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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 13 luglio 2018

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La I Commissione,

   premesso che:

    il Corpo nazionale dei vigili del fuoco costituisce una delle realtà più importanti per la sicurezza dei cittadini, svolgendo quotidianamente attività di prevenzione, vigilanza e soccorso a sostegno di soggetti pubblici e privati grazie al proficuo impegno del proprio personale;

    negli ultimi anni, peraltro, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha realizzato uno sforzo straordinario per sopperire, nonostante le decrescenti risorse finanziarie e le carenze di organico, alle numerose richieste di intervento della popolazione per le piccole e le grandi emergenze;

    al fine di fronteggiare i tragici eventi che hanno colpito il territorio italiano, specialmente negli ultimi anni, come l'emergenza terremoto ed i numerosi incendi, gli operatori del comparto dei vigili del fuoco sono chiamati, nonostante l'evidente carenza di organico, a fronteggiare situazioni di estrema complessità, mettendo a serio rischio la propria incolumità;

    la carenza di organico che riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco costituisce un fattore di evidente preoccupazione e gli incendi, anche in questa stagione, colpiscono vaste aree del Paese, costituendo una vera e propria emergenza di carattere nazionale;

    tale enorme lacuna è divenuta ancora più evidente a seguito della riforma disposta dal decreto legislativo n. 177 del 2016 che ha previsto lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, le cui unità sono state ripartite in maniera non omogenea: 7.200 ai carabinieri e solo 390 al Corpo nazionale e dei vigili del fuoco;

    il tema della carenza strutturale di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, riguarda anche il futuro degli oltre 1.000 giovani idonei del concorso pubblico per 814 vigili del fuoco, di cui al bando indetto con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4a serie speciale, n. 90, del 18 novembre 2008, in attesa di assunzione da troppo tempo, che allo stato attuale, con i fondi stanziati dalla legge di bilancio per il 2018, n. 205 del 2017, non riuscirebbero ad essere assorbiti completamente;

    il Governo ha parimenti annunciato di voler esaurire la graduatoria del concorso pubblico per 814 vigili del fuoco,

impegna il Governo:

   ad adottare le iniziative di competenza volte a portare a termine il percorso intrapreso per esaurire la graduatoria sopracitata, effettuando le necessarie assunzioni «extra» unicamente mediante l'utilizzo della graduatoria cosiddetta «814»;

   ad assumere iniziative per prevedere abbassamento dell'età media del Corpo, che al momento è di 49 anni circa, mentre quella degli idonei della graduatoria citata in premessa è di circa 33 anni;

   ad assumere iniziative per evitare la grave disparità di trattamento con riguardo alle altre graduatorie di stabilizzazione già esaurite;

   ad assumere iniziative per prevedere lo stanziamento di nuove risorse per potenziare i mezzi a disposizione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco al fine di svolgere tempestivamente il compito istituzionale del soccorso tecnico urgente.
(7-00026) «Sisto, Labriola, Vito».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   da un articolo di stampa, pubblicato il 18 giugno 2018 dal giornale «La Nuova Sardegna» dal titolo «Alla Scuola Sottufficiali ritornano i corsi per allievi Nocchieri» si apprende dell'esistenza di un accordo secondo cui verrebbero trasferiti circa 700 allievi da Taranto e La Maddalena divisi in quattro incorporamenti annuali da 160/180 giovani tra Marina militare e Capitaneria di porto, appartenenti alla categoria di nocchieri di porto e tecnici di macchine, di conseguenza potrebbero aversi 4 cerimonie di giuramenti ogni anno di giovani appartenenti a tali categorie;

   appare, da una breve disamina dell'operazione, che essa avvenga al fine di avere una importante ricaduta sul territorio sardo sia per il turismo che per l'economia ad essa legata;

   inoltre, dall'articolo risulterebbe che l'accordo sia stato probabilmente il frutto di «buoni rapporti instaurati a suo tempo» tra il Ministero della difesa e l'ente locale interessato; non risulta peraltro, a quanto consta all'interrogante, che siano stati precedentemente interpellati o informati gli amministratori locali tarantini che avrebbero saputo il tutto solo attraverso stampa, come dichiarato nei giorni scorsi alcuni consiglieri comunali di maggioranza della città;

   è, quindi, così evidente come a Taranto non si avrebbe più un afflusso di 700 famiglie in occasione dei giuramenti con una forte ricaduta sull'economia locale (operatori culturali, commercianti, albergatori, ristoratori e altro);

   le 700 famiglie provenienti per la maggior parte dal Sud Italia, in occasione dei giuramenti, dovranno affrontare un viaggio lungo e costoso per assistere ad uno dei momenti più importanti nella carriera del loro familiare;

   basta ricordare che circa 4 anni fa fu presa la decisione di trasferire i corsi dei volontari ferma prefissata di 1 anno (VFP1) e i successivi giuramenti dall'allora Maricentro Taranto a Mariscuola, al fine di razionalizzare le spese ed oggi si parla di spostare anche i 700 allievi annui sull'isola de La Maddalena dove lo stesso Co.Ce.R. Marina fu in visita pochi anni fa rilevando l'esistenza di inidonee condizioni infrastrutturali e logistiche;

   il comprensorio ex Maricentro potrebbe ospitare tranquillamente i 700 allievi distribuiti in 4 corsi qualora le scuole sottufficiali di Taranto non fossero idonee ad ospitare di militari stranieri. Basti ricordare che solo 15 anni or sono prima dell'abolizione della leva obbligatoria il centro ospitava regolarmente oltre 1.200 militari;

   sembrerebbe, quindi, logico che una maggiore presenza di militari sull'isola de La Maddalena comporti il trasferimento di qualche decina di militare in Servizio permanente e rispettive famiglie. Tale possibilità sta creando forte preoccupazione per il personale della Marina, in quanto andrebbe ad incidere sull'economia familiare notevolmente, essendo l'isola ad alta vocazione turistica;

   i militari che dovrebbero sostenere i corsi sarebbero quelli del Corpo delle capitanerie di porto – guardia costiera, che dipendono funzionalmente ed economicamente dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tali risorse potrebbero tranquillamente essere investite a Taranto creando anche strutture logistiche e di affiancamento a Maricentro e contribuendo in qualche misura all'economia locale;

   infatti, la popolazione di Taranto, come tutti sanno, sta vivendo una crisi economica molto importante da molto tempo come conseguenza delle condizioni ambientali e sanitarie più volte oggetto di vari atti di sindacato ispettivo;

   è parere dell'interpellante che togliere altre risorse al Territorio tarantino non giova né all'economia né alle condizioni sociali dei cittadini di Taranto e provincia –:

   se quanto riportato della stampa circa il trasferimento delle 700 unità Vfp1 corrisponda al vero;

   quali chiarimenti intendano fornire circa l'assenza di informazione e coinvolgimento delle amministrazioni locali e quali siano i motivi;

   se non si ritenga, alla luce di quanto esposto in premessa, di riaprire e ristrutturare Maricentro anche attingendo da risorse del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ciò anche in considerazione delle dichiarazioni del Co.Ce.R. Marina in merito alle carenti condizioni strutturali delle scuole sottufficiali de La Maddalena;

   se ad oggi siano avvenuti interventi per colmare le carenze strutturali sull'isola, quali siano i costi sostenuti e quanti siano gli alloggiamenti disponibili e/o da ristrutturare;

   se sia in previsione l'ampliamento dell'organiche del personale in servizio permanente, non dirigente, nei prossimi 12 mesi sull'isola de La Maddalena e di quali categorie e grado;

   se non si ritenga di riconsiderare tale trasferimento soprattutto in riferimento al danno economico che ne deriverebbe per l'intera provincia tarantina a seguito della mancanza del flusso di 700 famiglie l'anno, considerando che i cittadini hanno ospitato per oltre 150 anni gli appartenenti alla Forza armata nel pieno centro della città, circostanza che li ha privati delle zone più belle, e che oggi con l'eventuale trasferimento dei 700 VFP1 si vedrebbero oltraggiati ulteriormente.
(2-00050) «Labriola».

