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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 44 di Mercoledì 30 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione del Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Lamorgese Luciana , Ministro dell'Interno ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Lamorgese Luciana , Ministro dell'Interno ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Lamorgese Luciana , Ministro dell'Interno ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Ravetto Laura (LEGA)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Pacifico Marinella  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Di Muro Flavio (LEGA)  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Zuliani Cristiano  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
De Filippo Vito (PD)  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Iwobi Tony Chike  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Lamorgese Luciana , Ministro dell'Interno ... 11 
Di Muro Flavio (LEGA)  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Lamorgese Luciana , Ministro dell'Interno ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 13 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 8.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione in diretta streaming sulla web-TV della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei Colleghi Senatori e Deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento il 4 novembre 2020.

Audizione del Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone.
  A nome di tutti i componenti, del Comitato do il benvenuto e ringrazio il Ministro per la rinnovata disponibilità a contribuire ai nostri lavori in presenza. Do il benvenuto anche al Prefetto Bruno Frattasi, benvenuto, Capo di Gabinetto del Ministro Lamorgese e al Prefetto Sabina Madaro, Vice Capo di Gabinetto del ministro che lo accompagnano. Grazie per essere qui con noi.
  La richiesta di una nuova audizione scaturisce dall'attualità di diverse assi di competenza del Ministero che interessano l'attività del nostro Comitato. L'irrompere della crisi ucraina prospetta scenari inattesi di flussi di profughi ai quali occorre assicurare ogni forma di assistenza umanitaria, accelerando e semplificando il più possibile la procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato, come invocato dall'aula di Camera e Senato nelle risoluzioni che sono state approvate.
  A tal proposito, signor Ministro, questo Comitato le sarebbe grato se volesse fornirci i numeri aggiornati rispetto agli arrivi nel nostro Paese, nonché riferimenti per genere, età e distribuzione territoriale.
  È, inoltre, notizia di ieri la firma da parte del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, del DPCM sulla protezione temporanea e l'assistenza per i profughi provenienti dall'Ucraina a causa della guerra, che recepisce la decisione del Consiglio UE del 4 marzo.
  Contestualmente, la situazione dei flussi migratori verso il nostro Paese e l'Europa attraverso le rotte mediterranee e anche terrestri (rotta balcanica), continua a presentare caratteri emergenziali. Resta, certamente, molto preoccupante la situazione in Libia e Tunisia ma anche Algeria, considerata l'instabilità politica e l'incertezza che gravano su questi importanti Paesi mediterranei.
  L'opportunità di ascoltare il Ministro si è ulteriormente consolidata in seno all'Ufficio di Presidenza, alla luce delle concrete prospettive di riforma, in sede europea, degli Accordi di Schengen e per un nuovo Pag. 3Patto europeo sulla migrazione e l'asilo, temi ai quali il Comitato intende dedicare un approfondimento da qui al mese di giugno.
  Sul tema, si è svolta, peraltro, il 23 marzo scorso l'audizione della Commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, incentrata sul processo negoziale in sede europea sia sulla riforma dell'Accordo di Schengen, sia sul nuovo Patto europeo su migrazioni e asilo.
  Sono certo, Ministro, che da questa audizione potranno emergere importanti spunti sulla posizione italiana, sulle tematiche evocate e, per un bilancio periodico, sulla situazione dei flussi migratori che interessano il nostro Paese, dove il traffico di esseri umani e l'immigrazione clandestina devono essere fermati.
  La ringrazio ancora, Ministro Lamorgese, e le do la parola. Prego, Ministro.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministro dell'Interno. Grazie Presidente, onorevoli senatori e deputati. Rivolgo il mio saluto a tutti i componenti di questo Comitato, anche se collegati da remoto.
  Secondo i dati forniti dalla Commissaria Johansson, che so essere stata in audizione, credo, la scorsa settimana, sono oltre tre milioni e sette le persone fuggite dall'Ucraina a seguito del conflitto. La situazione vede chiaramente una forte pressione sugli Stati membri di frontiera esterna orientale. La Polonia ha registrato due milioni e trecentomila ingressi dall'Ucraina, 800.000 la Romania, 340.000 l'Ungheria e circa 280.000 la Repubblica Slovacca. I flussi si stanno progressivamente muovendo anche verso Paesi più interni all'UE, con ingressi stimati nella Repubblica Ceca di 236.000, in Austria 221.000, Germania 259.000, Bulgaria 125.000, Lituania 35.000. Tra i Paesi extra UE, quello maggiormente sotto pressione è la Moldavia. Infatti, dall'inizio della crisi, in questo Paese sono entrate circa 383.000 persone, di queste 282.000 sarebbero già uscite, quindi ne permangono circa 100.000. L'Italia ha dato disponibilità, come gli altri Paesi, accogliere alcune di queste persone secondo quote prefissate. Per esempio, la Germania, la Francia, hanno dato disponibilità per 2.500 persone e noi, ugualmente, contribuiremo con il nostro sistema di accoglienza.
  Per quanto riguarda l'Italia, i cittadini ucraini che sono giunti alla data di ieri, secondo il report che aggiorniamo ogni mattina, sono 75.115, di cui 38.735 donne, 7.158 uomini, 29.222 minori, con un rallentamento del ritmo degli arrivi registrato a livello nazionale ma anche a livello europeo. Quando sono andata l'altro ieri a Bruxelles, abbiamo registrato che mentre all'inizio della crisi erano 200.000 al giorno in Europa, adesso siamo sui 40.000, 50.000 al giorno in Europa. Quindi c'è effettivamente un decremento degli arrivi. Si tratta, dicevamo, soprattutto di donne e bambini, per i quali solo in piccola parte risulta che abbiano fatto ricorso al sistema di accoglienza nazionale. Queste persone infatti possono disporre generalmente di un'autonoma sistemazione presso la comunità ucraina che è cospicua in Italia: basta dire che abbiamo circa 250.000 ucraini regolarmente soggiornanti nel nostro Paese. Alla data del 29 marzo 2022 risultano inserite nel sistema di accoglienza 5.600 persone, di cui 5.301 presso i CAS, che sono i Centri di Accoglienza Straordinaria, e 299 presso le strutture di accoglienza e integrazione, i cosiddetti SAI. In prevalenza, gli ingressi avvengono lungo la frontiera terrestre con la Slovenia, circa 42.549, ma anche i flussi attraverso le frontiere aeree sono consistenti, perché risultano circa 25.292 arrivi. Per quanto riguarda i valichi ferroviari, i cittadini ucraini controllati a decorrere dal 10 marzo dal Compartimento della polizia ferroviaria per il Friuli Venezia Giulia sono stati 2.940.
