XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 220 di giovedì 1° agosto 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Brescia, Colucci, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Molinari, Parolo, Paolo Russo, Schullian, Sisto, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
ELIO VITO (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO (FI). Sì, Presidente, per sottoporre alla sua attenzione una questione di una certa delicatezza, che, d'altra parte, so che già conosce. È stato recentemente adottato dal Governo – e, come recita l'articolo 77 della Costituzione, sotto la sua responsabilità, riconoscendone i presupposti di necessità e urgenza - un provvedimento sulla delicata materia del 5G. Il Governo ha inteso essere necessario introdurre delle modifiche alla normativa, peraltro recentemente approvata, convertita dal Parlamento, che introduce la golden power anche su questa nuova tecnologia.
Ora, Presidente, innanzitutto il gruppo di Forza Italia è favorevole alla conversione di questo decreto, per quello che può servire, e a riunire appositamente le Camere affinché sia convertito. Qui si pongono due ordini di problemi: da dichiarazioni rese da un rappresentante del Governo nell'altro ramo del Parlamento, in Commissione, e, a quanto mi risulta da dichiarazioni rese anche alla Conferenza dei capigruppo proprio su sollecitazione del mio capogruppo, Gelmini, il Governo si è dichiarato non interessato alla conversione. Noi vorremmo conoscere perché il Governo non è più interessato alla conversione di questo decreto, adottato sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio. E, quindi, dovrebbe essere il Presidente del Consiglio, che, tra l'altro, ha anche tutte le deleghe e i poteri in materia, a spiegare alle Camere, e forse non solo alle Camere, perché - e se è vero - non ritiene più necessario adottare questo decreto, visto che sono giunte altre dichiarazioni. Prima questione: il Governo deve motivare se è vero e perché non ritiene più urgente adottare questo decreto su una materia così delicata e sensibile, che riguarda, guarda caso, questo sì, l'interesse generale del nostro Paese e la sicurezza nazionale del nostro Paese.
Seconda questione, Presidente, e questa investe lei: possono le Camere decidere autonomamente di procedere alla conversione del decreto? Visto che è stato loro assegnato e che addirittura la Costituzione prevede che possano riunirsi a Camere sciolte per convertire in legge un decreto; in questo caso, non vorremmo che, complici le ferie estive e la sospensione - peraltro fisiologica e normale, non voglio fare polemica su questo, l'attività parlamentare è nota anche al Governo quando ha adottato il decreto dell'11 luglio -, poi la responsabilità di un eventuale malaugurata mancata conversione ricadesse sulle Camere.
Anche per questo, Presidente, io avvertire comunque i gruppi della possibilità che, alla ripresa, a settembre, il decreto sia esaminato anche qui in tempo utile, naturalmente ove trasmesso dall'altro ramo del Parlamento, perché poi non siamo padroni delle decisioni che l'altro ramo del Parlamento naturalmente assume.
È una materia, Presidente, come lei può immaginare, estremamente delicata. Non è una questione di parte ideologica, maggioranza o opposizione, riguarda due profili: primo, perché il Governo ritiene - se è vero - non più necessario convertire questo decreto, ma su questo dovrebbe dire una parola il Presidente del Consiglio, che è l'unica autorità che è proponente del decreto-legge e che ha i titoli per poterlo dire; e, d'altra parte, c'è un meccanismo di autotutela delle nostre Camere, visto che ci sono dei gruppi, come il nostro, che si dicono favorevoli alla conversione, a preservare comunque la possibilità che la conversione avvenga nei termini previsti dalla Costituzione.
PRESIDENTE. Sì, giusto per riportarle che in una delle ultime Conferenze dei capigruppo, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, a mia richiesta, ci ha detto che il Governo rinunciava alla conversione di quel decreto. Il decreto non è alla Camera dei deputati, è al Senato della Repubblica e scade il 9 settembre, in ogni caso. Giusto per chiarezza massima.
ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Per evitare il misunderstanding di ieri, ci risulta che in V Commissione sia iniziata ora la discussione sul decreto delle fondazioni lirico-sinfoniche, che sarà portato all'attenzione oggi pomeriggio. Siccome il Governo si è presentato con 25 minuti di ritardo, non vorremmo poi che questo inficiasse il lavoro dell'Aula. Quindi, se magari, approfittando della pausa, possiamo fare una verifica se la V Commissione è in grado di concludere i suoi lavori, altrimenti rischiamo di avere qualche problema.
PRESIDENTE. La Commissione può essere convocata fino alla scadenza del preavviso. Il preavviso è stato dato, quindi poi automaticamente dovranno sospendere i lavori.
Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, n. 3); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 4) (ore 9,40).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019.
Ricordo che nella seduta del 23 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Gregorio Fontana, si è svolta la conclusione della discussione congiunta.
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 De Maria è stato ritirato dal presentatore.
(Repliche – Doc. VIII, nn. 3 e 4)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Questore, Edmondo Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI, Questore. Grazie, Presidente. Colleghi, nello svolgere la mia replica, vorrei esprimere innanzitutto il mio ringraziamento ai colleghi intervenuti in discussione generale, sia per le considerazioni svolte su alcuni rilevanti punti di merito, sia per aver sottolineato l'importanza dei risultati conseguiti dalla politica di bilancio perseguita sistematicamente dalla nostra istituzione ormai da diverse legislature, quindi da molto tempo e con diversi Uffici di Presidenza.
Come è stato giustamente sottolineato, non si giunge a restituire al bilancio dello Stato una somma così imponente, la più importante di sempre, ben 100 milioni di euro - che quest'anno appunto la Camera verserà alle entrate del bilancio dello Stato - se non si fosse costruito un percorso di rigore e di sobrietà nell'impiego delle risorse pubbliche, concepito in una prospettiva di lungo periodo, non certamente solo congiunturale. Un percorso sorretto da un'azione paziente, costante, complessa e soprattutto condivisa, sostanzialmente all'unanimità, da tutte le forze politiche rappresentate nelle nostre istituzioni, a prescindere, ovviamente, come ho già detto, dalla composizione della maggioranza del momento.
A questo proposito, voglio dire che anche il dibattito sull'acquisizione di nuovi spazi per dare a ogni parlamentare una stanza, come è giusto che sia, e come peraltro avviene al Senato, è stato rinviato, attesa un'imponente spesa da affrontare, per la riforma - che si sta ormai rapidamente realizzando - di una riduzione consistente dei parlamentari. Quindi, la cosa logica e giusta era quella di affrontare, a riforma realizzata, l'idea degli spazi effettivamente necessari per questa istituzione.
D'altro canto, i 535 milioni di euro che il bilancio dello Stato ha risparmiato dal 2013 sino ad oggi, tra minore dotazione richiesta e restituzioni sempre più elevate, hanno radici appunto nella decisione di ridurre la dotazione di 50 milioni di euro, assunta dall'Ufficio di Presidenza nel 2012, durante la XVI legislatura, così come nella decisione di bloccare il turnover del personale dipendente, adottata nel 2007, nel corso della XV legislatura.
La modifica del trattamento previdenziale dei deputati cessati dal mandato, nel senso di un suo progressivo avvicinamento al sistema contributivo introdotto per la generalità dei cittadini, ha avuto inizio da una consistente riconsiderazione della disciplina degli assegni vitalizi, intervenuta nel 2007 ed è passata per la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, che ha introdotto in regime il metodo contributivo a partire dal 1° gennaio 2012.
Tutto ciò per non citare la catena lunghissima di misure che hanno consentito di ridurre drasticamente la spesa per i beni e servizi della Camera di anno in anno, di consentire alla nostra istituzione di funzionare, al netto delle spese previdenziali, con una spesa annuale di poco superiore ai 500 milioni di euro.
È insomma evidente a tutti che l'indirizzo di contenimento, di razionalizzazione della spesa della Camera dei deputati ha costituito uno degli elementi unificanti del nostro lavoro in Parlamento in tema di bilancio interno, ovviamente: uno dei rari temi su cui è maturata una consapevolezza condivisa.
Lo scontro politico tra posizioni contrapposte, parte integrante e irrinunciabile della nostra attività parlamentare e della democrazia, conosce e deve conoscere un terreno nel quale arretra e lascia spazio alla prevalenza dell'interesse di tutti i cittadini: quello di vedere garantita la continuità e la funzionalità delle istituzioni, soprattutto quella parlamentare, che è la sua massima espressione.Un interesse che non è di questa o di quella parte politica, lo ripeto, lo ribadisco, ma dell'intera comunità nazionale che il Collegio dei questori – e l'Ufficio di Presidenza, ovviamente – sono chiamati a presidiare ogni qualvolta assumono una decisione che abbia riflessi sulla gestione delle risorse a noi affidate dai contribuenti italiani.
Mi riferivo prima ad alcune tematiche specifiche che sono state sollevate da colleghi intervenuti in discussione generale, in particolare dai colleghi De Maria, Pastorino e Rampelli; penso, in particolare, alla situazione critica in cui si sono venuti a trovare alcuni lavoratori dipendenti di imprese appaltatrici della Camera. D'altro canto, lo ricordiamo, la decisione di esternalizzare tutta una serie di servizi è frutto, da una parte, del blocco del turnover, deciso nelle scorse legislature e continuato per tante legislature, anzi, questa è la prima che ha dato avvio a un concorso pubblico per rimpolpare i nostri ormai disastrati organici, lo ripeto, le esternalizzazioni sono state decisioni che partono da lontano; al riguardo, però, con attenzione agli anni trascorsi, non si possono negare gli sforzi e l'impegno che la Camera ha profuso per salvaguardare gli interessi dei lavoratori in questione, sempre ovviamente nel rispetto della disciplina legislativa vigente e nei limiti che essa impone a un'istituzione pubblica come la nostra, che non può certamente operare che secondo il principio di legalità e nell'esclusiva considerazione dell'interesse pubblico, senza privilegi alcuni rispetto ad altri lavoratori d'Italia.
Le procedure di gara effettuate, la loro gestione, il contenuto dei capitolati e dei contratti, gli interventi in cui la Camera si è sostituita alle imprese inadempienti nel pagare direttamente ai dipendenti di quest'ultime gli stipendi sono tutte chiare e incontrovertibili testimonianze fattuali degli sforzi di quell'impegno di cui sto parlando. Si tratta, ovviamente, di un'azione permanente che può conoscere nuove forme e nuove declinazioni, per carità, sempre negli ambiti fissati dalla posizione della Camera come stazione appaltante che deve rispettare le regole di carattere generale. Come tale, essa sarà ribadita dal Collegio dei questori a breve, in sede di parere sugli ordini del giorno presentati, attraverso proposte di riformulazione volte a tenere alta la guardia contro situazioni potenzialmente distorsive a danno dei lavoratori e, nel contempo, ad inserire le soluzioni individuate in un quadro di coerenza amministrativa, ma, soprattutto, istituzionale.
In conclusione, nel rinnovare il mio ringraziamento ai colleghi che mi hanno dato modo di svolgere queste brevi considerazioni e nel ribadire una piena unitarietà di intenti del Collegio dei questori, non posso che ribadire il nostro impegno a proseguire in tale azione intrapresa e a tenere fede a un impegno di rigore che assumiamo giorno dopo giorno nei riguardi dei cittadini; un impegno che costituisce uno dei fattori determinanti per restituire considerazione, autorevolezza e credibilità alle istituzioni nelle quali siamo chiamati ad operare (Applausi).
(Esame degli ordini del giorno – Doc. VIII, n. 4)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al Questore, deputato Federico D'Incà, di esprimere i pareri.
FEDERICO D'INCA', Questore. Presidente, colleghi, prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, il Collegio dei questori, che sottoporrà all'Assemblea i pareri sui medesimi, a nome dell'Ufficio di Presidenza, intende svolgere alcune precisazioni.
Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quale invito, rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza, a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. In questo senso sono formulate anche le proposte di modifica che il Collegio si accinge a proporre ai presentatori di alcuni degli strumenti di indirizzo.
Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardato esclusivamente le parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive, anche in questo caso sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione, per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle affermazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati.
Preciso infine per brevità, che nei casi in cui i presentatori non intendano accedere alle proposte di riformulazione dei propri ordini del giorno o alle richieste di ritiro dei medesimi, il parere espresso dal Collegio deve intendersi contrario.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 Ungaro, sulla disciplina dei collaboratori dei parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nei termini di cui al dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 Cancelleri, ovverosia nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di individuare tipologie contrattuali specifiche e modalità di pagamento per i collaboratori dei parlamentari al fine di garantire loro una retribuzione proporzionale e adeguata al lavoro prestato”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 Magi, sulla trasparenza dell'attività amministrativa sul sito Internet della Camera, può essere accolto, a condizione che sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nelle attività di implementazione dei contenuti e dell'organizzazione della struttura del sito Internet della Camera, al fine di rendere ancora più agevole il reperimento e la consultazione delle informazioni ivi contenute, in linea con i principi di trasparenza e pubblicità dell'attività amministrativa, sanciti dall'articolo 79 del RAC”.
In proposito, va precisato che la Camera dei deputati, al pari degli altri organi costituzionali, non rientra nell'ambito di applicazione del decreto legislativo n. 33 del 2013, richiamato dall'ordine del giorno del collega Magi. Peraltro, la maggior parte delle informazioni che le pubbliche amministrazioni riportano nella sezione «Amministrazione Trasparente», secondo le disposizioni del citato decreto legislativo, sono riportate nel sito Internet della Camera nelle sezioni «Spese e trasparenza» e «L'Amministrazione», secondo modalità individuate nell'esercizio dell'autonomia costituzionale riconosciuta all' istituzione parlamentare e coerente con la peculiare natura delle attività di quest'ultima. In questo contesto, le forme di pubblicità realizzate dalla Camera attraverso il proprio sito Internet possono dirsi senz'altro conformi alla normativa recata dal citato decreto legislativo e danno, già oggi, concreta attuazione al principio, fissato dall'articolo 79 del Regolamento di amministrazione e contabilità, secondo cui “l'attività amministrativa della Camera dei deputati si svolge secondo princìpi di trasparenza e pubblicità”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 Baldelli, sui finanziamenti alle istituzioni e agli studi parlamentari, e n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 Baldelli, sulle iniziative di formazione presso le scuole, possono essere accolti.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 De Maria e n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 Rizzetto, sulla disciplina dei collaboratori dei parlamentari, possono essere accolti, a condizione che i relativi dispositivi siano riformulati nei termini di cui al dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 Cancelleri.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 De Maria è stato ritirato. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 De Maria, sui servizi ai gruppi del palazzo Alto Lazio, può essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'azione di monitoraggio e di incremento della qualità dei servizi messi a disposizione dei gruppi parlamentari, presso il complesso Alto Lazio”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 De Maria e i successivi nn. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e 9/Doc. VIII, n. 4/16 Pastorino possano essere accolti a condizione che il dispositivo sia riformulato nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'indirizzo di contemplare nei capitolati di gara e nei contratti di appalto e di servizi ad alta intensità di manodopera tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente, che consentono alla Camera dei deputati, in qualità di stazione appaltante, di: a) promuovere la stabilità occupazionale dei lavoratori dipendenti dalle imprese appaltatrici, in particolare, attraverso la previsione della cosiddetta clausola sociale; b) assicurare l'inquadramento dei lavoratori medesimi ai livelli rigorosamente corrispondenti alle mansioni svolte, sulla base delle declaratorie indicate nei contratti e negli accordi collettivi di riferimento; c) garantire ai lavoratori medesimi, anche attraverso la previsione di meccanismi premiali nell'ambito del capitolato, livelli retributivi adeguati alle mansioni svolte, rispondenti ai contratti e agli accordi collettivi vigenti, tali da garantire una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro; d) verificare sistematicamente il puntuale rispetto da parte dei soggetti appaltatori degli obblighi contrattuali e di legge, in materia di tutela dei lavoratori”.
In proposito, poiché tali ordini del giorno si riferiscono a un tema ripetutamente evocato nel corso delle precedenti riunioni dell'Ufficio di Presidenza, quello cioè della condizione dei lavoratori dipendenti delle imprese appaltatrici della Camera (due delle quali espressamente richiamate negli ordini del giorno successivi nn. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e 9/Doc. VIII, n .4/16 Pastorino), il Collegio ritiene di rappresentare all'Assemblea alcune considerazioni generali sul tema in questione, che valgono a meglio comprendere il senso della riformulazione proposta.
Va detto, innanzitutto, che presso le sedi della Camera dei deputati operano, nell'ambito di 40 distinti appalti di servizi e lavori, circa 800 lavoratori esterni. Le esigenze di tutela di tutti - ed è bene sottolineare “tutti” - i suddetti lavoratori sono tenute costantemente presenti dalla Camera. Ciò vale per la fase di preparazione della gara, per il suo svolgimento e per la fase di verifica, in conformità dei contratti collettivi di riferimento, entrambi espressamente richiamati in tutti gli atti negoziali stipulati dalla Camera con le imprese appaltatrici, nonché con gli indirizzi di volta in volta formulati dagli organi di direzione politica. Si tratta di un'attività che coinvolge problematiche di ordine tecnico-giuridico di straordinaria complessità. È un'attività nella quale è necessario conciliare una molteplicità di interessi, tutti estremamente rilevanti, non di rado tra loro potenzialmente divergenti: l'interesse al corretto impiego delle risorse pubbliche, di cui la Camera dispone, secondo canoni inderogabili di rigore e sobrietà; l'interesse a garantire un livello di servizio adeguato al rilievo della centralità della funzione parlamentare; l'interesse di salvaguardare la condizione dei lavoratori che operano alle dipendenze delle ditte appaltatrici nell'ambito delle facoltà che le norme vigenti offrono alle amministrazioni appaltanti e che non possono che essere esercitate nei limiti delle regole e dei principi dell'ordinamento.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore!
FEDERICO D'INCA', Questore. Individuare soluzioni che consentano di combinare in un assetto equilibrato e conforme alla legge quest'insieme di interessi diversi è un'attività molto impegnativa, cui il Collegio dei questori si dedica sistematicamente. Di questa complessità è bene che tutti i colleghi siano pienamente e concretamente consapevoli.
Ciò premesso, nella riunione dell'Ufficio di Presidenza dedicata all'esame dei pareri sugli ordini del giorno oggi in discussione è stato affermato che - data per acquisita la correttezza e la legittimità dei bandi e della procedura di gara - per alcune specifiche situazioni occorre trovare altre soluzioni, rispetto a quelle sino ad oggi messe in campo, più avanzate dal punto di vista della tutela dei lavoratori. A questo riguardo mi sembra utile fornire all'Assemblea alcuni esempi concreti che riguardano specificatamente i lavoratori che prestano il proprio supporto esecutivo ad alcune attività operative di base nell'ambito dell'appalto richiamato dall'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/16. Diventa difficile anche leggere…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, sospendo, se non c'è un po' di silenzio in Aula.
FEDERICO D'INCA', Questore. L'ordine del giorno in questione richiama il fatto che tali lavoratori si trovano in una situazione di precarietà in quanto prestano la propria attività nelle sedi della Camera alle dipendenze di diversi appaltatori da diciassette anni. Ad avviso del Collegio, questa circostanza testimonia, in realtà, l'attenzione che gli organi di direzione politica hanno posto al profilo della continuità del loro rapporto di lavoro, che è stata garantita per un periodo tanto lungo proprio grazie al ricorso alle formule contrattuali ritenute nel tempo maggiormente idonee a raggiungere questo risultato. In proposito, va ricordato che le scelte di passare all'appalto di servizi e di non ricorrere ulteriormente al lavoro somministrato - al quale l'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 chiede invece di ritornare - è stata adottata dal Collegio dei questori nel 2007 proprio per ovviare alle problematiche che, in termini di stabilità, poneva e pone tuttora la normativa vigente alla Camera. L'articolo 93-bis del Regolamento dei Servizi e del personale prevede infatti che i contratti di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo, oggi lavoro somministrato, non possono avere durata eccedente i sei mesi, eventualmente prorogabile per una sola volta, fino ad ulteriori sei mesi.
Proprio per evitare il succedersi di contratti a tempo determinato di breve periodo soggetti a proroga per una sola volta e per un periodo altrettanto breve, al fine di garantire una maggiore continuità del rapporto dei lavoratori interessati, si è dunque è passati all'appalto di servizi. Tali appalti hanno infatti durata variabile, dai due ai tre anni, e consentono successivamente, all'atto del nuovo affidamento, di ricorrere alle cosiddette clausole sociali per salvaguardare la condizione dei lavoratori addetti all'appalto stesso.
PRESIDENTE. Mi scusi, Questore D'Incà. Colleghi, colleghi… colleghi della Lega, colleghi del MoVimento 5 Stelle, per favore.
FEDERICO D'INCA', Questore. Grazie, Presidente. È stato anche proposto di rivedere la struttura dei capitolati di appalto posti alla base delle gare pubbliche per l'aggiudicazione di tali servizi, al fine di prevedere condizioni di maggiore favore rispetto ai laboratori dell'impresa appaltatrice. Anche in questo caso si può fare riferimento a esempi pratici tratti dalla formulazione del capitolato, sulla cui base è stato aggiudicato l'attuale servizio richiamato dall'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/16.
In sintesi: il capitolato individua tassativamente e dettagliatamente le attività cui possono essere addetti i dipendenti della ditta in questione, tutte accomunate dal loro contenuto elementare, dal carattere meramente esecutivo, tali da non consentire in alcun modo di considerarle in qualche misura equiparabili alle funzioni svolte dai dipendenti della Camera, né, tantomeno, rispetto ad esse fungibili. La puntuale individuazione di tali mansioni non può mancare in alcun caso, poiché rappresenta un elemento essenziale del contratto, concorrendo a definirne l'oggetto e permettendo ai concorrenti di articolare le proprie offerte.
Il capitolato precisa che le mansioni indicate debbano essere svolte da “figure professionali inquadrate in categorie e livelli non inferiore a impiegato di III livello del Contratto collettivo nazionale del lavoro Centri elaborazione dati o dal IV livello del Contratto collettivo nazionale del lavoro Commercio”. La richiesta di inquadramento “non inferiore” tutela evidentemente il mantenimento del precedente livello retributivo-funzionale.
All'atto di individuare il parametro di valutazione della congruità delle offerte pervenute dai concorrenti è stato adottato quale parametro di valutazione comune di tutte le offerte la tabella ministeriale che individua il costo del lavoro per i dipendenti delle imprese multiservizi, così da assicurare - oltre alla serietà dell'offerta - anche il puntuale rispetto di tutti gli elementi retributivi spettanti ai lavoratori e degli ulteriori oneri connessi ad istituti contrattuali (festività retribuite, tredicesima, quattordicesima) previdenziali e di legge.
PRESIDENTE. Mi scusi, Questore D'Incà. Colleghi, non possiamo continuare con questo brusio, quindi o si fa silenzio non si va avanti.
FEDERICO D'INCA', Questore. Grazie, Presidente.
È stata prevista l'attribuzione di uno specifico punteggio per le imprese che si fossero impegnate ad assumere i lavoratori già operanti nell'ambito del precedente appalto, in modo da premiarne l'esperienza.
Al momento, merita ricordare che tutti i 44 lavoratori addetti all'appalto citato dall'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 sono assunti con contratto a tempo indeterminato: 30 con contratti di lavoro full time e 14 con contratti di lavoro part time, in percentuale variabile tra il 70 e l'85 per cento.
Questo è quanto ha fatto la Camera dei deputati in relazione alla situazione specificatamente evocata dall'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/16. Questo è ciò che, ad avviso del Collegio, significa prendersi cura delle esigenze dei lavoratori addetti agli appalti della Camera: utilizzare a tal fine tutti gli strumenti consentiti dalla legge nell'ambito di procedure di gara che debbono essere del tutto ineccepibili sul piano della legittimità, della pari condizione dei concorrenti e del corretto impiego del denaro pubblico.
L'impegno profuso dalla Camera in questo caso come negli altri contratti ad alta intensità di manodopera deve poi tener conto di un fatto invalicabile: fermo restando il rispetto dei limiti imposti dalla legge e dalla contrattazione collettiva, sussistono alcune scelte che sono sempre e comunque rimesse all'esclusiva valutazione dell'appaltatore nell'ambito della sua autonomia imprenditoriale, che dunque non possono essere oggetto di sindacato da alcuna parte della Camera.
Ciò vale per la scelta del tipo di contratto collettivo da applicare, fermo restando l'equivalenza dell'inquadramento richiesto dalla Camera, a fronte delle mansioni o del tipo di contratto da stipulare con i propri lavoratori: è l'imprenditore a decidere se assumere a tempo indeterminato o determinato o se assumere a tempo pieno oppure parziale.
È sempre l'imprenditore a definire le modalità organizzative di espletamento del servizio (turni, riposi, straordinari)e i criteri di scelta dei lavoratori da riassumere, nonché delle condizioni orarie (e quindi retributive) cui riassumerli, anche in presenza della “clausola sociale”.
In questo quadro è anche necessario avere ben chiari i problemi che si porrebbero se si volesse individuare uno strumento che, al fine di conseguire un miglioramento delle condizioni retributive del personale dipendente delle ditte appaltatrici, possa legittimamente imporre a questi ultimi di riconoscere ai propri lavoratori che operano presso la Camera retribuzioni più elevate di quelle che - a parità di mansioni svolte, di anzianità e di inquadramento - esse praticano al restante proprio personale sulla base di una normativa vigente dei contratti collettivi di riferimento.
Anche a volere prefigurare l'introduzione di bandi di gara e di clausole che prevedono punteggi aggiuntivi sul versante del merito tecnico, per le imprese che operano una retribuzione annua lorda superiore al minimo contrattuale previsto dai contratti collettivi vigenti, ciò determinerebbe comunque maggiori oneri per il bilancio della Camera, essendo prevedibile che la maggior retribuzione offerta dall'imprenditore venga ribaltata sul corrispettivo dell'appalto. Tale ipotesi evidenzierebbe comunque diversi aspetti problematici.
In primo luogo, occorrerebbe comunque prevedere un limite all'incremento delle retribuzioni eventualmente offerto, per evitare che, al fine di acquisire punteggio sul versante del merito tecnico, l'imprenditore offra retribuzioni del tutto spropositate rispetto alle mansioni di interesse della Camera.
Va poi considerato che un simile meccanismo premierebbe l'imprenditore sul versante del merito tecnico, ma lo penalizzerebbe sul versante del merito economico, poiché la sua offerta risulterebbe finanziariamente più onerosa rispetto ai concorrenti che offrissero retribuzioni corrispondenti ai minimi, formalmente del tutto ineccepibili.
Da questo punto di vista, il meccanismo previsto dal bando potrebbe essere censurato sul piano della ragionevolezza, sotto il profilo dell'interesse pubblico sottostante la gara e del più efficiente impiego delle risorse pubbliche. Il servizio potrebbe infatti essere aggiudicato ad un imprenditore che, a parità di prestazione, presenti l'offerta più onerosa.
L'ordine del giorno Carinelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, postazioni per l'allattamento in Aula, può essere accolto a condizione che il dispositivo venga così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'attuazione di misure volte a facilitare l'accudimento dei neonati da parte dei deputati genitori durante l'esercizio delle funzioni connesse al mandato parlamentare, in particolare operando per l'individuazione di spazi idonei all'allattamento nelle immediate prossimità dell'Aula”.
Ricordo che in questa direzione gli organi di direzione politica sono impegnati da tempo. Va infatti ricordato che attualmente, oltre allo “spazio bimbi” presso Palazzo Theodoli, sono disponibili a Palazzo Montecitorio due locali per l'allattamento: il primo, collocato al secondo piano, con accesso dal livello delle tribune dell'Aula, è stato già individuato in attuazione di un ordine del giorno presentato nella XV legislatura (2006-2008); il secondo, invece, è collocato al piano basamentale, nei pressi dell'ingresso 8. Proseguendo nell'impegno già intrapreso e confermato in occasione dell'esame in Assemblea del bilancio di previsione 2018 (con l'accoglimento, previa riformulazione, dell'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/12), il Collegio è disponibile a verificare la possibilità di destinare uno spazio apposito all'allattamento da parte delle deputate madri adiacente all'Aula, in modo da ovviare alle difficoltà di fruizione poste dagli spazi sino ad ora individuati a tal fine.
L'ordine del giorno Magi n. 9/Doc. VIII, n. 4/11, disciplina dei collaboratori dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nei termini di cui al dispositivo dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/32.
L'ordine del giorno Pretto n. 9/Doc. VIII, n. 4/12, attività dell'ufficio INPS, può essere accolto.
L'ordine del giorno Magi n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, pubblicazione di documenti e dati in materia di collaboratori dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di pubblicare sul sito Internet della Camera la versione aggiornata del dossier predisposto nell'aprile 2013 dagli uffici della Camera sul tema “Trattamento economico dei deputati in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Parlamento europeo”, e a valutare altresì l'opportunità di pubblicare eventualmente i dati riassuntivi relativi alla tipologia e al numero dei contratti di lavoro con i collaboratori dei deputati depositati presso la Camera”.
L'ordine del giorno Magi n. 14, disciplina dei collaboratori dei parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nei termini di cui al dispositivo dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/32.
Gli ordini del giorno Pastorino nn. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e 9/Doc. VIII, n. 4/16, lavoratori dipendenti delle imprese appaltatrici, possono essere accolti a condizione, come detto, che entrambi i dispositivi siano riformulati nei termini di cui all'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 4/9.
L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/17, disciplina dei collaboratori dei parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nei termini di cui al dispositivo dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/32.
L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, pubblicazione di dati in materia di collaboratori dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di pubblicare eventualmente i dati riassuntivi relativi alla tipologia e al numero dei contratti di lavoro con i collaboratori dei deputati depositati presso la Camera”.
L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, proroga di cinque anni del termine previsto per la cessazione dell'elenco di cui all'Allegato…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Di nuovo, devo interrompere? Ma cos'è questa mattina?
FEDERICO D'INCA', Questore. L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, proroga di cinque anni del termine previsto per la cessazione dell'elenco di cui all'allegato B della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato “a valutare l'opportunità di posticipare il termine attualmente previsto per la cessazione dell'elenco di cui all'allegato B alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, alla luce degli orientamenti che saranno assunti dagli organi della giurisdizione interna in ordine alla durata degli elenchi allegati alla predetta delibera”.
L'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/20, pubblicazione di documenti in materia di collaboratori dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di pubblicare sul sito Internet della Camera la versione aggiornata del dossier predisposto nell'aprile 2013 dagli uffici della Camera sul tema “Trattamento economico dei deputati in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Parlamento europeo”.
Per l'ordine del giorno Pastorino n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, progressiva riduzione della consistenza dell'allegato B, vi è un invito al ritiro, in quanto già attuato.
L'ordine del giorno Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/22, digitalizzazione dei procedimenti parlamentari amministrativi, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “valutare l'opportunità di: a) sviluppare, previa definizione dei necessari indirizzi sul piano regolamentare, soluzioni per consentire una completa digitalizzazione del procedimento legislativo; b) proseguire nel processo di trasformazione digitale, in modo da coinvolgere i diversi aspetti dell'attività parlamentare e dell'amministrazione; c) assumere le iniziative di rispettiva competenza affinché vengano messi a disposizione degli organi parlamentari strumenti basati su tecnologie di intelligenza artificiale e sviluppati con sistemi software a codice aperto, per raccogliere il contributo dei cittadini nelle attività conoscitive e nell'istruttoria legislativa”.
L'ordine del giorno Amitrano n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, strumenti di rappresentazione grafica del lavoro parlamentare, può essere accolto.
L'ordine del giorno Daga n. 9/Doc. VIII, n. 4/24, formato nativamente digitale dei documenti parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di assumere, previa definizione dei necessari indirizzi sul piano regolamentare, le iniziative di propria competenza - anche di natura interistituzionale - affinché tutti i documenti parlamentari o da esaminare in sede parlamentare siano prodotti in formato nativamente digitale secondo standard condivisi, al fine di ridurre i costi di trasformazione digitale e di facilitarne la condivisione e la conoscibilità”.
Gli ordini del giorno Amitrano n. 9/Doc. VIII, n. 4/25 e Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/26 possono essere accolti.
L'ordine del giorno Spadoni n. 9/Doc. VIII, n. 4/27, promozione degli obiettivi dell'Agenda 2030, può essere accolto se riformulato sopprimendo in fine le parole da “sulla scorta” sino alla fine del periodo.
L'ordine del giorno Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/28, evidenza degli obiettivi dell'Agenda 2030 negli atti parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di pubblicare nell'apposita sezione del sito Internet della Camera dedicata ai temi dell'Agenda 2030 i testi dei provvedimenti legislativi e degli atti di indirizzo approvati dalla Camera che abbiano un rilevante impatto sul conseguimento degli obiettivi fissati dall'Agenda medesima”.
