XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 176 di mercoledì 15 maggio 2019
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
SILVANA ANDREINA COMAROLI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 9 maggio 2019.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Salute, la Ministra per gli Affari regionali e le autonomie e il Ministro dell'Interno.
Invito tutti gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative volte a favorire la trasparenza e la diffusione di informazioni sui farmaci e sui relativi costi – n. 3-00729)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Lapia ed altri n. 3-00729 (Vedi l'allegato A).
Chiedo all'onorevole Lapia se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministro, a seguito di un'inchiesta negli Stati Uniti, emergono accuse di frode ai danni dello Stato da parte di venti aziende farmaceutiche. L'accusa è di aver fatto lievitare fino al mille per cento il prezzo di circa cento tipi di farmaci, fra cui terapie importanti. L'Italia il 1° febbraio ha richiesto all'ONU sull'attuazione di provvedimenti per lo sviluppo di un mercato farmaceutico competitivo basato sulla trasparenza. Il settore farmaceutico si caratterizza per una profonda asimmetria informativa fra autorità pubbliche e aziende determinata da dati limitati sui risultati degli studi clinici, flussi di finanziamento pubblico e privato per ricerca e sviluppo non chiari, mancanza di informativa sulla responsabilità dei farmaci.
Ministro, le chiedo quali ulteriori azioni ritenga di dover porre in essere per consentire una piena condivisione di informazioni sui farmaci e sulla determinazione del prezzo, dei ricavi, dei costi di ricerca e sviluppo, nonché sulle informazioni cruciali in tema di sanità.
PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere.
GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Il tema dell'accesso ai farmaci e alle altre tecnologie sanitarie sicure ed efficaci rappresenta una sfida per tutti i Governi, che sono chiamati a bilanciare la tutela del diritto alla salute con il rispetto della proprietà intellettuale. Non vi è dubbio che la mancanza di una completa informazione sull'effettivo prezzo dei farmaci può produrre effetti negativi sullo sviluppo di un mercato farmaceutico globale e competitivo, compromettendo la sostenibilità dei sistemi sanitari, e il caso del farmaco per l'epatite C è emblematico. Un recente studio internazionale ha rivelato, ad esempio, come l'83 per cento degli studi clinici condotti dalle trenta migliori università europee di ricerca medica non siano in linea con quella parte della normativa europea che già oggi impone la trasparenza nello svolgimento degli studi, dalla loro autorizzazione fino alla pubblicazione dei risultati, ivi inclusi i risultati negativi.
A ciò si aggiunga che le informazioni sui prezzi reali dei farmaci sono spesso coperte da clausole di riservatezza, che non consentono di comparare in modo sistematico i prezzi realmente pagati dai Governi, penalizzando lo sviluppo di un mercato globale sufficientemente competitivo soprattutto per i farmaci innovativi ad alto costo di ultima generazione.
Alla luce di queste considerazioni, il Ministero della Salute ha sottoposto, il 1° febbraio scorso, un progetto di risoluzione all'Organizzazione mondiale della sanità con cui ha proposto l'attuazione di provvedimenti in materia di trasparenza dei mercati dei farmaci, vaccini e altre tecnologie sanitarie, con l'obiettivo di affrontare con approccio sistematico e comune il tema, al fine di garantire maggiore condivisione di informazioni relative all'intero ciclo di vita del farmaco e di assicurare ai pazienti l'innovazione continua di prodotti che siano non solo di alta qualità ed efficacia, ma anche disponibili e accessibili.
Il Ministero della Salute, con il supporto della nostra rete diplomatica, si sta dunque adoperando al fine di raccogliere ampio sostegno sul piano tecnico e politico all'iniziativa da parte di altri Paesi, in vista della sua discussione nell'ambito della settantaduesima sessione dell'Assemblea generale dell'OMS, che avrà inizio proprio il prossimo lunedì. Numerosi Paesi hanno già espresso supporto a questa azione, ma, in particolare, mi piace rimarcare che l'iniziativa ha ricevuto l'appoggio trasversale e diretto di più di cento fra organizzazioni, università, esperti e istituti di ricerca di tutto il mondo; ciò a dimostrazione di quanto questi temi siano sentiti e condivisi dalla società civile, al di là delle differenze sociali, economiche e geografiche. Finisco, Presidente: con questa azione, dunque, l'Italia è finalmente protagonista dell'avvio di un dialogo tra i Governi su un tema che sia l'Unione europea che l'OMS indicano da anni come indispensabile per garantire lo sviluppo di mercati competitivi e l'accesso più ampio possibile ai farmaci essenziali e innovativi a tutela della salute dei cittadini.
PRESIDENTE. L'onorevole Baroni, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Signora Ministra Grillo, quella che lei sta combattendo presso l'Organizzazione mondiale della sanità con questa risoluzione non è una battaglia, ma un raggio di luce nell'oscurità del business dei farmaci. È una guerra contro l'oscurità dei legami di interessi che si sono infiltrati in maniera capillare e pervasiva, aumentando sempre più il profitto in sanità, a scapito del benessere dei pazienti e dei cittadini che pagano le tasse. A parità di trasferimenti di valore del privato nel settore sanitario tra Regno Unito e l'Italia, noi spendiamo un terzo in meno in ricerca e sviluppo, che il settore preferisce spendere per finanziare legami di interesse. La trasparenza è il più grosso anticorpo stabile che ha il compito di disarticolare, nel settore dei farmaci, rendite di posizione di mercato, gli abusi di posizione dominante, l'opacità della sperimentazione clinica, e rendere, quindi, profittevole investire in ricerca e sviluppo, che può essere garantito proprio da una trasparenza totale.
Al momento, stanno sostenendo la risoluzione solo quattro Paesi dell'Unione europea: Grecia, Portogallo, Slovenia e Spagna, che vogliamo ringraziare, e il consenso sta salendo. Di contro, infatti, ben quarantaquattro procure degli Stati Uniti si sono unite per rivelare ai danni dei cittadini una cospirazione - parole loro - di venti multinazionali del farmaco; una truffa continuata e pluriennale di miliardi di dollari ai danni dei cittadini americani, attuando un cartello segreto su oltre cento farmaci generici, su malattie incurabili, malattie rare e farmaci oncologici.
