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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VIII, X e XIII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 15 febbraio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotta Alessia , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rotta Alessia , Presidente ... 2 
Cingolani Roberto , Ministro della transizione ecologica ... 2 
Rotta Alessia , Presidente ... 2 
Cingolani Roberto , Ministro della transizione ecologica ... 2 
Rotta Alessia , Presidente ... 13 
Butti Alessio (FDI)  ... 13 
Sut Luca (M5S)  ... 14 
Cenni Susanna (PD)  ... 16 
Mazzetti Erica (FI)  ... 17 
Cingolani Roberto , Ministro della transizione ecologica ... 19 
Mazzetti Erica (FI)  ... 19 
Rotta Alessia , Presidente ... 19 
Mazzetti Erica (FI)  ... 19 
Gadda Maria Chiara (IV)  ... 19 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 21 
Benedetti Silvia (Misto-M-PP-RCSE)  ... 22 
Zucconi Riccardo (FDI)  ... 22 
Viviani Lorenzo (LEGA)  ... 23 
Rotta Alessia , Presidente ... 24 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Ministro della transizione ecologica ... 25

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA VIII COMMISSIONE
ALESSIA ROTTA

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la trasmissione diretta sulla web-tv dei rispettivi siti istituzionali e che sarà redatto il resoconto stenografico.

Audizione del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dinanzi alle Commissioni VIII (Ambiente), X (Attività produttive, commercio e turismo) e XIII (Agricoltura), del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1).
  Prima di cedere la parola al Ministro, ricordo che le Presidenze hanno stabilito che in sede di dibattito sarà data la parola per 10 minuti a ciascun gruppo.
  Nel ringraziare il Ministro Cingolani per la sua partecipazione ai lavori delle Commissioni, gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione introduttiva.
  Comunico, a nome delle tre Presidenze, che nel caso in cui nella seduta odierna non vi fosse tempo sufficiente per consentire al Ministro di intervenire in sede di replica ad esaurire le risposte, il Ministro ha dato la sua disponibilità a rispondere eventualmente per iscritto ovvero a tornare in audizione sul medesimo argomento della seduta odierna. Lo ringraziamo perché pensiamo che sia molto importante questo momento di approfondimento e di dialogo con il Parlamento. Prego, Ministro.

  ROBERTO CINGOLANI, Ministro della transizione ecologica. Grazie infinite e grazie anche per l'opportunità di parlare innanzi alle Commissioni riunite. Ribadisco assolutamente la disponibilità ad un confronto assiduo, poiché credo che sia fondamentale informare il Parlamento periodicamente di come sta andando avanti il PNRR, visto che oltretutto sono previste numerose azioni a carattere trasversale. Fin da ora vi do disponibilità assoluta a tornare tutte le volte che lo riterrete utile.
  Come metodo di lavoro, per cercare di rispettare il limite di trenta minuti e limitare il tempo della presentazione affinché non sia troppo noiosa, abbiamo preparato un pacchetto di slides che sono contenute nel documento già trasmesso agli atti delle Commissioni.

  PRESIDENTE. La interrompo, Ministro, solo per avvertire i colleghi che ci seguono da remoto che stiamo mettendo sulla piattaforma Geocamera il documento con le slides che il Ministro si accinge ad illustrare e quindi potranno consultarle in tempo reale.

