XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 33 di mercoledì 25 luglio 2018
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 luglio 2018.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, la Ministra della Difesa e il Ministro dell'Economia e delle finanze.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
(Posizione del Governo con riguardo all'annessione della Crimea da parte della Russia, alla luce della richiesta di chiarimenti avanzata dal Ministro degli esteri ucraino in relazione a recenti dichiarazioni del Ministro dell'interno – n. 3-00102)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Boldrini n. 3-00102 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Boldrini se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica. Ha un minuto.
LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi, come lei sa, ci sono state alcune, a mio avviso, preoccupanti e sorprendenti dichiarazioni fatte dal Vicepresidente del Consiglio Salvini, nel corso di un'intervista rilasciata al Washington Post. Il Ministro dell'Interno diceva che, appunto, riteneva legittima - così dice - l'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, perché c'è stato un referendum e perché - dice lui - quella è una zona con cultura e tradizione russe. Ora, stiamo parlando di un'annessione che è stata condannata da tutta la comunità internazionale.
Inoltre, è preoccupante tutto questo, perché, nel corso del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno noi abbiamo, invece, riconfermato quello che, appunto, si sapeva già…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LAURA BOLDRINI (LEU). Allora, io vorrei capire qual è la posizione, perché noi abbiamo, all'unanimità, fatto quello che ci si aspettava da noi; adesso, però, non ho più capito qual è la posizione del Governo italiano rispetto all'annessione della Russia. È legittima o no?
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signora Presidente, in riferimento alla posizione del Governo, il Governo italiano ritiene che vadano sempre rispettate le regole del diritto internazionale, in particolare i principi legati all'integrità territoriale. Il Governo italiano ha una posizione in materia assolutamente coerente con quella espressa a livello collettivo dall'Unione europea.
Con riguardo alla questione della Crimea, l'Italia ha aderito alle misure restrittive che rivestono un carattere personale, le cosiddette sanzioni su persone che si sono trovate ad avere determinati tipi di attività finanziaria nella penisola della Crimea e l'Italia non ha riconosciuto le cosiddette autorità regionali che sono state designate nel marzo del 2014 e questo in coerenza con quanto concordato con i partner internazionali a livello di G7 e di Unione europea.
Sul secondo tipo di sanzioni che riguardano, invece, le questioni relative all'Ucraina orientale, in particolare, alla regione del Donbass, la posizione del Governo italiano al Consiglio europeo del mese di giugno, del 28 e 29 giugno, è stata di non opporsi al consenso, quindi, di consentire la proroga semestrale di queste sanzioni.
Attualmente, il Governo italiano ritiene che le sanzioni abbiano un carattere strumentale per ottenere il rispetto degli accordi relativi alle norme di diritto internazionale; nel caso di specie, si tratta degli accordi firmati a Minsk e sottoscritti da tutte le parti, inclusa la Russia. Quindi, il carattere strumentale delle sanzioni significa che non sono una punizione per un fatto avvenuto, ma devono servire a favorire il ripristino della situazione corretta. Questa è la posizione che il Governo italiano ha espresso, sia nel quadro del vertice dell'Unione europea di giugno, sia nel quadro del vertice NATO all'inizio del mese di luglio, così come anche nel quadro del G7.
Il Governo crede nell'azione delle parti che intermediano sulla questione relativa al rispetto, in particolare, degli accordi di Minsk e quant'altro, il cosiddetto gruppo di Normandia, ed è in questo quadro che la posizione del Governo viene rappresentata e si sta manifestando nelle varie sedi internazionali che sono competenti al riguardo.
PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini ha facoltà di replicare.
LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, Ministro. Dunque, non è legittima l'annessione della Crimea. Fa piacere sentire questo, perché la confusione nuoce alla nostra autorevolezza a livello internazionale; nuoce perché noi approviamo le sanzioni e, poi, dopo pochi giorni, appunto, c'è una smentita, perché quelle sanzioni vogliono dire proprio quello, che c'è stata un'annessione e che quella annessione è illegittima.
Dunque, mi fa piacere sentire parole di chiarezza e, allora, un consiglio: più attenzione alle incursioni del Ministro dell'Interno nella politica internazionale, più attenzione, perché queste incursioni sono anche un po' imbarazzanti, dal punto di vista delle modalità, tant'è che, durante quest'ultima visita a Mosca, sembrerebbe, come riportato dalla stampa, che il Ministro dell'Interno fosse accompagnato, negli incontri ufficiali, quindi, al Ministero dell'interno e anche al Consiglio russo della sicurezza, da tale signor Gianluca Savoini, presidente dell'Associazione culturale Lombardia Russia e dall'assessore Claudio D'Amico, tutti e due rappresentanti della Lega. Nel corso di questi incontri, si è parlato di questioni importanti, di scambi di informazioni, di collaborazione tra i due Paesi, di questioni di sicurezza. Allora, io mi chiedo e le chiedo, ma questo sarà per un'altra volta: a che titolo questi signori erano presenti a incontri così delicati?
(Tempi e modalità di adozione del decreto ministeriale finalizzato all'indizione nel 2018 di un concorso straordinario per il reclutamento nei ruoli dei marescialli dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare – n. 3-00103)
PRESIDENTE. L'onorevole Corda ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00103 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
EMANUELA CORDA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, il decreto legislativo n. 94 del 2017 prevede, in deroga all'articolo 682 del codice dell'ordinamento militare, che solo per l'anno 2018 venga bandito un concorso straordinario per titoli ed esami per il reclutamento nei ruoli dei marescialli dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare, riservato al solo personale appartenente ai ruoli di sergenti e volontari in servizio permanente, anche in deroga ai vigenti limiti d'età.
Tale decreto ministeriale, propedeutico all'emanazione di un bando di concorso straordinario, è stato proposto al Ministro della Difesa per l'avvio del previsto iter approvativo, senza che a tutt'oggi siano noti i successivi sviluppi, lasciando in sospeso un numero rilevante di militari tra graduati e sergenti.
Ecco, noi vogliamo sapere se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione e quando sarà emanato questo decreto, considerato che abbiamo una scadenza e migliaia di persone in attesa.
PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha facoltà di rispondere.
ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Grazie, onorevole, colgo l'occasione per ringraziare gli onorevoli interroganti, in questo mio primo intervento nel question time alla Camera, perché mi consentono, pur nella ristrettezza dei termini previsti dai Regolamenti parlamentari, di dare risposta su un tema a me particolarmente caro. Il tema riguarda le categorie di personale in servizio temporaneo previste prima della trasformazione dello strumento militare in senso professionale, legge n. 226 del 2004, a seguito della sospensione della leva, arruolate a suo tempo, ai sensi della legge n. 958 del 1986 e transitate, poi, in servizio permanente, ai sensi del decreto legislativo n. 196 del 1995.
L'articolo 2197-ter del codice dell'ordinamento militare, inserito dalle recenti disposizioni sul riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze armate, prevede, a favore di tali categorie di personale, ora appartenenti ai ruoli dei sergenti e dei volontari in servizio permanente, che per il solo anno 2018 sia bandito un concorso straordinario per titoli ed esami a loro riservato, per il reclutamento nei ruoli dei marescialli dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare.
Per consentire lo svolgimento del concorso è previsto che, con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, sia stabilita la ripartizione del numero dei posti per ruoli di provenienza e per Forza armata di appartenenza.
Fatta questa premessa e per affrontare nel merito il quesito posto, evidenzio che l'iter di approvazione del decreto è stato avviato nel mese di aprile, all'indomani delle elezioni, durante la fase di formazione del nuovo Governo. Ciò ha comportato un allungamento dei tempi per l'acquisizione del previsto concerto ministeriale. Ora siamo giunti alla fase di avanzata definizione, pertanto posso assicurare che il decreto sarà adottato in tempi brevi, anche in ragione della costante ed efficace interlocuzione con i competenti uffici del Ministero dell'Economia e delle finanze. Sono convinta, grazie a questa proficua forma di collaborazione tra i Dicasteri, che sarà possibile il raggiungimento dell'obiettivo comune di far svolgere nei tempi previsti dalla norma la relativa procedura concorsuale, andando così incontro alle legittime aspirazioni di quanti sono ancora in attesa dell'emanazione del bando di concorso straordinario.
PRESIDENTE. L'onorevole Frusone, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
LUCA FRUSONE (M5S). Grazie, Presidente; ringrazio anche la signora Ministro per questa risposta. Come può immaginare, appese a certe scadenze e a certe beghe normative ci sono le carriere di migliaia di persone, le loro aspettative e naturalmente anche il futuro dei loro affetti. Se le risposte non arrivano, ecco che lo scoramento e la disaffezione alle istituzioni prevalgono, anche nella mente del più ligio dei servitori dello Stato. Avere le sue risposte, avere la sua attenzione su queste problematiche ci rassicura; l'inerzia, in questi frangenti, non aiuta. Una cosa che da sempre ha accompagnato i vari riordini e i vari contratti nel comparto della difesa è stata proprio l'incertezza; basti pensare che, in questi giorni, stiamo studiando i correttivi al decreto sul riordino delle carriere delle forze dell'ordine e purtroppo ci è preclusa, per via dell'inerzia del precedente Governo, la possibilità di avere contemporaneamente dei correttivi anche per le Forze armate; ma per fortuna a tutto c'è rimedio.
Lei ha un pesante compito, signora Ministro, quello di riportare chiarezza in materie veramente ostiche, quello di dare delle risposte per delle situazioni immobili, come quella oggetto della nostra domanda, che abbisognano di buonsenso e di olio di gomito per andare avanti.
Con la sua risposta di oggi abbiamo fatto il primo passo di un sentiero meno tortuoso rispetto al solito, e ritenendomi pienamente soddisfatto della sua risposta, non posso che augurare, non solo a lei ma a noi tutti, che questo sia solo il primo di mille altri passi su un sentiero chiaro, trasparente e condiviso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Chiarimenti in merito alle prospettive e ai tempi di introduzione della flat tax, con particolare riferimento al disegno legge di bilancio per il 2019 – n. 3-00104)
PRESIDENTE. L'onorevole Silvestroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida n. 3-00104 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente Carfagna, Ministro Tria, onorevoli colleghi, l'introduzione della flattax in Italia è un obiettivo scritto nel contratto di Governo sottoscritto dai due partiti di maggioranza, dal MoVimento Cinquestelle e dalla Lega. A quasi tre mesi dall'inizio del percorso del nuovo Esecutivo, tuttavia, Ministro, il Governo sembra assumere una posizione contraddittoria in merito alla concreta realizzazione di tale punto del programma: da un lato, abbiamo il Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che individua questa flat tax come prioritario, dall'altro, abbiamo il Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro dello Sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, che fissa la priorità in materia economica nell'introduzione del famigerato reddito di cittadinanza; da un altro ancora abbiamo lei, Ministro Tria…
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO SILVESTRONI (FDI). Concludo. Dall'altro abbiamo lei, Ministro Tria, che annuncia l'avvio di tavoli di lavoro sull'argomento.
PRESIDENTE. Rivolga la domanda al Ministro, onorevole, deve concludere.
MARCO SILVESTRONI (FDI). La domanda è se è realistica una sua normazione già a partire dal disegno di legge di bilancio del 2019.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signora Presidente, premettendo che mi pare che siamo a quasi due mesi dalla formazione del Governo, vorrei evidenziare preliminarmente che la riforma della tassazione in Italia rientri in un obiettivo più ampio dell'azione di politica economica del Governo, che è volta a migliorare la crescita e la competitività del sistema, attrarre investimenti e sostenere i consumi delle famiglie.
Invito quindi a considerare la flattax come uno degli strumenti previsti nel contratto di Governo per raggiungere tale obiettivo. Essa è quindi parte di una manovra unitaria, e non vi sono priorità di un pezzo o dell'altra della manovra, perché nel suo complesso funzionerà e non come singole parti. Ribadisco che in Italia è necessaria una riforma del sistema fiscale per rendere la tassazione una più efficace leva della crescita economica, per semplificare le procedure, migliorare l'adempimento spontaneo dei contribuenti e per creare le condizioni per ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese. La flattax ha infatti due obiettivi distinti: semplificazione della struttura del sistema fiscale poi una graduale riduzione della pressione fiscale. L'introduzione della cosiddetta flattax porterà quindi un contributo sostanziale in termini di semplificazione della struttura del prelievo e degli adempimenti, oltre a garantire un alleggerimento del prelievo, da perseguire gradualmente, e, come ho già avuto modo di spiegare nelle sedi parlamentari, compatibilmente con gli spazi finanziari ricavabili nel bilancio dello Stato.
