XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 179 di martedì 28 maggio 2019
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Bitonci, Borghese, Cancelleri, Covolo, Fioramonti, Gallinella, Gebhard, Lorenzin, Lupi, Picchi, Rosato, Paolo Russo, Schullian, Scoma e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Iniziative di competenza volte alla realizzazione della ciclovia adriatica nel tratto veneto – n. 3-00553)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Pellicani n. 3-00553 (Vedi l'allegato A).
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere.
MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Come è noto, il decreto interministeriale 29 novembre del 2018 stabilisce le modalità e i termini per la definizione dei progetti e degli interventi da realizzare nell'ambito del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche. Inoltre, sono state individuate, per ogni ciclovia, le risorse destinate alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, ripartite sulla base dei costi stimati dai soggetti interessati - quindi, parlo di regioni, province autonome e Roma capitale -, nonché le risorse finalizzate alla realizzazione di un primo lotto funzionale immediatamente realizzabile per ciascuna delle regioni della singola ciclovia.
Ed ancora, tale decreto prevede che la progettazione e la realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, individuate in dieci percorsi prioritari, sia effettuata previa stipula di un protocollo d'intesa con individuazione delle azioni a carico delle amministrazioni coinvolte nel processo di realizzazione.
Dei dieci percorsi prioritari, lungo la direttrice adriatica la regione Veneto è interessata dalla ciclovia Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia e dalla ciclovia adriatica da Chioggia al Gargano; per entrambe sono stati sottoscritti i protocolli di intesa, rispettivamente, in data 24 aprile e 29 aprile 2019, cioè poco tempo fa. Attualmente i protocolli sono all'esame dei competenti organi di controllo e, successivamente, si procederà all'erogazione del finanziamento richiesto relativo al progetto di fattibilità.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellicani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Quello che diceva il sottosegretario è noto e lo sapevamo già, anche perché il piano delle piste, delle dieci ciclovie citate l'ha fatto il Governo di centrosinistra nel 2016, mettendo anche a bilancio 360 milioni per realizzarlo. La mia domanda è relativa al fatto se si intenda realizzarlo oppure no e il tratto veneto in particolare, che va da Porto Tolle fino a Bibione. In un'epoca in cui si parla di sostenibilità, c'è una grande attenzione sui temi relativi all'ambiente e al turismo sostenibile, penso che questo, per una regione turistica, la prima regione turistica d'Italia, come il Veneto, sia un fatto fondamentale. Non dimentichiamo che alcuni dati della Commissione europea stimano che il cicloturismo genera ricadute sui territori per oltre 47 miliardi di euro; e anche nel nostro Paese è in corso, grazie all'intervento del Governo nel 2016, questo piano per costruire dieci ciclovie, tra cui, appunto, la ciclovia adriatica, da Lignano Sabbiadoro al Gargano, di 820 chilometri.
Io credo che sia il tempo di passare dalle parole ai fatti, dagli annunci alla realizzazione delle piste ciclabili. Io chiedo: c'è il progetto o non c'è il progetto? Ci sono le risorse messe a disposizione delle regioni per realizzare il primo tratto - nel caso particolare, quello della ciclovia adriatica per il tratto veneto -, che genererebbe non solamente nuove risorse, ma darebbe anche la possibilità di incrementare un turismo compatibile e sostenibile in una regione che, comunque, già ha un significativo numero di presenze turistiche all'anno. Quindi, non posso essere soddisfatto, in quanto non vedo sostanziali novità, se non il protocollo firmato recentemente, che, però, non dà alcuna garanzia di realizzare l'infrastruttura.
(Iniziative volte a garantire aiuti umanitari alla popolazione del Venezuela, anche in considerazione della significativa presenza di cittadini di origine italiana ivi residenti – n. 3-00566)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dall'Osso ed altri n. 3-00566 (Vedi l'allegato A).
MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Il Governo è certamente consapevole della situazione umanitaria in Venezuela, con particolare riferimento ai nostri connazionali. Alle continue informazioni che riceviamo dalla rete diplomatica e consolare si sono aggiunte le visite in loco, da ultima quella del sottosegretario agli esteri Merlo, effettuata dal 15 al 17 maggio scorsi, cui è seguita quella del direttore generale per gli italiani all'estero, dal 20 al 22 maggio scorsi, anche a Maracaibo.
Alla data del 30 aprile scorso, la collettività italiana in Venezuela conta 143.629 persone iscritte in anagrafe, di cui la maggior parte a Caracas e il resto Maracaibo. Per tutelare i connazionali residenti più vulnerabili, negli ultimi anni, sono stati adottati diversi provvedimenti specifici: in primo luogo, l'integrazione del minimo pensionistico, attraverso l'adozione di un tasso di cambio, cioè il DICOM, più vantaggioso rispetto a quello ufficiale, di cui hanno beneficiato 3.870 pensionati e, soprattutto, il piano straordinario di assistenza ai gruppi più vulnerabili: sono stati erogati aiuti aggiuntivi per un totale di circa 1,2 milioni di euro nel 2017 e 1,9 milioni di euro nel 2018, stanziamento che è stato proposto di mantenere inalterato anche per il 2019. Prosegue, quindi, l'attività di assistenza sociale da parte delle nostre rappresentanze diplomatico-consolari in loco in favore dei connazionali che si trovano in situazioni di emergenza e di difficoltà. Anche per assicurare una distribuzione più capillare degli aiuti, soprattutto nelle realtà più decentrate rispetto ai grandi centri urbani, si è recentemente fatto un più ampio ricorso alla stipula di atti in affidamento diretto con società locali e centri italiani nel Paese.
Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha altresì deciso di sospendere l'adeguamento automatico della tariffa percepita per i servizi consolari al tasso di svalutazione della moneta venezuelana, onde evitare ulteriori ripercussioni negative sui già provati gruppi vulnerabili della comunità italiana residente nel Paese.
Inoltre, sin dai primi tempi dell'aggravarsi della crisi economica e sociale in Venezuela, la Farnesina ha esercitato pressioni sul Governo di Caracas per permettere la fornitura diretta, a beneficio della nostra collettività, di beni di prima necessità e di medicinali irreperibili sul mercato locale. L'iniziativa, del valore complessivo di un milione di euro, è stata avviata all'inizio del corrente anno ed ha riscontrato, nei primi cento giorni di funzionamento, risultati di particolare efficacia ed un diffuso apprezzamento da parte della collettività.
Il piano di distribuzione, gestito dal Consolato generale a Caracas per l'intero territorio venezuelano, si è dunque aggiunto alla già cospicua e crescente attività di assistenza diretta svolta dagli uffici consolari nel Paese. La distribuzione dei farmaci è risultata finora efficace anche nelle località più remote. I principi attivi maggiormente richiesti sono risultati quelli per la cura di patologie croniche, mentre i due terzi delle istanze sono giunte da connazionali con più di sessant'anni, a riprova che il progetto in questione riesce a soddisfare una diffusa esigenza in particolare da parte dei connazionali più anziani.
Particolare attenzione continua ad essere rivolta alla delicata attività informativa sul progetto, in modo da promuovere la più diffusa e capillare consapevolezza in merito da parte dei connazionali interessati, garantendo una discrezione richiesta anche dalle autorità locali.
Per quanto riguarda, più in generale, la situazione umanitaria in Venezuela, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, circa 7 milioni di venezuelani necessitano di assistenza umanitaria, di cui 3,2 milioni sono bambini. A fronte di tale emergenza che investe l'intero Paese, lo scorso 1° marzo, la Cooperazione italiana ha disposto contributi per un importo complessivo di 2 milioni di euro a favore dell'Alto Commissariato per i rifugiati, della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, del Comitato internazionale della Croce Rossa, con l'obiettivo di sostenere le attività di tali organismi a sostegno sempre del popolo venezuelano, incluse quelle nel campo sanitario.
Questo intervento si aggiunge al sostegno che la Cooperazione italiana ha assicurato, da marzo 2018, alle attività di accoglienza e assistenza umanitaria condotte dall'Alto Commissariato per i rifugiati a favore dei rifugiati venezuelani presenti in Colombia e in Brasile, per un valore complessivo di 500 mila euro.
Inoltre, proprio per far fronte all'emergenza sanitaria, la Cooperazione italiana ha dato la propria disponibilità a finanziare un volo umanitario con un carico di circa 40 tonnellate di medicinali (parlo di antibiotici e analgesici) e materiale medico-sanitario (guanti, garze, eccetera) raccolti e acquistati dalla Croce Rossa italiana che verrà consegnato alla Croce Rossa venezuelana. L'aeromobile partirà dalla base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi, non appena il materiale sanitario sarà disponibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Dall'Osso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, bene, ma non benissimo; capisco dalle parole che mi ha appena comunicato, sottosegretario, che vi stiano a cuore gli italiani residenti in Venezuela, ma non si può sottacere questa situazione. Presidente, in Venezuela il rapporto interno lordo si è dimezzato, c'è un'iperinflazione di un milione per cento, gli effetti della crisi hanno visto anche il sorgere di carenze alimentari e medicinali; si tratta di una crisi umanitaria senza precedenti.
A seguito dell'atteggiamento restrittivo e dittatoriale di Maduro, del Presidente Maduro, anche l'Unione europea ha approvato che riconosce come leader legittimo Guaidó. Per quale motivo non potete recepire anche voi questa indicazione data dall'Europa? Presidente, deve essere presa una posizione netta a sostegno di Guaidó, per essere vicini alla Comunità europea che lo ha approvato, alla Comunità europea e agli Stati Uniti d'America.
(Interventi in merito a criticità strutturali e gestionali della casa circondariale di Modena, nonché iniziative di formazione per il personale della polizia penitenziaria a fini di prevenzione e contrasto della radicalizzazione islamica nelle carceri – n. 3-00345)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari n. 3-00345 (Vedi l'allegato A).
MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, salto le premesse e arrivo al punto. Per quanto attiene alla dotazione organica, va detto che presso la casa circondariale di Modena, allo stato attuale ed al netto dei distacchi in entrata e in uscita, presta effettivamente servizio un totale di 215 unità, appartenente al Corpo di polizia penitenziaria, suddivisi nei diversi ruoli e qualifiche, rispetto a una previsione organica pari a 257 unità, registrando una scopertura organica del 16,3 per cento.
Detto che trattasi di scoperture che riflettono il trend generale a livello nazionale, va debitamente rimarcato che uno degli obiettivi prioritari perseguiti da questo dicastero, cioè da quello del Ministero della giustizia, è costituito dall'incisivo potenziamento degli organici della polizia penitenziaria, nella piena consapevolezza della rilevanza che tale obiettivo riveste nella duplice finalità di garantire una maggiore efficacia del circuito penitenziario e standard più elevati di sicurezza all'interno delle carceri, anche a tutela di coloro che vi lavorano ogni giorno.
Con la legge di bilancio per il 2019, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari nonché le indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario è stata pianificata l'assunzione di 1.300 unità del Corpo di polizia penitenziaria nell'anno 2019 e di 577 unità dal 2020 al 2023, con uno stanziamento di maggiori risorse per 71 milioni e mezzo di euro, per il triennio 2019-2021. Inoltre, nella medesima direzione si iscrive l'immissione in ruolo di 976 allievi vice-ispettori che lo scorso mese di marzo hanno terminato il relativo corso di formazione. Quanto invece al ruolo dei sovrintendenti, sono tuttora in corso le procedure per il concorso interno a complessivi 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice-sovrintendente del ruolo maschile e femminile del Corpo. In aderenza alla normativa vigente, nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 5 marzo 2019 è stato pubblicato un bando di concorso per complessive 754 unita, i cui i vincitori saranno auspicabilmente assunti entro la fine del corrente anno.
Si tratta, all'evidenza, di una serie di correttivi che consentiranno di affrontare incisivamente il problema della scopertura degli organici di polizia penitenziaria, presso le strutture carcerarie del territorio, tra le quali saranno debitamente valutate anche le esigenze della casa circondariale di Modena che, tuttavia, giova ricordare, lo scorso mese di settembre, ha fruito di un incremento complessivo di 11 unità, in esito all'ultima procedura di mobilità ordinaria.
Per quanto attiene alla densità della popolazione carceraria, va detto che presso la casa sopracitata è presente un totale di 491 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare pari a 369 posti disponibili, registrando, quindi, una percentuale di affollamento pari al 134 per cento, tendenzialmente in linea con la media nazionale leggermente inferiore di circa il 128 per cento. Ciò nondimeno, l'attuale formazione governativa intende affrontare la questione in maniera incisiva ed efficace.
Con la legge di bilancio per il 2019 si prevede che le risorse non utilizzate per la copertura dei decreti legislativi di riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario possano essere destinate ad interventi urgenti di edilizia penitenziaria e manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili dell'amministrazione penitenziaria e minorile. Inoltre, sempre in virtù della richiamata legge di bilancio, per effetto della ripartizione delle risorse rivenienti dal Fondo per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui salto gli articoli, l'importo di 280 milioni di euro verrà destinato ad interventi connessi all'adeguamento e all'ammodernamento delle strutture penitenziarie. Gli effetti concreti dei benefici sono già tangibili nell'intensificazione dell'attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dei complessi già in uso, onde garantire migliori condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di vita per detenuti e anche operatori. Si stanno infatti riducendo, grazie ai più recenti aumenti delle risorse finanziarie, le situazioni di inagibilità edilizia per degrado dei fabbricati, fenomeno accelerato anche dall'uso antropico eccessivo di ambienti e impianti in caso di sovraffollamento.
Per quanto attiene alla Casa circondariale di Modena, oltre ai diversi interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria, risalenti agli anni addietro, tra cui la realizzazione delle docce nelle camere detentive del vecchio istituto, la realizzazione di un fabbricato per il ricovero dei mezzi agricoli e per la produzione del miele, la manutenzione straordinaria della copertura del vecchio fabbricato detentivo e di quella degli alloggi demaniali, la recente realizzazione di un nuovo padiglione detentivo da 150 posti, va detto che nel corso del 2018 sono stati finanziati interventi di adeguamento dell'impianto elettrico dei locali dell'impresa di mantenimento e dell'impianto termoidraulico presso la cucina detenuti e il magazzino.
Si è altresì proceduto alla diagnosi energetica e all'attestato di prestazione energetica, finalizzati alla programmazione ed esecuzione degli interventi di efficientamento energetico, finanziati dal MISE. Inoltre, è stato chiesto alla direzione dell'istituto di comunicare il fabbisogno economico per tutte le criticità segnalate.
Nel solco del complessivo rilancio dell'edilizia penitenziaria, a cui punta decisamente l'attuale formazione governativa, alcuni interventi sono già stati finanziati ed altri, tra cui i lavori di ripristino della funzionalità degli impianti di sicurezza del muro di cinta e i lavori di efficientamento energetico, lo saranno nei prossimi esercizi in base alla programmazione, alle priorità e, naturalmente, alle risorse disponibili.