Interrogazione a risposta orale:


   ANZALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della scadenza definitiva del termine, fissato per il 30 giugno 2018, entro il quale il campo nomadi «Camping River», a Roma Capitale in via Tenuta Piccirilli, avrebbe dovuto essere sgomberato, sono stati distrutti moduli abitativi di proprietà dell'amministrazione comunale in cui vivevano circa 65 famiglie;

   la distruzione dei citati moduli è ad avviso dell'interrogante incomprensibile, perché tali strutture potevano essere benissimo utili in caso di emergenze;

   per quanto a conoscenza dell'interrogante, nessuna famiglia residente veniva allontanata, rendendo pertanto difficile comprendere l'utilità di un simile intervento in assenza di qualsiasi politica di ricollocazione delle persone che vi abitavano e di riqualificazione dell'area;

   il 3 luglio 2018 due autori indipendenti hanno ripreso e montato le immagini del «Camping River», mostrando come i pezzi dei container comunali distrutti fossero stati abbandonati sul terreno senza neppure essere rimossi;

   secondo quanto affermato da autorevoli quotidiani, soltanto l'11 luglio 2018 è avvenuta l'effettiva rimozione dei residui dei moduli incomprensibilmente fatti a pezzi: ai cronisti non sarebbe stato consentito di assistere alle operazioni di smantellamento «per motivi di sicurezza»;

   le medesime fonti di stampa riferiscono polemiche sul danno erariale che si potrebbe configurare a causa della demolizione dei container comunali;

   in una nota di Roberto Giordano, segretario della Cgil Roma, tale danno risulterebbe essere quantificato in circa mezzo milione di euro;

   lo stesso sindacalista risulta all'interrogante che si sia rivolgo alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo di attivare la Protezione civile, in quanto per le 65 famiglie private dei moduli abitativi non risulta sia stata predisposta alcuna assistenza, nonostante la nutrita presenza di minori in età scolare e prescolare –:

   se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti segnalati, di quali elementi disponga circa modalità con cui si sia proceduto alla suddetta rimozione dei container e quali iniziative di competenza intenda assumere per affrontare il problema dei campi nomadi, in particolar modo nella Capitale che, come dimostra quanto riportato in premessa, evidenzia una palese assenza di piani di gestione.
(3-00079)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   MELONI, LOLLOBRIGIDA, FOTI, RAMPELLI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il calvario dei fucilieri del Reggimento «San Marco» della Marina militare italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è iniziato ben sei anni fa quando furono arrestati in India perché accusati di aver ucciso due pescatori locali;

   da allora c'è stato un duro braccio di ferro tra l'India e il nostro Paese, che in tale vicenda, e nonostante quattro Governi succedutisi, ha drammaticamente mostrato tutto il proprio scarso peso nello scacchiere internazionale;

   sin da subito il processo messo in campo dall'India nei confronti dei due fucilieri di marina ha fatto emergere dettagli sconcertanti, al limite del ridicolo, dalle testimonianze fotocopia rilasciate da alcuni pescatori sopravvissuti, all'allegato n. 46 che riporta l'autopsia svolta sul corpo dei due pescatori uccisi, che sembrava essersi perso nei cassetti dei tribunali indiani per rispuntare poi ad Amburgo, e che prova che i proiettili che hanno colpito a morte i due indiani non sono quelli in 3 dotazione ai marò;

   come riporta Il Quotidiano Nazionale, in un articolo a firma di Lorenzo Bianchi, infatti, le testimonianze di chi avrebbe assistito alla morte dei due pescatori si assomigliano eccessivamente, come se fossero state scritte dalla stessa persona e opportunamente falsificate in modo da dimostrare la colpevolezza di Latorre e Girone;

   nonostante le prove emerse, il Governo indiano continua a dimostrarsi aggressivo nel contenzioso dell'arbitrato, mentre l'Italia ha risposto il 9 marzo 2018 con l'ennesima memoria, che si basa sulla giurisdizione italiana, oltre all'immunità funzionale dei fucilieri di Marina;

   a tutt'oggi si attende ancora di conoscere gli esiti della procedura di arbitrato internazionale: l'udienza finale, che stabilirà quale dei due Stati ha la giurisdizione sul caso e che si sperava potesse tenersi a marzo, secondo la Farnesina è prevista nel prossimo autunno;

   per una strana coincidenza proprio in marzo cadeva il settantesimo anniversario dei rapporti diplomatici fra Italia e India con tanto di logo celebrativo presentato a Delhi, nel mese di ottobre 2017, in occasione della visita del Presidente del Consiglio pro tempore, Paolo Gentiloni; una visita che avrebbe sancito il disgelo nelle relazioni bilaterali dopo la crisi innescata dal caso marò e che ha portato alla firma di sei accordi in vari campi con il Premier indiano nazionalista Narendra Modi;

   l'allora Presidente Gentiloni nell'occasione aveva sostenuto: «Penso che il problema, che creava difficoltà tra i due Paesi, sia superato»: nulla di più lontano dalla realtà se si pensa all'atteggiamento aggressivo dell'India alla Corte arbitrale;

   i fucilieri italiani, rientrati in momenti diversi in Italia dall'India dove erano trattenuti, hanno sempre affrontato le alterne fasi di questa assurda vicenda e il processo con dignità e rispetto delle istituzioni, ma il calvario non sembra avere fine;

   dall'ultima ordinanza, la numero 4 del 12 febbraio 2018, firmata dal presidente, il giudice russo Vladimir Golitsyn, si scopre che gli indiani hanno presentato ulteriori «66 testimonianze e 133 documenti aggiuntivi» per sostenere la richiesta di processare i marò a Delhi;

   si è al quinto Governo che segue la causa e si spera che finalmente venga inserita tra le priorità anche il caso dei marò, ancora intrappolati nell'odissea giudiziaria indiana, dimenticati dalla politica e dalle istituzioni –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative stiano portando avanti per una positiva conclusione della vicenda dei due fucilieri della Marina militare italiana, facendo valere la giurisdizione italiana ed impedendo il sorgere di una crisi internazionale tra Italia ed India.
(4-00703)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   VALLASCAS. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il 18 luglio 2017 la regione autonoma della Sardegna ha rilasciato una concessione demaniale marittima per 7200 metriquadri nelle acque di Su Pallosu (comune di San Vero Milis), entro i 100 metri dal litorale, all'Associazione ricreativa dilettantistica con sede a Riola per la realizzazione di un campo boe per 32 posti barca, a cui ha fatto seguito il provvedimento autorizzativo dell'ufficio Suape del comune di San Vero Milis n. 14 del 6 giugno 2018;

   nell'area sussistono molteplici vincoli: vincoli ex legge n. 1497 del 1939 (decreto ministeriale 13 agosto 1966), vincoli relativi ad aree a pericolosità da frana elevata Hg2 perimetrate dal piano di assetto idrogeologico, vincoli relativi a beni paesaggistici ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (fascia dei 300 metri dalla linea di battigia), a beni paesaggistici di categoria individuati dal piano paesaggistico regionale ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Falesie e fascia costiera, abitato, tomba, ruderi), un vincolo archeologico identificato zona H secondo il piano urbanistico comunale di San Vero Milis, vincoli di cui al piano urbanistico comunale, al piano utilizzo dei litorali (PUL), alle Direttive PUL (allegato alla Delibera Giunta regionale Sardegna n. 10/5 del 21 febbraio 2017);

   l'area è confinante con il sito di interesse comunitario (SIC) Co ITB030038 Sa Salina Manna-Sa Marigosa, tutelato dalla direttiva habitat 43/92e, circostanza che secondo prassi e giurisprudenza consolidata estenderebbe le tutele del sito di interesse comunitario alle aree circostanti;

   il Ministero e la regione autonoma Sardegna esplicitano, nei rispettivi siti internet istituzionali, che la valutazione d'incidenza degli interventi in aree della rete Natura 2000 (Sic, Zps e Zsc) si estende anche agli interventi che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito;

   sussiste nell'area sud di Su Pallosu-Sa Marigosa un'analoga concessione demaniale sottoutilizzata (appena 40 posti occupati su 70 disponibili); ne conseguirebbe che la nuova concessione non sarebbe necessaria sotto il profilo imprenditoriale e occupazionale;

