XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 515 di martedì 22 luglio 2025
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 14.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,15.
La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,15.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Cessazione dal mandato parlamentare di un deputato.
PRESIDENTE. Comunico che in data 21 luglio 2025 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Emiliano Fenu: “Onorevole Presidente, con la presente, desidero comunicarle formalmente di optare per la carica di sindaco del comune di Nuoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Desidero ringraziare tutte le colleghe e i colleghi con cui ho condiviso fino ad oggi un percorso di crescita personale, ma soprattutto di impegno al servizio dei nostri concittadini. Un pensiero riconoscente va a chi ha condiviso con me il mandato da deputato, ma anche a chi, dal 2018, ha condiviso l'esperienza al Senato.
Un saluto speciale alle amiche e agli amici che sono stati al mio fianco - e a cui sono stato vicino - in tanti momenti difficili, ma anche in occasioni di soddisfazione e di gioia. Invito tutti a farmi visita, quando lo vorranno, nella nostra splendida isola e nella mia bella città: saranno i benvenuti.
L'augurio che rivolgo a ciascuno di voi è di continuare a difendere sempre il ruolo, l'indipendenza e le prerogative del Parlamento, e di rispettare sempre non solo le idee degli altri ma soprattutto le proprie. Questo lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto al nostro Paese.
Un caro abbraccio a tutte e tutti.
Firmato: Emiliano Fenu” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Trattandosi di un caso di incompatibilità ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione di dimissioni e della conseguente cessazione del deputato Emiliano Fenu dal mandato parlamentare.
Proclamazione di un deputato subentrante.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Emiliano Fenu, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 2 luglio 2025, ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 4 (MoVimento 5 Stelle), nell'ambito del collegio plurinominale 01 della XXVI circoscrizione Sardegna, risulta essere Mario Perantoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XXVI circoscrizione Sardegna, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Mario Perantoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi oramai ogni settimana chiediamo che il Governo venga in Aula a riferire su Gaza.
Non capiamo fondamentalmente - e vorremmo capirlo - come siamo arrivati a questa letterina di condanna nei confronti di Israele dopo due anni di genocidio, cos'è cambiato tra oggi e ieri. Vorremmo sapere perché non si interviene con sanzioni pesanti nei confronti di Israele e vorremmo sapere come il Governo concili questa “posizioncina” - e lo ribadiamo, nemmeno il minimo sindacale, proprio una lettera che vela di ipocrisia ancora più stomachevole l'atteggiamento del Governo in questi anni - con la posizione del Vice Premier Matteo Salvini che proprio oggi ha ricevuto il premio amicizia Italia-Israele in una manifestazione organizzata, oltretutto, alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi abbiamo ospitato delle persone, basta che andiate a leggere le dichiarazioni che dicono che il lavoro bisogna finirlo, di chi si macchia quotidianamente di crimini insopportabili, di chi affama dei bambini e spara su campi profughi, e abbiamo il Vice Premier che va a ricevere il premio dalle loro mani. Per noi questa cosa è oltre la politica, è oltre qualsiasi tipo di dialettica; qui siamo davvero alla miseria umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Alla miseria umana! E sentiamo il capogruppo della Lega in questo convegno dire che Israele…
PRESIDENTE. Onorevole, stia…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …è un presidio di…
PRESIDENTE. …alla richiesta di informativa, come sa e come ci siamo già detti. Il tema del convegno non può essere raccontato nell'ordine dei lavori.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …solo per dire la posizione politica di un partito di maggioranza, come la Lega che, tramite il suo capogruppo, dice: “Israele è un presidio di legalità”. Ma con quale faccia riuscite a dire queste cose? Ma con quale faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma guardatevi allo specchio, guardatevi allo specchio!
Vogliamo che il Governo venga a riferire in Aula su tutti quei bambini che, ripeto, stanno morendo di fame. C'è una situazione che è oltre l'inimmaginabile. Purtroppo abbiamo, come si dice, liberato la tigre dalla gabbia e ora sarà molto difficile rimetterla in gabbia, però siamo certi di una cosa e questo ci fa star male ancora di più: siamo convinti che tra qualche anno, qualche decennio - quando non servirà più la vostra propaganda - le generazioni future, tutte, indistintamente, condanneranno quello che è avvenuto negli anni Venti a Gaza. E lo faranno tutti, esattamente come ora noi tutti condanniamo quello che è accaduto negli anni più bui della storia.
Però, è adesso che dovete far sentire la vostra voce, è adesso che dovete condannare. È troppo facile stare lì a guardare, a ricevere premi e a fare letterine che non servono a nulla. Agite, perché qui c'è la morte delle persone, c'è un genocidio in corso e ve lo diremo sempre, sempre, sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Ventuno bambini morti di fame nelle ultime 72 ore; 600.000 a rischio di denutrizione, e dunque a rischio della vita.
Oggi come ieri, l'altro ieri e una settimana fa, l'IDF, l'esercito israeliano, ha aperto il fuoco contro i civili in fila per un pugno di riso, per un sacco di farina, per una bottiglia di acqua potabile. Mille morti dall'inizio di maggio. Nella notte l'esercito ha attaccato il campo di Al-Shati: oltre 50 persone morte, non si sa perché. La settimana scorsa, l'attacco alla chiesa della Sacra Famiglia. Non solo la violazione di un luogo religioso, ma un messaggio chiaro: qui nessuno è al sicuro.
La domanda è: che deve succedere più perché qualcuno decida di agire? Signor Presidente, mi lasci correre questa espressione: sono stanco di chi si appella all'intervento della comunità internazionale. È una formula ambigua e dunque vuota.
Cosa vuole fare l'Italia di fronte a tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Lo chiediamo al Governo; e dunque chiediamo che il Governo venga qui. Oltre alle parole sul cessate il fuoco, che azione mette in campo? Le opposizioni lo hanno chiesto da tempo, ma non c'è stata alcuna sanzione, nessun embargo sulle armi, nessuna sospensione del Memorandum militare, né del Trattato Unione europea-Israele.
Signora Presidente, di doppia morale un Paese può anche morire, sicuramente è condannato al declino (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
E oggi la doppia morale è entrata nella Camera dei deputati, con il Vice Presidente del Consiglio che ritira il premio Italia-Israele. Qui, nelle stanze dove è stata scritta la nostra Costituzione, dove l'articolo 11 sancisce il ripudio della guerra. Qui, dove è stata ratificata la Convenzione di Ginevra e ratificato il Trattato che istituisce la Corte penale internazionale. Qui, dove il diritto dovrebbe prevalere sulla prepotenza, la ragione sulla follia delle armi, la costruzione di una nuova coesistenza pacifica sulla logica della geopolitica del caos. Qui, oggi, questo luogo è stato violato e non può essere violato nel nostro nome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Come ho già detto al collega Ricciardi, vi prego di attenervi alla richiesta di informativa urgente al Governo su quello che riguarda, ovviamente, le responsabilità dirette del Governo. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il collega Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signora Presidente. Anche noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, ci associamo alla richiesta di informativa urgente del Governo sulla situazione di Gaza. Ma noi lo faremo sempre, perché vede, signora Presidente - e mi rivolgo anche agli onorevoli colleghi e colleghe -, noi non ci vogliamo assuefare alla logica della morte. Noi non vogliamo che tutto ciò continui ad accadere. E quindi lo chiederemo, ogni qualvolta sarà necessario e utile per le ragioni della vita.
Oggi, un carro armato, anzi, carri armati hanno sparato tra le tende degli sfollati: decine di morti. Ieri, bambini che cercavano acqua e cibo in fila, uccisi. Mille morti dall'inizio di maggio, secondo le Nazioni Unite, tra chi cercava cibo e acqua. Cosa deve accadere affinché l'Italia e l'Europa decidano sanzioni? Siamo anche stanchi delle continue e ipocrite parole del Governo, che dice: cessi il fuoco, si fermi la guerra. Stanno distruggendo tutto, non si fermano davanti a nessuno, nemmeno di fronte ai corpi dei bambini. Ma allora, chiedo io: dov'è l'umanità da parte di questo Governo? Dov'è finita l'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
Non c'è un problema di collocazione politica, signora Presidente. C'è il problema di dire: noi siamo qui, dalla parte della difesa dell'umanità. E dall'altra parte, che cosa c'è? C'è l'orrore! C'è l'orrore, solo l'orrore! Da questo punto di vista, è inammissibile, incomprensibile e inaccettabile, anche da parte dell'elettorato della destra, vedere un Governo inerme, che accetta che bambini e donne, che chiedono cibo, siano massacrati e uccisi dalle mitragliatrici, dalle bombe, dai missili! Perché si deve usare una doppia morale? Da una parte, si approva il pacchetto, giustamente. Io avrei votato le sanzioni sulla Russia, perché chi viola i diritti umani e il diritto internazionale, va sanzionato; e chi, invece, in maniera spavalda e arrogante, fa valere il diritto del più forte, ossia il diritto delle armi, uccidendo civili inermi… Perché Giorgia Meloni non sanziona Israele, rispetto a questa infamia che passerà alla storia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Perché noi passeremo alla storia per quello che non abbiamo fatto. Oggi, francamente - e concludo -, è andato in scena un qualcosa di orribile. Quanto è accaduto oggi, alla Camera, è stata una premiazione oscena; già Salvini ha stretto le mani insanguinate del Premier Netanyahu, che è responsabile di crimini contro l'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Io mi chiedo che cosa debba accadere affinché anche le coscienze che stanno dall'altra parte si sveglino e dicano: adesso basta! Noi, ogni volta, interverremo per dire che le sanzioni, che la revoca dell'Accordo militare tra Italia e Israele è necessario in nome della vita, del diritto e del futuro delle generazioni che verranno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Naturalmente, riferirò al Presidente delle richieste di informativa giunte dai gruppi. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, in realtà, per chiedere un'informativa urgente da parte del Ministro della Salute, Schillaci, sulla opposizione che l'Italia ha espresso agli emendamenti relativi al Regolamento sanitario internazionale dell'OMS. Si tratta di una decisione, una posizione, che fa il paio con l'astensione che l'Italia ha espresso rispetto al Piano pandemico dell'OMS e che porta indietro l'Italia rispetto alla propria capacità di resilienza e resistenza ad eventuali future pandemie, oltre che costituire una chiara e patente violazione del principio di cooperazione internazionale anche in materia sanitaria, che ispira l'ordinamento interno e, in particolare, l'ordinamento costituzionale italiano.
Si tratta di un sovranismo sanitario nazionale, in nome del quale il Governo Meloni rinuncia a essenziali strumenti giuridici multilaterali, fondamentali per affrontare in modo efficace le crisi sanitarie globali. Dai lavori della Commissione COVID, della quale io mi onoro di far parte, emerge con chiarezza, ormai, che lo strumento della profilassi internazionale è essenziale nella risposta alle pandemie. Nessuno sarà al sicuro finché tutti non saranno al sicuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Del resto, l'articolo 32 della nostra Costituzione tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse dell'intera collettività, con ciò scolpendo la duplice dimensione della sanità non solo come sanità individuale, ma anche come sanità collettiva e interesse pubblico. La salute, quindi, sia individuale, sia collettiva, è la precondizione per l'esercizio dei diritti fondamentali dell'individuo, non solo i diritti strettamente attinenti alla persona, ma anche quelli sociali ed economici.
In questo modo, con il Governo Meloni, si assiste ad un pericoloso negazionismo sanitario: quello stesso che porta, oggi, ad una diffusa diffidenza nei confronti dei vaccini e che vede, anche in Italia, l'aumento, ad esempio, dei morti di morbillo e di rosolia. Nel mentre, si è già registrato in Italia un morto per il west Nile virus proprio a Latina; mentre abbiamo avuto, in Italia, ben 83 casi di dengue e 51 di chikungunya. Tutto questo, mentre il Governo Meloni ha definanziato in maniera grave il sistema sanitario nazionale, portandolo al livello del 6,4 per cento del PIL, che è al di sotto del limite minimo di sostenibilità: ben meno 48 miliardi rispetto alla media OCSE europea. E tutto questo, mentre a Marsala si muore nell'attesa di un referto istologico, e così accade a Trapani, a Terni e in tante altre città italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con la Corte costituzionale che ha già dichiarato “bocciato” il cosiddetto decreto “Liste d'attesa” nella parte in cui assegna al Governo il potere di approvare i Piani triennali di fabbisogno del personale regionale. Dunque, l'Italia di Giorgia Meloni trova i soldi da spendere - ben il 5 per cento - nelle spese militari e di guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! L'Italia di Giorgia Meloni farà pagare ben 35 miliardi all'esportazione italiana a causa dei dazi, per la propria irrilevanza internazionale, ma si pone ai margini del sistema internazionale di tutela sanitaria. Venga, signora Presidente, il Ministro, venga in quest'Aula, venga in Parlamento, a chiarire l'isolamento italiano rispetto al panorama internazionale mondiale per la difesa dell'Italia dalle future pandemie. Chiarisca cosa intende fare del sistema sanitario nazionale pubblico, quel sistema che i nostri padri costituenti hanno costruito quale pubblico e universale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci uniamo alla sollecitazione e alla richiesta che ha fatto il MoVimento 5 Stelle e ringrazio il collega per essere intervenuto, perché crediamo di aver assistito ad una scelta gravissima, comunicata qualche giorno fa dal Ministro della Salute, con il rifiuto degli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale dell'OMS, che ha comunicato ufficialmente il respingimento di ogni emendamento. Crediamo che sia un passo irresponsabile, pericoloso e gravissimo, per inseguire una scelta scellerata e in coda dell'Amministrazione Trump: un gesto di chiusura miope e ideologica, che ci allontana sempre di più dall'Europa e dai nostri partner europei, e ci allinea a posizioni negazioniste, populiste, che nulla hanno a che fare con la scienza, con la ricerca, con la scelta corretta che abbiamo fatto durante la gestione pandemica.
Forse non ci sono bastati i circa 200.000 morti o i circa 25 milioni di persone durante la pandemia. Ci stiamo mettendo fuori da un consesso internazionale, come se volessimo dire che l'Italia, da sola, può fare meglio e di più della comunità scientifica internazionale, e meglio dell'OMS. Una scelta davvero sbagliata.
Il rifiuto di questi emendamenti, che mirano a rafforzare il coordinamento internazionale, a rafforzare la capacità di risposta a una pandemia, con la collaborazione, con la trasparenza, con strumenti comuni, crediamo che non sia il modo giusto per affrontare eventuali pandemie; anche perché respingere tutto questo significa, davvero, dimenticare troppo in fretta cosa è successo durante il periodo pandemico.
Parliamo tutti, durante le iniziative; ne parliamo in Commissione, di quanto siano importanti la prevenzione, la vaccinazione, le profilassi, quanto questo sia un intervento imprescindibile e prioritario come investimento per la salvaguardia delle nostre politiche pubbliche, e poi, alle prove dei fatti, invece, il Governo sceglie di isolarsi.
Credo che il Governo debba venire in Aula - e ringrazio anche il collega Girelli, che ha depositato un'interrogazione per il Partito Democratico, a sua prima firma - a spiegare perché stanno portando il nostro Paese verso l'isolamento sanitario, mettendo, quindi, in pericolo la salute dei cittadini. Perché investire in salute significa investire in sicurezza. Qui non si tratta di rivendicare la sovranità nazionale, ma di riconoscere che ormai siamo diventati uno Stato vassallo degli Stati Uniti. È un atteggiamento che respingiamo, che riteniamo miope, pericoloso: non possiamo certamente permetterci di isolarci né, tantomeno, di svendere il diritto alla salute degli italiani e delle italiane. È un diritto costituzionale. Abbiamo un sistema sanitario di eccellenza e smettere di investire in piani pandemici, in piani vaccinali, smettere di investire, ad esempio, nelle battaglie che stiamo facendo, anche per contrastare l'antimicrobico-resistenza, diventa veramente una scelta scellerata.
Alziamo la testa. Chiediamo insieme che il Ministro venga in questo Parlamento a rispondere di questa scelta, che riteniamo sbagliata e che ci isola dal contesto internazionale, sempre più miope, sempre più lontani dai nostri partner europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. È certo che il rifiuto degli emendamenti al regolamento sanitario adottato dall'Assemblea dell'ONU non è un favore reso ai cittadini italiani in giro per il mondo, perché, in presenza di protocolli sanitari difformi dal regolamento internazionale, potrebbero essere sottoposti a quarantene e a controlli. Tutto questo per rifiutare il concetto di emergenza pandemica, senza il quale il bilancio del COVID sarebbe stato molto più grave come perdita di vite.
Noi troviamo che la comunicazione resa dal Ministro Schillaci all'OMS sia veramente un segno - possiamo dirlo tranquillamente - di cecità politica e una concessione, purtroppo, alle posizioni antiscientifiche care all'Amministrazione Trump.
Ricordo anche al Governo presente - per suo tramite, signora Presidente - i tempi vissuti in quest'Aula e ovunque nel mondo. Il nostro pensiero è che questi momenti vissuti, la tragicità di questi momenti, dovrebbero fare in modo che ci siano attimi di riflessione e, magari, perché no, di confronto. Ricordiamo che cosa è successo in Italia, i tanti morti, i sacrifici dei nostri sanitari, ma, forse, questo tempo è troppo passato e il Governo se lo è dimenticato. Certamente, pensiamo che l'Aula debba essere portata a conoscenza di questa decisione, che il nostro gruppo non condivide.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. È successo di nuovo, Presidente. Il nostro Governo, dopo aver baciato la pantofola di Trump sul gas liquido, sul riarmo, sulle politiche ecologiche di riconversione della nostra economia, dopo aver fatto la parte dei “climafreghisti”, dei negazionisti del clima, oggi, il Governo Meloni decide di accodarsi a Trump anche su questioni così cruciali per il futuro del mondo, come sono le pandemie. Lo fa contro ogni evidenza scientifica, lo fa contro la cooperazione internazionale, contro la ricerca. Con una lettera, il nostro Ministro Schillaci comunica al direttore generale dell'OMS che il rifiuto dell'Italia di aderire agli emendamenti al regolamento sanitario internazionale è legato alla sovranità del nostro Paese; gli stessi emendamenti che mirano a rafforzare, appunto, la risposta globale alle emergenze sanitarie, a garantire la trasparenza, l'equità e la rapidità in caso di nuove pandemie. La motivazione è sempre la stessa: la solita retorica sulla sovranità nazionale. Una formula vuota - ci faccia dire - che, nella pratica, significa semplicemente rinunciare a strumenti di cooperazione, a protocolli condivisi, a una rete internazionale che protegge la salute di tutti. Significa che l'Italia può affrontare da sola le prossime crisi sanitarie? Ma siate seri, come se il COVID non ci avesse insegnato proprio nulla.
Questa decisione - ci faccia dire - è miope, è pericolosa, è ideologica, è un atto di chiusura che ci allontana non solo dall'Europa, ma che si avvicina proprio a quelle idee negazioniste e antiscientifiche dell'Amministrazione Trump. È una rottura, è una rottura con la comunità scientifica nazionale e internazionale, con il principio di solidarietà e con il buonsenso.
Per questo siamo qui a denunciare questa deriva, perché - ci faccia dire, Presidente - la salute, come ha dimostrato la pandemia, non ha confini. I virus non bussano, non chiedono permesso, e la vera sovranità è quella di chi protegge le persone, non quella che espone ai rischi. Voi siete pericolosi, lo siete per la salute pubblica di questo Paese e anche di questo pianeta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Io vorrei avvertire, intanto, la Presidenza che, dopo di me, voi non lo avete visto, ma si è iscritto il capogruppo di Forza Italia, Barelli, per intervenire sullo stesso argomento, perché credo che Forza Italia avrà qualcosa da dire rispetto alla scelta del Ministro Schillaci di comunicare che l'atteggiamento del nostro Governo è l'atteggiamento di chi sta lontano dalla scienza e dalle evidenze scientifiche anche su temi così delicati, come quello di costruire un coordinamento che, se non ci fosse stato, Presidente, durante il periodo del COVID, il nostro Paese avrebbe patito molte più vittime rispetto a quelle che ha patito e su cui abbiamo sofferto e pianto tantissimo.
L'idea che si affermi la sovranità nazionale su temi così delicati è un'idea perversa. L'essere intrisi di trumpismo anche su questi temi ci fa tanto male, e noi ci aspettiamo dai colleghi di Forza Italia un supporto e un sostegno a queste tesi, visto che hanno sempre detto queste cose e oggi tacciono di fronte ad un Governo che decide di andare nella direzione opposta.
PRESIDENTE. Stia alla richiesta di informativa, collega Faraone.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). E lo sto facendo, nel senso che è una richiesta di informativa che credo che anche i colleghi di Forza Italia sosterranno insieme a tutti noi.
E in questa richiesta di informativa, Presidente, sinceramente all'informativa affiancherei anche una sfiducia nei confronti del Ministro Schillaci, perché, oltre alla sorpresa per il silenzio del gruppo di Forza Italia, c'è la sorpresa di un medico che, oltre ad essere una persona che in teoria avrebbe dovuto sostenerlo e che prima lo sosteneva, perché io ascoltavo, leggevo quello che diceva Schillaci prima di diventare Ministro e prima di svilire e snaturarsi totalmente, al punto da firmare una lettera che non avrebbe mai firmato in passato, dire cose e fare cose che non avrebbe mai fatto e detto in passato.
Perché Schillaci si è contraddistinto negli anni come una persona che, rispetto ai temi che sono al centro dell'attenzione e della discussione sulla vicenda che riguarda l'OMS e i piani pandemici, ha sempre affermato le cose che stanno affermando oggi i gruppi di opposizione. D'altronde abbiamo un Ministro della Giustizia che ha smesso di essere garantista ed è diventato giustizialista pur di mantenere la poltrona; ora abbiamo un Ministro della Salute che diventa no-vax pur di mantenere la poltrona. Per cui non ci sorprende più nulla, cara Presidente.
Per cui la richiesta di informativa degli altri gruppi è una richiesta di informativa che facciamo nostra, perché crediamo che bisogna spiegare a questo Parlamento le ragioni per cui il Governo è andato in questa direzione. Naturalmente, affianchiamo a questa la nostra totale sfiducia rispetto all'azione di un Ministro che si sta dimostrando assolutamente non all'altezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente delle richieste di informativa giunte dai gruppi.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale (A.C. 2460-A) (ore 14,48).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge 2460-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale.
Ricordo che nella seduta del 21 luglio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2460-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 12-ter.200, che è in distribuzione e in relazione al quale non sono stati presentati subemendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
VITO DE PALMA, Relatore. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti, tranne che per gli emendamenti 6-bis.1000 Nevi e 12-ter.200 della Commissione, sui quali il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2 Raffa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, con questo emendamento a mia prima firma, l'1.2, il MoVimento 5 Stelle avanzava una proposta semplicissima, concreta e di pura giustizia sociale: aumentare da 4.000 a 6.000 euro il tetto massimo di spesa per interessi passivi sui mutui per la prima casa su cui calcolare la detrazione Irpef. Perché chiedevamo questo? Perché negli ultimi anni migliaia di famiglie italiane sono state travolte dalla tempesta dei tassi di interesse. La rata del mutuo per molti è diventata un macigno insostenibile, che erode stipendi e risparmi.
Di fronte a questa emergenza, che tocca il cuore del diritto dell'abitare, il Governo cosa fa? Nulla, resta a guardare. Noi invece proponevamo un aiuto reale. Aumentare la soglia detraibile significa restituire un po' di ossigeno; è un aiuto reale a chi, ogni mese, fa i salti mortali per pagare la casa in cui vive. Non è un regalo, è un dovere sostenere le famiglie in difficoltà. Il problema della copertura finanziaria lo risolvevamo aumentando l'imposta sui servizi digitali, la cosiddetta web tax, portandola dal ridicolo 3 per cento attuale al 15 per cento.
Chiediamo, cioè, che i giganti del web, le multinazionali che realizzano profitti miliardari nel nostro Paese, paghino finalmente le tasse, il giusto. La scelta che vi poniamo è politica: volete continuare a proteggere gli extraprofitti di pochi colossi stranieri o volete aiutare veramente le famiglie italiane a pagare il mutuo? Una risposta che i cittadini capiranno benissimo, perché voi avete scelto di stare dalla parte dei giganti del web e noi invece stiamo e staremo sempre dalla parte dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Intervengo solo per spiegare perché noi, invece, voteremo contro questo emendamento. Capiamo le buone intenzioni, giustissime, di far pagare le tasse corrette a chi opera e fa ricavi nel nostro Paese, tuttavia queste imposte sui servizi digitali, in realtà, non vanno a colpire il problema alla fonte. Questo andrebbe affrontato e va affrontato in sede OCSE, dove purtroppo però gli Stati Uniti si sono tirati fuori da un accordo che si stava per raggiungere.
Quindi, aumentare in maniera notevole, come proponete voi, un'imposta nazionale - tra l'altro, si tratta in molti casi di doppia tassazione, qualcosa che anche altri Paesi, 11 altri Paesi in Europa, hanno tentato di fare - sta creando un ambiente molto frammentato, molto complesso, che poi va a pesare in realtà sui consumatori e non risolve il problema della mancanza di una normativa adatta a tassare questi nuovi tipi di servizio, che non hanno naturalmente la questione della sede fisica, su cui si basa l'intero impianto normativo di tassazione.
Quindi, ripeto, l'intenzione la capiamo, è anche buona, ma non è così che si risolve il problema della tassazione dei servizi digitali. Questo pesa solo sui consumatori, gli stessi consumatori che voi vorreste proteggere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche per noi una precisazione analoga a quella della collega Pastorella. Sia per questo emendamento che per numerosi altri emendamenti è prevista una copertura che, sostanzialmente, si basa sull'aumento dal 3 al 15 per cento dell'attuale web tax, andando in qualche modo a riprendere il secondo pilastro stabilito in sede OCSE. È chiaro che parliamo di una misura che andrebbe affrontata almeno a livello europeo e che peraltro, molto probabilmente, entra in gioco anche nelle negoziazioni con gli Stati Uniti per quanto riguarda i dazi.
Per tutti questi motivi, sia su questo emendamento che anche su altri, che magari condivideremmo nelle intenzioni, ma non nella copertura, o ci asterremo o voteremo contrario di caso in caso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie. Innanzitutto mi verrebbe da dire che, se si è tassato al 3 per cento, come abbiamo fatto noi, si può tassare anche al 15, quindi non capisco il perché di tutte queste remore. Ma le capisco, perché c'è questa sudditanza verso i giganti del web e anche verso l'America per quanto riguarda l'interlocuzione dell'Europa rispetto ai servizi digitali. Qualcuno ha avuto anche il coraggio di dire che i colossi del web potrebbero spegnere la corrente e chiudere i servizi per tutta l'Unione europea.
Adesso credo che non sia degno dell'Unione europea avere questa paura e questa codardia rispetto ai giganti del web, rispetto anche ai dazi americani. Trovo anche poco furbo riuscire ad avvalorare tesi in cui si dice che queste cose non si possono fare. Se un Governo è coraggioso come dovrebbe e vorrebbe essere, sovranista come dovrebbe essere, su questo tema dovrebbe fare una battaglia forte. Ma questo Governo è codardo, perché è codardo…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANTONINO IARIA (M5S). …con i forti e fa sempre il forte con i deboli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà, per un minuto.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Volevo rispondere al collega Iaria.