Per quanto attiene al comandante di reparto, detto che Mauro Pellegrino è rientrato a prestare servizio nella sede in questione il 29 agosto 2018, al termine di un periodo di assegnazione provvisoria presso gli istituti penali di Reggio Emilia, dopo che questa sede è stata assegnata in via definitiva ad altro comandante, occorre rimarcare che secondo le indicazioni della direzione dell'istituto le rimostranze sindacali sono state superate ed è stato ripristinato un sereno clima lavorativo, nel cui contesto viene evidenziata la proficuità dell'impegno costantemente assicurato dal Pellegrino.
Per quanto attiene ai corsi di lingua araba, va detto che effettivamente presso tale istituto, dal marzo al novembre 2017, è stato organizzato un corso pilota per dieci unità di polizia penitenziaria che, tuttavia, per la natura e le caratteristiche delle molteplici e differenti lingue e dialetti delle popolazioni islamiche, non ha sortito gli effetti sperati, non apparendo rispondente agli obiettivi di intercettazione di eventuali forme di radicalizzazione.
Piuttosto, occorre evidenziare il ruolo primario che, ai fini della prevenzione della radicalizzazione, riveste l'attività di analisi svolta dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, anche alla luce delle linee guida sull'attività di osservazione del fenomeno della radicalizzazione violenta.
In ogni caso, sotto questo aspetto, è particolarmente curata anche la formazione degli operatori penitenziari, realizzata negli anni attraverso l'organizzazione di corsi a cui hanno avuto accesso migliaia di unità. Si tratta di un programma che rientra nell'ambito di un progetto di formazione permanente che viene ciclicamente ripetuto proprio per favorire la più ampia partecipazione possibile.
Va da ultimo rimarcato - e concludo - che il tema della radicalizzazione verso ideologie estremistiche e/o di matrice islamica è costantemente inserito nei corsi per l'immissione nei ruoli ed in quelli per l'avanzamento, e che l'amministrazione ha altresì promosso e sta realizzando progetti finanziati con fondi dell'Unione europea finalizzati a perfezionare strumenti e alla formazione del personale.
PRESIDENTE. La deputata Stefania Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, ringrazio il Governo per la risposta che ci ha voluto fornire.
Mi dichiaro soddisfatta per quanto ci è stato riferito oggi in quest'Aula. La casa circondariale di Modena è un centro detentivo di particolare importanza, e la carenza di personale è un problema che deve essere affrontato nel più breve tempo possibile e con mezzi e risorse adeguate.
Le carenze strutturali sono anch'esse meritevoli di particolare attenzione, per questo siamo felici degli impegni presi e delle notizie che ci sono state oggi riportate in merito agli interventi sulla struttura fisica.
Anche le questioni relative alla struttura di vertice hanno trovato giusto spazio nelle parole del Governo: trasparenza e chiarezza devono essere le parole chiave dell'azione di ogni amministrazione, per cui siamo felici delle necessarie chiarificazioni che ci sono state fornite.
Il personale attivo nella struttura penitenziaria di Modena e gli stessi detenuti non potranno che essere contenti nell'aver ricevuto queste risposte, che attendevano da molti mesi se non anni.
Per l'ultima questione, quella sulla formazione specifica della lingua araba, evidenzio in questa sede il rischio, rilanciato da esperti e dagli stessi addetti ai lavori, che le strutture detentive italiane possano trasformarsi in luoghi in cui l'estremismo islamico può trovare terreno fertile per espandersi e reclutare futuri jihadisti.
La formazione sulla lingua araba è un potente strumento in mano ai nostri agenti di Polizia penitenziaria per contrastare, individuare e intervenire su questi casi prima che sia troppo tardi.
È importante rilevare l'investimento del Dicastero e di questo Governo di maggiori risorse per raggiungere standard più elevati di sicurezza all'interno delle carceri, anche a tutela di coloro che quotidianamente ci lavorano. Questo significa potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e investire nella prevenzione e nel contrasto della diffusione dell'ideologia terroristica in carcere, dal momento che, come molti studi rilevano, è proprio qui che i detenuti radicalizzati fanno proselitismo.
La mia personale attenzione sulla struttura circondariale di Modena continuerà ad essere elevata. Monitoreremo gli sviluppi, convinti che oggi sia stato fatto un passo avanti nella giusta direzione.
(Iniziative di competenza per il potenziamento degli organici presso la corte d'appello di Venezia – nn. 3-00552 e 3-00739)
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Pellicani n. 3-00552 e Businarolo n. 3-00739, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A). Il sottosegretario di Stato, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere.
MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, intanto merita di essere segnalato l'impegno profuso dall'amministrazione per compensare il progressivo depauperamento del personale che si è determinato a seguito dell'interruzione dei concorsi per quasi un ventennio.
Le linee d'azione intraprese sul punto dalla direzione generale del personale e della formazione del Ministero della giustizia sono state indirizzate a migliorare la funzionalità degli uffici giudiziari mediante il ricorso, in forza delle normative intervenute, a tutte le soluzioni disponibili per incrementare le risorse umane.
Va ricordato che la corte d'appello di Venezia si è giovata di nuove assunzioni attuate sia con le procedure di mobilità obbligatoria e volontaria che si sono succedute negli ultimi anni sia mediante concorso pubblico.
Non va taciuto che, a seguito del decreto ministeriale del 14 febbraio 2018, la dotazione organica delle cancellerie e segreterie giudiziarie degli uffici del distretto di Venezia è stata incrementata di 110 posti di assistente giudiziario, che è dunque passata da 342 unita a 452.
Pur tuttavia, essendo convinzione del Ministero della giustizia che necessiti di assicurare a tutti gli uffici giudiziari risorse di personale adeguate a fronteggiare gli onerosi carichi di lavoro anche sotto il profilo della suddivisione delle qualifiche rivestite, l'occasione è grata per comunicare che con la legge 30 dicembre 2018, n. 145, il Ministero della giustizia è stato autorizzato, in aggiunta alle capacità di assunzione previste a legislazione vigente, ad assumere con contratto a tempo indeterminato personale amministrativo non dirigenziale, nell'arco del triennio 2019-2021, per un contingente di circa 3 mila unità. Nell'ambito di tali misure saranno tenute in debita considerazione le esigenze degli uffici del distretto della corte d'appello di Venezia.
Inoltre, con specifico riguardo al personale di magistratura, va sottolineato che l'aumento della dotazione organica della magistratura si pone come momento essenziale nel perseguimento dell'obiettivo politico-istituzionale del Ministero per rendere più efficiente ed efficace il servizio di giustizia. La convinzione che tale obiettivo non possa trovare compiuta azione senza adeguate risorse umane comporta, come conseguenza, la necessità di dotare l'ordine giudiziario di ulteriori consistenti professionalità, che, distribuite tra merito e legittimità, garantiscano un'azione più efficace e confacente alle esigenze di sviluppo del Paese.
Va dunque rappresentato che l'articolo 1, comma 379 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per l'anno 2019), ha previsto l'aumento del ruolo organico del personale della magistratura ordinaria di 600 unità, disponendo che la Tabella B allegata, da ultimo modificata dall'articolo 6 del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168, convertito con modificazioni, è sostituita dalla Tabella 2 allegata alla citata legge.
Il medesimo articolo ha stabilito inoltre che, con uno o più decreti del Ministero della giustizia, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge sentito il Consiglio superiore della magistratura, sono rideterminate le piante organiche degli uffici giudiziari.
Orbene, trasmesso nel mese di febbraio lo schema di decreto ministeriale per la rideterminazione della pianta organica degli uffici di legittimità al Consiglio superiore della magistratura per il dovuto parere, è stato istituito il 27 febbraio 2019 un tavolo tecnico per la rideterminazione delle piante organiche degli uffici di merito, il cui lavoro sta procedendo speditamente.
Pertanto, vi è l'impegno, nell'ambito della già avviata procedura di revisione delle piante organiche dei magistrati, a dare il giusto riconoscimento alle esigenze rappresentate da tutti gli uffici giudiziari, non ultimi quelli del distretto giudiziario di Venezia.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellicani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, l'emergenza del personale degli uffici giudiziari di Venezia non sono io che la scopro: bastava assistere all'inaugurazione dell'anno giudiziario per rendersi conto della difficoltà e del grido d'allarme che è arrivato proprio in quella sede e quanto mai sia urgente - tanto più in un periodo in cui gli uffici giudiziari di Venezia sono impegnati, in particolare, nelle inchieste relative alla DDA, che hanno portato in pochi mesi all'arresto, in Veneto, di oltre cento persone per reati connessi alla criminalità organizzata - provvedere con un adeguato numero di personale da affiancare a quelli che già operano nel tribunale.
È emerso con chiarezza, proprio nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della corte d'appello, come vi sia un grosso problema relativo alla carenza di personale negli uffici giudiziari, come dicevo, in particolare per quanto riguarda magistrati e amministrativi: una vera e propria emergenza di personale che ho potuto constatare anche nel corso dei vari incontri che io e altri parlamentari del mio gruppo abbiamo avuto in questo periodo.
Dai dati risulta come al momento vi sia un assistente ogni due magistrati e le figure amministrative siano 70 su una pianta organica di 120, tra l'altro molti lavoratori precari, addirittura tirocinanti. Mancano tre funzionari su sette e due cancellieri sui quattro previsti, con la conseguenza che vi sono arretrati da smaltire per circa 4 mila procedimenti in attesa di giudizio. Credo che in questo quadro ci sia la necessità di intervenire in modo tempestivo. Ho ascoltato la sua relazione, però credo che sia insufficiente, nel senso che sarà tenuta in debita considerazione anche Venezia. Beh, lo credo bene, in questo contesto, che sia tenuta in dovuta considerazione, ma mi aspettavo che il Governo ci desse delle buone notizie in questa sede, ovvero che potesse trasferire o assumere nuovo personale in grado di supportare gli uffici in questo momento; ripeto, in un momento particolarmente impegnativo soprattutto alla luce delle inchieste della DDA che hanno portato, come dicevo prima, a oltre 100 arresti e hanno accertato la presenza radicata di organizzazioni criminali nel Veneto, a partire dalla 'ndrangheta, dalla camorra, affiliati dei clan dei Casalesi. E, per la prima volta, nel Veneto è stato sciolto un comune per ragioni di mafia, con un sindaco che è tuttora in carcere. Allora, credo che in questo quadro il Governo debba intervenire e sia suo dovere intervenire in modo tempestivo per dar manforte e supportare concretamente questi magistrati, perché poi non si può andare in giro a esprimere una generica solidarietà alla magistratura per le sue attività, di riconoscimento per i risultati che ottengono, senza poi supportarli concretamente in modo adeguato, come in questo caso sarebbe necessario, in quanto, ripeto e concludo, mi faccio portavoce del grido d'allarme che tutti coloro che erano presenti hanno potuto sentire all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2019.
PRESIDENTE. L'onorevole Businarolo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
FRANCESCA BUSINAROLO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Dell'Orco per la risposta, della quale mi ritengo soddisfatta. Sono felice di sentire che uno dei prossimi interventi del Ministero della giustizia sia proprio a sostegno del settore giudiziario; ne ero consapevole, ma le parole del sottosegretario me lo hanno confermato. È evidente che da troppi anni il settore giustizia soffre di una cronica carenza di organico e di risorse economiche e finanziarie. Organico che poi ha ricadute negative, ovviamente, in tutti gli ambiti, da chi è il primo utente, e quindi il cittadino e l'avvocato, e poi, a seguire, quelle che sono le prescrizioni nelle quali cadono molti processi. Infatti, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, i dati erano terribili: nel 50 per cento dei processi penali in Corte d'appello scade la prescrizione in Veneto, a Venezia. Quindi, la situazione generale è già difficile; in particolare, gli uffici giudiziari del Veneto continuano a soffrire di una carenza di organico che è grave. So delle recenti assunzioni degli assistenti giudiziari, ma ci sono ancora molte gravi insufficienze relative a diverse figure professionali. Do solo un dato, quello della CGIL del Veneto, che rileva una realtà preoccupante che investe gli uffici giudiziari veneti e in cui la mancanza di personale è stimata dal 25 al 28 per cento. Per quanto concerne in particolare la Corte d'appello di Venezia e la sua procura generale la situazione - è stato evidenziato - è molto difficile e si attesta tra le ultime posizioni in classifica in Italia per la dotazione di magistrati. Bene quindi che vengano riviste le piante giudiziarie, perché probabilmente sono attempate, non adeguate al tessuto imprenditoriale, al tessuto turistico, al tessuto vivo che c'è in Veneto e produce molte volte controversie alle quali i giudici devono dare una risposta, ovviamente, perché i cittadini la aspettano. Auspico, quindi, che l'intervento del Ministero della giustizia possa riequilibrare una situazione insostenibile, è evidente, e in risposta, appunto, alla richiesta di giustizia che arriva dai cittadini, dagli avvocati, da chi lavora nel settore, al fine di garantire un'adeguata erogazione di servizi in tempi celeri.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Dieni, Gallo, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 15,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,35.
Inversione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. La seduta è aperta. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Cosimo Adelizzi. Ne ha facoltà.
Colleghi, il Governo è in arrivo, si è materializzato.
Deputato Adelizzi, a lei la parola.
COSIMO ADELIZZI (M5S). La ringrazio, Presidente. Essendo necessaria una convocazione della Commissione Bilancio per l'espressione dei pareri sul decreto-legge “Sanità Calabria” e sugli emendamenti, così come presentati in Aula, ed essendo poi altresì necessaria successivamente una riunione del Comitato dei nove, al fine di ottimizzare i lavori dell'Aula e consentire a tutti i colleghi di procedere con le votazioni, chiedo, a nome della maggioranza, di invertire l'ordine del giorno, spostando il primo punto e facendolo diventare quindi l'ultimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano.
EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei chiedere, se lei fosse così cortese da dirmelo, che cosa vuol dire esattamente “a nome della maggioranza”. A parte il fatto che questa espressione cade in ore un po' particolari, ma il collega Adelizzi può chiedere, se vuole, il rinvio di un provvedimento a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle: “a nome della maggioranza”, a norma di Regolamento, non esiste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Interpretando le parole del deputato Adelizzi, penso che parli, non solo a nome del MoVimento 5 Stelle, ma si sarà consultato - suppongo - con gli altri partiti della maggioranza.
Chiedo cortesemente ai colleghi deputati di fare silenzio e di prendere la propria posizione nei banchi.
Sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di collocare il punto n. 2, recante il seguito della discussione del decreto-legge recante misure emergenziali per il Servizio sanitario della regione Calabria dopo gli altri punti previsti all'ordine del giorno potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.
Ha chiesto di parlare contro la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.
ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo contro non tanto perché non ci è caro questo provvedimento; tutt'altro, perché, sotto il nome di “decreto Calabria”, oltre al decreto Calabria, questo provvedimento è particolarmente importante e rilevante per risolvere molte delle problematiche che in questo momento il Servizio sanitario nazionale ha, quindi diciamo che ha ampliato molto lo spazio e la direzione di marcia che questo provvedimento, questo decreto originariamente aveva. Il punto politico è che noi non abbiamo capito dove stanno i problemi, cioè i problemi sono relativi alle coperture di bilancio? I problemi sono nel fatto che non c'è accordo con la maggioranza per alcuni emendamenti che sono stati presentati? Io penso che sarebbe doveroso che quest'Aula almeno sapesse quali sono le ragioni, che non riguardano di certo solo il poter avere la relazione tecnica della Commissione Bilancio. Quindi, il punto politico direi che è molto più rilevante dalla dimensione tecnica entro la quale in questo momento ci stiamo nascondendo, e mi sembra sia doveroso e giusto palesarlo all'interno di quest'Aula, perché altrimenti è una richiesta di inversione - non sappiamo quando la faremo - praticamente al buio.
PRESIDENTE. C'è qualcuno che intende parlare a favore? No.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di collocare il punto numero 2, recante il seguito della discussione del decreto-legge recante misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria dopo gli altri punti previsti all'ordine del giorno.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 85 voti di differenza.
Rinvio in Commissione della proposta di legge: Baldelli ed altri: Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone (A.C. 680) (ore 15,43).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 680: Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito dell'esame è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
Ricordo che nella seduta del 15 novembre 2018 si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
DIEGO DE LORENZIS (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Un po' di silenzio, per favore, colleghi… Marin… Prego.
DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in qualità di vicepresidente, in sostituzione del Presidente Morelli, oggi non presente in Aula, perché questo provvedimento in discussione generale è stato affrontato dai vari gruppi e, nel merito, il sottosegretario Dell'Orco, pur ribadendo la centralità del Parlamento, ha anche espresso la condivisione riguardo l'esigenza di chiarezza in merito all'accertamento delle violazioni del codice stradale che questa norma intende regolamentare con più trasparenza.
Ricordo ancora all'Aula, Presidente, che la Commissione trasporti, qualche settimana fa, ha votato all'unanimità, proprio in tema di trasparenza…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato De Lorenzis, un attimo soltanto…Aspettiamo che i colleghi prendano posizione e smettano di parlare. Cortesemente, colleghi…Deputato Rizzo, possiamo interrompere il vostro dialogo oppure, potete sempre accomodarvi fuori dall'Aula per farlo in piena libertà. A lei la parola, deputato De Lorenzis.
DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo, la IX Commissione, Trasporti, poste e telecomunicazioni, ha approvato qualche settimana fa, all'unanimità, una risoluzione proprio a prima firma del collega Baldelli riguardo la trasparenza delle multe in merito alle sanzioni al codice della strada. In Ufficio di Presidenza vi è stata anche una proposta dei colleghi della maggioranza, che hanno convenuto di affrontare il tema, che pone il tema innegabile di chiarezza riguardo alla verifica delle sanzioni e delle violazioni del codice della strada, abbinandolo o quantomeno facendo una riflessione più ampia, atteso che la stessa Commissione sta affrontando una riforma puntuale del codice della strada.
Chiedo, quindi, la possibilità di rinviare il provvedimento in Commissione, affinché i gruppi possano trovare un punto di equilibrio e un punto di caduta, che tenga in considerazione le diverse esigenze espresse sia in Ufficio di Presidenza, sia in Aula durante la discussione generale del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, sulla proposta di rinvio in Commissione darò la parola ad un oratore contro e uno a favore per non più di cinque minuti.
Ha chiesto di parlare il deputato Gariglio…
SIMONE BALDELLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Se il relatore vuole aggiungere qualcosa prima della proposta, volentieri gli diamo la parola. Ne ha facoltà. Prego, deputato Baldelli.
SIMONE BALDELLI, Relatore. La ringrazio, Presidente. Credo che, come sempre accade quando vi sono proposte procedurali, sia buona creanza ascoltare anche il parere del relatore. Io, Presidente, sono nella posizione curiosa di essere sia relatore, che primo firmatario di questa proposta.
Come relatore, non posso non evidenziare, Presidente, il fatto che questa proposta sia stata votata all'unanimità dei gruppi parlamentari nella scorsa legislatura, nell'ambito della proposta di legge che portava la firma dell'allora presidente della Commissione Trasporti, Michele Meta…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Baldelli, vediamo un po' se riusciamo a garantirle il silenzio necessario per sviluppare il suo intervento… deputata Morani, le chiedo scusa… qui alla mia sinistra, Fragomeli… alla mia destra, De Carlo… alla mia sinistra, Lotti… Capisco che c'è un po' di euforia post-elettorale, però davvero non si riesce a parlare.
Deputato Baldelli, prego, riprenda la parola.
SIMONE BALDELLI, Relatore. La ringrazio, Presidente. Dicevo che questa proposta di legge, cioè gli articoli contenuti in questa proposta di legge sono stati approvati all'unanimità nella scorsa legislatura nella proposta di legge a prima firma dell'allora presidente della Commissione Trasporti, Michele Meta. Mi permetto di sottolineare, Presidente, che questa proposta è stata approvata in sede consultiva all'unanimità da tutte le Commissioni parlamentari e mi permetto, Presidente, di sottolineare che, a questa proposta di legge, in questo momento, non c'è neanche un emendamento presente in Aula. Questa proposta, Presidente, è arrivata all'attenzione di questa Assemblea nella discussione generale nel mese di novembre ed è stata tenuta in calendario per due mesi.
Allora, io credo che vi sia una questione, non tanto di natura procedurale, quanto di natura politica, ossia non c'è in questo momento la volontà, da parte della maggioranza, di portare avanti questa proposta di legge, che potrebbe semplicemente essere approvata in dieci minuti in quest'Aula con un voto sull'articolo 1 e un voto sull'articolo 2 e con il voto finale.
Prendo atto delle considerazioni svolte dal vicepresidente De Lorenzis che, a nome della maggioranza, sostanzialmente chiede un rinvio in Commissione ed, essendo io il relatore di maggioranza, non posso che prendere atto di tutto questo, Presidente, perché non è facoltà del relatore opporsi alla maggioranza, che ha il dovere di rappresentare nel Comitato dei nove. Credo però che vi sia una questione, Presidente Rampelli, se non è troppo disturbo seguire un ragionamento, relativa, da un lato, a provvedimenti che riguardano la quota delle opposizioni, che vengono rinviati e su cui vi sono precedenti illustri anche dei colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega, nella scorsa legislatura, ossia quando erano essi stessi all'opposizione, di questioni poste per il rispetto delle quote e dei tempi dell'esame dei provvedimenti delle opposizioni. L'altro elemento, Presidente, è una questione di serietà che attiene ai rapporti che dovrebbero contraddistinguere le relazioni tra i vari gruppi parlamentari: serietà, rispetto ed educazione in primis. Mi permetto di sottolineare l'assordante silenzio del Ministro dei trasporti, Toninelli, che, sul tema, non si è degnato di esprimere mezza parola, pur essendo una proposta di legge all'ordine del giorno dell'Assemblea di Montecitorio.
Il Governo ha qui, seduto, un suo esponente che però non ha partecipato alla discussione generale e mi permetto anche di sottolineare che, nel corso della discussione generale, il presidente della Commissione trasporti, onorevole Morelli, autorevole esponente della Lega, si è espresso convintamente a favore della proposta. Quindi, Presidente, da relatore prendo atto della proposta della maggioranza, che rispetto. Formulo però l'augurio che la richiesta di rinvio, alla quale mi auguro che il gruppo di Forza Italia si opponga, perché si tratta di una proposta in quota di un gruppo dell'opposizione che, per un'esigenza tutta interna alla maggioranza, viene rinviata in Commissione, porti a qualcosa di costruttivo perché ho il vago sospetto, Presidente, che non sia lontano dalla realtà il rischio che il rinvio della proposta sia esclusivamente per farla finire in un cassetto e dimenticarla lì.
Dunque, da questo punto di vista, con grande rispetto anche nei confronti delle parole dell'onorevole De Lorenzis ma anche di quel dibattito informale…
PRESIDENTE. Concluda per favore.
SIMONE BALDELLI, Relatore. …che abbiamo instaurato con i colleghi Scagliusi e Maccanti e con i colleghi degli altri gruppi di opposizione che hanno inteso invece sostenere con il proprio voto - non tutti: il PD no, ma altri sì - la proposta, io mi auguro che il rinvio in Commissione…
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONE BALDELLI, Relatore. Ho capito, Presidente, sto concludendo. Mi auguro che in Commissione non avvenga per ficcare questa proposta di legge in un cassetto, ma sia per cercare finalmente, almeno una volta, di approvare un provvedimento che va dalla parte dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei chiedere al vicepresidente se può dettagliare meglio le motivazioni in specie per le quali richiede il rinvio perché ci sono sembrate piuttosto generiche e, siccome alla luce delle dichiarazioni del relatore, non di un deputato qualsiasi, e primo firmatario tali motivazioni sono ulteriormente generiche, ci sembrerebbe doveroso che tali motivazioni vengano esplicitate in maniera tale che l'Aula possa poi esprimersi non su una questione di carattere generale ma con dovizia di particolari perché il relatore ci ha appena detto che teme che questo voto significhi la pietra tombale del provvedimento e quindi bisogna che tali motivazioni siano esplicitate da parte del vicepresidente della Commissione.
PRESIDENTE. Il vicepresidente De Lorenzis ha già parlato prima e ha argomentato. Quindi ritengo che, se non vuole prendere di nuovo la parola per eventualmente aggiungere qualcosa, nulla possiamo fare, se non appunto chiedere ai colleghi deputati se vogliono prendere la parola.
Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente perché crediamo che la proposta sia a favore dei cittadini e che quindi non ci sia un senso per rinviarla e che debba essere votata hic et nunc. Sinceramente ci sorprende il rinvio in Commissione che temiamo sia solamente un modo, come diceva il relatore Baldelli, di mettere la proposta in un cassetto piuttosto che un atto prodromico all'approvazione.
Ho ripreso uno stenografico di Alessandro Morelli che, oltre a essere nostro stimato presidente in Commissione, è anche autorevole esponente di una parte della maggioranza e che, a novembre, diceva esplicitamente: “Bisogna chiarire qual è il ruolo degli ausiliari; bisogna chiarire soprattutto qual è la situazione nella quale si trovano i nostri concittadini di fronte a un sopruso che molto spesso viene praticato dai sindaci (…) Riteniamo che uccidere letteralmente la burocrazia, uccidere quella che è un'interpretazione sbagliata, molto spesso utilizzata, però, da parte di molti sindaci, debba essere una regola aurea verso la quale il cittadino ha chiarezza nei confronti dei rapporti con il comune e poi, chiaramente, rispetto a tutti gli enti preposti”. Insomma, il presidente della Commissione trasporti e autorevole esponente della Lega concludeva dicendo che: “Quindi, i sindaci” - noi ovviamente lo appoggiamo pienamente - “mettono ancora una volta le mani nel portafoglio dei nostri concittadini, cosa gravissima, ma noi invece (…) faremo in modo che questa pratica (…) venga interrotta nel più breve tempo possibile modificando queste norme (…)”. Il più breve tempo possibile è ora, adesso e qui. Quindi, noi ci opponiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, vorrei consegnare al suo intelligente giudizio il fatto che stiamo trattando di una proposta di legge di iniziativa della minoranza e dunque che fa parte di un computo percentuale di ciò che spetta, nell'ordine dei lavori, alle minoranze. So che lei è sensibile rispetto all'argomento. Dunque, a prescindere dal parere del Partito Democratico sul merito, che sarebbe ad oggi contrario, vorrei segnalarle come precedente che se il metodo della maggioranza, che è contrario a quello del relatore primo firmatario, è di rinviare sine die senza che siano state addotte motivazioni qui riproducibili, cioè non è stato detto nulla – ulteriori approfondimenti, dopo mesi che gli approfondimenti ci sono già stati –; se il metodo che viene utilizzato dalla maggioranza è quello di affossare in Commissione per approfondimenti sine die le proposte di legge delle minoranze, le segnalo che si sta compiendo un sopruso nei confronti delle minoranze e glielo dice chi voterebbe contro nel merito alla proposta Baldelli. Però, vorrei che lei sottolineasse questo, aspetto perché è pericoloso. La maggioranza può, in qualsiasi momento, rispetto alle leggi di iniziativa della minoranza, addurre fumose, non chiare, non esplicitate ragioni di suppletivi, ulteriori approfondimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) su proposte di legge di iniziativa delle minoranze, chiudendo la bocca alle minoranze. La prego di intervenire su questo.
PRESIDENTE. Deputato Fiano, io l'ho ascoltata anche perché le sue considerazioni sono sempre pertinenti ma, ahimè, abbiamo, nella scorsa legislatura, dovuto registrare diversi precedenti, analoghi, quindi con proposte portate in Aula a carico delle opposizioni che poi sono state rinviate in Commissione. Quindi, non costituisce un precedente questo elemento, ma semmai la reiterazione di un precedente che è già stato analizzato nella scorsa legislatura dagli organismi competenti. Quindi, resta, in questo caso, soltanto di chiedere se qualcuno voglia intervenire a favore della proposta. Prendo atto che nessuno interviene a favore.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, il rinvio in Commissione della proposta di legge in esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 69 voti di differenza.
Seguito della discussione della mozione Baldelli ed altri n. 1-00013 concernente iniziative volte a potenziare il sistema dei pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni (ore 16,02).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Baldelli ed altri n. 1-00013 (Nuova formulazione) concernente iniziative volte a potenziare il sistema dei pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni (Vedi l'allegato A).
Ricordo che nella seduta di lunedì 27 maggio 2019 si è svolta la discussione sulle linee generali.
Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Molinari e D'Uva n. 1-00189. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).
SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Questo del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti di imprese e lavoratori è un tema molto sentito, che vale uno stock di 57 miliardi e che è, diciamo, una sensibilità di tutte le forze politiche affrontare con una certa efficacia e in tempi ragionevolmente stretti. Nel corso della discussione sulle linee generali io ho detto che, essendo mia la mozione madre, sarei stato disponibile ad ampliare la mozione e a condividerla con tutte le forze politiche e alcune forze già nel corso della discussione sulle linee generali si sono espresse a favore di questa prospettiva, altre hanno manifestato un intento che va in questo senso nel corso di colloqui informali intercorsi in queste ultime ore.
Per questo, Presidente, io chiederei una sospensione di mezz'ora-quaranta minuti per permettere di verificare la possibilità di svolgere su questo tema una mozione unitaria, anche ovviamente con il parere favorevole, a quel punto, del Governo. Però, se è possibile, a questo punto, chiedo che lei sottoponga all'Assemblea la possibilità di sospendere i nostri lavori per mezz'ora-quaranta minuti, in modo da poter lavorare alla redazione e al perfezionamento di una mozione unitaria e poi sottoporla ovviamente al parere del Governo, alle dichiarazioni di voto e al voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni su questa proposta di sospensione, io procederei con la sospensione stessa.
Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Non si può non rilevare la singolarità del fatto che questa seduta è iniziata con un punto all'ordine del giorno, relativo alla conversione di un decreto del Governo, che è stato sospeso per richiesta della maggioranza. Siamo poi passati all'esame di un successivo provvedimento di minoranza, che è stato rinviato in Commissione su proposta della maggioranza. Ora ci troviamo nella circostanza di dover interrompere i nostri lavori perché evidentemente non era ancora matura la condizione per la quale giungere a una definizione di un percorso all'interno di quest'Aula. Dunque, è di tutta evidenza che c'è qualcosa che non sta funzionando nella maggioranza e non so se siano gli effetti da stordimento del post voto o il fatto che non si siano ancora parlati tra di loro, ma noi avremmo ritenuto, nel momento in cui sono venuti qui e ci hanno chiesto di rinviare ben due provvedimenti, che su questo punto specifico ci fosse stata la possibilità di poter entrare nei lavori dal punto di vista della definizione, tenuto conto del fatto che ieri è stata svolta la discussione sulle linee generali.
Noi naturalmente non siamo contrari sulla proposta che ha fatto il collega Baldelli e ci mancherebbe altro. Se servono venti minuti di approfondimento prendiamoli, ma non possiamo non far rilevare la singolarità del fatto che al terzo punto non abbiamo ancora concluso nulla e non certo per responsabilità delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Quindi, tecnicamente era un intervento sull'ordine dei lavori e non è né a favore né contro sulla proposta del deputato Baldelli.
CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Presidente Borghi, ci aiuta a dirimere la matassa o vuole fare un intervento a favore o contro? Ce lo spieghi. Prego, a lei la parola.
CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Spero di poter aiutare a dirimere la matassa, onorevole Presidente. Faccio notare al mio omonimo collega, per suo tramite, che la mozione di maggioranza era pronta. È stata una richiesta proprio da parte delle opposizioni, vale a dire dalla parte dell'onorevole Baldelli, di valutare la possibilità di aggregarsi in una mozione unitaria. Quindi, se si acconsente per vedere questo tentativo - e ovviamente non posso dirlo solo io, anche se per me non c'è problema, ma devono essere d'accordo anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle - lo valutiamo, altrimenti la mozione di maggioranza c'è e si può votare anche adesso.
PRESIDENTE. Quindi, riavvolgendo il nastro a dieci minuti fa, praticamente se non vi sono obiezioni sospendo la seduta per quindici minuti. Vanno bene quindici minuti?
SIMONE BALDELLI (FI). Almeno mezz'ora, Presidente...
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per 30 minuti. La seduta riprenderà alle ore 16,40.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,55.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Avverto che è stata presentata una ulteriore nuova formulazione della mozione Baldelli ed altri n. 1-00013, che è stata sottoscritta anche dai deputati Faro, Claudio Borghi, Fregolent, Rizzetto e Fassina, che ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto e il sesto firmatario. Contestualmente, la mozione Molinari e D'Uva n. 1-00189 è stata ritirata dai presentatori.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Semplicemente, Presidente, per esprimere soddisfazione per il lavoro svolto, grazie a tutti i colleghi e anche ai rappresentanti del Governo che hanno aiutato questo tentativo di composizione. Per cui è con soddisfazione che annuncio che abbiamo presentato una mozione unitaria, sottoscritta da tutti i gruppi; c'è anche la volontà del presidente Lupi di sottoscriverla, a nome del gruppo Misto. Per cui, a questo punto credo che stiamo scrivendo una bella pagina di attività parlamentare (Applausi).
PRESIDENTE. La mozione è sottoscritta anche dal deputato Lupi, che ne diventa quindi il settimo firmatario.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione all'ordine del giorno.
ALESSANDRA PESCE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Il Governo esprime parere favorevole alla formulazione unitaria che è stata presentata (Applausi).
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, innanzitutto voglio ringraziare anch'io il collega Baldelli per aver avviato la proposta di intervento su una questione che sappiamo annosa, molto complicata da gestire sul piano della finanza pubblica, ma estremamente rilevante per i diretti interessati, in particolare per la platea delle piccole-medie imprese e del lavoro autonomo. Come sapete, i debiti della pubblica amministrazione verso il settore privato sono molto rilevanti: lo stock è arrivato di nuovo a circa 57 miliardi; e, come potete capire, è un problema molto serio in ogni caso; diventa drammatico in un quadro in cui l'economia ristagna ed è difficile per le imprese, soprattutto quelle meno strutturate, ricorrere ad altre fonti di finanziamento, in particolare il credito bancario.
Liberi e Uguali ha scelto di non presentare una propria mozione, perché quando abbiamo letto la mozione del collega Baldelli l'abbiamo ritenuta una mozione non solo condivisibile, ma completa nei suoi impegni rivolti al Governo. Come sapete. su questo problema l'Italia è in una situazione critica nei confronti della disciplina europea: ci sono procedure in corso, ci sono interventi in atto per recuperare norme contraddittorie che sono state introdotte nella legislazione precedente, in particolare per quanto riguarda un allungamento di 30 giorni dei pagamenti della pubblica amministrazione rivolti alle imprese. Non c'è bisogno di sottolineare, in questa sede, quanta rilevanza abbia una cifra così importante: appunto, parliamo di decine e decine di miliardi, nel 2018 le somme dovute e non erogate alle imprese sono state di circa 28 miliardi; quindi, stiamo parlando di punti percentuali di PIL, che possono fare la differenza per centinaia e centinaia di imprese, per decine di migliaia di lavoratori, e poi, alla fine. anche per il gettito che ne viene alla finanza pubblica. Gli impegni sono molto chiari, e ovviamente sono impegni complessi, che non si possono raggiungere da un giorno all'altro; e tuttavia vanno attuati, auspicabilmente anche attraverso emendamenti ad uno dei decreti-legge che qui alla Camera o al Senato discutiamo in questi giorni.
Il primo impegno riguarda il meccanismo di compensazione tra crediti commerciali e debiti tributari: è un meccanismo che introducemmo per la prima volta nel 2013, è un meccanismo che è stato esteso, è un meccanismo che è stato più volte prorogato, è un meccanismo che deve entrare a regime e diventare fisiologico, in un rapporto che viaggia sempre più attraverso l'informatica, tra imprese e pubblica amministrazione.
Il secondo impegno riguarda appunto una velocizzazione, che consenta di rispondere alle riserve, alle critiche che sono state avanzate dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia, e che vedono appunto una procedura aperta presso la Corte di giustizia europea, che andrebbe chiusa al più presto.
Il terzo impegno, significativo, riguarda specificamente il DURC, la cui mancanza è un oggetto, come sapete, molto sensibile, e che tuttavia può essere, nei suoi obiettivi fondamentali, soddisfatto senza ledere i diritti dei lavoratori e i principi di legalità, anche qui attraverso un utilizzo sistematico del meccanismo della compensazione.
Poi, il penultimo impegno prevede l'accelerazione, da parte di tutte le pubbliche amministrazioni per l'utilizzo del Siope +, e cioè quell'infrastruttura digitale che consente un monitoraggio in tempo reale tra debiti, tra quanto dovuto, in termini tributari, dalle imprese, dal lavoro autonomo alla pubblica amministrazione, e i crediti della medesima rispetto ai fornitori.
Infine, abbiamo anche condiviso l'impegno che è stato proposto dalla risoluzione della maggioranza, che è stato incluso nella mozione unitaria che abbiamo elaborato, e che prevede la possibilità - ovviamente da verificare con il Ministero dell'Economia e delle finanze, con la Ragioneria generale dello Stato - di utilizzare i titoli di Stato di piccolo taglio per i pagamenti della pubblica amministrazione.
Insomma, oggi possiamo votare insieme un atto molto significativo: significativo perché è un atto unitario, e significativo perché affronta un problema che è davvero urgente, estremamente rilevante per migliaia di imprese, decine di migliaia di lavoratori.
Quindi, ringrazio tutti i colleghi, ringrazio il Governo per la disponibilità, i colleghi della maggioranza, e ovviamente il collega Baldelli per aver portato in Aula un testo utile, un testo condivisibile, un testo sul quale esprimeremo convinti il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, vede, sì, siamo d'accordo con la proposizione di questa mozione parlamentare, che di fatto va incontro alle esigenze che per molti anni i nostri concittadini hanno posto nei confronti della politica, e nello specifico le nostre imprese, i nostri imprenditori, coloro che di fatto lavorano in pancia e per la pubblica amministrazione.
Perché tra l'altro, vede, questo tipo di operazione, ovvero il pagamento dei debiti da una parte, e, quindi, dei crediti dall'altra, rispetto a quanto, di fatto, molti nostri imprenditori attendono da parte del soggetto che dovrebbe essere tra i più qualificati a pagare nei tempi corretti, ovvero, lo Stato, e siamo anche, voglio dire, sotto alcuni termini di fiducia reciproca nei confronti dei fornitori di servizi e non soltanto di servizi stessi, ecco, vede, questa iniezione di, chiamiamola, liquidità, al netto di quanto prima discusso rispetto ad obbligazioni - e dopo mi soffermerò soltanto pochi secondi su questo tema - avrà un effetto diretto, tra l'altro, sul nostro prodotto interno lordo, e perché? Perché, già durante la scorsa legislatura qualcosa si era fatto; si era fatto qualcosa di sufficiente? No, probabilmente non si era fatto qualcosa di completamente sufficiente, perché a step, evidentemente, Presidente, Governo, abbiamo cercato di pagare queste persone che necessitavano, per portare avanti la propria attività e per pagare i propri dipendenti, di queste somme che, di fatto, gli erano dovute.
Tra l'altro, lo ricordiamo, nel 2017, la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea, definendo “sistematico” il ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane hanno effettuato e continuano ad effettuare i pagamenti nelle transazioni commerciali dalla pubblica amministrazione ai soggetti che hanno lavorato per la pubblica amministrazione. Ad oggi, come già prima citato, il debito, lo stock complessivo di questo debito ammonta quasi a 57 miliardi di euro. Presidente, quindi la nostra intenzione, avendolo anche sottoscritto, è di favorire l'iter di questo atto parlamentare.
Tra l'altro, Presidente, ricordiamo che l'Italia è attualmente in Europa il Paese con i tempi più lunghi rispetto a questi pagamenti. La media europea è di 41 giorni, la media italiana è di quasi tre volte tanto, di 104 e oltre giorni, oltre a detenere nei confronti di questi soggetti sopracitati il debito più alto, quindi, di fatto, lo rinnovo, lo Stato che dovrebbe essere il soggetto commerciale in questo caso più affidabile per quanto riguarda i nostri concittadini e le nostre imprese è insolvente nei confronti delle stesse. Infatti, mi rivolgo al Governo, io cito e ricordo un caso; io vengo dal Friuli Venezia Giulia e una persona, di una grande impresa del Friuli Venezia Giulia che non lavorava soltanto in Friuli Venezia Giulia ma faceva appalti pubblici rispetto a lavori di edilizia in quasi tutta Italia, aveva da molti anni un debito, anzi, un credito nei confronti della cosiddetta pubblica amministrazione e si parlava di parecchi milioni di euro per un'azienda che aveva qualche centinaio di dipendenti, quindi, quando si parla di milioni di euro di indotto nei confronti di questa azienda, significa che è un'azienda, di fatto, messa in ginocchio, sotto molti punti di vista, sotto l'aspetto strutturale dell'azienda, sotto l'aspetto del pagamento degli stipendi e così via. Per farla breve, questo imprenditore dopo, purtroppo, è caduto nella rete di persone poco oneste che ad un certo punto, da qualche parte, in qualche ufficio, gli hanno detto: se tu paghi una tangente la tua pratica di pagamento, al posto che essere sotto, viene messa sopra. Ci sono state evidentemente delle ripercussioni, giustamente, giudiziarie, perché in Italia chi evade e chi corrompe deve subire delle ripercussioni giudiziarie, ci mancherebbe altro, però, dopo anni in cui questa impresa aspettava dei pagamenti, trovatasi, devo dire, forse, purtroppo costretta a fare quel gesto, perché una tangente è stata pagata, ha chiuso e duecento persone sono finite per strada. Allora, se noi riuscissimo ad abbreviare queste tempistiche, probabilmente non andremmo incontro a queste che sono, sui territori di tutto il nostro Paese, delle vere e proprie catastrofi, perché, dopo, dietro 200 persone, ci sono 200 famiglie, 200 madri di famiglia, 200 padri di famiglia. Migliorano, evidentemente, le tempistiche in tempi di performance rispetto ai pagamenti e i pagamenti stessi. Ho avuto, forse anche grazie all'intercessione e al colloquio avuto con il presidente Borghi, qualche dubbio rispetto ad un impegno, mi pare alla lettera b), rispetto al pagamento con i titoli di Stato di piccolo taglio, di fatto, però, ripensandoci, questo è un qualcosa che, correggetemi se sbaglio, introduce i cosiddetti mini-BOT che, ricordiamolo - e mi rivolgo alla maggioranza -, devono essere necessariamente su base volontaria, nel senso che nessuno può essere obbligato ad essere pagato attraverso, di fatto, obbligazioni emesse per coprire anche il debito pubblico, quindi parlo di BOT, BTP e CCT, buoni del tesoro e strumenti del genere. Deve essere, lo rinnoviamo, una scelta assolutamente volontaria.
Voteremo a favore di questa mozione che, lo rinnovo, abbiamo sottoscritto e abbiamo firmato, perché, oltre al fatto che, una volta sbloccate queste risorse, ci sarà un'evidente iniezione di liquidità nel sistema stesso, c'è una cosa che ci conforta: ad esempio, se si paga subito e se si paga alla svelta, non ci sarà neanche questa spesa aggiuntiva che sono gli interessi di mora dell'8 per cento, se eventualmente si va e si andrà ad elevare un contenzioso proprio per i ritardi dei pagamenti. Mi spiego, se un'impresa non viene pagata, e non viene pagata nei tempi, può elevare una causa rispetto a un giudice e gli interessi di mora rispetto a questo ritardo sono e saranno dell'8 per cento. Quindi, si parla, soltanto rispetto agli interessi, di qualche miliardo di euro. Confidiamo che dopo questa mozione anche i Ministeri che probabilmente sono stati, nel tempo, magari non oggi, più recalcitranti rispetto a questo tipo di iniziative, e mi riferisco al Ministero dell'Economia e delle finanze, cerchino effettivamente di aprire un po' i cordoni della borsa e pagare legittimamente persone ed imprese che hanno fatto grande il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Saluto, a nome dell'Assemblea, gli studenti e i docenti dell'istituto comprensivo “Mattei” di Fiorenzuola d'Arda, in provincia di Piacenza, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi), insieme agli studenti e agli insegnanti dell'istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Civitanova Marche, in provincia di Macerata; anche loro sono qui ad assistere ai nostri lavori e li ringraziamo per questo (Applausi). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Faccio questa dichiarazione di voto, esprimendo una grande soddisfazione da parte del gruppo di Forza Italia. Noi abbiamo voluto porre all'attenzione di questa Assemblea il tema dello stock di debiti delle pubbliche amministrazioni che vale circa 57-58 miliardi, perché crediamo che sia un problema strutturale che l'Italia ciclicamente si trova a dover affrontare. Fu affrontato già nel 2013, come ho ricordato nel corso della discussione generale, e fu affrontato da quello che allora era il Governo Letta su proposta, in particolare, di Forza Italia, con la possibilità di derogare ai vincoli del Patto di stabilità da parte della Commissione europea, da parte dell'allora Vicepresidente della Commissione europea, l'italiano Antonio Tajani, perché questo tipo di sforamento viene consentito dall'Unione Europea per ragioni di crescita, nel senso che pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni e abbattere questo stock di debiti, significa, in qualche misura, far respirare l'economia, dando sollievo a tutta quella sofferenza da parte di imprese e di professionisti che soffrono non solo i mancati pagamenti, ma i ritardi ormai cronicizzati che il nostro sistema ha nei confronti di questi fornitori. Pagare questi debiti significa recuperare gettito fiscale, significa fare in modo che queste imprese possano pagare i contributi ai propri dipendenti e, quindi, non metterle nella condizione di non poter avere, per esempio, il DURC, che impedisce loro di partecipare a determinate attività con le pubbliche amministrazioni, pensiamo a certe gare, e, quindi, in qualche misura permette un passo in avanti nella crescita anche del prodotto interno lordo.