  Evidenzio che le domande di protezione internazionale presentate alla frontiera sono 73 mentre, complessivamente, si sono registrate 679 domande. Si tratta di un dato che certamente riflette l'auspicio di molti ucraini di rientrare in patria a seguito, speriamo quanto prima, del termine delle ostilità, ma anche l'attesa di poter ottenere la protezione temporanea prevista dalla direttiva UE numero 55 del 2001. Per la verità, questa direttiva non era stata mai applicata nell'UE. In questo momento abbiamo invece trovato l'unanimità per la sua Pag. 4applicazione in occasione dei diversi Consigli dei ministri dell'interno dell'Ue svoltisi nell'ultimo mese, che hanno condotto all'adozione della Decisione del Consiglio UE n. 382, pubblicata lo scorso 4 marzo. Per attuare, la decisione europea, è stato, tra l'altro, adottato proprio ieri dal Presidente Draghi, il DPCM previsto dalla normativa italiana di recepimento. Adesso procederemo, alla luce del provvedimento adottato, al rilascio, a titolo gratuito, dei permessi di soggiorno per protezione temporanea ai cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 di febbraio e ai loro familiari. Il permesso di soggiorno sarà rilasciato anche agli apolidi e ai cittadini di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale in Ucraina, sempre prima del 24 febbraio 2022 e anche ai loro familiari. Anche nella decisione di concedere la protezione temporanea agli apolidi e ai cittadini di Paesi terzi diversi dall'Ucraina che possono dimostrare di essere titolari di un permesso di soggiorno, di lungo soggiorno, in Ucraina da prima del 24 febbraio e che non possono ritornare in condizioni di sicurezza nel proprio Paese o regione di origine per qualsiasi motivo, ci siamo mossi in linea con gli altri Stati membri.
  Dopo le riunioni di cui parlavo prima, del 27 di febbraio e del 3 marzo, ho partecipato a un nuovo incontro, a livello di Ministri dell'interno, a Bruxelles, lo scorso 28 marzo. In questa occasione abbiamo approfondito i temi relativi all'attuazione delle misure di sostegno agli Stati membri e non membri a confine con l'Ucraina, nonché i profili di sicurezza e controllo delle frontiere esterne. Sono stati definiti dieci punti: la creazione di una piattaforma europea per la registrazione dei permessi temporanei; un approccio coordinato per il trasferimento sicuro delle persone in fuga dall'Ucraina da specifici hub alle frontiere esterne verso gli Stati membri di destinazione, con un forte ruolo della nuova Agenzia europea per l'asilo. Su questo punto devo dire, che ha dato disponibilità alla creazione di questi hub la Romania, come riconosciuto da tutti i Paesi europei che hanno ringraziato di questa disponibilità. Tornando agli altri punti, il Consiglio UE del 28 marzo ha previsto anche la mappatura della capacità di accoglienza dei singoli sistemi nazionali, questo anche per facilitare l'organizzazione dei trasferimenti; la definizione di parametri per verificare lo stato di pressione sui singoli Stati membri; la definizione di un piano contro il rischio del traffico e sfruttamento delle persone; l'implementazione delle misure a sostegno della Moldavia; la creazione di una piattaforma dedicata alla cooperazione con Paesi terzi quali Canada, Stati Uniti, Regno Unito; l'utilizzo, questo è molto importante, di una piattaforma che è già esistente, che si chiama EMPACT, per prevenire le attività delle organizzazioni criminali e dei gruppi di trafficanti; l'ottimizzazione dei fondi europei per affrontare l'attuale situazione di crisi. Io ho manifestato nel corso della riunione anche l'intenzione dell'Italia di partecipare all'attività di reinsediamento delle persone in fuga dall'Ucraina, attualmente presenti in Moldavia, come ho detto prima.
  A livello nazionale, abbiamo pianificato tutta una serie di iniziative per la gestione dell'accoglienza. Con appositi provvedimenti normativi, abbiamo aumentato i posti, sia nei CAS che nei SAI; con apposita norma, è stato anche stabilito che i cittadini ucraini vengano ospitati sia nei CAS che nei SAI, indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale, o che siano in possesso degli altri titoli previsti dalla legge. L'abbiamo fatto in deroga a quelle che sono le norme generali. Vorrei dire anche che sono state stanziate risorse con il decreto-legge n. 21 del 2022 per circa 7 milioni e mezzo di euro, per incrementare ulteriormente questa capacità di accoglienza, ed è stato autorizzato il Dipartimento della Protezione civile a definire forme di accoglienza diffusa da realizzare mediante i Comuni, gli enti dei terzi settori, il volontariato, le associazioni, gli enti religiosi, per un massimo di 15.000 posti. Abbiamo anche previsto che il Dipartimento della Protezione civile possa definire – questo si è stabilito ieri – forme di sostentamento per l'assistenza delle persone titolari di protezione temporanea che abbiano trovato autonomaPag. 5 sistemazione, per un massimo di 60.000 persone, nonché riconoscere alle regioni e alle province autonome un contributo forfettario per l'accesso al servizio sanitario nazionale, per un massimo di 100.000 persone. Sono state introdotte, inoltre, varie disposizioni da parte del Capo del Dipartimento della Protezione civile, che ha adottato diverse ordinanze in questo periodo, prevedendo anche un contributo di sostentamento pari a 300 euro mensili pro capite, per un massimo di tre mesi, a favore delle persone richiedenti la protezione temporanea che abbiano trovato un'autonoma sistemazione. Questo serve perché, effettivamente, abbiamo visto che le persone arrivate per la gran parte sono state accolte nelle case di altri ucraini già residenti in Italia. Ci sembrava quindi giusto dare un contributo per cercare di aiutare e fare squadra. Se poi effettivamente dovessero esserci arrivi in numero particolarmente elevato, il nostro sistema diffuso di accoglienza ci consentirà una migliore gestione dei profughi.