Il MoVimento 5 Stelle, grazie al Governo del cambiamento, propone nuove regole anche in Europa, per evitare che quello che sta accadendo negli Stati Uniti accada anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Orientamenti del Governo in ordine all'attuazione del regionalismo differenziato – n. 3-00730)
PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Epifani e Fornaro n. 3-00730 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signora Ministro, il 28 febbraio scorso è stato sottoscritto dal Governo e dai presidenti delle tre regioni interessate un primo accordo preliminare sui temi dell'attribuzione di autonomia differenziata. Nel corso di un'audizione recente, il Ministro dell'Economia, Tria, ha sottolineato come in alcuni casi le richieste regionali non appaiano del tutto coerenti con i principi costituzionali inerenti a materie diverse da quelle elencate dalla Costituzione, che, vista la tassatività del disposto costituzionale, non possono essere oggetto di attribuzione.
Per noi, e cogliamo l'occasione per ribadirlo, i diritti dello Stato sociale sanciti dalla Costituzione in materia di sanità, istruzione, lavoro, ambiente, salute e assistenza vanno garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio. Ad oggi, non c'è traccia del disegno di legge del Governo sulle intese Governo-regioni che dovrà essere discusso dalla Camera. Anche oggi la sua collega Lezzi dice che non esiste nessun testo e non è ancora stato sciolto il nodo dell'emendabilità del disegno di legge, quando arriverà in Parlamento. Vorremmo sapere in che modo il Governo intenda agire sul tema del regionalismo differenziato, nel necessario confronto con il Parlamento.
PRESIDENTE. La Ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.
ERIKA STEFANI, Ministra per gli Affari regionali e le autonomie. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi danno modo ancora di confrontarci sulle procedure previste dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione e il ruolo del Parlamento all'interno di questa procedura. Il ruolo che la Costituzione attribuisce al Governo, nell'iter delineato dalla previsione costituzionale, è quello di trovare un'intesa sulle richieste avanzate dalle regioni nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119 della Costituzione, e compatibile con gli equilibri del bilancio dello Stato. In questa fase è stata completata, in realtà da tempo, un'intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione. Per la parte finanziaria abbiamo recepito tutte le indicazioni pervenute dal Ministero dell'Economia e delle finanze, al fine di garantire un'invarianza della spesa. Tale attività mi ha permesso di predisporre una bozza di intesa, evidenziando i nodi politici che mi appresto - e sottolineo, di nuovo - a portare in Consiglio dei ministri, affinché lo si discuta. Vi è la totale disponibilità, mia e del Governo, come ha già detto il Presidente del Consiglio in una precedente interrogazione, a voler aprire un confronto con il Parlamento in merito al contenuto dello schema di intesa che vorrà il Consiglio dei ministri; questo nei termini e nelle modalità che vorrà scegliere il Parlamento. Lo svolgimento dei lavori parlamentari rientra nelle prerogative delle Assemblee parlamentari, alle quali, quindi, mi rimetterò.
Sulla richiesta in tema di emendabilità del disegno di legge di approvazione delle intese, anche questa è una decisione che spetta al Parlamento. Non può, quindi, il Governo intervenire in lesione, così, delle prerogative dei Presidenti di Camera e Senato.
Per quanto concerne il dibattito sul tema del percorso governativo e parlamentare, per puro scrupolo, ma anche al fine di avere tutti gli elementi per poter valutare il tema, vorrei qui ricordare alcuni passaggi dell'indagine conoscitiva sull'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, con particolare riferimento alle richieste delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, svolta dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali nella precedente legislatura. Si legge nelle conclusioni rassegnate: “Il Governo, una volta definito uno schema di accordo e prima di procedere alla firma, sottoponga gli esiti della trattativa, nella forma di un preaccordo, al Parlamento, il quale potrebbe, con un atto di indirizzo, esprimere il proprio avviso, eventualmente segnalando criticità del testo esaminato, di cui le parti potrebbero tener conto in sede di definizione del testo definitivo dell'intesa” e, io direi, che più che non potrebbe tener conto, deve tener conto. Tale documento conclusivo della Commissione bicamerale del 6 febbraio 2018 è stato votato in Commissione all'unanimità dei presenti, con voto favorevole del PD, MoVimento 5 Stelle, MDP-LeU e Lega (è un'annotazione che riporto per puro scrupolo). Quali saranno le scelte di Camera e Senato, signori colleghi? Tengo a sottolineare che il vero dibattito e il vero confronto sul regionalismo differenziato si farà dentro queste Aule, che saranno madri dell'attuazione di un'importante norma costituzionale, e non fuori dalle stesse, sterilizzati magari in polemiche su media e microfoni che poco o nulla servono.
PRESIDENTE. L'onorevole Epifani ha facoltà di replicare.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signora Ministra, la ringrazio. Il tema che abbiamo posto evidentemente poggia su un dualismo di questioni: da una parte, che cosa vuol dire regionalismo differenziato e, dall'altra parte, che cosa vuol dire diritti uguali per i cittadini italiani. Come si combinano questi due aspetti è il cuore del problema, perché io capisco che le regioni che hanno più capacità amministrativa, di gestione e di efficienza chiedano più autonomia ma capisco ancora di più il fatto che, vivendo tutti nello stesso Stato, i cittadini di questo Stato hanno diritto a prestazioni e livelli essenziali uguali. Non siamo in due o tre Repubbliche; siamo nella stessa Repubblica. Questo è il cuore del problema e vale per la sanità, vale per l'istruzione, vale per tutte quelle questioni che rendono un cittadino, cittadino di questa Repubblica. Quindi, non è in discussione più autonomia - e più autonomia per far che cosa? - mentre non può essere in discussione il diritto uguale dei cittadini. Aggiungo che anche sul federalismo fiscale bisogna stare attenti. A me ha molto colpito - e lo voglio ripetere qui nell'Aula - la situazione di due comuni per quanto riguarda gli asili nido e le scuole dell'infanzia. I due comuni hanno lo stesso nome, Reggio: Reggio Calabria e Reggio Emilia. Reggio Calabria è più grande di Reggio Emilia. Nel bilancio del comune di Reggio Calabria per gli asili nido sono stanziati 80 mila euro (80 mila euro!). Nel comune di Reggio Emilia sono stanziati 8 milioni. Dunque, uno a cento. I diritti dei cittadini di Reggio Emilia e di Reggio Calabria dovrebbero essere uguali ma le disponibilità del federalismo fiscale non consentono che i due cittadini abbiano la stessa possibilità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
(Chiarimenti in merito alla gestione dell'ordine pubblico in occasione di episodi di intolleranza nei confronti di famiglie rom in due quartieri periferici di Roma – n. 3-00731)
PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00731 (Vedi l'allegato A).
