XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 40 di martedì 7 agosto 2018
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Brescia, Cancelleri, Castiello, Colucci, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Durigon, Gallo, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Lollobrigida, Lupi, Manzato, Micillo, Molteni, Morelli, Rizzo e Saltamartini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 648 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (Approvato dal Senato) (A.C. 1041).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1041: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità.
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali Sisto ed altri n. 1 e Migliore ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A).
Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali, ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
La deputata Annaelsa Tartaglione ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Sisto ed altri n. 1, di cui è cofirmataria.
ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, le motivazioni che hanno portato il gruppo di Forza Italia…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, proviamo a ripristinare un po' di silenzio; chiedo ai colleghi di affrettarsi a prendere posto e a coloro che sono entrati chiedo di fare silenzio per consentire alla deputata Tartaglione di svolgere il suo intervento. Prego.
ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, le motivazioni che hanno portato il gruppo di Forza Italia a presentare una questione pregiudiziale di costituzionalità al provvedimento all'esame di quest'Aula sono purtroppo considerevoli, e non potevamo di certo soprassedere all'intento da parte di questo Governo di mettere all'angolo la nostra Carta costituzionale. Infatti, dal sommario elenco dei temi affrontati, è evidente innanzitutto come il riordino delle attribuzioni dei ministeri non sia certo un evento dai presupposti di necessità ed urgenza chiaramente sanciti dall'articolo 77 della Costituzione, ponendosi pertanto in contrasto con le regole giuridiche, anche di rango costituzionale, che presiedono alla redazione dei provvedimenti d'urgenza. È proprio il rilievo dei requisiti di necessità ed urgenza richiamati dall'articolo 77 della Costituzione, uno dei perni fondamentali sui quali la Corte costituzionale ha da ultimo fondato i percorsi argomentativi per la legittima adozione dei decreti-legge.
Vorrei ricordare a tutti noi, in modo particolare a questo Governo, che il principio di ragionevolezza delle leggi esige che le disposizioni normative contenute in atti aventi valore di legge siano adeguati o congruenti rispetto al fine perseguito dal legislatore. Tale principio costituisce dunque un limite al potere discrezionale del legislatore e ne impedisce quindi un esercizio arbitrario. È evidente, onorevoli colleghi, che nel provvedimento in esame il principio di ragionevolezza sia stato bistrattato e mortificato. Infatti, si tratta di norme in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri che mancano del tutto dei presupposti di necessità ed urgenza, e che sarebbe stato sicuramente più opportuno inserire all'interno di un disegno di legge destinato a seguire l'ordinario l'iter parlamentare, così come stabilito dall'articolo 95 della Costituzione, che affida chiaramente e puntualmente alla legge l'ordinamento della Presidenza del Consiglio, il numero, l'attribuzione e l'organizzazione dei Ministeri. Il ricorso, dunque, allo strumento del decreto-legge ha compresso notevolmente l'esame istruttorio svolto in Commissione, dettato da tempi molto limitati. Sarebbe stato, invece, più opportuno prevedere un dibattito più approfondito sul tema, con la possibilità di valutare proposte alternative. Ma non è stato così e stupisce come le forze politiche che compongono il Governo, che avevano promesso una rinnovata centralità delle attività delle istituzioni parlamentari nell'esercizio della funzione legislativa, stiano abusando notevolmente della decretazione d'urgenza in palese violazione con quanto stabilito dalla Costituzione.
Il provvedimento desta quindi forte perplessità e non soltanto riguardo all'evidente assenza dei presupposti di costituzionalità di necessità ed urgenza, all'affrettata e superflua attività svolta in Commissione ma anche riguardo alla natura delle norme stesse. Tra l'altro, come evidenziato anche dal Comitato per la legislazione, più disposizioni del testo presentano profili problematici per quel che attiene allo strumento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Alcune disposizioni del provvedimento prevedono, infatti, l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con i singoli ministri. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri risulta un atto atipico nell'ordinamento. Pertanto, come sottolinea il Comitato per la legislazione, un suo frequente utilizzo, mutando peraltro la procedura del concerto dei ministri interessati, rischia di tradursi in un impiego non corretto delle fonti di diritto e di quel fenomeno che il Consiglio di Stato ha definito “fuga dal regolamento”, fuga probabilmente introdotta anche dalla complessità e dalla tempistica delle procedure per l'adozione di norme regolamentari.
Passando al merito delle disposizioni, una riflessione che andrebbe fatta dai banchi del Governo riguarda in particolar modo il trasferimento delle funzioni in materia di turismo, fino ad oggi interessate dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, secondo quando si legge dall'analisi tecnico-normativa, per favorire un rapido avvio di una politica integrata alla valorizzazione del made in Italy. Anche qui il principio di razionalità sembra essere chiuso in un cassetto: infatti, la scelta di operare tale trasferimento di competenze è priva di senso perché viene scisso il legame fondamentale per il nostro Paese tra turismo e cultura, a cui si aggiungerebbe un caos normativo nonché un rallentamento nell'emanazione di politiche specifiche per il settore del turismo e direttamente collegate a quello della cultura. Pertanto - mi avvio alla conclusione - si evince facilmente che il provvedimento modifica in modo evidente l'assetto della nostra organizzazione di Stato, trasferisce temi fondamentali che hanno avuto e hanno tuttora ruoli straordinari per il nostro assetto da un Dicastero all'altro. In sostanza si plasma e si modifica l'organizzazione del nostro Stato e tutto ciò in un modo, particolarmente su alcuni aspetti, che ci appare privo di logica. Per questo, oltre alle eccezioni che seguiranno, merita di essere affrontata anche la questione legata ai segnali che con il provvedimento si vogliono inviare sia alle strutture organizzative del Paese sia alle persone che con la loro professionalità ne fanno parte sia a tutti i cittadini. Quello che ci si dovrebbe aspettare da un Governo del cambiamento è, come minimo, il superamento in maniera articolata di ogni ostacolo o resistenza come quello posto dalla burocrazia. Invece purtroppo ci troviamo di fronte a un provvedimento che comporta evidenti problematiche in termini di funzionamento dell'apparato organizzativo dei Ministeri senza che si parli mai di produttività o almeno di progettualità, con la sola volontà di generare caos nonché un ulteriore rallentamento nella nostra economia. Tutto questo senza alcun rispetto della nostra Costituzione, espropriando il Parlamento delle sue competenze legislative.
Onorevoli colleghi, da un'analisi seria e approfondita del provvedimento in esame che ho avuto modo di argomentare è chiara l'infondatezza della necessità e dell'urgenza del decreto-legge e appare evidente la sua volontà di subordinare il diritto ad una logica solo politica di compensazioni e spartizione di poltrone e competenze. Purtroppo, tutto ciò avviene facendo un danno enorme alle nostre istituzioni e all'economia del nostro Paese.
Il turismo, infatti, è un settore nel quale l'Italia dovrebbe investire di più nei prossimi anni per garantire il lavoro, lo sviluppo e la crescita della nostra economia e meriterebbe semmai la creazione di un Ministero ad hoc o, al massimo, di essere inserito nel Ministero dello Sviluppo economico, non certo in quello delle politiche agricole. Purtroppo però, dopo aver visto come è avvenuta la scorsa settimana l'approvazione del “decreto dignità” in quest'Aula, è oramai chiaro che il buonsenso e gli interessi del Paese non interessano a questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Il deputato Stefano Ceccanti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Migliore ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.
STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Dobbiamo dire la verità: non è difficile illustrare una pregiudiziale a un decreto-legge come questo. Parlare di necessità e urgenza e criticarle come in questo caso è un po' come sparare sulla Croce Rossa. Il preambolo è davvero sconcertante. Capisco che voi vi siate abituati con l'autocertificazione sui vaccini ma non si può autocertificare la necessità e l'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Qui nei primi tre articoli si autogiustifica la necessità e l'urgenza: si autocertificano ma non si può fare. Per di più il testo del preambolo è scritto veramente con i piedi perché addirittura nell'articolo 4 vi siete scordati di giustificarle: quindi in tre casi le avete giustificate male, perché è un'autocertificazione, ma, nella quarta, ve lo siete addirittura dimenticato e tale osservazione giustamente è contenuta nel parere critico del Comitato per la legislazione. Non entro nel merito perché anche qui il confine tra legittimità e merito è ambiguo perché i colleghi Marco Di Maio e Gennaro Migliore lo hanno spiegato molto bene venerdì. Entro solo sulle due ragioni di fondo che spiegano perché l'autocertificazione non è sufficiente. La prima è una ragione generale. In questo caso, il dato di fondo è che ci troviamo di fronte a una riserva di legge, stabilita dall'articolo 95, che è molto rigorosa. Infatti l'articolo 95, terzo comma, recita: “La legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei ministeri”. Tale riserva è scritta proprio affinché il legislatore non concepisca le leggi che applicano tale principio come una sorta di Lego per cui uno monta e smonta i Ministeri a proprio piacimento. Ora è vero che quando fu approvata la legge n. 400 del 1988 non passarono le opinioni più intransigenti della dottrina secondo le quali tale legge è così importante che ci sarebbe voluta un'abrogazione esplicita delle norme precedenti e addirittura sarebbe stata impensabile una qualsiasi forma di decretazione d'urgenza. Tuttavia, anche se non è passata tale impostazione rigorista come impostazione generale, quando si va a fare un intervento almeno deve essere ragionevole e ben meditato. Questo non per i sofismi di chi crea teorie su riserve di legge e cose del genere ma perché, dietro queste teorie, c'è un problema di imputazione della responsabilità. Se il legislatore, soprattutto con decreti, fa e disfa continuamente, come se fosse il Lego, il cittadino, che non segue quotidianamente questo smontaggio e rimontaggio, come fa a capire chi è il responsabile politico di quel settore? Non lo sa, non capisce chi è responsabile di quella policy perché, da Governo a Governo, si cambia costantemente chi lo è. E soprattutto poi, quando deve valutare le performance tra un Governo e l'altro, che si succede, per valutarle bene, la struttura deve essere un invariante, perché, se la struttura cambia, è difficile dare un giudizio di adeguatezza, di efficacia e di efficienza ai Governi che si succedono. Questa è la ragione generale per cui in questo caso è evidente che la necessità e urgenza non sono dimostrate.
Ma c'è inoltre una ragione specifica. Scusate, questo è il primo Governo della legislatura e fa un cosiddetto contratto in cui pretende di durare per cinque anni. Allora, se crede davvero alla tesi di durare per cinque anni, non ha bisogno di fare un decreto: può tranquillamente fare un disegno di legge e, con i tempi ragionevoli, meditare tale disegno di legge e vederselo approvato. Se, viceversa, si fa una cosa del genere, forse non si crede a se stessi, non si crede davvero alla possibilità di durare una legislatura. Oppure vi è un'altra spiegazione, che vi siano degli eccessi di zelo. Come sapete, Talleyrand diceva ai funzionari del suo ministero: surtout pas trop de zèle, e soprattutto non eccedete nello zelo; però lì era chiara la catena di comando, c'era un qualcuno che poteva dire ai suoi sottoposti di non eccedere in eccessi di zelo. Qui, invece, il vero problema è che queste innovazioni esplicite che voi fate succedono a un'innovazione surrettizia, questa per cui il Presidente del Consiglio sbuca fuori alla fine come esecutore di un programma scritto da altri.
È evidente che un qualcuno che sbuca fuori così, di cui ogni tanto, francamente, dubitiamo anche dell'esistenza presso la Presidenza del Consiglio, è evidente che una persona del genere non può criticare gli eccessi di zelo dei suoi sottoposti, perché coloro che sono formalmente suoi sottoposti pensano di essere, invece, a lui sovraordinati.
È questo problema di fondo della struttura di Governo che è ben più grave e che voi vi trascinate fin dall'inizio, e che non ha a che vedere con questa pregiudiziale specifica, ma che ci trascineremo per tutta la parte residua in cui durerà il vostro Governo, e che renderà praticamente impossibile capire, volta per volta, chi risponde alle varie policies, sempre che non abbiamo il Ministro Salvini che si ritiene lui stesso depositario di tutte le policies del Governo.
Per queste ragioni, noi non solo vi bocceremo questo decreto con la pregiudiziale, perché non esiste la necessità e l'urgenza, ma vi segnaliamo il fatto che c'è uno scarto di fondo tra l'organizzazione esplicita del vostro Governo e quella implicita che produrrà dei guai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, noi voteremo in modo contrario alla pregiudiziale di costituzionalità perché riteniamo che i presupposti di necessità e urgenza, previsti dall'articolo 77 della Costituzione, siano più che giustificati per una serie di motivi. Innanzitutto in merito al contenuto del provvedimento, che non fa parte delle argomentazioni di una pregiudiziale di costituzionalità, alcuni aspetti sono stati citati e definiti privi di senso, tali da creare un caos normativo. Noi lo abbiamo spiegato anche in fase di discussione sulle linee generali: riteniamo che il turismo e l'agricoltura, visto che questo tema è stato citato, siano assolutamente uno moltiplicatore dell'altro. Il turismo nel nostro Paese vale 200 milioni di turisti; 200 milioni di turisti che arrivano nel nostro Paese non solo per le opere, per i beni culturali o per le produzioni culturali del nostro Paese, ma anche per le eccellenze gastronomiche, enogastronomiche. Il nostro settore agrituristico cresce del 10 per cento all'anno e coinvolge oltre 23 mila aziende.
Questa motivazione, che noi sosteniamo, la dice anche il G20 di Buenos Aires, che si è tenuto qualche giorno fa, dove è stato approvato, grazie al nostro Ministro Centinaio, un documento che, all'unanimità, considera il turismo come un veicolo di promozione del territorio e come uno strumento di sviluppo dell'agricoltura. Questo per dire che turismo e agricoltura possono benissimo coesistere, anzi, devono coesistere, perché sono due materie totalmente affini. Stesso discorso, sempre perché è stato citato, sul Ministero della famiglia e della disabilità, che, secondo noi, rappresenta un vero e proprio atto di civiltà del nostro Paese.
Finora non c'era un riferimento specifico a questo tema e per troppi anni le famiglie sono state abbandonate e lasciate da sole nel gestire situazioni che comunque hanno un peso. Noi, con la creazione di questo Ministero, vogliamo proprio dare un riferimento specifico, in modo da avere politiche più efficienti e più veloci.
Nel merito della pregiudiziale di costituzionalità faccio presente ai colleghi di Forza Italia che già c'è stato un provvedimento analogo negli ultimi anni.
Si pensi al decreto-legge n. 217 del 12 giugno 2001, emanato dal secondo Governo Berlusconi, dove, appunto, si riaccorpavano i ministeri. E mi rivolgo ai colleghi del PD: nel 2006, con decreto-legge n. 181 del 18 maggio, il Presidente del Consiglio Prodi istituiva quattro nuovi ministri, con un decreto-legge. Questo provvedimento, che noi oggi andiamo ad analizzare, non è una novità, è già stato fatto in passato. Ultima motivazione, e credo che sia una motivazione che ha poco a che fare con le normative, le leggi e la Costituzione, ma con la logica: cosa c'è di più importante, di più necessario e di più urgente che permettere a un Governo di procedere e di lavorare? Quello che noi vogliamo fare è revisionare la macchina, permettere al Governo di portare avanti le proprie politiche, in modo tale da tagliare il traguardo del cambiamento che ci siamo proposti con il contratto di Governo. Per questo voteremo in maniera contraria alla pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Il decreto che si presenta oggi per la conversione, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, risponde all'esigenza di questa maggioranza e di questo Governo di perseguire nuovi importanti obiettivi, segnando un significativo cambiamento rispetto alla politica degli anni precedenti. Le questioni pregiudiziali che mirano a bloccarne l'esame sono, a nostro avviso, infondate, ma anche strumentali, sia in punto di rilievo di costituzionalità sia in punto di merito, di cui si è ampiamente detto in sede di discussione sulle linee generali. È stato rilevato, infatti, il presunto vizio di incostituzionalità per violazione degli articoli 77 e 95 della Costituzione; rilievo, come detto, infondato e dettato, forse, da una cattiva interpretazione degli articoli.
La riserva di legge in materia di ordinamento della Presidenza del Consiglio e di organizzazione dei ministeri, infatti, non si atteggia a riserva di Assemblea. Le materie coperte da riserva di Assemblea, ossia quelle per le quali è inibito di intervenire se non attraverso il procedimento legislativo ordinario, sono quelle elencate nell'articolo 72, quarto comma, della Costituzione, tra le quali non si annovera la materia oggetto di intervento, come pure non si annovera l'articolo 15 della legge n. 400 del 1988, pure citata dalle opposizioni.
E questa evidenza è suffragata anche da una prassi parlamentare consolidata, cioè quella di intervenire in materia di riordino dei ministeri proprio attraverso la decretazione di urgenza. E qui i colleghi firmatari della pregiudiziale di Forza Italia, Sisto, Santelli, Calabria, Milanato e Occhiuto, insegnano, visto che votarono a favore della conversione in legge del decreto n. 85 del 2008, con cui il Governo Berlusconi mise mano alla riorganizzazione dei ministeri. Ma non siamo in presenza di una mera prassi parlamentare in questo caso, perché, riguardo ai requisiti di necessità ed urgenza, vorrei rassicurare i colleghi delle opposizioni che, anche richiamando la consolidata giurisprudenza costituzionale in materia, ritengono si stia compiendo un abuso per l'assenza dei presupposti, e che, quindi, si sarebbe mortificato e sacrificato il dibattito parlamentare.
Il MoVimento 5 Stelle ha molto a cuore il rispetto e la tutela della Carta costituzionale, e cercherà sempre di anteporla alle dinamiche politiche, consentendo alle opposizioni di svolgere il proprio ruolo, come abbiamo dimostrato in quest'Aula e anche nelle Commissioni. Comunque accogliamo con favore questa rinnovata sensibilità per le disposizioni costituzionali, soprattutto in materia di decretazione di urgenza, visto che è stata nelle scorse legislature la protagonista indiscussa della produzione legislativa, insieme anche a quegli altri strumenti, come canguri e ghigliottine varie, che hanno veramente mortificato il dibattito parlamentare. Ecco, vorrei rassicurare i colleghi delle opposizioni: tutto questo non accadrà più.
Noi voteremo contro le pregiudiziali di costituzionalità e, per motivare questa decisione, potrei dire che voteremo contro, in punto di costituzionalità, perché il provvedimento in esame è un provvedimento indispensabile per consentire al Governo di attuare il programma nel più breve tempo possibile. Potrei dire che voteremo contro, in punto di merito, perché rientra nelle prerogative del Governo organizzare la propria struttura con una scelta che attiene essenzialmente a delle valutazioni che spettano e competono al Governo, ma, proprio nel rispetto di quella giurisprudenza consolidata richiamata dalle opposizioni e che parla di riscontri oggettivi su cui fondare la valutazione dei presupposti di estrema necessità e urgenza, vorrei leggervi un messaggio che mi è arrivato qualche giorno fa. Stanotte è l'ennesima notte in cui siamo costretti a dormire con le finestre chiuse, mentre fuori c'è puzza di bruciato. Ci stanno avvelenando giorno dopo giorno, lentamente, nel silenzio di tutti. Questa è vera emergenza. L'emergenza è e rimane tale se continua ad essere affrontata in maniera emergenziale e se non si dotano le istituzioni e gli organi competenti degli strumenti e delle competenze tali da poterla gestire in maniera strutturale ed organica.
I requisiti di straordinaria necessità ed urgenza sono allora ancora più evidenti se si tiene conto del contesto in cui questa maggioranza vuole intervenire e delle materie su cui si vuole intervenire: stiamo parlando della Terra dei fuochi, stiamo parlando di contrasto al rischio sismico e idrogeologico, di crescita del sistema Italia attraverso il rilancio del turismo, quindi difesa del made in Italy e delle nostre eccellenze enogastronomiche, stiamo parlando di contrasto alla crisi demografica e di tutela delle persone con disabilità. Di fronte a queste emergenze, Presidente, come può affermarsi che non sussistano i requisiti perché il Governo si doti con estrema necessità ed urgenza di quegli strumenti che gli consentano di intervenire immediatamente, evitando duplicazioni di costi e di funzioni, sopprimendo inutili ed infruttuose strutture di missione ed approcciando queste emergenze in maniera strutturale ed organica? Questo Governo non può più attendere, gli italiani non possono più attendere. Per tutte queste ragioni, riteniamo che non vi siano i dubbi di costituzionalità prospettati, e rispetto alle pregiudiziali presentate dalle opposizioni il MoVimento 5 Stelle esprime voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.
LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, ogni qual volta arriva in Aula un decreto-legge è evidente che ci si esponga o meno alla pregiudiziale: il confine è sempre assolutamente labile, le interpretazioni lo sono nella stessa maniera. Noi crediamo, e annunciamo con questo la nostra astensione, che ci si debba focalizzare più sull'operatività di questo Parlamento e di quest'Aula per essere sicuri di rispettarla come andrebbe rispettata: non è forse un decreto-legge che arriva a stuprarla, a rovinarla o a farle perdere la sua importanza. Io credo che il Paese, oggi, abbia necessità di un Governo che lavora, che funziona, e per questo noi di Fratelli d'Italia gli diamo così la fiducia, sotto questo aspetto, di avere gli strumenti per poter incidere e di poter quindi lavorare. Il popolo, la gente non capisce certi atteggiamenti che sono propri di quest'Aula, anche se sono assolutamente comprensibili e assolutamente previsti dal Regolamento: perdersi, come ieri, ore ed ore, con esercizi di forza, con esercizi di ostentazione del proprio pensiero non vengono letti e capiti da chi sta fuori. Chi sta fuori vuole vedere questo Parlamento che lavora, e noi non vogliamo certo darvi la scusa, cari amici di Lega e 5 Stelle, per non poterlo fare. Quindi avrete la nostra astensione sulle pregiudiziali. Vi auguriamo buon lavoro, ben sapendo che, laddove non riempirete soprattutto di contenuti questo decreto-legge, noi ci saremo a segnalarvelo e noi faremo la nostra opposizione seria e consapevole, come abbiamo sempre promesso di fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Deputato De Carlo, approfitto per farle anche a nome dell'Aula gli auguri di buon compleanno (Applausi).
Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Sisto ed altri n. 1 e Migliore ed altri n. 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Ricordo che, nella seduta del 3 agosto, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e i rappresentanti del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Davide Bendinelli. Ne ha facoltà.
DAVIDE BENDINELLI (FI). Presidente, ho analizzato il decreto-legge che il Governo oggi ha deciso di presentare all'attenzione di quest'Aula, e la prima domanda che mi sono posto è relativa alla ratio che ha spinto il Governo a presentare tale decreto-legge, che prevede una riordino delle attribuzioni dei ministeri. Soprattutto vorrei focalizzare il mio intervento rispetto all'articolo 1 di questo decreto-legge, che prevede di trasferire al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali le funzioni del Ministero per i Beni e le attività culturali ed il turismo, soprattutto.
Vede, Presidente, chi ci ha preceduto parecchi decenni fa - e mi riferisco al Governo Segni nel 1959 - aveva deciso di istituire il Ministero del turismo, pensando che l'Italia, il nostro Paese, il nostro bel Paese meritasse, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo delle attività turistiche, una sorta di identificazione, che poi è stata cancellata a seguito dell'approvazione di un referendum del 1993. Da allora il Ministero del turismo è stato sballottato a destra e sinistra, accorpato a vari ministeri, ma direi che quasi nessun Governo che si è succeduto nel corso degli anni ha voluto dedicare a questo importante settore della nostra economia la giusta attenzione e il giusto merito, Presidente. Questo glielo dico snocciolando una serie di dati che sono inconfutabili: oggi noi, quando parliamo di turismo, parliamo di un settore che ha un valore economico di oltre 223 miliardi di euro all'anno, che incide per il 13 per cento sul PIL nazionale, che dà lavoro a 4 milioni di occupati ogni anno, che consente 424 milioni di pernottamenti ogni anno presso tutte le strutture ricettive presenti sul nostro territorio nazionale e che garantisce una spesa dei turisti in Italia di oltre 39 miliardi di euro all'anno. Allora, la mia domanda è: perché continuiamo, in maniera recideva, a imperversare nel non considerare per il turismo un ministero a se stante? Perché vogliamo continuare a considerare il turismo e a ridurlo alla stregua di un Dipartimento e considerarlo come la Cenerentola dei ministeri presenti nel panorama della gestione delle deleghe rappresentate dal nostro Governo? Negli anni Sessanta e Settanta - e ve lo dico - la gente è venuta in Italia non tanto per meriti nostri ma per quello che il Padreterno ci ha messo a disposizione in termini di bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali, perché ci hanno messo nelle condizioni di sfruttare, con le presenze dei turisti in Italia, le ricchezze enogastronomiche e di sfruttare il nostro territorio anche per attività sportive.
Oggi noi viviamo la concorrenza di località turistiche emergenti, che ci creano una concorrenza spietata dal punto di vista dell'offerta del mercato, non tanto dell'offerta turistica ma dei prezzi vantaggiosi. Oggi è ripartito il turismo in Egitto, oggi è ripartito in Portogallo e quest'anno, Presidente, mi consenta di aggiungere che abbiamo vissuto, anche dal punto di vista meteorologico, un inizio di stagione turistica pessimo. E, allora, se non decidiamo di affrontare in maniera strategica, programmatica e lungimirante la promozione turistica, l'impostazione della gestione del settore del turismo, l'accoglienza ai turisti presenti sul nostro territorio in maniera scientifica, noi non andiamo da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché, se i dati delle presenze turistiche e dell'indotto sono stati positivi nel 2016 e nel 2017, dobbiamo prendere atto che da quest'anno si sta per invertire la tendenza. E, allora, noi saremo padroni del nostro destino e dovremo recitare una sorta di mea culpa nel momento in cui, un domani, anche il settore, che ha salvato l'economia in Italia, che è il settore del turismo negli ultimi anni, subirà un'inversione di tendenza dal punto di vista dei dati macroeconomici. Quindi, mettetevi una mano sul cuore, pensate che a volte le richieste che vi vengono rivolte - e mi riferisco ai rappresentanti del Governo - non sono fini a se stesse, non sono finalizzate a creare una sorta di polemica strumentale. A volte noi, che lavoriamo nel settore, ci rendiamo conto che le scelte che avremmo dovuto operare alcuni anni or sono non sono state tenute in considerazione, nella giusta considerazione, ed oggi, o soprattutto un domani, rischieremo di pagare delle conseguenze che probabilmente potrebbero essere anche molto difficili da accettare, vista la situazione economica che il nostro Paese sta attraversando.
Quindi, carissimi rappresentanti del Governo, riferite a chi ha deciso di proporre questa sorta di accorpamenti che è una scelta folle, che è una scelta miope, che è una scelta che ci metterà in una sorta di cul-de-sac, perché i tempi delle vacche grasse, anche per quello che riguarda il turismo, sono finiti. Questo ve lo dico con cognizione di causa, ve lo dico perché noi ci rendiamo conto che, rispetto ai nostri Stati concorrenti, spendiamo un decimo in termini di risorse per la promozione turistica. Ma dove vogliamo andare se non siamo in grado di competere a promuovere il nostro prodotto? Se non siamo in grado di accogliere i turisti che vengono a soggiornare sul nostro territorio in maniera professionale? Ci vuole competenza, ci vuole preparazione, ci vuole voglia di lottare, ci vuole voglia di restare sul mercato in maniera competitiva, ci vuole voglia di emergere. Sono tutte caratteristiche purtroppo, cari amici del Governo, che noi da anni a questa parte abbiamo perso e questo Governo, che è il Governo del cambiamento in peggio, non sta facendo nulla per invertire questa rotta e questa tendenza negativa che porterà nel baratro l'economia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nevi. Ne ha facoltà.
RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo dibattito è un dibattito importante, anche se vedo che l'Aula è abbastanza distratta. È importante perché stiamo parlando di settori fondamentali per la nostra economia, dove l'Italia si gioca la sua posizione di produttore leader nel mondo.
Stiamo parlando di agricoltura e stiamo parlando di turismo e io penso che, seppure parliamo di strutture di organizzazione, tutto ciò incide pesantemente sulle politiche che poi si andranno a mettere in campo e sulla strategia che il Governo vuole mettere in campo per questi settori, che sono - ripeto - assolutamente fondamentali e strategici per il futuro del nostro Paese. In campagna elettorale, cari amici - a cui mi rivolgo, soprattutto - della Lega e del MoVimento 5 Stelle, abbiamo discusso molto sul tema del Ministero dell'agroalimentare e del Ministero del cibo, sul quale i leader di molti partiti, tra cui il mio, nonché quello della Lega, Salvini, e Di Maio si sono soffermati dicendo e promettendo solennemente che nel momento in cui avessero avuto responsabilità di governo era necessario costituire il Ministero dell'agroalimentare e del cibo italiano. Non è proprio la stessa cosa quella che sta scritta qui ed è, anzi, una cosa completamente diversa, in cui l'agroalimentare italiano mantiene competenze divise tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero all'agricoltura e il Ministero della salute, per quanto riguarda la sicurezza alimentare, tutte le norme relative all'etichettatura e quant'altro.
Allora, questa è una prima cosa che voglio rimarcare, una prima promessa non mantenuta. Noi ci saremmo aspettati che, in coerenza con quanto sostenuto in campagna elettorale, oggi si parlasse di questo in Parlamento. Poi, il dibattito è andato avanti. Noi per esempio, con la collega onorevole Fiorini, abbiamo fatto una proposta: il Ministero del made in Italy. Insomma, si può e si poteva discutere, ma si è scelta una strada diversa. I retroscena ci dicono che questa strada è stata imposta per riequilibrare un po' la rappresentanza del Governo e far contento il Ministro Centinaio, che è un appassionato di turismo.
Ecco sì, il turismo. Su questo, invece, mi vorrei soffermare. Soprattutto mi rivolgo, attraverso di lei, Presidente, agli amici del MoVimento 5 Stelle. Ma su questa questione avete detto cose importanti in campagna elettorale, ma questo sarebbe relativo. Ma lo avete letto, cari amici del MoVimento 5 Stelle, il contratto di governo che avete sottoscritto voi, qualche giorno fa? È quello sacro, quello che è stato vidimato dal popolo della rete, quello che è inviolabile, quello per il quale il Ministro Centinaio è stato ripreso, in una recente riunione delle Commissioni riunite di Camera e Senato, da una senatrice del MoVimento 5 Stelle, perché quando parlava del caporalato si è spinto un pochino oltre e lei gli ha ricordato: “Di questo non può parlare perché per noi il contratto di governo è sacro”.
E allora leggiamolo, leggiamolo insieme. Giova leggerlo insieme questo sacro contratto. Il contratto, al punto 28, affronta la questione del turismo e dice: “Un Paese come l'Italia non può non avere un Ministero del turismo, che non può essere solo una direzione di un altro Ministero. Il turismo culturale è solo uno dei turismi” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Queste sono le parole scritte nel blog delle Stelle. Questo c'è scritto. E poi va avanti: “(…) ha bisogno di centralità di governance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere”. Poi, incredibile, continua in modo preciso perché questo contratto contiene tutto e il contrario di tutto e poco spesso cose così precise. Invece, qui poi continua, caro onorevole Sisto, e si dice: la nuova struttura ministeriale non dovrà avere un impatto economico negativo per le casse statali. Pertanto, verranno individuati due passaggi formali fondamentali che si svolgeranno nel tempo della legislatura; un'iniziale immediata, adesso scorporazione delle competenze turistiche fuori dal MiBAC - e questo lo state facendo - ma per ricollocarle dove anche secondo noi sarebbe più giusto, in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri sotto forma di dipartimento dedicato, non un dipartimento del Ministero dell'agricoltura. Successivamente, poi continuate, attraverso passaggi legislativi graduali e oculati rispetto alle competenze regionali, si potrebbe creare il Ministero con portafoglio dedicato al turismo.
Voi, oggi fate un'operazione, senza neanche averlo riletto probabilmente, il contratto, che esattamente all'opposto e che contraddice precisamente i contenuti del «sacro Vangelo del contratto di Governo» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
E, allora, questa è la considerazione che avete dei vostri elettori, delle promesse fatte in campagna elettorale e degli impegni scritti in nero su bianco nel contratto inviolabile di Governo.
Ecco noi, a fronte di tutto questo, siamo veramente basiti. Se da una parte, per esempio, il Ministro delle infrastrutture dice che sulla TAV bisogna attenersi al contratto, sul turismo possiamo fare quello che vogliamo; il turismo viene considerata come una materia così. Chi lo vuole il turismo? Ma siccome a Centinaio comunque piace, diamolo a Centinaio. Ma il turismo è la principale industria di questo Paese! È una cosa fondamentale per interi territori marginali, che altrimenti vedrebbero scomparire tutta la popolazione. Io vengo dall'Umbria, abbiamo dei territori che si reggono solo grazie al turismo e voi lo considerate come una compensazione, come una delega che avanza e da appiccicare, contravvenendo totalmente al contratto di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
Allora, voi avete bisogno di essere smascherati perché state prendendo in giro gli elettori italiani che vi hanno votato, state prendendo in giro anche quelli che hanno votato il vostro contratto e quindi noi, invece, in coerenza, abbiamo prodotto emendamenti che i colleghi presenteranno che vanno nella direzione invece di mantenere gli impegni presi in campagna elettorale e di essere coerenti con quello che abbiamo detto e con quello che, secondo noi, è fondamentale cioè, come diceva benissimo l'onorevole Bandinelli, creare un Ministero e che sia, al minimo, la Presidenza del Consiglio ad occuparsi di un tema così strategico e fondamentale per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, questa discussione è stata già anticipata dalla discussione che ci ha preceduto, sulla pregiudiziale di costituzionalità che peraltro interveniva su una materia piuttosto evidente, cioè la mancanza di necessità e urgenza attribuita a questo decreto. Peraltro, vorrei ricordare alla collega Baldino che è intervenuta, per suo tramite, sull'argomento che se noi, nella precedente esperienza di Governo, abbiamo utilizzato la decretazione d'urgenza l'abbiamo fatto sempre sulla base di effettive necessità che si determinavano su riforme che incidevano sulla vita concreta del Paese. Faccio notare che in questa legislatura gli unici provvedimenti che sono stati discussi da quest'Aula sono decreti. Avete fatto solo decreti e li avete anche realizzati con una clausola che francamente mi sembra tra le più assurde, come quella di posticipare gli effetti dell'entrata in vigore per il «decreto Di Maio» a ottobre. Insomma, non solo non potete fare lezioni, ma forse dovreste prendere qualche lezione dal Partito Democratico, almeno su come si scrivono i decreti. Ora, io ravviso certamente un altro tipo di necessità e di urgenza.
La necessità è quella di accontentare le vocazioni di taluni dei Ministri che si sono seduti e che hanno avuto l'investitura dal Presidente della Repubblica. Penso, per esempio, alla vocazione, che noi non vogliamo certo mortificare, del Ministro Centinaio, il quale è capitato anche a me di incontrare anche in una occasione televisiva, prima che si insediasse il Governo, quindi prima che diventasse Ministro – ci sono le registrazioni, è il 22 maggio scorso – che ebbe, diciamo, la spudoratezza di dire che lui non avrebbe accettato altri Ministeri al di fuori del turismo perché si parlava di lui all'agricoltura e lui di agricoltura non si era mai occupato, mentre invece era un operatore del settore turistico. Bella necessità, lo dico ai colleghi del Movimento 5 Stelle, quella di assecondare la vocazione professionale di un collega che, in questo momento, ricopre l'attività di Ministro, ma noi siamo comprensivi nei riguardi di queste vocazioni che stimolano anche tanti interventi a favore di quello che è un settore che – lo voglio ricordare solo ai più distratti, prima veniva ricordato come era importante l'industria turistica del nostro Paese – ha un volume di PIL che è circa tre volte quello dell'agricoltura e che, peraltro, non esiste un Ministero del turismo perché lo ha voluto un referendum popolare e la competenza del turismo è esclusiva delle regioni. Quindi, probabilmente la collocazione all'interno del Ministero dei beni culturali aveva una logica rispetto a che cosa rappresenta l'Italia all'estero e non aveva nessuna intenzione di assecondare queste necessità che, a mio giudizio, sono di secondo piano, così come l'urgenza probabilmente era quella di non contraddire la fedele scrittura di quelli che sono gli impegni sottoscritti al di fuori del contratto di Governo.
Perché, vedete qui si parla tanto del contratto di Governo, ma qui le uniche cose su cui si sta litigando e si sta dando priorità, addirittura forzando la mano, come sta accadendo in maniera vergognosa anche sulla presidenza della RAI, sono le poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); l'unica cosa che vi tiene insieme, fino adesso, sono le poltrone; e quindi anche per questi Ministeri era necessario attribuire qualche poltrona.
Però, qui vorrei parlare di una cosa importante e, anche in questo caso, per suo tramite, dirlo alla collega Baldino. Quando si cancella una struttura di missione bisognerebbe almeno dire che cosa si fa al posto di quella struttura di missione. Primo, la struttura di missione non è una struttura di emergenza, è una struttura di coordinamento e, se permettete, io la prima cosa che vorrei fare da questi banchi è ringraziare i tecnici, le persone che si sono impegnate, coloro i quali sono in queste strutture di missione, che hanno operato nel pieno rispetto dell'interesse generale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); andatelo a chiedere anche agli amministratori della vostra parte politica, andatelo a chiedere al presidente della regione Lombardia o al presidente della regione Liguria che cosa ha fatto sul Bisagno questa struttura di missione. A proposito di non aver fatto nulla, lo ricordo sempre ai colleghi della maggioranza, sono 1.400, solamente per Italia sicura, quei cantieri che sono stati avviati, molti dei quali anche conclusi. Alla faccia del fatto che non si sia operato per l'interesse collettivo; ora ritorneranno ciascuno nelle sue competenze e voi, che volete fare la sburocratizzazione di questo Paese, dovrete passare attraverso tutte le forche caudine delle competenze che, in più occasioni, si riveleranno anche in contraddizione tra di loro. Io vengo dalla Terra dei fuochi, ho abitato per tanti anni a Caivano, che è uno degli epicentri della Terra dei fuochi, sono eletto in quel collegio, così come è eletto anche il Vicepremier Di Maio. Ma voi pensate veramente che quella non sia una realtà dove c'è bisogno del massimo coordinamento di tutte le realtà istituzionali o pensate davvero che basti un solo Ministero ad affrontare problemi che vanno dalle questioni ambientali, a quelle sanitarie, a quelle della sicurezza? A questo servivano, cari colleghi della maggioranza, quelle strutture di missione, altrimenti noi non le avremmo fatte e, infatti, hanno operato per il bene della cittadinanza.
Noi entreremo nel merito, anche, di questi emendamenti, su ciascuno di essi con maggiori dettagli, ma vorrei anche soffermarmi su quello che a me sembra l'elemento più ideologico, quasi un biglietto da visita della maggioranza, che è quello dell'attribuzione delle competenze di questo nuovo Ministero, denominato della famiglia e della disabilità. Sorvolo, anche perché interverrò dopo su questo tema, sul tema che la famiglia non è una, le famiglie sono tante, le famiglie sono quelle monoparentali, sono quelle intergenerazionali, sono quelle che vedono persone dello stesso sesso, regolate tra l'altro da una legge dello Stato, che nel codice civile stabilisce gli stessi diritti e gli stessi doveri dei coniugi uniti in matrimonio, le famiglie sono tante, ma anche le persone con disabilità sono tante; spero che voi ascoltiate, poi, con attenzione quando parleremo, nello specifico, di questo problema.
Ma un Ministro, un Ministro come Fontana, famoso ultimamente per alcune dichiarazioni, l'ultima in ordine di tempo è: “dieci vaccini sono troppi, ma non sono un medico”, che ha generato una sequenza di hashtag ironici intorno alle incompetenze e all'orwelliano ribaltamento delle competenze e delle parole: la pace è guerra, la libertà è l'oppressione; le competenze, quindi, diventano incompetenze, questo è il biglietto da visita di questo Ministro che, peraltro, ci ha informato di una cosa sulla quale ciascuno di noi ha avuto i brividi, la pelle d'oca; ha detto: non ci sono i soldi e se non ci sono i soldi io mi dimetto. Al di là di valutazioni che possono essere di ciascuno sul gradimento di quest'affermazione, io suggerisco, al neo-Ministro Fontana, magari, di andare a vedere se 49 milioni di euro per iniziare la sua attività di Ministro sono sufficienti, visto che il suo partito deve 49 milioni di euro allo Stato e insiste, addirittura, con il suo leader, minacciando la magistratura, a non voler ottemperare a una sentenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Peraltro, il manifesto ideologico sulla questione delle persone con disabilità fa il paio con l'idea, che vorrei fosse presa molto più seriamente, di che cosa significa essere una persona autonoma; sono persone con disabilità, sono persone con un loro progetto di vita autonoma, hanno gli stessi diritti di ciascuno di noi e della società che deve riparare alle sue inadempienze nei confronti delle persone con disabilità. Non ci deve essere, come ha detto il Presidente del Consiglio, nessuno statuto speciale; era per questo motivo che in ogni Ministero c'era una competenza relativa alle persone con disabilità che, peraltro, voi avete discriminato anche all'interno dell'ultimo decreto “dignità”, per quanto riguarda gli insegnanti con disabilità.
Ora, io voglio fare una domanda sincera, in questo caso. Voi pensate veramente che esista una disabilità oppure che esista un bisogno per la disabilità? Oppure, ancora, che esistano tante persone e tante storie, tante vicende umane che devono essere considerate come ciascuna meritevole di essere inquadrata dal Ministero o dalla responsabilità di riferimento, per cui se ci sono questioni sanitarie, c'è il Ministero della sanità, se ci sono questioni dei trasporti, sono i trasporti pubblici che si devono adeguare e non le persone che devono avere dei diritti particolari e speciali.
Quindi, siccome noi non siamo né per la ghettizzazione, né per i manifesti ideologici, né per trattamenti che riguardano categorie che non sono categorie, lo dice anche l'ONU, lo dicono anche le Nazioni Unite, noi vogliamo richiamarvi a un senso di responsabilità, abbiamo bisogno di persone serie.
Concludo, Presidente; questa storia che si possono mettere delle categorie a persone che, invece, non sono una categoria, oggi, rischia di generare dei problemi anche immediati sulla salute pubblica. Ma voi come la prendete la dichiarazione che ha fatto la Ministra Grillo sul fatto che per risolvere il problema che voi avete creato, del rinvio dell'obbligo vaccinale, metterete bambini con immunodepressione, non immunodepressi, come se fossero una categoria, bambini con una patologia immunodepressiva all'interno di classi di tutti bambini vaccinati, ma come vi permettete, come vi permettete di pensare che esista una categoria di immunodepressi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Siamo noi che dobbiamo garantire, per queste persone, gli stessi diritti. Chi ha una patologia, chi ha una disabilità che non è una malattia, ma è una condizione di esistenza, chi ha una realtà che deve vivere attraverso la sua esperienza, deve vedere lo Stato al proprio servizio. Ed è per questo che lo dico a chi dice sempre: prima i cittadini, che i cittadini devono avere un'attenzione particolare da parte delle istituzioni e noi siamo servi delle istituzioni!
Pensateci bene a cosa proporre, per una mera spartizione di poltrone, per una mera identificazione ideologica, con un manifesto, peraltro, portato avanti da chi, ancora oggi, mi risulta essere il tesoriere di un'organizzazione europea che si chiama Europa delle Nazioni e delle Libertà. Il Ministro Fontana, forse per le competenze in materia di gestione di bilancio che hanno dimostrato in Italia con i 49 milioni, è stato indicato come tesoriere di questa organizzazione internazionale, che è un'organizzazione che raccoglie tutto il fior fiore dei partiti xenofobi che ci sono in questo continente, che è amica di potenti e influenti rappresentanti, peraltro omofobi, di alcuni partiti della Russia. Ora, se voi non lo avete capito, provo a dirlo io, questa identificazione di un Ministero per la famiglia e la disabilità è un manifesto ideologico, non è una riorganizzazione di competenze e spero che di questo ve ne rendiate presto conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul complesso degli emendamenti, la deputata Beatrice Lorenzin. Ne ha facoltà.
BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, la riorganizzazione di un sistema di Ministeri corrisponde a una visione della società, ma, anche, a una visione di come gestire il Governo, da parte di una maggioranza e, soprattutto, da parte del Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri. Ebbene, questo primo passo ci indica, come abbiamo potuto vedere in questo primo mese, in questi primi mesi di Governo, una grande confusione, una confusione di idee, di obiettivi, di strumenti e di mezzi, a disposizione del raggiungimento, poi, di quelle che dovrebbero essere le finalità di un buon Governo. La prima di queste, che balza, così, in modo eclatante agli occhi di tutti quanti noi, è la riorganizzazione che prevede l'accorpamento del Ministero dell'agricoltura col Ministero del turismo. Chiunque di noi si sia minimamente un po' occupato dei temi agricoli e del funzionamento del Ministero dell'agricoltura nel nostro Paese sa come, attraverso questo importante Dicastero e il Ministro che lo governa, passi una mole impressionante di interessi, azioni regolatorie, gestione sul campo europeo e internazionale, interessi che riguardano un settore strategico per l'Italia, che è quello non solo dell'approvvigionamento del cibo per i nostri cittadini, ma anche tutta la filiera agricola, tutta la filiera degli allevamenti e la tenuta di un sistema, che si deve tra l'altro integrare con la salubrità dei prodotti. Quindi, qui l'interazione con il Ministero della salute e con il Ministero dell'ambiente. È un Ministero gigantesco per mole di lavoro.
Ecco, noi ci chiediamo tutti - e lo abbiamo fatto anche senza malizia - che cosa c'entra il turismo. Qualcuno potrebbe dire che c'è anche lo slow food, ci sono gli agriturismi e c'è una vocazione a una diversa tipologia di turismo dell'Italia. Ben venga, ma certamente questo ha poco, pochissimo, se non nulla, a che fare con la contabilizzazione delle componenti degli alimenti, sul controllo degli alimenti, sulla gestione dei sistemi di allevamento, sulla trattativa in campo internazionale. Pensiamo solo a quanto è occupato un Ministro dell'agricoltura nei tavoli europei a Bruxelles, su trattative che riguardano la strategia complessiva dell'Italia in uno dei settori in cui è leader.
Bene, il turismo. Turismo è un'altra cosa. Come è stato ben detto in quest'Aula, è uno dei motori principali dell'economia italiana, non solo, dovrebbe essere anche il nostro passaporto, il nostro principale made in, dove noi vendiamo le nostre bellezze. Una cosa ricordiamoci, che non abbiamo costruito, ma abbiamo ereditato dal passato. Ebbene, forse, una delle sfide più difficili, che ha avuto l'Italia che ha, al proprio interno, la maggior parte del patrimonio culturale e paesaggistico del mondo, è stata in questi decenni, fin dall'inizio della sua storia repubblicana, la capacità di saper valorizzare quello che ha ereditato, una meraviglia che ancora oggi, a distanza di secoli, desta stupore in chi arriva nel nostro Paese, sapere fare diventare questa cosa meravigliosa, che noi abbiamo ereditato e che spesso, troppo spesso, non abbiamo saputo mantenere all'altezza di quello che è stato il nostro passato, neanche di avere la consapevolezza della bellezza che noi abbiamo e del suo valore. Ebbene, la nostra principale problematica è stata quella di non averla saputa né valorizzare, né vendere, né farla diventare un sistema industriale.
