Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 1 luglio 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    al fine di tutelare i diritti dei pazienti oncologici, «Salute Donna» onlus e le associazioni sostenitrici hanno promosso nel Parlamento italiano la formazione dell'intergruppo «Insieme per un impegno contro il cancro», composto da parlamentari di tutti i gruppi impegnati a promuovere la lotta al cancro come una priorità della politica sanitaria nazionale e a orientare in tal senso la legislazione;

    secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità il cancro è la principale malattia a livello mondiale con 14,2 milioni di nuovi casi nel 2012 e una proiezione di oltre 21,6 milioni nel 2030;

    in Italia, a causa di fattori culturali, socio-economici e ambientali, ci sono delle disparità nell'esposizione ai fattori di rischio e nell'accesso agli screening per la prevenzione oncologica, alla diagnosi precoce e alla cura;

    tenendo presente i notevoli avanzamenti terapeutici degli ultimi anni, si assiste ad una difficoltà di accesso ad essi per questioni legate soprattutto alla sostenibilità del sistema e all'eccessiva frammentazione delle decisioni a livello territoriale;

    secondo il rapporto Aiom/Airtum sono 369.000 i nuovi casi di cancro stimati nel 2017 (192.000 fra i maschi e 177.000 fra le femmine); le 5 neoplasie più frequenti nel 2017 nella popolazione sono quelle del colon-retto (53.000 nuovi casi), del seno (51.000), del polmone (41.800), della prostata (34.800) e della vescica (27.000);

    in Italia vivono oltre 3.300.000 malati di cancro, il 5 per cento circa dell'intera popolazione italiana. La sopravvivenza cresce ogni anno e oggi oltre il 60 per cento ha una sopravvivenza a 5 anni;

    i tumori pediatrici, pur rappresentando solo l'1-2 per cento di tutti i tumori con un'incidenza pari a circa 180 nuovi casi/milione di soggetti <14 anni, costituiscono la seconda causa di morte, dopo i traumi, nella fascia di età inferiore ai 18 anni. La sopravvivenza dei tumori pediatrici sfiora l'80 per cento e si stima che vivano in Italia oltre 30.000 persone che abbiano avuto una diagnosi di tumore infantile da oltre 5 anni;

    nonostante il settore dell'oncoematologia pediatrica sia piccolo, è estremamente complesso e copre almeno 60 diversi tipi di cancro in una popolazione che va dai neonati agli adolescenti, e perfino di più se si considerano i biomarcatori;

    la crisi economica globale ostacola la capacità di diversi Stati membri dell'Unione europea di migliorare il proprio sistema sanitario per offrire i trattamenti standard ai giovani con il cancro e un accesso non limitato ad alcuni farmaci essenziali, se pur costosi;

    secondo quanto riportato nell'ottava edizione del volume «I numeri del cancro in Italia» pubblicato nel 2018, a seguito della collaborazione tra Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ed Airtum (Associazione italiana dei registri tumori), nel 2018 i dati riportati relativi all'incidenza di tumori in Italia parlano di 373.000 nuovi casi diagnosticati. La mortalità relativa all'anno 2015 è stata di 178.000 decessi;

    secondo la pubblicazione, «i dati relativi ai trend temporali di questi indici, standardizzati per età (calcolati al netto dell'invecchiamento della popolazione) indicano una diminuita incidenza di tumori, pur in presenza di un miglioramento delle capacità diagnostiche. Questo è vero, in particolare, per le neoplasie del tratto gastro-intestinale. Tale andamento positivo è certamente da ascrivere alle campagne di screening e prevenzione messe in atto dal servizio sanitario nazionale, che pertanto devono essere mantenute ed implementate»;

    tuttavia, in Italia ci sono notevoli disparità di trattamento dovute alle diverse gestioni all'interno delle singole regioni, che determinano tempi e qualità della prestazione profondamente diversi: le differenze che si osservano sono la spia di un deficit assistenziale nelle regioni meridionali che si aggiunge alla minore speranza di vita generale, che pure si osserva nelle regioni del Sud quale epifenomeno delle condizioni di maggiore svantaggio socio-economico di quest'area;

    inoltre, secondo quanto riportato nella pubblicazione, il settore oncologico, soprattutto sul versante diagnostico e terapeutico, ha dei costi «insostenibili»;

    la prevenzione è un aspetto fondamentale che richiede strategie di comunicazione condivise e capaci di convincere la popolazione ad affrontare con responsabilità gli screening oncologici offerti dai livelli essenziali di assistenza;

    gli stili di vita hanno in questa prospettiva un'importanza fondamentale e, in questo senso, sono necessarie politiche rivolte alla promozione della dieta mediterranea, dell'attività fisica e alla lotta contro il fumo e l'alcool e gli altri fattori di rischio;

    il documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro 2011-2013 (piano oncologico nazionale) rappresenta, sicuramente, un contributo apprezzabile a livello tecnico-programmatico, che, oltre a descrivere l'epidemiologia delle patologie neoplastiche in Italia, ha indicato le azioni programmatiche da intraprendere per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie oncologiche, alla luce delle più moderne conoscenze;

    un limite assai rilevante del piano 2011-2013 è stato quello di non avere fissato, per ciascuna azione programmata, o almeno per quelle di maggiore impatto, obiettivi misurabili attraverso predefiniti indicatori, che le regioni avrebbero dovuto raggiungere,

impegna il Governo:

1) a realizzare il nuovo Libro bianco per il cancro, una linea di azione complessiva che riguardi la prevenzione, la programmazione sanitaria, l'innovazione e l'accesso alle terapie, la diagnostica e l'accesso ad un appropriato percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (Pdta), la presa in carico del paziente nel post-acuto, la terapia del dolore, nuovi modelli di finanziamento della ricerca, il ruolo del ricercatore, la rete delle associazioni, la formazione del medico, l'assistenza domiciliare con il coinvolgimento delle società scientifiche interessate, del Parlamento, delle università, degli istituti di ricerca, dei Ministeri interessati, dell'Istituto superiore di sanità, delle regioni, delle associazioni dei pazienti;

2) ad adottare iniziative volte a garantire l'adozione di un nuovo piano oncologico basato sulla centralità del paziente e del suo percorso terapeutico, in cui sia inserito un sistema di indicatori delle performance a livello regionale;

3) ad adottare iniziative per realizzare un sistema di indicatori di performance nazionale da inserire nel piano nazionale esiti, pubblicato ogni anno da Agenas, così da realizzare il Programma nazionale esiti del cancro;

4) a promuovere la medicina personalizzata e la medicina di genere, con particolare riferimento alla ricerca sulle terapie per le donne;

5) ad adottare iniziative per dare effettiva attuazione alla rete oncologica ed ematologica e al registro tumori nazionale, nonché individuare per l'età pediatrica centri di eccellenza distribuiti in modo omogeneo sul territorio nazionale in modo da garantire un'uniformità delle cure con riduzione della migrazione dei piccoli pazienti e delle loro famiglie;

6) ad adottare iniziative per aumentare l'accesso dei giovani pazienti a terapie nuove ed innovative, compreso un miglior referral dei pazienti in tutta Europa, introducendo l'analisi molecolare ed immunologica del tumore come standard sanitario, sia al momento della recidiva che al momento della diagnosi, per i pazienti con malattia ad alto rischio e resistente;

7) ad adottare iniziative per dare continuità al dialogo e al confronto tra le istituzioni sanitarie per favorire la messa a punto e l'adozione di protocolli diagnostico-terapeutici assistenziali per le diverse forme di cancro, prevedendo il coinvolgimento ed il contributo permanente delle associazioni dei pazienti di riferimento per specifica patologia neoplastica, stakeholder imprescindibili del percorso, e a garantire loro, per quanto di competenza, l'accesso permanente presso i tavoli istituzionali di riferimento nel campo dell'onco-ematologia;

8) a promuovere a livello territoriale l'approccio multidisciplinare e il lavoro di équipe con la presenza di diversi specialisti, con l'obiettivo di garantire e migliorare il benessere psicofisico del paziente oncologico ed onco-ematologico;

9) a favorire l'istituzione su base regionale del centro accoglienza e servizi, inizio del percorso diagnostico-terapeutico del paziente oncologico;

10) ad adottare iniziative per mantenere un adeguato e sostenibile finanziamento del fondo per i farmaci oncologici innovativi, per almeno 1 miliardo di euro ulteriore, migliorare la valutazione dei farmaci oncologici per adulti che sono destinati all'uso nella popolazione pediatrica, evitando esenzioni ingiustificate (che non consentono ad un farmaco per adulti di essere somministrato ai bambini, con le adeguate modifiche dovute all'età del paziente), nonché identificare target nei tumori pediatrici e sviluppare pertanto farmaci oncologici pediatrici specifici;