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Signor Ministro e onorevoli colleghi, nelle scorse settimane abbiamo assistito a due episodi inquietanti sotto il profilo della gestione dell'ordine pubblico, entrambi a Roma. Il primo in occasione dell'arrivo di 70 persone in un centro di accoglienza nel quartiere di Torre Maura, con circa 30 minori. Abbiamo visto 300 persone addossarsi alla recinzione del centro di accoglienza e rivolgere minacce gravi e insulti razzisti a queste persone. Inoltre, sono state incendiate auto e camper. Nel secondo caso, nel quartiere di Casal Bruciato abbiamo assistito a una contestazione messa in atto persino all'interno del cortile nei confronti di una famiglia che aveva ricevuto una legittima assegnazione di un alloggio popolare. Chiedo come mai non sia stato isolato, nel primo caso, il centro accoglienza e, nel secondo, il palazzo, difendendo da minacce e difendendo in termini di sicurezza personale quelle persone nell'ambito della gestione dell'ordine pubblico.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie all'interrogante e grazie alle forze dell'ordine che lavorano sempre al massimo e penso ai 20 mila ragazzi e ragazze che nella giornata e nella nottata di oggi si occuperanno di garantire l'ordine pubblico in occasione di quella che dovrebbe essere una partita di calcio e che speriamo rimanga solo una partita di calcio, evidentemente. I due episodi da lei ricordati sono stati ampiamente commentati dalla stampa. Come da prassi, in queste occasioni vengono predisposti dal locale commissariato i servizi necessari per il pacifico svolgimento delle attività di trasferimento che, infatti, sono avvenute in modo regolare. Come invece, documentato, irregolarmente ci sono state minacce e presenze in maniera non autorizzata e nella seconda di queste evenienze, quella del 6 maggio scorso, il comandante dell'Arma dei carabinieri ha appena comunicato il deferimento di 17 persone per resistenza a pubblico ufficiale e altre fattispecie di reato all'autorità giudiziaria; quindi, informative di reato sia per l'una sia per l'altra ipotesi dalle forze dell'ordine sono state puntualmente depositate. È chiaro che la gestione dell'ordine pubblico in frangenti così delicati deve essere valutata in stretta aderenza allo specifico contesto, dove non di rado devono essere assunte dai dirigenti sul posto decisioni tempestive in condizioni di pericolo e di rischio per le persone. In tutti i casi - e anche nei due richiamati - le forze dell'ordine hanno operato al solo scopo di garantire i diritti delle persone minacciate e tutelare la loro incolumità, prevenendo più gravi conseguenze per l'ordine pubblico e garantendo il diritto a manifestare il dissenso nel rispetto delle leggi, fermo restando, come appena comunicato da pochi minuti, il deferimento all'autorità giudiziaria di coloro che sono identificati come autori di reati. Nessun tipo di violenza fisica o verbale sarà mai tollerata né da questo Ministro né dalle forze dell'ordine, che fanno bene e con coscienza il loro lavoro ogni giorno in tutta Italia.
PRESIDENTE. L'onorevole Magi ha facoltà di replicare.
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Ministro, il fatto che siano state denunciate delle persone per reati come minaccia o istigazione all'odio razziale nel contesto che è oggetto di questa interrogazione non ha molto a che vedere con la gestione dell'ordine pubblico, che è questione di Polizia giudiziaria ed eventualmente, poi, della magistratura. Il punto è che non è possibile allestire dei set televisivi che consentano per 48 ore di mandare in onda un corpo a corpo tra chi minaccia di morte - ed è il caso di Torre Maura - o chi fa gravi minacce e insulti a sfondo razziale, come nel caso di Casal Bruciato. Vanno interrotte queste attività e non può consentirsi che ci sia una prossimità di pochi metri o di centimetri tra persone che sono legittimi assegnatari di un alloggio e chi intende manifestare, senza però aver fatto preavviso di manifestazione e senza aver ricevuto alcuna autorizzazione dalla questura. In base alla nostra Costituzione il diritto di manifestare va garantito, tutelando al contempo la sicurezza e la dignità di ognuno. Lei, Ministro, in queste ore ha detto, nel caso dei manifesti che le annunciavano che lei non era benvenuto in occasione di comizi elettorali a cui partecipava, di non aver dato nessuna indicazione di rimuoverli alle forze dell'ordine ed ha aggiunto: “Finché non c'è un problema di sicurezza per i cittadini e di ordine pubblico ognuno può esporre quello che vuole”. Ecco, nei due casi che stiamo trattando si è verificato un problema di sicurezza e di minaccia, che è un reato nei confronti di altri. Ogni manifestazione deve essere svolta a una distanza di sicurezza. Si potevano benissimo consentire manifestazioni a 50 o a 100 metri e non creare una gogna mediatica che evidentemente è stata tollerata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Chiarimenti in ordine alla sperimentazione della cosiddetta pistola ad impulsi elettrici da parte delle forze dell'ordine – n. 3-00732)
PRESIDENTE. L'onorevole Tonelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00732 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro dell'Interno, grazie per essere qui a rispondere al presente interpello (Commenti di deputati del Partito Democratico). Premesso che l'articolo 19 del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, prevede una sperimentazione delle armi a impulsi elettrici da parte delle Polizie municipali, meglio conosciuta come taser, e visto che a oggi sono 107 Paesi in tutto il mondo in cui la pistola elettrica è già in uso, tra i quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya, Germania, Regno Unito, Francia, Finlandia e Repubblica Ceca, si desidera conoscere a che punto sia la sperimentazione della cosiddetta pistola a impulsi elettrici da parte delle forze dell'ordine e quali gli esiti dalla stessa a oggi conseguiti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie per l'interrogazione. Uno dei primi atti sottoposti alla mia firma, quando arrivai al Ministero, fu proprio nello scorso mese di luglio il decreto ministeriale con il quale si è dato inizio alla sperimentazione da parte delle forze di polizia della pistola ad impulsi elettrici. La finalità della sperimentazione, che ha dato esiti ampiamente positivi ed è arrivata in dirittura d'arrivo, è stata fin dall'inizio quella di valutare l'effetto deterrente di tale strumento al fine di diminuire i casi di utilizzo delle armi da fuoco in dotazione alle forze dell'ordine. La fase sperimentale è durata nove mesi e si è svolta in dodici città. Le modalità di sperimentazione hanno tenuto conto ovviamente di quanto contenuto in apposite linee guida secondo principi di precauzione e intese con il Ministero della Salute. Ad oggi la pistola a impulsi elettrici utilizzata per la sperimentazione è stata impiegata complessivamente 60 volte: in 46 casi dalla Polizia di Stato, in 11 casi dall'Arma dei carabinieri e in 3 casi dalla Guardia di Finanza. Nella maggioranza dei casi è stato sufficiente minacciarne il solo utilizzo per risolvere la criticità affrontata. Come ricordato dagli interroganti con il decreto sicurezza-immigrazione è stata prevista inoltre la possibilità per i comuni capoluogo e per quelli con popolazione superiore a 100 mila abitanti di dotare i propri corpi di polizia locale di siffatta tipologia di armamento. Ciò consentirà per la prima volta, anche a livello di enti locali, l'attuazione delle politiche di sicurezza integrata, l'accelerazione dei processi di cooperazione fra forze di polizia dello Stato e polizie locali. Ho riunito alle quattro e un quarto di oggi pomeriggio al Ministero dell'Interno un Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza che, tra gli altri argomenti all'ordine del giorno, ha proprio l'esame della sperimentazione in atto e sono orgoglioso perché, quando si partirà entro quest'estate con l'utilizzo di quest'arma non offensiva ma difensiva, sia le forze dell'ordine che i cittadini italiani saranno sicuramente più sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. L'onorevole Tonelli ha facoltà di replicare.