   il sito di Su Pallosu è inserito nella fascia ad alta criticità (7° posto su 271 spiagge della Sardegna) del programma azione coste 2013 della regione autonoma Sardegna per la mappatura della pericolosità e del rischio da inondazione costiera;

   regione e comune hanno predisposto un programma urgente per la messa in sicurezza dei tratti di maggiore rischio al fine di mitigare gli effetti delle dinamiche erosive;

   durante l’iter, è stata rilevata la necessità di un monitoraggio preventivo dell'area di Su Pallosu, così come sostenuto dalla regione autonoma Sardegna (nota 19 settembre 2016 – Prot. n. 17650) e dal comune di San Vero Milis (che ha deliberato uno studio-monitoraggio di due anni per raccogliere elementi conoscitivi);

   lo studio-monitoraggio e il campo boe insistono nella stessa area, con il rischio concreto che il campo boe possa alterare gli esiti del monitoraggio e compromettere i successivi interventi di salvaguardia;

   non risulterebbe che per il campo boe sia prevista una mappatura dei fondali, nei quali, tra l'altro, è documentata la presenza della Pinna nobilis (Linnaeus 1758), il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo, protetta e inclusa nella «Lista Rossa» che elenca le specie in via d'estinzione;

   l'intervento per il campo boe era stato già formalmente «bocciato» con provvedimento dell'ufficio Suape del comune di San Vero Milis n. 1 del 23 febbraio 2018, a seguito del parere «negativo non superabile con prescrizioni o modifiche progettuali» della Soprintendenza archeologica – ufficio SABAP – CA/OR/VS/CI/OG –:

   se il Governo non ritenga opportuno, assumere le iniziative di competenza, anche ai sensi dell'articolo 8 della legge 8 luglio 1986, n. 349, per prevenire ogni possibile danno ambientale e salvaguardare i siti sottoposti a vincolo nonché quelli facenti parte della Rete Natura 2000.
(3-00078)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta orale:


   MOLLICONE, RAMPELLI e FRASSINETTI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   in data 6 luglio 2018 il giornale on line «Digital Day» ha riportato la notizia che a margine della prossima Festa del cinema, prevista a Roma dal 19 al 28 di ottobre, dovrebbe svolgersi una nuova iniziativa denominata VideoCittà, una sorta di fuorisalone che dovrebbe organizzare in tutta la città una serie di eventi relativi al mondo dell'audiovisivo;

   stando al giornale «L'iniziativa è riconducibile chiaramente a Francesco Rutelli che ne risulta il promotore in prima persona; ma Rutelli, non si può dimenticarlo, è anche e soprattutto presidente di Anica, l'Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali aderente a Confindustria. È evidente come, nella posizione di presidente di Anica, sia ben più facile riuscire a far nascere e crescere un'iniziativa che, però, nella sostanza resta confinata nell'alveo del patrimonio personale di Francesco Rutelli»;

   il marchio VideoCittà è di proprietà di «Esperienza Italiana – Italian Experience srl», società a responsabilità limitata interamente posseduta da Francesco Rutelli, che ne è anche amministratore unico, ma tale società non è quella che organizza operativamente l'evento, affidato, invece, a una ulteriore società, denominata «Videocittà srl», controllata al 20 per cento da Anica Servizi e all'80 per cento dalla stessa Esperienza Italiana, il cui presidente è ancora una volta Rutelli;

   il sito di VideoCittà risulterebbe privo di indicazioni del proprietario e della sua partita Iva, e con ciò a giudizio degli interroganti in contrasto con le vigenti disposizioni di legge;

   sempre secondo quanto riporta l'articolo di «Digital Day», «non solo evidentemente Rutelli fa inevitabilmente leva sulla sua posizione di presidente dell'Anica per lanciare la sua personale iniziativa ma mischia, anche a livello societario, interessi privati e interessi associativi, una mossa quantomeno inopportuna, soprattutto per un politico navigato e noto come lui. Tanto più che VideoCittà, “all'insegna della trasparenza” ha affidato ad Anica tutti i rapporti con le istituzioni pubbliche. Inoltre, si legge sul sito, si propone di tenere una sorta di doppia contabilità dato che: “Tutte le risorse di provenienza pubblica saranno destinate da ANICA in via esclusiva ad attività di interesse pubblico (nessun introito da esse verrà attribuito ai promotori)”. In pratica, ANICA, che certamente ha un ruolo e una veste istituzionale che il solo Rutelli non può vantare (se non come presidente della stessa Associazione), si prodiga per promuovere e raccogliere fondi per un'iniziativa che però resta e resterà di proprietà esclusiva del suo presidente. Fossimo negli associati di Anica avremmo più di qualche perplessità»;

   infine, «Digital day» riferisce che l'iniziativa di Rutelli avrebbe «ricevuto la benedizione (e probabilmente i finanziamenti) del Comune di Roma, del Mise, della Regione Lazio, della Camera di Commercio di Roma e della Rai, oltre che di sponsor privati, come Eni, Linkem e Intesa San Paolo», oltre al coinvolgimento diretto del Ministero per i beni e le attività culturali, del quale è stato titolare, che si è fatto promotore dell'iniziativa presso altri enti, di fatto proponendo e ottenendo la partecipazione al finanziamento del milione e 140 mila euro (Iva esclusa) di costi vivi dell'evento, tanto che questi enti terzi riconoscono nel Ministero medesimo il «Ministero proponente del progetto» e ad esso versano i contributi finalizzati a finanziarlo –:

   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e di quali ulteriori elementi disponga in merito.
(3-00076)


   MULÈ. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nel corso di un sopralluogo dei consiglieri di minoranza, autorizzato dal competente dirigente del comune di Albenga, avvenuto in data 11 luglio 2018, presso il palazzo comunale Peloso Cepolla, sede del Museo navale, non è stato consentito l'accesso alle sale espositive ove sono conservati:

    l'archivio storico del comune di Albenga e l'archivio degli scavi compiuti da Nino Lamboglia, per oltre un quarantennio nella veste di funzionario della soprintendenza archeologica della Liguria;

    la collezione di vasi in ceramica savonese dell'antica Farmacia dell'Ospedale di Albenga, comprendente un centinaio di esemplari, dalla caratteristica decorazione bianco-blu, prodotti a Savona e ad Albissola tra il XVII e il XIX secolo;

    la mostra permanente «Preistoria in Val Pennavaira»;

    l'attrezzatura della prima archeologia subacquea italiana di proprietà dello Stato;

   da circa due anni, e precisamente da quando la gestione dei Musei Ingauni è stata affidata dal comune alla Fondazione Oddi (interamente partecipata dall'ente comunale), dette sale restano chiuse non solo al pubblico dei visitatori, ma anche all'amministrazione comunale che ne è legittima proprietaria, in quanto le chiavi di accesso sono nella esclusiva disponibilità della famiglia di Camillo Costa rappresentante dell'Istituto Studi Liguri;

   risulta all'interrogante che sia stato riferito ai consiglieri comunali da soggetti terzi circa la possibilità che alcuni reperti comunali e statali ivi conservati possano di fatto non essere più presenti all'interno del palazzo comunale Peloso Cepolla, sede del Museo navale;

   come detto, si è registrato però un diniego ai consiglieri comunali ad accedere per la doverosa verifica –:

   se il Ministro interrogato intenda valutare l'opportunità di assumere ogni iniziativa di competenza al fine di tutelare il patrimonio dei beni culturali custodito nel museo sopra richiamato.
(3-00080)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il Festival di Sant'Arcangelo di Romagna in provincia di Rimini, con i suoi contenuti spesso provocatori e ritenuti da più parti al limite del buon gusto, suscita da tempo polemiche e perplessità. Già a livello regionale, negli anni precedenti e a più riprese, il gruppo Forza Italia aveva sollevato dubbi sull'opportunità di mettere in scena spettacoli, in luoghi aperti al pubblico, durante i quali gli artisti si denudavano o recitavano completamente nudi o performance decisamente discutibili come quella dell'edizione 2017 chiamata «Club ecosex» e definita nella brochure promozionale «un'immersione assoluta, sensuale e multisensoriale: un'esperienza erotica verde, in simbiosi con fiori, piante, terra, creature viventi da stimolare, annusare e sedurre»;