L'ordine del giorno Daga n. 9/Doc. VIII, n. 4/29, efficientamento energetico degli edifici della Camera, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di proseguire negli interventi di attuazione del programma di efficientamento energetico deliberato dal Collegio dei questori nel 2017 sulla base delle analisi energetiche degli edifici in uso alla Camera dei deputati svolta dall'ENEA, dall'Università La Sapienza di Roma e dall'Università di Trento, nell'ambito delle risorse finanziarie specificatamente assegnate a tale obiettivo dai programmi settoriali annuali, implementando il ricorso a soluzioni tecniche che determinino un risparmio energetico dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico, e, al contempo, un'ottimizzazione della gestione del sistema edificio-impianto”.
L'ordine del giorno Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/30, realizzazione piattaforma online per le petizioni, può essere accolto.
L'ordine del giorno Liuzzi n. 31, accesso via web ai testi delle delibere normative dell'Ufficio di Presidenza, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere in fine le parole “in formato storico e vigente”.
L'ordine del giorno Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/32, disciplina dei collaboratori dei parlamentari, può essere accolto.
L'ordine del giorno Amitrano n. 9/Doc. VIII, n. 4/33, congedo obbligatorio paternità per i deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “valutare l'opportunità di prevedere la possibilità per i deputati di usufruire a titolo di assenza giustificata di cinque giorni all'anno di congedo di paternità, istituto introdotto dall'articolo 4, comma 24, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92, e prorogato ogni anno dalle leggi di bilancio annuale”.
L'ordine del giorno Pettarin n. 9/Doc. VIII, n. 4/34, disciplina dei collaboratori dei parlamentari, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato secondo l'ordine del giorno Cancelleri n. 9/Doc. VIII, n. 4/32.
L'ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35, deputate in allattamento, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di introdurre apposite cause di giustificazione per le deputate che abbiano la necessità di allontanarsi dalle Aule parlamentari nei momenti di allattamento, assicurando apposita evidenza a tale fattispecie nei documenti riepilogativi delle assenze giustificate, eventualmente investendo la Giunta per il Regolamento ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nella competenza di quest'ultima”.
Gli ordini del giorno Parentela n. 9/Doc. VIII, n. 4/36, promozione dei prodotti alimentari italiani, e Spadoni n. 9/Doc. VIII, n. 4/37, panchina rossa nel cortile d'onore, possono essere accolti.
L'ordine del giorno Fornaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/38, ripartizione del contributo erogato dal bilancio della Camera ai gruppi parlamentari, può essere accolto. Le modalità di ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo in favore dei gruppi potranno essere oggetto di una nuova valutazione in esito all'approvazione…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
FEDERICO D'INCA', Questore. …della proposta di legge costituzionale volta alla riduzione del numero dei parlamentari, tenuto conto del fatto che la medesima potrebbe incidere sulla composizione numerica dei gruppi e mutare l'assetto delle relative esigenze logistiche e finanziarie.
Per quanto attiene l'ordine del giorno Meloni n. 9/Doc. VIII, n. 4/39, aggancio delle competenze dei parlamentari all'andamento dell'economia, occorre ricordare che il Collegio dei questori, riferendo in merito allo stato di attuazione degli ordini del giorno presentati lo scorso anno, nella seduta dell'Assemblea dello scorso 23 luglio ha segnalato la pubblicazione sul sito Internet della Camera di una nuova versione della scheda informativa relativa alle competenze dei deputati in carica.
Nell'ambito di tale scheda sono evidenziati, unitamente agli interventi normativi che hanno limitato nel corso del tempo la misura delle indennità parlamentari e dei rimborsi, alcuni raffronti dell'andamento delle competenze dei deputati in carica e quelli di alcuni indicatori economici (l'andamento di alcune categorie di funzionari pubblici non soggetti alla contrattazione collettiva, del prodotto interno lordo e dell'indice dei prezzi al consumo determinato dall'Istat). Le analisi appositamente svolte a questo fine hanno evidenziato come l'Ufficio di Presidenza abbia costantemente tenuto in considerazione, nell'assumere le deliberazioni di propria competenza, l'andamento complessivo del sistema economico nazionale, specificatamente nella direzione del contenimento della spesa per i deputati in carica. In questo senso, vi è un invito al ritiro dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Meloni, in quanto attuato.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Acquaroli, sulla rilevazione della presenza dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di rivedere la disciplina in tema di rilevazione della presenza dei deputati in occasione dei lavori parlamentari”, altrimenti il parere è contrario (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie, questore, per la sua illustrazione.
Saluto i bambini del popolo dei Saharawi, che sono oggi in visita alla Camera, nell'ambito del consueto soggiorno offerto loro dalle associazioni delle amministrazioni locali, e che sono presenti in tribuna. Benvenuti (Applausi)!
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 Ungaro, accetta; n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 Magi, accetta; n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 Baldelli, accolti; n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 De Maria, va bene; n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 Rizzetto, va bene.
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 De Maria, ritirato.
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 De Maria, accetta la riformulazione; n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 De Maria, va bene.
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carinelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Prego, deputata.
PAOLA CARINELLI (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e voglio spiegarne brevemente i motivi.
Innanzitutto, cosa prevede questo ordine del giorno? Prevede la possibilità di poter allattare in Aula per le neomamme esclusivamente durante le votazioni.
Non accetto la riformulazione perché la riformulazione proposta va in una direzione diversa, cioè prevede che vengano fatti degli ulteriori spazi e delle ulteriori sale nelle adiacenze dell'Aula, però sono comunque spazi che sono al di fuori dell'Aula per cui in questi spazi le deputate mentre allattano non potrebbero esprimere il proprio voto. Infatti, io sottolineo che è questo il punto, cioè la possibilità di poter esprimere il proprio voto ed è il motivo per cui mi fa piacere che si stia valutando la possibilità di inserire delle missioni temporanee oppure già i gruppi possono magari dare delle assenze giustificate alle deputate, però comunque non è la stessa cosa perché in missione non si può esprimere il proprio voto.
Io ne faccio proprio una questione anche relativa al ruolo che abbiamo qui dentro e del fatto che esprimere un voto è un diritto di tutti i deputati e anche un dovere, perché esprimere il voto è proprio adempiere al nostro dovere. Per questo la missione come anche le sale adiacenti, visto che, purtroppo, non è possibile votare da remoto, non possono fungere a questo scopo.
Io chiedo che sia posto in votazione il mio ordine del giorno e sono anche curiosa di vedere come andrà la votazione, perché di questo argomento se ne parla da tanti anni, se ne è parlato anche al Senato nella scorsa legislatura e io ne ho parlato spesso con tanti colleghi e ho visto che ci sono opinioni diverse e anche sensibilità diverse che io rispetto. Per cui, magari viene fuori dalla votazione che siamo solo io e altre venti persone, ad esempio, che la pensano come me, cioè che pensano che questa cosa sia giusta e, allora, almeno la smetterò di stalkerizzare il questore e la Presidenza con questa proposta.
Voglio fare solo una precisazione a scanso di equivoci, cioè che non tratta questa proposta…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Mi scusi, deputata Carinelli. Colleghi, non è possibile continuare così! Aspetti, deputata Carinelli, aspetti… Non c'è bisogno di sibilare, colleghi. Prego, deputata Carinelli.
PAOLA CARINELLI (M5S). Grazie. A scanso di equivoci, io voglio precisare che non si tratta di fare entrare bambini di ogni età in Aula o in ogni momento, ma si tratta esclusivamente di bambini allattati al seno nel momento dell'allattamento, per cui ragionevolmente nei primissimi mesi di vita, ed esclusivamente durante le votazioni, in modo da non perdere il voto. Per cui, non parliamo di orde di bambini e basterebbe predisporre, magari, un paio di postazioni, magari nella parte alta dell'Aula in modo che si è vicini all'uscita.
Come dicevo, non è la prima volta che viene fuori questa discussione. Al Senato, nella scorsa legislatura, sono venute fuori cose anche un po' così; infatti, qualche senatore ha detto che allattare era un atto, secondo lui, troppo intimo per essere fatto in un'Aula parlamentare o che l'Aula parlamentare non era un luogo salutare per i bambini. Adesso, io non voglio entrare nei dettagli, però non mi pare che un'Aula parlamentare sia meno salutare rispetto ad altri luoghi pubblici, perché non vorrei sembrarvi una madre degenere ma io quando allattavo non stavo 24 ore su 24 in casa e ho anche allattato in posti pubblici.
E questo mi porta all'altra motivazione, che è quella un po' principale che mi è stata data dalla Presidenza in questi mesi, cioè che l'Aula non è un luogo sicuro e che non ci sono le condizioni di sicurezza. Però, a me questa cosa lascia molto perplessa, in primo luogo perché, come dicevo, secondo me c'è la possibilità di prevedere delle postazioni magari nella parte alta dell'Aula o, comunque, vicino alle uscite di sicurezza, postazioni che quindi potrebbero essere più sicure di altre, e poi perché mi fa un po' quasi sorridere che mi venga detto che un'Aula parlamentare non è sicura: invece, è più sicuro portare i bambini a passeggio nelle nostre strade, sui marciapiedi stretti delle nostre città dove ci sono auto che sfrecciano ben oltre i 50 chilometri orari? O portarli sui mezzi pubblici, dove spesso io devo togliere mio figlio dal passeggino e tenerlo in braccio senza cinture di sicurezza? O in aereo, dove quando si allatta comunque il carrellino delle bibite spesso rischia anche di urtare la testa?
Sinceramente, ci sono molti altri motivi più gravi di sicurezza e quest'Aula non mi sembra meno sicura di altri nostri luoghi delle nostre città dove noi tranquillamente portiamo i nostri bambini e - ripeto - non mi pare che allattare in Aula sia una cosa così scandalosa.
Allattare in pubblico non dovrebbe essere un problema e io spero che non sia un problema per i miei colleghi e poi vedremo se magari invece qualcuno la pensa diversamente. Però, allattare è un gesto assolutamente naturale e dovrebbe essere normale poterlo fare in pubblico. Purtroppo, non è così perché è capitato e capita ancora - purtroppo troppo spesso - che tante donne abbiano problemi o ricevano occhiatacce quando allattano in pubblico.
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLA CARINELLI (M5S). Concludo. Io invito soltanto sommessamente, colleghi, a riflettere anche sul ruolo che ha quest'Aula, sull'autorevolezza che ha quest'Aula e sull'importanza degli esempi. Se noi per primi chiediamo ai datori di lavoro di aiutare le mamme che rientrano al lavoro, come possiamo noi per primi non mettere le neomamme in condizione di poter svolgere il loro lavoro? Tante, troppe donne ancora oggi si fanno problemi ad allattare in pubblico e viene loro chiesto magari di uscire da un bar o di coprirsi addirittura. Allora, se noi per primi non superiamo questo tabù, come pretendiamo che altri lo facciano?
Io vi prego: riflettiamo sull'importanza e sull'autorevolezza che ha quest'Aula e sull'importanza degli esempi. Io dico solo che questa non è una questione politica e mi pare evidente che vada al di là di ogni colore politico e di ogni appartenenza politica. Per cui, io dico di votare quello che volete, però votate secondo la vostra sensibilità e secondo la vostra coscienza e chiedo anche ai capigruppo di lasciare, per una volta, libertà di voto ai propri deputati (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Colleghi della Lega! Colleghi del Partito Democratico! Prego, deputato Fusacchia.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Volevo solo dire che, quando avevo letto l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli, non ero riuscito a formarmi un'opinione netta. Però devo dire che, alla luce delle argomentazioni che ha proposto la collega e anche di un po' di come dire sentore diffuso con un qualche “basta!”, qualche “dai!” di troppo, volevo sottoscrivere, se è possibile, l'ordine del giorno e invitare tutti a votarlo perché penso che sia un atto di civiltà importante e farebbe fare un passo significativo in avanti all'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Non aggiungo molto a quanto ha detto la collega Carinelli che ha già espresso molte delle motivazioni che spingono anche me a sostenere l'ordine del giorno. Ovviamente, come si nota, non sono una persona atta all'allattamento della prole, però ho una compagna che ha allattato i miei figli per lungo tempo. A prescindere da come vada la votazione dell'ordine del giorno, a me preme comunicare al Collegio dei Questori che, come già sta facendo il Ministero della Salute ormai da anni, ossia far fare campagne informative per la promozione dell'allattamento al seno che credo che sia importante e fondamentale, credo che anche l'istituzione di cui noi facciamo parte deve dare il suo contributo. A prescindere dal fatto che l'ordine del giorno venga approvato o non approvato, chiedo al Collegio dei Questori di fare in modo che anche la Camera dei deputati in qualche modo comunichi alla popolazione e ai cittadini che l'allattamento al seno è importante per i nostri bambini. Farlo diciamo con l'allattamento in Aula credo sia una cosa anche visivamente importante, a prescindere dall'importanza per il deputato di votare, e comunque sia un modo per dire fuori che tuteliamo le nostre deputate che sono qui a lavorare e che permettiamo loro di allattare i loro figli qui, nel loro luogo di lavoro: credo che sia già una cosa importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.
VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo perché vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno della collega e sostanzialmente condividere il fatto che, al di là del problema pratico dell'allattamento, credo che sia un segnale importante che le donne debbano dare anche all'interno dell'istituzione. D'altra parte non saremo il primo Parlamento né in Europa né nel mondo: ritengo che sia un gesto di civiltà importante che il Parlamento può votare. Quindi sottoscrivo l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Se la collega Carinelli è d'accordo, vorrei sottoscrivere, a nome del gruppo, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli per il merito di esso e anche per le ragioni accessorie a cui ha fatto riferimento il collega Fusacchia, perché ci sono rumoreggiamenti e rumoreggiamenti e alcuni rumoreggiamenti hanno un vago sapore machista e poco sopportabile (Commenti) che dunque spinge ancor di più nella direzione di un passo in avanti nella civiltà dell'Aula e del Parlamento.
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
NICOLA FRATOIANNI (LEU). E, come si vede, quelle preoccupazioni erano assai fondate.
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, non andiamo avanti se non si fa silenzio da tutti i banchi. Colleghi… colleghi del MoVimento 5 Stelle, del Partito Democratico, della Lega.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Solo per dire che, come gruppo del Partito Democratico, lasciamo ai colleghi libertà di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI (PD). Signor Presidente e onorevoli colleghi, sono assolutamente d'accordo sull'apprezzare la motivazione della proposta, che è dare la giusta dignità anche alle lavoratrici del Parlamento. Le donne hanno diritto di allattare sul luogo di lavoro: questo è il diritto.
Io voglio ricordare a tutti noi, signor Presidente, che ci sono anche i diritti dei bambini, i diritti dei neonati (Applausi) che hanno anche loro, pur nella loro silente esistenza, il diritto ad un allattamento sereno in un luogo adeguato. Quindi credo che sia doveroso - lo chiedo ai Questori e a lei Presidente - dare modo alle deputate che devono allattare di avere un luogo adatto (Applausi) vicino all'Aula dove possano, quindi, con un giusto equilibrio esercitare il loro diritto e dove i bambini possono essere allattati in completa serenità. Non sto qui a citare quanto Maria Montessori ha detto e insegnato con la sua pedagogia relativamente all'allattamento sereno e il più possibile silenzioso. Ditemi come si fa ad allattare in un'Aula così (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, che cosa succede? Se vuole intervenire, si iscriva a parlare non è questo il modo di interloquire con la Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Mi spiace che il dibattito stia in qualche modo uscendo dalla realtà dello stesso. Stiamo parlando dell'opportunità o meno di un allattamento al seno in quest'Aula; non stiamo parlando assolutamente di atteggiamenti machisti che non ci appartengono, almeno per quanto mi riguarda non li ho mai evidentemente verificati nella mia persona o almeno credo.
PRESIDENTE. Colleghi, ma è possibile che non si riesce ad ascoltare il collega che sta parlando? Non è possibile!
ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie Presidente. Quindi, mi ricollego all'ultimo intervento: se è giusto che una mamma possa allattare, anche una mamma parlamentare, credo che l'Aula non sia sicuramente il luogo più adatto per una serie di motivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non certamente per la dignità dell'allattamento, che anzi è qualcosa che credo vada molto oltre anche la dignità dell'Aula. Quindi, con grande serenità, invito il Presidente e invito i responsabili a trovare una soluzione diversa vicino evidentemente all'emiciclo, mettendo magari la mamma in condizioni, se vogliamo arrivare a questo punto, anche di votare nello stesso momento in cui si vota all'interno dell'Aula ma evidentemente da questo, quindi dal mettere nelle condizioni la mamma di fare la cosa più bella del mondo, l'allattamento, a trasformare evidentemente la nostra Aula in una situazione che non ha niente a che fare - ripeto - non ha niente a che fare con quella per cui è abilitata. Mi auguro che ci sia, da parte dell'Assemblea, non una votazione pregiudiziale in un senso o nell'altro, ma una serena disamina della situazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Siani. Ne ha facoltà.
PAOLO SIANI (PD). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli e vorrei potervi spiegare in pochi minuti quanto fa bene il latte della mamma al bambino e alla mamma (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché se voi vi convincete e sapeste… Beh, ma voglio spiegare un secondo…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… dovete far intervenire.
PAOLO SIANI (PD). Arrivo anche a spiegarvi perché voi siete dubbiosi. Se potessi dirvi in pochi minuti, con qualche slide, che cosa è per quel bambino il latte della mamma vi convincereste che è una cosa molto importante e degna consentire alle mamme di allattare ovunque ritengano giusto allattare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché la mamma potrebbe anche voler allattare in un ristorante, in un albergo, per strada. Se noi diamo l'esempio che in quest'Aula non si può allattare, non facciamo un buon servizio né ai bambini né alle mamme (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Però, poi vi chiedo, scusatemi, se tutti pensate - lo pensa anche il mio amico Giorgio - che quest'Aula non è salubre per i bambini, non lo è neanche per me che sono vecchio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ho anche meno anticorpi dei bambini e sono a rischio.
Per cui mettiamo l'Aula in sicurezza poi lasciamo che ogni mamma scelga dove allattare: può essere di lato, può essere in alto; ma non farlo è una discriminazione che non posso sopportare, né per la mamma né per il bambino. E vi assicuro che ogni mamma sa perfettamente dove è giusto che allatti il suo bambino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e nei bassi della nostra città, Presidente, le mamme allattano in ambienti molto meno salubri di questi, molto meno silenziosi, e lo fanno benissimo. Se poi la presenza di un bambino qui che viene allattato rende quest'Aula più salubre, più educata e meno “incasinata”, io ne sono molto contento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cenni. Ne ha facoltà.
SUSANNA CENNI (PD). Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI (M5S). Presidente, non è la prima volta che in quest'Aula trattiamo questo tema, dell'allattamento dei figli in queste sale, in quest'Aula, e sempre ci sono risate e brusio. Io invece invito tutti i colleghi e le colleghe di quest'Aula non solo a sottoscriverlo, ma anche a votarlo favorevolmente, perché dobbiamo rompere il tabù dell'accudimento dei figli, dei neonati in questo luogo. Siamo la terza istituzione dello Stato: è giusto che fungiamo da modello per le tante realtà aziendali e lavorative di questo Paese. Quindi il mio invito è un invito veramente corale affinché possiamo infrangere questo tabù (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, io credo di poter parlare anche a nome di diversi colleghi e diverse colleghe. Il punto non è una contrarietà all'allattamento naturale al seno: anzi, noi assolutamente appoggiamo - lo ha detto benissimo il collega Siani - l'allattamento al seno, e anzi caldeggiamo che questo possa avvenire in piena libertà in tutto il Paese, e che si dia anche l'esempio. Io chiedo però sommessamente alla collega una riformulazione, se ritiene che ci siano le condizioni: perché vede, questo è un luogo, tutto questo luogo, tutto il Parlamento… Perché non c'è soltanto il diritto della deputata ad allattare, c'è anche il diritto delle commesse e delle altre lavoratrici di questo luogo tutto a poter allattare nel luogo di lavoro (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E allora mi domando se non è più opportuno, se non si dà un esempio più largo, e anche la possibilità di esercitare tutte quella libertà, se invece di limitare l'ordine del giorno all'Aula si potesse riformulare l'ordine del giorno facendo sì che ci siano postazioni adeguate in tutto questo edificio. Perché il tema è che, se anche ci sono postazioni adeguate per altre lavoratrici, e se anche noi vogliamo affermare che le colleghe deputate sono lavoratrici e quindi hanno la possibilità di esprimere questo diritto, alcuni e alcune di noi hanno il dubbio che l'Aula possa essere il luogo in cui farlo. E allora, se vogliamo cercare, come diceva anche l'onorevole Ciprini, un largo consenso rispetto a questo ordine del giorno, forse una riformulazione che non limiti all'interno dell'Aula la possibilità dell'allattamento aiuterebbe tante e tanti di noi a votare favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO (M5S). Presidente, io vorrei parlare del tema dei bambini in generale (Commenti).
PRESIDENTE. Continui, Gallo. Colleghi, per favore!
LUIGI GALLO (M5S). Perché sostanzialmente, se noi ci pensiamo, i bambini, che poi sotto i 18 anni noi definiamo “minori”, come se fossero di meno di qualcosa, non sono negli spazi della nostra società. Voi ci dovete pensare: li confiniamo spesso in determinati spazi, la mattina all'interno della scuola; li recuperiamo poi dalla scuola e li confiniamo in altri spazi chiusi. Non hanno in questo momento il più delle volte spazi di cittadinanza all'interno di tutte le istituzioni. E io credo che anche questo ordine del giorno, che sottoscrivo, dia lo spazio di cittadinanza ai bambini che noi neghiamo, perché pensiamo che essi non possano essere trattati come degli adulti, non possiamo dialogare con loro alla pari, quando essi sono capaci, i bambini, i ragazzi, di portarci dei profondi cambiamenti.
Chi ha dei figli sa benissimo di che cosa parlo, sa benissimo che dico che un bambino, con un confronto reale, può portare dei profondi cambiamenti nelle persone e negli adulti.
Quando allora si dice che quest'Aula non è un'Aula serena, o non è un'Aula adatta ai bambini, noi dovremmo adeguarci probabilmente a renderla adatta ad uno spazio per i bambini e ad uno spazio per i ragazzi: perché se la rendiamo adatta ad uno spazio per i bambini significa che è adatta anche per noi. Probabilmente noi stiamo facendo violenza anche a noi adulti, quando rendiamo quest'Aula non adatta alle discussioni: quindi non vedo questo come un tema da portare sul piatto nel momento in cui stiamo discutendo.
E poi successivamente l'ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 prevede la possibilità, per chi non vorrà allattare in Aula, di portare i figli in altri luoghi vicini all'Aula e mettersi in missione ed allattare fuori dall'Aula; ma permettiamo a chi invece vuole avere questa possibilità in Aula di farlo. Quindi credo che vada approvato sia quest'ordine del giorno che l'ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 che prevede altre modalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO (M5S). Presidente, io comincio ad appassionarmi a questo dibattito, le debbo confessare, perché mai avrei immaginato, da direttore medico di un ospedale pediatrico, dove la tutela dell'igiene, del microclima è massima, e si cerca in ogni modo non soltanto di salvaguardare il diritto dell'essere umano a nascere, ma anche di tutelarlo in tutte le fasi successive, quindi cercando le condizioni migliori, compresa quella dell'allattamento; mai avrei immaginato in quelle condizioni, appunto, da direttore di un ospedale pediatrico, che qui, dentro Montecitorio, si chiedesse di allattare, in questo microclima paurosamente insalubre (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), paurosamente fuori da ogni tutela igienica un essere umano, una piccola creatura che ha necessità di silenzio, di aria pulita, di condizioni totalmente diverse da quelle che questo ambiente gli può garantire. Mai avrei immaginato di ascoltare quello che oggi ho sentito, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E pertanto io, pur comprendendo il diritto, ed essendo il primo da questo punto di vista a rispettarlo e a pretenderlo, delle donne ad allattare in qualsiasi ambiente, anche in un contesto come questo, però invito tutti voi a farvi un esame di coscienza e ad essere realistici: immaginate un bambino di pochi mesi qui dentro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Al di là della polemica che sta venendo fuori, è assolutamente fuori da ogni logica immaginare una cosa del genere.
Naturalmente troviamo altre soluzioni: faccio appello a lei e ai questori, troviamo altre soluzioni, ma allontaniamo da noi questa cosa assolutamente fuori da ogni norma igienica. Faccio appello alle vostre coscienze, colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Liuni. Ne ha facoltà.
MARZIO LIUNI (LEGA). Presidente, per fare un attimo di chiarezza inviterei il questore D'Incà a rileggere la riformulazione, che nella confusione di prima penso che pochi abbiano sentito. E accompagnata alla riformulazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, rileggerei quella dell'ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35, che va in una direzione di soluzione che è volta a proteggere i bambini e le mamme (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Prego, Questore D'Incà, poi continuiamo con gli interventi, riascoltiamo la riformulazione.
FEDERICO D'INCA', Questore. Grazie, Presidente, per rispondere al collega Liuni e ai tanti colleghi che sono intervenuti. Rileggiamo insieme la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'attuazione di misure volte a facilitare l'accudimento dei neonati da parte dei deputati genitori durante l'esercizio delle funzioni connesse al mandato parlamentare, in particolare operando per l'individuazione di spazi idonei all'allattamento nelle immediate prossimità dell'Aula.” Questo cosa vuol dire (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega-Salvini Premier)? Vuol dire questo: che stiamo cercando di poter trovare delle stanze, la riflessione è sull'emiciclo superiore, quindi appena dietro alle ultime postazioni, dove si possa avere una stanza idonea per l'allattamento, quindi in prossimità dell'Aula.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Dadone, invece, permetterebbe un'altra cosa - ed è questa, secondo me la riflessione, perché andavano visti insieme - con la sua riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre apposite cause di giustificazione per le deputate che abbiano la necessità di allontanarsi dalle Aule parlamentari nei momenti di allattamento, assicurando apposita evidenza a tale fattispecie nei documenti riepilogativi delle assenze giustificate, eventualmente investendo la Giunta per il Regolamento ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nelle competenze di quest'ultima”. Pure questo ha il significato di permettere alle persone di non vedersi perdere voti nell'Aula senza un'adeguata giustificazione, è una sorta di giustificazione come viene data da parte dei gruppi parlamentari nei confronti dei singoli parlamentari.
Lo ripeto, io ho una figlia di tre anni e mia moglie allatta ancora, quindi c'è la massima vicinanza nei confronti di questo importante momento per il bambino. E proprio nelle parole del collega Trizzino, abbiamo individuato l'Aula, che ha comunque cento anni - io mi sono più volte in questi giorni confrontato con la collega Carinelli e siamo su posizioni diverse, ma entrambi a favore del bambino - e in particolare, come Collegio, abbiamo evidenziato la problematica di un'Aula che è stata pensata cento anni fa, è stata pensata chiaramente per soli uomini ed è fatta in una maniera per cui, molto spesso, vi è una enorme confusione, in alcuni momenti, dove non sempre alcune persone intervenute si sono comportate in maniera adeguata forse all'Aula; forse io stesso nella scorsa legislatura ho fatto delle azioni, mentre ero all'opposizione, che potevano produrre danno nel momento in cui si pensasse di avere un bambino in fase di allattamento all'interno dell'Aula.
E in questa riflessione, il ragionamento è stato di poter avere una stanza nelle prossimità immediate, quindi vuol dire a pochissimi passi, e potere, in qualche maniera, permettere alle persone di uscire e rientrare per delle votazioni consecutive, avendo anche una giustificazione.
È a favore delle garanzie del rapporto madre-figlio e, in qualche maniera, per riuscire a far sì che dal punto di vista della rumorosità… sentite anche in questo momento, il momento deve essere anche di partecipazione da parte di molte persone, c'è comunque confusione in Aula, c'è comunque un senso di insalubrità per colpa della luce, per colpa anche di un microclima interno. Ecco perché le parole di Trizzino sono particolarmente importanti e io lo ringrazio per il suo intervento, ma tutto è visto in favore del bambino.
Poi è chiaro che - e aggiungo un'ultima parte - nella riforma costituzionale noi avremo, credo, una diminuzione, se questo andrà a buon fine, di 230 parlamentari in Aula. È chiaro che avremo due sezioni molto probabilmente vuote nella prossima legislatura, per cui forse ritengo che si potrebbero avere degli spazi adeguati dove almeno la sicurezza interna sia adeguata nei confronti dei neonati, però, è chiaro, questa è una riflessione per il Collegio dei questori che verrà in futuro, delle persone che saranno poi qui nella prossima legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cortelazzo. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Presidente, colleghi, per non banalizzare l'argomento che abbiamo trattato e ascoltato - e ovviamente mi sento molto vicino, in riferimento all'intervento del collega Trizzino - da genitore di una ragazza che ha ormai sedici anni, ricordo perfettamente le fasi neonatali della bimba.
Non vorrei che i colleghi e colleghe si fossero solamente soffermati sull'aspetto dell'allattamento. Guardate che un neonato - non insegno nulla a nessuno, tantomeno alle mamme - ha anche altre necessità impellenti: il cambio, forse ancora con più reiterazione rispetto all'allattamento.
E allora, ripeto, per non banalizzare e far proprie le considerazioni del collega Trizzino di un ambiente igienicamente predisposto, cosa predisponiamo, anche i fasciatoi dentro l'Aula? Perché ha le stesse necessità, il bambino neonato, di essere cambiato, perché voi capite le parti intime che si umidificano.
E allora, attenzione a non percorrere o ad essere troppo limitativi rispetto al solo allattamento. È giusto e corretto che ci siano delle aree predisposte all'interno dello stabile di Montecitorio e non suggerisco nulla a Questori, tecnici e quant'altro: un monitor, una scatoletta come questa e voti tranquillamente, con la necessità e la legittimità del deputato. Per cui, non andrei ad intrufolarmi in questioni, che poi sono, ripeto, limitative, solo per l'allattamento. E non scambiare l'Aula, che non è sicuramente un ambiente… pensate solo, d'inverno, alle influenze, tonsilliti e quant'altro. Ecco, io sarei molto, ma molto cauto, anche rispetto all'ultima considerazione - che capisco che è una sorta di invito ad essere collaborativi - del Questore D'Incà, sul fatto che ci saranno aree dell'Aula libere forse nella prossima legislatura. L'Aula non è un ambiente sano per allattare o per pulire i sederini dei nostri neonati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Solo poche cose: innanzitutto, anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno e per mettere in evidenza due cose che potrebbero aiutare il nostro dibattito. Questa istituzione e il ruolo dei parlamentari è stato pensato in un'epoca in cui - ancora adesso, in realtà, però all'epoca ancora di più - lo poteva esercitare solo chi era di sesso maschile, solo gli uomini. È sempre stato così e pian pianino si sta, invece, andando verso una rappresentanza anche delle donne.
Questo ha fatto sì che nell'ultima legislatura, soprattutto nella XVII, ma anche in questa, si stiano iniziando a porre delle questioni che pongono le donne, le quali innanzitutto è un bene che siano elette, perché pongono un altro punto di vista nella legislazione, ma anche nel nostro modo di organizzarci. Quindi, c'è stata, per esempio, la possibilità per le mamme di arrivare qui con la tata e portare il bambino nel retro, ci sono altre possibilità.
Se c'è la questione del fasciatoio io sono assolutamente d'accordo, bisognerebbe inserire all'interno dei bagni la possibilità, per esempio, di cambiarli. Ma non è questa, la questione.
La questione che si pone in questo momento è un'altra, visto che noi non abbiamo un contratto nazionale del lavoro, noi siamo un'altra cosa e abbiamo delle altre esigenze, non abbiamo neanche la maternità ovviamente perché abbiamo delle assenze giustificate, quindi questa non è la questione. La questione è se io come deputata, nel momento in cui divento anche madre, nel momento in cui voglio essere qui per un particolare motivo - perché non è che subito dopo che ho avuto un figlio e sono nel periodo dell'allattamento il primo pensiero è venire qui a discutere -, in un particolare contesto, per una particolare occasione, per un determinato periodo di tempo, se mi dovessi trovare nella necessità e volessi seguire un provvedimento che magari ho anche seguito e dovessi votare, io possa avere la possibilità di allattare.
Sulla insalubrità di questo luogo, specialmente per come ci rapportiamo tra di noi spesso e volentieri, ma anche sulla qualità dell'aria, potremmo anche discutere; dopodiché, a questo punto non capisco perché ci chiudiamo gli occhi e le orecchie e anche la bocca davanti all'insalubrità dell'aria delle nostre città e davanti all'insalubrità dell'aria anche dei nostri ospedali a volte. Ci sono delle situazioni molto complesse, allora questa non può essere una scusa.
