno 2023 e se non ritenga necessario eliminare o, quantomeno, innalzare il tetto massimo previsto dalla normativa vigente anche per le successive annualità al fine di rispettare la volontà dei cittadini e salvaguardare uno strumento fondamentale per sostenere la continuità di realtà essenziali per la comunità e il Paese.
(3-01320)

Interrogazione a risposta scritta:


   PORTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia ha stipulato oltre cento convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali proprio per evitare l'ingiusto e molesto fenomeno della doppia tassazione;

   paradossalmente però la Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali in vigore con il Brasile, ratificata dalla legge n. 884 del 1980, all'articolo 18, rubricato «Pensioni e annualità», se da una parte prevede, per le pensioni delle gestioni previdenziali dei lavoratori privati, che esse siano tassate dal Paese di residenza, dall'altra prevede altresì una soglia di esenzione dall'imposizione di queste pensioni di valore pari a 5.000 dollari statunitensi, e, per l'eccedenza, la tassazione in via ordinaria, in base alla vigente legislazione tributaria sia brasiliana che italiana;

   di fatto quindi molti pensionati italiani residenti in Brasile subiscono sulla parte delle loro pensioni eccedente i 5.000 dollari americani un doppio prelievo fiscale – dello Stato di residenza e contestualmente dello Stato erogatore – che in teoria, in virtù dell'accordo (articolo 23 «Metodo per evitare le doppie imposizioni») dovrebbe essere evitato con una deduzione o un credito di imposta accordato dal Brasile pari all'ammontare dell'imposta pagata in Italia;

   in realtà la doppia imposizione non viene eliminata oramai da moltissimi anni – sembrerebbe addirittura dal 2000 – perché il Brasile si rifiuta di concedere tale deduzione o credito di imposta a causa di una interpretazione discorde da quella italiana dell'accordo;

   in seguito alle pressanti proteste dei pensionati italiani in Brasile già alla fine del 2012 fu presentata ufficialmente dalle autorità competenti italiane alla controparte brasiliana (che non avrebbe mai risposto) una bozza di disposizioni che potrebbero essere inserite in un protocollo modificativo della convenzione in vigore; le proposte italiane riguardavano sia il trattamento delle pensioni sia lo scambio di natura fiscale; in particolare da parte italiana si propose – nell'ottica di un compromesso – che per il passato trovasse applicazione il principio della tassazione concorrente (per i pensionati italiani residenti in Brasile che hanno finora ricevuto pensioni di fonte italiana la doppia imposizione potrebbe essere eliminata attraverso il riconoscimento di un credito di imposta da parte del Brasile per le imposte versate in Italia come previsto dalla convenzione) mentre invece per il futuro si introdurrebbe il principio della tassazione esclusiva nello Stato di residenza, applicando pertanto la sola tassazione brasiliana –:

   Se i Ministri interrogati siano al corrente di questa situazione, che si protrae da molto tempo sia sotto il profilo del non rispetto da parte del Brasile e dell'Italia delle disposizioni dell'accordo contro le doppie imposizioni fiscali, che del danno erariale e dell'ingiustizia subita da molti pensionati italiani residenti in Brasile, i quali subiscono una doppia imposizione fiscale sulle loro pensioni e si vedono trattenute dal fisco dei due Paesi somme non dovute;

   se non ritengano giusto e opportuno porre fine al fenomeno della doppia potestà impositiva di una parte delle pensioni dei nostri pensionati in Brasile e quindi valutare la possibilità di adottare iniziative volte a modificare ed adeguare la convenzione con il Brasile al modello standard Ocse, che prevede la tassazione dei trattamenti pensionistici privati esclusivamente nel Paese di residenza dei pensionati, impegnandosi a riprendere al più presto i negoziati per trovare una soluzione equa e soddisfacente per tutti i soggetti coinvolti.
(4-03113)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   GHIRRA e GRIMALDI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   a quasi tre anni dalla chiusura dell'ex Gkn di Campi Bisenzio, oggi Qf in liquidazione, i 140 dipendenti rimasti continuano il presidio permanente della fabbrica per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni rispetto alle loro rivendicazioni, tra le quali la richiesta di commissariamento dell'azienda da parte del Governo, da affidare alla regione Toscana, il pagamento di sei mesi di stipendi arretrati e l'approvazione della legge regionale sui consorzi di sviluppo industriale che favorirebbe la reindustrializzazione del sito;

   attualmente i dipendenti Qf, sono privi di stipendio e di ammortizzatori sociali;

   il Tribunale di Firenze nei giorni scorsi ha respinto il ricorso presentato il 10 gennaio 2024 dalla Qf, confermando la condanna all'azienda per condotta antisindacale;

   lo stesso tribunale, accogliendo alcuni ricorsi d'urgenza presentati dai lavoratori, ha imposto a Qf il pagamento degli stipendi arretrati, confermando che un'azienda non può lasciare i lavoratori senza stipendi né ammortizzatori sociali;

   Qf, infine non ha mai seguito la procedura prevista dalla legge n. 234 del 2021 sulle delocalizzazioni, il cosiddetto decreto «Orlando-Todde» e che costituisce ad oggi l'unico strumento utile per attivare gli ammortizzatori sociali e favorire la reindustrializzazione;

   dopo aver revocato i licenziamenti collettivi, Qf, a febbraio 2024, ha spinto all'esodo i lavoratori offrendo come incentivo una somma inferiore a quella che avrebbero ricevuto con il pagamento delle retribuzioni ordinarie;

   anche il presidente della regione Toscana nei giorni scorsi ha inviato una lettera al Ministro delle imprese e del made in Italy chiedendo il commissariamento di Qf, sollecitando «un'azione decisa e urgente per superare l'attuale situazione di incertezza nella quale versano da troppo tempo i lavoratori di Qf», chiedendo anche l'adozione di un intervento normativo per «rendere possibile il commissariamento della società», e per «superare l'attuale situazione di stallo e far cessare condotte di mancato rispetto delle leggi nazionali in materia»;

   la regione Toscana ha recentemente stanziato fondi per un contributo una tantum pari a tre mila euro a lavoratore per chi, come gli operai Qf, non riceve né stipendio né ammortizzatore sociale da sei mesi;

   ad avviso degli interroganti, Qf deve provvedere immediatamente al pagamento delle retribuzioni dovute da gennaio 2024 –:

   se non ritenga di adottare iniziative normative, anche in deroga alla disciplina generale vigente, per rendere possibile il commissariamento della Qf, quale forse unica misura che consentirebbe di superare l'attuale situazione di stallo favorendo il processo di reindustrializzazione dello stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio.
(5-02596)


   PELUFFO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   i dipendenti di Nielsen Media Italia, che misura i dati Auditel e che ha il quartier generale nel centro direzionale di Assago Milanofiori, sono in mobilitazione contro una procedura di mobilità che prevede una sessantina di esuberi a Milano;

   le Organizzazioni sindacali sottolineano che è la terza volta in poco più di un anno che Nielsen adotta tali procedure con la sola finalità di massimizzare i profitti a scapito dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori: «paradossalmente, per stessa ammissione aziendale, le realtà impattate dalla ristrutturazione non sono necessariamente in perdita, ma il solo criterio applicato è la riduzione dei costi senza alcuna considerazione nei riguardi della qualità del lavoro svolto né del know-how accumulato»;

   ogni anno Nielsen fornisce alla Rai l'elenco nominativo delle lavoratrici e dei lavoratori che garantiscono la rilevazione e la produzione del dato sia per quanto riguarda il dato di ascolto che per tutto ciò che concerne la rilevazione dei messaggi pubblicitari all'interno dei palinsesti giornalieri. Il dato è quotidiano ed è rilevato sulle 24 ore di programmazione;