   il Santarcangelo festival, promosso dall'associazione Santarcangelo dei teatri, gode nel complesso di circa 800.000 euro di finanziamenti pubblici (statali, regionali e comunali): il finanziamento regionale all'associazione Santarcangelo dei Teatri nell'ambito delle assegnazioni per le residenze artistiche ammonterebbe a oltre 300 mila euro;

   anche quest'anno si sono scatenate polemiche per la scelta della direzione artistica di ospitare, proprio in apertura della 48esima edizione, la performance «Multitude» della coreografa Tamara Cubas, spettacolo che prevede che gli attori, nelle battute finali, si spoglino completamente fino a restare totalmente nudi. Il tutto è avvenuto in un luogo pubblico quale la piazza del comune –:

   a quanto ammonti il finanziamento ministeriale per il Festival di Santarcangelo;

   se e quali controlli vengano effettuati rispetto ai contenuti del festival e se sia previsto un organismo a tale scopo preposto;

   se non si ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza, quali la promozione di linee guida, volte a prevedere che spettacoli con la presenza di attori nudi si svolgano a porte chiuse e comunque non in luoghi pubblici;

   se non si ritenga di dover assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché l'organizzazione del Festival garantisca un'adeguata scelta degli spettacoli che compongono la rassegna, anche in considerazione dei finanziamenti pubblici per la stessa erogati.
(4-00704)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i commi da 910 a 914 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, recano una nuova disciplina sulle modalità di corresponsione della retribuzione e dei compensi in favore dei lavoratori, stabilendo, in particolare, il divieto del pagamento delle stesse in contanti;

   a decorre dal 1° luglio 2018 è scattato, quindi, l'obbligo, per i datori di lavoro privati, compresi i datori di lavoro agricolo, di corrispondere le retribuzioni ai propri dipendenti esclusivamente in modo tracciabile, attraverso bonifico, assegno o altro strumento di pagamento elettronico, pena pesanti sanzioni amministrative;

   si tratta di una novità fortemente impattante, dal punto di vista operativo, sui datori di lavoro privati e segnatamente su quelli agricoli, che utilizzano ancora in modo abbastanza diffuso il contante, anche in ragione di alcune caratteristiche precipue del lavoro agricolo (stagionalità, discontinuità e altro) e della composizione della platea dei lavoratori, ove l'incidenza degli stranieri è piuttosto elevata;

   occorre inoltre tenere presente che in agricoltura, in relazione alle consuetudini locali e sulla base delle previsioni della contrattazione collettiva, il pagamento dei salari può avvenire a giornata, a settimana, a quindicina e a mese, e i pagamenti avvengono, quindi, con maggiore frequenza rispetto agli altri settori ove la retribuzione viene corrisposta normalmente con cadenza mensile;

   peraltro, una componente importante degli operai agricoli è costituita da lavoratori extracomunitari, che sono spesso sprovvisti di conto corrente bancario/postale e vivono e svolgono la loro attività in zone rurali, ove è scarsa la presenza di sportelli bancari o postali;

   le considerazioni sin qui esposte mostrano in modo chiaro come l'applicazione della nuova normativa anche al pagamento delle retribuzioni in agricoltura sia estremamente difficoltosa –:

   se non ritengano di assumere iniziative per escludere i datori di lavoro agricolo che occupano operai dall'ambito di applicazione del divieto di pagamento in contanti delle retribuzioni, analogamente a quanto previsto per i datori di lavoro domestico.
(4-00697)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   continuano a susseguirsi con intensità crescente gli episodi criminosi nella zona della Sibaritide;

   da ultimo, in particolare, oltre ai ripetuti atti incendiari consumati ai danni di professionisti ed imprenditori nell'area urbana Corigliano-Rossano, a Villapiana, in pieno giorno, è stato portato a compimento un agguato di stampo mafioso, nel quale, ha perso la vita il presunto boss Leonardo Portoraro;

   secondo quanto riportato da fonti di stampa locale, si teme che l'episodio sia legato agli appalti per l'imminente cantierizzazione dei lavori di rifacimento della strada statale 106 nel tratto tra Roseto Capo Spulico e Sibari: un progetto da 1.300 milioni di euro di affare, sette anni di lavoro, oltre 1.500 posti per carpentieri, minatori, muratori, ruspisti e manovali;

   come si legge sui quotidiani regionali «la Statale 106 non c'è ancora ma già rappresenta il più colossale affare della ’ndrangheta nella Calabria settentrionale dopo l'ammodernamento dell'A2»;

   la vittima, infatti, ucciso a colpi di mitra e di pistola, era ritenuta esponente della ’ndrangheta della Sibaritide;

   negli anni novanta, Portoraro era stato arrestato per accuse legate ad associazione mafiosa ed attualmente veniva indicato nelle cronache giudiziarie, come il presunto «Ministro dei Lavori pubblici» della ’ndrangheta;

   sul caso indagherà, per competenza, la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ma con l'omicidio di Portoraro gli inquirenti hanno lasciato trapelare di temere si sia dato corso all'apertura di una faida sullo ionio cosentino;

   tale vicenda, dai risvolti delicati e certamente preoccupanti, non può e non deve assolutamente lasciare indifferenti le istituzioni locali e nazionali, ma richiede ogni sforzo possibile per scongiurare il rischio che anche un solo centesimo possa finire nelle casse della criminalità organizzata, segnando di fatto il fallimento dello Stato in un territorio dove già forte e pervasiva è la presenza delle cosche –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere al fine di individuare individuare tutte le soluzioni necessarie per far sì che il rischio di condizionamenti mafiosi nei lavori pubblici per la realizzazione della strada statale 106 si riduca al minimo, se non allo zero assoluto, e che i cittadini possano guardare con fiducia alle istituzioni ed ai loro rappresentanti.
(4-00700)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO, ROSSI, PINI, FRANCESCHINI, DE MARIA, CRITELLI, CANTINI, PAGANI, INCERTI, FASSINO, MARATTIN e BENAMATI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 luglio 2018 si è verificato un grave disservizio che ha interessato il treno Intercity 609 Bologna-Lecce delle ore 14;

   il convoglio è partito già con 53 minuti di ritardo dalla stazione di Bologna e dopo neanche un'ora di viaggio ha avuto un guasto al locomotore nel tratto compreso tra Faenza e Forlì, bloccandosi per quasi 4 ore e mezza;

   per i 200 passeggeri a bordo si è trattato di un vero e proprio calvario al caldo e con la quasi assenza di aria condizionata;

   Trenitalia ha informato di aver dovuto fare arrivare da Bologna un locomotore funzionante, da sostituire in linea, operazione complessa;

   la posizione «in linea» non facilita neppure l'assistenza alle persone tant'è che il kit con generi di conforto è stato fornito solo dopo la ripartenza presso la stazione di Rimini;

   per quanto Trenitalia abbia disposto il rimborso integrale del biglietto, il punto nodale rimane una maggiore informazione nei confronti dell'utenza e un migliore servizio di assistenza ai passeggeri in casi come quello in questione –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza e nell'ambito del contratto di servizio, al fine di assicurare una maggiore e migliore assistenza agli utenti in caso di gravi disservizi come quello registrato sull'Intercity 609.
(5-00152)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   MARCO DI MAIO, FIANO, ENRICO BORGHI, VERINI, PINI, DE FILIPPO, FRAGOMELI, PEZZOPANE, SCALFAROTTO, UNGARO, ASCANI, GAVINO MANCA e MORANI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dagli organi di informazione dal 5 al 9 luglio 2018 militanti di Forza Nuova e Onr, un movimento di estrema destra polacco, hanno organizzato «ronde» lungo le spiagge di Rimini;

   si tratta di azioni rivendicate dai dirigenti politici di Forza Nuova e che hanno visto momenti di tensione per contromanifestazioni dei movimenti antagonisti;