E non vorrei neanche in questo Parlamento sentire uomini che spiegano come sia….Una madre e un padre, ovviamente, tengono per prima cosa alla salute del proprio bambino e non metterebbero mai a rischio la salute del proprio bambino per farsi fare una foto in Aula mentre allattano. Stiamo parlando di situazioni molto precise e puntuali, ma visto che noi siamo stati delegati dagli elettori a rappresentarli e a legiferare, credo che abbiamo anche la capacità di pensare ai nostri figli, nel caso, e alla loro salute, quando siamo qui ad allattare: non stiamo dicendo cose terribili. Capisco che sia uno shock vedere qui dentro un neonato per alcuni, ma è anche uno shock positivo, nel senso che forse è il momento in cui, anche in questo Paese, si pensi che le donne che fanno politica e hanno dei ruoli istituzionali possono essere anche madri, sono figlie, sono sorelle, sono mogli, sono compagne, hanno una vita; questa non è una cosa che va nascosta in un angolino, ma è una cosa che esiste e che è parte integrante della nostra vita. Quindi, non credo che ci sia niente di terribile o che da domani vedremo qui orde di neonati; insomma, credo che sia un buon modo per iniziare ad aprire, anche qui dentro, il dibattito politico sulla vita dei cittadini, che spesso si vedono negato anche il diritto d'allattamento, aprendo gli occhi anche a chi, in quest'Aula, a volte non è pienamente cosciente di quanto sia grande il dibattito attorno a questi temi, fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema è estremamente affascinante e credo non secondario, anche per il messaggio che noi diamo alla società italiana. Per come la vedo io, una donna dovrebbe poter allattare suo figlio ovunque lo ritenga necessario. Per come la vedo io, è un problema che nella società italiana noi consideriamo i figli come un ostacolo; è un problema, per come la vedo io, il fatto che, spesso, una donna che allatta venga vista come qualcosa di brutto, qualcosa che va allontanato, qualcosa che va nascosto; non è una cosa che va nascosta. Una madre che allatta suo figlio è una cosa straordinaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che, tra l'altro, è utile per l'intera società. Lo dico perché questo dibattito che noi facciamo e che riguarda le parlamentari, per cui poi arriverò anche a fare una proposta di soluzione, poi, inevitabilmente, si allarga al di fuori dei confini di quest'Aula. Noi, ogni giorno, o, comunque, molto spesso, commentiamo notizie di donne che sono state allontanate dai luoghi di lavoro, dai bar, dalle stazioni per questo. Io ho allattato mia figlia in treno per la prima volta e aveva dodici giorni; io sono una di quelle donne che non si è potuta permettere la maternità (“permettere” tra virgolette); mi sono trovata ad allattare mia figlia ovunque nei suoi primi sei mesi di vita; l'ho allattata fino a un anno e tre mesi - si figuri -, su treni, aerei, in mezzo alla strada. Comunico ufficialmente che si possono allattare i propri figli senza far vedere i propri seni al genere umano, senza fare scene discinte; si può tranquillamente fare, perché siamo nel terzo millennio e abbiamo imparato a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, attenzione al messaggio che diamo, rispetto al tema della maternità.
L'altra cosa che voglio dire, da madre e non da medico, è che una donna sa dove può allattare suo figlio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico). Non ci sono luoghi salubri e luoghi insalubri: le madri lo sanno, le madri, più di chiunque altro - e questo mi disse anche il primo pediatra con il quale ho parlato -, lo sanno. Però, questo è anche un po' il punto della discussione. Io sono d'accordo, da madre, sul fatto che quest'Aula, come diceva il collega, potrebbe non essere un posto adatto ad allattare il proprio bambino; io probabilmente mia figlia, qui, non l'avrei allattata e quindi credo che noi dobbiamo tutelare anche il diritto di quelle parlamentari che dovessero diventare madri e che volessero allattare la propria figlia o il proprio figlio, ma che non lo volessero fare all'interno di quest'Aula. Voglio dire alla collega che ha formulato questo ordine del giorno, perché queste battaglie non devono diventare ideologiche altrimenti ci facciamo del male, che mi pare sia sensata la proposta di riformulazione, ma mi porto un pelino avanti e faccio una richiesta ai questori. È vero, infatti, anche che il tema di avere una postazione nella quale puoi allattare tuo figlio e sei giustificato al non voto, per carità, ti aiuta, però non è neanche completamente giusto perché, come diceva la collega che ho di fronte, se io stessi seguendo un provvedimento e volessi votare, non sarebbe neanche giusto che, per allontanarmi dall'Aula per allattare mio figlio, io non potessi votare. Non sono d'accordo sul fatto che ciò equivale a cambiare un bambino, perché per cambiare un bambino ci vogliono mediamente quattro minuti, per una madre che è abituata, mentre per allattarlo ce ne possono volere 40, quindi cambia completamente il principio.
Allora, mi appello ai Questori: scusate, signori colleghi Questori, ma, in quest'Aula, nella quale di risorse ne abbiamo per spendere e per fare cose molto importanti, mettere una postazione per allattare e da dove si possa anche votare è impossibile fuori da quest'Aula, o si può tentare di fare? (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico). Forse ciò potrebbe mettere insieme tutti i problemi che abbiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, sarò brevissimo. La mia richiesta era proprio verso i Questori per inserire un inciso al fine di poter mettere una postazione, eventualmente, con una richiesta regolamentare, per poter votare, laddove la collega debba allattare o cambiare il bambino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO (PD). Mi rivolgo a lei, signor Presidente, perché il tema è naturalmente molto importante e tutti riconosciamo che deve trovare una soluzione, però la discussione ha fatto fin qui registrare posizioni diverse e articolate con diverse proposte. Ora, io mi chiedo se sia davvero esito di questa discussione semplicemente un voto in cui ci dividiamo su come allattare i bambini, o se invece non sia più ragionevole che il Presidente della Camera, con l'Ufficio di Presidenza e i Questori, raccolga questa discussione e ci avanzi, in una delle prossime sedute, una proposta operativa che dia soluzione al problema.
Infatti, siccome siamo tutti d'accordo che al problema una soluzione va data, considererei un po' infantile mettersi a tutti i costi a votare, distinguendosi tra chi vuole farlo in Aula, chi vuole la postazione, chi vuole di qui e chi vuole di là (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); mi sembrerebbe ragionevole che il Presidente, insieme al Collegio dei questori, all'Ufficio di Presidenza, preso atto della volontà della Camera di dare una soluzione al problema, si riservi di avanzare una proposta su cui si possa avere un consenso unanime dell'Aula stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, io vorrei aggiungere alcune considerazioni a questo interessante dibattito. Intanto, è stata detta da chi di mestiere, appunto, fa il pediatra - il collega Siani - l'importanza dell'allattamento al seno, l'importanza per i bambini e anche per le madri; è una pratica che va comunque promossa, una pratica che fa bene e, dunque, che deve essere anche considerata positiva per questo Parlamento. Nella scorsa legislatura noi abbiamo iniziato questo percorso e abbiamo destinato dei locali, anche se non vicini a quest'Aula, per i bambini per l'allattamento, però non siamo andati fino in fondo perché non c'erano le condizioni per poterlo fare. Ora, è vero, quest'Aula non favorisce l'intimità e l'allattamento è anche un momento di intimità tra la mamma e il bambino, però è anche vero che spesso si allatta in luoghi che non favoriscono l'intimità; la collega Meloni ci ha ricordato come lei si sia trovata a fare l'allattamento in luoghi sicuramente pubblici. Io penso che riuscire a consentire la presenza di bambini in quest'Aula e l'allattamento significhi rompere un tabù…
PRESIDENTE. Deputata Ravetto…
LAURA BOLDRINI (LEU). Quindi, signor Presidente, consentire la presenza di neonati e l'allattamento al seno in quest'Aula è un passo importante; è un passo importante che significa rompere un tabù in questo Paese. Vuol dire promuovere una pratica sana, che fa bene e, anche, far capire che l'allattamento non è qualcosa di cui vergognarsi. Io penso che sarebbe un bell'esempio per il nostro Paese.
Ora, la riformulazione del Questore D'Incà mi sembra un tentativo di mediazione, forse però è anche un po' un gioco al ribasso; allora, come dire, a questo punto si evita di arrivare fino in fondo, come abbiamo fatto nella scorsa legislatura, e si trova quindi una via di mezzo.
Non so, signor Presidente, se non sia il caso di cogliere l'occasione per farlo più lungo questo passo e per consentire una bella pratica che fa piacere vedere, anche, che comunica qualcosa di sano, qualcosa di positivo, anziché giocare un po' al ribasso e dire: troviamo una stanza qui vicino per poi consentire che questo avvenga comunque fuori da quest'Aula.
Quindi, abbiamo la scelta di andare fino in fondo oppure di riconsiderare questa opportunità e fare come nella scorsa legislatura, che fu una soluzione mediata, che però, appunto, non ha dato l'esito auspicato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, grazie. Da Ministra della Pubblica amministrazione, quando una donna fu allontanata da un ufficio pubblico perché allattava, feci immediatamente una circolare per consentire che, liberamente, le donne, se lo sceglievano, potessero allattare negli uffici pubblici. Vorrei anche ricordare le parole di Papa Francesco, che aveva invitato, qualora lo volessero, le mamme anche ad allattare durante le messe nelle chiese. L'ultima cosa che mi sembra molto importante quando si affrontano temi come questo è quella che diceva la collega Meloni: usciamo dalle ideologie. Tra gli interventi che ci sono stati quello più vicino alla mia sensibilità è stato, oggi, proprio quello della collega Giorgia Meloni, da cui mi distingue e mi distanzia tutto, ma oggi su questo tema ci siamo trovate, e credo che questa sia una cosa importante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, noi siamo un Paese con un grande problema di natalità, e siamo un Paese con un grande problema di natalità perché è faticoso, per le mamme e i papà italiani, fare i figli, perché nel nostro Paese c'è poco spazio per i bambini. La discussione che stiamo facendo oggi, quindi, è una discussione, secondo me, con un grande significato simbolico: se non c'è spazio, se non troviamo spazio anche alla Camera dei deputati, per rendere meno faticoso per le mamme e per i papà prendersi cura dei loro figli, è un problema. Come diceva il collega Fassino, sarebbe un peccato se finisse come un voto in cui ci si spacca su chi è favore o chi è contrario all'allattamento, se ci si spacca su chi è a favore delle mamme che allattano e chi, invece, pensa che le mamme debbano essere allontanate dai luoghi pubblici per allattare. Io intervengo per sottoscrivere le parole della collega Meloni e della collega Madia: penso che le mamme devono poterlo fare in Aula, se lo ritengono, o vicine all'Aula, senza mettere questo in contraddizione con il nostro dovere di essere dei deputati presenti. Penso che su questi temi non possa governare il Regolamento della Camera, scusate. È un tema simbolico, è un tema importante, e la risposta non può essere che il Regolamento non prevede qualche cosa. Chiederei quindi ai Questori, se possibile, di riformulare la loro riformulazione, per prevedere delle postazioni per votare anche fuori dall'Aula, con un impegno di tutti i gruppi eventualmente a riformare il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. In realtà, la collega Quartapelle mi ha abbastanza anticipato in quella che voleva essere un'ulteriore richiesta attraverso lei, Presidente. Mi rivolgo alla collega, che vedo che in questo momento è molto impegnata, però ci tengo a dirlo, insomma a fare in modo che riesca a sentire, perché la collega Boldrini ha spiegato bene come sono state difficili le battaglie, lo sappiamo bene e lo sapete bene voi che siete madri, io no. Effettivamente noi abbiamo un tema, lo dico a lei anche, Presidente, che non viene mai affrontato, cioè che la maternità è la maternità. È mai possibile che nella Camera dei deputati la maternità sia la missione? Non va bene, questa è la madre di tutte le battaglie che dobbiamo fare insieme. La dobbiamo fare insieme. C'è stato un dibattito importante, sollecitato con sensibilità diverse, io però lo devo dire alla collega: la mediazione, la proposta di riformulazione mi sembra un passo in avanti significativo, penso però che i Questori oggettivamente si debbano far carico di questo dibattito, che è un dibattito estremamente positivo, e prendersi un impegno concreto.
Prima lo dico alla firmataria: penso che sia importante accogliere questa riformulazione, perché non possiamo dividerci, in quest'Aula, su quest'ordine del giorno. Credo sia oggettivamente un passo indietro pensare di dividerci, perché mi pare che non andremo esattamente a favore dell'accoglienza. Io voterò a favore, ma quest'ordine del giorno rischia di dividere ulteriormente, e non dobbiamo dividerci su questo. Credo sia significativo il passaggio in avanti proposto dalla riformulazione, ma vorrei un salto in più, un impegno in più da parte dei Questori nell'affrontare più seriamente il tema della maternità, perché è arrivato il momento, anche visti i precedenti, di affrontarlo seriamente. Non può essere la maternità considerata una missione, nel 2019, alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO (FI). Presidente, credo che il gruppo di Forza Italia da sempre si sia dimostrato in prima linea per le battaglie femminili, quindi che non possa essere messo in dubbio che noi ci siamo in tutte le partite relative al ruolo della donna e alla maternità, però crediamo anche che ci siano delle posizioni di buon senso. Io parlo a titolo personale, e non credo a nome di tutte le colleghe, però, per come la vedo io, è giusto valorizzare la maternità, così come è giusto non strumentalizzare i bambini. Come madre, ho allattato; ho allattato in questo luogo, effettivamente ci sono già delle sale dedicate, probabilmente dovremmo chiedere alla Presidenza di migliorarle, perché non vi nego che erano un po' tristi, una è molto giù, quasi in un sotterraneo, una è qua dietro. Probabilmente ai Questori chiederei di farle più vicino, di abbellirle, però quando si arriva a dire che portiamo i figli in Aula per allattare mi chiedo: ma dopo che abbiamo allattato, per esempio, dove li lasciamo questi bambini? Ciò perché io ho un compagno di banco molto cortese, Alessandro probabilmente me la terrebbe… Non voglio fare ironie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però materialmente non potrei pensare di portare mio figlio qui e allattarlo, magari a favore di fotografi, perché sono certa che nessuna farebbe mai una cosa del genere per prendere le prime pagine dei giornali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però credo che i bambini vadano anche protetti.
Altra cosa, invece, è la proposta della collega Meloni, che condivido. Probabilmente, dare addirittura l'opportunità, in quelle stanze dedicate, di avere una postazione dove possiamo votare, perché può darsi che ci sia una sessione di voto intensa e questo dovere dobbiamo esercitarlo, è un'altra valutazione che pongo ai Questori. Quindi, chiederei: valorizziamo il ruolo della madre, proteggiamo anche i figli. Facciamo delle stanzette dedicate dove si possa anche votare e quindi non ci sia l'esibizione, perché è vero, allattare è una cosa importante, che va valorizzata, però non vorrei che sembrassimo altro rispetto ad altre donne che, con molto buonsenso, per esempio in uno studio legale, allattano in ufficio, ma magari non si presentano in sala riunioni col bambino per allattare e chiedono che la riunione venga rinviata, perché sanno che c'è il ruolo della maternità e c'è il rispetto dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
FEDERICO D'INCA', Questore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCA', Questore. Grazie, Presidente. Chiaramente sono emerse delle posizioni diverse all'interno di questa discussione, per cui cerchiamo di trovare un punto di mediazione. La proposta da parte del Collegio dei questori, con l'avallo anche della Presidenza, è quello di aggiungere, alla fine delle parole: “nelle immediate prossimità dell'Aula”, dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, la seguente frase: “eventualmente investendo la Giunta per il Regolamento, ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nelle competenze di quest'ultima, per l'individuazione di soluzioni ulteriori”. In quale veste? Insomma, c'è l'impegno da parte del Collegio di trovare la soluzione di poter votare all'interno della stanza che verrà adibita ad allattamento nella sezione dell'emiciclo posteriore all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Credo che questa possa essere una soluzione ulteriore, e sempre al rialzo, nella considerazione della massima vicinanza alle mamme che sono in maternità e ai bambini, per poter comunque predisporre, in termini di sicurezza anche dell'Aula, soluzioni che appunto sono emerse all'interno di questo dibattito. Mi auguro che questa soluzione possa essere votata in maniera favorevole da parte di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Su questo punto, siccome la Giunta per il Regolamento è convocata da me, prendo l'impegno a convocarla subito, al rientro dalla pausa estiva su questo punto (Applausi). Deputata Carinelli, accetta la riformulazione?
PAOLA CARINELLI (M5S). Vorrei capire dagli uffici se mi confermano che quindi è ammissibile, perché io avevo visto nelle scorse legislature che era già stata formulata la possibilità di votazione all'esterno dell'Aula ed era stato giudicato inammissibile come ordine del giorno, ed è il motivo per cui non lo avevo presentato. Anche il Questore, quando ieri, per le vie informali, avevamo chiesto se fosse possibile votare in queste sale all'esterno dell'Aula, mi è stato detto che non sarebbe stato possibile votare. Per cui a me va benissimo, perché non ci tengo particolarmente a portare il bimbo in Aula; ci tengo soltanto che una deputata, mentre allatta, possa votare. Per cui, se mi confermano gli uffici che è ammissibile questa riformulazione, e che quindi si potrà votare in queste sale, per me va benissimo.
L'importante è che vorrei un impegno certo su questa cosa, perché credo che sappiamo tutti quanto sia difficile cambiare un Regolamento. Nella scorsa legislatura è stato fatto un tentativo per cambiare, per altri motivi, il Regolamento e non si è riusciti, al Senato si è riusciti a cambiare il Regolamento con grande fatica; per cui non è facilissimo cambiare il Regolamento della Camera. Ci deve essere una convergenza di tutti i gruppi che io proprio in Aula non ho visto. Per cui il mio dubbio è solo che poi all'interno della Giunta per il Regolamento non ci sia una maggioranza per cambiare il Regolamento in questo senso.
PRESIDENTE. È chiaro che la riformulazione dell'ordine del giorno, così come riformulato, è ammissibile; allo stesso tempo, ho preso l'impegno che andiamo in Giunta per il Regolamento e, nell'indipendenza della Giunta, i gruppi faranno il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Prendo atto che la deputata Carinelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 il deputato Magi accetta la riformulazione?
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). No, non accetto la riformulazione e vorrei spiegare il perché. Con questo ordine del giorno affrontiamo la questione, da troppo tempo irrisolta, di una disciplina organica del rapporto di lavoro tra deputati - o tra Camera dei Deputati, questo dovrebbe essere ad avviso mio e questo è il contenuto dell'ordine del giorno - e collaboratori parlamentari. Su questa questione nel tempo sono state avanzate diverse proposte, penso solo al 2013, al 2016, al 2018, in occasione della discussione proprio del bilancio della Camera, ci sono state delle aperture di disponibilità al lavoro da parte degli Uffici di Presidenza che, purtroppo, finora non hanno portato a nulla. Ora abbiamo un'altra pressante urgenza, che è quella determinata dalla imminente riduzione del numero dei parlamentari, e a questo si riferisce in particolare questo ordine del giorno. Credo che noi siamo tutti d'accordo sul fatto che, se la riduzione dei parlamentari non deve trasformarsi in una mortificazione delle funzioni del Parlamento, essa deve essere accompagnata da un rafforzamento delle dotazioni di un numero ridotto di parlamentari che dovranno esercitare quelle stesse funzioni di indirizzo politico, di controllo, di sindacato ispettivo e legislative.
Accade, però, che nella giornata di ieri il Vicepresidente del Consiglio Di Maio e capo politico del MoVimento 5 stelle, con un video su Facebook sulla riduzione dei parlamentari, prontamente ripreso da tutte le agenzie, ha parlato di riduzione dei parlamentari come riduzione del numero dei portaborse. Ora, oltre a usare un termine assolutamente irrispettoso nei confronti di lavoratori, e vorrei, a questo proposito, fare arrivare in quest'Aula, perché penso che sia utile e doveroso, quello che ha dichiarato, a seguito di questo video, l'Associazione dei collaboratori parlamentari, che si è definita offesa: “restiamo basiti dalle dichiarazioni del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio - peraltro, oltre che Vicepresidente del Consiglio e capo politico del MoVimento 5 Stelle -, che, in relazione all'esame del testo sul taglio dei parlamentari, ritiene una conquista anche la riduzione dei collaboratori parlamentari, chiamandoli con il termine spregiativo di portaborse”.
Credo che la furia antiparlamentare, la crociata antiparlamentare, che è evidente, si sta, come era prevedibile, dispiegando anche sulle altre figure di lavoratori che quotidianamente supportano il lavoro, fanno un lavoro delicato e prezioso, supportando il lavoro dei parlamentari, dei singoli parlamentari e dei gruppi. Deve finire, ritengo, questo gioco delle parti per cui - lo dico con tutto il rispetto, Presidente Fico - lei incontra l'Associazione dei collaboratori parlamentari, impegnandosi a una rapida presentazione nell'Ufficio di Presidenza di una soluzione - purtroppo, però, questo è un impegno che noi abbiamo sentito troppe volte - attraverso la proposta di una chiara soluzione organica.
Lei dice questo, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro del lavoro dice che, invece, vanno tagliati i portaborse. Il risultato è un ordine del giorno di maggioranza assolutamente inaccettabile, perché la proposta di riformulazione che il Questore mi ha proposto è quella che rimanda all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32, che è assolutamente inaccettabile e che non è neanche in linea con gli impegni che lei ha preso con l'Associazione dei collaboratori parlamentari. Credo che invece il nostro Parlamento debba arrivare a una soluzione in linea con i Parlamenti degli altri Paesi europei, con l'istituzione di un fondo dedicato nel bilancio della Camera. Solo questo può garantire dignità ai lavoratori, trasparenza e anche un adeguato livello di retribuzioni, quello che voi chiedete nella riformulazione e che non si otterrà se non si segue questa strada.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 Magi, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, deputato Magi, accetta la riformulazione?
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Alla luce del voto del precedente ordine del giorno non accetto la riformulazione proposta dal Questore.
Perché, se da una parte voi dite di voler arrivare a individuare tipologie contrattuali specifiche e modalità di pagamento per i collaboratori dei parlamentari al fine di garantire loro una retribuzione proporzionale e adeguata al lavoro prestato, non capisco perché allora non abbiate accolto questo ordine del giorno, con il quale io chiedo semplicemente che ci sia la pubblicazione, da una parte, e il lavoro di aggiornamento del dossier comparativo rispetto al sistema di inquadramento professionale dei collaboratori parlamentari in tutti gli altri Paesi europei, che è un lavoro che già era stato fatto e che però è risalente al 2013, sia dall'altra parte non si voglia, senza la formula “a valutare l'opportunità di”, pubblicare sul sito della Camera i dati relativi al numero dei contratti depositati e alla loro tipologia.
PRESIDENTE. Quindi, lo pongo in votazione con parere contrario.
Solo una cosa, deputato Magi, visto che sono intervenuto più volte anche in Ufficio di Presidenza sulla questione dei collaboratori parlamentari, che ritengo collaboratori fondamentali, importanti e di alto livello e di alta professionalità (Applausi). Anche su questo punto ho preso assolutamente l'impegno - e lo ridico qui, come l'ho detto in Ufficio di Presidenza - di risolvere tutti i problemi che non si sono riusciti a risolvere in questi anni sui collaboratori parlamentari (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/13 Magi, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Per quanto riguarda l'ordine del giorno precedente, n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 Pretto, questo è accolto.
Passiamo all'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 4/14 Magi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Solamente per dire, nel chiedere il voto favorevole e non accettare la riformulazione, che evidentemente l'approvazione di questo ordine del giorno rafforzerebbe qualsiasi iniziativa da parte della Presidenza e da parte di tutto l'Ufficio di Presidenza e, quindi, anche del Collegio dei Questori nella direzione che lei ha appena appena auspicato, a maggior ragione nel momento in cui dall'esterno della Camera o meglio, per così dire, dal Governo e da esponenti di primo piano del Governo, come il Vicepresidente Di Maio, abbiamo ascoltato parole, che sono state dette pubblicamente ai cittadini italiani, che vanno nella direzione diametralmente opposta.
Credo, quindi, che un segno da parte della Camera - ripeto - non potrebbe che rafforzare i suoi intendimenti e la possibilità che si arrivi finalmente quest'anno a una soluzione e a una definizione e che noi non dobbiamo avere nella discussione del bilancio della Camera dell'anno prossimo, se dovessimo arrivarci, di nuovo questo tipo di situazione non risolta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/14 Magi, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 4/15 Pastorino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, per favore senza commenti. Prego.
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Io intervengo sui miei ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e 9/Doc. VIII, n. 4/16, così facciamo prima e nessuno rumoreggia.
PRESIDENTE. Deve intervenire sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e magari poi non interviene sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 perché forse l'ha già trattato. Prego.
LUCA PASTORINO (LEU). Va bene. Comunque, detto questo, il senso di questi due ordini del giorno, che mi sento anche di accomunare all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 del collega De Maria, riguarda comunque problematiche e situazioni che abbiamo affrontato più volte in Ufficio di Presidenza. Sono situazioni differenti che riguardano lavoratori esterni e su cui il Questore D'Incà ha svolto e ha letto una relazione molto, molto dettagliata, definendo gli aspetti contrattuali dei vari contratti in essere con 40 soggetti beneficiari di appalti della Camera, quindi indirizzati verso servizi esterni. Io accetto una riformulazione che oggettivamente è troppo ampia, per quanto mi riguarda, e l'accetto nello spirito, diciamo, di collaborazione che si è instaurato all'interno dell'Ufficio di Presidenza e che vede, comunque, la possibilità di affrontare queste questioni.
Accetto - ripeto - le parole che ho usato nell'Ufficio di Presidenza a condizione che poi se ne continui a parlare, perché non è accettabile - lo dico e lo ridico - che all'interno della Camera ci siano dei lavoratori, appunto provenienti da ditte esterne, con livelli di retribuzione assolutamente inadeguati alla vita di tutti i giorni. Per cui, è inaccettabile, secondo me, che lavoratori, addetti alle pulizie o ad altri settori, debbano poi fare altri quattro o cinque lavori esterni per poter avere la garanzia di un tenore di vita adeguato. Io credo - e uso le parole del Questore D'Incà - che un più efficiente impiego delle risorse pubbliche passi anche dalla qualità della vita di chi lavora per la terza istituzione dello Stato, la Camera, per cui trovo inaccettabili anche osservazioni del tipo: “Magari guadagnano poco ma ne facciamo lavorare di più”. No! Io credo che all'interno degli appalti, che sono fatti sicuramente secondo la normativa attuale, si possa trovare la possibilità e l'opportunità di mettere ancora meccanismi più stringenti in termini di impiego di personale esterno, in termini di ore da dedicare, appunto, a questi lavoratori, quindi evitando anche forme di part-time involontario che penalizzano e mortificano la vita dei lavoratori che poi incrociamo tutti i giorni, per modi diversi, all'interno dei corridoi quando andiamo in Commissione e che magari ci rivolgono anche attenzione, sollecitandoci su problematiche che conosciamo più o meno tutti.
Quindi, la formulazione la accetto e con questo spirito. Nella fattispecie l'ordine del giorno del collega De Maria secondo me riprende anche una discussione che c'è stata all'interno dell'Ufficio di Presidenza, perché il collega De Maria chiedeva le ricadute dei risparmi derivanti degli appalti che hanno avuto sui lavoratori impegnati in servizi come la pulizia degli uffici o a supporto della gestione operativa della sede di vicolo Valdina. Questo vuol dire che in Ufficio di Presidenza io e altri abbiamo chiesto banalmente di verificare, anche alla scadenza dei singoli contratti, quali fossero le condizioni lavorative di questi operatori che lavorano per la Camera e la Camera, a mio modo di vedere, deve dare l'esempio, come dovrebbero dare l'esempio tutti in materia di lavoro - ripeto - per il rispetto alla persona e per rispetto alla dignità del lavoro, che lo merita e la Camera, dunque, deve portarlo ad esempio.
Poi, i miei ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e 9/Doc. VIII, n. 4/16 - mi perdoni, Presidente - riguardano due fattispecie particolari. Con il mio primo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 si chiede di applicare la clausola di salvaguardia, di recuperare la clausola di salvaguardia per quei lavoratori che sono rimasti - circa 20 o 21 - della Milano 90, ovvero quei lavoratori che sono stati estromessi a seguito della rescissione del contratto con i palazzi Marini - sono 20-21 persone - e chiediamo soltanto che si trovi il modo, nel prossimo appalto di servizio, di poterli recuperare in qualche modo, perché è vero che sono passati cinque anni ma ci sono ancora venti persone che non hanno beneficiato di questa clausola di salvaguardia - questa clausola sociale - e lavoravano per la Camera.
Il secondo ordine del giorno è già più complicato. Quindi, io prendo atto della difficoltà nell'affrontare questa situazione, ma si tratta di lavoratori, quelli della Cedat 85, che da 17 anni svolgono un certo tipo di mansioni, nei primi cinque anni con un contratto di somministrazione e adesso con un contratto differente. Questi lavoratori chiedono un certo tipo di attenzione che probabilmente non si può dare nel modo in cui la richiedono, però l'accoglimento della riformulazione va proprio nella direzione di richiedere nuovamente che comunque queste situazioni anomale, che sono frutto evidentemente di operazioni che all'interno di questo palazzo sono state messe in atto in passato e mi riferisco agli allegati A e B, e quindi, voglio dire, a percorsi al di fuori di ogni norma attualmente in vigore, che però ci sono e hanno creato aspettative nei lavoratori, per cui, chiedo e continuo a chiedere l'attenzione da parte dell'Ufficio di Presidenza e degli uffici perché si possa trovare la soluzione migliore per tutti.
Con questo spirito accetto la riformulazione degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 da me presentati, augurandomi che nell'Ufficio di Presidenza si possa trovare una risposta migliore possibile a tali istanze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cantone. Ne ha facoltà.
CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 Pastorino che è molto importante. Abbiamo discusso molto sull'ordine del giorno precedente sulla questione dell'allattamento delle donne, una cosa molto importante; abbiamo fatto bene a discuterne e accettare poi quanto è stato proposto ma, nell'ordine del giorno in esame, sono contenute le condizioni di molte lavoratrici e lavoratori e, aggiungo, soprattutto lavoratrici mamme che lavorano in quelle condizioni. Dunque, chiedo non solo di sottoscrivere l'ordine del giorno ma chiedo a lei, Presidente, se troviamo un momento - penso che sia possibile trovarlo - per ascoltare questi lavoratori, magari una rappresentanza, direttamente in quest'Aula. Credo farebbe bene alla salute di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Quindi, il presentatore, deputato Pastorino, accetta le riformulazioni e non insiste per la votazione degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/16. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 Pastorino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO (LEU). L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 da me presentato è sostanzialmente uguale, identico a quello del collega Magi che ha avuto il nostro voto favorevole. Accetto la riformulazione facendo mie, facendo nostre le parole del Presidente Fico perché in effetti l'interlocuzione - lo dico a beneficio di tutti - in Ufficio di Presidenza c'è stata, anzi il Presidente Fico due volte mi ha detto che avrebbe mandato ai componenti dell'Ufficio di Presidenza una bozza di delibera relativa al tema dei collaboratori parlamentari, che non è ancora arrivata perché evidentemente la discussione è in corso, come si può vedere. Quindi, accetto la riformulazione con lo spirito di prima, ovvero riponendo fiducia nelle sue parole perché è un tema che ci portiamo dietro da troppi anni. I collaboratori parlamentari sono un bene prezioso che va salvaguardato in termini di dignità e di sicurezza del reddito. È un tema che, oggi, lei, l'Ufficio di Presidenza che rappresenta, ha la possibilità di sistemare una volta per tutte. Questa amministrazione non so se durerà, però ha già il grande merito di avere bandito i concorsi dopo dodici anni; questo potrebbe essere un altro atto a suo merito e a merito di tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore, deputato Pastorino, accetta le riformulazioni e non si insiste per la votazione degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17, n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, n. 9/Doc. VIII, n. 4/19 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/20.
Prendo atto, che il presentatore, deputato Pastorino, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/21. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/22 Liuzzi, accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/23 Amitrano, accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/24 Daga, accolta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/25 Amitrano, accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/26 Cancelleri, accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/27 Spadoni, accolto con riformulazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/28 Liuzzi, accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/29 Daga, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/30 Liuzzi, accolto, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/31 Liuzzi, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 Cancelleri, accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Amitrano, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Pettarin, accolto con riformulazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Dadone, va bene. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/36 Parentela accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/37 Spadoni, accolto. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 Fornaro accolto.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Meloni vi è un invito al ritiro. Prendo atto che i presentatori non accettano l'invito al ritiro e insistono per la votazione. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Meloni, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Acquaroli. Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione.
ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Chiedo, se possibile, rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Acquaroli.
PRESIDENTE. Prego, Questore D'Incà.
FEDERICO D'INCA', Questore. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Acquaroli, concernente la rilevazione della presenza dei deputati, può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di rivedere la disciplina in tema di rilevazione della presenza dei deputati in occasione dei lavori parlamentari”, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Acquaroli con il parere contrario del Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto – Doc. VIII, nn. 3 e 4)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà. Colleghi, mi raccomando il silenzio.
RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, il gruppo Noi con l'Italia-USEI consegna un voto favorevole al Conto consuntivo del 2018 unitamente a un voto favorevole al Progetto di bilancio 2019. Registriamo con piacere e con soddisfazione il fatto che dal 2013 la Camera dei deputati ha progressivamente ridotto la propria spesa attraverso una ottimizzazione dei costi. È un segno di rispetto verso il Paese che non può essere però giocato in difensiva. Credo che deve essere giocato in attacco sottolineando che tali risorse non erano sprechi ma sono soprattutto investimenti che dobbiamo fare per migliorare i servizi, per mantenere elevata la qualità del Parlamento e della Camera dei deputati. Si tratta di 52 milioni che in parte possono essere destinati al miglioramento della qualità dei servizi informatici, della produttività e del lavoro nella nostra Aula parlamentare e nelle Commissioni. La Camera dei Deputati può diventare e deve diventare un'istituzione moderna ed efficiente al servizio del Paese e dovrebbe e potrebbe essere un esempio per tutti di come si può lavorare in maniera moderna e avanzata al servizio della nostra comunità.
Verifichiamo la qualità dei servizi quotidianamente, anche nel nostro lavoro di parlamentari, nei nostri gruppi, nei nostri collaboratori, servizi digitali ed informatici che sono di assoluta avanguardia: per questo desidero ringraziare, a nome del gruppo, tutti i collaboratori e tutto il personale della Camera dei deputati.
Ulteriore elemento di importanza che desidero sottolineare è che si è riaperta la stagione dei concorsi. Aggiungo che andranno recuperate ed acquisite la professionalità, le competenze del personale dei gruppi, così come dovremmo avvalerci - l'ha detto più di qualcuno - con maggior forza dei servizi di esternalizzazione, che andranno inquadrati e soprattutto messi nella situazione di essere resi in condizioni di uguaglianza rispetto al personale dipendente.
Con questi auspici noi esprimiamo e confermiamo il giudizio positivo sugli strumenti di bilancio, e lo accompagniamo con un netto rifiuto rispetto a quanti tentano quotidianamente di svilire il ruolo della Camera dei deputati. Questo è il ruolo della democrazia, ed è nostro compito farlo rimanere tale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scoma. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SCOMA (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero formulare un sentito e doveroso ringraziamento, a lei certamente, signor Presidente, all'Ufficio di Presidenza tutto, ai Vicepresidenti, ai Segretari, ai Questori, al Segretario generale e a tutto il personale della Camera dei deputati, che assiste quotidianamente, con straordinaria professionalità e dedizione, la nostra attività. Un personale che permette a questa istituzione di funzionare bene, di essere un'istituzione di eccellenza, e a che ha contribuito con il proprio lavoro, il proprio spirito di sacrificio, a realizzare gli obiettivi che ci siamo posti: ridurre le spese e migliorare il funzionamento dell'istituzione.
Nel 2019 la Camera dei deputati restituirà al bilancio dello Stato la somma di 100 milioni di euro: si tratta della restituzione più elevata di sempre; l'importo complessivo delle restituzioni effettuate dal 2013 al 2019 ammonterà in tal modo a circa 400 milioni di euro. Di anno in anno, dunque, la spesa sostenuta dal bilancio dello Stato per la Camera dei deputati in termini di cassa si è ridotta in termini sempre più cospicui: si tratta di un risultato conseguente alla politica di contenimento e di razionalizzazione della spesa intrapresa da tempo dalla nostra istituzione, che ha permesso di diminuire, nel tempo, il divario tra spesa complessiva della Camera e la dotazione finanziaria trasferita dal bilancio dello Stato. Si tratta, quindi, della conferma degli esiti positivi della politica di bilancio avviata già da due legislature, che ha conseguito per un verso, di riportare la spesa della Camera dei deputati ad un livello sostanzialmente corrispondente alla riduzione da noi stessi disposta della dotazione richiesta al bilancio dello Stato; e per altro verso, di restituire a quest'ultimo quote sempre più elevate delle risorse non utilizzate.
Il bilancio della Camera dimostra ancora una volta quanto alto sia il senso di responsabilità di questa istituzione di fronte all'esigenza di razionalizzare e contenere i costi della politica, a dispetto di quanto spesso parte di questo Parlamento comunichi al di fuori, generando così, in maniera sbagliata e anche controproducente, sfiducia verso le istituzioni. Possiamo quindi rivendicare con orgoglio il fatto che la nostra istituzione si pone come modello, anche rispetto ad altre amministrazioni dello Stato, nel rigore e nel contenimento della spesa, quindi nel rispetto dei cittadini. Anche in questo modo si contribuisce a colmare quella distanza tra cittadini e rappresentanza politica che tanto danneggia l'autorevolezza e la stabilità stessa delle istituzioni democratiche.
Inoltre, i dati registrati nei due documenti di bilancio all'esame dell'Aula consentono di affermare che sussistono le condizioni perché in tale direzione possa procedersi anche negli esercizi a venire, consolidando la politica di buona amministrazione che è stata perseguita sino ad oggi e che si intende sviluppare ulteriormente nel prossimo futuro.
Forza Italia non può che dirsi soddisfatta: non ci stancheremo di ribadire che siamo stati noi, con il secondo Governo Berlusconi, nel 2011, ad avviare la stagione dei tagli ai costi della politica, bloccando le indennità e abolendo i vitalizi. È importante quindi rilevare come si tratti di risparmi che vengono da lontano: il centrodestra, sin dalla XVI legislatura, ha infatti fatto da battistrada per una nuova tendenza nella gestione dell'amministrazione della Camera. Siamo quindi nel bel mezzo di un percorso virtuoso, con una politica di contenimento dei costi e diminuzione delle spese, e anche di razionalizzazione dei costi all'interno del palazzo.
È importante però che su un tema così delicato, quale quello del contenimento dei costi, si sia riusciti a trovare un punto di caduta condiviso, privo di qualsiasi frizione di stampo ideologico. Al Presidente Fico, ai Questori – mi permetta di rivolgere un sentito ringraziamento in particolare al nostro Questore Gregorio Fontana e a tutto l'Ufficio di Presidenza della Camera della corrente legislatura – va infatti ascritto il merito di avere continuato in quest'opera con equilibrio, buonsenso, accortezza, facendo diventare la riduzione della spesa costante e quasi strutturale, perché interviene ormai ogni anno e dimostra che proprio l'Assemblea dei deputati rappresenta un esempio di spending review riuscita.
Va rilevato, però, che in questi anni di tagli sono state prese misure drastiche, quali il blocco dell'aumento degli emolumenti corrisposti ai deputati, la riduzione del personale e delle spese correnti, l'abbattimento dei costi di locazione. Un dato su tutti: rispetto al 2012, a Montecitorio lavora oltre il 30 per cento di persone in meno; proprio su questo fronte nell'anno corrente, anche a seguito dell'accoglimento di un ordine del giorno presentato dal nostro collega Baldelli e dal gruppo di Forza Italia al bilancio della Camera dello scorso anno, si è proceduto all'approvazione dei bandi di concorso, e proprio in questi giorni si è dato avvio alle relative procedure per l'assunzione presso la Camera dei deputati di nuovo personale. Dopo 15 anni ci saranno nuovi concorsi che sbloccheranno il turnover, e offriranno alle nuove generazioni l'opportunità di inserirsi in un'amministrazione d'eccellenza come quella della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Oltre alla riattivazione delle procedure di reclutamento, tante sono le iniziative e le richieste del gruppo di Forza Italia con riferimento all'attività e al funzionamento della Camera che hanno trovato accoglimento nell'ultimo anno. Mi riferisco alla riduzione dell'uso di bottiglie di plastica nelle sedi della Camera, ordine del giorno Baldelli; alla realizzazione di un programma di incontri nelle scuole, ordine del giorno Baldelli, con l'obiettivo di avvicinare i giovani alle tematiche costituzionali e politiche ed accrescere la loro conoscenza del funzionamento dell'istituzione parlamentare; alla promozione del finanziamento di premi per le migliori tesi di dottorato riguardanti il Parlamento o per i frequentatori particolarmente meritevoli di corsi di alta formazione organizzati da istituti di studi e ricerche parlamentari; alle modalità di comunicazione relative alle misure di contenimento della spesa per i deputati; alla predisposizione di pubblicazioni e materiali didattici, anche in formato digitale, a supporto delle iniziative di formazione destinate agli studenti; alla sperimentazione di una piattaforma di aggregazione dei contenuti pubblicati sui principali canali social della Camera e dai singoli deputati: tutti ordini del giorno di Forza Italia con prima firma Baldelli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Tante sono le iniziative che abbiamo chiesto di mettere in campo, anche per avvicinare questa istituzione ai cittadini e per rapportarci con il mondo esterno in maniera più forte e più aperta.
Oltre che a razionalizzare il funzionamento della Camera, teniamo a ribadire che i risparmi ottenuti sono finalizzati anche a liberare risorse per i cittadini. Negli ultimi tre anni, in particolare grazie all'iniziativa e all'impegno profuso dal gruppo di Forza Italia con il consenso di tutte le forze politiche, i risparmi della Camera che sono stati restituiti allo Stato sono stati destinati alle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia. Ci auguriamo che anche quest'anno, con lo stesso spirito, riusciremo a vincolare in maniera tangibile le risorse ottenute grazie ai risparmi di Montecitorio, offrendo un piccolo segnale, mai abbastanza per queste zone ancora martoriate dagli eventi sismici degli anni scorsi, per concorrere fattivamente e concretamente al sostegno delle popolazioni colpite. Con lo stesso spirito di servizio ci auguriamo che almeno una quota delle risorse risparmiate dallo Stato – penso, ad esempio, ai risparmi derivanti dal reddito di cittadinanza e “quota 100” - sia destinata parimenti alla ricostruzione dei territori interessati dagli eventi sismici e a misure di sostegno per la genitorialità e per le famiglie.
In conclusione, dichiarando il voto favorevole del gruppo Forza Italia, vorrei rilevare come sia importante che i tagli e la razionalizzazione vadano fatti senza farsi condizionare dalla demagogia, controllando la spesa senza compromettere la funzionalità degli organi. La democrazia, infatti, ha un costo ed è nostro dovere garantire il miglior funzionamento dell'istituzione parlamentare, alla quale la Costituzione assegna il compito supremo di espressione della sovranità popolare, anche se non meno importante è il dovere di dimostrare sobrietà, rigore e parsimonia, che i cittadini si attendono da chi oggi li rappresenta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per confermare quanto già esposto ed espresso in sede di discussione generale sul bilancio, ovvero il voto favorevole del gruppo che rappresento, il gruppo di Liberi e Uguali. Ribadisco solo alcuni brevi concetti. Il collega Scoma, e altri lo faranno, hanno applaudito, e noi con loro, la grande operazione di risparmio che è stata fatta. Giova ricordare - anche per anticipare, magari, osservazioni di colleghi che interverranno dopo di me - che questo è un intervento di razionalizzazione e contenimento dei costi che nasce da legislature precedenti, che nasce nello spirito di un efficiente utilizzo delle risorse pubbliche all'interno di questo Palazzo e di un contenimento della spesa. Quindi, anche la restituzione di oggi, che è la più grande restituzione che si fa al bilancio dello Stato da parte della Camera, ovvero di 100 milioni, è una restituzione molto importante, la cui entità - occorre dirlo per correttezza e per completezza di informazioni - viene fuori anche da risparmi di anni precedenti, quindi dalla gestione dell'ultima legislatura a guida Boldrini. Quindi io do atto, insieme a tutto il mio gruppo, al Presidente Fico, all'attuale Ufficio di Presidenza e al Collegio dei questori - che ovviamente ringrazio per il lavoro fatto, che non è mai facile, anche perché magari avete delle osservazioni da parte di qualcuno all'interno del gruppo dell'Ufficio di Presidenza - di avere continuato un lavoro che è opportuno e va proseguito nel tempo.
Quello che voglio sempre sottolineare è che noi dobbiamo traguardare un modello di qualità della spesa, oltre che di risparmio. Per qualità della spesa, io metterei dentro tutto e metterei dentro i temi a me cari, di cui ho parlato in questi giorni e che ho, evidentemente, portato attraverso l'esposizione degli ordini del giorno; ordini del giorno per i quali ho accettato la riformulazione del Collegio dei questori, ma che - ripeto - mi auguro, anzi sono certo, saranno oggetto di discussione nelle prossime sedute degli Uffici di Presidenza.
Uno fra tutti è il tema del lavoro; sono stati toccati diversi argomenti, tra cui l'annosa - in senso buono argomento - questione dei collaboratori parlamentari; ricordo, quindi, i tanti ordini del giorno su questo tema, che hanno avuto una riformulazione che abbiamo accettato, ma che devono vedere un punto finale di risoluzione della questione in termini di correttezza di un percorso, di inquadramento contrattuale che deve essere decoroso e in grado di soddisfare le esigenze dei parlamentari ma anche di questi preziosi nostri collaboratori.
C'è il tema delle ditte esterne, quindi degli appalti di servizio: è un tema che c'è e che abbiamo sollevato. Il tema delle esternalizzazioni non viene da questa legislatura, evidentemente, ma viene da scelte che sono state fatte nel passato, che per mia cultura personale e per mia formazione non condivido; tuttavia, se ci sono è chiaro che bisogna porsi anche nell'ottica di verificare se tutto va bene all'interno di questi appalti di esternalizzazione; su questo siamo soddisfatti di aver avuto la garanzia dell'attenzione da parte, non solo della Presidenza, ma anche da parte degli uffici, nei modi in cui potremo riuscire a trovare soluzioni che garantiscano trasparenza - questa c'è già, ma comunque ancora di più - e garanzia di una qualità della vita per i lavoratori della Camera, che deve essere il nostro obiettivo. Noi, come istituzione, dobbiamo dare l'esempio al mondo che ci guarda e che ci circonda, perché non possiamo permetterci di vivere o sottovalutare o non vedere addirittura delle situazioni anomale che mal si conciliano con lo spirito delle buone norme che tutti insieme vorremmo sia approvare, sia mettere in pratica.
Ci sono anche delle questioni relative a situazioni create nel tempo, evidentemente figlie di momenti storici e quindi di scelte che, lo ripeto, mal si conciliano con percorsi concorsuali di accesso alla Camera e che hanno visto ancora, a distanza di diciassette - anche venti e passa anni - forme di precariato cronico che, a mio modo di vedere, hanno generato aspettative che vanno attenzionate, nel rispetto delle norme e nella capacità che tutti avremo di poterle considerare.
Voglio sottolineare, sul tema dei risparmi che i risparmi sono molto importanti; pensate che dal 2013, quindi dalla precedente legislatura, ad oggi abbiamo meno 40 per cento di spese per beni e servizi, quindi questo è un punto di merito assoluto.
Un altro tema positivo che voglio sottolineare è quello che, finalmente, dopo dodici anni, la Camera farà - ha già pubblicato - dei bandi di concorso più o meno per tutte le categorie professionali all'interno della Camera; questo è un risultato buono, che va a beneficio e a giusto ringraziamento del lavoro del Presidente dell'Ufficio di Presidenza. Mi piace sottolineare e quindi ribadire come in queste fasi sia stato importante il dialogo con i sindacati all'interno della Camera, quindi il percorso che anche all'interno del Comitato per il personale abbiamo fatto, attraverso la Presidente Spadoni e i membri del Comitato, con i sindacati alla Camera.
Mi piace pensare che il rapporto con i sindacati e, quindi, con le rappresentanze dei lavoratori della Camera possa proseguire anche per il prosieguo della definizione degli impegni che abbiamo in termini di contrattazione, perché abbiamo preso degli impegni come Ufficio di Presidenza, ma anche nella definizione di percorsi di accesso alla Camera attraverso dei concorsi. Quindi, con questo spirito, che mi auguro e sono sicuro verrà mantenuto all'interno dell'Ufficio di Presidenza e all'interno dell'Aula, ribadisco il voto favorevole del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il Vicepresidente Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Colleghi deputati, colleghi Questori, anch'io mi unisco preliminarmente all'attestato di stima per il lavoro svolto dall'Ufficio di Presidenza, un lavoro tutt'altro che scontato, fatto con grande coscienza e con grande precisione. Non voglio assolutamente, diciamo così, dir male di coloro i quali, in tempi andati, hanno svolto il medesimo ruolo; direi, comunque, che c'è una concentrazione e una sensibilità da parte dell'attuale Ufficio di Presidenza, in ordine alle questioni del bilancio, che è decisamente superiore rispetto al passato. Quindi, siccome quando si parla di politica e di gestione dei conti se ne parla solidamente male, mentre io penso che vada preliminarmente messo in evidenza questo, che è un dato positivo e che deve essere condiviso in quota parte tra tutti, dalla Presidenza a tutta la Camera.
Già il collega Cirielli ha fatto le sue osservazioni e ha preannunciato la nostra indicazione di voto favorevole sul bilancio, tuttavia questa è anche un'occasione per effettuare alcune sottolineature e riflessioni che ormai ci accompagnano da diversi anni, o, almeno, accompagnano da diversi anni chi vi parla, ma che non riescono ancora a prendere una forma compiuta, o, almeno, non riescono fino in fondo. Abbiamo tagliato il più possibile le spese, talvolta abbiamo agito sugli sprechi, talaltra non siamo stati sufficientemente capaci - tagliando gli sprechi - di salvaguardare, invece, le eccellenze e la qualità del nostro lavoro. Su questo siamo chiamati, Presidente, colleghi, anche in futuro, ad essere più puntuali perché qui dentro passa il lavoro fondamentale di indirizzo per il Governo (Governo che rappresenta la Repubblica italiana e, quindi, il popolo italiano), quindi qui ci dovrebbe essere la massima concentrazione di qualità possibile; se infatti svolgiamo un lavoro di qualità - e automaticamente dobbiamo metterci in testa che sia così perché se non ci crediamo neanche noi sarebbe una catastrofe - ci sarà una ricaduta positiva sul popolo italiano e su tutte le categorie che lo compongono.
Ma c'è anche un altro elemento che noi dobbiamo, comunque, tenere in considerazione. Molti colleghi, anche di parti assolutamente opposte rispetto alla mia, hanno posto in evidenza la medesima anomalia.
Quindi, anch'io voglio replicare, sottolineare e ripetere che questo è un luogo che deve comunque rappresentare, anche nell'immaginario, un esempio da seguire, perché, se qui le cose non funzionano o non funzionassero, certamente noi avremmo una credibilità ridotta nel nell'andare a raccontare in giro cosa andrebbe fatto per far funzionare meglio la società italiana, l'economia, il fisco, la sicurezza, il lavoro e quant'altro.
Quindi, è indispensabile essere presenti a noi stessi, in questa sottolineatura; in modo particolare, se qui accadono delle cose che non vanno, noi abbiamo il dovere di intervenire per rappresentare il più possibile un'immagine che sia all'altezza della responsabilità pubblica che portiamo sulle nostre spalle. Io, per esempio, nel dibattito scorso, mi fa piacere di averne potuto conversare informalmente con alcuni Questori e di aver incontrato la loro sensibilità e il loro impegno anche per procedere in questa direzione, ho così evidenziato un'anomalia, perché questo è un luogo architettonicamente molto importante, dentro al quale sono concentrate opere d'arte di enorme interesse e di altrettanto enorme valore e noi dovremmo, a mio giudizio, consentire ai cittadini italiani la possibilità di visionarle, di visitarle e, alla Camera dei deputati, a Montecitorio, nelle formule che l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori vorranno individuare, dovremmo e potremmo anche immaginare la possibilità di realizzare, nelle aree, nelle superfici, nei piani non utilizzati o sottoutilizzati, una sorta di piccolo museo delle opere che qui sono concentrate. Sono convinto che ci sarebbe una grande partecipazione da parte dei cittadini, come c'è per analoghe iniziative istituzionali. Mi viene in mente, ovviamente, una su tutte, la prima su tutte, quella del Quirinale, quindi, questo è un sentiero che dobbiamo percorrere.
C'è una questione che dobbiamo mettere a regime e che, secondo me, oggi funziona poco, perché tutti, nessuno escluso, ci siamo gettati anima e corpo sulla visione suprema della cultura del risparmio e questa cultura del risparmio che cosa ha prodotto? Ha prodotto anche dei risparmi di scala e in questi risparmi di scala che cosa è accaduto? È accaduto che nella foga ideologica tutti ci siamo ribaltati sul fenomeno delle esternalizzazioni, perché attraverso le esternalizzazioni si potevano produrre quei risparmi di scala di cui abbiamo parlato, quindi, per la gestione del personale, la gestione dei servizi, di alcune fattispecie di personale e di alcune fattispecie di servizi, e abbiamo creato comunque dei conflitti anche interni, delle sperequazioni. Ci sono dei lavoratori che sappiamo perfettamente che portano a casa, pur lavorando qui, all'interno della Camera dei deputati, dove sono presenti persone che i giorni dispari, ma anche i giorni pari prendono la parola per denunciare il precariato, per proporre il salario minimo, per fare la qualunque, in buona sostanza, ebbene, a casa nostra, dentro questo palazzo, noi non siamo un buon esempio, che guadagnano tra le 400, le 500 e le 900 euro al mese. Sono stipendi incompatibili con la vita delle famiglie e questo noi dobbiamo capirlo e dobbiamo agire perché un conto è non sapere le conseguenze delle esternalizzazioni, quando per la prima volta, quindici anni fa, sono state messe in campo, un conto è voltarsi dall'altra parte, quando questo fenomeno perdura.
Oggi, dobbiamo capire che noi i risparmi dobbiamo continuarli a fare, ma non li possiamo fare sulla pelle dei più deboli, perché questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non è che possiamo risanare il bilancio dello Stato, facendo portare a casa stipendi da fame a coloro i quali lavorano per noi, non per noi persone, per noi istituzione repubblicana, e che, quindi, comunque, sono quota parte di questa nostra istituzione. Non è possibile che ci siano delle persone che vengono maltrattate, vengono, per utilizzare un vocabolo con cui sicuramente abbiamo avuto maggiore familiarità, sfruttate letteralmente. Quindi, delle due, l'una; o queste esternalizzazioni vengono tenute sotto controllo e, quindi, per carità, i contratti, i capitolati sono ben fatti, ci mancherebbe, però dobbiamo capire qual è la formula attraverso la quale si possa garantire a un lavoratore di non essere, appunto, sfruttato… E, così, ci potremo risparmiare una proposta provocatoria che è quella dell'internalizzazione, cioè di passare a un altro sistema; quindi, il lavoratore quanto costa? Un lavoratore che può portare a casa uno stipendio dignitoso, quanto costa all'istituzione?
Tanto costa all'istituzione, tanto deve costare all'azienda a cui noi esternalizziamo un servizio, perché, altrimenti, significa che ci voltiamo dall'altra parte e non ci importa se persone che stanno qui dentro, comunque, portano a casa...perché l'istituzione ci fa fare bella figura, perché risparmiamo sui conti dello Stato, ma comunque questa bella figura noi, come ho detto poco fa, la facciamo, penalizzando le persone più fragili e questo è decisamente ingiusto, secondo me. Nessuno di noi lo condivide, nessuna parte politica, nessun gruppo; è un riflesso condizionato, è una conseguenza inaspettata o non sufficientemente governata e gestita di questa nuova fase che, comunque, produce una serie di problemi, che noi conosciamo perché si palesano anche nella società al di fuori del palazzo di Montecitorio, ma risulta un po' singolare che noi, avendoli in pancia, non riusciamo ad affrontare questi problemi per portarli a soluzione, per normalizzarli e magari anche per essere da esempio per tutte quelle aziende pubbliche e private che esternalizzano i propri servizi. Quindi, dobbiamo comunque sforzarci per essere un esempio anche da questo punto di vista e non voltarci dall'altra parte quando questi fenomeni, comunque, accadono.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FABIO RAMPELLI (FDI). Ci sono persone - e concludo - che si trovano in condizioni di precariato assoluto da ormai quindici e più anni, nelle condizioni contrattuali che io ho citato e penso che debba essere sforzo comune quello di impegnarci per cercare di sanare queste anomalie, queste sperequazioni, queste inaccettabili discriminazioni.
Per tutto il resto siamo fiduciosi sul fatto che, comunque, potremo migliorare ancor di più le nostre prestazioni. L'unica e ultimissima osservazione la voglio fare su questi risparmi, su questi 100 milioni. Io sono ovviamente d'accordo, chi potrebbe non esserlo sul fatto che si vadano a destinare questi fondi alle popolazioni terremotate, alle zone terremotate, però, forse sarebbe stato meglio, Presidente, parlo a lei, parlo ai Questori, parlo a tutti i nostri colleghi presenti in Aula, magari, impegnarli in un progetto specifico, non metterli nel calderone generale come sta capitando, attraverso la formula che è stata individuata. Voglio ricordare che ci possono essere dei rischi, dei rischi anche abbastanza concreti, perché il dottor Farabollini, insieme al suo staff, se non ricordo male, per questioni di vitto, alloggio e spese - ricordo anche che mi pare che la sua residenza sia obbligata a Camerino e quindi il giro che svolge il dottor Farabollini si rinchiude dentro un'area geografica molto ristretta, probabilmente tra Camerino e L'Aquila, poco più, poco meno -, ebbene, lo staff di Farabollini si è aumentato le indennità di 80 mila euro per vitto, alloggio e spese, quindi io non vorrei che i 100 milioni che noi andiamo a risparmiare, poi, vadano altrove (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Quindi, forse, sarebbe più opportuno tenere sotto controllo questo processo. Io lo dico non come critica distruttiva, ma per consentire all'Ufficio di Presidenza, ai Questori e al Presidente di controllare anche questa elargizione. Noi abbiamo fatto un risparmio di 100 milioni, siamo tutti d'accordo anche sulla destinazione, è un fatto che nobilita quest'Aula, ora cerchiamo anche di tenere sotto controllo la spesa di questi fondi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Prima di tutto anch'io voglio annunciare il voto favorevole del nostro gruppo, del gruppo del Partito Democratico, al bilancio preventivo e al bilancio consuntivo della nostra Assemblea e anch'io voglio ringraziare il Collegio dei questori, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza per il lavoro che hanno fatto. Noi ci presentiamo a questa discussione di bilancio con risparmi davvero impressionanti nella loro dimensione; dall'inizio della scorsa legislatura sono 385 milioni di euro, 200 nella scorsa e 185 già in questa e, quindi, è un risultato molto importante, di sobrietà, di attenzione e di rigore nell'utilizzo delle risorse pubbliche e credo sia un segnale importante che mandiamo al Paese ed è un risultato che abbiamo raggiunto con l'impegno di tutti i gruppi parlamentari, che si vede nel bilancio consuntivo e, poi, appunto, si traduce ovviamente nelle previsioni del bilancio 2019. Questi risparmi sono stati realizzati in vario modo, è stato detto anche qui: sul personale dipendente, sul personale non dipendente, sui beni e servizi, sulle stesse indennità di carica e, credo, appunto, che rappresentino un risultato importante e significativo che è giusto venga riconosciuto.
Come credo - anche questo è già stato detto, lo diciamo anche noi, come Partito Democratico - che sia importante il fatto che vengano di nuovo banditi dei concorsi alla Camera, anche perché l'ingresso di forze e di energie nuove, di energie giovani, credo potrà qualificare in modo significativo il nostro lavoro, il lavoro delle nostre strutture tecniche, rafforzando complessivamente il lavoro della nostra Assemblea.
Dei punti critici ci sono, come è anche naturale che sia. Ci si è molto soffermati, in diversi ordini del giorno, anche negli interventi che mi hanno preceduto, su questo tema dei diritti dei lavoratori che lavorano in società, in aziende a cui abbiamo appaltato parti delle nostre attività in questi anni: è un tema molto importante, ed è importante che sia finalmente affrontato, come quello dei collaboratori parlamentari.
Voglio aggiungere che forse un terreno di riflessione dovrebbe riguardare anche il personale dei gruppi parlamentari, che, per la nostra attuale normativa, anche di fronte ai diversi esiti elettorali, in ogni legislatura si trovano esposti a situazioni difficili sul piano occupazionale, e rappresentano persone di grande capacità, di grande qualità. Su questi temi posso dire che anche oggi c'è stato un dibattito, peraltro molto unanime, di grande condivisione, che si vede anche negli ordini del giorno dei diversi gruppi e nei pareri che il Collegio dei questori ha dato ai diversi ordini del giorno.
Vorrei, però, aggiungere una considerazione su un altro aspetto, che non è stato ancora oggetto del nostro dibattito, che invece credo sia importante toccare nel momento in cui ragioniamo di numeri sul bilancio della Camera, cioè come abbiamo lavorato in quest'anno di legislatura, come si sta svolgendo più complessivamente la nostra attività parlamentare.
Il Presidente Fico, all'apertura dei lavori della Camera, appena eletto, aveva insistito molto sul tema della centralità del Parlamento, del suo ruolo di primo luogo in cui si sviluppa il dibattito democratico, il confronto delle idee, in cui si rappresentano i cittadini italiani, e noi questo concetto, alla centralità del Parlamento, all'attualità della democrazia rappresentativa crediamo moltissimo, certo con le necessarie riforme per renderla più forte, più incisiva, ma prima di tutto è nelle nostre Aule parlamentari che vive e si rafforza la democrazia e si costruisce la qualità della nostra democrazia.
A me pare che, se ragioniamo di questo primo anno di legislatura, è in corso un vero e proprio attacco al ruolo del Parlamento. Penso si debba sottolineare come l'attuale Governo e l'attuale maggioranza in tante occasioni abbiano nei fatti messo in discussione in modo molto serio il ruolo del Parlamento. Si potrebbero fare tanti esempi, certamente quello di un Vicepresidente del Consiglio che non viene a riferire alle Camere, pur invitato dai Presidenti delle Camere stesse, su un tema di grandissima delicatezza per il Paese e su cui, peraltro, solo lui avrebbe le informazioni necessarie da fornire alla nostra Assemblea.
Allora, se ragioniamo di bilancio - l'ho fatto anche in sede di discussione, lo voglio fare anche in dichiarazione di voto - credo che dobbiamo ragionare di un po' di numeri di questo primo anno di attività della nostra Assemblea, in particolare confrontando l'attività di questa legislatura, della XVIII, nel 2018, con quella della legislatura precedente, la XVII, nel 2013.
Nel 2013, nel primo anno della scorsa legislatura, le sedute dell'Assemblea sono state 146, per un totale di 700 ore e 19 minuti; nel 2018, nel primo anno di questa legislatura, abbiamo avuto 106 sedute, per 536 ore e 12 minuti. Ancora è più evidente il confronto se ragioniamo sulle Commissioni permanenti: nel 2018, le sedute delle Commissioni permanenti sono state 1.934, per un totale di 1.266 ore e 35 minuti; nella legislatura precedente, nell'anno paragonabile a questo, il primo anno di legislatura, le Commissioni si sono riunite 2.908 volte, per un totale di 1.898 ore e 35 minuti.
Conseguentemente, una minore attività di confronto nelle Commissioni e in Aula ha una conseguenza anche sul processo legislativo: i progetti di legge deliberati nel 2018, inclusi i decreti-legge, sono stati 33, nel 2013 erano stati 41.
E credo che, ragionando di questo secondo anno di legislatura, per come stanno andando le cose, questi dati potrebbero essere ulteriormente aggravati: nel 2014, infatti, furono 89 i progetti di legge deliberati dall'Assemblea, quest'anno siamo a 50 progetti di legge, tra quelli di iniziativa parlamentare, ratifiche e decreti-legge, e siamo in una fase dell'attività che alla ripresa ci vedrà concentrati sulla legge di bilancio, quindi è molto difficile che si possano raggiungere i risultati del 2014, del secondo anno della scorsa legislatura, rispetto ai progetti di legge deliberati dall'Assemblea.
Nel 2018 le informative urgenti del Governo sono state 4, nel 2013 erano state 23, quindi evidentemente c'è anche una minore disponibilità del Governo a riferire e a confrontarsi con il Parlamento. Le indagini conoscitive erano state 27, nell'anno paragonabile al 2018, cioè il 2013 nella scorsa legislatura, in questa 17, e quelle concluse erano state dieci, contro le tre del 2018.
Per quanto riguarda le mozioni, nel 2018 l'Aula ha concluso, quindi discusso e votato, 101 tra mozioni e risoluzioni, nel 2013 erano state 199.
Ho voluto citare questi numeri proprio nel giorno in cui ragioniamo dei numeri di bilancio perché credo che, se ragioniamo della nostra attività come Assemblee parlamentari, come Camera dei Deputati, accanto appunto alla soddisfazione sui risultati raggiunti sul piano del bilancio e dei costi del nostro funzionamento, non possiamo non vedere un problema politico che, secondo me, è molto più importante di quello dei costi e dei conti finanziari della Camera, cioè il rischio di uno svilimento del ruolo del Parlamento e della centralità del Parlamento nella nostra democrazia. Questo per me è un grande problema e anche una grande responsabilità dell'attuale maggioranza di Governo.
Credo che tutti noi, se crediamo a quest'Aula, al suo ruolo, anche all'alta funzione a cui ognuno di noi è chiamato, anche alla responsabilità dell'alta funzione a cui ognuno di noi è chiamato, questo tema non lo possiamo più sottovalutare, nascondere sotto il tappeto, e dobbiamo invece discuterlo e affrontarlo con grande determinazione, rivendicando quel ruolo centrale della democrazia che questa Camera ha, come ce l'ha il Senato, e che rappresenta la vera fedeltà all'idea di democrazia e all'assetto istituzionale che i nostri padri costituenti hanno scritto nella Costituzione nata dalla Resistenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Liuni. Ne ha facoltà.