11) a favorire la diffusione e l'accesso ai test diagnostici molecolari che permettono di accedere a terapie target personalizzate, utilizzando in modo appropriato le risorse del servizio sanitario nazionale e distribuendole in modo omogeneo sul territorio nazionale;

12) ad adottare iniziative per velocizzare la realizzazione dello Human Technopole, che prevede tra l'altro la realizzazione di un centro diagnostico molecolare all'avanguardia, nonché l'accesso a strumenti di intelligenza artificiale ai fini della diagnostica e della ricerca avanzata;

13) a diffondere informazioni chiare e puntuali sulla ricerca clinica e a facilitare l'accesso agli studi clinici da parte dei pazienti oncologici e onco-ematologici, con l'obiettivo di favorire l'approvazione e la disponibilità tempestiva delle terapie più innovative;

14) ad adottare iniziative per riconoscere la psico-oncologia come professione sanitaria;

15) ad adoperarsi affinché si completi l'istituzione in tutta Italia delle «breast unit» che sarebbe dovuta avvenire entro il 2016 in base alla risoluzione del Parlamento europeo sul cancro al seno nell'Unione europea ampliata del 25 ottobre 2006;

16) a porre in essere campagne di comunicazione più efficaci per promuovere l'adesione agli screening oncologici garantiti dai livelli essenziali di assistenza;

17) a promuovere un nuovo piano di comunicazione per la prevenzione, come «Guadagnare Salute»;

18) ad adottare iniziative per contrastare il fenomeno delle fake news sul cancro e diffondere ai pazienti un'informazione certificata, alla luce delle conoscenze scientifiche validate a tutela della salute;

19) a promuovere un maggior coinvolgimento dei pediatri e dei medici di famiglia nella gestione delle problematiche dei lungo-sopravviventi, che manifestano problematiche più frequenti e peculiari rispetto alla popolazione generale;

20) ad adottare iniziative per garantire l'accesso alla terapia del dolore ai pazienti oncologici in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, anche promuovendo un numero adeguato di hospice in ogni regione italiana.
(1-00214) «Lorenzin, Toccafondi, Longo, Soverini, Colucci, Schullian».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i sindaci dei comuni di Bagno di Romagna, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, San Giustino, Città di Castello hanno espresso in questi giorni forte preoccupazione per la situazione di stallo che si è venuta a determinare in merito alle criticità della E 45 dopo che il professor Modena ha terminato le verifiche sul viadotto Puleto;

   gli amministratori locali ritenevano che il professor Modena si sarebbe impegnato, nel più breve tempo possibile, a verificare quanto necessario per permettere ad Anas di svolgere le opere di messa in sicurezza del viadotto nell'ottica della riapertura anche ai mezzi pesanti;

   i territori, le organizzazioni di categoria, sociali, ed economiche chiedono che vengano posti in essere il più rapidamente possibile gli interventi finalizzati al ripristino della viabilità, anche per i mezzi pesanti del viadotto Puleto, considerata la grave sofferenza per le imprese dovuta alla chiusura al traffico della suddetta arteria –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per consentire ad Anas di mettere in sicurezza quanto prima il viadotto Puleto per una rapida riapertura ai mezzi pesanti, indispensabile per un ritorno a una condizione di normalità per il tessuto socio-economico di tale comprensorio interessato dalla E 45.
(5-02399)


   MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   ogni anno, migliaia di ettari di territorio sono interessati da incendi boschivi. Nel decennio 2006-2015 sono stati percorsi da incendi più di 73.700 ettari di bosco all'anno, mentre negli ultimi 30 anni è andato perso il 12 per cento del patrimonio boschivo;

   nel 2017 quasi un terzo dell'intera superficie bruciata ha interessato i parchi e le aree di valore naturalistico e quelle incluse nella rete Natura 2000. Sono stati, infatti, 35.000 gli ettari bruciati che hanno interessato zone di protezione speciale, siti di interesse comunitario, parchi e aree protette, e il 2017 verrà ricordato, come lo furono il 2007 e il 1997, come un anno orribile per il patrimonio naturalistico italiano;

   gli incendi nel 2017 hanno coinvolto 87 siti di interesse comunitario (31 Sicilia, 24 Campania, 8 Calabria, 7 Puglia, 5 Lazio, 4 Liguria), 35 zone di protezione speciale (10 Sicilia, 6 Campania, 5 Calabria, 5 Lazio, 3 Puglia, 1 Liguria) e 45 Parchi e aree protette (12 Sicilia, 13 Campania, 5 Lazio, 4 Calabria, 4 Puglia, 1 Liguria), tra cui 9 Parchi nazionali, 15 Parchi regionali e 16 riserve naturali. Le regioni che hanno perso il patrimonio maggiore, in ettari bruciati, sono: la Sicilia, la Campania, la Calabria, la Puglia, il Lazio, la Liguria;

   sono state tante le aree protette, nazionali e regionali colpite: Cilento e Vallo di Diano, Gargano, Alta Murgia alla Majella, dalla Sila al Pollino al Gran Sasso passando per il Vesuvio e per la riserva dello Zingaro in Sicilia; sono troppe le aree di pregio finite in balia di ecocriminali e piromani, come denunciato da Legambiente;

   poi ci sono i casi limite come quello del Circeo dove in media ogni anno si verificano 17 incendi, molti dei quali di origine colposa. Come quello del 2011, quando il fuoco ha devastato 41 ettari di boschi e vegetazione tra Quarto Caldo, San Felice, e le dune di Sabaudia;

   l'estate 2019 è iniziata nel peggiore dei modi. Solo come esempio, il 26 giugno 2019 è avvenuto un nuovo incendio, il terzo in meno di 24 ore, che ha colpito la riserva di Torre Guaceto. Un rogo che ha interessato tre ettari di vegetazione della zona denominata «Macchia San Giovanni» a nord di Brindisi;

   la legge n. 353 del 2000 obbliga i comuni a censire annualmente i terreni percorsi dal fuoco, in modo da applicare i vincoli. Nei casi più gravi si configura il reato di «disastro ambientale» introdotto con la legge «Ecoreati»;

   sono affidate alle regioni la previsione, la prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi, allo Stato spetta il concorso alle attività di spegnimento con gli aerei antincendio;

   il 9 luglio 2018, i vigili del fuoco, carabinieri e Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno sottoscritto un protocollo per lo svolgimento delle attività antincendio boschivo a tutela delle aree protette statali, dei parchi nazionali e delle riserve naturali;

   il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, il 15 giugno 2019, una nota alle regioni «Campagna estiva antincendio boschivo 2019. Individuazione dei tempi di svolgimento e raccomandazioni per un più efficace contrasto agli incendi boschivi, e di interfaccia, nonché ai rischi conseguenti» –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se disponga di ulteriori elementi;

   se il Governo data l'origine «criminale» di molti incendi, non intenda promuovere un piano straordinario, con una adeguata dotazione di risorse umane e finanziarie, al fine di prevenire, spegnere e contrastare gli incendi dolosi in modo da tutelare e supportare i parchi nazionali;

   se il Governo sia in possesso – e nel caso se intenda renderli pubblici – di dati sullo stato di applicazione della legge n. 353 del 2000 e della nota del 15 giugno 2019 da parte delle regioni e degli enti locali.
(5-02401)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   è notizia degli scorsi mesi la vittoria in Cassazione degli eredi dell'avvocato Aldo Davanzali, proprietario e amministratore della compagnia aerea italiana Itavia, ai quali è stato confermato il diritto al risarcimento dei danni da parte dello Stato italiano, pari a 262 milioni di euro per il dissesto finanziario conseguente al noto disastro di Ustica dove, nel 1980, precipitò un Dc-9 con 81 persone a bordo;

   con tale sentenza la Corte di cassazione ha respinto i ricorsi del Ministero della difesa e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, accogliendo invece il ricorso della società che chiede un ulteriore risarcimento per i danni derivanti dapprima dalla sospensione e poi dalla cessazione definitiva dell'attività per insolvenza, con conseguente revoca delle concessioni di volo;

   alla fine degli anni Settanta fino alla tragedia di Ustica del 27 giugno 1980, la società Itavia, che ancora oggi si trova in amministrazione straordinaria, poteva contare su più di mille dipendenti fra impiegati, operai, tecnici e piloti, la maggioranza dei quali, in seguito alla sospensione di tutte le attività di volo, alla decadenza di tutti i servizi di linea e alla conseguente cessazione dell'attività per problemi economici, dopo sei mesi di cassa integrazione straordinaria persero il lavoro;

   così come i familiari delle vittime e gli eredi di Aldo Davanzali ancora oggi, a distanza di 39 anni dal drammatico evento, i dipendenti sopravvissuti e/o le loro famiglie, attendono giustizia per il danno subìto –:

   se, alla luce della sentenza della Corte di cassazione di cui in premessa, si intenda valutare l'adozione di iniziative di carattere normativo, volte a riconoscere il diritto al risarcimento anche nei confronti degli ex dipendenti – o degli eventuali eredi – della compagnia aerea Itavia.
(4-03220)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta orale:


   VILLANI, AMITRANO, DE LORENZO, DAVIDE AIELLO, PALLINI, GALLO, PROVENZA, NAPPI, SARLI, SPORTIELLO, DI STASIO, CASO, GRIMALDI, MAGLIONE, BUOMPANE, MANZO, DEL SESTO, GIOVANNI RUSSO, DI LAURO, DEL MONACO, IORIO, GIORDANO, MARAIA, BRUNO, IANARO, ADELIZZI, BILOTTI, DI SARNO, GUBITOSA, IOVINO e TRIPIEDI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra sabato e domenica 31 marzo 2019 nella chiesa cinquecentesca di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, a Napoli, è crollata la volta di sostegno del pavimento retrostante l'altare maggiore, provocando anche un cedimento che ha interessato la tomba di Maria D'Ayerba, co-fondatrice del vicino Ospedale degli Incurabili, di cui l'edificio religioso fa parte;

   l'edificio religioso fa parte del complesso ospedaliero degli Incurabili e appartenente alla Asl 1 e questo crollo rappresenta una ferita importante per il patrimonio storico, artistico e culturale della città di Napoli;

   tale crollo mette a rischio anche la farmacia storica confinante con la chiesa di Santa Maria del Popolo, in cui è presente l'originaria scaffalatura in noce intagliato, sulla quale, sono raccolti circa 400 preziosi vasi in maiolica dell'epoca, realizzati da Donato Massa, mentre sulle pareti è esposta una vasta raccolta di albarelli e idrie, che sono dei tipici contenitori da farmacia, decorati a chiaroscuro turchino;

   in base a quanto disposto dal decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42, «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137», lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente e istituto pubblico hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza;

   secondo le disposizioni della legge 25 marzo 1985, n. 121, «La Santa Sede e la Repubblica italiana, nel rispettivo ordine, collaborano per la tutela del patrimonio storico ed artistico»;

   in base a quanto disposto dal decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 2005 n. 78, il Ministero per i beni e le attività culturali e la Cei devono garantire la sicurezza e la tutela dei beni culturali mobili ed immobili di interesse religioso fruibili al pubblico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere, per il tramite della Soprintendenza e in accordo con la Cei e la regione, al fine di ripristinare la volta della chiesa di Santa Maria del Popolo;

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di mettere in sicurezza la farmacia storica confinante con la chiesa di Santa Maria del Popolo e garantire la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale napoletano.
(3-00834)


   IOVINO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   in assenza di un immediato intervento da parte della Soprintendenza archeologica, per le arti, il paesaggio per il comune di Napoli, il prossimo capolavoro artistico ed architettonico che probabilmente crollerà per incuria e abbandono nel nostro Bel Paese sarà la farmacia dell'Ospedale degli Incurabili di Napoli, una delle più antiche spezierie mediche d'Europa, una meraviglia costruita nel 1700 e conosciuta nel mondo per le stupefacenti volte affrescate;

   la farmacia appartiene al più antico complesso monumentale dell'Ospedale degli Incurabili costruito due secoli prima e di cui fa parte anche il Museo delle scienze e delle arti sanitarie, un altro gioiello unico al mondo, a metà tra scienza e arte e parte integrante della storia urbanistica ed artistica del capoluogo campano;

   qualcosa di simile alla storica farmacia, esiste a Londra e Parigi, sebbene gli storici dell'arte ritengano il laboratorio speziale di Napoli di maggior pregio artistico;

   nei giorni scorsi, i pazienti ricoverati nell'Ospedale degli Incurabili sono stati frettolosamente evacuati e trasferiti al vicino ospedale del Mare. Al loro dramma, si accompagna anche il disagio di alcune famiglie residenti nella zona che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, direttamente minacciate da un imminente crollo della suddetta struttura;

   dopo il primo cedimento di una parte del pavimento della Chiesa di Santa Maria del Popolo (posta all'interno del Complesso monumentale), i tecnici hanno scoperto che dovunque si sono aperte crepe larghe più di un centimetro: una vera e propria «rete di fessure» che rivela e segnala la gravissima sofferenza dell'intero sito;

   la sola speranza di riuscire a salvare la chiesa e la farmacia è rappresentata da interventi immediati: prima un puntellamelo dal basso per impedirne il collasso e poi l'avvio di massicci lavori di consolidamento delle opere architettoniche, in particolare delle volte incannucciate e degli archi stuccati della farmacia;

   il Commissario straordinario della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha assicurato che, dopo la chiusura dell'Ospedale degli Incurabili, provvederà al trasferimento delle opere d'arte e dei manufatti custoditi nella farmacia storica, piccola consolazione se la struttura dovesse crollare;

   già nel settembre 2018, il Corriere del Mezzogiorno aveva lanciato l'allarme sul fatto che lo scalone della Chiesa si stesse staccando dal corpo principale, evidente segnale che fosse in atto da tempo un «cinematismo», ovvero un lento e inesorabile processo di movimento e deformazione della struttura;

   l'apertura e l'allargamento delle crepe, gli scricchiolii, il movimento costante della struttura non lasciano dubbi sull'epilogo infausto di questa vicenda: la farmacia collasserà portandosi dietro centinaia di anni di storia e di meraviglie e la stessa sorte seguirà la chiesa di Santa Maria del Popolo;

   le istituzioni, la società civile e la collettività non possono assistere sgomenti e inermi al compimento di un disastro ampiamente annunciato da mesi come se si trattasse di un fatto ineluttabile, al pari di un evento atmosferico;

   appare evidente che gli interventi, le decisioni e le delibere a tutti i livelli, locale e centrale, debbano essere adottati il più rapidamente possibile per scongiurare che finisca miserabilmente in macerie un complesso monumentale posto sotto la tutela dell'Unesco –:

   quali stringenti iniziative di competenza intenda rapidamente assumere per realizzare i migliori interventi volti a evitare il collasso della farmacia e dell'intero complesso monumentale degli Incurabili di Napoli, rispettivamente del XVIII e del XVI secolo;

   se abbia già avviato i contatti con la Conferenza episcopale italiana per individuare, con la massima urgenza, modalità e tempistiche finalizzate agli interventi di restauro della chiesa di Santa Maria del Popolo.
(3-00835)

DIFESA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   come riportato dalle maggiori fonti giornalistiche, il Ministero della difesa ha provveduto alla sospensione dell'efficacia della direttiva che disciplinava per il personale delle Forze armate le situazioni di «eccesso ponderale»;

   dalla direttiva citata sono insorti effetti distorsivi, tra i quali, la reale possibilità che il personale in notevole sovrappeso possa perdere l'idoneità al servizio, con la conseguente perdita dello status di militare e – nei casi più gravi – anche del posto di lavoro;

   sembrerebbe che l'obiettivo già dichiarato dal Ministro sia quello di arrivare all'emanazione, da parte dello Stato maggiore della Difesa, di una normativa unica che possa indicare alle singole Forze armate i criteri da seguire per l'emanazione delle singole circolari;

   il tema dell'eccesso ponderale è tutt'oggi fermo, considerato che le singole circolari non sono state ancora emanate;

   a ciò si aggiunge che lo Stato Maggiore dell'Esercito, il 28 marzo 2019, avrebbe emanato l'ennesima circolare (protocollo M_DE24363 REG209 0027337) in merito alle procedure da adottare nella formulazione di decisioni sanitarie e giudizi medico-legali in tema di assenza dal servizio per malattia e di valutazione della idoneità al servizio militare per il personale delle forze armate;

   secondo quanto riportato nella circolare del comando sanità e veterinaria (reparto sanità) il giudizio di idoneità al servizio militare incondizionato si formula in presenza di condizioni psicofisiche che consentono di prestare servizio, sia in Patria sia fuori area, in assenza di infermità o in presenza di infermità compatibili con l'incarico ricoperto dal militare, tenendo conto dell'età, della categoria e del grado;

   da un monitoraggio effettuato è stato rilevato un incremento nel giudizio di «temporanea contro indicazione/inabilità all'effettuazione delle prove fisiche di efficienza operativa». Alla luce di questi elementi se il militare non è idoneo al servizio militare incondizionato nei casi di dubbia idoneità viene inviato immediatamente dal dirigente del servizio sanitario al giudizio del collegio medico;

   ad avviso degli interpellanti, lo scenario appena delineato suscita evidenti perplessità, poiché non si comprende se la circolare emanata dal comando sanità e veterinaria sia una conseguenza diretta della sospensione della circolare sul congedo per obesità, ma soprattutto su quali basi normative sia stata effettivamente redatta;

