Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Audizione del Ministro della cultura, Dario Franceschini, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1)
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)
:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Franceschini Dario (PD) , Ministro della cultura ... 3
Casa Vittoria , Presidente ... 6
Toccafondi Gabriele (IV) ... 6
Mollicone Federico (FDI) ... 7
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE) ... 8
Sgarbi Vittorio (Misto-NcI-USEI-R-AC) ... 9
Acunzo Nicola (Misto-CD) ... 10
Casciello Luigi (FI) ... 10
Nitti Michele (PD) ... 11
Piccoli Nardelli Flavia (PD) ... 12
Patelli Cristina (LEGA) ... 13
Colmellere Angela (LEGA) ... 13
Del Sesto Margherita (M5S) ... 14
Carbonaro Alessandra (M5S) ... 14
Vacca Gianluca (M5S) ... 15
Casa Vittoria , Presidente ... 16
Franceschini Dario (PD) , Ministro della cultura ... 16
Casa Vittoria , Presidente ... 16
Franceschini Dario (PD) , Ministro della cultura ... 16
Casa Vittoria , Presidente ... 20
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
VITTORIA CASA
La seduta comincia alle 14
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso il resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro della cultura, Dario Franceschini, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro della cultura, on. Dario Franceschini, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1). All'audizione è consentita ai deputati la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati nella riunione del 4 novembre 2020. Ricordo ai colleghi che partecipano da remoto che devono rendersi visibili, soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento, e che non possono collegarsi da luoghi aperti al pubblico o in cui siano comunque presenti altre persone, né da mezzi di trasporto. L'intervento deve essere udibile, per cui occorre assicurarsi di disporre di una connessione internet stabile.
Ringrazio il Ministro Franceschini di essere presente qui, per questa audizione, nella quale vogliamo fare il punto su quanto il Ministero della cultura ha fatto e farà per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come sempre, darò prima la parola al ministro per la sua relazione, poi ai colleghi che ne hanno fatta richiesta e quindi di nuovo al ministro per la replica.
A lei, ministro, la parola.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro della cultura. Grazie presidente. Mi fa piacere questa occasione perché credo davvero che quella che il Paese deve sostenere e vincere sull'attuazione del PNRR sia una sfida talmente importante che richiede meccanismi di verifica e di controllo costanti. Trovo molto utile il meccanismo che, in modo molto efficace anche rispetto a noi Ministri che a nostra volte teniamo sotto pressione le strutture dei ministeri, ha messo in moto il presidente Draghi, con verifiche periodiche in Consiglio dei ministri; come trovo molto utile che in questo percorso ci sia un controllo periodico parlamentare, perché è molto di stimolo, di verifica per tutti noi. Abbiamo bisogno di vincere questa sfida e quindi dobbiamo davvero avere meccanismi di controllo periodici ed efficienti. Parlerò prevalentemente dei cinque investimenti rispetto ai quali la cosiddetta milestone per il 30 di giugno è la prima scadenza importante che riguarda una gran parte degli interventi previsti per la cultura. Complessivamente, così anticipo, stiamo rispettando i tempi: gli uffici stanno facendo un grande lavoro e siamo in linea con tutte le tabelle di marcia, come abbiamo recentemente illustrato nell'ultimo Consiglio dei ministri.
Abbiamo innanzitutto creato le strutture speciali previste dalle nuove norme per l'adozione del PNRR. Da diversi mesi l'unità di missione – che ha dodici persone distaccate su questo e un dirigente generale Pag. 4che è l'ingegnere Orlando, qui alle mie spalle, che era già dirigente di seconda fascia del ministero, oggi dirigente del PNRR – ha una struttura che si dedica esclusivamente all'attuazione del PNRR con tre unità che si occupano di gestione, di rendicontazione e di monitoraggio e persone arrivate dalle supermisure della funzione pubblica: ne sono già arrivate dodici, ne arriveranno altre fino ad arrivare al numero previsto di venti entro poco tempo. La seconda struttura speciale che abbiamo introdotto è la Soprintendenza speciale – questa parte riguarda non soltanto le opere di competenza del Ministero della cultura, ma tutte le opere che hanno a che fare con le autorizzazioni necessarie – per tutte le opere del PNRR che hanno o rilevanza nazionale o che riguardano il territorio di più province. Poi, se questo esperimento funzionerà potremo ragionare, ovviamente insieme al Parlamento, se creare una struttura di questo tipo di carattere più permanente. Per tutte le opere che attraversano più competenze territoriali, quali un elettrodotto, un'autostrada, che attraversano competenze di diverse soprintendenze territoriali, come è capitato in passato, ci potrebbero essere pareri diversi, opinioni diverse, che vengono accorpati nel parere di un'unica soprintendenza nazionale che ha competenza su tutte le opere di questo tipo del PNRR. Questa soprintendenza è stata già creata; è diretta per ragioni di funzionalità dal Direttore generale delle belle arti che ha già assunto, con le procedure straordinarie previste dalla legge, nove architetti, cinque archeologi, tre avvocati, un ingegnere ambientale. Naturalmente lo spirito di questa norma è rendere più veloce e più organica l'espressione dei pareri vincolanti delle sovrintendenze su opere che hanno necessità di andare di fretta e di avere una valutazione omogenea non spezzettata sul territorio. Quindi, dal punto di vista delle strutture stiamo seguendo i tempi e le strutture sono già operative da qualche mese.
Gli investimenti che stiamo seguendo, anche qui con un cronoprogramma molto impegnativo, devono consentire il raggiungimento della milestone entro il 30 giugno. Il primo è migliorare l'efficienza energetica di cinema, teatri e musei: argomento molto importante che, come sapete, abbiamo diviso in due parti. Una prima parte è costituita dalle proposte che vengono presentate da cinema e teatri: il bando è stato pubblicato il 22 dicembre 2021 e la presentazione delle domande scadrà il 18 marzo 2022. All'inizio del mese di giugno 2022 ci sarà l'emanazione del decreto ministeriale e la relativa pubblicazione entro il 30 giugno con il raggiungimento della milestone. Per la parte cinema e teatri con domande di privati, il bando è già aperto da dicembre. La seconda parte, invece, i cento milioni complessivi di questo investimento sono dedicati ai musei statali. Anche in questo caso la Direzione generale musei sta individuando, con procedure interne al Ministero, i musei statali che avranno diritto ad avere risorse da questo investimento: tutto questo si completerà entro il 30 giugno 2022, con il medesimo decreto ministeriale.
Il secondo investimento, quello di cui si sta parlando in questi giorni – mi fa molto piacere perché lo ritengo uno dei più caratterizzanti – è quello relativo all'intervento sui borghi. Come sapete, abbiamo stanziato un miliardo di euro, una cifra molto importante per un tema di cui si è discusso tante volte in passato, anche con interventi legislativi nella passata legislatura. Fino a qualche tempo fa l'investimento nel recupero dei borghi, in particolare i borghi piccoli, disabitati o spopolati delle aree interne, aveva una funzione di recupero di un patrimonio culturale oppure aveva una funzione sociale. Oggi riteniamo che quanto avvenuto con lo sviluppo delle tecnologie, con l'incremento anche dello smart working, consenta di cambiare strutturalmente il tipo di investimento e di vederlo non soltanto in termini di recupero, ma come un investimento produttivo. Probabilmente assisteremo a un fenomeno, già oggetto di molte analisi e di diversi studi: questi borghi spopolati per l'assenza di lavoro, oggi possono tornare attrattivi sia per la qualità della vita, sia per la possibilità di lavorare fisicamente lontani dalla sede centrale della propria Pag. 5azienda, in luoghi simbolici e molto belli in cui vivere. In Italia si trovano centinaia di borghi, in particolare lungo la dorsale appenninica, che sono disabitati, abbandonati o parzialmente disabitati. Dopo un lungo incontro, discussione con le regioni e con l'ANCI, abbiamo diviso la cifra di 1 miliardo di euro in due parti: una parte, 580 milioni di euro, per interventi tradizionali sui borghi, interventi di singoli edifici, su singoli palazzi, singole parti del borgo, con un bando pubblicato il 20 dicembre 2021 che, secondo le regole concordate con l'Unione Europea, deve riguardare almeno 229 comuni e borghi fino a 5 mila abitanti. Il 15 marzo scade il termine di presentazione delle domande. Il percorso si concluderà con il decreto ministeriale del 30 giugno. La seconda parte è quella su cui ho insistito – anche in questo caso si è discusso lungamente – perché credo costituisca un possibile sviluppo dei prossimi anni nel nostro Paese: abbiamo chiesto alle regioni di individuare un borgo per ogni regione, con caratteristiche di grandezza fino a un massimo di trecento unità immobiliari, che sarà oggetto di un investimento complessivo di 20 milioni di euro il quale ne consentirà un recupero non dico integrale, ma quasi e le regioni, nell'individuare il borgo, potranno indicare anche una vocazione prevalente. Quel borgo è destinato a diventare un hotel diffuso, un centro di ricerca dell'università, di un'azienda, una RSA (c'è un'esperienza di questo tipo in Molise); pensiamo quanto potrebbe essere interessante avere una RSA che non sia la tradizionale struttura a volte anonima, ma un borgo reale in cui gli anziani vivono: con le case, i negozi, la piazza. Sono tutti esperimenti da provare. Le regioni stanno già selezionando: abbiamo lasciato loro la libertà di scegliere il borgo attraverso una procedura di bando o direttamente, con delibere di Giunta. Stanno selezionando i borghi; dovremmo averli entro il 30 maggio; lo stabiliranno il 15 marzo. Il procedimento prevede, anche in questo caso, la verifica dei requisiti e il decreto ministeriale entro il 30 giugno. Penso che se questo strumento funzionerà, capiremo che un intervento partito prevalentemente da risorse pubbliche – ma non è necessario che siano solo risorse pubbliche – potrebbe essere una strada vera per indirizzare in futuro altre risorse pubbliche e private verso un reale ripopolamento dei borghi e una rivitalizzazione delle aree interne. Se guardate il Times di oggi, sia nell'edizione online che nell'edizione cartacea, c'è un articolo molto importante sul borgo che sta scegliendo o che ha già scelto il Lazio che è un piccolo borgo della Tuscia con 142 abitanti, su cui si farà un intervento complessivo.