Io so che in questo Governo, quando si parla di industria, arriva l'orticaria, almeno a una metà di questo emiciclo. Industria è diventata una parola quasi cattiva, quasi una parolaccia. Tra poco sarà sinonimo di bruttissime cose, ma l'industria è sviluppo. E passare da una gestione artigianale dell'organizzazione dell'impresa ad una gestione industriale su larga scala, con valori economici e con sistemi finanziari, significa fare volare un'economia.
E l'industria è anche quella che ruota intorno all'agricoltura, perché no? È l'industria della salute, perché no? Pensiamo a che cosa hanno fatto interi Stati europei, o, dall'altra parte dell'Atlantico, di alcune aree, in cui unire l'offerta di un servizio sanitario all'avanguardia con la salubrità dei luoghi e con le bellezze ha permesso a migliaia di cittadini di trasferirsi in questi luoghi e di portare ricchezza e valore aggiunto. L'Italia è un contenitore ideale per questo, essendo noi, ad esempio, come Servizio sanitario nazionale, oggi considerato tra il numero 1 e il numero 3 al mondo. Un passaporto, per chiunque voglia venire nel nostro Paese, anche in quelle aree più rurali, più nascoste, che possono avere una possibilità di sviluppo straordinaria, proprio legata ad un turismo, legata ad una fascia di età, ad una tipologia di persone, in cui noi offriamo servizi ad alto valore aggiunto, che ovviamente dobbiamo farci remunerare.
Ma l'industria del turismo è ovviamente legata allo straordinario patrimonio culturale. Quello che è stato fatto negli ultimi anni, nella valorizzazione del nostro patrimonio museale, nelle nostre pinacoteche, dell'arte italiana nel mondo, anche qui con una visione di internazionalizzazione del nostro sistema, è sotto gli occhi di tutti, anche se vedo che ogni tanto ci sono dei colpi che vengono dati anche a questo sistema, perché oggi, in un mondo in cui il management viene valutato per quello che produce, per la sua valenza e per la sua capacità, noi chiediamo i passaporti, non solo ai rifugiati, ma anche alle grandi teste, che possono portare valore aggiunto, dimenticando quanto fanno gli italiani all'estero, quanto vale il nostro nome rispetto ai grandi ricercatori, ai grandi direttori e ai grandi manager che sono e lavorano in un contesto globale.
L'industria nel turismo, quindi, è culturale, è ambientale, è agricola, è sanitaria, ma è comunque ancora oggi gestita nel nostro Paese in modo frammentato, in modo frammentario, in modo spesso artigianale, in modo contraddittorio, con regioni che gestiscono il turismo in modo diverso l'una dall'altra, come la sanità, e che spesso vendono prodotti che nessuno neanche conosce. Abbiamo fatto anni e anni di dibattiti televisivi, sulle singole regioni, che andavano a vendere la propria regione, quando uno straniero non sa neanche dove si trova.
Allora, questo era un motivo valido per fare il Ministero del turismo, non il Ministero dell'agricoltura con dentro il turismo. Il Ministero del turismo: fare un atto di cambiamento, un atto di innovazione. E, invece, non solo non si innova, ma si regredisce e si rischia anche di vanificare gli straordinari passi avanti in questo settore, fatti in questi anni, in cui voglio ricordare che l'Italia sta registrando un boom di presenze turistiche straordinarie, dovute non all'aria che gira sulla nostra terra, ma dovute a una serie di fattori, di investimenti e di attenzione, dalla sicurezza al sistema culturale, agli incentivi che hanno permesso al nostro Paese, in piena crisi economica, di rilanciarsi in questo settore.
Ma, signori, non facciamo l'errore che fanno sempre gli italiani e, cioè, che, quando le cose vanno bene, pensiamo che andranno bene per sempre. Non funziona così (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica, e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Quando le cose vanno bene, bisogna pensare a come farle andare, anche quando il ciclo economico cambia o può diventare meno favorevole, e fare, quindi, investimenti sulle infrastrutture, perché i turisti non vengono in Italia con l'aquilone, neanche con il dirigibile: arrivano con i treni, arrivano con gli aerei, arrivano con le navi. Guardate un po', roba da industria, non si arriva a piedi. Io sono una grande camminatrice, ma è un po' difficile dalla Cina arrivare camminando in Italia. C'è sempre la Via della seta, ma è un po' lunga.
Allora, in questo contesto, dobbiamo immaginare che proprio anche l'assetto politico e geopolitico cambierà nei prossimi anni e ci sarà una nuova dislocazione economica. Bene, le infrastrutture. Pensiamo a interi paesi del sud, ad alcune aree della Sicilia, ad alcune aree della Campania, che in questi anni di crisi sono potute crescere grazie al turismo. Come le manterremo? Chi sarà il genio della lampada che disegnerà una strategia industriale del turismo in Italia? Il Ministro dell'agricoltura? Che io credo sarà molto impegnato nei prossimi anni, con i cambiamenti in Europa, a trattare altre cose (le quote, la gestione dei nostri agrumi, le colture nel sud Italia), cose che danno lavoro a qualche milione di persone. Certamente non sarà quel Ministero, con quella struttura, a potere gestire una realtà, che è già di per sé complessa, che ha un'eredità che non può essere buttata via e che deve, invece, guardare al futuro, verso dove stiamo andando. Penso alla promozione del turismo italiano all'estero, penso al coinvolgimento delle nostre ambasciate, penso a delle realtà, appunto, di gestione di sistema. Ecco un'altra parola: sistema.
Arrivando alla gestione e al pensiero del sistema Italia, arriviamo all'altra questione, che desta più scalpore e, cioè, il tema, anche qui già affrontato, di avere deciso di unire un Ministero della famiglia con il Ministero della disabilità.
Per quanto mi riguarda, per come la penso, per le mie idee, che certamente non sono misteriose, io non posso che essere favorevole all'istituzione di un Ministero della famiglia.
Se avessi però avuto una bacchetta magica, avrei fatto una cosa diversa, conoscendo e avendo avuto la possibilità di comprendere un po' il funzionamento del sistema di welfare in questi anni nel nostro Paese. Di che cosa ha bisogno l'Italia? Di che cosa hanno bisogno i cittadini italiani, oggi anziani, domani per la maggior parte vecchi - vecchi! -, in un Paese demograficamente sotto zero? Noi abbiamo superato l'inverno, ora siamo nell'artico; non possiamo neanche sperare nei cambiamenti climatici, da questo punto di vista. Il gelo sulle nascite in Italia è un dato. Quindi, quanti bambini nascono, quanti anziani ci sono e quanti vecchi ci saranno fra vent'anni è scritto, è matematica, è un dato, non è un'opinione flessibile. È un dato! Allora, noi sappiamo che abbiamo degli alert davanti, e gli alert sono, innanzitutto, una società di persone anziane che aumenterà la propria domanda di salute, e per salute non intendo soltanto avere dei trattamenti e delle terapie, ma essere presi in cura, è il benessere, avere una società attiva. Vuol dire che tu devi mantenerti attivo - e noi dobbiamo aiutare la nostra popolazione a mantenersi attivi - fino a 80, 82, 85 anni, altrimenti il sistema a cui siamo abituati, che è prezioso, il nostro vero tesoro, un sistema di welfare che si prende cura dell'altro con un sistema sanitario nazionale gratuito, non reggerà più, non può reggere. È ovvio che, per affrontare questo, la richiesta di autosufficienza, la richiesta di assistenza socio-assistenziale, che non sono una cosettina quando hai 4 milioni di persone anziane non autosufficienti oggi e che fra qualche anno saranno 12 milioni, non puoi pensare di poterlo affrontare con gli strumenti di oggi, devi oggi immaginare, e questa è la programmazione. E lo dico a un Governo fatto di persone giovani, che non hanno il tema che domani smettono di lavorare e chi verrà davanti a sé, ma che hanno di fronte a sé altri trenta, quarant'anni di vita, con i propri bambini. Ma che cosa vogliamo lasciare ai nostri bambini? Dobbiamo occuparci ora del loro futuro, e dobbiamo programmarlo adesso, e questa è la sfida più bella, più grande di chi governa un Paese: programmare quello che accadrà fra venticinque, trent'anni, che non è un'era da venire. Lo so che non è un like, che non ti porta voti domani mattina e non te li porterà forse neanche domani, ma ti aiuterà a dare un senso alla tua azione politica, che è riformare il futuro dell'Italia, è prevenire eventi che tu già sai che accadranno. In questo senso, avreste dovuto unire, fare un grande Ministero del benessere, mettere la salute, il welfare, l'assistenza socio-sanitaria, riorganizzare finalmente l'integrazione dei sistemi, perché, guarda caso, il lavoro di gestione, contabilizzazione e misurazione è stato già fatto. In questo modo, avete creato una specie di Ministero ghetto dei disabili e della famiglia, che non si capisce perché la disabilità deve essere gestita in questo modo, senza avere una visione proiettata sul futuro. Le altre cose si correggono - si cambiano i direttori, si cambiano le cose, si mette chi gli pare -, fa parte della vita di una maggioranza e di un'opposizione, ma quello che non si può corregge è quando si sbaglia la strategia di visione del proprio futuro. In questo documento non c'è visione; non c'è, manca. Ci sono degli aggiustamenti, manca il cambiamento.
PRESIDENTE. Deve concludere, collega Lorenzin. Chiedo scusa per l'interruzione.
BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Ha ragione, mi scusi. Utilizzo dieci secondi per dirvi che cosa manca in questo documento.
PRESIDENTE. Anche cinque.
BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Ancora di più, sui giovani: qui manca una strategia sulle tossicodipendenze. Ancora una volta il tema delle tossicodipendenze, del contrasto alla droga, di una gestione di questo sistema non c'è, non c'è in questo documento. Rimaniamo appesi a quello che è avvenuto negli ultimi vent'anni, senza nessun cambiamento. Allora questo non è un documento del cambiamento, non è neanche un documento che porta una visione strategica per il sistema Italia attraverso quello che saranno gli strumenti di cui voi vi state dotando per il futuro. Non lo so, probabilmente è una divisione di Dicasteri tra persone, ma così si va poco lontano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civicae di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi sul complesso delle proposte emendative. Invito la relatrice ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, deputata Dieni.
FEDERICA DIENI, Relatrice. Presidente, sono tutti inviti a ritiro, altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 Occhionero, 1.3 Migliore e 1.2 Sisto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente, questa riorganizzazione dei Ministeri mette in evidenza l'approssimazione ma soprattutto la visione di futuro e la visione di Paese che questo Governo ha. Probabilmente ne abbiamo già discusso negli interventi precedenti: la decretazione d'urgenza non vi ha spinto ad approfondire nel dettaglio tutte le implicazioni, ma soprattutto le complessità che il nostro sistema Paese ha; e vorrei soffermarmi su un tema.
L'agricoltura, in questi decenni, ma soprattutto in questi ultimi anni, ha svolto un ruolo anticiclico nel nostro Paese, soprattutto negli anni di crisi profonda che il nostro Paese ha vissuto. Il settore agroalimentare è quello che ha resistito molto più di altri alle difficoltà e che per alcuni comparti ha saputo avanzare anche sul piano della bilancia commerciale. D'altra parte, sull'opinione pubblica, Expo 2015 ha avuto un impatto molto importante nell'attribuire, non soltanto all'agricoltura ma anche al cibo e alle nostre produzioni, un valore altissimo, un valore importante, e gli osservatori economici hanno iniziato ad osservare questo comparto, questo settore, con un'attenzione diversa. Quindi, attribuire nuove competenze al Ministero dell'agricoltura significa non aver compreso la complessità che questo Ministero e che questo comparto hanno. Sicuramente l'agricoltura ha delle punte di eccellenza, il nostro made in Italy è cresciuto nel mondo, le esportazioni hanno raggiunto i 41 miliardi, con un incremento del 7 per cento nel 2017 rispetto al 2016, questo grazie alla capacità dei nostri imprenditori, grazie alla capacità dei nostri produttori, ma anche grazie alle politiche che sono state introdotte e portate avanti dal Governo precedente, perché avevano una visione di Paese. L'agricoltura, però, non è soltanto eccellenza, non è soltanto il made in Italy, il nostro sistema produttivo agricolo, il settore primario, ha delle fragilità che devono essere consolidate e portate verso un nuovo sviluppo. Nel nostro Paese la terra costa ancora troppo, nel nostro Paese esistono delle aree fragili, pensiamo alla dorsale appenninica, pensiamo a delle aree montane nel Nord Italia, così come nel Sud Italia, che scontano ancora dei deficit strutturali, quindi l'agricoltura non è soltanto made in Italy. Il nostro made in Italy non è conosciuto nel mondo soltanto per le sue materie prime di eccellenza e di qualità, ma siamo conosciuti nel mondo per quello che viene cucinato, per quello che viene trasformato, quindi la vostra visione è molto riduttiva. Forse - e qui lo anticipo, perché ho aggiunto la firma a un emendamento molto importante del collega Paolo Russo - sarebbe stato più interessante e più utile pensare - come avevamo pensato nella legislatura precedente - a un Ministero dell'agroalimentare, a un Ministero che potesse mettere insieme il settore primario, l'industria, la trasformazione e la distribuzione.
Ciò perché, come è stato ricordato anche negli interventi precedenti, gran parte delle politiche in materia di agroalimentare vengono decise a livello comunitario. Quindi, al nostro Paese che è ancora fragile, che ha grandi punte d'eccellenza ma mostra anche delle fragilità servono e servirebbero politiche strutturali, politiche in grado di favorire le sinergie tra settori e il sottosegretario Manzato ciò lo sa molto bene. L'agricoltura non basta mai a se stessa, l'agricoltura è caratterizzata dalla multifunzionalità, dalle sue implicazioni persino in ambito sociale. Ricordo soltanto alcune leggi che nella scorsa legislatura sono state approvate e che hanno attribuito un ruolo importante anche in ambito sociale all'agricoltura: pensiamo alla legge sull'agricoltura sociale, al recupero delle eccedenze. Tali leggi fotografano l'esigenza di un settore primario che deve collaborare, che deve interagire in modo più proficuo con i settori successivi della filiera e, quindi, tale visione è molto riduttiva, lo dico ai membri del Governo.
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA CHIARA GADDA (PD). Concludo sul tema. Concentriamoci sulle fragilità: un Governo serio dovrebbe consentire di partire dalle eccellenze ma soprattutto partire dalle fragilità del Paese e provare a risolverle non fare operazioni di marketing, di immagine che però poi non risolvono i problemi della nostra agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Con l'emendamento da me presentato vogliamo sopprimere la previsione che sposta le funzioni e le competenze del turismo dal MiBACT al MiPAAF e questo perché, a nostro avviso, il semplice trasferimento di competenze andrebbe a tradire la visione unitaria tra turismo e cultura. Per noi turismo e cultura sono gli elementi distintivi del brand Italia e sarebbe una visione assolutamente miope quella del semplice trasferimento del settore turismo al Ministero dell'agricoltura. È chiaro ed evidente che il turismo ha bisogno anche di agricoltura e ha bisogno di ragionare anche insieme al settore dell'agricoltura, ma il turismo non si esaurisce per noi nel mero agriturismo o in un turismo rurale, che comunque costituisce un segmento minoritario del settore del turismo e che per noi può davvero diventare un volano per l'economia del nostro Paese. Per tale ragione chiediamo che venga accolto il nostro emendamento per la soppressione di tale previsione semplicistica di trasferimento di competenze (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Sul tappeto di archi tracciato dai colleghi Bendinelli e Nevi mi permetterò di chiedere, in una sorta di assolo, la soppressione di questo barbaro articolo. L'emendamento soppressivo ha due logiche, Presidente: ha una logica di richiamo politico alla serietà perché, come ha detto bene il collega Nevi, la politica esige coerenza e serietà e, laddove si contrabbanda serietà e coerenza, corre il rischio di diventare comica. Siamo alle comiche: questa è la verità. È un Governo che ci porta fatalmente - purtroppo alcuni episodi indiretti lo confermano - ad una comicità parlamentare, ma tale comicità parlamentare ha un altro difetto: è lontana, come ha detto il collega Bendinelli, anni luce dalla realtà, quindi una comicità politica con l'aggravante di essere lontanissima dalla realtà. Infatti, Presidente, voglio vedere il verde o il rosso per respingere l'emendamento da parte di coloro che hanno sostenuto il contratto di Governo: voglio vedere quel rosso! Perché ci sarà da ridere quando voi respingerete l'emendamento soppressivo dell'articolo 1: noi rideremo perché vuol dire che il contratto di Governo è una fuffa, è una truffa vera e propria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Voi state votando una legge, anzi un decreto-legge - ma diremo su questo - che mistifica, mortifica, capovolge, nega quello che avete scritto nel contratto di Governo.
Ma come potrete votare contro l'emendamento soppressivo, salvo riconoscere che il contratto di Governo non esiste? È il riconoscimento di inesistenza del patto di Governo che noi ratifichiamo con molto piacere, perché dà l'idea, non a noi che ce l'avevamo già, ma ai vostri elettori e agli italiani, di come il vostro atteggiamento sia teso soltanto non al cambiamento, ma all'accaparramento del potere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non diversamente da quanto avete rimproverato a coloro che hanno governato prima di voi. È esattamente la stessa cosa: negare il contenuto del contratto di Governo oggi è una mistificazione inaccettabile. Fatelo! Fatelo! Noi registreremo golosamente tutto questo.
Ma registriamo, Presidente, un altro passaggio per cui l'emendamento soppressivo è l'unica via di uscita che ci sarebbe alla mistificazione del contratto di Governo. Capisco la convenienza della detenzione del potere, ma, ricordo male oppure il MoVimento 5 Stelle è stato sempre quello che del potere non sapeva che farsene, sempre lontano dalle logiche di potere? Ma per mantenere il potere bisogna votare contro il contratto di Governo: assumetevi tale responsabilità.
Ma l'aggravante, Presidente, è un'altra: si è lontani anni luce dalla realtà dei nostri imprenditori. Voglio vedere davvero quando i percorsi turistici delle nostre cattedrali, dei nostri luoghi più amati, dei musei saranno disegnati da agronomi e da micologi: voglio vederlo cosa potrà accadere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quando andremo incontro a delle follie. Ma sapere è un reato: non bisogna sapere, bisogna eseguire senza conoscere, la competenza va esorcizzata dal Parlamento.
Trovo, Presidente, questa una esercitazione bellica di potere, questo modo di voler gestire un grande tesoro. Diceva bene chi mi ha preceduto, l'onorevole Lorenzin: è un tesoro inestimabile quello che noi abbiamo e di cui avremo modo di parlare successivamente. Allora non votare per il soppressivo e mantenere questa parte del provvedimento significa conseguire un grande vantaggio politico ma una tragedia per questo Paese. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Occhionero, 1.3 Migliore e 1.2 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Paolo Russo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Ho presentato l'emendamento 1.6, che cancella la pagliacciata di questo Ministero per introdurre un elemento di serietà attraverso il Ministero del cibo. Sembro io il primo firmatario: in realtà, come vedrete, non sono io. “Il Ministero del cibo sarà una delle priorità del mio Governo”: lo disse il Vice Premier Salvini lo scorso 8 maggio, a Brescia, in presenza del vicepresidente della Coldiretti.
A Reggio Emilia, sempre su invito della Coldiretti, nella Food Valley italiana, dice il Vicepremier Di Maio: ci sarà - in chiave assertiva, come nel suo stile - il Ministero del cibo.
Questa è la ragione per cui vedrete su questo emendamento la mia prima firma, ma, in realtà, le firme vere sono quelle di Salvini e di Di Maio, che hanno detto con chiarezza in campagna elettorale e successivamente che sarà introdotto questo Ministero, ed è giusto.
Finalmente una portaerei, una competizione intelligente, integrale, dell'intera filiera, capace di competere sui mercati internazionali; capace, cioè, di portare quella eccellenza italiana a essere ancora più eccellenza. Finalmente un'idea di Paese che vuole sviluppare non soltanto una filiera, ma un modello di opportunità. Finalmente una intelligente proposizione, che vede nella manifattura, da una parte, e nelle attività artigianali, dall'altra, nella capacità agricola del nostro Paese e nelle eccellenze dei territori, una proiezione unitaria.
Quando non li fanno le istituzioni questi processi, li fanno le imprese prima. Sapete che c'è un'iniziativa importante che coinvolge ormai centinaia e centinaia di primarie aziende italiane, che si sono costituite in Filiera Italia, chiudendo quella stagione di contrapposizione tra agricoltura, da una parte, e industria, dall'altra. Insomma, se non lo facciamo noi, il Paese lo fa già, costruisce di fatto il Ministero del cibo, come la Francia ormai da tempo fa e compete con noi, ovviamente avendo una portata, una capacità di intervento, anche dal punto di vista finanziario, evidentemente diversa e più efficace in questo senso.
Ma come andremo a trattare i temi delle etichette a semaforo, i temi della qualità della vita, i temi della salute, che sono tutti insiti in quella percezione che solo una filiera intera può dare? Come andremo a trattare? Altro che equilibri, spartizioni - devo dire - non degni di questo Governo, ma degni del migliore manuale Cencelli.
Commettete un errore a costruire le sedie e le poltrone misurando i sederi; dovreste fare il contrario, dovreste costruire una prospettiva di Paese e poi, magari, misurare chi ha competenze, chi ha sensibilità, chi ha vivacità, chi ha intelligenza e chi ha passione. Così si costruisce un modello istituzionale corretto e, soprattutto, efficace. Una sorta di ministeri sartoriali, taglia e cuci, non per ottenere una finalità comune, che è quella di una prospettiva di Paese, ma quella di soddisfare i bisogni dello shopping tra competenze a piacimento.
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLO RUSSO (FI). Presidente, concludo dichiarandomi anche fortunato per alcuni aspetti, e lo siamo un po' tutti, perché immaginate se il Ministro Toninelli avesse avuto una sensibilità e un piacere sul fronte dell'agricoltura. Ci troveremmo un Ministero dei trasporti e dell'agricoltura, così sarebbe fatto, perché il taglia e cuci funziona così.
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO RUSSO (FI). E magari anche con una giustificazione: anche gli agricoltori prendono il treno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI (PD). Signor Presidente, non intendevo intervenire in questo dibattito, perché mi hanno insegnato che a volte è poco elegante che un ministro uscente, all'inizio di un nuovo mandato, parli del settore di cui si è occupato per qualche tempo, però è difficile tacere, perché questo Parlamento oggi cambia una scelta fatta dalla stessa Aula in un'altra legislatura, cinque anni fa.
Vorrei tranquillizzare quelli che vivono come un incubo tutte le cose fatte dal Governo Renzi: questa scelta fu fatta precedentemente, all'inizio della legislatura, con una maggioranza diversa e una larga condivisione.
E si scelse di mettere insieme cultura e turismo, facendo finire quel peregrinare delle competenze del turismo che sono state una delle ragioni della debolezza del settore, delle politiche del settore, negli anni, perché il turismo è stato primo un Ministero da solo, poi è stato un dipartimento della Presidenza del Consiglio, poi con le attività produttive, poi con la cultura, poi di nuovo un dipartimento della Presidenza del Consiglio. Si è fatta una scelta permanente, con un intervento legislativo, di unire cultura e turismo in Italia. Un percorso lungo, non pensate che basti fare una norma o un decreto; un percorso lungo, perché il passaggio dal dipartimento della Presidenza alla direzione generale dei Ministeri, il passaggio del personale, il passaggio delle competenze richiede mesi, ha richiesto circa due anni.
Una scelta che è stata condivisa con le regioni italiane, al di là del colore delle singole giunte; una scelta che ha portato a elaborare per più di due anni, in un percorso condiviso con i comuni e le regioni di ogni colore, il Piano strategico del turismo, che è stato unanimemente approvato dal comitato permanente, e anche qui con colori di ogni tipo, e che ha portato a scrivere finalmente per i prossimi cinque anni le scelte strategiche del nostro Paese in un settore centrale come quello del turismo. Sono arrivati anche i risultati, che non derivano soltanto, o se non in minima parte, dalle politiche del Governo, ma da un fatto strutturale, con cui noi dobbiamo fare i conti: il turismo è cresciuto enormemente negli ultimi anni, crescerà in modo esponenziale nei prossimi anni, perché crescono il numero dei turisti che escono per la prima volta dal loro Paese a un ritmo di milioni ogni mese.
E l'Italia è la prima meta desiderata di viaggio per tutti i turismi del mondo, quelli antichi e quelli moderni. Perché mettere insieme cultura e turismo? Non c'è bisogno nemmeno di spiegarlo in Italia, non è un tema del turismo culturale, che è un settore. È che la cultura, il patrimonio culturale del nostro Paese è il valore aggiunto che possiamo mettere nella competizione globale per tutti i tipi di turismo, perché è cresciuta enormemente - lo sappiamo tutti - la competizione nel turismo balneare, nel turismo legato alle bellezze naturali, nel turismo legato al wellness, nel turismo termale, e crescerà enormemente nel mondo nei prossimi decenni, perché il mondo ha bellezze naturali da offrire.
Ma nessuno ha nel mondo la possibilità di legare agli altri tipi di turismo, a pochi metri o pochi chilometri di distanza, un patrimonio culturale che rende enormemente più competitivo qualsiasi tipo di turismo nel nostro Paese rispetto alla concorrenza internazionale che avremo sempre di più nei prossimi anni. Quindi, cultura e turismo assieme; e sulla base di questo è stato fatto il Piano strategico, che vale per i prossimi cinque anni, se non verrà abrogato. Si è cercato di fare scelte coerenti, che sono profondamente legate. Nel mio lavoro di Ministro non sapevo se quella scelta la facevo come Ministro della cultura o come Ministro del turismo, perché se nei nostri musei statali in cinque anni i visitatori son passati da 38 a 50 milioni è una cosa che serve alla cultura, ma è una cosa che serve anche al turismo di quelle città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'anno dei cammini, l'anno dei borghi, l'anno del cibo italiano, questo è l'anno del cibo italiano, proclamato dal MiBACT insieme al Ministero dell'Agricoltura. Non c'era bisogno di fare questa operazione.
E quindi la capitale italiana della cultura, la promozione del turismo all'estero. Tutto questo smontato per un capriccio. Con l'agricoltura, il turismo con l'agricoltura: un caso unico al mondo! Ma allora, se dovevate farlo, potevate farlo da solo; si costituiva per legge il Ministero del turismo da solo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma con l'agricoltura, per una ragione, Presidente, che è una ragione quasi divertente, se non fosse deprimente e surreale. Il Ministro Centinaio lo ha dichiarato nelle interviste.
Ha detto: voglio il turismo - e conta nella Lega, quindi era una pretesa - perché sono un operatore del settore turismo. Mi chiedo: ma se avesse fatto il Ministro della difesa, faceva difesa e turismo come Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Se faceva il Ministro della Giustizia, faceva giustizia e turismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? E dico ai 5 Stelle, veramente, senza provocazioni, non soltanto nell'articolo 28 del vostro contratto…
PRESIDENTE. Concluda.
DARIO FRANCESCHINI (PD). …c'è scritto: un Paese come l'Italia non può non avere un Ministero del turismo, che non può essere solo una direzione generale di un altro Ministero. Esattamente quello che votate oggi! Assecondare una prepotenza, assecondare un capriccio senza una ragione logica va contro un principio fondamentale: non si gioca con le istituzioni, non si gioca con un settore centrale dell'economia italiana per i prossimi decenni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Carlo. Ne ha facoltà.
LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento proposto e presentato da Russo è, di fatto, un emendamento storico, è una posizione storica di Fratelli d'Italia, che vede nella promozione dell'agroalimentare una maniera di promuovere il made in Italy in tutto il mondo. Avere in uno stesso Ministero tutta la catena che parte dal cibo, dall'agricoltura per finire alla promozione e per finire alla tutela del marchio, è per noi un mezzo di essere riconosciuti come esportatori di qualità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lo facciamo da anni, lo facciamo nonostante una concorrenza che ci viene da tutti i Paesi. E guardate che quando qualcuno copia, è vero che è un grandissimo problema, ma è anche una grandissima opportunità: non ho mai visto nessuno copiare da quelli che non sono bravi, ho sempre visto qualcuno prendere come punto di riferimento le eccellenze; e quindi non c'è da stupirsi se le eccellenze siano tutte nostre, o tante delle eccellenze mondiali siano nostre.
Io credo che il Ministero dell'agroalimentare sia un sistema ottimo per tenere all'interno di uno stesso Ministero tutto ciò che fa promozione. È vero, quest'anno è l'anno del cibo, dove il cibo filosoficamente non è solamente quello di cui noi ci cibiamo, cioè quello che noi mettiamo nel nostro corpo: è semplicemente qualcosa di più, è una concezione filosofica dello stare assieme, dell'assaporare le terre che visitiamo, del portarci a casa un ricordo, un sapore di qualcosa che abbiamo fatto nostro per un periodo di tempo. Oppure, se siamo in un Paese straniero, oppure, se siamo dall'altra parte del mondo, riconoscerci in qualcosa di chiaro, in qualcosa che è storico, che è atavico: il cibo da sempre è così, si è trasformato, però noi abbiamo delle eccellenze che sono nostre e che possiamo riconoscere ormai dalla notte dei tempi. Bene, averlo tutto in un Ministero rappresenta la possibilità che abbiamo oggi di dirci ancora italiani, ancora patrioti e di poter vendere la nostra eccellenza in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Paolo Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Fidanza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, l'emendamento 1.5 Fidanza ripropone provocatoriamente l'istituzione di un Ministero delle politiche turistiche, a cui si aggiunge il compito di una promozione nazionale. Viene come reazione al decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri il 2 luglio di quest'anno, che trasferisce, come già si è detto, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali le funzioni esercitate dal Ministero per i beni le attività culturali e il turismo in materia di turismo stesso.
In alcune occasioni è capitato, Presidente, che in quest'Aula si sia a lungo discusso su provvedimenti su cui maggioranza e opposizione avevano una sostanziale uniformità di vedute. Su questo provvedimento invece il nostro dissenso è netto, ma poco se n'è potuto discutere in Commissione per carenza di tempo.
Per questo desideriamo rimanga traccia delle ragioni della nostra totale contrarietà. Torniamo su un tema, quello delle politiche del turismo, che nel nostro Paese ha una lunga storia. Sono sempre state considerate settore di straordinaria importanza, e i nostri dati del 2017 lo confermano: il 12 per cento del PIL, i livelli di occupazione, le graduatorie internazionali; ma hanno sempre avuto vita difficile. Il Ministro Franceschini poco fa ha parlato delle peregrinazioni di questo Ministero: il Ministero del turismo sappiamo è stato istituito nel 1959, abrogato nel 1993, le sue competenze trasferite alla Presidenza del Consiglio, ma nel 1998 passate al Ministero dell'industria, e via via, fino alla Vicepresidenza del Consiglio dei ministri e al 2009, quando il Ministero del turismo torna, per essere poi eliminato col Governo Monti. Fu nel 2013 col Ministro Bray ed il Governo Letta che le competenze sul turismo vennero affidate al Ministero per i beni e le attività culturali, il MiBAC divenne MiBACT, proponendo un'inedita ma interessante fusione fra cultura e turismo.
Numerosi sono stati gli interventi operati per dare vitalità ed efficienza al sistema dei beni culturali pensato in simbiosi con la valorizzazione turistica; perché il nostro Paese ha una caratteristica molto particolare: quella di possedere, colleghi, un patrimonio culturale diffuso sull'intero territorio nazionale. Proprio quest'ampia diffusione ha reso funzionale il collegamento fra i beni e le attività culturali e le competenze del turismo, affidate queste ultime, come sappiamo, al sistema regionale. Il rischio di frammentazione, molto alto per tutti e due i sistemi, ha spinto il Ministero per i beni le attività culturali ed il turismo a lavorare con particolare attenzione per affrontare a livello nazionale le difformità nella gestione sia della valorizzazione del patrimonio culturale sia del turismo, superandole nella comune consapevolezza che il patrimonio turistico e quello culturale rappresentano un bene comune nel nostro Paese che va tutelato, fruito e quindi tanto più valorizzato.
L'applicazione dell'articolo 9 della Costituzione ha trovato concreta attuazione in molti specifici progetti, che sono già stati ricordati: la riscoperta dei cammini, i borghi, le destinazioni culturali meno note tra paesi di piccole dimensioni, caratterizzate però da un ampio patrimonio storico-culturale, mete ideali per forme di turismo sostenibile; e la designazione delle capitali italiani della cultura, capaci di coagulare straordinarie risorse all'interno di città piccole e medie del nostro territorio. Designazione nata con l'obiettivo specifico - ripeto - di valorizzare i beni culturali e paesaggistici e di “migliorare” i servizi rivolti ai turisti. Questo lavoro, insomma, che ha portato a legare cinque anni fa il turismo alla cultura ha dato grandi risultati in termini economici, di immagine internazionale e di promozione territoriale, e ha soprattutto costruito una strategia di politica culturale che ha saputo tenere insieme i due settori valorizzandoli reciprocamente. Presidente, in questo decreto-legge, vede, è proprio la negazione di questa politica culturale, che prevede la radicale divisione fra tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, che per noi non è condivisibile. Tutto questo lavoro è stato più di una mera ridistribuzione di compiti e riordino di competenze: è stato la dimostrazione che la dimensione nazionale dei beni culturali e del turismo sono davvero le forze vive su cui possiamo costruire lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese. Il Consiglio dei ministri del luglio scorso ha cancellato questa opportunità, trasferendo le funzioni…
PRESIDENTE. La prego di concludere, deputata.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Trasferendo le funzioni esercitate in materia di turismo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e questo, Presidente, rappresenta il secondo motivo per cui noi respingiamo questo provvedimento. Le ragioni del trasferimento delle funzioni in materia di turismo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali restano incomprensibili, e ci appaiono lesive dell'interesse nazionale.
PRESIDENTE. Concluda.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Nella relazione tecnica di accompagnamento si parla del made in Italy, dimenticando che già ora sono le attività produttive a prendersene cura.
PRESIDENTE. Grazie.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Concludo immediatamente, Presidente, ricordando che non è per sottrazione che un Ministero deve trovare le ragioni del proprio impegno, come ha detto il Ministro Bonisoli, e non è attraverso spostamenti arbitrari e incomprensibili che un Governo può dare senso al proprio lavoro: soprattutto, Presidente, se vuole evitare l'accusa, come avviene per questo decreto-legge, di agire davvero solo per mere logiche spartitorie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carlo Fidanza. Ne ha facoltà.
CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministri e signori del Governo, potremmo partire, nell'analisi di questo provvedimento e, segnatamente, dell'emendamento che Fratelli d'Italia ha presentato, da un aspetto che, se vogliamo, è di natura culturale: accorpare in un unico Ministero agricoltura e turismo, che sono due risorse, forse le uniche due risorse nazionali non delocalizzabili, tutto ciò che, come spesso richiama Giorgia Meloni, i cinesi non ci potranno mai copiare, potrebbe avere, dal punto di vista culturale, anche un aspetto positivo, se vogliamo un segnale di strategia economico-industriale che può andare nella giusta direzione. Ma è di tutta evidenza che questo tipo di accorpamento ci espone a dei rischi di natura operativa, e qui vengo al tema evocato da tanti interventi prima del mio. Si rievocava, infatti, il percorso tortuoso che il Ministero del turismo ha avuto nel corso degli anni fino alla abrogazione con il referendum del 1993 che, in una sorta di furia iconoclasta in cui bisognava abolire presunti costi superflui, ne ha sancito la fine, salvo poi riemergere nel corso degli anni in forme diverse, salvo poi riemergere con una “t” incollata alla fine degli acronimi di altri Ministeri. Veniamo da una stagione di MiBACT, in cui l'ultima “t”, naturalmente, era la “t” di turismo ed entriamo nella stagione del MiPAAFT, un acronimo piuttosto inquietante anche dal punto di vista del suono. Ecco, noi pensiamo - e in questo siamo coerenti con il programma che abbiamo presentato insieme con la Lega e Forza Italia il 4 marzo agli elettori italiani - che il turismo debba tornare ad essere una priorità nazionale, debba tornare ad essere una “t” maiuscola, una “t” tutta d'un pezzo e non una “t” incollata alla fine di acronimi improbabili di altri Ministeri. Pensiamo questo perché il turismo oggi ha una dimensione fondamentale per il nostro PIL: il 13 per cento del PIL, il 14,8 per cento dell'occupazione a livello nazionale e tutti i trend internazionali - li richiamava prima l'ex Ministro Franceschini - indicano una prospettiva di crescita del turismo mondiale.
Sappiamo qual è il patrimonio che l'Italia può mettere in campo da questo punto di vista e conosciamo, però, anche le grandi carenze che abbiamo dovuto affrontare in questi anni. Sappiamo che gli operatori del settore ci chiedono di poter avere insieme le competenze e le visioni strategiche all'interno di un'unica struttura ministeriale che si occupi specificamente di turismo, perché, vedete, avete ragione tutti in quanto il turismo è un comparto che, di per sé, è trasversale. Infatti, come si può negare che il turismo sia cultura, come si può negare che il turismo sia anche enogastronomia e, quindi, anche agricoltura? Ma potremmo dire la stessa cosa dell'ambiente: come si può negare che il turismo sia ambiente? Mare, montagna, lago, la nostra magnifica bellezza naturale. Il turismo è anche trasporti, perché senza trasporti e senza la possibilità di rendere accessibili i luoghi dove fare turismo - problema atavico per molte zone d'Italia - non si può fare turismo.
Allora, potremmo mettere questa “t” in tutti i Ministeri. Ed è per questo motivo che non dobbiamo metterla in altri Ministeri ed è proprio per questo motivo che il turismo deve avere la dignità di un Ministero autonomo che abbia in sé le funzioni della visione, della individuazione di una strategia industriale, dell'innovazione, del legame con le altre discipline, della promozione, della promozione del brand italiano nel mondo, che oggi è il terzo per forza commerciale. Allora, con questo emendamento riproponiamo la necessità di un Ministero autonomo per le politiche turistiche e per la promozione nazionale, perché non si fa turismo senza la promozione dei marchi del made in Italy che fanno grande l'Italia nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dario Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Subirò diverse volte queste battute…
PRESIDENTE. Quindi, siamo tutti tranquilli…
DARIO BOND (FI). L'intervento che mi ha preceduto è un intervento che io condivido in pieno. Quindi, una parte di questo intervento lo faccio mio proprio. Devo dire anche che ha fatto bene l'ex Ministro Franceschini a intervenire, anche se dice che non è tanto corretto intervenire subito dopo una legislatura in cui ha fatto il Ministro.
Però, ha fatto bene perché ha portato un'esperienza e l'esperienza è quella di un'integrazione fortissima, che è avvenuta negli ultimi anni, tra turismo e cultura. Quella integrazione ha prodotto tantissima richiesta di turismo in Italia e ha ragione l'onorevole Bendinelli quando dice: Noi di turismo viviamo, siamo l'industria più grande in Italia - e, aggiungo io, anche nella mia regione, nel Veneto - e facciamo attrazione, ma abbiamo bisogno di rispetto. La cosiddetta “t” grande di turismo.
Sono intervenuto su questo emendamento perché noi abbiamo bisogno di un Ministero del turismo, un vero Ministero, e ne abbiamo bisogno - ve lo dico - anche perché, quando andiamo nel mondo a fare promozione, se abbiamo le idee chiare nel fare la promozione la gente ci viene dietro e i visitatori stranieri ci ascoltano; invece, se andiamo con tante immagini rischiamo di fare confusione. Ricordo che al centro di tutta questa operazione noi dobbiamo sempre avere un unico grande concetto: la promozione dell'Italia verso il mondo e non la promozione dell'orticello - cioè, la piccola regione verso il mondo - ma l'Italia verso il mondo e la promozione deve essere una cosa chiara. Dobbiamo praticamente promuovere la cultura, dobbiamo promuovere l'agricoltura, dobbiamo promuovere il paesaggio e l'ambiente, ma all'interno di un grande contesto: il turismo, un'azienda che fa un PIL sempre più in crescita. Ha ragione l'ex Ministro quando dice: “Il turismo è in grande progressione di avanzamento economico”, ma dobbiamo farlo anche in un contesto e con un ragionamento intelligente. L'agricoltura - e guardo l'ex assessore alla regione Veneto ed è lui che ha rappresentato l'integrazione agricoltura-turismo - ci sta in un contesto di promozione del nostro territorio, ma ci sta in un determinato comparto. Ha ragione quell'intervento che dice: “È troppo difficile vedere il comparto dell'agricoltura come un comparto trainante del sistema turistico, con tutti i problemi che ha l'agricoltura”. È più facile - aggiungo e guardo il sottosegretario Manzato - avere un turismo che fa da traino e da rappresentazione di un territorio rispetto a tutti gli altri comparti che abbiamo attorno. Allora, questa integrazione degli altri comparti legati al turismo ci può dare un'immagine forte dell'Italia, ci può dare un'immagine forte e una grande attrazione.
Altra cosa, invece, è promuovere l'agricoltura e il cibo, e l'emendamento precedente - lo ha detto bene - è chiaro. Un Ministero del cibo rappresenterebbe un made in Italy forte, che abbiamo sicuramente bisogno di avere, ma anche e soprattutto abbiamo bisogno di spendere in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà per un minuto.
FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Io voglio intervenire su questo emendamento per esprimere sicuramente il mio parere favorevole, perché oggettivamente il turismo è un settore trasversale, è un settore che racchiude un po' tutti gli altri settori, dalla cultura all'agricoltura e - oso dire - anche la pesca. Sono tantissimi i settori nazionali che sono riconducibili alla promozione del territorio e all'eccellenza del nostro territorio. È turismo anche l'artigianato, è turismo l'ambiente.
Però, voglio guardare questa decisione che prendono il Governo e la maggioranza da un altro aspetto, cioè voglio sottolineare il rischio di ridurre l'azione dell'agricoltura a quella che può essere una nicchia e, soprattutto, voglio sottolineare il rischio di dimenticare la pesca, che già è un sotto settore del Ministero dell'agricoltura, che rischia di scomparire. Noi, quando parliamo della pesca, parliamo di decine e decine di città italiane che hanno porti, che hanno imprese, che rappresentano un'economia, che rappresentano tradizione, che rappresentano opportunità di lavoro. Noi dovremmo assolutamente non rischiare di ridurre l'agricoltura…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). …la pesca a qualcosa di assimilabile solo a una nicchia del loro settore reale, a una nicchia particolare…
PRESIDENTE. La ringrazio…
FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). …che è quella rivolta al turismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Novelli. Ne ha facoltà per un minuto.
ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Anch'io un breve intervento, per ricordare che per decenni noi abbiamo sottovalutato il nostro patrimonio culturale, lo abbiamo sottovalutato lasciandolo decadere e non creando quell'attrattività che poi, in questi ultimi anni, lentamente e con difficoltà, abbiamo ricominciato a far valere anche per quanto concerne quel turismo che non vuole soltanto vivere un'esperienza in termini ambientali e anche enogastronomici, seppure importante, ma un'esperienza di arricchimento personale e culturale che un Paese come l'Italia può offrire e che è in grado di offrire in modo assolutamente diverso rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo. Voglio ricordare che l'Italia possiede oltre 50 siti tutelati dal patrimonio dell'Unesco, la Cina ne possiede 50, questo è un valore aggiunto…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ROBERTO NOVELLI…che noi non dobbiamo dimenticare e sottovalutare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà, per un minuto.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Beh, venendo della Liguria ma potrei dire venendo da una qualsiasi delle regioni italiane, non potevo non intervenire su un tema così importante, così significativo per il nostro Paese come il turismo.
Io credo che anche questa volta si è persa una grande, importante occasione. Il Governo Monti, nella sua furia iconoclasta, come qualcuno ha ben ha ricordato, ha fatto un errore incredibile, importantissimo, tra i tanti, tanti errori, quello di togliere il turismo dall'onore del mondo del nostro Paese. Dopo il Governo Monti si sono fatte altre scelte. Tra queste scelte, una positiva, quella di mettere insieme cultura e turismo. Se non si offende l'ex Ministro, devo dire che se questa volta si vuole tornare indietro probabilmente non siamo stati totalmente soddisfatti, Ministro, di quello che si è fatto nella precedente legislatura, ma non per questo…
PRESIDENTE. Concluda.
ROBERTO BAGNASCO…. non per questa insoddisfazione dobbiamo fare un altro errore. Questa volta è un altro errore importante; gli operatori turistici, fino a ieri, fino all'altro ieri non sapevano a chi avrebbero dovuto rivolgersi. Questo è un fatto assolutamente gravissimo. Presidente, io chiedo al Governo di ritornare sulle sue scelte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per sollecitare quanto espresso dai colleghi all'interno ovviamente di questo emendamento su un settore che è stato ampiamente detto da tutti coloro che mi hanno preceduto essere un determinante pilastro della nostra Italia, che verrà accorpato all'agricoltura, rispetto a due settori che certamente nessuno può imitare e clonare. Abbiamo qualche perplessità rispetto ad una mole, che probabilmente porterà ad essere un Ministero con un peso fortemente impegnativo, ma siamo altrettanto convinti che si fa ambiente se c'è ottima agricoltura, che si fa turismo se c'è ottima gastronomia e che magari tentare questo percorso dove la mano destra sa cosa fa quella sinistra produrrà ulteriori elementi. Quindi che non sia soltanto, anno per anno,
PRESIDENTE. Concluda.
WANDA FERRO….l'anno del cibo piuttosto che dei beni culturali, ma che sia ogni anno l'orgoglio delle eccellenze italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente ci troviamo, ancora una volta, ad assistere a una di quelle reiterate narrazioni rispetto al turismo. In passato è stato accorpato, poi è stato portato con il MiBACT, oggi il turismo migra con l'agricoltura.
Ora, fermo restando che tutti noi abbiamo grande rispetto per il mondo agricoltura, della pesca, della tutela dell'ambiente, noi riteniamo, come Fratelli d'Italia, che, per dare vera valorizzazione, come diceva il collega Fidanza, come abbiamo fatto anche battaglie con gli operatori in campagna elettorale, bisogna istituire il Ministero del turismo e, appunto, della promozione nazionale.
Concludo, dicendo e facendo una riflessione: se aveva senso comunque associare il turismo alla cultura riteniamo sia più difficile…
PRESIDENTE. Concluda.
FEDERICO MOLLICONE (FDI)...farlo con l'agricoltura. Per questo, sosterremo questo emendamento, pur consapevoli dell'attenzione posta dall'argomento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Fidanza, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12,15)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Occhionero.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Moretto. Ne ha facoltà.
SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento mi consente di riportare in quest'Aula alcune delle riflessioni che abbiamo avuto modo di fare in Commissione attività produttive e che, se colte, avrebbero consentito di evitare l'errore che si sta compiendo con questo decreto, ovvero quello di spostare il turismo al Ministero delle politiche agricole e mi consente anche di evidenziare, come già alcuni colleghi hanno fatto, a questa maggioranza che in questo decreto, ancora una volta, smentisce se stessa, e non smentisce, come capita ormai tutti i giorni, le dichiarazioni stampa o TV, ma smentisce il contratto su cui questo Governo si basa; un contratto che è stato venduto agli italiani come strumento di trasparenza e che, giorno per giorno, invece, si rivela sempre di più opaco e ambiguo. Dove non contiene delle scelte ci sono scelte che puntualmente non vengono rispettate; una di queste è proprio anche quella relativa al turismo. In quel contratto, la maggioranza scrive che avrebbe costituito un nuovo Ministero del turismo e che, nel frattempo, le competenze sarebbero passate alla Presidenza del Consiglio. Ecco oggi, invece, ci troviamo ad approvare una cosa totalmente diversa. Nelle stesse righe, tra l'altro, quindi non solo su questa principale scelta, ma anche su quelle minori, abbiamo già avuto delle smentite. In quelle stesse righe si scrive che il Governo abolirà la tassa di soggiorno perché, secondo questo Governo, i sindaci non sanno fare il loro mestiere, i sindaci che fanno un depuratore non fanno politiche per il turismo del proprio comune, salvo poi capire che forse mettono in difficoltà qualche amministrazione comunale e, quindi, rivedere questa scelta.
Beh, ritornando invece al Ministero del turismo, sulla base di spinte e logiche di equilibrismo interno a questa pseudo-maggioranza, lo troviamo, dicevo, al Ministero delle politiche agricole. Il turismo quindi, come un pacco postale, nelle scelte di questo Governo, vaga alla ricerca di una collocazione, con il rischio, anzi la certezza, che ciò provocherà un rallentamento delle azioni e delle politiche di sviluppo turistico del nostro Paese. L'industria turistica non è una stelletta da mettere alla giacca di un Ministro. Mentre si afferma di voler prendere sul serio le problematiche del comparto turistico e di voler dare sostegno all'economia che esso crea, la scelta che fate è quella di spostare la struttura ministeriale decretando, questo sì d'urgenza, uno stop all'operatività della stessa. Questo Governo prende in mano il turismo italiano dopo un anno di record e, attraverso di lei, Presidente, dico al collega che la soddisfazione, rispetto alle politiche del turismo, non è una misurazione personale, ma, magari, basta guardare qualche dato; nel 2017, c'è stato il record delle presenze e degli arrivi in Italia, con 122 milioni di turisti, 427 milioni di presenze, scusate, e un aumento del 7,2 per cento della spesa degli stranieri turisti in Italia, quindi, sono i numeri a dirci che le politiche attuate dal Ministero negli ultimi anni sono state politiche di successo. Il turismo italiano ha bisogno di altro, di risposte vere, non di scelte, appunto, solo di facciata. Ha bisogno di capire quale sarà il futuro dell'ENIT, ha bisogno di capire come questo Governo penserà di attuare il Piano strategico del turismo, ha bisogno di capire se questo Governo riconfermerà o meno gli incentivi per l'ammodernamento delle nostre strutture ricettive, ha bisogno di capire se verranno confermati gli stanziamenti pubblici per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e ambientale.
Il nostro turismo può e deve migliorare, ma informo anche qualche collega che è intervenuto prima di me che l'urgenza non è la domanda; per fortuna l'Italia rimane tra le mete turistiche più ambite al mondo, ci sarà sicuramente qualche quota di mercato ancora da conquistare, ma l'urgenza è, oggi, capire che tipo di offerta vogliamo dare ai turisti che vengono in Italia e noi avevamo fatto questa scelta, noi avevamo pensato che il nostro Paese godesse di molte eccellenze, ma che l'abbinamento con la cultura fosse la scelta vincente. Come dicevo, i numeri lo hanno dimostrato.
Io penso che questo Governo abbia perso, ancora una volta, l'occasione di fare delle scelte vere, di essere coerente con il nome di cui si è fregiato, perché il cambiamento, che anche in questo campo viene proposto, è ritornare ad una scelta del passato…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
SARA MORETTO (PD). Ecco, io attraverso l'intervento su questo emendamento, chiedo al Governo di andare fino in fondo, almeno nel rispetto dei propri elettori, approvando questo emendamento e correggendo, quindi, la rotta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Spero che dai banchi del Governo mi ascoltino in qualche occasione, forse è più interessante delle chiacchiere tra di loro. Io parto dal presupposto che non avendo rame, non avendo petrolio, non avendo materie prime, diciamo così, minerarie, in Italia abbiamo una fortuna, abbiamo il turismo, la nostra vera materia prima. Voi, oggi, state utilizzando la nostra materia prima come una materia quasi inesistente, una delega da dare per accontentare. Mi sembrate il sindaco che, per accontentare l'assessore, dà una delega inventata; invece, voi state dando la delega di una materia prima importante italiana.
Però, qui, va tutto bene, tanto siamo il Governo del cambiamento, non si sa se in peggio o in meglio, ma, intanto, cambiamo; allora, vorrei che cercaste di ragionare sui passaggi che poi farò. Se siamo tutti d'accordo che il turismo è una materia prima per l'Italia, io penso che meriti un qualcosa di diverso e, se deve meritare qualcosa di diverso, l'unica cosa che si anella e fa da congiuntura tra il turismo e le politiche agroalimentari, forestali e quant'altro, è l'enogastronomia; tutto il resto - turismo balneare, turismo sanitario, turismo termale, turismo culturale, altri tipi di turismo - non ha niente a che vedere con il Ministero all'agricoltura, zero. Allora, vedete, queste addizioni sono come mischiare l'olio con l'acqua, rimane sempre a galla, l'olio. Voi non è che potete fare delle saldature a ferro, così, solo per una convenienza di poltrone e di politica; voi dovete guardare al bene dell'Italia. Se è una materia prima, la dovete considerare una materia prima. È come dire che l'America sposta il Ministero del petrolio, chi si occupa del petrolio, al Ministero dell'agricoltura; è la stessa cosa; per voi è la stessa cosa. Vi sembra una cosa normale che in America succeda una cosa di questo genere?
Che la materia prima più importante per loro possa essere incastrata o messa assieme a un Ministero che non c'entra niente? Allora, vi dico due cose: se vogliamo il bene del turismo, dobbiamo creare un Ministero per il turismo e, magari, già come è adesso, culturale, tanto per dargli una forma, il Ministero del cibo, per valorizzare la nostra storia enogastronomica e il Ministero delle politiche agricole, come è adesso. E fregatevene, non dovete aver problemi con il vostro elettorato, per dire che avete aggiunto un Ministero in più; state facendo il bene dell'Italia, non siete in cerca di qualche voto in più. Vi faccio un esempio. Qui dentro io ho vissuto la scorsa legislatura, si dovevano levare le province, ormai era stato promesso, da Monti in poi, che si sarebbero levate le province. Ebbene, è stata levata solo la politica alle province, ma le province sono rimaste. Allora, mettetevi in testa che se siete il Governo del cambiamento, dovete pur cambiare, ma non peggiorare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Sisto, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Scusi… onorevole Sisto, voleva intervenire. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo scusa, Presidente. Ho alzato la mano, ma doveva intervenire il collega Mulè che stava risalendo… quindi…
PRESIDENTE. No, Sisto, allora andiamo in votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, no, allora intervengo io, non c'è problema.
PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Prendendo atto della impossibilità della sostituzione, ma, per carità, si fa giurisprudenza in tanti modi, segnalo, Presidente, come questo emendamento 1.8 abbia una caratteristica inusitata per questo Governo e per questo provvedimento, è un emendamento logico, logico perché, con molta semplicità, insieme alla collega Milanato, abbiamo pensato di produrre un apporto, scusate, banale: cioè il turismo dei beni culturali rimane al Ministero dei beni culturali, il turismo diverso dai beni culturali vada dove deve andare. A me sembra questa, come posso dire, una clausola di salvaguardia rispetto al rischio, che voi stessi avete esorcizzato nel vostro contratto, che vi sia una incompetenza dilagante, una confusione dolosamente perseguita che crei quello che si chiamava una volta il pasticcio normativo, cioè l'incapacità di capire chi deve fare cosa e perché. Il trionfo della incompetenza, il trionfo di chi non sa quello che deve fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e voi state creando in questo Paese esattamente questo! Voi state trasferendo su persone che non se ne sono mai occupate delle competenze delicatissime, fondamentali per il nostro PIL, senza colpo ferire, semplicemente con un sorriso che io trovo irritante, da un punto di vista istituzionale, che non è mancanza di attenzione, ma dolosa consapevolezza che qualcuno può avere ragione, ma ciononostante bisogna fare diversamente, che è quanto di peggio si possa portare in quest'Aula, l'arroganza dell'avere ragione soltanto con i numeri e non perché si ha ragione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Presidente, la pertinenza culturale - non so se questo linguaggio è comprensibile da un po' di tempo a questa parte in quest'Aula -, cioè che si facciano delle cose in virtù di quello che rappresentano, produce un altro effetto folle, che per anni abbiamo cercato di evitare, prescindendo dai colori politici: la moltiplicazione delle complicazioni burocratiche. Io vi prego di leggere questo provvedimento e, in tutta lealtà, ammesso che si possa parlare di lealtà istituzionale e politica, dire se non c'è una complicazione burocratica, che decuplica gli adempimenti. Noi che andiamo verso lo snellimento, la semplificazione, tutto quello che può servire al cittadino, noi che abbiamo avuto nella scorsa legislatura addirittura un tentativo di grande semplificazione dei procedimenti amministrativi, li andiamo a ricomplicare, prendendo un pacchetto da un Ministero e portandolo a un altro Ministero, che non sa manco di che parla, da un certo punto di vista, con una serie di passaggi che saranno inevitabilmente tragici sul piano della burocrazia.
Ma voi capite bene qual è l'operazione che noi stiamo ponendo in essere? L'emendamento cerca di rimediare almeno i beni culturali, almeno per evitare che uno chef pentastellato possa andare a dirigere un museo (almeno questo!), che possa dire come si fa turismo. Almeno questo, ce lo volete consentire? Volete darci la possibilità di lasciare alla cultura il Governo della cultura? Ma vi è l'ultimo argomento, Presidente, che io voglio portare all'attenzione dell'Aula e che è quello più spaventoso, da un certo punto di vista della preoccupazione generale. Negli anni Sessanta io ricordo c'era una trasmissione “Non è mai troppo tardi”, dove il maestro Manzi insegnava a coloro che erano analfabeti a leggere e scrivere. Io ho l'impressione che questo Parlamento ci porti verso il contrario, verso la dealfabetizzazione culturale, cioè il tentativo di allontanare da sé ogni possibilità di approfondimento e crescita culturale. I beni culturali devono essere depressi, devono essere portati verso le patate e non verso l'approfondimento di quello che si deve fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è un'operazione spettacolarmente iniqua e nessuno batte ciglio. Nessuno batte ciglio! Allora io credo che noi abbiamo cercato con questo emendamento di riportare alla ragione (alla ragione, Presidente) un'Aula, che deve consegnare a questo Paese quello a cui ha diritto. Questo è un Paese di cultura, noto nel mondo per i suoi beni culturali, noto nel mondo per gli apporti che può dare. Noi lo stiamo depredando, lo stiamo deprezzando e lo consegneremo ai mercati, senza nessuna possibilità di ripresa. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cenni. Ne ha facoltà. Deputata Cenni.
SUSANNA CENNI (PD). Deputata, Presidente, grazie.
PRESIDENTE. Deputata, deputata.
SUSANNA CENNI (PD). Io vorrei, tramite lei, dire al Governo che, con questo provvedimento, sta facendo un incredibile doppio errore. Un doppio errore perché io credo che, questa scelta di accorpare i due Ministeri e, quindi, le direzioni generali relative, porterà a una penalizzazione di entrambi i settori, quello turistico e quello agricolo.
Vede, Presidente, sono differenti gli attori, sono differenti le imprese, i canali di finanziamento, sono differenti gli strumenti di programmazione, di pianificazione e di governo, sono differenti le direzioni generali di riferimento a Bruxelles, quelle che poi decidono insieme ai Governi anche l'erogazione delle risorse. Quindi, è davvero un grande errore.
Su questo tema già molti colleghi del mio gruppo sono intervenuti. Lo hanno fatto molto bene in discussione generale il collega Marco Di Maio, lo ha fatto benissimo il collega Franceschini poco fa, ricordando i numeri e i fatturati degli arrivi e delle permanenze del turismo italiano, anche in virtù di una rinnovata attenzione alle politiche del turismo italiano in sinergia con i beni culturali, con i beni ambientali, con le aree interne, con le aree minori del nostro Paese. Io penso, per esempio, ai grandi buoni risultati che ci sono stati, investendo risorse sui cammini, sulla messa in sicurezza, sulla via Francigena e via dicendo.
Quindi, numeri, politiche integrate, nuove imprese, certo anche investimenti sui prodotti locali, perché le politiche integrate sono cose che si possono fare. Basta che i Ministri si parlino, basta che si parlino le direzioni generali. Non c'è bisogno di smontare e rimontare Ministeri e, soprattutto, non ha senso farlo per un vezzo, legato alla professione di un Ministro, a una sua passione.
Credo anche che sia giusto ricordare - siccome molto spesso viene richiamato questo tema della centralità dell'agricoltura dai ministri che hanno il compito di guidare questi dicasteri - che questa centralità, in questi anni, è stata messa in campo con fortune alterne. È stata presa molto poco sul serio, quando voi cambiavate ministri una volta all'anno. È stata presa un po' più seriamente in considerazione in questi ultimi anni, con politiche, con provvedimenti, anche con grandi risultati ottenuti attraverso Expo, con una vetrina molto importante davanti al mondo intero.
Ma l'agricoltura è una cosa molto seria, non va stravolta. La sua forza è la multifunzionalità e la multifunzionalità è una cosa molto diversa da quella che voi state cercando di raccontare con questa operazione. La multifunzionalità mantiene la centralità dell'agricoltura, quella centralità che, guardate, è garantita anche dalle stesse leggi sull'agriturismo. L'agriturismo non è un pasticcio, è una norma che consente al mondo agricolo di integrare il proprio reddito. Ma la parte fondamentale deve restare quella, altrimenti diventa altro.
E, allora, io vedo questo rischio nell'operazione che stiamo facendo, lo vedo pesantemente. È un rischio che, sinceramente, io vedo confermato anche dal modo in cui il Ministro dell'agricoltura ha raccontato questa scelta, perché candidamente il Ministro Centinaio ha detto di volere fare una grande operazione di marketing, una grande operazione di marketing sul made in Italy. Ma guardate che l'agricoltura è molto altro. Fare una grande operazione di marketing, così raccontata, può significare dare il via a una gigantesca banalizzazione della produzione agricola italiana. Significa avvicinarsi a trasformare tutto questo in una mera rappresentazione folcloristica.
L'agricoltura è molto altro. Ha bisogno di una grande attenzione e di un Governo serio, di un'attenzione alle sue sfaccettature, compresi i drammi che stiamo misurando in questi giorni, sulle morti dei braccianti in Puglia. Quindi, fermatevi, correggete questo grande errore, perché l'agricoltura e il turismo hanno bisogno di altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, solo per rimanere sul tema. Su questo emendamento siamo in distonia, anche se critichiamo la scelta di accorpare la delega del turismo all'agricoltura. In realtà, separare il turismo culturale dal turismo enogastronomico o territoriale non ci sembra esattamente un'idea splendida o funzionale. Però, il tema c'è e io rivolgo un invito ai colleghi della maggioranza, in particolare della Lega, pur rispettando l'azione del Ministro Centinaio, che sarà sicuramente un bravo Ministro anche del turismo. Ma, proprio per questa ragione, Fratelli d'Italia, con l'emendamento che è stato appena bocciato, proponeva di istituire il Ministero del turismo, proprio per dargli la giusta considerazione, altrimenti facciamo lo stesso errore del centrosinistra, che con Franceschini lo ha declassato a una direzione generale, facendo gli Stati generali, facendo il piano strategico che però poi, alla fine, non ha avuto il rango appunto di Ministero.
Quindi, l'appello che facciamo era ed è riferito a questo. Noi crediamo nel turismo, crediamo nell'enogastronomia, crediamo nella valorizzazione dei borghi e dei territori. Proprio per questo, proprio perché crediamo che ogni regione debba valorizzare le proprie risorse di agriturismo e di territorio e i propri prodotti, sicuramente può essere una importante valorizzazione. Ma, attenzione, perché il turismo è anche altro.
Il turismo sono i flussi di previsione, il turismo sono le pianificazioni del palinsesto nazionale con le borse del turismo. Ci chiediamo come farà un Ministro, che si occupa anche di agricoltura, che è un tema immenso, che parte dalle politiche europee e arriva al caporalato nelle regioni del Sud, in particolare, ma non solo, come farà a valorizzare il turismo. Rischiamo che sia sacrificato, rischiamo che sia ancora una volta una lettera in un acronimo, senza l'importanza che merita.
E permettetemi di spezzare una lancia a favore del turismo culturale. Il turismo in Italia è prevalentemente culturale, perché l'Italia ha un turismo di flusso e di attrattori soprattutto nelle città d'arte. Per cui, quando parliamo di turismo e di pianificazione, nelle borse del turismo, noi andiamo a vendere le capitali e le città d'arte, le mostre internazionali e i grandi eventi. Ci resta un po' difficile immaginare un palinsesto variegato in cui i dirigenti del neo costituendo Ministero si dividano tra le borse del turismo, le borse dei prodotti enogastronomici, del vino, di tutti gli altri aspetti, le borse internazionali e l'azione di lobby in Europa per l'agricoltura, per cui, ci sembra assolutamente incongruente.
In generale, ovviamente, siccome crediamo nell'azione e nell'importanza di valorizzare il turismo, alla fine lo sosterremo, però è sicuramente importante capire e far capire che questa riorganizzazione, così com'è, se non presuppone, non prelude a un Ministero del turismo, rischia di essere un'occasione persa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mulè. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE' (FI). Presidente, diceva bene il collega Sisto, diceva bene il collega Fidanza: la dignità è nel sapere essere custodi della propria storia. Il turismo culturale ci richiama a un dovere, che è il dovere della conservazione della memoria. Non è qualcosa transeunte, ma è immanente, perché appartiene a ognuno di noi. Incaponirsi e intestardirsi nel volere mettere tutto dentro un cesto, significa perdere la nostra memoria.
Questo emendamento va nella direzione di un federalismo turistico - lo dico ai colleghi della Lega -, perché esalta le singole specificità culturali in ogni regione, siano esse dei Longobardi, i Celti, gli Etruschi. Questo emendamento è la vostra storia e preserva quello che voi continuate a dire e a propugnare, abbiate il coraggio di votarlo e di allineare un percorso di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Sisto, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Migliore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, colleghi, questo emendamento consentirebbe al Governo di non compiere un errore madornale su uno dei settori più delicati e, fatemi dire, anche tragicamente delicati che riguarda il Paese. Sì, perché con questo emendamento noi eviteremmo lo stralcio, il superamento delle cosiddette unità di missione. Tra le unità di missione delle quali voglio parlare c'è, in particolare, quella sul dissesto idrogeologico, una grande intuizione voluta dal Governo Renzi che ha prodotto dei risultati notevoli in tutt'Italia.
L'unità di missione “Italia sicura” ha consentito una vera e propria svolta nel settore del dissesto idrogeologico, perché sono stati messi da parte dei criteri assurdi, come quello, per esempio, della quantità di popolazione, per dare invece giusta priorità alle cosiddette mappe del rischio, alla disponibilità dei progetti cantierabili.
Hai un progetto cantierabile? Puoi davvero realizzarlo, mettere in sicurezza il tuo territorio? Allora sei premiato dal Governo, che ti finanzia e ti consente davvero di realizzarlo. In pochissime settimane, quando è partita l'unità di missione, le regioni e le città metropolitane hanno partorito i loro progetti e, in particolar modo - io parlo di una realtà che conosco molto bene, quella di Genova -, Genova ha potuto determinare le condizioni di sicurezza che non era mai riuscita a risolvere in moltissimi anni, attraverso progetti e finanziamenti, come quelle del fiume Bisagno, sia per quanto riguarda la copertura, quindi l'ampliamento dell'alveo, sia per quanto riguarda lo scolmatore.
Se noi avessimo avuto il criterio precedente, a quella città, con quel rischio idraulico, con quella quantità di morti avuta nella storia della città di Genova, noi avremmo assegnato 25 milioni, invece ne sono arrivati 400, perché era giusto che fosse così e perché i problemi dovevano essere risolti alla radice per garantire serenità alla popolazione.
Io penso che ci sia ancora tanto lavoro da fare. Per esempio, in quel territorio, di recente, il sindaco di Genova, Bucci, ha detto chiaramente che c'è ancora bisogno di più di 100 milioni di investimenti per risolvere il problema degli affluenti, ma immagino che questo sia un problema che riguarda gran parte dell'Italia, in particolar modo il Sud.
La stessa cosa è valsa sui progetti antisismici; la stessa cosa è valsa sul tema delle case e qual è stata la reazione di questo Governo, che deve necessariamente trovare degli interlocutori che siano nemici, anche quando sono cose sensate, sensatissime, come questa? Il premio per questo lavoro fatto nell'interesse del Paese è stato lo stralcio, l'eliminazione di una cosa sensata, giusta, che ha portato alla possibilità di avere maggiore sicurezza nel nostro territorio.
Che cosa succederà? Questo è un punto interrogativo, perché nella bramosia, nell'interesse di distruggere tutto quello che è stato fatto precedentemente, anche quando questo è buono e ha prodotto dei risultati importanti, ci si è dimenticati di decidere quali sono le procedure che verranno adottate. Ci sarà o meno la semplificazione che c'è stata finora? Ci sarà o meno la possibilità di finanziare progetti sulla base del rischio idraulico? E come procederanno queste cose? Siete ancora in tempo per cambiare opinione su una cosa che, vi garantisco, se voi conosceste davvero quel territorio, considerereste un grande successo del nostro Governo e considerereste soprattutto un obiettivo che deve avere al centro i cittadini.
Vi prego di cambiare opinione, di rivedere questa posizione, perché credo che davvero in questo senso fareste l'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, il gruppo di Forza Italia non ha presentato emendamenti su questo articolo, perché sarebbe stato come sparare contro la Croce Rossa, anche perché, sul tema del Ministero dell'ambiente, come si vede, si va incontro a uno scontro ideologico: quello che è stato fatto prima contro quello che si intende fare adesso.
Ciò non mi esime dall'evidenziare alcune criticità all'interno del riordino fatto, che sanno molto di campagna elettorale piuttosto che di rispetto per i cittadini, che sono molto apprensivi sul discorso dell'ambiente, sia dal punto di vista di quello già danneggiato sia sulle soluzioni future per determinati argomenti, quali i rifiuti, l'emergenza idrica e quant'altro.
Evidenzio come - e mi fa piacere che qui ci sia il Ministro Costa - ci sia una discrepanza tra le linee programmatiche presentate in Commissione, dove il Ministro stesso ha parlato di tante “terre dei fuochi” in Italia, e il riordino di ministeri, perché si trova riferimento solo alla Campania, a Taranto e a Statte, nei quali ben venga - per quanto riguarda la Campania - la delimitazione delle terre che sono contaminate da quelle che non lo sono, per dare respiro anche all'economia, che di riflesso è stata danneggiata da una follia politica. Quindi è bene chiarezza su questo, però c'è la promessa elettorale che viene mantenuta in questo stralcio, che riguarda gli screening sanitari gratuiti per le popolazioni di questi territori: è una vera e propria discriminazione, perché, se è vero, da un lato, che ci sono tante terre dei fuochi, è vero, dall'altro, che ci sono molti cittadini che hanno bisogno degli screening.
Tra l'altro gli screening sono a fronte di un finanziamento che non si capisce dove e quando e come verrà quantificato: c'è il grande tema delle mancanze delle strutture sanitarie in questi territori. Quindi, se, da una parte, abbiamo gli screening sanitari gratuiti, dall'altra parte, non abbiamo le strutture ospedaliere ben attrezzate per poterli effettuare.
Io sono di Taranto, la cosa ormai è ben nota a tutti. Come si fa a pretendere di andare, ad esempio, all'ospedale Santissima Annunziata a fare uno screening al seno, quando, dopo un'ecografia, dicono: non sappiamo se è un tumore o due tumori, vieni tra un anno.
Quindi, prima di pensare a uno screening gratuito, contestualmente bisognerebbe anche pensare a come intervenire sulla questione sanitaria, che è molto più ampia. Quindi, è la prima contraddizione che troviamo tra le linee programmatiche di riordino all'interno del Ministero.
Un altro punto fondamentale è che non c'è nulla sull'emergenza idrica a 360 gradi: non si capisce se il Ministero voglia o meno accendere un faro all'interno del proprio Ministero per dare risposte al problema delle tubature, che nel nostro territorio sappiamo quanto sono obsolete e malridotte; non si capisce in che modo si vuole intervenire sulla raccolta delle acque piovane, sugli invasi e sulla questione dell'emergenza idrica, che ancora fortunatamente quest'anno non ha colpito il nostro Paese o, almeno, non come l'anno scorso, quando di questi tempi stavamo parlando dell'emergenza del lago di Bracciano, per portare un esempio su tutti.
Come, ad esempio, c'è la bella storia secondo la quale facciamo educazione scolastica sul riciclo dei rifiuti, ma, quando poi apriamo la porta di casa, non tutti i territori fanno la raccolta differenziata, che condiziona anche gli amministratori locali a gestire una situazione che non può essere più gestita a livello locale, ma necessita di una pianificazione nazionale.
Quindi, come gruppo di Forza Italia ribadisco che non abbiamo presentato emendamenti per il seguente motivo: perché il dibattito - lo sentiremo - verterà su “io ho fatto bene, tu stai facendo male”. Quindi, non vogliamo entrare in questo spaccato su un tema così delicato, che urge risposte. Ci aspettiamo che il Ministro ponga un indice di non discrezionalità sulle tante “terre dei fuochi” e, se si fa un'azione per un territorio o per più territori, la si garantisca a livello nazionale, perché i malati sono i malati italiani, non sono solo i malati di una parte del territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.3 Migliore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Voglio intervenire sull'emendamento in esame per ritornare su un punto che è già stato illustrato nella discussione generale dal collega Di Maio e da altri interventi che mi hanno preceduto.
La messa in sicurezza del territorio è una delle priorità del nostro Paese: lo dico essendomi occupata di questi temi da quando sono in Parlamento e conosco la fatica di tenere alta l'attenzione su una questione così delicata non solo all'indomani di qualche calamità o di qualche frana o alluvione.
Con la scelta fatta dai Governi precedenti, in passato abbiamo istituito una struttura di missione, Italia Sicura, che ha dato dignità e rilevanza al tema. Non abbiamo fatto una scelta di appropriazione di funzioni e di potere: abbiamo deciso di affidare alla struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio un compito fondamentale di coordinamento e di programmazione degli interventi.
Questa era la finalità e non si capisce per quale motivo uno dei primi atti del Governo e del Ministro Costa - che ringrazio per la sua presenza e per essere qui ad ascoltare il nostro dibattito, a differenza del collega Centinaio, che abbiamo visto apparire quando ormai era esaurita la discussione che interessava il suo Ministero, nonostante l'abbiamo chiesto molte volte in molte occasioni al Ministro e anche nella discussione del decreto-legge - non abbiamo capito quale valutazione è stata fatta dal Governo e ha motivato tale scelta. Non lo sappiamo perché non ci è stato detto che valutazione è stata fatta sul lavoro di programmazione e di attuazione svolto da Italia Sicura: 1.400 cantieri avviati e conclusi, 9 miliardi di risorse europee e delle regioni che sono state programmate e che sono state individuate come priorità di intervento.
Non sappiamo se il Governo intenda o no confermare il metodo di individuazione delle priorità in accordo con le regioni e su questo voglio spendere una parola: la struttura di missione ha dato vita, per la prima volta, ad un unico sistema informativo, che ha messo in fila gli elenchi delle priorità degli interventi, eliminando quella discrezionalità legata, purtroppo, troppe volte, alla vicinanza politica dell'amministrazione al Ministro di turno. Noi abbiamo deciso di individuare quegli interventi sulla base del grado di pericolosità idraulica e di esposizione al rischio della popolazione e ciò ha consentito di finanziare per la prima volta un piano di intervento sulle aree metropolitane con interventi in corso di realizzazione a Genova - è stato detto - a Milano, a Olbia, nel sud del Paese, a Catania, a Napoli e anche di avviare, con il finanziamento nell'ultima legge di bilancio, un piano straordinario per le regioni del centro-nord finanziato con 1,2 miliardi di risorse, che oggi purtroppo sappiamo ancora non essere pienamente utilizzabili.
Dunque, quello che noi chiediamo e su cui vi invitiamo a riflettere è capire se su questa scelta c'è una ragione di opportunità e di efficacia. Noi non l'abbiamo capito: cosa volete fare? Cancellate la struttura di missione e vi riprendete le funzioni a un Ministero, quando lo stesso Ministro Costa, venuto in audizione in Commissione, ci ha spiegato che il suo Ministero non ha le risorse necessarie nemmeno per svolgere le funzioni ordinarie. Noi crediamo che si stia facendo una scelta profondamente sbagliata che compromette un lavoro serio che è stato fatto in questi anni per ridare centralità alle politiche di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio, così come si è agito sulla spinta demolitoria di quanto fatto prima nel cancellare l'unità di missione sull'edilizia scolastica e nel chiudere il lavoro che era stato avviato con il dipartimento di Casa Italia sul tema della prevenzione.
Il Governo ci ripensi: non butti via un lavoro e un risultato che, guardate, non è un merito dei Governi Renzi o Gentiloni, di cui il PD va orgoglioso, perché abbiamo scelto delle priorità e ci abbiamo lavorato con costanza in questi anni, ma è un risultato e un lavoro di tutto il Paese, rispetto a cui sarete chiamati - temo - a rendere conto, quando, purtroppo, dovremo fare i conti con una prossima calamità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà per un minuto.
LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente. Vi posso assicurare che la mia preoccupazione più grande non è i danni che farete in questa esperienza di Governo. Ce n'è una persino superiore, che è quella che possiate lasciare in eredità alla politica italiana la completa e definitiva separazione fra ciò che è e ciò che viene comunicato.
Voi sopprimete la struttura di missione per - dite - aumentare gli investimenti pubblici nel Paese. Da ieri sera, su un argomento analogo, state cercando di comunicare al Paese, con un po' di fatica, perché alla fine gli anticorpi si sviluppano, che avete fatto una svolta epocale sulla finanza locale, sbloccato gli avanzi, grande successo, eccetera.
La realtà è che quello che avete fatto è mettere il 15 per cento delle risorse che aveva messo il Partito Democratico sullo sblocco avanzi del 2018: sono soldi che avete tolto dal bando per le periferie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), sospendendo l'efficacia delle convenzioni di lavori che stavano per partire. Questo è quello che avete fatto e che avete scritto nell'emendamento approvato ieri al Senato, e da stamattina state cercando di dire al Paese che è una svolta epocale.
Vi prego, a parte i danni che farete in questa esperienza di Governo, non lasciate in eredità al Paese la completa separazione fra ciò che è e ciò che viene comunicato, perché sarebbe un danno per tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Migliore, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
No, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.
MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. Il trasferimento delle competenze in materia di dissesto idrogeologico e difesa del suolo al Ministero non ci ha destato tutta questa preoccupazione e, come già detto anche dalla collega Labriola prima, non abbiamo volutamente presentato emendamenti proprio per evitare di finire nella contrapposizione tra quello che c'era stato e quello che, invece, ci sarà.
Noi confidiamo che il Ministero dell'Ambiente continui a svolgere con attenzione e con tutte le tutele del caso l'attività che è importantissima per tante regioni, come la regione da cui provengo io, che è la Liguria, che è una regione fragile e dove il rischio e il dissesto idrogeologico sono temi all'ordine del giorno.
Abbiamo una quantità di frane aperte che farebbe paura a qualsiasi altro Paese del mondo e, proprio per questo, dicevo, abbiamo scelto di non presentare emendamenti. Spero che questa scelta sia stata apprezzata e abbiamo, invece, depositato un ordine del giorno in cui chiediamo al Ministro di illustrarci le sue intenzioni, soprattutto in merito ai fondi già stanziati, perché Italia Sicura aveva previsto lo stanziamento di 70 milioni all'anno sino al 2033. Di questi 70 milioni, c'era anche l'ipotesi, poi, di stipulare un mutuo di 1 miliardo all'anno affinché regioni piccole, come la Liguria, avessero la possibilità di avere un potere di spesa sino a 40 milioni di euro all'anno.
Per noi questo sarebbe molto importante, Ministro, e quindi le chiedo di valutare l'accoglimento anche dell'ordine del giorno proprio per dare quelle garanzie e per mantenere aperto quel dialogo con le regioni che riteniamo essere fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Migliore, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.5 Occhionero.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo trasferire al Ministero dell'Ambiente non solo le competenze, ma anche le risorse umane, finanziarie e strumentali della struttura di missione. Riteniamo, infatti, che il trasferimento delle mere competenze sarebbe di per sé una scelta superficiale di questo Governo, posto che la struttura di missione, per come è costituita adesso, avrebbe la possibilità di garantire anche un coordinamento tra le varie trasversalità delle competenze che pure sono interessate dall'espletamento delle funzioni della stessa.
D'altra parte, riteniamo che il semplice passaggio delle competenze al Ministero dell'Ambiente della struttura di missione creerebbe un ulteriore peggioramento dell'attuale situazione, con un passo indietro piuttosto del passo in avanti che pure questo Governo ritiene di stare per compiere.
E, allora, soprattutto in un Paese come l'Italia, che è legata all'emergenza del rischio di dissesto idrogeologico e che, peraltro, vede nei suoi confronti tre procedure di infrazione europee per la mancata depurazione, riteniamo che questo semplicistico passaggio sia una scelta del tutto miope del Governo e riteniamo che sarebbe pertanto necessario approvare il nostro emendamento, per far sì che non si perda tutto quello che comunque finora è stato messo in campo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Occhionero, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.6 Occhionero.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, grazie. Solo per dire che anche questo emendamento si pone sulla scia di quello poc'anzi rappresentato, e di fatto, poiché riteniamo, come abbiamo già detto, che sarebbe necessario trasferire al Ministero dell'Ambiente non solo le competenze, ma anche il personale tecnico specializzato, è necessario prevedere delle procedure concorsuali proprio per l'assunzione di nuovo personale. Questo perché è necessario supportare gli enti locali anche nella progettazione dei piani di investimento sulla ricostruzione e sulla missione che la struttura ha di per sé.
E, proprio per questo fine, è necessario implementare non solo le risorse tecniche ed economiche, ma anche quelle del personale, attraverso, appunto, gente specializzata, in grado di far sì che le risorse messe in campo e offerte alle strutture di missione non vengano disperse, ma possano essere ben utilizzate nell'ambito della missione della stessa struttura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Occhionero, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Occhionero, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.2 Sisto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, svolgo un unico intervento sui miei emendamenti 3.2 e 3.3. Si tratta di risolvere un singolare problema di incertezza fra le competenze del Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità.
A me capita poche volte di vedere in un decreto-legge una competenza alternativa e senza che all'alternativa vi siano delle regole: non si riesce a capire quando vi è un'attribuzione di alcune funzioni al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero al Ministro delegato per la famiglia e le disabilità.
Sia l'emendamento 3.2 sia l'emendamento 3.3 propongono di sopprimere o la competenza del Presidente del Consiglio dei ministri o la competenza del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità.
Certo, se non dovesse passare l'una o l'altra soluzione, saremmo di fronte ad un veramente singolare caso di incertezza normativa, in cui la scelta delle competenze è assolutamente random.
Affido alla saggezza, e anche alla bonomia magari anche un po' sorridente del Parlamento, un'ipotesi di questo genere. Sarà competente il Presidente del Consiglio o il Ministro per la famiglia? Ai posteri l'ardua sentenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). Sarò brevissimo. In questo emendamento si parla dell'inabilità, ma non si specifica quali tipi di inabilità. Perché ve ne sono tanti, specialmente per quanto riguarda l'inabilità pensionabile: c'è l'assegno mensile per invalidità, la pensione per inabilità totale, l'inabilità assoluta, specifica o generica, l'inabilità al 100 per cento, l'inabilità a proficuo lavoro, l'inabilità a svolgere le funzioni proprie dell'età, l'inabilità grave ex articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992, l'incapacità di guadagno; e ora, con il reddito di cittadinanza, anche l'inabilità per usufruire del reddito di cittadinanza. Mi sembra troppa confusione, mi sembra che non vada dalla parte degli interessi dei pensionati.
Invito chi di dovere a mettere ordine in questo disordine. Viva i pensionati, pensionati all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Sisto, con il voto contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Migliore, con il voto contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10 Migliore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (PD). Presidente, onorevoli colleghi, il Governo Salvini-Di Maio con questo decreto-legge istituisce il Ministero per le disabilità, affidandolo al Ministro Fontana noto per la sua sensibilità in materia di inclusione e integrazione. Lo stesso Ministro Fontana ha ammesso che nella sostanza si tratta di una semplice operazione di comunicazione, di immagine, perché è un Dicastero senza portafoglio, un Dicastero a costo zero, senza autonomia finanziaria, senza risorse economiche per incidere davvero sui temi legati alle persone con disabilità. Quando siamo arrivati al Governo abbiamo immediatamente ricostituito il Fondo per la non autosufficienza azzerato dai Governi precedenti, che oggi, grazie agli Esecutivi del PD, è dotato di 500 milioni di euro l'anno. Ma la contrarietà del Partito Democratico al Ministero per le disabilità, che ci proponiamo di respingere con questo emendamento, non si basa solo su ragioni di carattere economico, ma anche su ragioni di carattere culturale e sociale. Pensare al Ministero per le disabilità significa far tornare indietro il nostro Paese di ottant'anni, significa cancellare in un solo colpo le battaglie di questi anni perché si affermasse un principio sacrosanto: le persone con disabilità sono cittadini come gli altri, solo con bisogni specifici a cui le istituzioni devono dare risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E allora non ha senso creare un “Ministero della segregazione”, un Ministero per differenziare le persone con disabilità dagli altri. Come spieghiamo a Cecilia, che è una bambina down di undici anni, che va a scuola con i suoi compagni di classe, magari va in gita con loro, che lei è diversa, che ha bisogno di un Ministero tutto per sé? O a Giuseppe, che lavora in comune, magari in comune da solo non ci può andare, perché non è vedente, perché non è autonomo, ma riesce a contribuire con il proprio lavoro alla ricchezza del suo Paese? O a Marco, che è un ragazzo autistico che io ho conosciuto in questi anni, e che gareggia con gli altri ragazzi senza le stesse problematiche? E come lo spiegate ad Angela, che ha due figli, Lorenzo e Giovanni, Giovanni è autistico, che quando hanno problemi con la scuola per Lorenzo deve andare al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, quando quei problemi ce li ha Giovanni si va al Ministero per le disabilità? E allora guardate che tornare indietro di ottant'anni e mettere un Ministero per le disabilità insieme al Ministero per la famiglia, che per noi dovrebbe essere invece il Ministero per le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), significa anche avere una sottostante visione completamente sbagliata, per cui il problema della disabilità è un problema delle famiglie: se lo devono risolvere a casa loro.
E vedrete che i provvedimenti del Governo Di Maio e Salvini nei prossimi mesi lo renderanno ancora più esplicito: si faranno misure perché le famiglie si occupino dei disabili a casa loro, con buona pace di tutto l'impegno e delle battaglie di questi anni per affermare l'idea che le persone con disabilità partecipano alla vita economica, sociale, culturale e sportiva del nostro Paese e sono un plusvalore, sono un arricchimento per l'intera comunità. E purtroppo la creazione di un Ministero per le disabilità insieme a quello per la famiglia va di pari passo alla marcia indietro fatta pochi giorni fa al Senato, sempre a causa del Governo giallo-verde, sui vaccini, perché prorogare l'obbligo di vaccinazione significa creare di nuovo delle differenze: sappiamo benissimo che i bambini sani che possono essere vaccinati ma non vengono vaccinati per scelta dei genitori, diventano un rischio purtroppo per i loro compagni di classe che invece sono malati e non si possono vaccinare. E allora chi glielo dice a Roberta, la mamma che ieri ha rilasciato un'intervista, che molti di voi avranno letto, che sua figlia (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)…
PRESIDENTE. Per favore!
MARIA ELENA BOSCHI (PD). …non potrà andare a scuola con gli altri bambini perché rischia di ammalarsi, perché non può essere vaccinata, semplicemente abbracciando o giocando con un compagno di classe?
E allora vogliamo creare delle classi speciali per i bambini che non possono vaccinarsi, come ha proposto la Ministra Grillo? Vogliamo creare altra segregazione e separazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? La Ministra Grillo ha detto che vaccinerà suo figlio: bene, sono contenta che sia una buona madre e che si occupi della salute di suo figlio. Sarei molto più contenta se fosse anche un buon Ministro della salute e si occupasse della salute dei figli degli altri, anche di chi non è medico e di chi magari, anziché informarsi attraverso ricercatori, scienziati, crede alle bufale di Salvini e Di Maio, ai blog e va dietro ai no vax. Io chiedo ai rappresentanti del Governo di fermarsi, di fermarsi finché siamo in tempo sulle vaccinazioni e di fermarsi su questo decreto, perché pensate di istituire il Ministero della disabilità e state creando il Ministero della discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo contrari su questo emendamento perché, nonostante la voce rotta della Boschi nel parlare e nell'esprimere tutta la sua vicinanza al mondo disabile, non capiamo il motivo per cui - poi parla di vaccini, ma quello è un altro argomento - se si è tanto vicini ai disabili non si vogliono, invece, aggregare tutte le competenze in un Ministero che si occupa di disabilità. Quindi, finalmente questa è una buona cosa, quella prevista dal Governo, di prevedere che tutta la disabilità sia raggruppata e ci sia la possibilità di evitare che le tematiche siano spezzettate, che un disabile debba affrontare per un tema una trattativa con un Ministero e per un altro tema la trattativa con un altro Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che le associazioni che si occupano di disabili debbano perdersi nella burocrazia. Quindi, noi siamo favorevoli su quanto aveva previsto il Governo. Intervengo anche - e colgo l'occasione - perché non c'è stato un dibattito sull'emendamento precedente e io aspettavo la sua illustrazione per intervenire. Non capisco il motivo per cui chi l'aveva presentato non l'ha voluto illustrare, ma era un tema molto importante…
PRESIDENTE. Però, si attenga all'emendamento di adesso e non all'emendamento precedente.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sì, ma ho anche visto che chi mi ha preceduto è ritornato sul tema che ci sono le famiglie e non la famiglia e l'emendamento precedente - e visto che chi mi ha preceduto nell'illustrare l'emendamento attuale ha parlato di famiglie - provava a introdurre il tema delle famiglie. Per fortuna è stato bocciato, perché la famiglia è una sola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sono contento che dal MoVimento 5 Stelle - e ricordo quando si baciavano in bocca per contestare l'omofobia e per ricordare che le famiglie sono multiple - si sia tornati e si sia arrivati finalmente a ricordare che la famiglia è una sola. Dispiace il voto di Forza Italia e non ho capito perché voleva portare le famiglie e non la famiglia. Però, sono contento che l'Aula abbia bocciato e ricordato che la famiglia è una sola ed è quella fatta da padre, madre e figli. È la famiglia naturale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un aspetto che noi condividiamo…
PRESIDENTE. Grazie…
GIOVANNI DONZELLI (FDI). …e che apprezziamo e siamo contenti che anche al MoVimento 5 Stelle si siano evoluti e abbiano capito che l'evoluzione è difendere quella che è la natura e la famiglia così come l'abbiamo sempre conosciuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Basini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BASINI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, su questo emendamento ho sentito delle obiezioni legate al fatto che le parole “Ministero dei disabili” potrebbe urtare qualcuno. Mi ha fatto venire in mente un delizioso film con Totò, Destinazione Piovarolo, dove Totò è un capostazione di un piccolo centro che vuole essere trasferito. Finalmente un giorno vede che è trasferito a Rocca Imperiale. Solamente che non è trasferito da nessuna parte perché avevano solo cambiato il nome di Piovarolo in Rocca Imperiale.
Onorevole Boschi, non è un problema di semantica. Se con un Ministero si raggiunge una maggiore efficienza è meglio per tutti. Il problema che lei ha sollevato mi sembra - mi scusi -risibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Al di là degli aggettivi e delle valutazioni degli interventi dell'Aula, Forza Italia voterà contro questo emendamento per un motivo assai semplice: perché noi siamo convinti - e questo lo dico con molta fermezza - che tutto quello che è specializzazione, tutto quello che può contribuire ad una migliore tutela - e, del resto, è in linea con l'atteggiamento che abbiamo tenuto anche con riferimento al turismo cosiddetto “culturale” -, cioè tutto quello che è specialità, maggiore conoscenza, possibilità di un intervento più capillare, va certamente incoraggiato. Noi rimproveriamo a questo Governo l'esatto contrario, cioè la massificazione, la confusione, la sovrapposizione e la stratificazione incontrollata, l'incapacità di distinguere chi e che cosa.
Quindi, una volta tanto che c'è invece, come ci auguriamo, la possibilità di essere più attenti nei confronti di certi fenomeni, non vogliamo incorrere in una petizione di principio e in una contraddizione in termini e, quindi, non siamo d'accordo con questa impostazione, che, invece, vorrebbe accorpare e non specializzare.
Voglio chiarire e rassicurare gli amici di Fratelli d'Italia che tutti i voti che Forza Italia ha espresso sono stati espressi in piena, totale ed evidente coerenza con un solo progetto: quello dell'interesse degli italiani e quello, soprattutto, di dare ai provvedimenti legislativi non un marchio - diciamo così - cromatico, giallo o verde che sia, ma l'unico marchio che ci interessa, che è quello della chiarezza delle leggi e della loro efficienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marin. Ne ha facoltà.
MARCO MARIN (FI). Presidente, la posizione del gruppo ovviamente l'ha espressa l'onorevole Sisto. Mi permetto solo di sottolineare una cosa: siccome tutti noi, normodotati, abbiamo… Tutte le persone hanno sensibilità diverse, capacità diverse e abilità diverse. Io credo che - e mi rivolgo ai membri del Governo - al posto del nome “disabilità” - e non entro nel merito e sull'aspetto politico, che è già stato espresso dall'onorevole Sisto per il nostro gruppo - andrebbe usato “diversamente abili”, per sottolineare, anche alle famiglie dei diversamente abili, che tutti noi abbiamo sensibilità diverse e, quindi, sono abilità diverse. Non sono persone che hanno capacità inferiori, ma persone che hanno capacità loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottolineare quanto già detto dal collega che mi ha preceduto, Donzelli. Voglio anche ricordare che, se Fratelli d'Italia in quest'occasione decide di votare in modo contrario, è sempre in continuità e in linea con quella memoria - che dovremmo tutti quanti avere - del programma elettorale.