  ROBERTO CINGOLANI, Ministro della transizione ecologica. Le slides sono assai dettagliate, ve le abbiamo inviate scegliendo un formato che vorremmo cercare di mantenere nel tempo in modo che possiate avere la possibilità di seguire come si sta Pag. 3evolvendo il lavoro. Brevemente vi illustro come è strutturato il documento: c'è una breve presentazione più discorsiva di cinque pagine che riassumono il contenuto delle slide, che sono ovviamente più dettagliate, però non vorrei trasformare l'audizione in un seminario soffermandomi sulle singole slide. Comunque avete il documento completo, quindi se avete domande specifiche vi risponderemo in modo puntuale.
  La prima slide è una slide di sommario (Tavola 5), è quello che noi chiamiamo «il cruscotto». Se guardate la sezione della slide intitolata: «Status delle milestone e dei target (MT) a livello europeo», queste sono le azioni finanziate dall'Europa. La sezione contraddistinta con la bandierina italiana chiamiamola «Fondo complementare», è meno impegnativo da questo punto di vista.
  In particolare potete vedere che la lancetta blu, che segnerebbe sostanzialmente i primi circa 30 gradi, si riferisce all'anno appena terminato. Erano previsti sette milestone da raggiungere e tre target relativi alle riforme. Sono stati conseguiti tutti e per l'anno prossimo, come mostra la linea verde tratteggiata, sono previsti 27 azioni, 27 investimenti, 27 bandi e 12 target, più che altro interventi di riforma, che dovranno essere conseguiti. Anche per il 2023 la previsione è di arrivare a 42 azioni cui sono legati 13 target.
  Questo cruscotto viene aggiornato in tempo reale e a questo verrà presto associato un cruscotto equivalente in euro. In questo modo avrete una corrispondenza in tempo reale tra stato di avanzamento delle varie misure e stato di avanzamento della spesa. Per adesso abbiamo centrato tutti gli obiettivi in tempo e la preparazione delle 27 azioni e dei 13 target del 2022 sta procedendo secondo la tempistica.
  Chiedo rapidamente di andare alla Tavola 2, giusto per farvi vedere la struttura, poi farò una sintesi. In buona sostanza abbiamo le quattro aree di sviluppo della Missione 2. Probabilmente sapete già tutti quanti, che il PNRR si articola in 6 Missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Rivoluzione verde e transizione ecologica, Infrastrutture per una mobilità sostenibile, Istruzione e ricerca, Inclusione e coesione, Salute.
  Noi stiamo parlando del pacchetto relativo alla transizione ecologica che ha quattro componenti principali: l'economia circolare e l'agricoltura sostenibile; energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica.
  Le quattro componenti, visualizzate nel diagramma a barre orizzontali, sono quantificate in termini di costo dalle barre verdi per un totale di 34,7 miliardi. Ciascuna di queste componenti, come vedete dall'ellissi, prevede un certo numero di iniziative di investimento e un certo numero di riforme. Per esempio, la componente dell'economia circolare e dell'agricoltura sostenibile comprende quattro iniziative infrastrutturali e tre riforme, mentre l'energia rinnovabile ha 11 iniziative e quattro riforme e così via. Questa è la mappa di come sviluppa il programma.
  Se possiamo andare alla Tavola 3 – non ho nessuna intenzione di illustrarla in dettaglio, ma è solo per darvi un'idea –, qui avete una nomenclatura che è stata approvata dalla Commissione europea con gli investimenti in titolarità del Ministero della transizione ecologica (MITE) e le riforme che dobbiamo fare, che sono ad essi allineate.
  Tenete conto che per ciascuna di queste misure, milestone e target, nel documento ci sono poi delle schede più dettagliate che spiegano in meglio come sta avanzando. Vi faccio un esempio in modo che possa essere chiaro lo sviluppo del documento: nella Tavola 4 vi è una selezione di misure importanti che verranno sviluppate nel 2022, nel 2023 e nel 2024. Non sono tutte, sono alcune misure che abbiamo indicato a titolo esemplificativo, ma nel documento che vi abbiamo mandato, se andiamo alla Tavola 8, per ciascuna delle misure c'è una breve descrizione di milestone e target, e lo stato di avanzamento con eventualmente i principali elementi di attenzione.
  Per ciascuna misura abbiano scelto di utilizzare una sorta di semaforo. Infatti, il colore verde indica il rispetto della tempistica e che non riscontriamo particolari Pag. 4difficoltà, il colore giallo indica che ci sono elementi critici da sviluppare e speriamo di non avere rossi importanti. Per adesso non abbiamo segnalato rossi, abbiamo dei gialli che rappresentano elementi di attenzione di carattere autorizzativo e normativo.
  Se lo riterrete utile, dopo che avrete analizzato questo documento, potreste darci un feedback, riscontro che comunque noi continueremo a darvi nel tempo come reportistica durante tutto il periodo di sviluppo del PNRR.
  Questa premessa era necessaria per chiarire come abbiamo strutturato il documento che abbiamo trasmesso alle Commissioni. In questo modo avete una visione d'insieme della tempistica, dei costi, dello stato di avanzamento e quello che io chiamo l'indicatore semaforico per dire se lo sviluppo delle milestone e dei target prevede problemi o meno. Se dovesse mancare qualcosa o se non dovesse essere convincente, fateci avere i vostri feedback, poiché vorremmo avere uno standard di rendicontazione e di informazione che fosse il più possibile costante e riproducibile nel tempo.
  A questo punto, stanti i dati che sono riportati in questo documento che vi lascio, passo ad illustrare sinteticamente a che punto siamo.
  Al di là dei ringraziamenti alle Commissioni per questa opportunità che ho fatto appena mi sono seduto, oggi vorrei sostanzialmente proporre un rapido intervento che contiene una sintesi degli obiettivi e dello stato di avanzamento complessivo delle misure del Piano di titolarità del Ministero della transizione ecologica e un approfondimento su milestone e target che sono già stati conseguiti in quanto attesi per il periodo appena concluso, il 2021, e per il 2022, quindi quelli in corso d'opera.
  Vediamo quindi la sintesi degli obiettivi e lo stato di avanzamento. Voi sapete che l'obiettivo del PNRR, almeno per il MITE, è quello di accelerare l'avanzamento italiano come campione globale della transizione ecologica. Questa priorità è nata con la Presidenza del G20, che si è sviluppata molto bene in COP26 e credo che il Paese abbia fatto un'ottima figura.
  Gli obiettivi sono: rendere l'Italia più resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici; rendere il sistema italiano più sostenibile nel lungo termine garantendone la competitività; sviluppare una leadership internazionale industriale e tecnico-scientifica nelle principali filiere della transizione, che vedremo tra breve; assicurare una transizione inclusiva ed equa, massimizzando i livelli occupazionali contribuendo alla riduzione del gap tra le regioni – questo è un aspetto particolarmente importante –; aumentare la consapevolezza e la cultura sulle sfide e le tematiche ambientali.
  Bisogna evidenziare che il PNRR include misure fondamentali, ma fa parte anche di un portafoglio più ampio di incentivi e di riforme che sono promosse dal Ministero che saranno introdotte per raggiungere gli obiettivi internazionali 2030 e 2050, ovvero meccanismi di supporto alle rinnovabili come i decreti FER, e per la tutela dei parchi e della biodiversità, come il Programma parchi per il clima.
  Il secondo elemento da rimarcare è che il MITE ha la titolarità della porzione più rilevante della Missione 2, quella che viene chiamata «Rivoluzione verde e transizione ecologica», con i 34,7 miliardi articolati sui 26 investimenti e sulle 12 riforme che vi ho rapidamente fatto vedere nelle slide. La missione 2 si articola in quattro componenti.
  La prima componente è denominata Economia circolare e agricoltura sostenibile (C1). Tenete conto che economia circolare e agricoltura sostenibile sono viste a livello internazionale come principali motori della decarbonizzazione di natura passiva. Qui noi non stiamo ancora cambiando il sistema energetico, ma, grazie alle tecnologie di riuso e di riadattamento e di riciclo, stiamo riducendo l'impronta di anidride carbonica di qualunque prodotto e di qualunque azione dell'essere umano.
  La seconda componente, ovvero Energie rinnovabili, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (C2), è decarbonizzazione diretta, è quella che va ad incidere su come noi produciamo l'energia. Quindi più questa energia è verde e meno CO2 viene prodotta.
  La terza componente, ovvero Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (C3), Pag. 5fa parte anche questa della decarbonizzazione indiretta. Vale a dire che se io efficiento, ho bisogno di meno energia e se ho bisogno di meno energia, produco meno CO2. Quindi, se volete, è sinergica all'economia circolare e all'agricoltura sostenibile.
  Infine, vi è la quarta componente relativa alla tutela del territorio e della risorsa idrica (C4). Questa è la decarbonizzazione cosiddetta «passiva». Il migliore intrappolatore di anidride carbonica è l'ecosistema: mari, terreni e verde tenuti in salute.
  Se andate a vedere la distribuzione delle risorse, vedete che tra i tre assi c'è sostanzialmente un certo equilibrio, proprio perché i trend internazionali in questo momento dicono che la combinazione di decarbonizzazione diretta, dovuta a forme di produzione di energia primaria intelligente, di decarbonizzazione indiretta, dovuta a economia circolare ed efficientamento e di decarbonizzazione passiva, cioè recuperare lo stato di buona salute dell'ambiente, del suolo, del verde, e dei mari, è la combinazione principe per riuscire sperabilmente a raggiungere i target che ci siamo posti al 2030 e al 2050 che, peraltro, a distanza di pochi anni abbiamo ulteriormente alzato con il recente accordo in COP26, come ad esempio limitare l'aumento delle temperature a 1,5° C invece di 2 e cose di questo tipo, proprio perché nonostante tutto siamo in ritardo a livello globale sulla tabella di marcia.
  Un terzo punto di attenzione riguarda la destinazione delle risorse e dell'iniziativa a titolarità MITE che è dedicata alle regioni del Sud. Qui c'è un grosso sforzo di riduzione delle disuguaglianze a livello nazionale. Al momento sapete che il Mezzogiorno deve essere destinatario di circa il 40 per cento delle risorse. Tuttavia, un particolare sforzo progettuale da parte dei proponenti è necessario perché anche questa attenzione ex ante, che abbiamo imposto dall'alto, per esempio, provvedendo in fase di bando una quota da destinare in via prioritaria al Sud, si traduca effettivamente in progetti concreti.
  A titolo di esempio, gli ultimi bandi attualmente in corso in ambito di economia circolare al momento vedono richieste per meno del 30 per cento dell'ammontare da regioni del Sud. Questo non va bene ed è il motivo per cui abbiamo deciso di prolungare un po' la deadline per la presentazione dei programmi.
  Consentitemi un'osservazione personale. Io so che ogni volta che si prende una decisione si scontenta qualcuno. C'è stata anche un po' di scontentezza per il fatto di avere prolungato questa deadline, perché qualcuno l'ha interpretata come un: «Noi siamo arrivati prima, abbiamo fatto bene il lavoro. Adesso chi è in ritardo viene favorito». Questo non è vero, perché noi intanto abbiamo consentito in qualsiasi momento di ripresentare un programma migliorato anche a chi lo aveva già consegnato e il prolungamento della sezione temporale può essere usufruito e goduto da tutti. Tuttavia, c'è anche una regola europea che ha detto che noi dobbiamo per forza assegnare un contingente alle regioni meno favorite. Se noi non avessimo dato questa ulteriore estensione, alla fine avremmo corso il rischio di non potere dare tutto il budget e sarebbe stato un peccato. Questo è proprio un rispetto delle regole europee.
  Comunque abbiamo previsto ulteriori quattro settimane in modo da poter cercare di ottenere il maggior numero di proposte e distribuire al meglio le risorse.
  Ai fini del monitoraggio e della rendicontazione europea il PNRR italiano prevede complessivamente 527 tra milestone e target. Il MITE ne ha 89 distribuiti nel corso degli anni del piano, come vedete nella Tavola 5.
  Con riferimento a queste milestone e target vorrei evidenziare che abbiamo conseguito tutti gli impegni del 2021, ovvero i sette impegni da rendicontare alla Commissione europea e quest'anno si dovranno conseguire ulteriori 20 milestone e target, di cui 11 nei prossimi sei mesi, che saranno quindi molto intensi. Stiamo lavorando veramente pancia a terra.
  Vorrei sottolineare anche che abbiamo avuto dieci mesi di gestazione per la nuova struttura del Ministero della transizione ecologica, che adesso ha, oltre a una riorganizzazione importante dei dipartimenti storici, anche una segreteria tecnica internazionalePag. 6 dove siedono una ventina di esperti in tutti i settori che è diretta da un altissimo funzionario europeo che si è trasferito in Italia per darci una mano. Inoltre, abbiamo costituito un nuovo dipartimento che è il Dipartimento di project management del PNRR che durerà cinque anni, è tematico e ha proprio l'obiettivo di fare il lavoro che stiamo facendo, cioè di tenere tutto lo sviluppo del progetto sotto controllo, perché non possiamo perdere un giorno. Questo Dipartimento si occuperà di fare quello che stiamo facendo oggi, ovvero tenere tutta la progettualità sotto controllo e, se ci sono problemi, prevenirli invece che dover trovare le soluzioni ex post, cosa che non ci possiamo permettere, visto che le milestone sono molto stringenti come anche i tempi con la Commissione europea.
  È importante evidenziare che milestone e target europei sono fondamentali, ma non forniscono il quadro di insieme totale di avanzamento. A titolo di esempio vi aggiungo che nei prossimi mesi dobbiamo aggiudicare bandi già in corso per oltre 2,5 miliardi di euro, che riguardano impianti di gestione rifiuti, ammodernamenti degli impianti esistenti, i progetti faro di economia circolare – questi sono progetti di economia circolare per i privati che fanno coppia con quelli per il pubblico e in totale è un pacchetto da ben oltre 2 miliardi, come vi dicevo –, isole verdi e interventi di sostenibilità ambientale dei porti.
  Inoltre, nel corso del semestre prevediamo di emanare nuovi bandi per quasi 10 miliardi. Vi faccio degli esempi: sviluppo agrofotovoltaico, che prevede sistemi sollevati da terra per rendere legittimamente il più possibile autonome e naturalmente verdi le nostre farms, le nostre aziende agricole, senza occupare terreno a terra, perché quello sarebbe un grave errore; sviluppo del biometano; rafforzamento della rete smart grid.
  Questo è un elemento essenziale, perché, avendo fatto una scommessa di impiantare 70 gigawatt nei prossimi anni, rappresentando questo obiettivo un raddoppio della potenza rinnovabile ed essendo un obiettivo davvero importante, voi capite bene che diventa fondamentale avere una rete elettrica intelligente che sia in grado di gestire in tempo reale i flussi, perché se io produco molta energia in un punto del Paese, che peraltro è lungo e stretto, mi capita di produrre in un posto molta energia e a mille chilometri di distanza di avere un grande assorbimento istantaneo. Se io non ho una rete smart da telefonia con un'intelligenza artificiale dietro che la fa funzionare rischio di non potere gestire i flussi e gli accumuli. Questa è una grande operazione che vale oltre 3,5 miliardi.
  Ci saranno, inoltre, interventi sulla resilienza climatica delle reti, perché ogni volta che c'è un'alluvione salta tutto e questo ovviamente non va bene. Ci sarà anche lo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento, che è un modo di abbattere il particolato, e interventi per la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano con tutta una serie di misure, compresa la riforestazione.
  In parallelo a questi interventi che sono nel Piano, concorrono al raggiungimento dei target di decarbonizzazione del PNRR le aste di nuova capacità rinnovabile elettrica. Voi mi direte: «Le avreste fatte comunque». Sì, però adesso c'è un intero programma basato su un orizzonte di cinque anni che garantisce una grande accelerazione.
  Con il FER 1 prevediamo di bandire 3 gigawatt nel primo semestre. Vi faccio presente che una buona notizia ce l'abbiamo già, perché a gennaio abbiamo aggiudicato 1,8 gigawatt, un risultato che è importante se lo confrontiamo con l'esito delle precedenti aste. Sapete tutti che nell'ultimo periodo le aste andavano male, in media meno di mezzo gigawatt e c'era un problema anche proprio di lunghezza burocratica, delle autorizzazioni e così via. Questo è il primo effetto positivo dell'accelerazione dell'impianto. Avendo fatto una Commissione VIA (valutazione impatto ambientale) ad hoc per il PNRR con un fast track che è dedicata a tutto quello che dobbiamo fare, aver ridotto i tempi della autorizzazione, mantenendo le pratiche assolutamente rispettose dell'impatto ambientale, già siamo riusciti ad avere 1,8 gigawatt.
  Io sono contento per il miglioramento in senso relativo, perché è un miglioramento importante, ma non sono contentissimo dal Pag. 7punto di vista del valore assoluto, e se mettiamo a bando 2,5 o 3 gigawatt e abbiamo solo 1,8 gigawatt, è molto meglio delle ultime tre o quattro aste, però possiamo fare molto meglio.
  Tuttavia, stiamo vedendo il miglioramento di tutta la pipeline autorizzativa. Nei prossimi sei mesi dobbiamo fare diverse aste. Avete visto che sul sito istituzionale del Ministero abbiamo indicato i prossimi cinque anni con la crescita di energia rinnovabile. Per la prima volta l'operatore vede sostanzialmente più o meno quando può partecipare a un'asta e se non ce la fa per quell'asta, non deve buttare il cuore oltre l'ostacolo e fare un progetto scarso che poi ci fa perdere tempo con la VIA, ma sa che dopo tre mesi ce ne è un'altra, e si dà un po' un orizzonte. In questo modo dobbiamo vedere nelle prossime aste se riusciamo ad arrivare ad avere un'offerta addirittura superiore alla domanda dell'asta. Speriamo, se no interverremo ulteriormente. Comunque per questa prima asta siamo contenti di questo risultato, è un buon indicatore.
  Inoltre abbiamo il possibile prosieguo del meccanismo FER1 e l'avvio dei primi bandi del FER2, meccanismo di incentivazione delle tecnologie rinnovabili innovative, con capacità che per il 2022 sono in fase di definizione.
  Ai fini del raggiungimento del target delle fonti rinnovabili sarà importante accelerare ulteriormente i processi autorizzativi. Vi dico che oggi abbiamo 2,5 gigawatt di potenza con valutazione di impatto ambientale positiva, il VIA, ma con parere negativo del Ministero della cultura.
  Qui vorrei smentire quello che ho letto, perché ogni tanto leggo delle cose strane. Non c'è mai stato nessun contrasto su tale questione. È ovvio che la valutazione di impatto ambientale da un lato e la valutazione dell'impatto paesaggistico dall'altro sono prerogative diverse e possono avere punti di vista diversi. Abbiamo discusso con il collega Franceschini approfonditamente e abbiamo deciso che quando effettivamente non si riesce a trovare la quadra, portiamo la decisione in Consiglio dei Ministri, il famoso potere sostitutivo, cui siamo ricorsi già una volta, quando abbiamo sbloccato 0,4 gigawatt, che è un bel numero. Visto che dobbiamo farne 7 od 8 all'anno, tutto fa brodo.
  Su questi 2,5 gigawatt stiamo già lavorando e a breve avremo un'altra seduta dedicata in Consiglio dei Ministri in cui rianalizzeremo la questione. In tal modo ci sarà un organo terzo, non io e il Ministro Franceschini: andiamo a devolvere la decisione in quella sede, dove si procede ad una ulteriore analisi e poi si vede dove prevale l'uno o l'altro profilo. In questo modo contiamo di sbloccare questa fila di 2,5 gigawatt ancora sospesa.
  I dossier sono in questo momento all'attenzione della Presidenza del Consiglio e quindi verranno portati in Consiglio dei ministri progressivamente. È un'istruttoria abbastanza lunga, perché vengono riviste tutte le motivazioni. Alcuni sono stati sbloccati, per altri abbiamo detto: «No, effettivamente non si può fare».
  Passerei ora ad un approfondimento sulle milestone e sui target. Sono stati avviati i bandi per i nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento – questi sono soprattutto gli esistenti – che sono circa 50, e i progetti faro di economia circolare che sono quelli destinati ai privati. Grazie a questo sarà possibile migliorare la gestione dei rifiuti urbani e rafforzare le infrastrutture per la raccolta differenziata, sia ammodernando gli impianti di trattamento, sia realizzandone di nuovi, contribuendo in questo modo a colmare il divario che c'è tra le regioni del Nord e del Centro-sud. I bandi sono in corso e i risultati di adesione sono ottimi.
  Nonostante ci sia stato questo prolungamento dei termini di cui vi ho già spiegato la ratio, vi sono state oltre 1.400 domande presentate da comuni e imprese pubbliche per un ammontare di 1,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono oltre 220 domande presentate da aziende private per oltre 600 milioni di euro. Per essere chiari, è un buon tiraggio, un indicatore buono che quando si fa un bando, le proposte non siano molto piccole rispetto al budget messo a disposizione. Direi che complessivamente il tiraggio è buono per la misura. Abbiamo Pag. 8deciso questa proroga, accompagnata da un'azione di capacitazione per i proponenti per favorire una maggiore partecipazione delle aziende e delle pubbliche amministrazioni del Sud.
  È opportuno ricordare che uno degli obiettivi definiti nella Decisione di esecuzione della approvazione del PNRR italiano è la riduzione di 20 punti percentuali della differenza tra la media delle tre regioni con i risultati migliori per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata e quelle delle tre regioni con i risultati peggiori, che in questo caso sono concentrate al Sud. Lo abbiamo messo come obiettivo quantitativo, poiché dobbiamo ridurre di 20 punti la differenza media tra i migliori tre della classe e i tre che sono in fondo. Ecco perché era assolutamente necessario allungare un po' i tempi e anche dare una mano, perché questo passa attraverso un aiuto che può dare la segreteria tecnica.
  Un altro tema che vorrei evidenziare è che è stato prorogato il superbonus al 110 per cento per l'efficientamento energetico degli edifici, per il quale si è tuttavia ritenuto necessario un correttivo, per porre un freno all'eccessiva lievitazione dei costi riscontrata in tempi recenti, venendo incontro anche alle esigenze del settore e dell'efficientamento energetico.
  Siccome ho firmato ieri il decreto ed è stato oggetto di una lunghissima negoziazione, nella quale abbiamo ascoltato tutti – tanto lo vedrete, perché adesso è noto – il concetto è questo: abbiamo preso i prezzi medi dei beni che si comprano come la caldaia, la pompa di calore e così via, abbiamo visto i prezzi massimi dell'ecobonus – credo che si tratti della tabella I – e abbiamo fatto un confronto con i prezzi massimi del superbonus. Onestamente posso dire che nel superbonus in alcune voci i prezzi andavano su di cinque o sei volte e questo non va bene.
  Parlando anche con i rappresentanti delle categorie interessate, perché non è un provvedimento che può essere adottato top down, abbiamo fatto una cosa che riteniamo onesta e soprattutto ragionevole. Tenuto conto che i prezzi delle materie prime sono aumentati – questo è un fatto, poiché sono aumentati tanto – e che c'è anche una crescita dell'inflazione, sia pure collegata anche al problema delle materie prime, noi abbiamo deciso di procedere nel modo seguente: abbiamo preso i prezzi di riferimento mediamente un po' più alti di quelli normali dell'ecobonus e li abbiamo aumentati di un 20 o 30 per cento, a seconda della categoria, proprio per compensare l'aumento delle materie prime e l'aumento dell'inflazione.
  Dopodiché questi prezzi che riguardano i capex, ovvero ciò che si compra, come ad esempio una caldaia, non sono omnicomprensivi, poiché il progetto, l'installazione e l'IVA non sono inclusi. D'altro canto capite perfettamente che se io devo cambiare una caldaia e ci metto una pompa di calore di ultima generazione in una villetta a schiera al primo piano, o la devo fare in un palazzo antico o se devo fare una facciata in un palazzo anni Settanta in cui devo prima togliere le mattonelle, è impossibile fare un corrispondente omnicomprensivo, perché si rischia di fare un valore medio che è troppo alto per molti casi ed è assolutamente troppo basso per altri.
  Quindi, abbiamo detto: «Diamo dei prezzi ragionevoli, aggiornati alla contingenza economica sui beni che si acquistano. Per il progetto, i lavori, l'installazione c'è il tecnico che deve asseverare – è importante che ci sia un ingegnere che assevera –, tenendo conto dei prezzari regionali, provinciali o di quelli della casa editrice DEI a seconda del territorio in cui si operi, in modo tale che non ci sia da strozzare le aziende, perché non era assolutamente quello l'obiettivo, bensì al contrario, le aziende devono lavorare in sicurezza e serenità, ma nello stesso tempo occorre evitare che diventi un oggetto di truffe, perché questo rischio certamente lo dobbiamo evitare».
  Qualcuno faceva notare che dobbiamo anche dare un ulteriore contributo prevedendo regole chiare sulla sicurezza sul lavoro, in modo tale che anche la progettazione ovvero la possibilità di aprire i cantieri siano compatibili con i costi effettivi.
  Verranno quindi rafforzati i controlli sulle asseverazioni e previste una serie di Pag. 9norme accessorie, però questo è il ragionamento che abbiamo fatto.
  Un altra misura di cui vorrei parlare riguarda l'entrata in vigore del decreto legislativo teso a promuovere l'uso del biometano. Il decreto attuativo è ormai finalizzato e la discussione con la Commissione europea è alle battute finali. Il biometano sarà un tema di cui in futuro si parlerà sempre di più. Infatti, avete visto con il gas quanti problemi abbiamo e per certi versi il biometano rappresenta una di quelle risorse che potrebbe dare una mano.
  È stato, inoltre, avviato il Piano operativo per il sistema di monitoraggio integrato con il quale si vuole sviluppare una soluzione di eccellenza assolutamente internazionale per la tutela del territorio, facendo leva sulle soluzioni più innovative che sono oggi a disposizione. Su questo stiamo ipotizzando uno schema di partenariato pubblico privato, le famose PPP (public private partnership) europee, con cui identificare e sviluppare le proposte progettuali.
  Al riguardo desidero ricordare che stiamo lavorando, in parte in collaborazione con la Protezione civile, a cui viene destinata una parte delle risorse, e in parte coinvolgendo le reti satellitari, relativamente al tema dei sensori a terra.
  Immaginate la rete di sensori che possono avere le strade, le autostrade. Questi sono tutti sensori che prendono informazioni, che però devono essere gestiti da un sistema che faccia sensory fusion, che prenda i dati, li metta tutti insieme, li colleghi alle mappe in modo da avere in tempo reale informazioni dei cambiamenti che avvengono, da un aumento locale di calore, chiamasi «incendio», a una discarica che all'improvviso si riempie, a uno sversamento in mare. Questi sono eventi che vanno monitorati in tempo reale, mettendo insieme reti di sensori che non sono caso mai dello Stato, è l'informazione che è dello Stato e ovviamente macchine che fanno big analytics e supercomputer. È un modello molto innovativo e un po' complesso, ma a cui bisogna lavorare.
  È stato approvato anche il Piano di forestazione urbana ed extra urbana ed è in corso di definizione l'avviso pubblico per la presentazione dei progetti di riforestazione. L'avviso sarà rivolto alle città metropolitane e verrà pubblicato entro la fine di febbraio.
  È stata introdotta, inoltre, una riforma dei servizi idrici che consentirà di ridurre le perdite ed aumentare la sicurezza e la digitalizzazione della rete. Vi ricordo che c'è un investimento estremamente importante, che troverete anche nella nostra documentazione, ma andando a memoria si tratta di circa 4 o 5 miliardi, perché abbiamo qualcosa come 24 mila chilometri di condutture in cui in alcuni tratti si perde il 42 per cento dell'acqua.
  Non ce lo possiamo permettere questo, è una cosa assolutamente inaccettabile. Qui c'è da fare un grande lavoro di recupero dell'infrastruttura di un bene che, sapete, diventa sempre più primario e sempre più da proteggere come l'acqua.
  Infine, è entrato in vigore il Programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico. Nel corso del prossimo semestre il MITE dovrà conseguire questi ulteriori 11 milestone e target, di cui 4 relativi ad investimenti e 7 relativi a riforme.
  Vediamo quali sono i quattro investimenti. La prima milestone nel primo trimestre del 2022 è relativa alla digitalizzazione dei parchi nazionali. È una iniziativa che si propone di investire 100 milioni di euro per la conservazione della natura, l'introduzione di servizi ai visitatori e la semplificazione amministrativa di 24 parchi nazionali e delle aree marine protette.
  In questo semestre si prevede l'avvio dello sviluppo dei servizi digitali e l'accelerazione del processo di semplificazione amministrativa per i parchi e le aree marine protette tramite emanazione di un decreto ministeriale dedicato. I fabbisogni dei parchi sono già stati raccolti e il decreto è pronto in bozza. Non si prevedono particolari criticità per il raggiungimento di questa milestone.
  Il secondo trimestre del 2022 prevede, invece, una milestone europea per tre investimenti, tra cui cultura e consapevolezza sui temi delle sfide ambientali. La misura si propone di destinare 30 milioni – è un Pag. 10importo limitato ma qualitativamente importante – per sviluppare contenuti omni-channel per introdurre una piattaforma aperta che contenga il materiale più rilevante e avviare attività di comunicazione alla cittadinanza.
  Nei prossimi mesi si prevede di avviare la piattaforma web e conseguire gli accordi con gli autori per realizzare e mettere a disposizione 180 podcast e lezioni video per le scuole e creazione di contenuti. Lo strumento è in corso di preparazione e si stanno attivando supporti specialistici per finalizzare il capitolato tecnico e gestire la procedura.
  Faccio presente che una parte di questo programma è sviluppata insieme al Ministero dell'istruzione, perché una delle prime misure di questo programma sarà un pacchetto – credo che siano circa 20 – di lezioni, che verranno date a tutte le scuole, di sensibilizzazione e di educazione a problemi diversi che vanno dalla sostenibilità alle tecnologie più recenti.
  Sempre nel secondo trimestre si assegneranno tutti i contratti di ricerca e sviluppo sull'idrogeno per 160 milioni. Come già sapete abbiamo un pacchetto di 3,2 miliardi sull'idrogeno nell'ambito del PNRR, che è intensivamente dedicato ai settori hard to abate, alla trazione dei treni, dei camion eccetera, alla produzione di idrolizzatori, quindi è una strategia ad idrogeno grossa. La prima misura che parte, e non è un caso, è quella su ricerca e sviluppo che abbiamo ampiamente concordato con il Ministero dell'università e della ricerca.
  Tra i quattro filoni vi è anche quello relativo alla produzione di idrogeno verde. Ricordo a tutti che l'idrogeno, che il PNRR consente di fare, finanziare e studiare, è quello prodotto da energia totalmente rinnovabile, e quindi verde. L'Europa non ha detto che non si può fare un altro tipo di idrogeno, però ha detto che con questi soldi si può fare solo idrogeno verde. Dobbiamo chiudere questa discussione. A me non piacciono i colori, ma con il PNRR si deve fare idrogeno verde e noi facciamo idrogeno verde come previsto nel PNRR, ma se poi il Parlamento o qualcun altro deciderà di fare un'altra cosa, questo è un discorso che prescinde, perché nel PNRR è fuori discussione. Siccome ho letto spesso che avremmo tentato di fare altre forme di idrogeno, noi dobbiamo fare quello che dice la Commissione europea in questo caso, perché paga.
  Quindi i filoni sono quattro: idrogeno e produzione verde; sviluppo di tecnologie per stoccaggio e trasporto di idrogeno e per trasformazione in altri derivati e combustibili verdi; sviluppo di cella combustibile; sistemi intelligenti di gestione delle infrastrutture. In questo ultimo filone si pensa, ma è già previsto nel PNRR, di fare una rete di distributori ogni 200 chilometri a bassa e ad alta pressione per i mezzi del futuro, c'è tutta una serie di interventi che si possono fare, e quindi bisogna cominciare ad avere sistemi intelligenti di gestione.
  Il piano di ricerca è già stato approvato con ENEA come affidatario per evidenti motivi e a breve ci saranno i bandi che verranno pubblicati. Questo intervento si va a sommare a un rilevante pacchetto di iniziative che poi il Ministero dell'università e della ricerca farà anche sul settore energia, però con i suoi fondi.
  Infine, la quarta milestone del secondo trimestre del 2022 prevede che saranno aggiudicati gli appalti per la costruzione di capacità industriale per la produzione di elettrolizzatori per 450 milioni di euro. Questa iniziativa complessivamente punta a consolidare e creare le competenze proprietarie in Italia per una supply chain europea per produrre circa un gigawatt di potenza accumulata equivalente in idrogeno.
  Per essere molto chiari questo idrogeno verde si produce attraverso l'idrolisi, che è una trasformazione dell'acqua, con una macchina che si chiama «idrolizzatore». Questa reazione chimica funziona benissimo, però richiede molta energia. Se io ho un idrolizzatore e la macchina che me lo trasforma mi produce l'idrogeno, la devo alimentare con energia verde. Se la alimento con energia elettrica e non verde, produco CO2 quando produco l'energia elettrica. Quindi nel mentre noi acceleriamo Pag. 11tutte le rinnovabili per qualsiasi settore elettrificato – l'automobile elettrica, l'idrogeno, i settori hard to abate – elettrifico, ma perché a monte ho elettricità verde, se no è inutile che elettrifico, perché se la faccio con il gas o peggio con il carbone, non sono verde come potrei.
  Detto questo, in Italia manca la competenza sull'idrolizzatore. Se noi dobbiamo comperare le celle solari in Corea, gli idrolizzatori da un'altra parte e le batterie in Cina, noi rischiamo di fare grandi investimenti, ma di mandare tutti questi soldi fuori. Il PNRR ha previsto un investimento sulle supply chain, quindi c'è un pacchetto di investimenti, che non poteva essere troppo grande, se no sarebbe stato aiuto alle imprese e non ce lo avrebbero accettato, di circa 2 miliardi e qualcosa per fare la giga factory per produrre batterie. Questa la avevamo messa nel programma, adesso naturalmente è passata al MITE ed è in conclusione, ma credo che lo abbiate letto sui giornali. Ci sarà una giga factory, un'azienda che produce batterie elettriche automotive per accelerare la transizione all'auto elettrica. Allo stesso modo ci serve una giga factory per gli idrolizzatori, altrimenti l'idrogeno non sappiamo come produrlo.
  Inoltre, dovremo fare un'operazione analoga per potenziare la nostra capacità di produrre sistemi fotovoltaici, altrimenti compriamo i pannelli fuori – noi abbiamo un produttore in Italia, quindi va potenziata l'attività di produzione – e ci sarà un'altra operazione prevista nel corso dello sviluppo del piano sugli accumulatori, perché è chiaro che se mettiamo tanta energia rinnovabile, il problema dell'accumulo è fondamentale, perché senza accumulo l'energia rinnovabile non risolve tutti i problemi.
  Il progetto che parte nel secondo trimestre è, quindi, la supply chain per l'elettrolizzatore con 450 milioni di euro di risorse dedicate. Il MITE ha completato una ricognizione del mercato e ha avviato un tavolo di lavoro con il Ministero dello sviluppo economico (MISE), come già abbiamo fatto per la giga factory delle batterie automotive, anche per coordinare diversi strumenti a disposizione e approfondire le potenzialità e le necessità dei potenziali progetti.
  Vi faccio presente che con le giga factory delle batterie automotive io personalmente avevo negoziato nella fase di scrittura del PNRR di fare una PPP, una public private partnership, secondo il modello europeo, ma quando siamo arrivati al momento di concludere, abbiamo visto che tecnicamente non abbiamo il frame giuridico per una PPP in Italia e quindi lo dobbiamo costruire.
  Sulla giga factory delle batterie abbiamo previsto gli incentivi e il MISE ha trovato delle soluzioni, però io auspico che, proprio perché dobbiamo fare quattro supply chain, e forse in futuro anche qualcos'altro, si cominci a fare bene un frame sul modello europeo delle public private partnership che vada un po' al di là del semplice concetto di aiuto di Stato. Questa è una scelta che va negoziata anche con la Commissione europea.
  Non so se vi ricordate, ma di recente sono state fatte delle affermazioni importanti presso la Commissione europea sul fatto che vanno rivisti tutti i pacchetti di aiuto, perché in un momento come questo è impensabile che pubblico e privato non collaborino fortemente per accelerare la transizione.
  Credo che il messaggio, a livello internazionale, venuto dalla COP26, dove si è detto che gli Stati devono metterci 100 miliardi – e ancora non ci riescono, ma ci sono 1.300 miliardi degli investitori privati che non aspettano altro che avere una possibilità di canalizzazione in collaborazione con gli Stati per accelerare la decarbonizzazione –, ha dimostrato a livello globale che lo strumento della public private partnership dovrebbe essere probabilmente lo strumento dominante dei prossimi anni. Per questo motivo spero che anche noi riusciremo ad inventare un frame, un quadro giuridico che ci consente di avere una PPP. Su questo bisogna lavorare, visto che abbiamo l'opportunità. Questi sono quindi le quattro linee di investimento di cui volevo parlarvi.
  Per quanto riguarda le riforme – sono arrivato all'ultima pagina, quindi non vi Pag. 12preoccupate, sono alla conclusione –, una delle riforme relativa alla Componente 1 riguarda l'economia circolare e in particolare l'entrata in vigore del decreto ministeriale per l'adozione della strategia nazionale per l'economia circolare, l'entrata in vigore del decreto ministeriale per il programma nazionale della gestione dei rifiuti e l'approvazione dell'accordo per lo sviluppo del piano di azione per la creazione di capacità a sostegno degli enti locali.
  Tutte queste riforme sono in via di finalizzazione dopo avere recepito gli input da consultazione, la strategia, o contributi allo scoping della Commissione VIA-VAS, in particolare per il rapporto preliminare per il Programma nazionale, o anche avere avviato i primi accordi. Non ci sono criticità al momento per il raggiungimento di questa milestone.
  Si prevedono, inoltre, misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione degli interventi di efficientamento energetico degli edifici. Per il completamento di questa riforma sono necessari due interventi normativi, uno dedicato alla emanazione della riforma PREPAC e uno dedicato al monitoraggio del sismabonus.
  Sono previste, inoltre, misure volte a promuovere la competitività dell'idrogeno e in particolare è prevista l'entrata in vigore di incentivi fiscali a sostegno della produzione del consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti. Su questo è al momento in corso un approfondimento con il Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) e con la Commissione europea per chiarire meglio le aspettative della riforma e in parallelo si è avviato un lavoro di possibile revisione degli aspetti parafiscali e tariffari con il Gestore dei servizi energetici (GSE).
  Infine, due riforme sono state introdotte in anticipo nella legge di bilancio per il 2022 con interventi per la semplificazione e accelerazione di procedure per gli interventi contro il dissesto idrogeologico e misure per garantire la piena capacità gestionale dei servizi idrici integrati.
  Oltre agli 11 milestone e target descritti sin qui, ai fini del monitoraggio e della rendicontazione europea, nel prossimo semestre il MITE conseguirà ulteriori milestone e target procedurali, quelli definiti «italiani», che riguardano molteplici interventi, sia di investimento che di riforme. In conclusione vi menziono solo i principali.
  In primo luogo è previsto l'intervento relativo all'infrastrutture di ricarica elettrica per 740 milioni. La misura si propone di costruire le infrastrutture necessarie per promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica, realizzando entro il 2026 oltre 20 mila punti di ricarica rapida in superstrade e centri urbani. La prossima milestone riguarda l'emissione dell'avviso pubblico per i cofinanziamenti per cui è attualmente in corso un'analisi tecnica con RSE (Ricerca sul sistema energetico).
  In secondo luogo è previsto l'intervento per la rinaturazione dell'area del Po per 360 milioni. La misura si propone di riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità nel bacino del più importante fiume italiano, nevralgico per l'economia, ma compromesso da escavazioni, inquinamento, consumo di suolo e canalizzazione eccessiva che ne hanno aumentato il rischio idrogeologico e devastato gli habitat naturali. Il prossimo passo a breve include la sottoscrizione del protocollo di intesa e la stesura del Programma di azione dopo avere già concluso l'accordo di programma e istituito la Cabina di regia dedicata.
  Vi ricordo che questo intervento è strategico anche ai fini della procedura di infrazione europea relativa all'inquinamento nella pianura padana, quindi la rinaturazione del corso del Po è un elemento importante per la riduzione, diciamo, dell'impatto ambientale ed è parte di una strategia più ampia.
  In terzo luogo è prevista la produzione di idrogeno nei siti dismessi per 0,5 miliardi. L'obiettivo è di sviluppare aree industriali con economia in parte basata sull'idrogeno verde per promuovere a livello locale la produzione e l'uso di idrogeno nell'industria e nei trasporti. Per contenere i costi verranno utilizzate aree dismesse già collegate alla rete elettrica. Lì verranno installati gli elettrolizzatori per la produzionePag. 13 di idrogeno mediante sopragenerazione di fonti rinnovabili o produzione di energia pulita nell'area. La ricezione delle manifestazioni di interesse da parte delle regioni è attualmente in corso.
  In quarto luogo è previsto l'utilizzo dell'idrogeno in settori hard to abate come acciaierie, cementifici, vetrerie e altri allo scopo di decarbonizzare produzioni che ora emettono molta CO2, per circa 2 miliardi. Il prossimo passo a breve sarà la pubblicazione dell'invito a presentare proposte per i progetti.
  Infine, la promozione del teleriscaldamento efficiente, circa 200 milioni, il cui bando è attualmente in corso di stesura.
  Per quanto riguarda solo alcuni milestone e target selezionati che riguardano la seconda metà del 2022, ma ovviamente ci vedremo prima anche più di una volta, sicuramente è prevista l'iniziativa sulle isole verdi per un ammontare di 200 milioni. È un'iniziativa che si propone di trasformare 19 piccole isole italiane in altrettanti laboratori per lo sviluppo di modelli sostenibili. Gli interventi su misura per ciascuna isola interessano rete elettrica e idrica, energie rinnovabili, gestione dei rifiuti e mobilità emissioni zero, smart grid e resilienza reti. La procedura di ricezione delle proposte è aperta ed entro settembre sarà approvata la graduatoria dei progetti relativi ai risultati del bando.
  Questo è un intervento che, potete capire bene, non è solo un esperimento pilota ambientale, perché anche dal punto di vista turistico avrà un impatto enorme.
  Infine la bonifica dei siti orfani – mezzo miliardo – è l'iniziativa che si propone di recuperare il suolo potenzialmente contaminato delle aree industriali abbandonate per cui non è individuabile il responsabile dell'inquinamento, e dare al terreno di questi siti cosiddetti «orfani» un nuovo utilizzo, favorendo il reinserimento nel mercato immobiliare e promuovendo l'economia circolare. Il decreto con i criteri di ammissibilità degli interventi dei siti orfani è pronto e la prossima tappa prevede l'adozione del Piano d'azione.
  Per far fronte a quello che vi ho raccontato, il Ministero si sta rafforzando e potrà contare a breve su un nuovo contingente di più di 100 esperti e project manager dedicati al PNRR, per i quali stiamo per avviare le procedure di reclutamento. Inoltre, nei prossimi mesi intendiamo strutturare e rafforzare ulteriormente il coinvolgimento degli stakeholder nella fase di finalizzazione del disegno delle misure e dell'avvio dell'implementazione.
  Il livello di comunicazione regolare degli avanzamenti, i canali di supporto per fornire tutti i chiarimenti necessari, anche prevedendo canali dedicati per le regioni e gli enti locali, e l'assistenza tecnica ove necessario, anche facendo leva sulle convenzioni messe a disposizione, sono le misure che noi cerchiamo di mettere insieme per fare questa operazione di coinvolgimento globale.
  Il PNRR è un'occasione unica che durerà ben oltre questa legislatura e un obiettivo fondamentale è lasciare una macchina pronta a gestire e a continuare questa sfida internazionale in modo che i prossimi anni possono essere garantiti per tutti, migliorando tutto il migliorabile. Grazie, io avrei finito.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Ricordo che alle 13.45 dovremo interrompere la seduta in quanto riprenderanno i lavori dell'Assemblea. Quindi direi, Ministro, che quantomeno per la sua replica dovremo riconvocarci, magari direttamente la prossima settimana. Do quindi la parola ai deputati iscritti ad intervenire. Onorevole Butti, prego.

