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Istruzione, cultura e informazione
Commissione: VII Cultura
Cultura, spettacolo, sport
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

Nella XVII legislatura è stato previsto che la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale rientrano fra i livelli essenziali delle prestazioni, e che l'apertura al pubblico dei luoghi della cultura costituisce un servizio pubblico essenziale.

Inoltre, si è registrato uno sforzo rivolto ad aumentare le risorse finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, sia attraverso l'incremento di quelle provenienti dal bilancio dello Stato, sia incentivando, con il c.d. ART-BONUS, le erogazioni liberali da parte di privati, enti non commerciali e aziende.

Con riferimento a luoghi particolarmente pregevoli, si è registrato un forte intervento finalizzato a tutelare e valorizzare l'area archeologica di Pompei, in particolare prevedendo la nomina di un Direttore generale di progetto, di una unità di supporto e di una segreteria tecnica di progettazione.

Infine, è stata reintrodotta la categoria del "monumento nazionale" e sono state adottate specifiche previsioni per garantire l'erogazione dei servizi nei luoghi della cultura.

 
La cultura fra i livelli essenziali delle prestazioni
  • 1 dossier
08/03/2018

L'art. 01 del D.L. 146/2015 (L. 182/2015) ha stabilito che "in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale sono attività che rientrano tra i livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione".

Al riguardo, il rappresentante del Governo, intervenendo nella seduta della V Commissione della Camera del 21 ottobre 2015, aveva fatto presente che la concreta attuazione di tale previsione avrebbe richiesto l'emanazione di successivi provvedimenti legislativi che dovevano essere comunque adottati nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Nella XVII legislatura non si sono registrati ulteriori seguiti.

 

Inoltre, l'art. 1 dello stesso D.L. 146/2015 ha stabilito che, in relazione alla tutela dell'ambiente e del patrimonio storico-artistico, rientrano tra i servizi pubblici essenziali non solo i servizi di protezione ambientale e di vigilanza sui beni culturali, ma anche l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura appartenenti a soggetti pubblici, di cui all'art. 101, co. 3, del d.lgs. 42/2004.

 

Il 23 febbraio 2016 è stato raggiunto l'accordo fra ARAN e sindacati per i musei e i luoghi della cultura di appartenenza statale. L'accordo integra l'accordo collettivo nazionale dell'8 marzo 2005 sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero per il comparto dei Ministeri, indicando le prestazioni indispensabili e fissando i criteri per la determinazione dei contingenti di personale tenuti a garantirle. In particolare, prevede che, in caso di sciopero, nei musei e negli altri istituti e luoghi della cultura bisognerà garantire ai visitatori l'accessibilità al 50% degli spazi ordinariamente aperti al pubblico; qualora quest'ultima misura comporti un oggettivo pregiudizio dell'esercizio del diritto di sciopero o si riveli inadeguata a garantire le specifiche esigenze dell'utenza (ad esempio, alcuni luoghi della cultura non possono essere aperti "a metà"), la regola del 50% si trasferisce al tempo, e prevede l'apertura al pubblico per la metà del normale orario, coincidente con il periodo di massima richiesta dell'utenza. Per l'attivazione di questa opzione è previsto l'intervento di Protocolli di intesa. Sono, infine, individuati i giorni in cui non è possibile proclamare scioperi: si tratta, in particolare, del mese di agosto, dei giorni dal 23 dicembre al 3 gennaio e dei giorni dal giovedì antecedente la Pasqua al martedì successivo.
L'accordo è stato valutato idoneo dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali con delibera 14 marzo 2016.
Qui si riporta, a titolo di esempio, il Protocollo di intesa stipulato il 12 giugno 2017 per il Parco archeologico di Pompei.
L'8 marzo 2016 è stato raggiunto il corrispondente accordo fra ARAN e sindacati per il settore dei beni culturali di appartenenza regionale o territoriale, o dei quali lo Stato abbia trasferito la disponibilità. L'accordo integra l'accordo collettivo nazionale in materia di norme di garanzia del funzionamento dei servizi pubblici essenziali del comparto regioni ed autonomie locali, del 19 settembre 2002. Le clausole sono simili a quelle previste per i musei e luoghi della cultura di appartenenza statale.
L'accordo è stato valutato idoneo dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali con delibera 21 marzo 2016.
Dossier
 
Le risorse per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale
  • 1 focus,
  • 11 dossier,
  • 1 risorsa web
08/03/2018

Nel corso della XVII legislatura sono intervenute varie disposizioni finalizzate ad aumentare le risorse a disposizione del MIBACT per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. Inoltre, sono state incentivate, con il c.d. ART-BONUS, le erogazioni liberali da parte di privati, enti non commerciali e aziende.