Ricordo a me stessa, prima che agli altri, che proprio Giorgia Meloni aveva proposto all'interno del programma, credo condiviso anche dagli alleati della coalizione, il Ministero della giustizia sociale, un Ministero che racchiudesse, ovviamente, tutto ciò che serviva a combattere privilegi piuttosto che disuguaglianze, diversità e, soprattutto, disabilità.
Quindi, in linea con questo e, ovviamente, con quanto anche sancito nel rispetto di quello che per noi da sempre è un tema importante, cioè il tema della famiglia unica e sola…
PRESIDENTE. Grazie…
WANDA FERRO (FDI). …che è quella che non può avere altre interpretazioni, voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che Fratelli d'Italia voterà contro su questo emendamento, ma a fronte di una grave preoccupazione che ha. La preoccupazione nasce perché, dal momento che la delega offerta al Ministro Di Maio prevede l'accorpamento di tre diverse competenze, che sono quella del Ministero del lavoro, quella del Ministero dello sviluppo economico e anche quella del Ministero delle politiche sociali, ora siamo drammaticamente in una situazione in cui anche l'ultima delega viene a scomparire.
Il Ministro Di Maio, nel suo intervento che ha fatto nelle Commissioni congiunte, ha dedicato meno di tre minuti alle politiche sociali. Allora, noi chiediamo che uno Stato sociale debba essere uno Stato che mette al centro i più fragili e che gli dà attenzione.
Avremmo voluto, come ha detto la mia collega qui…
PRESIDENTE. Grazie…
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …cioè l'onorevole che ha sottolineato la giustizia sociale, che ci fosse un Ministero delle politiche sociali e che in questo modo si potessero dare delle vere risposte ai più…
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND (FI). Presidente, il mio intervento è strettamente personale perché voglio solo ricordare una cosa e ci metterò trenta secondi. Se abbiamo raggiunto un livello di integrazione…
PRESIDENTE. Per favore. Ho un faro puntato in faccia. Prego.
DARIO BOND (FI). Dicevo che, se abbiamo raggiunto un livello di integrazione tra sanità e sociale che ha dato risultati a molte persone diversamente abili, è perché abbiamo fatto una vera integrazione con le risorse della sanità e con le risorse del sociale. Il rischio di questo provvedimento è che la specializzazione sul diversamente abile impoverisca il diversamente abile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO (M5S). Sì, in uno Stato normale, avrebbe ragione anche la Boschi e tutti gli interventi di prima, ma, siccome Stato normale non siamo - e mi permetto di salutare il Viceministro -, veramente è una cosa assurda; ma è assurdo: come si fa a pensare che un disabile deve essere… Ma no, cioè, un disabile deve essere tutelato; cioè, a noi non ci ha cagato di striscio nessuno e adesso vi ribellate, perché abbiamo creato il Ministero? Ma andatevene affanculo, va (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Per favore, per favore, deputato Dall'Osso.
SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sul Regolamento? Su cosa?
SIMONE BALDELLI (FI). Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, semplicemente io comprendo anche l'esasperazione del collega, l'elemento del trasporto di natura personale; ciascuno di noi ha una storia e ci sono temi su cui si è più o meno sensibili. Però, Presidente, io la invito a esercitare i poteri che il Regolamento le dà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché tutto questo, sennò, crea dei precedenti per cui in questo Parlamento, che trasformiamo una specie di bar o di mercato del pesce, ciascuno si alza, manda a quel paese i colleghi, dice parolacce, fa qualsiasi cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Presidente, faccia il Presidente, richiami. Non è che lo deve buttar fuori, però, come è doveroso, per non creare il precedente che questa cosa non è stata fatta, e non ho nulla di personale nei confronti del collega, che, legittimamente, in una situazione di esasperazione, fa un intervento accorato, dal quale gli scappano delle cose che in questo Parlamento non si dicono. Allora, Presidente, faccia, anche lei, il Presidente…
PRESIDENTE. È richiamato il deputato Dall'Osso. E' richiamato chiaramente.
SIMONE BALDELLI (FI). E ribadisca, Presidente, con le prerogative che il Regolamento le affida…
PRESIDENTE. È richiamato… Baldelli, lo sa il deputato che è richiamato, non si preoccupi.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, mi faccia terminare!
PRESIDENTE. Con calma. Con calma.
SIMONE BALDELLI (FI). Perché io non posso tollerare che io, che faccio…
PRESIDENTE. Con calma! Con calma.
SIMONE BALDELLI (FI). …un richiamo al Regolamento, vengo interrotto sistematicamente…
PRESIDENTE. Con calma.
SIMONE BALDELLI (FI). …da lei e uno che manda a quel paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)…
PRESIDENTE. Ma sistematicamente no, sistematicamente no.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, basta! Presidente, io non le consento…
PRESIDENTE. Baldelli, con calma…
SIMONE BALDELLI (FI). … di interrompermi.
PRESIDENTE. Baldelli, concluda. Concluda.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, stiamo parlando di…
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONE BALDELLI (FI). Non concludo! Io ho cinque minuti…
PRESIDENTE. Continui, allora, continui.
SIMONE BALDELLI (FI). …per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Continui, continui.
SIMONE BALDELLI (FI). Non ho bisogno che lei mi dica: continui! Io ho bisogno che lei mi dica quando il mio tempo sta per terminare! Non ho bisogno di un professore, che del Regolamento ne sa meno di me. Quindi, per piacere, Presidente.
PRESIDENTE. È stato un bravo Vicepresidente, allora.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, non ho bisogno del suo commento.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
SIMONE BALDELLI (FI). Io sono stato seduto là sopra 800 ore e credo di sapere quando faccio un intervento sul Regolamento di che cosa parlo! Io, credo di saperlo.
PRESIDENTE. Prego.
SIMONE BALDELLI (FI). Si eserciti, Presidente. Glielo dico con tutto il rispetto, ma la ringrazio se non mi interromperà nei prossimi trenta secondi, in cui finisco questo intervento. Le chiedo di esercitare le prerogative del Presidente della Camera; quando un deputato pronuncia parole sconvenienti, lo richiama all'ordine, perché questo è il consesso civile e le regole che tutti quanti ci diamo. Lo dico senza accanimento personale nei confronti del collega, verso il quale provo simpatia, affetto e stima. Però, se passa il principio per cui uno si alza, in questo Parlamento, e manda a quel paese chiunque sia in questo ramo del Parlamento, qui, Presidente, per lei, che ha il dovere di guidare questa Assemblea, diventa un inferno, perché questa cosa la fanno tutti e questo comportamento è inaccettabile, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Infatti, è richiamato, il deputato.
CRISTINA ROSSELLO (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sempre sull'emendamento o sul Regolamento?
CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, c'è un tema che ne comprende tutti..
PRESIDENTE. Regolamento o emendamento?
CRISTINA ROSSELLO (FI). Riguarda il Regolamento.
PRESIDENTE. Perfetto.
CRISTINA ROSSELLO (FI). E riguarda il decoro.
Allora, Presidente probabilmente lei era un attimo distratto e stava prendendo dei dati, perché io mi rifiuto, come deputato, nell'Aula, di pensare che lei, che presiede i lavori e deve garantire il rispetto, l'onore e il decoro di questa sala, ammetta questi commenti.
In uno sfogo di nervosismo, forse la stanchezza, il collega si è espresso, ma bisogna che lei richiami tutti, anche gli appartenenti al suo gruppo, perché lei è super partes e c'è un onere del decoro di noi deputati, tutti, a comportarci secondo le leggi della Repubblica italiana. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente,Partito Democratico e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Saranno richiamati sempre i deputati, di ogni gruppo, chiaramente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie Presidente. Intervengo sull'emendamento. Noi non ci stiamo ad essere tacciati di essere omofobi, razzisti e di discriminare un giorno sì e l'altro pure. Noi abbiamo deciso di bocciare questo emendamento perché riteniamo che la declinazione al plurale di famiglie è questo che crea discriminazione; la famiglia è una, in qualsiasi forma venga costituita, quindi declinare il concetto di famiglia al plurale, questo sì che crea discriminazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Solo per offrire un elemento interpretativo di quanto il collega Baldelli ha puntualmente rappresentato, perché vorrei che fosse chiaro a tutti quanti noi, me per primo, che gli stati emotivi e passionali di ciascuno, rappresentati da qualsiasi tipo di discussione, a norma dell'articolo 59, non solo esimenti. Cioè, si può avere tutte le ragioni del mondo, ma, in quest'Aula, oggettivamente nessuno può e deve pronunciare parole sconvenienti. Questo per una semplice cosa, con tutto il rispetto, per il decoro di quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il concetto di decoro, cari colleghi, scusate…
PRESIDENTE. Per favore, per favore, facciamo concludere.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ho finito. Ho cinque minuti, ma ho finito. Il concetto di decoro è indipendente da ciascuno di noi. Noi siamo l'Aula e quando siamo qui dentro siamo prima l'Aula e poi noi. Chiaro? Questo è il mio pensiero. Quindi, non c'è nessuna esimente che possa derivare… E la prego di essere particolarmente severo per garantire che la qualità dei nostri lavori sia anche all'esterno percepita come rispetto delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Il deputato è stato richiamato e le parole dette in questo modo non vengono tollerate in quest'Aula, su questo potete stare sicuri.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Occhionero 3.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.
MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Ritornando al merito della discussione, con questo emendamento, unitamente agli altri da noi presentati, vogliamo ribadire con forza la nostra contrarietà alla creazione di un Ministero speciale, perché di questo si tratta, parliamoci chiaro, un Ministero della famiglia e delle disabilità, a cui peraltro sono state attribuite funzioni di indirizzo, coordinamento e gestione particolarmente importanti. Allora, noi ci siamo anche chiesti quale sarebbe il valore aggiuntivo di questo Ministero e la risposta ce la siamo dati: nessuna, se non per costruire una ridotta di propaganda politica, a scapito dell'efficienza dell'azione, insomma un avamposto di lotta ideologica finalizzata alla comunicazione e non alla migliore gestione, perché noi pensiamo che sulla disabilità non si possa e non si debba costruire un Ministero, perché il disabile non è un cittadino avulso dalla società, ma anzi ne è parte integrante. Allora, le politiche sulla disabilità sono politiche per la persona e non certamente per l'handicap e un Ministero ad hoc configura, per noi, una ghettizzazione che vogliamo respingere. Peraltro, il tono dello spacchettamento sui temi della famiglia è già comprensibile dalle prime dichiarazioni del Ministro Fontana, tutte esternazioni particolarmente discriminatorie. E, allora, noi diciamo a voce alta che questa decisione, appunto, di creare, lo ripeto, un Ministero speciale, ha un sapore vecchio di scorporazione dal corpo vivo della società, perché il lavoro va fatto non sui singoli istituti.
Vogliamo anche, però, evidenziare che tutto questo è avvenuto ignorando, peraltro, il grande lavoro e tutte le proposte che sono pervenute dalle associazioni di categoria interessate; è stato ignorato il lavoro di chi questa condizione la vive quotidianamente sulla propria pelle.
Insomma, e mi avvio alle conclusioni, si tratta di un messaggio antico che mette la parola fine, appunto, all'inclusione che aveva ed ha, invece, come principio di base la normalità e non la specialità.
Noi prendiamo atto, quindi, che questo Governo, invece di abbattere gli ostacoli, ha preferito alzare le barriere non fisiche e architettoniche, ma, soprattutto, le barriere culturali, nel nostro Paese. Un Ministero che in sostanza annulla ottant'anni di lotte per l'inclusione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD). Brevemente, Presidente, ma, tramite lei, volevo ricordare al Ministro Fontana che è titolare di questo…
PRESIDENTE. Potete liberare i banchi del Governo, per favore…
ALESSANDRO ZAN (PD). Volevo ricordare al Ministro Fontana che è titolare di questo Ministero, di fare semplicemente il Ministro delle famiglie, delle famiglie che ci sono, di quelle che esistono, di quelle che quotidianamente fanno fatica, anche, ad arrivare a fine mese. Non è compito suo decidere quali famiglie sono meritevoli e quali non lo sono. Il compito suo è quello di fare il Ministro e di farlo bene, di dire che la famiglia è il luogo dove c'è amore, dove c'è solidarietà, dove c'è rispetto e non, invece, il luogo dove lui utilizza, appunto, la famiglia come termine di propaganda. Il mondo è un mondo a colori, non è un mondo in bianco e nero e la cosa vergognosa è che venga utilizzata la famiglia come scopo di propaganda.
Le famiglie vanno aiutate con servizi, con asili nido, con assegni familiari e non, invece, per la vostra propaganda di razzismo e omofobia. Questo non lo consentiremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), la famiglia è il luogo dell'amore per eccellenza, è il luogo dove le persone sviluppano le proprie personalità e i propri talenti, non è il luogo chiuso che voi vorreste invece tutelare. La famiglia è un luogo aperto, il luogo dell'amore e della solidarietà e noi saremo qui, sempre, a ricordarvelo ed è per questo che sarebbe importante che si uscisse da questa retorica della famiglia, ma si guardasse al contenuto e ai bisogni che hanno oggi le famiglie che sono, appunto, quelli di essere sostenute e di non essere, invece, utilizzate come propaganda politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, onorevoli parlamentari, credo sia giunto il momento di chiarire un po' questa faccenda della disabilità e credo sia giunto il momento di chiarirlo da chi non fa disabilità, ma di chi è disabilità. Ci ha provato il collega Dall'Osso, ma, purtroppo, emotivamente forse non è stato, come dire, molto efficace, perché, vedete, le persone con disabilità, oggi, hanno bisogno, più che mai, di avere non una politica ghettizzante, come è stato più volte detto in quest'Aula, ma - e su questo, sì, sono d'accordo anche con chi mi ha preceduto - di essere inclusi in questa società e lo dice una persona che, lo ripeto, è disabilità e la vive ogni giorno. Io mi alzo al buio e vado a dormire al buio, ogni giorno.
Allora è da questo mio buio che vorrei fare un po' di luce su quest'Aula, chiedendovi, davvero, un atto di comprensione.
Questo Ministero è stato istituito perché, in passato, fondamentalmente, i ministeri singolarmente si sono occupati della disabilità, ora perché lavoro, ora perché salute, ora perché istruzione, ma non si sono mai occupati di fare un ragionamento unico sulle persone con disabilità e le loro famiglie.
Ecco perché vi è stata questa necessità, per una politica che, in passato, sempre, ha perseguito il divide et impera. E non è vero - lo sottolineo, non è vero - che le associazioni non sono d'accordo su questo, ve lo dice uno che viene da quel mondo. Io ero già un esponente del mondo dell'associazionismo e vi assicuro che l'associazionismo vede di buon grado questo Ministero, purché - questo sì - sia inclusivo e abbia un canale assolutamente aperto con quel mondo.
In passato, abbiamo sempre notato un canale assolutamente, forse, un po' troppo chiuso o aperto con dei lumicini che a tratti si facevano vivi, ora per quella, ora per quell'altra associazione.
Noi vogliamo essere unitari, la disabilità è unica, è vero, non ha bisogno di essere inquadrata in una categoria, ma occorre fare un ragionamento politico, non strumentale, perché le persone con disabilità devono essere cittadini fra i cittadini ed avere un Ministero dedicato non significa avere un Ministero ghettizzante, è l'esatto opposto.
Ci vuole un po' di intelligenza, onorevoli parlamentari, vi prego di usare l'intelligenza che credo tutti voi, in quest'Aula, abbiate in abbondanza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (PD). Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, partirei dal dire che io sono contraria all'istituzione di questo Ministero e credo che questo non mi privi della possibilità di essere considerata persona intelligente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Vorrei dire che, innanzitutto, mi ha molto stupita una frase del sottosegretario quando ha detto che la disabilità è unica. La disabilità non è unica, perché la condizione in cui mi trovo io è del tutto diversa dalla condizione in cui si trova il sottosegretario ed è la stessa Convenzione ONU a spiegare che le disabilità sono tante e che i bisogni delle persone con disabilità sono tutti diversi tra loro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Vorrei anche dire che mi hanno molto preoccupata alcune espressioni dei colleghi che mi hanno preceduta, come, per esempio, il dire che è una questione di semantica. Guardate, usare le parole giuste, quando si parla di disabilità, è importante. Basterebbe avere aperto, almeno una volta nella propria vita, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità per saperlo e il fatto che voi non capiate che le questioni semantiche sono importanti, mi convince ancora di più del fatto che questo Ministero è una bandierina che volete mettere per dire che vi occuperete delle persone con disabilità, ma che non avete un'idea in testa su come bisogna fare per aiutare le persone con disabilità, perché altrimenti usereste le parole giuste, le parole necessarie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Dico un'ultima cosa: se voi istituite un Ministero per le disabilità, almeno siate conseguenti, munitelo di fondi, perché i fondi rimarranno tutti in capo agli altri Ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e saranno gli altri Ministeri a decidere se e quali politiche finanziare per le persone con disabilità.
Vorrei chiudere con una notazione. Ci è stato detto che questo Ministero serve per avere una voce unica. Ebbene, quella voce dov'era la settimana scorsa, quando è stata approvata una legge che prevede il licenziamento di persone che insegnano con disabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Dov'era quella voce? Perché nel Consiglio dei ministri non si è fatta sentire? Perché non si è fatta sentire in quest'Aula, quando sono stati proposti degli emendamenti, volti ad ovviare a quell'errore gravissimo? Perché, per insegnare in una scuola avendo una disabilità, bisogna avere il doppio del coraggio, bisogna avere fatto il doppio degli sforzi, e licenziare quelle persone è una responsabilità gravissima. Bene, la voce di quel Ministero è stata muta, in Consiglio dei ministri e in quest'Aula. Allora; io non capisco a che cosa serva quel Ministero, se nei momenti in cui vi è stato bisogno avete taciuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Quindi, resto dell'idea che sia un errore culturale molto grave istituire quel Ministero, perché le persone con disabilità, come dice la Convenzione ONU, non hanno bisogno di diritti speciali, non hanno bisogno di ministeri ad hoc, hanno bisogno di visione e di capacità politica, quella che finora non si è vista (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico,Forza Italia-Berlusconi PresidenteeLiberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cortelazzo. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Per precisare, Presidente, che non si ha più titolo o meno titolo nel parlare, in quest'Aula, anche di problemi di disabilità, se si è disabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lo si ha tutti, perché altrimenti entreremmo in un vortice, che è pericoloso, perché allora parlerebbe solo chi ha specifiche competenze: gli ingegneri devono parlare solo di infrastrutture, noi solo di disabilità. Non funziona così (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).
Io penso, Presidente, che c'è un problema di aiutare e sostenere persone che hanno problemi dalla nascita, chi durante il percorso di vita, e vanno aiutati anche dal punto di vista finanziario.
Ha ragione, la collega: la settimana scorsa mi pareva che ci fosse un Parlamento, o quantomeno una parte del Parlamento, silente sulla tenuta dei diritti di persone che hanno problemi di disabilità.
Guardate, chi vi parla non è neanche proprio affezionato al titolo “diversamente abile” o “diversamente normodotato”, altrimenti dovremmo dire i “diversamente bevitori”, “gli alcolisti” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e non troveremo più la via e la strada giusta.
Io penso che - ripeto e concludo - al di là della parte finanziaria – e quella è dovuta, in uno Stato normale, civile e democratico, a chi non può ovviamente svolgere le stesse funzioni di chi nasce più fortunato - è una questione di educazione civica, che molto spesso prevale ancor di più l'aspetto finanziario. Infatti, cito l'esempio più sciocco, se volete: il trovare lo spazio libero nel parcheggio con tanto di cartello con il disabile; non è che uno ci parcheggia, senza averne titolo, perché ha fretta, perché doveva andare nel negozio vicino o per tante altre probabilità. E' una questione culturale. Se noi non oltrepassiamo quella tenuta culturale, parleremo del dipartimento disabilità, parleremo del dividerlo tra welfare e sanità sociale - io, come provocazione, lo metterei nel Ministero della cultura, perché, ripeto, è più una questione culturale che altro - parleremo a vanvera, spesso, tante volte, del problema disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
È un problema serio, che va affrontato con tutti i mezzi e tutte le strutture possibili, tutto il resto è chiacchiera. Per cui, per quanto mi riguarda – e, guardate, siamo in tre che abbiamo parlato e ognuno ha una idea diversa -, il fatto che ci sia un Ministero della disabilità a me non disturba, attenzione, attenzione, come diceva qualche collega, purché non sia la strada per regredire dal punto di vista culturale; allora, non faremo sconti a nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico eFratelli d'Italia)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, io volevo intervenire brevemente per il suo tramite, per dire due cose. La prima, volevo ringraziare i colleghi che sono appena intervenuti.
La seconda, però, è un'altra e la voglio dire al sottosegretario. Io non ho nessuna ragione per dubitare del fatto che il Governo stia lecitamente trovando una strada, per rafforzare il sostegno alle politiche sulla disabilità, e ritiene che costituire un Ministero, un Ministro, un accentramento e un coordinamento molto forte sia la strada giusta.
Io personalmente ho qualche dubbio, ma ho qualche dubbio di merito, perché - dico al sottosegretario e dico a tutti i colleghi - stiamo avendo da questo Governo dei segnali, nemmeno troppo deboli, che vanno nella direzione opposta, che vanno in una direzione effettivamente di regredire e di fare un tentativo di ghettizzazione di alcuni gruppi della popolazione, mettiamola così.
Allora, è inutile che ci vengano a dire in quest'Aula che questa discussione non è collegata con le dichiarazioni sui bambini immunodepressi, che vogliamo mettere in alcune classi, perché poi tutto si tiene sottilmente.
Allora, il messaggio che voglio condividere - lo dico al Governo - è che io sono bianco, primogenito, eterosessuale e destrimane. Ho tutte le caratteristiche dell'apparente normalità. Mi piacerebbe che quest'Aula e questo Governo lavorassero per togliermi questo presunto primato e apprezzare molto di più la diversità. I segnali non li sto vedendo tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Occhionero, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Migliore, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Occhionero, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 De Filippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.17 Sisto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, soltanto 30 secondi per dire che noi chiediamo che un DPCM passi dalle Commissioni parlamentari: mi sembra il minimo per poter garantire una credibilità formale al provvedimento. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, intervengo solo per dire che voteremo a favore e che abbiamo presentato anche ordini del giorno in merito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.18 Sisto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Versace. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA VERSACE (FI). Presidente, l'emendamento del collega Sisto sta dando una grande mano, perché traccia un sentiero per raggiungere quella concretezza doverosa, soprattutto quando si parla di temi delicati come la disabilità e, in questo caso, i caregiver familiari. Nella scorsa legge di bilancio, del 2017, si è aperto un varco su questo tema, sia per il riconoscimento della figura dei caregiver sia come stanziamento di fondi, seppur minimo. Il nostro emendamento, il 3.18, dispone che sarà un DPCM a definire i criteri e le modalità di utilizzo del fondo, introducendo un termine di 90 giorni per l'attuazione dello stesso.
La gente oggi ha bisogno di segnali forti e di interessi reali. Ripeto, questo emendamento sta dando una grande traccia, importante, quindi realizzate questi decreti attuativi entro 90 giorni, carpediem, perché in tanti aspettano risposte concrete. Temi come questi devono essere guidati dal buonsenso, non devono conoscere colori politici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
La disabilità è un ventaglio molto vasto, lo abbiamo già detto, e fa riferimento a diversi Ministeri - almeno fino ad oggi così è stato -, come quello della salute e del lavoro, ad esempio, ma in effetti, questo Ministero, come ha giustamente detto la collega Lisa Noja, senza portafoglio, che cosa può essere? Un raccordo tra i vari Ministeri? Io non vorrei che questo Ministero restasse soltanto sulla carta, non vorrei che rimanesse soltanto una strategia di comunicazione.
Io, personalmente, che vivo una disabilità, anche insieme a tutte le persone che non la vivono, voglio e chiedo un Ministero che sia più operativo, perché non basta il contenitore, serve il contenuto e, perché il contenuto prenda forma, servono le risorse economiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Servono fondi, lo abbiamo letto, l'hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto. Infatti, questo Dicastero, che non ha capacità di spesa, come può aiutare le numerose famiglie che cercano di vedere garantiti i propri diritti e i propri servizi senza risorse?
Per agevolare l'inclusione sociale, servono veramente degli atti concreti. Proprio in merito all'inclusione sociale, ho presentato anche una proposta di legge dove chiedo che lo sport sia riconosciuto come un diritto e non come un lusso, perché molti, con ignoranza, non ritengono lo sport essenziale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), invece è una grande terapia, un mezzo di inclusione sociale, oltre che un veicolo di messaggi. Per tanti che vivono una disabilità è l'opportunità di uscire di casa, è l'opportunità di guardarsi allo specchio e di guardare al futuro con speranza e propositività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E noi, tutti quanti, ognuno per il proprio ruolo, abbiamo non solo il dovere di non deludere le persone che hanno visto in noi un punto di riferimento, ma soprattutto dobbiamo dare voce a chi voce non ha. Insieme al mio gruppo, Forza Italia, faremo il possibile per appoggiare questo Ministero lì dove prenda questa via, ma tutto ciò che rappresenta immobilismo noi lo contrasteremo.
Faremo il possibile perché davvero questo Ministero possa portare dei risultati concreti, perché quello che vogliamo vedere è quello che vogliono vedere tutti quanti, con quella speranza che purtroppo oggi in molti sanno perdendo.
Volevo chiudere dicendo che la disabilità sta negli occhi di chi guarda ed è nostro dovere lavorare per una maggiore inclusione sociale, perché la percezione della disabilità all'interno della nostra società può cambiare solo con atti concreti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.19 Bellucci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Noi ci uniamo alle perplessità che vengono proposte dal Comitato per la legislazione in quanto proprio nell'emendamento in esame sottolineiamo il fatto che la definizione del programma di prevenzione e di cura nell'ambito delle tossicodipendenze e delle sostanze stupefacenti in genere viene demandato a un protocollo d'intesa, in accordo tra il Ministero della salute e il Dipartimento per le politiche antidroga.
Non capiamo per quale ragione: se di protocollo di intesa si tratta, allora si tratta di un atto politico. Il Governo ha deciso di nominare un sottosegretario o comunque in questo caso ha definito una delega politica al Ministro Fontana per quanto riguarda le politiche antidroga e allora è definita politicamente una persona che si occuperà di tali competenze.
Dunque, immaginavamo che, in coerenza, quel protocollo di intesa dovesse essere stipulato tra il Ministero della salute e il Ministro che è stato delegato alle politiche antidroga. Ci sorprendiamo e rimaniamo un po' basiti che, invece, quel dipartimento, che dovrebbe essere sotto le competenze del Ministro Fontana, rediga un atto, che a questo punto sembrerebbe di carattere amministrativo, con il Ministro della salute.
Ovviamente siamo perplessi perché qui ci sono due competenze diverse e nella storia di questi mesi siamo rimasti un po' confusi su quale sia l'indirizzo del Governo in termini di politiche antidroga. Faccio un esempio ai rappresentanti del Governo, ma a tutto il Parlamento: quando abbiamo chiesto come il Governo volesse rispondere alla raccomandazione del Consiglio superiore di sanità che sosteneva e sottolineava come i cannabinoidi a basso contenuto di THC, fino allo 0,6 per cento, fossero pericolosi per la salute e per questo, quindi, ne dovesse essere vietata la vendita - Fratelli d'Italia su questo ha già presentato una proposta di legge per vietare la vendita delle sostanze con cannabis a basso contenuto di THC non perché lo crede personalmente ma proprio perché il Consiglio superiore della sanità sostiene questo - allora ci siamo un po' sorpresi perché nell'interrogazione fatta al Ministro Grillo si rimanda alla raccolta di altri pareri verso altri Dicasteri o presso l'Istituto superiore di sanità e si dice che oggi non si provvederà in alcun modo; mentre il Ministro Fontana sostiene e dice a gran voce che effettivamente tali prodotti devono essere vietati subito.
Dunque, non capiamo come mai il Governo con la mano destra voglia dire una cosa e con la sinistra invece ne sostenga un'altra: non capiamo e in questo emendamento sottolineiamo come ci sia veramente tanta confusione che emerge anche in questo caso, nel momento in cui si parla di un protocollo di intesa che vede escludere il Ministro Fontana, che è stato delegato alle politiche antidroga, e demanda totalmente al Ministro della Salute di legiferare in questo senso. Riteniamo che un Governo dovrebbe essere chiaro nei suoi intendimenti e che alcune azioni, come quelle delle politiche di contrasto alle droghe e alle sostanze stupefacenti, debbano avere una chiara definizione.
Chiedo al Governo MoVimento 5 Stelle e Lega che cosa voglia fare, come voglia abbracciare questa battaglia, come voglia recepire ciò che scientificamente viene avvalorato, in questo caso dal Consiglio superiore di sanità, perché mi sembra che quando organismi importanti scientificamente titolati scendono in campo e dicono la loro si guardi dall'altra parte.
Mi permetto di fare una digressione e dico che ciò riguarda anche i vaccini: l'idea dei vaccini e di non prorogarne la scadenza è abbracciata dall'ordine dei medici, è abbracciata da coloro che hanno speso la propria vita e la propria preparazione a decidere come va difesa la salute di questa nostra Italia e, quando la scienza entra in campo, non ci sono le ideologie, ma c'è soltanto il dovere di ogni Governo di far sì che quella scienza vada applicata: non esiste niente che possa essere di alcuni e non di molti. Mi preoccupo molto di un Governo che non abbraccia la scienza e non la porta avanti in ogni caso. Mi preoccupo di un Governo che pensa alle proprie idee, ma non porta avanti ciò che scientificamente è avvalorato; di questo mi faccio promotrice e per tale motivo ho proposto l'emendamento 3.19, sperando che il Parlamento possa esprimere un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.19 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà a partire dalle ore 14,50.
La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,55.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Caiata, Cancelleri, Colucci, D'Incà, D'Uva, Dadone, Gallo, Gava, Gelmini, Giachetti, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Schullian e Vacca sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente settantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge n. 1041.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Bellucci 3.19.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Migliore. Sono certo che nel frattempo chi deve stare in Aula ci sarà. C'è il Governo, ecco, perfetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento all'articolo 4, l'emendamento 4.2 Migliore. Credo che ovviamente questo emendamento sia estremamente semplice; si tratta semplicemente di sopprimere un articolo e, dal nostro punto di vista, potrebbe causare qualche problematica relativa proprio alla soppressione effettiva di quest'articolo.
Ovviamente, stiamo parlando di un decreto estremamente importante: è una conversione in legge proprio in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo, delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ora, decidere di sopprimere un articolo di questo tipo, che, ovviamente, ci pone delle problematiche non indifferenti, non rientra nelle politiche che vorremmo in un qualche modo portare avanti.
Reputiamo, quindi, che sia fondamentale mantenere in questo modo l'articolo, anche se vedo che, anche nei successivi emendamenti, sempre a firma Migliore, il 4.4 per esempio, si chiede effettivamente, dopo l'eliminazione dell'articolato completo dell'articolo 4, l'eliminazione del comma 1: è qualcosa che non ci trova d'accordo.
Non ci trova d'accordo perché in una conversione di un decreto così importante, come quello, appunto, che ricordavo del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, sopprimere un articolato di questa importanza potrebbe provocare uno squilibrio in tutto il provvedimento che, sostanzialmente, non ci trova d'accordo.
Quindi, è chiaro che siamo in un'Aula parlamentare, e quindi è più che fondamentale che tutti i gruppi politici trovino, in un qualche modo, la possibilità ovviamente di parlare e di discutere sulle varie proposte. Non sempre abbiamo le stesse idee, e ci mancherebbe, è fondamentale che ci siano idee diverse, idee che in un qualche modo possono non essere concilianti con noi. Però, crediamo che questo articolo debba essere mantenuto, e quindi, ovviamente, il MoVimento 5 Stelle voterà contro l'emendamento 4.2 Migliore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Facciamo un po' la storia di questo provvedimento, perché questo provvedimento ci è arrivato dal Senato, e quindi è già stato modificato. Noi abbiamo cercato di (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)…
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate intervenire la relatrice.
ROBERTO GIACHETTI (PD). Pensavamo che arrivasse dalla luna, non dal Senato!
PRESIDENTE. Collega Giachetti!
FEDERICA DIENI (M5S). …esaminarlo, quindi è in seconda lettura. Presidente, se può richiamare all'ordine, la ringrazio.
PRESIDENTE. Lo faccio io: lei illustri l'emendamento e io richiamo all'ordine, così ognuno fa il suo.
FEDERICA DIENI (M5S). Va bene, benissimo. Questo è un emendamento che non possiamo accogliere. Abbiamo cercato di esaminare in Commissione al meglio, nel tempo che avevamo, tutti gli emendamenti che sono pervenuti dalle opposizioni in un clima di collaborazione e sicuramente ci saranno degli ordini del giorno che accoglieremo, e quindi abbiamo prestato la massima attenzione; ovviamente, purtroppo, non avevamo tantissimo tempo a disposizione per poterlo fare. Alcuni emendamenti non li condividiamo perché sono stati presentati in maniera un po' strumentale, alcuni sono soppressivi, e quindi…
PRESIDENTE. Collega Dieni, lei ha esaurito il suo tempo.
FEDERICA DIENI (M5S). Va bene, la ringrazio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Migliore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, l'eccezione di questa lunghezza della votazione non si ripeterà più nel corso del pomeriggio, almeno fino a quando presiedo io.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Migliore, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Mi scusi, collega Dall'Osso, non l'avevo vista. Il collega Dall'Osso voleva votare, non è riuscito a farlo in tempo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.8 Migliore, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.10 Ascani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo a favore di questo emendamento per l'aggiunta degli importi complessivi da parte degli enti locali per gli interventi sull'edilizia scolastica per quanto riguarda le annualità del 2018 e del 2019, e anche per gli interventi per l'impiantistica sportiva. Questo emendamento non supplisce l'inammissibile, da parte mia e da parte nostra, soppressione della struttura di missione per l'edilizia scolastica, che io vengo a lamentare.
Le strutture di missione, in particolare la struttura di missione dell'edilizia scolastica, sono state, e questa in particolare è stata uno strumento estremamente efficiente per quanto riguarda l'ausilio agli enti locali, ai sindaci. Io sono un sindaco, e come tale ho potuto usufruire della bontà e dell'efficienza di questa struttura, una vera e propria task force al servizio degli enti locali. Quindi non è possibile assolutamente comprendere la definizione di “inutile” di una struttura come questa, ma soprattutto l'oggettiva soppressione di uno strumento di coordinamento assolutamente importante.
Vedete, la struttura di missione per l'edilizia scolastica dal 2014 ad oggi ha stanziato 10 miliardi di euro a favore dell'edilizia scolastica, sia per quanto riguarda la messa in sicurezza delle strutture, sia per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione, ma anche di costruzione di nuovi edifici. Si sono realizzati 300 nuovi edifici, si sono effettuati più di 2.100 interventi in tutta Italia. Da vent'anni a questa parte non si era mai vista una politica di aiuto alla ricostruzione del nostro patrimonio edilizio, che peraltro è molto datato, e soprattutto ha bisogno di interventi là dove le zone sono particolarmente a rischio (mi riferisco alle zone sismiche).
Quindi la mia esperienza diretta è stata da sindaco prima e dopo l'istituzione della struttura di missione. E allora colleghi, guardate, vi dico, il cambiamento c'è stato, e c'è stato con l'introduzione di questo strumento, che ha evitato lungaggini burocratiche, ha eliminato procedure bizantine, ha permesso agli enti locali di arrivare immediatamente ad avere l'aiuto per la programmazione, per le varianti, per tutte le procedure, sia amministrative che tecniche, che i comuni, specialmente quelli piccoli, hanno bisogno di avere e non possono avere dai singoli ministeri, i quali ribaltano l'uno con l'altro singole procedure. Quindi senz'altro è una perdita notevole che i sindaci lamentano; e non solo i sindaci, le province, perché la struttura di missione ha senz'altro aiutato in questo difficile momento per l'edilizia scolastica anche agli amministratori provinciali.
La struttura di missione voglio ricordare che è stata anche quella che ha permesso la ricognizione dei fondi di finanziamento, il monitoraggio, è quella che ha permesso di potenziare l'anagrafe edilizia scolastica come strumento fondamentale ai fini della programmazione, perché per programmare bisogna avere un'anagrafe edilizia assolutamente aggiornata. Gli enti hanno valutato la struttura come un fondamentale supporto tecnico e programmatico per favorire gli interventi di edilizia scolastica, e di questo quindi io mi rammarico moltissimo a nome degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.50 Butti.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente…
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.
Collega Butti, mi scusi. Pensavo che non fosse un emendamento del suo gruppo. Prego.
ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, ha il torcicollo dall'altra parte. Però, vi sono degli ottimi antinfiammatori, Presidente.
PRESIDENTE. Mi affiderò a lei.
ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, recentemente - era la settimana scorsa e credo fosse mercoledì - abbiamo audito, in VIII Commissione, il Ministro Toninelli nel suo monologo, anzi, nella prima parte del suo monologo, perché speriamo poi possa concedere anche il bis con qualche replica, e abbiamo ascoltato delle cose anche interessanti. Una, in particolare, raccontava della necessaria trasparenza che dovrebbe regnare nei Ministeri per qualsiasi questione e per qualsiasi situazione. Le posso dire che ha suscitato dell'entusiasmo nel gruppo di Fratelli d'Italia questa opinione del Ministro, perché ci piace molto il concetto della casa di vetro, specie se applicata, appunto, ai Ministeri.
Poi, però, che cosa accade? Accade che giunge questo decreto e, con questo decreto, cominciano a sorgere anche i primi dubbi. Al di là di quanto abbiamo ascoltato durante il dibattito sulle pregiudiziali relativamente a requisiti di necessità e urgenza - e credo che i colleghi abbiano spiegato che non sussistono in questo caso -, noi abbiamo pensato che, prima di tradurre in un emendamento il concetto che ora vado ad esprimere, fosse il caso di rivolgere al Governo, presente in Commissione, alcune domande. Le domande erano abbastanza semplici ed erano tre. In particolare, perché evitare il parere consultivo delle Commissioni, perché una deroga di un solo anno rispetto al procedimento tradizionale e perché questo articolo 4-bis, introdotto surrettiziamente e in modo anche un po' rocambolesco al Senato. Le devo dire che la risposta del Governo è stata balbettante, nel senso che non ci ha assolutamente convinto e quindi abbiamo deciso, con i colleghi Foti e Trancassini, di tradurre questo concetto in emendamento.
Il nostro emendamento è molto semplice e va proprio nella direzione indicata dal Ministro Toninelli, là dove parla di trasparenza e di partecipazione parlamentare relativamente al ruolo che le Commissioni, anche in questa materia, dovrebbero svolgere. Noi chiediamo di rimuovere quella deroga, che è stata introdotta al Senato, perché vogliamo che il Parlamento vigili su tutto ciò che avviene all'interno dei Ministeri. Vogliamo, cioè, aiutare i Ministri, come Toninelli, a razzolare meglio di quanto predichino. Spiace che, sia in sede di Commissione sia in Aula, le relatrici non abbiano compreso che, in questo testo, vi è di fatto una cessione di sovranità. Noi utilizziamo tantissimo questo sostantivo femminile probabilmente senza dare alla semantica il giusto peso e c'è una cessione di sovranità perché vengono bypassate sistematicamente le Commissioni parlamentari. Ora, noi sappiamo che Grillo ha proposto di chiudere il Parlamento, però - un'informazione a tutti - lo farà solo tra qualche lustro. Quindi, possiamo ancora goderci qualche sprazzo di democrazia, ovviamente in attesa di procedere con il sorteggio per l'elezione di deputati e senatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.50 Butti.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-ter.1 Occhiuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, intervengo soltanto una volta per tutti gli emendamenti del gruppo di Forza Italia riferiti all'articolo 4-ter.
Il nostro sforzo è come sempre sinergico, come ci sforziamo che sia sempre sinergico, e in qualche modo tende a migliorare la qualità dei provvedimenti, come in questo caso. Noi proponiamo di inserire questa lettera a) che sostituisce quella proposta: “a) opera, in raccordo con le amministrazioni competenti, il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e degli interventi della politica di coesione, anche attraverso specifiche attività di valutazione e verifica, ferme restando le funzioni di controllo e monitoraggio attribuite alla Ragioneria generale dello Stato”. Qual è lo scopo di questo emendamento? Evitare la dispersione burocratica. Il vero problema è che l'Agenzia per la coesione territoriale corre il rischio, aggravato da questo provvedimento, di una dispersione intollerabile che non consenta di valorizzarla compiutamente e corre il rischio, proprio con questa impossibilità di controllo, essendo i procedimenti dispersi in vari rami e in vari settori della pubblica amministrazione, di diventare assolutamente inefficace. Da questo punto di vista è evidente che l'Agenzia non ha esercitato quella funzione di coordinamento e direzione per la quale era stata concepita. Non abbiamo difficoltà a segnalare come quella che oggi si verifica sia una vera e propria situazione di ginepraio di organi, funzioni, incarichi e attribuzioni che, in qualche modo, dà l'idea di una sorta di dolo eventuale per impedire il funzionamento della stessa Agenzia.
Noi proponiamo, in linea con la proposta Occhiuto, Prestigiacomo ed altri, che cercava di razionalizzare la governance dell'Agenzia stessa, un modo di potenziare, con tutti i nostri emendamenti, la qualità dell'apporto dell'Agenzia e, sostanzialmente, tendendo a due risultati fondamentali: innanzitutto, tener conto degli obiettivi definitivi dagli atti di indirizzo e di programmazione della Presidenza del Consiglio con riferimento ai fondi strutturali europei e al Fondo per lo sviluppo e la coesione, perché questi fondi possano operare, in raccordo con le amministrazioni competenti, il monitoraggio continuo dei programmi operativi. Infatti, è evidente - dico una cosa assolutamente banale - che monitorare il funzionamento dei programmi, con un occhio ai fondi, contribuisce proprio e dà l'idea, con valutazione e verifica, di come quest'Agenzia, che è tanto importante per le finalità per cui è stata predisposta, possa avere lo scopo che merita.
Tuttavia, abbiamo l'impressione - e quando dico abbiamo l'impressione è un eufemismo - che quello che si propone oggi con questo - diciamo così - eufemisticamente singolare decreto-legge non faccia altro che aggravare una situazione già grave e, a fronte di un aggravamento di una situazione già grave, c'è soltanto un rimedio, Presidente: il raccordo, la sinergia, il monitoraggio e tutte quelle forme di chiarezza preventiva che consentono di dare effettività all'istituto. Forza Italia, pertanto, con i suoi emendamenti propone un miglioramento di quella che è la proposta, a nostro avviso non condivisibile, che scaturisce da questo provvedimento e voterà convintamente a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo a nome del gruppo per sottoscrivere l'emendamento a prima firma dell'onorevole Occhiuto. L'emendamento coltiva la condivisibile aspirazione di rimediare all'eccessiva genericità e, quindi, alla prevedibile inefficacia della norma che attribuisce all'Agenzia per la coesione territoriale funzioni di assistenza tecnica e di formazione del personale.
Il tema è molto delicato e riguarda la capacità di spesa dei fondi pubblici da parte delle regioni e, in particolare, delle regioni del sud, dove si è ormai smarrita, per la spesa di fondi europei, la funzione complementare sulla quale si sarebbe dovuto fondare o si dovrebbe fondare il recupero del divario con le regioni centro-settentrionali e si è abdicato in favore di una funzione sostitutiva, Presidente, se è vero che, nel triennio 2013-2015, su 691 euro spesi in conto capitale dallo Stato per cittadino del Mezzogiorno d'Italia, solo 239 rinvengono da fonti statali. È un rapporto invertito rispetto a quello delle regioni centro-settentrionali, evidentemente.
È questa una delle principali criticità su cui si fonda oggi la nuova questione meridionale e rispetto alla quale il nostro gruppo si riserva, alla ripresa dei lavori parlamentari, di mettere a disposizione dell'Aula una proposta organica, non prima però che il Governo dia seguito alla interpellanza che stamattina, facendo seguito all'impegno assunto nel corso della discussione sul decreto “dignità”, abbiamo presentato al Presidente della Camera, perché il Governo venga in Aula a riferire quali sono i suoi intendimenti rispetto al Mezzogiorno d'Italia, quali sono le sue intenzioni di politica economica e sociale per il Sud, non essendosi finora materializzato alcun intervento specifico e concreto per le regioni meridionali, né essendo agevole rinvenirne neanche i profili più generali e iniziali non solo nel contratto di Governo, che dedica a questo sei ermetiche righe, pur in un compendio argomentativo molto strutturato, ma anche nelle azioni finora svolte.
Bene, l'emendamento coglie questa mancanza, molto opportunamente, e immagina di sostanziare questi generici poteri di assistenza tecnica e di formazione che l'Agenzia dovrebbe svolgere in favore delle istituzioni territoriali per la realizzazione di programmi di spesa con attribuzione di funzioni di tecnostruttura, funzioni specialistiche di tecnostruttura, anche per l'attività istruttoria rispetto alla quale si immagina che l'Agenzia si possa dotare anche dell'ausilio di soggetti pubblici, di altri soggetti pubblici.
Sul punto, la proposta che stiamo organizzando immagina che si possa andare oltre e, seppur in maniera coerente con regolamento costituzionale di competenza, si possano immaginare meccanismi di sussidiarietà, a fronte di determinate condizioni di inefficienza della spesa. E, però, questa è sicuramente la direzione che può consentire, adesso e subito, con l'urgenza necessaria, che certo non è assecondata dalla norma così come declinata, un'accelerazione della spesa per investimenti nel Sud Italia, in mancanza della quale non è possibile seriamente parlare di un rilancio del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.1 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.2 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-ter.50 Pella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente, grazie colleghi. Sicuramente i regolamenti dell'Unione Europea attribuiscono ai comuni e alle autorità urbane il ruolo di beneficiari dei programmi operativi di politica di coesione. Penso, in modo particolare, al programma operativo delle città metropolitane, un programma PON metro, che in qualche modo ha dato forza, spessore a quelle che sono le risposte nei confronti dei cittadini o, ancor di più, a quelli che sono i Programmi operativi regionali, i POR, dotati di un asse urbano che in qualche modo mette le città in alcune funzioni delegate, non solo su quelli che sono gli aspetti gestionali, ma soprattutto su quelle che sono le attività di controllo.
Ebbene, visto che l'Italia è un Paese formato da 8 mila comuni, io credo che sia importante, in modo particolare in quelle piccole e medie realtà, che ci sia un'associazione che possa garantire e fungere da collante, come diceva molto bene precedentemente l'onorevole Sisto, in quella che è un'attribuzione non solo di risorse, ma soprattutto di professionalità.
Ecco il motivo per il quale abbiamo richiesto che possa esserci la collaborazione dell'Associazione nazionale comuni italiani, proprio per diventare non solo un momento importante e significativo di confronto, ma soprattutto di collante, per quelle che sono le miriadi di piccoli comuni italiani stessi.
Presidente, ne approfitto anche per prendere atto che, in queste ore, è stato approvato il «milleproroghe» al Senato e che naturalmente sarà il primo grande provvedimento che affronteremo dopo le vacanze. Indubbiamente, oggi c'è una risposta molto chiara a quelli che erano gli obiettivi dei sindaci, ma in qualche modo anche l'obbligo che il Governo aveva di rispondere alle due sentenze della Corte costituzionale che sbloccano gli avanzi di amministrazione.