Come sapete, in vista della definizione della flattax ho sostituito una taskforce - che è al lavoro -, per analizzare i profili di gettito e quelli distributivi del carico tributario, per poter disegnare una riforma fiscale che garantisca l'equità e la progressività dell'imposta prevista dalla Costituzione. Confermo quindi che si inizierà ad implementare la “riforma flattax” fin dalla prossima legge di bilancio, secondo un cronoprogramma graduale il cui contenuto di dettaglio è attualmente allo studio. Come ho già avuto occasione di illustrare, il Governo è intenzionato ad operare una ricomposizione della spesa e delle entrate per rendere questi due aggregati di bilancio più adeguati a perseguire gli obiettivi di crescita inclusiva, dell'occupazione e del rilancio degli investimenti pubblici e privati.
PRESIDENTE. L'onorevole Silvestroni ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARCO SILVESTRONI (FDI). Ministro, la sua è una risposta un po' generica: come al solito non si entra mai realmente nel merito. Lei sappia - e il Governo che lei rappresenta - che gli italiani sono stufi, che gli italiani hanno bisogno e vogliono un abbassamento delle tasse, perché sono allo stremo. Per cui, facciamo che questa sua risposta generica, ripeto, non rimanga uno slogan di campagna elettorale, come stanno facendo sia il Ministro dell'Interno Matteo Salvini e lo stesso Ministro dell'Economia, che parla per slogan sul web. Non parlo, poi - tra l'altro - del Presidente del Consiglio, per rispetto dell'Aula, perché, ad oggi, è quasi un fantasma. Quindi, la stimolo effettivamente a portare questa flattax a compimento, perché è parte del vostro contratto di Governo, tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega, ma anche perché è nel programma del centrodestra, soprattutto nel programma di Fratelli d'Italia. Noi su questo la incalzeremo, per gli italiani, che sono ridotti allo stremo e hanno bisogno dell'introduzione della flattax(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Intendimenti in merito al provvedimento sulla cosiddetta «pace fiscale» – n. 3-00105)
PRESIDENTE. L'onorevole Gerardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00105 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). Presidente, signor Ministro, la nostra interrogazione nasce dalla lettura dei dati allarmanti emanati dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi, dove si evidenzia un mancato versamento di circa 9,6 miliardi di euro derivanti da rottamazione delle cartelle.
Secondo le stime, noi avremmo avuto un gettito iniziale di circa 17,8 miliardi a fronte di un totale di circa 31,3 miliardi, con un risultato di una riscossione di circa 6,5 miliardi con un ulteriore miliardo e mezzo che riguarda la rateizzazione.
Quindi, i 9,6 miliardi vanno a costituire dei versamenti omessi. Questo ci fa intendere che esiste una folta platea di contribuenti che versano comunque in difficoltà economiche e, quindi, non hanno la possibilità di rimettersi in pari con i pagamenti. La pace fiscale contenuta nel contratto di governo intende proprio questo: andare incontro ai contribuenti in difficoltà i quali, se non hanno pagato fino ad oggi i contributi, di certo non lo potranno fare domani…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). Certo. Questo non sta a significare che ci sarà un condono, ma una maxirateizzazione e…
PRESIDENTE. Ha terminato il suo tempo. Rivolga la sua domanda.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). …pertanto, chiediamo a lei, Ministro, di illustrarci come il Governo sta procedendo e, soprattutto, che cosa intende fare per l'attuale rottamazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono se il provvedimento sulla cosiddetta “pace fiscale” sia concretamente in cantiere e se includa anche l'attuale rottamazione delle cartelle.
Va anzitutto fatto presente, rispetto ai dati riportati dagli interroganti, che finora, almeno sulla base dei dati resi noti nel comunicato stampa dell'Agenzia delle entrate del 1° febbraio 2018, nel complesso i risultati della rottamazione delle cartelle sono stati superiori agli effetti scontati in bilancio e si è registrato da parte dei contribuenti un grado di adesione superiore a quanto previsto in sede di relazione tecnica.
In merito alla situazione del magazzino ruoli da riscuotere affidati all'Agenzia delle entrate-riscossione e all'ammontare delle somme che possono essere oggetto di azioni di recupero in provvedimenti di pace fiscale, si segnala che il valore contabile residuo dei crediti che diversi enti hanno affidato è molto alto e complessivamente pari a quasi 800 miliardi di euro.
Tuttavia, si stima che l'ammontare sul quale si può effettivamente concentrare l'azione di recupero, indipendentemente dall'esito, sia assai più limitato e pari a circa 50 miliardi. Solo su questi si può cercare di avere un'azione di recupero. Tuttavia, il provvedimento che si andrà a prendere terrà conto dell'effettiva difficoltà dei contribuenti a far fronte ai loro debiti con le Entrate.
Sulla base anche di quanto già sottolineato nel corso dell'audizione presso la Commissione finanze del Senato, la questione della pace fiscale va inquadrata nell'ambito di una riforma strutturale del fisco e, poiché si sta delineando una riforma strutturale, il Governo esaminerà attentamente tutti gli impatti e anche l'impatto del provvedimento che verrà denominato “Pace fiscale”. Questo consentirà di tener conto delle varie esigenze.
Infine, ritengo doveroso che il sistema fiscale instauri un nuovo rapporto con i cittadini e voglio ricordare anche che parlare di pace fiscale non significa varare nuovi condoni ma pensare, appunto, ad un fisco amico del contribuente, che favorisca l'estinzione dei debiti. È, quindi, da inquadrare nel quadro del provvedimento fiscale anche l'azione - cosiddetta - della pace fiscale, che significa favorire il rientro dei debiti venendo incontro alle persone più in difficoltà.
PRESIDENTE. L'onorevole Gerardi ha facoltà di replicare per due minuti.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Per noi la pace fiscale è un punto molto importante ed è anche un punto importante del programma di governo. È un impegno che noi, come Lega, e che soprattutto Matteo Salvini, a nome di tutti noi, ha preso con gli italiani che ci hanno comunque dato fiducia e non intendiamo, naturalmente, tradirla.
Per questo motivo mi rivolgo proprio lei, che è il Ministro del cambiamento e rappresenta il Governo del cambiamento.
Noi, naturalmente, auspichiamo che questa misura venga applicata il prima possibile, anche perché non deve servire da condono per i “furbetti” ma, comunque, deve rappresentare un incentivo e, soprattutto, un aiuto per chi è in difficoltà economica, ma rappresenti anche, naturalmente, una chiusura con il passato fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
(Chiarimenti in ordine alla posizione del Governo in merito al rispetto del vincolo del 3 per cento ai fini della predisposizione del disegno di legge di bilancio per il 2019 – n. 3-00106)
PRESIDENTE. L'onorevole Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00106 (Vedi l'allegato A).
LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente, e buon pomeriggio, signor Ministro. La mia domanda è semplice e, se è possibile, gradirei una risposta semplice. Parte da quattro dati di fatto: il primo è il rallentamento congiunturale che tutte le maggiori organizzazioni, internazionali e nazionali, stanno stimando per la nostra economia che, come sappiamo, naturalmente impone una pressione al rialzo del rapporto deficit/PIL; il secondo dato di fatto è la sua affermazione, reiterata in audizione alle Commissioni bilancio il 3 luglio scorso, sul suo intendimento di mantenere costante la spesa corrente primaria in termini nominali e assoluti al livello del 2017; il terzo elemento è l'incremento della spesa per interessi, previsto per il prossimo anno in virtù dell'innalzamento dello spread; il quarto, le dichiarazioni reiterate dei Vicepresidenti del Consiglio sul possibile non rispetto del vincolo del 3 per cento del Patto di stabilità e crescita.
Date queste premesse, la mia domanda è semplice: quale sia la posizione del Governo italiano in merito al rispetto del parametro del 3 per cento del rapporto fra indebitamento netto e prodotto interno lordo per l'anno prossimo e per il prossimo triennio di previsione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Secondo quanto appunto più volte affermato - e ultimamente anche nell'audizione presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato - io riaffermo che il Governo intende svolgere la propria azione all'interno di una politica di bilancio volta alla riduzione del rapporto debito/PIL e assicurando il non deterioramento del saldo strutturale. Tali obiettivi sono ovviamente e largamente coerenti con il rispetto del limite del 3 per cento.
È anche essenziale che la prossima legge di bilancio favorisca la crescita e l'occupazione. Questo, in particolare, alla luce degli ultimi dati sugli indicatori economici, i quali suggeriscono che la crescita dell'economia italiana, seguendo l'andamento dell'economia europea, pur mantenendosi sostenuta fino a tutto il secondo trimestre, ma ad un ritmo lievemente inferiore rispetto a quello medio registrato nel 2017, è prevista rallentare - la crescita italiana insieme a quella europea - nel prossimo futuro.
Ne consegue una finanziaria che deve tener conto dello stato dell'economia in modo da non innescare una politica prociclica, il che non significa non rispettare quanto ho appena detto, cioè il rispetto dell'idea di riduzione del rapporto debito/PIL e del non peggioramento del saldo strutturale, ma significa poter rimodulare i tempi e la misura dell'aggiustamento strutturale.
A tal fine, è stato avviato un dialogo in questi termini con la Commissione europea, con l'intento di fissare, per l'anno 2019, un deficit programmatico coerente con l'obiettivo di governo e, al tempo stesso, del rispetto degli obiettivi di bilancio sopra ricordati, ma anche con l'obiettivo di contrastare, per quanto possibile, il rallentamento dell'economia. Questa strategia richiede, quindi, di procedere su due fronti: da una parte, attuare le riforme strutturali previste nel programma di governo; dall'altra, attivare lo stimolo endogeno di crescita per non limitarci a subire, come più volte ho detto, shock positivi o negativi che vengono dalla congiuntura internazionale.
Credo, per tornare ai problemi che ci stanno davanti, che sarà la definizione della legge di bilancio che permetterà ai mercati finanziari di capire meglio l'impostazione della politica economica del Governo, riducendo così quell'incertezza che ancora pesa sul rifinanziamento del nostro debito pubblico e, quindi, mettendo in sicurezza i risparmi degli italiani.
PRESIDENTE. L'onorevole Marattin ha facoltà di replicare.
LUIGI MARATTIN (PD). Due sono le cose: o io non ho capito o, comunque, non sono soddisfatto, perché lei mi sembra riaffermi la necessità di una politica fiscale controciclica, che a fronte di un rallentamento della crescita economica utilizzi un margine di spazio fiscale.
Io, invece, le ho chiesto, qualora il rallentamento ciclico e gli intendimenti politici, che i Vicepresidenti e leader dei partiti di maggioranza di questo Governo continuano a dare come fatti (e alcuni li abbiamo sentiti nominare anche questo pomeriggio), spingano il nostro deficit pericolosamente vicino al tetto del 3 per cento, quale sia la posizione del Governo italiano.
Io non sto parlando di peggioramento del saldo strutturale o di riduzione del rapporto debito-PIL: qualora l'impossibilità di mettere in atto una politica controciclica, che lei giustamente avoca, ci porti vicino a quel tetto, quel tetto è considerato da lei un limite insormontabile oppure, come i Vicepresidenti del Consiglio continuano a ripetere, è un numero tirato a caso da qualcuno e, quindi, si può tranquillamente superare? Io onestamente non ho capito questo.
Ho capito e condivido la necessità di politiche fiscali controcicliche. Forse non condivido con lei il fatto che questa necessità si scontri con lo spazio fiscale effettivamente a disposizione di questo Paese, e questo spazio fiscale è dato sì dal rispetto dei vincoli europei, ma soprattutto dalla sanzione dei mercati finanziari che è già avvenuta, perché da aprile ad oggi lo spread è strutturalmente più alto di 100 punti base, grazie all'incertezza che la politica economica di questo Governo sta provocando negli ambienti finanziari e di chi ci presta 400 miliardi di euro all'anno. E questo non è soltanto un vezzo per finanzieri: questi 100 punti in più ogni anno ci costano 2 miliardi l'anno prossimo fino ad arrivare a costare quasi 5 miliardi fra tre anni.