 

1) Nuove autorizzazioni di spesa

 

Un primo filone è rappresentato da nuove autorizzazioni di spesa che, in taluni casi, hanno previsto l'istituzione nello stato di previsione del Mibact di appositi Fondi.

 

In particolare, l'art. 7, co. 1, del D.L. 83/2014 (L. 106/2014) ha previsto l'adozione – entro il 31 dicembre di ogni anno – del Piano strategico "Grandi Progetti Beni culturali", che individua beni o siti di eccezionale interesse culturale e di rilevanza nazionale per i quali sia necessario e urgente realizzare interventi organici di tutela, riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini turistici.

Per la realizzazione degli interventi del Piano, ha autorizzato la spesa di € 5 mln per il 2014, € 30 mln per il 2015 ed € 50 mln per il 2016. Quanto agli anni successivi, il meccanismo di finanziamento previsto originariamente dal D.L. 83/2014 è stato superato con l'art. 1, co. 337, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016), che ha autorizzato la spesa di € 70 mln per il 2017 e di € 65 mln annui dal 2018.

Il Piano relativo al 2014 è stato approvato con DM 6 maggio 2015. Per il biennio 2015-2016 è stato adottato il DM 1° settembre 2015. Per il biennio 2017-2018 è stato adottato il DM 2 dicembre 2016. Per il 2019 è stato adottato il DM 428 del 29 settembre 2017.
Qui le relazioni presentate alle Camere dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo concernenti gli interventi realizzati e avviati nell'ambito del Piano, riferite, rispettivamente, al 2014 (Doc. CCXXXVII, n. 1), al 2015 (Doc. CCXXXVII, n. 2) e al 2016 (Doc. CCXXXVII, n. 3).

 

L'art. 1, co. 9 e 10, della L. 190/2014 (L. di stabilità 2015) ha istituito nello stato di previsione del Mibact il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con una dotazione iniziale di € 100 mln per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. Le risorse devono essere utilizzate per la realizzazione degli interventi inclusi in un programma triennale che il Ministro trasmette, previo parere delle Commissioni parlamentari, al CIPE.

Il programma triennale 2016-2018 è stato adottato con DM 28 gennaio 2016 e rimodulato con DM 433 del 5 ottobre 2017, DM 463 del 23 ottobre 2017, DM 489, DM 490 e DM 491 del 16 novembre 2017.
 

Fra le ulteriori autorizzazioni di spesa intervenute nella XVII legislatura, si ricordano, inoltre, le seguenti:

  • l'art. 5, co. 3-bis, del D.L. 91/2013(L. 112/2013) ha destinato € 1 mln per il 2013 ed € 7 mln per il 2014 alla tutela dei beni culturali che presentavano gravi rischi di deterioramento.
Gli interventi relativi ai beni culturali che presentavano gravi rischi di deterioramento sono stati individuati, per il 2013, con D.I. 21 gennaio 2014 e, per il 2014, con D.I. 23 settembre 2014.

Inoltre, l'art. 6, co. 5-bis, ha destinato € 5 mln annui dal 2014 al funzionamento della Fondazione MAXXI di Roma;

  • l'art. 1, co. 106, della L. 147/2013 (L. di stabilità 2014) ha autorizzato la spesa di € 2,5 mln per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 per il finanziamento di interventi di recupero e valorizzazione dei luoghi della memoria della lotta al nazifascismo, della Resistenza e della Guerra di liberazione.
Le modalità di utilizzo delle risorse sono state definite con DPCM 20 agosto 2014.

Inoltre, il co. 308, al fine di consentire la realizzazione di interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro dei luoghi della memoria nel quadro degli eventi programmati per la celebrazione del Centenario della prima Guerra mondiale, ha autorizzato la spesa di € 8 mln per il 2014 e di € 5 mln per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017 e 2018.

