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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 6 giugno 2018

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   il 1° giugno 2018 ha giurato come nuovo Ministro della difesa la professoressa Elisabetta Trenta;

   la neo Ministra ha dichiarato di essere membro del consorzio Criss (Consortium for Research on Intelligence and Security Services) e di occuparsi da anni di interventi in Paesi usciti da conflitti come Iraq e Libia, attraverso, tra le altre cose, l'organizzazione SudgestAid, una società consortile italiana, senza scopo di lucro, collegata all'ateneo Link, e che promuove la ricostruzione anche burocratica in Paesi devastati dai conflitti bellici;

   tre giorni fa, il settimanale francese Le Point ha insinuato che la società SudgestAid abbia «reclutato mercenari in Medio Oriente»;

   nel 2012 la Farnesina assegnò proprio alla SudgestAid un contratto da mezzo milione di euro per «incoraggiare il disarmo dei combattenti libici»;

   secondo fonti a mezzo stampa, la SudgestAid ha ingaggiato Gianpiero Spinelli, di professione contractor, colui che arruolò i quattro contractor italiani poi rapiti in Iraq. Spinelli pare abbia raccontato di essere stato ingaggiato da SudgestAid per recuperare i missili terra-aria sottratti dagli arsenali di Gheddafi in Libia e segnalati dai servizi segreti. Ma, vista la pericolosità della situazione libica, venne poi concordata una modifica al piano: addestrare 134 ex miliziani a cui affidare la protezione delle zone archeologiche. La guerra civile che scoppiò di lì a breve, cancellò pure questa seconda operazione;

   il sito della società SudgestAid non risulta più attivo;

   la circostanza che la neo Ministra della difesa, al vertice dell'Esercito e delle forze armate italiane, abbia presieduto una società che, tra le altre attività, pare abbia assoldato mercenari, e abbia ricevuto commesse su temi strategici e sensibili – e a volte secretati – sia dalle autorità italiane che straniere, non sembra soltanto inopportuna, ma profilerebbe, a parere degli interpellanti, anche un potenziale conflitto di interessi, perché sembra far venir meno quelle garanzie di imparzialità e riservatezza indispensabili per la tutela degli interessi delle forze armate italiane e degli obiettivi strategici della sicurezza nazionale –:

   quali siano ad oggi i legami del Ministro Trenta con la società SudgestAid;

   se non ritenga che le evidenze sommariamente esposte in premessa non possano configurare una causa ostativa per un efficace ed imparziale svolgimento di un incarico tanto sensibile e strategico quale quello di Ministro della difesa.
(2-00025) «Quartapelle Procopio, Fiano, Morani, Marco Di Maio, Fassino».

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 95 della Costituzione recita: «Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri»; a sua volta, l'articolo 5, comma 2, lettera d), della legge 23 agosto 1988, n. 400, che tratta delle attribuzioni del Presidente del Consiglio, recita: «concorda con i Ministri interessati le pubbliche dichiarazioni che essi intendano rendere ogni qualvolta, eccedendo la normale responsabilità ministeriale, possano impegnare la politica generale del Governo»;

   nel primo caso di dichiarazioni che eccedono gli accordi di Governo così come formalizzati anche nel programma sottoposto al Senato in data 5 giugno 2018, ossia quelle rese in data 2 giugno 2018 dal Ministro per la famiglia e le disabilità Fontana, il Presidente del Consiglio dei ministri non ha fatto il minimo intervento di richiamo, mentre è intervenuto solo il Vice-Presidente Salvini –:

   se nei casi futuri intenda o meno avvalersi dei poteri sopra richiamati.
(4-00406)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini italiani residenti in Brasile si lamentano delle difficoltà che incontrano nell'espletare le procedure per il rinnovo e il rilascio dei passaporti;

   il problema maggiore sarebbe costituito dal sistema elettronico di prenotazione on line, che non funzionerebbe in modo adeguato e costringerebbe i cittadini italiani residenti in Brasile ad estenuanti tentativi di accedervi con successo;

   è forte il sospetto che a causare i disservizi sia l'operato di aziende specializzate e consulenti privati che venderebbero il servizio di prenotazione on line, altrimenti gratuito, ed interferirebbero, saturando con appositi software il traffico sul sito ufficiale gestito dalle autorità consolari nelle ore e nei giorni migliori;

   molti cittadini italiani residenti in Brasile ritengono che la circostanza sia nota ai consolati del nostro Paese, che tuttavia non assumono contromisure;

   dei fatti si è ampiamente occupata anche la stampa brasiliana;

   una soluzione che è stata ventilata sarebbe quella di ripristinare il vecchio sistema della prenotazione personale nei consolati –:

   se il Governo sia a conoscenza delle circostanze generalizzate in premessa e quali iniziative intenda assumere per ovviare alla situazione di grave disagio venutasi a creare per i nostri connazionali;

   se il Governo non ritenga opportuno considerare il ritorno al metodo delle prenotazioni personali in consolato, ponendo fine agli abusi cui il sistema delle prenotazioni on line risulterebbe aver dato luogo.
(4-00411)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   «Villa Verdi» – residenza di Giuseppe Verdi, posta in località Sant'Agata Verdi, nel comune di Villanova sull'Arda (provincia di Piacenza) – di proprietà degli eredi del grande compositore, è soggetta a vincolo del Ministero dei beni culturali che ha sancito l'inscindibilità della predetta «Villa» e dei beni in essa contenuti;

   il 10 gennaio 2017, con provvedimento della Soprintendenza archivistica e della direzione generale archivi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, veniva disposto il prelievo di alcuni documenti storici (raccolti in 17 cartelle, relative ad opere del Maestro), e agli eredi veniva formalizzato, da parte della Soprintendenza regionale, il deposito degli stessi presso l'Archivio di Stato di Parma, al fine di provvedere alla «archiviazione e digitalizzazione» degli stessi;

   in ordine alla detta vicenda, il 21 settembre 2017, l'Assemblea legislativo dell'Emilia-Romagna (commissione V) approvava la risoluzione n. 5301, di cui era primo firmatario l'interrogante (Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 308 del 15 novembre 2017), che impegnava il presidente della giunta regionale «a voler chiedere al signor Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, a disporre una volta ultimate le procedure avviate di digitalizzazione e archiviazione dei documenti oggetto di “custodia coattiva” temporanea, che i documenti originali, di proprietà privata, facciano ritorno alla famiglia Carrara Verdi presso la casa di Giuseppe Verdi, in località Sant'Agata nel Comune di Villanova ed in Provincia di Piacenza, consentendo che la consultazione da parte di ricercatori e studiosi avvenga in tal modo nella sede propria di origine, a garanzia e tutela dei diritti degli eredi compreso il legittimo uso dei diritti di pubblicazione e di riproduzione»;

   nel corso di un recente sopralluogo (il 7 maggio 2018) effettuato a Villa Verdi, gli ispettori della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna hanno stabilito l'inadeguatezza della conservazione dei «Carteggi» verdiani, disponendo, seduta stante, il trasferimento degli stessi;