Quindi, questa era la mia domanda, e mi sento di non aver avuto una rassicurante risposta; spero che chi ci presta 400 miliardi all'anno sia più rassicurato di quanto non lo sono io oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Elementi in merito alle risorse disponibili per finanziare le misure previste dal programma di governo e intendimenti in ordine all'utilizzo della flessibilità sui vincoli di bilancio eventualmente concessa dalla Commissione europea – n.3-00107)
PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00107 (Vedi l'allegato A).
RENATO BRUNETTA (FI). Signora Presidente, signor Ministro, circola una battuta tra i broker di Londra: che quando parla Tria si compra, quando parlano gli altri improbabili economisti del Governo, o i due co-leader del Governo si vende. Battuta verosimile!
Vorrei da lei, signor Ministro, che mi aiutasse a far comprare domani dai mercati e che dicesse parole di chiarezza e di verità rispetto alla prossima legge di bilancio, perché lei dice sempre: sarà tutto compatibile, l'attuazione del programma, con i vincoli di bilancio. Ma è un'operazione impossibile, perché il programma costa almeno 100 miliardi, i vincoli di bilancio prevedono (poi le farò la spunta) almeno 30 miliardi di risorse da rinvenire per stare dentro i limiti di bilancio. Come farà, signor Ministro? Siccome io la stimo moltissimo, lei lo sa benissimo…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
RENATO BRUNETTA (FI). …io vorrei però una parola di verità, per consentire domani ai mercati di comprare, visto che parla Tria, e non di vendere.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Ringrazio della domanda, perché mi consente di rispondere nuovamente anche probabilmente alla precedente domanda per la quale sembra che la mia risposta non sia stata molto chiara. Se è vero quello che lei dice, evidentemente i broker capiscono quello che dico, e quindi credono a quello che dico; forse, mi devo esprimere in modo diverso.
Io continuo a dire e a riaffermare, non posso non riaffermare, che il Governo ha avviato un dialogo con la Commissione europea con l'intento di rivedere l'obiettivo di deficit per il prossimo anno, così da non danneggiare la crescita e l'occupazione. Questa revisione è limitata, e quando io dico che questa revisione non può comportare una diminuzione del rapporto debito-PIL e un non peggioramento strutturale, è perché - se si fanno i conti - evidentemente io sto dicendo che non si supera il 3 per cento del PIL. E, quindi, mi pare che avevo risposto; ma devo rispondere a lei, onorevole.
Fermi, quindi, restando questi obiettivi di riduzione del debito, noi intendiamo trovare le risorse nell'ambito del bilancio, rimodulando la sua composizione e con gradualità: il che significa che implementeremo le riforme che sono previste non solo con gradualità, ma operando attraverso una rimodulazione delle entrate e delle uscite.
Voglio far notare, e lascio quello che ho scritto, che quando si fanno delle stime su quanto costa un certo provvedimento, evidentemente si immagina che quello sia un costo addizionale che si somma ad un bilancio invariato. È chiaro invece che, per esempio, dal punto di vista della protezione sociale vi sono molti istituti che andranno rivisti, e andrà rivisto a quali finalità rispondono questi istituti, e se a queste finalità può rispondere un nuovo istituto di protezione sociale che è previsto dal Governo; calcoleremo, quindi, il differenziale di costo e vedremo come disegnare gradualmente questo provvedimento, cercando all'interno del bilancio gli aggiustamenti.
Il punto principale è che noi puntiamo al rilancio degli investimenti pubblici. E voglio dire, da questo punto di vista, che è chiaro che la Commissione in questo momento non può formalmente accettare che la spesa per investimenti sia posta fuori dal calcolo del deficit, perché queste sono le regole attuali, ma certamente valuterà attentamente e in modo significativo se il prossimo bilancio vedrà riprendere la quota degli investimenti pubblici sul totale delle spese e non il contrario come è avvenuto prima, e questo sarà soprattutto considerato dai mercati finanziari.
PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di replicare.
RENATO BRUNETTA (FI). Signor Ministro, le faccio due conti in tasca. Per quest'anno siamo fuori di circa 5 miliardi, tre decimali; non so se si farà la manovra correttiva ma comunque la dovremo fare per l'anno prossimo.
Per l'anno prossimo, 2019, siamo fuori di circa 10-11 miliardi, 0,6 rispetto all'obiettivo dello 0,8, dell'obiettivo di deficit: quindi, fa già 10 più 5, 15. Ci sono da neutralizzare le clausole di salvaguardia dell'IVA, altri 12-14 miliardi. Siamo, senza spese indifferibili, attorno a 30. Lei dovrà, signor Ministro, tirar fuori dalle tasche del Tesoro, e cioè degli italiani, almeno 30 miliardi per rispettare i vincoli di bilancio.
Mettiamo che l'Unione europea nella sua magnanimità ci dia un po' di flessibilità, cioè un po' di possibilità di fare deficit: 0,5? 0,6? Grasso che cola, sono 10 miliardi. Che se ne fa, signor Ministro, di 10 miliardi, quando ne deve già tirar fuori 30? E, soprattutto, che ne sarà del contratto di programma, che ne costa almeno 100?
Per favore, signor Ministro, dica parole di verità: che quel programma non è realizzabile con questi chiari di luna, e che se lei vuole mantenere i vincoli di bilancio anche con la flessibilità non ci sono risorse.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
RENATO BRUNETTA (FI). E una sola cosa: se le verrà data la flessibilità, la userà per neutralizzare le clausole di salvaguardia? Lei conosce bene il teorema dell'invarianza ricardiana: fare deficit per tagliare le tasse non ha mai funzionato bene, i contribuenti non sono stupidi e non si fidano, né ai tempi di Ricardo né ai tempi dell'ottimo Tria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).
(Intendimenti in merito ad una revisione del sistema fiscale volta a favorire le famiglie numerose – n. 3-00108)
PRESIDENTE. L'onorevole Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e Colucci n. 3-00108 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, signor Ministro, la famiglia in tutti questi anni di crisi si è dimostrata il primo, vero ammortizzatore sociale nella nostra società e di fatto fattore di coesione. Purtroppo, l'anno 2017 ha fatto registrare ancora una volta un nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia per quanto riguarda le nascite: sono stati registrati 458 mila nati rispetto ai 649 mila decessi. Questo chiaramente crea delle conseguenze da un punto di vista sociale ed economico, sulle quali le istituzioni ancora non si stanno interrogando e non stanno dando delle risposte e delle soluzioni.
Allora, la domanda di Noi con l'Italia-USEI, signor Ministro, è: quali iniziative intende assumere il Governo dirette a rivedere il sistema fiscale del nostro Paese, privilegiando le famiglie numerose, con figli a carico, con disabili e anziani, e a incrementare le risorse economiche già previste nella legge di bilancio 2018?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. Va ricordato, innanzitutto, che già l'attuale sistema di prelievo sulle persone fisiche prevede una serie di strumenti a riduzione del carico fiscale in relazione alla composizione del nucleo familiare - presenza di figli o di altri soggetti senza reddito - e al sostenimento di specifiche spese: asili nido, istruzione, affitto, studenti. Le detrazioni per figli tengono conto delle caratteristiche dei figli - gli importi previsti sono, infatti, maggiori per i neonati e per i soggetti non autosufficienti - e della numerosità (esistono maggiorazioni specifiche per nuclei numerosi). Ora, è chiaro che il perdurare degli effetti della crisi e l'aumento della disoccupazione giovanile hanno amplificato i rischi economici e sociali dei soggetti più vulnerabili e i rischi di esclusione sociale.
In questo contesto, è obiettivo prioritario del Governo perseguire politiche volte a elevare il potenziale di crescita in un quadro di inclusione e coesione sociale anche attraverso strumenti che valorizzino il ruolo di redistribuzione interna operato dalle famiglie.
Per perseguire questi obiettivi il programma di Governo individua diverse misure specifiche, che vanno nella direzione di un concreto sostegno economico alla famiglia e alla natalità. Nel programma di Governo vengono delineate misure che sono attualmente all'oggetto di studio, nell'ambito delle quali una particolare attenzione andrà riservata alle famiglie numerose, molto spesso più esposte al rischio di povertà.
I provvedimenti a favore delle famiglie, in particolare di quelle numerose e povere, andranno, ovviamente, poi armonizzati con le scelte che verranno effettuate in tema più generale di protezione sociale - il riferimento è anche al reddito di cittadinanza - e con le scelte che verranno effettuate in tema di riforma fiscale.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente, grazie signor Ministro per la sua risposta. Le osservazioni che le facciamo sono due: la prima, ha fatto bene a ricordare che nel programma di Governo ci sono misure per il sostegno alla famiglia; non a caso, mi sembra che nel Governo sia stato istituito un Ministro per la famiglia.
Il punto è che il Ministro per la famiglia deve avere una dotazione a bilancio specifica per i provvedimenti a favore della famiglia, perché altrimenti diciamo che la famiglia è il più grande ammortizzatore sociale del mondo e poi non facciamo nulla di pratico per sostenerla. Vale per i Governi precedenti, vale per i Governi presenti, vale per i Governi futuri. Il fattore famiglia è un elemento, anche all'interno delle restrizioni di bilancio a cui lei ha accennato, ovviamente iniziale e particolare, che potrebbe essere seguito.
Sa meglio di me che non c'è solo il problema delle famiglie numerose, ma c'è il problema della proporzionalità delle detrazioni in base al numero dei figli. Una famiglia con un figlio è diversa da una famiglia che ha due figli ed è diversa da una famiglia che ha tre figli.
Oggi il sistema fiscale - lei, con la sua autorevolezza, conosce bene, ovviamente, questa situazione - è invece indifferente rispetto al numero dei figli e interviene solo da un punto di vista eventuale dell'aiuto sociale o di situazioni particolari che vengono previste all'interno della famiglia.
Ci auguriamo e siamo convinti che il Governo, anche all'interno delle ristrettezze di bilancio, possa prioritariamente favorire con le misure fiscali la famiglia, perché è da lì che si riparte. E mi permetta una battuta conclusiva: siamo molto contenti di avere sentito dal Ministro dell'Economia che bisogna rilanciare gli investimenti pubblici.
C'è un piccolo nota bene: convinca il Ministro Toninelli che le infrastrutture non sono il male assoluto per questo Paese e che l'investimento in grandi opere, piccole opere, manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria sono fondamentali per il rilancio del Paese, checché ne dica un pasdaran della bicicletta come il Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Caiata, Fusacchia, Gallo, Lupi, Rizzo e Rosato sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,02).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (A.C. 924) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 16,03).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Serracchiani ed altri n. 1 e Gelmini ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A) presentate al disegno di legge n. 924: Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
(Esame di questioni pregiudiziali – A.C. 924)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali presentate (Vedi l'allegato A) .
Illustra la questione pregiudiziale Serracchiani ed altri n. 1 l'onorevole Viscomi. Prego, ne ha facoltà.
ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico ha presentato una questione pregiudiziale ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento, e ha segnalato la non conformità del decreto 12 luglio 2018, n. 87, ai requisiti che la Costituzione e la giurisprudenza della Corte costituzionale richiedono ai fini dell'esito positivo dello scrutinio di legittimità per l'adozione di un atto che, come è noto, altera il normale equilibrio della funzione legislativa. Per quanto qui interessa, i parametri di valutazione dell'azione governativa possono essere sinteticamente individuati in due, tra l'altro ben noti a quest'Aula: l'esistenza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza, da un lato, e l'accertata omogeneità materiale o teleologica dei contenuti del decreto, dall'altro.
Ad avviso del Partito Democratico, entrambi i parametri risultano violati dal decreto in esame; decreto ambizioso, Presidente, almeno negli obiettivi esplicitamente individuati in premessa dal Governo, e che, però, ora costituiscono il metro necessario su cui misurare il rispetto dei parametri prima indicati. A dire la verità, il decreto…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole. Chiedo ai colleghi di lasciare liberi i banchi del Governo, grazie.