   alla luce di quanto appena rilevato i militari sottoposti ai controlli appena citati non solo rischiano il congedo, ma subiscono altresì gravi danni economici considerato che superati 45 giorni di convalescenza il militare transita in posizione di aspettativa e dopo 90 giorni in forza potenziale. In questo modo il militare subisce una decurtazione dello stipendio senza gravi patologie ma sulla base di una correlazione di interpretazioni mediche sanitarie e lunghe attese per visite specialistiche che portano di fatto il militare verso il congedo;

   ad avviso degli interpellanti, è necessario contemperare la garanzia di forma fisica e di esercizio fisico per il personale militare con l'esigenza di salvaguardare tutto il personale militare, in particolar modo, quei «veterani» che con più di venti anni di servizio rappresentano a tutti gli effetti un valore per il Corpo militare –:

   se il Ministro non ritenga opportuno adottare iniziative per procedere alla sospensione della circolare trasmessa ai dirigenti del servizio sanitario il 28 marzo 2019 citata in premessa, sulla base di quanto già stabilito in merito alla circolare relativa all'eccesso ponderale, al fine di sottoporre tutto il personale delle Forze armate alle medesime misure in linea con i principi indicati in più occasioni dal Ministro della difesa;

   se il Ministro sia a conoscenza del numero dei militari, suddivisi per categoria, sottoposti a lunghi periodi di convalescenza dal 2011 al 2019, al fine di verificare l'eventuale danno erariale per aver posto a riposo coatto e per lunghi periodi il personale militare in assenza di gravi patologie;

   se il Ministro sia conoscenza di quanti militari attualmente si trovino in convalescenza per eccesso ponderale;

   se il Ministro non ritenga necessario fornire gli opportuni chiarimenti in merito all'applicabilità delle direttive citate in premessa e se e come le stesse possano conciliarsi con la normativa attualmente in vigore in materia di diritti universali dell'uomo e di tutela della salute della persona.
(2-00438) «Paolo Russo, Maria Tripodi, Fascina, Bagnasco, Biancofiore, D'Ettore, Fasano, Fatuzzo, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli, Labriola, Mazzetti, Mulè, Napoli, Novelli, Palmieri, Pentangelo, Pettarin, Pittalis, Rotondi, Ruffino».

FAMIGLIA E DISABILITÀ

Interrogazione a risposta orale:


   BELLUCCI e FOTI. — Al Ministro per la famiglia e le disabilità, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   desta sgomento quanto emerso dall'indagine «Angeli e Demoni» che vede al centro la rete dei servizi sociali della Val D'Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini dalle famiglie, collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti e infliggendo ai piccoli impulsi elettrici per alterare lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari così da generare falsi ricordi di abusi sessuali;

   diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano (Reggio Emilia) Andrea Carletti, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una onlus di Torino, hanno messo in scena un film dell'orrore, caratterizzato anche da abusi e violenze sessuali, oltre che da un business da centinaia di migliaia di euro, e che per questo sono stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia;

   si tratta di un dramma che ricorda gli orrori della comunità Il Forteto e che aveva visto FdI richiedere fortemente una commissione d'inchiesta volta anche al monitoraggio puntuale delle case famiglie in materia di affido di minori e che, nonostante abbia visto la conclusione dell’iter di approvazione legislativo, è ancora drammaticamente dal mese di marzo 2019 in attesa di istituzione:

   tale Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità Il Forteto, approvata con legge n. 21 dell'8 marzo 2019, al comma 2 dell'articolo 2, peraltro, prevede che al fine di impedire il riprodursi del fenomeno di inadempimenti dei principi di tutela delle vittime di illegalità, nonché di evitare che quanto accaduto ne «Il Forteto» possa ripetersi, la Commissione ha inoltre il compito di formulare proposte in ordine: a) all'adozione di nuovi strumenti di controllo delle comunità alloggio presenti sul territorio nazionale; b) al potenziamento del sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell'affidamento familiare e, laddove siano emerse responsabilità e negligenze in capo ad essi, alle modalità con cui applicare gli opportuni provvedimenti sanzionatori;

   inoltre, dall'avvio della XVIII legislatura, i lavori condotti dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dall'Osservatorio nazionale sull'infanzia e l'adolescenza e dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia non sono stati ancora riattivati, generando, in questo modo, un evidente vulnus in merito ad attività di fondamentale importanza per la programmazione e il monitoraggio degli interventi necessari a contrastare la violenza nei confronti delle persone minori di età, nonché azioni cardine per la creazione di risposte tarate, quanto più, su bisogni ed esigenze specifiche –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano porre in essere per mettere fine a violenze inaccettabili a danno dei più piccoli, garantendo che simili drammatiche vicende non abbiano più a verificarsi e tutelando, con ogni mezzo, chi non ha altri strumenti per difendersi se non quelli forniti dagli adulti.
(3-00837)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in occasione dello sciopero nazionale del personale dell'amministrazione giudiziaria proclamato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil PA, che si è svolto in data 28 giugno 2019, tutte le attività di tribunale, procura, giudici di pace, ufficiali giudiziari, Uepe, hanno registrato uno «stop»;

   la situazione secondo quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali di categoria è drammatica con la mancata riqualificazione professionale dei lavoratori, l'impoverimento degli organici, il perdurare di sacche precariato;

   inoltre, soprattutto in alcune realtà, come ad esempio quella di Forlì, si registrano gravissime carenze di personale che andranno purtroppo ad accentuarsi nell'immediato breve e medio periodo, ponendo a serio rischio la funzionalità degli uffici giudiziari;

   le interlocuzioni con il Ministro nel corso di questo anno sono state, ad avviso dell'interrogante, del tutto infruttuose, nonostante siano state avanzate proposte concrete come un nuovo piano di assunzioni e la valorizzazione del personale in servizio sulla base degli accordi siglati nel 2017 –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo rispetto alla piattaforma rivendicativa presentata dalle organizzazioni sindacali e quali iniziative di competenza intenda assumere, in particolare per gli uffici giudiziari delle province di Forlì-Cesena, di Ravenna e di Rimini per rafforzarne gli organici e assicurarne la piena funzionalità.
(5-02398)

Interrogazione a risposta scritta:


   SILLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il caldo soffocante, le temperature altissime, l'aria irrespirabile, l'impianto di condizionamento a scarto ridotto – a causa di in vecchio guasto – ha spinto i vertici del tribunale di Prato il 27 giugno 2019 a firmare la disposizione di sgombero, garantendo solo le attività urgenti che non possono essere rinviate;

   la decisione, comunicata anche all'Ordine degli avvocati, è stata presa durante la conferenza permanente che ha riunito i soggetti preposti alla sicurezza e alla manutenzione del palazzo di giustizia;

   lo sgombero, seppur momentaneo, dei dipendenti è una soluzione sì clamorosa ma tampone; ne serve un'altra in grado di ripristinare la salubrità dei luoghi di lavoro e sarebbe già stata individuata da tempo: il noleggio di un motore, anche ausiliario, che faccia ripartire l'impianto di condizionamento;

   lo «scoglio» da superare in questo caso è nel Ministero della giustizia, che deve autorizzare le spese; se ciò avvenisse in tempi brevissimi si dovrà comunque aspettare almeno metà luglio 2019 per vedere in funzione il nuovo motore;

   attualmente per la ristrutturazione del palazzo di giustizia di Prato che ha 37 anni – relativamente recente ma in un totale stato di abbandono – ci sono due finanziamenti: uno da 1 milione e 300 mila euro per la messa a norma dell'edificio e il rilascio della certificazione antincendio, un altro da 350 mila euro per il sistema antintrusione, fondi fermi in attesa che la burocrazia faccia il suo corso;

   recentemente è stato approvato il cosiddetto decreto «Sblocca cantieri», che prevede, tra l'altro, misure urgenti per la semplificazione dell'attività edilizia in generale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire agli operatori del tribunale e ai cittadini di Prato l'amministrazione della giustizia;

   se non ritenga di adottare iniziative affinché, anche in virtù delle nuove disposizioni normative, siano utilizzati urgentemente i due finanziamenti già in essere, eventualmente stanziando nuove risorse necessarie per risolvere il problema in maniera definitiva.
(4-03218)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAITA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le organizzazioni sindacali di categoria hanno evidenziato come in presenza delle prime ondate di calore della stagione estiva si siano registrate criticità sul trasporto ferroviario in Liguria;

   è accaduto nella giornata del 26 giugno 2019 ai treni Intercity 674 (Livorno-Milano) e 510 (Salerno-Torino Porta Nuova) e anche per altre linee regionali;

   il materiale rotabile vetusto e non adeguatamente manutenuto con il caldo registra guasti e provoca malfunzionamenti agli impianti, facendo saltare corse dei convogli;

   sicuramente l'età delle carrozze è la causa principale dei guasti e anche se «revampizzato» suddetto materiale rimane vecchio e inadeguato;

   da tempo, Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti della Liguria chiedono che, in base al contratto di servizio, vengano forniti agli utenti nuovi convogli, perché pendolari e turisti viaggino in condizioni dignitose e con standard qualitativamente migliori –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, con celerità, affinché Trenitalia rispetti il contratto di servizio e assicuri per la Liguria e la sua utenza materiale rotabile rinnovato.
(5-02397)