   a giudizio dell'interrogante è opinabile la nota della Soprintendenza che evidenzia la possibilità di trasferire la documentazione presso un istituto culturale al fine di agevolare l'opera degli studiosi, con ciò contraddicendo quanto disposto dal sopra citato vincolo di inseparabilità tra la «Villa» e i beni mobili;

   nel caso in cui la Soprintendenza, per entrare in possesso dei carteggi verdiani e della corrispondenza Verdi-Ghislanzoni, avesse inteso procedere all'espropriazione del bene, non è chiaro se abbia rispettato i procedimenti e le tempistiche di legge (articoli 95, 98 e 99 del decreto legislativo n. 42 del 2004). Al tempo stesso, essendo i carteggi nelle medesime modalità di conservazione da decenni, risulta quanto mai incomprensibile la decisione di trasferirli in altra sede;

   tra questi vi è anche un carteggio, che è stato oggetto di lunga corrispondenza, cui la Soprintendenza avrebbe potuto avere accesso ai sensi dell'articolo 127 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni –:

   quali siano le ragioni per le quali, a tutt'oggi, non risultino erogati i fondi previsti dalle due convenzioni stipulate nel 2000 e nel 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la proprietà di Villa Verdi per il restauro dell'immobile in questione e il miglioramento delle modalità di conservazione dell'archivio;

   se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per verificare il rispetto delle procedure e delle norme vigenti, da parte della Soprintendenza in questione, rispetto ai fatti evidenziati in premessa;

   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative volte a garantire la piena tutela del diritto di proprietà degli eredi del compositore Giuseppe Verdi, oltre alla tutela del vincolo di inscindibilità tra Villa Verdi e i beni in essa contenuti.
(5-00033)

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione”»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e dal finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la «tutela legale») degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00400)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e al finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale) degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00402)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il signore S.P. che ha ricevuto diverse cartelle esattoriali per somme dovute ad enti vari, chiedeva ed otteneva dall'Agenzia per la riscossione una dilazione di pagamento relativamente a n. 7 dei predetti carichi per un importo pari ad euro 34.460,84 da saldare in n. 72 rate mensili consecutive crescenti dal 15 maggio 2011 al 15 aprile 2017;

   in corso di pagamento e, precisamente, il 4 febbraio 2015, n. 3 cartelle esattoriali spiccate dalla sede Inps di Piacenza venivano sgravate in quanto non dovute. Il predetto contribuente, dopo avere versato rate per un importo complessivo di euro 29.028,32, cessava – quindi – di propria iniziativa i versamenti, considerando estinto il debito;

   il 5 maggio 2017 Equitalia s.p.a. inviava al succitato contribuente una richiesta di integrazione di quanto già versato, quantificata in euro 38,82 ed euro 8,21 per debiti residui su n. 2 cartelle non oggetto di sgravio e di euro 6.387,79 per una terza cartella non ammessa alla definizione agevolata;

   alla richiesta di chiarimenti avanzata dal contribuente, il Concessionario avrebbe contestato allo stesso l'arbitraria interruzione del concordato piano di dilazione, con conseguente decadenza – fra l'altro – delle relative agevolazioni ed automatica applicazione di ulteriori interessi di mora e, comunque, sino alla concorrenza degli importi pretesi;

   in data 5 luglio 2017 il contribuente, per il tramite di persona dallo stesso incaricato, si rivolgeva (segnalazione n. 71 nel registro dell'anno 2017) al Garante del Contribuente per l'Emilia-Romagna;

   nella risoluzione n. 2627 dell'8 maggio 2017 del Garante del Contribuente per l'Emilia-Romagna si legge testualmente: «...La segnalazione è stata come di prassi girata all'Ufficio competente per la formulazione delle controdeduzioni del caso, ma nonostante ripetuti solleciti a tutt'oggi, dopo oltre dieci mesi, non è qui pervenuto alcun riscontro e tantomeno notizia di eventuali sviluppi.»; ed ancora: «Allo stato dei fatti,[...], questo Garante sia pure in assenza di comportamenti esplicitamente scorretti o negligenti, rileva una oggettiva mancanza di collaborazione da parte del Concessionario, suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia fra cittadini ed Amministrazione finanziaria»;

   i fatti si commentano da sé, tuttavia, appare chiaro che qualora il contribuente, in perfetta buonafede ed eventualmente errando, avesse ritenuto di essere al riparo da ogni residua pretesa, non può l'organo creditore, secondo l'interrogante, omettere di fornire contezza dell'operato perfino al Garante del Contribuente, impedendo a quest'ultimo di effettuare un accurato esame delle reciproche ragioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative intenda assumere per impedire il reiterarsi di episodi di omessa collaborazione da parte del Concessionario, come nel caso descritto;

   se intenda svolgere le opportune verifiche e assumere le iniziative di competenza in merito alla situazione sopra rappresentata.
(4-00413)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   SILLI, MAZZETTI e DONZELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il susseguirsi di notizie inerenti alla ristrutturazione del tribunale di Prato, al suo eventuale trasferimento o addirittura all'accorpamento di alcune sue sezioni con altri tribunali in altri distretti (ben meno importanti per volume di contenzioso) ha destato un forte sconcerto tra i cittadini pratesi;

   nel periodo preelettorale sono apparse notizie di stampa ove il Ministro allora in carica prometteva bonariamente di scongiurare eventuali progetti di accorpamento del tribunale di Prato;

   ha fatto gridare allo scandalo l'ipotesi di trasferire, presso un altro tribunale, la sezione fallimentare di Prato, anche alla luce della crisi economica che ha gettato le imprese pratesi in uno dei periodi più cupi della sua storia recente;

   in questo modo il tribunale di Prato rischierebbe di perdere la competenza in materia di fallimenti, o meglio nell'ambito della crisi d'impresa, ravvisando pesanti ricadute sul sistema delle imprese e su tutte le categorie professionali che operano nel territorio pratese;

   la provincia di Prato e il suo distretto produttivo rappresentano una delle aree più industrializzate e più ricche del Paese; pertanto, è indispensabile mantenere sul territorio tutte le sezioni del tribunale, in special modo la sezione fallimentare –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di scongiurare l'eventuale trasferimento o accorpamento di alcune sezioni del tribunale di Prato in altri distretti che causerebbe pesanti ricadute sul sistema delle imprese e su tutte le categorie professionali della città di Prato.
(4-00391)