   il rischio insito è che vengano trasferiti, fuori dal territorio italiano, parte del know-how, gli strumenti, le metodologie del servizio di rilevazione dei dati, causando la perdita di professionalità altamente specialistiche difficilmente recuperabili e ricostruibili, e che tali professionalità, che sono la garanzia dello sviluppo del mercato pubblicitario italiano, consolidate da anni di esperienza, vengano trasferite in un'altra azienda non facente parte del gruppo Nielsen, in Albania, con inevitabili ricadute sulla qualità del servizio offerto visto che normalmente per formare un operatore occorrono dai 12 ai 18 mesi data la complessità dei messaggi pubblicitari tipica del mercato italiano;

   inoltre c'è il rischio che la nuova azienda scelta dalla corporate possa utilizzare i dati che rileverà per fornire ad altri stakeholder di questo mercato le informazioni rilevate;

   infine, c'è il rischio che venga messa in discussione l'unicità della relazione tra il dato di ascolto e la rilevazione del dato pubblicitario in quanto complementari tra loro. La rilevazione deve essere gestita in un unico ambiente locale, quello italiano. Probabilmente Auditel, che è parte integrante di questo processo in quanto committente unico del dato di ascolto dovrebbe riflettere meglio sull'autorizzare Nielsen a fornire e far gestire questi dati ad un altro Paese –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e cosa intenda fare per evitare che l'azienda esternalizzi funzioni e reparti, favorendo una situazione di dumping sociale.
(5-02597)


   PAVANELLI, APPENDINO, CAPPELLETTI e FERRARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Stellantis N.V, multinazionale produttrice di automobili con sede nei Paesi Bassi, è nata dalla fusione, nel 2021, tra FCA e Groupe PSA;

   in Italia, operano sei stabilimenti di assemblaggio (Mirafiori, Modena, Cassino, Pomigliano, Melfi e Atessa), tre destinati alla produzione di motori (Cento, Pratola Serra e Termoli) e tre alla produzione di cambi (Torino, Termoli e Verrone);

   lo stabilimento di Termoli è tuttora al centro di una riconversione industriale che prevede l'insediamento – su un'area di 1,2 milioni di metri quadrati, per un investimento stimato in 2 miliardi di euro, una produzione di 40 GWh/anno e l'impiego di circa 2.000 lavoratori entro il 2030 – della Gigafactory ad opera di Automotive cells company (Acc), azienda attiva nel mondo delle batterie per veicoli elettrici;

   nel marzo 2022, la regione Molise rendeva nota la sottoscrizione di un protocollo di intesa con il Mise, Invitalia e Acc per sostenere gli investimenti proposti da quest'ultima;

   a giugno 2022, il Ministero interrogato annunciava lo stanziamento di 500 milioni a valere sulle risorse PNRR;

   tuttavia nonostante l'acquisizione da parte di Acc del permesso di costruire nel marzo 2024 l'intenzione di quest'ultima di voler dare avvio ai lavori, recentemente la stessa ha congelato il progetto Gigafactory a causa di un rallentamento del mercato dei veicoli elettrici europeo, rinviando ogni decisione al 2025;

   il citato rinvio della riconversione industriale della sede di Termoli pone, inoltre, un problema di gestione dei fondi PNRR le cui relative spese devono essere rendicontate entro giugno 2026;

   il comparto della produzione di veicoli rappresenta un asset decisivo tanto per l'economia della regione Molise che per quella nazionale, così come risulta fondamentale la creazione di una filiera di batterie indipendente dalle aziende asiatiche;

   nel 2022, un anno dopo la fusione di FCA e PSA, il Copasir aveva chiesto di valutare l'ingresso di Cdp nel gruppo Stellantis per controbilanciare il peso della Francia nel gruppo, seguendo l'esempio dell'intervento dello Stato francese, prima nel gruppo PSA – oggi in Stellantis – e poi in Acc, con una quota di investimento pubblico pari a circa 840 milioni –:

   se non si ritenga strategico, anche in un'ottica di sviluppo industriale del settore, l'intervento pubblico dello Stato nel capitale di Acc attraverso un aumento di capitale ad opera di Cassa depositi e prestiti ovvero alla concessione di uno specifico finanziamento.
(5-02598)


   GUSMEROLI, ANDREUZZA, BARABOTTI, DI MATTINA e TOCCALINI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   dal primo marzo 2023 è in vigore regolamento IVASS n. 51 del 2022 prevedendo l'obbligo per agenti di assicurazione di consultare il Preventivass per ogni nuova polizza RC auto, informando il cliente del premio praticato sul contratto base dalle compagnie delle quali sono mandatari;

   la norma è risultata subito oggetto di acceso dibattito; lo Sna contestò il regolamento, gravoso e caratterizzato da obblighi irragionevoli nei confronti degli agenti di assicurazione, chiedendo che ne venisse rinviata l'introduzione, rivolgendosi al Tar Lazio per chiederne l'annullamento;

   il giudice, accogliendo parzialmente il ricorso, annullava l'articolo 11, comma 1, lettera c) del regolamento, che prevedeva, l'obbligo per gli intermediari di raccogliere e conservare, l'attestazione del cliente di aver ricevuto le informazioni sui premi offerti dalle imprese relativamente al contratto base o di aver utilizzato Preventivass autonomamente;

   ad esclusione di ciò, il regolamento è rimasto pienamente a regime da marzo 2023;

   nel report sull'attività svolta dall'Ivass nel 2023, il presidente dell'istituto ha posto l'attenzione anche sul preventivatore online ravvisando due criticità. Da una parte è stato ricordato che i prezzi offerti dalle compagnie su Preventivass sono generalmente al lordo degli sconti, mentre i prezzi applicati ai contratti sono spesso significativamente inferiori a quelli esposti su Preventivass, in funzione del singolo cliente; dall'altra, che non è possibile formulare sul preventivatore pubblico offerte per le garanzie accessorie, come per esempio furto e incendio, ampiamente diffuse. Anche per questo in sede di commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi, successivamente all'adunanza del febbraio 2024, si è suggerito di abbinare il sistema Preventivass con un ulteriore sistema di visibilità che consenta alle imprese di esporre liberamente le proprie offerte assicurative, a vantaggio dei consumatori, operare una corrispondenza tra il prezzo del contratto base visibile sul comparatore e il prezzo minimo effettivamente offerto dalla compagnia e intraprendere adeguate campagne informative sull'utilizzo del Preventivass anche mediante App IO;

   questi sono problemi che si affiancano a quelli già segnalati nel tempo da Sna e dalle altre associazioni di categoria che di fatto limitano le potenzialità dello strumento, la capacità di essere efficace e di portare all'attenzione del consumatore promozioni trasparenti e stimolo alla concorrenza –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato abbia intrapreso o intenda intraprendere in considerazione delle problematiche esposte in premessa a tutela dei consumatori e della concorrenza.
(5-02599)


   CAVO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   dall'insediamento della XIX legislatura è stata oggetto di attenzione da parte della interrogante la situazione di Sanac S.p.A., attraverso la presentazione di plurimi atti di sindacato ispettivo presso la X Commissione della Camera dei deputati: una prima interrogazione a risposta scritta il 18 novembre 2022 nonché successive interrogazioni a risposta immediata presso la suddetta Commissione il 14 dicembre 2022, il 29 marzo 2023, il 27 aprile 2023 e il 31 gennaio 2024;