GIANNI TONELLI (LEGA). Signor Ministro dell'Interno Matteo Salvini, il gruppo della Lega si dichiara pienamente soddisfatto per la risposta ricevuta (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo strumento sarà di grandissima utilità ed efficacia in tutti i servizi di polizia a favore della brava gente.
PRESIDENTE. Colleghi, senza commentare per cortesia. Lasciamo che il deputato Tonelli possa svolgere la sua replica.
GIANNI TONELLI (LEGA). Il taser come il capsicum rappresentano un'eccellente dotazione in grado di prevenire il contatto da parte delle donne e degli uomini in divisa con i soggetti pericolosi. Desidero ringraziarla a nome di tutto il popolo delle divise che, in tal modo, potrà essere esposto in minor misura non solo sotto il profilo fisico-materiale ma anche e soprattutto in quello giuridico-processuale. È noto, infatti, che, ogni anno, solo della polizia di Stato, per fatti concernenti il servizio, oltre seimila operatori sono costretti a ricorrere alle cure dei pronto soccorso ed è altrettanto noto che questi fatti portano, ahimè, conseguenze processuali. Un ringraziamento ulteriore desidero porgerlo da parte di chi sarà oggetto dell'utilizzo del taser perché saranno proprio loro ad avere i maggiori benefici. Troppo spesso dimentichiamo che gli operatori delle forze dell'ordine sono chiamati a lavorare con la metà del cielo negativa e molte volte devono affrontare persone che non sono consapevoli delle loro azioni quali sbandati, soggetti mentalmente disturbati, persone in preda ad allucinazione a causa di sostanze stupefacenti o psicotrope, ubriachi coinvolti in risse, violenti, eccetera. In tutti questi casi il taser consentirà di evitare l'utilizzo di mezzi di coazione fisica o delle armi da fuoco che hanno una capacità lesiva di gran lunga superiore, preservando l'incolumità fisica, se non addirittura la vita, proprio dei responsabili dei fatti. Un esempio per tutti: un ubriaco con un'arma in mano in una piazza affollata rappresenta un grossissimo dilemma per chi, poliziotto, carabiniere, polizia municipale o altro, ha l'obbligo di intervenire. Il taser è in grado di sciogliere questo dilemma. Grazie ancora, ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Chiarimenti in merito alla vicenda della rimozione di uno striscione da parte dei Vigili del fuoco a Brembate, nella mattinata del 13 maggio 2019, in occasione della prevista visita del Ministro dell'Interno - n. 3-00733)
PRESIDENTE. L'onorevole Carnevali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00733 (Vedi l'allegato A).
ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signora Presidente. Ministro, onorevoli colleghi, alcuni fatti. Il 7 maggio viene sequestrato il cellulare di una ragazza per un selfie impertinente e al poliziotto viene aperto un procedimento disciplinare. Il 13 maggio, a Settimo, lei, Ministro, se la prende durante un comizio prima con un'insegnante, poi pubblicamente con la sicurezza, sfuggendole anche epiteti sgradevoli. Il 13 maggio, nove del mattino, a Brembate, in un piccolo paese della mia provincia viene dato ordine dalla questura ai vigili del fuoco di togliere un lenzuolo con la scritta “Non sei il benvenuto”: nulla a che vedere con i fatti precedenti, un'espressione pacifica di dissenso democratico che qualcuno ha voluto esporre. Non c'erano emergenze, non c'era calamità, quindi perché? Anche i sindacati le hanno chiesto di abbassare i toni, che il limite è stato superato. Resta il fatto che le istituzioni non sono sue; resta il fatto che le forze dello Stato sono un presidio delle istituzioni e che le forze della polizia non possono essere relegate a funzioni di ordine di servizio durante i comizi elettorali, la sua attività prevalente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Colleghi, vale anche per voi: senza commentare.
Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ringrazio per l'interrogazione. Mi occupo di diminuire i reati in questo Paese, che infatti sono calati del 15 per cento nei primi mesi di quest'anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo che il Ministro dell'Interno possa svolgere il suo intervento senza commentare.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. È solo mio dovere, non è…
PRESIDENTE. Colleghi! Naturalmente così private il Ministro del tempo che ha a disposizione, quindi non credo gli stiate facendo un favore prego.
IVAN SCALFAROTTO (PD). Si occupi della libertà!
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. E comunico che ovviamente non mi occupo di rimozione degli striscioni tanto che, ieri notte, una volante della polizia di Stato, a Bergamo città, ha rimosso, senza che io lo sapessi, uno striscione contro il sindaco del Partito Democratico, Giorgio Gori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier –Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), quindi evidentemente….