A sua volta, l'art. 1, co. 333, della L. 205/2017 (L. di bilancio 2018) ha autorizzato la spesa di € 1 mln per il 2018, ed € 2,5 mln dal 2019, per la tutela e per la promozione del patrimonio morale, culturale e storico di alcuni specifici luoghi della memoria della lotta al nazifascismo, della Resistenza e della Guerra di liberazione;

  • l'art. 1, co. 241, della L. 190/2014 (L. di stabilità 2015) ha autorizzato la spesa di € 5,5 mln per il 2015 per la tutela e la promozione del patrimonio culturale e storico.
E' conseguentemente intervenuto il DI 12 novembre 2015 (MIT-MIBACT) che ha individuato gli interventi da finanziare in quelli diretti al recupero, al restauro conservativo e alla valorizzazione del patrimonio culturale e storico, nonché in quelli relativi a progetti culturali elaborati da enti locali, ha trasferito le risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a favore dello stato di previsione della spesa del MIBACT, ha rimesso la selezione dei singoli progetti al Segretario generale del MIBACT e ha disposto che le modalità di finanziamento dei progetti dovevano essere stabilite con apposite convenzioni o accordi stipulati tra il MIBACT e i soggetti proponenti.
Successivamente, è dunque intervenuto il decreto del Segretario generale del Mibact 3 marzo 2016;
  • l'art. 1, co. 321, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016) ha incrementato di € 5 mln annui, dal 2017, l'autorizzazione di spesa prevista dalla legge finanziaria per il 2007 (art. 1, co. 1142, L. 296/2006), finalizzata a consentire interventi nel settore dei beni culturali e paesaggistici, anche al verificarsi di emergenze. In seguito, tuttavia, tale autorizzazione di spesa è stata ridotta di 0,5 mln annui, sempre dal 2017, dall'art. 11, co. 3-quater, del D.L. 244/2016 (L. 19/2017), che ha destinato tali risorse alla stabilizzazione della Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo.
    Inoltre, il co. 349 ha autorizzato la spesa di € 30 mln annui, a decorrere dal 2016, per il funzionamento degli Istituti afferenti al settore degli archivi e delle biblioteche, nonché degli Istituti centrali e di quelli dotati di autonomia speciale del Mibact, mentre il co. 354 ha autorizzato la spesa di € 10 mln annui per il funzionamento degli Istituti afferenti al settore museale. Anche a queste autorizzazioni di spesa, peraltro, si è attinto in seguito per il finanziamento di ulteriori, varie, esigenze;

  • l'art. 1, co. 321, della L. 205/2017 (L. di bilancio 2018) ha autorizzato € 1 mln per il 2018 ed € 0,5 mln annui dal 2019 per il funzionamento dei soggetti giuridici creati o partecipati dal Mibact al fine di rafforzare l'azione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

 

2) L'ART-BONUS

 

Un secondo filone è rappresentato da disposizioni volte a favorire l'afflusso di risorse provenienti da privati, enti non commerciali e aziende.

In particolare, l'art. 1 del D.L. 83/2014 (L. 106/2014) aveva inizialmente introdotto il c.d. ART-BONUS – un credito d'imposta di cui possono usufruire le persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro a favore della cultura (oltre che dello spettacolo) – per il periodo 2014-2016. I contribuenti potevano usufruire di tale credito nella misura del 65% per le erogazioni effettuate nel 2014 e nel 2015 e del 50% per quelle effettuate nel 2016.

Successivamente, a seguito delle modifiche apportate dall'art. 1, co. 318 e 319, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016), l'ART-BONUS è stato reso permanente. A decorrere dal 2016, la misura del credito d'imposta è del 65%.

Le erogazioni devono essere rivolte - per quanto qui interessa - ad interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici e al sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (art. 101 del d.lgs. 42/2004: musei, biblioteche e archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali).

 

A sua volta, il DM 28 gennaio 2016, recante il programma triennale 2016-2018 degli interventi finanziati con le risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, ha destinato € 45 mln nel triennio al cofinanziamento di interventi finanziati con l'ART-BONUS, nel caso in cui l'erogazione non completi il fabbisogno finanziario.

 

Da ultimo, l'art. 17 del D.L. 189/2016 (L. 229/2016) ha previsto che il credito di imposta spetta anche per le erogazioni liberali effettuate a favore del MIBACT per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di interesse religioso presenti nei comuni delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dagli episodi sismici verificatisi a partire dal 24 agosto 2016, anche appartenenti ad enti ed istituzioni della Chiesa cattolica o di altre confessioni religiose.

Spetta, altresì, per le erogazioni liberali per il sostegno dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, dell'Opificio delle pietre dure e dell'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, al fine di favorire gli interventi di restauro del patrimonio culturale nelle aree colpite da eventi calamitosi.