Il terzo intervento è tutela e valorizzazione dell'architettura del paesaggio rurale: si sono già tenute le riunioni con le regioni per l'individuazione dei criteri. Qui parliamo prevalentemente del recupero dei casali dell'architettura rurale; entro il mese di febbraio 2022 ci sarà il decreto ministeriale di destinazione delle risorse delle singole regioni; quindi, la pubblicazione del bando da parte delle regioni, che deve concludersi entro il 31 maggio 2022; infine, il provvedimento che riassumerà le scelte delle regioni, entro il 30 giugno 2022 con il raggiungimento della milestone.
Quarto investimento: identità dei luoghi, parchi e giardini storici. Non ho bisogno di spiegare l'importanza di questo investimento. Anch'esso è diviso in due parti. In data 30 dicembre 2021 è stato pubblicato il bando per 190 milioni di euro per le associazioni di parchi e giardini storici vincolati, proprietari di interventi. Contemporaneamente si è fatta una scelta su cinque importanti parchi statali, tra cui la Reggia di Caserta, il bosco di Capodimonte, Villa Favorita a Ercolano, per 100 milioni di euro. Le scadenze sono anche qui il 15 marzo per le proposte per il bando e poi vi sono quelle del 1° maggio e del 30 giugno per la pubblicazione del decreto ministeriale per raggiungimento della milestone.
Il quinto investimento con scadenza il 30 giugno è la sicurezza sismica dei luoghi di culto, restauro patrimonio FEC, fondo edilizia di culto e siti di ricovero per le opere d'arte, cosiddetto recovery art. Stiamo seguendo con il Ministero degli interni, perché sono chiese di competenza del Ministero degli interni, del FEC (fondo edifici Pag. 6di culto), la scelta degli edifici sui quali intervenire unitamente alle sovrintendenze. Contemporaneamente sono in corso alcune attività propedeutiche con la SOGIN per alcuni siti di ricovero in ex siti nucleari.
Che cos'è il progetto recovery art? È l'idea che nel nostro Paese esiste un solo luogo destinato permanentemente al ricovero di opere d'arte in caso di calamità naturali (l'abbiamo usato in occasione del terremoto dell'Italia centrale) e, come sapete, quando nel nostro Paese si verifica una calamità naturale colpisce sempre in modo enorme, drammatico, il patrimonio culturale. Pertanto, se c'è una scossa di terremoto c'è il problema di ricoverare immediatamente opere d'arte, statue e quadri. Si sono sempre cercati dei luoghi di emergenza; in questo caso abbiamo ragionato per individuare nel territorio nazionale – usando anche le centrali nucleari dismesse, in accordo con SOGIN – luoghi di ricovero delle opere d'arte in caso di calamità naturali, che siano destinati permanentemente a questo. Se la calamità non arriva mai, come speriamo tutti, possono essere utilizzati per il ricovero a fini di restauro delle opere. In questo modo, in caso di calamità naturali, si sa dal momento stesso dell'evento, dove raccogliere e ricoverare le opere d'arte prelevate dalle macerie o dalle alluvioni. Sono in corso le indagini geologiche e geognostiche per la verifica delle possibilità. Si prevede entro marzo del 2022 la conclusione delle attività di ricognizione, ad aprile 2022 il decreto e, anche in questo caso, il decreto ministeriale entro il 30 maggio 2022, con il raggiungimento della milestone.
Queste sono le cose con scadenza a giugno; ci sono poi altri interventi, come la strategia digitale delle piattaforme per il patrimonio culturale, che scadono più avanti, nel 2025. Ci stiamo lavorando, ma senza l'impellenza del rispetto dei termini entro il 30 di giugno di quest'anno; tra questi, l'eliminazione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi e lo sviluppo dell'industria cinematografica, in particolare il progetto Cinecittà che voi conoscete, con 300 milioni di euro – lo sta seguendo direttamente la società Cinecittà – che passa attraverso l'acquisizione quasi completata di un terreno confinante di Cassa depositi e prestiti che diventerà una sede in cui si costruiranno nuovi studi. Per darvi un'idea di quello che è successo a Cinecittà in questi anni, anche a seguito di una forte crescita del mercato dell'audiovisivo e delle produzione audiovisive cinematografiche e degli interventi legislativi che hanno portato ad attrarre molti investimenti in Italia, oggi Cinecittà ha prenotazioni per diversi anni: non era così fino a qualche anno fa. L'ampliamento non è soltanto un obiettivo generico, ma è anche un'esigenza di soddisfare le domande che già ci sono. I nuovi studi verranno, quindi, costruiti in parte in quest'area di Cassa depositi e prestiti confinante; l'acquisto e la realizzazione degli studi è fatta con fondi PNRR e in parte con fondi ordinari. È già in corso la costruzione di alcuni studi nell'area attuale di Cinecittà. Questo è un obiettivo che deve essere raggiunto entro il quarto trimestre del 2023. Ho finito, scusate se ho parlato troppo in fretta, ma non volevo portare via troppo tempo.
PRESIDENTE. Grazie ministro. Passiamo al dibattito. Ricordo che abbiamo tempo fino alle ore 16: il tempo disponibile è stato suddiviso tra i gruppi per metà in parti uguali e per l'altra metà in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi stessi. Quanto all'ordine degli interventi, come sempre, darò la parola secondo la consistenza numerica complessiva dei gruppi, a partire dal meno numeroso. Diamo subito la parola all'onorevole Toccafondi per sei minuti. Prego onorevole.
GABRIELE TOCCAFONDI. Grazie presidente. Ringrazio il ministro. Come detto ieri con la Ministra Messa, vorrei partire da un dato di fatto. Sono tante le risorse del suo Ministero arrivate in questo periodo difficile. Molte e importanti le risorse della legge di bilancio, ma è importante anche il tema all'interno del Piano nazionale, quindi della fase di sviluppo. Questo lo ribadisco perché lo diamo sempre per scontato: secondo me è sempre una cosa da sottolineare anche come un'azione importante di Pag. 7questo Governo. Le domande sono due e molto brevi. La prima, sempre sul PNRR: a che punto siamo sull'operatività della Sovrintendenza speciale per il Piano nazionale? Riguarda e riguarderà anche i quattordici progetti dei grandi attrattori culturali? L'altro aspetto riguarda lo spettacolo dal vivo: anche su questo, in legge di bilancio ci sono importanti risorse, oltre 250 milioni di euro. Le chiederei se è possibile comprendere come verranno destinati e se dai dati con cui verranno calcolati questi ristori per lo spettacolo dal vivo, è possibile comprendere se verranno prese in esame anche alcune tematiche, come la penalizzazione di chi continua a ricevere risorse, ma continua a tenere le persone in cassa integrazione. Mi limito qui, spero di essere stato chiaro nei pochi minuti a disposizione.
FEDERICO MOLLICONE (intervento da remoto). Salve presidente, salve ministro. Ho qualche domanda, quindi proverò ad andare velocemente come lei e rispettare i sei minuti; però, qualora non avesse gli elementi, le chiedo se può poi farmi arrivare la risposta puntuale alle domande per iscritto. Prima di iniziare l'ambito del PNRR – poi tutte le domande saranno sul PNRR, come ha fatto il collega Toccafondi – ho una domanda di attualità. Abbiamo ascoltato ieri un servizio, a me ha colpito molto, di «Fuori dal coro» che ha svelato alcune mail in cui il green pass viene definito da un componente del CTS come un documento amministrativo senza alcun valore sanitario. La prima domanda è: quando ritiene che la filiera culturale possa abolire il super green pass per cinema, teatri e concerti? Gliela faccio perché questo elemento, questo clima di terrore e di grida all'untore hanno fatto sì riaprire tutta la filiera a capienza piena, ma di fatto hanno fatto svuotare le sale; per cui, abbiamo il paradosso che non ricevono i ristori, ma non hanno neanche il pubblico: quindi, un disastro totale. Quindi, come rappresentante di questa filiera – so che non è il Ministro della salute – le chiedo quando pensa che possa essere abolito questo documento, assolutamente unico in Europa come applicazione e assolutamente inutile, in realtà, per la tutela, tanto è vero che in occasione delle votazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica noi stessi abbiamo dovuto effettuare il tampone.