PRESIDENTE. Colleghi, possiamo evitare le opposte tifoserie perché non siamo allo stadio. Prego.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Con tutto il rispetto per tutte le infrazioni al codice civile e al codice penale, preferisco occuparmi di arresti di mafiosi e spacciatori che non di rimozione di striscioni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Detto questo, ho piena e totale fiducia nell'attività delle questure, delle prefetture che, a Brembate, come a Settimo, come in ogni altra località garantiscono il pacifico svolgimento di qualsiasi iniziativa di carattere pubblico. Anzi, per quello che mi riguarda, più sono colorati e più sono simpatici, più divertenti sono gli striscioni sono disposto a offrire un bel caffè a chi fa lo striscione più ironico. Non tollero minacce di morte, insulti o inviti alla violenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quelle non sono libere espressioni…Se per voi è normale che qualcuno scriva: “Salvini muori”, “Salvini crepa”, “Sparate a Salvini”, “Salvini mafioso” (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) …ecco…
PRESIDENTE. Colleghi, avrete il vostro tempo dopo per la replica. Non interrompete il Ministro nel corso del suo intervento, altrimenti sono costretta a richiamarvi all'ordine.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ringrazio le forze dell'ordine che stanotte hanno arrestato 17 spacciatori e hanno sequestrato 280 chili di droga: questa è la sicurezza del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vi lascio al dibattito sugli striscioni: evviva la libertà di espressione, evviva i colori e i fischietti, evviva gli striscioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Martina, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURIZIO MARTINA (PD). Grazie, Presidente. Ministro, ovviamente noi non possiamo essere soddisfatti di quello che lei ha detto qui adesso: quello che ci importa è portare anche in quest'Aula la preoccupazione per il clima che c'è nel Paese e che lei fa finta di non vedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quello che ci preoccupa è il clima che viene sottolineato anche da tanti operatori delle forze di polizia che tanto lei osanna quando in giro da più parti, a più riprese segnalano l'allarme di un clima di tensione che lei per primo dovrebbe caricarsi sulle spalle proprio per la funzione istituzionale che ha. Invece no: ancora adesso ci ha offerto la plastica rappresentazione di una superficialità disarmante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) rispetto all'incarico delicato che ha. Lei dovrebbe rendersi conto prima di altri che fare il Ministro dell'Interno e il segretario di partito in questo modo non aiuta il Paese: non è un problema delle opposizioni, è un problema dell'intero Paese, del Governo della Repubblica italiana in un contesto come questo.
Perché, guardi, ogni giorno che passa, ogni tappa che fa, è abbastanza evidente che per lei prima degli italiani c'è la sua campagna elettorale permanente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
È questa la questione che noi poniamo, sollevando anche il tema di queste ore. Noi la invitiamo a rendersi conto di quello che sta accadendo, e la invitiamo anche a rispondere del fatto che, se un Ministro dell'interno con il ruolo delicatissimo che ha sta al suo Ministero solo per 17 giorni in quattro mesi, c'è un problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). C'è un problema non per le opposizioni: per il Paese! Per il Paese! Perché il suo Ministero non è un Ministero qualsiasi, e se si disertano 5 consigli europei su 6, c'è un problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Martina.
MAURIZIO MARTINA (PD). Non per lei, per il Paese che lei rappresenta in quei consessi.
Quindi le diciamo solo questo: rifletta su quello che sta accadendo, cambi rotta. Non lo faccia per noi, lo faccia per gli italiani.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO MARTINA (PD). Risponda all'articolo 54 della Costituzione, quando impegna tutti ad essere responsabili e ad assolvere alle funzioni istituzionali con disciplina e onore.
PRESIDENTE. Grazie.
MAURIZIO MARTINA (PD). Io penso che questo tema riguardi anche lei: noi, ma anche lei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Iniziative di competenza con riguardo alle problematiche proprie dell'area delle baracche abusive nella città di Messina – n. 3-00734)
PRESIDENTE. L'onorevole Siracusano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00734 (Vedi l'allegato A).
MATILDE SIRACUSANO (FI). Colleghi, signor Ministro Salvini, oggi, nel 2019, 2.100 famiglie, 6.400 persone nella città di Messina vivono ancora nelle baracche. Si tratta di cittadini messinesi, italiani, non si tratta di immigrati. La baraccopoli si estende per oltre 230 mila metri quadrati, quindi è una vera e propria città di baracche dentro la città. Per rappresentarle la condizione di degrado estremo, le illustro qualche immagine: come le capanne costituite da tetti in eternit, fogne a cielo aperto dove giocano i bambini, talvolta si vedono anche i topi fuoriuscire dai water, spazi estremamente angusti. Ecco, questa è una situazione intollerabile.
Presidente, Ministro, il presidente della regione Musumeci e il sindaco Cateno De Luca si sono adoperati per chiedere lo stato di emergenza, i poteri straordinari connessi appunto allo stato di emergenza, e si sono adoperati per consegnare alcuni alloggi, ma ne servono ancora tantissimi, e quindi un massiccio intervento da parte dello Stato. Le chiedo, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per sanare questa piaga che affligge la città di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - La deputata Morani espone un cartello recante il numero “49”).
PRESIDENTE. Onorevole Morani, per cortesia, rimuova quel cartello: sa che il Regolamento non lo consente. Grazie.
Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
Chiedo agli assistenti parlamentari di aiutarmi ad eseguire gli ordini della Presidenza, per favore (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente). Grazie.
ALESSIA MORANI (PD). Devi tirare fuori i soldi!
PRESIDENTE. Prego, Ministro.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. La ringrazio, Presidente, ma ognuno si diverte come può. Quindi, non (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Proteste della deputata Morani)…
PRESIDENTE. Prego, Ministro.
Risponda (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Ministro, risponda all'interrogazione. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Onorevole Morani, la richiamo all'ordine. Onorevole Rotta, onorevole Scalfarotto… Prego, Ministro.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Anche mia figlia di sei anni si diverte con i disegnini, quindi ognuno…
PRESIDENTE. Ministro, non siamo a scuola, però. Anche lei per cortesia abbia rispetto dell'Aula. Non ricominciamo. Prego.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Io sono stato in quel quartiere, ci sono alcune situazioni che risalgono al 1908: quindi evidentemente bisogna recuperare qualche anno di inerzia locale, provinciale, regionale, statale. Sono perfettamente al suo fianco nella battaglia di civiltà di uomini, donne, padri, madri, nonni e bambini che giocano in mezzo ai topi senza servizi igienici, senza fognature, senza dignità, senza diritti.
Dal punto di vista di mia competenza ovviamente io le posso dare i dati come gestione dell'ordine pubblico, perché di quello mi occupo. Quindi nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto al fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti, dal 15 gennaio ad oggi sono stati effettuati a cura della Polizia di Stato lì ben 33 servizi mirati che hanno dato luogo a perquisizioni, arresti, denunce a piede libero, sequestri di sostanze stupefacenti, eccetera eccetera; c'è un altro lungo elenco di cose che abbiamo fatto per la sicurezza, anche se non è un problema evidentemente di sola sicurezza. La sistemazione alloggiativa delle famiglie che vivono nelle aree degradate impegna in primo luogo le istituzioni territoriali, comuni e regioni. Mi risulta che il comune di Messina si stia meritoriamente adoperando con la regione per il reperimento delle somme necessarie per l'acquisto di alloggi, utilizzando anche i fondi dei programmi operativi complementari nazionali “Città metropolitane”.