Al di là di quelle che sono le conseguenze virtuose che questa accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni ci auguriamo abbia, anche a seguito di questa mozione, mi permetto di sottolineare il valore dell'unitarietà di questa mozione. Io ringrazio i colleghi che sono già intervenuti, Fassina e Rizzetto, ma ringrazio anche quelli che interverranno a nome degli altri gruppi parlamentari, perché anche il gesto che ha voluto fare la maggioranza, ritirando la propria mozione e condividendo un tema con un gruppo di opposizione, con il parere favorevole del Governo, su impegni concreti che noi chiediamo al Governo di verificare nei tempi, nei contenuti e nelle coperture, ma che chiediamo di mettere in campo con forza, ha un valore aggiuntivo rispetto all'approvazione sic et simpliciter di un numero “x” di mozioni ciascuno pro domo sua o ciascuna costruita su misura per il proprio elettorato di riferimento. Credo che questo sia un segnale, quello dell'unitarietà di questa mozione, che permetta oggi alla rappresentante del Governo di tornare a casa con un mandato forte, chiaro, esplicito, a tentare di risolvere questo problema, che è un problema che è in capo al Ministero dell'economia, al Ministero della funzione pubblica, per alcuni aspetti al Ministero dello sviluppo economico, che credo debba essere un tema assolutamente centrale nell'azione politica di ciascun Governo e debba essere tenuto nella debita considerazione quando, di qui a qualche tempo, si stilerà la lista delle priorità da incardinare nella legge di bilancio, a fronte di un numero di risorse tutt'altro che infinite, sulle quali ci dovremmo misurare per competere a chi più di altri riesce a individuare priorità nell'interesse collettivo del Paese.
Noi non possiamo permetterci uno Stato che metta in ginocchio imprese e professionisti, che metta imprese nelle condizioni di arrivare sull'orlo del fallimento o addirittura di fallire solo perché lo Stato è un cattivo pagatore, nel senso che o paga in grande ritardo o non paga. Forza Italia è una forza liberale, per noi lo Stato deve essere un esempio. Noi crediamo che lo Stato debba comportarsi con flessibilità ma anche con chiarezza. Noi non crediamo che lo Stato, quando è creditore di un imprenditore o un professionista, debba dormirti sullo zerbino tutta la notte e massacrati di carte bollate, di ingiunzioni di pagamento e poi, però, quando è debitore, debba potersene andare fischiettando e facendo finta di nulla. È intollerabile che in questo Paese si possa fallire perché una pubblica amministrazione, qualunque sia, non ti paga un servizio che tu, da imprenditore, hai fornito nei tempi giusti, un tuo credito certificato. Per cui, Presidente - e concludo -, il ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto scrivere insieme questa bella pagina parlamentare, con l'augurio che da questa pagina emerga qualche risultato concreto che ci permetta di qui a qualche mese di poter tirare una riga e di poter fare delle valutazioni positive sulle iniziative che il Governo riuscirà a mettere in campo. Ce ne sono cinque o sei già incardinate, a partire dalla compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione, che, per bocca del Vicepresidente del Consiglio Di Maio, sono nella sensibilità del Governo, lo disse di fronte a un ordine del giorno a mia prima firma durante l'esame del cosiddetto “decreto dignità”, quando venne approvato un emendamento a mia prima firma che prevedeva la compensazione tra debiti e crediti per il 2018. Allora, lavoriamo per renderla strutturale, in questo c'è, voluto e introdotto dalla maggioranza anche lo strumento dei mini BOT, i titoli di debito pubblico di piccolo taglio come possibilità di compensazione tra debiti e crediti. Mettiamoli in campo questi strumenti, verificando che tutto questo sia compatibile con gli equilibri di finanza pubblica, ma sapendo che tutto questo rimette in circolo l'economia, fa girare l'economia, e soprattutto restituisce credibilità allo Stato, una credibilità di cui c'è un disperato bisogno.
Per questo io credo che questa pagina parlamentare, che mi auguro tutti quanti scriveremo all'unanimità, ha tutte le premesse per essere una pagina parlamentare dalla quale possiamo aspettarci dei risultati positivi a favore dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche il collega Baldelli, che ha condiviso con tutte le forze del Parlamento la mozione, e la maggioranza, che ha deciso di ritirare la propria mozione aderendo a quella dell'onorevole Baldelli. La questione dei ritardi nei pagamenti ai propri fornitori da parte delle amministrazioni pubbliche e il contestuale prodursi nel corso del tempo di un consistente ammontare di debiti da pagare dalle amministrazioni medesime costituisce, oltre che un elemento di iniquità da parte degli operatori pubblici, anche un elemento di debolezza dell'economia del Paese, in quanto la mancanza di disponibilità liquida che tale circostanza produce presso le imprese ne rende difficile sia la gestione ordinaria che i piani di investimento, e quindi ostacola la ripresa economica. Secondo la normativa vigente, tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro trenta giorni dalla data dal loro ricevimento; fa eccezione il mondo della sanità, il cui termine è fissato in sessanta giorni. L'Italia ha recepito la direttiva 2011/7/UE, dell'Unione europea, con il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, e la normativa è entrata in vigore il 1° gennaio 2013. Essa prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di pagare le imprese creditrici entro il termine massimo di trenta giorni, pena interessi di mora dell'8 per cento al di sopra di quello di riferimento della Banca centrale europea. Sono previste possibilità di deroga con estensione del termine di sessanta giorni in alcuni casi specifici, deroghe che devono essere in ogni caso giustificate e approvate dalla Commissione europea. Gli Stati possono concedere agli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria una certa flessibilità nell'onorare i loro impegni. La puntualità e il rispetto di queste scadenze rientra nel rispetto delle direttive europee e, come hanno già ricordato alcuni colleghi, l'Italia è in procedura di infrazione, anzi c'è in corso un procedimento per verificare o meno la procedura di infrazione da parte d'Italia proprio per i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti delle imprese.
Sul sito del MEF è stato pubblicato recentemente, nel 2019, un comunicato che riporta i dati di miglioramento sistematico dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni italiane. Si tratta di dati che devono essere letti con cautela, perché riferiti alle pubbliche amministrazioni registrate sulla piattaforma elettronica. In ogni caso, nel 2018, rispetto ai pagamenti relativi ai 20,3 milioni di fatture, per un importo pari a 120,7 miliardi di euro, i tempi medi ponderati per fatturare sono diminuiti, si registra quindi un significativo miglioramento rispetto ai tempi medi del ritardo relativi alle fatture: nel 2017, più dieci giorni; nel 2016, più sedici giorni; nel 2015, più 114.
Questo risultato è stato raggiunto grazie ad una strategia complessiva sul tema avviata già durante la XVI legislatura, ma che ha avuto un grosso potenziamento nella XVII legislatura. Le misure approvate hanno interessato tre aspetti del problema: lo smaltimento dello stock del debito accumulato, lo snellimento delle procedure e l'aumento della trasparenza dei pagamenti della pubblica amministrazione e il monitoraggio dei processi. Sulla base dei dati forniti in un documento dell'ottobre del 2015 dalla Banca d'Italia, lo stock di debito accumulato dalle pubbliche amministrazioni per il ritardo dei pagamenti aveva raggiunto una dimensione complessiva di 90 miliardi, nel 2012. A questo un punto vorrei soltanto ricordare brevemente cosa è stato fatto nella passata legislatura: il Governo Letta ha fatto seguire un decreto-legge, il n. 102, del 31 agosto 2013, con il quale sono stati incrementati i pagamenti previsti nel 2013, per 7,2 miliardi, senza ridurre quelli attesi nel 2014; con la legge di stabilità del 2014 sono stati stanziati ulteriori 0,5 miliardi per l'anno in corso; e con il Governo Renzi, con il decreto-legge n. 66 del 2014, abbiamo stanziato 9,3 miliardi, per un totale complessivo di 57 miliardi, che sicuramente ha facilitato e ridotto quei pagamenti, così come detto prima.
Con la garanzia dello Stato il creditore ha la facoltà di cedere il proprio credito a intermediari finanziari in modo semplice e meno oneroso, in quanto gli intermediari non corrono il rischio di non incassare le somme dovute. Infatti, qualora l'ente debitore non fosse in grado di rispettare i termini di pagamento, l'intermediario finanziario può cedere a sua volta il credito alla Cassa depositi e prestiti, che ha stanziato a questo scopo dieci miliardi.
Quello che noi abbiamo chiesto con questa mozione, che il collega Baldelli ha chiesto con la mozione e che sicuramente è stato oggetto anche dell'intervento del mio collega Filippo Sensi nella seduta di lunedì, è che l'attuale Governo non peggiori quello che noi abbiamo costruito con fatica negli anni precedenti.
È ovvio che non bisogna mai generalizzare nella pubblica amministrazione, perché purtroppo, ahimè, come sappiamo, l'Italia è lunga e larga e abbiamo diverse modalità di pagamento se si va al Nord, nelle amministrazioni del Nord, dove è tutto più celere, e progressivamente peggiora nel trasferirsi verso il Sud Italia.
Ma alcune delle proposte che sono state fatte con i primi provvedimenti legislativi da questa maggioranza sembravano non andare verso una direzione aspettata, cioè nel continuare l'azione fatta precedentemente. Parlo, ad esempio, del “decreto semplificazioni”, dove l'istituzione nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di una sezione speciale dedicata a interventi di garanzia in favore delle piccole e medie imprese che sono in difficoltà nella restituzione delle rate di finanziamenti già contratti con banche e intermediari finanziari e sono titolari di crediti certificati nei confronti delle pubbliche amministrazioni non ha avuto quel supporto finanziario che ci aspettavamo; o come nella legge di bilancio nel 2019, ad esempio, dove l'aggiornamento e la pubblicazione trimestrale da parte delle amministrazioni pubbliche dei dati relativi agli importi complessivi delle fatture ricevute all'inizio dell'anno, i pagamenti effettuati e i relativi tempi medi ponderati di pagamento, con l'introduzione di meccanismi sanzionatori e premiali sulla base dei pagamenti, ha avuto, anche lì, un minor supporto finanziario rispetto agli anni precedenti. E sappiamo come, in questi casi, avere tolto delle risorse finanziarie ha fatto, di fatto, venir meno la celerità dei provvedimenti.
Per questo con riferimento a questa mozione - che, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, ha vari elementi di interesse e ha anche una norma generica che lascia a discrezione della maggioranza i termini entro i quali produrre quelle norme e quelle risorse che sono necessarie per tenere fede a quanto contenuto nella mozione, ossia quanto sia importante finalmente che le piccole e medie imprese abbiano un giusto compenso per le attività compiute a favore della pubblica amministrazione - è con questo spirito che noi abbiamo accettato di firmare unitamente a tutti i colleghi, e quindi voteremo favorevolmente alla mozione in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cestari. Ne ha facoltà.
EMANUELE CESTARI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Ministero dell'Economia e delle finanze, lo scorso 8 maggio, ha diffuso i dati aggiornati sul pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, rilevando un miglioramento sistematico dei tempi di pagamento con in media un anticipo di un giorno rispetto ai termini previsti dalla legge.
Quindi, si è registrato un significativo miglioramento, che va a sottolineare anche un po' quello che diceva la collega Fregolent che mi ha preceduto, in termini migliorativi di dieci giorni nel 2017 e di sedici giorni nel 2016.
Quindi, questa tendenza alla riduzione dei tempi di pagamento risulta generalizzata per i diversi comparti delle pubbliche amministrazioni, e tali tempi sono mediamente inferiori di otto giorni al Nord, con un valore leggermente superiore al Centro e al Sud.
Tali dati e il trend positivo di riduzione dei tempi di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione consentiranno all'Italia di eliminare il contenzioso con l'Unione europea con riguardo al rispetto della direttiva n. 7 del 2011 dell'Unione europea stessa, recepita in Italia con decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, che ha stabilito il termine massimo di pagamento a trenta giorni, pena l'applicazione di interessi di mora.
Lo stock di debito, come anche sottolineato da chi mi ha preceduto, è assolutamente importante, di assoluto valore, su un complesso totale di 28 milioni di fatture, ma tale debito con le imprese è destinato a ridursi sensibilmente allorquando emergeranno i nuovi dati sui pagamenti che tutte le amministrazioni hanno dovuto inviare entro il 30 aprile.
La legge di bilancio per il 2019, infatti, all'articolo 1, comma 867, ha stabilito che solo per il 2019 le amministrazioni dovevano comunicare lo stock di debiti commerciali residui scaduti e non pagati entro il 30 aprile scorso, mentre a regime il termine sarà applicato dal 31 gennaio di ogni anno a decorrere dal 2020.
Quindi, chiediamo al Governo che prosegua nel processo di accelerazione del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, anche potenziando l'istituto della compensazione crediti-debiti delle pubbliche amministrazioni, implementando l'applicazione di tutte le misure adottate nella legge di bilancio 2019 relative anche alle anticipazioni di tesoreria, per garantire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, ed uscire, così, dalla procedura di infrazione che la Commissione europea ha avviato contro l'Italia sull'attuazione della direttiva sui ritardi dei pagamenti. Quindi, voteremo a favore di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buompane. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Presidente, la lentezza nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione è un annoso problema, che sembra finalmente vicino ad una soluzione. Sappiamo tutti cosa ha significato questa lentezza per le imprese nell'ultimo decennio, ovverosia carenza di liquidità in una fase già difficilissima a causa della stagnazione economica che ha colpito il nostro Paese, ma che era di livello internazionale.