PRESIDENTE. Ovviamente sempre rivolgendosi alla Presidenza, ma prego.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Sì, poi un giorno me lo dovete spiegare perché non posso parlare con lui che sta qua.
PRESIDENTE. Lo deve chiedere al Regolamento, è previsto così. Io lo applico e basta, collega. Abbia pietà di me. Prego.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Il motivo per cui alcuni di noi, Azione, il Partito Democratico e altri, sono contrari a questo emendamento è che voi, con questa norma, non andate a colpire Bezos. Voi state dicendo che così quello che ha fatto il matrimonio a Venezia, il riccone, paga finalmente di fronte al tribunale del popolo.
Questa imposta colpisce chiunque faccia ricavi con servizi digitali. Anzi, nell'emendamento - non so se ve ne siate accorti -, avete anche tolto il limite dei 750 milioni di euro di fatturato. Cioè, così andate a colpire l'aziendina italiana che vende le sue cose online. Non andate a colpire Bezos e quell'altro. È questo il motivo.
Mi richiamo anche a quanto diceva l'onorevole Pastorella: un conto è, se a livello OCSE, troviamo il modo di far pagare i giganti del web. Segnalo che Trump ha detto: o mi togliete di mezzo questa roba, oppure vi metto il dazio al 50 per cento. E infatti abbiamo tolto di mezzo questa roba, ma questo è un altro problema. Ma se presentate un emendamento del genere, questa non è la riscossa del popolo contro i ricconi. Questa è la tassazione delle piccole aziende italiane che vendono online. Ecco perché votiamo contro.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Raffa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.4 Gubitosa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Noi, con questo emendamento, chiediamo addirittura di più, ossia che l'aliquota imposta sui servizi digitali sia aumentata al 21 per cento, e non già al 15 per cento. Chiediamo di più.
Voglio rispondere ai colleghi, che mi hanno preceduto, rispetto ad alcune statistiche, ad alcuni numeri. I numeri dovrebbero essere incontrovertibili e penso che possano analizzarli anche loro. Tanto per dirne una, con riferimento all'imposta sui servizi digitali, imposta vigente in tutti i Paesi europei: ebbene, l'Italia è il Paese che recupera meno gettito di tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In rapporto al PIL, siamo allo 0,020 per cento nel 2023.
Voglio anche dirne un'altra, se non bastasse questa, rispondendo, tramite lei, al collega Marattin: l'80 per cento dei ricavi conseguiti in Italia dalle aziende che forniscono questa tipologia di servizi è composto da multinazionali che risiedono all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che, quindi, hanno una tassazione di favore e hanno sede in Irlanda, Olanda, Stati Uniti e Gran Bretagna, mentre le nostre aziende, quelle che sono in Italia, sono invece soggette a una tassazione feroce e, tra l'altro, ricevono una concorrenza sleale da parte di queste imprese. Ebbene, votiamo questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.5 Raffa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è una misura di coerenza e di serietà nella lotta all'evasione fiscale, è una battaglia che questo Governo, a parole, dice di voler condurre, però, poi, nei fatti, vediamo risultati veramente minimi, se non nessuno.
La nostra proposta è lineare, perché, per le spese detraibili di importo superiore a 1.000 euro, il beneficio fiscale deve essere riconosciuto solo e solo se il pagamento sia avvenuto con strumenti tracciabili, come carte, bancomat o bonifici, perché la tracciabilità è il più efficace antidoto al sommerso. Legare un vantaggio fiscale, come una detrazione, all'uso di pagamenti elettronici crea un circolo virtuoso, incentiva la trasparenza, fa emergere il nero e garantisce che i benefici vadano a chi rispetta le regole. È una proposta di puro buon senso che non costa un euro allo Stato, ma che, anzi, nel tempo porterebbe a un recupero di gettito significativo. Eppure, anche su questo emendamento, la maggioranza ha detto “no”.
Viene da chiedersi quale sia la vostra idea di lotta all'evasione fiscale: forse quella dei condoni mascherati? La nostra idea è completamente diversa: per noi combattere l'evasione significa creare un sistema in cui chi è onesto è premiato e chi fa il furbo non ha scappatoie. Questo emendamento va esattamente in quella direzione. Bocciandolo, questa maggioranza ha perso un'altra occasione per dimostrare che, sulla legalità fiscale, fa sul serio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Faccio presente che l'onorevole Quartini ha chiesto di sottoscrivere l'emendamento.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Raffa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Gubitosa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 1.7 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Albano, la domanda, gliel'ho posta in Commissione e gliela ripropongo in questa sede: non ho capito cosa stiate facendo. Perché non l'ho capito? Perché non l'abbiamo capito? Perché questo emendamento cerca di sopprimere un intervento normativo che voi fate - udite, udite! - per penalizzare il sostegno alla detrazione fiscale e al rimborso spese e a detassare le spese che le partite IVA - le micro, micro imprese, che sono il tessuto connettivo economico di questo Paese - sostengono quando si recano all'estero. Non ho capito: voi siete il Governo che passerà alla storia per aver utilizzato, in qualsiasi provvedimento, l'espressione made in Italy, per aver denominato così un Ministero e tante altre cose. E dietro questa espressione avete valorizzato un istinto identitario che vi fa definire - o almeno, alcuni di voi - patrioti.
Ora, suo tramite, Presidente, se qualcuno - la Sottosegretaria o i colleghi di maggioranza - avesse, di grazia, la bontà di spiegarci perché state facendo questa cosa, probabilmente io potrei - noi potremmo - anche cambiare idea. Infatti, non riesco a capire per quale ragione a un piccolo artigiano o a una micro impresa che sta cercando di esportare i propri prodotti italiani nel mondo - il made in Italy -, nel momento in cui sostiene spese di rappresentanza, di lavoro - perché un imprenditore, con una partita IVA, non si va a divertire, ma cerca di ampliare il proprio mercato -, queste non gli valgono come costo, non sono costi. Cioè, mi chiedo perché l'imprenditore veneto, che produce mobili o abbigliamento, che si reca in giro per il mondo, per esportare e far conoscere i propri prodotti, e che prende un treno, un aereo, un taxi o trascorre una notte in albergo, non possa caricarli come spese, perché voi immaginate che il made in Italy non si promuova così. Allora, gentilmente - suo tramite, Presidente -, Sottosegretaria Albano, colleghe e colleghi di maggioranza, assumiamo qualche minuto ulteriore di riflessione sul tema.
Accantonatelo e, se non lo volete accantonare, fateci la grazia e la bontà di spiegarci, cioè non tartassateci con questa afonia rumorosa che adottate per ogni provvedimento, dateci una spiegazione del perché di una scelta incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Toni Ricciardi ha chiesto l'accantonamento, quindi chiedo al relatore il parere sull'accantonamento: il relatore è contrario.
Collega Toni Ricciardi, insiste per l'accantonamento? Vuole che lo votiamo? Sì.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.7 Merola, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 33 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 1.15 Merola.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche qui, di solito, nei primi insegnamenti di economia, di fiscalità, di tasse, ti spiegano la differenza tra due concetti: evasione ed elusione. Come sapete, colleghe e colleghi, l'evasione è un reato diretto, immediato: stai rubando tasse allo Stato. L'elusione è la modalità più sofisticata che ti consente, con un artifizio comportamentale, di eludere tasse che avresti dovuto pagare: di solito, per farci capire da chi ci ascolta, per non superare, per non entrare nella soglia contributiva successiva, allora, in un certo qual modo, tu usi uno schema elusivo. Fin qui ci siamo.
Ora noi, con questo emendamento, vi stiamo chiedendo di sopprimere la lettera i), che, sostanzialmente, cosa fa? Cancella o introduce uno scudo da parte dell'amministrazione finanziaria, nella misura in cui va a controllare cosa? È interessante capire cosa va a controllare, perché è un po' lo specchio anche della rappresentazione sociale che noi abbiamo in quest'Aula: in sostanza, i servizi associati tra professionisti, lo dico in maniera semplificata. In sostanza, voi introducete uno scudo per l'amministrazione finanziaria che va a controllare le cosiddette partite di giro o, se volete, colleghe e colleghi, in un linguaggio di strada, il gioco delle tre carte che accade. In sostanza, non è più reato il passaggio di risorse o di utili o di vantaggi incassati da un gruppo di professionisti associati; questo passaggio di risorse - la semplifico -, che determina elusione, non è più reato. Non è più abuso di diritto, attenzione, perché il reato è una consecutio successiva. Allora, mi chiedo: è possibile fare una cosa del genere? E, ancora: è mai possibile che, tra virgolette, il controllato, che allo stesso tempo è il legislatore - ci siamo capiti dove voglio andare a parare -, si costruisca ad hoc una norma affinché l'elusione che pratica e che applica non sia più abuso di diritto?
Allora, anche rispetto a questo, rispetto a queste cose, voi siete il Governo che ha messo mano alla delega fiscale, che è un momento importante, perché, nel momento in cui tu metti mano alla delega fiscale, stai dicendo ai cittadini che governi: stabiliamo un nuovo patto di rapporto tra di noi, per cui io ti chiedo delle tasse e ti spiego come utilizzo queste tue tasse per garantirti servizi, ergo per garantire i tuoi diritti. È un momento altissimo della democrazia ed è anche un momento di alta responsabilità politica. Tuttavia, il problema dove sta? È che, nel momento in cui il legislatore, il Governo immagina, con i buoni propositi - aggiungo -, di trovare e di riscrivere una cornice quadro del rapporto tra Stato e cittadini e, quindi, la fiscalità e, quindi, il discorso delle tasse - e, come tutti sappiamo, non è che le persone siano felici e contente di pagare le tasse -, poi ti ritrovi, all'interno della solita postilla nascosta, dei vantaggi oltremodo, sempre e comunque per i soliti noti. Pertanto, da questo punto di vista, noi vi chiediamo di votare a favore della soppressione della lettera i) di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 1.17 Gubitosa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento 1.17, a prima firma Gubitosa, che vi apprestate a respingere, affrontava un dramma silenzioso che si consuma ogni giorno nel nostro Paese: l'impossibilità per i più poveri di curarsi. Oggi le detrazioni fiscali per le spese sanitarie sono un diritto che esiste solo sulla carta per milioni di persone: penso ai lavoratori dipendenti con redditi bassi ovvero quelli sotto i 15.000 euro l'anno, i cosiddetti incapienti, perché, pagando poche tasse o nessuna, queste persone non riescono a recuperare neanche un euro delle spese che sostengono per farmaci, visite mediche, ticket sanitari.
La nostra proposta era semplice, concreta e di pura giustizia sociale: trasformare per loro la detrazione in un rimborso diretto, un cashback trimestrale, accreditato direttamente sul loro conto corrente per le spese sanitarie registrate con la tessera sanitaria. Non un bonus, non un'elemosina, ma la restituzione di un diritto, un aiuto immediato, che non costringe ad aspettare un anno per un conguaglio fiscale, che per loro non arriverà mai. Sarebbe stata una misura sperimentale, un segnale di attenzione e di civiltà verso chi è più fragile, verso chi oggi è costretto a scegliere tra comprare le medicine e fare la spesa. La vostra bocciatura è un atto di profondo cinismo: avete negato un aiuto concreto a chi ha più bisogno, dimostrando che la tutela della salute, per voi, è un lusso per chi se lo può permettere, non un diritto universale garantito dalla Costituzione. Noi continueremo a batterci per un fisco e uno Stato che siano davvero al servizio della salute di tutti e non solo di alcuni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il collega Quartini chiede di sottoscrivere l'emendamento 1.17 Gubitosa.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà, per un minuto.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento del collega Gubitosa, perché credo che questa sia veramente una straordinaria occasione per il Governo. È vero, è sperimentale, ma ci darebbe l'opportunità, finalmente, di cancellare il divario tra i diversi livelli sociali, tra chi è più benestante e si può permettere un'assicurazione sanitaria, ad esempio, che gli consenta il rimborso diretto delle spese sanitarie sostenute e chi, invece, non ha questa fortuna di essere benestante e, addirittura, deve scegliere tra fare una visita medica specialistica oppure pagare le bollette di casa, pur lavorando. Questa è una opportunità straordinaria che vi diamo, in via sperimentale, e veramente non comprendo il motivo per cui il Governo non voglia coglierla. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo, ovviamente, di sottoscriverlo. Io credo che, seppur in via sperimentale, sarebbe stata un'ottima occasione per questa maggioranza per aiutare le situazioni di reddito basso. Qui si parla di famiglie con redditi inferiori ai 15.000 euro, a cui si dovrebbe garantire un rimborso, tramite cashback trimestrale, delle spese sanitarie che sono costrette a fare, spesso nel privato, a causa delle lunghe liste d'attesa. Abbiamo 4 milioni di persone che rinunciano per questo e voi evidentemente, classisti come siete, vi rifiutate di andargli incontro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Pellegrini e Carotenuto per sottoscrivere; Baldino per sottoscrivere, me lo aveva forse già detto.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Alifano. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento torna al centro il tema delle detrazioni per i canoni di locazione. Ebbene, noi chiediamo la possibilità di ottenere un rimborso per i lavoratori dipendenti che si trovano fuori casa, fuori dal comune di residenza, per motivi di lavoro, piuttosto che la detrazione. Quindi, chiediamo che vengano addirittura - è una cosa che avanziamo e che speriamo venga accolta - rimborsate queste somme.
Io penso che, oramai, è sotto l'occhio di tutti l'esodo che in questo Paese si sta verificando, soprattutto per le giovani generazioni; è un tema che riguarda soprattutto loro. Nel biennio 2023-2024 - questi sono dati Istat, che mi preme citare - sono stati 241.000 i trasferimenti di residenza: un numero notevole. Certo, molti sono rientrati nel loro luogo di origine, ma tanti sono restati lì e tanti non chiedono il trasferimento di residenza; sono spesso giovani che cercano migliori possibilità di lavoro o addirittura che cercano proprio il lavoro. La mobilità interna, di per sé, non è un fatto negativo. Lo diventa quando si traduce in una compressione del tenore di vita.
Questo, purtroppo, avviene anche in virtù della diminuzione dei salari in termini reali. Mi preme rammentare che, negli ultimi quattro anni, c'è stata una diminuzione di 8 punti percentuali della media dei salari in termini reali. Quindi, questo si traduce inevitabilmente - mi riferisco soprattutto ai giovani - in un restringimento delle loro possibilità di acquisto e del loro tenore di vita in genere.
Questo, poi, è un tema che riguarda soprattutto i ragazzi e le ragazze della mia terra, del Sud. Infatti, mentre il Nord resta sempre attrattivo, il Mezzogiorno continua a registrare una dinamica interna negativa. Io penso che non abbia senso parlare di decremento demografico, se ne è parlato nelle ultime sedute in Aula, dell'allarme che è stato lanciato sul tasso bassissimo di natalità - parliamo di 1,18 nati per coppia nel 2024, il tasso di natalità più basso di sempre -, dell'allarme che, quindi, viene lanciato anche per quello che riguarda gli scenari futuri, in ordine alla possibilità di pagare le pensioni, tra l'altro. È uno dei temi che sicuramente bisognerà affrontare, ma credo anche abbastanza presto, e non ha senso parlare di questo se non si sostiene il reddito delle giovani generazioni.
Allora, a questo punto, credo sia necessario un cambio di rotta e cominciamo con l'approvare questo emendamento, che va proprio nel senso di aiutare i giovani, quelli che devono mettere su famiglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se la collega consente, sottoscriverei l'emendamento e direi due cose. Allora, qual è lo stato dell'arte in questo Paese? Salari bassi, difficoltà di avere dei vantaggi rispetto ai costi che si sostengono, ma soprattutto, colleghe e colleghi, nell'ultimo ventennio è in atto un processo del quale nessuno parla mai. Noi sempre più - tolte qualche rare, rarissime eccezioni - stiamo assistendo alla territorializzazione degli atenei universitari.
In un'epoca che ormai sta diventando sempre più distante, ero uno studente universitario e si assisteva ancora a una mobilità tra regioni. Io ho studiato in una università, a Napoli, nella quale venivano a studiare dal Nord; ma non venivano a studiare dal Nord semplicemente perché, probabilmente, il costo della vita era più basso. No, venivano per la qualità dell'insegnamento che veniva erogato.
Ora, noi abbiamo atenei collocati nelle principali città, alcune eccellenze internazionali che sono collocate nelle città più importanti del Nord Italia - Milano, Torino e quant'altro -, dove obiettivamente, oggettivamente, il costo della vita è più alto. E, allora, che cosa fa questo emendamento? Offre la possibilità di utilizzare i costi sostenuti per la formazione universitaria, cercando di garantire e sollecitare quell'elemento che la Repubblica è riuscita a garantire almeno per mezzo secolo e che oggi, purtroppo, non è più in grado di garantire, ovvero l'ascensore sociale.
Per decenni - per decenni - la politica ha raccontato alla società la necessità che i figli o i nipoti di una società operaia, di lavoratori o lavoratrici, dovessero accedere ai livelli massimi della formazione affinché, attraverso quella formazione, potessero accedere all'ascensore sociale e, quindi, immaginare di vivere una condizione economica, sociale e lavorativa diversa dalle generazioni che li avevano preceduti. E non sfuggirà a nessuno che siamo a oltre un decennio di discussione, a partire dagli anni Duemila, in merito al fatto che in questo Paese si inizia a riflettere sul fatto che chi verrà dopo vivrà peggio di chi è stato prima, cosa che non accadeva mai.
Allora, rispetto a questa cosa, credo che questo emendamento sia di buonsenso e credo che sia proprio attraverso questo tipo di procedura emendativa che noi tutti, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, riusciamo a dare anche piccoli segnali all'opinione pubblica, piccoli segnali a quelle famiglie.
Guardate, colleghe e colleghi - e chiudo -, che si moltiplicano sempre di più i nuclei familiari nei quali i genitori ti dicono: mio figlio, mia figlia è brava, ma le borse di studio sono talmente basse, le condizioni economiche sono talmente scarse, che purtroppo mia figlia o mio figlio dovranno rinunciare al percorso universitario.
E, allora, noi siamo dinanzi a questa scelta qui e, rispetto a questa scelta, io credo che non ci sia appartenenza che tenga, ma ci debba essere lo spirito collettivo delle legislatrici e dei legislatori, affinché si offrano soluzioni possibili ai problemi atavici ai quali assistiamo quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 1.19 Alifano. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Signora Presidente. Ancora una volta con questo decreto fiscale la maggioranza dimentica le fasce più deboli della popolazione, quelle alle quali noi del MoVimento 5 Stelle pensiamo; pensiamo forse un po' meno ai giganti del web, ma pensiamo al ceto medio e alle fasce più deboli della popolazione, quelle che hanno patito il morso dell'inflazione.
È una forma di tassazione occulta e proprio per questo estremamente iniqua. Colpisce tutti, anche perché l'aumento dei prezzi si è riverberato soprattutto sui prezzi dei generi di prima necessità e delle forniture energetiche. Lo dicevo già prima: i salari sono diminuiti di 8 punti percentuali in termini reali. La gente guadagna, i lavoratori dipendenti guadagnano molto meno rispetto a qualche anno fa, ma oltre a ciò - e mi rivolgo, tramite lei, alla Sottosegretaria Albano che vedo in Aula - c'è una svista, di cui abbiamo parlato in Commissione più volte, che è stata fatta nell'ultima legge di bilancio - chiamiamola svista - e parlo per l'appunto della trasformazione del cuneo da contributivo a fiscale.
Che cosa ha determinato questo? Ha determinato che i contribuenti che hanno un reddito tra gli 8.500 e 9.000 euro si sono visti tagliare il trattamento integrativo. Parlo di 1.200 euro annui. Gente che comunque già lotta non per vivere, ma per sopravvivere. Tra l'altro, non sono pochi - come veniva sottolineato dalla maggioranza a più riprese - perché, da calcoli fatti dall'INPS, si tratta di ben 266.000 persone, lavoratori dipendenti che hanno un contratto annuale tra i 5.000 e i 10.000 euro. Tra l'altro, il 71 per cento di questi lavoratori sono donne, e questo la dice lunga su come va l'andamento dell'occupazione femminile in questo Paese: le donne continuano a lavorare poco e ad essere visibilmente sottopagate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi con questo emendamento vogliamo rimediare a questa “svista” e aspettiamo, per l'appunto, che il Governo e questa maggioranza possano dare riscontro a quanto più volte, a più riprese il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha sottolineato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere a nome del gruppo del PD l'emendamento 1.19 Alifano.
PRESIDENTE. Il gruppo MoVimento 5 Stelle sottoscrive. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 1.20 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'emendamento 1.21 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Alifano. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Prima parlavamo di un inciampo che è stato fatto nella legge di bilancio. C'è un altro inciampo, che è l'esito della delega fiscale. Bisogna premettere, già l'abbiamo detto prima, che la pressione fiscale - questi sono dati Istat - è aumentata nel 2024 di 1,2 punti percentuali. Quindi, altro che diminuire le tasse! Le tasse aumentano, la pressione fiscale aumenta. Questo avviene non solo in ragione del fiscal drag, quindi della morsa inflazionistica di cui parlavamo prima, che finisce per riverberare i suoi effetti negativi su tutte le fasce della popolazione, segnatamente su coloro che hanno redditi meno elevati, ma anche e soprattutto nei confronti della classe media. Infatti, proprio a questi mi riferisco con questo articolo aggiuntivo.
Ebbene, nonostante le aliquote stabilite dalla delega fiscale siano tre, nella realtà dei fatti le aliquote marginali effettive - mi riferisco a uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio - sono cinque e la tassazione più elevata è quella relativa allo scaglione compreso tra i 32.000 e i 40.000 euro. Quindi, finendo in quello scaglione si sconta una tassazione più elevata, che è addirittura pari al 56,18 per cento. Superato quello scaglione, paradossalmente, l'aliquota diventa regressiva, quindi nello scaglione successivo tra i 40.000 e i 50.000 euro l'aliquota diventa pari al 43,68 per cento. Questi non sono dati del gruppo MoVimento 5 Stelle, ma, come dicevo prima, sono dati redatti dall'Ufficio parlamentare di bilancio. Quindi, di fatto il ceto medio è quello che viene più tartassato, almeno qualora trasmuti i propri guadagni in uno scaglione, in un livello di reddito superiore, per quello scaglione paga più tasse. Con questo emendamento noi chiedevamo di ampliare, proprio con un'attenzione al ceto medio, la seconda aliquota e portarla, invece che a 50.000 euro, com'è attualmente, a 65.000 euro. Torno a ripetere che la nostra attenzione, l'attenzione del gruppo MoVimento 5 Stelle, è per il popolo invisibile delle piccole partite IVA, per i lavoratori dipendenti, per la classe media e, anche e soprattutto, per coloro che - ahimè - patiscono minori guadagni e si trovano ai margini della società (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Gubitosa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo è un po' una fotocopia rispetto a quello precedente, solo che ha due varianti. La prima è che si rivolge a tutti i contribuenti con redditi non superiori a 15.000 euro, invece che ai lavoratori dipendenti, quindi la platea si amplia. La seconda è che sono previste anche delle coperture economiche. Resta la questione della sperimentazione per un anno. Vedete, noi abbiamo circa 6 milioni di persone che rinunciano a curarsi nel Servizio sanitario nazionale pubblico e sono costrette ad andare nel privato; 4 milioni di queste manco riescono a curarsi, rinunciano alle cure per gli alti costi e da questo punto di vista, chiaramente, rappresentano un vulnus importante rispetto alla capacità che l'articolo 32 della Costituzione riesce a garantire.
Ecco, credo che da questo punto di vista anche la Consulta ha bocciato il decreto Liste d'attesa proprio in virtù di una incapacità che questo Governo e questa maggioranza hanno di legiferare in tal senso. Noi, come MoVimento 5 Stelle, riteniamo che la sanità vada riportata alla centralità dello Stato, vorremmo modificare il Titolo V della Costituzione; voi volete declinarla ulteriormente a livello regionale, laddove la sanità diventa un vostro bancomat per consensi e per i vostri affari.
Da questo punto di vista, credo che questo emendamento sia assolutamente di buonsenso: si cerca di evitare il classismo che genera tante disuguaglianze e si cerca di fornire ai redditi bassi un aiuto per poter permettere loro di curarsi, semplicemente questo. La vostra pervicacia nel vostro classismo determina naturalmente un disagio enorme. Qui non si riesce a capire se vi interessa riuscire a intervenire rispetto alla povertà, che riguarda 6 milioni di persone in questo Paese, o se, invece, ve la volete prendere con le persone che sono povere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.03 Gubitosa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.08 Raffa. Ha chiesto di parlare la collega Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, la maggioranza e questo Governo, con la scure della revisione delle detrazioni, stanno colpendo indiscriminatamente il ceto medio, ma c'è un ambito in cui questa politica diventa particolarmente odiosa: quello delle spese per la salute e per l'istruzione. Il nostro emendamento mira a proteggere da questa tagliola una categoria specifica di spese, quelle sostenute dalle famiglie per i minori o i maggiorenni con diagnosi di disturbo specifico dell'apprendimento.
Chiedevamo che queste spese fossero escluse dal meccanismo che taglia le detrazioni per i redditi più alti. Parliamo di strumenti compensativi, di supporti didattici e di aiuti indispensabili per garantire il diritto allo studio e la piena inclusione di ragazzi che hanno solo bisogno degli strumenti giusti per esprimere il loro potenziale. Per lo Stato e per le famiglie queste non sono spese, sono investimenti sul futuro. Eppure la vostra riforma le tratta come un lusso da tagliare. La vostra risposta, anche in questo caso, a questo emendamento, è stato un “no”.
Avete deciso che si può fare cassa anche sulla pelle delle famiglie che affrontano quotidianamente le difficoltà legate ai disturbi specifici dell'apprendimento. È una scelta che rivela una profonda insensibilità sociale. Noi crediamo, al contrario, che un fisco giusto debba essere un fisco che protegge, che include e che non lascia indietro nessuno, a partire dai più giovani e dai più fragili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, chiedo di sottoscrivere questa proposta emendativa e vorrei sottolineare anche un aspetto: in questo decreto non c'è niente di fattivo che vada incontro ai problemi che riguardano le persone con disabilità. Io non so se avete chiaro quanto le persone con disabilità abbiano delle difficoltà anche in termini di fiscalità. Gli stessi contributi che vengono dati spesso vanno a rientrare nel reddito pro capite che loro hanno: è una cosa che non è accettabile.
