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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Commissione: V Bilancio
Politica economica e manovre finanziarie
La Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013

La Nota di aggiornamento, trasmessa alle Camere il 23 settembre 2013, rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2013, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi, ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici. Sul predetto Documento, in data 9 ottobre 2013, l'Assemblea della Camera dei deputati ha approvato la Risoluzione n. 6-00035 Marchi ed altri, accettata dal Governo.

 
La funzione della Nota di aggiornamento
10/10/2013

La disciplina della procedura di bilancio contenuta nella legge di contabilità n. 196 del 2009 prevede che nell'ambito delle nuove scadenze temporali decise in sede europea il Governo presenti alle Camere entro il 10 aprile di ciascun anno il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il quadro previsionale del DEF deve essere poi adeguato all'evolversi del quadro economico finanziario in corso d'anno mediante la Nota di aggiornamento, da trasmettersi alle Camere entro il successivo 20 settembre. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 15 ottobre, dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, sia predisposta sulla base di un quadro economico il più possibile aggiornato.

Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica nella Nota 2013 si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio: si tratta di 6 Raccomandazioni,COM(2013)362 , del 29 /5/2013) concernenti rispettivamente la riduzione del debito, l'efficienza e qualità della pubblica amministrazione, il sistema finanziario, il sistema fiscale, il mercato del lavoro ed, infine, la concorrenza. Ad esse è dedicato un apposito paragrafo della Nota, con l'indicazione delle azioni intraprese per attuarle. La Nota reca inoltre un rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale (si veda Doc. LVII, n.1-bis – Allegato II, nonché lo stato di attuazione dei pagamenti dei debiti da parte delle pubbliche amministrazioni, disposti dal decreto-legge n. 35 dell'aprile 2013

 
Il quadro macroeconomico
10/10/2013

La Nota 2013 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Per gli anni successivi, reca invece una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo.

La Nota illustra previamente lo scenario macroeconomico internazionale, rilevando come esso mostri una ripresa graduale e differenziata tra le varie aree geografiche. Le principali organizzazioni internazionali imputano, nel breve termine, la lenta ripresa delle economie avanzate alla restrizione del credito che caratterizza ancora il sistema bancario e quello delle imprese, oltre al proseguimento del consolidamento fiscale. Le prospettive della domanda mondiale prefigurano tuttavia nel medio periodo un recupero più accentuato.

Per ciò che specificamente concerne l'Area dell'Euro, la Nota mette in rilievo come l'economia sia tornata a crescere dopo sei trimestri di contrazione. Secondo i recenti dati Eurostat, infatti, il PIL dell'Area, nel secondo trimestre dell'anno in corso è cresciuto dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente, in cui si era registrata una variazione negativa del tasso di crescita di -0,2 per cento. Tale andamento non è tuttavia generalizzato, in quanto alcuni paesi dell'Area, tra cui l'Italia e la Spagna, continuano a rimanere in recessione. La Germania e la Francia, invece, hanno registrato tassi di crescita più elevati della media, rispettivamente, dello 0,7 e 0,5 per cento.

Per quanto concerne l'economia italiana, la Nota, pur rilevando i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, rivede il quadro macroeconomico evidenziando un peggioramento per l'anno in corso e per l'anno 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013. Soltanto a partire dal 2015 si evidenzia una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF, che dovrebbe attestarsi, in media all'1,8 per cento negli anni 2015-2017.

In particolare, per il 2013, la contrazione del PIL italiano è stimata pari a -1,7 per cento, rispetto a -1,3 per cento precedentemente indicato dal DEF. Il peggioramento delle stime di crescita sono da porre in relazione alla fase recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha raggiunto la sua maggiore intensità nella parte finale del 2012. Tale fase, che persiste sostanzialmente dal 2008, ha comportato per l'Italia, la perdita di oltre 8 punti percentuali di PIL, ma, rileva la Nota,l'economia italiana sembra ormai avviata verso una ripresa, anche sulla base dei segnali favorevoli relativi al livello della produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia, in particolare, delle famiglie, che prefigurano un miglioramento della domanda interna nei prossimi trimestri.

Per il 2014 si confermano le prospettive favorevoli di ripresa dell'economia, già prefigurate nel DEF di aprile. Tuttavia, la previsione di crescita del PIL è rivista al ribasso, pari all'1,0 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, principalmente per l'effetto di trascinamento negativo del 2013 sul 2014. La previsione di crescita nel 2014 riflette anche il rafforzamento della congiuntura economica mondiale e il graduale venir meno dei fattori specifici che hanno penalizzato l'evoluzione congiunturale nel 2013.

Potrebbe tuttavia agire da freno alla ripresa la dinamica ancora negativa della concessione del credito al settore privato dell'economia, che rischia di attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti adottati dal Governo.

Quanto al triennio 2015-2017, si evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL. L'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7% nel 2015, 1,8% nel 2016 e 1,9% nel 2017), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale che degli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature. Lo scenario presentato si fonda sulla prosecuzione dell'azione riformatrice del Governo. Sul punto viene inoltre precisato che la revisione verso l'alto delle previsioni di medio termine è stata effettuata sulla base di una attenta valutazione degli effetti delle riforme introdotte sino ad ora, che dovrebbero dar luogo, inclusi quelli conseguenti al decreto-legge n.35 sopradetto, in un incremento del Pil dello 0,4% nel 2013, 1,0% nel 2014 e 0,4% nell'anno successivo.