Le imprese non falliscono solo per mancanza di commesse, ma anche per i crediti che vantano e che non vengono pagati tempestivamente; quando, poi, questi ritardi riguardano crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, la situazione assume connotati kafkiani. Imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione si trovano in stato di decozione economica per non riuscire, magari, a pagare un debito tributario; dall'altro lato, però, vantando magari un credito anche consistente nei confronti della pubblica amministrazione.
Ora, grazie ad una serie di politiche mirate che hanno unito digitalizzazione e semplificazione, siamo riusciti a diminuire notevolmente i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione. Lo diceva prima il collega Cestari che nell'ultimo periodo abbiamo vagliato una riduzione dei tempi di pagamento mediamente inferiori di otto giorni al Nord, con un valore medio leggermente superiore al Centro-Sud.
Presidente, siamo altresì fieri della norma inserita in legge di bilancio con la quale abbiamo consentito alle amministrazioni debitrici di accedere ad un meccanismo di anticipazione di tesoreria con il coinvolgimento di banche, intermediari finanziari e Cassa depositi e prestiti, che ha permesso di adempiere le obbligazioni in modo più celere.
Siamo - è vero - in procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, e rientrare dalla procedura di infrazione è un obiettivo sicuramente necessario, ma vogliamo ribadire con forza che il nostro impegno per velocizzare i pagamenti lo abbiamo profuso per i nostri straordinari imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché ricordiamo che le imprese che vanno in difficoltà per i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione sono principalmente le piccole e medie imprese, che non hanno un agevole accesso ad altre fonti di finanziamento. Ora è bene continuare su questa strada e portare a termine il lavoro.
Presidente, mi permetta di manifestare anche la soddisfazione su un tema così importante per una convergenza unanime da parte di tutte le forze politiche. Pensare alle imprese del nostro Paese significa pensare al sistema Paese e riportare in auge l'economia italiana significa far percepire a tutti i cittadini, dalle imprese ai lavoratori, un miglioramento delle loro condizioni di vita. Per questo, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla mozione Baldelli ed altri nella nuova formulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldelli, Faro, Claudio Borghi, Fregolent, Rizzetto, Fassina e Lupi n. 1-00013 (Ulteriore Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità (Applausi-Vedi votazione n. 1).
Rinvio in Commissione della proposta di legge Corda ed altri: Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (A.C. 875-A); e delle abbinate proposte di legge: Maria Tripodi ed altri; Pagani ed altri (A.C. 1060-1702).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca che reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 875-A: “Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo” e delle abbinate proposte di legge nn. 1060 e 1702.
Ricordo che nella seduta del 27 Maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la relatrice, deputata Emanuela Corda. Ne ha facoltà.
EMANUELA CORDA, Relatrice. Grazie, Presidente. Come lei ha poc'anzi accennato, i lavori in Commissione sono terminati, però noi oggi vorremmo chiedere un rinvio, un ritorno in Commissione del provvedimento, perché ci sono state molte richieste, soprattutto da parte delle associazioni sindacali, che sono state tra l'altro riconosciute nelle scorse settimane e noi abbiamo voluto, o comunque vorremmo riportare la discussione in Commissione proprio per avere la possibilità di rivedere il provvedimento e di poter magari apportare anche delle modifiche e degli interventi che vengano incontro alle esigenze del comparto, perché riteniamo che questa legge debba essere una legge largamente condivisa, sia a livello parlamentare, ma anche da chi sta fuori e da chi ha ovviamente un legittimo interesse a che questa sia una buona legge. Non vogliamo andare di fretta e pregiudicare l'iter di questo provvedimento e quindi chiediamo a tutti i colleghi di manifestare un po' di sensibilità, considerato che ci sono tante richieste che arrivano direttamente dal comparto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore della proposta di rinvio il deputato Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Apprezziamo la richiesta della relatrice, apprezziamo anche lo spirito con cui la Commissione sta affrontando il tema. Visto che comunque ci sono stati diversi cambiamenti, anche frutto del dibattito della Commissione, è giusto approfondire gli aspetti e continuare magari con qualche audizione e permettere all'Associazione di dare qualche parere. Quindi, sicuramente diamo un parere favorevole perché il nostro intento è quello di fare una legge che trovi in tutte le forze politiche un consenso unanime.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato De Menech. Ne ha facoltà.
ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Se c'è un titolo per questa nostra discussione, è che la confusione regna sovrana dentro la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): è il terzo rinvio della giornata. E' un po' di anni che sono qui, ma tre rinvii in una giornata sono un bel record, devo dire, rispetto a un provvedimento che parte nel 2018, quindi per le riflessioni avete avuto un anno di tempo rispetto a quella sentenza, la sentenza della Corte. Abbiamo avuto una serie di audizioni precise e puntuali, tante delle quali chieste proprio anche dalla minoranza. Poi, improvvisamente, alcune settimane fa, un'accelerazione: avete voluto incardinare da soli, in fretta, il testo Corda; non avete voluto ascoltare le nostre richieste, quelle che provenivano dalle opposizioni, quelle di far discutere insieme anche il nostro testo e proporre quindi un testo unificato, magari riflettendo in quella sede rispetto al futuro di questo provvedimento, con il nostro testo redatto, come primo firmatario, da Pagani. Come avete detto in quell'occasione, c'era fretta, era troppo tardi, ci avete detto: “I militari aspettano, si approva subito il testo base perché dobbiamo dare delle risposte precise e puntuali al comparto”. E invece niente. Poi siamo arrivati in Commissione e in Commissione avete tagliato, come dicevo, la discussione sul testo base, poi siamo arrivati in discussione e siete riusciti anche a spaccarvi, a spaccarvi esattamente su un emendamento proposto dal gruppo di Forza Italia e la relatrice Corda viene battuta dai colleghi della Lega in maniera evidente e quindi in questo senso anche lì si nota la confusione rispetto a questo provvedimento e devo dire non solo a questo, ma anche a tanti altri. Come dicevo, anche lì, avete chiuso la discussione sul complesso degli emendamenti, dato il mandato al relatore e ci troviamo qui oggi, con quella fretta famosa che dicevamo in questi mesi. E oggi…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato De Menech, un attimo soltanto. Vediamo se riusciamo a garantire il silenzio necessario per farla proseguire. Colleghi!
ROGER DE MENECH (PD). E quindi questa lunga teoria di fretta, che aveva la maggioranza rispetto alla proposta di questo provvedimento, si traduce oggi nell'ennesimo rinvio. Credo che questa sia la testimonianza: ritorniamo al punto di partenza e quindi - come dicevo - abbandoniamo tutta l'urgenza di dare delle risposte al comparto militare, di mettere insieme, cosa non facile -, lo sappiamo anche noi - un provvedimento importante e complesso allo stesso tempo, che deve mettere insieme interessi diversi, cosa non facile magari per chi non si occupa e non lavora duramente, cercando, come abbiamo cercato di fare noi, con il gruppo del PD, di mettere insieme il diritto sacrosanto dei lavoratori delle Forze armate, da garantire sicuramente, ma anche la necessità di tutelare l'efficacia e l'efficienza del sistema della difesa. Noi, oggi, ovviamente voteremo contro in maniera molto decisa, voteremo contro e prendiamo atto della volontà di questo Governo di aggiungere confusione alla confusione. Come dicevo, speriamo veramente che nelle prossime settimane si inizi a lavorare sul serio, ad ascoltare, ad ascoltare tutti i tecnici del comparto militare, ma anche le minoranze, che sono mesi che vi dicono che state sbagliando su tanti di questi temi e speriamo che finalmente nelle prossime settimane venga a toglierci un po' della confusione che - come dicevo - regna sovrana dentro questo Governo, dentro questa maggioranza, su questo provvedimento, ma su tutta l'azione di Governo. È per questo che annuncio quindi che il Partito Democratico voterà contro la richiesta di ritorno in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge in esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 209 voti di differenza.
Il provvedimento si intende pertanto rinviato in Commissione.
Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 17,48).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 1797 e 1798.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 17 maggio 2019 (Vedi l'allegato A della seduta del 17 maggio 2019).
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996 (A.C. 1797).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1797: Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996.
(Discussione sulle linee generali – A.C. 1797)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente. Siccome il presente appare un po' incerto oggi, circa lo svolgimento dei lavori, vorremmo chiederle la cortesia di informare l'Aula, entro la conclusione della seduta, circa l'esito dei diversi rinvii che si sono succeduti nel corso della seduta, cioè la domanda è: domani noi, esattamente, di che cosa ci occupiamo? Il rinvio della mozione inerente la vicenda della Calabria avrà un esito nell'arco dei giorni della settimana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ci sono scadenze che verranno rispettate? Magari faccio la domanda a lei perché è il mio riferimento, essendo lei il Presidente e apprezzandone la conduzione, però, il continuo rinvio di tre provvedimenti su quattro nel corso di questa seduta non ci dà modo di capire di che cosa ci occuperemo nelle prossime ore. Le chiedo se sarà possibile formulare con certezza l'andamento dei lavori di domani.
PRESIDENTE. Per domani resta comunque calendarizzato, se concluderemo le ratifiche nella seduta odierna, come è prevedibile, il decreto-legge che abbiamo posticipato già nella precedente fase di questa seduta. Quindi, procediamo.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Pino Cabras.
PINO CABRAS, Relatore. Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame prevede la ratifica della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996. L'obiettivo è migliorare la cooperazione giudiziaria in materia penale per quanto riguarda sia il perseguimento dei reati, sia l'esecuzione delle condanne, tenuto conto che è interesse comune degli Stati membri assicurare che le procedure di estradizione funzionino in maniera rapida ed efficace. Si tratta della seconda Convenzione adottata in materia di estradizione dall'entrata in vigore del Trattato sull'Unione europea. La prima Convenzione era stata firmata a Bruxelles il 10 marzo 1995 e verteva sull'istituzione di una procedura semplificata di estradizione.
Come sottolineato nella relazione illustrativa che correda il provvedimento in esame, le Convenzioni di Bruxelles e di Dublino impegnano soltanto gli Stati appartenenti all'Unione europea, a differenza di quanto avviene nella maggior parte degli accordi conclusi nell'ambito di un'altra organizzazione importante dello spazio europeo come il Consiglio d'Europa, che invece ammettono l'adesione di Stati esterni al Consiglio stesso.
La Convenzione al nostro esame è volta, in particolare, a completare e migliorare il funzionamento di due Convenzioni concluse a suo tempo nell'ambito del Consiglio d'Europa. Si tratta, in particolare, della Convenzione europea di estradizione del 1957, ratificata dall'Italia con la legge n. 300 del 1963, e della Convenzione europea per la repressione del terrorismo del 1977, ratificata dal nostro Paese con la legge n. 719 del 1985.
La Convenzione di Dublino, dunque, nasce dalla decisione degli Stati membri dell'Unione europea di considerare l'estradizione una questione di interesse comune, rientrante a pieno titolo nella cooperazione prevista dal Titolo V della parte terza del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Ricordo che, alla data della firma della Convenzione, che risale al 27 settembre 1996, i Paesi membri dell'Unione europea erano solo quattordici: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria e Finlandia. Di questi, solo l'Italia non ha ancora proceduto alla ratifica e, conseguentemente, la Convenzione non è in vigore. Peraltro, segnalo che l'articolo 19 della Convenzione stabilisce che essa è aperta all'adesione di qualsiasi Stato che diventi membro dell'Unione europea. Sulla base di questa disposizione, successivamente alla data di adozione della Convenzione, hanno aderito alla medesima Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovenia.
Con riferimento al contenuto, la Convenzione consta di 20 articoli preceduti da un preambolo. Particolare rilievo assumono gli articoli 5, in forma del quale nessun reato può essere considerato dallo Stato membro richiesto ai fini dell'applicazione della Convenzione come un reato politico, un fatto connesso con un reato politico, ovvero un reato determinato da motivi politici, e l'articolo 7, che detta la disciplina dell'estradizione dei nazionali. È stabilito, infatti, che la domanda di estradizione non può essere rifiutata per il fatto che l'estradando è cittadino dello Stato membro richiesto, come invece previsto dall'articolo 6, lettera a), della Convenzione europea di estradizione del 1957.
Merita segnalare anche l'articolo 8, in base al quale l'estradizione non può essere rifiutata per il motivo che, secondo la legge dello Stato membro richiesto, l'azione penale o la pena sono prescritte. È espressamente previsto che lo Stato membro richiesto abbia la facoltà di non applicare tale disposizione quando la domanda di estradizione è basata sui fatti che, secondo la legge penale, rientrano nella giurisdizione del medesimo Stato membro.
Venendo al testo del disegno di legge di ratifica, già presentato nel corso della XIII e della XIV legislatura senza che se ne venisse a capo con l'iter di approvazione, esso si compone di quattro articoli: gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e il relativo ordine di esecuzione; l'articolo 3 contiene le disposizioni finanziarie e stabilisce che agli oneri derivanti dalle disposizioni della Convenzione, valutati in euro 15.231 annui, a decorrere dal 2019 per spese di missione, ed euro 4 mila annui, a decorrere dalla medesima annualità per altre spese, si provveda mediante corrispondente riduzione dell'accantonamento del Fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, relativo al bilancio triennale 2019-2021.
Infine, sottolineo che la Convenzione al nostro esame si pone…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, per favore. Vada alla parte finale…
PINO CABRAS, Relatore. …l'obiettivo di ampliare lo spazio giudiziario europeo, garantendo una più ampia collaborazione. Tale accordo è essenziale per migliorare la cooperazione giudiziaria, in particolare per reati connessi al terrorismo, commessi prima dell'introduzione del mandato di arresto europeo, in vigore dal 1° gennaio 2004.
PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, sottosegretario Pesce, si riserva di intervenire successivamente.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
(Esame degli articoli - A.C. 1797)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1797)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente, colleghe e colleghi, signora del Governo, il nostro gruppo voterà a favore del disegno di legge di ratifica in esame così come di quello successivo perché condividere tra tutti gli Stati membri le procedure più rapide ed efficaci in materia di estradizione è un passo importante verso la creazione dello spazio giudiziario europeo che, signor Presidente, è uno dei pilastri più significativi del processo di integrazione europeo.
PRESIDENTE. Deputata Boldrini, le chiedo scusa, se può attendere qualche secondo. Vedo che c'è un po' di movimento, qualche deputato si sta allontanando, qualcuno invece conversa con eccessivo impeto. Se riusciamo a fare un po' di silenzio, grazie: chi deve allontanarsi dall'aula lo faccia velocemente. A lei la parola.
LAURA BOLDRINI (LEU). Dicevo, signor Presidente, che l'Unione europea non è, infatti, soltanto un mercato comune, come qualcuno vorrebbe intendere, ma è una realtà nella quale si condividono diritti e doveri, libertà e responsabilità, sicurezza collettiva e anche garanzie individuali.