  Vorrei anche dire che, per quanto riguarda l'accoglienza, ho dato disposizione al Direttore dell'Agenzia dei beni confiscati di fare un censimento dei beni per vedere quali appartamenti possono essere destinati immediatamente a coloro che arrivano. Alla luce di questo, devo dire che abbiamo dei numeri abbastanza importanti, perché sono stati individuati 229 immobili per una capacità ricettiva di 1.661 posti, tra quelli ancora in gestione all'Agenzia e non ancora assegnati; per quanto riguarda, invece, gli immobili confiscati già destinati ai comuni, risulterebbero utilizzabili per questo scopo 329 appartamenti, per una capacità ricettiva di 1.356. Ho dato disposizione ai prefetti di verificare lo stato degli appartamenti, dopodiché noi provvederemo all'allestimento con risorse, anche del PON (Programma Operativo Nazionale) Sicurezza, che ci consente in alcune regioni e per le città metropolitane di procedere in questi termini. Il Governo, quindi, ha messo a punto un Piano di accoglienza, suscettibile di adattarsi anche al carattere non programmato, vale a dire ad ondate degli arrivi. Tale Piano si articola nel piano di accoglienza regionale, nel concorso nazionale e uno specifico piano per minori stranieri non accompagnati. Il modello di accoglienza fa perno sull'attività di competenza dei prefetti chiamati a intervenire in via primaria, quindi, laddove ci sono i posti disponibili nei CAS e nei SAI, così utilizzando anche le capacità di accoglienza attivate in accordo con i comuni. Inoltre, al fine di ampliare la ricettività del sistema di accoglienza, è stata riconosciuta la possibilità di attivare nuovi posti CAS, anche in deroga allo schema di capitolato, questo proprio per cercare di accelerare le procedure in caso di arrivi massicci. Ovviamente, i prefetti sono stati sollecitati – ma non c'era neanche bisogno perché lo fanno abitualmente – ad acquisire dai sindaci la disponibilità di strutture idonee.
  Per quanto riguarda i minori non accompagnati, con ordinanza di Protezione civile, il Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, è stato nominato Commissario delegato, proprio allo scopo di garantire la massima attenzione a una categoria particolarmente vulnerabile e anche per favorire la gestione omogenea dell'accoglienza dei minori sull'intero territorio nazionale. Il Commissario ha provveduto alla redazione di un piano finalizzato a coordinare le attività svolte dai diversi soggetti interessati, ed assicurerà il costante monitoraggio delle strutture ricettive disponibili. Attualmente, alla data del 29 marzo, i minori non accompagnati ucraini presenti sul territorio nazionale sono 475, di cui 244 femmine, 231 maschi. Dei 475 minori, 73 hanno 17 anni, 52 sedici anni, 46 quindici anni, 266 tra i 7 e i 14 anni, 38 fino a sei anni di età. Evidenzio che 344 minori non accompagnati sono accolti presso famiglie autorizzate dal Tribunale per i minorenni, 94 presso strutture ugualmente autorizzate dall'autorità giudiziaria. La regione nella quale si registra il più elevato numero di minori non accompagnati è la Toscana, (96), seguita dal Veneto, (78), dalla Lombardia, (67), dall'Emilia Romagna, (48), e dal Piemonte, (39). Se noi consideriamo che nelle scuole sono stati inseriti come riferito dal Ministro Bianchi, circa 5.000 minori, perché non corrispondono i numeriPag. 6? Perché tale ultimo dato è comprensivo di tutti i minori inseriti nel sistema scolastico, a prescindere dal fatto che siano accompagnati o non accompagnati o che siano accolti nel sistema nazionale di accoglienza ovvero, come dicevamo prima, presso la comunità ucraina. Tra l'altro a Bruxelles, proprio l'altro ieri, ci dicevano che è stata attivata una piattaforma informatica in Ucraina che consentirebbe ai ragazzi che sono giunti in Europa, di collegarsi e seguire le lezioni in DAD; questo è molto importante perché dà loro la possibilità di continuare a seguire il ciclo scolastico. Una particolare attenzione è dedicata alle esigenze di carattere sanitario e, devo dire, non esclusivamente riferite al Covid. A tale fine, l'ultima ordinanza di Protezione civile, la n. 873 del 6 marzo 2022, ha dettato specifiche disposizioni: perché possano avviarsi percorsi di autonomia è necessario che facciano le vaccinazioni, non soltanto quella richiesta per il Covid ma anche le altre, proprio per consentire ai ragazzi di essere ricevuti nelle nostre strutture scolastiche in sicurezza.
  La crisi ucraina, certamente avrà un impatto (speriamo) positivo, anche sul Patto asilo e immigrazione che, come voi sapete, è da vario tempo fermo in Europa, perché non riusciamo a sbloccare le trattative tra i vari Stati. Noi speriamo che il nuovo approccio che è stato adottato per l'Ucraina e che ha visto tutti i Paesi unanimemente concordi sulla protezione temporanea, per l'accoglienza, per la redistribuzione su tutti i Paesi europei, possa essere applicato secondo quella logica che noi abbiamo sempre portato avanti, la logica della responsabilità, sì, ma anche della solidarietà in Europa. È ovvio che siamo davanti a una guerra, però parliamo in generale perché l'audizione riguarda un po' tutto, riguarda anche gli arrivi dal Mediterraneo. Anzi, dovevamo venire qui in audizione per varie problematiche, quando ancora non c'era la guerra, forse è stato positivo venire oggi che abbiamo un quadro più generale. Certamente noi sappiamo che, quando ci sono delle crisi gravi come questa o anche come i flussi di immigrati che arrivano dal Mediterraneo, c'è la necessità che l'Europa disponga di strumenti di Governo delle migrazioni imperniati sui princìpi della solidarietà e anche della sostenibilità per i singoli Stati e, sebbene in questo momento il problema immediato per l'Unione europea sia quello di garantire l'accoglienza agli ucraini, si deve essere consapevoli che la crisi in Europa orientale non è l'unica causa di instabilità che abbiamo di fronte. Ci saranno nuovi flussi che, certamente, continueranno ad arrivare, anche in considerazione delle crisi degli altri quadranti geopolitici, con una pressione sulle frontiere esterne dell'Europa. Sarebbe, quindi, poco lungimirante illudersi che scenari di improvvisa e incontrollata mobilità umana possano essere governati mediante le attuali regole, ossia il Regolamento di Dublino e il sistema Schengen. Per questo, sarebbe un grave errore di prospettiva non dotarsi di un Patto su immigrazione e asilo, ma su questo la Presidenza francese farà di tutto per raggiungere un accordo cercando di portare un documento che possa essere accolto, non fosse altro come dichiarazione politica che possa sbloccare l'iter del Patto.