  ALESSIO BUTTI. Grazie, presidente. Ministro la sua nuova maggioranza parla da qui, ci guardi bene, perché dobbiamo dire che abbiamo colto – non so se la metto in difficoltà dicendo questo – degli interessanti spunti nella sua relazione.
  Dato che il tempo disponibile è veramente esiguo lei si deve accontentare della banalità di tre minuti di domande e di un'analisi povera a cavallo tra le aree di sviluppo C2 e C2-C3, che sono quelle che più hanno ci hanno sollecitato della sua relazione.
  Noi abbiamo una mozione in Aula sulla crisi del mercato dell'automobile. Io l'ho Pag. 14ascoltata con molta attenzione. La prego di leggere con attenzione gli impegni che noi abbiamo rivolto al Governo, perché, avendola sentita, troveremo condivisione massima, però lo spieghi anche a chi per il Governo seguirà la discussione in Aula. Questo è molto importante.
  Noi riteniamo, per quanto riguarda l'automobile, che sia un po' scellerata la scelta dell'incentivo limitata alla sola domanda. Lei ha fatto bene a ricordare che la mobilità del futuro non è un'isola verticale, ma è qualcosa che vedrà convergere energia, automotive e telecomunicazioni, quindi tre vettori molto molto importanti. Abbiamo compreso che anche lei non condivide più il modello «Flintstones» dell'automobile, ma ce lo faccia capire e ce lo dimostri, utilizzando correttamente le risorse disponibili nel PNRR, anche perché, ad esempio, Tesla produce sì auto, però sappiamo che questa è anche leader mondiale della robotica. Credo di aver sintetizzato un po' il suo pensiero, Ministro.
  Passando alle domande. Sulla riconversione industriale noi vogliamo capire cosa state facendo e come utilizzate i fondi del PNRR per attivare in questa direzione la rivoluzione industriale. Vogliamo capire se nel PNRR ci sono delle precise assegnazioni, ad esempio, per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo applicate all'automotive, interagendo anche con il sistema universitario che è straordinario per le capacità di ricerca che riesce a sviluppare, se la politica industriale di cui ho parlato riesce a essere una concertazione tra industria e università.
  Che cosa prevedete a sostegno del trasporto pubblico locale elettrificato per quanto concerne gli enti locali? Noi abbiamo visto ENEL andare a produrre elettrificazione nel TPL (trasporto pubblico locale) in America Latina, ma avremmo voluto tenerla qui.
  Spendo un minuto sulla questione energetica. È vero che non dipendiamo in tutto dalla Russia, poiché abbiamo anche la Libia, l'Algeria e il Caucaso con buona pace dei no-TAP dei 5 Stelle che oggi sostengono la sua maggioranza; però io ho letto quel documento e ha suscitato in me un certo interesse quanto dichiarato da Macron recentemente: perché Macron sta investendo molto in eolico e in solare, però sta facendo anche 14 nuovi reattori, qua, poco dopo Ventimiglia. Abbiamo qualche altro reattore poco oltre Chiasso, in Svizzera. Ma noi siamo un popolo di ipocriti, quindi non consentiamo la realizzazione di centrali nucleari ma ci approvvigioniamo di energia nucleare che arriva da qualche chilometro di distanza.
  Le chiedo e concludo: è possibile secondo lei, o è una fesseria, immaginare una collaborazione per quanto riguarda la coproduzione di quello che avverrà in materia di energia nucleare con la Francia? Per capirci, non possiamo produrre qui per evidenti motivi ma, possiamo coprodurre là e portarla qua? Grazie.