MARZIO LIUNI (LEGA). Presidente, colleghi deputati, anche quest'anno, grazie al lavoro costante dei Questori, dei membri dell'Ufficio di Presidenza e di tutto il personale di questa Camera, portiamo alla vostra attenzione il bilancio 2018, che chiude con un risparmio di ben 52 milioni di euro, che sommati a una quota dell'avanzo degli esercizi precedenti consentono di operare una restituzione al bilancio dello Stato di ben 100 milioni di euro. È la restituzione più consistente effettuata dalla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Tanto è stato fatto per ottimizzare le risorse ed evitare gli sprechi, ma la Lega si è particolarmente concentrata su una delle criticità che avevamo riscontrato lo scorso anno: la mancanza di personale a tutti i livelli, che comprometteva i corretti lavori parlamentari.
Tutto l'Ufficio di Presidenza, in tempi rapidi, ha messo in atto le azioni necessarie, e grazie alla collaborazione di tutte le sigle sindacali dei lavoratori, che ancora una volta ringrazio, abbiamo dato l'avvio ai concorsi per l'assunzione del personale della Camera dopo ben 15 anni di blocco degli stessi, dando così inizio a un percorso virtuoso per il giusto ricambio generazionale del personale della Camera, che finalmente non sarà più costretto ad accantonare fino a due anni di ferie per sopperire alla mancanza dei colleghi.
Queste operazioni si concluderanno entro il 31 dicembre del prossimo anno, dando così modo di annullare il blocco dei pensionamenti in atto.
Oltre ai concorsi, apriremo una nuova stagione di formazione per tutto il personale, per aumentare le già eccellenti professionalità.
Altro risultato importante sono stati nuovi affidamenti per la conduzione della buvette e del ristorante, con la raccomandazione dell'utilizzo di prodotti made in Italy, tema anche questo molto caro alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e la riapertura serale del ristorante in occasione delle sedute d'Aula prolungate.
Continueremo costantemente a perseguire politiche di trasparenza e informatizzazione degli apparati della Camera. Dopo tanti risparmi è arrivata l'ora di investire nel progressivo rinnovamento di tutti gli strumenti utili al lavoro dei dipendenti e dei parlamentari.
Un impegno importante per l'anno 2019 sarà affrontare il rapporto di lavoro tra deputati e collaboratori parlamentari, attraverso tipologie contrattuali e modalità di pagamento vigilate, al fine di garantire loro una retribuzione proporzionale al lavoro svolto, onde evitare casi di sfruttamento come successo in passato.
Infine, stiamo discutendo la possibilità di modifiche regolamentari che consentano alle colleghe mamme di allattare i loro figli in aree idonee nella vicinanza dell'Aula e in regime di missione. Tutto ciò consentirebbe una più facile partecipazione al voto delle colleghe che allattano i loro figli. È per questo motivo, caro Presidente, che la Lega voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cancelleri. Ne ha facoltà.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI (M5S). Grazie Presidente. Colleghi deputati, Questori, l'esame dei documenti, le relazioni e le repliche dei Questori hanno evidenziato risultati straordinari attraverso una gestione vigile e attenta delle spese, che ha consentito di realizzare la più alta restituzione al bilancio dello Stato mai effettuata prima di oggi, cento milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo in continuità con quanto fatto nei cinque anni della passata legislatura e nello scorso anno della nuova legislatura grazie all'impulso dei parlamentari 5 Stelle dell'Ufficio di Presidenza e del nostro Questore D'Incà. In appena due anni abbiamo restituito allo Stato 185 milioni di euro: i 100 di quest'anno si aggiungono agli 85 del 2018, destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. E noi vorremmo che anche i risparmi di quest'anno fossero indirizzati a questi nostri concittadini sfortunati, che ancora versano in condizioni critiche, e che una parte di questi soldi affluissero al Fondo per le emergenze nazionali, fondo dal quale vengono attinte più tempestivamente le risorse per fronteggiare gli eventi calamitosi che sempre con maggior frequenza si abbattono sul nostro territorio.
Dal 2013 l'importo complessivo delle restituzioni della Camera ammonta, quindi, a 385 milioni di euro, di cui 200 milioni nella precedente legislatura e 185 milioni nella legislatura in corso, biennio 2018-2019. La spesa complessiva nel 2019, al netto di quanto restituito al bilancio dello Stato, sarà inferiore, rispetto all'anno precedente, di 9,7 milioni di euro. Solo otto anni fa, nel 2011, la spesa ammontava a 1.108 milioni di euro; oggi è sotto il miliardo e nel triennio il totale delle entrate risulterà superiore al totale delle spese.
Ed è molto importante anche analizzare le voci più significative di questa spesa, vedere cioè quali cespiti hanno contribuito di più al raggiungimento di questo storico risultato. E qui notiamo subito che due voci si distinguono in maniera netta: quella relativa alla spesa per i deputati, con la proroga fino a tutto il 2021 delle misure di blocco e di riduzione delle indennità parlamentari e dei principali rimborsi, che fa registrare un minor onere pari a circa 41 milioni di euro, e quella relativa alla spesa previdenziale per i deputati cessati dal mandato, che si riduce nel 2019 per un importo complessivo di 45,6 milioni di euro, per effetto del ricalcolo di tali trattamenti secondo il metodo contributivo disposto dall'Ufficio di Presidenza della Camera nel luglio del 2018. Una scelta e una decisione legittima, confermata dalla Corte di cassazione solo pochi giorni fa, respingendo il ricorso di un ex parlamentare che non voleva il ricalcolo del proprio vitalizio. E questa, onorevoli colleghi, è stata una battaglia che il MoVimento 5 Stelle ha condotto fin dalla scorsa legislatura e portato a termine in quella attuale, considerando i vitalizi un privilegio inaccettabile.
Per dare una migliore etica alle istituzioni, per il bene dei cittadini e del Paese, il nostro impegno per abbattere i costi della politica è stato così determinato. Sono risultati importantissimi, già realizzati e di cui, come MoVimento 5 Stelle, siamo orgogliosi, che si aggiungono al taglio delle pensioni d'oro degli ex dipendenti della Camera, con un risparmio di ulteriori 20 milioni di euro l'anno, che ritorneranno ai cittadini. Grazie a nuove convenzioni abbiamo ridotto i costi per gli acquisti di beni e servizi, come, per esempio, quella per le spese telefoniche fisse e mobili, e messo in atto meccanismi virtuosi che comporteranno una tendenziale riduzione anche nei prossimi anni. Prova ne sono i 52,3 milioni di euro di risparmi determinati dalle cancellazioni di residui passivi, maggiori entrate e principalmente minori spese.
Analizzando i grafici abbiamo la rappresentazione plastica di un percorso avviato negli anni che ha portato a una graduale riduzione della spesa e, contestualmente, a un aumento delle restituzioni al bilancio dello Stato. Non solo, grazie alla piattaforma budg.camera.it la Camera offre una valida alternativa alla tradizionale rappresentazione della spesa per titoli, categorie e capitoli. Infatti abbiamo reso il bilancio chiaro e accessibile a tutti, senza tabelle e schede complicate, rendendo i numeri di Montecitorio fruibili attraverso una grafica interattiva. Uno strumento immediato e soprattutto di trasparenza mediante il quale si mettono a confronto le variazioni delle singole voci o capitoli di spesa degli ultimi due esercizi, evidenziando le differenze con colorazioni diversificate e riportando anche le differenze in termini numerici e di percentuale. Insomma, lavoriamo perché sia garantita una gestione virtuosa e l'efficienza dell'attività della Camera. Ma c'è anche altro: martedì scorso sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i due bandi di concorso per l'assunzione a Montecitorio di nuovi consiglieri parlamentari. La Camera non assumeva da 15 anni; ci saranno nuove, giovani professionalità, che renderanno ancora più efficiente la casa di tutti gli italiani e, come ha sottolineato il Presidente Fico, potranno contribuire al prezioso lavoro che qui si fa al servizio della comunità. Ma si può fare di più e si deve fare di più.
Un risultato importante, che volevamo realizzare e siamo riusciti a concretizzare, riguarda il plastic free, ovvero l'eliminazione della plastica. A questo proposito voglio ricordare che un anno fa il Ministro Costa lanciava la plastic free challenge, annunciando la liberazione dalla plastica del suo Dicastero e chiedendo di fare lo stesso alle altre sedi istituzionali. Tra coloro che avevano accolto con entusiasmo la sfida c'è il Presidente della Camera Roberto Fico, che ha detto stop alla plastica usa e getta a Montecitorio per dare il buon esempio al Paese e per contribuire a difendere i nostri mari e l'ambiente in generale. Dal 19 luglio, presso le strutture di ristorazione, inclusi bar e buvette, non si possono più acquistare bottiglie d'acqua in plastica, bandite anche per le riunioni di Commissioni e organi collegiali.
Le bottigliette di plastica saranno sostituite con i nuovi dispenser, in aggiunta a quelli già disponibili, e, quando sarà necessario, si potranno acquistare soltanto bottiglie in vetro. Non si tratta di una cosa da poco: considerate che una sola bottiglia d'acqua in plastica emette tanta CO2 quanta ne emette un'auto per percorrere un chilometro e una persona che ogni giorno beve un litro di minerale in plastica sta determinando in un anno il consumo di 6 litri di gasolio. È la prosecuzione di un percorso che vedrà sempre più sedi istituzionali e pubbliche amministrazioni puntare sui cosiddetti acquisti verdi, facendo del settore pubblico l'apripista per la diffusione di buone pratiche di riduzione dei rifiuti e delle emissioni inquinanti.
E allora vorrei che questo che abbiamo portato in porto sia un buon viatico per alcuni temi che, come detto, sono emersi dagli ordini del giorno. Mi riferisco essenzialmente a tre questioni che ritengo qualificanti. Mi auguro, innanzitutto, che la Camera proceda spedita verso la completa digitalizzazione del procedimento legislativo e che questo processo di trasformazione digitale si estenda e finisca per coinvolgere i diversi aspetti dell'attività parlamentare e dell'amministrazione stessa, fino a rendere disponibili agli organi parlamentari strumenti basati anche su tecnologie di intelligenza artificiale e su sviluppati sistemi di software a codice aperto, per consentire così anche la raccolta dei contributi dei cittadini nell'attività conoscitiva e nell'istruttoria legislativa.
E se dobbiamo perseguire una giusta politica di risparmi, perché non eliminare i costi di trasformazione digitale, producendo tutti i documenti parlamentari o da esaminare in sede parlamentare in formato nativamente digitale, secondo standard comuni? Ne faciliteremmo così anche la condivisione e la conoscibilità, realizzando, nel contempo, rilevanti economie.
Sul piano del benessere comune, vorrei sottolineare come l'Ufficio di Presidenza, non senza polemiche e difficoltà, ha di fatto applicato finalmente la “legge Sirchia”, diminuendo il numero delle aree fumatori interne a Montecitorio e nel palazzo dei gruppi parlamentari, ed estendendo il divieto di fumo anche alle sigarette elettroniche. A prima vista sembrerebbe una cosa di poco conto, ma siamo fermamente convinti che il buon esempio contro privilegi e cattive abitudini debba partire proprio dalle istituzioni.
C'è un tema, poi, che stenta a entrare nel nostro quotidiano vivere. Il nostro attuale di modello di sviluppo è sempre più insostenibile non solo sul piano ambientale ma anche su quello economico e sociale. Ogni Paese è chiamato a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile e ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo. Questo processo di cambiamento è basato sull'attuazione dell'Agenda 2030 e dei suoi 17 obiettivi e richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle università e ai centri di ricerca, agli operatori dell'informazione e della cultura.
Anche l'Italia ha contribuito alla redazione del negoziato ONU che ha portato all'adozione dell'Agenda 2030, ma registriamo un sensibile ritardo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. C'è ancora molta strada da percorrere ed è fondamentale innescare quel cambiamento culturale indispensabile affinché i cittadini esigano dalla politica di uscire dalla logica del breve termine per guardare al futuro del Paese, garantire il benessere alla generazione presente e a quelle che verranno e rendere il mondo più sostenibile da tutti i punti di vista. Serve un grande sforzo a partire dalle istituzioni che devono favorire quel cambiamento necessario al raggiungimento degli obiettivi prefissati ed in questa mission la Camera potrebbe rivestire un ruolo fondamentale non solo nel promuovere, informare, sensibilizzare e stimolare riflessioni sui 17 obiettivi dell'Agenda 2030 ma anche introducendo, nei testi votati dalle Commissioni e dall'Aula, meccanismi automatici di collegamento ipertestuale che richiamino i singoli obiettivi di sviluppo sostenibile ogni qualvolta che tali argomenti siano oggetto della materia trattata e sono sicura che su queste possibili iniziative ci sarà l'impegno del Presidente Fico.
Infine, voglio soffermarmi brevemente su un'altra questione che già nelle scorse legislature gli organi competenti di Camera e Senato hanno affrontato dettando disposizioni relative al rapporto che intercorre tra i parlamentari e i loro collaboratori, le quali, tuttavia, non hanno colmato l'enorme vuoto regolamentare nei confronti…
PRESIDENTE. Deve concludere.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI (M5S). …della figura del collaboratore (sì, concludo). Questa mancanza di regolamentazione lascia, quindi, il rapporto di lavoro alla sola e unica contrattazione tra le parti, con il rischio di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro. Anche su questa, che è una battaglia di civiltà, è stato approvato un mio ordine del giorno che impegna con un'iniziativa forte la Camera per individuare tipologie di contratti specifiche e modalità di pagamento per i collaboratori dei parlamentari.
È con questo auspicio, Presidente e onorevoli colleghi, che concludo questo mio intervento annunciando il voto convintamente favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Prego, deputato.
CARLO FATUZZO (FI). Quanto tempo ho, signor Presidente?
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Due minuti, deputato Fatuzzo.
CARLO FATUZZO (FI). Grazie. Le dico subito, signor Presidente, di non richiamarmi immediatamente dicendomi che io sono fuori tema, perché in realtà se ascolta quello che dico - cosa che del resto lei fa sempre e per me è un mito perché è l'unico che ascolta tutto quello che diciamo, bello, brutto, intelligente o non intelligente - e porta un pizzico di pazienza- e c'è la collega Rossello che desidera esprimere il suo consenso - ma lo dico sinceramente, Presidente, anche se vedo che mi guarda un po' strano, ma lei, glielo giuro, è l'unico che da quando sono qui, da un anno e cinque mesi, ascolta tutti i discorsi di tutti dalla prima all'ultima parola (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Quindi bravo, veramente bravo!
Vorrei stare dieci minuti al suo posto, Presidente…
PRESIDENTE. Deputato Fatuzzo, andiamo a…
CARLO FATUZZO (FI). Le ho appena detto che sembra che io sia fuori tema ma non sono fuori tema. Perché vorrei stare almeno dieci minuti al suo posto? Perché da questo posto, dove io parlo e ascolto tutti coloro che parlano, io non capisco nulla. L'Aula è cacofonica e non trovo momento migliore per esprimermi su questo argomento che nel momento del bilancio consuntivo dell'attività della Camera.
Ho provato altre volte a dirlo al Presidente di turno, il quale mi ha sempre detto che tutto va bene e io non potevo replicare perché non mi dava più la parola. Purtroppo questo che è un bellissimo edificio, una bellissima sala e se io fossi Sgarbi comincerei a parlare per un'ora ma non lo sono e quindi devo dire che, pur essendo molto bello, l'ambiente è cacofonico, cioè gli altoparlanti sono posti in posizione che io non riesco a comprendere quello che dicono i colleghi, che non sempre ma molte volte vorrei ascoltare con molta attenzione.
Quindi, chiedo che l'anno prossimo, quando si farà il bilancio consuntivo della Camera, ci sia qualcosa che abbia migliorato l'audio della Camera dei deputati nei confronti dei parlamentari, cioè di noi tutti. Ho il sospetto che dove sta lei si senta benissimo. Volevo vedere se era vero o meno e perciò ho espresso questo desiderio di poter stare per 10 minuti al suo posto. La ringrazio e concludo qui l'intervento, Presidente, perché il tempo è terminato e perché seguo i consigli di alcuni presidenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo e sul Progetto di bilancio.
(Votazioni - Doc. VIII, nn. 3 e 4)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 (Doc. VIII, n. 3).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 4).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30 per il seguito dell'esame del decreto-legge in materia di beni culturali.
La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 14,30.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Cancelleri, Cirielli, Colletti, Comaroli, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Molinari, Parolo, Ruocco, Paolo Russo, Scoma, Sisto, Vignaroli, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1374 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020 (Approvato dal Senato) (A.C. 2019-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2019-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020.
Ricordo che nella seduta del 31 luglio si è conclusa la discussione generale e la relatrice è intervenuta in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2019-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 1.65 Ascani, 1.08 Ascani e 2.4 Ascani; 1.01 Aprea, 1.02 Aprea, 1.03 Aprea, 1.04 Aprea, 2.1 Aprea, 2.2 Aprea, 2.3 Aprea, 4-bis.01 Aprea, 4-bis.02 Aprea, 4-bis.03 Aprea, 5-bis.01 Aprea e 5-bis.02 Aprea… Perché, volevate prendere nota? Vi faccio avere lo speech: già dichiarati inammissibili in sede di Commissione. Quindi, li avete dichiarati inammissibili in quella sede lì, comunque li rileggo con più tranquillità se questo aiuta la vostra annotazione: 1.65 Ascani, 1.08 Ascani e 2.4 Ascani; 1.01 Aprea, 1.02 Aprea, 1.03 Aprea, 1.04 Aprea, 2.1 Aprea, 2.2 Aprea, 2.3 Aprea, 4-bis.01 Aprea, 4-bis.02 Aprea, 4-bis.03 Aprea, 5-bis.01 Aprea e 5-bis.02 Aprea; 1.05 Mollicone, 1.06 Mollicone, 1.07 Mollicone, 3.01 Mollicone, 3.02 Mollicone e 4.2 Mollicone; 3.03 Palmieri; 3-bis.01 Di Giorgi; 5-bis.4 Deidda.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, i pareri espressi dalla Commissione bilancio in data odierna recano due condizioni - una riferita al testo del provvedimento, l'altra all'emendamento 4-bis.200 della Commissione - volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione. Al fine di recepire tale parere, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.4-bis.200.1.
Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice a esprimere il parere.
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1. Poi, articolo 2…
PRESIDENTE. Aspetti che, mentre prima voi eravate in Commissione, io non c'ero e quindi devo prendere nota.
Quindi, a pagina 20, sull'articolo 2, non c'è nessun emendamento ammissibile. Quindi, siamo sull'articolo 3, a pagina 22, i pareri sono?
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3.
PRESIDENTE. Sugli emendamenti 3-bis.1 Mollicone e 3-bis.2 Mollicone, a pagina 25?
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 3-bis.1 Mollicone e 3-bis.2 Mollicone.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4, a pagina 26.
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 4.1 Aprea e 4.3 Ascani, mentre raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.4-bis.200.1 e del suo emendamento 4-bis.200.
PRESIDENTE. Su quello abbiamo già dato il parere. Poi passiamo a pagina 29, all'articolo 5.
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sulle proposte emendative riferite all'articolo 5, tranne che sull'emendamento 5-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, sul quale il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, i pareri sono conformi a quelli della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.25 Mollicone.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Comunico il ritiro degli emendamenti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.9, 1.11, 1.17, 1.20, 1.21, 1.22, 1.23 e dell'articolo aggiuntivo 1.01 presentati dell'onorevole Aprea.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Mollicone.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Aprea, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Comunico il ritiro delle proposte emendative 1.03, 2.1, 2.3, 2.2, 4-bis.1, 4-bis.01, 4-bis.02, 4-bis.03, 5.1, 5.2, 5.4, 5.5, 5-bis.01 e 5-bis.02 della collega Aprea.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Comunico che gli emendamenti 1.28 Mollicone, 1.27 Mollicone, 1.30 Mollicone, 1.31 Mollicone sono stati ritirati, così come gli emendamenti 1.32 Mollicone, 1.33 Mollicone, 1.34 Mollicone e 1.35 Mollicone.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Comunico che i successivi tre emendamenti sono stati ritirati.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Aprea, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
L'emendamento successivo è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
L'emendamento 1.42 Mollicone è ritirato
Passiamo all'emendamento 1.62 Ascani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, signor Presidente. Questo emendamento per aggiungere: “compatibilmente con la programmazione triennale degli spettacoli”, cioè noi intendiamo utile che le fondazioni siano obbligate a revisionare i propri debiti e ad adottare tutte le misure per l'abbattimento del debito bancario. Insomma, la previsione di una dichiarazione di sostenibilità economica dell'organico, federata triennalmente come è prevista dal comma 2-quinquies successivo, è troppo legata a fattori contingenti e stabilisce un nesso inammissibile tra l'organico e il quadro economico delle fondazioni, quasi che solo con gli organici e solo con il personale e non anche con la programmazione si influenzi l'andamento economico. Quindi, per noi i rischi sono evidenti, è un irrigidimento che non fa bene alla cultura, così come sancisce l'articolo 9 della Costituzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.62 Ascani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
I successivi quattro emendamenti sono ritirati, quindi passiamo all'emendamento 1.14 Aprea.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Aprea, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
I successivi quattro emendamenti sono ritirati, quindi passiamo all'emendamento 1.63 Ascani.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.63 Ascani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
I successivi due emendamenti sono ritirati, dunque passiamo all'emendamento 1.57 Mollicone.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.57 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.5 Di Giorgi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giorgi. Ne ha facoltà.
ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Presidente, questo emendamento prova a cambiare un punto di questa legge. Qui, si tratta del cinema; noi con questo provvedimento trattiamo degli emendamenti a una legge che di fatto era una legge generale, una legge che nell'altra legislatura si occupava di cinema e di audiovisivo in modo complessivo. Qui, sono stati fatti degli interventi spot che, purtroppo, hanno sciupato ciò che era stato fatto nell'altra legislatura, ma tant'è.
In questo punto in particolare noi chiediamo di sopprimere il numero 4), alla lettera a), del comma 1, dell'articolo 3; chiediamo la soppressione di questo, rispetto a una versione di questo testo che dice che, invece che su base settimanale, si deve fare una valutazione su base annua delle trasmissioni di cinematografia italiana. Quindi, da parte nostra, da parte del Partito Democratico che ha firmato questo emendamento, c'è l'idea di muoversi in una prospettiva di protezione della filmografia italiana, qui, invece, si dice che, invece che su base settimanale, la percentuale di trasmissione da parte delle reti di distribuzione può essere fatta su base annuale. Cosa significa questo, colleghi? Significa che i film italiani in genere vengono trasmessi ad agosto oppure vengono trasmessi, siccome c'è anche la questione della fascia oraria, dalle quattro del mattino fino alle sei, insomma, quindi era una protezione, mi rivolgo anche ai colleghi della Lega, lo ripeto, una protezione di ciò che gli italiani riescono a fare in ambito cinematografico. Per cui teniamo molto a questo emendamento, abbiamo chiesto un ripensamento al Governo, spero che possa ancora, in questa sede, ripensarci.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Di Giorgi, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Fratoianni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Ascani, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Fratoianni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.7 Di Giorgi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giorgi. Ne ha facoltà.
ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Presidente, questo emendamento riguarda i finanziamenti selettivi, ossia quei finanziamenti che vanno al cinema di qualità, ai film difficili, film che possono avere delle difficoltà nella distribuzione e anche nella produzione, perché non sempre vengono finanziati e, allora, c'è un aiuto. Nella legge del centrosinistra c'erano delle percentuali, non si poteva scendere al di sotto del 15 per cento dell'ammontare del FUS rispetto a questi finanziamenti selettivi, non si poteva andare oltre il 18 per cento; quindi, era un range abbastanza significativo che poteva essere utilizzabile da molti e, quindi, poteva rispondere a certe esigenze. Ecco, purtroppo è stata abbassata questa percentuale, quindi, per i film di qualità, in questo decreto, si vuole abbassare al 10 per cento, dal 10 al 15 per cento, quindi, con un danno al cinema italiano, al cinema di qualità. Per cui noi riteniamo che debbano essere ristabilite le vecchie percentuali e in questo senso abbiamo presentato questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Di Giorgi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Palmieri, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Fratoianni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Palmieri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.1 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.2 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.1 Aprea e 4.3 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4-bis.200.1 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.200 della Commissione, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.6 Rossi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, fatemi subito dire che “grande evento”, abbinato all'attuale amministrazione romana, suona un po' come un ossimoro, non solo perché la città a guida 5 Stelle ai grandi eventi ha già dovuto rinunciare, penso a “Roma 2024” e alle Olimpiadi invernali 2026, con buona pace dei romani e dei torinesi. Proprio perché l'amministrazione pentastellata è incapace di gestire il piccolo, il quotidiano, il minuto, posso immaginare come potrà gestire un evento grande, e qui vengo al punto.
Sappiamo che i campionati di UEFA Euro 2020 sono stati assegnati all'Italia, e Roma ospiterà partite importanti, la cerimonia inaugurale, la partita inaugurale, i quarti di finale. Il Governo ha chiesto appunto di nominare alla Raggi un commissario straordinario, e noi, che non ci fidiamo della Raggi, non perché siamo cattivi ma perché abbiamo visto come gestisce Roma, chiediamo invece che il commissario sia nominato dal Governo. Qualche vantaggio, da questo evento, la città potrebbe ricavarne; da un grande evento ci può essere un volano economico, turistico per la città. Pensate alle fan zone, che sono dei punti dedicati ai tifosi e anche ai cittadini romani, che potrebbero restare, anche in maniera permanente, dopo la loro realizzazione. Pensate che cosa vorrebbe dire, se la Raggi avesse una visione di città, immaginare infrastrutture sportive nelle periferie degradate. Penso a Tor Bella Monaca, che la finirebbe di finire agli onori della cronaca solo per cose brutte ma potrebbe avere delle infrastrutture sportive che, dopo le librerie che già ha, potrebbero portare a un innalzamento della qualità sociale e culturale della vita. Ma di tutto questo, colleghi, ancora non c'è ombra. Mancano dieci mesi all'evento di UEFA Euro 2020 e non c'è visione, non ci sono progetti. Noi stiamo andando sulla fiducia: la fiducia alla Raggi e la fiducia al commissario Frongia, che è stato nominato da pochi giorni, che però non ha messo ancora sul piatto niente. Voi capite che questa occasione potrebbe essere un'occasione di marketing territoriale.
I 10 milioni di euro sono stati stanziati dai nostri Governi, fu il Ministro dello sport Luca Lotti a dare 10 milioni per questo evento e a stanziare 200 milioni di euro per le periferie degradate nei luoghi dove il degrado sociale e culturale del nostro Paese esigevano un rilancio serio attraverso lo sport (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Si potrebbe dare un nuovo rilancio dell'immagine urbana della città, invece di quella di oggi, purtroppo, dove si vedono topi, buche e immondizia: questa è Roma oggi nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Diamo l'occasione ad un grande evento di rilanciare la città. Qualcuno di voi sa che nel 2020 ci saranno i centocinquant'anni di Roma Capitale? Vi ricorda niente la breccia di Porta Pia? Roma capitale del Regno? Nessuno ancora parla di questo. Questa oggi è l'amministrazione Raggi: non c'è progetto, non c'è visione, non c'è crescita e sviluppo della città. Qualcuno diceva, il vento sta cambiando, ed era l'allora candidata sindaca Raggi. Avvisiamo che il vento oggi è cambiato anche per lei, almeno politicamente parlando. Si sa che il vento, per chi non sa dove andare, non è mai favorevole, e lei l'ha dimostrato con i fatti. Ma siccome a questa città noi vogliamo bene, speriamo e ci auguriamo che almeno la brezza che si alzerà da UEFA Euro 2020 sia favorevole per il rilancio di questa povera bistrattata città, che è sempre, malgrado qualcuno non voglia riconoscerlo, gloriosamente la Capitale d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.7 Ascani e 5.3 Aprea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.
ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente, perché coltivare la memoria è sempre un esercizio molto utile alla politica. E lo dico perché mi ha colto in maniera molto favorevole e positiva il fatto che nella costruzione di questo articolo, dell'articolo 5, misure urgenti per la manifestazione Euro 2020, un pezzo importante di questo articolato sia stato preso dall'articolo 61 del decreto-legge n. 50; lo dico per spiegare a tutti, il cosiddetto articolo del “decreto Cortina”. Lo dico perché in quell'occasione pezzi importanti della maggioranza attuale fecero una bella guerra in questo emiciclo. Oggi, invece, pezzi di quel provvedimento lì vedo portati dentro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, secondo me, c'è una riflessione rispetto all'importanza di ricordare e della memoria in politica importante.
Lo dico anche perché noi, però, rispetto al principio di partecipazione, in quel famoso articolo, prima di fare il commissario, avevamo obbligato l'allora Governo, o qualunque Governo, a sentire il presidente della regione, il presidente della provincia, di Belluno in quel caso, il sindaco di Cortina, addirittura il presidente delle Regole. Lo dico per sottolineare la diversità: avete preso un pezzo importante del nostro decreto, ma sul principio di partecipazione degli enti locali state facendo dei passi indietro enormi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.7 Ascani e 5.3 Aprea, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.1 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.2 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.3 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 51).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2019-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione perché gli ordini al giorno sono arrivati adesso; quindi cinque minuti solo per valutarli, visto che i lavori sono andati avanti abbastanza velocemente.
PRESIDENTE. Sospendiamo e riprendiamo alle ore 15,35. Dieci minuti, onorevole Vacca, però che siano dieci.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 15,35.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Sarebbe utile avere la presenza del Governo, che è giustamente indispensabile.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente chiedo altri cinque minuti per completare i pareri. Cinque minuti, che siano cinque minuti.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,40. Mi raccomando, signor sottosegretario.
La seduta, sospesa alle 15,36, è ripresa alle 15,40.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Signor sottosegretario, cominciamo dall'ordine del giorno n. 9/2019-A/1 Deidda.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere ogni iniziativa per l'istituzione dell'accademia di belle arti” eccetera.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/2 Capitanio, parere favorevole anche qui con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare uno o più provvedimenti utili a impedire la registrazione e la successiva riproduzione di opere coperte da diritto d'autore attraverso il camcording e a rafforzare l'azione di contrasto a questo fenomeno illecito che rappresenta una minaccia per il made in Italy”.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/3 Frassinetti, anche qui parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere misure di valorizzazione della lirica, della musica sinfonica e della danza che tuteli le eccellenze italiane”.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/4 Mollicone, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/5 Fratoianni, anche qui parere favorevole con riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame del processo di stabilizzazione di lavoratori a tempo determinato delle fondazioni lirico-sinfoniche” eccetera.
PRESIDENTE. Colleghi, maggior silenzio che altrimenti chiederete notizie sulle riformulazioni, in particolare dai banchi qui sotto di Fratelli d'Italia, cortesemente.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Ordini del giorno n. 9/2019-A/6 Acunzo e n. 9/2019-A/7 Battilocchio, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/8 Bond, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare ogni opportuna iniziativa, anche in concorso con le regioni, volta a sostenere le manifestazioni culturali e le ricorrenze tradizionali minori, anche attraverso misure di sostegno e promozione a queste specificamente rivolte”.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, per quanto di propria competenza, a promuovere iniziative per la sicurezza e il contrasto a ogni forma di violenza”.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/10 Fregolent, parere contrario.
Ordini del giorno n. 9/2019-A/11 Suriano, n. 9/2019-A/12 Zennaro, n. 9/2019-A/13 Carbonaro, n. 9/2019-A/14 Lattanzio, n. 9/2019-A/15 Mariani e n. 9/2019-A/16 Frate, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/17 Di Giorgi, parere favorevole con una riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione in premessa per valutare l'opportunità di riconsiderare le modifiche introdotte” eccetera eccetera.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/18 Ascani, anche qui parere favorevole con riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni in premessa al fine di valutare l'opportunità di riconsiderare le modifiche introdotte relative ai limiti minimi e massimi” eccetera.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/19 Piccoli Nardelli, parere contrario.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/2019-A/1 Deidda, n. 9/2019-A/2 Capitanio e n. 9/2019-A/3 Frassinetti accolgono le riformulazioni proposte dal Governo e non insistono per la votazione.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/4 Mollicone, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/5 Fratoianni: si accoglie la riformulazione.
Ordini del giorno n. 9/2019-A/6 Acunzo e n. 9/2019-A/7 Battilocchio, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2019-A/8 Bond: si accoglie la riformulazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi non accoglie la riformulazione proposta dal Governo e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi…
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Io sinceramente non l'accetto perché non è possibile che si faccia un provvedimento che è contro la violenza - lo do per scontato - e lì poi viene tagliata la frase, che io avevo aggiunto, che era relativa agli atti specifici del cinema America, che è una cosa che a Roma ha colpito molto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha colpito i ragazzi, ragazzi che camminano pacificamente per strada e che vengono colpiti duramente. Ricordiamoci che ci sono stati proprio dei fatti di sangue, con setti nasali rotti e punti sul viso.