Chiusa questa parentesi, passo al PNRR. Il PNRR come lei ha detto, dedica una limitata attenzione al patrimonio culturale immateriale come lo spettacolo dal vivo e la musica e questa è stata una critica che Fratelli d'Italia ha fatto fin dall'inizio. Si tratta di una criticità, anche perché i settori del teatro, del cinema, della danza, dello spettacolo viaggiante, ad esempio hanno sofferto e continuano a soffrire moltissimo le conseguenze economiche della pandemia – come abbiamo ascoltato poc'anzi – e delle misure di contenimento. Anche la rimozione dei limiti della capienza non ha rilanciato la domanda e i sostegni sono stati limitati. Cosa intendete fare per rilanciare questa fase intermedia tra la domanda di cultura e il sostenimento dell'offerta? Fratelli d'Italia propone da sempre la detrazione del consumo culturale e l'abbassamento dell'Iva al 4 per cento su tutti i prodotti culturali; con l'ultima legge di bilancio sono stati approvati diversi ordini del giorno: il mio e quelli dell'onorevole Nitti e dell'onorevole Piccoli Nardelli. La domanda è: quando lei e il Governo – che con buone intenzioni più volte ha detto di essere a favore di questi due provvedimenti – ci lavorerà seriamente, facendo uno studio del bilancio sia del suo Ministero che di quello del Mise, per poterli inserire magari nella prossima legge di bilancio, a chiusura della legislatura?
Passiamo alle scadenze del PNRR del Ministero della cultura: sono otto per il 2022. Come si sta portando avanti il Ministero? Alcune le abbiamo sentite; tuttavia, sul bando per l'efficienza energetica di cinema, teatri e musei il Ministero ha messo la scadenza al 18 marzo: forse è un po' troppo ravvicinata. Vista la complessità di questo bando, non si ritiene necessaria, a differenza degli altri casi, una proroga? Non ritiene discriminatorio escludere i teatri sotto i cento posti? Perché la data di chiusura complessiva prolungata? Si pensa a un piano per le ristrutturazioni delle Pag. 8sale? Visto che c'è stata questa chiusura, forse fare un piano per la ristrutturazione delle sale sarebbe importante. Il bando per i borghi digitali scade il 15 marzo. Si tratta di un bando che noi abbiamo sostenuto, quindi siamo contenti che sia stato stanziato un miliardo e siamo contenti che venga realizzato; ne sosteniamo anche la filosofia e l'abbiamo condiviso con la Sottosegretaria Borgonzoni. Non ritiene necessaria una proroga? Saranno interessati 250 borghi; non ritiene sia un impatto comunque limitato per una nazione come l'Italia? Cioè bene il miliardo, bene il bando, ma forse il numero di 250 borghi è troppo simbolico, come esempio. Che tempi ci saranno per il bando sulla digitalizzazione che gli operatori aspettano? Il PNRR per l'industria musicale, per lo spettacolo dal vivo non prevede né programmi di sviluppo delle professionalità, né aiuti. Considerando che a causa dello stop ai concerti si sono perse tutte le maestranze (i tecnici come gli operatori, o chi è nel backstage, hanno dovuto fare altri lavori), Fratelli d'Italia aveva più volte proposto una Direzione generale musica per dare un riferimento istituzionale alla parte più industriale della musica. C'è, su questo, una proposta di legge a mia prima firma e una a prima firma della Sottosegretaria Borgonzoni, al Senato. Ministro, visto che ha rivoluzionato il Ministero, quanto ci vuole per istituire una Direzione generale per la musica e perché ci sia un'attenzione sulla musica?
Ultima domanda: gli obiettivi di digitalizzazione del PNRR devono andare di pari passo con la tutela dell'interesse nazionale e della sovranità digitale come noi per primi abbiamo detto fin dall'inizio della legislatura. La società americana Metaverso Facebook, in Italia, prosegue nell'avere un atteggiamento ostativo rispetto al dialogo con le società di gestione collettiva del diritto d'autore e connessi con le piccole case di produzione indipendenti. Infatti, il sistema che Metaverso Facebook ha messo in piedi rende complicatissimo negoziare e ottenere quanto dovuto. Meta in Italia è priva di qualsiasi accordo con imprese di produttori discografici indipendenti, creando nel mercato evidenti squilibri di natura concorrenziale. Addirittura, Facebook Italia viene considerata società di PR e di conseguenza, non ospita, non gestisce e non monitora il servizio Facebook, la cui facoltà è rimessa sotto le leggi irlandesi dove è presente la sede. Il decreto legislativo sulla direttiva copyright cita espressamente che gli artisti e i produttori hanno diritto a un compenso giusto. Come ritiene di dovere salvaguardare lo spirito della direttiva che abbiamo condiviso, anche come opposizione nazionalista, a difesa della filiera creativa degli autori e dei creativi, sulla direttiva del diritto d'autore che nasce proprio per superare il divario di valore. Questo è un tema strutturale e ovviamente non è riferito al PNRR, ma che, con l'occasione di averla qui e il piacere di vederla qui, speriamo possa avere una risposta almeno per iscritto. Grazie.
ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie presidente. Saluto il ministro. Ho quattro punti veloci e prendo il caso dei bandi sui borghi e del miliardo di euro per semplificare un ragionamento generale. È molto apprezzabile lo sforzo di rafforzare la capacità istituzionale amministrativa del Ministero a livello centrale sulle cose che ci ha raccontato. Il punto è che tutte queste risorse, combinate con la necessità di un'inevitabile urgenza e velocità di fare i bandi e i decreti di assegnazione delle risorse, comportano il rischio che possano partecipare anche a livello territoriale quelli che sono attrezzati meglio. Quindi, la prima domanda è: quali sforzi e quali ragionamenti sta facendo il Ministero, se li sta facendo, di accompagnamento di enti territoriali, o di altre realtà? Perché rischiamo che a partecipare, a vincere, siano inevitabilmente quelli che già stavano meglio e non necessariamente quelli che sono più interessanti, anche da un punto di vista di strategia di dorsale appenninica dei borghi che lei stava rappresentando. Collegato a questo, secondo punto, – vale per il bando centrale, ma anche per i 400/500 milioni dell'individuazione del singolo borgo da parte di ogni regione – stiamo dando delle linee guida chiare per evitare che diventi l'arbitrio del singolo presidente di regione o del Pag. 9singolo assessore regionale e che ci sia, invece, quantomeno un processo di attivazione dal basso all'interno delle regioni, una volta decisa la strategia di avere un borgo per regione?
Terzo punto: stiamo parlando di infrastrutture. Come evitiamo che tutta questa mole di risorse abbia un risultato positivo e finisca perfettamente con rimettere a posto dei borghi che fra 3, 4, 5 anni, 10 anni, diventano delle cattedrali nel deserto o meglio cattedrali nell'appennino? Quindi, come stiamo riconciliando, Ministro, tutti questi bandi, queste risorse del PNRR con il fatto che dobbiamo mettere insieme i luoghi con chi li riempie di cultura e di arte in prospettiva nel tempo? Su questo c'è un ragionamento sulle risorse, ma c'è sicuramente un ragionamento sul design di questi bandi e su come possiamo fare tutto questo insieme.
Penultimo punto: le risorse private. In che misura questi bandi stanno facilitando o favorendo – o lei pensa che ci possano essere gli strumenti per facilitare – matching tra fondi pubblici e privati, per usare queste risorse non solo per avere un miliardo sui borghi, ma per averne molti di più sempre sui borghi, con meccanismi di leva finanziaria, semplicemente perché tanti privati, di varia natura, potrebbero essere interessati a mettere risorse sulla stessa progettualità e sulla stessa strategia.
Ultimo punto e chiudo presidente. Che metrica ci stiamo dando per evitare che il successo di tutta questa operazione, sia fra noi italiani che in chiave di rapporti con Bruxelles e con l'Unione europea, sia legata a una vecchia logica in cui la buona spesa e la buona rendicontazione ci permette di essere soddisfatti? E quindi, che metrica in termini di impatto, di misurazione di successo? Che target ci stiamo dando? Che cosa deve succedere sia quando parliamo con chi vuole applicare per questi bandi, ma, ancora una volta, con le regioni? Dal suo punto di vista, in base a che cosa definiremo che il recupero di alcuni borghi sarà stato di successo oppure meno? Assunto che sarà una condizione necessaria ma non sufficiente il recupero infrastrutturale e tutte le altre precondizioni che adesso ci sono le risorse per fare? Grazie.
VITTORIO SGARBI (intervento da remoto). Sono felice di avere sentito notizie importanti e rassicuranti dall'amico Franceschini. Per cui non ho nessuna obiezione particolare, ma alcuni suggerimenti relativi a questioni che lui conosce bene. Da ieri la fortificazione di uno dei concetti dell'articolo 9, che è la difesa del paesaggio, perché il paesaggio italiano è un valore spirituale non è un valore ambientale che possa essere sostituito da pannelli fotovoltaici cancellando la cultura agricola e contadina. E questo è un problema che lui conosce bene ed è cruciale. Per quello che riguarda le capitali italiane della cultura, la vittoria recente – con una Commissione spesso capricciosa che ha privilegiato Procida a Bari per esempio, e poteva privilegiare Comacchio a Palermo – induce ad evitare di dividere le capitali italiane in tre settori, in maniera tale che abbiamo livelli di grandezza che sono rispettati; altrimenti potremmo avere il paradosso di avere borghi piccolissimi che vincono su grandi città: non so Ascoli Piceno o Vicenza che possono perdere da Paestum. C'è qualcosa che non funziona, come già detto in diverse occasioni. L'altra cosa che non funziona è il meccanismo ricattatorio e minaccioso da parte del Ministero per i prestiti dei musei comunali. Per la giornata della memoria, grazie al tuo Capo di gabinetto, io ho ottenuto un capolavoro di Arturo Nathan, morto in un campo di concentramento, che stava in una collezione privata. Andato in dono al museo Revoltella, occorreva chiedere quattro mesi prima per avere l'autorizzazione, quando credo che basterebbe un semplice silenzio/assenso. Ovvero, se il museo dice che va bene, la sovrintendenza, soprattutto su opere di non particolare rilievo, non può dire che ci voleva un preavviso di quattro mesi. Sai bene che questo è un punto che va messo in ordine.