  LUCA SUT. Grazie, presidente. Ringrazio anche il Ministro per la disponibilità a tornare per rispondere alle domande. Alla luce di quello che abbiamo letto anche sui giornali, come poi ha anche chiarito con una nota – secondo la quale non c'è nessuna correlazione tra gli aumenti delle bollette e il PNRR –, chiediamo anche se c'è un impatto dell'inflazione sulla progettualità del PNRR e, quindi, chiediamo una spiegazione anche di questo. Quali conseguenze ci saranno e quali azioni intendete intraprendere?
  Passo alla domanda successiva. Il PNRR deve servire anche per ridurre l'inquinamento, in particolare nelle aree dove siamo in infrazione per la qualità dell'aria. La domanda che faccio è: quali controlli sono stati previsti in questo ambito? Inoltre, per quanto riguarda le linee politiche relative alle nuove infrastrutture, anche al di fuori dei progetti del PNRR, se queste sono orientate tenendo conto anche della riduzione dell'inquinamento?
  Per quanto riguarda i comuni, rileviamo che c'è una difficoltà da parte di certi comuni a partecipare ai bandi e taluni non riescono a partecipare. Volevamo capire, oltre alle proroghe e alle FAQ (frequently asked questions) che sono state messe a disposizione, cosa altro si pensa di fare? Forse anticipando gli avvisi dei contenuti nei bandi in via di presentazione si potrebbePag. 15 aiutare i comuni a poterli redigere e, magari, si potrebbe offrire un sostegno alla progettazione, soprattutto nelle aree del Sud e nelle aree interne.
  Per quanto riguarda l'apporto che le regioni possono dare allo sviluppo dei piani del PNRR in ambito ambientale, vorremmo appunto sapere quale apporto sarà dato da parte loro. Anche perché se prendiamo come esempio, anche se non riguarda il PNRR, una cosa all'ordine del giorno come l'emanazione del PiTESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee), rileviamo che alcune regioni tra cui, per esempio, la Basilicata, che è la regione più importante d'Italia per quanto riguarda l'estrazione di gas e petrolio, non ha mandato nessuna relazione accurata a riguardo. Per questo motivo ci facciamo questa domanda.
  In che modo si intende rafforzare il legame tra la transizione ecologica e la giustizia sociale? Quali iniziative e quali e quante priorità verranno date affinché la transizione ecologica avvenga in modo da aiutare le piccole e medie imprese e le famiglie svantaggiate e quali azioni si stanno intraprendendo in questa direzione?
  Vado velocemente, visti minuti a nostra disposizione. Per quanto riguarda i decreti attuativi della RED II, vorremmo sapere appunto quali tempistiche ci sono. È vero che nel decreto di recepimento sono stati previsti 180 giorni, però 180 giorni sono tanti. Chiaramente il lavoro è tanto, ma occorre agevolare le regioni per poter lavorare nei tempi previsti e fare un buon lavoro – in particolare mi riferisco alla definizione delle aree idonee e non idonee per le installazioni di impianti rinnovabili – e anche per evitare, facendo un esempio, la fuga in avanti di alcune regioni come la mia, ovvero il Friuli-Venezia Giulia, che ha approvato una legge regionale per definire le aree idonee qualche mese fa, la n. 16 del 2021, che è stata prontamente impugnata perché mancano ancora i criteri che devono essere definiti dal Ministero. La stessa cosa vale per i decreti attuativi per quanto riguarda le comunità energetiche che, come sappiamo, sono state allargate rispetto alla fase preliminare.
  Un'altra domanda. Lei ha fatto riferimento al FER 2. Conosciamo una data precisa di quando uscirà, visto che è da tanto che lo aspettiamo? Nel documento che è stato mandato alle Commissioni, per quanto riguarda le rinnovabili si riporta che è in corso una valutazione delle implicazioni in termini di aiuti di Stato con la Commissione europea e la pubblicazione del bando per gli operatori economici. Chiediamo qual è lo stato di avanzamento di queste interlocuzioni.
  Per quanto riguarda l'agrivoltaico, sottolineato prima anche da lei, vorremmo sapere qual è lo stato di avanzamento delle linee guida che dovrebbero uscire. Nel documento arrivato alle Commissioni si dice che è in corso l'analisi tecnica per delineare il bando che sarà aperto per gli operatori economici. Anche qui vorremmo sapere un po' le tempistiche.
  Ha fatto riferimento poi alla gigafactory che sarà realizzata, speriamo, il prima possibile a Termoli e che sarà la prima in Italia. Importante non è solo la produzione, ma anche il riciclo e il riutilizzo delle batterie e l'Italia secondo noi deve avere un ruolo strategico e centrale in questo. Mi collego anche alla definizione dell'attuale regolamento sulle batterie che è in discussione in Europa: mi sembra che come Ministro ha dovuto esporre anche la posizione del Governo italiano per quanto riguarda l'introduzione di una soglia massima di CO2 e di una due diligence. Chiediamo quali sono state queste interlocuzioni.
  Faccio un passaggio sull'idrogeno. Lei ha ricordato giustamente che deve essere utilizzato solamente per i settori hard to abate, come diciamo sempre anche noi come Movimento 5 Stelle, i treni e il trasporto pesante. Tuttavia, segnalo una notizia di pochi giorni fa: l'istituto tedesco Fraunhofer ha fatto uno studio dove riporta che anche sul trasporto pesante sarebbe più conveniente l'utilizzo di batterie piuttosto che dell'idrogeno. Questo lo offro come elemento di discussione.
  Per quanto riguarda il superbonus: questo chiaramente va avanti, però bisogna sottolineare che c'è un continuo rallentamento dovuto anche a norme che il GovernoPag. 16 ha voluto introdurre quali, in particolare, il blocco delle cessioni del credito. Questo provocherà un rallentamento non solo per la categoria relativa alle case singole che, come sappiamo, hanno il termine più ravvicinato, ma soprattutto anche per i condomini che rappresentano il fulcro della norma. Questo lo dico perché è appena uscita un'agenzia di stampa che informa che CNA (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) comunica che le imprese del settore costruzioni stimano una caduta del fatturato che sfiora il 40 per cento l'anno dovuta al blocco delle cessioni che è stato introdotto col decreto «Sostegni ter». Tutto questo per riaffermare che comunque l'utilizzo del superbonus rientra negli obiettivi del PNRR. Non ritiene che questi continui cambiamenti di norme possano quindi rallentare il raggiungimento degli obiettivi previsti per il superbonus?
  Da ultimo: attendiamo di leggere il decreto sui prezzari che lei prima ha citato e, da quello che leggiamo dagli organi di stampa, dovrebbe essere saltato il fatto che quei prezzi siano comprensivi anche di IVA e tutti gli oneri. Secondo me la scelta è giusta e prendo favorevolmente atto di un suo cenno di conferma. Siamo contenti di questo, perché rispetto a quello che abbiamo letto sui giornali inizialmente sembrava che fosse tutto compreso. Questa incomprensione non dipende da una colpa sua, però, mi preme sottolinearlo.
  Ho due ultime domande. Vorremmo conoscere lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione della PUN (Piattaforma unica nazionale) per i sistemi di ricarica e del PNIRE (Piano nazionale infrastrutture di ricarica elettrica).
  L'ultima domanda non è proprio relativa al PNRR, però è un tema centrale. Si parla adesso dell'estrazione di nuovo gas in Italia e, sempre da quello che leggiamo negli organi di stampa, si parla di passare dagli attuali circa 3,7 miliardi di metri cubi a 7 miliardi, sui 70 miliardi che utilizziamo in Italia al momento. Ci chiediamo quale impatto può avere sulle bollette se poi il prezzo del gas si forma sui mercati europei e non sul totale che utilizziamo in Italia. Oppure se prevede dei meccanismi e quindi fuori mercato di garanzia di vendita: se questi sono previsti, perché non utilizzarli anche sulle rinnovabili? Mi fermo qui, grazie.