 

Nel corso della risposta, il 13 settembre 2017, all'interrogazione a risposta immediata presentata alla Camera 3-03227, il rappresentante del Governo aveva evidenziato che le erogazioni liberali (comprese quelle al settore dello spettacolo) erano state pari a € 180.694.028, di cui 7.459.817 provenienti da persone fisiche e 88.527.000 da imprese e che erano stati intrapresi 1.471 interventi, di cui 1.084 di restauro di beni culturali pubblici e 352 a sostegno di istituti e luoghi della cultura, fondazioni lirico sinfoniche o teatri.
 
Qui il sito dedicato all'ART-BONUS, con sezioni dedicate agli interventi e ai mecenati.

 

3) Riassegnazione di risorse

 

Un terzo filone è rappresentato da interventi finalizzati a consentire al Mibact di disporre di risorse provenienti da proprie articolazioni.

 

In particolare, l'art. 40, co. 1, del D.L. 69/2013 (L. 98/2013) ha previsto la possibilità che siano riassegnate al MIBACT, per l'attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, le risorse disponibili nei conti di tesoreria delle Soprintendenze dotate di autonomia speciale. Tale possibilità è stata estesa agli utili conseguiti dalla società in house Ales S.p.A. – al netto della quota destinata alla riserva legale – dall'art. 1, co. 311, della L. 205/2017 (L. di bilancio 2018).

La relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio 2018 precisava che il riferimento alle Soprintendenze dotate di autonomia speciale contenuto nell'art. 40, co. 1, del D.L. 69/2013 deve ora leggersi (alla luce delle sopravvenute novità normative) anche con riferimento a musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale.

 

Inoltre, l'art. 3 del D.L. 91/2013 (L. 112/2013) ha disposto la riassegnazione al MIBACT, a decorrere dal 2014, dei proventi (biglietti di ingresso, canoni di concessione o corrispettivi per la riproduzione di beni culturali) relativi a istituti o luoghi della cultura appartenenti o in consegna allo Stato, al fine di garantirne la regolare apertura al pubblico.

Successivamente, l'art. 14, co. 1-ter, del D.L. 193/2016 (L. 225/2016) ha previsto che tali introiti sono destinati, oltre che alla realizzazione di interventi per la sicurezza e la conservazione e al funzionamento degli istituti e luoghi della cultura appartenenti o in consegna allo Stato, nonché all'espropriazione e all'acquisto di beni culturali, anche mediante l'esercizio della prelazione, anche alla valorizzazione dei medesimi istituti e luoghi della cultura.

 

4) Risorse provenienti da altri stati di previsione

 

Un quarto filone è rappresentato dalla destinazione agli interventi di competenza del Mibact di risorse provenienti da altri stati di previsione.

 

In particolare, l'art. 1, co. 338, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016) ha stabilito che una quota delle risorse relative agli interventi infrastrutturali, quantificata in € 30 mln per ciascuno degli anni dal 2016 al 2019, è destinata ad interventi di conservazione, manutenzione, restauro, nonché valorizzazione, dei beni culturali.

Le risorse – provenienti dagli stati di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell'economia e delle finanze – sono state individuate con D.I. 9 settembre 2016, mentre il programma degli interventi è stato approvato con D.I. 560 del 2 dicembre 2016.

 

Sulla base di quanto disposto dall'art. 1, co. 703, lett. d), della L. 190/2014 (L. di stabilità 2015), il CIPE ha approvato, nella riunione del 1° maggio 2016, il Piano stralcio «Cultura e turismo», presentato dal MIBACT, per un valore di € 1.000 mln, da finanziare a carico delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 (istituito nello stato di previsione del MEF).

In particolare, la delibera CIPE ha individuato tre macroaggregati:

  1. sistema museale italiano, a cui sono stati destinati € 645 mln;
  2. sistemi territoriali turistico-culturali (cammini, percorsi, aree vaste), a cui sono stati destinati € 185 mln;
  3. interventi di completamento particolarmente significativi e nuovi interventi – da individuare con DPCM –, a cui sono stati destinati € 170 mln. Di questi, € 150 mln sono stati riservati a interventi, non superiori a € 10 mln, afferenti al progetto di recupero di luoghi culturali dimenticati, denominato «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati», ed € 20 mln a favore di interventi di particolare strategicità.

L'assegnazione delle risorse nel periodo è stata così suddivisa: € 64 mln per il 2016, € 90 mln per il 2017, € 196 mln per il 2018, € 237 mln per il 2019, € 194 mln per il 2020, € 125 mln per il 2021 ed € 94 mln per il 2022.