Credo che questo emendamento almeno andasse in quella direzione. Invito l'Assemblea a riflettere sul fatto che ogni provvedimento che noi dovremmo fare dovrebbe tenere a mente che ci sono delle persone con disabilità, e su queste…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANDREA QUARTINI (M5S). …andrebbe creato tutto il nostro apparato legislativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.08 Raffa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.09 Raffa. Ha chiesto di parlare la collega Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento ha l'obiettivo di salvare dalla mannaia dei tagli alle detrazioni fiscali le spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica. Parliamo dei cosiddetti bonus edilizi, misure che, al di là delle storture che noi stessi abbiamo denunciato e corretto, hanno rappresentato, però, un volano per l'economia, per l'occupazione e la transizione ecologica del nostro patrimonio immobiliare.
Ora, con la vostra riforma, anche queste detrazioni vengono ridotte per una vasta platea di contribuenti: una scelta miope e contraddittoria. Da un lato, parlate di sostenere il settore delle costruzioni e di promuovere l'efficienza energetica, dall'altro, però, penalizzate fiscalmente proprio i cittadini che investono in quella direzione. Con questo emendamento noi chiedevamo coerenza, chiedevamo di non depotenziare uno strumento che, se ben regolato, è fondamentale per ammodernare le nostre case e renderle più sicure e sostenibili.
La vostra bocciatura è un segnale negativo per un intero settore e per le famiglie che avevano programmato investimenti. È la dimostrazione che, ancora una volta, alla visione strategica preferite i tagli lineari, senza valutare l'impatto economico e sociale delle vostre decisioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.09 Raffa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.010 Raffa. Ha chiesto di parlare la collega Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. C'è una misura che più di altre qualifica il grado di civiltà di un Paese: il sostegno alle persone con disabilità. E c'è un emendamento, che è questo, la cui reiezione grida vendetta. Con questa proposta chiedevamo una cosa semplice e doverosa: escludere le spese per l'eliminazione delle barriere architettoniche dalla scure dei tagli alle detrazioni fiscali. Montascale, rampe e bagni accessibili, non stiamo parlando di optional o di spese voluttuarie.
Stiamo parlando di interventi che restituiscono dignità, autonomia e libertà di movimento a milioni di nostri concittadini, stiamo parlando di un diritto fondamentale. E voi cosa avete fatto? Avete equiparato queste spese a una qualsiasi altra detrazione, sottoponendole agli stessi tagli. Questa è una vergogna, è la dimostrazione plastica di come la vostra idea di giustizia sociale sia solo uno slogan vuoto. Non si fa cassa sui diritti dei più deboli, non si risparmia sull'inclusione.
Bocciando questo emendamento avete mandato un messaggio terribile, che per voi l'autonomia delle persone con disabilità è un costo che si può tagliare. Noi da questa visione ci dissociamo con tutta la nostra forza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANTONINO IARIA (M5S). Sì, grazie. Questo è veramente un emendamento importante e dà anche la cifra di come ragioni questo Governo, perché riuscire a mantenere le detrazioni per le persone con disabilità, per eliminare le barriere architettoniche, è un segno di civiltà. È un segno di civiltà che aiuterebbe molte persone, ma, più che altro, aiuterebbe anche a riuscire a far vivere in maniera dignitosa molti di questi nostri concittadini che vivono in case vecchie e per i quali queste diventano ostacoli insormontabili, ostacoli che non permettono loro, magari, di uscire di casa per giorni, per settimane.
Non è nemmeno un costo così eccezionale per lo Stato andare a ripristinare queste detrazioni. È soltanto una questione vergognosa del vostro Governo, che cerca di fare cassa, fregandosene degli ultimi, fregandosene delle persone in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Per sottoscrivere, se la collega Raffa lo consente, a nome del gruppo di Azione, l'emendamento e per invitare il Governo e l'Aula a una riflessione su questo tema. Parliamo di importi veramente poco pesanti sull'insieme del quadro economico che stiamo valutando oggi, e invece sono iniziative che contribuiscono a cambiare la vita delle persone.
Come è stato detto, si tratta di presidi essenziali, montascale, bagni per persone con disabilità e altri interventi che, peraltro, hanno un'utilità non solo per le persone con disabilità, ma, come avviene con altri interventi di riqualificazione, per l'evoluzione in un'ottica di accessibilità e universal design di tutte le nostre città e di tutti i nostri piani urbanistici.
Per questa ragione ci dispiacerebbe molto se, come immagino, questo articolo aggiuntivo venisse bocciato, perché, invece, può veramente dare un valore che va al di là delle posizioni politiche e irrobustire di un aspetto piccolo per questa norma, ma invece importante per le persone e le famiglie che ne verrebbero toccate (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, anche a nome del Partito Democratico, questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Stessa cosa l'onorevole Quartini, a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.010 Raffa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.025 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.025 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01003 Zanella.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Faccio un appello a quest'Aula, visto che ha preso una decisione, se non storica, molto rilevante alla fine della nostra lunga traversata nella finanziaria dello scorso anno.
Mi appello a chi ha fatto cambiare già allora il giudizio e il parere al Governo: che lo faccia ancora, però per prendere finalmente un provvedimento urgente. Questo articolo aggiuntivo riassume alcune proposte depositate in Parlamento per rivedere la cosiddetta “Airbnb economy”, quel fenomeno che ha desertificato interi quartieri, sequestrato anche l'intero patrimonio immobiliare in alcune zone delle nostre città e ha reso più difficili gli affitti, soprattutto gli affitti stagionali, brevi, gli affitti per i lavoratori, per gli studenti, per quei soggetti che sono costretti a vivere, per motivi di lavoro o studio, in queste città. Noi vi chiediamo semplicemente una cosa: di regolamentarlo, di trovare un equilibrio.
Noi non vogliamo sottrarre queste seconde case, donate, magari, dai genitori con il duro lavoro di una vita, che vengano messe sul mercato. Vogliamo, però, dire anche che la cedolare secca non è una legge iscritta nelle tavole, è un'agevolazione fiscale. Allora, un conto è dire la cedolare secca sulla terza o la quarta casa, perché si mettono a disposizione, magari, di famiglie bisognose, di giovani coppie, di chi ha bisogno per motivi di lavoro e studio. Allora, si dà l'agevolazione sul patrimonio proprio perché venga rimesso in un destino sociale. Ma io la dico in modo molto semplice: ma che senso ha dare un'agevolazione fiscale sulla terza e la quarta casa? Ma chi ha addirittura 5 case messe sulle piattaforme Airbnb, non sarebbe giusto che aprisse un'attività?
Noi ve lo ve lo diciamo così, sommessamente: non sarebbe giusto ridefinire le aliquote? Va bene, decidiamo che, sulla prima casa, se si mette su Airbnb, no. Allora, arriviamo a dire: no la prima, quella che è donata dai propri nonni, o la seconda casa. Va bene. Ma siete d'accordo o no che non ha senso continuare a dare la cedolare secca sulla terza e la quarta casa? Volete regolamentare o no questo mercato? È un mercato che sta espellendo la nostra gente dalle nostre città. Noi vi chiediamo un gesto di coraggio, facciamo un appello: facciamolo, abbiamo già presentato un ordine del giorno alla finanziaria, però, poi, se non cambia nulla, se addirittura incentiviamo tutto questo, non cambierà mai. Allora, è già difficile - l'avete visto - ragionare con gli oligarchi del web, con chi fattura miliardi e miliardi e non ci paga neanche le tasse, perché lì dentro c'è pure una bolla speculativa. Sì, andate a guardarle. Ma mi volete dire che tutti pagano la tassa di soggiorno? Ma mi volete dire che la gran parte di queste piattaforme non sono gestite da altrettante piattaforme che hanno preso spesso gli utili di questa vicenda, anche della cedolare secca, per fare un ulteriore business?
Ecco, a tutti voi facciamo questo appello perché queste idee non rimangano lettera morta, perché questo articolo aggiuntivo potrebbe cambiare la storia di tanta gente a cui bisogna dare un segnale, una risposta e, soprattutto, bisogna dire che la casa non è qualcosa di inaccessibile, soprattutto dentro le nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01003 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.028 Raffa.
Ha chiesto di parlare la collega Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Mentre in quest'Aula discutiamo di fisco, fuori c'è un'Italia che fa i conti con un carrello della spesa sempre più caro. L'inflazione sui beni alimentari continua ad essere una tassa occulta che colpisce soprattutto le famiglie a basso reddito, i pensionati e i precari.
Di fronte a questa emergenza, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo, una misura chiara, diretta e immediata: abbiamo proposto di azzerare l'IVA su un paniere di beni di prima necessità, come pane, pasta, latte, farina, olio, frutta, verdura, fino alla fine del 2026. Un intervento che avrebbe abbassato subito i prezzi di questi prodotti, dando un sollievo tangibile a milioni di famiglie. Un aiuto concreto per non dover più scegliere se comprare il cibo o pagare una bolletta. E dove abbiamo trovato le risorse? Ancora una volta, dai giganti del web. Abbiamo proposto di portare l'imposta sui servizi digitali dal 3 al 16 per cento, chiedendo un contributo equo a chi, anche durante la crisi, ha continuato a macinare profitti stratosferici, pagando tasse irrisorie.
E per rispondere ai colleghi che non condividono la nostra proposta di aumentare la digital tax, volevo chiarire che la digital tax nazionale è la risposta alla mancata attuazione del Pilastro 1, ovvero la web tax, del provvedimento OCSE del 2021, che è la global minimum tax. Il problema è che, a livello internazionale, per raggiungere un accordo, tutti i Paesi, compresi gli Stati Uniti, che hanno tutto l'interesse a tutelare gli interessi di questi colossi digitali, devono essere d'accordo per applicare questa web tax. Il problema del diritto internazionale sta proprio qui: oltre all'accordo di tutti i Paesi, deve esserci anche la serietà da parte di questi Paesi, perché possono sempre, in qualsiasi momento, ritirarsi dall'accordo e far decadere il tutto. Per questo molti Paesi, sia UE che extra UE, si sono dotati di una digital tax nazionale, per un senso di equità e di giustizia sociale. In Italia la digital tax è pari al 3 per cento, ma un Paese, per esempio, come la Germania, il mese scorso, ha imposto l'aliquota al 10 per cento e altri Paesi stanno ragionando sull'aumento dell'aliquota.
Sono soltanto scelte politiche. Per questo, noi chiediamo di aumentare la digital tax, perché noi preferiamo aiutare i cittadini in difficoltà, piuttosto che agevolare i colossi digitali e sottostare ai desiderata del Presidente Trump. La vostra risposta qual è? Sempre un “no” secco. Avete preferito lasciare intatti i privilegi fiscali delle multinazionali e, allo stesso tempo, avete negato alle famiglie italiane un aiuto fondamentale per affrontare il carovita. È una scelta politica precisa, che noi contestiamo con forza. La vostra priorità non è il carrello della spesa dei cittadini, ma la cassaforte dei colossi del web (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Carmina. Ne ha facoltà, per un minuto.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Mi preme sottolineare, con riferimento a questo articolo aggiuntivo, quanta sia l'ipocrisia di chi dice di volere il bene delle classi sociali più disagiate, rispetto a un'inflazione che galoppa sempre di più e un carrello della spesa sempre più gravoso, soprattutto per chi ha redditi bassi, ma non pensa a un'esenzione per gli alimenti e i beni di prima necessità.
Come esempio per tutti, per dire quanta discrepanza ci sia fra la realtà e la propaganda elettorale, basti ricordare la diminuzione dell'IVA sulle aste d'arte, notoriamente frequentate da chi ha il salario bassissimo. Quindi, l'IVA lì si porta al 5 per cento e si raddoppia invece per i pannolini, per il latte in polvere e i beni di prima necessità.
Abbiate, per una volta, considerazione della povera gente, della gente che vede la diminuzione del proprio reddito, e votate favorevolmente a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANTONINO IARIA (M5S). Sì, grazie. Prima è stato erroneamente detto che, se aumentiamo la web tax in Italia, danneggiamo le nostre imprese che operano con riferimento a questo tema, sui servizi digitali. Allora, la Germania sta facendo la stessa cosa: sta andando a creare un problema alle proprie aziende che investono sui servizi digitali? No. Semplicemente ha fatto un ragionamento, magari un po' più coraggioso di quello che potrà fare questo Governo, su questo tema.
Il tema dei servizi digitali è importantissimo. Noi andremo verso un nuovo futuro che sarà tutto in un ambiente digitale, ed è per forza di cose che vanno tassate queste imprese, perché avremo sicuramente una società diversa.
E, perdonatemi, queste imprese vivono anche utilizzando i nostri dati; noi forniamo del valore a queste imprese, ma questo valore non ci viene restituito nella giusta compensazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano, a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto.
ENRICA ALIFANO (M5S). Sì, grazie. Con un emendamento precedente, tra l'altro, ugualmente chiedevamo una tassazione dei servizi digitali, anche per poter aumentare - lo chiedevamo proprio con un emendamento a mia prima firma - la detrazione per i canoni di locazione. Ovviamente, questo emendamento è stato respinto.
Eppure i dati, signora Presidente, sono la miniera, la ricchezza del futuro. Noi abbiamo una visione dell'economia che è proiettata, non dico verso il futuro, ma verso il presente. Invece, questo Governo e questa maggioranza guardano a un fisco che è del secolo scorso. È impossibile non pensare di tassare queste nuove forme di ricchezza, è assolutamente impossibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Morfino sottoscrive. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.028 Raffa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo all'esame dell'articolo aggiuntivo 1.01002 Zaratti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. La superficie agricola gestita in Italia in biologico è in grande crescita negli ultimi anni. Addirittura, ha raggiunto il 18,7 per cento dell'intera superficie agricola, il che fa dell'Italia il Paese d'Europa che ha la più grande vastità di territorio agrosilvopastorale adibito a biologico.
A fronte di questo dato, bisogna anche considerare che negli ultimi anni anche gli operatori biologici nel nostro Paese sono cresciuti: sono più di 92.000 in questo momento, quindi è un comparto economico assolutamente fondamentale per la nostra economia agricola. Di questi 92.000, 82.000 sono piccole aziende agricole, che in gran parte - devo dire - sono gestite da giovani.
La cosa che invece sta accadendo è che il volume delle vendite del biologico nel nostro Paese ha avuto una flessione del 3,3 per cento. Una flessione importante, se comparata ai dati che vi ho appena dato. Questo è dovuto al fatto che l'inflazione, il caro vita che c'è stato nel nostro Paese - anche se qualcuno continua a dire che non c'è stato e che non è vero - ha determinato una contrazione dei consumi e ovviamente i prodotti biologici, che sono esenti da pesticidi chimici, ma che contemporaneamente ovviamente sono più cari degli altri prodotti agricoli, hanno subito una contrazione significativa.
Io penso che sia nell'interesse generale del Paese sostenere questo comparto e dal punto di vista generale, perché è una garanzia della difesa della salute dei cittadini e delle cittadine. È un comparto, in agricoltura, che ha una capacità di innovazione, anche dal punto di vista tecnologico, maggiore degli altri settori dell'agricoltura e che vede tanti giovani impegnati, che crescono e che vogliono lavorare in questa direzione, recuperando il territorio agricolo e destinandolo a un'impresa economica importante, che sta dentro gli obiettivi strategici che il Paese si è dato.
Ecco, da questo punto di vista, bisognerebbe sostenerlo in modo concreto, perché ho sentito che nella recente assemblea di Coldiretti, proprio ieri, si lamentava lo scarso contributo dell'Europa nei confronti del comparto agricolo italiano, perché c'è la volontà di tagliare i contributi della PAC. In questo contesto, però, è necessario pure che il nostro Paese faccia qualcosa di più, che faccia un qualcosa che aiuti la nostra agricoltura, quella biologica in modo particolare, le 82.000 imprese che ci sono nel Paese e le decine di migliaia di operatori che lavorano in questo settore. La strada migliore è quella di abbassare l'IVA per i prodotti biologici, sani, a un'aliquota del 4 per cento.
È un contributo importante che rilancerebbe questo comparto, e che darebbe ovviamente la possibilità a tante persone, a tanti giovani e a tante aziende di sviluppare l'attività in questa direzione.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01002 Zaratti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.032 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.032 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.033 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Vede, questo articolo aggiuntivo è molto importante, perché pone al centro del dibattito una piaga sociale, che sono le disuguaglianze, e un tema che non dovrebbe avere colore politico, cioè il tema dell'equità sociale.
Però, per spiegarlo, penso che dobbiamo fare qualche passo indietro e tornare a qualche mese fa, quando da parte di tutte le forze politiche (maggioranza, opposizione, tutti i partiti), ci fu un grido, per una volta almeno apparentemente condiviso, di indignazione. Di cosa sto parlando? Sto parlando dello scandalo - perché non possiamo che definirlo così - dello stipendio milionario dell'amministratore delegato (per fortuna, non più tale) Tavares di Stellantis. Perché ci eravamo indignati tutti? A parole, nelle interviste, in Commissione, sui giornali, in quest'Aula. Perché? Perché guadagnava un sacco di soldi, troppi, portando risultati pari a zero, anzi negativi, perché ha depauperato il nostro sistema italiano industriale del mondo dell'auto. Mentre lui andava via con una valigetta di soldi, piena di milioni di bonus per questi fantastici risultati, gli stipendi degli operai di Stellantis continuavano a essere non solo troppo bassi, ma decurtati, perché la maggior parte - come purtroppo sappiamo - stanno in cassa integrazione.
Allora voi direte: che c'entra? C'entra! C'entra perché questo divario folle, che ha scandalizzato tutti, ci ha chiesto di fare un passo avanti come politica. Altrimenti, cosa deve fare la politica? E allora cosa abbiamo fatto? Con questo emendamento proponiamo una soluzione e diciamo di dare un segnale politico al di fuori di qui, alla società, a chi lavora, a chi si spacca la schiena e non arriva a fine mese, ossia che, in un Paese normale (non servirebbe quello che stiamo facendo, ma non viviamo in un Paese normale), deve esserci un tetto; un tetto per cui - come ci insegna Olivetti, di cui il Ministro Giuli ama riempirsi la bocca, ma poi non è conseguente dal punto di vista valoriale - deve esserci un massimo tra quanto prende il vertice di un'azienda e quanto prende, invece, il dipendente, quindi la media di quello stipendio. E noi qui proponiamo un tetto di 1 a 25. Ora, voi direte: un tetto obbligatorio? No, perché sappiamo che non siamo tutti d'accordo su un tetto obbligatorio probabilmente. Io ho seguito il dibattito: molti esponenti si sono esposti a favore e hanno detto: “bè, sì, una premialità è giusta!”. Allora qui diciamo di dare una premialità sull'Ires perché, se la politica non dà questi segnali, mi chiedo cosa debba fare la politica. Noi stiamo dicendo che, con un incentivo sull'Ires, chi come imprenditore sceglie l'equità come valore, sceglie l'equità sociale come un elemento da portare nella sua azienda noi lo riconosciamo, come Stato, e gli diamo un incentivo. E non è che ci possiamo nascondere dietro il fatto che sia utopia, perché non è utopia. Non solo l'ha fatto il grande Olivetti - e l'ha fatto 1 a 10, neanche 1 a 25 -, ma all'estero e anche oggi in Italia ci sono aziende che già lo fanno: Banca Etica ha un rapporto massimo di 1 a 6. E il tema non è solo Stellantis, è un tema reale che esiste ogni giorno.
Io voglio portarvi un dato: negli anni Ottanta, in Italia, i top manager guadagnavano circa 45 volte lo stipendio di un operaio. Sapete a quanto stiamo oggi? Lo sapete? A 649 volte. Allora, forse è necessario fare qualcosa; allora, forse è necessario intervenire; forse è necessario che la politica prenda in mano la situazione e dia qualche segnale.
Tramite lei, Presidente, mi rivolgo ai colleghi e alle colleghe: il parere è negativo, però chi schiaccia il bottone è chi sta seduto in questi banchi. E allora, schiacciando il verde, dicendo “sì”, si decide anche da che parte stare. Noi vogliamo un Paese in cui il merito venga premiato, ma non diventi un alibi per dare il via a diseguaglianze, a differenze che sono sostanzialmente immorali. Noi vogliamo un Paese in cui crescano i salari di tutti e tutte. Lo sappiamo, l'abbiamo capito che siete contrari al salario minimo. L'abbiamo capito che per voi la fiscalità è Robin Hood al contrario, cioè prendete sostanzialmente da chi non ha e date a chi, invece, ha già.
Abbiamo anche capito - ma vi abbiamo fermato come opposizione - che non volevate neanche aiutare i dipendenti a recuperare i vecchi stipendi e per fortuna non è successo; abbiamo bloccato questa cosa. Non provate a ripresentarla ma, almeno su un principio di equità premiale, non obbligatorio, non potreste dare un segnale là fuori e, giusto per una volta, schierarvi dalla parte giusta?
Perché, Presidente - e chiudo -, poi non è che si può andare ai cancelli delle fabbriche e dire: “noi stiamo con voi”; poi non è che si può venire qui a urlare e indignarsi quando si trovano queste sperequazioni; poi non è che si può andare fuori e dire: “no, noi tuteliamo i lavoratori e la dignità del lavoro”; bisogna essere conseguenti, quindi, bisogna schiacciare verde (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Carotenuto lo sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per motivare il nostro voto di astensione, anziché quello contrario - che, se dovessimo rimanere alla forma della proposta emendativa, saremmo portati a dare - perché comunque riteniamo che i temi toccati siano rilevanti: sia il tema della proporzionalità tra gli stipendi e gli emolumenti all'interno della stessa azienda, che il tema della premialità per le aziende in futuro, laddove queste siano virtuose. Riteniamo, altresì, che tenere assieme questi due aspetti richieda un esame di una complessità maggiore.
Indubbiamente quello citato è un elemento di interesse, per quanto attiene alla definizione di un concetto di virtuosità di un'azienda, ma deve abbracciare numerose altre dimensioni di sostenibilità; d'altro canto, la premialità, forse, non va agita in prima battuta su una riduzione dell'Ires nel momento in cui avessimo composto questo complesso paniere di elementi che indicano la virtuosità sostenibile di un'impresa, ma può essere uno degli elementi su cui valutare in futuro la premialità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Carotenuto. Pensavo volesse solo sottoscrivere. Prego, ne ha facoltà, per un minuto.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Sì, a titolo personale, perché trovo veramente incredibile che questo Parlamento non si occupi della questione o, almeno, non trovi un modo per offrire altre soluzioni a quello che è un problema talmente evidente, come ha ben spiegato la mia collega Appendino poco fa. Non possiamo, infatti, lasciare al libero mercato tutte le libertà, la possibilità agli imprenditori - che spesso ricevono anche tanti aiuti di Stato - di arricchirsi senza limiti sulle spalle dei lavoratori che, magari, sono lavoratori poveri, come troppo spesso accade in questo Paese. Ci vogliono dei limiti. E penso che questo Parlamento debba assumersi con urgenza la responsabilità di intervenire per calmierare questo fenomeno che è assolutamente inaccettabile e deprecabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.033 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01000 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01000 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.1001 Bonelli.
Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. La proposta emendativa Bonelli - che abbiamo sottoscritto - fa un appello a tutti voi. Vi ricordate il lodo CR7? Il cosiddetto emendamento Ronaldo? Qualcuno, qui, se lo ricorda? Era un emendamento che, senza copertura finanziaria, introduceva, di fatto, agevolazioni fiscali con un'idea, secondo me, malata - non me ne abbiano i colleghi ordoliberisti che stanno al centro di questa quest'Aula - per cui, dopo il profit shifting, dopo l'elusione fiscale, dopo tutto quello che avete sentito e visto nel mercato globale della finanza, l'idea è che noi dobbiamo attrarre i miliardari che non hanno vissuto 9 dei 10 anni precedenti nel nostro Paese, per farla semplice, e li attraiamo non facendo pagare loro le tasse.
Ma spieghiamo bene come funziona: Cristiano Ronaldo, che era un multimilionario, invece di pagare 40, 57 milioni di euro di tasse, ha pagato - credo - meno di 100-200.000 euro. Qualcuno disse: eh, ma ce ne saranno tantissimi come lui, che verranno a svernare qui, nel nostro calcio ormai malato e - come vedete, basta vedere qualche competizione mondiale - messo male anche dal punto di vista dei nostri vivai, delle primavere, ma soprattutto della Nazionale.
Cosa è successo nel frattempo? Che il mercato vi ha fatto vedere che era una stupidaggine perché, dopo il Qatar, poi è arrivata l'Arabia: ci saranno sempre petrodollari più convincenti dell'elusione delle tasse. Nel frattempo, noi abbiamo incamerato meno tasse perché ci sono tanti multimilionari, ma ci sono anche tantissimi giocatori che prendono quelle stock option, che prendono quegli stipendi e, di fatto, non pagano le tasse.
Allora, io ve lo chiedo: a distanza di qualche anno possiamo ancora ammettere che i nostri lavoratori paghino le tasse, le paghino tutte, e c'è qualcuno che con i nostri soldi, con i soldi delle pubblicità, con i soldi del mercato del calcio, che comunque paghiamo noi, che pagano i lavoratori che vanno ogni giorno a vedere le partite, che vanno ogni domenica e che spendono parte del proprio stipendio per quella vicenda lì, sarà normale, dicevo, che questi multimilionari non paghino le tasse in Italia? Per far cosa, poi? Per comprare gli immobili.
Sapete cosa ha fatto Ronaldo e che cosa fanno tutti quelli? “Ma vengo qui per qualche anno, ma perché devo pagare un affitto? Ho talmente tanti soldi che mi compro mezza Milano”. Metà delle cose di cui si discute oggi, lasciate perdere un attimo le vicende del salva-Milano, delle polemiche politiche, quello che hanno detto le vicende giudiziarie, ma guardate cosa succede nei nostri centri. Ci sono multimilionari che con i fondi si prendono tutto. Si prendono tutto e sbattono, come vi dicevo, fuori dai nostri centri la gran parte della gente che vive e che lavora.
Allora, volete tornare indietro sì o no su questa vicenda? Era una follia, non ha portato più soldi a questo Stato. Ha portato gli stessi giocatori che avremmo avuto anche senza questa norma, ma semplicemente si sono fatti i comodi loro. Ecco, vi chiedo di riflettere, vi chiedo di riflettere e immaginare se questo è un sistema che vogliamo. Cioè che ogni Paese faccia la concorrenza per prendere questi “Paperoni”, così, per qualche anno, per non fargli pagare le tasse e vivere nel Belpaese a spese nostre, a spese di chi le tasse le paga davvero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01001 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo all'emendamento 1-bis.1000 Grimaldi. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.1000 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo all'emendamento 2.1 Merola. Ha chiesto di parlare il deputato Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 2 che stiamo esaminando introduce delle modifiche alla disciplina della riportabilità delle perdite fiscali dei soggetti Ires. Le lettere a) e b) che il nostro emendamento si propongono di abrogare obbligano a decurtare dal patrimonio netto delle aziende un ammontare pari al doppio dei conferimenti o dei versamenti effettuati negli ultimi 24 mesi.
L'articolo 2, alle lettere a) e b), determina sostanzialmente una sorta di rovesciamento logico. Quindi trasforma quello che è notoriamente un presidio antielusivo in un meccanismo incredibile, che punisce chi intende ricapitalizzare la propria impresa. È una previsione che non evitiamo di chiamare addirittura aberrante perché parte da un equivoco di fondo. La cassa immessa dai soci, come è noto, non genera plusvalori latenti. Quindi, neutralizzarla addirittura due volte equivale, di fatto, a fabbricare un ostacolo fiscale insormontabile per aziende che, spesso in cerca di rilancio, cercano di rafforzare il proprio capitale.