   Rimini è una delle mete turistiche principali del Paese nel periodo estivo e la presenza di manifestazioni di chiara matrice fascista non rappresenta certo un bel biglietto da visita;

   l'eco mediatica del citato evento è fonte di preoccupazione per la sottovalutazione delle conseguenze che simili «gemellaggi» possono determinare;

   tale manifestazione protratta per più giorni ha impegnato personale delle forze dell'ordine che invece sarebbe stato in servizio a presidio del territorio –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa, per quali ragioni siano state consentite tali manifestazioni, considerata anche la presenza di militanti di estrema destra stranieri, per più giorni, e tenuto conto che, secondo gli interroganti, la decisione ha costituito una sottovalutazione del rischio;

   quali iniziative intenda assumere qualora dovesse essere manifestata l'intenzione di riproporre simili manifestazioni di chiara matrice fascista.
(3-00077)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 1° marzo 2016 il Ministero dell'interno, ai sensi dell'articolo 151 del T.u.e.l., provvedeva a differire ulteriormente il termine utile per l'approvazione dei bilanci comunali di previsione dell'anno 2016 dal 31 marzo al 30 aprile 2016;

   il comune di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, nonostante il differimento dei termini citati, a metà maggio non aveva ancora approvato il bilancio: in data 14 maggio 2016, i consiglieri di minoranza provvedevano ad informare il prefetto di Reggio Emilia;

   il prefetto di Reggio Emilia, con nota prot. N. 1957/Area II del 20 maggio 2016 diffidava l'amministrazione comunale di Fabbrico ad approvare il bilancio entro e non oltre il 9 giugno 2016 preannunciando che, in caso di mancata approvazione del relativo bilancio, avrebbe nominato un commissario e provveduto all'immediato avvio della procedura di scioglimento del consiglio comunale;

   l'amministrazione comunale di Fabbrico solamente in data 19 maggio 2016 provvedeva ad approvare lo schema di bilancio ed il relativo D.U.P trasmesso, successivamente, al consiglio comunale per l'approvazione;

   in data 25 maggio 2016 un consigliere di minoranza, partecipando alla conferenza dei capigruppo, vista la mancata trasmissione dello schema di bilancio e dei relativi allegati ai consiglieri di minoranza, manifestava al sindaco la necessità di convocare il Consiglio comunale in una data tale da garantire ai consiglieri l'acquisizione di copia della documentazione relativa al bilancio;

   nonostante la mancata trasmissione della documentazione il sindaco decideva comunque di convocare il consiglio comunale per il 31 maggio 2016 e in pari data il consiglio provvedeva all'approvazione del bilancio previsionale;

   nel luglio 2016 il capogruppo e un consigliere di minoranza presentavano ricorso volto ad impugnare la serie di delibere oggetto di contestazione;

   con sentenza del 25 ottobre 2017 il Tar Emilia-Romagna, sede di Parma, ha dichiarato il ricorso e i motivi aggiunti inammissibili per difetto di legittimazione attiva atteso che «nel caso di specie la violazione dello “jus ad officium” non dipende dal contenuto dispositivo dei provvedimenti impugnati, ma dalle particolari e concrete modalità con cui si è svolto il procedimento che ha condotto alla loro adozione, ovvero dall'asserito ritardo con il quale sarebbero stati predisposti i documenti da prendere in visione per potere partecipare consapevolmente alla deliberazione»;

   sulla questione tuttavia sembrano esistere interpretazioni diverse:

    1. il Tar di Reggio Calabria, sez. I, 21 agosto 2012, sentenza n. 542, aveva già posto in evidenza che «lo ius ad officium dei consiglieri comunali si estende sino a comprendere la pretesa ad un effettivo e sostanziale accertamento (...) perché nel caso in cui tale condizione dovesse non sussistere, ne deriverebbero importanti conseguenze sull'assetto dell'amministrazione (...) cui la legge riconnette una delle ipotesi di scioglimento del consiglio comunale»;

    2. indicativa in merito è anche la sentenza del Tar Sardegna: «i termini in questione sono funzionali all'esercizio incomprimibile delle prerogative dei consiglieri comunali le quali, peraltro, debbono esplicarsi in un arco di tempo limitato, ma ragionevole, in quanto strettamente connesso ad un termine finale e ineludibile di approvazione» (Tar Sardegna, Cagliari, Sez. II, 2 maggio 2016, n. 387);

    3. inoltre, il Tar Marche, Ancona, sez. I, sent. N. 400 del 20 aprile 2014 ha indicato espressamente: «secondo i principi generali, l'avvenuta violazione delle procedure e delle garanzie previste dal regolamento del consiglio comunale costituisce violazione del munus pubblico dei singoli consiglieri. Le conseguenze di tale lesione non si limitano al piano politico ma, incidendo sull'investitura dell'organo collegiale riunito per deliberare, hanno riflessi anche sui provvedimenti amministrativi» –:

   se sia a conoscenza della situazione;

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, si intendano assumere per garantire appieno e senza criticità di carattere interpretativo lo ius ad officium dei consiglieri comunali.
(4-00699)


   DE MARTINI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 luglio 2018 a Cagliari sono state affisse locandine per pubblicizzare una serata, definita antifascista, che si dovrebbe tenere il 27 luglio in viale Fra Ignazio;

   il testo delle locandine citate recita: «In solidarietà con Ghespe, Paska e Giovanni, accusati di tentato omicidio per l'attacco contro la libreria di Casapound “Il Bargello”, avvenuto a Firenze nella notte di Capodanno 2017. Durante quest'azione è rimasto ferito lo sbirro ficcanaso che cercava di disinnescare l'ordigno, lasciando sul posto una mano e un occhio. A noi non interessa sapere chi sia stato e continueremo a gioire ogni volta che qualcuno attacca i fascisti, meglio ancora se uno sbirro ci va di mezzo»;

   in quella occasione un artificiere della polizia, Mario Vece, rimase gravemente mutilato, perdendo la mano sinistra e l'occhio destro mentre disinnescava la bomba per salvare delle vite;

   i presunti responsabili del fallito attentato, i cui nomi sono riportati nel testo delle locandine stesse, sono tuttora sotto processo con l'accusa di tentato omicidio per i fatti avvenuti nel gennaio 2017 –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda mettere in atto al fine di impedire che tale ignobile raduno abbia luogo.
(4-00706)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TOCCAFONDI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dopo 13 anni ha costituito un tavolo istituzionale con l'intento di lavorare ad un nuovo concorso per gli insegnanti di religione, ferma restando l'esigenza di interloquire con la Cei;

   gli insegnanti di religione rappresentano una risorsa educativa fondamentale per la scuola italiana;

   il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel 2018 ha annunciato che il concorso sarebbe stato predisposto con le regole precedenti alla legge n. 107 del 2015 e al decreto-legge n. 59 del 2017 (nuovo reclutamento di insegnanti nella scuola secondaria);

   l'ufficio di gabinetto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in un incontro del 28 settembre 2017 ha precisato i termini entro i quali il Miur intendeva avviare l’iter di immissione in ruolo, considerando che ciò potesse avvenire solo attraverso un nuovo concorso ordinario. Il Miur, infatti, non riteneva possibile lo scorrimento della graduatoria del 2004, che avrebbe richiesto un intervento legislativo, stante la sua validità limitata per legge a un triennio, né l'applicazione di una riserva di posti nel concorso per coloro che avevano conseguito idoneità concorsuale partecipando al predetto concorso del 2004. Potevano invece essere valorizzati in sede concorsuale sia l'idoneità conseguita nel 2004 sia il servizio prestato come incaricato di religione;

   veniva infine esclusa dal Miur anche l'ipotesi di un concorso riservato, così come quella di un corso-concorso, richiamando il fatto che la legge n. 186 del 2003 stabilisce espressamente che soltanto il primo concorso bandito dopo la sua approvazione possa essere «riservato», mentre per quelli successivi occorre seguire una procedura ordinaria;

   i posti da mettere a disposizione per il concorso dovevano essere quelli utili per la copertura del 70 per cento dei posti vacanti, come indicato dalla legge n. 186 del 2003, ossia circa 4.600;

   nel merito è intervenuta anche Cei facendo sapere che potranno partecipare al concorso coloro che, oltre al titolo di studio, saranno in possesso di un certificato di idoneità rilasciato appositamente ai fini del concorso, che sarà, si ricorda, su base regionale e poi articolato secondo i numeri necessari in ciascuna diocesi –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in merito al concorso per insegnanti di religione e le tempistiche dello stesso.
(5-00153)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   da fonti stampa del 13 luglio 2018 si apprende che nel comune di Casalecchio di Reno (città metropolitana di Bologna), durante un laboratorio estivo per bambini tenutosi in una scuola dell'infanzia, ai bambini sono state proposte letture orientate al mondo omosessuale, con tanto di disegni di arcobaleni e volti colorati allo stesso modo. La giustificazione per simile proposta è stata quella del Gay pride, che ha sfilato per la città di Bologna il 7 luglio 2018;