Un altro problema riguarda i borghi, perché il borgo di Trevinano in Tuscia – dove io sono sindaco piuttosto efficace per Sutri, che è diventato uno dei borghi più belli d'Italia – è stato scelto in maniera arbitraria: benissimo venti milioni, ma forse Pag. 10sarebbe meglio che quei venti milioni andassero distribuiti su quattro o cinque borghi in Tuscia che si sono fatti rispettare. Quindi rivedrei questa idea monarchica della regione che dice un nome a cui va tutto, un luogo dove non c'è nessuno, e borghi che invece hanno azione e attività si trovano senza avere una lira. Spero che la data del 15 marzo possa prevedere che il borgo di Sutri possa partecipare, sperando che quello che si è fatto venga tenuto tra i titoli raggiunti.
Ultima cosa: il vescovo di Spoleto, persona meritevole e capace, ha un problema di un altare bizantino che vorrebbe ricollocare dove stava, al posto di un altare settecentesco, nella basilica del Duomo di Spoleto. Il fatto che nessuno gli risponda, in un luogo dove noi abbiamo il grande magazzino che tu ricordavi prima, è un fatto poco propizio. Quindi io verrò a trovare il tuo Capo di gabinetto con il vescovo e vorrei che tu tenessi conto che è persona avveduta, che ha fatto cose ottime in Duomo e la sua richiesta dovrebbe essere accolta: sono due anni che cerca vagamente una risposta. Sono piccoli stimoli di diverso peso: ma, in particolare, ti vorrei ricordare i due fondamentali prestiti, senza ricatto ministeriale, quando c'è un ente pubblico come un museo civico che dice di sì e le capitali italiane della cultura. È un paradosso: non possiamo immaginare che Comacchio o Valdobbiadone concorrano con Parma, con Palermo, con Mantova. Sono concorsi impropri. Si potrebbero fare tre settori: sotto i ventimila abitanti, sopra i cinquantamila... Si potrebbero avere così tre capitali; per esempio la capitale della cultura, pretesa, è a Liano che lo chiede ormai da quattro volte che è il paese di Levi, solo perché Levi è stato lì in esilio: è una buona richiesta, ma è talmente piccolo che non è comparabile con la proposta che possono fare Bari o Palermo. Ecco perché secondo me quella cosa che hai inventato potrebbe essere corretta creando tre livelli di partecipazione alla capitale italiana della cultura. Grazie. Complimenti.
NICOLA ACUNZO. Grazie presidente, sarò telegrafico anche perché il tempo a disposizione è davvero poco. Voglio solo evidenziare quanto già è stato detto dai miei colleghi e quanto già il Ministro ha esposto, ovvero l'importanza cioè della cabina di regia nell'aiutare le municipalità alla presentazione di questi progetti. Credo che per quello che riguarda il recupero della valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale, a questo punto, il PNRR può essere un'occasione meravigliosa. Spero che la sensibilità dimostrata dal Ministro continui nel migliore dei modi perché, è inutile nascondercelo, le nostre municipalità non sono pronte alla possibilità di inviare progettualità che possano essere concretizzate. Faccio un esempio: la rete dei tabacchifici della Piana del Sele che con un ordine del giorno approvato dal Parlamento è stata evidenziata per la riqualificazione di questi siti, è già un elemento che potrebbe andare a favore di quelle municipalità. Certo è che queste municipalità non sono pronte alla celerità con la quale abbiamo approvato e messo in pratica le progettualità del PNRR. Per cui se il Ministero, con questa sensibilità già dimostrata, riesce a intensificare questo tipo di concetto, credo che riusciremo veramente a carpire questa occasione storica. Ringrazio il Ministero e il Ministro per il modo in cui ha esposto il tutto. Grazie.
LUIGI CASCIELLO. Grazie presidente. Buonasera ministro. Anch'io sottolineo il lavoro positivo svolto in questo periodo di grande difficoltà, in un comparto che, come hanno evidenziato i colleghi che mi hanno preceduto, ha particolarmente sofferto il momento pandemico che stiamo vivendo. Vorrei partire anch'io dalla vicenda dei borghi per un'anomalia: l'estrema discrezionalità delle regioni nell'individuazione, con specifica delibera, dei borghi che possono partecipare alle manifestazioni di interesse, richiede da parte del Ministero un criterio di vigilanza anche nella stesura stessa dei bandi, con criteri che possano anche correggere eventuali anomalie emerse. Non per parlare solo delle cose della Campania, ma tutti conoscono in Italia il comune di Roscigno Vecchia, che è escluso dalla possibilità di manifestazione di interesse. Immaginare che l'opzione politica possa essere determinante, lo dico in manieraPag. 11 anche esplicita, nelle scelte della regione Campania – caso che le sottolineo di verificare anche per una ben nota predisposizione in questo senso del Presidente della regione Campania – credo che debba spingere a verificare con attenzione; così come queste anomalie possono verificarsi anche in altre regioni. C'è anche un processo conoscitivo in corso, con richiesta di accesso agli atti e altro. Diceva bene qualche collega che ha citato la necessità di accompagnare in qualche modo, così come è previsto per altri bandi in altri ministeri, gli enti locali e i comuni. Perché immaginare che possano essere realizzate opere, interventi così importanti con una mole di denaro così consistente, con il personale di cui possono disporre i comuni, o che manchino i comuni prescelti, mi fa sembrare di vivere in un altro mondo. Molti di noi hanno fatto esperienza come amministratori locali, sanno quali sono le difficoltà degli enti locali. Da questo punto di vista, credo sia fondamentale individuare un criterio. Nei bandi, ricordo sempre – ieri ne parlavamo con la Ministra dell'università – un po' di confusione.
Grande attenzione al 40 per cento al sud, che è uno degli obiettivi del PNRR: qui arrivo alla seconda questione, ovvero, visto che i fondi del PNRR comunque vengono destinati singolarmente anche ai ministeri anche per altri interventi, se questo criterio del 40 per cento venga o possa essere adottato anche per i fondi del FUS. Se non del 40 per cento, secondo la spesa storica, del 34. Lo so che il collega Belotti vorrebbe dividere l'Italia, ma noi andremmo molto meglio, soprattutto nel settore culturale.
Infine una questione specifica. Nell'anno 2021 molte richieste di Festival – approfitto della sua presenza e della sua disponibilità – prima istanza del FUS del 2021, sono state finanziate ai sensi del decreto che stabiliva di accettare le richieste di ogni singolo anno invece che per il triennio. Ora che è ritornato in linea il triennio, quali sono gli orientamenti del Ministero? Pongo questa domanda perché molti Festival tra quelli finanziati nel 2021 non erano stati accolti nel triennio precedente pur avendo gli stessi direttori artistici. Questo ritorno al passato vorrà dire che quelli che erano stati respinti nel triennio 2018/2021, quindi pre-fase pandemica, a causa del mancato riconoscimento della qualità artistica con lo stesso direttore, saranno respinti come nel triennio o accettati? La questione non è irrilevante. Nella vicenda ancora che citavamo a proposito dei borghi, credo che l'individuazione di un solo comune, di un solo borgo, così come credo sia stato ricordato dall'onorevole Sgarbi, sia limitativo nella possibilità di riqualificazione e di rilancio. Se nell'individuazione di ulteriori fondi si può immaginare una graduatoria, una possibilità di comunione tra più borghi, una sinergia tra più borghi – tra l'altro, alcuni un hanno una vicinanza territoriale – probabilmente daremo un segnale consistente invece di lasciare le individuazioni alla discrezione, come ricordava al principio, delle singole regioni. Grazie.