È una scelta arbitraria perché non esiste una modellizzazione economica che giustifichi il fatto che si usa un moltiplicatore 2. Peraltro, introduce un elemento assolutamente aleatorio nelle operazioni straordinarie perché la stessa operazione straordinaria rischia di essere profittevole o meno a seconda della cronologia dei versamenti effettuati, e questo trasforma il diritto tributario in una specie di roulette normativa.
Infine, ponendo un freno, di fatto sproporzionato, all'utilizzo delle perdite pregresse, la norma viola un principio costituzionale - questo lo abbiamo detto in Commissione e temo che sarà oggetto di impugnativa - perché costringe un'impresa a sopportare un sacrificio fiscale del tutto agganciato dai flussi di ricchezza che effettivamente questa azienda produce.
Le conseguenze macroeconomiche di questo disincentivo sono molto gravi e vanno, secondo me, valutate attentamente, e non sono state valutate in maniera corretta. Infatti, nel momento in cui chiediamo alle piccole e medie imprese di patrimonializzarsi per sostenere la transizione digitale o anche l'internazionalizzazione, piuttosto che la transizione generazionale, infliggere un tale sovraccosto equivale a spingere queste imprese o a delocalizzarsi o, peggio, a rinviare investimenti, direi quasi obbligatori, che invece le renderebbero concorrenziali sul mercato nazionale e internazionale.
La norma di cui parliamo non merita nemmeno un maquillage di natura tecnica, sebbene nel prossimo emendamento proporremo almeno una minima modifica, ma va estirpata dal provvedimento per restituire coerenza e praticabilità al sistema.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'emendamento 2.2 Merola.
Ha chiesto di parlare il deputato Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siccome, come sappiamo, in Commissione non c'è stato verso di convincere la maggioranza e il Governo a comprendere l'aberrazione rappresentata dalle lettere a) e b) dell'articolo 2, con questo emendamento almeno cerchiamo di mettere un cerotto per evitare che l'applicazione di questa norma provochi danni più gravi. Il nostro suggerimento, la nostra richiesta è quella di sostituire il riferimento al doppio del valore, a quello del mero valore nominale dei conferimenti.
In questo modo compiamo, immaginiamo, un passo essenziale verso la neutralità, perché un euro versato dai soci continua a valere comunque un euro, non due centesimi in meno, né tre centesimi in più e né, evidentemente, una possibile penalità raddoppiata. Questa modifica restituisce dignità al principio di uguaglianza perché due imprese che compiono lo stesso versamento saranno fiscalmente trattate allo stesso modo, senza discriminazioni che scaturiscono da un coefficiente che, di fatto, è stato inventato a tavolino.
E poi c'è una questione di certezza giuridica, perché questa correzione servirebbe a smontare in anticipo contenziosi che, come è stato detto in Commissione, come è stato ripetuto più volte al Governo, appaiono inevitabili.
Questo moltiplicatore fantomatico per 2 potrebbe soccombere dapprima davanti alla nostra Corte costituzionale per violazione dell'articolo 53 e poi, molto presumibilmente, a Bruxelles per un conflitto palese, un contrasto palese con i principi di proporzionalità e, soprattutto, di libertà di stabilimento. Evitare questa deriva sarebbe opportuno per impedire milioni di euro di costi legali, e poi, soprattutto, un'incertezza normativa che, in questo momento storico, con le problematiche che colpiscono il nostro sistema imprenditoriale, non fa certamente bene.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2. Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo all'emendamento 3.1 Alifano.
Ha chiesto di parlare la collega Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Allora, questo articolo 3, in astratto, potrebbe essere anche condivisibile, però noi ne chiediamo la soppressione. Perché? Perché, in concreto, potrebbe avere un effetto distorsivo, perché potrebbe portare alla creazione di bad company in cui scaricare tutti gli esuberi lavorativi. Perché a questo potrebbe tendere e non tenere conto dei decrementi occupazionali delle società collegate nel calcolo, che la legge prevede, del costo ammesso in deduzione per le nuove occupazioni.
Quindi, che cosa succede? Potrebbe succedere questo: io assumo nella società vivace, vitale, e sposto gli esuberi nella collegata, che poi, ovviamente, finiranno così. Questo, ovviamente, è un effetto che potrebbe verificarsi; ovviamente noi lo paventiamo e, per tale motivo, chiediamo la soppressione di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'emendamento 6-bis.1000 Nevi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.1000 Nevi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 30).
Passiamo all'emendamento 8.11 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento all'articolo 8 noi proponiamo di mantenere il regime fiscale agevolato previsto dalla legge n. 398 del 1991 per le formazioni e associazioni politiche, sindacati, associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche, associazioni di datori di lavoro, nonché enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti. Sottolineo che, senza tale modifica normativa che proponiamo, questi soggetti che in base al codice del Terzo settore non possono entrare nel Terzo settore, dal 1° gennaio 2026 si troveranno nell'impossibilità di accedere al regime semplificato e forfettario previsto dalla citata legge n. 398 del 1991.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.03 Bonetti e 8.04 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Prego.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa noi vogliamo applicare l'esenzione IVA per le prestazioni assistenziali, sociali ed educative a tutti gli enti del Terzo settore, quindi includendo così anche quelli aventi natura commerciale. Proponiamo anche di estendere a tutte le imprese sociali il regime di aliquota IVA ridotta al 5 per cento per le prestazioni sociali. Con questa proposta si allargherebbe la platea delle organizzazioni soggette all'IVA, incentivando la componente imprenditoriale dell'economia sociale.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.03 Bonetti e 8.04 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.05 Bonetti e 8.06 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.05 Bonetti e 8.06 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.016 Merola e 8.014 Bonetti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa proposta emendativa introduce nel codice del Terzo settore un nuovo comma, il comma 1-bis, all'articolo 84, stabilendo che le iniziative di raccolta fondi promosse dalle organizzazioni di volontariato non costituiscono ai fini dell'IVA né cessioni di beni, né prestazioni di servizi.
Detto così sembrerebbe un tecnicismo, in realtà, è una correzione fondamentale - e sarebbe molto attesa dalle organizzazioni di volontariato - perché va incontro ad attività che migliaia di organizzazioni compiono ogni giorno e grazie alle quali si fa un'attività di sussidiarietà vera rispetto alle fragilità che lo Stato affronta nella gestione delle marginalità.
Oggi il quadro normativo è contraddittorio perché, da un lato, l'articolo 84 riconosce la natura non commerciale della raccolta dei fondi - occasionali intendo -, dall'altro, però, l'assenza di una clausola specifica che disciplini il regime IVA lascia spazio ad interpretazioni, come già successo, da parte dell'Agenzia delle entrate, che a volte ha considerato queste operazioni imponibili, con la conseguenza di obbligare le associazioni di volontariato - che come tutti sappiamo sono costituite da volontari, non da dipendenti - ad aprire partite IVA, gestire registri, presentare dichiarazioni periodiche, quindi sopportando anche oneri e costi sproporzionati.
Quindi, sostanzialmente, stiamo provando a superare un paradosso per cui, ad esempio, chi si trova a vendere magari magliette per finanziare un centro antiviolenza o per l'acquisto di un macchinario di un ospedale rischia di essere trattato fiscalmente come un operatore economico, quando invece sta - come è noto - svolgendo un'attività di mero sostegno solidale. Il nuovo comma, peraltro, ci consentirebbe un allineamento della disciplina nazionale rispetto alla direttiva 2006/112/CE, secondo cui un'attività è rilevante ai fini IVA solo se presenta carattere economico e corrispettivo sinallagmatico, mentre, come è noto, nelle raccolte fondi il contributo del donatore ha chiaramente natura liberale.
La precisazione, cioè questo comma, avrebbe immediatamente tre effetti positivi: il primo, eliminerebbe un carico amministrativo che risulta oggettivamente iniquo, sottrae tempo e risorse che invece dovrebbero essere utilizzate per finalità sociali; riduce il contenzioso, perché rende più chiara anche per l'Agenzia delle entrate l'applicazione della norma e poi, soprattutto, incentiva le donazioni perché supera il dubbio, che molti donatori hanno, quello cioè che l'euro donato finisca per intero per il fine per il quale è stato richiesto e non si perda invece in inutili pressioni di natura fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.016 Merola e 8.014 Bonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.018 Bonetti e 8.020 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.018 Bonetti e 8.020 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 8.022 Bonetti e 8.024 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.022 Bonetti e 8.024 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.026 Bonetti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.026 Bonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.027 Bonetti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.027 Bonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.042 Manzi. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.042 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo all'emendamento 9.3 Merola. Ha chiesto di parlare il collega Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento si inserisce in un ambito di emendamenti che danno l'idea di come questo Governo - credo - non abbia proprio una sintonia precisa con il sistema imprenditoriale italiano, in particolare quello piccolo e medio. Infatti, l'articolo 9, di cui ci stiamo occupando, introduce la cosiddetta inversione contabile, il reverse charge, per i servizi di trasporto, movimentazione merci e logistica e fa una scelta corretta, quella di trasferire l'obbligo di versare l'imposta all'appaltatore committente, sottraendolo quindi ai subappaltatori. È un meccanismo assolutamente lineare, per cui chi riceve il servizio poi integra la fattura e versa il tributo. Peccato che il testo pretende di mantenere, con un inciso finale, la responsabilità solidale dei subappaltatori per l'IVA che il committente magari non versa.
Questo è evidentemente un corto circuito sia giuridico, ma, soprattutto, mi permetto di dire, pratico, perché se la norma del reverse charge qualifica l'appaltatore come debitore d'imposta, imporre ai subappaltatori una garanzia illimitata significa evidentemente violare il principio di proporzionalità stabilito dalla Corte di giustizia. Nessuno può essere chiamato a rispondere di un'imposta che per legge non gli compete più.
Il nostro emendamento evidentemente sopprime, con una semplicità chirurgica, queste poche parole e rende l'articolo 9 meno iniquo e lo fa per tre ragioni essenziali, che sono tre ragioni di buonsenso, onestamente. Fa specie che il Governo e la maggioranza non abbiano ritenuto di aderire alla proposta del Partito Democratico. Primo: c'è un tema di certezza del diritto, perché un autotrasportatore - e ne conosciamo: sono una categoria di soggetti che svolgono vite spesso al limite della sostenibilità, con costi e fatica personale clamorosi - che lavora in subappalto deve sapere ex ante quali sono i propri obblighi fiscali; non può trovarsi, mesi dopo, esposto ad un recupero di IVA che non dipende dalla sua volontà.
Secondo: c'è un tema di concorrenza sleale, perché la responsabilità solidale chiaramente è una barriera all'ingresso per le piccole e micro-imprese, soprattutto di quelle aree dell'Italia, tipo il Mezzogiorno e le isole, che esprimono una maggiore difficoltà nel consentire al sistema imprenditoriale legato alla logistica di stare in piedi a causa dei costi legati alla lontananza, alla mancanza di infrastrutture logistiche e dei costi indiretti che derivano dall'aumento dei carburanti e quant'altro.
E poi ha un'efficacia antifrode, perché il reverse charge serve proprio ad evitare le cosiddette frodi carosello nella catena degli appalti. Gravare i subappaltatori di un'ulteriore garanzia non aumenta il gettito, ma, semplicemente, complica la vita - ripeto - a un gruppo di soggetti che già hanno una vita particolarmente complicata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.1 Gubitosa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 10 di questo decreto non è soltanto un tecnicismo fiscale, ma un principio fondamentale per questo Governo, quello dell'ingiustizia e dell'iniquità. Oggi discutiamo se in questo Paese la legge sia davvero uguale per tutti o se, come purtroppo accade sempre più spesso con questo Governo, esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Il MoVimento 5 Stelle è sempre stato e sempre sarà in prima linea nella lotta all'evasione fiscale. Per questo abbiamo sempre guardato con favore a strumenti come lo split payment, nati con il nobile intento di impedire che l'IVA versata dai cittadini finisse nelle tasche dei furbi anziché nelle casse dello Stato; una battaglia di civiltà che abbiamo sempre combattuto senza guardare in faccia nessuno.
Ma cosa fa oggi il Governo con questo articolo 10? Sceglie di guardare in faccia - eccome - e decide di abolire lo split payment solo per un club esclusivo e privilegiato: le 40 società più ricche del Paese, quelle quotate nell'indice FTSE MIB; un regalo ai giganti della finanza, un favore a chi ha già le spalle larghe e i bilanci solidi. E per tutti gli altri? Per le piccole e medie imprese? Per gli artigiani? Per i commercianti? Per quella fitta rete di partite IVA che costituisce la vera spina dorsale dell'economia italiana cosa resta? Resta l'obbligo, resta il peso, resta un meccanismo che, come ben sappiamo, drena liquidità e complica la vita. Ecco servita l'Italia dei due pesi e delle due misure: una norma che è per i potenti e un'altra, più dura e più onerosa, per la gente comune.
Non possiamo accettarlo. Non possiamo accettare che un piccolo fornitore di un comune debba continuare a subire un prelievo forzoso di liquidità, vedendosi sottrarre un'IVA che gli spetta, mentre il fornitore di una multinazionale quotata in borsa viene liberato da ogni onere. Questa non è semplificazione, questa è discriminazione. Questa è concorrenza sleale istituzionalizzata.
Il Governo si nasconde dietro a un dito, dicendo che si tratta di un obbligo europeo, ma la direttiva europea indicava la necessità di un superamento graduale del regime, non di creare una casta di privilegiati a tempo indeterminato.
Soprattutto, il Governo omette di dire che oggi, con la fatturazione elettronica che noi abbiamo fortemente voluto e introdotto, lo split payment è diventato uno strumento largamente superato. L'Agenzia delle entrate ha già tutti i dati per controllare in tempo reale i flussi IVA, rendendo questo meccanismo un fardello anacronistico e ridondante. Se il Governo ritiene che lo split payment non serva più per le grandi aziende, perché dovrebbe continuare a servire per le piccole? Forse perché è più facile fare cassa sulla pelle dei più deboli? Noi a questo gioco al ribasso non ci stiamo.
La nostra posizione è chiara e coerente: se una regola vale, deve valere per tutti; se un peso viene tolto, deve essere tolto a tutti. Per questo motivo abbiamo presentato un emendamento soppressivo, il 10.1 Gubitosa, che non si limita a ratificare un privilegio, ma ripristina l'equità.
Il nostro emendamento è semplice: abrogare l'intero articolo 17-ter e abolire lo split payment per tutti. Se questo strumento è diventato obsoleto per i colossi del FTSE MIB, allora lo è per ogni singola impresa di questo Paese. Liberiamo la liquidità di tutte le nostre piccole e medie imprese; semplifichiamo la vita a tutti gli imprenditori onesti, non solo a una ristretta élite.
Chiediamo quindi a quest'Aula di votare a favore del nostro emendamento - una scelta di campo - e decidere se stare dalla parte dei privilegi di pochi o dei diritti di tutti. Noi, come sempre, abbiamo già scelto da che parte stare: quella di un'Italia più giusta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Gubitosa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01 Aiello. Ha chiesto di parlare il collega Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo è molto importante, in quanto riguarda il tema del costo dei carburanti e della tassazione ad essi applicata. In particolare, si parla di IVA sui carburanti, quindi di imposta sul valore aggiunto applicata sui carburanti.
Sui carburanti, Presidente, si consuma un'ingiustizia ai danni di cittadini ed imprese. Infatti, la cosa paradossale e ingiusta, che forse non tutti sanno, è che l'IVA sui carburanti è calcolata non sul costo netto del carburante, così come avviene per qualsiasi altro prodotto merceologico sul quale si applica l'IVA, ma è applicata anche sulle accise. Quindi, abbiamo una tassa sulla tassa, un'imposta sulle accise.
Ebbene sì, avete capito bene, cari colleghi e cari cittadini che ci seguite da casa. Vi trovate ogni giorno a pagare un occhio della testa per poter riempire i vostri serbatoi, quando praticamente siamo di fronte a questa totale ingiustizia, che va addirittura contro i principi europei.
Questo sistema, quindi, è sicuramente un sistema da cambiare. Questa stortura va assolutamente eliminata e, a tal proposito, abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo, con il quale proponiamo la revisione del sistema IVA-accise sui carburanti, proprio al fine di evitare questa doppia imposizione.
L'emendamento infatti prevede l'esclusione dell'accisa dalla base imponibile IVA, con conseguente risparmio sul costo finale per il consumatore.
Il caro carburanti è una spesa che impatta fortemente su famiglie e imprese e se a questo aggiungiamo gli effetti dell'inflazione, il caro mutui, il caro affitti, l'aumento del carrello della spesa e il problema dei lavoratori poveri, ai quali il Governo continua a voltare le spalle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ci accorgiamo che è necessario un intervento in tal senso, volto, cioè, a eliminare che questo costo aggiuntivo e ingiusto gravi su famiglie e imprese. L'approvazione di questo emendamento comporterebbe, infatti, un risparmio concreto e strutturale per le tasche degli italiani. Ad oggi, da parte del Governo, a parte qualche video spot sui social, non abbiamo visto nessuna misura concreta e necessaria volta a ridurre il costo dei carburanti. Viviamo in un periodo in cui la crisi energetica e le tensioni geopolitiche globali hanno spinto i prezzi dei carburanti a livelli insostenibili. In tutto questo, il Governo Meloni ha mostrato una totale inerzia. La riduzione dell'imposizione fiscale sui carburanti è un passo necessario, ma deve sicuramente essere accompagnata da una visione più ampia, strategica, che includa anche investimenti in fonti di energia alternativa, energia rinnovabile, energia sostenibile, una transizione energetica che guardi al futuro senza dimenticare le esigenze immediate dei cittadini.
È ora che il Governo Meloni la smetta di nascondersi dietro promesse vuote e slogan propagandistici recitati in auto o al distributore di benzina: occorrono soluzioni concrete e organiche. Per questo, vi chiedo di accogliere questo mio emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà per un minuto.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Tutti noi ricordiamo le proposte cabarettistiche di Meloni e di Salvini quando, sotto elezioni, promettevano l'abbassamento o addirittura la cancellazione delle accise sui carburanti. Si è trattato, ovviamente, di proposte che hanno fatto breccia sugli italiani; gli italiani hanno dato loro fiducia e loro, per tutta risposta, appena andati al Governo non solo hanno cancellato lo sconto sulle accise che precedenti Governi avevano fatto, ma poi, addirittura, a maggio scorso, se non ricordo male, hanno aumentato le accise sul diesel.
Dopo anni di propaganda, quindi, dopo anni di bugie, in cui sono bravissimi, il collega Aiello presenta questo emendamento che almeno consentirebbe di arrivare a una giustizia fiscale, se non almeno una giustizia dal punto di vista politico, ma io sono sicuro che, visto il cabarettismo e il “fuffismo” che permea questa maggioranza, purtroppo questo emendamento non sarà approvato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle sottoscrive l'emendamento.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01 Aiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo all'emendamento 12-bis.1000 Grimaldi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-bis.1000 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Passiamo all'emendamento 12-bis.1 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-bis.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Passiamo agli identici emendamenti 12-ter.1001 Alifano e 12-ter.1002 Grimaldi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Effettivamente, gli emendamenti approvati all'ultimo minuto in Commissione, magari quelli portati, ovviamente, dalla maggioranza, sono quelli che in genere sono i più significativi ed è stato così anche in questo caso, con questo emendamento a firma del presidente Osnato, il presidente della Commissione finanze.
Con questo emendamento viene riaperta una sanatoria, una sanatoria sul passato per le partite IVA, le quali vorranno aderire al concordato preventivo per le annualità 2025-2026. Dunque, un'ennesima sanatoria con la quale si potrebbero chiudere i conti con il passato e con l'Agenzia delle entrate per tutte le annualità comprese tra il 2019 e il 2023. Mi preme, però, dire che è una premialità allo Sceriffo di Nottingham, che risponde solo a un'esigenza, un'esigenza malcelata ma che poi alla fine emerge sempre dai dibattiti, dai discorsi e da quello che dice la maggioranza.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 16,53)
ENRICA ALIFANO (M5S). Questa verità malcelata è quella di far cassa, di far cassa subito, quanto prima, e quindi si cerca di rendere appetibile un piatto che di per sé è velenoso, attraverso pagelle fiscali e attraverso il ravvedimento speciale. Ravvedersi: un termine mutuato dalla tradizione cattolica, mi viene da dire, cosicché si può transitare nel paradiso della pace fiscale attraverso un abbraccio con un fisco amico.
Ho sentito, anche in discussione generale, qualcuno della maggioranza che ha rimarcato questo che, secondo me, resta un ossimoro: il fisco amico. Come può essere il fisco amico del contribuente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Contribuente e fisco si trovano in una posizione contrapposta: non ci può essere un fisco amico e basta con questa ipocrisia e con questa cattiveria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Secondo me, è una vera e propria cattiveria: il fisco non può essere amico, ma deve essere equo, trasparente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come recita il dettato costituzionale. Questo deve essere e, soprattutto, dovrebbe essere certo nelle sue dinamiche. Basta, quindi, a queste sanatorie e a questi condoni, che sono disorientanti.
Tra l'altro, vogliamo tornare al concordato preventivo biennale? Un vero e proprio flop. Noi aspettiamo i dati di questo ravvedimento speciale e vedremo che, anche in questo caso, si tratterà di una mezza sconfitta per il fisco amico, perché i contribuenti hanno poco oramai da dare: sono stati spremuti fino all'inverosimile, i buoi sono scappati dalle stalle già da tempo e questa maggioranza non ha nessuna intenzione di riacchiapparli; i grandi contribuenti, quelli, la maggioranza non li vede proprio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio, innanzitutto, aggiungere la mia firma a questi emendamenti gemelli e, poi, fare alcune considerazioni.
Sì, non è che non ce l'aspettavamo. Avevamo avuto un po' di fiducia, perché il Governo aveva rifiutato di mettere dentro il decreto legislativo, con cui è andato di nuovo attorno al concordato preventivo biennale, una nuova sanatoria, ma ci ha pensato la maggioranza in Commissione, con l'autorevole voce del presidente della Commissione. Questo è un gioco delle parti a cui siamo abituati: quando c'è qualcosa di un po' “vergognosetto” lo si fa fare in Commissione o in Aula, mentre altrimenti lo si fa direttamente in Consiglio dei Ministri.
La sostanza resta e, cioè, siamo all'ennesima sanatoria. Siamo all'ennesima sanatoria di una platea che è già molto, molto coccolata e vezzeggiata dal fisco, perché i soggetti che aderiscono al concordato preventivo sono in una situazione ideale: possono aderire quando già sanno se gli conviene, in larghissima parte; hanno uno sconto su quello che devono pagare; saltano via dagli accertamenti e, in più, gli viene anche regalata una sanatoria sui cinque anni precedenti. Sanno, quindi, che gli conviene ed è talmente un regalo che persino la norma - anche questa riproposta per quest'anno - pone come limite che almeno mille euro per ogni anno si paghino. Sapete quanto hanno pagato mediamente quelli che hanno aderito alla sanatoria nelle edizioni precedenti?
Abbiamo chiesto i dati, poco tempo fa, in Commissione: hanno pagato 1.300 euro. Quindi, si sono veramente sprecati: hanno pagato 6.700 euro per 5 anni, quindi 1.300 euro circa all'anno. Quindi un regalo enorme, peraltro in una modalità particolarmente innovativa, questa del ravvedimento speciale, perché abbiamo tutte le forme di sanatorie, condoni e definizioni agevolate, chiamate in tanti modi, ma sempre quello è. Questa è particolarmente interessante perché è strutturata in modo tale da agevolare ed essere conveniente soprattutto per quelli che hanno un'evasione molto alta, perché è definita in modo forfetario.
È definita in modo forfetario, una percentuale rispetto a quello che il concordato ti chiede di pagare in più rispetto a quello che avevi dichiarato. Quindi, quanto meno avevi dichiarato, tanto meno ti verrà chiesto e tanto meno pagherai per sanare 5 anni. Ora, nelle stime molto, molto, molto generose della Ragioneria, che pure nella sua relazione ci dice che si tratta di un'operazione molto conveniente per il contribuente - usano loro queste parole, non le uso io -, ci costerà, nei 4 o 5 anni a venire, 337 milioni. Quindi, non una cifra iperbolica, ma 337 milioni credo che sapremmo tutti come meglio spenderli, in un contesto in cui ormai la finanza pubblica si muove su un sentiero stretto.
Quindi, è un'offesa alle persone che pagano, e questo è l'elemento base di tutte le sanatorie; una promessa per tutti quelli che continuano a evadere, che hanno la certezza che ci sarà sempre qualcuno - non sarà Osnato la prossima volta, sarà un altro - che in Commissione presenterà e approverà questo emendamento. Quindi, anche il prossimo anno potranno decidere con tranquillità, perché questa struttura è ormai una struttura a scorrimento. Allora, mi chiedo se veramente non sarebbe il caso di cominciare a pensare a un sistema fiscale in cui, se proprio vogliamo sbragare, sbraghiamo per tutti.
Permettiamo a tutti di pagare se vogliono, quando vogliono, quanto vogliono; poi salta lo Stato, saltano le regioni, saltano i comuni, saltano le province, ma pace, almeno siamo tutti uguali, perché questa è veramente una situazione di un'ingiustizia tale che non si può più sopportare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Oltre a chiedere di apporre la firma all'emendamento della collega Alifano, volevo dire che questo è l'ennesimo tentativo del Governo di ramazzare il fondo del barile. Perché questo provvedimento, questo articolo, in realtà, va a impattare su 2,2 milioni di partite IVA, di soggetti per i quali, rispetto ai 4,5 milioni del precedente concordato, noi non raggiungeremo mai somme importanti. Ma soprattutto si va a stabilire, ancora una volta, che gli scemi pagano le tasse e i furbi aspettano, perché arriverà, prima o poi, un condono, una sanatoria.
Questo Governo ne ha fatti, fra sanatorie e condoni, circa una ventina: questo è proprio il ventesimo condono. Ora, questo è assurdo, perché alla fine, come abbiamo visto nel concordato preventivo biennale, chi è che aderisce per la maggior parte? Quelli che hanno un ISA elevato, quindi quelli che avrebbero pagato comunque. Quindi, andare a dire che ci sarà circa un miliardo di ingressi, quando abbiamo 395 milioni…
PRESIDENTE. Concluda.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). …significa continuare a prendere in giro gli italiani, per cercare di raggiungere quei pochi soldi per fare quell'abbassamento di tasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, chiediamo di eliminare l'articolo 12-ter introdotto dalla maggioranza, perché questa norma non è un semplice tecnicismo, ma è l'ennesimo, vergognoso condono mascherato che questo Governo regala agli evasori, chiamiamolo con il suo nome. Si offre a chi aderisce al concordato preventivo la possibilità di sanare 5 anni di tasse non pagate, dal 2019 al 2023, versando una miseria, un'imposta sostitutiva bassissima sul reddito dichiarato, che viene aumentato in modo ridicolo.