INTERNO

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   circola in rete un'immagine della fotosegnalazione della comandante della Sea Watch Carola Rackete effettuata poco dopo il suo arresto, presumibilmente presso l’hotspot di Lampedusa;

   nella foto di cui circolano due versioni – una ritagliata e una che ritrae anche un agente della polizia – si vede Carola Rackete, in stato di arresto, seduta su una sedia durante i rilievi dattiloscopici;

   la foto è stata diffusa molto velocemente sul social network russo Vk e rilanciata anche da soggetti inneggianti all'ideologia fascista e nazista, oltre che da agenzie di stampa nella versione ritagliata in cui non si vede l'agente di polizia;

   si ritiene gravissimo il fatto che sia stato possibile scattare la foto e che la stessa sia stata diffusa, con il probabile effetto di istigare all'odio e alla violenza in rete contro Carola Rackete;

   si ritiene, altresì, pericoloso per l'incolumità degli agenti di polizia far circolare foto che li ritraggono;

   tale immagine e la sua diffusione ledono alcuni princìpi di diritto fondamentali del nostro ordinamento, l'articolo 27 e l'articolo 13, quarto comma, della Costituzione, l'articolo 114, comma 6-bis, del codice di procedura penale che disciplina «il divieto di pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica», nonché l'articolo 42-bis dell'ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975) che prevede sanzioni a carico di chi non adotti «le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità, nonché per evitare ad essi inutili disagi»;

   si ritengono altresì violate le norme vigenti che individuano alcuni parametri entro cui assicurare il rispetto di diritti e le libertà fondamentali protetti dall'articolo 2 della Costituzione, quali la riservatezza, l'identità personale e il diritto alla protezione dei dati personali –:

   se esistano motivi di difesa o di sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione di reati che giustifichino lo scatto e la diffusione della fotografia e, in caso negativo, quali iniziative di competenza intenda adottare per individuare l'autore della fotografia e della sua diffusione in rete;

   se non ritengano urgente, nell'attesa dell'accertamento da parte delle autorità competenti dell'eventuale avvenuta violazione delle norme esposte in premessa, adottare ogni iniziativa di competenza per rimuovere la foto per il rispetto della dignità e dei diritti di Carola Rackete in quanto persona privata della libertà e promuovere le opportune misure per la tutela della sicurezza degli agenti.
(2-00437) «Morani, Miceli, Paita, Enrico Borghi».

Interrogazione a risposta orale:


   LOSACCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportato anche dai mezzi di informazione su scala nazionale il sindaco di Mola di Bari, Giuseppe Colonna, risulta essere stato oggetto di minacce a mezzo social network;

   l'autore del messaggio minatorio sui social, in maniera inquietante, ha prospettato al sindaco «due proiettili da conficcargli nella ginocchia»;

   è stato lo stesso sindaco a denunciare l'episodio e a sporgere querela presso i carabinieri;

   sono stati moltissimi gli attestati di solidarietà nei confronti del sindaco che deve essere messo nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro –:

   se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire la massima sicurezza al sindaco della città di Mola di Bari.
(3-00836)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FIANO, ROTTA, MORANI, PEZZOPANE, ENRICO BORGHI, SCHIRÒ, ANDREA ROMANO, CENNI, PINI, RACITI, CARNEVALI, VISCOMI, VAZIO, RIZZO NERVO, MICELI, DE LUCA e ROSSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da alcune ore circolano su Internet alcune foto che ritraggono la comandante della nave Sea watch 3, Carola Rackete, arrestata tra il 29 e 30 giugno successivamente all'attracco al porto di Lampedusa, negli istanti che sembrerebbero precedere la foto-segnalazione da parte della polizia;

   in una delle foto che la ritraggono, infatti, compare anche l'immagine di un agente della polizia di Stato, che sembrerebbe presumibilmente intento allo svolgimento delle attività materiali che precedono lo scatto della foto segnaletica;

   dalla foto pubblicata sembrerebbe peraltro che essa sia stata originariamente pubblicata sul sito http://m.vk.com, un sito fondato nel 2006 dal programmatore russo Pavel Durov, originariamente pensato come social per gli studenti russi, e oggi utilizzato da oltre 400 milioni di utenti in Russia e Paesi vicini come Kazakistan, Ucraina, Bielorussia e altri stati ex-sovietici, collocandosi al 4° posto tra i social più usati al mondo;

   qualora l'autenticità della foto venisse confermata, escludendosi la possibilità di un foto-montaggio, i fatti riportati sarebbero di una gravità inaudita, in quanto lesivi della dignità e del diritto alla riservatezza di una persona che si trova in stato di fermo;

   del resto lo stesso articolo 27 della Costituzione italiana prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, mentre nel nostro ordinamento il comma 6-bis dell'articolo 114 del Codice di procedura penale ha introdotto il divieto di pubblicazione dell'immagine di una persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi, ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica, proprio a garanzia della dignità di tutte le persone anche se imputate o condannate per un qualche reato;

   lo stato di fermo della capitana della Sea Watch non autorizza dunque in alcun modo l'assunzione di foto diverse da quella segnaletica né tantomeno la diffusione delle stesse, che appare illegittima e lesiva della dignità e dei diritti fondamentali di qualunque essere umano –:

   qualora venisse confermata l'autenticità delle fotografie diffuse, quali iniziative di competenza intenda assumere per chiarire, nel più breve tempo possibile, chi siano i responsabili degli scatti e della diffusione degli stessi;

   quali iniziative urgenti intenda adottare per tutelare adeguatamente la dignità umana del capitano in stato di fermo ed evitare il ripetersi di fatti analoghi.
(5-02402)

Interrogazione a risposta scritta:


   NESCI, PARENTELA, SAPIA, MAMMÌ, BARBUTO, D'IPPOLITO, ORRICO, NAPPI e MISITI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-17380, del 19 luglio 2017 e rimasta senza risposta, veniva riportato il contenuto di un articolo pubblicato il 26 luglio 2016 dal «Quotidiano del Sud», firmato dal giornalista Guido Scarpino, a proposito della situazione emersa nel comune di Fuscaldo (CS), definita «pericolosa», e caratterizzata dalla presenza di «politici di peso», «soci in affari di uomini che rappresentano pezzi autorevoli di famiglie della ’ndrangheta»;

   in un altro articolo pubblicato in versione digitale il 5 novembre 2018 dallo stesso «Quotidiano del Sud» veniva riportata la notizia del blitz che la Guardia di finanza di Fuscaldo, nell'ambito dell'operazione cosiddetta «Merlino», aveva messo in atto nei confronti dei sospettati di illeciti, riuscendo ad eseguire 14 misure cautelari, 12 arresti in carcere e due ai domiciliari;

   tra i soggetti coinvolti, riporta il quotidiano, «anche il sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo, il vicesindaco, Paolo Cavaliere, e un altro assessore comunale, Paolo Ercole Fuscaldo. In carcere sono finiti anche Michele Fernandez, funzionario del comune di Cosenza distaccato anche a Fuscaldo, e gli imprenditori Salvatore Fidotti, Robertino Perri, Francesco Caputo, Antonietta Caputo, Giovanni Risuleo, Luigi De Simone e Gianfranco Mirabelli e un professionista, Sergio Gioia. I domiciliari sono stati disposti per gli imprenditori Massimiliano De Santo e Salvatore Montanino. Altre sei persone sono indagate.»;

   sulla scorta delle informazioni riportate dal suddetto quotidiano, le indagini hanno rilevato episodi di «corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico»;

   in particolare, l'indagine ha riguardato la «gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del comune di Fuscaldo (CS) che del comune di Cosenza, afferenti “lavori, servizi e forniture” di valore complessivo pari ad oltre 7,5 milioni di euro»;

   a svolgere funzione di collegamento tra i due enti locali pensava il suddetto Michele Fernandez, funzionario del comune di Cosenza distaccato a Fuscaldo, «ritenuto, nella maggior parte dei casi il “coordinatore” del sistema corruttivo»;

   nel dettaglio, le indagini hanno permesso di ricostruire «i rapporti interpersonali fra i Pubblici Ufficiali, gli imprenditori e gli altri soggetti coinvolti, i quali hanno contrassegnato una “funzione pubblica spogliata della sua reale natura”, finalizzata cioè al “perseguimento dell'interesse pubblico e del bene comune”, ma piegata strumentalmente al “mero raggiungimento di interessi privati”»;