Su questo siamo a disposizione per sostenere tale sforzo in maniera decisa e risoluta.
Per parte mia ovviamente garantisco… Non è un mio intervento, ma è un mio preciso dovere garantire il massimo impegno sul fronte della sicurezza. Da Vicepresidente del Consiglio mi impegno anche a coordinare la maggior convergenza possibile tra le istituzioni statali e territoriali competenti, al fine di giungere ad una soluzione definitiva della questione che restituisca dignità a queste famiglie, perché un secolo mi sembra sufficiente per riportare ordine in questa parte stupenda d'Italia. La ringrazio, e conto la prossima volta di arrivare con dati ancora più positivi rispetto a quelli che sono riuscito a darle oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. L'onorevole Siracusano ha facoltà di replicare.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Ministro, naturalmente non volevo addebitarle responsabilità del passato: la baraccopoli la ereditiamo appunto dal 1908, dal terremoto che distrusse la città di Messina; però è pur vero che noi non possiamo considerare questo come alibi, dobbiamo andare oltre e dobbiamo rappresentare il cambiamento tutti insieme in questa nuova fase della politica.
È vero, lei ha detto, c'è un problema sanitario, ma c'è anche un problema di sicurezza ovviamente, di criminalità che si insinua in queste zone. Ho fatto un accenno prima allo stato di emergenza che era stato chiesto dalla regione, ed è stato negato perché la Protezione civile dice che l'emergenza dev'essere connessa ad un evento calamitoso. Però effettivamente, Ministro, se 6.400 persone abitano ancora nel 2019 nelle baracche, se questa non è un'emergenza, significa che viviamo in uno Stato ipocrita, e non ce lo possiamo permettere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
So che lei è stato a Messina quest'estate, ha detto che ci sarebbe tornato: io la invito a ritornare, a guardare da vicino dentro queste case, queste pseudo-case, qual è la situazione che le ho descritto, di trovare insieme delle soluzioni, di combattere ancora e di dare risposte e di essere a fianco all'amministrazione comunale e alla regione. Ecco, il suo slogan è appunto “prima gli italiani”: lei ha sgomberato, ha sbaraccato molti campi di immigrati; in questo caso bisogna dire “prima i messinesi” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
(Iniziative volte a garantire la sicurezza e il contrasto alla criminalità organizzata, in specie alla mafia nigeriana, nell'area di Castel Volturno (Caserta), con particolare riferimento all'invio di un contingente militare – n. 3-00735)
PRESIDENTE. L'onorevole Ferro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00735 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
WANDA FERRO (FDI). Signora Presidente, signor Ministro, la interrogo in riferimento alla bambina, a quello che è avvenuto il 3 maggio scorso in pieno centro a Napoli a causa di un agguato di camorra, che pone in drammatica attualità il tema della criminalità a Napoli come in altri centri sicuramente importanti della Campania. E in particolare la zona di Castel Volturno, che vive da troppo tempo in uno stato di emergenza e di mancata sicurezza, a causa ovviamente della fortissima presenza della mafia nigeriana, battaglia che da sempre ci poniamo nei nostri interventi e nei nostri atti, dedita allo spaccio di droga, alla prostituzione e addirittura al traffico di organi. Una manovalanza pressoché infinita, vista la massiccia presenza nella zona degli immigrati africani irregolari, stimati tra le 15 mila e le 25 mila unità.
Nella risposta all'atto del sindacato ispettivo n. 5-00165, presentato dal gruppo di Fratelli d'Italia il 9 gennaio 2019, il Governo ha affermato che, accanto all'azione decisa delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria e di Governo, come è noto è già impegnato nell'area di Castel Volturno in un'azione di risanamento ad ampio spettro, che mira a riaffermare il principio di legalità e a migliorare la situazione ambientale della salute pubblica, che consenta l'inserimento nel tessuto sociale e produttivo degli stranieri.
PRESIDENTE. Concluda.
WANDA FERRO (FDI). Rispetto anche all'atto, alla mozione 1-00113, noi vogliamo comprendere quali siano stati i motivi per i quali ancora non sia stata data attuazione all'impegno approvato e contenuto nella mozione citata in premessa, e quali iniziative siano state messe in atto sinora per garantire la sicurezza e il contrasto alla criminalità nell'area di Castel Volturno.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, grazie all'interrogante. Io peraltro domani alle 18,30 sarò a fare il quarto comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza a Napoli, cosa che nessun Ministro dell'interno ha mai fatto in precedenza, e nel decreto-legge “sicurezza-bis” sono previste 800 assunzioni per garantire lo sconto della pena in carcere ai 12 mila condannati che sono in questo momento a spasso per Napoli: perché noi possiamo riempire di poliziotti e di carabinieri tutta Napoli e tutta Italia, ma se questi li arrestano e poi nessuno li mette in galera evidentemente non facciamo fino in fondo il nostro dovere. Quindi questo c'è nel decreto-legge “sicurezza-bis”.
Per quanto riguarda Castel Volturno e i comuni del litorale Domizio, i numeri dicono che sono complessivamente impiegati 230 militari fra Terra dei fuochi, antidroga e anticamorra.
Al contingente di militari dell'operazione “Strade sicure” si aggiungono anche 18 operatori dei Reparti prevenzione crimine della polizia di Stato a integrare gli organici presenti sul territorio. Negli ultimi mesi, con cadenza periodica, sono stati svolti appositi servizi interforze, mirati alla repressione del fenomeno del traffico di stupefacenti, di cui lei ovviamente parlava, con l'impiego, in ciascuna di queste occasioni, di almeno 30 operatori delle forze di polizia. Quindi io ringrazio il prefetto di Caserta e le autorità che con gli uomini e mezzi a disposizione stanno combattendo in prima linea.
Chiederò alla collega, da cui dipendono, evidentemente, l'operazione Strade sicure e l'invio di militari, di fare ancora di più e questo lo farò per iscritto oggi stesso. Ringrazio la comunità locale che resiste e reagisce a livello di parrocchia, a livello di volontariato, a livello di famiglia, perché non è solo un problema di ordine pubblico.