MICHELE NITTI (intervento da remoto). Grazie presidente. Buonasera ministro. Indubbiamente la scheda del Ministero della cultura sulle risorse, sulle iniziative del PNRR è tra le più dettagliate: c'è un elenco preciso di ambiti su cui si sta lavorando, le piattaforme, la rimozione delle barriere fisiche e cognitive, le biblioteche, gli archivi, l'efficientamento energetico. Si tratta di un quadro assai articolato e a cui corrisponde un mondo altrettanto eterogeneo e complesso, come quello della cultura su cui, come sappiamo, l'impatto della pandemia è stato davvero molto violento. Credo che affinché la ripartenza di tutti questi ambiti sia piena, sia strategica, sia necessario tenerli strettamente connessi fra loro, come suggerisce peraltro l'orizzontalità del Piano. Perché, se è vero che permane una certa concezione patrimoniale del patrimonio, con una serie di investimenti pubblici quasi esclusivamente materiali, è pur vero che coinvolgendo, valorizzando anche la dimensione immateriale come stiamo facendo, la leva culturale assume un valore non solo rispetto alle dimensioni economiche e turistiche, ma anche in riferimento alla coesione, all'integrazione, all'inclusione, alla rigenerazione sociale, al benessere sia individuale che comunitario. Non Pag. 12dimentichiamo che il nucleo di valutazione di Palazzo Chigi ha documentato le destinazioni di risorse per gli ambiti culturali, anche in relazione al raggiungimento degli obiettivi dell'agenda 2030. Il connubio cultura e sociale viene considerato determinante per impostare un vero rinnovamento dei territori. Penso ai ventuno progetti sui borghi, ventuno progetti esemplari, quelli in capo alle regioni per intenderci. Se ci sarà un pieno coinvolgimento anche della dimensione immateriale dalla lettura alle arti performative, si riuscirà davvero a rigenerare il tessuto sociale, superando la logica del borgo come luogo in cui abbiamo la seconda casa, per passare invece al luogo in cui si può vivere perché ci sono, come diceva il Ministro, i servizi, le librerie, i presìdi sanitari, culturali e in cui anche il problema occupazionale può essere in qualche modo superato. Qualcuno ha eccepito che forse un milione e mezzo per ciascuno degli altri 220 mila borghi, sia poco per incidere sulla qualità della vita di una comunità e troppo invece per la manutenzione ordinaria. Però, in realtà, è questa la strada giusta per il futuro. È importante iniziare a seguire questo modello. Il punto su cui ci si deve concentrare è il paradigma del borgo che giustamente si sta cercando di modificare; penso anche al recente progetto sulle cento opere che tornano nelle piccole comunità di provenienza, secondo il principio della restituzione, valorizzando questi luoghi proprio nella logica del turismo lento, colto, sostenibile; decongestionando le grandi città dal turismo invasivo, massivo, ma rigenerando anche la vita sociale e occupazionale di quelle piccole comunità. Quindi è questa la vera occasione per superare dal mio punto di vista quel dualismo talvolta confliggente, conflittuale fra il concetto di bene e quello di attività culturale, per coniugare la tutela del patrimonio con la necessità di riattivare sia le dinamiche sociali che le ricadute occupazionali. In questa logica estenuante e portando a termine, manca la seduta finale, l'indagine sulle fondazioni liriche – da cui è emersa, da un lato la consapevolezza di quanto queste istituzione siano fondamentali per riaffermare il ruolo determinante dell'Italia nella diffusione dell'arte, della cultura, della lingua italiana anche nel panorama internazionale, ma anche la necessità di affrontare la questione occupazionale – abbiamo seguito il tema dei corpi di ballo su cui il Ministero si è attivato con l'istituzione di un tavolo permanente che mi auguro possa essere prodromico di altre situazioni positive. Tutto questo, Ministro, per sottolineare l'importanza di continuare a unire questi grandi investimenti anche ad altre riforme strutturali su cui si sta già lavorando. Grazie.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie presidente. Ministro, grazie per questa presentazione di un progetto complessivo che è veramente straordinario, credo, per le potenzialità che ha per questo Paese. Torno su un tema che non è quello delle cinque milestones di cui lei ha parlato, ma che attraversa questi mesi futuri, assumendo, credo, grande importanza: quello della digitalizzazione. Ci sono molti temi, Ministro, perché mi pare che siano addirittura dodici i subinvestimenti previsti, ma ce ne sono tre che adesso riguardano direttamente alcune scelte che le realtà locali devono operare e su cui abbiamo bisogno di costruire un coordinamento molto forte. Perché, laddove si dice che è in corso di elaborazione il piano dei fabbisogni di digitalizzazione del patrimonio culturale delle collezioni di musei e archivi, biblioteche e luoghi di cultura, è evidente che voi dovrete fare ricorso alle varie realtà regionali. Ogni realtà regionale però ha modalità diverse di operare su questo; quindi, quello che chiedo è che con la conferenza Stato-Regioni si operi in maniera strettamente condivisa una valutazione di che cosa è necessario operare. Anche perché il secondo tema che mi pare interessante è che è in corso di elaborazione il piano formativo per lo sviluppo delle competenze digitali per il patrimonio culturale e qui siamo sullo stesso tema e sullo stesso argomento. Diventa fondamentale per il Paese che siano omogenee e condivise. Il terzo punto che credo, per chi si occupa di archivi sia davvero essenziale, è quello dell'accordo attuativo con l'Archivio centrale dello Stato per la creazione di questo polo di conservazione Pag. 13digitale che, per il nostro Paese, è un punto di svolta ineliminabile. Quindi, Ministro, mi sembrano tre temi importantissimi su cui le chiedo che il Ministero continui a esercitare un'attenzione che va forse oltre quello che è il compito del Ministero in questo momento, favorendo davvero un coordinamento complessivo che tenga conto per tutto il Paese di quelle che sono le esigenze da portare avanti. Grazie Ministro.
CRISTINA PATELLI. Grazie presidente. Signor ministro, sarò molto più breve di quello che pensavo perché i miei colleghi hanno anticipato la maggior parte delle domande che volevo porle. Li ringrazio, ma questo purtroppo capita sempre quando si è gli ultimi. Come è noto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza intende rilanciare il Paese dopo una crisi pandemica, stimolare la transizione ecologica e digitale, favorire un cambiamento strutturale dell'economia a partire dal contrasto alle diseguaglianze di genere, territoriali, generazionali, attraverso investimenti epocali e riforme in alcuni casi attese da molto tempo e comunque necessarie al progresso dell'Italia, come ci ha giustamente ricordato anche lei. A prescindere dalla linea di intervento dedicata ai ventuno progetti pilota per la rigenerazione dei borghi a rischio di abbandono o abbandonati, una per ciascuna regione o provincia autonoma, osserviamo con grande interesse soprattutto la realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale di oltre duecento borghi storici in tutta Italia, prevedendo il sostegno alle piccole e medie imprese localizzate o che intendono insediarsi nei borghi che saranno selezionati, attribuendo grande importanza al recupero delle aree interne e dei piccoli borghi sparsi per il territorio nazionale. A tal fine, l'ingente investimento del PNRR non deve limitarsi al ripopolamento delle aree interne, ma puntare in concordanza con il Ministero del turismo a evitare che si ripresenti, da una parte, la situazione di overbooking nelle grandi città d'arte e, dall'altra, una miriade di borghi vuoti, non solo privi di turisti, ma anche degli strumenti atti ad accoglierli, al fine di delocalizzare e di decongestionare i soliti attrattori turistici che non ce la fanno più. Non penso solo a Firenze o a Venezia, ma, concentrandoci sulla questione borghi, le domando quanto tempo crede che occorrerà per immaginare che gli interventi sui borghi, una volta completati sotto il profilo strutturale, producano gli effetti virtuosi che tutti noi auspichiamo e ci attendiamo. E poi, se ritiene immaginabile mantenere una cabina di regia per valutarne gli effetti ed essere poi nelle condizioni di capire se l'allestimento e la riqualificazione funzioneranno davvero e quali sono poi le azioni che la regia governativa eventualmente potrà proporre, precisando che la trasversalità potrebbe creare sovrapposizioni fra gli enti coinvolti. Dico questo per segnalare la potenziale criticità che potrebbe emergere riferita al prima: ovvero, il problema è non solo il prima e il mentre e il dopo per la questione borghi. Mi spiego: rifaccio il borgo, poi, però, siamo sicuri che diventi immediatamente attrattivo? Su questo c'è una regia? Perché altrimenti, mi consenta, sono manutenzioni. In molti si focalizzano sul tema dei 21 borghi, ma la linea di intervento B è rivolta a ben 220 borghi; quindi, realizzazione e potenziamento di infrastrutture, di aspetti culturali e socioculturali, ricreativi, di studio e coworking, riadattamento di ambienti, installazioni di arredi, piccoli interventi di riqualificazione di spazi pubblici, attività formative ed educative, iniziative di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e culturale, iniziative volte ad ampliare la conoscenza scientifica, quali archivi, ricerca, iniziative per promuovere l'incremento della partecipazione culturale e per l'educazione al patrimonio delle comunità locali, eccetera. Tutte queste sono cose assolutamente meritevoli che condivido in pieno. Avrei avuto piacere di farle molte altre domande ma mi sono rimaste solo queste. Grazie.
ANGELA COLMELLERE. Grazie presidente. Buongiorno al ministro che ringrazio per il lavoro che ha fatto da quando si è insediato, ma anche per il lavoro che ha fatto durante la fase pandemica, sia per le risorse che sono state impiegate a vantaggio dei vari settori, sia anche per il lavoro che sta per essere fatto relativamente ai fondi del PNRR. La mia domanda è semplice: mi Pag. 14aggancio anch'io a quello che è l'interesse circa questo bando borghi. Abbiamo visto che ci sono due linee, linea A e linea B. I comuni ci segnalano che per accedere in particolare alla linea B i requisiti sono piuttosto restrittivi rispetto alla linea A. Infatti, i piccoli comuni purtroppo necessitano di risorse anche solo per la compilazione di queste schede e tutto diventa complicato. Faccio un esempio: per vedersi attribuiti tre punti si deve presentare un progetto esecutivo. Ma i tempi sono purtroppo stretti. Anche volendolo fare alla luce del possibile contributo che è al massimo di 1,6 milioni, l'eventuale incarico deve comunque essere conferito in conformità alla normativa sugli appalti. In tal senso le tempistiche renderebbero impossibile la partecipazione. Volevo sapere da lei se fosse possibile anche solo pensare a uno scenario diverso o prorogare i termini per la richiesta oppure se era possibile pensare ad andare in deroga al codice degli appalti per i bandi del PNRR. La ringrazio e le auguro buon lavoro.