  SUSANNA CENNI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per essere qui. Considero importante questa audizione con le Commissioni congiunte perché penso davvero che con l'adozione del PNRR, ma anche con l'istituzione del suo Ministero, forse si sono poste le basi per una sinergia più forte fra competenze che sino ad oggi hanno marciato in modo molto separato e forse anche per fare in modo che si attivino maggiori sinergie e una nuova centralità che, io credo, l'agricoltura può rappresentare, con la sua multifunzionalità, per la transizione ecologica e per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati a livello di Unione europea e, anche, come Paese.
  Questo perché sappiamo che l'agricoltura con la sua multifunzionalità può rispondere a varie esigenze anche per la sua capacità di fornire servizi ecosistemici. Questo riguarda ovviamente la possibilità di produrre agroenergie, riguarda le relazioni che ci sono con altre competenze per l'uso dell'acqua e riguarda il futuro del nostro Paese e anche la capacità di trasmettere l'ambiente alle generazioni che verranno con la riduzione ulteriore dell'uso di pesticidi in agricoltura.
  Credo che tutto ciò richieda un salto di qualità nella «messa a terra» – visto che tutti oramai utilizziamo questo termine –, anche di politiche integrate fra quelle del suo Ministero, quelle del Ministero dell'agricoltura e quant'altro, ministeri che sino ad oggi hanno avuto livelli di programmazione, di pianificazione, di erogazione e di finanziamento assolutamente distanti e separati.
  La prima domanda che le faccio è proprio questa: quali livelli di integrazione sono in atto e quali in fase di progettazione per andare in questa direzione? Del resto abbiamo già avviato il PNRR con i primi progetti e le prime risorse messe in campo, ma è in fase di partenza anche la nuova PAC (Politica agricola comune), quindi sappiamo che una serie di quelle misure Pag. 17avranno una ricaduta anche sulle politiche ambientali.
  Venendo ai temi che ci ha esposto oggi (anche con l'ausilio della presentazione in Powerpoint che abbiamo ricevuto qualche minuto fa), vorrei farle un paio di domande di dettaglio sulle misure che riguardano l'agricoltura. In modo particolare mi riferisco all'agrovoltaico, che ha una dotazione importante, e al biometano. Lei saprà benissimo che in qualche modo c'è una relazione con gli investimenti che l'agricoltura sta gestendo con il Parco Agrisolare, anche se lì si tratta esclusivamente di copertura di tetti di capannoni agricoli. In quel caso c'è una consultazione pubblica già conclusa, il GSE (Gestore dei servizi energetici) sarà l'ente attuatore e ci saranno contributi che arriveranno grosso modo intorno al 30 per cento per gli investimenti che le imprese faranno. Vorrei capire meglio, invece, i tempi e le procedure per quanto riguarda lo sviluppo dell'agrovoltaico. Nelle slide che lei ci ha trasmesso si riferisce che il bando è ancora da emettere e circa una serie di riforme che dovranno essere ancora completate.
  Saprà anche che sul tema del Parco Agrosolare sono emerse alcune preoccupazioni soprattutto da parte del mondo agricolo che noi come Commissione agricoltura abbiamo anche messo su carta nel parere che abbiamo rilasciato in occasione del recepimento dell'atto europeo per la promozione per l'uso delle energie da fonti rinnovabili. In quell'atto noi abbiamo precisato la necessità che a nostro parere c'è di disciplinare in modo omogeneo le superfici da destinare ad aree idonee e non idonee per evitare che nel nostro Paese ci sia un comportamento diverso fra regioni, anche confinanti. Abbiamo espresso preoccupazioni circa la possibilità che ci sia un comportamento differenziato, abbiamo fatto una richiesta che l'utilizzazione di questa possibilità riguardi soltanto la connessione all'attività agricola principale, quindi non vogliamo assistere a pasticci nell'utilizzazione di queste importanti risorse e abbiamo chiesto che ci sia un accesso riservato all'impresa agricola.
  Qual è la nostra preoccupazione di fondo, e con questo concludo? La nostra preoccupazione è questa: in queste settimane, in conseguenza della ricaduta dei costi dell'energia, ma anche dei costi delle materie prime, alcune nostre imprese agricole sono in grandissima difficoltà. È evidente che se si giungesse alla conclusione che è più remunerativo concedere a qualche investitore l'utilizzo della propria superficie agricola per mettere i pannelli solari piuttosto che continuare a fare l'agricoltore, credo che rischieremmo veramente un boomerang. Grazie.