   Sanac S.p.A. è un'azienda strategica nazionale, leader nel settore dell'estrazione, produzione e commercializzazione di materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai, attualmente controllata dal Ministero delle imprese e del made in Italy in amministrazione straordinaria con gestione commissariale, la cui attività prevalente è dedicata alle esigenze dei siti di produzione del gruppo Acciaierie d'Italia che, dopo una lunga fase di interruzione unilaterale delle commesse, ne ha disposto la ripartenza nell'ultimo mese;

   si sono susseguiti quattro bandi di gara finalizzati alla sua cessione il cui esito non ha condotto alla vendita;

   in occasione del quarto bando di gara organi di stampa avevano riportato che, entro il termine del 10 gennaio 2024, era pervenuta una manifestazione di interesse da parte di AFV Beltrame Group per l'acquisizione di Sanac S.p.A. e, pertanto, veniva presentata in merito dalla interrogante l'interrogazione del 31 gennaio 2024, al fine di conoscere se fosse stata effettivamente formulata;

   in sede di risposta, il presente Ministero confermava l'avvenuta manifestazione di interesse;

   in data 30 aprile 2024, però, contrariamente a quanto auspicato, gli stessi organi di stampa annunciavano che, nonostante la conclusione della fase di due diligence, era in corso il disimpegno dall'acquisto da parte di Afv Beltrame Group;

   in data 21 maggio 2024, a seguito della mancata cessione, il Ministero interrogato comunicava che l'amministrazione straordinaria aveva proceduto a formalizzare un nuovo invito a manifestare interesse per l'acquisizione di Sanac S.p.A., fissando il termine per il 1° luglio 2024;

   in data 5 luglio 2024 alcuni organi di stampa hanno riportato che, a seguito di quest'ultimo avviso, il quinto, non sono pervenute proposte –:

   se tale notizia corrisponda al vero e, conseguentemente, quali azioni di competenza intenda mettere in atto il Ministro interrogato per salvaguardare il futuro occupazionale e produttivo di Sanac S.p.A., superando l'amministrazione commissariale e mantenendo l'unitarietà dei siti.
(5-02600)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   BALDELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo 22 novembre 2023, n. 184, di recepimento della direttiva UE 2021/2118 e modificativo del codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, sono stati rivisti i termini relativi all'obbligo di assicurare i veicoli per la responsabilità civile verso i terzi;

   l'articolo 2, comma 1, lettera a), n. 2), del decreto legislativo n. 184 del 2023, ha novellato la definizione di veicolo;

   l'articolo 2, comma 1, lettera c), nn. 1) e 2), del decreto legislativo n. 184 del 2023, ha innovato l'ambito applicativo dell'obbligo di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dal codice civile, assoggettando a tale obbligo i veicoli «utilizzati conformemente alla funzione del veicolo in quanto mezzo di trasporto al momento dell'incidente» e precisando che l'obbligo assicurativo vale «a prescindere dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento», riguardando «anche i veicoli utilizzati esclusivamente in zone il cui accesso è soggetto a restrizioni»;

   l'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 184 del 2023, nel disciplinare un sistema di deroghe, ha escluso che si possa essere soggetti all'obbligo assicurativo allorquando «il veicolo non è idoneo all'uso come mezzo di trasporto»;

   l'articolo 2, comma 1, lettera l), del decreto legislativo n. 184 del 2023, nel positivizzare la tutela dei danneggiati da sinistri in cui è coinvolto un rimorchio trainato da un veicolo, ha individuato una situazione per la quale il rimorchio dispone di una assicurazione separata;

   si è stabilito il principio per cui l'obbligo assicurativo non risulta più correlato all'azione di circolazione del veicolo «su strade di uso pubblico o equiparate» ma alla sua suscettibilità di utilizzazione quale «mezzo di trasporto», posto che in sede europea per «uso di un veicolo» debba intendersi «qualsiasi utilizzo conforme alla loro funzione abituale in quanto mezzi di trasporto» –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a chiarire se l'attività di movimentazione delle merci effettuata mediante carrelli rientri nell'attività di trasporto.
(5-02601)


   MORASSUT, BARBAGALLO, CASU, BAKKALI e GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 13 giugno 2024 la società Rfi spa ha comunicato l'avvio del procedimento volto all'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio delle aree interessate dal quadruplicamento ferroviario «Ciampino-Capannelle»;

   il progetto «consiste nell'affiancamento alla coppia di binari esistenti una nuova coppia di binari su un sedime ferroviario» inserendo sulla linea Roma-Cassino un nuovo bivio «Capannelle» dal quale inizia il quadruplicamento della linea che termina all'altezza dell'aeroporto;

   il tracciato attraversa aree molto delicate dal punto di vista storico-archeologico e naturalistico – in particolare il Parco degli acquedotti incidendo su ben sei degli 11 acquedotti della Roma Antica e del '500 – e assai compiesse dal punto di vista degli insediamenti urbani in quanto comporterebbe effetti non trascurabili dal punto di vista sanitario e acustico, tali da rendere necessarie opere compensative e di mitigazione acustica e ambientale;

   il progetto non garantisce, inoltre, un'accertata sicurezza e tutela dal punto di vista dell'impatto idrogeologico su un territorio caratterizzato da un reticolo idrografico molto complesso e delicato nel quale insistono rii storici e mitologici come l'Almone e l'Acqua Mariana;

   il progetto è stato avviato senza rispettare quanto previsto dall'articolo 22 del Codice dei contratti e degli appalti, sul dibattito pubblico per le «grandi opere di architettura e infrastrutturali di rilevante impatto sull'ambiente, sulle città e sul territorio» prevedendo una fase preliminare di partecipazione e informazione con le comunità interessate;

   il contesto storico-archeologico e naturalistico del territorio interessato dal progetto richiede interventi di ricucitura e ricomposizione rispetto alle manipolazioni intervenute nell'ultimo secolo di sviluppo urbanistico e infrastrutturale, con l'espansione edilizia e l'ampliamento delle strade consolari Appia Nuova, Tuscolana e dell'Appia Pignatelli;

   inoltre le aree di cantiere per i due lotti dell'intervento sono calcolate rispettivamente in almeno 6 anni;

   conseguentemente si dovrebbe prevedere in tutto, tra cantierizzazione e lavori, una gravissima fenditura del comprensorio del Parco per quasi 10 anni, con una irreversibile modifica di un paesaggio millenario già gravemente compromesso nell'era moderna e contemporanea –:

   quali sono gli intendimenti del Ministro interrogato in ordine alla questione esposta in premessa e se non intenda adottare le necessarie iniziative di competenza per favorire una maggiore conoscenza pubblica del progetto e per applicare quanto previsto dal Codice degli appalti in materia di dibattito pubblico.
(5-02602)


   PASTORELLA e SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Frecciarossa rappresenta una categoria di servizi di punta dell'impresa ferroviaria Trenitalia caratterizzati dall'elevata velocità – fino a 300 chilometri orari sulle linee dedicate all'alta velocità – e dall'alto livello di comfort offerto a bordo;

   ad oggi, i treni Alta velocità Frecciarossa operano su numerose direttrici, sia all'interno che al di fuori del principale corridoio ad alta velocità della rete ferroviaria italiana Torino-Salerno;

   a tal proposito, lungo la direttrice tirrenica esiste un efficiente servizio di trasporto ferroviario ad alta velocità: le zone attraversate dalla direttrice adriatica restano, invece, escluse dal servizio. Le regioni Marche, Abruzzo e Molise continuano, infatti, a essere servite da convogli ferroviari in grado di viaggiare a velocità inferiori;

   si tratta di una iniquità evidente: i treni che percorrono le tratte Napoli-Milano e Bari-Milano si chiamano entrambi Frecciarossa. Ma, mentre il primo viaggia a una velocità media pari a circa 200 chilometri orari, la velocità del secondo, che passa anche da Pescara, è pressoché dimezzata e più simile a quella di un Intercity che a quella Alta velocità. Si potrebbe desumere che il «vero» Frecciarossa sia quello che viaggia sulla linea ad Alta velocità, effettuando solo tre fermate sulla tratta Napoli-Milano, al contrario di quello che lungo la linea adriatica percorre la tratta Bari-Milano su una linea tradizionale, effettuando tredici o più fermate;

   nonostante le caratteristiche completamente diverse per i due treni, i prezzi dei biglietti di entrambi si equivalgono o, in alcuni casi, sono addirittura maggiori per la tratta adriatica –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere al fine di risolvere la situazione di iniquità tra la linea tirrenica e quella adriatica in termini di velocità media e tempi di percorrenza, consentendone in particolare una diminuzione sulla tratta adriatica.
(5-02603)


   PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Liguria rappresenta una porta naturale per persone e merci, si posiziona nello scenario logistico europeo quale caposaldo del corridoio Reno-Alpi, trasversalmente, come nodo fondamentale del corridoio Mediterraneo che unisce la penisola iberica con i Paesi dell'Est Europa. Mobilità e portualità sono due ambiti chiave dell'economia ligure e le infrastrutture viarie rappresentano un nodo cruciale per lo sviluppo del territorio, negli anni la regione ha accumulato un divario infrastrutturale rilevante che ne ha limitato il potenziale di crescita;

   la realizzazione e il completamento delle opere di collegamento rappresentano una priorità strategica regionale, fra queste spicca l'ampio progetto unico che riunisce tre interventi nodali: linea «AV/AC Milano-Genova Terzo valico dei Giovi», «Potenziamento infrastrutturale Voltri-Brignole», «Potenziamento Genova-Campasso»;

   il Terzo valico rappresenta il fulcro della nuova linea ad alta capacità veloce. Il progetto si sviluppa per 53 chilometri, di cui 37 chilometri in galleria; il nodo ferroviario di Genova consentirà il raccordo diretto per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto, con la separazione dei flussi di traffico dei treni a carattere regionale e metropolitano da quelli a lunga percorrenza; il potenziamento della linea Genova-Campasso permetterà il collegamento per treni provenienti dal porto storico di Genova con le linee Terzo valico e succursale dei Giovi;

   alla fine del 2023, le operazioni di scavo delle gallerie risultavano completate per circa l'86 per cento, a gennaio 2024 sono stati inaugurati i primi 8,5 chilometri della nuova linea tra Tortona e Novi Ligure, nel corso dei lavori, sono emerse molte difficoltà connesse alle condizioni geologiche del territorio, che potrebbero far posticipare ulteriormente la data di completamento dell'opera;

   il quadruplicamento della Milano-Genova desta preoccupazione per i tempi di realizzazione. Ritardi e mancanza di risorse non fanno ben sperare. A dicembre 2023, in risposta all'interrogazione n. 3-00858 dell'interrogante, il Ministro competente affermava che: «Per il quadruplicamento della Tortona-Voghera, è in corso la verifica dell'adeguamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. L'avvio della Conferenza dei servizi è previsto entro il primo semestre dell'anno entrante 2024» aggiungendo che dopo la legge di bilancio e i contratti di programma avrebbe dato informazioni più puntuali sul finanziamento e sui tempi di realizzazione –:

   se intenda indicare con precisione lo stato di avanzamento delle opere infrastrutturali segnalate in premessa, con specifico riguardo alla modalità di finanziamento e alle tempistiche per il completamento di ciascuno degli interventi previsti.
(5-02604)


   CANTONE, IARIA, FEDE e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il trasporto aereo rappresenta per il nostro Paese una modalità di trasporto fondamentale, specie per lo sviluppo armonico del Mezzogiorno, che ancora presenta dei gap nelle altre modalità; lo stesso ogni anno subisce un incremento particolarmente elevato durante la stagione estiva con l'aumento del turismo europeo e nazionale;

   a giugno 2024 è avvenuto il transito del settore centro di controllo da Brindisi al centro di controllo d'area di Roma, questo ha prodotto una serie di problemi, come emerge dalla denuncia delle principali sigle sindacali, le quali sono anche state convocate da Enav per le problematiche insorte dopo il trasferimento suddetto all'interno del perimetro dell'Acc di Roma;

   in particolare si lamenti una quantità di personale carente e settori soggetti a regolazioni di flusso alla massima capacità; problemi tecnici sulle frequenze e automazione tra torri di controllo e settori integrati di avvicinamento; continui piani di lavoro notturni con la necessità di lavorare senza banca dati e sistema operativo primario, lavoro prolungato in fallback senza personale aggiuntivo con minima configurazione di Cta nel turno notturno; continui crash del sistema Fdp che gestisce la banca dati nazionale dei voli; continui rallentamenti e blocchi del sistema CDS2000 Open, con tracce radar non correlabili, senza associazione con i dati dei piani di volo «non reperibili da sistema» e impossibilità di gestire l'aggiornamento dei dati; sistema Oldi spesso non disponibile con le Fir contigue e necessità di coordinamento telefonico per ogni singolo volo; il sistema data link disattivato e non utilizzabile; aerei con identificazione errata in ingresso da Milano ACC che loro vedono coordinati correttamente, che invece a Roma ACC vengono visualizzati con un colore errato e con il nominativo sbagliato; tastierino multifono che va in blocco per minuti e lo rende inutilizzabile, impossibile fare coordinamenti al telefono; rallentamenti Fdp sulle manualità; scarsa copertura delle frequenze al settore NE7 al confine con Padova ACC;

   tutti i tecnicismi sono riportati fedelmente dalla lettera che le principali sigle sindacali dei lavoratori del settore hanno inviato per mettere in luce i gravissimi problemi, in primo luogo sulla sicurezza e successivamente sui ritardi. I dati di Eurocontrol parlano di oltre 31 mila ore di ritardo accumulate nella sola giornata del 27 giugno 2024 –:

   quali azioni intenda porre in essere al fine di scongiurare che sia messa a repentaglio la sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori nei principali scali italiani.
(5-02605)


   CAROPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   ormai da diverso tempo si protrae una situazione che sta arrecando notevoli danni al comparto italiano delle autoscuole e che mette a serio rischio la sicurezza della circolazione stradale e l'incolumità degli utenti della strada, derivante dal battage pubblicitario da parte di molte società, attraverso la rete internet ed in particolare sui social network, riguardante la possibilità di effettuare corsi, esclusivamente da remoto, per il conseguimento della patente di guida;

   la grave situazione è stata riportata da numerosi organi di stampa e da associazioni di categoria che hanno evidenziato come la pratica del mercato per il conseguimento della patenti contravvenga ad uno specifico decreto ministeriale (n. 317 del 1995), che vieta espressamente i corsi di formazione attraverso il sistema di e-learning ma prevede, al contrario, la frequenza in presenza di corsi regolarmente svolti dalle autoscuole, attraverso una formazione professionale adeguata, in linea con le normative vigenti e che coniuga una componente pratica ed una interattiva, diretti da personale qualificato e competente;

   il fenomeno incide negativamente anche a livello economico sulle autoscuole, che devono far fronte a numerosi obblighi concernenti l'allestimento delle aule, il materiale didattico, la capacità finanziaria ed i corsi di aggiornamento per il personale, che comportano oneri di notevole entità;

   si ritiene necessario un intervento urgente diretto a garantire la regolare frequenza dei corsi di scuola guida per il conseguimento della patente e, di riflesso, la sicurezza della circolazione stradale, garantita da un'adeguata conoscenza e dal rispetto delle sue regole –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere, alla luce di quanto descritto in premessa, al fine di impedire lo sviluppo delle pratiche irregolari dirette a facilitare il conseguimento della patente di guida, in spregio alla normativa in materia e a quella degli altri Paesi europei.
(5-02606)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro della giustizia, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   la diffusione su internet e sui social network di filmati contenenti violenze e abusi sugli animali è sempre più frequente e i minorenni sono spesso i protagonisti di questi video;

   in data 6 luglio 2024 su Facebook è stato diffuso un filmato che mostrava un ragazzo su un ponte a Lanusei (NU) nell'atto di lanciare un gattino nel vuoto, tra le risate di due amici;

   il gravissimo gesto, che ha portato alla morte dell'animale, è stato subito oggetto dell'indignazione di cittadini, cittadine e associazioni animaliste in tutta Italia;

   grazie alla mobilitazione delle associazioni sono stati prontamente identificati i tre ragazzi del video, constatando che tutti e tre sono minorenni;

   secondo la letteratura scientifica nazionale ed internazionale esiste una «stretta correlazione fra maltrattamento e/o uccisione di animali, violenza interpersonale e ogni altra condotta deviante, antisociale e/o criminale, come omicidio, stupro, stalking, violenza domestica su donne – minori – anziani, rapina, spaccio, furto, truffa, crimini rituali, crimini predatori, manipolazione mentale, ecc.», correlazione denominata «Link»;