   ciononostante, come riportato dal quotidiano online «Quicosenza.it» il 16 novembre 2018, il tribunale del riesame ha poi decretato la scarcerazione del sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo, del vicesindaco Paolo Cavaliere, dell'assessore comunale Paolo Ercole Fuscaldo e di tutti gli altri indagati. Solo il succitato signor Fernandez è stato trasferito agli arresti domiciliari;

   urge sottolineare che, in merito all'assessore Paolo Ercole Fuscaldo, si era già pronunciata la questura di Cosenza, tramite decreto del 26 maggio 2016, definendolo «persona fittiziamente interposta negli affari dei giochi e delle scommesse per conto di un'organizzazione criminale di tipo ’ndranghetistico». Per tale motivo, la direzione centrale gestione tributi e monopolio giochi disponeva, il 6 ottobre 2018, attraverso il protocollo n. 0095604, la «decadenza della concessione cod. n. 4516 per la raccolta giochi pubblici di cui all'articolo 10, comma 9-octies, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16 convertito con modificazioni dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, rilasciata alla Ludika Fly s.r.l., a far data dal 10 ottobre 2016;», nonché l’«incameramento delle garanzie prestate a favore dell'Agenzia, ai sensi dell'articolo 23, comma 5, della convenzione di concessione» –:

   se, alla luce di quanto riportato in premessa, non intenda assumere le iniziative di competenza per promuovere d'urgenza l'accesso presso il comune di Fuscaldo ex articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(4-03222)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ETTORE e MUGNAI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il 24 aprile 2019 è stata raggiunta un'intesa tra il Governo e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali rappresentative per il comparto istruzione e ricerca in merito alla necessità di intervenire a sanare alcuni annosi problemi del sistema di istruzione;

   tra i nodi affrontati non poteva mancare quello del precariato, considerato che l'apporto dei lavoratori a tempo determinato rappresenta un endemico e storico problema del comparto, anche se è grazie ai precari che il sistema di istruzione ha potuto funzionare;

   in quella sede il Governo si è impegnato a bandire con cadenza regolare procedure concorsuali e a individuare modalità semplificate finalizzate all'immissione in ruolo del personale docente con una pregressa esperienza di almeno 36 mesi di servizio, affermando il principio del riconoscimento della professionalità acquisita;

   in via transitoria il Governo si è impegnato anche a prevedere percorsi abilitanti e selettivi riservati al personale docente con almeno 36 mesi di servizio;

   l'11 giugno 2019 si è svolto un ulteriore incontro tra le parti al fine di individuare le modalità di attuazione dell'intesa del 24 aprile e in quella sede è stato concordato un intervento a livello parlamentare da attuare mediante la definizione di un emendamento da inserire nel primo «veicolo» legislativo utile volto a istituire, come da intesa, percorsi abilitanti speciali da attivare, una tantum, entro e non oltre il 2019 e una procedura selettiva per la stabilizzazione entrambi riservati a personale con esperienza pregressa di servizio di almeno 3 anni negli ultimi otto anni;

   l'intesa dell'11 giugno 2019 dettava le caratteristiche di svolgimento della procedura selettiva e dei percorsi abilitanti;

   gli impegni assunti si inseriscono nell'ambito di una ordinata attività normativa di programmazione e organizzazione che potrebbe dare una risposta alle esigenze e alle necessità da più parti manifestate in modo del tutto ragionevole e coerente con i princìpi in materia, da ricondurre, altresì, alle finalità proprie del buon andamento e funzionamento dell'importante comparto dell'istruzione pubblica –:

   se il Governo intenda dare seguito, in che modo e soprattutto in quali tempi agli impegni assunti con le rappresentanze sindacali, considerato che non ha adottato in sede parlamentare le iniziative necessarie a dare attuazione alle intese citate in premessa, pur avendone avuto l'occasione, e che all'inizio del prossimo anno scolastico il sistema di istruzione dovrà nuovamente confrontarsi con la carenza di docenti di ruolo e i docenti precari dovranno nuovamente affrontare l'alea del precariato.
(5-02396)

Interrogazione a risposta scritta:


   AZZOLINA, BELLA, CARBONARO, VILLANI, TESTAMENTO, CASA e ROBERTO ROSSINI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 14 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, disciplina l'accesso al trattamento di pensione anticipata detto «quota 100», consistente nell'uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi;

   tra le circa 142 mila domande presentate al 3 giugno 2019 all'Inps per «quota 100», nel settore pubblico un buon numero – 27 mila – risulta pervenuto dal mondo della scuola, secondo quanto riportato dal Sole24ore il 13 giugno 2019;

   tutte le domande sono state presentate entro la scadenza del 28 febbraio e i richiedenti, che ne hanno diritto, potranno così ottenere l'uscita a partire dal 1° settembre 2019, in coincidenza con l'avvio del nuovo anno scolastico;

   all'interno delle 27mila richieste provenienti dal mondo della scuola, 22.197 riguardano il personale docente;

   il fenomeno delle supplenze ha raggiunto un nuovo record negativo durante l'anno scolastico appena concluso ed è evidente che i numeri saranno ancora più significativi, all'inizio del prossimo anno scolastico, poiché alle supplenze dell'anno scolastico appena concluso, si aggiungeranno le domande di pensionamento – 19.853 con i requisiti ordinari e 22.197 per effetto di quota 100 e altri provvedimenti di legge;

   dal momento che, come dichiarato dall'Inps, le domande per quota 100 verranno tutte certificate entro il 31 agosto, si rischia che tutti i posti che si libereranno per effetto delle domande di pensionamento siano destinati a nuove nomine a tempo determinato;

   in data 26 giugno 2019 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha dichiarato che, grazie ad un lavoro di squadra Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca-Inps già il 79,77 per cento delle pratiche relative alle domande di pensionamento con Quota 100 risulta lavorato. Il Ministro Bussetti ha dichiarato: «L'obiettivo finale è quello di consentire a coloro che nella scuola hanno diritto alla pensione di poterne usufruire da settembre, senza soluzione di continuità con lo stipendio. Anche a quelli che hanno presentato domanda nell'ambito della finestra che si è aperta a seguito dell'introduzione di “quota 100” e dell'Opzione donna»;

   la fase C del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge n. 107 del 2015 si era tuttavia svolta nel novembre 2015 e le cattedre assegnate a tempo indeterminato erano risultate 47.465;

   esiste dunque questo precedente che legittima le immissioni in ruolo anche dopo il 31 agosto;

   Absit iniuria verbis, l'amministrazione scolastica non è stata estranea negli anni a tale modo di operare, perché l'urgenza non ha mai rappresentato l'eccezione;

   cum grano salis è dunque auspicabile che una parte dei posti liberati dall'accoglimento delle domande di pensionamento entro il 31 agosto possa essere utilizzata al 50 per cento per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato dell'anno scolastico 2019/20 e al 50 per cento per le operazioni di mobilità;

   se così non fosse si dovrebbero attribuire nuove supplenze al 31 agosto su quei posti, con un aggravio del cosiddetto fenomeno della «supplentite» –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda adottare iniziative per raggiungere non solo l'obiettivo finale, come ha dichiarato il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di consentire il pensionamento dei docenti, ma anche quello che l'interrogante auspica, cioè l'assunzione del personale della scuola;

   anche alla luce delle suddette precedenti operazioni di immissioni in ruolo già effettuate dopo il 1° settembre, se intenda adottare iniziative per procedere a destinare la metà dei posti liberati dall'accoglimento delle domande per «quota 100» del personale docente a nuove immissioni in ruolo a tempo indeterminato, anche successivamente al 1° settembre 2019, attribuendoli prioritariamente al personale precario inserito nelle graduatorie ad esaurimento e ai vincitori e idonei di concorso.
(4-03219)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   SPENA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 145 del 2018 (bilancio 2019), ai sensi dei commi 283 e 284 dell'articolo 1, prevede a regime l'indennizzo per la cessazione di attività commerciale;

   la misura, istituita originariamente per il triennio 1996-1998 dall'articolo 1 del decreto legislativo 28 marzo 1996, n. 207, e successivamente prorogata in varie occasioni, è concessa ai sensi del comma 283, con decorrenza dal 1° gennaio 2019 agli esercenti il commercio al minuto e loro coadiutori, in misura pari al trattamento pensionistico minimo, per la cessazione definitiva di specifiche attività commerciali che, alla data di presentazione della domanda, abbiano più di 62 anni (se uomini) o più di 57 anni (se donne), e siano stati iscritti, al momento della cessazione dell'attività, per almeno 5 anni, in qualità di titolari o coadiutori, nella gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali presso l'Inps;

   l'indennizzo è altresì riconosciuto ai soggetti che esercitano, in qualità di titolari o coadiutori, attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, ovvero che esercitano attività commerciale su aree pubbliche in possesso dei requisiti prescritti per il periodo 2009-2016, con termine di accoglimento per le relative domande al 31 dicembre 2017;