ANTONIO VISCOMI (PD). A dire la verità, il decreto è ambizioso quanto agli obiettivi, perché, a dar conto della distanza siderale tra questi e gli effettivi risultati, è sufficiente dare la parola ai lavoratori della Nestlé di Benevento. Proprio costoro, come è noto, si sono autodefiniti le prime vittime del decreto dignità, in quanto da precari con contratto a termine sono diventati ora, grazie al decreto n. 87, disoccupati, per così dire, a pieno titolo. In ogni caso, il Governo ha ravvisato le ragioni di necessità ed urgenza del provvedimento in tre ordini di motivi, e cioè nella affermata esigenza di attivare con immediatezza misure a tutela della dignità dei lavoratori e delle imprese, introdurre strumenti volti a consentire un efficace contrasto alla ludopatia e adottare misure ai fini del regolare inizio dell'anno scolastico 2018-2019. Tre aree tematiche tra loro molto eterogenee, come è facile intuire, alle quali, per la verità, deve immediatamente aggiungersi una quarta area.
Mi riferisco all'articolo 13, dedicato alle società sportive dilettantistiche, addirittura, e forse non a caso, confinato nel capo V del decreto, dedicato alle disposizioni finali e di coordinamento. Ora, considerare l'intervento di radicale revisione di un settore di importanza significativa alla stregua di disposizione finale o, addirittura, di mero coordinamento dimostra in modo evidente e plateale l'impossibilità di ricondurre il relativo contenuto precettivo a criteri di omogeneità sia materiale che teleologica, e ciò senza considerare che il comma 5 del medesimo articolo interviene su materie di legislazione concorrente, con tutto quel che ne consegue.
Pertanto, l'eterogeneità dell'articolo 13 rispetto al resto dell'articolato, anzi, la vera e propria estraneità sarebbe già di per sé sufficiente a far cadere il decreto sotto la scure costituzionale. Come, infatti, ricorda la Corte, l'inserimento di una disposizione nel corpo di un decreto-legge unitario non vale a trasmettere per ciò solo alla stessa disposizione il carattere di urgenza delle altre, in ipotesi già legate tra loro dalla comunanza di oggetto o finalità. L'urgenza, insomma, non si trasmette per propagazione.
Inoltre, l'evidente estraneità delle norme sulle società sportive dilettantistiche appare ancora più stridente quando dal piano materiale si passi a quello teleologico, definito in questo caso dall'obiettivo di tutela della dignità dei lavoratori. Da questo specifico punto di vista, il venire meno del corredo di tutela assicurato dalla legge abrogata determina oggettivamente la reviviscenza di vecchie prassi gestionali, che, nel vuoto normativo, sono state tradizionalmente segnate da lavoro nero o dal ricorso surrettizio a tipologie contrattuali meno tutelate od utilizzate in modo fraudolento.
Ad eguali ed anzi più stringenti censure si presta l'articolo 4, recante il differimento del termine di esecuzione di provvedimenti giurisdizionali in materia di diplomati magistrali. In tal caso, il Governo, ma in realtà dovremmo dire il datore di lavoro, interviene sul sistema ordinamentale, modificando l'assetto normativo a proprio favore. A prescindere da ogni considerazione su tale impropria sovrapposizione di ruoli, nonché sull'egualmente improprio tentativo di risolvere un problema organizzativo mediante l'estensione di regole e termini pensati invece per assicurare la tenuta del sistema contabile, è del tutto evidente che si tratta di una norma di mero rinvio, destinata ad essere reiterata fra quattro mesi e, dunque, ad anno scolastico già avviato.
Dunque le norme sulle società sportive e sulla scuola segnalano con evidenza l'improprio ricorso governativo alla decretazione d'urgenza, rendono disomogeneo un insieme di disposizioni che la Costituzione vuole, invece, omogeneo per materie e scopo.
Le colonne portanti del decreto in esame, tuttavia, sono segnate dalle norme sul lavoro e sulle imprese e dalle norme per il contrasto alla ludopatia. Per quanto riguarda queste ultime, confesso di provare una particolare difficoltà, dal momento che proprio ieri, nel corso dei lavori in Commissione, la rappresentante del Governo ha evidenziato il carattere embrionale delle norme proposte, che dovranno ancora essere meglio definite e articolate con successivi ed organici provvedimenti legislativi. Una dichiarazione di tal genere a me pare una sorta di confessione sull'inesistenza dei profili di necessità che giustificano l'assunzione di un provvedimento d'urgenza, laddove invece la complessità del tema trattato avrebbe richiesto l'ordinario procedimento legislativo.
A censure non meno gravi si prestano le misure in materia di fiscalità. Di fatto, la mancata previsione di un termine entro il quale adottare il decreto attuativo necessario per assicurare la funzionalità del sistema di misurazione induttivo del reddito si traduce in una sorta di condono di fatto, non formalmente dichiarato: condono da una parte, signor Presidente, rischio di evasione dall'altro, per via di quanto disposto dall'articolo 12 sullo split payment. In materia fiscale il cambiamento del Governo del cambiamento è veramente evidente: un ritorno al passato che si cerca di riportare in vita mediante un decreto d'urgenza in assenza evidente dei presupposti.
Ma un ritorno al passato lo si ha pure con le norme in materia di lavoro, oggetto di interventi che avrebbero l'intenzione di contrastare la precarietà occupazionale, ma che invece stanno già determinando non l'eliminazione della precarietà, ma la riduzione dell'occupazione. Non è questa la sede per entrare nel merito della discussione sulla seguente questione: se avere posto dei limiti causali e temporali alla stipulazione di contratti a tempo determinato sia di per sé azione idonea a determinare un incremento dei contratti a tempo indeterminato. La risposta del Partito Democratico, ma in verità di tutti coloro che non sono soliti scambiare per realtà i propri desideri, è che per ottenere buona occupazione abbiamo bisogno di misure adeguate e mirate, e di riduzione stabile e strutturale del costo del lavoro, come quelle da noi proposte con specifici emendamenti. E tuttavia, proprio l'esigenza di porsi questa domanda dimostra l'inesistenza dei presupposti per l'adozione di un decreto-legge.
D'altro canto, la mancanza di una visione di insieme e di una logica di sistema colpisce anche le norme in materia di delocalizzazione: queste sì configurabili come una sorta di guazzabuglio in cui l'approssimazione concettuale e tecnica nella stesura delle norme va di pari passo con la scarsa chiarezza negli obiettivi perseguiti, tant'è che è difficile comprendere se l'obiettivo è tutelare l'occupazione, sanzionare chi delocalizza, comprimere l'orientamento all'internazionalizzazione delle imprese italiane, limitare la presenza in Italia di imprese straniere. Stando così le cose, c'è veramente da chiedersi dove sta l'urgenza di intervenire su questioni delicate con norme pensate male e scritte peggio.
A meno che l'urgenza non sia da individuare soltanto nel bisogno di qualche titolo di giornale, non occorre avere la sfera di cristallo per rendersi conto che l'introduzione nell'ordinamento di norme come quelle indicate produrrà conseguenze negative: sull'occupazione, riducendola, nella previsione più rosea, di non meno di 8 mila unità all'anno; sul sistema delle imprese, che sarà limitato nella sua capacità di competere nel mercato globale; sul sistema fiscale, che sarà sottoposto a tensioni chiaramente orientate alla rottura del fondamentale patto di lealtà fra cittadini e istituzioni; sul sistema scolastico, che continuerà ad essere regolato da provvedimenti provvisori, che rischiano di diventare definitivi; sul sistema del gioco d'azzardo, che rischia di essere lasciato in balia di interessi criminali.
PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, per favore, vi chiedo di lasciare liberi i banchi del Governo.
ANTONIO VISCOMI (PD). Per tutti questi motivi, Presidente, il Partito Democratico ritiene che non sussistano i requisiti costituzionali per l'adozione di un decreto-legge: non la necessità e l'urgenza e neppure l'omogeneità materiale o teleologica delle norme dettate dal Governo.
Per questo motivo, il Partito Democratico chiede all'Aula di non procedere oltre nell'esame dell'Atto Camera 924 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. L'onorevole Polverini ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Gelmini ed altri n. 2, di cui è cofirmataria.
RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, innanzitutto vorrei fare una premessa di merito: come ormai è chiaro, il giudizio di Forza Italia sul cosiddetto decreto dignità - che attualmente stiamo esaminando presso le Commissioni finanze e lavoro e che oggi è oggetto delle pregiudiziali presentate - è, come noto, molto critico. Ed è critico innanzitutto perché il Governo sta dimostrando di interpretare la precarietà e, quindi, la dignità del lavoro solo in termini di durata dei contratti, senza riuscire a intraprendere i profondi cambiamenti in atto nel mercato del lavoro.
Il Ministro Di Maio, nel suo super Dicastero che comprende anche il cuore del sistema produttivo del nostro Paese, crede evidentemente - e questo è molto grave - di muoversi ancora in modo novecentesco, dove si lavora per lo stesso datore di lavoro per tutta la vita e, pertanto, pensa di costruire una tutela per i lavoratori, riducendo la possibilità di ricorso al lavoro a termine.
Il Governo sembra, quindi, avere individuato nel contratto a tempo determinato e nella somministrazione gli strumenti a cui imputare la precarizzazione dei rapporti di lavoro. Ha scelto il nemico e, di conseguenza, le norme per annientarlo. Nessuna visione politica, nessuna riforma ragionata, nessuna comprensione delle reali dinamiche dello stato attuale del mercato del lavoro.
La realtà, però, è un'altra e non si può contrastare il precariato imponendo di fatto alle imprese di assumere solo con un contratto, solo nominalmente a tempo indeterminato. E questo il Ministro lo sa, perché in campagna elettorale prometteva, per ridurre il precariato, la reintroduzione dell'articolo 18.
Tra l'altro, vi sono molteplici fattori, sia economici sia normativi, che spiegano una larga parte dell'aumento del lavoro temporaneo negli scorsi anni: da ultimo, l'abrogazione dei contratti di collaborazione a progetto e del lavoro accessorio regolato tramite voucher. Di questa prospettiva, l'aumento dei contratti a termine e di somministrazione di lavoro rappresenta una evoluzione positiva per la sostituzione di forme spurie di flessibilità con forme sicuramente più tutelanti per i lavoratori. Piuttosto, la tutela del lavoratore va cercata nella continuità lavorativa del mercato del lavoro, in cui al lavoratore si garantisce un efficace sistema di politiche attive per aiutarlo nella transizione da un datore all'altro, da un posto di lavoro a un altro, e un facile accesso alla formazione per tutto l'arco della vita.
E i dati sui nuovi contratti attivati nel primo trimestre 2018, che ci dicono che di nuovi contratti quattro su cinque sono a tempo determinato, dimostrano come occorra spingere verso la trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, per contrastare seriamente il precariato. I divieti di reiterazioni introdotti dal nuovo decreto “dignità” rischiano di aumentare la platea dei lavoratori costretti a passare dalle revolving doors dello stesso datore alle sliding doors - c'era un film bellissimo - di diversi datori di lavoro, perché le precedenti esperienze dimostrano che, a fronte delle difficoltà di assumere a tempo indeterminato, le imprese sostituiranno i loro lavoratori a termine con altri lavoratori sempre a termine.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole. Colleghi, per cortesia, sta intervenendo una vostra collega.
RENATA POLVERINI (FI). Proprio per queste ragioni e per questa filosofia di fondo, totalmente sbagliata e priva di visione, il provvedimento al nostro esame non è affatto uno strumento di lotta al precariato perché rischia di produrre l'effetto contrario.
Voglio, però, mettere da parte per un attimo il merito del testo perché stiamo comunque discutendo di una pregiudiziale di costituzionalità, per sollevare alcune questioni tecnico-giuridiche che comunque sono rilevanti al fine della valutazione proprio della costituzionalità del testo e che potrebbero inficiare la validità e l'efficacia del decreto-legge alla luce di future pronunce della Consulta.