MARGHERITA DEL SESTO. Grazie presidente, grazie al ministro per la relazione. Sicuramente gli investimenti e le riforme del PNRR hanno lo scopo, l'obiettivo di rilanciare un settore che è stato fortemente colpito da quest'era pandemica. Gioca un ruolo fondamentale, importante per il contributo che darà all'immagine del paese, sia per il peso che ha nell'economia nazionale. Quelle che ci ha elencato sono tutte misure molto interessanti. Assolutamente importante è il piano nazionale per migliorare l'attrattività dei borghi, quindi il piano nazionale borghi, che darà la possibilità anche a piccoli centri, quelli delle aree interne, di essere recuperati e valorizzati. Come già è stato esposto da qualche mio collega in precedenza, comunque ci sono alcune domande che vengono spontanee: perché da parte del Ministero non prevedere un minimo di indirizzo, con criteri specifici che possano garantire una sorta di equilibrio gestionale e non lasciare pieni poteri ai presidenti di regione? Per quanto riguarda la valorizzazione dei parchi e dei giardini storici, sono particolarmente soddisfatta e contenta, ho sentito prima nella sua relazione che ci saranno interventi anche per il parco della Reggia di Caserta e tanti altri parchi importanti in tutta Italia. Una novità di encomiabile importanza è anche la questione del recovery art conservation project. Quindi, con tutte le misure che sono state elencate si presuppone sicuramente un enorme mole di lavoro. Per cui le volevo porre due domande in merito. Considerati la carenza di personale e gli imminenti pensionamenti, in che modo gli uffici periferici del Ministero potranno esitare le richieste nei tempi stabiliti, visto che oltre all'ordinaria amministrazione, verranno chiamati a esprimersi anche su interventi previsti dal PNRR e sulle richieste provenienti dalla Soprintendenza speciale per il piano nazionale di ripresa e resilienza? Considerato che la Soprintendenza speciale può esercitare solamente riguardo a specifici interventi strategici del PNRR i poteri di avocazione e sostituzione nei confronti delle Sovrintendenze archeologiche belle arti e paesaggio? La seconda domanda: i recenti bandi per i contratti di collaborazione presso le sedi periferiche del Ministero tentano di sanare solo in parte e temporaneamente l'atavica carenza di personale. Considerato che la scadenza di tali contratti è stata prorogata fino al 30 giugno 2022 quale limite di durata massima, il Ministero come intenderà procedere per supportare le attività amministrative degli uffici periferici? Concludo auspicando che, considerate le tempistiche, sia garantito il rispetto di tutte le norme le misure di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale oggetto degli investimenti. Grazie.
ALESSANDRA CARBONARO. Grazie. L'onorevole Fusacchia mi ha preceduto con una serie di domande per cui non le ripeto. Sul PNRR molte volte in Commissione abbiamo avuto modo di confrontarci, sia con il Ministro, sia internamente all'interno del nostro dibattito, su un tema così centrale. Lo dimostra anche la mozione d'Aula di oggi sulla rigenerazione urbana: un altro tema, ma anche lì si parla di indici di misurazione, in questo caso l'indice ISTAT che abbiamo chiesto al Governo di rivedere in qualche misura, sempre tenendo fermo quello che l'onorevolePag. 15 Casciello diceva a proposito del 40 per cento relativo al sud, non so se applicabile al FUS, però, sicuramente un tema centrale. Di indicatori, spesso ho parlato, Ministro, nei miei interventi, perché ritengo fondamentale la valutazione ex ante ed ex post dei progetti, per cui farò un'unica domanda. Le chiedo se, come Ministero, intendete dotarvi di uno strumento come il BES o, in alternativa, utilizzare le sperimentazioni già utilizzate dal DIPE (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) sui criteri di sostenibilità che dovrebbero istruire gli investimenti deliberati dal CIPES (Comitato Interministeriale per la Politica economica Estera)? Parliamo quindi di nuovi indicatori che guardano alla sostenibilità del progetto a 360 gradi e a quegli indicatori ormai di comune utilizzo anche nelle nostre sedute: parliamo di BES, parliamo di benessere ecosostenibile. Una volta che questi progetti vengono finanziati, è fondamentale capire la valutazione del progetto in tanti suoi aspetti, non solamente nell'aspetto dell'attrattività, non basta, ci deve essere sicuramente tanto altro. Grazie.
GIANLUCA VACCA. Grazie presidente. Ringrazio il ministro per questa relazione. Credo che, come anche lo stesso ministro ha evidenziato, avere previsto che ogni sei mesi il Governo debba fare una relazione al Parlamento sull'attuazione del PNRR costituisca un momento importantissimo di confronto che riesce anche a inserirsi in un percorso veloce che deve avere il PNRR, senza ostacolarne l'attuazione, ma permettendo a Parlamento e Governo di dialogare, oltre ad avere continuamente contezza di quello che il Governo sta facendo e di suggerire proposte di modifica o correttivi. Credo che la relazione che il Ministro della cultura ha fatto sia ricca di informazioni e sicuramente lascia intendere che ci sia un lavoro dietro già definito e ben programmato: questo sicuramente è un ottimo segnale. Condivido molti degli spunti che sono stati detti da chi mi ha preceduto. È stato sottolineato quanto sia importante avere un personale efficiente e in grado di lavorare sulla mole di lavoro che già la gestione normale, ordinaria, richiede e che aumenta con l'aggravio di lavoro che c'è con il PNRR. Mi unisco alla richiesta di cercare di sbloccare i bandi. Ho letto che c'è stata una nuova programmazione di assunzione di personale. Le Sovrintendenze, gli uffici periferici, sono in forte sofferenza e con i prossimi pensionamenti lo saranno ancora di più. È importantissimo avere uffici che lavorano bene e abbiano le competenze giuste e le risorse umane adeguate per affrontare il lavoro che devono fare. Da abruzzese, l'ho già detto più volte, non posso che essere d'accordo con il lavoro che sta facendo sui piccoli borghi. Anche qui ci sono due bandi: un bando per ventuno e un altro per gli altri oltre duecento borghi da recuperare, da valorizzare. Sono d'accordo, quindi, con questa impostazione. Condivido anch'io alcune riflessioni che sono state fatte precedentemente sulle regioni. Questo è un discorso che abbiamo fatto spesso, che abbiamo affrontato anche in altri contesti come quello degli ITS ad esempio: ovvero fare in modo che le linee guida del Governo e del Ministero vengano poi rispettate dalle regioni, cioè che gli obiettivi che il Ministero si prefigge non siano invalidati da scelte delle regioni che invece contrastano, obbediscono ad altre logiche che non sono quelle del PNRR e che il Governo porta avanti. Da abruzzese e da ex sottosegretario che si è occupato direttamente di recupero del patrimonio danneggiato da eventi sismici, non posso che essere d'accordo sui finanziamenti che sono stati previsti per il recupero, la sicurezza simica e il recovery act. Conosco bene l'importanza di avere luoghi di ricovero dove, in caso di emergenza, collocare le opere che sono state danneggiate o che vengono recuperate dai luoghi. Conosco l'importanza di avere un patrimonio di culto, che è quello che spesso è stato maggiormente danneggiato, che sia migliorato dal punto di vista antisismico. L'importante è che, come mi sembra di avere capito, i luoghi di ricovero siano anche altro durante il periodo di vita normale; che siano comunque luoghi di ricerca, di laboratorio, come viene fatto in Umbria, che credo che sia un esempio eccellente. L'ultimo appunto è sulla digitalizzazione del patrimonio; il Ministro sa Pag. 16quanto io in particolare, ma tutta la Commissione ci abbia lavorato. C'è un indirizzo che questa Commissione ha dato al Governo in più atti, in varie risoluzioni, anche nel precedente parere sempre sul PNRR, dell'anno scorso, per utilizzare questa stradina delle occasioni che abbiamo anche per ampliare l'accesso libero al nostro patrimonio culturale. Non vuol dire svendere il nostro patrimonio, se è fatto bene come il Ministero sta impostando, vuol dire rendere il nostro patrimonio ancora più fruibile e farlo diventare anche fonte di ricchezza culturale, sociale ed economica, lavorando sui servizi aggiuntivi e sull'elaborazione del patrimonio. Aumentando l'accesso libero al patrimonio potremmo diventare veramente un esempio per tanti Paesi, sia europei che mondiali. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Vacca. Do a questo punto la parola al Ministro per la replica. Prego Ministro.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro della cultura. Grazie davvero. È stato molto utile anche per me ricevere una serie di stimoli e di domande a cui cercherò di rispondere, posto che una buona parte delle domande sono relative al recovery plan, ma molte osservazioni e domande sono state in relazione all'attività ordinaria del Ministero e non al PNRR. Se lei ritiene proverò a rispondere ugualmente.
PRESIDENTE. Sì, assolutamente.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro della cultura. Per le domande a cui non darò risposta in questa sede, fornirò risposte in forma scritta; tuttavia, cercherò di rispondere a tutto.