Sulla mafia nigeriana sono d'accordo con lei e mi auguro che anche i tribunali squarcino un velo di silenzio che da troppi anni sta coprendo, non solo a Castel Volturno ma anche in altre province italiane, quella che ormai, purtroppo, è una vera e propria radicazione mafiosa nigeriana che arriva dall'altra parte del continente. Anche per questo motivo, controllare chi sbarca in Italia, evidentemente, fa parte non di un mio diritto, ma di un mio dovere da Ministro dell'interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. L'onorevole Ferro ha facoltà di replicare, per due minuti.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, signor Ministro, mi riferivo proprio anche a quell'atto a cui lei ha fatto riferimento, del 27 febbraio, rispetto anche a quella mozione, da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, dove cercavamo di far sì che all'interno di Castel Volturno ci fosse veramente un contingente militare - cosa che riguarda ovviamente anche il dicastero della sua collega, che si era detta disponibile - ma dove troppo spesso, poi, le asserzioni e comunque le idee non diventano azioni.
Certamente c'è una grande preoccupazione, come lei ha voluto sottolineare, che non riguarda soltanto la Campania, piuttosto che Castel Volturno; la mafia nigeriana ha messo sicuramente le mani ovunque, anche con quei patti di non belligeranza con le nostre mafie italiane, ma resta ancora in qualche modo un organico, rispetto anche all'impegno, delle Forze armate e delle forze dell'ordine - sicuramente ringraziamo anche noi il prefetto - troppo piccolo per poter fronteggiare quello che in questo momento, anche da tante cronache nazionali, viene fuori.
Io sottolineavo il problema dello spaccio di droga, piuttosto che della prostituzione, ma sottolineo anche il traffico di organi, dove per la prima volta abbiamo una donna pentita che scende in campo a sottolineare che soltanto per la vendita di un rene si pagano 5 mila euro, anche rispetto a ciò che poi, in qualche modo, la gente chiede e che ci ha sempre sottolineato, cioè quella ricerca di sicurezza che forse ci ha visti anche un po' insoddisfatti in una battaglia molte volte, signor Ministro, solitaria di Fratelli d'Italia.
Quindi, io ovviamente mi ritengo parzialmente soddisfatta e sono certa che in un prossimo question time ci saranno dati più confortanti rispetto agli uomini messi in campo, rispetto anche a quello che abbiamo sempre promesso ai cittadini italiani, cioè la sicurezza, ma soprattutto anche con l'autorevolezza e la serietà di un gruppo come quello a cui appartengo, Fratelli d'Italia, che non rimarrà a guardare silenzioso, certamente aspettando, in questo caso, che un'altra ragazzina sia sacrificata sull'altare del politicamente corretto.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Benvenuto, Bitonci, Brescia, Businarolo, D'Incà, Delrio, Gregorio Fontana, Frusone, Gallinella, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Liuzzi, Losacco, Molinari, Morrone, Parolo, Pastorino, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Sisto, Villarosa, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa il 14 maggio, il presidente della Commissione ambiente ha rappresentato l'esigenza di rinviare ad altro calendario dei lavori l'esame in Assemblea della proposta di legge n. 52, recante disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo delle acque, previsto a partire dal prossimo lunedì 27 maggio, preso atto - nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi - dell'impossibilità di riprendere l'esame del provvedimento in mancanza della relazione tecnica richiesta sul provvedimento.
Avverto altresì che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione cultura ha comunicato che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto in modo unanime sull'impossibilità di concludere l'esame in sede referente della proposta di legge n. 478, recante disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura, in tempo utile per l'inizio dell'esame in Assemblea, anch'esso previsto a partire dalla seduta del 27 maggio, richiedendone, quindi, la posticipazione al mese di giugno.
L'esame di tali provvedimenti non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della settimana 27-31 maggio.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, intervengo per annunciare alla Presidenza che il gruppo del Partito Democratico ha inoltrato formalmente una comunicazione relativa ai fatti che sono accaduti due giorni fa e che hanno avuto come protagonista il sottosegretario Villarosa, tenuto conto anche del fatto che nella giornata di ieri il sottosegretario avrebbe avuto l'occasione di pronunciare delle formali scuse che avrebbero chiuso qui l'incidente; tuttavia, tenuto conto del fatto che il sottosegretario non ha ritenuto di doversi scusare in Aula, abbiamo formalmente investito la Presidenza per la richiesta dell'applicazione del Regolamento.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, colgo l'occasione per portare all'attenzione di quest'Aula il gravissimo episodio verificatosi a Moschiano, in provincia di Avellino, ai danni del candidato sindaco Claudio Rosario Addeo, che è stato vittima di un vile atto intimidatorio. L'aspirante primo cittadino ha rinvenuto sul parabrezza della propria auto un plico contenente tre proiettili e una lettera minatoria, riferita all'attività politica intrapresa in occasione delle elezioni amministrative. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, perché nei giorni precedenti azioni vandaliche sono state realizzate anche nei confronti di un candidato alla carica di consigliere nella medesima lista civica, collegata ad Addeo.
I fatti sono stati subito denunciati all'autorità giudiziaria e sono in corso indagini per assicurare i responsabili alla giustizia. Si tratta di episodi allarmanti che vanno condannati, poiché intralciano il regolare svolgimento della competizione elettorale che deve essere improntata ai principi di legalità, trasparenza e libera espressione del pensiero politico, riconosciuti nella Carta costituzionale all'articolo 49. Il confronto politico deve basarsi sulla democrazia e non possono essere in alcun modo tollerate azioni tese ad alterare la volontà popolare nell'esercizio di un diritto fondamentale qual è il diritto di voto.
Concludo, Presidente, esprimendo tutta la mia solidarietà al candidato Addeo e colgo anche l'occasione per esprimere tutta la mia vicinanza al sindaco di Torino, Chiara Appendino, che proprio questa mattina ha ricevuto un gravissimo atto intimidatorio che lede, appunto, la libertà di espressione politica. Mi auguro che l'impegno istituzionale a tutti i livelli possa essere un valido ed efficace strumento, duro a contrastare episodi di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.
FABIO BERARDINI (M5S). Presidente, con il presente intervento intendo porre all'attenzione del Parlamento italiano la necessità che venga avviata il prima possibile una seria indagine sulle proroghe effettuate dai comuni italiani riguardo alle concessioni di servizi; questo perché, dietro lo strumento della proroga, spesso si celano palesi illegittimità in chiara violazione del codice degli appalti. A tal proposito voglio segnalare, ad esempio, che la Guardia di finanza, il 9 maggio scorso, ha prelevato dagli uffici del comune di Teramo tutta la documentazione riguarda il servizio dei parcheggi a pagamento a seguito di successivi esposti, considerato che quello presentato dal sottoscritto è stato archiviato. Sottolineo che il contratto della cooperativa che gestisce il servizio in questione è scaduto da oltre sei anni e il servizio viene svolto, ancora oggi, in palese violazione del codice degli appalti. Secondo indiscrezioni parrebbe che il dirigente del settore tecnico del comune di Teramo avrebbe firmato una determina per ristabilire la legalità, ma che la stessa sarebbe stata bloccata dall'amministrazione comunale.