   il maltrattamento e l'uccisione di animali da parte di minori possono essere l'espressione di una situazione di abuso e/o esposizione alla violenza che lo stesso minorenne subisce in famiglia o nei contesti ambientali che frequenta, poiché, come affermato in «Making the Link» da Malcolm Plant della Teesside University, «assistere alla brutalità sugli animali desensibilizza i giovani e li rende inclini all'aggressività per tutta la vita»;

   nel «Report 2016. Profilo zooantropologico comportamentale e/o criminale del maltrattatore e/o uccisore di animali. Manuale di classificazione del crimine su animali» di Francesca Sorcinelli e Rossano Tozzi si legge: «il maltrattamento di animali condotto a qualsiasi età non regredisce spontaneamente tendendo a variare nel tempo tramite una escalation. [...] In particolare il maltrattamento di animali agito nella minore età è un comportamento che non regredisce spontaneamente con la maturità»;

   il 14 giugno 2024 è entrata in vigore la legge n. 70 del 2024 che, all'articolo 2 comma 1, contiene il riferimento a condotte aggressive nei confronti di animali che possono portare all'applicazione di una misura amministrativa del Tribunale per i minorenni;

   un'adeguata risposta sociale agli atti di crudeltà nei confronti degli animali e un'attenta prevenzione possono ridurre, in prospettiva, le possibilità che tale violenza si possa ripetere e venga messa in atto, in futuro, verso le persone –:

   quali iniziative, anche di natura normativa, intendano mettere in atto i Ministri interrogati, per attivare specifici percorsi di formazione, destinati al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, al personale degli organi giudiziari e al personale docente ed educativo delle scuole di ogni ordine e grado, con riferimento al fenomeno «Link», ovvero la correlazione tra gli abusi sugli animali e la violenza contro le persone.
(4-03109)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:


   MANZI, ORFINI, IACONO e BERRUTO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   è stata emanata l'ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 che disciplina le procedure di aggiornamento delle graduatorie provinciali e d'istituto e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo;

   all'ordinanza è allegata una tabella valutazione titoli che conferisce fino a 36 punti aggiuntivi al titolo abilitante di 30 Cfu per docenti già abilitati o specializzati non solo sulla graduatoria della materia, ma anche sulla graduatoria dedicata ai docenti di sostegno;

   tale punteggio aggiuntivo ha avuto una ricaduta significativa sulla struttura della graduatoria del sostegno in diverse regioni;

   tale procedura farà sì che a settembre molti docenti precari che non hanno potuto abilitarsi – come nel caso degli specializzati dell'VIII ciclo Tfa sostegno, per una questione di incompatibilità dei percorsi abilitanti con la specializzazione – non otterranno alcun incarico;

   a pochi mesi dall'avvio del prossimo anno scolastico non sarebbe possibile procedere con la sospensiva per la ridefinizione della tabella del punteggio dell'ordinanza n. 88;

   l'ordinanza ministeriale n. 88 ha confermato la validità biennale delle Gps e come di consueto l'unica finestra temporale che permetterà agli specializzati e agli abilitati dopo il 30 giugno 2024 di inserire il punteggio del proprio titolo acquisito, sarà quella prevista nel giugno 2025;

   al fine di evitare altri ricorsi al Tar, motivati dall'evidente disparità di trattamento, come segnalato dagli addetti ai lavori, sarebbe opportuno intervenire durante l'apertura della finestra temporale, nel giugno 2025, per coloro i quali avranno intanto conseguito l'abilitazione su materia con i nuovi percorsi abilitanti, sia possibile caricare punteggio sia sulle graduatorie di materia (36 punti) che sulle graduatorie sostegno (36 punti), senza riserva e senza per questo essere posizionati «in coda» nelle stesse graduatorie ma aggiornando entro settembre 2025 la posizione dei docenti interessati, con il nuovo punteggio –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda attuare per riequilibrare la posizione dei soggetti di cui sopra, anche valutando in fase di aggiornamento delle graduatorie – presumibilmente entro il giugno 2025 – a coloro i quali avranno intanto conseguito l'abilitazione su materia con i nuovi percorsi abilitanti, la possibilità di veder riconosciuto un punteggio tale da essere inserirti in graduatoria senza riserva e senza per questo essere posizionati «in coda».
(5-02593)


   CASO, AMATO e ORRICO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'istruzione e del merito ha introdotto per l'anno scolastico 2024-25 i nuovi criteri di pesatura delle istituzioni scolastiche, un sistema di classificazione che determina la complessità di gestione degli istituti e, di conseguenza, lo stipendio dei dirigenti scolastici;

   i nuovi criteri dovrebbero riflettere la complessità delle scuole basandosi su vari fattori, tra cui il numero di studenti e il contesto socio-economico, tuttavia, da parte del sindacato dirigenti scuola, si osserva paradossalmente un risultato, in molti casi, contrario alle premesse: scuole situate in contesti difficili, a rischio dispersione, con carenze di risorse strutturali risultano collocate nella fascia più bassa di classificazione;

   il nuovo sistema di classificazione ha infatti portato a una riduzione generale del numero di scuole nelle fasce più alte;

   la reazione dei dirigenti scolastici è stata immediata e fortemente critica, in quanto molti di loro si sono visti improvvisamente declassati e con una significativa riduzione dello stipendio fino a 500 euro lordi, senza una chiara spiegazione dei motivi;

   i dirigenti scolastici hanno anche criticato la mancanza di trasparenza nel processo decisionale. Molti lamentano di non aver ricevuto spiegazioni chiare sui nuovi criteri e di essere stati informati solo a decisioni già prese;

   sempre a detta del sindacato: «Ad alimentare le preoccupazioni della categoria sono stati anche i decreti emessi che in solo 48 ore, hanno proceduto a ben quattro rettifiche dei provvedimenti pubblicati aumentando il convincimento che ancora molti errori si celano nelle pieghe delle decisioni ministeriali»;

   alla legittima richiesta di chiarimenti, il Ministero dell'istruzione e del merito ha risposto respingendo le accuse di approssimazione nella definizione dei punteggi e delle fasce di complessità, spiegando che le rettifiche successive riguardano solo un numero limitato di scuole; inoltre, il Ministero assicura che non ci sono stati tagli agli stipendi dei dirigenti scolastici in quanto una clausola di salvaguardia garantisce che nessun dirigente subisca una riduzione stipendiale nel caso in cui la sua scuola passi a una fascia inferiore;

   nonostante le rassicurazioni del Ministro, le testimonianze dei dirigenti che si sono visti decurtare lo stipendio sono molteplici e con esse i numerosi errori di valutazione e continuano a restare inascoltate le istanze di maggiore trasparenza –:

   se a fronte dell'adozione di un metodo frettoloso e approssimativo, che ha portato a dei punteggi parziali e ad errori, non ritenga opportuno procedere all'annullamento dei nuovi criteri di pesatura e ad ascoltare le istanze di maggiore coinvolgimento e trasparenza in tutte le fasi procedimentali di definizione degli stessi.
(5-02594)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il 24 giugno 2024 è stata presentata a Milano la Fondazione per la scuola italiana, un nuovo ente no-profit, interamente finanziato da privati che, come si legge sul sito del Ministero dell'istruzione e del merito, «opererà in coordinamento con il Ministero dell'istruzione e del merito per recepire le esigenze territoriali e ottimizzare l'allocazione di risorse, attraverso lo sviluppo di progetti e bandi nazionali»;

   tra i sovvenzionatori della fondazione figurano UniCredit, Banco BPM, Enel Italia S.p.A., Leonardo S.p.A. e Autostrade per l'Italia. L'obiettivo è raccogliere 50 milioni entro il 2029, da investire «a supporto delle scuole del Paese da Nord a Sud, consolidando così il dialogo virtuoso tra pubblico e privato in particolare nei settori produttivi in cui più forte è il fabbisogno non soddisfatto di competenze professionali»;

   il Ministro interrogato ha parlato di «grande alleanza tra pubblico e privato» per rendere il sistema scolastico «sempre più competitivo»;

   competizione, eccellenza, capitale umano: sono alcune delle parole più volte utilizzate nel corso della presentazione. Ma la scuola dovrebbe essere orientata a promuovere lo sviluppo della persona, il benessere e la crescita collettiva, non dovrebbe puntare all'individualismo e alla competizione;