Quindi, mi sembrava una cosa specifica, anzi un assist al Governo per passare ai fatti e ricordiamoci che il cinema America…
PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, la prego.
MICHELE ANZALDI (PD). …è un cinema gestito da ragazzi che si trova a Roma, nella città amministrata dai 5 Stelle. Era un assist per passare dalle parole, che tutti abbiamo pronunciato di condanna contro la violenza, ai fatti e questo, però, viene vanificato. Se il Governo taglia quella frase questo viene vanificato.
Per cui, non posso accettare la riformulazione e chiedo di votarlo per questo, perché era semplicemente un atto dovuto contro degli atti di violenza che si sono svolti nelle nostre città, nella nostra città, contro dei ragazzi isolati, semplicemente perché indossavano una maglietta.
Può succedere a tutti, può succedere a chiunque. Quindi pensavo che fosse un atto dovuto e necessario per passare dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Con il consenso del collega Anzaldi chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi e chiedo al Governo di cambiare il suo parere. Credo e spero che sia stata una disattenzione perché, di fronte agli episodi che sono stati ricordati prima dall'onorevole Anzaldi e ad aggressioni avvenute nei confronti di ragazzi che avevano soltanto la colpa di avere una maglietta con il simbolo del cinema America, c'è stata una giusta sollevazione e credo quindi che possa essere trovata una formulazione dell'ordine del giorno, nell'impegno nel dispositivo, che non espunga la questione per la quale l'ordine del giorno è stato presentato, cioè in modo che rimanga l'impegno al Governo affinché si riesca a contrastare ogni forma di violenza in particolare ovviamente rispetto alle questioni del cinema America.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, non capisco perché non va bene. Era soltanto una riformulazione tecnica perché ovviamente varie istituzioni concorrono alla garanzia della sicurezza pubblica e, quindi, è soltanto una riformulazione ma non c'è un parere contrario del Governo su questo ordine del giorno. Era semplicemente riformulato per metterlo insomma nella forma più idonea a un ordine del giorno per indirizzarlo al Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Anzaldi? Prego, onorevole Anzaldi.
MICHELE ANZALDI (PD). A questo punto forse la cosa migliore è se il Governo lo rilegge con calma.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Allora lo rileggo con calma, forse prima c'era un po' di brusio e non si è compreso bene. L'impegno è: “impegna il Governo per quanto di propria competenza a promuovere iniziative per tutelare la sicurezza e contrastare ogni forma di violenza”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Onorevole Borghi, Presidente, appare quantomeno sorprendente la lettura della riformulazione che va esattamente nell'indicazione che prima il collega Anzaldi e il collega Fornaro hanno sostenuto, perché le premesse dell'ordine del giorno Anzaldi sono tutte centrate attorno al fatto di cronaca che ha visto, purtroppo, protagonisti una serie di ragazzi romani che indossavano la maglietta del cinema America. Quindi lui ha strettamente e causalmente legato le premesse con il dispositivo: è di tutta evidenza che se si modifica il dispositivo, dovrebbero venir meno le premesse. Dunque, o il Governo ci dice che è contrario al fatto che ci siano specifiche azioni di prevenzione della violenza nei confronti di chi va in giro per Roma con le magliette del cinema America, oppure lo prende per buono così com'è. Questo è il punto: diversamente è una posizione farisaica. Per quel che mi riguarda chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
FILIPPO SENSI (PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi.
ALESSIA ROTTA (PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSIA ROTTA (PD). Per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 Anzaldi.
PRESIDENTE. Onorevoli Morani, Migliore, Fiano, Ascani - vedo molte mani che si alzano, ne prendo nota mentalmente, per la sottoscrizione dell'ordine del giorno - Carnevali, De Maria. Prendo atto che il gruppo del Partito Democratico sottoscrive singolarmente l'ordine del giorno e anche l'onorevole Boldrini e tutto il gruppo di LEU. Altri gruppi?
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, ripeto l'intenzione della riformulazione era tecnica e non nel merito. Se nel merito il proponente ci tiene a far in modo che resti la stessa formulazione, accettiamo ed esprimiamo parere favorevole su questa formulazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/2019-A/9 viene accolto, senza riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2019-A/10 Fregolent. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2019-A/10 Fregolent, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Ordine del giorno n. 9/2019-A/11 Suriano: favorevole; n. 9/2019-A/12 Zennaro: favorevole; n. 9/2019-A/13 Carbonaro: favorevole; n. 9/2019-A/14 Lattanzio: favorevole; n. 9/2019-A/15 Mariani: favorevole; n. 9/2019-A/16 Frate: favorevole; n. 9/2019-A/17 Di Giorgi: accoglie la riformulazione, onorevole Di Giorgi? Accoglie la riformulazione, perfetto.
Onorevole Ascani, accoglie la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2019-A/18: va bene.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2019-A/19 Piccoli Nardelli, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2019-A/19 Piccoli Nardelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2019-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. Abbiamo discusso…
PRESIDENTE. Onorevole Aprea, anche per facilitare il suo intervento, ci sono numerose dichiarazioni di voto chi è interessato ad ascoltarle è un piacere…
VALENTINA APREA (FI). Sono brevi, sono brevi.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Aprea.
VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. Abbiamo discusso un provvedimento del Governo che rappresenta ormai un calderone di argomenti e di interventi. Il decreto-legge si è presentato, come già altri provvedimenti in passato, come un insieme di norme non tutte giustificate dalla necessità e dall'urgenza, quindi dall'uso di uno strumento legislativo che di fatto sottrae al Parlamento i tempi all'approfondimento che invece sarebbero necessari. Quindi vorrei sottolineare come di fatto la volontà del Governo sembra sottendere ad accentrare su di sé tutte le decisioni. Venendo ora al decreto-legge in esame non possiamo nascondere la sensazione di avere tra le mani una stoffa piena di rammendi, di rattoppi, di pezze che intervengono a volte a tamponare atti approvati solo qualche mese prima. In particolare ricordiamo gli interventi regolatori della disciplina dei rapporti di lavoro a tempo determinato nel panorama delle fondazioni lirico sinfoniche. La relazione sottolinea che l'intervento si rende necessario ai fini dell'adeguamento alla normativa dell'Unione europea, in particolar modo in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 25 ottobre 2018. È passato quasi un anno da allora e oggi, improvvisamente, il Governo si accorge della necessità e urgenza dell'intervento. Un intervento è sul ricorso ai contratti a tempo determinato; un intervento sul precariato; una modifica del jobs Acts ma anche una modifica del decreto legislativo dignità, che prevede 24 mesi massimi di contratto a tempo determinato, mentre in questo caso si prevede una deroga a 36 mesi, che inizialmente era addirittura a 48. Insomma, colleghi, il Governo, partito lancia in resta, si vede obbligato a fare continuamente bagni di realismo e ad aggiustare il tiro.
Non discutiamo la necessità del ricorso a questa tipologia di contratti, stante la specificità del settore dello spettacolo e la necessità di rispondere a fabbisogni temporanei, ma piuttosto di una metodologia che non ha la capacità di lanciare lo sguardo lontano, di prevedere le conseguenze delle proprie decisioni nel medio e nel lungo termine, che finisce per chiedere un intervento successivo riparatore. E invece la funzionalità delle nostre fondazioni lirico-sinfoniche dev'essere perseguita in ogni modo, perché queste sono istituzioni che rappresentano una tradizione culturale e un'eccellenza artistica del nostro Paese che non possiamo, come legislatori, ignorare.
Ma non possiamo neanche nasconderci che sono stati numerosi gli interventi adottati su queste fondazioni: forse sarebbe stato il caso di affrontare una discussione più puntuale, come peraltro abbiamo fatto in Commissione - e ringrazio qui la relatrice e tutti i componenti della nostra Commissione - per capire realmente quali siano i nodi e quali i meccanismi che non funzionano che non permettono al sistema di operare correttamente.
E inoltre, lo diciamo e lo ripetiamo, l'Italia ha un tesoro a disposizione e non riesce a valorizzarlo a dovere: lo ha sostenuto anche il Ministro Bonisoli, quando ha illustrato il suo programma di Governo davanti alle Camere; eppure non si riescono ad individuare politiche culturali che stimolino la produttività del settore. A tal proposito, apprendo con stupore di un'iniziativa del Polo museale dell'Emilia-Romagna, che a causa della carenza di personale di vigilanza e della conseguente necessità di individuare forme di supporto al personale impegnato in tale attività, esplicitando che appare economicamente conveniente ricorrere ad associazioni di volontariato che garantiscano forme flessibili di collaborazione, ha emanato una richiesta di manifestazione d'interesse per la collaborazione a titolo volontario. Insomma, parliamo di superamento del precariato: certo, in questo modo non si supera il precariato, ma l'alternativa lavorativa qual è che vogliamo offrire ai nostri giovani? È in questo modo che crediamo di combattere la fuga dei cervelli? Creando figure professionali disposte a lavorare volontariamente e senza garanzie e diritti? È questa la dignità che avete in mente? È questo il modo di investire in cultura?
Insomma, il provvedimento interviene poi ancora su diverse materie, con disposizioni puntuali ma ancora una volta superficiali, che nulla risolvono in merito ai problemi complessi che andrebbero affrontati: così per lo sport, e così per tutti gli altri settori che sono pure stati interessati, come abbiamo sentito, il cinema ed altro.
Voglio concludere, colleghi, con un auspicio: possiamo e dobbiamo credere di più nelle potenzialità di sviluppo e di crescita racchiuse nella grande ricchezza culturale del nostro Paese; dobbiamo davvero convincerci che è necessario investire, destinare concrete risorse perché si attivi quel circolo virtuoso che dagli investimenti produce qualità, crescita culturale, capacità imprenditoriali e valore economico. Per queste ragioni, pur comprendendo la necessità in qualche caso di intervenire per rimediare a situazioni estreme, noi esprimiamo soltanto un voto di astensione, al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Con questo atto Camera n. 2019-A si intende convertire in legge, con le modificazioni ritenute opportune, il decreto-legge del 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico-sinfoniche, del sostegno al settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i Beni e le attività culturali, per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020, l'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici e degli asili nido, gli incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari incrementali sui quotidiani periodici ed emittenti televisive e radiofoniche locali.
La definizione del programma di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche in termine di programmazione e di sviluppo, così come illustrata, trova la componente MAIE abbastanza d'accordo. Le opere dei compositori più eseguiti al mondo sono di Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti, Bellini; ma l'Italia a questo record non ne contrappone un altro, cioè non detiene nessun record in quanto a numero di rappresentazioni, tanto da collocarsi al diciassettesimo posto nel rapporto tra il numero di spettacoli offerti e la popolazione. Eppure, l'opera fin dalla sua nascita, a Firenze il 6 ottobre 1600, ha avuto una fortuna crescente e incessante, tanto che ancora oggi, anzi, oggi addirittura, nei Paesi emergenti fioriscono nuovi teatri e ricche stagioni liriche come simbolo di civiltà e di prestigio, mentre in Italia questa realtà culturale, artistica e – me lo si conceda – economica è stata marginalizzata. Ora, senza voler fare l'esegesi della musica e di quello che essa rappresenta, va sottolineata la sua funzione civile, sociale, culturale e, insisto, economica, per via dei posti di lavoro qualificati che produce, perché il teatro è una macchina complessa, e questo prodotto, il prodotto del teatro, non si può realizzare al ribasso. L'organico dell'Aida richiederà sempre lo stesso numero di artisti, di elementi di coro, professori d'orchestra che aveva in mente Giuseppe Verdi; e per tenere su questo impianto scenico c'è bisogno del lavoro di un intero mondo, che va dai tecnici ai truccatori passando per gli amministrativi.
Anche il settore del cinema e dell'audiovisivo merita l'attenzione che questo provvedimento intende avere, soprattutto se questo settore risulta strategico per l'Italia come sostiene il primo rapporto ANICA illustrato alla presenza del Presidente Conte lo scorso aprile, da cui emerge che il cinema, l'audiovisivo, la televisione sono un comparto integrato e una risorsa indispensabile per il Paese. Gli indicatori considerati dimostrano infatti quanto sia radicato sul territorio e come generi nuovo valore, attivando ulteriore produzione in altre filiere: ogni euro di domanda aggiuntiva di servizi e prodotti audiovisivi, infatti, attiva un effetto moltiplicatore pari a 1,98 euro, ripartito poi diffusamente a vantaggio di tutta l'economia nazionale.
Quello che non si può oggettivamente quantificare, ma che è facile immaginare di enorme rilevanza, è il peso del soft power dell'Italia, cioè della capacità, attraverso il racconto per immagini, di costruire una positiva percezione dell'Italia nel mondo e di qualificare la sua offerta culturale, artistica, industriale, e di attrarre di conseguenza visitatori ed operatori, con ricadute sui territori e sulle economie locali. L'Italia, lo sappiamo, offre una varietà di luoghi di inestimabile bellezza. Ho la fortuna, ed è un discorso facilmente generalizzabile, che riguarda tutti i presenti in quest'Aula… Il sottoscritto vive in un territorio bellissimo, la Capitanata, quindi il Gargano e la Daunia, che potrebbe sviluppare un importante segmento dell'economia locale proponendosi come location cinematografica. Purtroppo devo constatare, come recentemente è accaduto nella mia zona, che qualche amministratore locale non possiede questa visione, e che quindi un'ottima opportunità, appunto come è accaduto, di sviluppo economico e di impiego è stata sottovalutata, se non addirittura osteggiata, come nel caso a cui non farò più riferimento, facendo volare gli investitori in altri luoghi, per giunta esteri.
In quest'ottica non posso che valutare con grande favore, essendo tra le altre cose un dirigente di una federazione sportiva e un modesto organizzatore di eventi, anche ciò che questo provvedimento intende mettere in campo per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020, che, come detto in altre occasioni e per altri eventi, offre una importante vetrina del nostro Paese e, nel caso la conduzione di questo evento risulti oculata e portata avanti, come suol dirsi, cum grano salis, un cospicuo incremento economico di tutte le attività correlate. Siamo naturalmente d'accordo con gli incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici, emittenti televisive e radiofoniche locali, previsti dall'articolo 3-bis, che conferisce certezza di tempi e risorse alle imprese proprio per la loro stessa sopravvivenza.
Alla stessa maniera lo siamo con l'articolo 4-bis, che differisce - e, quindi, porta al 31 dicembre 2019 - il termine di adeguamento delle strutture adibite a servizi scolastici e asili nido alla normativa antincendio, nei casi in cui ciò non sia già accaduto. In conclusione, Presidente, riteniamo che, nonostante fosse perfettibile, questo provvedimento va in una direzione condivisibile, che mira a sanare antiche situazioni e a sostenere l'ambito culturale che, oltre ad essere il biglietto da visita di un Paese, determina la qualità del popolo che in esso vive. Pertanto, esprimo il voto favorevole della componente MAIE del gruppo Misto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Noi, in coerenza con il voto che abbiamo espresso al Senato, ci asterremo su questo provvedimento. Ci asteniamo perché, da un lato, c'era stata grande attesa e come sempre capacità propagandistica rispetto a questo provvedimento, che era stato presentato come un provvedimento che finalmente avrebbe eliminato l'annoso problema dei precari nel mondo della musica e in particolare delle fondazioni lirico-sinfoniche. L'obiettivo dichiarato era quello della stabilizzazione, anche in risposta alla sentenza della Corte di giustizia del 25 ottobre 2018. Non possiamo non osservare che, quasi in una sorta di eterogenesi dei fini, con questo provvedimento non si raggiungono questi obiettivi, anzi, lo segnalo ai colleghi, pur nella disattenzione tipica dell'ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze, che sta scoppiando purtroppo la guerra tra i poveri, tra i nuovi e i vecchi precari, visto che sono state introdotte nuove normative, ma soprattutto stanno partendo le lettere di licenziamento per quei precari che avevano un contratto già da 36 mesi e che, a causa di questo decreto, non potranno proseguire il loro lavoro nella stessa fondazione lirico-sinfonica.
Quindi, da questo punto di vista non possiamo non rilevare come l'obiettivo iniziale sia stato sostanzialmente tradito, quindi segnaliamo al Governo questo elemento, pur nella consapevolezza - e credo vada riconosciuta - della complessità della questione delle fondazioni lirico-sinfoniche, della complessità della loro natura giuridica soprattutto, ma, ovviamente, anche della questione annosa delle risorse in un'epoca in cui abbiamo assistito per molti anni ad un taglio costante e spesso lineare dei capitoli di spesa sulla cultura degli enti locali, in considerazione e in conseguenza dei tagli e dei trasferimenti. Quindi, da questo punto di vista, noi crediamo che si poteva e si deve fare di più per aiutare la stabilizzazione e aiutare, quindi, ad avere quelle piante organiche che sono la vera garanzia sia per l'azienda, sia per il lavoratore.
Il secondo punto, il secondo pilastro del provvedimento riguarda il cinema, le opere cinematografiche e qui devo dire che la sorpresa a leggere le norme contenute è, se vogliamo, ancora più grande. Il Ministro Franceschini, nella precedente legislatura, aveva lavorato ad una operazione importante di rilancio della produzione delle opere cinematografiche italiane ed europee in conseguenza delle direttive comunitarie, puntando sulle produzioni di qualità, imponendo delle tempistiche entro cui sia il servizio pubblico che i privati dovevano rispettare determinate quote di programmazione, quindi quote riservate di palinsesto a prodotti cinematografici di produzione europea e in particolare di quella italiana.
Ebbene, ci saremmo aspettati - da chi in ogni talk-show fa grande spolvero di sovranismo, di difesa del made in Italy e della italianità - interventi correttivi esattamente nella direzione opposta, cioè aumentando i tetti, aumentando gli spazi delle opere di produzione italiana e riducendo i tempi entro cui tutto questo dovesse andare a regime. Invece questo provvedimento fa - lo segnalo soprattutto ai colleghi della maggioranza - esattamente il contrario: sostanzialmente si dilata il tempo per la RAI da un lato e, questo è l'altro aspetto, è stato tolto l'obbligo minimo, che era del 6 per cento, per quel che riguarda gli operatori privati (rimane quindi l'obbligo solo in carico a RAI), però diminuiti e soprattutto ancora prolungati di un anno. Francamente, è l'esatto opposto di quello che andate dicendo in ogni trasmissione televisiva e in ogni comizio. Quindi, da questo punto di vista, credo che ci sia necessità di una riflessione. Quando si è molto parlato e si è continuato a farlo a partire dalla scorsa legislatura proprio sull'idea di rafforzare e incentivare l'industria cinematografica italiana, che peraltro ha anche un passato molto illustre, ciò aveva trovato un consenso largo; ovviamente noi scontiamo un problema di lingua, ragionando in termini industriali e, quindi, di produzione che vada oltre i confini nazionali. Ebbene, il risultato è un passo indietro francamente incomprensibile e, per molti versi, non accettabile e dimostra che spesso si cambia molto velocemente opinione passando dai banchi dell'opposizione a quelli della maggioranza.
Con queste considerazioni, con le considerazioni quindi che sul piano delle fondazioni lirico-sinfoniche per la stabilizzazione del personale si fanno timidi passi in avanti, poiché individuiamo il rischio - come dicevo - di una guerra tra poveri, tra nuovi e vecchi precari, ma anche all'interno delle stesse professionalità (per esempio, i corpi di ballo sono quelli che in questo momento stanno patendo di più), non possiamo non rilevare, da questo punto di vista, il passo indietro.
Comunque, nel complesso, come dicevo all'inizio, noi esprimiamo, rispetto a questo provvedimento, un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente, il provvedimento che oggi votiamo e che abbiamo avuto modo di verificare in maniera approfondita in Commissione, grazie anche all'attività emendativa di Fratelli d'Italia, evidenzia ancora una volta la mancanza di visione nelle politiche culturali del Governo. Lo scorso anno il Ministro Bonisoli, sollecitato in audizione in Commissione, affermò che avrebbe portato avanti le riforme delle fondazioni lirico-sinfoniche, del sistema di contribuzione pubblica dello spettacolo dal vivo, il cosiddetto famigerato FUS, delle arti circensi, che tutti attendiamo da anni, passando per l'iniziativa parlamentare, allargando il perimetro di discussione in maniera corale. Il DL cultura dimostra esattamente il contrario e, per questo, non ci convince pienamente. Siamo d'accordo con la parte sugli audiovisivi, in cui rivendichiamo l'estensione della possibilità di acquisto dei materiali audiovisivi editoriali nella Carta per i diciottenni e, soprattutto, con il rinnovo sul credito d'imposta, di cui vogliamo sottolineare l'omissione relativa allo stanziamento, che abbiamo cercato di sanare prima con i nostri emendamenti con cui si stabiliva la cifra a 35 milioni annui. Vedete, sul credito d'imposta in particolare, vogliamo anche far notare la primogenitura da parte nostra in questa legislatura: già alla Camera presentammo una PdL sottoscritta da tutti i gruppi, anche dal Partito Democratico, che originariamente l'aveva avanzata, per stabilizzare la misura e renderla permanente.
Fratelli d'Italia è stato, quindi, il primo partito a condurre la battaglia in ogni sede, nelle Commissioni, in audizione con Crimi e in questo provvedimento, che è un provvedimento molto importante, vedete, ne beneficeranno le piccole e medie imprese e, anche, in maniera indiretta, l'editoria online, radio e le tv, qualora appunto lo vogliano. L'omissione è stata rimodulata grazie a un nostro ordine del giorno che è stato accolto e di questo do un riconoscimento al Governo e lo ringrazio per aver avuto la capacità di capire che un ordine del giorno impegnativo fosse importante, perché grande era la confusione sul credito d'imposta e, soprattutto per il 2019, non c'era la capacità di individuare la finestra temporale, c'era un ritardo evidente e, quindi, questo ordine del giorno, da noi presentato ed accolto con formula piena e con l'impegno, di fatto, è come se fosse la conferma e l'indirizzo per il MISE dello stanziamento esso stesso, come, quindi, e più di un emendamento. Per questa ragione, quindi, per questi aspetti su cui siamo favorevoli, per queste battaglie che abbiamo condotto, Fratelli d'Italia si asterrà complessivamente sul provvedimento, pur non condividendolo interamente, ma non possiamo, appunto, negare che ci sia stata un'apertura e un riconoscimento delle battaglie fatte.
Non possiamo, però, tralasciare la parte sulle fondazioni lirico sinfoniche. La maggioranza continua a non ascoltare le esigenze di chi lavora nello spettacolo; ci sono appunto luci ed ombre, i dati di ricognizione sullo stato professionale dei lavoratori dello spettacolo ci dicono che i professionisti sono soggetti a forme contrattuali intermittenti e a bassa retribuzione. La sentenza Sciotto ha sancito che per i dipendenti precari dello spettacolo e delle fondazioni lirico sinfoniche non esiste una espressa norma italiana a loro tutela, sia contro l'abuso dei contratti a termine, colleghi, sia contro la reiterazione abusiva dei contratti a termine.
La lettura più approfondita del provvedimento, che ora tornerà in Senato, ci auguriamo possa giovare alla sua natura, eliminando il contrasto contenuto con le normative europee in materia di lavoro a tempo determinato e alle disposizioni della Corte europea. La Corte di giustizia ha inoltre stabilito che il divieto di trasformazione in tempo indeterminato viola la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell'Unione europea e impone al giudice italiano di adottare tale sanzione, se materialmente possibile, indipendentemente dalla natura pubblica o privata del datore di lavoro. Infatti, l'avvio della procedura di infrazione, notificata dalla Commissione europea al Governo italiano il 25 luglio 2019 denuncia espressamente che attualmente la legislazione italiana esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori nel settore pubblico, ad esempio, gli insegnanti - e, quindi, vuol dire che anche sugli insegnanti avevamo ragione -, il personale sanitario, i lavoratori del settore dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, il personale di alcune fondazioni di produzione musicale, il personale accademico, i lavoratori agricoli e il personale volontario dei Vigili del fuoco.
Per adeguarsi all'Europa basterebbe eliminare la deroga sancita dal comma 3 dell'articolo 29 del decreto legislativo n. 81 del 2015, praticamente sono tre righe, e tutti i lavoratori avrebbero eguali diritti. Non ci sarebbero le discriminazioni subite dai precari delle fondazioni e denunciate appunto dall'Europa. Invece, il DL si fa beffa di tutto ciò e prevede, tra l'altro, che sarà sufficiente la semplice indicazione dello spettacolo a rendere legittimi i motivi dell'assunzione, quindi la gig economy, l'economia dei lavoretti; continua a prevedere il divieto di conversione come sanzione contro l'abuso e la reiterazione abusiva dei contratti a termine, nonostante la mera sanzione economica non possa ritenersi, come ha ritenuto la stessa Corte di giustizia, un vero deterrente contro tali abusi; vuole introdurre il concorso pubblico, sebbene le fondazioni siano enti privati, come sancito dalle sezioni unite della Cassazione con numerose sentenze, e su questo con il sottosegretario Vacca abbiamo avuto un serrato confronto in Commissione, perché lui, giustamente, dice che sono equiparabili a quelli pubblici, ma, in realtà, di fatto, sono soggetti di diritto privato, per cui fino a quando non viene chiarita con una legge questa natura, di fatto, sono privati; infine, il diritto di precedenza che i lavoratori guadagnano dopo tre anni di rapporti a termine, dopo aver superato tre selezioni annuali, viene dichiarato decaduto dopo il quarto anno, come, ricordavamo ieri, al gioco dell'oca: tre anni per guadagnare il diritto di precedenza previsto dal codice nazionale e un anno per perderlo e ricominciare tutto da capo. È evidente, dunque, che il decreto costruisce un sistema di precarizzazione a vita degli artisti e dei tecnici delle fondazioni e dello spettacolo.
Bisogna fare le nuove piante organiche, poi, ci deve essere il controllo del collegio dei sindaci, poi, quello del MiBAC, poi, ancora, quello della Corte dei conti e, poi, infine, tutto ritorna al MiBAC. Fratelli d'Italia è il solo partito, in tutto questo, ad aver sposato la causa dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali dello spettacolo, con un ascolto attento alle esigenze delle categorie, battaglia che abbiamo riportato puntualmente in Commissione e qui in Aula.
Il fine del decreto dovrebbe essere il rilancio e la tutela delle fondazioni lirico sinfoniche, mentre, in realtà, cancellerà sia la possibilità di avere un impiego dignitoso per chi oggi ci lavora, ma, soprattutto, per i milioni di studenti delle arti musicali che saranno costretti a fuggire all'estero per sopravvivere e sia la stessa identità culturale dell'Italia.
È necessaria, quindi, una riforma sostanziale delle fondazioni lirico sinfoniche; le fondazioni lirico sinfoniche sono, nella maggior parte dei casi, in grave default e i casi di cronaca mostrano gestioni sconsiderate. Le fondazioni lirico sinfoniche vengono finanziate con soldi pubblici e succede come a Roma, sottosegretario Vacca, dove il sovrintendente non paga per anni i contributi ai lavoratori, creando debiti tributari per 12 milioni di euro e nonostante questo viene riconfermato nonostante la mala gestione e la bocciatura di tutti i sindacati. Invito, quindi, a verificare l'operato dei sovrintendenti, a Roma, a Firenze e in tutta Italia che, violando leggi e norme, in puro stile Fuortes, con bilanci alterati, bigliettazioni aumentate e mancato versamento dei contributi ai lavoratori, hanno creato questa situazione. La situazione gestionale e debitoria delle FLS è molto grave, a fronte dei 170 milioni di euro erogati fuori dal quadro del FUS, che non hanno minimamente intaccato l'enorme debito e su cui i vari organi di controllo tacciono o, meglio, prima erano molto solerti a denunciare, ma oggi sono diventati quasi complementari alle stesse gestioni delle fondazioni.
Difenderemo lo spettacolo popolare, la commedia dell'arte, lo spettacolo circense e la lirica; abbiamo presentato, per questo, come Fratelli d'Italia, primo partito, e vado a conclusione, una proposta di riforma complessiva di questi settori che possa finalmente sincronizzare l'attività ministeriale con le esigenze anche dei piccoli operatori che rappresentano l'ossatura dell'identità della nazione.
Ci asterremo dunque, sottosegretario Vacca, e ci auguriamo quindi una futura riforma, volta allo sviluppo del sistema che possa sostenere i tanti che lavorano, i milioni di persone che lavorano per la cultura in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Intanto, chiariamo subito che questo decreto-legge non è un provvedimento sulla cultura, non innova, non stanzia risorse, non guarda ai giovani, non investe sul futuro. È l'ennesima modifica di norme esistenti, peraltro, in alcuni casi, molto grave, perché va ad intervenire su norme che non sono neanche entrate in vigore, per la sola esigenza di mettere una bandierina, di prendere la distanza da un Governo, quello precedente, che sulla cultura, invece, aveva davvero investito risorse, come questo Governo non fa. Il risultato di questa operazione è sostanzialmente desolante; questo decreto è una miscellanea di misure che, in realtà, servono a soddisfare le richieste dei singoli operatori e che nulla c'entra con quanto è scritto all'articolo 9 della nostra Costituzione e cioè che la Repubblica deve occuparsi della promozione e dello sviluppo della cultura e della ricerca, unitamente con la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Questo è il primo provvedimento sui beni culturali che arriva nell'Aula del Parlamento italiano e non contiene niente di tutto ciò, assolutamente niente.
Noi avevamo fatto provvedimenti che contenevano una visione, dal decreto Bray all'Art Bonus, provvedimenti che riguardavano il cinema, abbiamo proposto una visione della cultura che evidentemente a questo Governo invece manca completamente, ma non è solo questo il problema di questo decreto, è che fa dei danni; il primo danno, lo dicevo, è che si riprende a legiferare sulla cultura a costo zero, anzi, si fa peggio, si redistribuiscono a pioggia le risorse per interventi microsettoriali, esattamente quello che abbiamo visto fare nell'ultima legge di bilancio, con “18app”, togliendo risorse ad una misura strategica per redistribuirle a micro settori, cioè per soddisfare le richieste di alcuni soggetti, non per soddisfare una visione del mondo della cultura. Non è detto che questo Governo debba vederla come noi sui beni culturali, ma ci spieghi almeno come la vede, se ha un'idea di cultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché da questo decreto sembra esattamente il contrario.
Peraltro, questo decreto arriva dopo l'assestamento di bilancio, che come il sottosegretario sa bene, come il Ministro sa bene, anche se non molto ingenti, in realtà, fa altri tagli alla cultura.
Avete imparato ad usare i sinonimi, quindi ora non dite più “tagli”, dite “accantonamenti”, ma la sostanza è la stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Fate un decreto sulla cultura che non mette un euro, una settimana dopo un assestamento che di soldi invece ne toglie.
Il secondo danno si fa al cinema, e questo è il danno più grave di questo decreto, perché c'è una legge che è stata approvata da questo Parlamento, anche con una maggioranza larga, che prevedeva alcune norme che sarebbero entrate in vigore negli anni a venire; non date neanche il tempo quelle norme di vedersi sperimentate nella realtà del cinema italiano. Mettete a rischio le eccellenze italiane. Cambiate i rapporti tra grandi e piccoli operatori semplicemente perché qualcuno ve l'ha chiesto, semplicemente per soddisfare le richieste di qualcuno che fa la voce grossa, non perché ci sia un'idea dietro del mondo dell'audiovisivo. E questo evidentemente è un danno, soprattutto quando si tratta di rapporti con le televisioni. Con grande fatica, nella scorsa legislatura, avevamo chiesto al mondo della televisione di impegnarsi per il cinema, e per il cinema italiano; arrivate voi e smontate, con un decreto, con qualche riga di un decreto, questo impegno così faticoso, facendo un danno enorme al cinema italiano.
Il terzo danno riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche. È vero, noi gran parte di quell'articolo 1 lo condividiamo, anche perché risponde alle esigenze di una sentenza, che quindi naturalmente doveva essere applicata. Ci sono delle norme a tutela dei lavoratori, ci sono delle norme che servono per far funzionare le fondazioni lirico-sinfoniche, quindi comprendiamo quell'articolo, eppure quel settore, come benissimo sa il Ministro, avrebbe bisogno di una riforma organica, avrebbe bisogno di risorse! E qui dentro risorse non ce ne sono. Questo è solo un insieme di technicalities, di misure molto, molto settoriali che servono a far funzionare le fondazioni lirico-sinfoniche di qui a qualche mese probabilmente.
Allora, è ovvio che noi non possiamo dirci in disaccordo, ma Ministro, arriva in quest'Aula, per la prima volta, un suo decreto, non poteva metterci forse qualcosa di più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Non poteva chiedere a Tria di aprire il portafoglio per la cultura, come lo fa per tante altre cose? Perché per la cultura non si riesce mai a trovare un soldo?