  Una chiave per leggere l'azione internazionale dell'Italia in materia migratoria concerne, certamente, le relazioni bilaterali che si sviluppano con i vari partner. Vi informo che il 7 ottobre 2021 ho ricevuto il Ministro degli esteri ivoriano, con il quale abbiamo una consolidata cooperazione bilaterale. Abbiamo stipulato un protocollo tecnico che potrà contribuire a migliorare la capacità della polizia ivoriana per il controllo delle frontiere. Ho incontrato a novembre il Ministro dell'Interno della Croazia, per confermare l'impegno dell'Italia in ambito europeo a dare seguito alle aspettative di quel Paese di entrare nell'area Schengen ma, anche e soprattutto, per affrontare i temi di comune interesse quali la lotta all'immigrazione irregolare, il contrasto della tratta degli esseri umani e la cooperazione di polizia. Ho avuto anche un incontro con il Ministro Turco, a novembre, perché è importante cercare di prevenire e contrastare il traffico di esseri umani sulla rotta del Mediterraneo orientale e io stessa mi recherò, il 6 aprile, proprio in Turchia, Pag. 7ad Ankara, per rafforzare questa intesa strategica. Devo dire che, effettivamente, solo nel mese di febbraio, la Guardia costiera turca ci ha informato di avere intercettato 1.283 migranti a bordo di otto imbarcazioni, tra barche a vela e pescherecci, diretti verso le nostre coste. Quindi è importante curare queste relazioni diplomatiche lavorando insieme, laddove si tratta di Paesi che hanno una sorta di stabilità. Quando, invece, parliamo della Libia, in questo momento, è un Paese non stabile, quindi è ovvio che la situazione è più complicata. Nel mese di dicembre ho ricevuto anche la Home Secretary britannica, il Ministro dell'Interno britannico. Anche lei ha avuto un problema di immigrazione nel Canale della Manica, con numeri elevati non abituali per loro da gestire. Proprio per questo ha voluto confrontarsi con noi, in quanto Paese di primo approdo per la nostra collocazione geografica, per capire quale tipo di comportamenti adottare, nel rispetto del diritto internazionale del mare. Inoltre l'8 febbraio ho incontrato a Roma la nuova Ministra dell'Interno tedesca, Nancy Faeser, con la quale abbiamo parlato dell'ottima collaborazione tra Italia e Germania nel campo della sicurezza e, soprattutto, abbiamo concordato di portare avanti il Patto asilo e immigrazione. L'accordo è stato confermato anche nell'ambito di un incontro di lavoro avuto a Roma i primi di marzo, da noi al Viminale, con i Ministri tedesco, francese e spagnolo, proprio in vista dei Consigli europei, che poi sono stati, invece, focalizzati sull'Ucraina, considerato il precipitare della situazione.
  Oltre alle misure che abbiamo detto, in materia migratoria assume particolare rilievo l'attività di controllo delle frontiere. Sotto il profilo delle dinamiche dei flussi, dal primo gennaio al 29 marzo 2022 sono giunti in Italia, e qua parliamo di quelle che sono le migrazioni dal Mediterraneo, 6.701 migranti. Di questi, 3.323 sono avvenuti giunti a seguito di operazioni SAR (Search and Rescue), di cui 1.595 dopo l'intervento di imbarcazioni ONG; gli sbarchi autonomi sono stati, invece, 3.378. Preciso che – ma questo lo sapete bene – nel 2021 erano sbarcati complessivamente in Italia 67.477 migranti e che la maggioranza dei migranti continuano a partire dalla Libia e dalla Tunisia. Dal primo gennaio al 29 marzo sono arrivati dalla Libia 4.236 migranti, con un leggero aumento rispetto ai primi tre mesi del 2021, perché allora ne erano arrivati 3.939. Va rilevato che il trend è, tuttavia, in costante diminuzione a partire dal mese di novembre 2021, calo che, si è accentuato fortemente in questo mese di marzo, durante il quale abbiamo avuto dalla Libia 437 arrivi, vale a dire meno di un terzo degli arrivi dello stesso mese del 2021, se consideriamo che nel 2021 ne erano arrivati, in quello stesso periodo, 1.505. Anche per quanto riguarda la Tunisia, stiamo registrando un allentamento della pressione. La tendenza è iniziata dal mese di settembre 2021, si è consolidata nei primi mesi del 2022. Sono giunte, dal primo gennaio al 29 marzo, 1.494 persone mentre, nello stesso periodo del 2021, ne erano già arrivate 2080, con una riduzione di circa il 27 per cento. Vorrei anche dire che, per esempio, dalla rotta dall'Algeria, quest'anno non abbiamo sbarchi: nei primi mesi del 2022 abbiamo registrato solo 55 arrivi rispetto ai 253 dello stesso periodo del 2021 e sono due mesi che non ne arriva neanche uno. Quindi anche su questo fronte abbiamo notato un rallentamento. Tuttavia, dobbiamo pensare che tra un po' si prospetterà una crisi alimentare in quanto l'Ucraina e la Russia sono i maggiori produttori di grano e mais e la Tunisia ne fa grande ricorso. Laddove non dovessero arrivare forniture, certamente si creerà una crisi alimentare che potrebbe, poi, influire sui numeri dei flussi.