Onorevole Toccafondi, la Sovrintendenza speciale che è già operativa con i numeri che ho citato prima da qualche mese, riguarda anche i progetti del Piano complementare, perché sono progetti di rilevanza nazionale per i quali cerchiamo la funzionalità per andare più veloci. Lo spettacolo dal vivo: condivido che servano risorse aggiuntive, ne ho avute anche con l'ultimo decreto. Stiamo cercando di monitorare perfezionando i criteri. Ho capito quello che lei dice rispetto all'utilizzo della cassa integrazione: credo che dovremmo guardare in particolare ad alcuni settori. Penso alle sale cinematografiche, quelle che hanno riaperto, perché ormai c'è un tempo che abbiamo alle spalle che consente di verificare quelle che sono rimaste chiuse per cercare di indirizzare le risorse su chi ha scelto di tenere aperto, non su chi ha chiuso, magari decidendo di chiudere permanentemente, e che potrebbe avere ugualmente diritto di accesso ai ristori.
L'onorevole Mollicone ha fatto una serie di domande a cui provo a rispondere velocemente. La penso in modo totalmente diverso sul green pass: credo che sia uno strumento utilissimo che è servito e servirà moltissimo. La sua validità o meno per entrare nei luoghi della cultura dipende dalle scelte generali, non possiamo fare una scelta diversa perché al di là dell'importanza dell'evento, entrare in una sala cinematografica, in un palasport o in un luogo con una riunione di altro tipo presenta identici aspetti di condizioni sanitarie; quindi, identici devono essere i criteri. Diversamente da come pensa lei, preferisco entrare in un luogo dove sono certo che tutti gli altri che sono seduti attorno a me, soprattutto in assenza di distanziamento, hanno il green pass; entrare in un luogo in cui non sono certo se le persone affianco a me hanno o meno il green pass, se sono o non sono vaccinate, se hanno o non hanno fatto il tampone, mi farebbe sentire molto più insicuro e rinuncerei ad andarci. Naturalmente sono opinioni, ma, al momento la linea è questa. Il PNRR non consente attività; abbiamo anche avuto un discorso con l'Unione europea all'inizio dell'impostazione del Piano: non consente di intervenire su attività culturali, per cui ci sono i fondi ordinari o i ristori per l'emergenza, ma è finalizzato a investimenti. Abbiamo cercato di temperare questa cosa facendo in modo che gli interventi di progettazione, anche quelli dei borghi per esempio, debbano comprendere, con i piani di gestione, anche che cosa si farà in quei luoghi. Ma non si potevano finanziare risorse aggiuntive – lo dico agli altri che l'hanno chiesto – per le attività ordinarie.Pag. 17
Sull'Iva al 4 per cento, il tema c'è: faccio un esempio. È difficile spiegare perché per un libro l'Iva è al 4 per cento mentre, per un disco, l'aliquota dell'Iva è quella ordinaria. Questo tema, che dovrà essere valutato e che sarà oggetto dell'azione del Governo e del Parlamento, rientra in una riforma complessiva, è molto complicato. In alcuni casi, è anche vietato dalle norme europee spostare un prodotto da un'aliquota all'altra, senza un disegno complessivo di redistribuzione delle aliquote che sarebbe molto necessario nel nostro Paese perché alcuni prodotti – il Parlamento l'ha visto più volte – rientrano in un'aliquota e altri prodotti, esattamente analoghi o equivalenti, in un'altra. C'è bisogno di un disegno complessivo e in quella sede mi batterò perché tutti i prodotti culturali, per ragioni che non c'è bisogno di spiegare qua, rientrino nell'aliquota più bassa.
Sul bando delle sale cinematografiche, la cui scadenza è per il 18 marzo, mi è stato chiesto anche da altri parlamentari. Non è possibile fare proroghe perché dobbiamo rispettare la milestone del 30 giugno. Quindi abbiamo cercato di allungare il più possibile il tempo a disposizione in tutti i bandi per fare la domanda; ma, successivamente al bando, c'è una Commissione che dovrà lavorare a tempo pieno per attribuire e decidere i vincitori del bando. Poi ci sono i tempi tecnici per il bando, per l'approvazione del decreto ministeriale, la Corte dei conti, il controllo preventivo e l'approvazione dei bandi: tutto deve finire obbligatoriamente entro il 30 giugno; quindi abbiamo calcolato le scadenze in base a quello.
Della Direzione generale della musica ricordo che abbiamo parlato altre volte: c'è un servizio esclusivo dedicato alla musica che sta dentro la Direzione generale spettacoli. Io non posso ampliare: c'è un numero obbligato di Direzioni generali in tutti i ministeri. Quindi non posso creare una Direzione generale in più: devo stare all'interno del numero massimo di Direzioni generali. Dovrei scioglierne una quando la Direzione generale spettacoli dal vivo ha al suo interno un servizio con un dirigente che si occupa esclusivamente di musica.
Sul copyright il tema è troppo ampio: faremo, se lo ritenete, un ragionamento specifico e ampio sul tema più che una risposta scritta.
Onorevole Fusacchia, come hanno detto anche altri parlamentari intervenuti, credo che sia giusto accompagnare gli enti, soprattutto quando si parla di comuni piccoli. In questo caso, una parte del compito sta anche sulle spalle delle regioni perché noi abbiamo cercato di coinvolgerle in quanto si tratta di risorse non solo dello Stato, ma della Repubblica. Quindi, intendendole in questo modo, abbiamo coinvolto molto l'organizzazione dei comuni e, in particolare le regioni, per accompagnare i comuni piccoli e una struttura del Ministero si dedicherà a questo. Nelle norme, nelle linee guida, è prevista peraltro la possibilità di coinvolgere privati nella progettazione, di aggregare piccoli comuni nel gestire la progettazione degli interventi. Quindi abbiamo previsto tutti gli interventi possibili di sostegno, raccogliendo la sollecitazione, personale permettendo, di una più forte struttura centrale che si accompagni ai borghi. Il fatto che un comune rispetti i tempi di realizzazione del progetto e lo faccia bene, riguarda anche la complessiva capacità di spesa dell'intero recovery plan. Il nostro compito non finisce nel momento in cui uno ha vinto il bando: bisogna seguirlo anche nella fase di realizzazione. Queste cose sono contenute nelle linee guida che sono molto impegnative, sono disponibili sul sito del Ministero: sono sette/otto pagine di linee guida per la scelta dei venti borghi. Rispondendo a quanto mi hanno chiesto diversi parlamentari, le regioni non si possono muovere liberamente. Ci sono parametri di grandezza, di localizzazione, di progettazione per scegliere; poi ci sarà una fase successiva di verifica che il borgo scelto dalla regione corrisponda ai requisiti delle linee guida. Non possono farlo indipendentemente da quello e questo percorso è stato concordato con le regioni. In parte i parametri sono già fissati e concordati con l'Unione europea, quindi non si possono cambiare. Tra queste linee guida c'è anche l'avocazione; quindi c'è intanto un ragionamento sul fatto che siccome il PNRR è fino al 2026, dentro la progettazione ci debba essere la dimostrazione della capacità Pag. 18gestionale anche successivamente al 2026, quando non ci saranno più risorse straordinarie di supporto. Abbiamo chiesto, in questo senso, parlo dei ventuno borghi, l'individuazione di una destinazione prevalente. Si recupera un borgo perché si intende farci una cosa: ho citato centri di ricerca, RSA, hotel diffusi, altre iniziative. Ci deve essere una vocazione prevalente, quindi un piano di gestione. Si possono coinvolgere le risorse private, ovviamente; anzi, meglio se ci saranno.
Onorevole Sgarbi, sull'articolo 9: il nostro dovere è che resti in costituzione la tutela del paesaggio; poi, naturalmente, la tutela del paesaggio può essere esercitata in modalità diverse, ma il mio Ministero ha come dovere costituzionale quello di occuparsi di tutela del paesaggio.
La capitale della cultura: non condivido, ne abbiamo parlato altre volte. Va chiarito che la capitale della cultura, a norma di legge, per le procedure di bando che si sono concretizzate negli anni, non premia la città, né la bellezza della città, né la sua importanza: premia la progettazione. È capitato in questi anni che abbiano vinto più spesso capoluoghi di provincia, grandi città; ma ha vinto anche qualche piccolo comune, cito Procida, perché ha presentato una progettazione migliore. Non possiamo fare un concorso in cui la capitale dell'anno viene dato alla città più bella o più importante. Vedremo, andando avanti, se si può mantenere questo equilibrio che consente la partecipazione, alla pari, del piccolo comune e della grande città.
Capisco la questione dei prestiti. Penso che possiamo immaginare, ragionare, non ho risposte immediate; sono disponibile a ragionare su regole più elastiche, quando il prestito è tra musei pubblici, non dico dello Stato, fra musei pubblici. Poi resta tutto il tema della trasferibilità dell'opera d'arte senza metterla a rischio.