  ERICA MAZZETTI. Grazie, presidente, e grazie al Ministro per la sua preziosa presenza e la sua relazione che ha posto temi importanti e grandi. Naturalmente questi avrebbero necessità di ulteriore tempi per essere esaminati. Però prendo atto con favore che ha già dato la sua disponibilità a tornare e anche per questo lo ringraziamo.
  Una domanda che ho posto anche al Ministro Giovannini la settimana scorsa, che è una domanda che ormai in tanti si chiedono dopo quasi un anno dall'iniziativa del PNRR, è quella classica di quando inizieranno fisicamente i cantieri del PNRR, perché ormai da un anno se ne parla, i tempi stringono perché si devono concludere entro il 2026, però ad oggi – non è certamente colpa sua – non si vede fisicamente l'inizio di questi lavori. Chiedo quando inizieranno effettivamente questi lavori.
  Per quanto riguarda i temi da lei descritti che, come ripeto, sono molti, ampi, di grande interesse e anche di ampia condivisione con tutti noi, almeno per quanto riguarda il partito che rappresento, ovvero Forza Italia, vorrei concentrarmi su due temi specifici che magari sono anche di attualità, ma che sono fondamentali anche nell'immediato e nel medio-lungo termine per il futuro del nostro territorio.
  Il tema focale di cui stiamo parlando tutti i giorni e che è di interesse fondamentale per questa nazione – io l'ho detto anche all'ultimo ufficio di presidenza della nostra Commissione – è il tema dell'energia ed è anche e soprattutto legato alla transizione ecologica, oltre che al caro bollettaPag. 18 come sappiamo bene, e a cui credo che ad oggi si debba dare delle risposte concrete e certe. Mi spiego meglio. Abbiamo un PiTESAI che doveva essere adottato entro l'agosto del 2021, cosa che non è avvenuta, per cui dovrà sbloccare anche nuove estrazioni, perché se fino all'adozione non si poteva far niente e invece a oggi, visto che non è adottato, può sbloccare nuove estrazioni di gas – come quelle che abbiamo nell'Alto Adriatico – e potenziare quelle già autorizzate, vorrei quindi capire qual è la posizione del Ministro e se intende procedere su questo.
  Poi abbiamo tutto il tema del nucleare. Il progetto JET (Joint European Torus) ci insegna che si può velocizzare, ma visto che ha fatto parte di questo progetto e di questa illustre operazione anche ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) con nostri tecnici, volevo capire a livello nazionale qual è l'intenzione e come si voglia procedere.
  Non per ultimo, una cosa molto importante che riguarda tutti i territori e che trova spesso anche un blocco da parte regionale – almeno nella mia Toscana e così – è il tema dei termovalorizzatori, che sarebbero fondamentali sicuramente per chiudere il ciclo dei rifiuti, ma anche e soprattutto per produrre energia, in particolare in quei territori come il mio con distretti importanti della manodopera, dove non si riesce a concludere il ciclo, e che darebbe un grande incentivo anche alla produzione di energia, fondamentale per le nostre aziende. Questi sono alcuni temi.
  Abbiamo l'altro tema della tassonomia europea dove sono stati fatti rientrare il gas e il nucleare. Vorrei sapere a questo punto cosa cambia per noi nel nostro piano.
  Ecco, vorrei vedere che tutti questi mix energetici, naturalmente collegati alle energie rinnovabili che, ripeto, sono positive per il nostro Paese e che devono crescere e migliorare – ma come sappiamo benissimo ci sono dei limiti stagionali nonché giornalieri –, abbiano necessità di ulteriori incentivi. Inoltre c'è il tema che lei ha accennato prima, che non è secondario in Italia, poiché abbiamo un patrimonio territoriale, culturale e architettonico importante che sembra che molto spesso provochi contrasto proprio con il Ministero che lo rappresenta. Il nostro non potrà quindi essere un Paese che fa la transizione ecologica esclusivamente con le energie alternative, ma questa dovrà sicuramente avvenire attraverso un mix energetico e su questo chiedo al Ministro quali sono le intenzioni e come intende procedere.
  Per quanto riguarda l'altro tema fondamentale di questi giorni che ormai va avanti da circa due anni, che come Forza Italia è sempre stato visto favorevole, anche se migliorabile, è il tema dell'efficientamento energetico degli edifici. Anche qui voglio ringraziare il Ministro per la presa di posizione veloce e immediata che ha avuto ieri. Infatti, come sa benissimo, ieri mattina le ho scritto una lettera perché il tema dei correttivi dei prezzi è fondamentale e non era giusto – pur con tutta la libertà che i giornalisti giustamente hanno – passare sotto silenzio uscite simili su questo tema tenuto conto della scadenza al 9 febbraio. Io ringrazio il Ministro perché ieri sera ha fatto i correttivi dei prezzi: la linea indicata è quella giusta. Ritengo anche che sia importante evidenziare – lo rammentavano prima dei colleghi, però lo voglio sottolineare nuovamente – che questo strumento, sicuramente da migliorare, è uno strumento che ha fatto risorgere un settore che da oltre dieci anni era in forte crisi, che è partito da qualche mese e va perfezionato.
  So che non è sua diretta responsabilità – però è Ministro di un importante settore come questo e glielo dico –, ma credo che non deve succedere più che durante i periodi lavorativi, nel corso dei lavori, si cambino le regole del gioco, perché così si crea incertezza alle imprese ma anche ai cittadini, con conseguente e immediato blocco delle opere. Non fa bene ai cittadini, non fa bene alle imprese, all'economia e al mercato, ma nemmeno ai tempi di realizzazione della transizione ecologica. Per questo motivo chiedo veramente che quanto è successo non si ripeta. Ieri abbiamo visto delle bozze di proposte e si spera che il Consiglio dei Ministri definisca il tutto entro la settimana, perché una risposta che Pag. 19generi tranquillità ai cittadini è importantissima sempre ma anche e soprattutto in questo momento.
  Per quanto riguarda i temi più centrali relativi agli investimenti di cui lei ha parlato, le volevo porre delle domande. Lei giustamente dice che la prima missione è la digitalizzazione dei parchi. Quindi chiedo se questa riguarda solo i parchi nazionali o anche i parchi regionali, perché sappiamo benissimo che il 50 per cento dei parchi sono di competenza regionale e secondo me dovrebbero avere le stesse opportunità di quelli nazionali, anche perché quelli nazionali hanno meno risorse finanziarie, ma soprattutto meno risorse umane che sono importanti anche per valorizzare l'operazione.
  Per quanto riguarda tutti gli altri temi, di cui condivido le sfide ambientali, vorrei che ci fosse una cosa più specifica anche sui piani forestali, perché è fondamentale per il rischio idrogeologico. Io ho capito, ma non so se ho perso qualcosa, che ha in mente un piano forestale strategico per le aree metropolitane. Vorrei capire se c'è anche per le aree fuori dai centri urbani, perché sono ancora più importanti gli interventi che si fanno a monte per non avere problemi a valle.
  Per quanto riguarda il piano infrastrutturale idrico, di estrema necessità anche per il rischio idrogeologico, vedo che ci sono già dei bandi pronti e vorrei che – credo che sia l'interesse di tutti e soprattutto di coloro che agiscono su questo –, anche qui, si pensasse a migliorare tutti i corsi idrici che vengono da un monte, perché se poi ci sono dei problemi a monte questi si rivedono a valle. Non tralasciamo questa cosa che è un'importante necessità.
  Lei poi faceva riferimento – vado veloce a causa dei tempi, poiché è giusto che intervengano anche altri – ai 200 milioni per le isole verdi, ovvero trasformare 19 piccole isole in ideali progetti alternativi. Anche su questo avevo presentato un emendamento: si parla di isole minori. Abbiamo idea delle dimensioni di tantissime isole minori? Secondo me piuttosto che dividere tutti questi soldi per 19 piccole isole sarebbe forse più importante che le risorse fossero suddivise fra tutti i comuni delle isole minori – non sono tantissimi, 35 o 36 –, perché forse l'entità delle risorse per tante piccole isole come, ad esempio l'isola di Capraia che è in Toscana – ma ce ne sono anche altre –, è anche eccessiva mentre si potrebbe dare un contributo maggiore a tutte le isole minori che necessitano di alcuni importanti e strutturali interventi come i trasporti interni e molti altri...