  Per quanto riguarda i rimpatri, nel 2021 sono stati 3.838, in aumento rispetto al 2020 in cui ce ne furono 3.599, ma questi dati hanno subìto anche delle flessioni a causa del Covid perché molte volte i Paesi riceventi non accettavano rimpatri, per esempio l'Algeria o anche la Tunisia, se non con tampone, che doveva essere necessariamente fatto prima della partenza. Adesso le regole si sono allentate, quindi speriamo che nell'anno 2022 si possa fare di più. Sono partiti nel 2020, 76 voli charter, di cui dieci congiunti con Frontex e così nel 2021, Pag. 8103 di cui undici congiunti con Frontex e nel 2022 già sono partiti, alla data del 30 marzo, venti voli charter di cui due congiunti con Frontex. Certamente il Paese con cui si fanno più rimpatri è la Tunisia, infatti nel 2021 i cittadini tunisini complessivamente rimpatriati sono stati 1.921, mentre alla data del 29 marzo, quindi in questi mesi, sono stati già 367 i tunisini rimpatriati.

  PRESIDENTE. Ministro, la ringrazio. Volevo chiederle se questa relazione la possiamo acquisire.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministro dell'Interno. Certo, perché ci sono anche più dati e più elementi.

  PRESIDENTE. L'acquisiamo, la mettiamo agli atti e la mettiamo a disposizione.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministro dell'Interno. Qua, per esempio, c'è tutta la parte relativa alla prevenzione del terrorismo, c'è la parte relativa ai corridoi umanitari, di quello che abbiamo fatto come Paese. Mi fa molto piacere e se avete esigenze di ulteriori chiarimenti sono a disposizione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro. La relazione, poi, sarà a disposizione dei colleghi parlamentari e comunque fruibile agli atti. Diamo la parola ai colleghi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laura Ravetto della Lega, prego.

  LAURA RAVETTO. Grazie Presidente e grazie della relazione, Ministro. Io tratterò il tema della migrazione in generale, lasciando lo spazio ai colleghi sugli altri temi. Lei ha parlato di trend in diminuzione tuttavia, Ministro, cinque giorni fa abbiamo avuto quattro sbarchi in poche ore, 122 persone sbarcate a Lampedusa. Il problema non è tanto e soltanto quello del numero degli sbarchi, ma anche delle persone che sono presenti sul nostro territorio. Noi abbiamo un problema di persone senza alcun titolo e, anzi, con precedenti penali presenti sul nostro territorio, quindi anche se si parla di trattati, di discussioni sulla modifica dell'asilo, anche se venissero modificate queste legislazioni, questi sono soggetti che non potevano entrare nel nostro territorio e ai quali nessun trattato, revisione, riforma potrà consentire il permanere sul nostro territorio e in Europa. Quindi, qua mancano i provvedimenti di espulsione, è un problema, specialmente nelle grandi città, Ministro. Le parlo da cittadina milanese. È un'escalation a Milano, è iniziata con le aggressioni in Duomo, lei lo sa, è stata prefetto a Milano. Abbiamo avuto, poi, la studentessa al Politecnico aggredita da due stranieri; abbiamo avuto in Brera – lei è stata prefetto, io vivo in Brera, gioiello di Milano – una donna di 57 anni italiana e una rumena di 52 anni che sono state aggredite da un giovane africano di 25 anni il quale, perché le Forze dell'Ordine intervengono sempre prontamente, ha preso a calci e pugni le Forze dell'Ordine. Abbiamo avuto un caso, in corso Buenos Aires, di aggressione da parte di un ragazzo del Mali. Quindi qua si tratta di un'emergenza reale, immagino che anche su tutte le altre grandi città c'è un'emergenza importante. A Milano abbiamo avuto in pochissimi giorni sette stupri; abbiamo un problema a livello nazionale perché i detenuti immigrati in carcere per stupri sono, rapportati ai detenuti italiani in carcere per lo stesso reato, cinque volte superiori. Il vile reato di stupro è in aumento, è un trend in aumento, c'è un problema, vorrei dire, sottoculturale, perché c'è una visione arcaica che oggettivizza la donna. Quindi, le chiedo quali sono i provvedimenti, se ci sia un piano presso il Ministero, perché questa è un'emergenza per le nostre città.

  PRESIDENTE. Grazie. Procediamo. Senatrice Pacifico, senatore segretario di questo Comitato. Prego.

  MARINELLA PACIFICO. Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la relazione, sono arrivata un po' in ritardo però ho ascoltato quello che in realtà mi interessava maggiormente, che riguarda i minori non accompagnati. Proprio ieri e in questi Pag. 9giorni, anche oggi, le Commissioni in seduta congiunta, Esteri e Difesa, hanno affrontato questo tema. Sono stati presentati diversi emendamenti dai diversi gruppi politici, sollecitati dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, per quanto riguarda, appunto, l'accoglienza dei minori non accompagnati. Abbiamo convenuto di effettuare un ordine del giorno all'attenzione del Governo per l'assistenza di queste persone. Anzi, volevo aggiungere che io ho chiesto al Sottosegretario Della Vedova di poter inserire, in questo ordine del giorno, anche l'assistenza delle persone fragili, quindi, che hanno disagio psicologico e disabilità che, insomma, devono essere assistite in maniera particolare. Quindi un'attenzione l'ho chiesta al Sottosegretario, la chiedo anche a lei. Quello che mi preoccupa è che, questi minori, vengono accompagnati, magari, non dai genitori ma da altri familiari che, purtroppo, in questa situazione di crisi, non hanno potuto avere una certificazione di tutela e quindi si comincia a parlare di adozioni. Io non vorrei che questi bambini si trovassero, poi, in situazioni di disagio ma vorrei che venga presa in considerazione, invece, la possibilità di un affido temporaneo. Ecco, volevo sapere se c'era questa possibilità. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie alla senatrice Pacifico. Onorevole Flavio Di Muro della Lega, prego.