Ebbene, noi, come gruppo di Forza Italia, applaudiamo a quello che è l'impegno, in modo particolare del sottosegretario Garavaglia e anche del sottosegretario Candiani, con il quale si è stretto anche un accordo in Conferenza Stato-città, su quello che è lo sblocco che, ricordo, sono cifre significative, lo dico in modo particolare ai colleghi tanti sindaci della Lega, perché parliamo di 140 sul 2018, 310 sul 2019, 350 sul 2020.
Ebbene, questa è una grande battaglia che noi, come centrodestra, abbiamo sempre portato avanti e faceva parte integrante di quello che era l'accordo di programma sottoscritto da Berlusconi, Salvini e Meloni.
Ecco, io credo che, soprattutto dove noi governiamo, e vi è un'alleanza che non solo dimostra di essere organica, ma soprattutto funzionale, ben amministrata, che in qualche modo è assodata da quello che sono i risultati concreti che noi otteniamo, bene noi su questi, soprattutto sui comuni virtuosi, oggi apriamo una pagina importante rispetto a quelle risorse che abbiamo in pancia e che non riusciamo a spendere.
Però, dico a voi in modo particolare di porre una grande attenzione: non vorrei che parte di quei fondi fossero utilizzati da quello che è stato un altro bel progetto, Bando periferie, in quei 96 comuni capoluoghi nei quali molti di noi del centrodestra, lo sottolineo, governiamo molto bene; e su questi chiedo a voi la massima attenzione proprio perché queste risorse non siano soppresse e in qualche modo vengano date, così come sono state già sottoscritte da diversi mesi da parte della Presidenza del Consiglio con i tanti sindaci sul Bando periferie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.50 Pella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.3 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.4 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.5 Occhiuto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio)
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.6 Occhiuto, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-quater.1 Benamati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI (PD). Presidente, grazie. Anche questo emendamento riguarda una di quelle situazioni, come si diceva prima, che sono state inserite nell'ambito dell'esame del Senato. Faccio una breve premessa; qui, parliamo di spazio, parliamo di eurospazio, un settore che per l'Italia è estremamente importante, perché significa non solo occupati, ma significa ricerca, innovazione, ricadute tecnologiche, ricadute economiche e l'Italia è un leader europeo e mondiale del settore.
Nella XVII legislatura, che è finita da poco, nel nostro Paese si è avuta un'esperienza, direi, positiva di coordinamento di settori; si è istituita una cabina di regia a livello di Presidenza del Consiglio per coordinare gli sforzi dei Ministeri, delle regioni e dei diversi attori, in primis dell'Agenzia spaziale italiana che è il braccio operativo del nostro Paese nel settore, che rappresenta l'Italia nell'ESA, nell'Agenzia spaziale europea, e che porta le nostre aziende all'interno anche dei programmi europei. Questi sono stati per lo spazio, per l'eurospazio anni positivi di successi tecnici, scientifici e anche economici.
Questo Parlamento, nell'ultima legislatura, ha tradotto quella buona esperienza di pratica politica in una legge e in un consolidato, cioè la legge n. 7 del 2018 che ha istituito un Comitato interministeriale per le politiche dello spazio e della ricerca aerospaziale, dando una delega a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio di settore. Il sottosegretario delegato, in questa legislatura, per la prima volta, è l'onorevole Giorgetti. Naturalmente questo Comitato è costituito da tutti i Ministeri interessati, dalle regioni, dalla Conferenza Stato-regioni e, naturalmente, dall'Agenzia spaziale italiana che è l'ente preposto.
Orbene, signor Presidente, cos'è successo in fase di conversione di questo decreto in Senato? Che è stato presentato un emendamento, una fattispecie specifica che doveva modificare, sostanzialmente, alcune questioni formali, i nomi dei Ministeri, ne abbiamo discusso oggi, ma che, oltre a rettifiche di forma, ha fatto una modifica di sostanza, ha tolto l'Agenzia spaziale italiana dal Comitato di coordinamento. In questo caso, naturalmente, Presidente, l'ha ridotta al rango di una componente non partecipante continuativamente, ma solo a richiesta, e che può esprimere pareri tecnico-scientifici. Una scelta che è incomprensibile o, forse, direi, anche troppo comprensibile, guardando come stanno andando le cose. Questo Comitato diventa solo un comitato politico, siamo in una situazione nella quale le competenze tecnico-scientifiche vengono spesso sottovalutate o irrise e c'è un po', così, l'ansia da prestazione di smontare tutto.
Allora, non è importante per chi ha presentato l'emendamento e per la maggioranza, evidentemente, se questa nuova organizzazione rischia di non raggiungere gli obiettivi che si prefiggeva, ma è importante per noi.
Il nostro emendamento - e vado alla conclusione, Presidente - vuole sanare questa situazione, ripristinando la condizione originaria, perché per noi questo è un errore e vorremmo mettere un argine a questo errore; probabilmente, la maggioranza, credo, vedendo l'andamento degli emendamenti che ci hanno preceduti, ci dirà di “no”, ma quest'Aula si deve rendere conto anche di quanto stiamo facendo in questo settore, cosa che, a mio avviso, non ha né logica né ratio.Concludo dicendo che chi pensava che questa situazione passasse inosservata si è sbagliato, perché qui non finisce un provvedimento, qui inizia una questione, perché ho intenzione, in ogni provvedimento che riguarderà il settore, di riproporre questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, l'applauso è senz'altro dovuto al suo intervento, collega Benamati. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Appoggio l'intervento del collega Benamati, ma vorrei solo spiegare brevissimamente all'Aula che cosa è successo. Io penso si tratti di un errore da parte del Governo e capisco che non ci sia intenzione di correggerlo, adesso, perché nessuno pensa di tornare con questo decreto al Senato durante questa settimana, ma abbiamo costituito un Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, perché il tema dello spazio è un tema che non può essere affrontato da un Ministero o solo da un ente, è un tema che affronta lo Stato. Quando parlo di spazio, parlo di space economy, oltre 300 miliardi all'anno nel mondo, capisco che sia lontano, magari dalla nostra esperienza quotidiana, ma se parliamo di futuro, è uno dei temi del futuro. All'interno di questo Comitato interministeriale c'era l'Agenzia spaziale italiana, cioè l'ente che lo Stato ha delegato per fare la politica spaziale, per cui è logico che all'interno di un Comitato dove si riuniscono tutti i Ministri, ci sia anche un rappresentante di chi quella politica spaziale la fa ogni giorno e la persegue ogni giorno.
Con un emendamento al Senato, tra l'altro non un emendamento del Governo, è passata l'esclusione dell'Agenzia spaziale italiana da questo Comitato e ne è stato fatto cadere l'unico rappresentante tecnico. Io penso sia un errore, per cui mi associo a Benamati, soltanto per segnalarlo al Governo e fare in modo che si possa intervenire in un altro provvedimento, tra i tanti che ci saranno, successivamente a quello, siccome basterebbe, a quel punto, reintrodurre la parola “ASI”; si vada a intervenire, perché altrimenti perde di senso il Comitato di coordinamento; è come fare un Comitato per parlare di medicina e non avere un rappresentante dei medici all'interno, sarebbe surreale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Basini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BASINI (LEGA). Semplicemente per chiedere al Governo, visto che si tratta di una questione tecnica e non politica, se mantiene l'opposizione a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Epifani. Ne ha facoltà.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente, vorrei anch'io che il Governo riflettesse su questa situazione, perché l'Agenzia spaziale italiana non è soltanto un organismo importante per la politica di ricerca, d'innovazione, per le ricadute di politica industriale per il nostro Paese, ma fa parte, ed è una parte importante, dell'Agenzia spaziale europea. Che cosa deve pensare l'Agenzia spaziale europea di un'Agenzia spaziale italiana il cui responsabile non è chiamato a far parte di una politica di coordinamento delle politiche che riguardano l'Agenzia spaziale italiana? Quindi, siamo in presenza di una colossale sciocchezza, un errore per quanto riguarda la nostra industria spaziale, la nostra ricaduta sulla ricerca e la politica di innovazione e una figura in Europa di cui, onestamente, il nostro Paese non credo abbia bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-quater.1 Benamati con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Sottosegretario Manzato, prego.
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Sì, Presidente, allora, sull'ordine del giorno…
PRESIDENTE. No, glieli chiamo io. Auspicavo e pensavo che lei avesse un parere cumulativo. Non è così, quindi: ordine del giorno n. 9/1041/1 Foti?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/2 Bellucci?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto, purché riformulato sugli impegni. Tutti gli impegni devono avere la dizione: “nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, a valutare l'opportunità di:” e poi tutti gli impegni.
PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 9/1041/3 Meloni?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto, come raccomandazione, purché riformulato. Sempre, a tutti gli impegni, premettere le parole: “nell'ambito delle risorse di disponibilità a legislazione vigente, a valutare l'opportunità di” e tutte le riformulazioni.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/4 Silvestroni?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto come raccomandazione, purché riformulato nel primo impegno aggiungendo le parole: “nel presupposto che vengano rinvenute le necessarie risorse finanziarie a copertura degli oneri”.
PRESIDENTE. Quindi, sono accolti come raccomandazione e con riformulazione.
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Sì.
PRESIDENTE. Benissimo. Ordine del giorno n. 9/1041/5 De Carlo Luca?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto purché riformulato negli impegni premettendo le parole: “a valutare la possibilità di rafforzare le iniziative di sostegno e la promozione delle produzioni locali dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera a chilometri zero, nel presupposto che siano rinvenute le necessarie risorse finanziare a copertura degli oneri”.
PRESIDENTE. Ottimo. Ordine del giorno n. 9/1041/6 Panizzut?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/7 Vinci?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto purché riformulato, aggiungendo alla fine le parole: “nel presupposto che vengano rinvenute le necessarie risorse finanziarie a copertura degli oneri”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/8 Lattanzio?
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 15,50)
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto purché riformulato premettendo a tutti gli impegni le parole: “nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, a valutare l'opportunità di”. E poi tutti gli impegni con le modifiche. Le devo leggere?
PRESIDENTE. Sì.
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. “A continuare a sostenere il sistema turistico italiano in ognuna delle dimensioni, ivi compresa quella culturale, che nel nostro territorio e Paese conserva un ruolo notevole”; al secondo impegno: “A considerare la specificità turistico-culturali dell'Italia anche in un'ottica di promozione olistica del sistema Paese, tenendo conto delle peculiarità locali”; “Promuovere il ruolo dell'enogastronomia, anche attraverso distretti del cibo, favorendone la connessione con le specificità culturali e territoriali”; “di favorire la diffusione delle migliori pratiche, volte a valorizzare le sinergie tra turismo ed enogastronomia in tutto il territorio nazionale”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/9 Daga?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto come raccomandazione, purché riformulato e, quindi, impegna il Governo: “per quanto di propria competenza, a valutare l'opportunità di (…)” . Alla fine dell'impegno aggiungere le parole: “nel presupposto che siano rinvenute le necessarie risorse finanziarie a copertura degli oneri”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/10 Labriola?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Contrario.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/11 Gagliardi?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto come raccomandazione, purché riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di: mantenere le procedure attualmente in essere relative alla programmazione delle risorse, di cui in premessa, riavviando un confronto con le regioni; mantenere le funzioni che la legge n. 116 del 2014 affida ai presidenti delle regioni, in qualità di commissari di Governo, per l'attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico, nonché circa la gestione dei trasferimenti in capo al Ministero dell'Ambiente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/12 Piccoli Nardelli?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto, purché riformulato: espungere le ultime tre premesse. Poi, sugli impegni: “a valutare l'opportunità di portare avanti azioni di valorizzazione del patrimonio culturale in collegamento con il turismo, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/13 Ciampi?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire il supporto tecnico-amministrativo, operato negli ultimi anni dall'unità di missione, al fine di individuare le corrette procedure e favorire gli interventi di edilizia scolastica già avviati, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/14 Ascani?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto con riformulazione: espungere l'ultima premessa e poi: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative per il sostegno didattico e l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, nel presupposto che siano rinvenute le necessarie risorse disponibili a legislazione vigente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/15 Paolo Russo?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto con riformulazione. Viene sostituito l'ultimo impegno con il seguente: “a valutare la possibilità di promuovere, nell'ambito delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili a legislazione vigente, azioni di coordinamento tra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della Salute, in tutte le sedi competenti, la rappresentazione dei valori nutrizionali contenuti negli alimenti, di facile lettura per il consumatore, ma rappresentativo degli effetti complessivi degli alimenti, considerando che la dieta mediterranea risulta essere una dieta sana ed equilibrata”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/16 Fidanza?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Invito al ritiro.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/17 D'Arrando?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/18 Chiazzese?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/19 Bond?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto con riformulazione nell'impegno. Si impegna il Governo “a valutare l'opportunità, nel presupposto che siano rinvenute le necessarie risorse finanziarie a copertura degli oneri, di prendere iniziative in merito alla messa in sicurezza del sistema idrogeologico nella provincia di Belluno”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/20 Baratto?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Sempre accolto con riformulazione. Impegna il Governo “a valutare l'opportunità, nel presupposto che siano rinvenute le necessarie risorse finanziarie a copertura degli oneri, di prevedere iniziative per la difesa del suolo e della fascia pedemontana”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/21 De Lorenzis?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/22 Bendinelli?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Accolto, come raccomandazione, purché riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di promuovere il turismo nell'intero territorio del lago di Garda, in continuità agli ottimi standard di ricettività e di controllo dell'ambiente e della promozione del brand Lago di Garda, nell'ambito delle risorse finanziare disponibili a legislazione vigente”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1041/23 Gadda?
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Parere contrario.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ordine del giorno n. 9/1041/1 Foti, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1041/2 Bellucci, accolto se riformulato. Accetta la riformulazione? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1041/3 Meloni, accolto come raccomandazione. Accetta la raccomandazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1041/4 Silvestroni, accolto con raccomandazione e riformulato. Ordine del giorno n. 9/1041/5 De Carlo Luca, accolto con riformulazione. Accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/1041/6 Panizzut, accolto. Ordine del giorno n. 9/1041/7 Vinci, accolto con riformulazione. Vinci, accetta la riformulazione? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1041/8 Lattanzio, accolto con riformulazione. Accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1041/9 Daga, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1041/10 Labriola, contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie Presidente. L'ordine del giorno a mia prima firma, che ha avuto parere contrario del Governo, smaschera le effettive idee che ha il Governo sul gestire le questioni sanitarie nei territori che vengono citati all'interno del riordino del Ministero.
Forse chi siede ai banchi del Governo scorda che nel 2020 ci sarà il primo picco sanitario per le malattie connesse all'inquinamento, e mi devono spiegare come si farà a fronteggiare quell'emergenza, se non si dà un assetto speciale alla sanità nelle zone campane, a Taranto e a Statte, che sono debilitate e deficitarie sotto il profilo della sanità.
L'ordine del giorno, infatti, impegnava il Governo ad attribuire, di concerto con la regione Puglia e le ASL di Taranto, un assetto speciale che le ponga sotto il diretto controllo delle istituzioni statali. Abbiamo un Governo che vuole statalizzare nuovamente Alitalia, i Commissari straordinari dell'Ilva dicono che se il Governo porrà la questione della nazionalizzazione dirà la sua su questo percorso, e non si vuol dare un assetto speciale alla sanità di quei territori, che hanno un doppio schiaffo, dalla regione, che non interviene pur essendo di sua competenza, e dallo Stato - come se i dati che sono già in nostro possesso non parlassero di un bollettino di guerra -, che butta e continua a buttare soldi con i continui monitoraggi, senza spendere un centesimo per il riassetto organizzativo delle ASL di quei territori, che sono martoriati.
Allora, non si interviene prontamente sulle bonifiche, non si dice che futuro avrà lo stabilimento Ilva, tutto diventa e resta aleatorio, e quando si propone qualcosa di buonsenso non viene accolto. Il 15 settembre - ormai la clessidra è stata rovesciata - il Governo dovrà esprimersi sulla grande e complessa questione dell'Ilva, spero che al contempo ci sia un programma straordinario di interventi sanitari, e non solo, per questi territori. Non posso più ammettere ed accettare che si sprechino i soldi per i monitoraggi: abbiamo già i dati, i dati parlano chiaro, abbiamo bisogno di interventi seri, strutturali e concreti, con un cronoprogramma certo e preciso! Questo è quello che chiedeva quest'ordine del giorno: non penso che il Governo voglia cambiare parere su questa questione, ma invito a riflettere chi siede ai banchi del Governo, perché non si può continuare a lasciare soli quei territori, che oltre al danno subiscono anche la beffa di chi parla e sventola dati solo per propaganda politica e non muove un dito per risolvere le questioni che dipendono direttamente dallo Stato. Questo è inaccettabile, ed è vergognoso per chi dice di essere il Governo del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti).
PRESIDENTE. Senza commenti. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labriola n. 9/1041/10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Ordine del giorno Gagliardi n. 9/1041/11, accolto come raccomandazione con riformulazione: accetta? Sì, perfetto. Ordine del giorno numero Piccoli Nardelli n. 9/1041/12, accolto con riformulazione: accetta. Ordine del giorno Ciampi n. 9/1041/13, accolto con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Ascani n. 9/1041/14, accolto con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Russo Paolo n. 9/1041/15, accolto con riformulazione: va bene.
Sull'ordine del giorno Fidanza n. 9/1041/16 c'è un invito al ritiro: deputato, accede all'invito al ritiro?
CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, questo ordine del giorno ripropone un tema che abbiamo già trattato con un analogo emendamento questa mattina, richiamando il Governo a valutare l'opportunità di istituire un ministero specifico per il turismo.
Ricordo a me stesso e all'Aula che questo impegno era contenuto nel programma elettorale che la coalizione di centrodestra ha sottoposto agli elettori il 4 marzo. Ricordo ulteriormente che la doppia fase dell'istituzione del Ministero del Turismo, seppure in due tappe, quindi con un iniziale passaggio sotto la Presidenza del Consiglio nel testo dell'accordo del contratto di Governo - in questo caso sotto il Mipaaf, per quanto riguarda il decreto di cui stiamo trattando, ma con l'obiettivo di arrivare all'istituzione di un ministero autonomo -, è contenuto nel contratto di Governo che la maggioranza ha siglato, per cui vorrei conoscere dal Governo la motivazione della richiesta di ritiro di quest'ordine del giorno, che non fa altro che impegnare il Governo a fare, nei tempi che reputerà opportuni, quello su cui si sono impegnati nei confronti degli italiani e di quest'Aula all'atto del voto di fiducia.
Credo che in questi termini noi abbiamo dato massima disponibilità. Abbiamo anche accolto, seppur con dispiacere, la bocciatura del nostro emendamento. I nostri colleghi, al Senato, avevano votato a favore dell'intero decreto, sperando in una resipiscenza da parte del Governo. Siamo anche stati disponibili a riformulazioni di varia natura, anche a ragionare di un periodo di tempo più lungo, se ciò serve per avere una completa riorganizzazione degli uffici; francamente non riusciamo a comprendere le motivazioni per cui ci sia ritrosia da parte del Governo a ribadire in questa sede un impegno che è stato preso, ripeto, pubblicamente, sia per quanto riguarda gli amici della Lega, in campagna elettorale, con tutti noi del centrodestra, sia nel contratto di Governo che lega questa attuale maggioranza. Per cui, salvo che non ci sia da parte del Governo la disponibilità a motivare puntualmente la richiesta di ritiro, chiedo che si ponga in votazione il mio ordine del giorno.
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Presidente, solo un flash per motivare il ritiro. È ovvio che ciò che è scritto nel contratto di Governo verrà rispettato, perché questa è l'intenzione di questa maggioranza, però non mi nascondo dietro un dito, pensando e ricordando che in questo momento anche il Governo sta dibattendo sulle deleghe e l'applicazione dell'articolo 116, comma 3, in merito alle richieste di autonomia di molte regioni italiane, e tra queste materie c'è anche il turismo.
Quindi, ripensare in maniera molto più organica e molto più precisa il ruolo dello Stato in competenza di turismo, all'interno poi della competenza più ampia che stiamo inserendo nel comparto delle politiche agricole, ci spinge ad aspettare la conclusione, o comunque l'inizio, dei lavori rispetto alla richiesta di ulteriore autonomia che molte regioni stanno chiedendo. In virtù di questo, sarà rispettata sia l'autonomia che, poi, quello che è scritto nel contratto di Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fidanza n. 9/1041/16, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
L'ordine del giorno D'Arrando n. 9/1041/17 è accolto. Ordine del giorno Chiazzese n. 9/1041/18: accolto. Ordine del giorno Bond n. 9/1041/19, accolto con riformulazione: va bene. Ordine del giorno Baratto n. 9/1041/20, accolto con riformulazione: va bene. Ordine del giorno De Lorenzis n. 9/1041/21: accolto. Ordine del giorno Bendinelli n. 9/1041/22, accolto con riformulazione: va bene.
Ordine del giorno Gadda n. 9/1041/23: lo pongo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gadda n. 9/1041/23, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà. Prego, un po' di silenzio sta per intervenire il vostro collega. Dieci secondi, deputato Lupi.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Aspettiamo, aspettiamo.
PRESIDENTE. Prego.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Intervengo brevemente per dichiarazione di voto da parte del gruppo Noi con l'Italia-USEI per dire che sul provvedimento il nostro gruppo si asterrà. La ragione dell'astensione è molto semplice ed è tra l'altro legata anche a un'idea che abbiamo di politica, di rappresentanza ma anche di dovere da parte di chi governa di organizzare la propria attività governativa, declinarla, tradurre in un'organizzazione dell'azione del Governo efficiente il modo con cui gli obiettivi che il Governo si pone…
PRESIDENTE. Per favore… per favore… anche ai banchi del Governo… per favore, deputati… usciamo in silenzio. Prego, deputato Lupi.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Dicevo, signor Presidente, gli obiettivi che il Governo si pone e come, attraverso un'organizzazione dell'azione governativa, raggiungere questi obiettivi. In secondo luogo, la ragione dell'astensione è legata alla logica che legittimamente e giustamente il Governo vuole darsi e alla modalità di lavoro e alle priorità che il Governo vuole darsi. Non è su questi provvedimenti o sul provvedimento in esame che credo debba esplicitarsi la nostra contrarietà o il lavoro di opposizione ed è questa la ragione dell'astensione perché crediamo che sia assolutamente legittimo da parte del Governo decidere, come hanno fatto tra l'altro tutti i Governi che si sono susseguiti in quest'Aula, come organizzare l'azione del Governo. È evidente che si può essere d'accordo o meno sull'accorpamento, ad esempio, della delega del turismo al Ministero dell'agricoltura oppure a quello della cultura. È stato già detto correttamente che nei Governi che si sono succeduti la delega del turismo a volte è stata sotto la Presidenza del Consiglio, a volte è stata addirittura autonoma, a volte è stata inserita e aggregata al Ministero della cultura. Il tema di fondo è uno solo: si ritiene strategico il turismo per il nostro Paese? Il Governo ritiene fondamentale che si attui l'accorpamento in una materia che, tra l'altro, non è stata modificata perché il referendum costituzionale, ricordo, è stato respinto e quindi ancora oggi la materia del turismo è materia concorrenziale: le prime ad essere protagoniste sono le regioni e l'attività governativa sul turismo è un'attività di coordinamento. Quante contraddizioni questo abbia lo sappiamo, ma i cittadini italiani nel referendum hanno votato negativamente sulla riforma costituzionale. Quindi, anche in questo caso credo che il nostro parere debba essere quello di un'astensione nel senso di dire al Governo: si misura e ci si misura non sulla modalità di organizzazione ma sui risultati che l'azione governativa ottiene.
Il tipico esempio è l'aggregazione e la nascita del Ministero della famiglia e della disabilità: in campagna elettorale il centrodestra ha sostenuto con forza l'istituzione del Ministero della famiglia sia un segnale molto importante che bisognava dare nei confronti della disabilità, cioè della pari dignità di tutti i cittadini e del dovere da parte delle istituzioni di rendere protagonista la persona indipendentemente, anzi partendo dalla propria condizione. Credo che intanto sia stato molto utile il dibattito che si è svolto in quest'Aula in cui ci si è confrontati.
Credo che, se un Governo vuole darsi delle priorità, uno dei modi con cui dà delle priorità alla propria azione è indicare un Ministero, dire che quel settore, quell'azione per il nostro Governo diventa a tal punto prioritario che istituiamo un Ministero. Famiglia e disabilità diventano quindi una priorità nell'azione del Governo. Noi avevo chiesto fortemente che ci fosse un Ministero per la famiglia: dare un Ministero per la famiglia vuol dire obbligare e lo vedremo adesso nel disegno di legge di bilancio che sarà presentato dal Governo se e quanto ci saranno capitoli e risorse finanziarie dedicate alla famiglia. Nel passato Governo sono stati fatti passi avanti sul tema; sono stati introdotti stanziamenti ad hoc per il sostegno alla famiglia e alla maternità e, da questo punto di vista, credo che il giudizio che si esprimerà darà conto del fatto se il Ministero sarà solo un Ministero formale o finalmente costituirà una priorità che il Governo e credo anche tutto il Parlamento dovrà darsi. Se la famiglia è il principale ammortizzatore sociale, uno dei pilastri principali della società, che ci sia un Ministero ad hoc dedicato alla famiglia ritengo sia un segnale assolutamente positivo. Suggeriamo al Ministro per la famiglia e al Governo, ad esempio, che la prima azione che si dovrebbe fare, esattamente come è stato fatto per altri settori, è il riordino di tutte le leggi e di tutte le azioni in materia di famiglia, una legge unica, un testo unico sulla famiglia, con lo stanziamento delle risorse di bilancio ad hoc, che direbbe finalmente che la famiglia non è trattata nell'azione del Governo come l'ancella, come la parente povera ma non solo a parole ma anche nei fatti diviene e diventa un punto di riferimento. Chiunque ha amministrato un comune, ha amministrato nella pubblica amministrazione o ha militato nel Governo sa che il bilancio di uno Stato è fatto per capitoli e se all'interno del capitolo di bilancio e della legge di bilancio esiste un capitolo ad hoc dedicato al settore è evidente che questo indica una priorità e può essere misurato in termini di efficacia, di efficienza e di risultati. Allo stesso modo vale per noi per avere un segnale molto importante che è dedicato proprio al Ministero per la famiglia e le disabilità. Se questo è un modo per darsi una priorità, per recuperare il gap perduto, per ridare dignità a tutti, credo che sia un segnale assolutamente positivo. Sta all'azione del Governo e del Ministero non fare diventare una ghettizzazione l'azione in questo campo, coordinare le azioni che ci sono, intervenire con forza, essere interlocutore con forza di tutti. Non essere pregiudizialmente contro vuol dire fare il nostro lavoro, l'opposizione, ma di chi non sempre deve votare contro le azioni di un Governo. Il Governo si assume la responsabilità, si organizza per aree e nella maniera più efficiente e viene misurato - lo diciamo con molta forza - non ci sono più alibi: l'azione di Governo si sviluppi, il Governo presenterà le proprie azioni, presenterà la propria legge di bilancio e su quella certamente il giudizio sarà ferreo e duro se si va in una certa direzione o se si va in un'altra. Abbiamo appena approvato il decreto “dignità” dove la nostra posizione è stata assolutamente contraria proprio perché, benché il Governo si sia dato una priorità unendo il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico, il provvedimento che ne è conseguito è stato invece esattamente l'opposto: dividere il lavoro dalle imprese. Questo è quello che crediamo debba essere il modo in cui ci si paragona e ci si confronta in quest'Aula e credo anche nel Paese. Gli altri temi - concludo - che il provvedimento tratta sono un'organizzazione diversa rispetto al Governo passato riguardo ad alcune priorità assolute del Paese che erano state identificate. Vedo qui il Ministro dell'Ambiente, anche se è distratto in questo momento, signor Presidente, ma non importa tanto, tramite lei, richiamiamo il Ministro dell'ambiente, se ovviamente ha voglia di ascoltare il nostro intervento…
PRESIDENTE. Ministro Costa …
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie. Gli interventi sul dissesto idrogeologico, gli interventi in materia di prevenzione ambientale, task force che erano state costituite presso la Presidenza del Consiglio indicano una delle priorità che c'è sempre stata: priorità che viene dimenticata e che poi puntualmente ritorna quando siamo di fronte a catastrofi.
L'impegno che il Ministero dell'ambiente deve assumersi è esattamente quello di dotarsi di tutti gli strumenti e risorse che già ci sono per attuarle e per spenderle: su questo sarà misurato. Se vi sono alibi del tipo: no, è nella Presidenza del Consiglio, no, è colpa di quelli che mi hanno preceduto, no, ma forse non ce la faremo, è colpa della burocrazia, togliamo di mezzo qualsiasi alibi e diamo la possibilità a questo Governo in questo caso di agire e poi misureremo l'efficacia dell'azione del Ministro dell'ambiente e l'efficacia dell'azione del Governo riguardo ai risultati che otterrà. Stessa cosa vale, ovviamente, per quanto riguarda l'edilizia scolastica, che sappiamo essere stata messa al centro della priorità nella passata azione di Governo e su cui ancora tanto c'è da fare. Queste sono le ragioni per cui il nostro gruppo si asterrà su questo provvedimento, continuando a dire che noi vogliamo confrontarci positivamente e seriamente con l'azione di questo Governo, portando il nostro contributo, facendo seriamente l'opposizione, ma l'opposizione è anche questo.
Credo che ci debbano essere alcuni temi su cui il lavoro comune di quest'Aula, nelle posizioni diverse, debbano vedersi come una priorità per tutti. Questo è l'auspicio e questo è l'augurio, e quindi ribadisco che Noi con l'Italia-USEI si asterrà su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, brevemente per esprimere il voto favorevole a questo provvedimento della componente MAIE del gruppo Misto che ho l'onore oggi di rappresentare. In questo dibattimento sono emerse posizioni molto interessanti, di cui ho certamente apprezzato la qualità, e ringrazio i colleghi e le colleghe per averle offerte all'attenzione dell'Assemblea. Tra i tanti temi discussi, per motivare il voto favorevole della componente MAIE prendo, ad esempio, un ambito a me particolarmente vicino, perché sono un operatore del settore, perché vengo da Manfredonia, che significa Gargano, che significa Puglia, che significa turismo.
Una regione interamente vocata al turismo, che, proprio come conformazione geografica, si propende nel mare quasi ad invitare gli ospiti e coloro che avranno il piacere e chiaramente per noi l'onore di essere visitati. Bene, la Puglia offre, così come tutte le regioni d'Italia, un ventaglio turistico veramente notevole, dal turismo enogastronomico a quello naturalistico, penso all'Oasi Salso, a quello balneare, da Vieste a Ugento. La Puglia - lo ricordo a me stesso - è lunga 400 chilometri; 400 chilometri di bellezze tutte da visitare e da apprezzare. Così come il turismo lacustre, da Lesina e Varano fino ad Alimini, il termale, penso a Margherita di Savoia, a Santa Cesarea, esperienziale, il turismo rurale della Valle d'Itria. E poi un ambito a me particolarmente caro, quello sportivo, che, vi posso assicurare, ha delle potenzialità inespresse, ma davvero vaste, che meritano di essere esplorate e valorizzate.
Noi abbiamo votato la fiducia a questo Governo, lo abbiamo fatto convintamente, e quindi non vedo alcun motivo per non continuare ad avere fiducia anche in questo particolare caso nella persona del Ministro Centinaio, che si prepara ad affrontare questa sfida dell'assunzione di responsabilità con il Ministero con la delega al turismo. Non c'è alcuna indicazione contraria che ci possa far pensare che non sia in grado, anzi, ne siamo certi e siamo in attesa di risultati che possano per il nostro Paese, che, ripeto ancora una volta, è un Paese vocato al turismo, ottenere quei risultati che merita e che lo facciano esaltare soprattutto nei confronti di quei Paesi europei, ma anche del mondo, verso alcuni dei quali attualmente siamo in leggero ritardo e leggero regresso, ma che non dispero questo gap si possa recuperare in tempi brevissimi.
Pertanto, concludo, ribadendo il voto favorevole della componente MAIE al provvedimento in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, questo intervento sulla conversione in legge del decreto-legge del 12 luglio scorso ci consente di soffermarci su alcuni punti dello stesso in un quadro di non condivisione dell'impianto complessivo del decreto. E gli spunti da cui vorrei partire per il mio ragionamento e per analizzare alcuni aspetti di questo decreto, che pure hanno già raccolto il parere negativo di alcune associazioni e delle parti sociali, mi vengono offerti sia dalla cronaca che da alcuni dati regionali. In particolare, mi riferisco alle competenze espletate dalla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche che questo decreto ha voluto trasferire al Ministero dell'ambiente. Signor Presidente, il nostro territorio è fortemente compromesso ed è a rischio alluvioni e dissesto.
Non passa autunno senza che ci siano inondazioni e vittime dell'incuria, dell'inefficienza e dell'inadeguatezza degli interventi. La Liguria, la Toscana, la Calabria e il bacino del Po, solo per fare alcuni esempi, raccontano ogni anno di devastazioni e morti provocati dalle piogge e dal conseguente straripamento dei fiumi. E anche il Molise, il mio piccolo Molise, è una delle sette regioni italiane con il 100 per cento dei comuni a rischio dissesto idrogeologico. È quindi evidente che il semplice passaggio delle competenze al Ministero dell'ambiente, che, nel frattempo, nel corso degli anni, si è impoverito sia di risorse che di personale, rivela certamente una miopia del Governo e una superficialità nell'affrontare un tema così importante, che, se non è già un'emergenza, lo diventerà di qui a poco, soprattutto se si pensa che l'Italia è interessata da tre procedure di infrazione europea per mancata depurazione, di cui due sono diventate già sentenza di condanna e una multa per centinaia di migliaia di euro.
E poi c'è anche da dire che in Italia non solo si è aggravato, nel corso degli ultimi anni, il pericolo di dissesto idrogeologico, ma si aggraverà ancora di più a causa dei mutamenti climatici, e il Ministero dell'ambiente non è ancora dotato di un piano di adattamento ai mutamenti del clima. Poi ci sono le competenze trasversali, che richiedono necessariamente un ordine e un raccordo che la struttura di missione può certamente svolgere. E poi, immediatamente collegato al problema dei comuni che franano, c'è quello della sicurezza degli edifici scolastici. A questo punto, da deputata del Molise, non posso non riaprire una ferita che ha colpito San Giuliano di Puglia, nella mia provincia di Campobasso, e del terremoto del 31 ottobre 2002, che ha cancellato sotto le macerie, a causa del crollo del solaio della scuola Jovine, un'intera generazione di bambini. Mai più disse, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi, piangendo su quelle 29 bare bianche.
E invece, di lì a poco, un altro terremoto ha colpito un'altra struttura legata alla scuola, e ricordiamo le vittime de L'Aquila. Allora noi non possiamo fermarci e non possiamo tornare indietro. E poi, signor Presidente, penso al turismo, e alla decisione di trasferire le competenze del turismo al Ministero dell'agricoltura. Lo abbiamo già detto stamattina in giornata, durante il dibattito; e penso ai quasi 7.500 chilometri sviluppati dalla costa, penso alle 368 località di mare, tra cui anche il mio piccolo paese, Campomarino, in cui sventola orgogliosa la bandiera blu del mare pulito. E poi penso alle tantissime città d'arte che tutto il mondo ci invidia.
Non c'è, signor Presidente, un solo angolo del nostro Belpaese in cui non valga la pena scommettere sul turismo, che da solo occupa l'11,8 per cento del PIL nazionale e il 12,8 per cento dell'occupazione. E allora, a questo punto, la riflessione credo sia una sola: è necessario un progetto. Non un semplice trasferimento di competenze, che peraltro si porrebbe anche in distonia con l'approvazione del Piano strategico del turismo 2017-2022, ma ci vuole un progetto serio, pieno e soprattutto organizzato di un turismo che punti alla promo-commercializzazione, affinché per davvero il turismo possa diventare un volano per la nostra economia. C'è bisogno di un piano strategico di investimenti, perché per fare turismo c'è bisogno di infrastrutture, c'è bisogno di accorciare le distanze dell'Italia, c'è bisogno di strade, di autostrade, di porti, di aeroporti, e c'è bisogno di fare accoglienza, c'è bisogno di una ricettività qualificata e di qualità, c'è bisogno di un'organizzazione che tenga conto anche dei processi evolutivi che il web ha avviato, e c'è bisogno di una proposta diversificata di turismo.
E allora tutto questo mi fa pensare che per fare turismo è necessario ragionare, e ragionare non solo nell'ottica di un turismo che ragiona insieme all'agricoltura: perché l'abbiamo detto stamattina, non possiamo pensare che il turismo diventi solo agricoltura, agriturismo, turismo rurale, ma è necessaria una strategia, e noi, signor Presidente, questa strategia in questo decreto-legge, ahimè, non la rinveniamo. E allora forse a questo punto dovremmo dirci la verità: forse è semplicemente un'operazione di redistribuzione di poteri che a noi non sta bene. E nonostante questo, noi abbiamo cercato, attraverso il lavoro laborioso e attraverso il buonsenso, di apportare delle modifiche migliorative a questo decreto-legge, ma ahimè, i nostri emendamenti sono stati rigettati da una maggioranza che forse è troppo sorda e forse troppo chiusa nella sua autosufficienza numerica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia aveva guardato positivamente a questa operazione di ridare un minimo di dignità istituzionale al settore del turismo, così come anche al Ministero della famiglia e delle disabilità. Siamo rimasti però un po' perplessi quando abbiamo visto rigettare non soltanto i nostri emendamenti, ma anche i nostri ordini del giorno, e ancora più perplessi quando abbiamo sentito il sottosegretario Manzato parlare di articolo 116, di autonomie regionali. Il progetto di un Ministero si fa proprio per avere un piano nazionale di promozione del turismo, una visione unitaria; rispondendo con le autonomie regionali dobbiamo pensare che si continuerà a remare regione per regione, in modo anche un po' sconnesso.
E allora forse è bene che ricordiamo che cos'è il turismo in Italia. Lo vogliamo ripetere, anche se capiamo che il dibattito a quest'ora in un'Aula un po' disattenta, ma vogliamo che resti agli atti, ridirlo nuovamente, perché il turismo aveva anche connessioni con il piano ambientale, per esempio. Il turismo è ambiente, le dinamiche turistiche vengono sollecitate e sviluppate proprio grazie a un ambiente integro, e quindi è una molla anche per la conservazione dell'ambiente. Il turismo è occupazione, un'occupazione importante in Italia con milioni di addetti, ed è un'occupazione difficilmente sostituibile dalle macchine, e anche in questo senso è futuro, è sviluppo futuro per la nazione. Il turismo rappresenta una parte importante del PIL, il 12 per cento, il turismo rappresenta una fonte di approvvigionamento di denaro estero, e quindi è un fattore determinante anche nella bilancia dei pagamenti: altro motivo perché noi ci prendiamo cura di questo settore in modo particolare.
E allora avevamo, come dicevo, accettato bene l'inizio di un processo che rivalutasse il settore del turismo: l'accademia del turismo, magari ricordando che i nostri istituti professionali in tutta Italia versano in condizioni disastrose, con l'accezione di una scuola di classe per cui le famiglie dei meno abbienti sono costrette a frequentare istituti fatiscenti e privi anche di laboratori; quindi anche su questo ci si poteva concentrare meglio e dare segnali diversi.
Segnaliamo che c'è bisogno di una grande opera nel campo del turismo per recuperare un minimo di padronanza nel digitale: noi dipendiamo quasi completamente dall'estero, citando soltanto, non so, Booking, Expedia, Tripadvisor, Trivago, dipendiamo da agenzie che fanno dell'incoming, delle prenotazioni a pagamento online, che non controlliamo assolutamente. Io vi ricordo anche che per fare prenotazioni di questo tipo il costo per un esercizio alberghiero è del 12 per cento: non stiamo parlando di pochi euro, anche qui siamo fuori.
C'è un piano di riqualificazione del patrimonio ricettivo nazionale a cui non si sta mettendo mano da anni: tante strutture alberghiere sono state messe in crisi dalle messe a norma, sacrosante ma non assolutamente supportate dallo Stato. Molti alberghi hanno chiuso per questo! Siamo in mano a catene alberghiere: per carità, ben vengano, ma anche quelle di proprietà straniera, ormai. Io ricordo Accor semplicemente, perché ha acquistato nel 2005 il 30 per cento di Club Med, citando anche le esperienze professionali del nostro Ministro Centinaio.
Ci sono le problematiche dell'albergo diffuso, ancora non chiarite, che mettono a volte in contrasto strutture ricettive con famiglie che si sono dedicate a questo; cioè, c'è una sorta di problematica irrisolta, alla quale un Ministero del turismo dovrebbe dare delle risposte. Quindi, in questo senso, cercare di esortare a progetti di “biodiversità” nel turismo, tali da uscire dall'overturismo che assilla alcune città storiche dell'Italia, sarebbe opportuno. Riuscire a far accedere per esempio chi fa turismo ai bandi europei, avere accesso al credito agevolato per ristrutturare e riqualificare, portare a livello internazionale gli standard delle nostre strutture ricettive sarebbe importante; e potrei continuare ancora a lungo.
Ecco perché Fratelli d'Italia aveva proposto che si iniziasse un percorso verso un Ministero del turismo e della promozione nazionale: perché tutto questo sta insieme, naturalmente. Invece gli ordini del giorno, direi anche abbastanza banali, sono stati rigettati, gli emendamenti sono stati bocciati; e noi che anche al Senato avevamo sperato di dare un segnale positivo perché si potesse poi recuperare alla Camera in questo senso, ci vediamo costretti oggi a prendere atto di una cosa: che la maggioranza sta negando i propri impegni. Che non è un bel fatto, perché anche nel programma elettorale del centrodestra, ma anche nel patto di Governo siglato dalla maggioranza c'era l'impegno di costituire un Ministero del turismo. Non chiediamo di farlo subito, sapevamo che le difficoltà anche organizzative interne sono notevoli, ma chiedevamo perlomeno una manifestazione di volontà che oggi non c'è stata. Per questi motivi il gruppo di Fratelli d'Italia con rammarico si asterrà sull'approvazione di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, riordino delle attribuzioni dei Ministeri: cultura, turismo, politiche agricole alimentari e forestali, ambiente, tutela, territorio e mare, famiglia, disabilità. Tutto qui? Direbbe qualcuno. Quando si procede in questa materia - parlo del decreto-legge - con una così consapevole eterogeneità, vi è già una falla assolutamente insanabile. Non debbo certamente rappresentare ad alcuno che allorquando il decreto-legge riguarda materie eterogenee, si nega la struttura del decreto-legge, che deve avere la caratteristica dell'urgenza, eccezionale urgenza, conclamata urgenza, e soprattutto deve avere un'urgenza esplicitata.
Ho ascoltato stamattina con attenzione, negli unici due interventi che la maggioranza di governo ci ha riservato, le ragioni di questa urgenza. Da un lato, ho ascoltato l'esponente della Lega dire che l'urgenza serve per permettere al Governo di lavorare e io vi prego di riflettere su questa eclatante affermazione di un'originalità sconcertante. Cioè, la necessità di dover lavorare costituisce un'urgenza. E chi può negare che lavorare è un'urgenza? Ma, signori miei, l'articolo 77 della Costituzione non è la plastilina che si può modellare a seconda di quello che ogni giorno si può pensare su un qualsiasi argomento. Vi dovreste rendere conto che qui siamo in un'Aula di Parlamento che rispetta i principi costituzionali. Avere l'ardire di sostenere che l'urgenza dell'articolo 77 è permettere al Governo di lavorare a me sembra veramente stupefacente, in tutti i sensi. È intollerabile ascoltare una disinvoltura di questo genere, che prende a schiaffi la Costituzione e viene portata in Aula come la giustificazione più naturale del mondo, come a dire che qualsiasi - qualsiasi! - argomento può essere suffragato con un decreto-legge. Si arriva all'assoluta indifferenza costituzionale e si arriva all'assurdità di prendere la Costituzione e modellarla a seconda della propria idea di urgenza.
Ho ascoltato, anche da parte dell'autorevole esponente del MoVimento 5 Stelle, un'altra forma di urgenza: un sms notturno. Cioè, è come se le sentenze della Corte Costituzionale fossero sostituibili da un'estemporanea comunicazione di qualsivoglia tipo di fatto e questo giustifica un decreto-legge.
Signori, svegliamoci. Qui corriamo davvero il rischio di capovolgere le istituzioni. Qui siamo di fronte al mercimonio intollerabile di proprie volizioni e opzioni e di una pancia che non sta né in cielo né in terra, perché la pancia dei cittadini è la Costituzione, come ha dimostrato il referendum. Quella è la vera pancia, quando io ho visto gli anziani andare a votare per il “no” (e li ho visti!). Quella è la pancia, non l'sms notturno al posto delle sentenze della Corte costituzionale e l'urgenza che deriva dal “fateci lavorare e non ci date fastidio”, come se il Parlamento fosse davvero un orpello, un qualche cosa di assolutamente inutile e superfluo.
Ma, Presidente, questo tacito scambio di connivenze politiche a cui assistiamo costantemente in quest'Aula, dove il silenzio è proprio indicativo di un accordo di suddivisione di argomenti in cui ciascuna delle due forze di Governo fa il suo con il silenzio dell'altra parte, che si limita soltanto ad appoggiare tutto quello che ciascuno fa nei due rami, nei due rami di azienda che si sono vicendevolmente ceduti, è uno spettacolo allucinante. C'è la mancanza di un contraddittorio con una suddivisione netta di compiti e di argomenti, in cui ciascuno appoggia l'altro nel tacito accordo del do not disturb reciproco.
E l'abuso della decretazione di urgenza mi fa sorridere, perché c'eravamo nei cinque anni precedenti e abbiamo ascoltato le critiche che il MoVimento 5 Stelle e talvolta anche la Lega - e abbiamo anche qui i documenti che lo attestano - hanno rivolto al Governo di matrice renziana pesantissimamente sull'abuso della decretazione di urgenza.