Tutto ciò, oltre a essere di una gravità assoluta potrebbe integrare il reato di abuso d'ufficio. Ci aspettiamo che in questo caso, come in tutti i casi similari, la magistratura e la Corte dei conti intervengano con decisione per far rispettare la legge a tutela dei cittadini e dei lavoratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Presidente, colleghi, il giorno 26 maggio i cittadini italiani saranno chiamati a votare per eleggere il Parlamento europeo. Ad ogni elezione, durante le operazioni di scrutinio, assistiamo a dati che tardano ad arrivare, seggi che faticano a chiudere le operazioni, errori e cattivo funzionamento della macchina elettorale. Io qui, però, voglio andare controcorrente e offrirvi una riflessione diversa: siamo abituati a prendercela con i presidenti di seggio e gli scrutatori, li accusiamo di non saper fare il loro lavoro, di essere impreparati ed incapaci, ma siamo sicuri che sia proprio così? La legge prevede che il presidente di seggio sia scelto fra i magistrati, gli avvocati, i procuratori dell'Avvocatura di Stato e, occorrendo, tra gli impiegati civili a riposo, i funzionari appartenenti al personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie, i notai e i vice pretori onorari. Ovviamente, quasi nessuno di loro lo vuole fare, ad ogni elezione ci sono difficoltà a reperire cittadini per svolgere questo compito, e quando con fatica li troviamo, ecco che facciamo: li riempiamo di responsabilità, anche penali, li costringiamo a lavorare senza pause dalla mattina all'alba fino al giorno successivo, obbligati a seguire procedure e verbali incomprensibili, con lungaggini burocratiche complicatissime. Insomma, lo Stato crea tutte le condizioni affinché sia certo che si verifichino dei problemi, e quando poi accadono è sui componenti dei seggi che gettiamo tutta la colpa.
Credo sia arrivato il momento di cambiare: introduciamo innovazioni tecnologiche già realtà in altri Paesi, semplifichiamo compiti e procedure, e soprattutto non costringiamo queste persone a prestare servizio per quasi 24 ore continuative, perché è inumano, non ha senso e non fa un buon servizio a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). Grazie, Presidente Carfagna. Ricordo che intervengo quale rappresentante del Partito Pensionati eletto nelle liste di Forza Italia-Berlusconi Presidente, e in questo particolare caso anche come amico, anche personale, del compianto Marco Pannella, in quanto desidero sollecitare il Governo, per il suo tramite, a intervenire prima del 21 maggio perché non si spenga Radio Radicale. Voglio anche far pervenire al Governo un sollecito a rispondere all'intervento scritto che ha inviato l'Agcom, in base all'articolo 1, comma 6, lettera c), numero 1, della legge 31 luglio 1997, n. 249, in cui sottolinea l'importanza di proseguire le trasmissioni, per lo meno temporaneamente, finché non si risolve definitivamente il problema, perché Radio Radicale non sia spenta.
Molti pensionati ascoltano con interesse tutte le dirette di Radio Radicale, e io stesso, al Parlamento europeo, sono stato avvicinato dall'onorevole Pannella affinché ricordassi, mentre intervenivo a fine seduta, come adesso qui al Parlamento nazionale, che Radio Radicale, che stava trasmettendo in diretta anche i lavori del Parlamento europeo a Strasburgo, fosse informata che poco dopo, dopo me, sarebbe intervenuto il loro responsabile, Marco Pannella. Questo mi fa ricordare che faccio bene a sostenere questa iniziativa.
Viva i pensionati. Pensionati, all'attacco!
IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, soltanto per stigmatizzare e segnalare il comportamento della segretaria d'Aula Comaroli, che era seduta accanto a lei, anche se adesso non riesco a vedere se è ancora seduta lì. Comunque, era seduta alla sua destra, al banco della Presidenza, e, durante un normale e fisiologico scambio di vedute tra il Ministro dell'Interno e una parte dell'opposizione, che, fino a prova contraria, è libera e legittimata a contestare le non risposte, in questo caso, del Ministro dell'Interno, la segretaria collega Comaroli si è alzata fisicamente dallo scranno del banco della Presidenza e ha attivamente interagito con questa parte dell'opposizione, spogliandosi dei suoi doveri di imparzialità dovuti dall'alto scranno in cui era seduta e vistosamente gesticolando e rispondendo, quindi entrando nell'agone della discussione dal banco della Presidenza. È come se lei, signora Presidente, inopinatamente si alzasse in questo momento e rispondesse nel merito a un'osservazione politica, cosa che la sua esperienza e la sua saggezza ovviamente ci fa escludere che lei faccia o farebbe mai, però è quello che abbiamo visto.
Allora, poiché chiunque sia seduto da quella parte dell'Aula, che fisicamente è posta al centro dell'emiciclo, proprio a significare il ruolo di imparzialità e di bilanciamento che evidentemente rappresenta la Presidenza – noi ovviamente eleggiamo Presidente, Vicepresidenti e Segretari parte di ogni schieramento politico – riteniamo che questo comportamento sia stato di gravità inaudita, perché segnala, dal punto di vista anche della cultura politica e della coscienza democratica, una totale inconsapevolezza del ruolo e della responsabilità che si rivestono una volta che si viene investiti dell'altissimo prestigio di essere parte dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati. È una cosa che noi intendiamo sottolineare con forza, e intendiamo rimettere alla Presidenza ogni azione necessaria affinché sia chiarito alla collega Comaroli, che evidentemente ne ha bisogno, ma a chiunque, dell'Ufficio di Presidenza, che quando si sta seduti lì si è garanzia del dibattito democratico, anche quando il dibattito democratico assume toni accesi e coloriti come è possibile e normale che sia in quest'Aula.
Intendiamo anche chiedere che cosa la Presidenza intenda fare per rassicurarci che questo mio rilievo non cada nel vuoto, ma sia trattato con la delicatezza e la gravità che a noi appare avere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto, io stessa, accorgendomi di un comportamento non consono di chi siede ai banchi della Presidenza, ho chiesto immediatamente all'onorevole Comaroli di non proseguire in quel comportamento. Auspico e chiedo che in futuro questi comportamenti non si ripetano più.
Sottoporrò, in ogni caso, la questione al Presidente della Camera, che sicuramente assumerà le determinazioni più opportune, non sottovalutando la delicatezza della questione che lei ha voluto sollecitare alla Presidenza.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 17 maggio 2019 - Ore 9,30:
1. Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 16.