  FLAVIO DI MURO. Grazie, Presidente. Il Ministro ha fornito dei numeri interessanti. Sono 5.300 i profughi che scappano dall'Ucraina e 6.701, nel primo trimestre 2022, quelli che arrivano dalla rotta mediterranea. Però sa qual è la differenza? Che mentre nel primo caso vedo uno Stato organizzato, giustamente, nell'accoglienza di queste persone con trasferimenti, contributi, individuazione di abitazioni e quant'altro, nell'altro vedo un totale lassismo. Ho sentito che lei ha rapporti internazionali con i vari Paesi però, Ministro, lei non è il Ministro degli Esteri, è il Ministro dell'Interno e, per definizione, le compete anche la sicurezza e l'ordine pubblico all'interno del suolo nazionale. Allora, i numeri sono preoccupanti. Abbiamo l'estate di fronte, gli sbarchi sicuramente aumenteranno perché, ormai, è tradizione: dobbiamo gestirli. Allora, il suo predecessore bloccava gli sbarchi e quindi ne arrivavano meno nelle nostre città, ma se invece non li blocchiamo dobbiamo fare qualcosa per far sopravvivere quelle realtà difficili. Penso alla mia Ventimiglia, sono due anni e mezzo che gliene parlo, che non si riesce a convivere con questo fenomeno e la informo che non sono ucraini quelli che si accoltellano in pieno centro nelle nostre strade, non sono ucraini quelli che, ubriachi, lanciano le bottiglie, non sono ucraini quelli che aggrediscono le Forze dell'Ordine, non sono ucraini quelli che molestano, violentano e abusano della loro situazione in Italia, questi sono altri immigrati che sono già presenti in Italia e altri che arriveranno. Ecco, io sono un parlamentare, più che continuare a porle delle domande, perché i cittadini mi hanno dato il mandato di fare questo, non posso fare. Lei, invece, è nominata Ministro dell'Interno e ha l'ordine pubblico e la sicurezza da garantire sul suolo nazionale. La prego di dare risposte e fatti concreti prima che sia troppo tardi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Muro. Onorevole Galizia, Movimento Cinque Stelle. Prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Lamorgese per questa relazione che ho trovato estremamente puntuale e interessante. Io ho giusto un paio di domande. Allora, la prima è legata ai dieci punti che si sono trovati a livello europeo per affrontare la situazione dei profughi. C'è un punto sul trasporto. Io ho letto, purtroppo, solo articoli di giornali e non ho potuto approfondire perché non c'è materiale di approfondimento. Il tema del trasporto diventa un punto focale di questa situazione, perché molti ucraini possono raggiungere facilmente delle comunità che sono presenti in tutta Europa per avere sostegno presso delle famiglie. Si è parlato della possibilità di organizzare meglio questo trasporto perché, come tutti sanno, Pag. 10coloro che escono dal proprio Paese vengono spesso caricati su furgoncini anche di soggetti discutibili e per questo si sta cercando di fare un coordinamento europeo. Se potesse darmi qualche informazione, soprattutto se si sta incentivando o valutando la possibilità di offrire un servizio di trasporto gratuito per questi soggetti, proprio per raggiungere dei luoghi sicuri perché, appunto, questi mezzi di fortuna potrebbero essere ricettacolo per lo sfruttamento e la tratta di esseri umani.
  L'altro punto, invece, concerne la questione aiuti economici. So che la Germania aveva fatto la proposta di dare, addirittura, mille euro per profugo, una cifra che oggettivamente non si può sostenere. Noi, come Italia, stiamo valutando le cifre di 300, 350 euro per gli adulti, 150 per i minori e leggevo che questi aiuti verranno erogati anche attraverso i comuni. Le volevo chiedere come ci si sta organizzando perché questo sistema sia effettivo e come funzionerà per renderlo efficace e affinché non ci siano dispersioni di denaro pubblico sul nostro territorio, magari, a vantaggio di qualcuno che si possa approfittare di questa situazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Galizia. Senatore Zuliani, Lega.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la presenza, sarò brevissimo. Come è già stato anticipato dal collega Di Muro, condivido le tematiche da lui proposte e, per quel che riguarda il trattato di Dublino, alla luce anche dell'incontro che abbiamo avuto con la Commissaria Johansson per gli Affari interni europei, le farò una domanda che ho già proposto. Allora, abbiamo visto che gli italiani si sono mossi, ancor prima dello Stato, per l'accoglienza dei profughi ucraini e noi condividiamo sicuramente il tema però, alla luce dell'altro fronte, che è quello del Mediterraneo, l'Italia è lasciata sola nel momento in cui arrivano dalla rotta del Mediterraneo. Vediamo che, per quel che riguarda Ucraina, Polonia e Ungheria, tutti gli Stati europei hanno dato disponibilità di accoglienza a queste povere persone che arrivano dalla guerra. Anche la Comunità Europea ha sempre detto, la stessa Commissaria ha affermato che è importante avere un'equa ripartizione degli oneri, che tutti gli Stati membri facciano parte della catena di solidarietà, anche per quel fronte. Lei stessa ha ammesso che l'anno scorso in Italia ci sono stati 70.000 arrivi irregolari via mare, ha detto irregolari. Non l'ha detto un Ministro della Lega, l'ha detto la Commissaria Johansson. Allora, per questo motivo i flussi su questo fronte vanno fermati, perché quando ce ne sono 70.000, non possiamo continuare ad accogliere quelli che non sono profughi, ma sono irregolari. Per cui, benissimo su come ci stiamo muovendo sul fronte ucraino, male per l'attuale gestione degli arrivi dal Mediterraneo, anche perché l'Europa aveva annunciato questo grande piano Marshall, anche a livello economico, per quel che riguarda i Paesi africani però, purtroppo, non si vedono risultati. Allora chiedo un suo impegno, Ministro, nei rapporti, con la Commissaria europea Johansson e gli altri Ministri degli interni, per affrontare questa situazione perché l'Europa parla solo e noi ci troviamo in questa condizione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Zuliani. Onorevole De Filippo del Partito Democratico, prego.

  VITO DE FILIPPO. Grazie, presidente. Noi condividiamo, invece, molto l'impostazione che il Ministro ha dato questa mattina e francamente, presidente, mi consentirà di fare questa battuta che è più politica che tecnica, questa disfida numerologica sui numeri è quasi esoterica, ormai, nel nostro Paese. Paradossalmente, invece, volevo commentare la relazione del Ministro esattamente in maniera diversa rispetto ad alcuni interventi dei colleghi. Sono molto interessato al Patto e credo che questo Comitato farà bene nei prossimi mesi ad ascoltare su questo fronte quello che succede. Il superamento del trattato di Dublino, come abbiamo ascoltato più volte sia dal Presidente del Consiglio che dalla ministra Lamorgese, questo è lo scenario sul quale dobbiamo lavorare, a questo sarei Pag. 11molto interessato, perché credo che questa sia la piattaforma sulla quale alcune questioni dovranno essere affrontate.