Infine, altro danno: danno ai giovani. Perché dentro questa miscellanea di misure avete anche inserito l'ampliamento di 18app, peccato che non ci sia ancora il regolamento per i ragazzi del 2001, peccato che a luglio non si sappia come funzionerà 18app, peccato che la nostra forza politica vi chieda, da mesi, di renderlo strutturale, cioè di ipotecare qualche milione della prossima legge di bilancio per dire a tutti i diciottenni italiani che avranno i diritti di chi li ha preceduti. Voi cosa fate? Inserite la possibilità di acquistare i DVD, quindi inserite una norma in più, che creerà un problema in più per il regolamento che dovete ancora scrivere, e che quindi probabilmente renderà di fatto inattuabile anche quel pezzo di 18app che, grazie alla nostra voce, grazie ai tanti ragazzi che si sono ribellati alle parole del Ministro che li invitava a rinunciare a un paio di scarpe per comprarsi un libro, è stata rinnovata. Perché fate questo? Perché non vi assumete la responsabilità di dire che quella misura non vi piace, che quella misura non la volete, che non volete che i giovani italiani abbiano accesso al patrimonio culturale italiano? Perché non vi assumete la responsabilità di dire che per voi la cultura non è una risorsa su cui investire? Perché ogni volta trovate il modo, invece, di aggirare il concetto, di aggirare quello che dovreste avere il coraggio di dire di fronte a questo Parlamento, ovvero che la cultura non è una priorità, tanto meno la cultura dei giovani?
In più, una cosa assurda: in un provvedimento sulla cultura, sulle fondazioni lirico-sinfoniche, sul cinema, trova spazio una proroga per la normativa antincendio negli edifici scolastici. Ma cosa c'entra, Ministro? Lei si è reso conto che le hanno infilato in un decreto una normativa che coi suoi temi non c'entra assolutamente niente? Si è reso conto che si mette a rischio la sicurezza dei nostri bambini e dei nostri ragazzi nascondendo una norma dentro un decreto sulla cultura? Io credo che lei non se ne sia reso conto, perché se se ne fosse resoconto lo avrebbe impedito, chiarendo che questo è un decreto che riguarda assolutamente tutt'altro.
Allora, a me pare che questo Governo a trazione leghista abbia riscoperto la famosa massima di Tremonti per cui con la cultura non si mangia, o meglio l'abbia rivisitata, ovvero abbia messo in piedi l'idea che qualcuno con la cultura ci può mangiare, e sono i piccoli operatori, quelli che vengono a fare la voce grossa al Ministero, quelli che ottengono le piccole modifiche all'interno dei vostri decreti, ma non il Paese, perché questo Governo non la fa una scommessa sulla cultura, non ci mette un euro e continua, invece, a tagliare.
Il nostro gruppo non può certo opporsi a quanto contenuto all'articolo 1 di questo decreto, cioè alle norme che consentono all'eccellenza delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane di continuare a lavorare pur in assenza di un progetto e di una visione; solo per questa ragione noi non voteremo contro questo decreto, ma Ministro, si ricordi, la prossima volta che porta in Parlamento un provvedimento sulla cultura, si ricordi che lei non è un notaio, lei è il Ministro dei beni culturali di questo Paese, il maggior Ministero economico del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Trovi il modo di farsi dare almeno qualche risorsa, oppure si dimetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patelli. Ne ha facoltà.
CRISTINA PATELLI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 59 del 2019, al nostro esame in seconda lettura, contiene una serie di norme volte ad ottimizzare e a razionalizzarne alcune inerenti ad ambiti di competenza del Mibac sulle quali il Senato è intervenuto con puntuali modifiche. Con il decreto si affronta in primis il tema del rilancio delle fondazioni lirico-sinfoniche, al fine di incentivare la prosecuzione della loro attività istituzionale incidendo sui rapporti di lavoro a tempo determinato e indeterminato a seguito di alcune pronunce della Corte di giustizia in materia di contratti, che, se non si fosse intervenuti con il decreto in esame, avrebbero generato un notevole contenzioso.
Con il decreto legislativo n. 367 del 1996, gli enti lirici di rilievo nazionale e gli altri enti concertistici previsti dalla legge n. 800 del 1967 sono stati trasformati in fondazioni di diritto privato, auspicando un sistema di finanziamento misto che ne garantisse un maggiore sviluppo. In realtà, disponendo di sempre minori contribuzioni pubbliche, le fondazioni liriche hanno accumulato passivi, con pesanti ripercussioni sulla qualità e sulla quantità della produzione artistica del comparto lirico-sinfonico. L'urgenza dell'intervento legislativo sta nella necessità di tamponare, con un intervento di tipo correttivo e di semplificazione, una stratificazione legislativa che tra breve tempo avrebbe condotto a scadenza quanto stabilito dalla “legge Bray” con effetti preoccupanti e svantaggiosi sia sui lavoratori e le maestranze impiegate nelle fondazioni sia per la sopravvivenza stessa degli enti.
Con questa operazione il Governo ha inteso intervenire per superare l'instabilità lavorativa che negli anni ha generato un ampio precariato. Si stabiliscono, infatti, norme più stringenti per l'applicazione dei contratti a tempo determinato, consentendo alle fondazioni di stipularli solo per esigente contingenti e temporanee, purché ciò avvenga con atto scritto a pena di nullità, per una durata complessiva di 48 mesi, anche non continuativi. Questa tipologia contrattuale per decenni è stata applicata ai lavoratori dello spettacolo in deroga rispetto alle norme vigenti, generando sacche di precariato. Riguardo al reclutamento del personale a tempo indeterminato, invece, il decreto stabilisce che debba avvenire con procedure selettive pubbliche, a pena di nullità.
Si regolano inoltre le procedure per la definizione delle dotazioni organiche, si stabiliscono limiti alle assunzioni a tempo indeterminato in termini di spesa complessiva e in coerenza con il fabbisogno, si prevedono procedure selettive riservate al personale artistico e tecnico, nonché al personale amministrativo in possesso di determinati requisiti. In tal modo, il provvedimento intende porre un argine ad abusi e discriminazioni, adeguando il sistema legislativo nazionale sul ricorso al lavoro a tempo determinato negli enti lirici alle norme di diritto interno ed europeo vigenti, e ad assicurare il rilancio delle fondazioni in termini di programmazione e di sviluppo, assicurandone la prosecuzione delle attività istituzionali ed il conseguente accrescimento dei settori economici connessi, incoraggiando i responsabili dei teatri ad assumere, per concorso, personale in pianta stabile con dotazioni di organico certe.
Al Senato si è scelto, a mio avviso molto opportunamente, di estendere l'ambito di applicazione delle novelle relative ai rapporti di lavoro ai teatri di tradizione ed ai soggetti finanziati dal Fondo unico per lo spettacolo, che applicano nei contratti di lavoro con i dipendenti il contratto collettivo nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche.
L'articolo 2, oltre ad assicurare un più adeguato svolgimento dei servizi generali di supporto alle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e delle sue strutture periferiche, autorizza la spesa da parte del Mibac di circa 20 milioni di euro degli utili derivanti dal gioco del lotto per ciascuno degli anni 2019 e 2020, per assicurare un più efficace svolgimento delle funzioni di tutela e conservazione dei beni culturali. In tal modo viene data un'adeguata risposta alla sempre crescente domanda di fruizione dell'enorme patrimonio artistico del nostro Paese. Si prevedono anche norme per il cinema e l'audiovisivo che in parte ridimensionano e in parte rendono applicabili alcuni punti della “legge cinema” varata dal Ministro Franceschini durante il Governo Renzi, rendendo più funzionali, graduali e flessibili queste norme.
Nello specifico, vengono modificate e slittano a gennaio 2020 le norme che disciplinano la promozione di opere europee e italiane, ridimensionando le percentuali di titoli italiani che le emittenti private sono obbligate a programmare e, in parte, anche le aliquote relative agli obblighi di investimento sulla produzione italiana in una misura compatibile con le prospettive economiche degli operatori. Pur comprendendo le ragioni dei network attratti dalle produzioni straniere, non vi è dubbio che sia un vero e proprio interesse nazionale valorizzare, promuovere e diffondere l'opera audiovisiva italiana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), elemento imprescindibile della creatività del nostro Paese, ma irrimediabilmente esposta ad una concorrenza particolarmente agguerrita. Tra le ulteriori modifiche introdotte dal Senato si segnala quella riguardante il cosiddetto camcording, vale a dire la registrazione abusiva di un'opera filmica in sala cinematografica. Il camcording può considerarsi fonte primaria della pirateria, i cui profitti finanziano le organizzazioni criminali e penalizzano tutte le maestranze e le professionalità coinvolte nella realizzazione di un'opera audiovisiva. Ebbene, nel pieno rispetto della privacy, si introducono importanti misure a contrasto della pirateria audiovisiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Un altro importante aspetto toccato dal decreto riguarda gli eventi dal vivo: come noto, dal 1° luglio sono in vigore norme per l'identificazione dell'acquirente del biglietto d'ingresso ad eventi live con affluenza superiore ai 5 mila spettatori. Si tratta del cosiddetto biglietto nominale anti-bagarinaggio, una misura che si è resa necessaria, per quanto è comprensibile una certa preoccupazione degli operatori dovuta al gravame burocratico. Con l'articolo 4 si intende escludere anche lo spettacolo viaggiante dall'obbligo di utilizzare biglietti nominali, oltre ad altre tipologie di spettacolo che agiscono già in deroga.
Con il rodaggio di questo nuovo assetto normativo si riuscirà a capire se bisognerà correggere qualche aspetto particolarmente gravoso per gli operatori del settore e per gli utenti finali, ovvero il pubblico che frequenta questi spettacoli, e si dovrà monitorare con attenzione l'applicazione delle nuove norme già vigenti sul secondary ticketing e verificare che esse siano funzionali allo scopo che si sono prefisse.
Da ultimo, l'articolo 5 è volto ad accelerare le procedure di appalto per la realizzazione degli interventi necessari per l'evento del Campionato europeo di calcio 2020, che avrà luogo nella capitale, garantendo l'integrità e la tutela del patrimonio storico, artistico e culturale della stessa. Auspico, e concludo, che questo intervento normativo urgente sblocchi tante produzioni artistiche nei diversi ambiti culturali, tutte di particolare prestigio e importanza, attualmente ferme per incertezza normativa, dalla lirica al cinema, ambiti nei quali l'Italia si è sempre distinta per l'alto livello qualitativo delle opere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un settore trainante non solo per l'arte, ma anche per l'economia, visto l'indotto che alimenta.
Ed è per questo, caro Presidente, che annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nitti. Ne ha facoltà.
MICHELE NITTI (M5S). Grazie, Presidente. Mi è stato possibile entrare per la prima volta nel teatro della mia città, il teatro Petruzzelli, soltanto nel 2010. Avevo 29 anni, e ne avevo 10 quando il teatro fu distrutto a seguito di un violentissimo rogo, come tutti tristemente ricordiamo. Ho potuto e, per certi versi, dovuto coltivare i miei studi di direzione d'orchestra presso il Conservatorio Verdi di Milano, e, grazie a quell'esperienza così prestigiosa, così importante, ho potuto svolgere la mia professione di direttore d'orchestra, ma soprattutto fuori dalla mia città perché, appunto, non c'era un teatro. E solo a 33 anni sono potuto rientrare nel teatro della mia città, questa volta per dirigere l'orchestra e il coro del teatro; tra l'altro, è una delle compagini più giovani e brillanti d'Italia.
Emerge un dato, sconfortante, e cioè che ad un'intera generazione di ragazzi, quella di allora, la mia generazione, è stata preclusa la possibilità di accedere alla vita culturale, quella che solo un teatro è capace di attivare, per quasi venti anni.
Bene, questo è l'emblema di uno Stato in cui, nonostante i trascorsi gloriosi in ambito artistico, musicale e culturale in senso lato, nonostante non ci sia una sola persona che non esalta il nostro patrimonio materiale ed immateriale, nonostante non ci sia un solo politico - a parte qualcuno, ne ricordo uno in particolare - che non ammetta le ricadute anche economiche in termini di crescita dei territori e dei cittadini e la capacità di generare occupazione e ricchezza, nonostante si continui in ogni dove, in ogni consesso, in ogni salotto televisivo, a considerare questo settore, questo segmento della nostra cultura come strategico per il rilancio dei nostri territori, come il fiore all'occhiello del nostro Paese, ecco, nonostante ciò, ancora oggi esistono decine di città e di province che non hanno neanche una sola orchestra. Ci sono regioni in cui non c'è un solo teatro, e senza che nessuno si scandalizzi o si sia mai scandalizzato di questo intollerabile vuoto, a parte i soliti appelli qua e là lanciati da contesti talmente dorati da risultare quasi estranei alla realtà di quanti in Italia vivono, talvolta sopravvivono, lavorando nel mondo dello spettacolo fra mille difficoltà e sacrifici. Forse paghiamo ancora lo scotto delle concezioni di De Sanctis, il quale sancì impietosamente l'esclusione della musica dal processo formativo nazionale con la risibile argomentazione che si trattava di un'arte “donnesca”, o forse ci siamo assuefatti all'idea che si possa semplicemente fare a meno di ciò che ci è sempre appartenuto e ci è stato da sempre e chiunque riconosciuto, che si possa fare a meno di ciò a cui siamo stati abituati, il valore dell'arte, del bello, e la cui esistenza diamo troppo semplicisticamente per scontata, che si possa fare a meno del teatro, della danza, della musica. Forse abbiamo semplicemente dimenticato il contributo di Metastasio e del melodramma allo sviluppo e alla diffusione della lingua italiana nel mondo.
Ecco, solo in questo modo si spiega il lunghissimo percorso, irto di difficoltà, di tanti nostri teatri; difficoltà che non di rado hanno avuto ripercussioni sugli stessi lavoratori, talvolta per scaltrezza e talvolta per manifesta incapacità di gestire le nostre fondazioni in modo limpido e virtuoso. L'incapacità di custodire questo patrimonio, unitamente ad una sorta di anestetizzazione della nostra memoria storica e culturale, come se il nostro bisogno di arte e di cultura non fosse almeno alla stregua di qualunque altro livello essenziale di prestazione, probabilmente rappresenta l'origine remota delle problematiche cui questo provvedimento cerca di porre rimedio. La situazione di grave difficoltà, anche debitoria, del settore non nasce oggi e nemmeno ieri, ma molti anni or sono, e lo dico impietosamente, di modo che soggettivizzino responsabilità e responsabili e si smascherino taluni ipocrisie di chi si erge a difensore del settore, pur essendo stato parte del problema.
Purtroppo abbiamo tollerato di tutto: che si accumulassero debiti per centinaia di milioni di euro; che l'incidenza del FUS sul PIL scendesse drasticamente, in pochi decenni, dal già misero 0,08 per cento al miserrimo 0,02 per cento; che si abusasse del precariato; che si giocasse sibillinamente sullo status giuridico delle fondazioni, nel limbo tra il pubblico e il privato a seconda dell'occorrenza; che si chiudessero, in un solo anno, tre delle quattro orchestre nazionali della RAI; che si avvallassero tagli e licenziamenti collettivi; che si chiudessero praticamente quasi tutti i corpi di ballo.
E, siccome la cultura parla in silenzio, talvolta rischia anche di morire in silenzio, sicché siamo al punto in cui è praticamente impossibile non dichiarare urgente un qualunque provvedimento proprio alla luce del perenne stato di crisi in cui versa questo settore, un'emergenza da cui si cerca di uscire per volgere lo sguardo ad una situazione post-emergenziale che vada oltre la “legge Bray” e guardi a una riforma complessiva del settore, come è emerso nel corso dell'audizione in Senato con il Ministro.
Di qui la necessità di sanare la situazione di inottemperanza rispetto all'accordo quadro europeo sui contratti a termine, stabilendo un tetto massimo di reiterabilità dei contratti, pur assicurando la possibilità di diverse disposizioni e accordi con le sigle sindacali per scongiurare i licenziamenti di quanti lavorano da diversi anni - alcuni da ben 19 anni - come precari.
Vi è poi la necessità di ridefinire le piante organiche, bloccate da troppi anni, e armonizzarle con una programmazione artistica che tenga conto della reale dimensione dell'organico e della necessità di garantire sostenibilità economico-finanziaria e gestire in modo virtuoso e pertinente le risorse. Parliamo, dunque, del tema della responsabilizzazione di quanti sono chiamati a gestire le nostre fondazioni.
I nuovi criteri di reclutamento, da un lato, puntano a sanare la grave situazione di precariato sedimentata nelle diverse fondazioni attraverso procedure selettive riservate ma, dall'altro, aprono altresì - e non accadeva da anni - a nuove possibilità occupazionali, aumentando gli spazi assunzionali, oltre all'anno in corso, anche ai due anni precedenti.
Come dicevo ieri in discussione sulle linee generali, limitarsi a liquidare il problema con uno “stabilizziamo tutti” senza aver verificato la sussistenza di reali condizioni per la sostenibilità di questa operazione e senza tenere conto dei rilievi del MEF e dei richiami del Quirinale equivale a dire una cosa tecnicamente irrealizzabile.
Il decreto cerca così di trovare un difficile equilibrio tra la necessità di sanare i diritti dei tanti precari storici, il dovere di dare nuove possibilità ai tantissimi artisti che si formano nelle nostre istituzioni dell'alta formazione artistica e musicale e le reali capacità di sostenere queste operazioni. Il resto sono slogan che non hanno aderenza con la realtà e rischiano addirittura, a mio avviso, di compromettere il settore.
Siamo consapevoli che non si tratti di una panacea di tutte le criticità che attanagliano le fondazioni né il decreto ha la pretesa di esserlo, ma certamente siamo di fronte a un primo importante e improcrastinabile passaggio che va verso una riforma complessiva e organica delle fondazioni.
Importanti novità riguardano anche il cinema, l'audiovisivo, il finanziamento delle attività del Ministero per i Beni e le attività culturali e interventi inerenti il processo in atto relativo alla statizzazione degli istituti superiori musicali non statali e le accademie di belle arti non statali.
Quindi, nell'annunciare il nostro voto favorevole, ribadisco che si tratta di un provvedimento articolato, importante, che guarda diversi aspetti della vita culturale del nostro Paese ma, soprattutto, che in modo propositivo cerca una soluzione concreta a situazioni che si trascinano da troppi anni e che da questo momento in poi sarà necessario affrontare in modo approfondito e ulteriormente articolato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA CARBONARO, Relatrice. Grazie, Presidente. Intervengo per rivolgere un ringraziamento alla Commissione e a tutti i colleghi che hanno contribuito al dibattito sia in Commissione sia in Aula. Un ringraziamento ovviamente va al Governo, agli uffici della Camera, della Commissione cultura e agli uffici dei gruppi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Coordinamento formale - A.C. 2019-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2019-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2019-A: S. 1374 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 54) (Applausi).
Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea della discussione della proposta di legge n. 2039.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.
COSIMO ADELIZZI (M5S). Grazie, Presidente. Secondo quanto anticipato nel corso dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, propongo di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna la proposta di legge n. 2039, recante modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto.
Chiedo quindi a lei, Presidente, che sia data la possibilità a tutti i colleghi di tutti i gruppi parlamentari di esprimersi su questa mia richiesta attraverso un voto in Aula.
PRESIDENTE. Così sarà.
Su tale proposta, avanzata ai sensi dell'articolo 27 del Regolamento, potranno parlare un deputato contro e uno a favore.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, preventivamente voglio darle annuncio che chiedo, ai sensi dell'articolo 27, comma 2, di mettere ai voti la possibilità di votare la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Salvini che noi abbiamo presentato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ho l'impressione che, in questo luogo sacro della democrazia, bisognerebbe mantenere regole uguali per tutti i gruppi.
Qui magari mi sbaglio, perché io non ho sottomano il provvedimento legislativo di cui ha parlato il collega e, quindi, non ho idea se sia un provvedimento di iniziativa governativa o parlamentare, ma nel caso fosse governativa le chiedo di convocare qui il Ministro Fraccaro, di modo che sia lui a chiedere al Parlamento di votare per la riapertura del calendario dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Però, se fosse di natura parlamentare… Infatti, trovo improprio che, per un provvedimento di legge che ha le firme del Governo, a chiedere l'inserimento in calendario sia - ovviamente senza nulla avere nei confronti del collega - il collega delegato d'Aula del MoVimento 5 Stelle.
Veniamo, però, al merito della richiesta. Poche ore fa al gruppo che rappresento è stato detto nella Conferenza dei capigruppo, circa la nostra richiesta di inserire in calendario una quisquilia, una mozione di sfiducia nei confronti del Vicepresidente del Consiglio, una cosa ovviamente secondaria sotto il profilo politico, ci è stato detto, appunto, che il calendario era chiuso.
Ora, s'impone di fronte ai colleghi dell'Aula questo quesito: il Governo ha avuto 18 mesi per le mani questo provvedimento - 18 e non 49: 18 - che è un provvedimento che deve attuare o modificare una legge che è presente. Infatti, il settore della nautica ha una legge e chi l'ha scritta sta alle mie spalle e mi onoro che sia il mio presidente di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Dunque, questo provvedimento esiste e il Governo aveva l'onere di portare delle correzioni e ha avuto 18 mesi di tempo. Se n'è ricordato il 31 luglio e, dunque, ai sensi del Regolamento, ha stabilito che c'è un calendario chiuso per il Partito Democratico e un calendario aperto per il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È un po' come la vicenda del calendario gregoriano: ci sono due calendari in quest'Aula del Parlamento, uno è aperto e l'altro è chiuso.
Noi ne facciamo una questione di principio.
Se di fronte alle richieste di un gruppo dell'opposizione si oppone non un ragionamento politico che dice: “portate in Aula la mozione di sfiducia, noi voteremo secondo coscienza contro quella sfiducia al Ministro Salvini” (e ci mancherebbe altro, lo capiamo, ci sono ragioni politiche), non questo, non il merito della questione, ma una questione di principio per cui per voi il calendario è chiuso, mentre per noi che abbiamo avuto diciotto mesi per occuparci di una legge e ce ne accorgiamo il diciottesimo mese più un giorno che avremmo avuto l'onere di modificarla, vi chiediamo di inserire all'ultimo secondo dei lavori di un'Aula che voi chiudete per quaranta giorni - vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): siete venuti qui per aprire il Parlamento come una scatoletta e lo fermate per quaranta giorni - dopo che in un anno avete fatto cinque leggi e quindici decreti, ci venite a chiedere all'ultimo secondo di far votare una modifica del calendario. Cari ragazzi, votatela la modifica al calendario. Noi siamo contrari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Considero, onorevole Fiano, questo suo intervento contro la proposta e prendo atto della richiesta che c'è e che tratteremo successivamente di inserire all'ordine del giorno anche il tema della mozione di sfiducia, sempre ai sensi dell'articolo 47.
EDOARDO RIXI (LEGA). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto vorrei ricordare che il Governo ha preso in mano il provvedimento da meno di diciotto mesi, dal momento che è in carica dal 2 giugno dell'anno scorso e non sono diciotto mesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Secondo, che già avevamo portato avanti l'istanza di riprendere in mano la proposta di legge in un provvedimento sul quale poi è stato cassato l'emendamento; terzo che è stato già votato al Senato all'unanimità e, quindi, il Senato ci chiede di portarlo avanti. Per cui il tema vero è che la mancata proroga della proposta di legge danneggerà tutto il settore della nautica e non è una questione politica ma assolutamente tecnica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi prendiamo atto che il Partito Democratico mette sullo stesso piano delle mozioni politiche rispetto invece a questioni che in questo momento stanno aspettando in un settore come quello nautico, su cui tutti all'unanimità al Senato poco tempo fa abbiamo votato invece per stabilirne la proroga. Quindi non mi sembra che sia un atto… si sapeva che arrivava alla Camera, si sapeva che arrivava oggi. Penso che il presidente di gruppo del Partito democratico del Senato potesse informare il presidente di gruppo del Partito Democratico alla Camera che oggi sarebbe arrivato il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rixi. Quindi procederemo alla votazione che si svolgerà mediante procedimento elettronico come previsto dall'articolo 27.
Colleghi, il Regolamento prevede di far intervenire uno a favore e uno contro. Lei chiedeva la possibilità, io non posso dargliela.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame della proposta di legge n. 2039. È richiesta la maggioranza dei tre quarti dei votanti:
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 55) (Applausi dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Procediamo quindi anche alla richiesta di votazione di inserimento della mozione di sfiducia Delrio n. 1-00232, presentata dal collega Fiano, sul Vicepresidente del Consiglio Salvini. Vi sono richieste di intervento a favore? Onorevole Delrio, prego.
GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Ha già detto molto bene il mio collega Fiano. Noi non abbiamo ancora ricevuto una risposta dal Ministro Salvini che scappa. Mentre invece io mi stupisco per tutta questa fretta perché è vero, avete avuto solo - ha ragione l'ex Viceministro Rixi - avete avuto solo quattordici mesi per fare il correttivo - ripeto: “solo” - Rixi: se era così urgente per la nautica forse si poteva portare qualche mese fa. Mi consentirai, vero? Mi consentirà, scusi Presidente, mi consentirà vero? E quindi è così urgente il decreto correttivo per la nautica che abbiamo atteso quattordici mesi: gli operatori avevano una fretta indiavolata; il Parlamento a fronte di una Conferenza dei presidenti di gruppo in cui è stata negata una bazzecola, una mozione di sfiducia al Vicepresidente del Consiglio, il Ministro dell'Interno, è stata negata perché non era urgente. Non era urgente, capite? Non era urgente capire cosa ci faceva Savoini a trattare un finanziamento illecito per un partito in un hotel di Mosca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non vi interessa saperlo? No, la trasparenza non vi interessa più. La trasparenza non è più un problema. È un problema la fretta perché Toninelli si è addormentato dodici mesi e adesso si è svegliato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e allora adesso è urgente che arriviamo al decreto della nautica e l'urgenza è tutta lì, del bello addormentato che si sveglia, mentre invece non ci interessa più sapere se Savoini parlava a nome suo o a nome del partito della Lega; non ci interessa, non ci interessa sapere cosa ha ascoltato con il Ministro dell'Interno russo in un colloquio riservato; non ci interessa sapere perché il Ministro dell'Interno ha mentito dicendo che non lo conosceva; non ci interessa sapere che ha mentito perché lui diceva che non l'aveva invitato. Tutte cose che in un qualsiasi Paese normale, occidentale avrebbero richiesto una convocazione in ventiquattro ore del Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E non vi interessa più, non avete più nemmeno la dignità di dire, di essere coerenti con quanto hanno chiesto il vostro Presidente del Consiglio e il vostro capo politico, che hanno chiesto a Salvini di venire in Aula. Quindi non avete più nemmeno la dignità di volere ed esigere la verità, perché noi non vogliamo processare Salvini. Ripeto: Salvini è un avversario politico, a me non interessa. Io ho rispetto dei miei avversari politici; ho rispetto ma pretendo la verità quando rappresentano il mio Paese e perché pretendo la verità? Perché rappresentano il mio Paese e rappresentano la sicurezza del mio Paese e allora voi oggi avete votato a favore di una dormita colossale del vostro Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, colossale perché, dopo quattordici mesi, arrivate a dire che avete bisogno delle ultime due ore di lavoro della Camera per poter non far scadere la delega - mancano due ore alla fine della seduta della Camera - e, per non far scadere la delega, siete arrivati a questo punto. Ma invece passate sopra e passerete un'estate tranquilla perché Salvini vi ha dato tutte le spiegazioni che il vostro capo politico e il vostro Presidente del Consiglio hanno richiesto. Complimenti: è veramente un atto di forte dignità del Parlamento, di forte esigenza delle istituzioni, di rispetto dell'Italia e di rispetto delle istituzioni. Questo è quanto ci avete regalato oggi complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Per fare un po' di chiarezza, il Partito Democratico è vittima di se stesso su questa vicenda, perché io ero presente alla Conferenza dei presidenti di gruppo in cui fu chiesta l'audizione del Ministro Salvini e, quando fu avanzata la richiesta, la motivazione fu che non interessavano quelli che sono stati dichiarati dall'autorevole Presidente del Senato Casellati “pettegolezzi”, cioè le chiacchiere di un blog americano di nome BuzzFeed tra l'altro dalla dubbia credibilità che già ha diffuso parecchie fake news nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Il Partito Democratico… il Partito Democratico non ha chiesto di audire il Vicepremier Salvini…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! il Presidente Delrio è stato lasciato parlare.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). …non ha chiesto…
PRESIDENTE. Pregherei che venga fatta la stessa cosa… un attimo presidente… pregherei che venga lasciata la stessa possibilità al Presidente Molinari di esprimersi.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Non ha chiesto quindi di audire il Vicepremier su questi pettegolezzi ma ha posto una questione legata alla sicurezza nazionale. La stessa cosa è stata fatta al Senato e ciò ha comportato che l'autorità che ha la competenza in merito alla sicurezza nazionale, la delega ai Servizi, cioè il Premier Conte, è andato al Senato e ha risposto alle domande che sono state fatte dall'Aula chiarendo tutti gli aspetti legati alla sicurezza nazionale, che agita ora il mio collega Delrio in Aula in maniera molto chiara. Quindi, il punto è che, se una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini voleva essere fatta sulla base non di quanto detto da Conte ma dei pettegolezzi di BuzzFeed, poteva essere presentata per tempo prima dell'audizione di Conte e prima della richiesta che è stata fatta qui (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e per quanto riguarda poi - chiudo con questo - il tema di sicurezza nazionale, signor Presidente, io più che interessato…
FILIPPO SENSI (PD). C'è un'indagine in corso!
PRESIDENTE. Onorevole Sensi! Onorevole Sensi, ho capito: non sta a me discutere, a voi sta rispettare il diritto di Molinari di parlare.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Presidente, guardi, sulle indagini in corso, abbiamo anche da dire su questo, perché è stata la procura di Milano a dire che il Ministro Salvini è assolutamente estraneo ai fatti e non deve essere ascoltato e non deve rendere dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi i colleghi del Partito Democratico mi hanno fornito un altro assist su questo aspetto.
Quello che penso è che, se vogliamo interrogarci sulla sicurezza nazionale in quest'Aula, dovremmo chiederci invece come mai, autorevoli membri di Governi passati, oggi entrano nel Governo francese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), e come mai autorevoli membri di Governi passati hanno rivestito negli anni incarichi internazionali in tutte le organizzazioni che hanno piegato l'economia di questo Paese. E allora se di sicurezza nazionale vogliamo parlare, non andiamo a caccia di rubli sulle balle di BuzzFeed, ma parliamo di fatti, di sottosegretari di Governi italiani che entrano nel Governo francese. Porremo questa questione presto, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi della gruppo Lega-Salvini Premier si scandisce: Venduti, venduti! – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Sta bene. Vedo…
Colleghi della Lega, è inaccettabile! Presidente Molinari! Presidente Molinari! Questo atteggiamento non è accettabile! Lei è il presidente di questo gruppo.
Silenzio! Colleghi! Colleghi! Presiedo io, non lei, onorevole Quartapelle. Grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'inserimento all'ordine del giorno della mozione Delrio n. 1-00232.
Ricordo che è richiesta la maggioranza dei tre quarti dei votanti.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione) ( Applausi ironici dei deputati del gruppo Partito Democratico – Dai banchi del gruppo Partito Democratico si scandisce: Onestà, onestà! – Dai banchi del gruppo Lega- Salvini Premier si scandisce: Venduti! Venduti!).
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! “Venduti” e “onestà” non stanno sullo stesso piano culturale.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Discussione della proposta di legge: S. 1416 – D'iniziativa dei senatori Patuanelli e Santillo: “Modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto” (Approvata dal Senato) (A.C. 2039) (ore 16,51).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 2039: Modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico (Vedi l'allegato A).
(Discussione sulle linee generali – A.C. 2039)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la IX Commissione (Trasporti) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Bernardo Marino.
BERNARDO MARINO, Relatore. Presidente, oggi siamo chiamati ad approvare la proposta di legge n. 2039, già approvata dal Senato, come è stato ricordato, all'unanimità. La proposta riguarda la proroga del termine per l'adozione delle disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge delega del 7 ottobre 2015, n. 167, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di riforma del codice della nautica da diporto, nel rispetto dei principi e criteri direttivi previsti e con le modalità previste per l'emanazione del decreto legislativo di attuazione della delega, il Governo è autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi contenenti disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo medesimo.
Il termine di esercizio della delega risulta dunque fissato al 13 agosto 2019.
L'articolo 1 della proposta di legge in esame proroga di un ulteriore anno il termine per l'emanazione dei citati decreti legislativi correttivi, posticipando dunque il termine per l'esercizio della delega al 13 agosto del 2020. Ciò al fine di consentire l'emanazione dei suddetti decreti correttivi, dal momento che, come evidenziato nel parere della Commissione affari costituzionali, le nuove norme contenute nel decreto legislativo di riforma del codice della nautica da diporto sono entrate in vigore nel febbraio del 2018, il 13 febbraio: a pochi mesi, dunque, dall'inizio della stagione balneare, quando appunto si svolge gran parte dell'attività diportistica. Dunque non hanno potuto essere pienamente ponderate in sede attuativa, perché è mancato un tempo congruo al reale apprezzamento degli effetti prodotti dalle stesse, impedendo di fatto una ponderata valutazione degli aggiustamenti necessari.