   i genitori sono venuti a conoscenza del fatto solo quando sono andati a riprendere i bambini. In alcuni articoli di stampa si legge che i genitori stessi sono stati accolti con una serie di cartelloni dedicati ai festeggiamenti per il Gay pride con tanto di foto dei piccoli in versione «parata Arcobaleno»;

   tali fatti risultano gravi e inammissibili perché, a parere dell'interrogante, anche i laboratori estivi dovrebbero assolvere a compiti educativi nel rispetto delle regole e delle norme in fatto di consenso informato dei genitori in ordine alle attività svolte dai propri figli. Diversi genitori, anche a mezzo stampa, hanno dichiarato inopportuna la trattazione di temi eticamente sensibili, considerata la mancanza di un qualsivoglia parere preventivo da parte degli stessi;

   dal canto suo, la cooperativa che gestisce il centro estivo ha fatto semplicemente sapere di voler approfondire la vicenda;

   le linee guida nazionali, relative all'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015 (27 ottobre 2017) ribadiscono la necessità del «consenso informato dei genitori» e citano esplicitamente la dichiarazione universale dei diritti umani, secondo la quale i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli;

   più nello specifico, la circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 1972 del 15 settembre 2015, in riferimento alla teoria del gender, chiarisce che «tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né ideologie gender né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo»;

   alla luce di quanto accaduto appare dunque opportuno estendere simili previsioni anche al mondo dei centri e dei laboratori estivi e a ogni altra iniziativa o attività rivolta a bambini, ragazzi e adolescenti che possa assumere carattere «parascolastico» e che veda dunque la presenza di personale impiegato con finalità educative –:

   se sia a conoscenza della situazione esposta;

   se si intendano, per quanto di competenza, in ordine a quanto esposto in premessa;

   quali iniziative si intendano assumere per estendere le previsioni relative al consenso informato dei genitori e quelle della circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 1972 del 2015 anche al mondo delle attività «parascolastiche» e che vedono impiegato personale educativo;

   se si intendano assumere iniziative, fin da subito e con urgenza, per chiarire con atto ufficiale che tali previsioni si estendono per analogia anche alle attività parascolastiche e che dunque i genitori, anche per tali attività, svolte dai loro figli durante il periodo estivo o a integrazione delle attività scolastiche, vanno correttamente, puntualmente e adeguatamente informati sui contenuti delle attività stesse.
(4-00698)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CIPRINI, GALLINELLA, TRIPIEDI, SIRAGUSA, DE LORENZO, VIZZINI e PALLINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si apprende dalla stampa online, «Si chiude la vertenza Perugina. Questa mattina sindacati e Nestlé hanno siglato in Confindustria l'intesa legata alla gestione degli esuberi della fabbrica di cioccolato di San Sisto, che entro la fine di giugno entrerà a regime con 613 dipendenti anziché 850. L'accordo non prevede né licenziamenti né proroghe della cassa integrazione in scadenza a giugno: per ognuno dei 364 esuberi dichiarati è stata trovata una soluzione concordata con l'azienda, tra ricollocazioni interne ed esterne, esodi volontari e prepensionamenti. Sono 146 le persone incentivate all'esodo, 35 i prepensionamenti, poi una ricollocazione in un'altra azienda con l'incentivo di Nestlé; tutti gli altri saranno ricollocata in azienda: 10 nel gruppo Nestlé al di fuori di San Sisto e 172 a Perugia, con contratto part-time semestrale a tempo indeterminato» (www.repubblica.it/economia del 23 maggio 2018);

   invece nella lettera di «procedura di riduzione di personale» del 18 maggio 2018 inviata per il tramite di Confindustria Umbria, Nestlé Italiana spa comunica la necessità di dover procedere al licenziamento di n. 180 lavoratori dell'unità di Perugia, viale San Sisto, i quali risultano strutturalmente in esubero in seguito all'accordo del 7 aprile 2016;

   il segretario Flai Cgil Umbria ha dichiarato: «Prendiamo atto del fatto che oggi troviamo una “quadra” sul piano sociale ma abbiamo perso 180 posti di lavoro, rispetto all'annuncio del 9 maggio 2017 dei 364 esuberi, riuscendo a salvaguardarne in maniera parziale altrettanti. Un impatto pesante»;

   molti (ex dipendenti) in realtà sono stati chiamati ad accettare le dure condizioni di una risoluzione «consensuale» del rapporto di lavoro, seppur con un incentivo all'esodo «volontario» ovvero il passaggio a contratti part-time;

   eppure nell'accordo del 23 maggio 2018 tra Nestlé e rappresentanze sindacali unitarie dell'unità di Perugia viene espressamente previsto anche il ricorso alla cosiddetta isopensione ex legge n. 205 del 2017;

   ripercorrendo dal principio quanto è successo, la vicenda della Perugina ha dell'incredibile;

   i licenziamenti sembrano siano il frutto delle conseguenze dell'accordo firmato nell'aprile del 2016 dai sindacalisti;

   secondo la ricostruzione pubblicata sul quotidiano La Verità del 18 luglio 2017, «L'anno scorso l'azienda svizzera proprietaria del marchio ha annunciato un piano industriale con un investimento di 60 milioni di euro in tecnologia e robotizzazione, che conteneva al tempo stesso una ristrutturazione con l'obbligo di ricollocazione solo per il 70 per cento degli 819 addetti alla produzione. Il messaggio era chiarissimo, tagli in vista con l'industria 4.0 che avanza. Ma i sindacati territoriali e nazionali (soprattutto la Cgil) alla notizia dei 60 milioni avevano brindato e firmato di corsa l'accordo (...)»;

   poi è arrivato il comunicato dell'amministratore delegato di Nestlé Italia, Leo Wencel, il quale ha ricordato la scadenza della Cassa integrazione guadagni straordinaria a giugno 2018 e la necessità di «procedere a un riequilibrio occupazionale» che ha interessato circa 340 dipendenti, che hanno subito le conseguenze di un accordo che non fu nemmeno sottoposto all'approvazione referendaria da parte dei lavoratori;

   il maggior sconcerto per i lavoratori è stato prendere coscienza della «sottovalutazione» della gravità di quanto stava accadendo da parte di coloro che hanno gestito la vertenza e della «distanza» di parte delle istituzioni, anche locali e regionali, che hanno sottovalutato il piano industriale ed ignorato lo smantellamento di interi reparti produttivi, come quello della caramella Rossana;

   a nulla è valso l'interessamento da parte del MoVimento 5 Stelle che anche tramite la prima firmataria del presente atto si fece portavoce presso l'allora Ministro dello sviluppo economico della proposta di un gruppo di ex dipendenti per l'avvio di una cooperativa per riassorbire gli esuberi e riprendere la produzione;

   appare necessario dunque adottare iniziative urgenti finalizzate al ricollocamento dei lavoratori licenziati anche con la collaborazione della neoistituita Agenzia regionale per le politiche attive della regione Umbria di cui alla legge regionale n. 1 del 2018 –:

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo intenda assumere per acquisire un quadro chiaro della vicenda esposta in premessa, da cui sembrano emergere anche responsabilità sindacali nella gestione della vertenza e se intenda verificare quanti lavoratori hanno usufruito della cosiddetta isopensione come previsto nell'accordo del 23 maggio 2018;

   quali iniziative, anche in accordo con la regione Umbria e gli enti locali, il Governo intenda adottare per la «gestione» dei lavoratori licenziati, al fine di assicurare loro percorsi di riqualificazione e misure adeguate finalizzate ad un tempestivo ricollocamento nel mondo del lavoro.
(5-00156)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GADDA, SERRACCHIANI e LACARRA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane di febbraio e nei primi giorni di marze 2018 si sono registrate delle forti ondate di gelo nelle provincie di Bari-Barletta-Andria-Trani e di Foggia, un territorio a forte vocazione per la produzione dell'olio con i suoi 170.000 ettari di olivo, il 45 per cento di tutta l'olivicoltura pugliese;

   il protrarsi del gelo e delle temperature rigide ha danneggiato non meno di 90.000 ettari di uliveti e compromesso la produzione relativa all'anno 2018 nelle province interessate;

   si tratta di una situazione disastrosa che rischia di mettere in ginocchio tutto il settore agricolo pugliese già colpito fortemente dalla xylella fastidiosa;

   le ricadute negative in termini occupazionali saranno disastrose considerato che nella sola provincia di Bari nel 2016 sono state assunte giornate di manodopera agricola pari a 4.000.000 per un numero presumibile di dipendenti superiore a 30.000. Nel solo comune di Andria nel 2016 sono state assunte giornate di manodopera agricola pari a 12.000 per un numero presumibile di dipendenti superiore a 3.500 –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, considerato che tale situazione sta avendo gravi ripercussioni economiche sui produttori del comprensorio, non ritenga necessario assumere tutte le iniziative di competenza a sostegno degli olivicoltori delle province di Bari-Barletta-Andria-Trani e di Foggia, anche attraverso l'adozione di misure per la sospensione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole colpite e la sospensione dei rimborsi delle rate di mutui e prestiti agrari.
(5-00155)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NOVELLI, MUGNAI e MULÈ. — Al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 59 del 18 aprile 2011, recante attuazione delle direttive 2006/126/CE e 2009/113/CE concernenti la patente di guida (11G0104), all'allegato III (previsto dall'articolo 23) in particolare, alla lettera D, fa riferimento all'idoneità alla guida delle persone affette da epilessia;

   in tale decreto legislativo sono definiti i requisiti minimi per il riconoscimento dell'idoneità delle persone con epilessia alla guida di un veicolo a motore come pure le condizioni che ne determinino l'inidoneità;

   alla lettera D.7.1. è previsto, in caso d'inidoneità, l’«obbligo di segnalazione, ai fini delle limitazioni al rilascio o della revisione di validità della patente di guida, all'Ufficio della Motorizzazione civile» dei soggetti affetti da epilessia da parte di Enti o Amministrazioni che per motivi istituzionali di ordine amministrativo, previdenziale, assistenziale o assicurativo abbiano accertato l'esistenza di tale condizione (per esenzione dalla spesa sanitaria, riconoscimento di invalidità civile, accertamenti dei servizi medico-legali, eccetera);

   l'Associazione italiana contro l'epilessia, ritenendo che la presa in cura della persona con epilessia inidonea alla guida di un veicolo a motore, debba, come per altro previsto nei piani diagnostici terapeutici ed assistenziali (Pdta) per detta patologia, articolarsi sia sul piano sanitario sia sociale, ha nelle precedenti legislature avanzato richiesta sui risultati numerici di tali adempimenti da parte degli enti e delle amministrazioni competenti, per acquisire giuste informazioni per perfezionare la propria attività a favore dell'inclusione delle persone con epilessia, in specie, inidonee alla guida di un veicolo a motore;

   nessuna risposta è mai pervenuta all'Associazione italiana contro l'epilessia, pur trattandosi di tema estremamente correlato alla sicurezza della stessa persona con epilessia ma parimenti a quella delle persone in generale, come pure dei loro beni;

   l'informazione sui dati afferenti all'adempimento dell'obbligo di segnalazione all'ufficio della Motorizzazione da parte degli enti e delle amministrazioni competenti non si dimostrerebbe utile solo alla mera verifica di quanto disposto dal decreto legislativo di cui si tratta, ma anche al perfezionamento dell'efficacia dell'azione in favore della sicurezza generale ed in particolare dell'inclusione delle persone con epilessia inidonee alla guida –:

   se il Governo non ritenga urgente acquisire dall'ufficio della Motorizzazione civile i dati relativi alle «segnalazioni obbligatorie» di cui alla lettera D.7.1 dell'Allegato III del decreto legislativo n. 59 del 18 aprile 2011 fatte dagli enti e dalle amministrazioni competenti, al fine di verificare l'ottemperanza degli obblighi relativi alla salvaguardia della sicurezza delle persone e dei beni della comunità, come pure l'efficace inclusione delle persone con epilessia inidonee alla guida, con un'adeguata presa in cura sanitaria e sociale da parte del servizio sanitario nazionale e la promozione di adeguati provvedimenti inclusivi;

   se il Governo non ritenga urgente verificare, aziende sanitarie, che comunque acquisiscono nel momento dell'inserimento nel proprio sistema informativo la certificazione di epilessia inidonea alla guida di veicoli a motore redatta dal medico competente, le procedure e gli attori delle previste «segnalazioni obbligatorie» e, ove necessario, se non ritenga di assumere iniziative per rivisitare quanto previsto alla lettera D.7.1 dell'Allegato III del decreto legislativo n. 59 del 18 aprile 2011 per evitare che un disposto che pare risultare confuso ed inefficace, in specie relativamente alle procedure e agli attori e privo del giusto accessi a misure inclusive a fronte delle immediate condizioni invalidanti, pesi ingiustamente sulle persone a cui viene certificata la condizione d'inidoneità alla guida e generi e consolidi, in un confuso rapporto «medico-persona assistita», quella condizione di «clandestinità» in cui l'epilessia – riconosciuta come «malattia sociale» con decreto ministeriale n. 249 del 1965, continua a permanere.
(5-00157)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BORGHESE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, è un batterio ubiquitario, che può essere presente nel suolo, nell'acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti (latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati e altro);

   la principale via di trasmissione per l'uomo è quella alimentare;

   bambini e adulti sani possono essere occasionalmente infettati; il batterio Listeria monocytogenes può essere causa di listeriosi e gravi malattie allo stomaco e all'intestino e, per alcune categorie di individui – tra cui donne incinte, bambini, anziani e soggetti immunodepressi – la malattia può degenerare in forme anche molto gravi se non preso in considerazione;

   la gravità della sintomatologia varia sensibilmente in funzione della dose infettante e dello stato di salute dell'individuo colpito. Si va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, accompagnate a volte da febbre elevata fino, nei soggetti a rischio, a forme setticemiche, meningiti o aborto;

   Findus e Lidl hanno ritirato nei giorni scorsi dal mercato prodotti che potrebbero essere stati contaminati dal batterio che dal 2015 ha provocato 47 casi, tra cui 9 morti in 5 Paesi europei, ovvero Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito;

   il 6 luglio 2018 aziende come «Frashona» hanno richiamato, in via volontaria ed a scopo precauzionale, 16 lotti di prodotti surgelati tra cui minestroni, mix di verdure e mais forniti dall'azienda belga Greenyard N. V.;

   tale decisione è stata presa a seguito delle segnalazioni di allerta europea e del fornitore della potenziale contaminazione da Listeria monocytogenes di una partita di fagiolini, utilizzati all'interno dei prodotti oggetto del richiamo;

   dalle dichiarazioni dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) «potrebbero ancora emergere nuovi casi in ragione del lungo periodo di incubazione della listeriosi (fino a 70 giorni), della lunga durata di conservazione dei prodotti» –:

   quali iniziative normative intenda adottare il Ministro interrogato per tutelare la salute dei cittadini e per rafforzare i controlli sanitari relativi alla commercializzazione dei prodotti sopracitati.
(4-00701)