  Mi rassicurano le parole di oggi perché è proprio sulla protezione temporanea di questo nuovo movimento immigratorio, determinato dalla guerra in Ucraina, che abbiamo registrato, Ministra, nei primi giorni, qualche incertezza sui territori. Sarà stato perché c'è un mix di iniziative, quelle familiari e quella del sistema, nei primi giorni, francamente, abbiamo notato che tra comuni, anche prefetture, in lungo e in largo nel nostro Paese c'era qualche incertezza. Oggi lei ci rassicura che, invece, è stato chiarito, le direttive sono state puntuali. Ritengo che sia questo il problema, non a quello più generale che mi pare, con un'attitudine non condivisibile ma comprensibile, alcuni colleghi puntano sempre a riferire. Quindi, le chiedo se ci può dare una rassicurazione su questa storia dell'Ucraina nel sistema, anche un po' complicato, CAS o famiglia, perché abbiamo notato qualche incertezza. Domando se queste incertezze lei reputa siano state totalmente superate. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Filippo. Da remoto si è iscritto a parlare il senatore Toni Iwobi della Lega e poi chiudiamo gli interventi dei parlamentari.

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere sintetico. Ringrazio il Ministro per la presenza e per l'ottima relazione. Ringrazio anche l'Italia, il sistema Italia, in quanto campione di solidarietà, cosa che ci rende tutti orgogliosi come Paese. L'Europa sta dimostrando che quando c'è la volontà politica è decisamente attiva e questo ci fa molto piacere. Peccato che ci è voluta una guerra per far svegliare la coscienza europea. Questa non è una critica, ma devo dire che è meglio tardi che mai. Io chiedo, Ministro, per cortesia, abbiamo presentato emendamenti sul decreto Ucraina, chiedendo di dare più enfasi e più rimborsi totali per le spese sostenute per l'affidamento dei minori non accompagnati ai comuni: sarebbe opportuno accettare il nostro emendamento perché è molto importante e sembra che anche altri partiti hanno presentato gli stessi emendamenti. Comunque, l'auspicio è questo, di non lasciare mai da soli i comuni in questo momento. Noi carichiamo sempre più sui comuni le spese per l'affidamento dei minori non accompagnati dall'Ucraina. Siamo d'accordo totalmente sulla accoglienza di rifugiati. Chi scappa veramente dalla guerra merita di essere accolto e siamo perfettamente in sintonia, questo fa parte della nostra politica interna, come partito. Ci fa molto onore. I miei colleghi hanno toccato tutti i punti che avrei voluto precisare anch'io con enfasi: meglio che siano stati già toccati. Visto che l'Europa in questo momento si è svegliata ed è pronta ad agire sul fronte comune, sarebbe opportuno andare verso il superamento del trattato di Dublino che non ha più motivo di esistere. Sarebbe opportuno, Ministro, lavorare in modo che tale trattato venga superato definitivamente in questo momento storico del nostro vecchio continente. La ringrazio ancora, Ministro, e mi dispiace per la mia salute in questo momento, non potevo esprimermi più di tanto su questo tema molto importante per il nostro continente, per la nostra Italia, La ringrazio e buon lavoro a tutti.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Toni Iwobi. Ti salutiamo senatore, ti auguriamo una pronta guarigione. La parola al Ministro Lamorgese.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministro dell'Interno. Ho ascoltato con grande interesse tutte le domande che sono state formulate. Inizio dall'onorevole Ravetto la quale ha portato ad esempio quelli che sono i vari episodi che si sono succeduti in questo periodo a Milano. Io, oggi, risponderò, tra l'altro, alla Camera fuori sacco, quindi a un'interrogazione che mi è stata posta da Fratelli d'Italia proprio sul tema della criminalità, in particolare a Milano. Anzitutto, con riguardo a Milano, io sono stata presente a un comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica un mesetto fa e in quella data abbiamo promesso alcune integrazioni del personale delle Forze di Polizia. Pag. 12Tali integrazioni in parte sono state già effettuate, perché abbiamo mandato lo scorso febbraio circa 70 unità della Polizia di Stato e altre da parte dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con un piano di integrazione che andrà avanti e su cui riferirò oggi, rispondendo all'interrogazione, in cui dirò quando arriveranno gli altri. Tra l'altro, teniamo conto che abbiamo un piano di rimodulazione dei militari sui vari territori, militari che subiranno, come numeri, delle diminuzioni in base a una legge in vigore dallo scorso anno per la quale, man mano, da 7.050 arriveranno a 5.000 a partire dal 1° luglio 2022, con una decurtazione di 1.050 unità che era già stata effettuata il 1° luglio 2021, arrivando a 6.000 unità. Quindi da quest'anno, da luglio, abbiamo una diminuzione per cui verranno meno non soltanto i numeri complessivi, perché arriveremo a 5.000 anziché 7.050, ma non solo, verranno meno dal 1° aprile prossimo anche i 753 che abbiamo messo a disposizione in questo periodo per il Covid. E allora, pur rimodulando quelli che sono i piani su tutto il territorio nazionale, perché parliamo da 7.050 iniziali a 6.000 attualmente operativi, Milano non è stata toccata come città con riferimento alla diminuzione dei militari, proprio perché è una situazione particolare. Teniamo conto, poi, che anche per quanto riguarda l'organizzazione delle forze sul territorio, oggi è prevista una distribuzione in distretti, in modo tale che ci sia una maggiore vicinanza ai territori, con uomini che verranno ripartiti negli ambiti specifici e, quindi, con riferimento anche ai Municipi. Questa è un'altra cosa importante, perché si lavorerà insieme con tutte le forze sul territorio.