È un insulto a tutti i cittadini onesti, a quei lavoratori dipendenti, a quei pensionati e a quelle partite IVA che ogni anno dichiarano tutto e pagano fino all'ultimo centesimo. A loro nessuno sconta nulla; a chi invece ha evaso, a chi ha nascosto redditi, voi offrite un salvacondotto, un premio. Questo non è un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, questa è la resa dello Stato di fronte all'evasione. È un messaggio devastante che dice: fate i furbi, tanto prima o poi il Governo amico vi perdonerà.
PRESIDENTE. Concluda.
ANGELA RAFFA (M5S). Noi a questo gioco al massacro della legalità fiscale non ci stiamo. Quindi, grazie, Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento soppressivo dell'articolo 12-ter (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento di tutto il gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 12-ter.1001 Alifano e 12-ter.1002 Grimaldi con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'emendamento 12-ter.1000 Ruffino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-ter.1000 Ruffino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'emendamento 12-ter.200 della Commissione. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-ter.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12-ter.01000 Ruffino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12-ter.01000 Ruffino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Passiamo all'emendamento 13-bis.1 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13-bis.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Passiamo all'emendamento 14.1 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 17,04)
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2460-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, in quanto non recante istruzioni o impegni al Governo relativi a specifiche disposizioni del provvedimento in esame, come invece previsto dall'articolo 88, comma 1, del Regolamento, nel testo in vigore dal 1° gennaio scorso, il seguente ordine del giorno: n. 9/2460-A/14 Soumahoro, concernente l'equo compenso dei lavoratori autonomi.
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/1 Congedo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di accompagnare le misure contenute all'articolo 8 con ogni ulteriore opportuna iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, volta a prevedere l'inserimento dello strumento giuridico del trust tra gli enti del Terzo settore, anche allo scopo di consentire l'applicazione delle disposizioni recate dal richiamato articolo 8, rientrando a pieno titolo tra i soggetti iscrivibili all'anagrafe unica delle ONLUS, di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, in quanto ente di carattere privato”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/2 Deidda il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame con l'adozione, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di ogni opportuna iniziativa di competenza, anche limitatamente al periodo 2025-2027, volta alla riduzione dell'addizionale comunale sui diritti d'imbarco dei passeggeri, valutando altresì l'introduzione di un progetto pilota che riguardi in un primo momento la riduzione o l'eliminazione dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco nelle tratte da e per la Sardegna e la Sicilia”.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretaria. Se vuole può rileggere solo la parte che viene effettivamente riformulata, che magari è più semplice e più breve anche per lei.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sugli ordini del giorno n. 9/2460-A/3 Osnato e n. 9/2460-A/4 Testa, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/5 Comaroli, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2460-A/6 Cavandoli, n. 9/2460-A/7 Gusmeroli e n. 9/2460-A/8 Ciancitto, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/9 Patriarca, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/10 Mazzetti, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/11 Ruffino, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/12 Bonetti, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/13 Roggiani, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2460-A/14 Soumahoro è inammissibile.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/15 Matera, il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/2460-A/16 Bonelli e n. 9/2460-A/17 Grimaldi, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/18 L'Abbate, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/19 Donno, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2460-A/20 Raffa, n. 9/2460-A/21 Alifano, n. 9/2460-A/22 Gubitosa e n. 9/2460-A/23 Francesco Silvestri, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/24 Lomuti, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/25 Carmina, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/26 Guerra, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte tutte le premesse, tranne la prima, l'impegno viene così riformulato: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare i fondi di sostegno all'affitto e per la morosità incolpevole”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/27 Furfaro, il parere è favorevole con riformulazione, ossia a condizione di espungere la quinta e la sesta premessa.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/28 Merola, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/29 D'Alfonso, il parere è favorevole con riformulazione, ossia espungere l'ultima premessa e riformulare così l'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/1 Congedo. Onorevole Congedo, accoglie la riformulazione? Colleghi, mi fate un cenno? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/2 Deidda. Onorevole Deidda, accoglie la riformulazione? Accoglie, va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/3 Osnato, il parere è favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/4 Testa.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/5 Comaroli: parere favorevole con riformulazione: va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/6 Cavandoli il parere è favorevole, così come sugli ordini del giorno n. 9/2460-A/7 Gusmeroli e n. 9/2460-A/8 Ciancitto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/9 Patriarca, il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/10 Mazzetti, il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/11 Ruffino, il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Ruffino, va bene? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/12 Bonetti il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
Ordine del giorno n. 9/2460-A/13 Roggiani, il parere è favorevole: va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/15 Matera il parere è favorevole. Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/16 Bonelli, sul quale il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione. Berruto sottoscrive.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/16 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/17 Grimaldi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/17 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/18 L'Abbate: parere favorevole con riformulazione. Va bene? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/19 Donno: parere favorevole con riformulazione. Va bene collega? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/20 Raffa sul quale il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno volevamo accendere un faro su un paradosso tanto grave, quanto inaccettabile. Un vero e proprio cortocircuito creato da questo Governo che, mentre si vanta di tagliare il cuneo fiscale, nei fatti, finisce per tagliare gli stipendi ai lavoratori più fragili. Parliamo di una misura della transizione dalla decontribuzione alla fiscalizzazione del cuneo che, sulla carta, doveva sostenere i redditi da lavoro dipendente; e, invece, cosa scopriamo? Che per un'incredibile miopia tecnica e una profonda insensibilità sociale questa riforma si è trasformata in una beffa crudele per i redditi più bassi. I numeri sono impietosi e sono scritti nero su bianco in questo ordine del giorno: i lavoratori e le lavoratrici che si trovano nella fascia di reddito tra gli 8.500 e i 9.000 euro annui (parliamo di lavoratori part time, di giovani con contratti intermittenti, di donne che faticano a conciliare vita e lavoro) si vedono sottrarre dalla busta paga l'equivalente di quasi due mensilità all'anno. Non è un errore di calcolo, Presidente, è un'ingiustizia di sistema, è uno schiaffo a chi già fatica ad arrivare a fine mese in un contesto economico devastato da un'inflazione che continua a mordere il potere d'acquisto delle famiglie. Mentre il carrello della spesa costa centinaia di euro in più all'anno, questo Governo con le sue riforme pasticciate toglie soldi proprio a chi ne ha più bisogno. È questa la vostra idea di giustizia sociale? È questo il fisco equo che promettete agli italiani?
La verità è che le vostre politiche sono un concentrato di annunci propagandistici smentiti dalla realtà: a parole state con i lavoratori, ma nei fatti li penalizzate con norme scritte male e applicate peggio. Questa non è solo una questione tecnica, è una questione profondamente politica: significa indebolire la domanda interna, amplificare le disuguaglianze e tradire i principi di equità che dovrebbero guidare ogni azione di Governo. Per questo con quest'ordine del giorno chiediamo al Governo un atto di responsabilità e di umiltà; chiediamo di impegnarsi con urgenza a correggere questa stortura normativa; chiediamo di trovare immediatamente le risorse e gli strumenti per compensare le perdite subite da questi lavoratori e per garantire che, d'ora in poi, qualsiasi intervento sul cuneo fiscale si traduca in un aumento netto e reale in busta paga per tutti, a partire dai redditi più bassi.
Il Governo ha il dovere di rimediare a questo errore. Noi con questo atto lo mettiamo di fronte alle sue responsabilità e la scelta è chiara: o si sta dalla parte di chi lavora e fatica o si continua a produrre ingiustizie. Noi la nostra scelta l'abbiamo già fatta; il Governo, dando parere contrario a questo ordine del giorno, l'ha fatta anche lui. Quindi, noi non siamo d'accordo: voteremo a favore di questo ordine del giorno e siamo contrari alla contrarietà del Governo.
PRESIDENTE. Il deputato Quartini mi dice che tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle lo sottoscrive. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche tutto il gruppo del Partito Democratico vuole sottoscrivere questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/20 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/21 Alifano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Quando il rappresentante del Governo esprime i suoi pareri, lo fa in modo secco; dice “favorevole”, “favorevole con riformulazione” o “contrario” secco e spesso ci lascia senza spiegazione. Io non voglio utilizzare un artificio retorico, ma sono costretta adesso a rileggere l'impegno di questo ordine del giorno. Anche perché non riesco a capire per quale strano motivo il Governo abbia espresso parere contrario a un ordine del giorno che dice: “ad accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame, con l'adozione, a partire dal primo provvedimento utile, di iniziative finalizzate all'incremento significativo della percentuale del credito d'imposta riconosciuto alle start-up e alle PMI innovative per l'assunzione di personale qualificato, anche al fine di: sostenere l'occupazione giovanile e femminile altamente qualificata; favorire la crescita e la competitività delle imprese emergenti e innovative; prevenire la dispersione di competenze e la perdita di capitale umano verso l'estero, promuovendone con efficacia il ruolo centrale dello sviluppo sostenibile, dell'innovazione e della transizione digitale dell'economia italiana”.
Come si fa a essere contrari a quest'ordine del giorno? Cioè, io non riesco a capire. Parliamo di occupazione giovanile, di occupazione femminile, di fermare l'esodo dei nostri giovani verso l'esterno. Parliamo di innovazione tecnologica, parliamo di temi di cui si dibatte continuamente, qui, in Aula e sembra che la maggioranza concordi su questo terreno. E, poi, dopo, si esprime un parere contrario a quest'ordine del giorno che contiene nell'ordine tutti questi temi.
Poi, non dobbiamo nasconderci un dato, signora Presidente, ossia che negli ultimi 25 anni il prodotto per ora lavorata - questa è un'altra stima, tra l'altro, della Banca d'Italia - è cresciuto in Italia dello 0,3 per cento annui, ossia meno di un terzo della media degli altri Paesi UE.
Allora, noi abbiamo un problema di produttività delle nostre imprese, che hanno scelto - ahimè - la strada di comprimere i salari, anziché di innovare. Bisogna porre un freno, perché noi siamo chiamati a delle sfide che lasceranno parecchie, parecchie, parecchie imprese a terra. E, allora, se non puntiamo sull'innovazione, veramente siamo fuori. Noi siamo un Paese di esportazione. Noi siamo fuori dal mercato mondiale, se non puntiamo su questo.
E, allora, riconoscere una maggiorazione del credito d'imposta per l'assunzione di giovani che portano innovazione è il minimo che si possa chiedere. Il Governo è sordo a un'esigenza che dovrebbe sentire egli stesso. Io spero fino all'ultimo, ma proprio fino all'ultimo, in un ripensamento su quest'ordine del giorno. Anche perché noi non abbiamo dato una misura sull'incremento del credito d'imposta; non l'abbiamo data, abbiamo lasciato aperta la determinazione dello stesso. Quindi, voglio dire, non si riesce a comprendere perché ci sia questa opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/21 Alifano con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/22 Gubitosa sul quale il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/22 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/23 Francesco Silvestri su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Rispetto al tema di quest'ordine del giorno, che quest'Aula ha sentito più volte, ovvero una tassazione degli extraprofitti, io credo di averlo portato nella disponibilità della maggioranza circa nove o dieci volte. Sette, otto volte la maggioranza ha risposto con una riformulazione dicendo: “a valutare l'opportunità di”. Dopo un anno che hanno valutato “l'opportunità di” hanno deciso che questa tassa non si dovesse fare.
Ora vorrei leggervi un'agenzia che è arrivata e che parla degli effetti di quest'Aula che non ha voluto, in nessun modo, tassare gli extraprofitti, nonostante Giorgia Meloni e Matteo Salvini l'avessero annunciato in pompa magna perché in quel momento c'era da soddisfare un elettorato.
Poi è arrivata una telefonata, lato Forza Italia, e la questione è andata giù. Vediamo, andiamo a vedere gli effetti, però, di questa vostra scelta. Perché, dopo due anni, probabilmente è giusto anche che si parli di cosa è successo. “L'utile delle banche in tre anni tassi alti a 112 miliardi. L'analisi della FABI. Nel 2024 risultato netto a 46,5 miliardi” di utili; quindi, extra guadagno, derivante da capacità di impresa? No. Derivante dal fatto che la BCE ha deciso di far pagare l'inflazione solamente a poche famiglie. Come sono stati presi questi utili? Sulla pelle delle persone che voi avevate detto di voler salvare da quella che è una crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, in quest'Aula, tantissimi interventi contro l'Europa, contro la BCE, contro tutti e tutto, poi, la nostra Banca europea massacra le nostre famiglie, massacra le nostre imprese e per un capriccio, legato a un conflitto di interessi politico, si fa una marcia indietro su un tema gigantesco, gigantesco come l'aumento del 60-70 per cento sui mutui a tasso variabile.
Allora, il punto è che io faccio nuovamente una proposta: dopo due anni, vi consegno la possibilità di fare un atto di coraggio, di poter quanto meno dare un segnale. È un ordine del giorno, un impegno, non è nemmeno un emendamento. È un impegno: impegnarsi a restituire a chi è stato derubato da questi interessi. Perché, sopra una certa percentuale di interessi, è strozzinaggio. Non sono interessi, si chiama strozzinaggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, io vi consegno la possibilità di dire a qualsiasi tipo di elettorato, a qualche famiglia e a qualche impresa: sì, ci siamo accorti che siete stati derubati, prendiamo l'impegno di risanare questo in qualsiasi modo. Lo vedrete voi e qui troverete un alleato.
Da questo punto di vista, però, io so che, da quel lato del Parlamento, ci sarà un tasto rosso, da questo lato del Parlamento, ci sarà un tasto verde. Spero che, nei prossimi anni, queste persone, da un altro Governo, potranno vedere un po' di giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/23 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/24 Lomuti, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Va bene, collega? Collega Lomuti? Collega Lomuti? Il parere è favorevole con riformulazione, va bene? No, non accoglie. Prego, onorevole Lomuti. Ha facoltà di intervenire.
ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, io mi ero anche ripromesso di essere il più malleabile ed elastico possibile di fronte a una possibile riformulazione di un semplice ordine del giorno annacquato il più possibile - sono io il primo a dirlo - per un unico scopo, cioè quello di sollecitare una risposta da parte del Governo rispetto a un'inerzia totale, a un fallimento totale, a una incapacità continua nel tempo da parte della regione Basilicata, da parte del presidente della regione Basilicata e dell'assessore all'agricoltura, di fronte a una tragedia che è quella della mancanza di acqua.
Questa tragedia, Presidente, la vive soprattutto chi lavora: l'agricoltore della Basilicata. Perché senza acqua - eppure stiamo parlando della regione fra le più ricche di acqua: la Basilicata - non riesce a programmare il proprio lavoro, il proprio futuro e va in bancarotta.
Se va in bancarotta l'agricoltura lucana per la questione idrica e soprattutto per l'incapacità della gestione del comparto idrico della Basilicata procrastinata nel tempo, perché lì il presidente di centrodestra, Bardi, sta governando da 7 anni circa, quindi, non è che è arrivato l'altro ieri… Io lo so che non interessa ai colleghi. Questo brusio non mi dà fastidio, Presidente, vado avanti, ma è l'ennesima riprova che argomenti come questi non interessano molto. Ma andiamo avanti.
Se l'agricoltura muore in Basilicata, se cade il comparto dell'automotive, che è importantissimo e vitale soprattutto per la zona del Vulture-Melfese, noi possiamo chiuderla quella regione. E se gli agricoltori non vengono ascoltati, così come non vengono ascoltati gli operai Stellantis, quella regione è disperata.
Quindi, semplicemente, se io chiedo un intervento da un punto di vista fiscale e di andare incontro - come ha già fatto in passato il Governo, ma forse bisognerebbe fare qualcosa in più - per alleviare le sofferenze economiche di chi ha deciso di restare in una terra amara, l'amara Basilicata, forse dal Governo mi aspettavo una sensibilità maggiore. Ma la politica come fa a dare risposta a chi aspetta quantomeno un controllo da parte del Governo nazionale rispetto all'incapacità di un governo regionale, con gli stessi colori, e andare a dire a loro: allora, che cosa ha detto il Governo? Il Governo ha detto: “a valutare di”. A “valutare di” cosa? Abbiamo chiesto un minimo di sensibilità per intervenire e dare un occhio al pagamento delle cartelle esattoriali che arrivano a chi non riesce a pagare e a chi non riesce ad arrivare nemmeno a fare un programma di una o due settimane sulle proprie colture, come pomodori, mais, grano. Di che si tratta, Presidente? Parliamo veramente di un comparto, del motore economico di un'intera regione che viene presa in giro non dalle parole, perché prima si dicevano le parole e si prendeva in giro e adesso non si risponde più.
La crisi idrica lucana è una cosa paradossale, laddove un assessore all'agricoltura promette solidarietà e cede acqua a un'altra regione. Ma di cosa stiamo parlando? Non ci sono risposte, le risposte sono questi fatti e io devo andare dagli agricoltori della Basilicata, che hanno un minimo di speranza, e dire: no, il Governo ha detto “a valutare di” su una cosa - diciamo così - molto leggera, Presidente. Non voglio nemmeno leggere quello che io avevo chiesto, perché il Governo lo sa benissimo. A valutare l'avevo già detto io. Che facciamo? A “valutare di valutare”? Allora, cari signori, forse il Governo dovrebbe iniziare a valutare di commissariare una giunta regionale che è incapace di gestire una risorsa idrica che è il fiore all'occhiello di una regione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È questo quello che dovrei rispondere.
Quindi, io non posso accettarlo, anzi penso proprio di valutare di metterlo ai voti e di chiuderla qui. Ma è l'ennesima sconfitta, Presidente, anche da un punto di vista morale, visto che giù, in Basilicata, c'è chi ha detto che la questione degli agricoltori per noi è una questione morale e noi ce ne interessiamo perché non è politica, ma è proprio una questione morale. Allora, fatene una questione morale e bocciate questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. I deputati Amendola e Simiani sottoscrivono. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/24 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/25 Carmina, favorevole con riformulazione. Va bene, collega? La riformulazione era “a valutare l'opportunità di”? Me la dice lei, Sottosegretaria? Io non ricordo la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2460-A/25 Carmina.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente. Era “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Collega Carmina, va bene? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/26 Guerra. Onorevole Guerra, accoglie la riformulazione? Non l'accoglie e chiede di parlare. Prego.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione per due ragioni. La prima ragione è perché io credo che i nostri ordini del giorno meritano un'attenzione maggiore - abbiamo visto l'altro giorno delle riformulazioni integrali, cose che veramente sfiorano le comiche - ma meritano attenzione anche nelle premesse, che ne sono parte integrante.
Allora, se noi facessimo un gioco vero o falso, potrebbe, in tutta onestà, il Governo dire che non è vera - quindi va bocciata - una premessa che dice che “l'attuale crisi economica colpisce particolarmente i soggetti che devono affrontare i costi per l'affitto di una casa”? Ci sono centinaia di pubblicazioni al mondo che indicano che la spesa per l'affitto è una delle problematiche più serie nel campo della povertà.
La seconda: “il costo degli affitti è attualmente insostenibile per molte famiglie, soprattutto quelle monoreddito, quelle numerose, con persone disabili o malate, che a causa dell'inflazione non riescono più ad arrivare a fine mese”. È un'affermazione confutabile? Io credo proprio di no.
Dopodiché - non ve la leggo tutta, perché non è il caso di abusare della vostra pazienza - si ricostruisce il mancato finanziamento del Fondo affitti e del Fondo relativo agli inquilini morosi incolpevoli nelle prime leggi di bilancio di questo Governo. È un dato di fatto, può piacere o non piacere. È una ricostruzione con dati oggettivi. Si può dire di no sulla base del fatto che non piace aver fatto quelle scelte? Io credo proprio di no. Dopodiché, uno dei punti che veniva sottoposto all'attenzione del Governo da parte di questo ordine del giorno era ovviamente il rifinanziamento del Fondo affitti e del Fondo per la morosità incolpevole e su questo abbiamo portato a casa eventualmente un “valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”. Va bene, ci sta.
Ma c'era un altro punto su cui non c'è risposta, cioè la risposta è cassata, ed è, invece, un punto molto importante. Con riferimento al tema della casa, il nostro sistema fiscale è molto squilibrato, perché riconosce la deduzione integrale della rendita per la prima casa e riconosce una generosa detrazione per la rata del mutuo per l'acquisto della prima casa - e questo va tutto bene - ma è totalmente asimmetrico per chi la casa non ce l'ha e non ha neanche i soldi per provare a comprarsela, magari perché ha un lavoro precario e basta questo per non potere mai avere un mutuo. Come tutti sappiamo, in banca se hai un lavoro precario il mutuo non te lo danno. Quindi, il basso livello dei salari e la precarietà comportano anche questa ricaduta.
Allora, si chiedeva di riconsiderare l'ammontare della detrazione che al momento è legata a certe figure particolari e a condizioni reddituali non solo molto, molto basse, ma mai più aggiornate da moltissimi anni. Su questo il Governo ha deciso che il tema non era rilevante. Credo che la mutilazione che ha subito l'ordine del giorno, a seguito del parere che abbiamo avuto, non permetta di accettare la riformulazione. Quindi, chiedo che venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. I deputati D'Orso e Pellegrini sottoscrivono.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2460-A/26 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/27 Furfaro, sul quale il parere è favorevole con riformulazione. Va bene? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/28 Merola, sul quale il parere è favorevole con riformulazione. Va bene? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2460-A/29 D'Alfonso, sul quale il parere è favorevole con riformulazione. Va bene? Sì.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2460-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo per motivare il voto contrario al decreto-legge Fiscale all'esame di quest'Aula. Non è una contrarietà pregiudiziale, ma è una contrarietà di merito sia verso i contenuti di questo provvedimento, che verso il generale atteggiamento di questa maggioranza ormai - ahinoi - sul tema del fisco.
Abbiamo appena licenziato, infatti, un'ulteriore proroga per quanto riguarda i decreti della delega fiscale. Veniamo da un anno che ha registrato un aumento della pressione fiscale, certificato da Istat al 42,6 per cento (più 1,2 per cento rispetto all'anno precedente), con il PIL che cresce meno delle previsioni e il potere d'acquisto delle famiglie che negli ultimi anni è crollato. I salari reali hanno perso il 10,5 per cento del potere d'acquisto tra il 2019 e il 2024 a causa della forte crescita dei prezzi. Ci si aspetta che quando arriva un decreto in materia fiscale vi siano almeno dei segnali che facciano intendere che il Governo c'è e che sta provando a frenare la caduta verticale del ceto medio che trascina verso il basso il Paese. Quasi un quarto della popolazione, il 23,1 per cento, è a rischio povertà o esclusione sociale, con più 0,3 punti sul 2023. Questa è la situazione sulla quale arriva il provvedimento.
Certo, non ci aspettiamo di risolvere - e non è la leva fiscale che può farlo - problemi così profondi alla radice ma, considerato il livello della pressione fiscale e il pericoloso andamento in crescita, ci si aspetta che ogni intervento che riguarda il fisco vada a migliorare e quantomeno indirizzare queste problematiche.
Per completare lo stato di salute del nostro Paese e confermare la cronicità e la particolare acutezza di questi sintomi preoccupanti, non ci si crogiuoli, oltretutto, sui dati dell'occupazione, perché otto nuovi occupati su dieci sono over 50. Nel 2024, gli over 50 rappresentano il 40,6 per cento dell'occupazione totale, registrando un forte incremento rispetto al 2019. Al contrario, il numero di occupati 35-49enni, il 36,9 per cento del totale, è inferiore al 2019 di oltre 500.000 unità, a fronte di un calo di 1.393.000 individui residenti in questa classe di età.
E non è solo un problema demografico e concludo la rappresentazione del contesto dentro cui arriva il provvedimento. L'Italia ha visto emigrare negli ultimi dieci anni (Il deputato Giachetti: “Scusate, potete abbassare la voce?”) …
PRESIDENTE, Collega Giachetti…
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). …circa 97.000 giovani laureati, con un record nel 2024, e l'uscita di 21.000 giovani con un alto livello di istruzione. I dati tendenziali sono inesorabili. Per questo ogni intervento di politica economica e fiscale deve agire per invertire una pericolosa tendenza. Ecco, al contrario, questo decreto, che avrebbe potuto rappresentare un passo concreto verso un fisco più giusto ed equo, finisce per cristallizzare l'iniquità del nostro sistema tributario, che - abbiamo constatato - non spinge la crescita e concorre a spaccare in due il Paese.
Sotto una coltre di tecnicismi, si cela una precisa scelta politica (la vostra): favorire le rendite a discapito del lavoro, premiare chi ha di più e penalizzare chi ha di meno; esattamente ciò che non va fatto in una situazione come quella attuale in Italia.
In primo luogo, denunciamo con forza l'introduzione di nuovi strumenti di condono e sanatoria fiscale, che minano il principio costituzionale di equità. Peraltro, sono stati bene illustrati, in occasione del voto sugli emendamenti, dalla collega Maria Cecilia Guerra, laddove, venendo al concordato preventivo, si è mostrato come chi aderisce è semplicemente chi si fa i calcoli e può avere vantaggi garantiti. E voi li guidate per mano lungo questo percorso, ostinandovi a favorire pochi, peraltro con logiche fiscali incomprensibili, ma non avendo ottenuto l'obiettivo che vi eravate dati inizialmente.
In primo luogo, dicevo, denunciamo con forza l'introduzione di nuovi strumenti di condono e sanatoria fiscale, che minano il principio costituzionale di equità, il cosiddetto ravvedimento operoso, ne ho parlato prima. È un ennesimo scudo fiscale mascherato. Anche l'onorevole Tabacci, in discussione generale, ha ricordato come siamo di fronte a una cultura della deresponsabilizzazione fiscale: chi ha evaso in passato può regolarizzarsi a condizioni di favore, disincentivando chi invece ha rispettato le regole. E ci si intestardisce nel voler accompagnare una misura, che non si è dimostrata efficace, generando una iperattenzione verso quei pochi mirati contribuenti e mantenendo inalterate le storture del nostro sistema.
Anche la riapertura dei termini per le dichiarazioni fiscali decadute suona allora come stonata e mostra, anche questa, un'attenzione spasmodica di questo Governo a piccole patologie, che, a questo punto, diventano sospette, piuttosto che il coraggio di affrontare mali importanti del Paese e della classe media.
Colpisce, inoltre, la scelta di limitare la tracciabilità obbligatoria delle spese di trasferta solo a quelle sostenute sul territorio nazionale. Bene che si sia ampliato e sia stato chiarito questo ambito, però le spese all'estero potranno essere sostenute, anche in contanti, senza obbligo di tracciabilità. È una norma che, quantomeno sul territorio europeo, poteva essere mantenuta con l'obbligo di tracciabilità, e che, in questo modo, apre a possibili varchi di elusione. Molto spesso peraltro confondete volutamente a questo punto semplificazione con evasione. Bene semplificare: la burocrazia è una tassa occulta, è un fattore che incide sulla bassa produttività. Ma tra semplificare ed eliminare garanzie ci passa un'enorme differenza.