Proprio per questo vi invito ancora di più a riflettere sul voto che stiamo per fare. È evidente, infatti, come il provvedimento si ponga in contrasto con le regole giuridiche anche di rango costituzionale che presiedono alla redazione dei provvedimenti d'urgenza. Il riferimento è, innanzitutto, al contenuto disorganico ed eterogeneo del testo che contiene misure che passano dalla disciplina dei contratti di lavoro a termine, alla delocalizzazione delle imprese, alla pubblicità sui giochi, fino allo sport dilettantistico. Lo stesso Comitato per la legislazione si è dovuto arrampicare sugli specchi pur di trovare un nesso funzionale alle norme ed ha parlato della finalità unitaria di tutelare soggetti caratterizzati da situazioni di fragilità lavorativa ed esistenziale. Ciò non significa praticamente nulla, non riuscendo comunque a giustificare la presenza di un articolo sulle società sportive dilettantistiche.
Anche il decreto-legge è, quindi, un provvedimento omnibus o il solito carrozzone che dir si voglia, esempio di come anche il Governo del cambiamento utilizzi, come gli Esecutivi che lo hanno preceduto, lo strumento della decretazione d'urgenza in maniera assolutamente arbitraria e intollerabile che desta più di una riflessione di sistema relativa alla gestione dei provvedimenti da parte dell'Esecutivo nei confronti del Parlamento, ponendosi di fatto in continuità con una odiosa prassi di continuo ricorso alla decretazione d'urgenza.
Ma soprattutto è evidente come il contenuto del decreto si caratterizzi per l'assenza dei presupposti di necessità ed urgenza con particolare riferimento proprio alle norme in materia di lavoro. D'altra parte, si tratta di norme che sarebbe stato sicuramente più opportuno inserire all'interno di un disegno di legge destinato a seguire l'ordinario iter parlamentare, soprattutto per la particolare natura delle norme stesse. Il mercato del lavoro è un mondo assolutamente fluido con migliaia di contratti che sono in fase di rinnovo proprio in concomitanza con l'entrata in vigore delle nuove disposizioni e che sicuramente mal si conciliano con lo strumento del decreto-legge che entra immediatamente in vigore.
Tra l'altro, tenuto conto del dibattito politico attuale e della possibilità oggettiva e reale di una modifica della norma nel corso dei passaggi parlamentari di conversione del decreto-legge, è facile pensare che le imprese stiano evitando di rinnovare i contratti sulla base di norme che con tutta probabilità tra un mese non saranno più valide ed è ancora più semplice immaginare che nel caos e nell'incertezza generale le imprese preferiranno non assumere e non rinnovare contratti.
Di fatto, quindi, il decreto-legge si pone in direzione opposta rispetto all'obiettivo di lotta al precariato che lo stesso dichiara di perseguire. Lo dicono i numeri illustrati dalla relazione tecnica dello stesso Governo e dall'INPS; lo dicono le norme; lo dicono tutte le associazioni di categoria che assumono. Siamo, quindi, davanti ad un provvedimento contraddittorio e confuso dove non si riesce a scorgere nemmeno sommariamente una visione di medio-lungo periodo della struttura produttiva ed occupazionale del Paese.
Garantire la dignità dei lavoratori e delle imprese e ridurre il lavoro precario non significa irrigidire il mercato, mettere un freno a mano alla crescita ed attaccare chi fa impresa, ma significa incentivare le nuove assunzioni e ridurne i costi, implementare politiche industriali capaci di sviluppare nuove iniziative imprenditoriali e, soprattutto, fare in modo che nuovi soggetti di caratura internazionale guardino o tornino a guardare al nostro Paese.
Tali obiettivi sono totalmente assenti nelle politiche dell'attuale Esecutivo, e che almeno noi, come forza responsabile di opposizione, abbiamo cercato di perseguire attraverso una serie di proposte emendative volte ad offrire un testo con una nuova direzione che sia effettivamente all'insegna della crescita e dello sviluppo del sistema produttivo e occupazionale del Paese: misure di reale lotta al precariato e di incentivo alla stabilizzazione che mi auguro questa maggioranza voglia prendere in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Murelli. Ne ha facoltà.
ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame rappresenta il primo significativo provvedimento legislativo adottato dal nuovo Governo, espressione dei risultati delle elezioni dello scorso marzo. Lo definisco “significativo” proprio perché si è deciso di affrontare da subito un tema nevralgico per la crescita del nostro Paese, il lavoro. Non credo che in quest'Aula vi sia qualcuno…
PRESIDENTE. Collega Zanella, mi scusi, la prego di lasciare liberi i banchi del Governo.
ELENA MURELLI (LEGA). Non credo che in quest'Aula vi sia qualcuno disposto ad affermare che il tema proposto dal decreto-legge, la dignità dei lavoratori e dell'impresa, possa ritenersi privo dei caratteri della necessità e urgenza quanto meno sotto il profilo politico. Infatti possiamo senza dubbio discutere delle modalità e degli strumenti, dividerci sui tempi, sulle strategie ma è un fatto che i cittadini si aspettano un intervento tempestivo in un settore importante quale il lavoro. Per noi che concepiamo la politica al servizio dei cittadini, questo provvedimento pertanto non era e non è rinviabile. D'altro canto, a coloro che nelle questioni pregiudiziali lamentano la violazione dell'articolo 77 della Costituzione, invocando a proprio favore le argomentazioni adottate dalla Corte costituzionale in numerose sentenze, ricordo che, nelle stesse sentenze, viene correttamente riconosciuta la supremazia della politica attraverso l'esercizio della discrezionalità. La Corte costituzionale, infatti, può sindacare la carenza dei presupposti della decretazione d'urgenza solo ove ciò risulti evidente, nel senso che il controllo della Corte non costituisce e non si sovrappone a quello iniziale del Governo e a quello successivo del Parlamento in sede di conversione…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Murelli, posso chiedervi, colleghi, di fare un po' di silenzio perché immagino sia difficile per la vostra collega intervenire.
ELENA MURELLI (LEGA). …e in cui le valutazioni politiche potrebbero essere prevalenti. Lo scrutinio circa i presupposti della decretazione d'urgenza deve dunque avvenire con largo margine di elasticità nel rispetto della discrezionalità del legislatore.
Analoghe considerazioni mi permetto di riservare alle critiche sul merito del provvedimento, accusato di perseguire in modo opposto le finalità dichiarate di tutelare la dignità dei lavoratori e delle imprese, introducendo disposizioni per contrastare fenomeni di crescente precarizzazione in ambito lavorativo mediante interventi sulle tipologie contrattuali e sui processi di delocalizzazione a salvaguarda dei livelli occupazionali ed operando semplificazioni fiscali per professionisti ed imprese.
Voglio ricordare a tal proposito - mi limito alla materia di cui si occupa la Commissione lavoro di cui sono membro e capogruppo della Lega - che l'urgenza vera del provvedimento al nostro esame nasce dalla recentissima evoluzione che i numeri del ricorso al contratto a tempo determinato ci raccontano. Dopo un sostenuto aumento dei contratti a tempo indeterminato nel periodo 2015-2016 si registra, infatti, una totale inversione di tendenza con l'esplosione del numero di contratti a termine: quindi anche il Jobs Act non ha dato i frutti attesi in quanto si basava su un contratto basato sugli incentivi per cui, terminati questi, il motore della crescita occupazionale si è spento. Sappiamo ora tutti naturalmente che il provvedimento al nostro esame delinea un quadro di interventi non esaustivo tant'è vero che le Commissioni lavoro e finanze sono attualmente impegnate per meglio delineare e rafforzare gli strumenti di intervento. Siamo consapevoli e coscienti che l'occupazione è creata non solo dalle tipologie contrattuali ma anche e soprattutto da interventi di riduzione del costo del lavoro. Quindi il decreto-legge è per garantire un'occupazione di qualità, una tipologia contrattuale che garantisca dignità al lavoratore ben sapendo che il nostro prossimo impegno sarà sul costo del lavoro cercando, compatibilmente con le risorse a disposizione, di riuscire a prevedere misure strutturali.
Con riferimento alle disposizioni del decreto in materia di delocalizzazione poi non ho dubbi che gli interventi previsti dagli articoli 5 e 6 rafforzino il principio di concorrenza, garantendo altresì il mantenimento di determinati livelli occupazionali. Come è scritto, infatti, nella relazione illustrativa al provvedimento, l'introduzione della nuova disciplina sui limiti alla delocalizzazione si motiva in ragione della scarsa efficacia e del ridotto ambito di applicazione dei divieti previsti dalle disposizioni della legge di stabilità 2014.
Infine, le disposizioni di contrasto alla ludopatia e l'esigenza di intervenire con urgenza su un fenomeno in rapida diffusione presso tutti i ceti sociali e tutte le fasce d'età, sono date, non solo, dal grave pregiudizio economico per i soggetti coinvolti e le loro famiglie, ma, anche, dall'inaccettabile rischio di compromissione dei modelli etici, valoriali e comportamentali della nostra società, allorquando si prospettano facili guadagni, in assenza di un impegno e una responsabilità del singolo.
Probabilmente, e concludo, la complessità della materia richiederà un ulteriore intervento legislativo a completamento di quanto stiamo facendo in questi giorni, magari, quando sarà possibile contare su un quadro più certo di risorse finanziarie, sulle quali puntare per un rilancio stabile dell'occupazione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, onorevoli Ministri, onorevole colleghi, si potrebbe approcciare questo tema con dei dubbi sullo strumento, quindi, sulla decretazione d'urgenza, perché, obiettivamente, e questo provvedimento ne ha l'ambizione, la pretesa di creare una norma ordinamentale qualche dubbio sullo strumento la fa venire, così come qualche dubbio vi è sotto il profilo delle incertezze temporali di validità contrattuali e del mercato del lavoro. In sostanza si potrebbero o si possono cambiare le regole del gioco economico in corsa; anche la Corte di Cassazione si è espressa recentemente in materia, sulla validità della cosiddetta clausola imperativa, quindi, sulla possibilità che una norma sopravvenuta possa modificare in essere i contratti sulla base dei quali le aziende avevano fatto anche la propria programmazione economica e strategica.
Ma noi non vogliamo fermarci ai tecnicismi giuridici, vogliamo accettare la sfida del merito di questo provvedimento, perché sappiamo bene che il tema del lavoro è un tema, questo sì, urgente, che non si fa raffazzonando qualche norma spot, qua e là, ma raccogliendo questa occasione per offrire una possibilità di rialzarsi alla nostra nazione.
Fratelli d'Italia, come dicevo, accetta la sfida del merito, la sfida politica, astenendosi sulle pregiudiziali di costituzionalità, ovviamente, ad oggi, non essendo favorevole a come è scritto il provvedimento. Per questo abbiamo proposto circa 80 emendamenti, nel tentativo di poterlo migliorare, raccogliendo la sfida di merito.
Come dicevo, il lavoro non è fatto solamente di regole imposte, ma è fatto di persone, di lavoratori, di imprese, di sogni, di capacità, di know-how; è fatto di un patrimonio straordinario che la nostra nazione ha, è fatto dell'opportunità che i nostri giovani ci chiedono di potersi misurare, per le loro capacità e per i loro meriti, sul mercato del lavoro. Oggi, la sfida, e certamente noi su questo siamo d'accordo, è nel combattere il precariato, nell'aumentare le tutele, ma non con ricette della sinistra degli anni Novanta. Oggi, forse, la sfida è quella del superamento della contrapposizione tra lavoratori e imprese, quella della partecipazione dei lavoratori alla gestione, alle scelte ed anche agli utili delle imprese, lo dice, peraltro, anche l'articolo 46 della nostra Costituzione, perché in un tempo di globalizzazione e di sfide globali, il mare in tempesta richiede all'imprenditore e al lavoratore di stare dalla stessa parte per combattere la sfida della sopravvivenza, ma, anche e soprattutto, quella di cavalcare il futuro.