  ROBERTO CINGOLANI, Ministro della transizione ecologica. Onorevole, mi scusi, non ho capito bene. Ci sono 35 comuni nelle 19 isole?

  ERICA MAZZETTI. Ci sono 19 isole minori che ospitano 37 comuni complessivi. La suddivisione invece che per 19 dovrebbe essere fatta per 37. Fra l'altro c'è anche un mio emendamento che è stato reso inammissibile, e che vorrei fosse ripreso, perché veramente...

  PRESIDENTE. Onorevole mi scusi se la interrompo, ma ha esaurito i tempi riservati agli interventi dei rappresentanti del gruppo Forza Italia.

  ERICA MAZZETTI. Ok, va bene. Volevo chiudere con questo. Grazie.

  MARIA CHIARA GADDA. Grazie, presidente. La ringrazio, Ministro, per la capacità di sintesi molto dettagliata e la ringrazio anche per l'inciso nella parte terminale del suo intervento legato alla necessità di assistenza tecnica nella fase di attuazione, in particolare per le imprese ma anche per gli enti locali.
  Abbiamo visto che negli anni passati, ad esempio durante il Governo Renzi, le unità di missione sul dissesto idrogeologico e l'edilizia scolastica sono state importantissime proprio nella fase di attuazione nel supporto tecnico, in particolare delle piccole e medie imprese e dei piccoli enti locali.
  Vorrei portare alla sua attenzione un tema specifico che riguarda il mondo agricolo, perché il mondo agricolo è conosciuto per la capacità anche di esportazione del Pag. 20nostro made in Italy ma, tra i vari settori produttivi, è sicuramente quello più fragile e quello maggiormente esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Per questo motivo la ringrazio anche per il riferimento particolare rispetto al potenziamento e alla riqualificazione della rete idrica per evitare la dispersione di una preziosa risorsa fondamentale per tutelare il nostro comparto. Da questo punto di vista le chiederei, come prima domanda, come risulta essere l'integrazione con il Ministero delle politiche agricole e notizie sullo stato di avanzamento dei progetti.
  Tuttavia, allo stesso tempo il mondo agricolo e agroalimentare, insieme alla fragilità determinata dagli effetti dei cambiamenti climatici in zootecnia, così come in agricoltura, in questo momento ha una gravissima crisi determinata dall'aumento dei costi dell'energia e anche dall'indisponibilità di mezzi tecnici, fertilizzanti e materie prime in generale. Questo nel settore agroalimentare è fondamentale.
  Soprattutto, in questo momento, c'è carenza anche di imballaggi, dalla carta alla banda stagnata. Capiamo quanto questo sia importante anche in termini di spreco alimentare, poiché l'imballaggio è fondamentale per conservare e garantire la durabilità dei prodotti. Da questo punto di vista credo – lo dico come domanda, ma anche come inciso, come affermazione – noi non possiamo più permetterci veti contro veti e iter burocratici e autorizzativi che non consentono la costruzione di impianti e di un mix energetico nel nostro Paese. Spesso si fa riferimento alle energie rinnovabili, però credo che anche su questo serva una discussione tecnica più dettagliata perché anche le rinnovabili comportano una dipendenza dall'estero, per esempio nell'individuazione e nell'utilizzo delle terre rare, il nichel in primis.
  La prima domanda riguarda il mondo agricolo, argomento già evocato dai colleghi: il focus sull'agrivoltaico. Abbiamo la necessità di capire se per lo sviluppo di questo settore, di questa linea produttiva, sono stati definiti anche dei criteri oggettivi e soggettivi proprio per evitare che le imprese agricole perdano l'attività di connessione e che quindi si eviti di perdere nel nostro Paese una superficie agricola utilizzata che già negli ultimi vent'anni è diminuita. La prima domanda è legata a questo.
  L'altra domanda riguarda i decreti piuttosto che le riforme in corso. Qual è lo stato di avanzamento, lo stato dell'arte rispetto alla regolamentazione del digestato? Credo che questo anche nel mondo agricolo sia un elemento importante.
  Per parlare anche di pesca e acquacoltura, un altro punto molto importante che lei ha toccato è anche la riqualificazione dei porti, dei punti di approdo e la gestione del rifiuto. Anche qui per evitare posizioni strumentali, ad esempio, come è successo nei mesi scorsi, sul recupero dei rifiuti e della plastica in mare, ricordiamo sempre a noi stessi che il nostro Paese ha centinaia di punti di approdo la maggior parte dei quali non ha piattaforme ecologiche. Quindi non si può chiedere ai pescatori e soprattutto ai piccoli pescatori di recuperare rifiuti in mare che poi difficilmente vengono gestiti. Servono nella transizione ecologica e sostenibile più impianti anche in tal senso, soprattutto serve accompagnare le imprese della pesca e dell'acquacoltura in questo percorso.
  Rispetto al tema della forestazione in ambito urbano ed extraurbano, io vorrei capire più specificamente se i bandi in corso hanno un'evidenza più dettagliata e anche un percorso di accompagnamento rispetto a due questioni: l'individuazione di specie autoctone e la gestione, la manutenzione, perché molte volte gli enti locali affrontano questa sfida con grande determinazione e con grande entusiasmo, però non vorrei che poi ci fosse un dispendio di risorse che non si riescono a manutenere, ma soprattutto che, non corrispondendo alle specie autoctone giuste e adeguate a quel territorio, poi finiscano per essere spese male perché la pianta banalmente muore e non riesce a stare in quel territorio. Il supporto tecnico e la corretta attuazione dei bandi sono fondamentali da questo punto di vista. In ambito extraurbano chiedo se sono previsti interventi e anche investimenti e bandi, legando il tema della riforestazione con il dissesto idrogeologico Pag. 21e anche con lo sviluppo di un settore produttivo quale quello della filiera del legno, che raramente purtroppo negli anni passati abbiamo incentivato e sviluppato soprattutto in alcune aree del Paese.
  Rispetto al tema delle bonifiche, anche su questo è molto positiva l'attenzione rispetto ai siti orfani, però mi permetto di sottolineare un altro aspetto, ovvero che abbiamo normative molto stringenti rispetto a quando il danno ambientale si è verificato, meno per quanto riguarda la prevenzione del rischio di danno ambientale. Infatti, nel nostro Paese abbiamo poche norme e soprattutto poche misure incentivanti per sostenere le imprese, a partire dalle piccole e medie imprese, nel percorso di prevenzione del rischio di danno ambientale, che significa manutenzione degli impianti e soprattutto dei serbatoi interrati. Vorrei sapere se nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci può essere spazio per misure di questo tipo.
  In ultimo, vi è il tema dell'economia circolare. Questo è un tema che mi sta molto a cuore, in particolare sotto gli aspetti degli sprechi alimentari e del recupero delle eccedenze. Le eccedenze si possono prevenire ma non possono essere azzerate, perché, soprattutto in ambito agroalimentare, si generano per motivi non sempre eliminabili.
  Lei ha citato nei suoi vari interventi i privati. Un modo per recuperare le eccedenze alimentari, che credo in questo momento storico sia importante ricordare, è quello del recupero e della donazione per solidarietà sociale. Abbiamo una legge, la n. 166 del 2016, per prevenire gli sprechi alimentari e farmaceutici e non solo, che è arrivata al suo punto di maturità includendo non soltanto i generi alimentari ma un paniere molto ampio di beni e che necessita, come ogni norma, di una sua attuazione. Questo cosa mi fa dire e chiedere? Se nell'ambito dell'economia circolare sono previste misure per sostenere sia l'aspetto di prevenzione nei processi produttivi che in quelli logistici, come pure in quelli di gestione per i privati profit e anche per i non profit, quindi di un'economia sociale che rappresenta il 5 per cento del prodotto interno lordo e che recupera eccedenze per solidarietà sociale senza scopo di lucro a cui servono beni mobili strumentali e anche piattaforme informatiche. Da questo punto di vista mi permetterei di chiedere e di suggerire di inserire nelle valutazioni legate alla gestione delle eccedenze anche il terzo settore nonché un focus particolare sul mondo agricolo che ha eccedenze ma anche perdite in campo. Grazie.

  TULLIO PATASSINI. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro per la presenza e l'esposizione. Ho alcune domande veramente telegrafiche per rispetto anche di tutti gli altri colleghi.
  Il primo aspetto riguarda la questione brownfield e SIN (siti di interesse nazionale). Qual è l'attività che il Ministero ha intenzione di svolgere proprio per recuperare queste importanti parti del territorio nazionale che meritano un recupero e una loro valorizzazione anche in termini energetici, ambientali e sanitari?
  Passiamo alla questione dell'energia. La questione energetica diventa strategica in questo momento e trova risposte immediate, come è stato fatto in questi mesi dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento, e risposte di medio e lungo termine. In questo ben venga il PiTESAI e ben venga qualunque soluzione – e su questo volevo il suo parere – di valorizzazione delle attività sul territorio nazionale e in prospettiva la possibilità di valutare una revisione della formazione del prezzo dell'energia elettrica tramite anche una diversificazione tra le diverse fonti energetiche e valutando eventualmente un contributo di solidarietà da coloro che in questo momento, chiaramente, hanno dei profitti maggiori rispetto alla media storica.
  L'altro aspetto è quello di considerare, sempre nella questione energetica, la possibilità di ampliare il mix energetico anche valorizzando le produzioni nazionali in termini di bioliquidi, biogas, ma addirittura tutte le soluzioni di teleriscaldamento che sono importantissime per calmierare la bolletta ai cittadini, perché spesso ci dimentichiamo che sulle rinnovabili l'impegno che Pag. 22lo Stato italiano mette negli oneri generali di sistema e nella fiscalità è importante e spesso i cittadini non sono a conoscenza di queste possibilità.
  Sulla valorizzazione, come lei ha accennato, vorrei che facesse un ultimo accenno alle filiere nazionali che diventano strategiche per il mantenimento dell'industria e dell'occupazione, quindi le filiere nazionali in termini di rinnovabili – gigafactory, accumulatori, batterie, produzioni – e altre filiere che diventano poi strategiche nella produzione di energia come, ad esempio, la filiera del legno. Grazie.