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella casa circondariale di Forlì (FC) ad oggi ci sono 130 detenuti, a fronte della presenza in forze di 100 unità di polizia penitenziaria;

   per far fronte alla non più procrastinabile emergenza dovuta alla mancanza di spazi adeguati per i detenuti e i responsabili penitenziari, è stata approvata da parte dell'amministrazione comunale la costruzione di una nuova sede carceraria, la quale tuttavia vedrà la luce non prima del 2022;

   si ravvisa, inoltre, una carenza di funzionari amministrativi e di educatori, che andrebbero potenziati per far fronte alle numerose attività richieste; solo l'abnegazione e la passione degli agenti di polizia, del personale tecnico e amministrativo, di tutti gli operatori, delle molte associazioni di volontariato che collaborano con l'ente, della direttrice e dei suoi collaboratori consente alla cassa circondariale di svolgere funzioni e attività di reinserimento e recupero, con risultati apprezzabili e riconosciuti;

   l'amministrazione penitenziaria regionale e centrale ha disposto l'ampliamento immediato della sezione femminile con apertura di un nuovo padiglione che, comportando l'incremento di 20 detenute con l'attivazione di nuove attività trattamentali, rende necessaria l'implementazione degli organici di 5 unità di polizia penitenziaria femminile e di un funzionario giuridico pedagogico (educatore) dedicato –:

   se il Ministro interrogato ritenga opportuno intervenire per aumentare il numero degli agenti di polizia penitenziaria implementando l'organico operativo di almeno 15 unità;

   se non si ritenga necessario implementare anche l'organico dei funzionari amministrativi e degli educatori, per rafforzare l'attività dell'istituto a beneficio dei detenuti e della comunità locale;

   se ci siano novità rilevanti inerenti alla tempistica di completamento dei lavori e all'apertura della nuova sede della casa circondariale.
(4-00393)


   CECCANTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e al finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale) degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00403)


   FOTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Logistic Park di Castel San Giovanni, ubicato in provincia di Piacenza tra le autostrade A21 e A1, è uno dei parchi logistici privati più estesi del Nord Italia;

   detto parco, inoltre, si caratterizza anche per l'attenzione verso la sicurezza interna che viene garantita da procedure particolarmente rigide grazie ad un sistema di sorveglianza tramite video telecamere di ultima generazione e differenti sistemi che garantiscono un elevato standard di sicurezza e affidabilità;

   in ragione anche della ubicazione strategica, il Logistic Park è diventato in pochi anni uno dei siti più appetibili da parte di primarie aziende. Sono, infatti, molti i grandi marchi che lo hanno scelto come punto di riferimento per le proprie merci: da Amazon a Moncler, da Conad al gruppo Bosh, da LG Electronics Italia a QVC e Leroy Merlin, giusto per citare alcuni nomi;

   proprio Leroy Merlin Italia risulta avere affidato a Ceva Logistics il servizio per la gestione in house del magazzino e per la distribuzione in tutta Italia. Oramai da diverso tempo, anche in ragione di alcuni comportamenti di cooperative sub appaltatrici di Ceva Logistics, si sono aperti diversi fronti di contestazione da parte dei lavoratori, sfociati in improvvisati scioperi e/o blocchi delle merci in entrata ed in uscita dal Logistic Park;

   al riguardo, si segnala che l'innalzamento della tensione davanti al Logistic Park è anche dovuto al vero e proprio scontro che contrappone due sigle sindacali particolarmente attive, ma non per questo maggiormente rappresentative, tra i lavoratori del Logistic Park, segnatamente S.I. Cobas e USB, così come risulta anche da alcune significative prese di posizione;

   fermi restando i diritti sindacali, non appare possibile che, per le divergenze e la concorrenza di due sigle sindacali, spesso e volentieri si registrino scontri e disordini, con le forze dell'ordine, oramai stabilmente impegnate davanti al Logistic Park e, in più occasioni, anche con i reparti mobili;

   d'altra parte, presso altri operatori del parco in questione, i rapporti sindacali sono improntati al dialogo e alla soluzione. È il caso dell'impegnativa vertenza che ha contrapposto Amazon alle rappresentanze sindacali di Filcams-Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario, conclusasi il 22 maggio 2018 con un accordo definito «storico» dalle predette organizzazioni;

   per contro, i volti e le generalità dei sobillatori – che anziché esercitare correttamente i diritti sindacali promuovono azioni in spregio alle vigenti leggi – sono ben noti alle forze dell'ordine e anche l'autorità giudiziaria ne è stata informata in più occasioni, senza che per altro – a tutt'oggi – siano note le conclusioni cui la stessa sia pervenuta –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo abbia assunto per il ripristino della piena legalità all'esterno del Logistic Park di Castel San Giovanni;

   se siano state avviate indagini in ordine ai reiterati episodi di violenza fino ad oggi verificatisi all'esterno del predetto Logistic Park.
(4-00414)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto stabilito dallo schema di convenzione sottoscritto il 12 ottobre 2007 tra Aspi (Autostrade per l'Italia) e il concedente Anas (ora: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), il concessionario ha sviluppato la progettazione preliminare degli interventi di potenziamento di alcune tratte autostradali, tra cui l'ampliamento alla quarta corsia dell'A1 tra Modena nord e Piacenza sud. Il concedente, approvati i progetti il 3 febbraio 2011, ha successivamente richiesto ad Aspi di sviluppare anche la progettazione definitiva e lo studio di impatto ambientale;

   l'Anas ha inoltre stabilito un ordine di priorità per la realizzazione degli interventi in relazione a valutazioni sull'efficacia trasportistica e sulla fattibilità tecnica. In particolare, la tratta A1 Modena nord – Piacenza sud non è stata inserita nel primo gruppo di priorità, su cui invece Aspi ha iniziato a sviluppare i progetti definitivi e gli studi di impatto ambientale;

   dalle analisi richieste dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad Aspi, sarebbe emerso che il tratto dell'A1 in questione presenterebbe livelli di servizio – allo stato attuale – adeguati;

   nei fatti, il tratto dell'autostrada A1 compreso tra Piacenza sud e lo svincolo in direzione dell'A15 (Parma – La Spezia) registra un carico di traffico quotidiano oramai al limite della sopportabilità, attestato anche dall'elevato numero di incidenti stradali che si registrano sullo stesso, con ripetute e oramai quotidiane situazioni di gravissimo disagio per gli utenti –:

   se risulti essere stata avviata quanto meno la progettazione definitiva per la realizzazione della quarta corsia nel tratto autostradale Modena Nord-Piacenza sud (A1 Milano-Napoli);

   se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato al riguardo.
(4-00392)


   FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da giugno 2018 Trenitalia ha cancellato dai propri orari i seguenti treni della tratta Parma-Milano: n. 8802 da Ancona (in partenza alle 5,00 e con arrivo a Milano alle 9,20); n. 8829 (in partenza da Milano alle 17,35 ed arrivo ad Ancona alle 23,29);

   detti treni hanno sempre avuto un grande utilizzo da parte dei cittadini, in particolare modo i pendolari di Parma e Piacenza, e rivestono un ruolo di fondamentale importanza, in particolare per questi ultimi;

   giova evidenziare che, alla mattina, prima del treno n. 8802 non vi è alcuna possibilità di utilizzo di altro Frecciabianca in grado di fornire il servizio del predetto treno, mentre i treni regionali – al di là delle problematiche che presentano – non sono in grado di soddisfare adeguatamente le necessità degli utenti;

   all'evidenza, i treni soppressi non risultano essere mai stati utilizzati dagli studenti (per evidenti ragioni di costo) e, quindi, non ha molto senso privare dell'utilizzo degli stessi i pendolari di Parma e Piacenza che, anche durante il periodo estivo, se ne servono –:

   se il Ministro interrogato intenda verificare presso Trenitalia le ragioni delle sopra evidenziate soppressioni dei treni e se ritenga di dovere assumere le iniziative di competenza affinché il gestore del servizio ferroviario non penalizzi in modo inopinato l'utenza.
(4-00394)


   CECCANTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel Codice Etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e al finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale) degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00401)


   MULÈ, GELMINI, SACCANI JOTTI, APREA, BAGNASCO, BALDELLI, BARATTO, ANNALISA BARONI, BENDINELLI, BENIGNI, BERGAMINI, BOND, BRAMBILLA, BRUNETTA, CANNATELLI, CAON, CASSINELLI, CATTANEO, CORTELAZZO, DELLA FRERA, D'ETTORE, FATUZZO, FIORINI, GREGORIO FONTANA, GAGLIARDI, GERMANÀ, GIACOMETTO, MANDELLI, MARIN, MILANATO, MUSELLA, NAPOLI, ORSINI, PALMIERI, PEDRAZZINI, PELLA, PENTANGELO, PEREGO DI CREMNAGO, PORCHIETTO, RAVETTO, ROSSELLO, RUFFINO, SORTE, SOZZANI, SQUERI, VALENTINI, VERSACE, ZANELLA, ZANETTIN, ZANGRILLO, ROSSO e CALABRIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 22 maggio 2018, nel corso della trasmissione televisiva «L'aria che tira», il Ministro interrogato dichiarava testualmente: «Troppe grandi opere sono iniziate senza avere una valutazione (...) Noi di tutte le grandi opere, Ilva compresa, faremo una valutazione costi/benefici e se i costi supereranno i benefici per i cittadini dovremo valutare di cambiare idea rispetto ai governi precedenti. Questo è certo e lo promettiamo agli italiani»;

   il 2 giugno successivo il Sole 24 Ore riportava a pagina 2 le seguenti parole del Ministro medesimo: «Le grandi opere vanno studiate e analizzate tutte, quello che è giusto lo faremo e quello che non è giusto no»;

   il 4 giugno i parlamentari e i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle del Veneto dichiaravano congiuntamente: «Nel contratto di governo c'è scritto chiaramente che tutte le grandi opere devono essere sottoposte a un'analisi costi/benefici: (...) anche la Pedemontana e la Tav rientrano in questa analisi. Nella lista figuravano inoltre Mose e le bonifiche di Marghera. Toninelli ispezionerà le grandi opere che verranno poi sottoposte all'analisi costi-benefici»;

   l'11 gennaio 2018 l'agenzia Anas riportava le parole di Luigi Di Maio, allora candidato premier e oggi Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali secondo il quale sarebbe stato definanziato il Terzo Valico e pure la Gronda. Lo stesso ha dichiarato che: «il terzo valico va messo da parte [...] Se andremo al governo verrò a Genova a dire che il terzo valico non si fa più: i 6 miliardi dell'opera li investiremo nel trasporto pubblico locale»;

   a proposito del cosiddetto Terzo valico sul sito movimento5stelle.it il 16 marzo è stato pubblicato il post intitolato «Terzo Valico, Opera importante? Solo per lobby cemento» in cui i parlamentari 5 Stelle componenti delle Commissioni trasporti nella precedente legislatura sostenevano: «Il Terzo Valico è un'infrastruttura devastante per l'ambiente e le casse dello Stato che distruggerà il territorio. Per questo l'abbiamo merita tra le grandi opere inutili da abolire dopo una preliminare analisi dei costi-benefici sia da un punto di vista ambientale che economico»;

   il contratto di Governo, al capitolo 27 «Trasporti, infrastrutture e telecomunicazioni», recita: «La ferrovia dovrà essere in grado di rivestire nuovamente il ruolo di principale sistema di trasporto ad alta densità perché, attualmente rappresenta l'unica soluzione di mobilità sostenibile per le medie e lunghe percorrenze, contribuendo ad alleviare i problemi di congestione dei pendolari, di sicurezza e di pressione ambientale», senza alcun altro riferimento alle grandi opere ad esclusione del Tav Torino-Lione;

   il 5 giugno 2018 il Senatore Mattia Crucioli del Movimento 5 Stelle, legale dei comitati contro il Terzo valico, ha dichiarato in un'intervista al Secolo XIX: «Su Gronda e Terzo Valico il rapporto costo benefici sarà oggetto della valutazione del comitato di conciliazione. (...) Se i costi, compreso l'abbandono di quello che si è già fatto, non giustificano i benefici, bisogna fermare le opere» –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire una lista dettagliata delle opere ritenute «inutili» e se possa in particolare confermare che il Governo ritenga il Terzo valico una «infrastruttura devastante» e se questa opera sia già inserita tra quelle da abolire;

   se sia già a conoscenza dell'arco temporale in cui si procederà alla cosiddetta «valutazione costi/benefici» e, in attesa di tale valutazione, se il Ministro intenda promuovere misure sospensive con riguardo agli appalti in essere;

   se il Governo intenda rivolgersi ad un soggetto esterno per le richiamate valutazioni e, nel qual caso, attraverso quali modalità e secondo quali criteri si intenda assegnare tale incarico;

   quali siano i criteri in base ai quali sarà valutato il rapporto costo/benefici per le opere in questione.
(4-00410)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO, FIDANZA e FOTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la stabilizzazione dei vigili del fuoco discontinui è un atto dovuto per mettere fine ad anni di ingiusto precariato di tale personale, indispensabile per il comparto sicurezza; al riguardo, si ritiene necessario avviare un'urgente procedura di stabilizzazione per tutti quei vigili discontinui che abbiano maturato almeno 3 anni di servizio e 120 giorni di richiamo, entro e non oltre l'8 luglio 2017, data di entrata in vigore del decreto legislativo che, modificando la legge n. 139 del 2006, ha previsto la separazione del quadro volontario da quello discontinuo. Inoltre, va posto un limite di età per la componente operativa da elevare, eccezionalmente, a 42 anni compiuti entro la pubblicazione del nuovo bando;

   entro 5 anni tale procedura dovrà essere portata a termine, assumendo e, dunque, stabilizzando i vigili discontinui presenti nella graduatoria;

   tale manovra è doverosa anche considerando che la procedura di assunzioni varata recentemente e prevista dalla legge di bilancio 2018 stabilizzerà, nell'arco di 5 anni, solo 490 discontinui su un totale di circa 15000, senza prevedere una ricollocazione per gli esclusi;

   per la stabilizzazione lavorativa di tutti gli over 42, si deve prevedere l'inserimento in ruoli non operativi o di ufficio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, predisponendo un'ulteriore graduatoria che richieda quale requisito (entro la su citata data dell'8 luglio 2017) un minimo di giorni di servizio prestati pari a 400/450 circa;

   va riconosciuto un attestato d'operatore antincendio alto rischio, 4° livello, da attribuire esclusivamente al personale discontinuo del Corpo e il cui possesso comporti un diritto di prelazione nelle assunzioni in tutte quelle strutture, private e non, considerate ad alto rischio;

   inoltre, si ritiene necessario adottare provvedimenti normativi nel settore privato che si occupa di antincendio a tutela del personale addetto, poiché spesso detto personale risulta sottopagato e, tra l'altro, si registrano in tale contesto degli abusi per il ricorso al contratto a tempo determinato che viene reiterato nel lungo periodo –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato su quanto esposto e se intenda adottare urgentemente le iniziative di competenza per stabilizzare e tutelare i vigili del fuoco discontinui.
(5-00032)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 6 marzo 2017 il Ministro interrogato, in quanto segretario del suo movimento politico, ha sottoscritto a nome del medesimo un patto col signor Zheleznyak a nome del partito di Governo «Russia Unita» un accordo bilaterale, reso noto in seguito, ai sensi del quale, tra l'altro, ci si impegna allo «scambio di esperienze in attività legislative» nonché alla «cooperazione nei settori dell'economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi»;

   in data 1o giugno 2018 il Ministro interrogato ha giurato di esercitare le sue funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione –:

   se esistano altri patti o accordi analoghi sin qui non resi noti e se, nella sua responsabilità di Ministro, intenda attenersi a tali clausole e come esse eventualmente si concilino col giuramento prestato, con l'adesione all'Unione europea e con l'adesione all'Alleanza Atlantica.
(4-00397)