E, per esempio, Ministro, quando si riduce la durata dei contratti a termine, tra l'altro, in corsa, o si introducono nuovi paletti per la stipula di questi, di fatto, si vanno a disincentivare le imprese; invece, noi dobbiamo provare ad aiutare chi dà lavoro; chi investe sul lavoro, sul patrimonio umano della nostra nazione e lo fa nella nostra nazione, senza scapparsene all'estero, deve pagare meno tasse e, quindi: più investi, meno paghi. Noi abbiamo un livello di tassazione sull'impresa tra i più alti dei Paesi OCSE, il 47,7 per cento, il terzo più alto, quando la media è del 35 per cento. E se un rilievo di costituzionalità…
PRESIDENTE. Colleghi…
EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. E se un rilievo di costituzionalità va fatto è sulla mancata applicazione di alcuni fondamentali articoli della nostra Costituzione, ricordavo prima l'articolo 46 sulla partecipazione dei lavoratori, ma - perché no - l'articolo 41 sulla libertà di impresa. Mettiamo ben chiaro che chi fa impresa non è un delinquente e non è un ladro, chi fa impresa dà opportunità di crescita alla nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
EMANUELE PRISCO (FDI). Se poi ci sono degli abusi questi, certo, devono essere colpiti, ma lasciamo fare chi vuol fare, perché, altrimenti, sarà difficile crescere. Così come una mancata applicazione vi è, in questo provvedimento - e mi avvio a concludere, Presidente -, dell'articolo 29 sulla famiglia, della quale spesso ci riempiamo tutti la bocca ma di cui, poi, non si riesce a tutelare i diritti, se le tassiamo in aumento le baby-sitter o le tassiamo le badanti per gli anziani, perché questo provvedimento va verso il nero e non certo verso il dare servizi alle famiglie….
PRESIDENTE. Deve concludere.
EMANUELE PRISCO (FDI). Per i motivi che dicevo, ci asterremo su questa pregiudiziale; accettiamo la sfida di merito, ma il giudizio, per ora, è assolutamente contrario sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, ci troviamo a discutere due pregiudiziali presentate al decreto in esame che, tuttavia, non evidenziano i profili di incostituzionalità o di merito asseriti da entrambi i proponenti. Chi le ha presentate, evidentemente a corto di argomentazioni tecniche, ha optato, piuttosto, per una, peraltro, debole e aprioristica disamina politica e, forse, avrebbe potuto astenersi da questo tipo di considerazioni, dal momento che le nostre misure vanno proprio nella direzione di smantellare le scelte politiche errate dei Governi che ci hanno preceduto.
Quello che intendo rappresentare, Presidente, è che se l'unico appiglio trovato dalle opposizioni è di natura prevalentemente sostanziale, allora non possiamo che accogliere queste pregiudiziali con grande soddisfazione, significa che stiamo andando nella direzione giusta, segnando, finalmente, una discontinuità politica. Contestare l'intera impalcatura del provvedimento e venire tacciati di incostituzionalità è forse il primo dei paradossi di questa nuova legislatura, ma la cosa non ci sorprende, dal momento che ad agitare questo strumento, oggi, sono i partiti che, ieri, hanno distrutto lo stato sociale e che poi hanno tentato di sabotarla, la nostra Carta, con un referendum che, per fortuna, li ha visti sconfitti.
Venendo alle poche, a dire il vero, questioni tecniche e giuridiche sollevate, le pregiudiziali lamentano l'assenza dei requisiti di necessità e urgenza per questo decreto. Ebbene, eccovi alcuni dati, emersi anche nel corso delle audizioni di questi giorni in Commissione, che smentiscono le argomentazioni poste alla base degli atti presentati. Il 90 per cento degli assunti nell'ultimo anno è a termine, a dimostrazione dell'abuso che si è operato su questa tipologia contrattuale e dei relativi rinnovi selvaggi. Il contratto di somministrazione, sempre nel 2017, è cresciuto del 21,5 per cento rispetto all'anno precedente; a fine 2012 la disoccupazione era all'11,5 per cento, mentre oggi, dopo l'introduzione del Jobs Act, il decreto Poletti e la liberalizzazione dei voucher, la disoccupazione è pari all'11,2 per cento. Dunque, dal 2012 al 2018 abbiamo praticamente la stessa percentuale di disoccupazione, ma con quasi il doppio di contratti a termine, una sorta di iper-precarietà. Non è forse un'urgenza porre rimedio a queste situazioni incontrollate? Non è forse un'urgenza e una necessità, Presidente, intervenire per arginare il fenomeno delle troppe assunzioni a termine, che minano le basi di sicurezza economica e sociale di tanti nostri concittadini?
Le misure contro le delocalizzazioni e contro la pubblicità del gioco d'azzardo vanno poi esattamente nella medesima direzione, dopo che troppe famiglie sono state sconvolte dalla perdita di lavoro, per l'improvvisa fuga di aziende all'estero o dalla piaga della dipendenza dal gioco d'azzardo. Vorrei ricordare che, rispetto ad altre dipendenze, quella dell'azzardo ha nella promozione pubblicitaria la principale fonte di reclutamento, perciò vietarla è un passo necessario e non più rimandabile. Necessario e urgente, sì, proprio i due requisiti che si richiedono ad un decreto-legge.
In secondo luogo, Presidente, nelle pregiudiziali si lamenta l'assenza di un'organicità e omogeneità di contenuti, dimenticando forse, come proprio nel caso di questo decreto, vi sia invece un filo conduttore ben definito che accomuna tutte le scelte poste in essere dal legislatore: dai lavoratori somministrati ai docenti precari, il nesso che unisce tutte le disposizioni è contenuto nel titolo del provvedimento, e risiede nel concetto stesso di dignità. Un concetto forse dimenticato, di cui tuttavia ciascuna norma è emanazione diretta. Le pregiudiziali sostengono l'inadeguatezza di questo provvedimento a raggiungere i fini che si pone, vale a dire la salvaguardia dei lavoratori e la tutela della dignità delle famiglie: falso! Se un decreto meritasse per questo motivo la pronuncia di incostituzionalità, cosa dovremmo dire di tanti altri provvedimenti che ci hanno preceduto? Uno su tutti il JobsAct. Aveva come finalità teorica quella di favorire le assunzioni a tempo indeterminato, ma ha innescato un meccanismo esattamente contrario. Nelle pregiudiziali si afferma anche che il ricorso a misure straordinarie di necessità e urgenza confliggerebbe quella particolare delicatezza che rivestono il tema del lavoro e della dignità dei lavoratori: siamo al paradosso.
PRESIDENTE. La invito a concludere, collega.
JESSICA COSTANZO (M5S). Mi avvio a concludere, Presidente. Dovremmo forse desumere che non occorre agire con tempestività ma che magari sarebbe meglio fermarsi a discutere per mesi e mesi, mentre i numeri che prima ho citato continuano a crescere e le condizioni dei lavoratori a peggiorare? Noi siamo convinti al contrario: agire subito, e lo faremo, con misure incisive per dare risposte ai lavoratori, imprese e famiglie, che in questi anni hanno sofferto di più gli effetti della crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signora Presidente, convengo sull'opportunità di non procedere all'esame di questo disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 87: penso che ne guadagnerebbe il Paese e anche il Governo, perché è legato ad un'operazione politica superficiale e senza respiro, che si riduce alla rincorsa del Vicepresidente Di Maio nei confronti del collega Salvini. Ma è solo protagonismo, perché non c'è urgenza, visto che dobbiamo discutere di questo, che è il tema centrale. Non c'è l'urgenza, anzi servirebbe profondità. E la polemica con il presidente dell'INPS ne è il paradigma: si riduce la tecnica a questione politica. Oggi gli industriali del Veneto giustamente mettono le mani avanti sulle conseguenze in termini di perdite di posti di lavoro. Ce l'avevano già detto, per la verità, in audizione, sia Rete Imprese Italia che Confindustria; non c'è quindi una conoscenza adeguata della struttura produttiva e occupazionale del nostro Paese, se si ritiene sufficiente ridurre i periodi di lavoro a tempo determinato per accrescere automaticamente i posti di lavoro a tempo indeterminato. E questo vale a maggior ragione per la mancata distinzione tra internazionalizzazione e delocalizzazione selvaggia.
PRESIDENTE. Sottosegretario Villarosa, lasciamo che il Ministro Di Maio possa ascoltare il dibattito.
BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Tutto questo genererà solo contenzioso. Non si tiene conto che l'internazionalizzazione è stata la forza del successo del nostro export. Questa è la vera ragione dello slittamento a lunedì: le questioni riguardano la maggioranza parlamentare, non riguardano esercizi d'azione di sabotaggio - che non ci sono state - all'interno delle Commissioni di merito. E sui giochi c'è un approccio moralistico che si ferma alla pubblicità, come se alla base non ci fosse un problema di cultura e di educazione. Così si spinge verso il gioco illegale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Ho finito. Per finire con il messaggio sul fisco, che poi fa il paio con i richiami al Ministro Tria – “deve dichiarare guerra all'Europa!” -, per dare poi la colpa alla reazione dei mercati. In conclusione, c'è purtroppo materia per i nostri concittadini per valutare gli esiti del loro voto del 4 marzo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Noi con l'Italia-USEI voterà a favore delle pregiudiziali presentate dai colleghi, perché, innanzitutto, non ravvisiamo l'omogeneità all'interno di questo provvedimento. Si parla di tanti ambiti, di tanti settori, che sono stati messi insieme quasi a prendere alcuni pezzi del programma del MoVimento 5 Stelle per cercare di dare un'immediata risposta e giustificazione alle cose raccontate e promesse in campagna elettorale. Parlando di contratti, di delocalizzazioni, di gioco d'azzardo e di sport, è veramente difficile trovare omogeneità. E poi non ravvisiamo gli aspetti di necessità e urgenza, sia da un punto di vista tecnico - ed è la ragione per cui votiamo a favore delle pregiudiziali - ma anche da un punto di vista politico. Se ci sono gridi d'allarme importanti da parte del mondo delle imprese, questo decreto non impatta solo sulle multinazionali, come è stato raccontato in questi giorni, perché il nostro Paese è pieno di milioni di imprenditori, che credo non si divertano a lasciare a casa qualcuno, se se ne presenta la necessità. E rispetto a grandi organizzazioni che rappresentano gli interessi del mondo economico del nostro Paese, che sono il vero motore dell'Italia, l'urgenza comporta non ascoltarli, non confrontarsi con loro, invece il Governo dovrebbe cogliere l'occasione di poter avere più tempo per capire quali possono essere le vere risposte per intervenire su quel mondo che ha dato grande ricchezza al nostro Paese, che è il mondo delle imprese, degli artigiani e dei professionisti.
Quindi concludo dicendo - e questo lo affronteremo in occasione del dibattito e delle dichiarazioni sul “decreto-legge dignità” - che per noi è un “decreto-legge disoccupazione”. Crediamo che l'unico modo per creare lavoro nel nostro Paese sia tagliare il costo del lavoro, ma questo, purtroppo, non credo che sia stato preso in considerazione da parte del Governo, anche perché di risorse non ce n'è, l'abbiamo ascoltato oggi dal Ministro Tria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, probabilmente alcuni dei rilievi che sono stati fatti nelle pregiudiziali di costituzionalità possono essere legittimamente discussi in quest'Aula, tuttavia non c'è solo un piano strettamente giuridico da affrontare, è evidente che c'è anche un piano sostanziale, rispetto al quale è necessario intervenire con uno strumento di urgenza, come è un decreto. Poi si possono avere posizioni diverse nel merito delle norme che sono state introdotte - stiamo facendo una discussione -, ma credo che quando si discute di costituzionalità si debba guardare anche al senso sostanziale dei nostri principi costituzionali, e rispetto a questo fare anche le valutazioni, perché non c'è soltanto un piano giuridico.
“Decreto dignità”, che vuole appunto negli obiettivi promuovere la dignità dei lavoratori. Vorrei approfittare di questa nostra discussione sulle pregiudiziali per ricordare a tutti noi, oggi, in quest'Aula, in particolare - attraverso di lei, Presidente - al Ministro Di Maio, col quale qualche settimana fa abbiamo discusso in quest'Aula di sicurezza sul lavoro, che oggi ci sono state 4 vittime di lavoro. Allora, quando parliamo di costituzionalità del decreto guardiamo anche agli effetti reali di quello che è intorno a noi. Proponiamo al Governo, di fronte a questa strage infinita di lavoro, di utilizzare la legge di conversione del “decreto dignità” per introdurre una norma che promuova il primo elemento di dignità del lavoro, che è la sicurezza sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Non lasciamo perdere questa opportunità, non lasciamo che altre morti di lavoro vadano avanti come se nulla fosse (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
Prima di passare al voto, desidero informare l'Assemblea che ieri il nostro collega Andrea Cecconi è diventato padre di una bambina di nome Isabella (Applausi). La Presidenza, a nome di tutta l'Assemblea, esprime i più sinceri auguri a lui, alla madre e alla neonata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Serracchiani ed altri n. 1 e Gelmini ed altri n. 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
La discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.