   vale la pena ricordare che il riconoscimento di tale misura è subordinato, nel periodo di riferimento: oltre che alla cessazione definitiva dell'attività commerciale, anche alla riconsegna dell'autorizzazione per l'esercizio dell'attività commerciale e dell'autorizzazione per l'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, nel caso in cui quest'ultima sia esercitata congiuntamente all'attività di commercio al minuto; alla cancellazione del soggetto titolare dell'attività dal registro degli esercenti il commercio e dal registro delle imprese presso la Camera di commercio;

   il comma 284 dispone che l'aliquota contributiva aggiuntiva prevista per gli iscritti al fondo per gli interventi per la razionalizzazione commerciale, di cui all'articolo 5, decreto legislativo n. 207 del 1996, è dovuta dagli iscritti alla gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali. Tale gestione Inps opera mediante contabilità separata nell'ambito della gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali;

   stante la circolare Inps 24 maggio 2019, n. 77, l'indennizzo sarà riconosciuto solo alle chiusure a decorrere dal 1° gennaio 2019, lasciando quindi esclusi dalla misura i soggetti che, pur avendone i requisiti, hanno cessato l'attività commerciale nel biennio 2017-2018, quando la misura non era stata prorogata;

   ai sensi del richiamato articolo 5 l'indennizzo è alimentato tramite la predetta aliquota pari allo 0,09 per cento versata da tutti i commercianti ivi compresi, quindi, quelli che oggi risultano esclusi dall'applicazione della norma resa strutturale dalla legge di bilancio 2019;

   in considerazione dell'assenza di una indennità disoccupazione per i commercianti che chiudono l'attività e della difficoltà di ricollocarsi e riqualificarsi per il mercato del lavoro particolarmente per i soggetti con età uguale o superiore a 57 anni (per le donne) e 62 anni (per gli uomini) e alla nostra età è difficile ricollocarsi nel mondo del lavoro, la misura in questione ha sostanzialmente creato una nuova fattispecie di «esodati», quelli del commercio, come tra l'altro segnalato, a quanto consta all'interrogante, anche da Federcontribuenti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa e quali iniziative intenda assumere tempestivamente per tutelare quanti hanno cessato l'attività commerciale nel biennio 2017-2018, al fine di garantire il medesimo diritto a parità di condizioni ed evitare così una preoccupante e assurda discriminazione.
(3-00838)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ZOFFILI, FERRARI e LOCATELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di giugno 2019 la società Husqvarna Italia spa, con sede in Valmadrera (Lecco), operante nel settore della produzione di attrezzi per la cura del giardino, ha comunicato l'intenzione di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 81 unità, ai sensi dell'articolo 24, commi 1, 4, e 5, della legge n. 223 del 1991, per cessazione di attività di produzione;

   Husqvarna è una multinazionale svedese che opera in diversi settori merceologici; è presente anche un sito a Lonato (Brescia), ove si produce un prodotto specifico: filo diamantato per dischi da taglio;

   nello stabilimento di Valmadrera (Lecco), è presente la divisione relativa alla fabbricazione di macchine per l'agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia, specializzata nella produzione di motoseghe e tosaerbe a marchio «McCulloch», ove sono occupati complessivamente 102 dipendenti, di cui 39 impiegati e 63 operai;

   la decisione di procedere alla riduzione di personale sembra sia dovuta sia a un crescente andamento involutivo dei dati di bilancio degli ultimi esercizi, dovuto alla scarsa profittabilità del prodotto, che a una strutturale e irreversibile negatività degli scenari dei mercati, sia nazionale che esteri, anche a causa della concorrenza cinese;

   le 81 unità di personale in eccedenza interessano 63 operai e 19 impiegati, con un'età media avanzata che ne complica la ricollocazione lavorativa;

   i lavoratori coinvolti sono in stato di agitazione (proteste, scioperi e presìdi); con rabbia e frustrazione denunciano l'impegno e la dedizione prestata per anni per fornire un prodotto di qualità e l'importanza del processo produttivo rispetto all'attività commerciale e impiegatizia –:

   se il Governo non ritenga urgente convocare un tavolo istituzionale per valutare la situazione dello stato di crisi e se e quali iniziative di competenza intenda adottare per favorire la ricollocazione occupazionale dei lavoratori interessati dal licenziamento collettivo.
(5-02400)

Interrogazione a risposta scritta:


   SPENA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Bibbiano in provincia di Reggio Emilia sono stati raggiunti da una misura cautelare il sindaco e numerosi tra politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una nota onlus di Torino per fatti da accertare relativi ad affidamenti illeciti di minori;

   l'inchiesta, emblematicamente denominata «Angeli e demoni» vede l'attenzione concentrata sulla rete dei servizi sociali della Val d'Enza, che si presume abbiano redatto false relazioni per allontanare i bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti;

   sono stati disposti arresti domiciliari per il sindaco e altre cinque persone, la responsabile del servizio sociale integrato dell'Unione dei comuni della Val d'Enza, una coordinatrice dello stesso servizio, un'assistente sociale e due psicoterapeuti di una onlus;

   dieci sono le misure cautelari di natura interdittiva emesse, mentre otto persone sono sottoposte al divieto temporaneo di esercitare attività professionali. Si tratta di dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori. Infine, altre due misure coercitive consistenti nel divieto di avvicinamento a minori sono state eseguite a carico di una coppia affidataria accusata di maltrattamenti;

   alcune vittime dei reati contestati, oggi adolescenti, a causa dei reati subiti «manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo»;

   l'inchiesta potrebbe aver scoperto «un business illecito di diverse centinaia di migliaia di euro di cui beneficiavano alcuni degli indagati, mentre altri si avvantaggiavano a vario titolo dell'indotto derivante dalla gestione dei minori attraverso i finanziamenti regionali». Con tali fondi venivano, inoltre, organizzati anche numerosi corsi di formazione e convegni ad appannaggio di una onlus, «in elusione del codice degli appalti e delle disposizioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione»;

   la «tutela dei minori abusati» è stata descritta dagli operatori dei servizi sociali come sana e benevola nei confronti di quei bambini che sono stati, invece, trattati come merce per poterli poi affidare a conoscenti e amici. I bambini sono stati allontanati dalle famiglie di origine con modalità ingannevoli e attività mendaci. Pare che siano stati accertati casi di «disegni dei bambini artefatti attraverso la mirata aggiunta di connotazioni sessuali, terapeuti travestiti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male», nonché di induzione a falsi ricordi di abusi sessuali ingenerati con gli elettrodi per far pensare ai bambini di essere stati violentati così da costringere il giudice a «compassione» per affidarli ad altri famiglie, in accordo ovviamente con tutta questa infernale struttura alle spalle. In questo scenario che l'interrogante oserebbe definire scempio, secondo l'accusa, i servizi sociali omettevano di proposito di consegnare ai bimbi le lettere e i regali che i loro genitori mandavano quotidianamente –:

   quali iniziative di competenza intendano avviare per contrastare i casi di violenze fisiche e psichiche ai danni dei bambini e degli adolescenti affidati in famiglia, soggetti particolarmente fragili, che dovrebbero essere tutelati dagli operatori, sia pubblici che privati, del settore sociale, sanitario e scolastico e dalle reti e dalle associazioni di sostegno;

   se ritengano opportuno adottare eventuali iniziative normative prevedendo una figura professionale che operi con mansioni di assistenza diretta ai minori affidati presso le famiglie, al fine di prevenire condotte di maltrattamento o di abuso di qualsiasi tipo, con particolare riguardo a quelli di natura sessuale e psicologica, soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli, i bambini in giovanissima età.
(4-03221)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   GAGNARLI, BELLA, CADEDDU, CASSESE, CILLIS, CIMINO, DEL SESTO, GALLINELLA, L'ABBATE, LOMBARDO, MAGLIONE, ALBERTO MANCA, MARZANA, PARENTELA e PIGNATONE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il frequente e diffuso ricorso a pratiche commerciali sleali da parte delle imprese contrattualmente più forti è una delle criticità più significative per gli equilibri tra gli operatori delle filiere agroalimentari;

   pur essendo il rischio commerciale insito in qualsiasi attività economica, la produzione agricola si caratterizza per l'ulteriore estrema incertezza derivante sia dalla dipendenza da processi biologici e fattori climatici che dalla stagionalità e deperibilità;

   con una politica agricola comune sempre più orientata al mercato, la protezione da comportamenti scorretti, quasi sempre imposti dagli operatori di grandi dimensioni, è divenuta essenziale per i produttori primari che da tempo sollecitano interventi da parte delle istituzioni;

   alla luce di tali evidenze è stata approvata, nel mese di aprile 2019, la direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare che, tra le altre cose, vieta alcuni comportamenti, quali i pagamenti tardivi per i prodotti alimentari deperibili, la cancellazione degli ordini all'ultimo minuto, le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti di fornitura e l'obbligo imposto al fornitore di sostenere le spese relative agli sprechi;

   la suddetta direttiva andrebbe recepita nel nostro ordinamento prima possibile, anche al fine di completare l'efficacia di altre misure a cui questo Parlamento sta lavorando, come la regolamentazione della vendita sottocosto e il divieto delle aste a doppio ribasso, ugualmente finalizzate a garantire tutela e protezione ai produttori primari –:

   a fronte dell'urgenza di recepire nel nostro ordinamento la direttiva (UE) 2019/633, quali iniziative normative intenda intraprendere per contrastare le pratiche sleali nell'ambito della filiera agricola e alimentare in conformità a quanto indicato in premessa.
(5-02403)