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo notizie di stampa, si apprende che saranno aperti nuovi Cie (Centri identificazione e espulsione) in ogni regione;

   in una intervista a La Stampa del 4 giugno 2018, il neo presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, traccia uno scenario generale di gestione dei migranti in cui ipotizza che gli ospiti delle strutture di accoglienza debbano rimanere in un regime assimilabile a quello di reclusi: «non dico di metterli in carcere – risponde Fedriga – ma ci vuole il massimo della sicurezza»;

   altri presidenti di regione hanno reso noto, attraverso agenzie di stampa, la loro posizione su eventuali attivazioni di Cie sui territori di loro competenza, affermando di avere poche informazioni al riguardo;

   a quanto si apprende dai media, si avanza l'ipotesi che in Friuli Venezia Giulia siano resi operativi più Cie, tra cui due strutture a Udine già destinate all'accoglienza, le ex caserme «Caverzerani» e «Friuli», su cui lo Stato ha investito molte risorse pubbliche, e una struttura a Gradisca d'Isonzo, già da venti anni destinata ad analogo impiego;

   sempre da informazioni di stampa, non si esclude che altri Cie possano essere attivati in altre parti della regione Friuli Venezia Giulia;

   inoltre, pare essere prossima la chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Gradisca (Go) per essere trasformato in Centro permanente per i rimpatri (Cpr), al fine di ospitare non oltre 100 ex profughi, cui è stata respinta la richiesta di asilo, in attesa di essere rimpatriati;

   i soggiornanti in tale struttura non sarebbero più richiedenti asilo e quindi liberi di circolare, ma stranieri provenienti dall'intero territorio nazionale, in attesa di espulsione e rimpatrio;

   la eventuale trasformazione da Cara in Cpr comporterebbe, inevitabilmente, anche importanti lavori di adeguamento della struttura, vista la sua trasformazione da luogo utilizzato per l'accoglienza in struttura che servirebbe al solo «trattenimento temporaneo di migranti»;

   l'eventuale attivazione di un Cie di nuova concezione a Gradisca comporterebbe interventi ancora più incisivi –:

   se il Governo abbia intenzione di aprire nuovi Centri di identificazione e espulsione destinati a trattenere in modo indiscriminato richiedenti asilo da identificare, clandestini da espellere o rimpatriare e se ciò sia previsto avvenga anche nella regione Friuli Venezia Giulia;

   in tal caso, quale o quali sarebbero i siti individuati in Friuli Venezia Giulia per ospitare i Centri di identificazione e espulsione;

   se queste nuove aperture di Centri di identificazione e espulsione sul territorio nazionale avverranno per decisione autonoma del Ministero dell'interno o in accordo con le regioni, tenendo conto che, ad esempio, il presidente del Veneto Luca Zaia ha affermato – come si evince da notizie di agenzia – che la risposta della sua regione sarebbe negativa «in assenza di un programma organico»;

   se il Governo intenda effettivamente procedere alla chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti di asilo di Gradisca per trasformarlo in Centro permanente per i rimpatri;

   come si intenda procedere rispetto alla gestione e alla sicurezza di un Centro permanente per i rimpatri, che appare molto diverso rispetto ad un Centro di accoglienza per richiedenti asilo e quali iniziative si intendano pertanto adottare per un controllo adeguato del territorio che dovrà, necessariamente, essere più presidiato;

   quale sia l'orientamento in relazione al personale operante all'interno del Centro permanente per i rimpatri, che dovrà fornire tutte le garanzie professionali e le competenze richieste dalla situazione, che sarà radicalmente diversa rispetto alla precedente;

   quali saranno, anche alla luce delle dichiarazioni del presidente Fedriga, le caratteristiche dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, visto che il trattenimento in un regime restrittivo delle libertà personali si porrebbe in violazione della legislazione vigente, e se quindi, in continuità con quanto già previsto dal Ministro pro tempore Minniti, tale regime sarà limitato alle sole persone accolte nei Centri permanenti per i rimpatri.
(4-00407)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   RAMPELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il progetto «High School Radio» (HSR), divenuto attività di formazione per l'alternanza scuola/lavoro, tramite un protocollo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 2016, è nato nel 2013, ed ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, della polizia di Stato, del Coni, del Comitato italiano paralimpico, e di 10 regioni ed oltre 40 comuni;

   si tratta della prima emittente radiofonica al mondo interamente gestita da studenti. Ha coinvolto sin dalla sua nascita decine di ragazzi e 40 scuole italiane, con l'intento di consentire agli studenti delle scuole superiori di maturare una formazione gratuita nel mondo della comunicazione e guidarli nella scelta universitaria;

   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pro tempore, negli ultimi giorni della XVII legislatura, ha annunciato la nascita di «miurradionetwork.it», affidato a soggetti terzi, che ricalca nella quasi totalità l'intento e il progetto HSR, per la realizzazione del quale, a quanto risulta all'interrogante, non sarebbero stati erogati adeguati finanziamenti;

   è evidente, a giudizio dell'interrogante, la sovrapposizione del nuovo progetto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca rispetto al progetto «High School Radio», già testato e operante con eccellenza, che trasmette in tutto il mondo, collegando via web anche le scuole italiane all'estero e che agisce con testata giornalistica per il rilascio di titoli professionali, offrendo borse di studio agli studenti;

   «Radiomiurnetwork», secondo l'interrogante, mette a repentaglio la titolarità dell'iniziativa targata HSR e di tutti gli sforzi compiuti, cagionando un'inevitabile concorrenza, in conflitto con gli obiettivi già riconosciuti al progetto HSR e a vantaggio degli studenti di tutta Italia;

   con questa iniziativa il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca renderà vani 5 anni di attività, con il chiaro intento di gestire, in esclusiva, il progetto radio, da subito risultato il più apprezzato, in quanto il più attinente e funzionale alle esigenze dei giovani;

   sovrapponendosi finalità ed organizzazione risulta chiaro, ad avviso dell'interrogante, che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di fatto sostituisce il progetto HSR con un nuovo progetto affidandolo a soggetti terzi; in questo modo, secondo l'interrogante, tali soggetti si sostituiscono nei fatti a coloro che hanno creato e sperimentato il progetto HSR per dimostrarne potenzialità e benefici –:

   quali siano i fondi erogati a sostegno del progetto del Miur «radio Network», in base al quale da settembre 2018 saranno avviate collaborazioni con le web radio già attive;

   quali siano i destinatari e le modalità di scelta di un'emittente radiofonica che, secondo l'interrogante, nasce da un progetto che ne ricalca uno già attivo e operante con eccellenza dal 2013;

   di quali elementi disponga il Governo circa la realizzazione del progetto HSR che risulta essere stato già riconosciuto ai più alti livelli, con una radiofrequenza su Roma e provincia che è la più vasta d'Europa, e circa i fondi erogati per la sua attuazione;

   se non ritenga opportuno assumere iniziative di competenza per dare nuovo slancio al progetto «High School Radio», avviato nel 2013, e che vanta il patronato di diverse regioni e di oltre 40 comuni.
(4-00408)


   RAMPELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in ottemperanza al decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, recante «Riordino degli enti di ricerca» e al decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 128, di riordino dell'Agenzia spaziale italiana, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina, con proprio decreto, il presidente dell'Agenzia spaziale italiana per un mandato quadriennale;

   il 7 maggio 2018, poco prima della scadenza del mandato, il presidente uscente è stato riconfermato;

   sembra all'interrogante quantomeno inopportuno che si sia proceduto alla nomina del presidente dell'Agenzia spaziale italiana da parte di un Governo dimissionario;

   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha promulgato con largo anticipo, il 1° febbraio 2018, un bando per la presentazione di candidature per la nomina del nuovo presidente dell'Agenzia, unitamente a quello per il rinnovo del consiglio d'amministrazione dell'istituto nazionale di ricerca metrologica, il cui mandato, invece, scadeva a febbraio;

   tale bando è scaduto agli inizi di marzo 2018 e risulta che il comitato di selezione abbia proposto al Ministro una rosa di nominativi per affidare l'incarico, così come previsto dal bando stesso;

   tra le partecipate dall'Agenzia spaziale, particolare importanza assume il Centro italiano ricerche aerospaziali, una società consortile per azioni a maggioranza pubblica, che vede l'Agenzia spaziale italiana come primo partecipante, con il 47 per cento, il Centro nazionale delle ricerche, con il 5 per cento, la regione Campania (attraverso il Consorzio A.S.I.-CE), con il 16 per cento e le principali aziende aerospaziali italiane;

   il Centro italiano ricerche aerospaziali è destinatario di fondi pubblici erogati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in quanto soggetto attuatore del programma nazionale di ricerche aerospaziali, ai sensi del decreto ministeriale 24 agosto 1998 n. 305, con investimenti superiori ai quattrocento milioni di euro e un contributo annuale di circa ventidue milioni di euro;

   il Centro italiano ricerche aerospaziali è in un periodo di forte difficoltà a causa di continui avvicendamenti ai vertici, determinati dal socio di maggioranza Agenzia spaziale italiana, che hanno portato ad un netto peggioramento dei conti economici, e sono, inoltre, in corso alcuni procedimenti giudiziari in merito a presunte irregolarità gestionali;

   il mandato del consiglio d'amministrazione del Centro nazionale ricerche aerospaziali scadrà al momento dell'imminente approvazione del bilancio 2017;

   i soci pubblici (Azienda spaziale italiana e Centro nazionale delle ricerche) hanno il diritto di designare il presidente e due membri dello stesso consiglio d'amministrazione;

   l'Assemblea dei soci del Centro italiano ricerche aerospaziali, a quanto risulta all'interrogante, si appresterebbe, in questi giorni, ad approvare un piano triennale 2018-2020 che prevede ingenti investimenti a valere su fondi Prora, vigilati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dal Ministero dell'economia e delle finanze, in assenza del necessario decreto interministeriale previsto per legge –:

   quali siano state le indicazioni del Presidente dell'Agenzia spaziale italiana in merito ai piani strategici e ai vertici del Centro italiano ricerche aerospaziali, ovvero quali deliberazioni vincolanti per il futuro di tale organismo si intendano assumere nella prossima assemblea dei soci, e quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato al fine di garantire la corretta attuazione del Prora e la salvaguardia del Centro italiano ricerche aerospaziali, primaria istituzione nazionale di ricerca in ambito aerospaziale.
(4-00409)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENNI e INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la direttiva (UE) 2015/412 ha modificato la direttiva 2001/18/UE dando la possibilità agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul loro territorio;

   l'articolo 20, comma 1, della legge 29 luglio 2015, n. 115 (legge europea 2014) ha previsto che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute, e sentita la Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, richiedesse alla Commissione europea, entro il 3 ottobre 2015, l'adeguamento dell'ambito geografico delle notifiche o delle domande presente prima dell'entrata in vigore della direttiva;

   il 1° ottobre 2015, sono state inviate alla Commissione europea le richieste di adeguamento dell'ambito geografico dei seguenti Ogm: 1) mais MON810 (Monsanto Europe); 2) mais MIR604 (Syngenta Crop Protection AG); 3) mais 59122 (Pioneer HI-bred International); 4) mais GA21 (Syngenta Crop Protection AG); 5) mais 1507 x 59122 (Dow Agroscience LLC); 6) mais Bt11 x MIR604 x GA21 (Syngenta Crop Protection AG); 7) mais 1507 (Pioneer HI-bred International); 8) mais Bt 11 (Syngenta Seeds);

   il decreto legislativo 14 novembre 2016, n. 227, ha dato attuazione alla direttiva (UE) 2015/412, definendo le procedure che devono essere seguite in ambito nazionale per richiedere l'adeguamento dell'ambito geografico di un'autorizzazione al fine di escludere parte o tutto il territorio nazionale dalla coltivazione di un Ogm o per vietare d'urgenza tale coltivazione qualora sussistano ragioni di politica ambientale, di pianificazione urbana e territoriale, di uso del suolo e di impatto socio-economico;

   la Commissione europea, con decisione del 3 marzo 2016, prendendo atto della richiesta di esclusione presentata dall'Italia, ha vietato nel territorio italiano la coltivazione dei prodotti a base di granoturco MON810;

   negli anni passati, prima che la normativa europea e nazionale fosse modificata nel senso sopra prospettato, alcuni agricoltori hanno tentato di seminare colture Ogm. In particolare, in Friuli Venezia Giulia, il signor Giorgio Fidenato ha seminato mais MON810. L'Autorità controllante, in base al decreto interministeriale 12 luglio 2013, ha disposto la distruzione delle piantagioni e ha sanzionato il relativo comportamento. La legittimità dell'intervento da parte delle Autorità italiane è stata contestata in sede europea; il 13 settembre 2017, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha dichiarato che, in base alla normativa europea vigente al momento della commissione dell'illecito, né la Commissione né gli Stati membri avevano la facoltà di adottare misure di emergenza (in questo caso il divieto della coltivazione di mais MON 810), non essendo stato accertato che quel prodotto geneticamente modificato potesse concretamente comportare un grave rischio per la salute umana, per la salute degli animali o per l'ambiente;