I borghi: l'ha chiesto l'onorevole Casciello, ma rispondo anche ad altri che hanno fatto questa domanda. Consentitemi due parole in più per chiarire. La differenza tra i ventuno borghi – ognuno dei quali scelto dalla regione con le procedure che la regione sceglie liberamente, ma dentro quelle linee guida vincolanti – e i 229 (sono 229 perché nel documento dell'Unione europea si parlava di 250 borghi) sta nel fatto che l'intervento sui 229 borghi è importante, ma è finalizzato a singoli interventi; cioè, in un piccolo comune posso intervenire per ristorare il palazzo comunale, la piazza, la strada, la chiesa ed è un ragionamento utilissimo. Se questo strumento funziona – è una piccola cosa anche se sono numeri importanti rispetto alle risorse illimitate che richiederebbe la riqualificazione del patrimonio delle aree interne dei piccoli borghi – vediamo di trovare risorse ordinarie: non c'è solo il PNRR, c'è il bilancio dello Stato dei prossimi anni. Quelli sono interventi singoli. Il progetto dei ventuno borghi nasce dall'idea di un recupero complessivo di un borgo spopolato: ce ne sono tanti completamente disabitati o che hanno pochissimi abitanti rimasti; è una sfida, può riuscire o non riuscire: lo vedremo. È una sfida, quindi: non intende intervenire per recuperare il patrimonio culturale e basta, è intervenire affinché tornino a ripopolarsi, tornino attività economiche. Ci sono esempi straordinari da questo punto di vista che anche senza queste risorse hanno funzionato, perché quando torna, che sia un hotel diffuso o che sia una RSA, quando torna il lavoro poi riapre il negozio, ritornano le persone. Abbiamo approvato con la legge di bilancio una norma che mi piacerebbe che fosse rafforzata che prevede l'esenzione dell'IMU nei piccoli borghi: io vorrei che l'esenzione del prelievo fiscale fosse totale. Se uno in un piccolo borgo tiene aperto un negozio di alimentari o un negozio di vestiti o una farmacia, lo Stato quasi dovrebbe risarcirlo, non fargli pagare le tasse; perché c'è una funzione sociale che è largamente prevalentemente rispetto alla piccola entrata che può arrivare allo Stato. Penso che il Parlamento o il Governo possano decidere di rafforzare quella norma che è stata introdotta nella legge di bilancio. Se tu in un piccolo comune di alcune centinaia di abitanti mi tieni aperto un negozio, non ti faccio pagare tasse perché svolgi una funzione sociale. Ci sono molte norme che si potrebbero integrare in questa che è una Pag. 19grande sfida, perché il tema del recupero delle aree interne è una grande sfida, è anche una grande opportunità, perché lo smart working, le nuove tecnologie possono farlo diventare un grande investimento produttivo, possono redistribuite l'urbanizzazione dei decenni passati a una nuova modalità di distribuzione delle abitazioni, delle scelte di vita. Quindi penso che dobbiamo un po' capire e anticipare i tempi e queste misure vanno in quella direzione.
Di Spoleto riparleremo, ho capito il tema.
Onorevole Acunzo, ho detto prima del sostegno alle municipalità nella progettazione, della possibilità di aggregarsi e anche del tema del personale del Ministero che però non è una scelta mia, ma una scelta complessiva delle risorse che vengono messe a disposizione per il personale.
Onorevole Casciello, il 40 per cento delle risorse per il sud abbiamo cercato di rispettarlo integralmente: è un obiettivo che va verificato, ma è indicato espressamente anche nel bando dei borghi. Ho qualche dubbio che possa essere ricondotto al tema del FUS; però, siccome c'è il disegno di legge di delega sullo spettacolo in discussione, è un tema rispetto al quale il Parlamento potrà decidere se mettere o meno incentivi differenziati per aree geografiche. Non posso farlo io perché devo operare nell'ambito delle regole attuali. Sul FUS Festival 18/21, non è il Ministro, ma una commissione che decide l'attribuzione dei contributi; quindi ritengo che si potrà valutare. Una precedente esclusione non comporta un'esclusione automatica successiva.
Rispondendo all'onorevole Nitti, come ho citato prima, condivido che molte cose, come le riforme strutturali, vadano legate. La digitalizzazione, rispondendo agli onorevoli Piccoli Nardelli, Carbonaro, Vacca e Mollicone, è una grande sfida. Non mi sono soffermato a spiegarlo perché non è una di quelle che scadono a giugno: ha scadenze più lunghe. L'investimento 1 è suddiviso in undici punti che sono tutti in fase di attuazione differenziata in base ai tempi; è davvero una grande sfida che riassumerei come la sfida digital library. Sapete che abbiamo creato nel Ministero un nuovo istituto che si chiama digital library, che raggruppa all'interno delle sue competenze anche tutte le strutture che si occupavano di archivi e di conservazione dei dati; queste risorse vanno tutte, in modo differenziato, in quella direzione. L'operazione non è finalizzata, anche questo mi è stato chiesto, solo alle risorse dello Stato; cominceremo da lì, ma deve essere uno strumento offerto innanzitutto a tutte le strutture pubbliche; poi, in prospettiva, anche ai grandi archivi, alle grandi biblioteche non pubbliche. Quindi devono essere assolutamente integrate. È un'enorme sfida, è una sfida importantissima. La metto così: anche tutte le grandi fondazioni, i grandi miliardari del mondo comprano dati, comprano fotografie, comprano documenti; ma per quanto il più ricco miliardario del mondo spenda tutte le risorse disponibili con la sua fondazione per comprare dati, non arriverà mai a fare un nostro archivio di Stato provinciale. Perché c'è un patrimonio tale nei nostri centouno archivi, negli archivi delle Soprintendenze, dove c'è tutta la storia del territorio italiano, negli archivi fotografici, nelle biblioteche, che ha un valore culturale enorme, che oggi è anche un enorme valore economico. Fino ad adesso cosa è capitato? La grande fondazione americana che va alla nostra biblioteca, gli dà 500 mila euro di contributo e la biblioteca che ha carenza di risorse li prende e magari cede i diritti in modo un po' affrettato, perché costretta. L'operazione di digital library, ci consentirà un'enorme operazione di digitalizzazione e conservazione del patrimonio e contemporaneamente ci metterà in una posizione di forza con chiunque, perché nessuno ha questo patrimonio sconfinato alle spalle; quindi, davvero, questa è una grande sfida e finalmente con il PNRR arrivano molte risorse in quella direzione.
Condivido completamente l'onorevole Patelli sui borghi. Ho lavorato molto su questo quando turismo e cultura erano assieme e sto lavorando concordemente e bene con il Ministro Garavaglia. Ho citato la parte economica, ma c'è un valore anche per il turismo, perché quando il turismo tornerà nel nostro Paese con i ritmi enormi di crescita a cui era arrivato fino al gennaio del 2019, prima della pandemia, torneremo ad avere gli stessi problemi di overbooking nelle città, Pag. 20esigenze di distribuire i flussi. Più arricchiamo il patrimonio dell'Italia, più distribuiremo in modo intelligente questi flussi: il turismo è diventato sempre più un turismo esperienziale che cerca anche sicurezza. Quello delle nostre aree interne e dei nostri borghi è un valore enorme: nel bando sono previsti i piani di gestione che devono dimostrare la sostenibilità del progetto anche dopo il 2026. Abbiamo appositamente creato nel Ministero un comitato borghi con tutte le associazioni che si occupano di questo da tempo, con i rappresentanti degli enti locali, che ha il compito di monitorare questo percorso e anche tutte le cose che non sono strettamente legate al PNRR, ma al tema borghi in generale.
Onorevole Colmellere, per i borghi, ho spiegato già la differenza tra la linea A e linea B. I tempi sono obbligati, dobbiamo rispettare il termine del 30 giugno, non sono richiesti progetti esecutivi nel nostro bando. Dovranno mantenere i tempi di realizzazione previsti dal cronoprogramma, ma non è richiesto al momento della presentazione della domanda un progetto esecutivo. La deroga al codice degli appalti è un tema che non è nelle mie mani, ma è un tema di carattere generale.
Per l'onorevole Del Sesto ho già detto delle linee guida dei piani di gestione. La carenza di personale, la durata dei contratti, sono un tema generale: noi stiamo facendo contemporaneamente molti concorsi – che sono stati rallentati per l'epidemia – per funzionari; abbiamo il primo esperimento importantissimo di corso- concorso introdotto grazie alla norma di legge per i dirigenti del Ministero che frequenteranno con la scuola della pubblica amministrazione e la nostra scuola di patrimonio un corso al termine del quale avranno diritto all'assunzione. Si tratta, quindi, di una forma innovativa introdotta. Pertanto, man mano che entrerà personale a tempo indeterminato, si ridurrà l'esigenza di avere personale straordinario; almeno speriamo che sia così.
Onorevole Carbonaro, condivido che quelle sulla sostenibilità siano regole generali, però possiamo anche introdurre, per quello che è consentito dalle norme vigenti, norme particolari nei nostri bandi.
Onorevole Vacca, sulla digitalizzazione, oltre le cose che ho detto, condivido il tema dell'accesso libero anche se va confrontato con il tema che è l'altra faccia della medaglia. Abbiamo fatto molte norme innovative sulla possibilità di fotografare, sull'utilizzo libero, se non commerciale, delle immagini. Dobbiamo stare attenti: da un lato, c'è questa esigenza di fruizione libera, dall'altro c'è il tema dei non fungible token: questioni che vanno contemperate, perché poi contemporaneamente c'è un mercato che sta crescendo in modo enorme, che stiamo studiando e che dovremo regolamentare in Parlamento, che invece va in una direzione esattamente opposta.
Quanto al recovery art, ho detto che resteranno luoghi di ricerca.
L'ultima cosa e concludo, mentre noi siamo qua è in corso la Conferenza unificata che dovrà approvare – non è legato a questo, ma è un altro pezzo degli investimenti dei beni culturali – il piano grandi progetti 2021/2022: sono circa 200 milioni di euro che vanno distribuiti nei grandi attrattori turistico culturali in tutto il territorio nazionale e molte cose attese da tempo. È un altro investimento forte nel settore dei beni culturali. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie ministro. La ringrazio veramente per il suo intervento. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.30.