   è un ulteriore passo verso il processo di aziendalizzazione dell'istruzione: alla base c'è l'idea dell'avviamento professionale come alternativa alla conoscenza. Si subordina la formazione degli studenti alle esigenze delle imprese e si confonde l'istruzione con l'addestramento;

   ciò di cui avrebbe davvero bisogno la scuola italiana è adeguare gli stipendi degli insegnanti agli standard europei; contrastare l'abbandono e la dispersione scolastica; creare le condizioni per consentire ai docenti una didattica più attenta e vicina alle esigenze di formazione umana, culturale e civile; rimuovere, secondo il dettato costituzionale, alcune delle condizioni che limitano, in particolare in alcune aree del Paese, l'effettivo esercizio del diritto allo studio e alla formazione –:

   quali siano gli obiettivi della Fondazione per la scuola italiana, attraverso cui banche e imprese entrano nel sistema di istruzione nazionale, e del relativo protocollo di intesa tra la Fondazione e il Ministero dell'istruzione e del merito, firmato il 24 giugno 2024 contestualmente alla presentazione della Fondazione.
(5-02595)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dal quotidiano «La Repubblica – Torino», la procura di Asti avrebbe aperto una inchiesta, coordinata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, sugli allevamenti che riforniscono di carne bianca i grandi marchi italiani poiché impiegherebbero in nero migranti ospiti nei centri d'accoglienza (Cas);

   in particolare, la denuncia è partita Flai Cgil di Asti. I migranti verrebbero reclutati a gruppi di quattro fuori dal centro d'accoglienza della prefettura, impiegati in nero nella macellazione del pollame e pagati 20 euro in totale, cioè cinque euro a persona, per ogni tir che riescono a riempire di animali asfissiati con il gas, destinati al circuito della grande distribuzione;

   ai lavoratori non sarebbero forniti neppure mascherine e stivali, mentre una volta finito il macello degli animali attraverso il gas, devono incaricarsi anche delle carcasse degli animali scartati e quindi caricarle su un altro tir dedicato che li conduce allo smaltimento;

   le indagini sono state aperte con l'accusa di caporalato e sfruttamento dell'immigrazione clandestina –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intenda intraprendere al fine di porre immediatamente fine a queste pratiche illegali e al contempo garantire condizioni lavorative dignitose al lavoratori indipendentemente dalla provenienza geografica o dal colore di pelle.
(5-02589)


   SCOTTO, GRIBAUDO, FOSSI, LAUS, SARRACINO, GUERRA e ROGGIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   a quasi tre anni dallo spacchettamento della ex compagnia di bandiera, i lavoratori alle dipendenze di Alitalia Sai in A.S. e Alitalia cityliner in A.S. stanno vivendo una situazione di particolare incertezza e difficoltà economica, con 2.259 dipendenti in Cigs a zero ore;

   una condizione figlia anche della scelta del management della newCO di non indicare criteri per la selezione del personale da assumere che riconoscessero la priorità dei lavoratori già in servizio nella ex-compagnia di bandiera;

   una decisione motivata dalla necessità di assicurare una discontinuità aziendale che, in realtà, ha finito per ricadere quasi esclusivamente sui lavoratori e che, secondo alcuni, ha favorito anche pratiche clientelari e familistiche, su cui andrebbero attivate le opportune verifiche;

   molti dei lavoratori esclusi dalla newCo si sono rivolti alla magistratura per vedere riconosciuti i propri diritti, ma gli orientamenti giurisprudenziali sono stati condizionati da iniziative legislative di dubbia legittimità costituzionale, come nel caso delle disposizioni del decreto-legge n. 131 del 2023, finalizzate ad escludere, con efficacia retroattiva, l'ipotesi della cessione del ramo d'azienda ai sensi dell'articolo 2112 dei codice civile e, quindi, la garanzia della continuità occupazionale;

   al riguardo, va segnalata la recente decisione della giudice del tribunale di Roma che ha sollevato eccezione di costituzionalità delle norme in questione;

   la disposizione introdotta al Senato, nel corso dell'esame del decreto-legge n. 60 del 2024 (poi convertito dalla legge n. 95 del 2024), finalizzata ad incrementare le risorse del Fondo di solidarietà del trasporto aereo per assicurare il trattamento integrativo rispetto all'intervento straordinario di integrazione salariale previsto per i suddetti lavoratori, pari al 60 per cento della retribuzione, per quanto positiva seppur tardiva, non supera l'incongruenza che vede, invece, una copertura dell'80 per cento della retribuzione per il restante personale del comparto aeroportuale;

   inoltre, in caso di licenziamento illegittimo ai lavoratori reintegrati in giudizio è riconosciuto un indennizzo massimo di 12 mensilità. Molti ex lavoratori Alitalia nel 2014 e reintegrati anche dopo 5-6 anni, hanno ricevuto la richiesta di restituzione della Naspi dall'Inps, integrata dal Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta), nonché delle prestazioni aggiuntive dell'Fsta che hanno esteso per ulteriori 2 anni gli ammortizzatori sociali stessi;

   così come, con una successione di circolari Inps, ai lavoratori Alitalia in Cigs da oltre 4 anni si sta negando il diritto alla Naspi –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di verificare lo stato di gestione del personale ex Alitalia e assicurare le condizioni per il suo reinserimento lavorativo.
(5-02590)


   BARZOTTI, ALFONSO COLUCCI, AIELLO, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in data 29 maggio 2024 in risposta all'interrogazione in Commissione 5-02445, agli interroganti sono state consegnate le tabelle elaborate dagli uffici tecnici dell'Inps con l'analisi dei dati e delle diverse possibili casistiche in merito al pagamento Tfs e Tfr nel regime generale;

   premettendo quanto già riportato nell'interrogazione citata, si precisa che, ai fini di una più corretta quantificazione dell'impatto finanziario conseguente dalla sentenza n. 130 del 2023 della Corte costituzionale, tale da ricondurre a ragionevolezza la disciplina in materia di Tfs ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, seppure entro un margine di discrezionalità imprescindibilmente attribuito al legislatore, appare utile la ricostruzione dei tempi di liquidazione come differenze, espresse in mesi, tra la data di cessazione dal servizio per qualsiasi causa, e quella del mandato di primo pagamento;

   similmente è rilevante l'importo lordo complessivo di ciascuna pratica, a prescindere dal pagamento in forma rateale, seppure, con riguardo al dato più aggiornato delle liquidazioni del 2023, lo stesso potrebbe essere soggetto a riliquidazione e, pertanto, gli importi medi possano essere soggetti a delle variazioni, tipicamente in aumento;

   stanti le tabelle 2 e 3, circa il numero di pratiche per tipologia dei tempi di liquidazione, nonché la distribuzione per decili dei tempi di liquidazione, sarebbe invero utile sapere quali siano i dati in possesso di Inps, estromettendo i casi di dimissioni, decesso, inabilità, e fine incarico, riportando la cifra della platea ad oggi in attesa di essere soddisfatta nel diritto alla prestazione, nonché distinguendo gli stessi importi nelle singole annualità di relativo sviluppo nel decennio 2024-2033 al lordo e al netto degli effetti fiscali –:

   quali siano i dati in possesso di Inps, come da tabella 1 citata in premessa, con riguardo alle annualità 2024, 2025 e 2026, nonché come distribuzione per singole annualità di sviluppo nel decennio 2024-2033 del numero di pratiche e dell'importo medio della liquidazione al lordo e al netto degli effetti fiscali, distinti per causa di cessazione dal servizio.
(5-02591)