In una realtà di questo tipo, quindi, rafforzare la cooperazione in campo giudiziario è necessario anche perché attività criminali di vario genere si realizzano ormai oltre i confini dei singoli Paesi, ma tale cooperazione è possibile nella misura in cui, come è scritto anche nella relazione, i sistemi di Governo dei Paesi dell'Unione sono fondati sul rispetto dei principi contenuti nella Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e fintanto che la normativa interna dei singoli Stati risulti omogenea soprattutto per quel che riguarda i diritti dell'imputato e del condannato.
Non si può non ricordare, a questo proposito, signor Presidente, che vi sono Governi e leader politici all'interno dell'Unione che propugnano invece l'idea di una democrazia illiberale e, più in particolare, che nell'autunno scorso il Parlamento europeo ha approvato una mozione che chiedeva l'avvio delle procedure per l'applicazione dell'articolo 7 del Trattato di Lisbona all'Ungheria per contrasto proprio con i valori fondamentali dell'Unione europea; né si può dimenticare che la Commissione europea questa volta ha avviato una procedura di infrazione per lo Stato di diritto in Polonia con l'obiettivo di proteggere i giudici dal controllo della politica.
Le istituzioni europee hanno il dovere di vigilare affinché in tutti gli Stati membri siano riconosciuti pienamente i diritti civili e le garanzie per i cittadini e di sanzionare i Paesi che si allontanano da questi principi. Solo così una forte cooperazione giudiziaria in materia penale e più efficaci e condivise procedure di estradizione garantiranno la certezza del diritto e la sicurezza collettiva nel rispetto dei valori fondanti dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. La Convenzione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996 ha lo scopo di realizzare la collaborazione tra gli Stati membri dell'Unione europea in materia di estradizione.
Tale Accordo si inserisce nel processo di integrazione europea in materia di cooperazione giudiziaria e in materia penale sia per quanto riguarda il perseguimento dei reati sia per l'esecuzione delle condanne al fine di assicurare la necessaria coerenza sulle procedure di estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea affinché funzionino in maniera rapida ed efficace.
La Convenzione adottata dal Consiglio il 27 settembre 1996 e firmata lo stesso giorno a Dublino dagli Stati membri dell'Unione europea è la seconda Convenzione adottata in materia di estradizione dall'entrata in vigore del Trattato sull'Unione europea. La prima Convenzione firmata a Bruxelles il 10 marzo 1995 e che ha istituito una procedura semplificata di estradizione non è stata ratificata dall'Italia.
La Convenzione in esame è volta a migliorare il funzionamento di due precedenti convenzioni concluse nell'ambito del Consiglio d'Europa: la Convenzione europea di estradizione del 1957 e la Convenzione europea per la repressione del terrorismo del 1977.
La Convenzione di Dublino nasce, dunque, dalla decisione degli Stati membri dell'Unione europea di perfezionare e completare il funzionamento delle suddette Convenzioni in materia, considerando l'estradizione una materia di interesse comune rientrante nella cooperazione prevista dal Titolo V della Parte terza del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, ritenendo necessario integrare la disciplina prevista dalla succitata Convenzione europea di estradizione di Parigi del 1957, a tutt'oggi non del tutto assicurata. La ratifica di tale Convenzione risulta essenziale per migliorare la cooperazione giudiziaria in materia penale, con particolare riferimento ai reati connessi al terrorismo commessi prima dell'introduzione del mandato di arresto europeo. Per tali ragioni dichiaro il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Schirò. Ne ha facoltà.
ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo disegno di legge perché esso si propone di ottimizzare la collaborazione tra gli Stati membri dell'Unione europea in tema di estradizione. L'obiettivo, certamente condivisibile, è quello di favorire la cooperazione giudiziaria nella sfera penale, allo scopo di perseguire più efficacemente i reati e di favorire l'esecuzione delle condanne. Il provvedimento contiene la ratifica e l'esecuzione della Convenzione sull'estradizione adottata tra gli Stati membri dell'Unione europea, stipulata a Dublino il 27 settembre 1996. Ricordo che tale Convenzione è la seconda adottata in questa materia dall'entrata in vigore del Trattato sull'Unione europea, la prima per l'Italia in quanto quella precedente, quella di Bruxelles, del 1995, non è stata ratificata dal nostro Paese.
La nostra valutazione positiva è legata anche al fatto che la Convenzione in esame è completa e migliora le due Convenzioni concluse a suo tempo nell'ambito del Consiglio d'Europa, quella di estradizione del 1957 e quella per la repressione del terrorismo del 1977.
Non devo usare molte parole per sottolineare che comune interesse degli Stati membri sia quello di migliorare le procedure di estradizione. La Convenzione di Dublino nasce dalla decisione degli Stati membri dell'Unione europea di considerare l'estradizione una questione di interesse comune, rientrante nella cooperazione prevista dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dalla volontà di integrare la disciplina prevista dalla Convenzione europea di estradizione di Parigi del 1957. L'applicazione della Convenzione, che ci accingiamo a ratificare, è resa più agevole, peraltro, dal fatto che la normativa dei singoli Stati è piuttosto omogenea sul piano della tutela dei diritti dell'imputato e del condannato. In definitiva, votiamo a favore perché condividiamo lo sforzo di razionalizzazione, semplificazione e accelerazione delle forme di estradizione dei Paesi membri del Consiglio d'Europa. Come ricorda la relazione illustrativa, è apprezzabile, inoltre, che l'Accordo comporti l'attuazione di quanto previsto, sebbene in forma piuttosto sintetica, dall'Accordo di Schengen, al quale il nostro Paese ha già da tempo aderito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la ratifica della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea del 1996 permette di migliorare le procedure di estradizione, questione importante, che rientra nella cooperazione prevista dal Titolo VI del Trattato sull'Unione europea. È interesse comune degli Stati membri fare in modo che le procedure di estradizione siano rapide ed efficaci al fine di contrastare fenomeni penalmente rilevanti attraverso l'attivazione di ulteriori sinergie sia in fase di indagine sia in ambito processuale. Con questo Accordo si attua, in sostanza, quanto previsto dall'Accordo di Schengen. È importante segnalare che l'Accordo stesso, al paragrafo 2 dell'articolo 1, preveda che non sia pregiudicata l'applicazione delle norme più favorevoli contenute in accordi bilaterali o multilaterali tra gli Stati membri, né delle intese in materia di estradizione.
Signor Presidente, segnaliamo inoltre che l'articolo 5 stabilisce che nessun reato politico o fatto connesso con un reato politico, e quindi determinato da motivi politici, non possa essere considerato ai fini dell'applicazione della presente Convenzione.
Infine, l'articolo 8 stabilisce che lo Stato membro richiesto abbia la facoltà di non dar seguito alla domanda di estradizione su quei fatti che rientrano nella giurisdizione del medesimo Stato membro richiesto in base alla sua legge penale.
In breve, signor Presidente, vengono introdotte misure di razionalizzazione e semplificazione, che garantiscono lo svolgimento delle procedure di estradizione dai Paesi membri con modalità e tempi di realizzazione più efficaci.
Per questo il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS (M5S). Grazie, Presidente. Non mi dilungherò, perché molti degli elementi sono stati chiariti nella relazione e negli interventi precedenti. Vorrei, però, fare una piccola considerazione politica, che è importante per riflettere quando parliamo di Europa. Questa è una Convenzione del 1996. Era un'altra Europa, non c'era stato ancora nemmeno l'allargamento a Est e, in un momento in cui abbiamo accelerato su tanti fronti, non avevamo ancora completato una cosa così importante. Se gli elementi costitutivi di una nuova statualità stanno nella spada, nella moneta e nella toga, abbiamo corso sicuramente molto dal lato della moneta - forse troppo - e non si sono completati degli elementi che, invece, avrebbero garantito uno spazio più equo e più congruo per la vita comune dei Paesi dell'Unione europea, quindi lo spazio della toga, lo spazio giudiziario comune.
Pertanto, è importante completare questo passo e rimediare a un ritardo storico e, quindi, come MoVimento 5 Stelle convintamente siamo favorevoli sulla ratifica di questa Convenzione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1797)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1797: "Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Strasburgo l'8 novembre 2001; b) Terzo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Strasburgo il 10 novembre 2010; c) Quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Vienna il 20 settembre 2012 (A.C. 1798) (ore 18,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1798: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Strasburgo l'8 novembre 2001; b) Terzo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Strasburgo il 10 novembre 2010; c) Quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Vienna il 20 settembre 2012.
(Discussione sulle linee generali – A.C. 1798)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Iolanda Di Stasio.
IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Grazie, Presidente.
Colleghi, prima di passare all'illustrazione dei Protocolli all'esame della nostra Commissione ricordo brevemente che la Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 costituisce una delle principali basi legali nel campo dell'estradizione, cioè del procedimento con cui uno Stato provvede alla consegna forzata di un individuo ricercato da un altro Stato ai fini del perseguimento penale o dell'esecuzione di una pena detentiva. Il campo di applicazione della Convenzione riguarda tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa, oltre ad Israele, Sudafrica e Corea del Sud. La Convenzione rappresenta uno dei primi trattati internazionali a disciplinare la procedura di estradizione a livello multilaterale.
A metà del 2000 la collaborazione sempre più stretta nel campo del perseguimento dei reati, in particolare in ambito europeo, ha spinto il Consiglio d'Europa a modernizzare i propri strumenti in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria. Il Comitato europeo per i problemi criminali (cosiddetto CDPC) ha così incaricato il comitato di esperti sul funzionamento delle Convenzioni europee sulla cooperazione in materia penale di elaborare due nuovi protocolli addizionali alla Convenzione. Nell'ottobre 2009 e nel giugno 2011 il CDPC ha approvato il testo dei protocolli e del relativo rapporto esplicativo. Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha adottato il Terzo Protocollo addizionale il 7 luglio 2010 e il Quarto Protocollo addizionale il 13 giugno 2012, aprendoli alla firma degli Stati membri della Convenzione, rispettivamente il 10 novembre 2010 e il 20 settembre 2012.
Il Terzo Protocollo addizionale è entrato in vigore il 1° maggio 2012, mentre il Quarto Protocollo addizionale è entrato in vigore il 1° giugno 2014. Il nostro Paese ha sottoscritto entrambi i Protocolli il 23 gennaio 2013. I due nuovi Protocolli addizionali sono intesi a semplificare e accelerare la procedura di estradizione: il Terzo Protocollo del 10 novembre 2010 crea le basi legali che accelerano e semplificano la procedura di estradizione; il Quarto Protocollo addizionale del 20 settembre 2012 modifica e completa alcune disposizioni della Convenzione. In particolare, il Quarto Protocollo addizionale razionalizza i termini o ne introduce di nuovi, ed inoltre prevede anche la possibilità, a determinate condizioni, di trasmettere la domanda e gli atti di estradizione per via elettronica, nell'articolo 6. Tutto ciò facilita il lavoro delle autorità coinvolte e aumenta la probabilità che gli atti di estradizione vengano consegnati entro i termini. I Protocolli addizionali contengono regolamentazioni che in larga misura sono già previste dal diritto nazionale, e pertanto non comportano la necessità di adeguamenti legislativi.
Poiché la Convenzione del 1959 non rispondeva più alle mutate esigenze imposte dalle forme moderne di criminalità, nel 1995 il comitato di esperti del Consiglio d'Europa, incaricato di esaminare regolarmente il funzionamento e l'applicazione degli strumenti penali europei, giunse alla conclusione che occorreva elaborare un Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione, per risolvere i problemi esistenti in materia di assistenza giudiziaria. Il 19 settembre 2001 il Comitato dei ministri ha adottato questo nuovo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, aprendolo alla firma. Esso è entrato in vigore il 1° febbraio 2004, e l'Italia ha firmato il Protocollo il 23 gennaio 2013.
Dal punto di vista formale, il Secondo Protocollo addizionale è suddiviso in tre capitoli, mentre dal punto di vista materiale, esso non modifica il tenore della Convenzione del 1959. La relazione sottolinea che già altri Stati parti, ad esempio la Svizzera, hanno presentato un'analoga dichiarazione, che sembra coerente con l'imposizione contenuta nel citato decreto legislativo di riforma del Libro XI del codice di procedura penale.
Con riguardo al Quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, la relazione menziona l'apposizione di una riserva relativa alle nuove disposizioni in materia di prescrizione dei reati, che consenta al nostro Paese di far valere le proprie norme interne in materia di prescrizione del reato e della pena nelle procedure passive di estradizione. La relazione illustra altresì la ratio di apporre una riserva, intesa a salvaguardare i poteri del Ministro della Giustizia posti a salvaguardia della sovranità, della sicurezza o di altri interessi essenziali dello Stato, nonché a ritagliare un'area di riserva in materia di rischio che il soggetto in transito possa essere esposto a trattamenti inumani, degradanti o comunque ad atti che violino uno dei diritti fondamentali della persona, ovvero che sia punito nel Paese di destinazione con la pena di morte.
L'articolo 4, comma 1, del disegno di legge prevede che le consegne sorvegliate siano regolate dal decreto legislativo n. 52 del 2017, di attuazione della Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea.
Raccomando pertanto una rapida approvazione del provvedimento, che riguarda la ratifica di strumenti internazionali diretti a migliorare la capacità del nostro Stato di reagire contro la criminalità transfrontaliera alla luce delle evoluzioni politiche e sociali in Europa, ed attivando ulteriori sinergie sia in fase di indagine che in ambito processuale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, sottosegretaria Pesce, che si riserva di farlo nel prosieguo del dibattito.
Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
(Esame degli articoli - A.C. 1798)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1798)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Libere e Uguali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Il provvedimento all'esame è particolarmente importante, in quanto volto a velocizzare gli strumenti di estradizione e a combattere la criminalità transnazionale e transfrontaliera. La collaborazione sempre più stretta per il perseguimento dei reati, soprattutto in ambito europeo, ha spinto, negli ultimi anni, il Consiglio d'Europa ad innovare i propri strumenti in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria. L'esigenza di rafforzare l'azione di contrasto della criminalità a carattere transnazionale è particolarmente attuale nelle zone di confine delle regioni nord-orientali del Paese, in particolare dei Paesi balcanici, anche non appartenenti all'area dell'Unione europea.
Gli strumenti di ratifica all'esame mirano, quindi, a rafforzare la collaborazione e l'assistenza giudiziaria, con ricadute positive, anche grazie al potenziamento della collaborazione tra le forze dell'ordine a livello transfrontaliero. Il provvedimento contiene, infatti, una serie di strumenti di cooperazione internazionale, diretti a migliorare la capacità degli Stati nell'azione di contrasto della criminalità a carattere sovranazionale, alla luce delle evoluzioni politiche e sociali in Europa e dei progressi tecnologici intervenuti a livello globale, rafforzando i meccanismi di cooperazione e assistenza giudiziaria, mediante l'attivazione di ulteriori sinergie, sia in fase di indagine che in ambito processuale.
Per tali ragioni, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.
FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà a favore del provvedimento in esame, perché consente di modernizzare gli strumenti esistenti in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria, sulla base delle indicazioni date dal Consiglio d'Europa agli Stati membri. In particolare, a quelli precedenti sono stati aggiunti due altri Protocolli, come si è detto, il terzo e il quarto, che mirano a questo scopo.