Assegnazione a Commissione in sede legislativa di proposte di legge.
PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, e acquisito l'assenso dei rappresentanti di tutti i gruppi, la Presidenza, derogando al termine di cui al comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, propone direttamente l'assegnazione in sede legislativa alla IX Commissione (Trasporti), con il parere delle Commissioni I, II, XII e XIV, delle seguenti proposte di legge:
Meloni ed altri: “Introduzione dell'obbligo di installazione di dispositivi acustici e luminosi per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli chiusi” (651) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia);
Foti e Butti: “Modifica all'articolo 172 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'obbligo di installazione di dispositivi acustici per prevenire l'abbandono dei bambini nei veicoli chiusi” (655).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito
(Così rimane stabilito)
Proclamazione di deputati subentranti.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di due deputati, a seguito della presa d'atto delle dimissioni del mandato parlamentare dei deputati Massimiliano Fedriga e Claudia Maria Terzi, rispettivamente nelle sedute dell'8 maggio e 27 giugno 2018, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 25 luglio 2018 - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati - che: nella lista n. 4 - Lega nella IX circoscrizione Friuli-Venezia Giulia, nell'ambito del collegio plurinominale 01, segue immediatamente l'ultimo degli eletti, nell'ordine progressivo di lista, risulta essere Alessia Bubisutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier); nella lista n. 14 - Lega nella III circoscrizione Lombardia 1, nell'ambito del collegio plurinominale 02, segue immediatamente l'ultimo degli eletti, nell'ordine progressivo di lista, risulta essere Luca Toccalini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Colleghi!
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la IX circoscrizione Friuli-Venezia Giulia, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Alessia Bubisutti e per la III circoscrizione Lombardia 1, nell'ambito del collegio plurinominale 02, Luca Toccalini.
Si intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario di Presidenza a dare lettura delle ulteriori comunicazioni.
MARZIO LIUNI, Segretario, legge: Comunico che, con lettera pervenuta in data 20 luglio 2018, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Francesco D'Uva, ha reso noto che, a decorrere dalla medesima data, il vicepresidente Francesco Silvestri ha assunto le funzioni di vicepresidente vicario, in sostituzione del deputato Giuseppe Brescia, e che il deputato Adriano Varrica ha assunto l'incarico di vicepresidente del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
A decorrere dal 20 luglio 2018 il comitato direttivo del gruppo risulta pertanto così modificato: presidente: Francesco D'Uva; vicepresidente vicario: Francesco Silvestri; vicepresidenti: Azzurra Pia Maria Cancelleri, Federica Dieni, Adriano Varrica, Alberto Zolezzi; segretari e delegati d'Aula: Cosimo Adelizzi, Daniele Del Grosso, Davide Zanichelli; tesoriere: Sergio Battelli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.
MARZIO LIUNI, Segretario, legge: Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi ieri, si è convenuta la seguente rimodulazione dei lavori dell'Assemblea:
Lunedì 30 luglio (ore 12 e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 924 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 11 settembre 2018).
Martedì 31 luglio (ore 11.30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 1° e giovedì 2 agosto(antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 924 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 11 settembre 2018) (con votazione finale nella giornata di giovedì 2 agosto).
Venerdì 3 agosto (ore 10 e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
S. 624 - Conversione in legge del decreto-legge 10 luglio 2018, n. 84, recante disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 8 settembre 2018);
S. 648 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 10 settembre 2018);
n. 344 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015, con Scambio di Note fatto ad Abu Dhabi il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018; b) Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015 (ove concluso dalla Commissione).
Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2017 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, nn. 1 e 2).
Lunedì 6 e martedì 7 agosto (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
Seguito dell'esame dei disegni di legge:
S. 624 - Conversione in legge del decreto-legge 10 luglio 2018, n. 84, recante disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 8 settembre 2018);
S. 648 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 10 settembre 2018);
n. 344 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015, con Scambio di Note fatto ad Abu Dhabi il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018; b) Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015 (ove concluso dalla Commissione).
Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2017 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, nn. 1 e 2).
L' Assemblea concluderà i propri lavori entro la giornata di martedì 7 agosto.
Il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 924 (decreto-legge c.d. dignità) è fissato alle ore 10 di lunedì 30 luglio.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al bilancio interno della Camera dei deputati è fissato alle ore 18 di lunedì 30 luglio.
Il termine per la presentazione degli emendamenti ai disegni di legge S. 624 e S.648 e al disegno di legge di ratifica n. 344 è fissato alle ore 10 di venerdì 3 agosto.
Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question-time) avrà luogo mercoledì 1° agosto, dalle ore 15.
L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di ratifica n. 344 sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla competente Commissione di merito.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà (Applausi).
Colleghi, per cortesia! Onorevole Fatuzzo, prego.
CARLO FATUZZO (FI). Rivolgo molto volentieri il plauso di tutti noi ai tennisti azzurri Fabio Fognini e Marco Cecchinato (Applausi), che domenica scorsa hanno vinto entrambi due diversi tornei internazionali di tennis di grande importanza, riportando gli italiani al vertice dei tennisti, da troppo tempo assenti. Ci auguriamo naturalmente che anche le donne seguano, e che anche Camila Giorgi possa vincere un suo torneo.
Debbo insieme a questo dire il mio plauso per tante organizzazioni di tennis per dilettanti che ci sono in tutta Italia, e debbo dire che gli anziani e i pensionati guardano in televisione il tennis entusiasmandosi (Applausi). E, quindi, come sempre: viva i pensionati! Pensionati, all'attacco (Applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, sarà…
PRESIDENTE. Su cosa, onorevole? Sull'ordine dei lavori?
SIMONE BALDELLI (FI). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Sarà che in questo ramo del Parlamento c'è stato un ampio…
PRESIDENTE. Colleghi… Colleghi…
SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Sarà che in questo ramo del Parlamento c'è stato un ampio ricambio della classe parlamentare, ma io trovo che si assista in questo ramo del Parlamento a una quantità di applausi molto singolari.
Al di là di quelli che precedono e seguono gli interventi del collega Fatuzzo ormai ogni volta, che sono ormai diventati un elemento costante in quest'Aula, noi abbiamo assistito ad applausi per l'approvazione del decreto-legge “terremoto”, in cui questo ramo del Parlamento sostanzialmente non ha toccato palla e su cui peraltro ci sono stati oggi dei rilievi molto puntuali e precisi da parte della Presidenza della Repubblica al Presidente del Consiglio.
PRESIDENTE. Collega Baldelli…
SIMONE BALDELLI (FI). Si applaude, Presidente, all'assegnazione in sede legislativa di proposte di legge, che è l'ordinarietà dei lavori parlamentari. Io credo, Presidente, che in questa sede forse l'unico applauso da dedicare a qualcuno in questa giornata sia un applauso di questa Assemblea, comunque la si pensi sulla questione FIAT, a un grande personaggio che ha rappresentato l'impresa italiana nel mondo e l'eccellenza italiana nel mondo, che è Marchionne, che oggi ci ha lasciato. Ecco, questo forse sarebbe stato un applauso da tributare tutti quanti insieme (Applausi).
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la Presidenza si unisce naturalmente al ricordo. Il suo non era evidentemente un intervento sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, pochi minuti fa in quest'Aula il Ministro Tria ci ha ricordato che sono passati quasi due mesi dalla formazione del Governo. Bene, in questi due mesi non si è ritenuto di dover conferire deleghe neppure alla sottosegretaria che sta abbandonando i banchi del Governo, e che quindi non può farsi chiamare Viceministro. Quindi stiamo assistendo a uno spettacolo un po' particolare, in cui i rappresentanti del Governo vengono nelle Commissioni recitando a soggetto, senza avere nessun tipo di mandato, di vincolo o di delega.
Signora Presidente, rischiamo, se il Presidente del consiglio e i Ministri non adempiono rapidamente, di ripercorrere un romanzo russo che ricorda Gogol', Le anime morte. Ecco, nella circostanza si parlava delle disavventure di un piccolo truffatore di provincia. Siccome vorremmo evitare che il nostro Governo finisse così, non ponendosi l'obiettivo di Gogol' che era quello della redenzione del popolo russo, quantomeno ci si potrebbe proporre l'obiettivo di una normale funzionalità del Governo della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Solo una precisazione: la deputata neo-proclamata si chiama Aurelia Bubisutti, e non Alessia come erroneamente è stato comunicato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.
Colleghi, vi prego sempre di fare silenzio e di abbandonare l'Aula, rispettando i colleghi che intervengono.
CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, prendo la parola per dire che, oltre al giusto, legittimo applauso che quest'Aula ha tributato ad un grande italiano che il Presidente Mattarella ha definito uno capace di andare oltre l'orizzonte, Sergio Marchionne oggi è già nella storia. Ed è la storia migliore del nostro Paese, ed è la storia di un emigrante, di un emigrante del Sud, un emigrante della mia terra, l'Abruzzo. Vorrei che in quest'Aula parlassero le sue parole, ricordando quando dovette lasciare la sua terra perché anche oggi si possa ricordare: “Sono nato a Chieti, lì ho vissuto fino a 14 anni, in un periodo della vita in cui si forma il carattere. Poi la mia famiglia ha deciso di andare in Canada. Non è mai facile allontanarsi dalla propria casa, dalla propria gente, dalle proprie radici: lo sanno bene anche tutti quegli abruzzesi che nel dopoguerra hanno lasciato la loro terra in cerca di lavoro e opportunità”. E conclude: “Non ho mai visto un abruzzese arrendersi: gli abruzzesi cadono e si rialzano da soli, non perdono tempo a lamentarsi, ma fanno, producono, ricostituiscono. Credo che questo sia l'atteggiamento di cui ha bisogno l'Italia oggi”. Questo è stato Sergio Marchionne (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI (M5S). Presidente, domenica sera c'è stato l'ennesimo caso di violenza sulle donne, stavolta a Reggio Emilia: una ragazza di vent'anni è stata aggredita, spinta dietro un cespuglio e violentata. La ragazza, sotto shock, è stata trasportata in ospedale. Un ringraziamento va alle forze dell'ordine, che dopo 36 ore di indagini ininterrotte hanno fermato un ventiseienne richiedente asilo di nazionalità ucraina. È successo nella mia città, nelle strade che percorro ogni giorno, ma purtroppo succede ovunque, perché ognuna di noi è una potenziale vittima. Dal 2018, 47 donne sono state uccise, 47 giovani vite stroncate, soprattutto dai partner o dai mariti. L'ultima donna, Immacolata, è stata strangolata dal marito Antonio, che lei aveva ovviamente già denunciato per maltrattamenti.
Nel corso della XVII legislatura sono stati fatti alcuni passi avanti: si è ratificata la Convenzione di Istanbul, si sono introdotte modifiche al codice penale per inasprire le pene di alcuni reati e si è emanato il Piano antiviolenza, il piano di azione straordinario contro la violenza di genere. Questo Piano però è rimasto dormiente troppo a lungo. Sappiamo che in questi giorni il Governo, nella persona del sottosegretario con delega alle pari opportunità Vincenzo Spadafora, ha incontrato le principali associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere per delineare una road map per dare concretezza al piano di azione straordinario. La strada tracciata credo che sia quella giusta, ma è necessario imprimere un'accelerazione, servono misure urgenti. La scuola, la cultura, il mondo dell'informazione devono essere coinvolti in questo processo. Faccio un appello a tutti i colleghi e a tutte le colleghe, e concludo, Presidente: vi chiedo di aumentare l'attenzione nei confronti di questa tragedia e di non sottovalutare un fenomeno che deve essere contrastato con ogni mezzo disponibile, perché le donne uccise o violate potrebbero essere le nostre madri, le nostre figlie o le nostre sorelle. Nessuno, purtroppo, è immune alla violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippa. Ne ha facoltà.