Qui il comunicato stampa presente sul sito del MIBACT che, in particolare, evidenziava che le risorse erano state destinate a 33 interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e di potenziamento del turismo culturale. Qui i dettagli degli interventi.
 
Con specifico riferimento agli interventi di cui al progetto «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati», la delibera CIPE aveva disposto che gli stessi dovevano essere individuati sulla base delle segnalazioni pervenute dal territorio, previa selezione, ove le segnalazioni avessero comportato finanziamenti in misura superiore alle risorse disponibili, da parte di una apposita Commissione che avrebbe dovuto circoscrivere l'accesso al finanziamento ad un solo intervento per Comune richiedente. Gli interventi dovevano in ogni caso, riguardare tutela, valorizzazione e recupero del patrimonio culturale, ovvero consistere nella realizzazione di un progetto di interesse culturale, essere suscettibili di un immediato avvio dei lavori, essere attuati da un ente pubblico.
Nella risposta all'interrogazione 5-10297, resa nella VII Commissione della Camera, l'11 maggio 2017, il rappresentante del Governo aveva fatto presente che erano pervenute 7.540 richieste.
Il 29 dicembre 2017 sul sito del Governo è stata data notizia che la Commissione per la selezione degli interventi aveva concluso i propri lavori il 15 dicembre. Qui l'elenco dei 273 interventi approvati, per complessivi € 149.425.566,30.

Nelle riunioni del 22 dicembre 2017 e del 28 febbraio 2018, il CIPE ha poi approvato due Addendum al Piano stralcio «Cultura e turismo», con assegnazione di ulteriori risorse pari.

In particolare, nella riunione del 28 febbraio 2018 sono stati assegnati € 740.000.000, sempre a valere sul Fondo sviluppo e la coesione 2014-2020.

Qui il comunicato stampa presente sul sito del Mibact che, in particolare, evidenziava che le risorse erano state destinate a 59 interventi. Qui i dettagli degli interventi.

Infine, la L. 205/2017 (L. di bilancio 2018) ha trasferito nello stato di previsione del Mibact risorse per complessivi € 92,5 mln per il 2018, provenienti dal Fondo investimenti (di cui all'art. 1, co. 140, della L. 232/2016), anch'esso istituito nello stato di previsione del MEF, destinati a spese per il restauro, la conservazione, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio architettonico, storico, artistico, dell'architettura, dell'arte contemporanea e del paesaggio, del patrimonio archeologico, del patrimonio archivistico e del patrimonio librario.

Il DPCM 21 luglio 2017, di riparto del Fondo investimenti, ha infatti destinato al MIBACT:
  • per il settore "edilizia pubblica, compresa quella scolastica" complessivi € 200,1 mln, di cui € 45 mln per il 2018;
  • per il settore "prevenzione del rischio sismico" complessivi € 372,0 mln, di cui € 44,5 mln per il 2018;
  • per il settore "investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia" complessivi € 25 mln, di cui € 3 mln per il 2018.

 

5) Destinazione di quote dell'IRPEF

 

Un quinto filone è rappresentato dalla destinazione di quote dell'IRPEF alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali.

In particolare, l'art. 1, co. 985, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016) ha previsto che per il 2016 i contribuenti potevano destinare il 2 per mille dell'IRPEF a favore di una associazione culturale iscritta in un elenco appositamente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. A tal fine, è stata autorizzata la spesa di € 100 mln. Le somme non impegnate nel 2016 potevano essere impegnate nel 2017.

Le modalità applicative sono state definite con DPCM 21 marzo 2016. Qui l'elenco delle associazioni ammesse.

Tale novità si è aggiunta a quanto previsto dall'art. 23, co. 46, del D.L. 98/2011 (L. 111/2011), che dal 2012 consente di destinare una quota pari al cinque per mille dell'IRPEF al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, e a quanto previsto dall'art. 47, commi secondo e terzo, della L. 222/1985 e dal DPR 76/1998, che consente di destinare alla conservazione dei beni culturali la quota dell'otto per mille dell'IRPEF.

 

Con riguardo all'otto per mille, l'art. 21-ter del D.L. 8/2017 (L. 45/2017) ha previsto che le corrispondenti risorse derivanti dalle dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2016 al 2025 sono destinate agli interventi di ricostruzione e di restauro dei beni culturali danneggiati o distrutti a seguito degli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016 nei comuni indicati negli allegati 1, 2 e 2-bis al D.L. 189/2016 (L. 229/2016).