Il parziale adeguamento dello split payment alle previsioni europee arriva per le società del FTSE MIB: una semplificazione adottata, questa volta, molto tempestivamente, rispetto ai rinvii chiesti su altre misure, che denota lo strabismo di cui parlavamo inizialmente. Cioè, quando volete, individuate facilmente le categorie nelle quali intendete andare a semplificare, addirittura in termini anticipati rispetto agli obblighi che derivano dall'espressione europea.
Non sono misure gravi in sé, ma, al solito, a preoccuparci è ciò che restituiscono circa le reali intenzioni e capacità di questo Governo. Voi non governate, amministrate. Amministrate assecondando l'abbrivio della nave, che, come abbiamo evidenziato, scivola pericolosamente verso l'arenile.
Vi sono anche misure sensate, come il rinvio, al 15 settembre 2025, per i comuni del termine e delle modalità di applicazione delle aliquote IMU, l'esenzione IMU per le società sportive. Anche una maggiore estensione della deducibilità delle spese di trasferta - vitto e alloggio, come dicevamo - è una misura positiva. Tuttavia, non si capisce, ogni volta che fate qualcosa di positivo, come ricordavo, questo venir meno della tracciabilità, almeno sul territorio europeo.
In conclusione, Presidente, e ringraziando il collega Giachetti per aver creato questo silenzio attento, siamo di fronte a un provvedimento disorganico, che, come in passato, mostra, come unico filo rosso degli interventi, la volontà di agevolare alcune categorie di contribuenti molto, molto, molto limitate e ben individuate, con provvedimenti che sconfinano nella genericità dei condoni e, dall'altra parte, la totale mancanza di volontà di rendere il fisco più semplice e leggero per la maggioranza dei cittadini italiani.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto contrario del nostro gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, ricordiamo l'iter di questo provvedimento. Ricordiamo, in Commissione finanze, gli emendamenti che il Governo ha commissionato alla sua maggioranza: la solita serie di condoni che distruggono alla radice i principi solidaristici su cui dovrebbe reggersi la fiscalità.
Vedete, l'avete chiamata “pace”, “ravvedimento”, cambiate spesso i termini di questa manovra fiscale, ma ogni condono fiscale è uno schiaffo vero a chi, le tasse, le paga e le paga tutte e le paga regolarmente e le paga più degli altri. Una mano tesa alla concorrenza, a una concorrenza sleale (perché questo è), di chi, evadendo le imposte, può offrire spesso anche prezzi più bassi. Una sorta di incentivo a evadere ancora, certi di un condono futuro. Il risultato? Beh, se va bene, qualche spicciolo, qualche gettito una tantum nel breve periodo, e, se va male, solo i costi sociali, che ogni condono porta con sé e nessun significativo aumento del gettito.
Qui abbiamo un condono che investe tutte le fasi del rapporto: la dichiarazione integrativa speciale, con l'imposta sostitutiva, prima del controllo e senza sanzioni; la possibilità di definire le controversie sia nella fase preprocessuale, sia in pendenza di una lite; l'ennesima rottamazione di cartelle esattoriali; lo stralcio delle mini-cartelle sul debito tra il 2000 e il 2010; il nuovo ravvedimento speciale, legato al concordato preventivo biennale 2025-2026. Avete fatto una sorta di offerta, un pacchetto per l'estate in cui c'è un po' di tutto, no? E ancora: una mega sanatoria con cui autonomi e professionisti potranno scudare le annualità del 2019 e del 2023, e chi ha già aderito l'anno scorso potrà anche sanare nel 2024; imposta sostitutiva dal 10 al 15 per cento del reddito non dichiarato; aliquota IRAP del 3,9 per cento. Per il 2020 e 2021, c'è una nuova offerta, quella degli anni del COVID: un ulteriore sconto del 30 per cento. Insomma, uguale filosofia regge la norma di interpretazione, anche autentica, della cosiddetta rottamazione quater; basta presentare qualche carta - spiegatemi se ho capito bene, Sottosegretaria -, versare la prima rata delle somme dovute.
Non vorrei dare dei suggerimenti agli elusori e ai delinquenti, ma più o meno è quello che fa questa norma, lo vorrei dire nel rispetto di quest'Aula. E quindi versare la prima rata delle somme dovute e i giudizi sui debiti, se ho capito bene, saranno estinti. Me lo dica lei se non è così. E le sentenze di merito e i provvedimenti non passati scompaiono, come per magia. Per me il messaggio arriva forte e chiaro: chi non dichiara o non paga nulla, praticamente non rischia nulla.
Chi parla di carcere - lo dico così, per i grandi evasori - sa che sarebbe una misura del tutto inapplicabile; poi noi visitiamo le carceri, le visitiamo tutto l'anno e non ne becchiamo mai uno, da Trapani all'Ucciardone, da Torino a Milano, non ne troviamo mai uno, chissà come mai. Voi dite: sì, ma verranno perseguiti. Intanto, però, non ne troviamo mai uno e non ne conosciamo proprio uno anche nella storia recente italiana. Anzi, avete introdotto - lo dico così, se ci ascoltano le Forze dell'ordine - una bella misura per limitare i blitz in azienda da parte dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza.
E vi prodigate sempre per salvare i più ricchi da qualsiasi intervento, perciò via l'addizionale del 10 per cento per bonus e stock option ai dirigenti e collaboratori nel settore finanziario. Perché mai tassarli! Con questo decreto, ancora una volta, mostrate plasticamente la vostra idea di fiscalità, anzi, di fedeltà. Siete come la kiss cam che becca quelli che si baciano e poi vengono mostrati all'opinione pubblica, però lo fate al contrario, cioè praticamente la vostra infedeltà fiscale è diventata la vostra fedeltà elettorale.
È quello che volete, è quello che praticate. E quello che dite è: state con noi, baciatevi davanti a tutto questo e la farete franca. Perché la vostra pace fiscale è solo per chi disprezza ogni principio di solidarietà, per chi si sottrae all'obbligo di sostenere il welfare universale. Perché per voi le tasse sono il pizzo di Stato di cui parla la Presidente del Consiglio, purché dipendenti e pensionati - lo dico solo per chi ci ascolta - le paghino tutte; anzi, come è successo per il cosiddetto cuneo fiscale, paghino anche quelle che servono a loro. Abbassiamo il cuneo fiscale, tanto lo ripagherete con il fiscal drag e siamo di nuovo punto e a capo.
Siete, di fatto, il nazionalismo identitario che si allea con l'ultraliberismo, quello in cui un colosso dell'industria digitale - che sia Google, Facebook o Amazon - può versare al fisco italiano un centesimo e mezzo percentuale di tasse. Può farlo perché le imposte sul reddito generato dalle vendite italiane vengono trasferite in paradisi fiscali. Alcuni, come sapete, si trovano all'interno dell'Unione europea e, una volta là, la somma viene abbattuta e poi trasferita in un head office, senza dipendenti, né sede geografica, ossia praticamente senza tasse.
L'esito: entrate sopra il miliardo e pochi milioni versati al fisco italiano. Siete un po' questo, gli amici dei giganti, anche quelli della moda, come Armani, Luxottica, Valentino. Ci dite: ve la prendete con loro. Beh, sono anche dei giganti dell'elusione, caso strano li trovate in tutti gli scandali, da LuxLeaks a WikiLeaks, tutti! In tutti gli scandali sono lì. E scopriamo spesso, più frequentemente, che sono anche gli utilizzatori finali del sistema di caporalato, basta vedere cosa è successo a Loro Piana la scorsa settimana.
Insomma, il finanzcapitalismo è quel generatore di crisi di povertà e di ingiustizia, è quello in cui l'uso della tecnologia serve a intensificare lavori a intermittenza, funzionali solo ad aumentare i profitti dell'impresa. Voi siete alleati di questo capitalismo predatore perverso, che, oltre ad accumulare, occulta e sottrae risorse, spesso ottenute attraverso lo sfruttamento del lavoro umano e del territorio, quello che perseguita i migranti per necessità, a proposito di esercito di riserva, come diceva Marx, ma li utilizzate esattamente per fare dumping anche sugli altri lavoratori, perché, se loro sono più ricattabili, anche gli altri devono accettare qualsiasi condizione.
E intanto permettete agli altri migranti, quelli di lusso, come CR7, i calciatori, di colonizzare le nostre città, beneficiando invece di enormi sconti fiscali - incredibile, no? -, senza dover restituire nulla in termini di ricadute economiche reali, se non le loro speculazioni, perché poi, ovviamente, quelle case di lusso, quando andranno via, verranno vendute a prezzi stellari. Milano, lo dicevo così, è una delle loro mete preferite: si concentrano nelle zone centrali, fanno impennare ancora i prezzi degli immobili e così alimentano la grande migrazione interna alla città. Fuori dalle zone più centrali chiunque non possa permettersi mutui stellari.
Ecco perché noi proponevamo, con l'emendamento, di usare questo decreto per correggere l'indecente norma CR7, perché gli effetti distorsivi e turbativi del mercato sono lì, sono lì e se li porta dietro. Praticamente, la promessa di un paradiso fiscale, ma solo per gli ultraricchi. Questa è l'idea che, di fondo, vorrebbe dare l'Italia, ed è anche quella che dà Trump: farla diventare una sorta di parco giochi di divertimento degli ultraricchi. Anzi, addirittura l'hanno presa talmente sul serio che arriva pure il figlio di Trump e pensa di sparare nella laguna. Sempre nella laguna poi arriva Bezos, che se la compra per qualche giorno.
E dite: venite a stare qualche ora in Italia, venite a stare qualche anno in Italia, tanto non pagate le tasse e potete godervi il “vostro” Belpaese. Il “vostro”, perché diventerà degli altri. Per lo stesso motivo, chiediamo, ancora una volta, di modificare le aliquote attuali della cedolare secca sugli affitti brevi e di prevedere una nuova aliquota al 30 per cento da applicare sulla terza e la quarta unità immobiliare, perché la mancanza di una regolamentazione sugli affitti brevi sta soffocando le nostre città, ne ribalta l'intero tessuto socioeconomico, trasformando le città in parchi tematici per turisti, svuotandole dei propri abitanti.
L'emendamento che proponiamo non colpirebbe mai i proprietari di alloggio che affittano su Airbnb la casa in cui vivono o l'alloggio ereditato dalla nonna, però affermiamo semplicemente che la casa è un diritto, e un mercato senza regole non può esiliare le persone e le famiglie da interi quartieri e città. Il capitalismo di quell'1 per cento che ha più del 99 per cento non deve avere cittadinanza, deve scomparire; quello di chi pretende tutto e non intende restituire nulla.
Quel capitalismo che oggi si fa forte del sostegno delle destre identitarie xenofobe, come voi, che alimentano esattamente tutto questo e che rendono la lotta fra gli ultimi e i penultimi la lotta per lasciare i primi sempre più irraggiungibili (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Sottosegretaria, ci troviamo a trattare la conversione di un provvedimento, con termini che il Governo ha dichiarato di urgenza, in ambito fiscale. Leggendo e analizzando il provvedimento, è chiaro che ci si pone su un livello estremamente tecnico, in alcune parti anche per noi condivisibile: penso alla norma che, ad esempio, sblocca la possibilità di agevolazioni fiscali per il Terzo settore. Altre parti sono meno condivisibili, ma complessivamente è una materia che avrebbe richiesto una trattazione puntuale nell'ambito di quello che era portato.
Ovviamente, come sempre accade, ogni volta che c'è la parola “fisco” o “tasse”, si alza il polverone del dibattito ideologico, da una parte e dall'altra, con confini particolarmente labili e non ben identificati tra ciò che è reale, ciò che è promessa elettorale, ciò che è un'analisi di quello che è stato fatto, che si voleva fare e che si dovrebbe fare.
Noi vorremmo uscire da questo fumo ed entrare nel merito del provvedimento, ma soprattutto in una riflessione che riteniamo necessaria all'interno di quest'Aula e che, a distanza di due anni e mezzo dall'entrata in campo del Governo Meloni, è doveroso fare per quanto riguarda ciò che, in qualche modo, è sotto il cappello delle cosiddette politiche fiscali, soprattutto perché il Governo Meloni ereditava una delega fiscale approvata nella precedente legislatura che avrebbe imposto una riforma sostanziale delle regole fiscali nel nostro Paese.
Per quanto riguarda il merito del provvedimento, come ho già detto, a tratti ha dei provvedimenti che riteniamo utili e altri che riteniamo, invece, particolarmente deboli. Anticipo già il voto di astensione del nostro gruppo in virtù di questa valutazione, ma ancora di più nella mancanza, che poi meglio illustrerò, di una visione ampia e solida che riteniamo sarebbe oggi necessario e doveroso mettere in campo. Abbiamo cercato, anche con alcuni emendamenti, di migliorare termini dispositivi, in particolare per il Terzo settore.
Vorrei, invece, ringraziare per l'accoglimento dell'ordine del giorno che spero possa portare a sanare in via definitiva, nel primo provvedimento utile, un vulnus di discriminazione che colpisce oggi tante donne, in particolare separate, che si trovano tassato quello che dovrebbe essere dovuto come assegno di mantenimento anche laddove questo non viene di fatto erogato per mancanza da parte dell'ex coniuge nei loro confronti. Una discriminazione che colpisce tante donne che, credo, sia importante che andiamo a sanare, al di là delle posizioni politiche dell'una o dell'altra parte.
Arrivo, però, ad una riflessione - come anticipavo - per quello che riguarda le politiche fiscali del Governo Meloni, e su questo mi permetto, invece, di fare un allargamento di riflessione.
Nella nostra Costituzione, la materia tributaria, il tema anche del dovere della concorrenza, di concorrere alla spesa pubblica da parte dei cittadini, è previsto dall'articolo 53 della Costituzione. Il termine “concorrere” compare anche nell'articolo 4 della nostra Costituzione e definisce il principio secondo il quale nella nostra democrazia è riconosciuto il dovere di ogni cittadino non solo di partecipare, ma di contribuire, da una parte, al progresso materiale e spirituale della collettività e, dall'altra parte, alla spesa pubblica.
L'elemento fiscale, quindi, non è raccontabile o iscrivibile solamente come un elemento, da un lato, semplicemente redistributivo di equità, di giustizia e di solidarietà tra tutti i cittadini, ma nemmeno, dall'altro lato, come un elemento di punizione rispetto alla ricchezza che in qualche modo viene accumulata. È una delle leve attraverso le quali il dovere dei cittadini di essere parte della comunità, di contribuire in questa comunità, viene esercitato.
Allora, perché questo possa essere reso fattivo, l'elemento delle regole fiscali deve avere alcuni elementi chiave: innanzitutto riconoscersi in quel senso di solidarietà e di responsabilità che la nostra Costituzione attribuisce, come dovere, ma anche come diritto da esercitare, a ciascun cittadino, attraverso il lavoro - penso, in particolare, al già citato articolo 4 -, ma anche in principi che, poi, certamente, vadano ad esplicitare la questione della solidarietà e dell'equità. Questo significa che il fisco, oggi, deve diventare certamente trasparente, deve esserci una regola fiscale che sia efficace, che si basi sui principi di progressività.
Ma in questo senso, allora, la fiscalità, se non è punizione, da una parte, se non è un sottrarre ricchezza ai ricchi, dall'altra - e, quindi, con questi estremi del dibattito ideologico di cui, spesso, sentiamo riempirsi la bocca a destra e a sinistra -, va riconosciuto che è un elemento possibile di leva di sviluppo, è un'azione legislativa che può contribuire allo sviluppo del Paese. Cito, tra questi, Industria 4.0, che usa e ha usato la leva fiscale per promuovere processi di rinnovamento, innovazione e sostegno alla produttività del nostro Paese; cito l'assegno unico universale che, nella ridefinizione della fiscalità delle famiglie, diventa elemento non solo di sostegno, ma di incentivo alla natalità, al riconoscimento e al valore delle politiche familiari e del lavoro femminile; penso ai provvedimenti che dovrebbero essere introdotti e ancora non sono stati introdotti in modo efficace, che riguardano, ad esempio, i giovani.
Questo noi lo riconosciamo oggi nelle politiche che il Governo Meloni sta portando avanti? No, e ci spiace dirlo. No, non lo riconosciamo. Perché quel taglio del cuneo fiscale che è stato fatto nella legge di bilancio - noi l'abbiamo detto più volte - ha permesso al Governo di dire: noi abbiamo dato i soldi a tutti, ma sapendo che una parte di questi, in particolare quei 5 miliardi per ridurre ulteriormente le aliquote Irpef (che già erano state ridotte durante il Governo Draghi), ha avuto un effetto di beneficio medio di 10 euro al mese - medio, diciamo, non certo per i più poveri -, con l'effetto conseguente della mancanza di risorse strutturali per la sanità.
Abbiamo detto non ha senso tagliare le tasse, se poi questo significa costringere i cittadini a pagarsi, di loro tasca, le cure sanitarie o, addirittura, rinunciare a curarsi o far mancare alla scuola, che è uno dei grandi assenti, oggi, nelle politiche del Governo, le risorse necessarie per farla diventare un motore effettivo di equità, ma, soprattutto, di sviluppo della conoscenza e, quindi, della competitività del nostro Paese.
La pressione fiscale è aumentata, quindi quell'annuncio roboante della campagna elettorale “noi ridurremo le tasse” non ha trovato alcun effetto reale e fattivo, e manca invece - come ho detto prima - un'insistenza, una continuità e una visione integrata dell'elemento fiscale anche come leva di sviluppo del Paese.
Allora, su questo, noi torniamo con forza a chiedere al Governo, con grande chiarezza quanto segue. Uno: serve una politica fiscale che premi i giovani, non perché devono essere premiati, ma perché devono essere messi nelle condizioni di rimanere in Italia avendo dei salari degni e non costretti ad andare all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Si usi il taglio dell'Irpef, si usi il taglio della contribuzione, si decida tecnicamente cosa è meglio, ma vanno aumentati i salari dei giovani e la leva fiscale è uno degli strumenti più efficaci per farlo.
Due: si vada avanti, si insista e si rafforzi l'Ires premiale che, grazie ad Azione, è stata introdotta in legge di bilancio, ma che oggi è ancora non sufficiente per rispondere ai bisogni che le imprese stanno rappresentando.
Tre: si introduca e si torni in modo efficace a Industria 4.0 (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Si dismettano le politiche fallimentari di Transizione 5.0 e si torni con forza a rimettere in campo questo provvedimento, che ha fatto della fiscalità una leva di sviluppo e di innovazione per le industrie del nostro Paese.
Si vada avanti a rafforzare le misure che, accanto all'assegno unico universale, devono oggi essere date alle famiglie. Si tolgano le spese che queste sostengano per l'istruzione, per i centri estivi, per l'educazione dei propri figli dal reddito familiare. Si riformi l'ISEE come il Governo si era impegnato a fare, in continuità con il lavoro che era iniziato nella legislatura precedente.
Queste sono delle richieste chiare, che riguardano la fiscalità e non dicono al Governo che è brutto o cattivo, ma, semplicemente che, nell'ambito della fiscalità, oggi, non vediamo ancora quell'azione strategica, integrata, che serve al Paese in modo incisivo e che non può più essere rimandata (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Ci apprestiamo ad esprimere un voto su un provvedimento che rappresenta uno snodo significativo nell'attuazione della riforma fiscale voluta da questo Governo e dal Parlamento. Con il decreto-legge del 17 giugno 2025, n. 84, il Governo ha inteso intervenire tempestivamente su una serie di questioni fiscali di immediata urgenza e rilevanza operativa, nel rispetto degli impegni assunti con i cittadini, con le imprese e con l'Unione europea.
In primo luogo, il provvedimento risponde ad un'esigenza di certezza del diritto. Con l'interpretazione autentica dell'articolo 67 del TUIR (articolo 1, comma 1-bis) si chiarisce definitivamente la distinzione tra redditi diversi e plusvalenze per i diritti reali di godimento su beni immobili.
Il decreto si segnala anche per l'introduzione di una misura equa e mirata sullo stock options (articolo 1-bis): l'esclusione dell'addizionale Irpef del 10 per cento per le società di partecipazione non finanziaria. Non è un regalo per pochi, ma il riconoscimento della diversità strutturale tra operatori finanziari e holding industriali. Parliamo di un intervento limitato, con un onere stimato in appena un milione di euro l'anno, interamente coperto dal fondo per la riforma fiscale.
Altro intervento che mi preme sottolineare è l'esenzione IMU per gli immobili destinati ad attività sportive dilettantistiche non commerciali (articolo 6-bis). Lo sport di base è un presidio educativo, sociale e sanitario dei nostri territori. Con questa norma riconosciamo l'importanza delle associazioni sportive dilettantistiche, semplificando l'accesso alle agevolazioni e dando valore al loro impegno civico. Siamo consapevoli delle richieste dei comuni e aperti, nei futuri decreti attuativi, ad un monitoraggio puntuale dell'impatto finanziario.
In chiave di efficienza e contrasto all'evasione, va salutata positivamente l'estensione del meccanismo del reverse charge alle agenzie per il lavoro (articolo 9). È una misura tecnicamente puntuale, già valutata positivamente in termini di naturalità, di gettito e rafforzamento dei controlli contro frodi IVA in settori sensibili.
Ugualmente rilevante è l'esclusione delle società FTSE MIB dal meccanismo dello split payment (articolo 10). Si tratta di un adeguamento dovuto alla normativa europea, che non comporta effetti negativi per le casse dello Stato, ma allinea la nostra disciplina agli indirizzi comunitari e rafforza la competitività delle grandi imprese italiane.
Sul fronte delle dichiarazioni fiscali, con l'articolo 12 si interviene in modo pragmatico, prorogando, all'8 novembre, il termine per l'invio, senza penalizzare i contribuenti.
Con l'articolo 12-ter, rafforziamo il concordato preventivo biennale, uno strumento innovativo e di trasparenza nel rapporto tra fisco e contribuente. Viene introdotta un'imposta sostituiva opzionale per chi aderisce al CPB, rafforzando la stabilità del patto fiscale tra Stato e imprese. Infine, con l'interpretazione autentica della definizione agevolata (articolo 12-bis), si conferma che, per estinguere il contenzioso, è sufficiente il versamento della prima rata. Viene così uniformata la prassi giurisprudenziale a tutela della buona fede del contribuente che ha aderito alla Rottamazione-quater, confidando in una lettura coerente della norma.
Signor Presidente, il provvedimento su cui votiamo oggi è un atto di responsabilità; non contiene annunci roboanti, ma interventi concreti e ben strutturati; interviene sul sistema fiscale, offre certezze a cittadini e imprese, mantiene l'equilibrio dei conti pubblici.
Il nostro voto favorevole è frutto di una scelta convinta e di coerenza politico-programmatica con la maggioranza di Governo e con gli impegni assunti con gli elettori. Votiamo per una fiscalità più equa, più semplice e più vicina alle esigenze della società e del mondo produttivo. Votiamo per un fisco che non sia nemico da temere, ma interlocutore da rispettare. Per queste ragioni, a nome del gruppo Noi Moderati, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Apro, dando un merito al Governo, perché, su questo provvedimento, non ha posto la fiducia. Siamo grati, anche se poi nessun emendamento proposto da noi, dal MoVimento 5 Stelle, è stato approvato, ma - saranno state sicuramente le plurime lamentele per il numero esagerato di fiducie che sono state apposte durante questa legislatura -, almeno questa volta, abbiamo potuto discutere sulle nostre proposte emendative, ovviamente tutte bocciate.
Qual è l'anima di questo provvedimento? A mio parere, è la fame di danaro, di far cassa e di farlo quanto prima. Del resto, era stato un po' preannunciato dal Ministro Giorgetti, ultimamente, in alcune sue dichiarazioni: lui auspicava la creazione di un nuovo ente di riscossione, in risposta all'allarme lanciato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome sull'insostenibilità del contributo alla finanza pubblica che per l'appunto sarà posto a loro carico.
È con questo spirito - recuperare quanto più possibile il gettito - che, all'ultimo momento, si riapre il termine di una sanatoria per le partite IVA, alle quali viene chiesto di ravvedersi. Parliamo di 2,2 milioni tra autonomi e professionisti. Quanti di questi aderiranno? Io penso che i numeri li conteremo a breve, la conta sarà brevissima - chiedo scusa per il gioco di parole -, ma quello che, invece, adesso, di sicuro, contiamo è l'aumento della pressione fiscale che l'Istat ha certificato, aumentata, lo scorso anno, di oltre un punto percentuale.
Lo abbiamo detto e ripetuto più volte: è il ceto medio, il popolo invisibile delle partite IVA, delle piccole partite IVA, dei lavoratori dipendenti, i tartassati, sono visibili solo al momento della riscossione e finiscono sempre con lo scontare la tassazione più elevata. E a pochissimo, a parer mio, servono le misure spot di questo provvedimento, cioè la limitazione dell'obbligo di tracciabilità delle spese per trasferte dei lavoratori dipendenti e autonomi solo sul territorio dello Stato italiano. Beh, poca cosa. Poca cosa anche il differimento dei termini per le dichiarazioni IRPEF e IRAP e a poco serve anche il differimento dei termini per il versamento delle imposte per l'anno in corso: poca roba. Invece un occhio di riguardo - ahimè - hanno sempre i soliti noti, i grossi gruppi imprenditoriali.
Ne è una prova l'articolo 3 di questo provvedimento, che esclude i decrementi occupazionali delle società collegate nel calcolo degli incentivi fiscali legati alle nuove assunzioni, con il rischio - si è detto nel corso della discussione dei nostri emendamenti - di creare bad companies in cui scaricare gli esuberi occupazionali, con buona pace di poche aziende che, con queste strategie, potranno lucrare anche una tassazione ridotta. I nostri emendamenti, invece, vanno nel segno di un fisco più equo, più giusto, lo abbiamo detto più volte, ma sono stati del tutto disattesi.
Abbiamo chiesto di incrementare l'aliquota dell'imposta sui servizi digitali, che ora è ferma al 3 per cento; con più di un nostro emendamento, abbiamo chiesto di aumentarla al 21 per cento. E ripetiamo una cosa che è stata detta nel corso della discussione: l'80 per cento del fatturato in Italia derivante da questa tipologia di servizi (parliamo di pubblicità, di intermediazione, di vendita di dati raccolti sulle piattaforme, parliamo dell'economia del futuro o meglio del presente, torno a sottolineare) è realizzato da grandi gruppi imprenditoriali che hanno sede all'estero e hanno sede in Paesi nei quali hanno una tassazione agevolata. Ebbene, è una vera e propria iniquità, che si scarica sulle nostre imprese.
Nello stesso tempo, chiedevamo l'estensione dell'aliquota del 35 per cento ai redditi fino a 65.000 euro, in modo da rimediare all'inciampo che si è verificato e che si sta verificando nell'attuazione della delega fiscale, che ha determinato il picco più elevato di tassazione nello scaglione compreso tra i 32.000 e i 40.000 euro l'anno. Qui abbiamo un picco di tassazione che supera il 50 per cento, è il 56,18 per cento.