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992 «Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza» disciplina i livelli assistenziali di emergenza sanitaria e le modalità di funzionamento e operatività del sistema di emergenza;

   il decreto ministeriale n. 70 del 2015, punto 9.1.3 dell'Allegato 1, chiarisce che «la definizione del fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio regionale viene individuata utilizzando un criterio che si basa sulla attribuzione di un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350 Kmq, applicando un necessario correttivo specifico per la copertura ottimale nelle zone di particolare difficoltà di accesso, per garantire l'adeguata funzionalità dei percorsi clinico assistenziali. Nel calcolo delle postazioni territoriali occorre tener conto della peculiare risposta organizzativa del 118 scelta, ad esempio, con l'affidare o meno al 118 la totalità dei trasporti non solo secondari urgenti ma anche dei trasporti ordinari, in alcune Regioni attualmente a carico dei presidi ospedalieri ed in altre a carico del servizio 118. Nel caso in cui i trasporti secondari programmati vengano affidati al 118, la gestione degli stessi deve essere assolutamente separata dalla gestione dei servizi di soccorso sanitario urgente. Pertanto, nel calcolo del totale di mezzi di soccorso riorganizzati vanno considerati i trasporti primari e secondari urgenti, in particolare per l'implementazione delle reti delle patologie complesse tempo-dipendenti, nonché i trasporti ordinari»;

   negli ultimi anni, nella regione Emilia-Romagna si sono evidenziate diverse criticità in relazione al sistema territoriale dell'emergenza. Tra le altre, si rilevano, a titolo puramente esemplificativo;

    a) la questione relativa alla mancanza di un medico fisso all'aeroporto Marconi di Bologna, luogo dove ogni anno transitano circa 7 milioni di persone;

    b) la questione relativa all'insufficienza di mezzi di soccorso avanzato così come segnalato anche dall'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Bologna che, già nel marzo 2017, portava all'attenzione della regione Emilia-Romagna e del Ministero della salute le criticità legate a una probabile non coerenza con le disposizioni di cui al decreto ministeriale n. 70 del 2015 in riferimento alla definizione del fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio regionale. Secondo l'OMCeO, infatti, il criterio dell'attribuzione di un mezzo di soccorso avanzato ogni 60 mila abitanti non sarebbe stato rispettato e, secondo i calcoli effettuati, nella regione Emilia-Romagna occorrerebbero almeno altre 32 ambulanze e 180 medici essendo ad oggi il rapporto di circa 1:90.000;

    c) la disomogenea applicazione regione per regione, spesso riferita come avallata dal Ministero, di parametri e criteri organizzativi dei mezzi di soccorso avanzati dovuta verosimilmente a interpretazioni difformi rispetto alla definizione e alla composizione dell’equipe. Per tali problematiche sono state segnalate criticità in relazione alle informazioni contenute sullo stesso sito web del Ministero della salute con spiegazioni non sempre agevolmente fruibili da parte dei cittadini. Tali criticità sono state evidenziate da una nota sigla sindacale il 21 dicembre 2017 su «Quotidiano sanità»;

    d) la tematica relativa alla presenza dell'elisoccorso in particolare nelle aree montane in relazione, tra l'altro, alla previsione di soluzioni alternative dato che spesso questo mezzo non può operare di notte o in condizioni meteo di disagio, situazioni queste assai ricorrenti soprattutto in montagna –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti;

   in che modo si intenda intervenire, anche dal punto di vista normativo, per rendere più stringenti e non interpretabili le previsioni in relazione alle dotazioni di mezzi di soccorso avanzato e alla presenza di equipe con medico e infermiere in grado di garantire realmente un soccorso avanzato ai pazienti soccorsi.
(4-00702)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAITA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   è datato 2009 il primo accordo di programma riguardante il «ribaltamento a mare» dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente;

   suddetto accordo di programma ha visto a partire dal 2011 una serie di rifasature per il cosiddetto «ribaltamento a mare», la realizzazione di un nuovo piazzale operativo di 117 mila metri quadrati per il cantiere di Fincantieri con il riempimento di uno specchio d'acqua di 71 mila metri quadrati;

   tra i punti qualificanti vi era anche la messa in sicurezza del Rio Molinassi;

   i progetti predisposti da tempo risultano essere stati approvati anche dal Consiglio superiore lavori pubblici;

   risulterebbero esservi a sostegno dell'accordo di programma circa 70 milioni di euro già stanziati;

   l'autorità di sistema portuale ha proceduto a prorogare la concessione al terminal Porto Petroli senza il mantenimento dell'impegno previsto di realizzare la boa off shore e quindi questo rischia di pregiudicare l'effettiva realizzazione del citato accordo di programma;

   nei mesi scorsi Fincantieri ha proposto una modifica rilevante del progetto, con aumento degli spazi e degli investimenti, a cui si opporrebbe per ragioni di sicurezza la stessa Porto Petroli;

   il cosiddetto ribaltamento a mare doveva servire anche per ospitare lo «smarino» derivante dai lavori del terzo valico –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non si corra il rischio di veder pregiudicati i finanziamenti del citato accordo di programma;

   quale risulti essere ad oggi lo stato di realizzazione delle opere previste e se il Governo continui a condividere quanto previsto dall'accordo stesso o intenda promuovere un nuovo accordo ed, eventualmente, se abbia già individuato un percorso per finanziarne i conseguenti costi aggiuntivi.
(5-00154)

Interrogazione a risposta scritta:


   FEDERICO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   IT Holding spa era una società a capo di un gruppo di aziende tessili che si occupavano del design, della produzione e della distribuzione di prodotti di alta moda, con una distribuzione attraverso punti vendita indipendenti e una rete di negozi di proprietà presenti nelle più importanti città nel mondo;

   il gruppo industriale aveva raggiunto, all'apice dell'espansione industriale, oltre un miliardo di euro di fatturato e aveva alle proprie dirette dipendenze oltre 700 lavoratori;

   nel febbraio 2009 la crisi finanziaria mondiale che ha interessato anche il gruppo tessile di Pettoranello del Molise, ha costretto la principale azienda del gruppo (Ittierre spa) a chiedere l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria (cosiddetta «legge Marzano»);

   il Ministro pro tempore Claudio Scajola nominò ben quali commissari straordinari: Stanislao Chimenti, Caracciolo Di Nicastro, Roberto Spada e Andrea Ciccoli;

   con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 7 aprile 2017 sono state accettate le dimissioni del commissario straordinario del gruppo Ittierre, dottor Roberto Spada, ed è stato revocato l'incarico di commissario al dottor Andrea Ciccoli;

   la direzione generale, in una relazione, aveva sollevato delle contestazioni nei confronti dei commissari in questione;

   nel citato decreto ministeriale si legge che si è «ritenuto di concordare con la Direzione Generale che l'insieme degli elementi raccolti, indicati in modo puntuale nella reazione, comprova l'oggettiva inidoneità dell'organo collegiale ad assicurare una efficiente ed efficace gestione della procedura di amministrazione straordinaria e, per conseguenza, una cura adeguata degli interessi pubblici cui la stessa è finalizzata, come emerge in particolare: a) dalla confusa, disomogenea e non compiuta rappresentazione dei costi della procedura; b) dalla assenza di ponderate e concrete iniziative per la rapida conclusione della gestione liquidatoria della procedura, e al contempo dal compimento di atti in assenza della preventiva autorizzazione, ove prevista ai sensi di legge; c) dalla adozione di criteri di determinazione dei compensi degli incarichi di assistenza e consulenza legale penalizzanti per la Procedura e dal mancato controllo del corretto svolgimento degli incarichi medesimi»;

   a seguito di regolare avviso del 28 aprile 2017 di invito alla presentazione di dichiarazioni di disponibilità ad assumere l'incarico di commissario straordinario della procedura di amministrazione straordinaria di «Ittierre s.p.a. e altre società del Gruppo Ittierre in A.S.», con decreto del Ministro dello sviluppo economico in data 8 giugno 2017, sono stati nominati commissari straordinari il dottor Mauro Messina ed il dottor Enrico Stasi, che affiancano l'avvocato Emanuele Rimini nella composizione del collegio commissariale –:

   se, in considerazione di quanto evidenziato nel decreto 7 aprile 2017, intenda rendere pubblici i dati e i fatti relativi alla non compiuta rappresentazione dei costi della procedura questione;

   se si intendano assumere iniziative al fine di rivalersi sui commissari uscenti alla luce delle relative indicazioni del decreto ministeriale 7 aprile 2017 relative alla «assenza di ponderate e concrete iniziative per la rapida conclusione della gestione liquidatoria della procedura, e al contempo dal compimento di atti in assenza della preventiva autorizzazione, ove prevista ai sensi di legge»;

   quali eventuali ulteriori iniziative si intendano assumere, anche in termini di autotutela, in relazione alla condotta dei commissari in questione.
(4-00705)

Apposizione di una firma
ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta orale Vazio n. 3-00040, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 giugno 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Andrea Romano.