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024 «Politiche attive in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33», nell'idea originaria avrebbe dovuto tendere a rafforzare le misure di sostegno agli anziani non autosufficienti e a porre le basi per un sistema unificato di assistenza alle persone non autosufficienti nonché procedure di accesso ai servizi molto semplificate per tutti gli over 65;

   in particolare, l'articolo 34 del provvedimento prevedeva che con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, fosse nominata una commissione tecnico-scientifica per l'individuazione degli indicatori atti alla definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo, tenuto conto delle disposizioni di cui al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 26 settembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 30 novembre 2016;

   la commissione tecnico-scientifica, quindi, sarebbe dovuta essere nominata entro la fine del mese di maggio 2024 ma, a tutt'oggi, non ce ne è traccia;

   con questo decreto doveva prendere corpo, avviando un preciso percorso, l'impegnativa riforma in materia di politiche a favore delle persone anziane, con particolare riguardo a quelle non autosufficienti;

   invece, non solo a parere dell'interrogante il provvedimento tradisce gran parte degli impegni contenuti nella legge delega ma, come era prevedibile, la legge è lungi dall'essere applicata visto che sono previsti più di venti rinvii a futuri provvedimenti tra cui, appunto, quello relativo all'istituzione della commissione tecnico-scientifica per l'individuazione degli indicatori atti alla definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo –:

   quali siano i motivi che abbiano impedito, fino ad oggi, l'istituzione della commissione tecnico-scientifica per l'individuazione degli indicatori atti alla definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo;

   quali siano i tempi entro i quali verrà istituita la commissione tecnico-scientifica per l'individuazione degli indicatori atti alla definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo al fine di non tardare ulteriormente l'avvio di una riforma tanto attesa.
(4-03112)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta immediata:


   ZARATTI, MARI, ZANELLA, BORRELLI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI e PICCOLOTTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il Documento di economia e finanza non ha previsto risorse aggiuntive, oltre quelle stanziate dalla legge di bilancio per il 2024, per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici del triennio 2022-2024, dove, a fronte di una crescita del costo della vita registrata nel medesimo triennio di oltre il 17 per cento (indice dei prezzi al consumo al 15 per cento), il Governo ha riconosciuto un incremento nominale medio tra personale del comparto e della dirigenza del 5,78 per cento;

   l'ultimo Documento di economia e finanza del Governo ha confermato l'andamento della spesa per il personale dell'ultimo decennio, rimasta invariata rispetto ai livelli del 2011, con costanti riduzioni nei periodi di blocco della contrattazione e leggeri aumenti nominali corrispondenti con la sottoscrizione dei contratti collettivi 2016-2018 e 2019-2021;

   le risorse per la valorizzazione professionale del personale in forza alle pubbliche amministrazioni risultano limitate e costrette da numerosi vincoli che ne impediscono il potenziale, dai tetti di spesa ai fondi per la contrattazione decentrata ex articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017, ai limiti per la spesa del personale degli enti locali ex decreto-legge n. 34 del 2019, passando per le limitate, straordinarie risorse previste per le progressioni verticali in deroga ex decreto-legge n. 80 del 2021;

   le opportunità di modernizzazione e trasformazione del Paese possibili anche grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza rischiano di non essere colte per via della strutturale carenza di organico delle pubbliche amministrazioni, in particolare del sistema delle autonomie locali di maggiore prossimità come i comuni, e per le mancate riforme come per le province dopo il riordino previsto dalla legge n. 56 del 2014 e che si trovano nella condizione di non poter svolgere le ordinarie funzioni amministrative e di servizio alla cittadinanza per carenza di personale;

   l'aumento dell'orario di lavoro che si determina più o meno surrettiziamente attraverso iniziative normative che prevedono benefici fiscali e incentivano le prestazioni orarie aggiuntive o istituti come quello dello straordinario ha conseguenze negative sullo stato di salute e di benessere psico-fisico delle lavoratrici e dei lavoratori –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per individuare le risorse aggiuntive necessarie per un rinnovo contrattuale che garantisca un adeguato incremento del potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e, contestualmente, per sopprimere i tetti al salario accessorio e alla spesa del personale delle amministrazioni pubbliche liberando così risorse e permettere una adeguata valorizzazione del personale attraverso la contrattazione decentrata, procedendo anche alla proroga termini e rifinanziamento delle progressioni verticali in deroga.
(3-01328)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   SPORTIELLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a Roma la situazione dei consultori appare sempre più critica;

   il coordinamento delle assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio ha reso noto che nel Municipio XIII è stata convocata la commissione pari opportunità per chiarire la situazione attuale dei consultori dislocati nel municipio e afferenti all'azienda sanitaria locale Roma 1;

   dalla predetta riunione della Commissione sembrerebbe che siano state confermate le criticità per i due consultori familiari collocati nell'ambito dei presidi sanitari del distretto 13 dell'Asl RM 1:

    un consultorio familiare (Consultorio Tornabuoni) è stato chiuso e non è prevista la sua riapertura a breve termine o ad una data certa: sembrerebbe che ad oggi non sia stato ancora sostituito il ginecologo collocato in quiescenza e l'ipotizzata riapertura dentro la casa della comunità in realtà non terrebbe conto della specificità della natura socio-assistenziale che un consultorio deve avere;

    l'altro consultorio familiare (Consultorio Silveri), invece, non è nelle condizioni di garantire tutte le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie previste dalla legge istitutiva, poiché non è dotato dell'équipe professionale adeguata e non può garantire, ad esempio, la copertura totale delle ore di ginecologia;

    quanto alla carenza del personale necessario, sembra che non vi sia stato riscontro all'apertura della candidatura per sostituire il personale medico ginecologico e altre strade per reclutare il personale necessario sembra non siano percorribili; il consultorio, al momento, non è dunque nelle condizioni di poter garantire la piena erogazione di tutti i servizi, tranne che per il percorso nascita che viene seguito da un ginecologo obiettore di coscienza;

    oltretutto, la struttura che ospita il consultorio Silveri e il servizio tutela salute mentale e riabilitazione dell'età evolutiva (Tsmree), a breve, sarà ristrutturata con le conseguenti e ulteriori difficoltà nell'accesso ai servizi consultoriali;

   in sintesi, come lamentato dal coordinamento delle assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio, Roma sta assistendo ad una ulteriore e rilevante contrazione dei servizi consultoriali e le persone si vedono negato il diritto all'accesso libero, gratuito e di prossimità al consultorio;

   dopo le numerose denunce e mobilitazioni dei mesi scorsi, sollecitate dal battage mediatico conseguente alle note vicende sull'accesso all'aborto sicuro e legale, la Asl RM 1 aveva diffuso generiche rassicurazioni sulla garanzia di tutti i servizi consultoriali, rassicurazioni e promesse che oggi tornano ad essere ampiamente disattese;

   il Municipio XIII di Roma ha circa 134 mila abitanti, al pari di numerose e rilevanti città del nostro Paese (Bolzano, Lecce, Bergamo, Salerno, Ferrara, e altro), e lasciare questi territori privi di adeguati servizi consultoriali, come prevede la legge, significa non garantire cura e assistenza ad un'ampia fascia della popolazione;

   i consultori, istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405, sono servizi socio-sanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari e rappresentano un fondamentale ed imprescindibile strumento per attuare gli interventi previsti a tutela della salute della persona e della donna, più globalmente intesa e considerata nell'arco dell'intera vita, a tutela della salute dell'età evolutiva e dell'adolescenza e delle relazioni di coppia e familiari –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e come intenda garantire, anche eventualmente valutando se sussistano i presupposti per un intervento attraverso i poteri sostitutivi, a tutti i cittadini del nostro Paese di poter accedere ai servizi di prossimità e alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie che i consultori devono poter garantire con un rapporto non inferiore ai 20 mila abitanti per ciascun presidio consultoriale.
(3-01319)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOF. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la trasmissione televisiva «Fuori dal coro», condotta da Mario Giordano, ha avviato una campagna di critiche nei confronti delle Rsa del Veneto, accusando tali strutture di addebitare ai familiari dei pazienti, presunti malati di Alzheimer, una parte della retta che, secondo quanto affermato nel programma, dovrebbe essere interamente a carico del Ssn. Per supportare queste accuse, sono state citate le disposizioni dell'articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2001 e alcune sentenze emesse dalla Corte di Cassazione;