   CRITELLI, GADDA e INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 giugno 2019 una violentissima grandinata, accompagnata da forti raffiche di vento, si è abbattuta su diverse aree della regione Emilia-Romagna, causando ingenti danni in particolar modo al settore agro-alimentare. Una nuova ondata di maltempo che ha messo a dura prova un territorio già colpito pesantemente da temporali, nevicate, mareggiate che si sono susseguiti a ritmo incessante da inizio maggio;

   da una prima, parziale stima, i danni appaiono ingenti e riguardano frutteti, vigneti, grano, sorgo, colza, barbabietole e colture sementiere e altre colture che hanno avuto danni irreversibili;

   ai danni sopracitati si deve aggiungere la forte mortalità, dovuta al violento maltempo, di giovani lepri, fagiani, anatre e altre specie nidificanti, con conseguente danno all'ecosistema agrario;

   in particolar modo, per quanto riguarda il territorio metropolitano bolognese, i comuni più colpiti sono quelli di Minerbio, San Pietro in Casale, San Giorgio di Piano, San Giovanni in Persiceto, Granarolo, Casalecchio e Medicina;

   il maltempo ha causato ingenti danni anche a magazzini, capannoni, impianti e serre mandando in fumo un intero anno di lavoro;

   tale situazione sta riducendo pesantemente la qualità e la redditività delle colture già fortemente compromesse da una stagione anomala con conseguenti danni per l'agricoltura;

   la regione Emilia-Romagna si è già attivata per raccogliere i dati definitivi e tutti i dettagli necessari per avviare la procedura per la dichiarazione dello stato di calamità –:

   se il Governo non ritenga di dover adottare opportune iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, d'intesa con la regione Emilia-Romagna, al fine di assicurare interventi di natura economica a favore delle aziende agricole coinvolte, riconoscendo lo stato di calamità naturale alle aree interessate dall'eccezionale ondata di maltempo e valutando la possibilità di consentire la sospensione del pagamento delle imposte e dei contributi per assicurare la ripresa produttiva delle imprese e il ripristino delle strutture danneggiate.
(5-02404)


   BRUNETTA, NEVI e ELVIRA SAVINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel marzo 2019 la procura di Grosseto, al termine di un'inchiesta avviata nel marzo 2016 sul falso olio Igp toscano, iniziata nel 2016, ha notificato a 31 produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori, gli avvisi di conclusione indagini per associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio anche con falsi documenti. Gli avvisi sono stati notificati anche ad alcune società operanti nel settore, veri e propri colossi del mercato internazionale dell'olio. Il caso è nato perché un consorzio di tutela ha segnalato un'anomalia;

   secondo la procura «la grande frode messa in campo da questo sistema ha danneggiato, tra l'altro, i piccoli produttori locali, che non hanno potuto beneficiare della favorevole condizione di mercato, dovuta alla grande domanda del prodotto e alla sua contestuale limitata offerta (...)»;

   veniva messo in vendita olio extravergine di oliva di origine comunitaria, in prevalenza olio greco, ma anche extracomunitario, contrabbandato per olio extravergine toscano Igp e per extravergine italiano. La frode sarebbe avvenuta attraverso: la registrazione di false moliture di olio; l'uso di documentazione falsa; acquisti di olio meno pregiato «in nero» e acquisti di olio toscano solo sulla carta; la miscelazione di olii diversi e di qualità diverse; annotazioni irregolari nei registri del sistema informativo agricolo nazionale (Sian). In questo modo gli operatori sono stati in grado di assicurarsi considerevoli profitti illeciti, lucrando sulle differenze di prezzo;

   dal mese di marzo 2019 non si hanno ulteriori notizie dell'inchiesta. Contestualmente a questi fatti, è stato presentato da Forza Italia, richiesto dalle associazioni agricole, un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto-legge emergenze in agricoltura n. 27 del 29 marzo 2019 e successivamente al provvedimento sulle vendite sottocosto appena licenziato da questa Camera (C. 1549-A emend. 5.0101 Brunetta ed altri), tendente ad aumentare la trasparenza del mercato in materia di detenzione, miscelazione, trattamento e vendita di olio di oliva;

   tuttavia, appare chiaro che queste norme vanno ulteriormente rafforzate sia in termini di controlli sull’import e gli importatori (a tal fine, la sentenza del Consiglio di Stato n. 1546 del 2019 che ha liberalizzato l'accesso ai dati dei flussi commerciali apre interessanti spiragli), sia in materia di veridicità delle annotazioni sul Sian –:

   quali urgenti iniziative si intendano adottare per rendere maggiormente trasparenti le etichette dell'olio di oliva, rafforzare i controlli della relativa filiera e tutelare i produttori nazionali e i consumatori.
(5-02405)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 27 giugno 2019 si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico il tavolo di confronto convocato per affrontare la crisi che sta attraversando lo stabilimento di Bari della Bosch;

   alla Bosch di Bari sono impiegati 1.840 lavoratori, per lo più addetti alla produzione di motori diesel;

   da quanto si apprende i vertici del gruppo Bosch avrebbero evidenziato come la società stia progressivamente riconvertendo tutta la sua attività produttiva in ragione della costante riduzione di fatturato, registrato negli ultimi anni e dovuta alla significativa contrazione che ha subito il mercato del diesel, sia in Italia che in Europa;

   stando alle stime prospettate, tale tendenza proseguirà nei prossimi anni sino a far registrare, nel 2030, una perdita pari addirittura al 90 per cento circa della quota di mercato «diesel» in Europa, con inevitabile contrazione dei livelli occupazionali;

   il gruppo Bosch sarebbe quindi impegnato in una delicata e radicale fase di riconversione della sua produzione, da un lato, verso la mobilità elettrica e, dall'altro, verso settori diversi rispetto all'automotive;

   per perseguire tali obiettivi la Bosch ha dichiarato la volontà di avviare un percorso di riconversione che dovrà interessare anche il personale, attraverso una capillare e mirata attività di formazione;

   il piano di investimento prospettato dai vertici della Bosch durante l'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico e relativo all'impianto di Bari-Modugno, ammonterebbe, complessivamente, a circa 40 milioni di euro con la previsione di 620 esuberi entro il 2020;

   a parere dell'interrogante i pur necessari e auspicabili investimenti per la riconversione dello stabilimento di Bari-Modugno, volta ad abbandonare progressivamente il diesel in favore di una nuova politica industriale che punti sulla mobilità elettrica, oltre che su una diversificazione dei settori di produzione, possono e devono avvenire senza esuberi per il personale e tutelando tutti i posti di lavoro;

   si consideri, inoltre, che la direzione aziendale aveva già prospettato licenziamenti per 900 persone nello stabilimento di Bari, nel 2017, adducendo come motivazione il calo del mercato diesel a seguito dello scandalo noto come «Dieselgate»;

   a seguito delle proteste delle parti sociali e dell'impegno dell'interrogante in Parlamento, Bosch ritirò i licenziamenti, ma propose la cassa integrazione, trovando la disponibilità di lavoratori e sindacati;

   occorre garantire la dignità del lavoro e dei lavoratori della Bosch, i quali non possono pagare il prezzo della riconversione –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo per scongiurare i 620 esuberi dichiarati dall'azienda Bosch per lo stabilimento di Bari-Modugno, garantendo il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
(4-03217)

Apposizione di firme a mozioni.

  La mozione Lazzarini e altri n. 1-00145, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 marzo 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sutto.

  La mozione Lorefice e altri n. 1-00195, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sapia.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Baratto n. 5-02209 del 3 giugno 2019;

   interrogazione a risposta scritta Critelli n. 4-03162 del 25 giugno 2019.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Villani e altri n. 4-02638 del 3 aprile 2019 in interrogazione a risposta orale n. 3-00834;

   interrogazione a risposta in Commissione Iovino n. 5-02070 dell'8 maggio 2019 in interrogazione a risposta orale n. 3-00835.