Focus
Dossier
Documenti e risorse WEB
 
Interventi per l'area archeologica di Pompei
  • 1 dossier
08/03/2018

Nella XVII legislatura si è registrato un forte intervento finalizzato a tutelare e valorizzare l'area archeologica di Pompei, in particolare prevedendo la nomina di un Direttore generale di progetto, di una unità di supporto e di una segreteria tecnica di progettazione.

 

  1. Dal programma straordinario al Grande progetto Pompei

 

Nella XVI legislatura, l'art. 2 del D.L. 34/2011 (L. 75/2011) aveva disposto l'adozione, da parte del Ministro per i beni e le attività culturali, di un programma straordinario ed urgente di interventi conservativi di prevenzione, manutenzione e restauro da realizzare nell'area archeologica di Pompei e nei luoghi ricadenti nella competenza territoriale della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e di Pompei.

Per il finanziamento del programma straordinario, aveva previsto la possibilità di utilizzo delle risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) destinate alla regione Campania e di una quota dei fondi disponibili nel bilancio della Soprintendenza speciale.
 

Il 29 marzo 2012, la Commissione europea, con decisione n. C(2012) 2154, ha finanziato il programma straordinario quale Grande Progetto Comunitario a valere su risorse del Programma Operativo Interregionale "Attrattori culturali, naturali e turismo" FESR 2007-2013 (POIn)". In particolare, il progetto è stato finanziato con 74,2 milioni di fondi Ue e 29,8 di fondi nazionali.

Successivamente, con decisione C(2016) 1497 final del 10 marzo 2016 – che ha modificato la decisione C(2012) 2154 –, accedendo alla richiesta presentata dall'Italia, la Commissione europea ha deciso che lo stesso è articolato in due fasi:

  • la fase I, a valere sulle risorse del Programma operativo interregionale "Attrattori culturali, naturali e turismo"-FESR 2007-2013;
  • la fase II, a valere sulle risorse del PON "Cultura e sviluppo" - FESR 2014-2020.

La data prevista per il completamento è il 31 dicembre 2018.

 

  1. Le azioni per accelerare la realizzazione del Grande Progetto Pompei

 

All'inizio della XVII legislatura, l'art. 1, co. da 1 a 7, del D.L. 91/2013, al fine di accelerare la realizzazione del Grande Progetto Pompei, ha previsto la nomina di un Direttore generale di progetto, coadiuvato da una struttura di supporto, e di un Vice Direttore generale vicario. Al Direttore generale di progetto sono stati affidati specifici compiti, da svolgere in stretto raccordo con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, della quale lo stesso D.L. ha previsto la costituzione e della quale rimanevano fermi compiti e attribuzioni in ordine alla gestione ordinaria del sito.

Ha previsto, altresì, la costituzione dell'Unità "Grande Pompei" – cui è stato preposto il medesimo Direttore generale di progetto, che ne ha assunto la rappresentanza legale –, dotandola di autonomia amministrativa e contabile, al fine di consentire il rilancio economico sociale e la riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione Unesco "Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata".

 

Successivamente, l'art. 2, co. 5-ter, del D.L. 83/2014 – come modificato, da ultimo, dall'art. 1, co. 308, della L. 205/2017 (legge di bilancio 2018) – ha stabilito che lo svolgimento delle funzioni del Direttore generale di progetto, nonché le attività dell'Unità "Grande Pompei", del Vice Direttore generale vicario e della struttura di supporto, sono prorogate fino al 31 gennaio 2019, stabilendo che, successivamente, le funzioni del Direttore generale di progetto rientrano nella competenza ordinaria del Parco archeologico di Pompei.

Il Parco archeologico di Pompei ha sostituito la Soprintendenza speciale Pompei, nuova denominazione, in base all'art. 16, co. 1-bis, lett. b), del D.L. 78/2015 (L. 125/2015), dal 1° gennaio 2016, della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, di cui all'art. 30, co. 2, del DPCM 171/2014.

Inoltre, ha previsto l'attivazione, da parte del Direttore generale di progetto, di un Contratto istituzionale di sviluppo per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli interventi previsti nel piano strategico relativo ai comuni interessati dal piano di gestione Unesco sopra indicato.