   durante la trasmissione, l'intervista al Direttore dell'Istituto per i servizi di ricovero e assistenza agli anziani di Treviso, durata circa un'ora, sarebbe stata ridotta a brevi segmenti selezionati – a parere dell'interrogante – con l'intento di mettere in cattiva luce sia il direttore che la Rsa;

   analogamente, il dottor Roberto Volpe, presidente dell'Unione regionale istituti della Regione del Veneto, sarebbe stato contattato telefonicamente e il suo intervento sarebbe stato trattato allo stesso modo;

   nel ritenere inaccettabile che le Rsa siano state definite nella trasmissione come «ladri di salute», ci si sarebbe aspettati una presa di posizione del Ministero della salute;

   le Rsa sarebbero ben felici di addebitare direttamente al Ssn le rette, invece che ai familiari, nei casi in cui la cura sanitaria alla persona prevale su quella socio-sanitaria. Questo perché, in tal caso, le Rsa avrebbero la certezza dell'entrata economica. Tuttavia, tale percorso non è attualmente praticabile a causa della mancanza di un'interpretazione chiara e univoca della norma da parte del Ministero –:

   se, a fronte del crescente numero di cause intentate dai familiari contro le Rsa per i parenti affetti da Alzheimer o in gravi condizioni di non autosufficienza, i quali chiedono di non pagare più la retta sostenendo che essa sia di competenza del Ssn, non ritenga urgente un intervento normativo che chiarisca in modo definitivo la questione, anche per evitare che le Rsa si trovino nella situazione di non ricevere il compenso né dai familiari né dal Ssn.
(5-02592)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO e CHERCHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la popolazione dell'isola d'Ischia, che nel periodo estivo annovera anche 350.000 presenze, può contare su un unico plesso ospedaliero situato nel comune di Lacco Ameno: l'ospedale Anna Rizzoli;

   il personale che opera all'interno dell'ospedale Rizzoli, soprattutto il personale sanitario, lavora in una condizione di estrema precarietà a causa della carenza di risorse umane e finanziarie e a causa dello stress e dei ritmi di lavoro conseguenti e che disincentivano a prestare servizio presso l'ospedale;

   le predette condizioni di lavoro sono state verificate personalmente dal primo firmatario della presente interrogazione quando, insieme al sindaco di Lacco Ameno, si è recato presso la struttura ospedaliera a seguito del crollo di una controsoffittatura avvenuto presso l'ingresso principale;

   ad eccezione degli specialisti degli ambulatori che ricevono un incentivo per lavorare in un'area disagiata, il restante personale, proveniente soprattutto dalle aree continentali, ritiene disincentivante lavorare presso l'ospedale Rizzoli poiché non percepisce alcun contribuito o incentivo economico ulteriore per ristorare il disagio derivante dal lavorare presso una struttura ubicata su un'isola con tutte le conseguenti criticità connesse al carattere insulare;

   in data 23 giugno 2024, nel corso del suddetto accesso, è stato possibile verificare direttamente il forte disagio vissuto dal personale e, proprio in quell'occasione, ad esempio, un eccellente professionista della struttura sanitaria, pur al termine della sua giornata lavorativa, è dovuto permanere in servizio per soccorrere un paziente in codice rosso che, altrimenti, non avrebbe usufruito delle necessarie prestazioni specialistiche;

   la nuova formulazione dell'articolo 119 della Costituzione che riconosce ai comuni, alle province, alle città metropolitane e alle regioni l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa e la disponibilità di risorse autonome, fortemente voluta anche dall'associazione nazionale comuni isole minori (Ancim), riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità;

   tuttavia, a fronte delle numerose difficoltà nell'accesso ai servizi essenziali, soprattutto sanitari, riscontrate nelle isole minori del nostro Paese, tra cui Ischia, sarebbe auspicabile rafforzare ulteriormente i presidi sanitari delle isole minori, dotandoli del personale sanitario necessario e riconoscendo ulteriori e specifici incentivi in termini di carriera o economici per il personale che accetti il trasferimento in plessi ospedalieri che non sono ubicati presso la terraferma –:

   se intenda prevedere, attraverso iniziative normative opportunamente finanziate, ulteriori e specifici incentivi in termini di carriera o economici per il personale che accetti il trasferimento in strutture ospedaliere che sono ubicate nelle isole minori ovvero in zone disagiate del nostro Paese;

   se intenda estendere a tutto il personale sanitario un incentivo per lavorare in un'area disagiata, al pari degli incentivi riconosciuti agli specialisti degli ambulatori;

   se intenda valorizzare ulteriormente i presidi ospedalieri delle isole minori, come ad esempio l'ospedale Rizzoli, assicurando le necessarie risorse per incrementare il personale sanitario, affinché non si verifichino più episodi come quelli descritti in premessa che vedono il personale sanitario costretto a permanere al lavoro ben oltre il normale orario di lavoro.
(4-03110)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI, ORFINI, IACONO e BERRUTO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da notizie di stampa che – presso il Ministero dell'università e della ricerca – sarebbe stato istituito un gruppo di lavoro «per l'analisi di adeguati interventi di revisione dell'ordinamento della formazione superiore, al fine di incrementare il livello di efficienza della governance istituzionale, delle logiche di reclutamento e di gestione del personale docente nonché di razionalizzare l'offerta formativa»;

   tale gruppo è stato istituito a poche settimane dall'approvazione in CdM del disegno di legge delega al Governo recante «Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie»;

   in particolare, tale provvedimento recherebbe una delega al Governo in materia di formazione superiore e ricerca;

   il gruppo di cui sopra è costituito da cinque componenti: il prof, emerito di storia contemporanea e editorialista del Corriere della Sera, Ernesto Galli Della Loggia, il prof. Franco Cotana, ordinario di fisica industriale a Perugia, Alberto Mingardi, docente di Iulm ed esponente dell'istituto Bruno Leoni, Maria Teresa D'Alessio, ordinaria di archeologia alla Sapienza, Marcella Gargano, funzionaria del Ministero e Adolfo Scotto di Luzio, professore di pedagogia a Bergamo;

   in merito all'istituzione di tale gruppo non vi è stato alcun confronto con il mondo dell'università e, soprattutto, con il Parlamento;

   in particolare, il Consiglio universitario nazionale per l'Associazione dottorandi italiani ha espresso disappunto per aver scoperto dell'esistenza della istituzione del gruppo da indiscrezioni di stampa e per la modalità cooptativa adottata –:

   quali siano le motivazioni che hanno determinato l'istituzione di tale gruppo, quali siano stati i criteri di individuazione dei suoi componenti e quale missione e indicazioni siano stati assegnati al medesimo, peraltro senza alcun coinvolgimento del Parlamento;

   con quali modalità si intenda consultare il mondo dell'università e della ricerca nelle proposte di revisione dell'ordinamento della formazione superiore, al fine di incrementare il livello di efficienza della governance istituzionale, delle logiche di reclutamento e di gestione del personale docente nonché di razionalizzare l'offerta formativa.
(4-03114)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Peluffo n. 5-02421 del 24 maggio 2024;

   interrogazione a risposta scritta n. 4-03032 del 25 giugno 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Pavanelli n. 5-02540 del 1° luglio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Scotto n. 5-02544 del 1° luglio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Soumahoro n. 5-02559 del 3 luglio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Pastorino n. 4-03070 del 3 luglio 2024.