CARMELA GRIPPA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per portare all'attenzione sua e dell'Aula tutta la situazione di grandissimo disagio che sta vivendo la comunità della Valle del Giovenco e dell'Alto Sangro a causa dell'interdizione al traffico del ponte sul fiume Giovenco; ponte che unisce paesi interdipendenti tra loro e garantisce importanti collegamenti verso i centri urbani più grandi e che, a quanto sembra, avrebbe solo subito il crollo di una parte non strutturale, ma decorativa della struttura. Il ponte risulta chiuso al transito solo sulla base di un sopralluogo tecnico e un'indagine visiva, senza alcuna perizia che ne attesti lo stato di solidità e senza che si possa spiegare ai cittadini, agli albergatori e agli imprenditori, che per ora stanno facendo i frontalieri da e verso Pescasseroli, la vera motivazione del blocco del traffico su quel tratto di strada che per loro è fondamentale.
Sono da più di un mese confinati nella loro valle senza conoscere cosa li attende nei prossimi mesi. Un disastro in estate, figuriamoci d'inverno, onorevoli colleghi. Stiamo parlando di circa una ventina di paesi che subiscono il disagio in forma più o meno grave; senza contare che queste aree interne, popolate di paesi molto piccoli, vivono di un'economia basata principalmente sul turismo estivo, che, chiaramente, è stata messa in ginocchio. Si tratta dei paesi del Parco Nazionale d'Abruzzo, in cui si vive di un turismo di passaggio, che, chiaramente, è stato drasticamente penalizzato. I continui rinvii da parte delle amministrazioni, tra accordi di massima e gare per l'affidamento dei lavori, in cui non si conoscono i dettagli, stanno diventando una vera sorta di tela di Penelope, che vuole favorire una differente viabilità, e, anche se la regione Abruzzo avrebbe predisposto un finanziamento urgente alla provincia de L'Aquila per i lavori di urgenza, ad oggi è ancora tutto bloccato.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CARMELA GRIPPA (M5S). Concludo, Presidente. Ancora una volta il governatore senatore D'Alfonso, l'uomo delle due poltrone, prende tempo, e, oltre a tenere in ostaggio l'istituzione regionale, tiene prigionieri gli abitanti della Valle del Giovenco.
PRESIDENTE. Deve concludere.
CARMELA GRIPPA (M5S). Seguirò personalmente questa vicenda fino a che i lavori di messa in sicurezza del ponte non restituiscano la serenità alle comunità locali, per risollevarsi dal baratro in cui sono piombate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faro. Ne ha facoltà.
MARIALUISA FARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, vorrei portare alla vostra attenzione la difficile situazione in cui versa il Gargano e il resto della provincia di Foggia in merito alla criminalità organizzata, e non, presente sul nostro territorio. La cittadina da cui provengo, San Nicandro Garganico, negli anni passati è stata flagellata da una lunga e sanguinosa guerra di mafia tra clan mafiosi contrapposti; un'escalation di violenza che ha fatto precipitare i miei concittadini in uno stato di paura e insicurezza. La presenza mafiosa in provincia di Foggia è stata, purtroppo, sottovalutata per troppi anni, e, di conseguenza, i suoi effetti nefasti sul territorio e sulle realtà socioeconomiche si sono aggravati nel tempo.
Nelle ultime settimane si sono registrati due omicidi, uno a Vieste e uno a Foggia, nonché atti intimidatori ai danni del sindaco di Monte Sant'Angelo e di un capo settore dello stesso comune, entrambi compiuti in pieno giorno, forse per mandare un messaggio ancora più feroce.
E ancora, non posso non citare gli efferati omicidi avvenuti l'anno scorso a San Marco in Lamis o le altre situazioni esistenti a Manfredonia, San Severo, Cerignola, Cagnano Varano, Vico del Gargano e nelle campagne garganiche. Proprio il 9 agosto prossimo ricorre il primo anniversario della morte dei fratelli Luciani, due agricoltori vittime innocenti, testimoni involontari di un agguato di mafia, rincorsi e poi freddati. Voglio ricordare questi fratelli perché esempio lampante del clima che si respira nei nostri territori. Le nostre sono terre bellissime e, al tempo stesso, difficili, in cui la cultura della legalità deve scontrarsi quotidianamente con la violenza delle organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale degli stupefacenti, di armi, all'usura e all'estorsione. Quest'ultima, in particolare, costituisce una zavorra insopportabile per i tanti imprenditori onesti che vogliono lavorare e creare sviluppo e occupazione. E, purtroppo, si sono verificate anche infiltrazioni negli enti…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARIALUISA FARO (M5S). …territoriali, tanto che comuni come quelli di Mattinata e Monte Sant'Angelo sono stati sciolti negli scorsi mesi per infiltrazioni mafiose. In particolare…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIALUISA FARO (M5S). …occorre che in provincia di Foggia sia al più presto istituita una direzione distrettuale antimafia. Non meno attenzione deve essere prestata per contrastare episodi di microcriminalità, quali furti, rapine, reati contro il patrimonio e in genere, in quanto anch'essi ingenerano forte preoccupazione nella cittadinanza.
PRESIDENTE. La ringrazio.
MARIALUISA FARO (M5S). Concludo rimarcando l'importanza della prevenzione e della diffusione della cultura della legalità, avendo come primo obiettivo i più giovani, magari utilizzando…
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.
DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. A 55 giorni dall'insediamento del Governo il Ministro Toninelli non si è ancora presentato in Commissione a relazionare sulle linee programmatiche; eppure in questi due mesi ha trovato il tempo per fare molte dichiarazioni sulla Torino-Lione. Ha dichiarato in Parlamento che avrebbe sottoposto il progetto a una nuova valutazione benefici-costi, poi, sei giorni fa ha dichiarato ai giornali che avrebbe intimato a TELT di non azzardarsi a firmare nuovi bandi e nuovi avanzamenti lavori. Quattro giorni fa, infine, ha annunciato ai giornali che avrebbe migliorato la Torino-Lione - quindi, non più abbandonato il progetto, ma migliorata - e infine, due giorni fa, su Facebook si è espresso in una novità di questa Repubblica, cioè ha fatto una denuncia a mezzo social del fatto di avere trovato presso il suo Ministero - cito testualmente, Presidente - un verminaio di sprechi, connivenze corruttive e appalti pilotati.
Ora le chiedo, Presidente, se non ritiene che questo comportamento del Ministro Toninelli denunci una mancanza di rispetto verso il Parlamento e verso quest'Aula, e, soprattutto, vista la gravità delle affermazioni rilasciate dal Ministro e da me riportate in quest'Aula, se non ritenga urgente fare intervenire in quest'Aula il Ministro Toninelli per riferirci quali iniziative abbia intrapreso presso i competenti uffici giudiziari per porre fine a quello che il Ministro ritiene un verminaio di sprechi, di connivenze corruttive e di appalti pilotati. Infatti, signor Presidente, noi riteniamo questo comportamento del Ministro Toninelli degno del miglior Fregoli, e a noi i Fregoli piace andarli a vedere a teatro, ma non certo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. La invito ad osservare e a tenere un linguaggio rispettoso, collega. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mentre siamo qui, in questo preciso istante, a Caivano, provincia di Napoli, in località Pascarola, si sta consumando l'ennesima tragedia che sta colpendo la cosiddetta Terra dei fuochi. Sta bruciando, infatti, l'ennesimo sito industriale di raccolta, deposito e trattamento dei rifiuti. La magistratura farà chiarezza, ma c'è il ragionevole sospetto da parte di tutti i cittadini che anche questo sia un incendio doloso.
La magistratura farà chiarezza, sicuramente, ma c'è il ragionevole sospetto da parte dei cittadini che questo incendio sia inquadrato all'interno di un più ampio disegno criminoso, che trova nel business dei rifiuti il proprio fulcro principale. Questi cittadini ormai sono stanchi. Sono stanchi, infatti, di subire tutto questo. Sono stanchi di ammalarsi perché qualcuno ha deciso di arricchirsi svendendo la loro salute. Sono stanchi, questi cittadini, signor Presidente, di continuare a morire perché una cosca di criminali ha deciso di condannare a morte tutti gli abitanti delle province di Napoli e di Caserta. Ringraziamo innanzitutto le forze dell'ordine, che sono sempre in prima fila per combattere questa guerra e che sono gli eroi silenziosi nel reprimere questo fenomeno criminoso. E vorrei condividere con voi, cari onorevoli colleghi, la necessità, ormai il bisogno, di istituire un presidio militare permanente su tutti i siti di stoccaggio, trattamento e deposito di rifiuti, perché altrimenti, probabilmente, prima o poi andranno tutti a fuoco. Bisogna fare presto, bisogna fare molto presto, perché in fumo ormai non sta andando più soltanto un deposito di rifiuti, ma la salute e soprattutto la vita di un intero popolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei anch'io, come ha già fatto il collega D'Alessandro, rivolgere…
PRESIDENTE. Collega, mi scusi, dovrebbe cambiare microfono.
PIERO FASSINO (PD). Vorrei anch'io, signor Presidente, in pochissimi minuti, rivolgere un pensiero a Sergio Marchionne, che ci ha lasciato, come tutti sappiamo, nella giornata di oggi.
Quando fu chiamato a guidare la FIAT, molti lo videro come il commissario liquidatore di un'azienda esausta, ormai al termine di una sua lunga storia. Non quel compito si assegnò Marchionne, che, al contrario, capì la sfida che aveva davanti e decise di giocarla fino in fondo con la determinazione di chi si gioca la vita. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti: da due brutti anatroccoli, FIAT e Chrysler, aziende in crisi, ha fatto nascere il cigno FCA. L'intera gamma di prodotti è stata reinventata, scommettendo sull'innovazione tecnologica, sul design, sulla capacità di conquistare mercati. La dimensione globale del nuovo Gruppo ha consentito di posizionare FIAT Chrysler Automotive su tutti i mercati e in questo modo a centinaia di migliaia di lavoratori è stato garantito un lavoro certo.
Per ottenere questi risultati, Marchionne non ha esitato a cambiare tutto ciò che doveva essere cambiato, ad andare oltre gli schemi e le rendite di posizione, a sfidare ostacoli e resistenze, a osare anche ciò che pareva impossibile. Nel farlo, come sappiamo, ha dovuto scontrarsi con pregiudizi e ostilità e non ha esitato a farlo quando lo ritenesse il giusto e necessario, rovesciando come un guanto le strutture aziendali e sfidando anche il movimento sindacale a misurarsi con la necessità di fare i conti con un mondo in cambiamento.
Insomma, un innovatore, che ha influito in modo forte e determinante nel rivoluzionare il sistema industriale e nel cambiare le relazioni sindacali. Adesso comincia per FCA una stagione nuova, ma l'impronta di Marchionne rimane come la imprescindibile bussola di una navigazione di un veliero che dovrà dimostrare di saper solcare mari e oceani, anche se orfano del suo capitano (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Vorrei sollecitare l'interrogazione scritta n. 4-00595. I corsi per nocchiere di porto e tecnico della Marina militare e della Capitaneria di porto rappresentano da sempre per la città di Taranto un'importante risorsa e forte motivo di orgoglio. Il rischio che il capoluogo ionico subisca anche questo deprecabile scippo è reale. Auspico a breve una risposta alla mia interrogazione, che fermi il trasferimento dei corsi di nocchieri a La Maddalena, operazione che risulterebbe tra l'altro particolarmente onerosa per le casse dello Stato, oltre ad avere un impatto forte sul sistema economico locale già fortemente debilitato per le vicissitudini che l'ILVA, la questione dello stabilimento a ciclo integrale italiano più grande del Mezzogiorno, sta vivendo in questo periodo. Auspico nel breve una risposta, grazie.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 30 luglio 2018 - Ore 12:
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
(C. 924)
La seduta termina alle 17,20.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 924 - quest. preg. 1 e 2 | 545 | 496 | 49 | 249 | 200 | 296 | 41 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.