E, poi, soprattutto, chiedevamo un'attenzione - e torno a ripeterlo, perché sono il nostro futuro - alle giovani generazioni, ma il Governo è muto. Chiedevamo un'attenzione a quei ragazzi che sono costretti a lasciare la propria terra per cercare un futuro migliore, migliori opportunità di lavoro, addirittura proprio per cercare il lavoro e spesso sono costretti a vivere in abitazioni poco confortevoli, visto il salatissimo mercato degli affitti esistente nelle grandi città. Allora, per loro, cosa chiedevamo? Chiedevamo la reintroduzione del regime delle agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa, chiedevamo l'aumento della detrazione per il canone di locazione, chiedevamo di stabilire, in luogo della detrazione per canone di locazione, la possibilità di ottenere un rimborso in danaro. Cose di buonsenso, ma, ancora una volta, questa maggioranza è muta, perché guardiamo alle nuove generazioni, a quell'imprenditoria vivace che, nonostante tutto, nonostante tutte le avversità, il caro energia, tutto quello che sta soffrendo in questo momento, vuole affermarsi. E anche ai giovani imprenditori abbiamo guardato, quando abbiamo chiesto la maggiorazione del credito d'imposta per l'assunzione di personale qualificato in startup e PMI innovative.
Mi preme rammentare, signora Presidente, che sono tante le donne - alcune percentuali sono state rese pubbliche dall'Istat - e sono tante anche le donne campane che hanno dato l'avvio ad alcune startup, startup che mostrano vitalità e vivacità. Ecco, a questo segmento della popolazione in particolare, guardiamo, è il nostro presente, ma anche il nostro futuro; ma nessun riscontro da parte della maggioranza.
Questa maggioranza è riuscita addirittura a dimenticare gli incapienti, che si sono visti tagliare il trattamento integrativo dall'ultima legge di bilancio. Noi, con un nostro emendamento, cercavamo di porre rimedio a questo ulteriore inciampo, ma è un emendamento che è stato respinto, nonostante le roboanti dichiarazioni che abbiamo ascoltato attraverso gli organi di stampa.
C'era l'intenzione - così si palesava - di rimediare a questa svista, l'abbiamo riproposta anche in questa sede, ma di fatto no. La risposta è stata “no”.
La verità, signora Presidente, è che noi abbiamo una diversa visione della società rispetto a questa maggioranza di governo, della società e dell'economia. Noi crediamo in una società in cui tutti gli attori siano partecipi nel loro ruolo, si sentano tali e che vengano, per questo motivo, poste delle limitazioni ai grossi dislivelli di reddito.
Vogliamo evitare le grandi discriminazioni e una prova l'abbiamo fornita anche nel corso di questo dibattito. Abbiamo chiesto, ancora una volta, che venisse disposta un'aliquota Ires agevolata al 4 per cento per le grandi imprese che contenessero la remunerazione dei top manager. Ebbene, continua a sembrare assurdo che per politiche sbagliate paghino sempre i lavoratori, mentre i vertici aziendali - quelli sì - sono sempre tutelati da super guadagni, senza che paghino mai.
E allora, ancora una volta, il MoVimento 5 Stelle chiede a gran voce maggiore equità fiscale; ancora una volta, il MoVimento 5 Stelle dice “no” a questa maggioranza; ancora una volta, signora Presidente, il MoVimento 5 Stelle voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Palma. Ne ha facoltà.
VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretario, colleghi deputati, il decreto che oggi ci accingiamo a votare è un decreto in coerenza con la legge delega di riforma fiscale. È un decreto che prende atto di quella che è l'iniziativa che, sin dal principio del mandato del Governo Meloni, questo Governo ha voluto condurre, che è quella di creare - altro che chiacchiere, altro che slogan - un fisco amico del contribuente. Non è vero che il fisco amico non esiste. Noi crediamo che ci sia un fisco amico e crediamo che ci possa essere una pubblica amministrazione che non voglia opprimere il contribuente, che non voglia affossare il contribuente.
Ma, soprattutto, questo decreto, colleghi, va incontro a quella che è la modernizzazione del sistema tributario, perché semplificazione, proroga di adempimenti, andare incontro al cittadino, andare incontro al sistema delle imprese e dei professionisti non è assolutamente una cosa banale; è un mettere il sistema nelle condizioni di agire meglio, considerando i cittadini, i professionisti e le imprese non come il nemico da abbattere, assolutamente come quello Stato con cui collaborare e con cui arrivare anche all'adempimento tributario.
Questo decreto prevede al suo interno anche una serie di misure; è importante quella sul ravvedimento speciale per gli aderenti al concordato preventivo biennale 2025-2026. Anche qui, non è una forma di condono, ma è una forma di collaborazione con i cittadini.
Così come mettiamo gli stessi nelle condizioni di non essere trattati come evasori, perché coloro che hanno adempiuto al proprio impegno e magari hanno saltato solo per qualche giorno determinate rate e scadenze non sono evasori, ma sono dei cittadini che hanno la possibilità di rimettersi nelle condizioni di proseguire nell'attività lecita nei confronti del fisco e della propria attività.
Così come caratterizza questo provvedimento l'esenzione IMU per gli impianti sportivi dilettantistici, per tutti quegli impianti sportivi che sono gestiti dal mondo del volontariato, che sono gestiti senza lucro, senza interessi particolari, ma che, per tutta una serie di norme che si sono incastrate e che nessuno ha mai pensato di eliminare, erano costretti a pagare l'IMU, nonostante - ripeto - questa attività di volontariato fosse senza utili.
Vi è anche un'altra norma che è stata contestata da alcuni gruppi di opposizione: il diritto al contraddittorio e il diritto di motivazione nelle verifiche fiscali. Guardate, siamo stati sanzionati dalla Corte dei diritti dell'uomo perché l'Italia non ha ancora al proprio interno - e oggi, appena questo decreto sarà approvato, ce l'avrà - questa norma di civiltà giuridica che consente, appunto, al cittadino verificato di conoscere le motivazioni per cui lo stesso viene verificato.
Ecco perché questo decreto non è un semplice adempimento tecnico, ma è un intervento di sistema. È nato dall'ascolto del mondo produttivo, delle categorie professionali e dalle istanze emerse dalla società civile.
Come relatore e come capogruppo di Forza Italia in Commissione finanze ho seguito con attenzione ogni fase del lavoro parlamentare e sono orgoglioso di poter dire che molti dei correttivi approvati portano la nostra firma.
Cosa contiene il provvedimento? Alcune misure ve le ho già descritte: il provvedimento contiene, in primis, la semplificazione e la chiarezza normativa; su numerose rigidità interpretative e applicative il decreto interviene in ambito di lavoro autonomo e di trasferte di lavoro; abbiamo operato una riqualificazione fiscale delle plusvalenze da partecipazioni professionali; maggior tutela del contribuente; lo anticipavo, è stata introdotta una norma di interpretazione autentica sui diritti reali immobiliari che chiarisce la distinzione tra redditi diversi e plusvalenze in caso di concessione o cessione di diritti come usufrutto e superficie. Anche qui, chiarezza normativa significa meno contenziosi e, soprattutto, più certezza per i contribuenti e, ancor di più, evitare una doppia imposizione.
Non c'è alcun condono. Abbiamo chiarito che chi ha versato, magari con qualche giorno di ritardo, non può essere equiparato a un evasore seriale. Non è soltanto un principio di proporzionalità, ma è un principio di civiltà giuridica.
È una fiscalità pro-crescita: semplifichiamo la disciplina del riporto delle perdite, soprattutto in operazioni straordinarie fuori dal gruppo societario, e interveniamo sul meccanismo dello split payment, in linea con la logica di snellimento e competitività.
Grazie all'emendamento approvato in Commissione, a firma del gruppo di Forza Italia, viene ristabilita l'esenzione IMU per gli impianti sportivi dilettantistici salvaguardando - come dicevo in precedenza - decine di migliaia di associazioni che ogni giorno promuovono salute, inclusione e coesione sociale. Non è una scelta simbolica, è una scelta concreta. Le associazioni sportive dilettantistiche non sono solo dei centri ricreativi, sono presìdi educativi, presìdi sociali, presìdi sanitari: avevamo il dovere di tutelarle e lo abbiamo fatto. Con questa norma evitiamo richieste di IMU retroattive e salviamo centinaia di impianti, migliaia di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e migliaia di volontari.
Differiamo al 2026 l'entrata in vigore della nuova fiscalità del Terzo settore rispondendo a un'esigenza concreta di adeguamento da parte degli enti no profit; così come, con l'articolo 13-bis, viene introdotto un principio di tutela procedurale per i contribuenti sottoposti a verifica fiscale: è un passo in avanti in termini di civiltà, di trasparenza e di lealtà istituzionale. Abbiamo recepito principi europei, ribadito il diritto al contraddittorio e introdotto il dovere di motivazione nelle verifiche. È un passo avanti che Forza Italia ha fortemente contribuito a volere.
Dal Partito Democratico, dal MoVimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi e Sinistra solo genericità e ideologia: le critiche dell'opposizione al decreto fiscale sono il segno evidente di chi non ha una proposta concreta ma si rifugia, come sempre, nello scontro ideologico e nel vago moralismo.
Con questo decreto noi abbiamo fatto ciò che loro non hanno mai avuto il coraggio di fare, cioè semplificare, ossia tutelare chi rispetta le regole, correggere le storture del sistema fiscale che danneggiano proprio i soggetti più onesti.
Al MoVimento 5 Stelle e ad Alleanza Verdi e Sinistra, che parlano di condoni, rispondiamo dicendo che ignorano che stiamo parlando di contribuenti che hanno già pagato, magari in ritardo di qualche giorno. Non sono evasori, ma cittadini in buona fede, e paragonarli a chi ha nascosto redditi o capitali, per questi contribuenti, è offensivo oltreché falso. Sull'IMU sportivo, ci accusano di fare dello sport, ma quando noi abbiamo salvato lo sport di base da richieste retroattive assurde, il MoVimento 5 Stelle, che era al Governo, ha solo tagliato e complicato.
Guardate, ho ascoltato l'intervento di Alleanza Verdi e Sinistra: avete una visione punitiva e ideologica del fisco. Volete una fiscalità usata come strumento di lotta politica e di redistribuzione forzata. Chi crea lavoro, chi investe, chi forma i giovani negli impianti sportivi, nelle imprese, non è il nemico da colpire, è la risorsa da sostenere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Noi abbiamo introdotto garanzie per i contribuenti sottoposti a verifica e AVS ha votato contro: avete preferito la rigidità ideologica alla tutela dei diritti.
Noi abbiamo scritto un decreto per il Paese reale. Questo è il nostro fisco, più giusto, più semplice, più umano, e continueremo su questa strada. Il messaggio politico che questo provvedimento lancia al Paese è chiaro: lo Stato non deve essere un nemico, ma un alleato di chi produce ricchezza, di chi paga le tasse e di chi rispetta le regole. Questo è un decreto, lasciatemelo dire, alla Forza Italia, che porta la nostra impronta: liberale nei princìpi, riformista nel metodo, concreto nei risultati. Siamo dalla parte del contribuente corretto, del lavoratore autonomo, dell'impresa che investe. Sento anche il dovere…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole. Ha terminato il suo tempo.
VITO DE PALMA (FI-PPE). Stavo facendo dei ringraziamenti molto veloci.
PRESIDENTE. Sì, però vada a conclusione.
VITO DE PALMA (FI-PPE). Sento anche il dovere, da relatore, di ringraziare e dare atto al presidente della Commissione finanze, al Sottosegretario e a tutti i gruppi dell'eccellente lavoro, nonostante le diversità, che abbiamo avuto in Commissione. Concludo: con senso di responsabilità e con la consapevolezza che la strada della riforma fiscale è lunga, Forza Italia conferma il proprio voto favorevole e il proprio impegno per un fisco giusto, semplice, sostenibile e amico di chi produce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a votare la conversione in legge del cosiddetto decreto Fiscale, un provvedimento che interviene su numerose fattispecie eterogenee, è vero, ma tutte sistematiche, tutte necessarie in materia tributaria, alcune caratterizzate da questa evidente urgenza di una soluzione. Una soluzione normativa che abbiamo trovato, che il Governo ha proposto e che abbiamo anche integrato nell'ambito dell'esame della Commissione referente.
Penso quindi ad alcune scadenze rinviate, alla necessità di chiarire ambiti specifici e anche ad alcune misure di rinvio per alcuni benefici fiscali, onde evitare contenziosi, onde evitare applicazioni false, che possono poi dare luogo a dubbi interpretativi. Nel concreto, citerò solo alcune delle normative previste in questo decreto che andiamo a convertire. Diamo una limitazione territoriale all'obbligo di tracciabilità delle spese di trasferta, se ne è parlato.
Se ne è parlato come se fosse una situazione strana, e invece vi ricordo che è stato introdotto proprio lo scorso anno l'obbligo di tracciabilità. Qui è stato fatto un correttivo, che va a limitare la tracciabilità delle spese solo per le trasferte sul territorio nazionale. Questo chiaramente va anche, però, ad ampliare la tracciabilità per quello che riguarda i viaggi effettuati con il servizio di trasporto non di linea. Per quanto poi riguarda le plusvalenze derivanti da cessioni di partecipazioni in associazioni o società che esercitano attività artistica o professionale, il decreto chiarisce - perché siamo davanti a dubbi interpretativi e applicativi - che tali redditi sono da considerarsi come redditi diversi, tassati quindi al 26 per cento e non con aliquota ordinaria, sia nel caso di attività esercitate in forma individuale che collettiva.
Viene poi prevista la possibilità di dedurre le spese di rappresentanza per i lavoratori autonomi, ma con un tetto, una misura dell'1 per cento dei compensi percepiti, e, anche qua, si richiede il requisito del pagamento tracciabile. Poi si semplificano le regole per la compensazione delle perdite fiscali pregresse da parte dei soggetti Ires in caso di operazioni straordinarie o di trasferimento del pacchetto di maggioranza extragruppo. In questo caso si fa riferimento a un'apposita relazione di stima che attesti il valore economico pari al doppio dei conferimenti effettuati negli ultimi 2 anni, invece che al patrimonio netto.
Il tutto, salvi eventuali controlli. Con l'articolo 3, poi, si va a semplificare il procedimento per determinare l'incremento occupazionale necessario a beneficiare dell'incentivo fiscale della maggiorazione delle deduzioni per le nuove assunzioni. Quindi, per evitare fraintendimenti o abusi, si va a fare un riferimento a quella che è la logica intergruppo, quindi all'interno, si parla di riferimenti di dipendenti di società all'interno del gruppo.
Sempre con finalità di semplificazione e prevenzione dei contenziosi, si modifica la normativa relativa ai vantaggi fiscali quando questi sono riferiti a giurisdizioni diverse, il cosiddetto “disallineamento da ibridi”. In questo modo si va a dare la possibilità al contribuente di integrare la documentazione richiesta per evitare un doppio beneficio fiscale nel termine ordinario della dichiarazione dei redditi. Poi c'è una parte relativa ai comuni, agli enti locali, i nostri enti locali più vicini, che fa riferimento all'IMU: si va a prorogare fino al 15 settembre 2025 il termine per l'approvazione del prospetto delle aliquote IMU, che può anche essere, grazie a un emendamento a mia firma, anche in dissidio, quindi in divergenza, rispetto al prospetto già approvato.
Sempre per l'IMU si va a dare la possibilità di modificare, di ridurre o esentare l'IMU per quello che riguarda gli immobili delle associazioni sportive dilettantistiche. Inoltre, sì, è stato detto, si va a estendere l'agevolazione dell'accisa del gasolio anche al biodiesel, e poi viene posticipata - questo l'ho anticipato - all'anno di imposta 2026 l'applicazione della disciplina del Terzo settore. Questo perché - forse ne abbiamo parlato durante un'audizione del Vice Ministro Bellucci - la cosiddetta comfort letter del 7 marzo 2025 non sostituisce l'autorizzazione formale della Commissione europea.
Si sposta in avanti l'anno di applicazione della normativa sul Terzo settore, evitando di far sorgere contenziosi o dubbi di applicazione, anche se questa lettera, comunque sia proveniente dall'Europa, ci dà un'interpretazione confortante in relazione alla nostra proposta di legge, proprio anche in relazione a quello che è il regime forfettario per attività commerciali svolte dalle associazioni di promozione sociale e dalle organizzazioni di volontariato.
Poi è stato approvato un emendamento a mia firma e del gruppo Lega che prevede l'inversione contabile per quello che riguarda gli appalti relativi alla movimentazione di merci e del trasporto e i servizi di logistica, anche con relazione ai rapporti contrattuali che prevedono un uso prevalente di manodopera e anche se questi dipendenti vengono da agenzie interinali. Viene, infine, chiarita la disciplina relativa alla tempestività delle dichiarazioni dei redditi riferite all'anno 2023, stabilendo che sono considerate tempestive quelle presentate entro l'8 novembre 2024, addirittura con diritto alla restituzione del surplus in caso di eventuale versamento per ravvedimento.
Anche qui si va a chiarire una tempistica che si accavallava con la richiesta del concordato preventivo, e che quindi ha dato adito a dubbi. Ma soprattutto anche per quest'anno - questa volta lo abbiamo fatto con una certa tempestività - è stato prorogato dal 30 giugno a ieri, al 21 luglio 2025, il termine per i versamenti relativi alle dichiarazioni Irpef, Ires, IRAP e IVA da parte dei contribuenti ISA e del regime forfettario, e, conseguentemente, per i successivi 30 giorni ci sarà la possibilità di effettuare un versamento con la minima maggiorazione dello 0,4 per cento.
Non solo abbiamo previsto tutto questo, però effettivamente ci chiediamo che cosa voglia l'opposizione, perché devo dire che, dal punto di vista fiscale, questo Governo, questa maggioranza ha sempre approvato una politica di bilancio mirata al sostegno dei redditi più bassi e alla riduzione della spesa pubblica.
Inoltre, ha effettuato un taglio del cuneo fiscale che rivendichiamo perché, di fronte a tutte le chiacchiere della sinistra, siamo stati gli unici a farlo, a confermarlo e a renderlo strutturale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Così come il passaggio delle tre aliquote Irpef che ha portato 18 miliardi di euro nelle buste paga dei lavoratori. E, oltre a questo, diciamolo: abbiamo avuto il coraggio di rinnovare i contratti pubblici per oltre 20 miliardi impegnati da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Poi, l'aumento del 15 per cento delle pensioni minime a 616 euro. Con il Governo di centrodestra il rapporto deficit/PIL è passato dall'8,1 del 2022 al 3,4 nel 2024, con una previsione di un 3,3 nel 2025. Quindi, è un altro segnale importante di sostenibilità dei conti pubblici.
E, poi, parliamo del fronte della lotta, del contrasto all'evasione fiscale. Perché dall'opposizione si continua, con la solita cantilena, con la litania, a dire che facciamo solo condoni e sanatorie. Beh, non è proprio così. Il 2024 ha registrato il recupero più alto di sempre: 33,4 miliardi di euro, superando il record del 2023, che era 31,4 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo a oltre 65 miliardi di recupero dall'evasione fiscale. E su questo la Lega può rivendicare con orgoglio la fiducia accordata ai contribuenti italiani, sostenendo la flat tax che abbiamo chiesto, che abbiamo fatto estendere al 15 per cento fino a 85.000 euro. L'obiettivo resta quello di arrivare ai 100.000 euro, perché solo semplificando le procedure, dando fiducia ai nostri contribuenti, si può davvero generare crescita. Così come continuiamo a sostenere la nostra richiesta di fare una pace fiscale per chi ha dichiarato le tasse, ha dichiarato i redditi, ma non ha potuto pagare. In questo modo lo Stato fa cassa e questi soggetti si liberano da debiti fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
L'opera del Ministro Giorgetti testimonia una gestione responsabile delle finanze pubbliche, rafforzata dalla crescente fiducia degli investitori, testimoniata anche dal successo delle aste dei BTP valore. Abbiamo visto lo spread che è sceso dai 236 punti del 2022 agli 89 punti della scorsa settimana: il livello più basso degli ultimi 15 anni. E, poi, abbiamo registrato dall'ottobre 2022 in poi tanti accordi con gli investitori esteri che hanno portato oltre 80 miliardi di euro investiti in Italia. E questo ha portato anche a un record storico di occupazione: 24,3 milioni di occupati. È un traguardo senza precedenti ed è anche un traguardo senza precedenti per l'occupazione femminile che ha superato per la prima volta i 10 milioni.
PRESIDENTE. Concluda onorevole.
LAURA CAVANDOLI (LEGA). Anche oggi - e concludo - il Fondo monetario internazionale ha dato un giudizio favorevole alla nostra economia. Credo che quella del nostro Governo sia una linea che va anche incontro - ed è quello che mi interessava dire - con serietà ad un confronto con la Commissione europea per uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo.
Cito quanto ha detto recentemente il Ministro Giorgetti, che, da sempre, ha parlato di concretezza, prudenza e serietà: “under promise and over deliver”. Promettere meno e realizzare di più. Con questo annuncio il voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, siamo per l'ennesima volta, qui, in Aula, avendo persino rischiato di doverci sottoporre a un voto di fiducia, a discutere di un decreto fiscale che, con la solita retorica emergenziale di questo Governo, viene presentato come urgente. È fondamentale che i cittadini e molti dei miei colleghi in quest'Aula sappiano che qui di urgente c'è solo la necessità di alimentare una narrazione fuorviante, utile a placare i malumori interni alla maggioranza direi piuttosto che a risolvere i problemi dei cittadini.
È un provvedimento che sfoggia il titolo di “decreto fiscale” e uno si aspetterebbe allora un provvedimento che è in grado di indirizzare risorse verso le casse disastrate del nostro Stato. E, invece, si tratta di un “decretino” - dobbiamo dirlo - che ha un impatto finanziario irrisorio, direi addirittura ridicolo: 9 milioni di euro del 2025, 11 milioni di euro dal 2026 in avanti.
È un decreto che ha pochissime briciole, una sorta di maquillage normativo che produce alcuni aggiustamenti di natura tecnica, molte ambiguità e una quantità enorme di preoccupazioni.
Ci sarebbe da chiedersi, a questo punto, per quale motivo allora il Governo ci sottopone a questo tour de force. È bene spiegare, sempre ai nostri cari concittadini, che questo decreto è la conferma che il fisco, in questo Paese, è diventato un terreno di sperimentazione ideologica per la destra e, ancora peggio, un campo dove si coltivano relazioni clientelari con ristrette categorie di contribuenti. Il Governo usa in maniera compulsiva il termine “semplificazione”, ma in realtà la semplificazione si traduce quasi sempre nello smantellamento del principio di equità. Promette un fisco più giusto, ma fa regali ai soliti noti: evasori, speculatori e gruppi di interesse. Parla di trasparenza, ma dissemina il testo di norme che allentano i controlli, rendono più opache e difficili le operazioni di verifica, si sottraggono intere categorie alla giurisdizione tributaria.
Questo decreto quindi non è un intervento fiscale, è un manifesto ideologico. Un manifesto per un'Italia dove la fedeltà fiscale è una pratica da fessi, dove la tracciabilità è un fastidio, dove il merito fiscale non è pagare le imposte, ma trovare una scorciatoia adeguata e conveniente.
È un provvedimento, purtroppo, che sfregia e insulta i lavoratori dipendenti, i pensionati e le imprese oneste che pagano tutto e subito, mentre altri, con l'ennesimo condono, potranno cavarsela con una pacca sulla spalla.
Andiamo per ordine. L'articolo 1 introduce la possibilità di dedurre le spese per i viaggi, vitto e alloggio sostenuti all'estero anche se effettuati in contanti. Giusto per far comprendere ai nostri cittadini: in altre parole, il Governo pretende che queste stesse spese vengano realizzate in Italia in maniera tracciata, mentre all'estero uno può andare anche con la valigetta a fare questo tipo di spesa e non succede nulla. E sarebbe proprio il caso di dire: alla faccia della trasparenza!
È ancora più grave, però, quanto disposto dall'articolo 2. Il Governo consente ai soggetti passivi Ires di calcolare perdite riportabili in base a una stima forfettaria del valore dei conferimenti, anziché al loro valore nominale. La possiamo definire una misura tecnica? Direi proprio di no. È una misura per favorire una rappresentazione soggettiva di valori, con il rischio concreto di manipolazione fiscale ed elusione massiccia. Il valore nominale di un conferimento - esame di diritto commerciale - è un dato oggettivo e certificato. Il valore forfettario è un artificio che apre spazi a pratiche elusive, per manovre contabili creative e per operazioni di cartolarizzazione dei debiti e delle perdite, che non hanno alcun legame con l'economia reale.
In Commissione, poi, abbiamo assistito all'ennesimo allargamento del regime forfettario. Con l'approvazione di un emendamento del relatore, si consentirà l'accesso alla flat tax anche a chi esercita un'attività di impresa diversa da quella professionale. E' una misura che aggrava ulteriormente una sperequazione clamorosa che c'è nel nostro sistema. Lo diciamo da anni: un lavoratore dipendente che guadagna 35.000 euro paga molte più tasse di quanto paga un lavoratore autonomo con lo stesso livello di reddito.
E tutto questo mentre la delega fiscale - come è noto, come abbiamo già detto la scorsa settimana - è ferma, prorogata, direi abbandonata. Il Governo Meloni ha alzato bandiera bianca. Dopo due anni di promesse, la montagna continua a partorire topolini e, oltre ai topolini, anche i condoni. Anzi, due.
Questa volta - devo dire che è stato un grande merito di questa maggioranza - la maggioranza è riuscita a infilare l'ennesimo condono fiscale dentro un provvedimento tecnico: è il famoso ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo biennale 2025-2026. Per inciso - ma tanto è una cosa che a voi non interessa - il Servizio studi della Camera vi ha appena detto che ha dubbi sulla copertura e vi ha anche detto: “Occhio, perché rischiate, per sostenere questo condono, di pregiudicare quel poco spazio di manovra che avete per il resto della delega fiscale”. Ma comunque, evidentemente questa cosa non vi interessa.
E' una misura - questa del ravvedimento speciale - che era già stata respinta nelle precedenti versioni del decreto e che oggi ricompare per accontentare i soliti noti. È un condono mascherato e questo lo sanno anche i muri. Sarebbe catartico, colleghi della maggioranza, se lo diceste. Ve lo garantisco. Liberatevi! Affermate che avete fatto l'ennesimo condono!
Si permette di chiudere la propria posizione fiscale, versando un importo ridotto, anche solo con la prima rata, senza neppure l'obbligo di un pagamento integrale. Questa è l'ennesima occasione offerta ai furbi per cavarsela, mentre i contribuenti onesti continuano a pagare subito e per intero. E non è finita qui.
Con un altro emendamento si riaprono i termini per dichiarazioni Irpef e IRAP decadute, rendendole ancora valide ai fini del concordato preventivo. Cioè come dire, sostanzialmente: non avete dichiarato nulla per tempo? Avete omesso? Non vi preoccupate, il Governo Meloni vi grazia, e addirittura vi offre l'occasione di porre questa dichiarazione a base dell'imposizione futura. Complimenti! Questo è il fisco del Governo Meloni, un sistema dove il principio dell'adempimento spontaneo è solo un'illusione e dove chi rispetta le regole viene sistematicamente penalizzato.