Ma credo che da questo punto di vista io non possa che chiedermi se il teorema che stamattina la collega Tartaglione ha rappresentato, nella sua pregevole questione di pregiudizialità, sia vero. Secondo l'onorevole Tartaglione è evidente la volontà di subordinare il diritto ad una logica solo politica di compensazione e di spartizione di poltrone e di competenze. Questa è stata l'enunciazione e io, come se fossi un chimico che deve dimostrare l'efficacia di una formula, vi sottoporrò alcune brevi considerazioni a suffragio di questa tesi. Noi siamo passati dal binomio cattedrali e turismo al binomio patate e turismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io vi prego di riflettere su questo passaggio, dal peso della nostra cultura...Sapete come nasce la parola “turismo”? Nel 1600 nasce il Grand Tour, che era sostanzialmente l'abitudine dei rampolli della nobiltà europea di venire in Italia, partire da una città, girare l'Italia e tornare in quella città non per ammirare i campi o le patate ma per ammirare i grandi capolavori culturali. Questo è il turismo, da lì nasce il turismo. E noi che cosa facciamo? Noi separiamo e torniamo non al passato ma alla preistoria, in cui il peso dell'Italia, che è il peso della cultura del nostro Paese, torna - e qualcuno ha detto: “per un piccio e per un capriccio”, ma io dico per una scelleratezza normativa - nelle mani di chi non ha alcuna dimestichezza con le cattedrali e con la nostra storia. Noi consegniamo la storia a chi non sa che farsene, perché penserà agli agriturismi e penserà a tutt'altro che alla nostra storia. E io, Presidente, che sono orgoglioso del mio Paese e del mio territorio, sono convinto che questa non è una soluzione. Non è una soluzione perché - e lo hanno detto bene i colleghi Bendinelli, Bond e il collega Nevi - la realtà delle imprese è un'altra. Il turismo è una scienza: non si improvvisa il turismo. Il turismo significa studiare accanitamente i suoi meccanismi, come una qualsiasi scienza. Qui sembra che il turismo sia - come posso dire - una sorta di satellite che gira casualmente intorno ad un pianeta. È contro la logica. Io ho i dati di quanto il turismo produce nel nostro Paese. Noi stiamo consegnando una risorsa fondamentale a chi non ne ha competenza e non ne ha competenza per scelta, perché non se ne è mai occupato. Non ha nessun tipo di parentela con tutto questo.
Ma - ed è una notizia nota fin dal 6 giugno 2018 - c'è una notizia Ansa riguardo al Ministro Centinaio che dice: “Il turismo a me”. Forse pensa che chiamarsi Centinaio vuol dire che debba avere un centinaio di deleghe (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). A me sembra che non sia un passaggio tollerabile, cioè che non si possa pensare che chiamarsi Centinaio ti dà diritto a prendere tutto quello che puoi prendere, e piegare il Parlamento a questo è molto grave.
Ma io ho un altro dato che voglio sottoporre, per migliore memoria, agli amici della Lega, perché riguarda proprio l'esperienza degli amici della Lega e mi riferisco alla giunta Zaia. Ebbene, dal 2005 al 2010, vi è stato l'accorpamento, ma poi nel 2010 proprio la giunta Zaia ha separato il turismo dall'agricoltura, proprio la giunta Zaia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Oggi nel Veneto voi avete due diversi assessorati: uno per l'agricoltura e uno per il turismo. Mi date una giustificazione a tutto questo? Me la spiegate questa contraddizione in termini che avete portato in Aula come se fosse, come posso, dire l'uovo di Colombo, anche se mi sembra di non dare a Colombo quello che merita e neanche all'uovo per la verità?
Ma, Presidente, vengo agli altri temi scellerati, direi estemporanei. L'approssimazione: l'articolo 3 e l'articolo 4. Approssimazione e confusionarietà. Gli emendamenti hanno dimostrato, nella loro discussione, che queste parole, approssimazione e confusionarietà, sono quelle che guidano questi provvedimenti. Allora, Forza Italia voterà contro motivatamente, nella certezza che non è questo il modo di legiferare né per forma né per contenuti ma soltanto perché vi è l'ebbrezza dei numeri. Ma attenzione: l'ebbrezza dei numeri è come una sbornia; passa, perché sostanzialmente poi quello che si fa, quello che si propone e i risultati eclatanti di scelte assolutamente non condivisibili sono sotto gli occhi di tutti. Il popolo italiano ha dimostrato che le sbornie passano. Io non posso dimenticare l'esito delle europee di renziana memoria e il precipizio a cui ciò poi ha portato per scelte sbagliate. L'Italia sa scegliere. Allora, se dovete governare, imparate a governare, rispettate la Costituzione, rispettate il Parlamento e, soprattutto, fate le cose come le dovete fare. Forza Italia sarà contraria su questi provvedimenti finché queste elementari, fondamentali e decisive regole non saranno rispettate. Noi difenderemo la Costituzione e i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.
MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro sulla conversione di questo decreto e lo faremo per molte ragioni legate ai suoi contenuti. Ringrazio i colleghi del mio gruppo che sono intervenuti per portare le ragioni sui vari elementi che poi riprenderò nel mio intervento. Tuttavia, voteremo contro anche per una ragione di metodo: perché questo tema si è affrontato con un decreto che ha impedito alle opposizioni di poter concorrere alla sua modifica, alla sua integrazione e anche all'accoglimento di proposte sulle quali noi di partenza non eravamo d'accordo ma che potevamo accettare. Ad esempio, c'è una proposta che proviene da questa maggioranza, che questa maggioranza ha scritto nel contratto di stampo privatistico che avete stipulato pur trattandosi di istituzioni pubbliche - e che sono di tutti, e non vostre, per fortuna - e in questo contratto voi, alle pagine 50 e 51, avete indicato l'istituzione del Ministero del turismo come un obiettivo da perseguire.
I primi a non rispettare quel contratto sono proprio i contraenti del patto, un ottimo inizio per questa legislatura.
Dicevamo del turismo. Voi, con questo decreto, spostate la delega, la competenza sul turismo, dai beni culturali all'agricoltura, e lo fate senza alcun criterio oggettivo, senza alcuna analisi di merito, senza alcuna pianificazione programmata; lo fate senza considerare anche dei numeri, molto precisi e molto importanti, che ci ha dato qualche tempo fa l'ISTAT, li voglio ricordare: nel 2017, 122 milioni di arrivi e 427 milioni di presenze, con un incremento del 4,5 e del 6 per cento; sono risultati frutto non solo, ma anche, della gestione associata di beni culturali e turismo.
Voi oggi, invece, andate a spostare la delega del turismo con l'agricoltura. Fate questo e ci dite di farlo perché volete istituire un grande Ministero del made in Italy, cioè voi volete, da una parte, istituire il Ministero del made in Italy e, dall'altra parte, vi dite d'accordo con l'introduzione di dazi commerciali, che andrebbero proprio ad affossare tutte quelle aziende che lavorano esportando i prodotti del made in Italy, le aziende contoterziste e quelle che forniscono servizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E, poi, escludete in questo modo dal made in Italy qualche cosa che più di tutto il resto caratterizza il nostro Paese: il nostro sterminato patrimonio artistico, culturale, architettonico, paesaggistico, musicale, la nostra cultura: cioè, per voi non fa parte del made in Italy, ad esempio, un sistema museale che nel 2017 ha registrato il record storico di visitatori, sfondando per la prima volta i 50 milioni di accessi nei nostri musei italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Del resto, Presidente, questi interventi, che vanno non solo a danneggiare il turismo, ma anche a indebolire le politiche culturali di questo Paese, sono coerenti con quello che sta facendo questo Governo e questa maggioranza, perché avete cancellato il bonus cultura, salvo poi fare una vistosa retromarcia; non si sa se confermerete il contributo per la formazione e la crescita professionale degli insegnanti; volete eliminare le domeniche gratuite nei musei; state togliendo risorse al bando per le periferie, che serviva per recuperare anche importanti beni culturali e paesaggistici. Insomma, questo Governo e questa maggioranza hanno un rapporto con la cultura e l'educazione - e uso un linguaggio forse a voi più familiare - come quello di Facebook, che è davvero una relazione complicata.
Andate poi, con questo decreto, a eliminare delle strutture molto importanti, che hanno consentito di gestire in maniera oculata ed efficiente, assieme a moltissimi comuni italiani, a migliaia di comuni italiani, interventi fondamentali per la manutenzione del territorio e l'edilizia scolastica. Mi riferisco alle strutture di Italia Sicura. Provate a guardare i numeri, prima di andare avanti con una scelta così dissennata. Italia Sicura, per il dissesto idrogeologico ha in pancia 9 miliardi di euro di investimenti programmati, ha gestito 7 miliardi e 600 milioni di euro di interventi su 8.461 tra cantieri partiti, cantieri avviati e cantieri in programma.
Sull'edilizia scolastica, poi, ha gestito 12.415 interventi su 8.144 edifici scolastici, per un totale di 5,2 miliardi di euro impiegati e altri 7 miliardi in programmazione, numeri che, peraltro, non sono forniti dal Partito Democratico, ma sono visibili a tutti sui siti delle unità di missione.
Voi, con questo decreto, eliminate tutto questo senza mettere un solo euro in più, né sul dissesto idrogeologico, né sull'edilizia scolastica, mentre, fra l'altro, bloccate anche gli investimenti, finanziamenti già programmati, già pubblicati da mesi in Gazzetta Ufficiale, che non state erogando ai comuni italiani. Allora, anziché a chiudere le strutture di missione, impegnatevi, piuttosto, per aprire i cantieri per le nostre scuole e per i nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Con questo decreto vi inventate anche un nuovo Ministero: quello della famiglia e della disabilità, che, dite, servirà per dare risposte concrete e puntuali ai bisogni delle famiglie e delle persone disabili; ma le prendete in giro, Presidente, perché con questo decreto si istituisce un Ministero che, per vostra stessa ammissione, è senza portafoglio! Non ha le risorse, non ha l'autonomia finanziaria e non lo diciamo noi, è lo stesso Ministro Lorenzo Fontana che, in un'intervista un giorno fa, suLaStampa ha detto: soldi per il mio Ministero, se non servo posso lasciare. Al netto del fatto che per noi può lasciare anche domattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché un Ministro della famiglia che propone di abolire la legge Mancino contro la violenza e la discriminazione, non lo riteniamo un Ministro degno di questa Repubblica, non si può promettere a famiglie e disabili di mettere in campo risorse, quando risorse non ne state mettendo e, in più, qui si commette un errore, che non è solo un errore semantico, come si è detto.
Oggi parlare di famiglia e non di famiglie è, più che un errore lessicale, un errore di carattere culturale, perché si va a tralasciare una serie di differenze che oggi ci sono nella nostra società e non le potete ignorare; e non mi riferisco solo alle cosiddette famiglie arcobaleno, quanto alla specificità e all'unicità che ogni famiglia ha e che la rende l'una diversa dall'altra.
Voi, con questo provvedimento, continuate a portare avanti l'idea di appiattire differenze, di eliminarle, di renderci tutti uguali, ma per fortuna la specificità di ciascuno di noi e di ogni famiglia rimarrà, indipendentemente che voi portiate avanti questo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Preoccuparsi di politiche per le famiglie significa preoccuparsi di politiche del lavoro, di servizi per l'educazione, di welfare, di servizi di assistenza alla persona, di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; e poi significa occuparsi di politiche per la salute e, da una parte, voi non potete proporre un Ministero per la famiglia per dare ruolo e dignità e difendere la famiglia e, dall'altra, prorogare di un anno l'obbligo per l'entrata in vigore della vaccinazione per l'iscrizione agli asili nido e alle scuole d'infanzia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo significa esporre le famiglie italiane, i bambini delle famiglie italiane che non possono essere vaccinati, a rischi per la salute enormi e non state facendo un provvedimento che va nella direzione di tutelare le nostre famiglie.
Dite poi di avere creato un Ministero ad hoc per i disabili; è l'ultima cosa di cui hanno bisogno i disabili, un Ministero ad hoc. Le persone con disabilità ci chiedono, invece, un approccio multidisciplinare e non di essere identificate come una minoranza, con diritti diversi dagli altri o, magari, come ha detto il Presidente del Consiglio, con un codice studiato tutto per loro. Non è questa la visione che noi abbiamo di queste politiche, soprattutto non è regalando e concedendo qualche risorsa economica alle famiglie, dicendo: prendete questi soldi e arrangiatevi a gestire i vostri disabili che aiuterete le persone con disabilità e le famiglie. Le famiglie e le persone con disabilità hanno bisogno di politiche multidisciplinari, che attraversino tutti i capitoli di spesa del bilancio, che non vedano buttare alle ortiche gli investimenti e i provvedimenti che, in questi anni, sono andati nella direzione di aiutare le persone con disabilità.
State alzando dei muri, state alzando dei muri di carattere culturale, che abbattono e che non fanno altro che eliminare decenni di battaglie per l'inclusione sociale, per la parità dei diritti, per la parità di opportunità delle persone con disabilità. Lo abbiamo sentito molto bene raccontare, qui in Aula, dalla collega Lisa Noja e vi invito ad ascoltare il suo appello e quello di migliaia di persone con disabilità che vi stanno chiedendo non di fare un nuovo Ministero, ma di mettere risorse e confermare i provvedimenti che ci sono.
I muri che voi state alzando saranno più difficili da superare e da abbattere per le persone e per le famiglie che hanno disabili da gestire delle tante barriere architettoniche contro cui i disabili, ogni giorno, combattono e che, fornendoci un grande esempio di forza volontà, riescono a superare, nonostante le difficoltà che la vita che ha posto loro di fronte.
Per tutti questi motivi, Presidente, dichiaro il voto contrario a questo decreto del mio gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maturi. Ne ha facoltà.
FILIPPO MATURI (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi tutti, oggi si porta in votazione, qui alla Camera dei deputati, la conversione in legge del decreto-legge sul riordino dei ministeri. Nello specifico, il provvedimento trasferisce le funzioni in materia di turismo, fino ad ora esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e l'attribuzione al Ministro per la famiglia e le disabilità delle funzioni di indirizzo e di coordinamento in materia di politiche per la famiglia, adozioni, infanzia, adolescenza e disabilità.
È un provvedimento che, nel suo complesso, se, da una parte, va nella direzione dell'ottimizzazione e valorizzazione delle risorse umane ed economiche, dall'altra, tende a connettere e ad armonizzare materie e settori che non è più pensabile poter trattare separatamente, così come, del resto, pare impossibile separare e scindere la vocazione turistica del nostro Paese da uno degli aspetti che maggiormente la connota: mi riferisco al comparto agroalimentare, uno dei principali motivi di interesse per il quale l'Italia è conosciuta e apprezzata nel mondo e per il quale sempre più turisti stranieri decidono di sceglierla come meta delle proprie vacanze.
Stiamo parlando di oltre 200 milioni di presenze l'anno, le quali sono sempre più attratte, non solo dai nostri musei, dalle città d'arte e dai principali centri urbani della penisola, ma anche dalle nostre eccellenze agroalimentari, dai percorsi del gusto che sempre più vengono sviluppati dai nostri territori.
A supporto di quanto detto, è sufficiente citare alcuni dati: 810 differenti denominazioni protette in Italia, mi riferisco a denominazioni di origine protetta, denominazioni geografiche protette e specialità garantite e 4.700 tipicità regionali. Ecco, dunque, che una valorizzazione del nostro territorio tramite il proficuo connubio tra agricoltura, ovviamente intesa nell'accezione più ampia, e il turismo è anche una presa di posizione contro il mondialismo livellante ed uniformante al quale il nostro Paese è stato esposto dai Governi che ci hanno preceduto, a favore, invece, e lo diciamo chiaramente, della valorizzazione delle identità, del senso di appartenenza, in una parola, del made in Italy(Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Il valore intrinseco che riveste il comparto agroalimentare è stato cristallizzato nel 2010, con il riconoscimento della dieta mediterranea quale patrimonio immateriale dell'umanità.
Per quanto concerne l'aspetto meramente economico il G20, da poco conclusosi a Buenos Aires, ha accolto e riconosciuto all'unanimità un documento che indica chiaramente nel turismo un veicolo di primaria importanza per la promozione del territorio e per lo sviluppo dell'agricoltura. D'altro canto, i dati parlano chiaro; in Italia sono presenti oltre 23 mila agriturismi e ciò è il risultato di un trend che negli ultimi anni sta registrando un costante aumento del 10 per cento annuo. Affinché questo provvedimento non sia un mero proclama, il Governo ha saggiamente previsto di trasformare il comparto del turismo, da semplice direzione, a vero e proprio dipartimento. Infatti, il riordino dà il via alla politica più concreta del Governo, dichiarando quali siano le sue priorità e la propria visione del Paese che vuole realizzare. Infatti, il riordino dei Ministeri, come sapete, non si è fermato qui; proprio in quest'ottica si è voluto creare quello che è stato considerato dai media un Ministero quasi rivoluzionario, mi riferisco al Ministero della famiglia e le disabilità, un atto di vera e propria civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
Ciò la dice lunga su dove i Governi di sinistra che ci hanno preceduto ci hanno condotto, in un Paese dove la denatalità non veniva contrastata, ma utilizzata come scusa per riempire l'Italia di immigrati clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Un Paese dove si è preferito salvare le banche e abbandonare quelle famiglie che eroicamente, da sole e senza l'adeguato supporto dello Stato, si occupano quotidianamente dei propri familiari disabili. Ecco, quindi, che questo Governo, sin da subito, ha dichiarato chiaramente da che parte vuole stare, non certo da quella delle banche o degli interessi di palazzo, ma dalle parte dei più deboli, di quelli che fino ad ora sono stati emarginati, un Governo che finalmente sta dalla parte degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
Il Ministero della famiglia, dunque, e giova sottolineare la declinazione al singolare del termine, si pone come argine alla denatalità, al fine di contrastarla, perché pare evidente, purtroppo mi rendo conto non a tutti, che una civiltà che non fa figli è destinata a scomparire e ad essere sostituita, progetto nel quale alcuni dei presenti colleghi si sono impegnati con dovizia nelle scorse legislature; fortunatamente ora la musica è cambiata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
Occorre creare le condizioni affinché i giovani possano rimanere in Italia, creare qui il loro futuro, formando una famiglia, perché non è che i giovani abbiano disimparato come si facciano i figli, ma occorre creare le condizioni affinché possano mettere al mondo dei figli, potendo garantire loro un futuro dignitoso nel nostro Paese e non una prospettiva di migrazione, perché in Italia ci si ricorda di aiutare sempre tutti, tranne che gli italiani stessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
Per quanto concerne, invece, il comparto del Ministero dedicato alla disabilità, molti sono rimasti sorpresi della sua istituzione. Il Ministro Salvini lo aveva ripetuto in campagna elettorale che, una volta al Governo, avrebbe creato il Ministero dedicato alla disabilità. Molti pensavano che fosse una promessa elettorale, ma la differenza tra Matteo Salvini ed altri è che lui non fa promesse elettorali, bensì prende impegni elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Per favore…
FILIPPO MATURI (LEGA). E penso sia sotto gli occhi di tutti come, giorno dopo giorno, stia assolvendo lealmente e con grande capacità agli impegni presi. Lui e, chiaramente, la squadra di Governo tutta stanno ridando dignità al nostro Paese, da troppi anni avvilito e svilito da una politica portata avanti non certo nell'interesse dell'Italia e degli italiani.
È proprio per questo motivo e, ovviamente, per la bontà della proposta presentata che, come gruppo Lega-Salvini Premier, voteremo convintamente a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Corneli. Ne ha facoltà.
VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, per il suo tramite noi intendiamo ringraziare le opposizioni e, credetemi, non è piaggeria, lo pensiamo veramente, vi ringraziamo per il dibattito che è stato instaurato intorno a questo provvedimento, perché siamo convinti, siamo profondamente convinti che le differenze, anche le differenze di vedute, siano un valore. Noi però ribadiamo in questa sede che riteniamo questo provvedimento non solo un mero strumento di riorganizzazione ministeriale, ma lo riteniamo fondamentale per portare avanti i nostri obiettivi politici. Il 4 marzo, i cittadini ci hanno chiesto delle risposte, delle risposte concrete, noi non intendiamo tradire la fiducia riposta in noi.
Abbiamo una nostra visione, lo ripeto, non siamo depositari di nessuna verità assoluta, ma abbiamo una nostra visione sul turismo; noi vogliamo che il turismo sia un turismo sostenibile, un turismo legato al territorio e per territorio intendo tutti i territori, perché il nostro Paese, dall'estremo nord all'estremo sud, è talmente ricco di bellezze naturalistiche e paesaggistiche non solo, ma anche enogastronomiche, che devono essere valorizzate tutte, senza dimenticarne nessuna e, in particolare, senza dimenticare quelle zone più interne, più rurali, più remote, anche, che sono state forse, troppo, abbandonate finora e in qualche modo destinate allo spopolamento.
Noi abbiamo un'idea di economia che sia un'economia sostenibile e il turismo deve fare da traino e noi vogliamo un turismo che sia talmente variegato, talmente ricco da essere un esempio per il mondo. È questo che vogliamo, senza in nessun modo sminuire, ci mancherebbe altro, l'immenso patrimonio culturale di cui siamo eredi e che certamente cercheremo di valorizzare in ogni modo, magari, non come provocatoriamente ci consigliava qualche giorno fa l'onorevole Sgarbi, dicendo che avremmo dovuto mettere una slot machine accanto alla Venere di Botticelli, però, abbiamo assolutamente intenzione di valorizzare anche il patrimonio artistico e vogliamo un turismo che sia traino dell'economia, lo ripeto.
Soprattutto, vogliamo che al centro di questo Governo, al centro dell'azione di Governo ci sia il Ministero dell'ambiente. Non è retorica il fatto che questo è il Paese più bello del mondo, ma è anche un Paese molto fragile; il 25 per cento di questo territorio, che interessa più di 12 milioni di abitanti, è purtroppo soggetto ad un elevatissimo rischio sismico e idrogeologico e questo determina il fatto che la situazione di rischio e, quindi, la condizione di criticità è in qualche modo endemica, è in qualche modo strutturale. Per cui noi dobbiamo uscire dalla logica della gestione dell'emergenza ed entrare nella logica della programmazione e della pianificazione, perché non possiamo più andare a intervenire rispetto ad un rischio che, lo ripeto, è strutturale. Quindi, torniamo lì, è una questione di vedute; sicuramente le strutture di missione hanno prodotto dei risultati, ma per noi non sono stati sufficienti, per noi sono state, in qualche modo, foriere di dispersioni, di energie, di risorse. Vogliamo che, in qualche modo, tutte queste risorse vengano accentrate, soprattutto in una regia politica che intervenga, in particolar modo, rispetto alla Terra dei fuochi, a tutte le terre dei fuochi che, purtroppo, costellano questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Il Ministro Costa deve essere messo nella condizione di poter intervenire attraverso una programmazione, quindi, attraverso una messa in sicurezza permanente e attraverso la possibilità di intervenire in maniera tempestiva, appunto, vi ripeto, perché non possiamo più piangere all'indomani delle tragedie, perché sappiamo che una catastrofe naturale in questa condizione di rischio, purtroppo, produce delle tragedie immani che non vogliamo più piangere. Questa è la nostra visione delle cose. Per quanto riguarda altri temi importanti che questo decreto, in qualche modo, va ad interessare, sicuramente è uscito nel dibattito il tema della famiglia, il tema della disabilità…
PRESIDENTE. Deputati, per favore, un po' di silenzio. Deputato Lollobrigida, per favore, chiedo un po' di silenzio.
VALENTINA CORNELI (M5S). Sono temi sicuramente importantissimi, rispetto ai quali ancora abbiamo delle visioni diverse. Noi, senza offendere nessuno, non vogliamo più vedere fertility day, ma vogliamo degli strumenti mirati e coordinati, che vadano ad intervenire a sostegno delle famiglie e anche a sostegno delle disabilità, perché per noi questo non è uno strumento di ghettizzazione, ma al contrario è uno strumento di attuazione del secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione. Infatti, se è vero che siamo tutti uguali di fronte alla legge, è anche vero che è lo Stato che ha l'onere di rimuovere quegli ostacoli di natura economica e sociale, che di fatto impediscono l'uguaglianza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Deputato Crosetto!
VALENTINA CORNELI (M5S). Mi avvio alla conclusione, Presidente. Le altre critiche, forti sicuramente e in qualche modo dal loro punto di vista anche fondate, riguardano il fatto che sia stato utilizzato lo strumento della decretazione d'urgenza. Però - lasciatemelo dire - dal mio punto di vista, la vera emergenza in questo Paese è uscire dallo stato di emergenza perenne (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle). È per questo motivo che il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1041)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1041:
S.648 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità " (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 StelleeLega-SalviniPremier).
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015, con Scambio di Note fatto ad Abu Dhabi il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018; b) Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015 (A.C. 344-A); e dell'abbinata proposta di legge: Verini e Quartapelle Procopio (A.C. 492) (ore 17,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 344-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015, con Scambio di Note fatto ad Abu Dhabi il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018; b) Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015; e dell'abbinata proposta di legge n. 492.
Ricordo che nella seduta del 3 agosto si è conclusa la discussione sulle linee generali.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
(Esame degli articoli - A.C. 344-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, brevemente. Come conforme a quanto votato dal gruppo di Fratelli d'Italia in Commissione, voteremo a favore. Ma ci teniamo e vorremmo chiedere l'intervento del Governo, per sollevare il problema di una guerra, di cui nessun TG e nessun mass media sta parlando. Si tratta della guerra in Yemen. È un dramma umanitario, è una tragedia, dove gli Emirati arabi hanno partecipato in una prima fase della guerra. Adesso si sono tirati indietro insieme al Qatar, ma i bombardamenti stanno continuando ad opera dell'Arabia Saudita e, purtroppo, viene sostenuta velatamente anche da alcune nazioni occidentali. Lì c'è bisogno di aiuto, c'è bisogno di aiuti.
Non abbiamo presentato ordini del giorno, non abbiamo presentato emendamenti, perché non vogliamo intralciare il lavoro e contiamo, però, sulla sensibilità del Governo, che si faccia sentire nelle autorità competenti europee, affinché questo alleato occidentale dell'Arabia Saudita smetta immediatamente di bombardare le vittime civili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie Presidente, soltanto due parole sul provvedimento.
Intanto volevo dire, in risposta a quanto appena richiesto, che il Governo sta seguendo molto da vicino la questione. Io, personalmente, la seguo da anni oltretutto e, quindi, c'è massima attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia), perché è una questione delicata, e dove vi sono vittime civili bisogna sempre mettere un occhio in più, anche nei rapporti che abbiamo con alcuni Paesi che sono in quella regione.
Sul provvedimento in questione volevo dire veramente poche parole. Si va a incastrare in un percorso di cooperazione tra l'Italia e gli Emirati arabi uniti, che riguarda vari settori, dall'ambito finanziario all'economia, al turismo. Quindi, era necessario anche aggiungere questo tassello della cooperazione giuridica in tema anche di estradizione e, quindi, a contrasto della criminalità transnazionale. È un percorso che ci permette di disciplinare e rendere più fluide le procedure di consegna di persone che sono sottoposte a procedimenti penali o che devono eseguire e scontare una pena.
Abbiamo, ad oggi, 14 casi di italiani latitanti, di fatto, negli Emirati arabi uniti, che con questo provvedimento potranno essere estradati, riportati in patria e assicurati, quindi, alla giustizia italiana.
Considerate che la ratifica di questo Accordo ci consente anche di reiterare queste richieste, perché in tutti i casi che ho citato erano già state fatte, ovviamente, ma proprio per la mancanza di un quadro normativo d'insieme non era stato possibile eseguirle.
Vi sono state delle difficoltà nel portare avanti questo provvedimento, come sapete, perché, nonostante gli Emirati lo avessero già siglato e sottoscritto nel 2017, mancava una garanzia, che invece per l'Italia è fortemente necessaria, che è quella che le persone estradate, in questo caso dall'Italia agli Emirati arabi uniti, non venissero sottoposte eventualmente a pena di morte. Su questo c'è stato un Memorandum d'intesa tra l'Italia e gli Emirati arabi uniti, con una lettera sottoscritta e pervenuta. Questo ci ha permesso di perfezionare l'Accordo, che oggi, appunto, votiamo in Aula.
Alla luce, quindi, di tutto questo e del fatto che c'è l'assoluta necessità di assicurare alla giustizia gli italiani latitanti negli Emirati arabi uniti, il Governo auspica che questo provvedimento venga votato dall'Aula il più presto possibile e con una ampia maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 46).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 48).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 49).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 344-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, molto brevemente, visti anche i tempi. Il gruppo di Liberi e Uguali esprime voto favorevole alla ratifica e l'esecuzione del Trattato che è oggetto della discussione di oggi.
Non possiamo non rilevare, ovviamente, che il Trattato era stato sottoscritto dal Governo della Repubblica italiana e dal Governo degli Emirati Arabi già nel lontano 2015, quindi siamo arrivati con molto tempo a concludere l'iter. Da questo punto di vista, questo ha concesso una situazione e consentito una latitanza a diversi personaggi - come è noto alle cronache - che si sarebbero potute evitare, se ci fosse stato un iter più veloce.
Nel complesso, comunque, riteniamo che il Trattato risponda alle caratteristiche del nostro ordinamento e quindi esprimiamo voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.
UGO CAPPELLACCI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi, con questa ratifica, alla quale il mio gruppo voterà in senso favorevole, colmiamo un'importante lacuna. L'Italia e gli Emirati migliorano la cooperazione giudiziaria e il contrasto alla criminalità, concordando azioni comuni in materia di estradizione e di reciproca assistenza giudiziaria in materia penale.
Purtroppo, spesso i mass media ci hanno raccontato vicende di persone condannate, anche in via definitiva, che hanno avuto la possibilità di girare indisturbate per strada, irridendo la giustizia, facendosi beffe di uno Stato che non può raggiungerli.
Questo fenomeno giustamente ha creato e suscitato stupore e profondo sdegno nella nostra comunità. Se a ciò aggiungiamo che non si tratta di vicende bagatellari, ma di vicende gravi, che sono spesso legate alla traffico di droga, alla criminalità organizzata, alla mafia, alla camorra, risulta ancora più evidente e devastante il messaggio che ne deriva.
L'altro messaggio negativo è quello che alimenta un senso di cupa rassegnazione: nelle case, nelle strade, nelle piazze, i cittadini sono portati a dire, perfino dinanzi a fatti di estrema gravità, che tanto, anche se trovati, i responsabili non pagheranno mai la pena. Allora, dinanzi a questi fenomeni, è nostro dovere essere determinati, fermi, combattivi ed efficaci. Quindi ben venga questo Trattato, che pone finalmente fine a questo tipo di situazioni.
Ma è importante dirlo: oggi, per quanto riguarda questo rapporto tra Italia ed Emirati, non solo abbiamo la possibilità di porre fine a queste storture, ma lo possiamo fare dopo aver messo al riparo, nero su bianco, i principi irrinunciabili del nostro ordinamento e del nostro patrimonio valoriale. Se il fatto per cui viene richiesta l'estradizione è punito con la pena di morte, l'estradizione avviene solo a condizione che venga inflitta a titolo definitivo una pena diversa.
Il rifiuto, inoltre, è previsto anche nelle altre fattispecie consolidate a livello internazionale, quali reati politici, militari, motivi di razza, opinioni politiche e di religione.
Allora, permettetemi di sottolineare che il valore di questa ratifica risiede certamente nelle esigenze di legalità e di giustizia, cui risponde, ma va anche oltre questo fine alto e primario e consente alle nostre imprese e ai numerosi cittadini che hanno rapporti di tipo economico, finanziario e commerciale tra questi Paesi di avere un elemento e un punto fermo, la certezza del diritto, che è alla base di qualunque sviluppo pacifico, di qualunque tipo di relazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi giorni quest'Aula è stata animata da un confronto e uno scontro di opinioni, anche aspro, su temi sensibili, come quelli del lavoro e della questione migranti, io auspico che, invece, su queste materie ci sia il coraggio del dialogo e si trovi tutta la coesione necessaria ad esercitare sul piano internazionale quel ruolo paziente, coscienzioso e autorevole di cui si sente molto il bisogno. Noi voteremo favorevolmente al provvedimento e, in termini più generali, ci saremo e faremo la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI (PD). Presidente, noi sosteniamo questo provvedimento, non solo perché anche noi l'abbiamo presentato, non solo perché è il frutto di un lavoro dei Governi a guida Renzi e poi Gentiloni e, anche, lo vogliamo ricordare, del deputato Davide Mattiello, in questo nostro gruppo, persona impegnata da sempre in Libera e nella lotta contro le mafie; ma la ragione di fondo è che si tratta di un atto importante contro la criminalità e contro le mafie.
Molto si è parlato, a livello di opinione pubblica, dei casi dei cosiddetti latitanti eccellenti, cioè di persone note che soggiornano lì, negli Emirati Arabi, sfuggendo alla giustizia italiana, però si è parlato meno di altre situazioni, di persone ricercate dalle autorità giudiziarie italiane, alcune condannate in via definitiva o rinviate a giudizio, per reati che vanno dall'associazione mafiosa, al concorso esterno, per passare al narcotraffico e ad altri reati molto gravi.
Per questo, dunque, la ratifica, secondo noi, è molto importante, non solo per assicurare alla giustizia italiana delle figure che sono fuggite, ma anche come elemento di deterrenza, perché si afferma che non c'è più, a poche ore di volo, un'oasi di latitanza; non c'è più la possibilità di farla franca.
Quindi, anche così si assesta un colpo alle organizzazioni criminali, che, come è noto, hanno una dimensione sempre più sovranazionale.
Infine, noi sosteniamo questo provvedimento perché è un tassello importante di un lavoro compiuto negli ultimi cinque anni dai Governi e dal Parlamento. Lo voglio ricordare.
Ci sono tantissimi nuovi parlamentari che, non essendo stati presenti, magari non hanno contezza del lavoro svolto, però penso che sia utile ricordare che sono stati anni importanti nella lotta contro le criminalità, contro la corruzione e contro le mafie.
Ad esempio, sono stati gli anni - lo cito ovviamente con la morte nel cuore che abbiamo tutti - della legge contro il caporalato che deve essere applicata e non rivista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); cito ad esempio le leggi che abbiamo fatto per istituire il reato di autoriciclaggio, per inasprire il voto di scambio politico-mafioso; cito le leggi che abbiamo approvato sui reati ambientali. Lo dico perché c'è una tendenza del Governo a voler demolire, a voler smantellare troppe cose. Per questo ve lo diciamo preventivamente, mentre approviamo tutti insieme un provvedimento come questo: non vogliate smantellare anche il grande lavoro svolto sui temi della lotta alla corruzione e alle mafie, perché noi ci metteremo in tutti i modi di traverso per impedirvelo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infine, vi invitiamo ad applicare davvero una conquista storica quale il nuovo codice antimafia e la riforma dei beni confiscati. Noi non pretendiamo esercizi di onestà intellettuale dal Ministro dell'Interno, tuttavia fa specie ascoltare frasi retoriche sulla lotta alle mafie, sui rafforzamenti di personale all'Agenzia dei beni confiscati, dimenticando di dire che si tratta semplicemente di dare corso a norme e decreti legislativi approvati dal precedente Governo e dal precedente Ministro dell'Interno, il democratico Marco Minniti. Ma del resto se l'unico atto coerentemente antimafia compiuto dall'attuale Ministro dell'Interno è stato quello di querelare Roberto Saviano be', ça va sansdire insomma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anche oggi, come negli ultimi anni dunque, si sta approvando un atto importante di contrasto alle mafie e alla criminalità, un atto che voi, noi tutti ereditiamo da Governi che per anni hanno cercato di lavorare davvero per la legalità e per il Paese: è con questa convinzione che, con piena coerenza, annunzio il voto del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Comencini. Ne ha facoltà.
VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Gli Emirati Arabi Uniti fino ad ora si sono dimostrati una delle mete preferite per diversi criminali italiani che vi hanno trovato un nascondiglio sicuro per la loro latitanza e magari per poter proseguire le loro attività illegali. Tra questi, ad esempio, ci sono due capibastone della camorra, due broker della droga del clan degli scissionisti. La ratifica di questo Trattato è perciò fondamentale per cercare innanzitutto di assicurare alla giustizia questi delinquenti che, più o meno pericolosi, è giusto che vengano assicurati alla giustizia ma anche per una cooperazione a trecentosessanta gradi nel contrasto a tutte le mafie, riuscendo a perseguirle anche oltre i confini nazionali ed europei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier), riuscendo a colpirle anche dal punto di vista fiscale ed economico e nel recupero degli elementi probatori. Inoltre, sarà possibile collaborare anche nella lotta al terrorismo internazionale di matrice islamista: tutte battaglie ed obiettivi fondamentali per il nostro Governo, per il Ministro dell'Interno Salvini, per la sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini. In particolar modo, ci tengo ad approfittare dell'occasione per ringraziare tutte le direzioni distrettuali antimafia, la Direzione investigativa antimafia e tutti coloro che operano con le forze dell'ordine e con i magistrati per combattere la mafia non solo qui ma anche oltre i confini nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier) ed, in particolar modo, coloro che, talvolta, sono dimenticati ma svolgono un lavoro ancora più difficile all'interno delle forze dell'ordine, che sono coloro che operano sotto copertura, i cosiddetti infiltrati: spesso la mafia viene contrastata, combattuta e sconfitta proprio grazie a loro. Quindi per tali motivi la Lega con coerenza vota a favore dei Trattati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Per lungo tempo, nella scorsa legislatura, avevamo chiesto la ratifica dei Trattati in esame. Abbiamo dovuto attendere ben due anni e mezzo, ormai tre, perché attendevamo che il nostro Ministero verificasse, con note a verbale, con le autorità emiratine un principio non scandito bene nei trattati originali per quanto riguardava la pena di morte. Finalmente il Governo ha messo come uno dei primi punti all'ordine del giorno la ratifica dei due Trattati. Oltre ad esprimere parere favorevole, vorrei tuttavia insistere con il Governo su un punto necessario per il futuro perché la nostra legislazione penale prevede tutta una serie di reati per quanto riguarda le organizzazioni di stampo mafioso. Ebbene, tali reati in molti Paesi stranieri non sono riconosciuti e, proprio per il principio di necessità di doppia incriminazione, potrebbero essere a rischio tutte le estradizioni richieste a tutta una serie di Paesi che non prevedono tali reati nella loro legislazione. Ciò che chiedo in questo senso al Governo e avrei voluto chiedere con un ordine del Giorno che, per problemi di gruppo, non è stato presentato, è prevedere nei futuri trattati ma anche nelle interlocuzioni con i Governi, per quanto riguarda i trattati già firmati e ratificati, di prevedere un temperamento al principio di doppia incriminazione per questi reati così come viene fatto usualmente per i reati di natura fiscale. Noi conosciamo bene il fenomeno di stampo mafioso in Italia: purtroppo all'estero è ancora misconosciuto in molti ordinamenti e dobbiamo far sì anche con questi trattati di migliorare le relazioni e far comprendere tale fenomeno che non riguarda più solo l'Italia perché queste organizzazioni, ovviamente non solo italiane ma anche straniere, sono ormai un fenomeno transnazionale che riguarda l'Italia ma riguarda molti altri Paesi dove, ad esempio, le società possono essere schermate, i beni possono essere schermati, dove possono essere creati facilmente trust blindati per i quali non possiamo conoscere i soci occulti. Ebbene, nell'interlocuzione di questi Paesi è necessario prevedere immediatamente un temperamento di tale principio cosicché tutti coloro che debbono essere estradati, sia con misura cautelare sia con sentenza definitiva, possano finalmente conoscere le patrie galere italiane per vedere finalmente una pena espiata, perché sin troppi camorristi sono all'estero, sapendo di poterla fare franca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 344-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 344-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 344-A: “Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015, con Scambio di Note fatto ad Abu Dhabi il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018; b) Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati arabi uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 50).
Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 492.
Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2017 (Doc. VIII, n. 1); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, n. 2) (ore 17,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2017 (Doc. VIII, n. 1) e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, n. 2).
Ricordo che, nella seduta del 3 agosto, dopo la relazione del Questore, deputato Gregorio Fontana, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.
(Replica del deputato questore – Doc. VIII, nn. 1 e 2)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato questore Edmondo Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI, Questore. Presidente, colleghi, innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno voluto dare un contributo nel corso del dibattito in discussione generale, contributo importante di cui terremo ampiamente conto, che è segno anche di un interesse importante sullo svolgimento della nostra vita anche dal punto di vista dell'organizzazione della struttura e dell'apparato istituzionale.
Ovviamente, ringrazio coloro che hanno dato degli apprezzamenti a un lavoro svolto dal Collegio dei Questori e dall'Ufficio di Presidenza per i risultati conseguiti attraverso l'azione sistematica di riduzione e razionalizzazione della spesa della Camera, che, per la verità, è in atto da ben due legislature. Quindi, si agisce perfettamente in continuità, considerando che questo è l'inizio della terza da cui si è iniziato un nuovo iter, dove la sobrietà e una gestione adeguata delle risorse pubbliche ha rappresentato un elemento centrale, anche alla luce della composizione dell'Ufficio di Presidenza negli ultimi dieci anni, in maniera veramente bipartisan, come si suole dire.
Qualche collega ha segnalato il tema delle funzioni e delle attività svolte dalla nostra istituzione e dell'esigenza di riflettere sull'assetto che dovrebbe avere la Camera in una fase di decremento delle risorse materiali e umane disponibili per il suo funzionamento.
Ovviamente, l'identità del Parlamento non deve essere compromessa e certamente il Parlamento deve conservare quella che è divenuta una sua vocazione negli ultimi dieci anni, quella di aprirsi sempre più spesso e il più possibile ai cittadini per dare proprio il senso della vera specificità della casa del popolo italiano.
Sicuramente l'indirizzo di apertura alla cittadinanza è un dato irreversibile, anche se le esigenze che abbiamo segnalato di risorse sempre inferiori e di riduzione delle risorse umane hanno portato, da questa legislatura, all'idea che ci debba essere un limite per l'organizzazione di eventi pubblici nella misura di un solo evento al giorno per ciascuna sede della Camera.
Ovviamente, l'aspetto che ho già segnalato, la progressiva riduzione del numero dei dipendenti in servizio, che è determinata dall'attuazione di un blocco del turnover disposto oramai da oltre dieci anni, ha creato sicuramente dei problemi, e abbiamo notato, come i colleghi, diversi parlamentari hanno presentato degli ordini del giorno, sui quali si esprimerà il collega D'Incà, proprio per riattivare la leva del reclutamento.
Per la verità, voglio sottolineare che la riduzione del personale è stata affrontata nelle ultime due legislature dall'amministrazione in maniera coerente e in continuità attraverso una continua innovazione di modelli organizzativi che hanno sempre preservato l'eccellenza della funzione di assistenza ai parlamentari.
E, tuttavia, è chiaro che, in esito a questo processo, siamo riusciti, da una parte, a eliminare ogni forma di duplicazione e di sovrapposizione di attività e, allo stesso tempo, a fornire un adeguato livello di assistenza.
È anche un lavoro che si è iniziato in comune con il Senato, per evitare duplicazioni. Specifici protocolli di cooperazione tra le due amministrazioni hanno portato a una prima fase importante di integrazione delle rispettive attività, sulle quali intendiamo continuare.
È chiaro che i parlamentari devono avere un'assistenza adeguata, sempre più specifica e al passo con la tecnologia, e voglio anche cogliere l'occasione per dire come tutto il corpo dei dipendenti della Camera dei deputati in questi anni - anni di riduzione, come abbiamo detto, di personale - veramente abbia fatto l'impossibile per essere sempre in grado e all'altezza di fornire lo stesso livello di assistenza.
PRESIDENTE. Deputato Bignami!
EDMONDO CIRIELLI, Questore. Ma è evidente che manca una funzione oramai, dopo dieci anni, all'interno di questa Camera, che è anche l'idea di trasmettere il know-how, trasmettere una sorta di testimone a nuove generazioni di dipendenti, che devono essere in grado di garantire la continuità.
Sul tema della trasparenza, credo che la Camera dei deputati ormai - lo ribadisco e mi piace farlo - in continuità negli ultimi dieci anni e coerentemente in questi primi mesi di questa legislatura, abbia fornito livelli sempre più performanti di qualità di informazione delle attività interne. Sicuramente riteniamo che siamo all'avanguardia, il sito Internet dalla Camera ha un insieme vastissimo di dati e di informazioni che testimoniano quanto l'attività amministrativa della Camera si svolga in conformità ai principi di trasparenza e di conoscibilità validi per tutte le amministrazioni pubbliche.
Vi si possono reperire documenti di bilancio, bandi di gara, quelli in corso e quelli conclusi, l'elenco periodico dei pagamenti effettuati in favore di singoli contraenti, l'albo dei fornitori, l'elenco dei rappresentanti di interesse accreditati, vi sono i regolamenti interni, l'assetto organizzativo, lo stato giuridico, l'amministrazione, i parlamentari, i curriculum.
In altri termini, credo sicuramente che la trasparenza sia un elemento centrale dell'azione dell'amministrazione e della classe dirigente dei dipendenti della Camera. Il Collegio, d'altro canto, è ampiamente consapevole che si può fare sempre meglio, e cercheremo, anche accogliendo molti ordini del giorno, di portare avanti nuove idee, che ci facciano essere sempre al passo con i tempi su questo tema centrale per la nostra democrazia.
Su un piano particolare, noi porremo attenzione su una cosa che è stata già segnalata anche da alcuni colleghi; e anche personalmente, insieme ai colleghi questori, lo abbiamo affrontato: è il fatto che l'immagine di un'istituzione parlamentare dipenda anche dalla sua capacità di preservare pienamente uno dei beni comuni di maggiore significato per tutta l'Italia, che è quello del patrimonio artistico e architettonico.
Sono fermamente convinto, trovandomi in questo in sintonia con tutti gli altri colleghi, che sia necessario operare e investire perché le sedi della Camera, a cominciare da Palazzo Montecitorio, siano preservate nella pienezza del loro ineguagliabile pregio storico e architettonico.
Ovviamente, in questi mesi noi svolgeremo un lavoro di monitoraggio, insieme agli uffici, per capire tutto quello che si deve fare, tutto quello che si deve spendere, perché noi riteniamo che mai come in questo caso i soldi spesi per i beni immobili, per il patrimonio architettonico, storico (i palazzi che occupiamo sono palazzi di un pregio inestimabile), siano il modo migliore per spendere anche le tasse dei cittadini, perché è anche un modo per lasciare a quelli che verranno qualcosa che a noi è stato trasmesso dai nostri antenati.
Sicuramente esiste un problema di spazi. Negli ultimi anni giustamente si è avviata una nuova fase di rientro rispetto a dei fitti che erano veramente astronomici nella gestione di uffici; e, d'altro canto, ci rendiamo conto che non è pensabile che i parlamentari non possano avere un ufficio a livello individuale, un ufficio idoneo. Ci scusiamo, gli spazi sono questi, ma possiamo anche già dire che in questi mesi, insieme agli uffici e ai colleghi questori, ci metteremo in moto innanzitutto con il demanio, con il comune di Roma, ma anche nei palazzi adiacenti, per trovare spazi nuovi di grande pregio patrimoniale e architettonico da acquisire per la Camera dei deputati, per poter dare in tempi ragionevoli uffici adeguati ai parlamentari, spazi adeguati per le attività di cui abbiamo parlato, per far sì che la Camera rappresenti un esempio di conservazione e di investimento patrimoniale dal punto di vista architettonico.
Mi riferisco, ovviamente, all'idea stessa della preservazione dei beni culturali. Voi capite che un grande palazzo storico al centro della nostra città, della nostra capitale, probabilmente solo un grande ente pubblico come la Camera può garantirne appieno la sua manutenzione e il suo splendore.
L'ultima tematica che voglio segnalare è il processo di digitalizzazione dei supporti di lavoro parlamentare in corso da tempo. Su questo siamo pronti a fare anche un monitoraggio per investimenti ulteriori rispetto a tutto quello che già si è fatto veramente con grande caparbia e con grande capacità negli ultimi dieci anni.