  Veniamo a quelli che sono gli irregolari sul territorio nazionale. Questo è un problema che c'è da sempre. Io ricordo che si parlava negli anni addietro di 600.000 migranti irregolari che sono sul territorio, 600.000; poi non so come, all'improvviso diventarono 80.000, non erano più 600.000. Oggi, diciamo, è un problema che esiste da anni e voi che siete qua in Parlamento, certamente, la questione l'avete ben chiara. Teniamo conto che gli arrivi dal Mediterraneo ci sono sempre stati. Vorrei ricordare gli anni in cui c'erano 200.000, 150.000 arrivi. È dovuto a che cosa? All'epoca erano le primavere arabe. C'è stata sempre una motivazione di carattere politico su quei territori che fa sì che si tratti di numeri che non si riescono a fermare. Siamo chiari quando mi si dice: «Lei non è Ministro degli Esteri». Scusi, io non vado mica dai Ministri degli esteri, io parlo con i miei omologhi e, quindi, se io vado anche all'estero a parlare con i miei omologhi penso di fare il mio lavoro, perché non credo che debba farlo chiusa al Viminale.

  FLAVIO DI MURO. (fuori microfono).

  PRESIDENTE. Onorevole Di Muro, per favore.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministro dell'Interno. Mi faccia parlare. Quando lei mi dice: «Non è un'attività». No, io parlo con i miei omologhi e insieme ai miei omologhi cerco di predisporre delle linee, parliamo di sicurezza, di controllo delle frontiere. In Libia, sapete benissimo voi, parlamentari illustri, che abbiamo due governi, uno riconosciuto, uno semi-riconosciuto: allora con chi si va a parlare? È ovvio che, quando io sono andata in Tunisia, quando sono andata in Libia, abbiamo parlato di controllo delle frontiere. Controllo delle frontiere che devono fare i singoli Stati, non lo possiamo fare noi per loro e, quindi, quando una situazione è instabile in quei territori è inevitabile che, poi, si riverberi anche sui nostri territori. Noi non possiamo andare a fare i blocchi navali. Il blocco navale si può fare se c'è l'intesa con l'altro Paese, è sempre un atto di guerra. Quindi, intendiamoci, non è che si può fare il blocco navale, ma questo lo sanno bene anche coloro che lo dicono perché hanno chiarito in che termini intendono blocco navale; lo si può fare certamente con l'intesa dell'altro Paese. Inoltre, ci sono le norme di diritto internazionale: nel momento in cui c'è un'imbarcazione con migranti che è in pericolo e passa una nostra imbarcazione, quest'ultima è tenuta a prestare soccorso per non avere conseguenze Pag. 13in base al diritto internazionale. Quelli inerenti le migrazioni non sono problemi emergenziali, sono, purtroppo, problemi strutturali. Come l'abbiamo nel nostro Paese, voi vedete lo stesso in Spagna. Addirittura quando la ministra dell'Interno inglese è venuta qui io ho detto: «C'è una differenza, c'è una particolarità, perché tu hai a che fare con la Francia, io ho a che fare con la Libia, mi pare un po' diverso anche il ciclo e il sistema di arrivi in quel punto».
  Per quanto riguarda Ventimiglia, visto che diceva: «La mia Ventimiglia», noi abbiamo rafforzato i servizi mirati, anche sui treni per i controlli, e abbiamo l'istituito una brigata mista italo-francese che è un'iniziativa importante che non c'era ed è stata attivata da quando sono io lì e che ha trovato, poi, una base giuridica concreta nel trattato del Quirinale, sottoscritto lo scorso 26 novembre. Dei risultati molto positivi ci sono stati, tanto è vero che abbiamo incrementato il dispositivo a decorrere dal primo giugno 2022, quindi faremo ancora maggiori servizi.
  Per quanto riguarda i minori non accompagnati, è verissimo quello che è stato detto, cioè che tante volte non sono accompagnati dai genitori, sono accompagnati dai nonni, dagli zii, da amici. La legge italiana non consente di considerare tali persone come tutor perché non sono i genitori, per cui necessariamente bisogna fare ricorso al Tribunale dei minorenni perché venga riconosciuta anche la persona che l'accompagna come tutor legittimato a seguire il ragazzo e certamente quello delle adozioni è un problema che assolutamente non deve essere all'ordine del giorno, al limite ci possono essere degli affidi temporanei come quello che fu fatto per Chernobyl e su questo si stanno facendo valutazioni.
  Per quanto riguarda le incertezze sui territori, all'inizio, come per tutte le cose, quando ci sono dei numeri così improvvisi a ondate, siamo stati colti alla sprovvista. Purtroppo, tutti noi la guerra la vedevamo lontana, difficilmente realizzabile, soprattutto in termini di competenze. Regione, Comune, Prefettura: c'è stato bisogno di un chiarimento e di un coordinamento. Poi ci siamo visti con il commissario Curcio, abbiamo fatto degli incontri, anche da remoto, con i sindaci con l'ANCI, con i Presidenti delle Regioni, con Fedriga come referente e devo dire che abbiamo visto e sistemato le varie procedure che ci hanno consentito di essere più chiari su tutto. Questo credo che vada detto.
  Per quanto riguarda il fatto che l'Italia viene lasciata sola, questo è quello che io ho detto anche nel mio intervento. Io spero che questo cambierà ma non è l'Italia ad essere lasciata sola. È lasciata sola la Spagna, perché la Spagna ha avuto arrivi da Ceuta e Melilla in numeri mai visti, anche durante questo periodo di crisi. Ovviamente, ognuno guarda a casa propria e quindi guarda quelli che sono gli arrivi nel nostro territorio, però dovremmo anche guardare per capire che non è una situazione specifica italiana. È una situazione che, se si vuole guardare da un punto di vista oggettivo, senza alcuna deformazione, vediamo anche, purtroppo, in altri Paesi, dovuta alla situazione politica e di povertà dei Paesi da cui provengono. Quindi è un sistema che coinvolge la Grecia, Malta, la Spagna, l'Italia, purtroppo quei Paesi che sono di primo approdo e che necessariamente si trovano a dover gestire tali situazioni. Pertanto, speriamo che l'accordo di Dublino, che ha avuto una sospensione per quanto riguarda l'Ucraina – ma, d'altra parte, questa è una situazione di guerra, è ben diversa, parliamo di 3 milioni e 8 di profughi che lasciano un Paese a causa di guerra che nessuno di noi avrebbe mai visto –, veda un cambio di rotta da parte dell'Europa.
  Grazie e buona votazione.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro dell'Interno Lamorgese. L'audizione è conclusa.

  La seduta termina alle 9.45.

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