 

A sua volta, al fine di rispettare i termini per l'attuazione del Grande Progetto Pompei e di accelerare la progettazione degli interventi ivi previsti, il co. 5 dello stesso art. 2 del D.L. 83/2014 – come modificato, da ultimo, dall'art. 11, co. 1, D.L. 244/2016  (L. 19/2017) – ha costituito presso la Soprintendenza speciale una segreteria tecnica di progettazione, composta da non più di 20 unità di personale, alle quali possono essere conferiti incarichi di collaborazione per la durata massima di 36 mesi.

Da ultimo, l'art. 1, co. 309, della L. 205/2017 ha previsto l'avvio, entro il 31 marzo 2018, da parte del Mibact, di una selezione per titoli e colloquio finalizzata all'inquadramento nei profili di archeologo, architetto e ingegnere, dei soggetti che, reclutati a seguito di procedura selettiva pubblica, abbiano prestato servizio, entro la medesima data, per almeno 36 mesi, nell'ambito della segreteria tecnica di progettazione.

Con DPCM 27 dicembre 2013 il Generale di Corpo D'Armata Giovanni Nistri è stato nominato Direttore generale di progetto, mentre il ruolo di Vice Direttore generale vicario è stato affidato al dott. Fabrizio Magani, direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo e responsabile del progetto l'Aquila.
La nomina del Vice Direttore generale vicario è stata poi revocata, con decorrenza dalla medesima data di nomina, con DPCM 17 ottobre 2014 (v. allegato 14 alla seconda Relazione semestrale al Parlamento). La settima relazione semestrale al Parlamento evidenziava che, al 30 giugno 2017, il Vice Direttore generale vicario non era stato ancora designato.
In considerazione del passaggio del Generale Giovanni Nistri ad altro incarico, a far data dal 1° gennaio 2016, con DPCM 16 febbraio 2016 è stato nominato Direttore generale di progetto, fino al 31 dicembre 2016, il Generale di Divisione Luigi Curatoli. L'incarico è stato poi prorogato fino al 31 dicembre 2017 con DPCM 8 giugno 2017.
Il 2 febbraio 2018 è pervenuta alle Camere la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del Generale di Brigata Mauro Cipolletta a direttore generale del Grande progetto Pompei, in sostituzione del Generale di Divisione Luigi Curatoli, collocato in congedo dal 31 dicembre 2017. Il 7 febbraio 2018 la VII Commissione della Camera ha espresso parere favorevole.
 
Qui la pagina dedicata sul sito del Governo.
Dossier
 
La dichiarazione di "monumento nazionale"
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08/03/2018

L'art. 6 della L. 153/2017, modificando l'art. 10, co. 3, lett. d), del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004), ha previsto che la dichiarazione di interesse culturale di cui all'art. 13 dello stesso Codice, che accerta, ai fini della definizione di "bene culturale", la sussistenza, nelle cose indicate, di un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose, può comprendere anche, su istanza di uno o più comuni, o della regione, la dichiarazione di "monumento nazionale", qualora le stesse cose rivestono, altresì, un valore testimoniale o esprimono un collegamento identitario o civico di significato distintivo eccezionale.

 

In base all'art. 13 del d.lgs. 42/2004, la dichiarazione di interesse culturale – relativa a cose immobili e mobili a chiunque appartenenti – accerta la sussistenza dell'interesse richiesto dall'art. 10, co. 3, ai fini della definizione di "bene culturale", sottoponendo così il bene privato alle disposizioni di tutela dettate dallo stesso Codice.
La dichiarazione dell'interesse culturale è adottata dal Mibact a conclusione di un procedimento avviato dal Soprintendente (anche su motivata richiesta della regione o di ogni altro ente territoriale interessato) (art. 14). La dichiarazione è notificata al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della cosa che ne forma oggetto (art. 15).
 

Prima di tale intervento legislativo, il Codice dei beni culturali e del paesaggio non prevedeva una specifica procedura da porre in essere per la dichiarazione di monumento nazionale.

Si limitava, infatti, all'art. 54, a disporre che sono inalienabili, quali beni del demanio culturale "gli immobili dichiarati monumenti nazionali a termini della normativa all'epoca vigente" – ossia la normativa previgente alla L. 1089/1939 – e, all'art. 129, a far salve le leggi aventi specificamente ad oggetto monumenti nazionali.

 

Pur in assenza di tale categoria nel Codice, peraltro, nella prima parte della legislatura sono state approvate la L. 64/2014, recante dichiarazione di monumento nazionale della Basilica Palladiana di Vicenza, e la L. 207/2016, recante dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza.

Successivamente alla reintroduzione della categoria nel Codice, la L. 213/2017 ha dichiarato monumento nazionale la Casa Museo Matteotti in Fratta Polesine.