Anche il processo di efficientamento energetico oramai è acquisito agli indirizzi permanenti della nostra istituzione. Abbiamo colto anche la sensibilità rispetto alla realizzazione di un asilo nido: ricordo all'Assemblea come esso sia stato più volte oggetto di approfondita analisi e verifiche nella scorsa legislatura, e questo Collegio è già impegnato a verificarne la fattibilità anche in questa fase, riservandosi di riferire quanto prima all'Ufficio di Presidenza.
Ovviamente tutta l'attività di monitoraggio di questa fine d'anno sarà un banco di prova importante, su cui gli organi di direzione amministrativa, il Collegio dei questori lavoreranno assiduamente, per fornire innanzitutto all'Ufficio di Presidenza tutti gli elementi per prendere le decisioni migliori, in conformità con quello che esce dal dibattito parlamentare, appunto il dibattito alla Camera sul bilancio come questa sera (Applausi).
(Esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 2)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che l'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 è stato ritirato dal presentatore.
Quanto all'ammissibilità, ricordo che i relativi criteri sono stati definiti nel tempo sulla base dei principi generali dell'ordinamento e alla luce del quadro regolamentare delle competenze degli organi della Camera.
Tali criteri sono, fra l'altro, riconducibili all'esigenza di assicurare la compatibilità degli ordini del giorno con l'ordinamento interno, in termini di rispetto delle sfere di competenza e di autonomia attribuite ai vari organi parlamentari.
Avverto quindi che, tenuto conto dei richiamati criteri, è da ritenersi inammissibile l'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/12, nella parte in cui invita l'Ufficio di Presidenza a valutare la possibilità di introdurre le votazioni telematiche a distanza per le deputate in gravidanza e per i genitori di bambini di pochi mesi, in quanto incide su una materia che esula dall'ambito di competenza di quest'organo, presupponendo una modifica dell'assetto ordinamentale da attuare a livello regolamentare, se non costituzionale, idonea ad ammettere, in via generale, la possibilità di votazioni a distanza da parte dei deputati. Con analoga motivazione, nella XVII legislatura era stato dichiarato inammissibile l'ordine del giorno Pannarale n. 9/Doc. VIII, n. 10/83, presentato in occasione dell'esame del bilancio interno per il 2017, nella parte in cui recava una previsione identica a quella recata dall'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/12.
Il deputato De Maria ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17.
ANDREA DE MARIA (PD). Presidente, intervengo davvero brevemente su questo ordine del giorno che ci sta particolarmente a cuore, anche per fare una considerazione molto rapida sull'insieme degli ordini del giorno che abbiamo presentato, non riprendendo quanto detto in modo più articolato in discussione generale, a cui peraltro è stato in parte risposto anche nell'intervento che ho sentito ora.
Noi abbiamo presentato quattro ordini del giorno sostanzialmente ispirati a due criteri di fondo. Il primo appunto è stato ricordato anche qui: la necessità di proseguire un lavoro importante di sobrietà, di rigore, di serietà, di contenimento dei costi, che ha portato risultati molto importanti nella scorsa legislatura e che è giusto proseguire anche in questa. Dall'altra parte, garantire a quest'Aula una piena funzionalità per il proprio operato, per consentire appunto ai parlamentari di svolgere la loro importante funzione istituzionale con pieno supporto da parte della nostra Assemblea e dei nostri organi amministrativi.
Peraltro, abbiamo registrato che, anche rispetto alla scorsa legislatura, chi più aveva attaccato le spese e il funzionamento di questa istituzione oggi usa toni diversi, e questo per quanto ci riguarda è un fatto importante, perché per noi si tengono insieme due obiettivi: quella disciplina e onore che l'articolo 54 della Costituzione dice che deve caratterizzare chi svolge attività pubbliche, e quindi l'attenzione alla sobrietà, il rigore, la serietà, ma anche il fatto appunto che le istituzioni possano lavorare in piena efficienza e svolgere il loro importante ruolo istituzionale.
Rispetto a questo specifico ordine del giorno, all'ordine del giorno a mia firma n. 9/Doc. VIII, n. 2/17, voglio sottolineare che noi qui poniamo un tema a cui teniamo molto, e cioè il fatto di garantire piena trasparenza ai contratti per i collaboratori parlamentari, di garantire che i collaboratori parlamentari possano avere contratti che rispondano ad alcuni criteri dati e ne garantiscano pienamente i diritti di lavoratori anche di alta professionalità che lavorano con i parlamentari, chiedendo in questo un sempre maggior impegno da parte della Camera, della stessa amministrazione della Camera.
Sappiamo che su questo c'è un'attenzione dei questori: chiediamo che questa attenzione sia davvero messa in atto nella prossima legislatura, e anche che, con un percorso da definire insieme, questa attenzione alla garanzia dei diritti per i collaboratori parlamentari, per contratti che siano definiti secondo criteri dati, anche in rapporto con la loro associazione, e per una piena valorizzazione della funzione di queste figure, sia un elemento che caratterizzi davvero il lavoro che tutti insieme dobbiamo mettere in campo negli anni che ci aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il deputato questore D'Incà ad esprimere il parere.
FEDERICO D'INCA', Questore. Ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/1, accolto. Ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/2, accolto. L'ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “prevedere, anche a fronte dei cospicui risparmi realizzati in questa e nelle precedenti legislature, un apposito stanziamento di bilancio a far data dal 2019 per promuovere il finanziamento di premi per le migliori tesi di dottorato riguardanti il Parlamento o per i frequentatori particolarmente meritevoli di corsi di alta formazione organizzati da istituti di studi e ricerche parlamentari; definire le modalità e i criteri per l'attribuzione annuale dei suddetti premi, nonché il relativo importo e l'organo competente, anche al fine di consentire la massima pubblicità e diffusione dell'iniziativa”.
Ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/4, accolto. Ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/5, accolto. Ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/6, accolto. L'ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 2/7 è accolto, e analogamente può essere accolto il successivo ordine del giorno De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 2/16.
L'ordine del giorno Magi n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 può essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'attività di implementazione dei contenuti e dell'organizzazione della struttura del sito Internet della Camera, al fine di rendere ancora più agevole il reperimento e la consultazione delle informazioni ivi contenute, in linea con i principi di trasparenza e pubblicità dell'attività amministrativa sanciti dall'articolo 79 del RAC”.
Poi abbiamo l'ordine del giorno Magi n. 9/Doc. VIII, n. 2/9, che riguarda il tema del rapporto di lavoro tra i deputati e i loro collaboratori. Sulla stessa materia insistono con differenti formulazioni anche gli altri ordini del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/10, De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 e Rizzetto n. 9/Doc. VIII, n. 2/18. Tutti questi ordini del giorno possono essere accolti, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di definire una disciplina del rapporto di lavoro tra i deputati e i propri collaboratori - sentite le associazioni maggiormente rappresentative costituite dai collaboratori dei parlamentari e facendo riferimento ai modelli giuridici e organizzativi che caratterizzano l'assetto normativo vigente in materia presso i Parlamenti dei principali Paesi europei e il Parlamento europeo - che: a) preveda che il rapporto medesimo sia disciplinato su basi giuridiche uniformi e provviste delle garanzie stabilite dall'ordinamento; b) preveda che il rapporto medesimo intercorra in ogni caso esclusivamente e direttamente tra il deputato e il proprio collaboratore; c) ponga a carico del bilancio della Camera gli oneri connessi alla retribuzione dei collaboratori, nei limiti degli stanziamenti attualmente previsti a titolo di rimborso delle spese per l'esercizio del mandato; d) preveda la facoltà per i deputati di avvalersi di collaboratori nei termini sopra indicati ovvero, alternativamente, di chiedere il rimborso delle spese sostenute per l'esercizio del mandato, secondo quanto previsto dalla disciplina vigente; e) tenga conto dei profili di sostenibilità amministrativa connessi all'attuazione dell'eventuale nuova disciplina”.
Sull'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/11 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 2/12 è accolto nella parte ammissibile, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “verificare i presupposti e le condizioni per le ulteriori misure volte a facilitare l'accudimento dei neonati da parte dei deputati genitori durante l'esercizio delle funzioni connesse al mandato parlamentare”. Il Collegio, infatti, condivide pienamente la finalità perseguita dall'ordine del giorno, e intende segnalare alla Giunta per il Regolamento l'opportunità di ampliare il periodo temporale in cui si applica il regime della missione attualmente previsto per le deputate che non partecipano ai lavori parlamentari nei periodi corrispondenti a quelli per i quali l'ordinamento prevede l'astensione obbligatoria per la maternità.
L'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 è accolto. L'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 è accolto. L'ordine del giorno Meloni n. 9/Doc. VIII, n. 2/19 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di effettuare uno studio finalizzato a individuare i fattori macroeconomici ai quali parametrare le somme corrisposte ai parlamentari a titolo di indennità e di rimborso delle spese”.
PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/1 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 Baldelli sono accolti. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Baldelli: si accetta la riformulazione.
Ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4, n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Baldelli sono accolti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/7 è accolto.
Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Sul mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/7, che è stato sottoscritto da diversi gruppi, pur nel rispetto della linea data da parte dei gruppi di maggioranza di non sottoscrivere e di non proporre ordini del giorno, ma poi avendo poi anche la maggioranza in Ufficio di Presidenza la possibilità di assolvere a impegni che riguardano e interessano da vicino l'amministrazione e il funzionamento di questo ramo del Parlamento, faccio presente che questo ordine del giorno prevede la possibilità, che da tempo viene richiamata da altri ordini del giorno approvati nel corso dei bilanci precedenti, di procedere con i concorsi per le esigenze che sono state già in qualche misura accertate dalla ricognizione del fabbisogno che è stato realizzata lo scorso anno.
Allora, da questo punto di vista, considerato che si tratta di un tema assolutamente rilevante e che vede una convergenza di tutti i gruppi, io credo che noi, al netto dell'accoglimento da parte del Collegio dei questori, che ringrazio, e dell'Ufficio di Presidenza, che su questo si è espresso, faremmo cosa buona e giusta - e poi faccio appello a lei, Presidente, affinché questo ordine del giorno venga eseguito, perché non è una questione immediata ma vi è la necessità dell'avvio di tutta una quantità di procedure molto complesse - se ponessimo in votazione questo ordine del giorno, perché credo che questo sia un tema centrale; purtroppo, da diversi lustri noi abbiamo eretto un muro tra quest'amministrazione e le migliori intelligenze di questo Paese che avrebbero potuto o voluto partecipare anche al lavoro di questa amministrazione attraverso dei concorsi pubblici e attraverso, quindi, la partecipazione a questi concorsi per poter diventare personale al servizio di questo organo costituzionale ma, purtroppo, da troppo tempo questa amministrazione non fa più questi concorsi.
Allora, credo che su questo sarebbe opportuno che questa Assemblea si pronunciasse per dare a questo ordine del giorno, visto che già in passato ce ne sono stati di ordini del giorno ma siamo rimasti fermi al palo, un senso di condivisione maggiore e questo mi auguro che comporti un impegno dell'Ufficio di Presidenza, del Collegio dei questori e di lei, Presidente Fico, in prima persona, perché noi abbiamo delle esigenze veramente importanti dal punto di vista del fabbisogno di personale tali per cui, tra prepensionamenti, distacchi esterni e tutta una quantità di altri provvedimenti, è necessario, in questo ramo del Parlamento, riuscire a bandire concorsi. Al netto del ruolo unico e di tutta una quantità di altri provvedimenti che sono stati intrapresi nel corso degli anni, io credo che noi avremmo bisogno di poter dare anche alle migliori intelligenze di questo Paese l'occasione per poter partecipare ai concorsi di questo ramo del Parlamento.
Quindi, chiedo che si possa mettere in votazione questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/7 Baldelli, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 51).
(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia -Berlusconi Presidente).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Magi, sottoscritto anche dal deputato. Fusacchia. Chiedo ai presentatori se accedano alla riformulazione proposta dal Collegio dei questori.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, respingiamo la riformulazione sia per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Magi sia per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Magi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Magi, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Magi, sottoscritto anche dal deputato Fusacchia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. È chiaro che questa riformulazione riguarda anche l'ordine del giorno successivo, il mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/10, che riguarda, appunto, sempre il tema, già citato dal collega De Maria, sulla questione dei collaboratori parlamentari, per i quali sappiamo che ad oggi non è prevista alcuna forma di regolamentazione nonostante, appunto, si tratti di lavoratori più a stretto contatto con noi deputati.
Con questa riformulazione e anche confrontandomi con l'associazione dei collaboratori parlamentari, emerge il fatto che è stata eliminata dal mio ordine del giorno la parte relativa alla trasparenza dei dati dei contratti depositati in riferimento all'equo compenso dei contratti di collaborazione e poi, come già oggi in discussione nell'Ufficio di Presidenza, sono già state sostanzialmente decise le risorse da destinare a tali collaboratori, come anche il collega Rosato aveva eccepito nel corso della discussione di questa mattina che è stata, appunto, una discussione all'interno dell'Ufficio di Presidenza, e comunque, tra i gruppi sul bilancio di previsione e, quindi, eventuali variazioni ad una cosa già confezionata. Poi, con questa riformulazione si mantiene il richiamo ai Parlamenti europei e, quindi, il richiamo che in un certo qual modo contrasta con il resto dell'impegno come da voi riformulato, perché sono cinque i punti e sono molto restrittivi.
Quindi, io chiedo al Collegio dei questori di valutare l'opportunità - uso una formula da ordine del giorno - di fermare la riformulazione alle parole “Parlamento europeo”, ossia togliere i cinque punti successivi in modo tale che comunque si tratterebbe di una riformulazione che va nella direzione di accogliere questo impegno nei confronti dei collaboratori parlamentari - e ci sta tutta - pur lasciando spazio a una discussione che vorremmo fare nell'Ufficio di Presidenza o nelle sedi più opportune e, comunque, che non imbriglia il tutto in un testo che è già effettivamente molto, molto completo. Ecco, io chiedo questo.
PRESIDENTE. Deputato Pastorino, intanto metterei in votazione l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Magi, perché poi arriverà anche il suo ordine del giorno dove chiederà quello che ha chiesto.
Dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Magi, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 Pastorino. Chiedo al deputato Pastorino se accoglie la riformulazione.
LUCA PASTORINO (LEU). Facevo una controproposta di riformulazione…
PRESIDENTE. Sì, sì, era chiaro. Glielo richiedo.
LUCA PASTORINO (LEU). Ossia di togliere la parte dei punti, perché votarla per parti separate mi sembrerebbe poco utile, ecco, ai fini delle argomentazioni che ho portato. Se poi i rimane così, allora chiedo che sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Questore D'Incà?
FEDERICO D'INCA', Questore. Nel ribadire che manteniamo la riformulazione come presentata al collega Pastorino e come anche descritto in Ufficio di Presidenza, c'è la piena volontà di poter iniziare un percorso sul ruolo del collaboratore parlamentare che, però è indicato all'interno appunto della riformulazione su questi quattro ordini del giorno e che passano per le cinque lettere, i cinque punti indicati. Per cui, in questo momento, appunto, la riformulazione rimane la stessa.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 Pastorino, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/11 Pastorino, su cui c'è un invito al ritiro da parte dei deputati Questori, altrimenti il parere è contrario. Deputato Pastorino?
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie Presidente, molto brevemente, perché magari farò cenno a questa questione anche in dichiarazione di voto finale, lo vorrei porre in votazione comunque perché questa è la proposta finalizzata a far sì che una parte, non era una parte, l'80 per cento dei risparmi ottenuti con la delibera dei vitalizi che, ad oggi, ricordo all'Aula, rimane accantonata e non viene spesa, per criteri di prudenza adottati giustamente dal Collegio dei questori…
PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio, grazie.
LUCA PASTORINO (LEU). Dicevo, almeno una parte venga utilizzata per il fondo per le pensioni minime, ove costituito, come quanto preannunciato dal Vicepresidente del Consiglio Di Maio. Quindi, vorrei porlo in votazione, grazie.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/11 Pastorino, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Prendo atto che il deputato Pastorino accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12. Prendo, altresì, atto che anche i presentatori degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 De Maria, n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Rizzetto e n. 9/Doc. VIII, n. 2/19 Meloni accettano le riformulazioni proposte.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto - Doc. VIII, nn. 1 e 2)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, presidente. Onorevoli colleghi, innanzitutto ringraziare il lavoro del Collegio…
PRESIDENTE. No, per favore. Per favore, aspetti. Sta parlando il vostro collega. Quando escono i deputati da qui non bisogna salutare. Si saluta fuori. Grazie.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie a lei, Presidente. Ringrazio lei e ringrazio il Collegio dei questori per il lavoro svolto e, insieme a loro, gli uffici e i dipendenti dell'Amministrazione, che hanno collaborato a redigere il conto consuntivo per l'anno finanziario 2017 e il bilancio della Camera per l'anno finanziario 2018 e credo che questa sia anche un'importante occasione per ringraziare tutto il personale della Camera, perché credo che ciascuno di noi, anche i primi eletti in questi primi mesi, hanno potuto apprezzare quanto siano di sostegno all'attività che svolgiamo in quest'Aula e nelle Commissioni.
Dalla relazione che abbiamo tutti ascoltato si è appreso che nel 2018 la Camera restituirà al bilancio dello Stato un totale di 85 milioni di euro, questo è il segnale di un'attività di contenimento della spesa che, è stato ben ricordato dal Questore Cirielli, è iniziata un po' di legislature fa: lo dico anche ai tanti colleghi che siedono per la prima volta in quest'Aula, perché credo che sia importante comprendere che il contenimento della spesa non è avvenuto in questi quattro ultimi mesi, ma è un lavoro che parte da lontano. Giusto per ricordare, oramai negli ultimi sei anni la spesa della Camera è diminuita dell'11 per cento, a fronte di una spesa dello Stato che è aumentata, nello stesso periodo, del 12 per cento. Un contenimento della spesa, tra l'altro, che è anche ribadito per i prossimi tre anni, nonostante ci sia un aumento nel 2018 di poco meno del 2 per cento che, tra l'altro, è stato anche ben motivato dal Questore Fontana durante la sua relazione e che quindi è un lavoro che continuerà nel futuro per la Camera dei deputati. Ci tengo a evidenziare un aspetto che a me è balzato agli occhi analizzando gli strumenti economici, che le risorse relative ai vitalizi vengono prudenzialmente accantonate e questo comunque mette in evidenza che la perplessità che alcuni di noi avevano espresso su quel provvedimento, approvato a maggioranza nell'Ufficio di Presidenza, erano perplessità certamente non troppo esasperate, ma che avevano una ragione di esistere.
Oltre alla sottolineatura dell'importanza del contenimento, però io ci tengo a sottolineare quanto siamo consapevoli che la democrazia ha un costo e, quindi, crediamo che è necessario garantire il migliore funzionamento della Camera e non sempre meno risorse corrispondono a maggiore efficienza, anzi alcuni aspetti che sono stati evidenziati negli ordini del giorno come, ad esempio, il tema dei concorsi sicuramente è un tema importante, perché credo che sia arrivato il momento in cui ai tanti collaboratori, a tanto personale della Camera ci sia la necessità di dare aiuto e supporto per far svolgere meglio le funzioni di questa importante istituzione.
Concludo, Presidente, dichiarando il voto favorevole di Noi con l'Italia-USEI, evidenziando che lavoreremo e collaboreremo sempre per contribuire al contenimento alla spesa, ma anche per spendere bene, per investire, perché credo che l'autorevolezza e la forza di questa istituzione passi anche dalle risorse, anche in incremento per alcuni capitoli, spese bene, nell'interesse dei cittadini che giustamente chiedono a questa istituzione di lavorare nel loro interesse (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Un breve intervento per annunciare il voto favorevole al bilancio da parte del gruppo di LEU, del gruppo che rappresento, che tra l'altro come già praticamente pronunciato e anche già detto dal collega che mi ha preceduto è un voto favorevole ai risultati ottenuti nel corso dell'ultima legislatura sostanzialmente. In questa fase, quindi, siamo ad accogliere, ad applaudire il miglioramento dell'avanzo di amministrazione dello scorso anno, del 2017, di 43,3 milioni di euro e il ricorso a una quota dell'avanzo proveniente dagli esercizi precedenti, 2012 e 2016, prevalentemente realizzati, come dicevo, nel corso della scorsa legislatura, consentono, oggi, di operare una restituzione al bilancio dello Stato di un importo pari a 85 milioni di euro. Credo sia giusto sottolineare che si tratta della più consistente restituzione tra quelle effettuate dalla Camera.
Abbiamo apprezzato, per quanto attiene alla spesa, come su impulso della Presidenza Boldrini e con il coinvolgimento del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza, tra il 2013 e il 2017, è stato possibile conseguire un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato pari a circa 400 milioni di euro.
PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio. Non ricominciamo fin quando non ci sarà silenzio in Aula. Chiedo a tutti i deputati…
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. A partire dal 2013, la Camera dei deputati, grazie ai risparmi progressivamente conseguiti, ha restituito, ogni anno, al bilancio dello Stato risorse finanziarie sempre crescenti: 10 milioni nel 2013, 28,3 milioni nel 2014, 34,7 milioni nel 2015, 47 milioni nel 2016 e, come detto, 85 milioni nel 2017. In particolare, ci piace evidenziare come la Camera nel 2017 abbia speso 950,4 milioni di euro, ovvero 157,6 milioni di euro in meno rispetto al 2011 e 137,1 milioni di euro in meno rispetto al 2012, quindi, il 12,6 per cento in meno rispetto all'ultimo anno della XVI legislatura.
Tutte le categorie della spesa di funzionamento della Camera hanno registrato diminuzioni, anche molto consistenti: spesa per beni e servizi ridotta del 43,2; spesa per il personale dipendente del 24,9; spesa per il personale non dipendente del 20,7; trasferimenti ai gruppi del 14 per cento circa.
Ho citato questi numeri perché prendiamo atto dell'impegno profuso per ridurre e razionalizzare i costi e del raggiungimento di questi obiettivi importanti e significativi sia rispetto, come detto, al Collegio dei questori e all'Ufficio di Presidenza della precedente legislatura, nonché all'amministrazione della Camera e ai dipendenti della Camera che hanno supportato e collaborato per il raggiungimento di questo importante obiettivo, in un'attività non facile e non sempre semplice di razionalizzazione dei costi e delle spese in questi termini.
Quindi, l'eredità che viene lasciata a lei, Presidente, e a noi, membri di questo nuovo Ufficio di Presidenza, credo che sia molto, molto importante, un'eredità sicuramente di cui fare tesoro, sicuramente da migliorare, ma ci piace, di nuovo, davvero, pensare che in questa sede vada sottolineato l'elevato livello raggiunto da questo lavoro nel corso della XVII legislatura.
Alcuni spunti di riflessione, brevemente; faccio mie alcune osservazioni che il presidente di gruppo Fornaro aveva fatto nel corso della discussione generale, una in particolare: la ricerca, eventualmente, di sinergie, di ottimizzazione dei costi anche con il Senato. Il presidente Fornaro aveva accennato a certi servizi che possono essere messi in comune con delle economie di scala e di scopo che possono essere raggiunte.
Ci permettiamo di evidenziare come sarà, comunque, fondamentale, da una parte, proseguire nel solco delle buone pratiche messe in atto dalla precedente gestione e, dall'altra, operare nella direzione dell'efficienza e dell'efficacia della gestione medesima, perché, a nostro avviso, come già qualcuno ha detto negli scorsi giorni, è importante la qualità della spesa e, quindi, noi siamo propensi, appunto, a ripensare insieme a lei, Presidente, e insieme a tutto l'Ufficio di Presidenza, come possa essere ottimizzata la spesa, ogni tipo di spesa all'interno della Camera, nel senso di dare a questa istituzione la dignità che merita sotto tutti i punti di vista.
Anche in questo senso, sarà interessante il dibattito che si è aperto o si aprirà circa la dotazione di personale, perché, negli ultimi anni, dal 2012, il personale è diminuito di circa 467 unità, quindi, sarà sicuramente opportuno e interessante valutare l'opportunità di prevedere degli inserimenti all'interno del personale della Camera, ove mancante in certe peculiarità.
Così, altra verifica, a nostro avviso, importante e necessaria, sarà quella relativa agli stipendi e ai salari percepiti dai lavoratori in forza a ditte appaltatrici. Io credo che la Camera e, quindi, lo Stato, debba essere esempio di virtuosità e, parallelamente, esempio di applicazione di giuste paghe e di giusti salari per le lavoratrici e per i lavoratori. Quindi, un'analisi, in questo senso, anche in termini di aumento dei costi per questi lavoratori, secondo noi, è una cosa fondamentale.
In ultimo, come già preannunciato - e faccio riferimento al mio ordine del giorno - sottolineo una questione squisitamente politica, che è quella relativa ai vitalizi, nel senso che è stata approvata la delibera di ricalcolo dei vitalizi, delibera sulla quale non c'è stato un voto contrario, quindi, tutti i gruppi avevano espresso, già nelle premesse, la volontà di percorrere, insieme a lei e insieme all'Ufficio di Presidenza, questo tipo di percorso. E, quindi la delibera è stata fatta, lo spumante in piazza l'avevamo pure stappato, però, di fatto, il Collegio dei questori, in ragione di una delibera che, come già il gruppo di LEU aveva avuto modo di segnalare, presentava delle incertezze relative al fatto che non fosse corredata da un'analisi sulla legittimità costituzionale, per esempio, come sappiamo e come qualcuno ha già detto, il Collegio dei questori, in applicazione di un principio di sana e prudente gestione, ha pensato, doverosamente, di accantonare questi 40 milioni di euro di risparmi, quindi, di non utilizzarli.
Il punto politico qual è? È che la delibera è stata fatta e siamo tutti contenti che sia andata in porto. Di fatto, a completare il discorso, manca un pezzo, ovvero il famoso Fondo per le pensioni minime o qualcos'altro preannunciato dal Vicepremier Di Maio. Dico questo, per informazione su questo tema, che è un tema che ci ha visti coinvolti in maniera propositiva; insomma, a questa discussione manca un pezzo finale, questi denari verranno accantonati chissà per quanto tempo, perché, di fatto, i questori stessi parlano di una delibera che può essere impugnata, di una delibera che potrebbe essere addirittura cancellata e il parere del Consiglio di Stato, chiesto dal Senato, nella parte relativa alla legittimità costituzionale ci offre degli spunti di dubbio e di riflessione nel merito; sta di fatto che, appunto, ci tenevo a sottolineare come, comunque, questi danari non possano essere reimpiegati.
Speriamo che lo possano essere in futuro, ma mi permetto di sottolineare che, forse, un percorso un pochino più ragionato - mi passi il termine - un pochino più condiviso anche negli elementi a corredo di questa delibera, magari, avrebbe comportato, oggi, un risparmio più o meno alto di questo - non lo so dire -, ma magari con la certezza della fine di un percorso, cosa che era stata auspicata. Anche perché, complessivamente, il numero aumenta, perché, a corredo della delibera di ricalcolo dei vitalizi, avevamo approvato, in Ufficio di Presidenza, anche la delibera che elimina il contributo speciale a carico dei vitalizi più alti.
PRESIDENTE. Deputati… Deputato Rampelli…
LUCA PASTORINO (LEU). Ci tenevamo a sottolineare questo aspetto, giusto perché l'informazione deve essere complessiva su un tema molto delicato, dove, sotto questo punto di vista, alla fine, è stata fatta molta propaganda, molta pubblicità sugli effetti all'esterno di questa delibera, che, oggi, nei fatti, non esiste. Anzi, mi permetto di dire che viene utilizzato per il ricalcolo di vitalizi un criterio assolutamente nuovo, che, in teoria, in futuro, potrebbe essere utilizzato, anche, eventualmente, per ricalcolare altre pensioni, corrisposte oggi e percepite secondo il metodo contributivo, e, quindi, non i vitalizi. Insomma, c'è stato un percorso, diciamo, tortuoso e impegnativo.
Questo non inficia il nostro voto favorevole, ma era un'osservazione che volevamo mettere agli atti, perché, come gli altri, siamo stati testimoni di questo percorso, come gli altri lo abbiamo fatto nostro e abbiamo messo la buona volontà di portarlo avanti. Però, ci piace pensare che le cose vadano dette fino in fondo; quindi, se plaudiamo all'approvazione della delibera sui vitalizi, tanto dovevamo dire, per completezza di informazione, che questi danari non vengono rivolti al Fondo del Ministro Di Maio o a qualsiasi altra finalità esterna a quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Ugualie di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, colleghi deputati, ringrazio i questori per il loro egregio lavoro e dichiaro immediatamente, anche perché non è detto che poi possa desumersi dalle parole che utilizzerò tra breve, il voto favorevole di Fratelli d'Italia al bilancio della Camera. Al riguardo, voglio ringraziare in particolare l'onorevole Cirielli, che per Fratelli d'Italia ha seguito, con la solita laboriosità e attenzione, questo lavoro.
Io voglio ricordare a me stesso che quest'Aula ha una sua solennità, ha una sua importanza. Il luogo che abitiamo è un luogo importante, è un luogo solenne. Se a qualcuno - a me è capitato di farlo nei giorni scorsi, ne ho anche parlato nell'intervento in discussione generale - pungesse vaghezza di andare a rileggersi i verbali della prima seduta - se non vado errato 20 novembre, ma potrei sbagliarmi - c'è da farsi scorrere i brividi dietro la schiena: una seduta bellissima, che era anche molto partecipata, perché nelle tribune erano presenti i mutilati e invalidi dell'appena cessata Prima guerra mondiale, tripudio di tricolori, un grande senso di patria che si respirava nell'atmosfera. E tutti i gruppi parlamentari, nessuno escluso, partecipavano con i loro argomenti, ma soprattutto con la loro gioia, al momento in cui l'Italia praticamente rigenerava il proprio spirito unitario, dopo il 1870.
Faccio questa premessa, l'ho fatta brevissima e la concludo qui, perché il tempo è poco e non intendo abusare della vostra pazienza, per dire che noi in questi anni - non so quanto durerà questa legislatura - cercheremo e vorremo sensibilizzare l'attuale Presidente della Camera, come tutti noi pro tempore in questa sede a riguardo, per ricordarci che non possiamo semplicemente svilire quest'Aula, anche e soprattutto quando parla del proprio bilancio, quindi dei propri conti, in una conta numerica, appunto, abbastanza sterile e fine a se stessa.
Noi dobbiamo accettare la sfida di trasformare Montecitorio in un luogo dove tutto funziona a perfezione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la sfida, piaccia o meno. È così, perché dobbiamo rendere credibili i nostri interventi, qui in Aula, e le nostre battaglie fuori da qui. Perché, se qui le cose non funzionano, non siamo credibili quando andiamo a raccontare le nostre proposte e a comiziare in campagna elettorale. Non siamo, non saremmo credibili.
Se nella Camera ci sono sprechi, non si è credibili quando si chiede di eliminarli nella società o nel resto della pubblica amministrazione. Se ci sono privilegi, non si è credibili quando ci si batte per eliminarli nella società o nel resto della pubblica amministrazione. Se non c'è - per parlare anche delle politiche sociali - un asilo nido aziendale, non si è credibili quando si dice di volere dare l'asilo nido gratis a tutte le famiglie italiane e quando si cerca di stimolare le aziende private ad avere degli asili nido, per fare delle giuste, sacrosante, ancorché tardive, politiche per la famiglia e per incentivare i giovani a sposarsi e a fare figli.
Se qui ci sono lavoratori a tempo determinato, lavoratori con turni ridicoli, che guadagnano 400-500 euro al mese, lavoratori sperequati, che lavorano fianco a fianco e che con contratti diversi fanno le stesse cose, ma hanno contratti diversi e diverse remunerazioni, se abbiamo i lavoratori fantasma, che in altri contesti si chiamerebbero lavori in nero, non saremmo credibili quando volessimo contrastare il precariato e il lavoro nero fuori di qui.
A tal riguardo io, tra i paradossi, voglio citare il paradosso dei paradossi, che, mentre qui noi abbiamo poche ore fa licenziato il cosiddetto decreto dignità, per eliminare il precariato, non ci siamo accorti di avere iniziato davvero a eliminare i precari più che il precariato. E le prime teste sono cadute qui, a dieci metri, da quest'Aula: 21 contratti per barman non hanno avuto il rinnovo, che scadeva il 31 luglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a causa probabilmente - ritengo assolutamente sì - della genialata sulle restrizioni nei contratti a tempo determinato per i lavoratori.
Se non sappiamo custodire a regola d'arte le bellezze artistiche e architettoniche contenute in questo Palazzo, non saremo credibili quando volessimo andare a fare le nostre battaglie politiche, per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, regione per regione, provincia per provincia, sito archeologico per sito archeologico.
Da questo punto di vista, ritengo assolutamente un errore quello di dismettere le opere d'arte che sono custodite dentro Palazzo Montecitorio, per restituirle o comunque darle in gestione a altri musei. Forse sarebbe il caso - magari sarà avveniristico parlarne in un'epoca in cui si taglia tutto - di immaginare la realizzazione, qui dentro o negli edifici che eventualmente fossero attenzionati dall'Ufficio di Presidenza, di un museo, per cercare di fare concorrenza leale e competizione, non solo con il Quirinale, che fa cinque volte i visitatori della Camera dei deputati, la gran parte dei quali peraltro entrano solo per convegnistica e non per guardare le opere d'arte, ma almeno con la Casa Bianca, che non ha nulla da esibire in quanto a patrimonio artistico e monumentale e cuba 600 mila visitatori l'anno, contro i 200 mila scarsi di Montecitorio.
Se non siamo capaci di efficientare il nostro lavoro e di effettuare i concorsi per assumere personale legislativo, documentaristi e consiglieri, e svolgere in tutti i settori un'attività di eccellenza, perché questo dobbiamo fare, al servizio dello Stato e del popolo italiano, non saremo credibili quando con le nostre leggi volessimo intervenire per l'efficientamento della macchina organizzativa, della macchina economica e finanziaria del nostro sistema. E tutti sappiamo che i profili che ho citato sono profili mancanti. Non ce ne sono più di questi profili. Alcuni colleghi hanno difficoltà a reperire quel materiale umano e quelle professionalità, necessari e indispensabili per fare il nostro lavoro, tant'è che, con una battuta nell'intervento in discussione generale, ho detto che, se questa è la prospettiva, se non riusciamo a far conciliare i tagli con l'efficienza, tanto vale fare una bella proposta di legge, ovviamente di modifica costituzionale, per trasformare il Parlamento italiano in un consiglio d'amministrazione: pagando sette persone, abbiamo risolto la gran parte dei nostri problemi.
Allora, la sfida deve essere quella di continuare a tagliare gli sprechi, ma sapere evitare di buttare il bambino con l'acqua sporca, perché noi qui dobbiamo lavorare e servire il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Se non sappiamo digitalizzare, non saremo credibili quando volessimo procedere nella stessa identica direzione in altri settori dello Stato e della pubblica amministrazione.
Allora, in conclusione, dobbiamo ancora vincere, Presidente Fico, la nostra sfida con la trasparenza, con l'efficientamento e l'ottimizzazione, come si dice in gergo, con un linguaggio ingentilito per non spaventare nessuno, ma dobbiamo accettare la sfida anche dell'efficienza - questa è la nuova prospettiva - anche in maniera elastica, flessibile, movimentista, dinamica.
Quando ho parlato del museo potremmo immaginare la realizzazione di una fondazione, Montecitorio, che possa provare anche a trarre profitto da questo genere di attività, quindi, anche dando così un impulso positivo e non pesando necessariamente sui cittadini italiani.
Ma l'importante è capirsi, perché questo luogo, con le sue strutture, il suo personale, con noi deputati, se non è fine a se stesso, evidentemente, deve porre all'attenzione generale le questioni, che peraltro tra noi ci siamo detti tante e tante volte.
Se non siamo capaci di custodire quello che è nelle nostre mani protempore, nel corso di una legislatura, e di valorizzarlo, ciò rischia di significare molto semplicemente che non siamo capaci di custodire la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, è stato un dibattito singolare, questo sul bilancio di questa sessione, perché, in realtà, il numero degli ordini del giorno è stato estremamente ridotto, quindi non ha affrontato a trecentosessanta gradi tutta una quantità di temi che normalmente vengono inseriti nella discussione del bilancio interno. Per fortuna, alcuni ce li siamo risparmiati. Penso al solito ordine del giorno sulla barberia e su tanti altri aspetti che, per fortuna, abbiamo archiviato. Invece abbiamo affrontato, Presidente, dei temi che, secondo me, hanno un rilievo importante. Sottolineo, tra questi, anche la questione dei concorsi, perché è un ordine del giorno che abbiamo votato tutti quanti insieme, e che mi auguro riesca ad essere eseguito in tempi veramente molto rapidi e incisivi, perché, come dicevo prima, abbiamo alzato un muro, in questi ultimi decenni, potrei dire, tra le migliori intelligenze di questo Paese e l'occasione, che è giusto che si dia a questi ragazzi che escono dalle nostre università, di poter servire il Paese anche attraverso lo svolgimento di incarichi come quello di consigliere parlamentare, di documentarista, di tutti quegli incarichi che nella pianta organica della Camera dei deputati possano essere individuati attraverso la ricognizione del fabbisogno, che è stata effettuata proprio qualche mese fa.
Siamo colpevolmente in ritardo su questo. Sono anni che si approvano ordini del giorno sui concorsi, mi auguro che con quest'ultimo voto si possa dare un colpo d'ala e si possa dire finalmente “ci siamo”. Ciò perché, ripeto, lo strumento del concorso serve anche a operare un distinguo che è necessario anche per l'esterno, tra la prerogativa e il privilegio: chi è dipendente della Camera è dipendente della Camera perché vince un concorso, dimostra di essere capace e meritevole. Gli ultimi concorsi che si sono fatti, forse nei primi anni Duemila, hanno visto entrare qui dentro funzionari giovani preparatissimi, da troppo tempo non vediamo facce nuove, ragazzi, in questo palazzo, che abbiano l'occasione di servire questa istituzione da dipendenti, che abbiano l'occasione di servire questa istituzione avendo vinto un concorso, e non per questo essendo privilegiati, ma dimostrando di avere studiato e di aver messo a frutto le loro conoscenze. Oggi un ragazzo capace e meritevole, con la grande passione per la Costituzione, per il diritto costituzionale, per il diritto parlamentare, è più facile che diventi un docente che non un consigliere parlamentare; è più facile diventi un deputato della Repubblica che non un consigliere parlamentare. Su questo noi dovremmo, anche per dare respiro a questa amministrazione, fare un passo avanti definitivo.
Lo hanno detto diversi colleghi: una gestione oculata, seria, che ha guardato con attenzione a un risparmio, che ha restituito negli ultimi tre anni di gestione, compreso questo, 47, 80 e 85 milioni, per quest'ultimo esercizio, grazie al lavoro non solo del Collegio dei questori della scorsa legislatura ma anche alla continuità che a questo lavoro - mi permetta - ha dato anche il nostro questore Fontana e gli altri colleghi, il questore anziano, ma anche gli altri colleghi questori che, con oculatezza, pazienza, buonsenso - anche lei Presidente e questo Ufficio di Presidenza - hanno deciso di mantenere quel solco di equilibrio, buonsenso, accortezza, economia da buon padre di famiglia.
E grazie all'iniziativa che Forza Italia ha voluto mettere in campo già da tre anni, con il consenso di tutte le forze politiche, questi risparmi che sono stati restituiti allo Stato sono stati lodevolmente destinati alle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia. Questi risparmi, queste restituzioni danno la prova del sacrificio che pure si è fatto nel corso degli anni e di cui, Presidente, si è parlato poco. In uno degli ordini del giorno ho chiesto l'impegno a rafforzare la comunicazione, perché quando si parla di stipendi dei parlamentari dobbiamo ricordare che ogni anno l'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei questori, delibera il blocco dell'adeguamento degli stipendi, il che significa che ciascun deputato di questo ramo del Parlamento ha un blocco dello stipendio di 2.500 euro netti al mese! Non sono dell'idea che facendo questa roba avremo le piazze piene di gente che ci ringrazia; non ci ringrazierà mai nessuno. Forse, grazie al fatto che lei, Presidente Fico, è diventato Presidente di questa Assemblea e che il MoVimento 5 Stelle è al Governo, qualcuno finirà di raccontarci la cantilena della casta. Forse, me lo auguro. È una delle cose positive in mezzo a tante altre che politicamente ci vedono distanti.
Finirà questa cantilena sulla casta, per fortuna, dopo la questione sui vitalizi, che sono stati già aboliti nel 2011. Speriamo che riusciamo ad archiviare tutta questa cantilena sulla casta, che nasce come un'operazione politica ben chiara e definita che non ha nulla a che vedere neanche con il MoVimento 5 Stelle - ma sarebbe troppo complicato spiegarla qui -, e cominciamo a occuparci di cose concrete, perché questa amministrazione ha la necessità di funzionare, di trasmettere quello che fa. La proposta di un hub dove le singole figure di ciascun parlamentare vengano abbinate a tutte le figure social, a tutte le pagine social che ciascun parlamentare ha, è un esperimento, lo abbiamo chiesto, è stato approvato. Tante altre sono le iniziative che abbiamo chiesto di mettere in campo, non ultima l'attenzione verso i borsisti, i dottorandi che sulla materia del diritto parlamentare hanno la passione dello studio, dell'approfondimento, e che possono essere terreno di confronto anche dell'istituzione Camera, e a questa istituzione devono guardare con grande attenzione.
Un'altra questione, che mi auguro, come auspicio, venga risolta, e di cui parliamo da anni, proprio anche per la diffusione dei nostri lavori parlamentari: noi continuiamo a corrispondere alla RAI, attraverso il satellite, dei denari, eppure per un canale che - diciamo così - non è che sia proprio di grande share; mi auguro che finalmente, anche attraverso l'impegno del Governo, i lavori parlamentari riescano a essere trasmessi su un canale digitale. Mi auguro che questo sia uno dei modi che rafforzi la pubblicità dei lavori della nostra istituzione e l'avvicinamento ai cittadini.
Credo abbiamo il dovere di rapportarci con il mondo esterno in maniera più forte, più aperta. Questo ramo del Parlamento spesso si riempie, almeno una volta all'anno, di bambini che vengono qui a fare il Parlamento dei bambini, il Parlamento dei ragazzi, il Parlamento degli studenti, ma noi speriamo di poter portare qua dentro le migliori intelligenze di questo Paese, attraverso il Parlamento, di quelli che vincono i concorsi in Parlamento, perché questo è il modo per portare in Parlamento le migliori intelligenze di questo Paese e le nuove generazioni. Credo che dovremmo tutti insieme fare uno sforzo in più, nella condivisione di un progetto per questo ramo dell'istituzione che passa per il rispetto dell'istituzione, per un rispetto che dobbiamo pretendere anche dei media.
Non so quanti articoli “da premio Pulitzer” alla fine di questa sessione dei lavori usciranno sulla stampa per dire che il Parlamento va in vacanza. Ecco, a questi signori non possiamo consegnare un premio Pulitzer, ma durante la cerimonia del ventaglio sarebbe bello ricordare loro che, da quando il Parlamento esiste, ad agosto il Parlamento chiude.
Quindi non è un caso di scuola o un'eccezione ma è la regola, poi se vogliono continuare a fare articoli sul fatto che il Parlamento non lavora, spiegheremo che ci sono stati due mesi, tre mesi in cui il Governo non si è formato. Insomma mi auguro che, rispetto alla cantilena sulla casta e sul Parlamento che non lavora, l'opinione pubblica sia contro-informata da un meccanismo diverso che veda protagonista anche lei, Presidente, al di là del suo ruolo politico nel ruolo di difensore del lavoro fatto dal Parlamento. Per questo la ringrazio, Presidente, e ringrazio il Collegio dei Questori per il lavoro che svolge quotidianamente, ringrazio l'Ufficio di Presidenza che ha la responsabilità di concorrere con il proprio voto e con il proprio impegno all'amministrazione. Ringrazio lei, Presidente, per quanto riuscirà a fare in rappresentanza di questo ramo del Parlamento in un momento in cui, per fortuna, il clima di antipolitica per mille ragioni, che in parte abbiamo toccato anche durante il mio intervento, si sta finalmente affievolendo. Mi permetta di ringraziare sinceramente e lo faccio - ormai in questa legislatura “per il tramite di” è diventata un po' una formula che di solito non fa preludere bene - ma lo faccio per suo tramite, un ringraziamento di cuore al Segretario Generale e al personale della Camera, troppo spesso maltrattato, troppo spesso messo all'indice per aver commesso il reato di aver vinto un concorso (Applausi). A questo personale che permette a questa istituzione di funzionare bene, di essere un'istituzione di eccellenza, io formulo, a nome anche del mio gruppo, il mio più sincero ringraziamento per il lavoro che quotidianamente con lealtà, competenza e spirito di servizio mettono in campo ogni giorno al servizio della Presidenza, dell'Ufficio di Presidenza, delle Commissioni e di tutti i colleghi di questa Assemblea (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente. Inizio anch'io ringraziando, in questo caso è veramente dovuto oltre che sentito, il personale della Camera, il Segretario Generale, i suoi più stretti collaboratori e tutti coloro che in questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) consentono il nostro quotidiano lavoro, in particolare chi è in prima linea con noi e conosce anche le difficoltà del lavoro diurno e notturno del Parlamento. Nel corso di queste giornate si è un po' modificata la rotta e io l'ho particolarmente apprezzato: nel senso che all'inizio sembrava che un bilancio che chiude con 85 milioni di risparmio, il bilancio del 2017, fosse frutto dell'attività del 2018, post 4 marzo. Invece credo che sia stato giusto riconoscere alla passata guida del Parlamento nella scorsa legislatura, al lavoro del precedente Collegio dei Questori un'attenzione oculata che ha consentito risparmi, che ha consentito di rendere più trasparente questo Parlamento, che ha consentito di utilizzare al meglio le risorse e i 350 milioni che sono stati risparmiati nella passata legislatura, ritengo che siano un segno positivo che la politica ha messo in campo. Certo riconosco che nella legislatura in corso c'è una continuità sul tema, una grande attenzione, Presidente, anche da parte sua - lo ha detto nel suo discorso di insediamento - così come l'atteggiamento del Collegio dei Questori di disponibilità su questi temi è da noi apprezzato. Abbiamo iniziato con una delibera contestata e difficile ossia la delibera dei vitalizi. Dico che è stata una delibera giusta: ne abbiamo criticato la debolezza. Lo vedremo nelle prossime settimane come si svilupperà, ma abbiamo dato il nostro voto. Però l'approccio è stato molto diverso. Non gioiamo dei tagli da fare sulle persone: noi non abbiamo sentimenti di vendetta verso nessuno, neanche verso chi ha fatto il parlamentare nel passato, anzi abbiamo sentimenti di grande riconoscenza per chi in quest'Aula ha consentito di costruire una democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Riteniamo che però quei tagli fossero giusti perché il parlamentare non percepisce una pensione ma percepisce un vitalizio; perché bisognava ricostruire un rapporto tra cittadini e istituzioni e perché coerente soprattutto con quello che noi abbiamo fatto nel 2011 quando sono stati aboliti i vitalizi, cioè nel 2011. Questa era una piccola coda, una coda significativa su cui peraltro, Presidente, il suo MoVimento ha costruito un successo politico. L'abbiamo estinto questo problema, oggi non c'è più. Mi auguro che questo tema venga gestito con intelligenza: noi abbiamo inserito un emendamento che parla di attenzione sociale su casi specifici e che tale attenzione sia utilizzata dall'Ufficio di Presidenza e dal Collegio dei Questori per stare attenti al fatto che non abbiamo sentimenti di vendetta contro nessuno e quindi, se c'è qualche caso particolare, su esso vi sia l'attenzione delle istituzioni. Però voglio dare un alert, un'attenzione. Presidente, noi abbiamo letto con grande attenzione il vostro contratto di Governo e al punto 26 si dice che quello che è accaduto sui vitalizi, cioè il ricalcolo verso il passato, è lo stessa cosa che voi volete fare su due categorie: la prima, i dipendenti della Camera, i dipendenti delle istituzioni - sono parole che traggo dal vostro contratto - la seconda, verso tutti i cittadini che beneficiano delle cosiddette pensioni d'oro. Dunque, se noi siamo d'accordo che ci possa essere un ricalcolo fatto sugli ex-deputati perché riteniamo che quella non sia una pensione, alt, non pensate di farlo sui dipendenti delle istituzioni o, ancor di più, sui cittadini perché su questo faremo le barricate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non c'è un limite e un confine sulla cosiddetta pensione d'oro. Se c'è il contributo di solidarietà, se c'è da contribuire, è tutto giusto ma il ricalcolo delle vecchie pensioni o il ricalcolo del sistema previdenziale di quei dipendenti, che poi tutti quanti noi ringraziamo, evidentemente è un'altra cosa.