   la sentenza della Corte di giustizia interessa fatti accaduti prima delle modifiche intervenute con l'approvazione della direttiva (UE) 2015/412 e che, al momento, nessuna coltivazione di Mais MON 810 può ritenersi legittima avendo l'Italia chiesto ed ottenuto di essere esclusa dall'ambito di coltivazione dell'Ogm;

   si ritiene, comunque, assolutamente necessario evitare il ripetersi di episodi, anche a solo scopo dimostrativo, simili a quelli verificatisi nel passato con il caso Fidenato, considerato che ogni atto in tal senso rischierebbe di contaminare le coltivazioni convenzionali e biologiche;

   sulla base di recenti informazioni pubblicate dagli organi di stampa si è appreso della semina e della prossima raccolta di mais GM MON 810 da parte del medesimo agricoltore –:

   quale sia il quadro aggiornato in materia a disposizione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e se il Ministro interrogato non ritenga di attivarsi affinché, anche attraverso l'ausilio dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del suddetto Ministero, sia impedito preventivamente qualsiasi ulteriore tentativo di semina del mais OGM 810 nel territorio italiano.
(5-00031)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la situazione in cui versano le strutture operative dei comuni montani e, nello specifico, del comune di Bagno di Romagna (Forlì-Cesena), risulta essere di oggettiva gravità;

   la sofferenza organizzativa è dovuta in particolare alla mancata sostituzione del personale cessato o assente a causa dei divieti generali di assunzione e di quelli particolari derivanti dallo sforamento nel 2014 del patto di stabilità;

   il blocco delle assunzioni a partire dal 2014 fino al mese di luglio 2016 – arco temporale in cui vigeva l'obbligo di procedere all'assorbimento del personale delle province a seguito del riordino istituzionale – ha aggravato notevolmente la situazione, al punto che l'organico del comune di Bagno di Romagna è passato da n. 69 dipendenti al 31 dicembre 2013 a n. 56 dipendenti al 31 marzo 2018;

   la vittoria del «no» al referendum sulla riforma costituzionale svoltosi il 4 dicembre del 2016 ha interrotto il percorso di riforma delle province e delle autonomie locali avviato con la legge n. 56 del 7 aprile 2014 –:

   se e come i Ministri interrogati intendano promuovere una revisione organica del sistema delle autonomie locali, garantendo nella fattispecie maggiore autonomia gestionale da parte degli enti;

   se i Ministri interrogati intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a introdurre nuovi e diversi criteri di controllo dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione amministrativa degli enti pubblici che prendano in considerazione, in particolare, i servizi svolti da quest'ultimi nei confronti dei propri cittadini.
(4-00395)


   BUSINAROLO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   con l'entrata in vigore dell'articolo 54-bis (Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti) del decreto legislativo n. 165 del 2001 (Testo unico del pubblico impiego) si prevede una nuova forma di tutela dei dipendenti e dei collaboratori delle imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione pubblica laddove segnalino al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell'amministrazione di appartenenza, ovvero all'Anac, o denuncino all'autorità giudiziaria ordinaria o contabile condotte illecite di cui sono venuti a conoscenza in ragione del loro rapporto di lavoro;

   in virtù della suddetta novella legislativa le pubbliche amministrazioni sono obbligate a garantire procedure informatizzate che tutelino l'anonimato del segnalante, se questo vuole restare anonimo, pena pesanti sanzioni pecuniarie;

   l'implementazione di sistemi informatici che garantiscano l'anonimato è complessa e richiede tempi lunghi per essere portata a termine. Per superare questo ostacolo e rendere efficace la previsione normativa, nell'attesa che gli enti pubblici si dotino dei necessari strumenti tecnologici e organizzativi, l'Anac ha messo a punto una piattaforma informatica sicura per le segnalazioni, la quale dall'8 febbraio 2018 è attiva e accessibile all'indirizzo https://servizi.anticorruzione.it/segnalazioni/#/;

   all'applicazione è possibile accedere anche tramite la rete Tor, la quale garantisce, oltre alla tutela del contenuto della trasmissione, anche l'anonimato delle transazioni tra il segnalante e l'applicazione, rendendo impossibile per il destinatario e per tutti gli intermediari nella trasmissione avere traccia dell'indirizzo internet del mittente;

   nel piano triennale di prevenzione della corruzione 2018-2020 della provincia autonoma di Trento si precisa che entro il 31 dicembre 2019, la direzione generale provvederà all'acquisizione di un sistema informativo dedicato alla gestione delle segnalazioni di illecito, idoneo a garantire la tutela della riservatezza dell'identità del segnalante. Da quanto sembra dedursi, pertanto, a differenza del sistema messo a disposizione dall'Anac, l'attuale sistema di segnalazioni di illecito non è idoneo ad assicurare l'anonimato del segnalante attraverso l'utilizzo di protocolli di crittografia che garantiscano il trasferimento di dati riservati e un dialogo in modo anonimo e spersonalizzato –:

   di quali elementi disponga circa la conformità del sistema di segnalazione utilizzato dalla provincia autonoma di Trento e l'effettiva accessibilità dei dipendenti alla rete Tor, al fine di garantire le forme di tutela dei cosiddetti whistleblower previste dal decreto legislativo n. 165 del 2001;

   se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza allo scopo di divulgare ogni utile informazione circa gli strumenti disponibili per inoltrare le segnalazioni di cui in premessa, ovvero circa la possibilità di utilizzare il sistema predisposto dall'Anac, per i dipendenti pubblici che si trovano in condizioni analoghe a quelle dei dipendenti della provincia autonoma di Trento e delle società partecipate, almeno sino all'implementazione di sistemi informativi idonei.
(4-00396)

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO E DEMOCRAZIA DIRETTA

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e al finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale) degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00405)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione”»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e dal finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la «tutela legale») degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00399)


   CONTE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il direttore generale dell'Asl di Benevento ha trasmesso alla struttura commissariale della regione Campania la deliberazione n. 210 del 16 aprile 2018 di riproposizione dell'atto aziendale;

   con la citata deliberazione dell'Asl 210 del 2018, il direttore generale asserisce di aver preso atto di quanto comunicato dagli organi di verifica regionali, mediante gli atti prescrittivi n. 843998 del 29 dicembre 2016 e n. 0307449 del 28 aprile 2017;

   l'atto aziendale riproposto risulta non conforme ai sopra citati atti prescrittivi degli organi di verifica regionali, e non sarebbe stato portato, peraltro, a conoscenza del consiglio dei sanitari;

   le «Tecnostrutture direzionali» di cui all'articolo 12 dell'atto aziendale in esame (con le unità operative complesse di «Prevenzione e protezione», di «Affari Interni e pianificazione direzionale statistica» e di «Programmazione e Controllo di gestione») afferiscono direttamente alla direzione strategica, ponendosi, ad avviso dell'interrogante, in contrasto con i principi della normativa in materia;

   risulta programmato un numero maggiore di unità operative complesse rispetto ai parametri fissati dal DCA 18/2013 per la Asl di Benevento;