 

Tali disposizioni si sono aggiunte a quelle precedentemente emanate con DPR 2 ottobre 2003, Dichiarazione di monumento nazionale per il cimitero delle vittime del Vajont, in Longarone, DPR 18 marzo 2008, Dichiarazione di monumento nazionale dell'antica area di San Pietro Infine e DPR 18 marzo 2008, Dichiarazione di monumento nazionale dell'isola di Santo Stefano.
Dossier
 
L'affidamento dei servizi negli istituti e nei luoghi della cultura
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08/03/2018

Nella XVII legislatura sono state introdotte disposizioni finalizzate ad accelerare l'affidamento in concessione dei servizi negli istituti e nei luoghi della cultura.

 

L'art. 117 del D.lgs. 42/2004 prevede che negli istituti e nei luoghi della cultura possono essere istituiti servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico. In particolare, rientrano tra tali servizi: il servizio editoriale e di vendita riguardante i cataloghi e i sussidi audiovisivi e informatici; i servizi di accoglienza, inclusi quelli di assistenza e di intrattenimento per l'infanzia, i servizi di informazione, di guida e assistenza didattica; i servizi di caffetteria, di ristorazione, di guardaroba.
Tali servizi possono essere gestiti in forma integrata con i servizi di pulizia, di vigilanza e di biglietteria.
La loro gestione è attuata nelle forme previste dall'art. 115, ossia attraverso gestione diretta (svolta per mezzo di strutture organizzative interne alle amministrazioni) o gestione indiretta (tramite concessione a terzi).

 

In particolare, l'art. 16, co. 1, del D.L. 78/2015 (L. 125/2015) ha previsto che, per accelerare l'avvio e lo svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento in concessione dei servizi negli istituti e nei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, le amministrazioni aggiudicatrici possono avvalersi di Consip S.p.a.

 

Il 15 ottobre 2016, rispondendo nella VII Commissione della Camera all'interrogazione 5-09011, il rappresentante del Governo aveva fatto presente che il 23 dicembre 2015 era stato stipulato tra il Ministero e CONSIP il «Disciplinare per lo svolgimento di attività di supporto in tema di acquisizione di beni e servizi e affidamenti di concessioni», che prevedeva il supporto di CONSIP al Ministero, quale centrale di committenza, per l'acquisizione di servizi e per lo svolgimento delle procedure per l'affidamento delle concessioni di servizi di assistenza culturale e ospitalità al pubblico. Aveva inoltre precisato che tali procedure di affidamento si sarebbero basate sui progetti di valorizzazione e gestione dei siti, che dovevano essere predisposti dagli Istituti autonomi e dai Poli museali regionali.

 

Per l'attuazione del disciplinare è, poi, stata costituita, con DM 82 dell'11 gennaio 2016, una cabina di regia composta da rappresentanti del Mibact e di Consip, che doveva terminare i lavori entro il 31 dicembre 2016, elaborando una relazione per il Ministro. Il termine è stato prorogato al 31 dicembre 2017 con DM 282 del 26 giugno 2017.

 

Da ultimo, il 20 dicembre 2017, sul sito del Mibact è stato pubblicato l'avviso di preinformazione che definisce l'elenco delle gare per servizi di assistenza culturale e di ospitalità che saranno bandite da Consip per conto degli Istituti di cultura e Poli museali del Mibact.
Il comunicato stampa evidenziava che si tratta di un programma di gare aventi ad oggetto i servizi di assistenza culturale ai visitatori e/o i servizi di ospitalità in 29 Istituti dotati di autonomia speciale e 12 Poli museali regionali, che saranno bandite nel corso del 2018. Evidenziava, inoltre, che erano già in corso la gara per il servizio di caffetteria, ristorazione e catering presso Palazzo Massimo alle Terme sede del Museo Nazionale Romano, la gara per i servizi di caffetteria e piccola ristorazione presso la Pinacoteca di Brera e la gara per la ristorazione della Casina dell'Aquila presso gli scavi di Pompei, e che nei giorni successivi sarebbero state bandite la gara per i servizi di assistenza culturale della Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea e per i servizi di ristorazione del Complesso monumentale del Vittoriano.
 
Qui i dati relativi ai servizi aggiuntivi bookshop - vendita gadget, caffetteria e ristorazione, visite guidate, audioguide, prenotazioni biglietti d'ingresso, elaborati dal 1998 al 2016 dall'ufficio di statistica del Mibact.
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