Vorrei ricordare che stiamo parlando di una materia di notevole delicatezza e importanza sul piano della cooperazione giudiziaria che, tuttavia, aveva bisogno di una manutenzione approfondita e di un adeguamento dei tempi.
Il Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, infatti, risale al 20 aprile del 1959 ed è stato, come è stato detto, il primo strumento internazionale di codifica delle norme di assistenza giudiziaria.
Dobbiamo tenere presente che la criminalità, soprattutto quella transfrontaliera, cambia velocemente le forme della sua organizzazione e del suo operato, sicché una costante e altrettanto attenta revisione delle normative di controllo e di repressione è fondamentale.
Così, il Terzo Protocollo, del 10 novembre 2010 si è reso necessario per definire un quadro giuridico semplificato che permetta di accelerare le estradizioni.
Il Quarto Protocollo addizionale, del 20 settembre 2012, compie, a sua volta, un'opera di razionalizzazione dei termini e ammette l'uso della strumentazione elettronica, con evidente beneficio per la celerità del procedimento.
Il nostro voto favorevole tiene conto di queste esigenze generali di adeguamento delle normative giudiziarie di repressione della criminalità internazionale e di adeguamento degli strumenti necessari per operare in modo efficace in tal senso. Questo può accadere tanto meglio se si considerano con attenzione e sensibilità i cambiamenti politici ed istituzionali avvenuti nel mondo, e in particolare in Europa, e se si attivano tutte le possibili sinergie per favorire lo svolgimento di processi rapidi e chiari nel loro esito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.
EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questa ratifica vuole migliorare la capacità degli Stati di reagire contro la criminalità transfrontaliera, potenziando gli strumenti di cooperazione internazionale nel contrasto ai fenomeni penalmente rilevanti. È proprio in un settore così importante, come quello del perseguimento dei reati, che la cooperazione tra gli Stati dovrebbe farsi sentire; almeno qui si dovrebbe vedere la tanto elogiata solidarietà di cui si parla nella comunità internazionale. Invece, evidentemente, questa solidarietà è purtroppo ancora un termine usato a sproposito, visto che ci sono molti latitanti che si godono la vita in giro per il mondo. Per questo, la Lega chiede un cambiamento reale e necessario, nel rispetto, anche, ma, soprattutto, dei familiari delle vittime che stanno aspettando giustizia fino dagli anni Settanta e Ottanta. I recenti fatti di cronaca hanno, infatti, posto in evidenza la necessità di migliorare le procedure di estradizione, in modo che funzionino in maniera rapida ed efficace. Per questa ragione, in particolare, vogliamo segnalare che il Terzo Protocollo, del 10 novembre 2010, pone le basi legali che accelerano e semplificano la procedura di estradizione. L'individuo arrestato può esser consegnato senza domanda e procedura formale di estradizione a uno Stato estero, a condizione che l'individuo stesso o lo Stato interessato acconsentano alla procedura semplificata. Si aggiunge, inoltre, che l'individuo in questione può anche rinunciare alla regola della specialità e acconsentire alla propria estradizione.
Le mutate esigenze poste dalle forme moderne di criminalità, alla luce delle evoluzioni politiche e sociali in Europa e dei progressi tecnologici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, rendono necessaria la rapida ratifica dei Protocolli allegati, in quanto vanno a integrare la Convenzione del 1959, laddove non riesce più a rispondere a queste nuove sfide. Faccio, allo stesso tempo, notare che i Protocolli addizionali contengono disposizioni che in gran parte sono già previste dal diritto nazionale e perciò non necessitano di adeguamenti legislativi specifici. Quello di oggi non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza.
Il gruppo della Lega-Salvini Premier voterà a favore, in quanto vengono introdotte misure di razionalizzazione e semplificazione della disciplina in ambito penale, garantendo l'assistenza giudiziaria tra Paesi membri del Consiglio d'Europa, con modalità e tempi atti a snellire le procedure di estradizione.
In particolare, siamo convinti della necessità di procedere con la ratifica di questi protocolli, visto che permetteranno l'introduzione di strumenti internazionali diretti a migliorare la capacità di reagire contro le nuove sfide poste dalla criminalità transfrontaliera.
Siamo fermamente convinti che questi delinquenti scappati all'estero se ne debbano tornare in Italia e scontare seriamente le loro pene. Ne siamo convinti, perché anche su questo tema ci ferma e si esprime la gente quando siamo in strada. Stiamo tra la gente nelle piazze, e ci chiede anche questo. Per questo siamo impegnati su diversi fronti e ci aspettiamo che sempre più Stati condividano la battaglia del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.
IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, molto brevemente, come ricordato già nella relazione, è importante l'approvazione di questo provvedimento, che comporta la ratifica di strumenti internazionali, migliorando così la capacità del nostro Stato di reagire e agire sulla criminalità attraverso l'utilizzo di progressi tecnologici mondiali, dando così una spinta decisa alla cooperazione tra Stati. È per questo motivo che il MoVimento 5 Stelle esprime voto favorevole al provvedimento.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1798)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1798:
"Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Strasburgo l'8 novembre 2001; b) Terzo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Strasburgo il 10 novembre 2010; c) Quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Vienna il 20 settembre 2012".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 13).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rosalba De Giorgi. Ne ha facoltà.
ROSALBA DE GIORGI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi…
PRESIDENTE. Un attimo soltanto, collega De Giorgi. Colleghi deputati, ricordo, in questo tradizionale momento dedicato agli interventi di fine seduta, che occorre fare silenzio e defluire in ordine, per chi non vuole ascoltarli, perché, altrimenti, i colleghi deputati non riescono a svolgere il proprio lavoro. Prego, a lei la parola. Ci provi, io l'assisterò.
ROSALBA DE GIORGI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, è riconosciuta come una delle eccellenze della sanità locale grazie all'impegno e alla competenza di personale medico ed infermieristico, a cui va anche il merito di riuscire ad ottimizzare le poche risorse a disposizione. Sto parlando del reparto di neonatologia e terapia intensiva dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, un reparto che mi permetto di definire un modello di efficienza, soprattutto…
PRESIDENTE. Colleghi, così non si può lavorare! Chiedo scusa, aspettiamo che si faccia silenzio, non abbiamo fretta, quindi, se i colleghi vogliono restare qui a lungo a farci compagnia…Colleghi, per cortesia, occorre osservare il silenzio necessario per far intervenire la deputata De Giorgi! Chi vuole parlare ha il pieno diritto di farlo, ma deve uscire dall'Aula! Si parla fuori dall'Aula, non si possono ascoltare 630 persone che parlano tra loro mentre una collega svolge il suo intervento. Colleghi, per cortesia! Deputato Lotti! Deputata, a lei la parola.
ROSALBA DE GIORGI (M5S). Posso ricominciare? Avevo appena iniziato.
PRESIDENTE. Prego.
ROSALBA DE GIORGI (M5S). È riconosciuta come una delle eccellenze della sanità locale grazie all'impegno e alla competenza di personale medico ed infermieristico, a cui va anche il merito di riuscire ad ottimizzare le poche risorse a disposizione. Sto parlando del reparto di neonatologia e terapia intensiva dell'ospedale SS. Annunziata, un reparto che mi permetto di definire un modello di efficienza, soprattutto dopo aver potuto constatare che il più delle volte è costretto ad operare in condizioni di emergenza, il tutto a causa di un numero insufficiente di pediatri. Sembrerà strano che il secondo punto nascita della Puglia possa lamentare la mancanza di specialisti, eppure è quanto sta accadendo da alcuni anni. A seguito della visita che ho effettuato la scorsa settimana nel nosocomio tarantino, ho appreso che quel reparto, sulla cui importanza è inutile che spenda parole, può contare solo sette pediatri, quando invece ne servirebbero almeno il doppio. In altre parole, i medici che prestano servizio sono costretti a turnazioni tutt'altro che agevoli, con le intuibili conseguenze che una simile situazione può comportare. La necessità di incrementare il numero dei pediatri, al fine di evitare che le emergenze diventino la regola, si rivela ineludibile, soprattutto se si pensa che gli altri due punti nascita della provincia, quelli di Castellaneta e di Martina Franca, non se la passano meglio. Anzi, il primo rischia di chiudere da un momento all'altro per motivi legati alla carenza di organico, il secondo invece arranca. Probabilmente il problema della mancanza di personale medico per questi delicatissimi reparti potrebbe essere superato senza attendere l'espletamento di concorsi per la specializzazione in pediatria, magari attraverso un percorso formativo che verrebbe svolto in loco, all'interno degli ospedali interessati. Secondo gli addetti ai lavori si tratterebbe di una soluzione ottimale, di cui beneficerebbe in modo tangibile anche l'utenza. E secondo noi, penso che una riflessione sull'argomento cominci a diventare necessaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, 45 anni fa, il 28 maggio del 1974, alle 10 e 12 minuti di mattina, in Piazza della Loggia, a Brescia, una bomba fascista faceva 8 morti e 100 feriti nel corso di una manifestazione sindacale. Ci sono voluti 43 anni di inchieste giudiziarie e di processi, ma una verità giudiziaria c'è, magari una verità parziale: sono stati definitivamente condannati per quella strage Carlo Maria Maggi, capo di Ordine Nuovo nel Veneto, all'epoca, e Maurizio Tramonte, sempre membro di Ordine Nuovo, organizzazione neofascista veneta, e nello stesso tempo informatore dei nostri servizi segreti. Rivolgiamo ancora oggi, a 45 anni di distanza, il nostro pensiero a chi in quella strage fascista è perito.
Il nostro abbraccio fraterno al nostro collega Alfredo Bazoli (Applausi), la cui madre fu uccisa in quella strage. Noi non dimenticheremo mai quegli anni di strategia della tensione di matrice fascista, quei tentativi di sovvertire l'ordine costituzionale di questo Paese.
Ci facciamo interpreti dei sentimenti della nazione che ha rifiutato quella violenza, quell'ideologia e quei tentativi. Terremo sempre alta la guardia contro chi vorrebbe sovvertire l'ordine democratico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, grazie. Approfittiamo di questi interventi di fine seduta, anche come Fratelli d'Italia, per omaggiare grandi italiani, e oggi è sicuramente il giorno di omaggiare Giacomo Leopardi. «Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude». Oggi ricordiamo i 200 anni dalla pubblicazione della meravigliosa lirica de L'Infinito di Giacomo Leopardi, e con essa anche il grande genio, poeta e filosofo italiano, a cui tutta la filosofia europea del Novecento deve molto, dal senso del nichilismo al divenire, fuori da quegli stereotipi e luoghi comuni che lo vedevano come cantore del pessimismo. Il filosofo Emanuele Severino ha accostato la straordinaria forza filosofica del pensiero poetante di Leopardi a quella dei grandi maestri del pensiero.
Leopardi ha affrontato le questioni, la verità, l'essere e il nulla, per giungere a un linguaggio in cui la poesia diviene forma suprema della filosofia; allo stesso tempo, egli ha posto anticipatamente le basi di quella diagnosi del malessere della società occidentale che sarà poi continuata da Nietzsche e da Heidegger.
Leopardi è stato contraddistinto da un'intima coerenza umana e intellettuale, e da una tragica grandezza. Come scrisse Lavia, riusciamo a immaginare il mondo senza Giacomo Leopardi? Sarebbe più povero, indigente. Eppure, il poeta apre voragini infinite, sprofondamenti abissali, abissi in cui si cade verso l'alto, naufragi del pensiero.
Ricordiamo oggi Giacomo Leopardi, un grande italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Voglio qui evidenziare un episodio che, a mio parere, merita un approfondimento anche da parte delle forze del Governo e della maggioranza. Nel corso di una recente operazione di Polizia vi sono stati tre arresti di persone legate ad ambienti anarchici, sospettate dagli inquirenti di essere gli autori di intimidazioni e minacce, per fortuna non andate al fine macabro che si prefiggevano, all'indirizzo di alcuni magistrati di Torino e all'ex capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, mediante dei pacchi bomba.
Nel plauso che facciamo agli operatori della Polizia penitenziaria e di Stato che sono intervenuti insieme agli inquirenti, vorrei però ricordare una cosa che, a mio giudizio, è singolare: l'ex capo del DAP Santi Consolo, il giorno stesso in cui è stato rimosso dall'incarico, ha avuto la revoca della sua scorta. È del tutto evidente che è una figura così delicata. Vi sono stati altri capi dipartimento che per un periodo non breve hanno mantenuto la protezione a seguito, ovviamente, di questo tipo di intervento così rilevante che è quello dell'amministrazione penitenziaria: mi chiedo come mai proprio il capo del Dipartimento, che poi è stato accertato essere vittima anche di una minaccia individuale da parte di alcuni gruppi – e chissà, magari anche di altri – abbia subìto questo tipo di trattamento da parte dell'amministrazione.
Lo chiedo con pacatezza, ma ritengo che sia un argomento che non può essere sottovalutato, ai fini di difendere l'integrità e la capacità che ha mostrato un magistrato di lungo corso come Santi Consolo nell'assolvere una funzione strategica per il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 29 maggio 2019 - Ore 10,30:
(ore 10,30 e ore 16)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria. (C. 1816-A)
Relatrice: NESCI.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 18,50.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 i deputati Verini, Acquaroli, Giacomoni, De Martini e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 7 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato Potenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Moz. Baldelli e a. 1-00013 u.n.f. | 476 | 476 | 0 | 239 | 476 | 0 | 72 | Appr. |
2 | Nominale | Pdl 1797 - articolo 1 | 477 | 477 | 0 | 239 | 477 | 0 | 69 | Appr. |
3 | Nominale | articolo 2 | 471 | 471 | 0 | 236 | 470 | 1 | 69 | Appr. |
4 | Nominale | articolo 3 | 472 | 472 | 0 | 237 | 472 | 0 | 69 | Appr. |
5 | Nominale | articolo 4 | 483 | 483 | 0 | 242 | 483 | 0 | 68 | Appr. |
6 | Nominale | Pdl 1797 - voto finale | 480 | 480 | 0 | 241 | 480 | 0 | 67 | Appr. |
7 | Nominale | Pdl 1798 - articolo 1 | 480 | 480 | 0 | 241 | 479 | 1 | 65 | Appr. |
8 | Nominale | articolo 2 | 479 | 479 | 0 | 240 | 479 | 0 | 65 | Appr. |
9 | Nominale | articolo 3 | 479 | 478 | 1 | 240 | 478 | 0 | 65 | Appr. |
10 | Nominale | articolo 4 | 482 | 482 | 0 | 242 | 482 | 0 | 65 | Appr. |
11 | Nominale | articolo 5 | 482 | 482 | 0 | 242 | 482 | 0 | 65 | Appr. |
12 | Nominale | articolo 6 | 481 | 481 | 0 | 241 | 481 | 0 | 65 | Appr. |
13 | Nominale | Pdl 1798 - voto finale | 471 | 471 | 0 | 236 | 471 | 0 | 65 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.