   la riproposizione di un dipartimento sanitario centrale nell'ambito delle «strutture centrali sanitarie» (articolo 15) e di un dipartimento tecnico-amministrativo centrale nell'ambito delle «strutture centrali tecnico-amministrative» (articolo 17) con unità operative poste alle dirette dipendenze di due «Dirigenti responsabili dei dipartimenti Centrali, sanitario e amministrativo» confligge con gli atti prescrittivi della regione sopra citati che ne ha sottolineato l'irregolarità trattandosi di unità operative già alle dirette dipendenze dei direttori sanitario e amministrativo;

   il modello organizzativo della sanità penitenziaria appare all'interrogante modulato in difformità alle linee guida regionali della delibera della giunta della regione Campania n. 96 del 21 marzo 2011 (BURC n. 20 del 28 marzo 2011) e al DCA n. 104 del 30 settembre 2014, pagina 7 (BURC n. 69 del 6 ottobre 2014);

   per ricoprire l'incarico direttore generale della Asl occorre avere una «comprovata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale, nel settore sanitario (...), con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche e o finanziarie» ai sensi dell'articolo 1, comma 4, lettera b), del decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171. Si tratta di un requisito di vertice riconducibile alla struttura organizzativa della unità operativa complessa di una Asl;

   l'incarico professionale ricoperto dal dottor Franklin Picker nella sua Asl di provenienza (ASL Na3Sud) è quello di «dirigente medico con incarico di struttura semplice» come risulta ad esempio dalla determinazione dirigenziale n. 741 del 29 luglio 2016 della Unità operativa complessa gestione risorse umane della Asl Na3Sud;

   sarebbe opportuno evitare l'eventuale intromissione dell'organo politico nella gestione, considerato che le unità operative delle «tecnostrutture aziendali» afferiscono direttamente al direttore generale quale componente della direzione strategica e che secondo quanto disposto dall'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, alle amministrazioni pubbliche «è fatto divieto di istituire uffici di diretta collaborazione, posti alle dirette dipendenze dell'organo di vertice dell'ente» –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti e quali siano i suoi orientamenti, per quanto di competenza, al fine di evitare un impiego scorretto e dispersivo delle risorse pubbliche e garantire l'efficienza ed efficacia delle prestazioni sanitarie;

   se intenda assumere, per quanto di sua competenza, iniziative volte a evitare l'incremento dei costi per il mantenimento di unità operative complesse in esubero con la relativa retribuzione al personale dirigenziale;

   se intenda assumere iniziative normative, in sinergia con le regioni, per assicurare che la nomina dei funzionari incaricati della gestione amministrativa delle strutture sanitarie sia fondata sulla valutazione oggettiva delle qualità e capacità professionali da essi dimostrate, come esplicitato nella sentenza n. 34 del 2010 dalla Corte costituzionale.
(4-00412)

SUD

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro per il sud. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuta a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e al finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale) degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00404)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BENAMATI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'impianto Ilva di Taranto è il più grande stabilimento siderurgico d'Europa e anche uno dei più moderni;

   da luglio 2012 vari interventi della magistratura hanno disposto il sequestro dell'acciaieria e l'arresto di alcuni suoi dirigenti, tra cui i proprietari, per violazioni ambientali;

   essendo uno stabilimento di interesse strategico nazionale, l'impianto di Taranto è stato oggetto di una speciale disciplina che ne ha disposto il commissariamento, prevedendo la prosecuzione dell'attività produttiva funzionale alla conservazione della continuità aziendale, nonché la predisposizione di un piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria;

   la successiva ricollocazione sul mercato del complesso industriale Ilva è stata strutturata secondo un procedimento complesso idoneo a garantire, nel rispetto della compatibilità con le regole europee, l'esigenza di realizzazione di un piano di misure ambientali con le finalità della amministrazione straordinaria;

   nell'operato dei Governi pro tempore Letta, Renzi e Gentiloni è stata data massima centralità al tema di coniugare la tutela ambientale e sanitaria del territorio e dei suoi abitanti con i livelli produttivi e occupazionali dell'Ilva e dell'indotto, anche attraverso l'utilizzo di un ingente ammontare di risorse pubbliche (fino ad oggi, circa 900 milioni di euro);

   il 5 giugno 2017 il Ministro dello sviluppo economico pro tempore ha firmato il decreto che ha autorizzato i commissari straordinari dell'Ilva a procedere all'aggiudicazione degli asset del gruppo Ilva ad Am Investco (cordata formata da ArcelorMittal e la Marcegaglia);

   il piano industriale presentato da Am Investco prevede investimenti per 2,4 miliardi di euro finalizzati al risanamento ambientale della fabbrica, alla copertura dei parchi minerari, all'adozione nuove tecnologie per ammodernare gli impianti a cui si aggiungono 1,8 miliardi di euro che servono anche a rimborsare lo Stato e i creditori;

   Am Investco dovrebbe subentrare nella proprietà entro fine giugno, ma, allo stato, non c'è l'accordo con le organizzazioni sindacali;

   nei giorni precedenti alla formazione del Governo, alcuni esponenti del Movimento 5 stelle, durante un incontro con le organizzazioni sindacali del territorio, hanno prospettato la «chiusura programmata» dello stabilimento, dichiarando che l'impianto «si riconvertirà» non in «sei mesi ma nemmeno in venti anni», mettendo così in discussione il piano di rilancio;

   nel «contratto per il Governo» si afferma l'intenzione di «concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, [...] proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti»;

   a causa dell'attuale situazione di incertezza e nell'attesa di un chiarimento da parte del Ministro interrogato, è stato rinviato l'incontro tra il gruppo Arcelor Mittal e le rappresentanze sindacali previsto per il 5 giugno;

   chiudere l'Ilva potrebbe costare la perdita di 14 mila posti di lavoro diretti più quelli dell'indotto e la fine della produzione dell'acciaio a Taranto, con conseguenze negative anche negli altri siti italiani appartenenti al gruppo Ilva e per tutto il sistema industriale italiano –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in merito ai fatti esposti in premessa e quali azioni intenda intraprendere per assicurare la continuità occupazionale e il rilancio produttivo dell'impianto dell'Ilva di Taranto.
(5-00034)

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   per entrare in carica il Ministro interrogato ha giurato con la seguente formula stabilita dall'articolo 1 della legge 23 agosto 1988, n. 400: «“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione”»;

   il concetto di «interesse esclusivo della Nazione» è in stringente contraddizione con vincoli relativi a società private e in vicende giudiziarie a favore di parti che potrebbero anche danneggiare gli interessi pubblici –:

   se non ritenga doveroso recedere dal vincolo contenuto nel codice etico sottoscritto come candidato alle elezioni secondo il quale il Ministro interrogato, a pena di sanzioni, è tenuto a «erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari e consiglieri» notoriamente gestite dalla società Casaleggio associati e dal finanziamento del cosiddetto «Scudo della Rete» (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la «tutela legale») degli aderenti al Movimento 5 Stelle.
(4-00398)

Apposizione di firme
ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Giglio Vigna e altri n. 4-00259, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 giugno 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gusmeroli.

  L'interrogazione a risposta scritta Trancassini n. 4-00268, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 giugno 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Prisco.

Ritiro di un documento
del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Maturi n. 4-00191 dell'8 maggio 2018.