Non paghi poi dei condoni, avete deciso, come è giusto che sia, di smontare anche la macchina dei controlli, limitando l'azione dell'Agenzia delle entrate. Il Partito Democratico, come sappiamo, ha provato, con un subemendamento, a salvare il senso della norma, ma la maggioranza ha detto di no, e il risultato, oggi, è che l'Agenzia delle entrate dovrà motivare, in maniera articolata, ogni accesso, rendendo, di fatto, impossibile la tempestività dei controlli.
Se qualcuno avesse dubbi sul fatto che il Governo sta navigando a vista, ora ne ha la prova provata. Questo provvedimento è una prova schiacciante del tentativo del Governo di fare disperatamente l'occhiolino ai furbi per lucrare consenso, mentre l'immaginifico sistema di riforme epocali promesse in campagna elettorale si è arenato di fronte alla divisione delle forze della maggioranza.
Parlate da mesi di tasse tagliate, eppure la pressione fiscale in questo Paese ha raggiunto il 50,6 del PIL nel primo trimestre di quest'anno. Nel frattempo, abbiamo un'inflazione percepita del 10 per cento. Che cosa vuol dire? Che, non domani, non in futuro, ma già oggi c'è meno potere d'acquisto per i nostri cittadini, e, di conseguenza, meno consumi. Addirittura, i giornali e i telegiornali di regime in queste ore hanno magnificato il fatto che i cittadini stessero riscoprendo i lidi e le località turistiche italiane; i cittadini italiani non vanno in vacanza all'estero, perché non hanno i soldi! Li avete impoveriti.
Un fisco diverso da quello che abbiamo in mente, che ha in mente il Partito Democratico, che è un fisco che affonda le radici nella Costituzione e nei princìpi di equità e progressività, princìpi che questo Governo ha completamente pretermesso; un fisco che dia il senso di un patto chiaro fra Stato e cittadini, dove chi paga le tasse sa di farlo per avere in cambio sanità, scuola, infrastrutture e giustizia: un fisco che non ha paura di combattere l'evasione e che sicuramente non cerca ogni giorno di spuntare le armi all'Agenzia delle entrate.
Siamo consapevoli, signora Presidente, che, in questo Paese, esiste una questione legata al fisco. Siamo consapevoli che è necessario semplificare le regole d'ingaggio, che occorre sostenere chi fa fatica e vive la difficoltà del momento storico. Ma siamo, altresì, certi che chi evade ruba alla collettività, e questo è un principio di cui tutti noi dovremmo essere consapevoli. Non può essere premiato o addirittura incentivato con l'ennesima sanatoria, non può essere protetto da norme opache, non può dettare legge, mentre chi lavora onestamente viene lasciato solo.
Per tutte queste ragioni, il Partito Democratico voterà contro questo decreto. Lo faremo con convinzione, perché è nostro dovere opporci a una visione regressiva, disuguale e miope della fiscalità. Questo decreto è il simbolo di una maggioranza che ha abbandonato ogni coerenza, che ha fatto del fisco uno strumento di propaganda e di clientela, che ripete a memoria slogan sulla tassa piatta e sulla libertà fiscale, ma che non sa garantire un sistema giusto, stabile e moderno.
Noi continueremo a opporci, noi continueremo a combattere questo sistema, perché l'equità non è un optional, è la condizione minima per poter dire di vivere in una Repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulla furbizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matera. Ne ha facoltà.
MARIANGELA MATERA (FDI). Signora Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, oggi votiamo in quest'Aula un provvedimento, per il quale annuncio sin d'ora il voto favorevole di Fratelli d'Italia, che non affronta soltanto misure in ambito fiscale, ma contiene tanti altri interventi importanti per lo sviluppo, per l'economia, per i territori, per gli enti locali, le famiglie e i contribuenti.
Si tratta di un testo il cui impianto normativo - ne siamo certi - avrà un impatto sul tessuto socio-economico del Paese positivo e durevole, nella consapevolezza che le misure approvate (molte di esse, peraltro, fortemente invocate dagli operatori del settore) saranno in grado di aiutare le famiglie e le imprese, contribuendo a sostenere il sistema Paese.
Signor Presidente e colleghi, il decreto fiscale che ci accingiamo a votare in prima lettura si inserisce in linea di continuità con le precedenti misure adottate dal Governo, seguendo un percorso già tracciato. Questo significa che le nuove disposizioni fiscali rappresentano un'evoluzione coerente con le scelte politiche ed economiche già intraprese.
Stiamo parlando delle modifiche volte a circoscrivere l'obbligo di tracciabilità delle spese per trasferta dei lavoratori dipendenti autonomi e per i pagamenti effettuati nel territorio dello Stato italiano, del chiarimento necessario che evita la doppia tassazione degli immobili ceduti con atti distinti in usufrutto e nuda proprietà, che garantisce equità e tutela per chi vende e chi acquista. Le misure contenute nel decreto fiscale confermano la particolare attenzione della maggioranza e del Governo al tessuto sociale ed economico del nostro Paese, all'Italia che lavora ed è intenzionata a crescere e ad andare avanti, non a quella dei sussidi e dei bonus a pioggia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Per continuare, questo decreto prevede che, a partire dal periodo d'imposta 2025, i dipendenti delle società a partecipazione non finanziaria saranno esclusi dalla platea dell'addizionale con aliquota del 10 per cento prevista per i compensi ricevuti sotto forma di bonus e stock-options che eccedono il triplo della parte fissa della retribuzione. Si interviene a sostegno delle società sportive dilettantistiche, scongiurando il pagamento retroattivo dell'IMU per gli impianti sportivi gestiti da associazioni e società sportive, che, viceversa, non sarebbero state in grado di affrontare ulteriori e imprevisti costi, consentendo, quindi, di far proseguire le attività sportive per i nostri concittadini.
Ebbene, colleghi, se queste misure per qualcuno possono apparire insignificanti, per noi, della destra e della maggioranza non lo sono affatto. Anzi, confermano un'attenzione crescente verso l'inclusione sociale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e l'impegno a favorire la sostenibilità economica di queste realtà.
Tanti sono i temi importanti e necessari. Adesso, mi soffermerò anche su qualche polemica che abbiamo ascoltato in Aula e su qualche retaggio culturale, forse ormai obsoleto.
Con l'approvazione in Commissione finanze della Camera del ravvedimento speciale, prende forma una misura concreta e attesa da migliaia di lavoratori autonomi e titolari di partita IVA. Il provvedimento, legato al concordato preventivo biennale per le annualità 2025-2026, offre una possibilità di regolarizzazione fiscale fondata su equità e responsabilità. La misura consentirà di sanare le annualità fiscali dal 2019 al 2023, con aliquote ridotte e con una logica premiale differenziata in base a indici di affidabilità fiscale. Sì, indici di affidabilità fiscale, perché sono tutti contribuenti che hanno già una pagella di affidabilità fiscale, quindi, sono contribuenti che non evadono, ma dichiarano e hanno una pagella che consente loro di accedere a questo strumento.
È una norma che dimostra una grande attenzione verso la categoria dei lavoratori autonomi, fondamentali per il nostro Paese. La misura determinerà maggiore gettito, a fronte di una riduzione generalizzata della pressione fiscale e, soprattutto, consentirà di incrementare risorse utili per tagliare l'Irpef ai redditi sotto i 60.000 euro.
Ricordo che il precedente ravvedimento ha garantito 781 milioni, già incassati, e oltre 483 sono in arrivo per chi ha optato di pagare a rate. Dunque, il nuovo ravvedimento speciale porterà nelle casse dello Stato oltre 1 miliardo di euro e contribuirà alle risorse necessarie per tagliare le tasse al ceto medio. Respingiamo, pertanto, con fermezza al mittente le polemiche sulle parole utilizzate, come “condono”, per quanto riguarda questo provvedimento, quando, invece, la bontà del provvedimento va sicuramente nella direzione delle entrate.
Altro elemento centrale del provvedimento è la tutela rafforzata per i contribuenti: le verifiche fiscali non potranno più essere arbitrarie, ma dovranno essere motivate per iscritto, con l'obbligo di trasparenza e tracciabilità. La misura introdotta in Commissione finanze rappresenta - aggiungo, finalmente - un cambio di paradigma: lo Stato non potrà più agire con presunzione, ma dovrà dimostrare ragione e rispetto. Si restituisce finalmente ai contribuenti italiani quel principio di buon senso, quel livello minimo di protezione che i giudici europei ritenevano non fosse garantito.
Pertanto, ogni ispezione fiscale effettuata nelle aziende e negli studi professionali dovrà essere motivata in modo chiaro e circostanziato. Basta, quindi, a controlli basati su formule di stile o sospetti generici. L'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza saranno obbligate a motivare adeguatamente ogni blitz, ogni ingresso, ogni verifica. Questi provvedimenti sono tutti rivolti alle partite IVA. Fratelli d'Italia è e resterà il partito delle aziende e delle partite IVA. L'avevamo promesso in campagna elettorale: non disturbare chi vuole fare; chi fa impresa va sostenuto e agevolato, non vessato.
Sono oltre 5 milioni le partite IVA in Italia. Negli ultimi anni la metà di chi prende la partita IVA ha meno di 35 anni. È con questi lavoratori, imprenditori e professionisti, con questi patrioti con tante difficoltà giornaliere, che la destra - Fratelli d'Italia - è sempre schierata al loro sostegno, perché il reddito va prodotto. Il reddito non è qualcosa che si riceve gratuitamente stando seduti in poltrona, pur essendo abili al lavoro. Il reddito va prodotto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È una misura, tra l'altro, che non ha nemmeno ridotto la povertà.
Mentre la sinistra continua a guardare con sospetto chi lavora, produce e rischia in proprio, noi scegliamo di stare dalla parte di chi tiene in piedi l'Italia. Per anni la sinistra - e nell'ultima epoca i 5 Stelle - ha vessato i lavoratori autonomi, trattandoli come evasori per definizione. Noi ribaltiamo questa logica: rispetto, fiducia e libertà economica.
È una misura che dimostra nuovamente la particolare vicinanza del Governo Meloni alle classi sociali più deboli e al settore delle imprese sociali. Questo decreto va nella direzione giusta. Questi sono interventi complessivi di un provvedimento che noi Fratelli d'Italia difendiamo e condividiamo pienamente. Bisogna avere l'onestà intellettuale di riconoscere che questo Governo ha fatto un grande lavoro in materia di economia fiscale. Le sfide sono tante, ma sono finiti anche i tempi degli sprechi e delle mostruosità finanziarie che hanno causato una voragine nei conti pubblici.
Poi consentitemi: mille giorni alla guida dello stesso Governo in Italia è un'eternità. Giorgia Meloni ha tagliato quel traguardo e poi non si prescinde da Roma. Da Roma tutto passa e si incrocia, altro che Governo isolato!
Ma, al di là dei dati numerici che fotografano la longevità dell'attuale Esecutivo, a caratterizzare il Governo Meloni sono le circostanze particolari che ne determinano la solidità. Sicuramente la leadership della Presidente del Consiglio dei Ministri ha un peso specifico significativo e lo confermano l'indice di gradimento nei suoi confronti, il 34 per cento, e la crescita ulteriore di Fratelli d'Italia. Tutto questo, poi, in un contesto geopolitico drammatico, tra conflitti che si moltiplicano e la ricerca di un nuovo ordine internazionale.
Ma, al di là dei numeri, ci sono la gestione positiva dei conti pubblici, la creazione di più di un milione di posti di lavoro in due anni e mezzo di Governo, che ha portato al massimo storico di occupazione con oltre 24,3 milioni, e il ribasso dello spread. Ricordo a me stessa che, nel giorno del giuramento della Premier, lo spread oscillava attorno ai 230 punti base; oggi è di poco sopra i 90. Un risultato che la Premier Giorgia Meloni rivendica e a cui ha contribuito la gestione oculata dei conti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Inoltre, il primato italiano nell'avanzamento del PNRR, con il 100 per cento degli obiettivi programmati raggiunti al 30 giugno 2025, con tutte le rate incassate fino alla settima di 18,3 miliardi, pari al 72 per cento della dotazione complessiva, e l'ottava già richiesta. Per questo non possiamo non evidenziare il lavoro straordinario che sta facendo il Ministro Foti, che ha raccolto egregiamente il lavoro già svolto dal Vice Presidente della Commissione europea Fitto.
Pertanto, non prima di ringraziare il presidente della Commissione Osnato per la corretta ed equilibrata tenuta della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nonché il Sottosegretario Albano per la costante presenza e il proficuo contributo, ribadisco convintamente, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, il nostro voto favorevole sul provvedimento, che ha una duplice finalità: fornire un sostegno economico e produttivo alle imprese, alle partite IVA e…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
MARIANGELA MATERA (FDI). …dall'altro, supportare le attività sociali e quelle che uniscono l'attività economica con l'impegno sociale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2460-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2460-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2460-A: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 59).
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che il deputato Mario Perantoni, proclamato in data odierna, ha dichiarato, con lettera testé pervenuta, di aderire al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 22 luglio 2025, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella giornata di domani, mercoledì 23 luglio, la parte antimeridiana della seduta avrà inizio alle ore 10, anziché alle ore 9,30.
Secondo le medesime intese, il seguito della discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025, attualmente previsto dal calendario dei lavori dell'Assemblea per la giornata di giovedì 24 luglio, è anticipato alla parte pomeridiana della seduta di domani, a partire dalle ore 17,30.
Conseguentemente, la discussione generale del decreto-legge in materia di sport, avrà luogo al termine delle votazioni sul bilancio interno, mentre il seguito del relativo esame è rinviato alla seduta di giovedì 24 luglio, a partire dalle ore 9,30.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Colleghi, come sempre, se avete l'esigenza di uscire dall'Aula fatelo. A questo punto, però, non fate più rumore in Aula, perché altrimenti chi deve intervenire a fine seduta non riesce a farlo.
Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.
Colleghi, soprattutto voi che siete lì vicini al collega Bagnasco, non parlategli addosso possibilmente. Prego.
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Solamente un breve, brevissimo ricordo di un collega che ci ha lasciato poche settimane or sono e che è stato protagonista per due legislature di questa Assemblea. Si chiamava Francesco Marenco, detto da tutti Franco. Scompare uno dei protagonisti, devo dire, della destra politica genovese. Nato a Genova nel 1939, è morto a Genova il 18 giugno 2025. Aveva 85 anni. Era un bancario e fu responsabile nazionale della CISNAL per il settore. Fu consigliere circoscrizionale e poi consigliere provinciale di Genova per il Movimento Sociale. Negli anni 1985-1990 e 1990-1993 fu eletto nel consiglio comunale di Genova con tanti colleghi che per anni sono stati protagonisti della destra genovese e sempre dai banchi dell'opposizione ci furono tante battaglie politiche da parte dell'allora gruppo missino, che era un gruppo - devo dire - piuttosto emarginato.
Fu deputato nella XI legislatura e anche nella XII, quando fu eletto proprio in questa Assemblea, prima nel Movimento Sociale e poi in Alleanza Nazionale. Nell'attività parlamentare si distinse per il particolare impegno nella Commissione trasporti della Camera, di cui fu vice presidente. Tanti sono gli interventi che si ricordano a tutela dello sviluppo dello scalo genovese e segnatamente della parte portuale. Cessata l'attività parlamentare - io voglio parlare anche di questo - è rimasto in stretto rapporto con la politica attiva. In particolare, posso ricordare la sua amicizia profonda col nostro capogruppo al Senato, il senatore Maurizio Gasparri, e ha continuato a dispensare utili consigli per il bene della nostra comunità. Fino in fondo - devo dire che poi si è iscritto a Forza Italia e ha finito la sua carriera politica - molto umile, ma sempre molto, molto presente, era sempre disponibile per tutte le iniziative. Era veramente un militante con la “M” maiuscola.
Alla moglie Bruna, alla figlia Roberta, ai nipoti Margherita, Nicolò e Stefano e ai suoi amici, le nostre sentitissime condoglianze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ieri ci siamo svegliati con il grido di aiuto di un nostro concittadino, Gennaro Giudetti, funzionario delle Nazioni Unite, che ci ha fatto sentire in diretta i bombardamenti dell'esercito terrorista israeliano che stava attaccando uno spazio umanitario tutelato dal diritto internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ma questo non dovrebbe sorprendere, perché lo Stato, il Governo terrorista e genocida si fa beffe del diritto internazionale, perché si crede al di sopra. E questo perché? Perché viene finanziato dagli Stati Uniti, viene giustificato dall'Unione europea e viene ignorato, nei suoi crimini, dal Governo italiano, e questo va denunciato in quest'Aula del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In questo modo, il Governo italiano uccide due volte, con un silenzio colpevole e complice, la popolazione palestinese.
Ci tengo a dire che oggi è stato dato un premio - un premio aberrante - a un Ministro della Repubblica, nonché Vice Presidente del Consiglio, per aver rafforzato le relazioni tra Italia e Israele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cioè con quel Governo terrorista e criminale che ogni giorno ammazza, uccide e utilizza la fame e la sete come strumenti di genocidio, ammazzando migliaia di esseri umani tra cui bambini, bambini come questi (I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle mostrano foto di bambini palestinesi)!
PRESIDENTE. No, colleghi. Colleghi, sapete che non è…
STEFANIA ASCARI (M5S). Svegliate, svegliate le coscienze per quello che sta succedendo!
PRESIDENTE. Chiedo agli assistenti parlamentari di rimuovere il materiale (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente).
STEFANIA ASCARI (M5S). È disumano!
PRESIDENTE. Colleghi, lo sapete che non si può fare in Aula.
STEFANIA ASCARI (M5S). Che colpa hanno questi bambini? Che colpa hanno?
PRESIDENTE. Collega Ascari, non si sente quello che sta dicendo…
STEFANIA ASCARI (M5S). Il fatto stesso che esista…
PRESIDENTE. Adesso, chieda ai suoi colleghi di rimuovere le fotografie.
STEFANIA ASCARI (M5S). Il fatto stesso, Presidente…
PRESIDENTE. Collega, non posso farla parlare finché c'è…
STEFANIA ASCARI (M5S). Il fatto stesso, Presidente, che esista questo premio…
PRESIDENTE. Collega Ascari! Collega Ascari! Non posso farla parlare finché ci sono queste immagini. Quindi, lei non si sente e si sente la mia voce. Si prenda il tempo. Abbiamo rimosso. Collega, lo sa che non si può fare. È il Regolamento. Prego, collega, concluda.
STEFANIA ASCARI (M5S). Ci tengo, Presidente, a continuare.
PRESIDENTE. Io ci tengo ad ascoltarla. Non la sentivo più. Prego.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Il fatto stesso che esista questo premio è una vergogna! È una vergogna! È uno schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Dopo 60.000 esseri umani massacrati, 20.000 bambini, l'Italia deve interrompere ogni rapporto militare, economico e commerciale con questo Governo terrorista e genocida. Questo Stato va isolato, va sanzionato e perseguito per i crimini che ha commesso dalla Corte penale internazionale di giustizia. Io vi chiedo, vi chiediamo: ritornate ad essere umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi… ah, Grimaldi, no. Scusate, non mi avevano avvisato.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 23 luglio 2025 - Ore 10:
1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
ROMANO ed altri; BAGNAI ed altri: Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente. (C. 1091-1240-A)
Relatore: TESTA.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 17,30)
3. Seguito della discussione congiunta dei documenti:
Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024. (Doc. VIII, n. 5)
Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025. (Doc. VIII, n. 6)
(al termine delle votazioni)
4. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. (C. 2488-A)
Relatore: ROSCANI.
La seduta termina alle 19,10.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 15 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 16 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 17 la deputata Morfino ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 22 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 28 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 29 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 39 il deputato Ottaviani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 51 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 52 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 53 il deputato Zucconi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 2460-A - EM 1.2 | 258 | 252 | 6 | 127 | 95 | 157 | 75 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.4 | 259 | 258 | 1 | 130 | 96 | 162 | 75 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.5 | 260 | 260 | 0 | 131 | 110 | 150 | 74 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.6 | 262 | 259 | 3 | 130 | 111 | 148 | 74 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.7 | 265 | 260 | 5 | 131 | 113 | 147 | 73 | Resp. |
6 | Nominale | EM 1.15 | 267 | 262 | 5 | 132 | 107 | 155 | 72 | Resp. |
7 | Nominale | EM 1.17 | 269 | 261 | 8 | 131 | 111 | 150 | 71 | Resp. |
8 | Nominale | EM 1.18 | 270 | 266 | 4 | 134 | 118 | 148 | 69 | Resp. |
9 | Nominale | EM 1.19 | 269 | 265 | 4 | 133 | 118 | 147 | 69 | Resp. |
10 | Nominale | EM 1.20 | 273 | 268 | 5 | 135 | 118 | 150 | 69 | Resp. |
11 | Nominale | EM 1.21 | 271 | 266 | 5 | 134 | 117 | 149 | 69 | Resp. |
12 | Nominale | ART AGG 1.01 | 266 | 263 | 3 | 132 | 109 | 154 | 69 | Resp. |
13 | Nominale | ART AGG 1.02 | 273 | 269 | 4 | 135 | 102 | 167 | 69 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ART AGG 1.03 | 267 | 262 | 5 | 132 | 107 | 155 | 69 | Resp. |
15 | Nominale | ART AGG 1.08 | 272 | 267 | 5 | 134 | 114 | 153 | 68 | Resp. |
16 | Nominale | ART AGG 1.09 | 274 | 258 | 16 | 130 | 105 | 153 | 68 | Resp. |
17 | Nominale | ART AGG 1.010 | 274 | 269 | 5 | 135 | 114 | 155 | 68 | Resp. |
18 | Nominale | ART AGG 1.025 | 276 | 264 | 12 | 133 | 106 | 158 | 68 | Resp. |
19 | Nominale | ART AGG 1.01003 | 278 | 269 | 9 | 135 | 104 | 165 | 68 | Resp. |
20 | Nominale | ART AGG 1.028 | 273 | 256 | 17 | 129 | 102 | 154 | 68 | Resp. |
21 | Nominale | ART AGG 1.01002 | 275 | 270 | 5 | 136 | 114 | 156 | 68 | Resp. |
22 | Nominale | ART AGG 1.032 | 274 | 215 | 59 | 108 | 61 | 154 | 68 | Resp. |
23 | Nominale | ART AGG 1.033 | 277 | 269 | 8 | 135 | 106 | 163 | 68 | Resp. |
24 | Nominale | ART AGG 1.01000 | 277 | 274 | 3 | 138 | 108 | 166 | 68 | Resp. |
25 | Nominale | ART AGG 1.01001 | 278 | 276 | 2 | 139 | 106 | 170 | 67 | Resp. |
26 | Nominale | EM 1-BIS.1000 | 278 | 273 | 5 | 137 | 105 | 168 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 2.1 | 273 | 268 | 5 | 135 | 106 | 162 | 67 | Resp. |
28 | Nominale | EM 2.2 | 273 | 269 | 4 | 135 | 102 | 167 | 67 | Resp. |
29 | Nominale | EM 3.1 | 267 | 264 | 3 | 133 | 99 | 165 | 67 | Resp. |
30 | Nominale | EM 6-BIS.1000 | 275 | 275 | 0 | 138 | 164 | 111 | 67 | Appr. |
31 | Nominale | EM 8.11 | 270 | 258 | 12 | 130 | 108 | 150 | 67 | Resp. |
32 | Nominale | ART AGG 8.03, 8.04 | 271 | 263 | 8 | 132 | 111 | 152 | 67 | Resp. |
33 | Nominale | ART AGG 8.05, 8.06 | 270 | 266 | 4 | 134 | 115 | 151 | 67 | Resp. |
34 | Nominale | ART AGG 8.016, 8.014 | 274 | 273 | 1 | 137 | 121 | 152 | 67 | Resp. |
35 | Nominale | ART AGG 8.018, 8.020 | 274 | 273 | 1 | 137 | 122 | 151 | 67 | Resp. |
36 | Nominale | ART AGG 8.022, 8.024 | 277 | 277 | 0 | 139 | 122 | 155 | 67 | Resp. |
37 | Nominale | ART AGG 8.026 | 274 | 274 | 0 | 138 | 122 | 152 | 67 | Resp. |
38 | Nominale | ART AGG 8.027 | 274 | 274 | 0 | 138 | 123 | 151 | 67 | Resp. |
39 | Nominale | ART AGG 8.042 | 274 | 271 | 3 | 136 | 110 | 161 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 9.3 | 276 | 274 | 2 | 138 | 120 | 154 | 67 | Resp. |
41 | Nominale | EM 10.1 | 271 | 271 | 0 | 136 | 47 | 224 | 67 | Resp. |
42 | Nominale | ART AGG 11.01 | 275 | 259 | 16 | 130 | 105 | 154 | 67 | Resp. |
43 | Nominale | EM 12-BIS.1000 | 275 | 270 | 5 | 136 | 104 | 166 | 67 | Resp. |
44 | Nominale | EM 12-BIS.1 | 277 | 265 | 12 | 133 | 110 | 155 | 67 | Resp. |
45 | Nominale | EM 12-TER.1001, 12-TER.1002 | 270 | 255 | 15 | 128 | 101 | 154 | 67 | Resp. |
46 | Nominale | EM 12-TER.1000 | 272 | 266 | 6 | 134 | 13 | 253 | 67 | Resp. |
47 | Nominale | EM 12-TER.200 | 272 | 266 | 6 | 134 | 164 | 102 | 67 | Appr. |
48 | Nominale | ART AGG 12-TER.01000 | 272 | 268 | 4 | 135 | 14 | 254 | 67 | Resp. |
49 | Nominale | EM 13-BIS.1 | 270 | 258 | 12 | 130 | 107 | 151 | 67 | Resp. |
50 | Nominale | EM 14.1 | 270 | 252 | 18 | 127 | 99 | 153 | 67 | Resp. |
51 | Nominale | ODG 9/2460-A/16 | 240 | 240 | 0 | 121 | 89 | 151 | 67 | Resp. |
52 | Nominale | ODG 9/2460-A/17 | 249 | 248 | 1 | 125 | 92 | 156 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 59) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ODG 9/2460-A/20 | 259 | 256 | 3 | 129 | 107 | 149 | 67 | Resp. |
54 | Nominale | ODG 9/2460-A/21 | 272 | 270 | 2 | 136 | 116 | 154 | 67 | Resp. |
55 | Nominale | ODG 9/2460-A/22 | 269 | 264 | 5 | 133 | 113 | 151 | 67 | Resp. |
56 | Nominale | ODG 9/2460-A/23 | 270 | 268 | 2 | 135 | 102 | 166 | 67 | Resp. |
57 | Nominale | ODG 9/2460-A/24 | 263 | 259 | 4 | 130 | 110 | 149 | 67 | Resp. |
58 | Nominale | ODG 9/2460-A/26 | 262 | 259 | 3 | 130 | 108 | 151 | 67 | Resp. |
59 | Nominale | DDL 2460-A - VOTO FINALE | 239 | 234 | 5 | 118 | 147 | 87 | 65 | Appr. |