Sul bilancio, su molti aspetti è intervenuto il mio collega De Maria in discussione generale. Io non voglio ritornarci ma mi permetto di sottolineare tre cose per flash all'attenzione del Collegio dei Questori. La prima, anche con sguardo autocritico, dico: attenzione all'esternalizzazione dei servizi perché sull'esternalizzazione dei servizi noi abbiamo fatto un'operazione cosiddetta industriale, come si fa dappertutto, ed è giusto che ci sia: si cercano persone che possono svolgere bene una funzione ma stiamo attenti a non costruire situazioni di povertà nell'esternalizzazione dei servizi e in alcuni casi qui le abbiamo costruite. Chi va a mensa, che viene chiamata con termini ridondanti, conosce le situazioni: sono persone che sono qui e vivono in situazioni di precarietà e in situazioni sotto il limite della decenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sulle quali, a nostro avviso, bisogna intervenire. Quindi ritengo che è necessario intervenire su questo così come sui collaboratori parlamentari è intervenuto, dicevo prima, il collega De Maria. Abbiamo presentato un ordine del giorno che segna un percorso e mi auguro che il Collegio dei Questori, così come ne abbiamo discusso anche stamattina, possa iniziarlo e porti a sanare una situazione che per troppi anni è stata lasciata lì e su cui invece ritengo sia necessario investire. Il collaboratore parlamentare può essere, anzi è un ausilio indispensabile per fare una buona politica, per fare bene il nostro mestiere ed è giusto che ci sia un intervento della Camera. Mi auguro che questa sia la legislatura giusta. Riguardo alla nostra spinta sui concorsi che, nella scorsa legislatura, è stata colpevolmente messa un po' da parte, sempre con l'ansia di rispondere più al tema del risparmio che a tale tema, anche con l'attenzione a fare un lavoro comune con il Senato - la scorsa legislatura su questo ha consentito grandi passi avanti - tuttavia credo che l'attenzione che tutti i gruppi parlamentari e anche l'Ufficio di Presidenza hanno posto sul tema dei nuovi concorsi sia una spinta per farli rapidamente, Presidente, perché la considero un'esigenza per irrobustire per davvero anche il lavoro del funzionario in questa struttura o del dipendente della struttura che è preziosa per il lavoro che sviene svolto. Questa non è un'azienda o quanto meno è un'azienda molto anomala: qui non dobbiamo produrre niente.
Qui è giusto stare attenti, anzi, è indispensabile più che altrove stare attenti a come si utilizzano le nostre risorse. La trasparenza è indispensabile, però il tema della politica non può esaurirsi in quanto costa. Il tema della politica deve essere affrontato sotto un altro profilo: quanto rende, quanto rendiamo noi, qual è il contributo che noi diamo per il Paese.
Penso che questo approccio sia indispensabile in particolare in questa legislatura. Penso che, accanto al bilancio economico, vada fatto il nostro bilancio sociale. Lo ha fatto anche chi ci ha preceduto, il numero delle interrogazioni, delle ore di discussione, delle cose fatte, delle Commissioni, del lavoro, delle leggi approvate. Un bilancio sociale qui deve guardare anche una cosa, cioè qual è stato il punto su cui noi ci siamo qualificati per difendere questa democrazia che noi abbiamo. E le democrazie sono sempre molto fragili; la nostra è solida, ma resta sempre molto fragile.
A novembre, il 20 novembre, se non ricordo male, del 2018 ricorderemo i cento anni di quest'Aula quest'anno; quindi, credo che ci sia una solennità importante che abbiamo davanti. Però, Presidente - e chiudo nel minuto che ho a disposizione -, e lo dico in particolare alla maggioranza, la maggioranza qui governa grazie a 16 milioni e 400 mila voti che ha ricevuto. C'è un'opposizione, i partiti di opposizione nel loro complesso hanno ricevuto 14 milioni e 700 mila voti. E poi ci sono altri 12 milioni e 600 mila cittadini che non hanno votato per nessuno di noi, perché hanno deciso o, comunque, hanno scelto di non votare. La responsabilità di chi ha quei voti che gli consentono di avere una maggioranza parlamentare nella difesa della democrazia è ancora più grande di chi sta all'opposizione. E penso che nel vostro bilancio sociale - lo dico con schiettezza - ho visto una mancanza di rispetto nei confronti delle opposizioni in questo inizio di legislatura; una mancanza di rispetto che si è tradotta in tante cose, dall'insediamento di questo Ufficio di Presidenza, nei numeri, nei rapporti; dal fatto che qui si è andati sui decreti anche quando non serviva fare un decreto; dal fatto che si è andati su una lettura monocamerale quando si poteva fare una lettura di tutti i due rami del Parlamento. E penso che questo inizio debba essere di monito a tutti noi: vi invito ad approvare virtualmente un ordine del giorno con questo bilancio, che è anche un bilancio di previsione, oltre che un bilancio consuntivo, in cui si sostituisca rispetto e ascolto all'arroganza che ha fatto cominciare questa legislatura. Sono convinto che troverete la stessa attenzione da parte nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Comaroli. Ne ha facoltà.
SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Farò un brevissimo intervento, se mi autorizza a consegnare l'intervento scritto.
PRESIDENTE. Certo.
SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Nei pochissimi minuti che vi chiedo è solo per evidenziare proprio l'operato dei questori e di tutto il personale di questa Camera, che sentitamente ringrazio, soprattutto anche per il fatto del risparmio degli 85 milioni, che, ricordiamoci, è il 10 per cento di tutto il nostro bilancio, che è un dato importantissimo, e la finalità, destinati ai terremotati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).
Noi tutti oggi abbiamo un importantissimo compito, perché siamo sotto una lente di ingrandimento. Benissimo quindi tutti i tagli che noi facciamo, ma non dimentichiamoci che dobbiamo essere l'esempio per i cittadini e per le altre istituzioni. Quindi, il taglio va bene, ma quello che noi riteniamo opportuno è una effettiva revisione di tutti i costi di questa Camera, collegata alle funzioni che devono essere svolte in questa Camera e quindi verificare l'appropriatezza. Chiedo veramente questo impegno ai questori.
Un'altra cosa che ci teniamo a rimarcare è che, sulla questione dei vitalizi, la revisione dei vitalizi, Presidente, noi abbiamo votato convintamente in Ufficio di Presidenza il ricalcolo di quella che era un'ingiustizia. Bisognava riportare un'equità proprio per il rispetto che noi dobbiamo a tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier), cittadini che ci hanno votato, e noi siamo qua a tutelare i loro interessi. Proprio nel ricalcolo che dobbiamo fare dei costi, signori questori, la cosa importante è che il nostro ruolo, che svolgiamo in quest'Aula, deve essere supportato. Tutto il personale che svolge la sua attività in quest'Aula è fondamentale proprio al perseguimento di quello scopo che noi tutti abbiamo.
Quindi, convintamente, collega Baldelli, il suo ordine del giorno, anche quello, lo abbiamo votato con convinzione, auspicando veramente che il Collegio dei questori faccia presto a predisporre i concorsi per il personale.
Noi siamo fermi ancora, come concorsi, addirittura agli anni 2000, 2002 e 2004, nelle varie categorie. È necessario, proprio per la finalità che noi tutti colleghi in quest'Aula abbiamo, svolgere al meglio la nostra funzione da legislatore, che riusciamo a fare grazie, molte volte, al supporto di tutto il personale della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
Un'ultima questione che ci tengo a chiedere e che anche in questo abbiamo già sollecitato nell'Ufficio di Presidenza è la predisposizione di uno studio di fattibilità per un asilo nido (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Molte volte ho sentito, sia negli scorsi anni, ma anche in questa legislatura, tutti i colleghi parlare del problema della denatalità. Il problema della denatalità non è che le donne non vogliono fare i figli o altro; è che molte volte lo fanno con coscienza e molte volte si preoccupano di dire: noi non abbiamo tempo per poter allevare un figlio, dobbiamo sottrargli tempo. Noi abbiamo il dovere sacrosanto di mettere tutte quelle mamme nelle condizioni di svolgere la loro attività lavorativa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier), ma, al contempo, essere sicure che i loro bimbi siano tutelati.
So che ci sono stati diversi problemi ed è per questo che non è stato attuato, perché nessuno qui sta chiedendo un asilo nido gratis. Tutti noi siamo disponibili a pagare il servizio, ma quello che è fondamentale e necessario è il poter usufruirne.
Signor Presidente, noi ci asterremo sul rendiconto 2017, in coerenza con quanto abbiamo votato l'anno scorso, mentre voteremo a favore del progetto di bilancio per l'anno 2018 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Amitrano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO AMITRANO (M5S). Presidente, colleghi deputati, questori, il gruppo del MoVimento 5 Stelle voterà a favore dell'approvazione dei documenti di bilancio che sono stati esaminati in questi giorni dall'Assemblea; voterà a favore perché la Camera e la sua Presidenza, già in questo primo scorcio della XVIII legislatura, sta operando una gestione attenta e ponderata delle spese, tanto da riuscire a realizzare in pochissimo tempo i primi risparmi nel solco di quanto fatto nei cinque anni della passata legislatura su impulso dei parlamentari Cinquestelle.
In cinque anni per il funzionamento della Camera sono stati risparmiati oltre 350 milioni di euro: una riduzione della spesa complessiva che fa onore a questa istituzione e che ha consentito di stanziare per il sostegno alle persone e ai territori colpiti dagli eventi sismici ben 85 milioni di euro, una somma mai raggiunta prima.
Si tratta di un risultato ottenuto nonostante la spesa complessiva sia aumentata rispetto all'anno precedente, grazie all'impiego dell'avanzo di amministrazione.
Peraltro, questo aumento della spesa non deve indurci in errore, in quanto la Camera ha avviato da anni una profonda spending review, che ha portato l'istituzione a far segnare un meno 11 per cento a fronte di un più 12 per cento riscontrato per le spese finali del bilancio statale. Diciamo che si tratta, al netto della spesa previdenziale, di un bilancio in equilibrio, in virtù di una politica impostata due legislature fa e a cui il MoVimento 5 Stelle ha dato una spinta determinante nell'ultimo quinquennio.
Una considerazione a parte merita poi la voce del personale dipendente, a cui va il nostro ringraziamento, rispetto alla quale appare significativa la diminuzione della spesa, che si è ridotta di circa il 25 per cento rispetto al 2012, pur in presenza dell'incremento segnato nel 2018 rispetto al 2017; incremento, peraltro, più che riassorbito dall'ulteriore diminuzione stimata per i due anni successivi: al 2020, ultimo anno del triennio, la diminuzione dal 2012 risulterà pari al 29,1 per cento.
I dati riflettono evidentemente gli effetti della politica del blocco integrale del turnover praticata a partire dal 2007: assumendo a riferimento il personale in servizio al 31 dicembre 2012, alla data odierna il personale medesimo risulta diminuito di ben 467 unità, corrispondente a un decremento del 30 per cento circa. Poiché le stime della spesa per il personale relative agli anni 2019-2020 già considerano i maggiori oneri che deriverebbero da una prima riattivazione della leva del reclutamento, riteniamo che tale intervento risulti sempre più indifferibile ed urgente, al fine di preservare la funzionalità dell'amministrazione al livello di eccellenza che ne segna da sempre il contributo al lavoro parlamentare.
In tema di funzionalità debbo tuttavia sottolineare che, nonostante nella scorsa legislatura sia stato avviato un percorso per mettere insieme il personale di Camera e Senato, il cosiddetto “ruolo unico”, e siano stati realizzati i protocolli operativi tra taluni servizi per realizzare sinergie, sul piano pratico le strutture della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica agiscono in larga parte separatamente.
Crediamo che l'obiettivo di un'azione concorde tra Camera e Senato potrebbe essere rappresentato dalla creazione di un'unica struttura amministrativa, come è stata adottata dalla Spagna sin dal 1979: l'unificazione delle due amministrazioni porterebbe certamente a risparmi dovuti alla razionalizzazione dei servizi ed alla semplificazione delle procedure, al momento spesso duplici, con una riduzione dei tempi decisionali.
Abbiamo realizzato in questa legislatura un'importante promessa che abbiamo fatto ai cittadini in campagna elettorale: quella dell'abolizione dei vitalizi, che passerà alla storia come una decisione epocale, che taglia finalmente un odioso privilegio nonostante alcuni tentativi di farla saltare; e, d'ora in poi, anche per gli ex parlamentari si applicherà, come per tutti i cittadini italiani, il sistema contributivo. Con questa storica decisione solo alla Camera verranno risparmiati 200 milioni di euro in cinque anni.
Ma si può fare di più e si deve fare di più. Proprio in tale ottica ci auguriamo che quanto già fatto dai gruppi parlamentari di Camera e Senato del MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, e proseguito in questa, in tema di taglio degli stipendi e delle doppie indennità di carica, sia un esempio che verrà seguito da una delibera della Presidenza della Camera votata dall'Ufficio di Presidenza e applicata anche agli altri gruppi parlamentari.
Furono oltre 23 i milioni affluiti nel Fondo del microcredito grazie al MoVimento 5 Stelle con questa modalità, e sono già circa 4 i milioni raccolti dai nostri parlamentari nella corrente legislatura con il solo taglio delle doppie indennità di carica, che tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle che ricoprono cariche hanno deciso di effettuare nel rispetto delle promesse fatte ai cittadini italiani.
Questa legislatura dovrà essere caratterizzata dalla centralità del Parlamento, con nuove forme di democrazia diretta ed il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali.
In discussione generale abbiamo inoltre evidenziato come sia necessario un ulteriore sforzo per rendere questa amministrazione trasparente, moderna, attenta alle tematiche ambientali, anche sulla scorta di quanto sta facendo il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare Costa con il suo progetto plastic free, e realizzare un maggior efficientamento energetico. Non abbiamo presentato ordini del giorno, perché crediamo che siano tematiche ben presenti all'interno dell'Ufficio di Presidenza, e riteniamo che anche su questi temi ci saranno riflessioni e iniziative da parte dell'amministrazione. Si tratta di scelte che renderanno questa Camera meno “palazzo” e più “istituzione”, più vicina alla vita reale e ai cittadini. Sono questi i motivi - e concludo - per i quali il MoVimento 5 Stelle darà convintamente il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Votazioni – Doc. VIII, nn. 1 e 2)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2017 (Doc. VIII, n. 1).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 56).
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, n. 2).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 57).
Interventi di fine seduta (ore 19,15).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
Nell'uscire vi chiedo il massimo silenzio.
ETTORE ROSATO (PD). Presidente, io volevo brevemente ricordare una figura storica della mia città, che ha dato un contributo di grandissimo spessore alla storia politica di Trieste, Stelio Spadaro: è stato il primo segretario dei DS e l'ultimo segretario del PDS, un uomo che ha contribuito in maniera rilevantissima a costruire l'Ulivo nella mia Trieste, ma ha dato un contributo anche al partito nazionale su una strada riformista vera.
Un docente di storia e filosofia con la passione dei giovani, con l'amore per l'insegnamento e il trasferimento della cultura, che ha saputo portare questa sua competenza anche in politica.
Fu uno dei protagonisti della scelta dell'allora Democrazia Cristiana e dell'allora PDS di portare alla nascita del primo centro-sinistra a Trieste, con la scelta di Riccardo Illy quale sindaco: è stata una scelta che ha cambiato indubbiamente le sorti della città.
Così come è stato uno dei protagonisti di una svolta ancora più rilevante sotto il profilo culturale oltre che politico, organizzando un incontro a Trieste tra Violante e Fini sui temi delle foibe, dell'esodo.
Fu un uomo che ebbe la capacità di rompere un muro di omertà, un muro di silenzi, lo fece con grande coraggio e grande determinazione.
Io credo che abbia contribuito a scrivere pagine importanti per la storia del centrosinistra italiano, e quindi lo ricordo con stima e affetto, così come lo ricordano tanti militanti e tanti cittadini di Trieste (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Cenni. Ne ha facoltà. La deputata Cenni…
SUSANNA CENNI (PD). Deputata, Presidente.
PRESIDENTE. Mi scusi.
SUSANNA CENNI (PD). Presidente, anche se avremmo voluto forse farlo ieri, ma i lavori lo non hanno consentito, voglio ricordare qui la vicenda, purtroppo oramai tristemente nota, che ha visto morire ieri dodici giovani braccianti immigrati, nello scontro fra un furgoncino e un TIR che trasportava derrate. Sono morti in dodici e ci sono stati tre feriti ed è stata la ripetizione della stessa identica scena accaduta 48 ore prima, sempre nella provincia di Foggia.
Credo che tutti quanti oramai abbiamo visto quelle immagini: lamiere, corpi, vite perse e pomodori, sparsi su una strada provinciale. Credo che questa sia la tragica rappresentazione di una mattanza, di una carneficina sulla quale c'è forte l'ombra del caporalato. Ecco, il caporalato è quella roba che approfitta del tuo bisogno, ti prende, ti porta e ti trasporta, in ore in cui noi di norma dormiamo, nei campi e ti costringe alla raccolta per qualche euro, ti lascia vivere in baracche e, se cerchi qualche materiale per non farti piovere sulla testa, magari ti spara, come è accaduto qualche settimana fa a Sacko Soumayla in Calabria.
Ecco, a nome del gruppo del Partito Democratico desidero trasmettere la massima vicinanza a familiari e compagni di lavoro di queste vittime. Ma noi vogliamo chiedere anche qualcosa di più e lo ha fatto in queste ore anche il nostro segretario, che si è recato a Foggia. Noi chiediamo che quella legge sul caporalato venga applicata fino in fondo, perché quella legge non è da cambiare, ma è da applicare.
Ho sentito questa mattina le parole del Vicepresidente Di Maio, che ha annunciato un'assunzione straordinaria di ispettori. Questa mi sembra la direzione giusta. Ma ho sentito anche le dichiarazioni, questa sera, del Vicepresidente Salvini. Salvini, certo, ha annunciato una battaglia senza quartiere, che condividiamo, ma ha detto anche altro, individuando ancora una volta il problema nell'immigrazione senza controllo.
Presidente, si chiamava Paola Clemente, aveva 49 anni ed è morta in una vigna a San Giorgio Ionico. La sua retribuzione era di 30 euro per dodici ore di lavoro e non era un'immigrata. Questa legge va applicata e deve esserci un impegno di tutto il Parlamento e delle forze di Governo senza risparmio alcuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cenni. Naturalmente, la Presidenza si associa al suo ricordo delle vittime dell'incidente di Foggia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellachioma. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onestamente avrei preferito che il mio primo intervento in quest'Aula avesse un argomento diverso, ma la verità dei fatti impone una chiarezza su un episodio che è stato denunciato in questa stessa Aula dall'onorevole Pezzopane il 31 luglio, in un intervento di fine seduta.
L'episodio si riferisce - ed è concomitante nello stesso giorno all'altro evento dell'atleta italiana Daisy Osakue - a un episodio di razzismo che pare sia stato consumato negli uffici della ASL di Giulianova, in provincia di Teramo, dove un trentanovenne senegalese ha denunciato un dipendente della ASL per atti ingiuriosi nei suoi confronti, scatenando non soltanto una reazione che poi l'onorevole Pezzopane ha saputo ben rappresentare in Aula, ma, a cascata, anche dichiarazioni da parte di altri esponenti del Partito Democratico della regione Abruzzo, quali il presidente Luciano D'Alfonso, l'assessore Paolucci e il segretario Rapino, tutti e tre concordi che questi episodi provengono da un'onda razzista e xenofoba che viene in qualche modo generata dal nuovo Governo.
Ora, ci sono cose che comprendo e altre che veramente non riesco a capire, perché, prima di fare queste dichiarazioni, visto e considerato che noi rappresentiamo le istituzioni e, comunque, abbiamo avuto un mandato da parte degli italiani, io dico che dovremmo stare bene attenti prima di cavalcare queste notizie, di usarle e di strumentalizzarle, perché il rischio che si corre come il caso…
PRESIDENTE. Grazie, collega.
GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Ho già finito?
PRESIDENTE. Sì, è venti secondi oltre. Se conclude…
GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Voglio soltanto dire che bisogna stare bene attenti perché, dopo accurate indagini, si è appurato che il fatto non corrisponde al vero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Paternoster. Ne ha facoltà.
PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie, Presidente. La strada statale n. 434 Transpolesana è un'infrastruttura di vitale importanza, un'arteria stradale situata nel nord-est, in Veneto, nelle province di Verona e di Rovigo. È una strada statale di notevoli dimensioni che da Verona arriva fino a Rovigo e connette la Milano-Venezia, la Valdastico e la Padova-Bologna.
Lungo questa importante infrastruttura stradale ogni giorno transitano migliaia di TIR e di auto da tutta Italia e, nel passato, quando mancava un adeguato spartitraffico centrale, è stata interessata da decine e decine di gravi incidenti stradali, spesso, purtroppo, anche mortali.
Nonostante gli enormi sforzi che la regione Veneto fa nel sollecitare ANAS, che è il proprietario e gestore della superstrada, per far sì che su questa venga effettuata una decente e periodica manutenzione del manto stradale, visto che è una gruviera, l'attenzione che vorrei portare è per la tragicomica, ma nello stesso tempo pericolosa e, direi, anche vergognosa situazione che si verifica e si determina ogni qual volta anche un banale temporale scarica una quantità, anche modesta, di pioggia nei pressi della galleria artificiale nel comune di San Giovanni Lupatoto, unica galleria artificiale dell'intera superstrada il cui tracciato è interamente in ambito pianeggiante.
Ebbene, purtroppo in moltissimi casi, l'ultimo dei quali verificatosi la mattina del giorno giovedì 2 agosto, la superstrada si è nuovamente e completamente allagata, creando gravi pericoli e disagi per la circolazione. La strada nel tratto della galleria artificiale è stata chiusa per ore al traffico, in quanto non percorribile per allagamento. A nulla sono valsi fino adesso gli interventi di ANAS. Non si tratta di un caso isolato ma, purtroppo, si verifica periodicamente.
La situazione non è più tollerabile, perché in uno Stato civile come il nostro, nel terzo millennio non è possibile il ripetersi di tali episodico. Oggi fortunatamente esistono tecnologie che permettono di risolvere…
PRESIDENTE. Grazie, collega.
PAOLO PATERNOSTER (LEGA). … anche i problemi più gravi. Concludo, Presidente. Quindi, io avviso la Presidenza e tutti i miei colleghi che presenterò un'interrogazione parlamentare scritta al nostro Ministro, affinché questa situazione non si ripeta più, perché Verona e il Veneto non si possono permettere una situazione del genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).
PRESIDENTE. Grazie, collega.
MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Questo mio intervento è finalizzato a segnalare una situazione d'emergenza che in queste ore si sta verificando presso l'ospedale Brotzu di Cagliari. Lo scorso luglio 2017 con propria delibera la regione autonoma della Sardegna ha infatti disposto il trasferimento della chirurgia plastica, che ingloba anche il centro ustioni dell'ospedale Brotzu, presso il Duilio Casula di Monserrato.
Dal 1° agosto di quest'anno il trasferimento è reso operativo. Presidente, tale atto risulterebbe essere illegittimo perché in palese contraddizione con il decreto ministeriale n. 70 del 2015, richiamato anche dalla delibera n. 34/2016, con la quale la regione ha predisposto, lo scorso 12 luglio 2017, la dismissione presso il Brotzu di questo importante reparto. Infatti, secondo il decreto ministeriale n. 70 del 2015 all'interno dell'ospedale Brotzu, così come in ogni presidio di secondo livello e DEA di undicesimo livello - e tale struttura è l'ospedale Brotzu - così come definito dalla stessa regione Sardegna, deve essere presente sia la struttura complessa afferente alla chirurgia plastica sia il centro ustioni.
Con i continui e scellerati tagli della sanità sarda, Presidente, la struttura ha subito, dunque, ancora un inesorabile e continuo depotenziamento, a maggior ragione di uno di quei reparti che sono sempre un importante polo di riferimento per tutto il sud della Sardegna e per l'intera isola. Tale soppressione sta determinando, di fatto, un declassamento dell'ospedale Brutzu a discapito di tutta la collettività sarda.
Questo mio intervento, Presidente, è finalizzato a sollecitare le istituzioni competenti, così come la Ministra Grillo, su una situazione che continua a creare non pochi disagi. La rete ospedaliera in Sardegna continua a subire forti tagli in nome di una riorganizzazione che sta procedendo nel passo esattamente opposto. L'isola sarda vive una situazione di disagio territoriale…
PRESIDENTE. Grazie, collega.
MARA LAPIA (M5S). Concludo. E non può essere lasciata indietro, sotto nessun aspetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (M5S). Grazie, Presidente. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, questa che vi racconto è una storia di ritardi. Pochi giorni fa a Lecce, un ragazzo, dopo aver bevuto della birra, si è sentito male. La gente intorno a lui chiama prontamente il 118, l'uomo arriva al pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce alle 20,17, tremante e con la pancia gonfia, non riesce neppure a camminare. I sanitari classificano come codice giallo, ovvero mediamente critico, lo stato dell'uomo mettendolo in attesa in corsia.
Il tempo passa, prima un'ora, e l'uomo è sempre lì, che aspetta e rantola; due ore, l'uomo è sempre più debole; tre ore e poi quattro. A mezzanotte e trentaquattro, ben 4 ore e 17 minuti dopo essere entrato in ospedale l'uomo muore su una barella della corsia del pronto soccorso, senza che nessuno sia intervenuto.
Quel codice giallo, mediamente critico, si trasforma in codice nero ed i sanitari del Vito Fazzi ne certificano la morte. L'uomo si chiamava Chrispinus Ouma Pamba, forse è per questo che non avete letto della sua notizia sui giornali, la notizia di un uomo di 40 anni, nero o bianco poco importa, parcheggiato a morire da solo in una corsia di pronto soccorso della città di Lecce.
Quanto accaduto è qualcosa di molto grave, che mai dovrebbe accadere in un Paese civile. l'ASL di Lecce ha diramato prontamente un comunicato, in cui assicura di aver fatto tutto il necessario per lui, compresa l'autopsia. L'ASL ha fatto bene a chiarire la propria versione, forse però avrebbe fatto meglio ad interloquire con i familiari, i quali hanno saputo dell'accaduto solo dopo la morte di Pamba; avrebbe fatto bene ad intervenire quando ne aveva la possibilità, perché Pamba era ancora vivo.
Questa storia deve fare riflettere, la malasanità che attanaglia la nostra nazione deriva da anni di politiche fatte di corruzione, scelte sbagliate, nomine politiche non meritocratiche, deriva da tagli continui alla sanità, deriva dall'impossibilità di avere abbastanza personale a gestire le problematiche che si vengono a presentare.
È arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di vendicare la morte di Pamba e di tutti gli uomini e le donne e i bambini vittime di malasanità. Vendicheremo le loro morti, adottando una politica seria, volta a contrastare e reprimere questi comportamenti, effettueremo, forse per la prima volta in Italia, nomine meritocratiche e non politiche alla guida della sanità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Del Monaco, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, alcuni giorni fa ad Acquasparta in provincia di Terni, un ragazzo di diciassette anni, Roberto Albanucci è morto travolto dallo scooter di un suo amico.
Secondo quanto emerso, i due stavano facendo un pericolosissimo gioco finito male, una bravata ripresa col cellulare, conclusasi poi però in tragedia. Infatti, arrivati insieme, Roberto si è steso a terra lungo un rettilineo per fare una ripresa video con il cellulare all'amico in scooter che purtroppo ha perso il controllo del mezzo, ha investito Roberto in pieno volto e per il giovane non c'è stato nulla da fare.
Nelle stesse ore, a Baia Domizia, località turistica nei pressi Sessa Aurunca, si è svolto un vero e proprio rodeo di sangue da far west, una mega rissa che ha coinvolto cento ragazzi. Sembra che la lite sia scoppiata per le provocazioni lanciate da un ragazzo di Marcianise e dai suoi amici ad un gruppo di ragazzi di Casal di Principe, i quali hanno reagito aggredendo i primi con i coltelli in loro possesso.
Auspico pertanto, visto che quello che occorre fare è soprattutto incentrarsi sulla famiglia e sulla scuola, che si attuino politiche a sostegno dalla famiglia e della scuola necessarie per porre finalmente un freno ad atteggiamenti irresponsabili e violenti, come quelli dei fatti di cronaca ricostruiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento. Ne ha facoltà.
ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Presidente, colleghi con questo mio intervento vorrei porre la vostra attenzione sulla gravissima crisi in cui versa la sanità pubblica molisana, una situazione ormai diventata insostenibile e che, come dimostrato dei tragici fatti di cronaca delle ultime settimane, mette fortemente a rischio, in tutta la regione, il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione.
Le situazioni più gravi si sono verificate ultimamente a Venafro e Larino; in entrambi i centri sono stati chiusi vari reparti e centri di pronto soccorso, sono stati declassati a punti di primo intervento, poi si è proceduto alla chiusura di questi ultimi.
Nei giorni scorsi, a Venafro e Larino purtroppo sono decedute due persone. Difficile dire che con un intervento immediato si sarebbero potute salvare, ma certo è che i due decessi hanno messo in evidenza le inefficienze della rete di emergenza-urgenza messa in atto dalla regione Molise.
Tali tragici eventi hanno comprensibilmente generato nella popolazione tanta rabbia e dolore, ma anche paura che possano ripetersi, anche perché le voci su ulteriori chiusure non accennano a placarsi, come nel caso del servizio di senologia dell'ospedale di Isernia. Non si possono smantellare i presidi delle zone interne, in quanto il territorio molisano è frazionato in tanti piccoli paesi anche distanti tra loro, dove, tra condizioni meteorologiche proibitive e strade dissestate, raggiungere un ospedale può richiedere troppo tempo; mi riferisco all'alto Molise; ad esempio, l'ospedale di Agnone.
La situazione richiede interventi urgenti, come la riapertura dei punti di primo intervento, ma anche la programmazione da parte di un commissario super partes indipendente dalle logiche di partito, che possa garantire che nella redazione di un piano di riorganizzazione si tenga conto non solo del numero di abitanti, ma anche del carattere orografico del territorio e delle infrastrutture.
Concludo dicendo che purtroppo nel Molise la sanità pubblica è stata caratterizzata, negli anni passati, da logiche fortemente clientelari e deliberatamente svuotata delle proprie eccellenze, a vantaggio di strutture private convenzionate.
Quindi, pur nella consapevolezza che la sanità è competenza regionale, confido nell'impegno del Ministro della sanità, Giulia Grillo, per risolvere una situazione drammatica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà, per un minuto.
FABIO BERARDINI (M5S). Grazie Presidente, colgo questa occasione per segnalare pubblicamente al Governo una gravissima questione che sta accadendo all'interno della regione Abruzzo, ossia la maggioranza di Governo sta cercando, a pochi mesi dalle votazioni, di cambiare le regole del gioco, introducendo delle regole ad personam che nulla hanno a che fare con il confronto democratico.
Io, in queste ore veramente voglio esprimere la mia solidarietà ai nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle Sara Marcozzi, Pietro Smargiassi, Domenico Pettinari e Riccardo Mercante, che stanno di fatto combattendo contro una questione che noi definiamo sinceramente indecente, perché non è assolutamente una questione corretta dal punto di vista istituzionale cambiare le regole a pochi mesi del voto, giocando su una questione di dimissioni del presidente incompatibile Luciano D'Alfonso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente, prima di spegnere la luce e dare una pulitina agli scranni, volevo rivolgermi a lei, affinché il Governo intenda …
PRESIDENTE. Non credo che la chiameremo a questo ufficio, però.
ALESSIO BUTTI (FDI). No, la questione che sto per rappresentare è molto, molto seria. Dicevo, affinché il Governo intenda e comprenda la situazione drammatica in cui versa il sistema Campione d'Italia, che è storicamente costituito dall'inscindibile rapporto biunivoco tra il casinò di Campione e l'amministrazione comunale.
Stiamo parlando di un'enclave, quindi di territorio italiano in Confederazione Elvetica, con tutto ciò che evidentemente ne consegue. Ebbene, la casa da gioco è fallita nei giorni scorsi, nelle settimane scorse e i curatori asseriscono non vi possa essere l'esercizio provvisorio. Ciò significa che 500 persone sono senza stipendio e senza lavoro.
In comune lavorano oltre 100 dipendenti, a fronte di un organico previsto di circa venti dipendenti, quindi anche lì c'è un esubero importante, e quindi si suppone vi sia lo spettro della mobilità per almeno 80 dipendenti.
I dipendenti del casinò si sono, va detto, autoridotti da tempo lo stipendio, quelli comunali non lo percepiscono da oltre otto mesi. Ci sono delle responsabilità storiche? Certamente sì, soprattutto per quanto riguarda la gestione della casa da gioco, eccezion fatta per il tentativo prodotto nell'ultimo anno da un ottimo manager sul cui cammino, però, sono stati frapposti degli ostacoli insormontabili.
Ora mi risulta che una riunione fosse convocata presso il Ministero dell'Interno, alla direzione generale degli enti locali per il 1° Agosto e che questa riunione sia stata annullata all'ultimo momento, concludo, lasciando ovviamente la comunità campionese nella incertezza.
Urge una soluzione politica, che restituisca lavoro a chi l'ha perso, che vari una nuova politica dei redditi a Campione, che riequilibri i trasferimenti statali e che conferisca, e concludo davvero, al socio unico, cioè al comune di Campione, la facoltà di mettere a gara la gestione del casinò (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO (M5S). Grazie, Presidente. Domani 8 agosto è la giornata del lavoro italiano all'estero e dell'emigrazione, 262 morti nella miniera di Marcinelle. Verranno ricordati domani con 262 rintocchi di campana a Marcinelle, in Belgio. Molti i nostri connazionali caduti per un sacco di carbone; oggi, come allora, l'emigrazione, i diritti, la tutela del lavoro e della persona siano il simbolo delle istituzioni. Questa è la prima volta, da quando sono eletto che non posso essere là, ma sono là, a Marcinelle, in Belgio, con il cuore. Un abbraccio, ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dall'Osso, la Presidenza si associa alle sue parole doverose.
Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Martedì 11 settembre 2018 - Ore 11:
1. Seguito della discussione delle mozioni Gelmini ed altri n. 1-00010, D'Uva, Molinari ed altri n. 1-00017, Lucaselli ed altri n. 1-00019 e Moretto ed altri n. 1-00025 concernenti iniziative volte a favorire il rientro delle imprese italiane che hanno delocalizzato la produzione all'estero .
2. Seguito della discussione delle mozioni Carnevali ed altri n. 1-00009, Rostan ed altri n. 1-00012, Rizzetto ed altri n. 1-00016, D'Uva, Molinari ed altri n. 1-00018, Lupi e Schullian n. 1-00020, Aprea ed altri n. 1-00023 e Magi ed altri n. 1-00029 concernenti iniziative volte ad implementare il reddito di inclusione .
3. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato).
La seduta termina alle 19,35.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVANA ANDREINA COMAROLI (Doc. VIII, nn. 1 e 2).
SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). (Dichiarazione di voto finale – Doc. VIII, nn. 1 e 2). Grazie Presidente. Ringrazio questori e uffici per la gestione dei conti della Camera.
La restituzione di 85 milioni è ottima cosa soprattutto se guardiamo anche la finalità a cui saranno destinati ovvero i terremotati del 2016. Questo risultato però non deve pregiudicare il continuare a fare ancora meglio per un motivo fondamentale: noi dobbiamo essere l'esempio. Dobbiamo dare esempio ai cittadini, alle altre istituzioni e a tutto ciò che è pubblico. È per questo che siamo sotto la lente di ingrandimento dei cittadini. Spetta quindi a tutti noi, e in modo particolare a voi questori, che siete i nostri delegati a fare questo, ottimizzare al 100 per cento tutte le spese di questa Camera.
Però attenzione, noi siamo legislatori, i cittadini ci hanno eletto per tutelarli e quindi noi dobbiamo svolgere il nostro compito nel migliore dei modi.
Non dobbiamo tagliare i costi con una sorta di spending review o una sorta di clamore mediatico, ma è fondamentale verificare l'appropriatezza dei costi e delle funzioni, ed è lì che dobbiamo intervenire.
Ed è per questo che abbiamo votato convintamente in Ufficio di Presidenza la revisione del calcolo dei vitalizi per gli ex deputati. Era un'ingiustizia nei confronti dei cittadini e quindi è stato doveroso porvi rimedio da parte nostra.
Abbiamo un vincolo importante, che è proprio quello di rispettare la dignità dei nostri concittadini che permettono alla nostra democrazia di continuare a vivere. Democrazia che ha un costo, e quindi è corretto tagliare i costi, ma in modo razionale, senza compromettere la funzionalità della Camera.
Una delle voci più importanti dei risparmi ottenuti è proprio il costo del personale. Abbiamo oltre 750 persone in meno, un decremento del 40 per cento.
Ma siamo ad un punto che ci sta compromettendo l'operatività delle funzioni. Ed è per questo che riteniamo fondamentale porre rimedio con la predisposizione di un bando di concorso per assumere le professionalità necessarie per svolgere al meglio il delicato compito che questa Camera è tenuta a fare.
Altro tema importante è la realizzazione di un asilo nido interno. Si parla tanto di denatalità, tutti noi evidenziamo il problema che non si fanno figli, ma è evidente che se non si mettono le condizioni che agevolano le condizioni per avere figli, il problema persiste.
Anche qui, noi dobbiamo dare l'esempio. Istituire un asilo consentirà alle nostre colleghe e alle dipendenti della Camera e collaboratrici dei gruppi di poter svolgere al meglio la loro attività e, contemporaneamente, avere qualcuno che si occupa dei propri figli.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 la deputata Sarti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 1, nelle votazioni dalla n. 25 alla n. 28, dalla n. 47 alla n. 49, nonché nelle votazioni nn. 51 e 52 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 2 il deputato Casino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 4 i deputati Formentini e Micillo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 4 alla n. 6 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 6 il deputato Vito ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nelle votazioni nn. 10 e 11 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 11 e 13 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 17 e 32 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 20 il deputato Minniti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 22 alla n. 25 il deputato D'Uva ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 25 il deputato Tombolato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 26 il deputato Maurizio Cattoi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 26 alla n. 33 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 31 il deputato Baratto ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 30 il deputato Dall'Osso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 32 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 33 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 35 il deputato Bruno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 36 la deputata Corneli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 37 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 38 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 42 la deputata Caretta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 42 il deputato Galantino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 43 la deputata Ciaburro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 46 alla n. 49 i deputati Micillo e Traversi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 50 il deputato Giuliodori ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 1041 - quest. preg. 1 e 2 | 469 | 441 | 28 | 221 | 168 | 273 | 56 | Resp. |
2 | Nominale | Ddl 1041 - em. 1.1, 1.3, 1.2 | 476 | 472 | 4 | 237 | 171 | 301 | 52 | Resp. |
3 | Nominale | em. 1.6 | 476 | 465 | 11 | 233 | 186 | 279 | 52 | Resp. |
4 | Nominale | em. 1.5 | 474 | 464 | 10 | 233 | 193 | 271 | 52 | Resp. |
5 | Nominale | em. 1.7 | 456 | 454 | 2 | 228 | 187 | 267 | 53 | Resp. |
6 | Nominale | em. 1.8 | 464 | 430 | 34 | 216 | 151 | 279 | 53 | Resp. |
7 | Nominale | em. 2.1 | 473 | 403 | 70 | 202 | 99 | 304 | 52 | Resp. |
8 | Nominale | em. 2.2 | 470 | 394 | 76 | 198 | 92 | 302 | 52 | Resp. |
9 | Nominale | em. 2.3 | 470 | 395 | 75 | 198 | 93 | 302 | 52 | Resp. |
10 | Nominale | em. 2.5 | 472 | 397 | 75 | 199 | 121 | 276 | 52 | Resp. |
11 | Nominale | em. 2.6 | 469 | 391 | 78 | 196 | 94 | 297 | 52 | Resp. |
12 | Nominale | em. 3.1 | 472 | 467 | 5 | 234 | 167 | 300 | 52 | Resp. |
13 | Nominale | em. 3.2 | 469 | 469 | 0 | 235 | 194 | 275 | 52 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | em. 3.3 | 471 | 471 | 0 | 236 | 196 | 275 | 52 | Resp. |
15 | Nominale | em. 3.5 | 470 | 469 | 1 | 235 | 173 | 296 | 52 | Resp. |
16 | Nominale | em. 3.10 | 470 | 462 | 8 | 232 | 93 | 369 | 52 | Resp. |
17 | Nominale | em. 3.4 | 467 | 466 | 1 | 234 | 97 | 369 | 52 | Resp. |
18 | Nominale | em. 3.7 | 461 | 460 | 1 | 231 | 96 | 364 | 52 | Resp. |
19 | Nominale | em. 3.9 | 465 | 464 | 1 | 233 | 94 | 370 | 52 | Resp. |
20 | Nominale | em. 3.12 | 469 | 467 | 2 | 234 | 96 | 371 | 52 | Resp. |
21 | Nominale | em. 3.13 | 469 | 468 | 1 | 235 | 98 | 370 | 52 | Resp. |
22 | Nominale | em. 3.15 | 464 | 379 | 85 | 190 | 105 | 274 | 52 | Resp. |
23 | Nominale | em. 3.17 | 463 | 463 | 0 | 232 | 198 | 265 | 52 | Resp. |
24 | Nominale | em. 3.18 | 466 | 466 | 0 | 234 | 200 | 266 | 52 | Resp. |
25 | Nominale | em. 3.19 | 444 | 444 | 0 | 223 | 95 | 349 | 52 | Resp. |
26 | Nominale | em. 4.2 | 427 | 363 | 64 | 182 | 88 | 275 | 59 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | em. 4.4 | 435 | 372 | 63 | 187 | 91 | 281 | 58 | Resp. |
28 | Nominale | em. 4.5 | 441 | 379 | 62 | 190 | 94 | 285 | 58 | Resp. |
29 | Nominale | em. 4.6 | 446 | 378 | 68 | 190 | 93 | 285 | 58 | Resp. |
30 | Nominale | em. 4.7 | 448 | 381 | 67 | 191 | 96 | 285 | 58 | Resp. |
31 | Nominale | em. 4.8 | 449 | 382 | 67 | 192 | 96 | 286 | 58 | Resp. |
32 | Nominale | em. 4.10 | 450 | 383 | 67 | 192 | 118 | 265 | 58 | Resp. |
33 | Nominale | em. 4-bis. 50 | 462 | 460 | 2 | 231 | 180 | 280 | 58 | Resp. |
34 | Nominale | em. 4-ter. 1 | 462 | 462 | 0 | 232 | 192 | 270 | 58 | Resp. |
35 | Nominale | em. 4-ter. 2 | 461 | 461 | 0 | 231 | 190 | 271 | 58 | Resp. |
36 | Nominale | em. 4-ter. 50 | 463 | 454 | 9 | 228 | 158 | 296 | 58 | Resp. |
37 | Nominale | em. 4-ter. 3 | 462 | 453 | 9 | 227 | 176 | 277 | 58 | Resp. |
38 | Nominale | em. 4-ter. 4 | 459 | 449 | 10 | 225 | 181 | 268 | 58 | Resp. |
39 | Nominale | em. 4-ter. 5 | 467 | 458 | 9 | 230 | 182 | 276 | 58 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | em. 4-ter. 6 | 464 | 455 | 9 | 228 | 182 | 273 | 58 | Resp. |
41 | Nominale | em. 4-quater. 1 | 461 | 461 | 0 | 231 | 188 | 273 | 58 | Resp. |
42 | Nominale | odg 9/1041/10 | 459 | 444 | 15 | 223 | 96 | 348 | 59 | Resp. |
43 | Nominale | odg 9/1041/16 | 461 | 451 | 10 | 226 | 179 | 272 | 59 | Resp. |
44 | Nominale | odg 9/1041/23 | 455 | 429 | 26 | 215 | 158 | 271 | 59 | Resp. |
45 | Nominale | Ddl 1041 - voto finale | 438 | 413 | 25 | 207 | 269 | 144 | 55 | Appr. |
46 | Nominale | Ddl 344-A e abb. - articolo 1 | 436 | 436 | 0 | 219 | 436 | 0 | 55 | Appr. |
47 | Nominale | articolo 2 | 434 | 434 | 0 | 218 | 434 | 0 | 55 | Appr. |
48 | Nominale | articolo 3 | 432 | 432 | 0 | 217 | 432 | 0 | 55 | Appr. |
49 | Nominale | articolo 4 | 434 | 434 | 0 | 218 | 434 | 0 | 55 | Appr. |
50 | Nominale | Ddl 344-A e abb. - voto finale | 437 | 437 | 0 | 219 | 436 | 1 | 55 | Appr. |
51 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 2/7 | 427 | 425 | 2 | 213 | 425 | 0 | 54 | Appr. |
52 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 2/8 | 428 | 427 | 1 | 214 | 82 | 345 | 54 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 57) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 2/9 | 428 | 354 | 74 | 178 | 14 | 340 | 54 | Resp. |
54 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 2/10 | 422 | 422 | 0 | 212 | 81 | 341 | 54 | Resp. |
55 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 2/11 | 419 | 351 | 68 | 176 | 11 | 340 | 55 | Resp. |
56 | Nominale | Doc. VIII, n. 1 - voto finale | 369 | 280 | 89 | 141 | 280 | 0 | 54 | Appr. |
57 | Nominale | Doc. VIII, n. 2 - voto finale | 367 | 366 | 1 | 184 | 366 | 0 | 54 | Appr. |