 
Il quadro di finanza pubblica
10/10/2013

Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale presente nelle stime contenute ad aprile nel DEF 2013 – con un Pil che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali (come del resto già avvenuto nel 2012 rispetto al 2011) – si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica.

La Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel DEF 2013, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati (l'indebitamento netto strutturale raggiunge il pareggio nel 2015, anziché nel 2013), il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo, che ha reso possibile, nella recente decisione europea del giugno di quest'anno, la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia.

Nel 2013 l'indebitamento netto supera di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa, precisa la Nota, di un andamento delle entrate che risentono del ribasso dell'andamento del prodotto: ciò in conseguenza delle politiche di consolidamento fiscale, la cui intensità ed adozione congiunta in una pluralità di economie tra loro interdipendenti hanno condotto ad una contrazione del livello di attività superiore alle attese. Il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime DEF.

Il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio, con riferimento sia a quello corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, che, più lievemente (-0,1) al saldo primario; peraltro quest'ultimo saldo – che, si rammenta, costituisce uno dei principali indicatori di sostenibilità del debito - negli anni successivi risente in misura più accentuata dello scenario macroeconomico riportato nella Nota, risultando mediamente inferiore alle stime DEF di circa 0,6 punti percentuali annui.

Risultano invece in linea con le stime di aprile le spese, che anzi presentano una lieve diminuzione in termini nominali (dovuta in buona parte alla contrazione della previsione di spesa in conto capitale). Le spese correnti netto interessi si mantengono sul percorso di riduzione già indicato ad aprile, anche se su valori lievemente più elevati e questo, unitamente ad una previsione della spesa per interessi che dal 2015 risulta consistentemente più positiva rispetto alle previsioni di aprile, si riflette su una evoluzione delle spese finali che al termine del periodo di previsione (2017) risulta inferiore di 0,7 punti percentuali di Pil rispetto a quanto iscritto nel DEF.

In proposito nella Nota si precisa come l'andamento così prefigurato della spesa per interessi ipotizza una riduzione degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017.

Nel 2013 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche viene posizionato al 3,0% del PIL, incorporando una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato risultante a legislazione vigente, come nell'intendimento del Governo espresso nella Nota.

In termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, viene confermato l'obiettivo di risanamento delle finanze pubbliche già prefigurato dal DEF, benché il dato dell'indebitamento netto strutturale risulti ora pari a zero dal 2015, rimanendo comunque su valori prossimi al pareggio (close to balance) già dall'anno 2013. Va altresì rammentato come il valore dell'indebitamento netto strutturale risultasse pari per il 2012 a -1,3 per cento e, pertanto, il dato previsto per il 2013 esponga un miglioramento di 0,9 punti percentuali, ben superiore, come si evidenzia nella Nota, al valore (annuale) di 0,5 punti richiesto dalle regole europee per il conseguimento dell'Obiettivo di Medio Termine.

Per quanto concerne la pressione fiscale, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di Pil, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, essa è esposta nella Nota di aggiornamento su livelli analoghi a quelli già stimati nel Def, posizionandosi al 44,3 per cento del Pil nel 2013 (44,4 nel DEF) diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017.

Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il quadro programmatico riportato nella Nota di aggiornamento lo rivede in aumento rispetto alle stime contenute nel Documento di Economia e Finanza 2013, in quanto tale rapporto (comprensivo del sostegno finanziario ad altri stati dell'Unione Europea) passa dal 127,0 per cento del 2012 al 132,9 per cento nel 2013, valore cui rimane sostanzialmente (al 132,8 per cento) anche nel 2014, per poi iniziare - anche a seguito dell'esaurirsi dei pagamenti dei debiti commerciali della P.A., previsti in 1,2 punti di PIL nel 2014, precisa la Nota – una significativa riduzione nel triennio successivo, nel corso del quale dovrebbe diminuire di 12,7 punti percentuali di Pil fino a situarsi al 120,1 per cento nel 2017.

 
La risoluzione parlamentare sulla Nota
10/10/2013

A seguito dell'esame della Nota di aggiornamento al DEF 2013, in data 9 ottobre 2013, l'Assemblea della Camera dei deputati ha approvato la Risoluzione n. 6-00035, Marchi ed altri, con la quale si impegna l'Esecutivo a perseguire gli obiettivi programmatici come ridefiniti dalla Nota di aggiornamento e dall'altro ad integrare, con il prossimo provvedimento d'urgenza che accompagnerà il disegno di legge di stabilità 2014, le risorse da destinare, per l'anno 2013, al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per un importo pari almeno a 300 milioni di euro.

La Risoluzione impegna altresì il Governo:

  • a reperire le risorse da destinare alla riduzione del cuneo fiscale, sia per i lavoratori che per le imprese, e, più in generale, alla riduzione della pressione fiscale, a partire dalla legge di stabilità 2014, prioritariamente attraverso misure di riqualificazione strutturale della spesa (cd.spending review).
  • a rimodulare, con la legge di stabilità 2014, i vincoli derivanti dal patto di stabilità interno così da consentire agli enti territoriali la realizzazione di un'efficace politica di sviluppo degli investimenti, incluso il trasporto pubblico locale;
  • a rivisitare, con la legge di stabilità 2014, la tassazione immobiliare in un'ottica di maggiore equità e progressività, anche in vista della prossima riforma del catasto, eliminando le penalizzazioni per le fasce più deboli e prevedendo la sostituzione dell'IMU con una service tax: questa dovrà permettere di consolidare il decentramento fiscale mantenendo la parte di imposizione sull'immobile e introducendo una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti, restituendo ai comuni la base immobiliare propria territoriale e la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all'interno di un massimale nazionale.