  SILVIA BENEDETTI. Sì, grazie, presidente. La riflessione che mi viene rispetto a quelle che sono le misure di cui abbiamo parlato fino ad ora è che sembra quasi che non venga considerata l'idea di ridurre a monte alcune cose. Ad esempio, nel parametrare gli impianti futuri di gestione dei rifiuti è stata considerata la minore produzione dei rifiuti a monte? Perché chiaramente siamo a un livello di una produzione pro capite per cittadino all'anno di 400 chili o 500 chili, adesso non ricordo la cifra esatta. È chiaro che non ha senso impostare un sistema di gestione dei rifiuti su una produzione esagerata degli stessi, quindi va anche ragionato tutto il sistema di gestione considerando la diminuzione della produzione dei rifiuti.
  La stessa cosa va fatta per quanto riguarda il gas. Se non ricordo male, il consumo di gas è diminuito negli anni. Anche quando si dice di sfruttare le riserve di gas nazionale osservo che non solo – e qui mi accodo agli interventi di altri colleghi – abbiamo delle riserve che ci consentirebbero scarsissima autonomia, poiché parliamo di sette mesi nel peggiore dei casi e di 15 mesi nel migliore dei casi del consumo interno del nostro Paese, ma anche che siamo legati alla questione del mercato, in quanto non è che se abbiamo una riserva nazionale da poter sfruttare questa ci garantisce poi una diminuzione dei costi in bolletta. Rilevo che oltretutto, comunque, ne consumiamo di meno in generale. Infatti, il trend di consumo del gas in questi anni è in diminuzione. Mi domando che senso abbia investire e anche creare un impatto ambientale considerevole su impianti nel territorio nazionale con un orizzonte temporale, peraltro, di dieci anni per diventare operativi.
  Le mie perplessità riguardano soprattutto quello che si può ridurre a monte.
  La stessa cosa vale anche per quanto riguarda l'agricoltura. Si parla di biogas, ma chiaramente il biogas deriva soprattutto dalla questione anche degli scarti degli allevamenti. Anche qui ha senso che noi investiamo in biogas? In realtà forse dovremmo anche cominciare a parlare di una riduzione degli allevamenti in qualche modo. Io so che lei, Ministro, ha fatto degli accenni in tal senso e ho apprezzato questo tipo di riflessione, perché penso che vada fatta in generale. Infatti, noi tutti dobbiamo fare una riflessione in generale su quella che è la nostra attitudine al consumo forse un po' troppo esagerata.
  Queste sono le cose che su cui vorrei che lei desse dei chiarimenti. Grazie.

  RICCARDO ZUCCONI. Grazie, presidente. Ringrazio anche il Ministro, perché innanzitutto è disponibile – questa è la cosa importante – e poi, come ha detto già il collega Butti, su tematiche vaste abbiamo apprezzato dei passaggi in modo sincero.
  Mi limiterò a sollevarle un tema, quello delle concessioni idroelettriche, quindi di una fonte di produzione rinnovabile, che ci pare però, Ministro, venga al momento assolutamente penalizzata in Italia. Lei sa che questa disciplina era derivante anche da una direttiva europea, la quale, a fronte della giusta e ferma opposizione di molti Paesi europei come la Svezia, la Polonia, la Germania, la Francia, il Portogallo, l'Austria e anche il Regno Unito a suo tempo, in pratica è stata archiviata. Con il paradosso che in realtà, e in assenza attualmente di una disciplina organica e omogenea a livello europeo, la disciplina italiana, sin dall'adozione del decreto legislativo 79 del 1999 di liberalizzazione del settore elettrico, è quella maggiormente pro-concorrenziale sia in termini di durata delle concessioni sia in termini di modalità di affidamento.
  La inviterei ad andare a vedere la normativa vigente in Svezia o in Norvegia, ad Pag. 23esempio, che differisce totalmente da quella italiana. La nostra, invece, porta l'Italia – e ricordo che sono 4.900 le derivazioni e le centrali idroelettriche in Italia ed è, quindi, un settore importante –, a essere l'unico Paese in Europa che si priva di una risorsa di produzione di energia altamente rinnovabile e che il COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), e non Riccardo Zucconi, ha definito essere un asset strategico.
  Fratelli d'Italia – glielo voglio segnalare – ha presentato non solo una proposta di legge in merito ma anche un emendamento al decreto-legge «Milleproroghe», in corso di conversione. Noi apprezziamo i suoi concetti e quello che ci dice, però su questo emendamento il Governo, quindi anche lei, e i ministri competenti hanno detto un secco no. Non sono andati neanche a prendere in considerazione la possibilità di emendare, non si interessano circa la proposta di legge – i contenuti della quale erano stati presentati in passato anche da parte di colleghi del Partito Democratico, a dimostrare che non si tratta di una proposta ideologica –, dove chiediamo che il Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro delle infrastrutture, adotti un decreto o un regolamento ministeriale, da emanarsi entro dodici mesi dall'entrata in vigore della disposizione, per disciplinare i principi generali relativi alle modalità e alle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, garantendone l'omogeneità sul territorio nazionale. Noi richiamiamo il Governo a gestire a livello di Stato italiano questa tematica.
  Noi ci auguriamo che magari già nel Milleproroghe arrivi un segnale, anche dal suo Ministero, quantomeno per affrontare la tematica. Questa è la domanda. Noi rimaniamo in attesa di una risposta. Grazie.

  LORENZO VIVIANI. Grazie, presidente. Sarò velocissimo. Intanto mi ha fatto piacere nelle osservazioni del Ministro il fatto che abbia messo al centro la parte agricola, il suo ruolo a livello ecologico, ma mi viene da dire anche il ruolo che potrebbe darle uno sviluppo. Io sto pensando a tutta quella parte legata alla forestazione urbana, quindi tutto il nostro florovivaismo che può realmente cambiare l'aspetto e l'inverdimento delle nostra città, portando anche benessere ai nostri concittadini, la parte ecologica dell'agricoltura, ma viene da dire anche del primario, che purtroppo, Ministro, si scontra in questi giorni e in questi mesi con il caro energia e con il caro gasolio.
  Il caro gasolio è sempre stato un po' nel mirino del suo Ministero attraverso i sussidi ambientalmente dannosi. Auspichiamo naturalmente che in tutta questa fase di caro energia non vengano per niente toccati questi sussidi che vanno naturalmente su tecnologie che non si possono neanche molte volte cambiare o su cui non si è voluto investire nel cambiamento come, ad esempio, tutta la parte della meccanizzazione che deve ancora entrare in atto. Infatti, molti dei nostri trattori e molti dei nostri apparati agricoli sono ancora legati al gasolio, così come la nostra flotta, la nostra marineria. Nelle nostre proposte c'era di portare un rinnovamento, fosse anche solamente cambiare i motori mettendone di più efficienti, ma purtroppo queste non sono state ascoltate. Ricordiamoci sempre che sono tutti mezzi che non possono avere altre fonti di approvvigionamento.
  Sulla parte dei sussidi ambientalmente dannosi addirittura ci verrebbe da chiedere un «caro gasolio» e cercare di portare una sorta di sostentamento a queste imprese che non possono avere alternative tecnologiche, di cui si rischierebbe solamente la chiusura.
  La parte ecologica è molto importante, come ha detto, dal punto di vista ecosistemico. Mi viene solo da pensare anche alla molluschicoltura, che pare una «stupidaggine»: sembra un piccolo settore, ma porta crediti di carbonio, fissando carbonio atmosferico. Se fossero dati degli incentivi sulla parte dei motori, potrebbero essere a carbonio free, per capirsi.
  Si tratta di una serie di piccole cose che però per il mondo agricolo, per il mondo della pesca e per il mondo della coltura sarebbero molto importanti.Pag. 24
  Ha parlato di economia circolare; c'è il programma del digestato, come hanno detto altri colleghi. Vogliamo fare economia circolare, vogliamo fare biogas come si deve: deve essere affrontato il problema del digestato che deve concludere il ciclo dei rifiuti, portando anche, mi faccia dire, a quella parte che può essere molto importante di contrasto alla desertificazione dei nostri territori.
  Quando si parla del nostro primario ormai si parla anche di conflittualità con le energie rinnovabili. Non sta a noi dire di no, anzi noi siamo per il sì, siamo per lo sviluppo, siamo per la produzione, ma dobbiamo naturalmente stare molto attenti a come coniugarli con i nostri territori.
  Se da una parte l'Europa ci chiede di aumentare il biologico, dove noi siamo già dei campioni, bisogna stare attenti che il consumo del suolo non venga implementato anche da un'altra parte, perché si sa che biologico vuol dire maggiore consumo del territorio. Da una parte ci chiedono di fare agricoltura più larga – se così si può dire in maniera un po' grossolana –, ma da un'altra ci si chiede anche di occupare spazio con il fotovoltaico. È molto importante che non ci sia questa conflittualità fra risorsa alimentare, fra il nostro made in Italy, ed energia prodotta, perché sono due cose che assolutamente potrebbero confliggere, cosa che va evitata
  Parlando anche di primario – lei non ne ha accennato – evidenzio un aspetto relativo agli impianti che riguardano l'eolico off shore. Questi sono importantissimi per l'approvvigionamento energetico ma bisogna stare molto attenti a che non entrino in conflitto anche con il mondo della pesca, togliendo ancora zone alle nostre flotte, per l'azione di prelievo e di gestione della risorsa alieutica.
  Concludo, poiché vedo che la presidente controlla i tempi dell'intervento, sul discorso parchi, a cui lei ha accennato. Bene gli investimenti sui parchi, però ricordiamoci sempre che dobbiamo cercare di declinarli veramente in un'ottica dinamica, con un'attenzione all'equilibrio dinamico con l'uomo e con l'attività antropica. La maggior parte dei nostri territori derivano dalla storia vissuta in comunione con l'uomo. Io vengo da un posto meraviglioso: le Cinque Terre. Si può pensare che se noi non curiamo il nostro primario e la nostra agricoltura non solo perdiamo la tradizione e la cultura del territorio ma non curiamo il nostro territorio, e quindi aumenta il rischio idrogeologico. Vanno bene i parchi, ma a condizione che ciò non significhi solamente divieti. Cerchiamo di instaurare un vero equilibrio dinamico con le attività antropiche così da poter rafforzare, complessivamente e simultaneamente, il nostro territorio, la nostra cultura, la nostra tradizione, salvaguardando comunque il territorio stesso e l'ambiente. Grazie.

  PRESIDENTE. Avverto che il tempo a disposizione si è esaurito e che bisogna lasciare spazio ai lavori della XIII Commissione al cui presidente Gallinella mi appresto a cedere la postazione. Vorrei scusarmi con chi non siamo riusciti a fare intervenire e ringrazio anche il Ministro per la sua disponibilità a tornare. Ricordo che gli iscritti a parlare che non sono potuti intervenire oggi potranno farlo nella prossima seduta, compatibilmente con i tempi rimasti a disposizione dei gruppi. Risultano iscritti a parlare i deputati Braga, Ciaburro, Benamati, Moretto e Loss.
  Ringrazio il Ministro per la sua partecipazione ai lavori delle Commissioni e per la documentazione depositata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato). Rinvio quindi il seguito dell'audizione ad una prossima seduta che sarà convocata nel più breve tempo possibile compatibilmente con la disponibilità del Ministro.

  La seduta termina alle 13.50.

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