L'articolo 2 reca poi la clausola di invarianza finanziaria, mentre l'articolo 3 dispone infine che la legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Esame degli articoli - A.C. 2039)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
Devo intendere che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti.
Poiché non sono stati presentati emendamenti, porrò gli articoli direttamente in votazione.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 57).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 58).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 59).
(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2039)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).
Qual è il parere del Governo?
GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Ordine del giorno Paita n. 9/2039/1, parere favorevole.
PRESIDENTE. Il parere si intende quindi accolto.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2039)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mulè. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE' (FI). Presidente, solo brevemente davvero, perché già il relatore ha spiegato, facendo perdere i colleghi tra commi di cui nessuno sa nulla. Il punto è politico: noi oggi votiamo questa proroga grazie al senso di responsabilità di Forza Italia, perché viceversa i tre quarti non sarebbero stati raggiunti da questa Assemblea.
Ma il senso di responsabilità ci impone ovviamente di votare questa proroga, che però va segnalato come arriva in quest'Aula, dopo più di un anno, tredici mesi da quando è approdata al Ministero delle Infrastrutture. Era un provvedimento che andava esaminato prima, c'erano tutti i tempi per intervenire, ma, come sappiamo, questo Governo non brilla né per celerità, né per capacità di far succedere le cose, soprattutto per il numero dei sottosegretari ai trasporti ne difetta, avendone soltanto uno, l'ultimo dei Mohicani, che oramai è rimasto al Ministero delle infrastrutture, che deve star dietro a uno come il Ministro Toninelli, che notoriamente non è lesto, lestissimo nel prendere delle decisioni, anzi. Però, la proroga che stiamo esaminando è frutto proprio di questo immobilismo, è frutto dell'immobilismo del Ministro, Toninelli, ovviamente, che avrà detto, come è suo solito, “ma che sarà mai?”. Ecco, su questo “che sarà mai?”, ahimè, si è impantanato il Governo, si è impantanato il Ministero, con i ritardi enormi che sappiamo.
Metà dei colleghi presenti oggi si saranno persi nella ricostruzione della vicenda, assai arzigogolata, l'altra metà si starà annoiando perché, di fronte a questa solita sciatteria in capo al Ministro Toninelli ovviamente si annoiano ad ascoltare.
Però, cosa dovremmo fare noi di Forza Italia? Votare contro, magari per tigna, come farebbero magari i colleghi grillini? Incatenarci all'emiciclo, perché siamo ideologicamente contrari alle proroghe? No. Come sempre, Forza Italia sarà responsabile concreta e fattiva, voteremo a favore della proroga, perché essere gravati dal fardello della responsabilità significa anche questo: aiutare persino un Governo così ricco di scellerati, di incompetenti, di esegeti puristi dell'onestà oramai disillusi, e risolvere i problemi che loro stessi creano, non già per far loro un favore, ma semplicemente per permettere alla macchina dello Stato, alla legislazione e, quindi, alle imprese, alle famiglie e ai cittadini, di vivere meglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Per senso di responsabilità, perché non serve al Governo, ma serve a degli operatori quello che stiamo approvando, noi dichiariamo il voto favorevole, anche in continuità con quanto il gruppo di Liberi e Uguali ha fatto al Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento è oggettivamente l'ennesima riprova di un'evidente mancanza di capacità di governo di questa maggioranza e di questo Esecutivo. E vede, onorevole Rixi, io lo capisco che lei si sia scaldato tanto nell'argomentare le sue posizioni. E generalmente, quando interloquisce all'esterno, lei dà la lettura che tutto quello che non accade in questo Governo sia dovuto al fatto che lei non c'è più. Le faccio presente che, ahimè, questo provvedimento avrebbe dovuto portarlo lei, nei mesi in cui è stato sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e quindi c'è una responsabilità del Ministro Toninelli, ma ce n'è una anche dell'alleato, che ogni volta copre le mancanze di un Ministro gravemente incompetente.
Ecco, in meno di dieci giorni, per la seconda volta e praticamente sullo stesso argomento, viene portato all'attenzione dell'Aula un testo che riguarda una proroga in termini di riforma del codice della nautica da diporto: in precedenza su una proroga per la patente nautica per una tipologia specifica di motori e questa volta in un quadro più complessivo che riguarda la possibilità di decreti correttivi o integrativi.
Il decreto legislativo n. 229 del 2017, varato dall'allora Ministro Delrio, l'ultimo Ministro dei trasporti in questo Paese che ha fatto qualcosa per il settore, perché poi sono arrivati quelli che bloccano le opere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La verità fa male, però purtroppo è questa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e quindi voi avevate tutto il tempo per organizzarvi, per arrivare con un atto che desse una risposta seria e forte al settore della nautica, per arrivare magari in tempo, Rixi, anche per il nostro Salone nautico di Genova e invece avete come al solito lavorato con un'assoluta incapacità e con una disorganizzazione che oggi paghiamo con questo ritardo.
Ecco, noi, per grande senso di responsabilità, in un settore chiave per il nostro Paese, che dà lavoro a tante persone e a cui abbiamo lavorato con grande efficienza negli anni scorsi, ovviamente voteremo a favore, ma deve essere chiaro che questa riprova che abbiamo oggi rispetto alla vostra disorganizzazione e rispetto al fatto che voi arrivate sempre all'ultimo minuto utile per riuscire ad approvare i provvedimenti, è un prezzo che il Paese non può pagare: non può pagare un prezzo simile perché in ballo ci sono vite, c'è lavoro e c'è un settore strategico per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.
MAURO ROTELLI (FDI). Velocissimamente, Presidente, la ringrazio. Sinceramente non so quanto ci sia da puntare il dito rispetto ai diciotto mesi di ritardo, alla scarsa organizzazione, sinceramente non lo so. Però, tutti questi appelli ad essere responsabili o a dire: questo gruppo è più responsabile dell'altro… Fratelli d'Italia vota per dovere, è un nostro dovere quello di dare una risposta immediata su questo testo. Abbiamo iniziato, all'inizio di questa legislatura, presentando delle nostre proposte. Questo testo sana? Proroga? Dobbiamo farlo subito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2039)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2039:
S. 1416 - "Modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, nel caso in cui non tutti assistano agli interventi di fine seduta e alla lunga lettura del verbale e delle comunicazioni, auguro a tutti buone ferie per questa estate (Applausi).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 60).
Convalida di una deputata.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 1° agosto 2019, ha verificato non essere contestabile l'elezione della deputata Augusta Montaruli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), proclamata nella I Circoscrizione Piemonte 1, collegio uninominale n. 3. Concorrendo nella eletta le qualità richieste dalla legge, la Giunta ha, pertanto, deliberato di proporne la convalida. Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidata la suddetta elezione.
Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto” ed annunzio della sua convocazione.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" i deputati Lucia Annibali, Elisabetta Maria Barbuto, Deborah Bergamini, Annagrazia Calabria, Lucia Ciampi, Tiziana Ciprini, Andrea Crippa, Celeste D'Arrando, Vito De Filippo, Guido De Martini, Giovanni Donzelli, Yana Chiara Ehm, Andrea Frailis, Mara Lapia, Donatella Legnaioli, Eva Lorenzoni, Stefano Mugnai, Giuseppina Occhionero, Valentina Palmisano e Gabriele Toccafondi.
La Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Roberto Berardi, Paola Binetti, Caterina Biti, Laura Bottici, Daniela Donno, Valeria Fedeli, Gianluca Ferrara, Patrizio Giacomo La Pietra, Gabriele Lanzi, Fiammetta Modena, Riccardo Nencini, Tiziana Nisini, Dario Parrini, Angela Anna Bruna Piarulli, Elisa Pirro, Alessandra Riccardi, Maria Rizzotti, Rosellina Sbrana, Julia Unterberger e Manuel Vescovi.
Comunico inoltre che, d'intesa con la Presidente del Senato, la Commissione è convocata per mercoledì 4 settembre prossimo, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
Nomina e annunzio dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario i deputati Francesco Boccia, Giuseppe Buompane, Giulio Centemero, Dimitri Coin, Silvia Covolo, Felice Maurizio D'Ettore, Guglielmo Epifani, Tommaso Foti, Sestino Giacomoni, Claudio Mancini, Alvise Maniero, Luigi Marattin, Tullio Patassini, Raphael Raduzzi, Marco Rizzone, Carla Ruocco, Bruno Tabacci, Riccardo Tucci, Franco Vazio, Pierantonio Zanettin.
La Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Rosella Accoto, Alberto Bagnai, Anna Maria Bernini, Laura Bottici, Maurizio Buccarella, Roberto Calderoli, Francesco Castiello, Luciano D'Alfonso, Andrea De Bertoldi, Stanislao Di Piazza, Massimo Ferro, Elio Lannutti, Mauro Maria Marino, Gianluigi Paragone, Daniele Pesco, Gaetano Quagliariello, Erica Rivolta, Renato Schifani, Dieter Steger e Luigi Zanda.
Comunico inoltre che, d'intesa con la Presidente del Senato, la Commissione è convocata per mercoledì 4 settembre prossimo, alle ore 15, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni e annunzio della sua convocazione.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni i deputati Giovanni Luca Aresta, Anna Bilotti, Giulio Centemero, Sabrina De Carlo, Paolo Formentini, Conny Giordano, Riccardo Magi, Andrea Orsini, Erasmo Palazzotto, Leonardo Salvatore Penna, Guido Germano Pettarin, Lia Quartapelle Procopio, Debora Serracchiani, Gilda Sportiello, Simona Suriano, Paolo Trancassini, Roberto Turri, Massimo Ungaro, Elio Vito e Eugenio Zoffili.
Comunico, inoltre, che la Commissione è convocata per mercoledì 4 settembre prossimo, alle ore 16, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il deputato Rossano Sasso, in sostituzione della deputata Ketty Fogliani, dimissionaria.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.
Prego, onorevole Del Monaco, se ha finito con i baci, tocca a lei. Prego.
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, una nuova operazione interforze di controllo straordinario del territorio nei comuni del napoletano si è conclusa. Undici equipaggi, per un totale di 26 unità, appartenenti al raggruppamento “Campania” dell'esercito, al commissariato di Polizia di Stato di Acerra e Nola, alla compagnia dei Carabinieri di Acerra, alla Guardia di finanza di Casalnuovo, alla Polizia metropolitana nonché all'ARPAC di Napoli, hanno individuato degli obiettivi mediante l'uso di droni da parte dell'esercito e hanno controllato 7 attività imprenditoriali e commerciali. Si tratta di aziende che per lo più operano nel settore dello stoccaggio e trattamento dei rifiuti; una di queste è stata sequestrata, 15 veicoli e 36 persone sono state controllate, di cui una denunciata all'autorità giudiziaria. L'operazione è stata effettuata in attuazione del piano d'azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti, firmato il 19 novembre 2018 dal Presidente del Consiglio dei ministri, dai Ministri interessati e dal presidente della regione Campania.
Il mio plauso va alle nostre Forze armate per l'impiego e la vigilanza h24, finalizzata a tutelare l'ambiente e una terra che è stata martorizzata per lungo tempo, la Terra dei fuochi. Grazie, soldati, grazie Forze armate e Corpi armati, siete voi le sentinelle della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). Presidente, in questa settimana, in occasione di una riunione della Commissione lavoro, di cui faccio parte, ho ascoltato un'interrogazione che è venuta dal PD e che è stata illustrata dalla collega e amica, onorevole Carla Cantone, in assenza della proponente Debora Serracchiani; una giusta, importante interrogazione relativa alla voce che circola che la banca UniCredit ha mille dipendenti da licenziare, per ristrutturare. A questa domanda al Governo, il sottosegretario Durigon ha risposto spiegando che la situazione è conosciuta e che si sarebbe provveduto con dei prepensionamenti, nel caso.
Io dico da sempre, lo ripeto in questa occasione e mi sembra importante ripeterlo davanti a lei, Presidente, e ai colleghi che sono ancora comunque numerosi in Aula, che i prepensionamenti, se si fanno per le aziende in crisi che vengono scelte dal Governo e non per tutti non vanno bene; se un'azienda in cui ci sono solo 3 dipendenti va in crisi e vengono licenziati tutti e tre, questi debbono avere gli stessi diritti dei lavoratori che lavorano in aziende con mille, con duemila, con cinquemila o con 10 mila dipendenti.
Quindi, si faccia una legge perché i lavoratori che perdono il posto di lavoro siano tutti uguali, indipendentemente dal fatto che lavorino in una ditta da soli, con un collega, con cento colleghi o con mille colleghi, Presidente. Mi auguro che lei la pensi come me e così anche il Governo, soprattutto (Applausi del deputato Tripiedi).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fatuzzo, mi sembra più utile. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.
STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Segnalo un problema di gravità inaccettabile; nel decreto “sblocca cantieri” la questione dell'emergenza ambientale del Gran Sasso è stata affrontata con la scelta della nomina di un commissario, vista l'urgenza e la drammaticità del problema. Nello stesso decreto “sblocca cantieri” era indicata la data del 3 luglio quale data entro la quale doveva essere nominato questo commissario. Più e più volte è stato annunciato, anche nella giornata di oggi, ma il commissario non è stato nominato. Quindi, non si sta facendo nulla per quell'emergenza. Ieri, all'interno del tunnel del Gran Sasso, che è stato ridotto a una percorrenza di una sola corsia, c'è stato un incidente e questo incidente ha comportato il rallentamento e il blocco del traffico con disagi inenarrabili; non è la prima e non sarà l'ultima volta. Il Ministro Toninelli faccia il suo dovere: nomini il commissario, nomini una persona di qualità e si intervenga rapidamente per ripristinare un traffico regolare che non sacrifichi la vita dei cittadini, dei pendolari e dei turisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Ottantacinque morti, la più piccola una bimba di soli tre anni, Angela Fresu, morta con la sua mamma; 85 morti e oltre 200 feriti, questo fu il bilancio drammatico della più sanguinosa strage terroristica del dopoguerra in Italia, che colpì la mia città, Bologna, il 2 agosto 1980; una strage di matrice fascista, come le sentenze hanno chiarito oltre ogni dubbio, una strage che fu coperta da depistaggi, una strage coperta negli anni da troppi silenzi e ritardi di Stato.
Bologna reagì subito e con orgoglio a quell'orrore, con la morte nel cuore, molti cittadini prestarono i primi soccorsi alle vittime e contribuirono ad estrarre le persone sepolte dalle macerie. Bologna mise in campo ancora una volta la sua capacità di resistenza, una resistenza civile che ancora oggi commuove e risveglia un sentimento che si rinnova ogni anno con l'enorme partecipazione di cittadini alla manifestazione per ricordare le vittime di quella strage.
Ebbe a dire Lidia Secci, madre di una delle vittime: i terroristi hanno commesso un solo grande errore, compiere la strage a Bologna. Volevano vincere loro, volevano sovvertire uno Stato, volevano rompere con la paura la coesione sociale delle nostre comunità, ferire a morte la città simbolo, una città simbolo medaglia d'oro al valor militare per la lotta antifascista, volevano far vincere la violenza sull'umanità, volevano far prevalere i silenzi omertosi che credevano di controllare sul grido che chiedeva verità e giustizia.
Trentanove anni dopo, pur in una fatica estenuante, ingiusta, nella ricerca della verità, che ha il volto mai rassegnato, mai domo dei parenti delle vittime, ebbene, 39 anni dopo, possiamo dire che non hanno vinto loro: abbiamo vinto noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vi era il rischio che Bologna diventasse luogo di rancore, di attesa, che una volta delusa diventasse odio. Abbiamo reagito, ma la memoria, ancora oggi, per la mia città, vuol dire ricerca di verità e giustizia; memoria è ancora e fino in fondo la ricerca dei mandanti di quella strage, è ancora fino in fondo la ricerca delle coperture, dei depistaggi, di pezzi deviati dello Stato.
Insomma, e chiudo, Presidente, credo sia importante per questo Parlamento ricordare una strage orribile e rinnovare la memoria di tutti noi e rinnovare l'impegno affinché fatti come questi non vi siano mai più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzo Nervo; naturalmente la Presidenza si associa alle sue parole e al ricordo di quella terribile strage.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, su Bologna userò un detto della sapienza popolare che dice “cercare la luna nel pozzo”, per intendere una ricerca vana. In 39 anni si è cercata la luna appunto nel pozzo, di depistaggi di Stato, pentiti inattendibili, evidenze indimostrate, sentenze parziali discusse e discutibili. Non si è cercata la luna splendente della verità oggettiva e storica, oscurata nella notte del segreto di Stato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo qui come cercatori di verità e non uomini di parte o di partito, per assicurare alle vittime della strage di Bologna, della strage di Ustica, ai morti causati dal terrorismo brigatista e degli altri atti terroristici giustizia e alla nostra nazione la fine dell'interminabile dopoguerra e della guerra fredda che si è giocata sulla scacchiera Italia, di cui l'attentato a Bologna è una tragica fase di gioco.
Concludo Presidente con le parole di Gero Grassi, deputato del Partito Democratico, da un'audizione della “Commissione Moro”. Grassi disse: no presidente, mi dispiace, devo correggerla, la connessione sta nel “lodo Moro”, perché se uno viene rapito nel ‘78 non è che viene rapito per quel che ha fatto quella mattina, ma per quel che ha fatto prima e nel prima c'è anche il “lodo Moro”. Gero Grassi, ex parlamentare del PD e noto attivissimo membro dell'ultima Commissione parlamentare d'inchiesta sull'assassinio di Aldo Moro, è pronto anche a testimoniare al processo a carico di Cavallini qualora i magistrati di Bologna fossero veramente interessati a capire quali potrebbero essere le carte ancora secretate che cambiano radicalmente lo scenario relativo alla strage del 2 agosto 1980. Questo è il virgolettato di Gero Grassi. Ma non vogliamo strumentalizzare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), ci vogliamo unire al parlamentare Gero Grassi per chiedere la desecretazione al Presidente Fico di tutti i documenti, in particolare quelli del capo centro di Beirut, che dimostrano, per chi li ha letti, una realtà processuale ben diversa da quella storica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tuzi. Ne ha facoltà.
MANUEL TUZI (M5S). Presidente, colleghi, voglio informare quest'Aula e i cittadini di una vicenda che, grazie alla sinergia fra la sindaca Virginia Raggi e il Ministro Alberto Bonisoli, si è conclusa positivamente e che avrebbe, se fosse andata diversamente, causato uno scempio. Di cosa sto parlando? Del progetto sventato dal MiBAC di costruire un McDonald's nei pressi delle Terme di Caracalla (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), all'interno del sito UNESCO di Roma capitale, precisamente in via Baccelli. Sarebbe stato un colpo per gli occhi e anche per il cuore di tutti i cittadini, dei turisti e amanti dell'arte, della storia: un colpo al cuore di Roma.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Autorizzata da voi del PD, dal vostro presidente di municipio (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Dai banchi del gruppo Partito Democratico si grida: fascista!)!
PRESIDENTE. Colleghi, ma siamo in fine seduta! Colleghi, siamo in fine seduta!
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Studiate!
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Così no, Presidente!
PRESIDENTE. Colleghi, siamo in fine seduta! Colleghi, siamo in fine seduta! Prego.
MANUEL TUZI (M5S). Sarebbe stato un colpo per gli occhi e anche per il cuore di tutti i cittadini, dei turisti e amanti dell'arte, della storia: un colpo al cuore di Roma. Bene ha fatto la sindaca Raggi a sollecitare un intervento, e il MiBAC, che ringraziamo sinceramente anche come cittadini romani, che prontamente ha bloccato un'iniziativa che avrebbe provocato un danno enorme al decoro e al tessuto storico e culturale della capitale. Rifletteteci: che messaggio avremmo mandato al mondo e ai nostri giovani? Che anche un luogo inestimabile per il valore paesaggistico si può svendere alle logiche del mercato? Che il junk food, che crea tanti problemi, anche di natura sanitaria, conta più della cultura? Questo non è il messaggio che il MoVimento 5 Stelle vuole dare al Paese. L'Italia può e deve vivere del suo patrimonio culturale, ma valorizzandolo e preservandolo, non certo per svenderlo al miglior offerente. Continueremo a vigilare, come stanno facendo i nostri portavoce locali al comune, al municipio, dove la presidente del PD, Sabrina Alfonsi, aveva dato il via libera all'operazione e in regione Lazio dove Zingaretti vuole trovare il modo di scavalcare il MiBAC su questo tipo di questioni. Il MoVimento ha una visione precisa sulla cultura: il PD a quale miglior offerente ha intenzione di svenderla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, domani ricorre il 39° anniversario della strage di Bologna, una terribile strage in cui persero la vita 85 persone innocenti. Trentanove anni di tremende sofferenze per le famiglie delle vittime, alle quali va la mia vicinanza, ancora oggi alla ricerca di verità e giustizia. Trentanove anni di ombre, coperture, depistaggi, di umiliazione delle istituzioni, ma il tempo trascorso non può offuscare la memoria di quell'orrore che rappresentò il culmine della strategia della tensione; un progetto criminale ed eversivo volto a destabilizzare il naturale processo democratico fondato sulla Costituzione. I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori materiali (giovani neofascisti), ma le sentenze, come anche ha ricordato il Presidente Mattarella, hanno individuato complicità e gravissimi depistaggi, e ancora tante sono le ombre. Ma non ci sarà vera giustizia fino a quando mancheranno all'appello i nomi dei mandanti, nazionali e internazionali, che hanno segnato quella stagione di condizionamento del processo democratico e la limitazione della sovranità nazionale.
Le istituzioni sane di questo Paese non possono rassegnarsi all'idea che a distanza di quasi quarant'anni restino ancora zone d'ombra in questa complessa vicenda. In tal senso, il mio sentito ringraziamento va a coloro che con coraggio, impegno e dedizione hanno consentito di ottenere risultati che incoraggiano l'incalzante domanda di verità e di giustizia. Bisogna tuttavia andare avanti nel processo avviato di desecretazione e digitalizzazione degli atti delle richieste, in modo tale che tutti i cittadini, giornalisti, gli studiosi, possano analizzare e tramandare la verità storica che soggiace dietro la stagione delle stragi. Voglio inoltre ricordare l'azione preziosa che l'associazione dei familiari delle vittime della strage ha svolto in questi lunghi anni, mobilitando l'opinione pubblica e le istituzioni. Un ultimo pensiero va alla mia città di adozione, Bologna, da sempre esempio di solidarietà e passione civile, che ha reagito a questa enorme ferita con la forza della sua comunità, unita intorno ai valori più profondi e saldi della nostra Costituzione (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Carbonaro, anche per le sue parole e il ricordo di quella terribile strage. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zoffili. Ne ha facoltà.
EUGENIO ZOFFILI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Cesare Rizzi, l'onorevole Cesare Rizzi, è nato a Erba, in provincia di Como - nella mia Erba, dove sono nato anch'io - in Lombardia il 31 marzo 1940. È stato deputato nella XIII legislatura e nella XIV legislatura. Entrò per la prima volta in quest'Aula nel 1996. Era un leghista della prima ora; aveva conosciuto la Lega ed era diventato amico di Umberto Bossi; aveva fondato la Lega a Erba negli anni Novanta. Io l'avevo conosciuto nel 1993 - avevo 13 anni - quando avevo staccato la prima tessera della Lega ed ero entrato con mio padre nella sezione storica di Erba dedicata a Enrico Rivolta, padre della senatrice Rivolta attualmente in carica. Ricordo con stima e affetto la sua tenacia e la sua determinazione; di lui porto con me, anche qui a Roma, due insegnamenti. Il primo, Presidente, è che lui, il venerdì, quando prendeva il treno o l'aereo, chiamava tutti gli attivisti, apriva la sezione, si metteva in cattedra e raccontava a tutti quanto era stato fatto durante la settimana. Quindi, il primo insegnamento è quello di venire qua nel palazzo e poi tornare sul territorio e stare tra la propria gente e raccontare quello che si fa dentro nel rispetto del proprio mandato. Il secondo, Presidente, è il fair play, perché lui era anche a tratti un po' burbero ed era molto tenace; si scontrava, come capita anche tra di noi in Aula, con gli avversari del tempo, ma poi, quando usciva, era uno dei primi che stringeva la mano e scambiavano una battuta amichevole con l'avversario politico. Rizzi era proprio così. Tra l'altro, è stato capogruppo e segretario in Commissione difesa e con lui mi accomuna il fatto di essere capogruppo della Lega in Commissione esteri, come lui, e capogruppo in consiglio comunale ad Erba. Queste cose le ho scoperte oggi andando all'archivio della Camera.
L'onorevole Rizzi ci ha lasciato il 27 luglio scorso, e lo ricordiamo così con queste parole con i colleghi della Lega. Lo ricordo a nome dei colleghi comaschi del sottosegretario Nicola Molteni, del Ministro Alessandra Locatelli, della senatrice Rivolta.
Lui era un grande viaggiatore e, in particolare, era un grande conoscitore dell'Africa, dove aveva adottato sua figlia Monica. Abbraccio la moglie Gabriella e il figlio Giorgio. Ciao Cesare! (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zoffili, anche per questo ricordo e le sue parole per il nostro collega scomparso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. L'8 agosto ricorre la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, voluta con tenacia dal compianto ministro, onorevole Mirko Tremaglia. L'8 agosto ricorre l'anniversario della catastrofe di Marcinelle, dove 262 minatori persero la vita, e di questi 136 italiani. Quante Marcinelle ci sono, quanta poca tutela dei diritti si vede ogni giorno, dalla violenza sui bambini a quella sulle donne, a quella dei disabili. Lo Stato italiano deve impegnarsi a garantire la tutela dei diritti di tutti, specialmente per quanto riguarda le categorie delle fasce più deboli. E ora l'invito è a partecipare, garantire e tutelare gli italiani nel mondo, a partire da Marcinelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiedo di parlare per fatto personale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, intervengo per fatto personale perché pochi minuti fa dai banchi della Lega si è levato un grido nei confronti dei banchi del Partito Democratico, e quindi anche mio: siamo stati accusati di essere “venduti, venduti”. “Venduti, venduti” fu l'accusa che mossero i deputati fascisti quando Giacomo Matteotti parlò in quest'Aula per l'ultima volta, 95 anni fa. Io non voglio fare un parallelismo inappropriato, in particolare per la memoria di Giacomo Matteotti, ma, se la storia ci ha insegnato qualcosa, e io credo che la storia di questo Paese dovrebbe averci insegnato qualcosa, ci ha insegnato che possiamo non essere d'accordo, anzi, molto spesso, troppo spesso, noi in quest'Aula non siamo d'accordo su nulla, ma nessuno deve permettersi di dubitare che un deputato non agisca avendo a cuore prima di tutto l'interesse della nazione e il benessere degli italiani. E, quindi, chiedo le scuse formali da parte del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché l'accusa che ci hanno rivolto è gravissima e ha dei precedenti storici in quest'Aula che non bisognerebbe dover scomodare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Quartapelle, la Presidenza aveva infatti stoppato quelle grida da parte del gruppo della Lega, considerandole assolutamente inaccettabili per questo luogo.
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre 2019 e conseguente aggiornamento del programma.
PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, il seguente calendario dei lavori per il mese di settembre:
Lunedì 9 settembre (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 1585-B - Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato, in un testo unificato, e dalla Camera)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge di ratifica n. 1476 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge di ratifica:
n. 1678 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011 (approvata dal Senato)
n. 1679 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007 (approvato dal Senato)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge di ratifica n. 1771 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019
Martedì 10, mercoledì 11 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 12 settembre ( antimeridiana )
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1585-B - Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato, in un testo unificato, e dalla Camera)
Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Diego Sozzani (Doc. IV, n. 5)
Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Diego Sozzani (Doc. IV, n. 4)
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 313 – Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia
Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 1476 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno
Seguito dell'esame delle proposte di legge di ratifica:
n. 1678 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011 (approvata dal Senato)
n. 1679 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007 (approvato dal Senato)
Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 1771 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019
Nella seduta di mercoledì 11 settembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)
Nella seduta di giovedì 12 settembre, alle ore 15, avrà luogo la discussione della mozione Delrio ed altri n. 1-232, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro dell'interno, Matteo Salvini
Venerdì 13 settembre ( ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 16 settembre ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione congiunta sulle linee generali del disegno di legge n. 2017 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (approvato dal Senato) e del disegno di legge n. 2018 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (approvato dal Senato)
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque
Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro (in corso di presentazione)
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 783 e 1608 - Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca
Martedì 17 settembre (ore 11)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni
Martedì 17 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 18 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 19 settembre (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 20 settembre)
Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito della discussione congiunta del disegno di legge n. 2017 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (approvato dal Senato) e del disegno di legge n. 2018 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (approvato dal Senato)
Seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1366, 1368 e abbinate - Modifiche al codice della strada
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque
Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro (in corso di presentazione)
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 783 e 1608 - Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca
Nella seduta di mercoledì 18, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)
Venerdì 20 settembre (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 23 settembre ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1201-B- Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)
Discussione sulle linee generali della mozione Ianaro, Iezzi e D'Uva n. 1-00193 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari
Discussione sulle linee generali della mozione Pella ed altri n. 1-00082 concernente iniziative per la prevenzione e la cura dell'obesità
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1939, della proposta di legge 907 e abb. - Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare ("Legge SalvaMare")
Discussione sulle linee generali della mozione La Marca, Sisto, Speranza, Borghese, Sangregorio ed altri n. 1-00118 concernente iniziative per il rafforzamento dei processi di internazionalizzazione dell'economia del Mezzogiorno, anche attraverso lo sviluppo dei legami con le comunità di origine italiana all'estero
Martedì 24 settembre (ore 11)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni
Martedì 24 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 25 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 26 settembre (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 27 settembre)
Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1201-B- Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)
Seguito dell'esame della mozione Ianaro, Iezzi e D'Uva n. 1-00193 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno della diffusione dell'utilizzo del fentanyl e di farmaci similari
Seguito dell'esame della mozione Pella ed altri n. 1-00082 concernente iniziative per la prevenzione e la cura dell'obesità
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1939, della proposta di legge 907 e abb. - Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare ("Legge SalvaMare")
Seguito dell'esame della mozione La Marca, Sisto, Speranza, Borghese, Sangregorio ed altri n. 1-00118 concernente iniziative per il rafforzamento dei processi di internazionalizzazione dell'economia del Mezzogiorno, anche attraverso lo sviluppo dei legami con le comunità di origine italiana all'estero
Nella seduta di mercoledì 25, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)
Venerdì 27 settembre ( ore 9.30 )
Svolgimento di interpellanze urgenti
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge nn. 1585-B, 2017, 2018, 52 e abb., 783 e 1608, 1201-B, 1939 e 907 e abb. sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.
L'organizzazione dei tempi della mozione concernente iniziative per la riduzione del costo del lavoro sarà definita dopo la sua pubblicazione.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 9 settembre 2019 - Ore 14:
1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale:
S. 214-515-805-B - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: QUAGLIARIELLO; CALDEROLI e PERILLI; PATUANELLI e ROMEO: Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti). (C. 1585-B)
2. Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
(C. 1476-A)
Relatori: ROMANIELLO, per la III Commissione; TERZONI, per l'VIII Commissione.
S. 677 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE PETROCELLI: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011 (Approvata dal Senato). (C. 1678)
Relatore: ROMANIELLO.
S. 678 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE PETROCELLI: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007 (Approvata dal Senato). (C. 1679)
Relatore: COMENCINI.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019. (C. 1771)
Relatrice: EHM.
La seduta termina alle 17,55.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 1, 32 e 46 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 1 e 54 la deputata Barzotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 4 il deputato Toccalini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 7 il deputato Cannizzaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 8 il deputato Maurizio Cattoi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 8 e 9 i deputati Toccafondi e Bellachioma hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 9 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 11 la deputata Morani ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 13 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 14 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 22 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 32 e 48 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 34 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 36 la deputata Giacometti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 36 e 40 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 37 la deputata Giacometti ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 39 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 44 la deputata Fogliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 48 la deputata Fogliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 53 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 56 il deputato Comencini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 57 i deputati Colmellere e Marino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 58 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito a votare;
nella votazione n. 58 il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Doc. VIII, n. 4 - odg n. 11 | 476 | 476 | 0 | 239 | 115 | 361 | 62 | Resp. |
2 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 4/13 | 483 | 482 | 1 | 242 | 114 | 368 | 60 | Resp. |
3 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 4/14 | 472 | 472 | 0 | 237 | 111 | 361 | 60 | Resp. |
4 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 4/39 | 472 | 466 | 6 | 234 | 25 | 441 | 60 | Resp. |
5 | Nominale | odg 9/Doc. VIII, n. 4/40 | 476 | 473 | 3 | 237 | 29 | 444 | 60 | Resp. |
6 | Nominale | Doc. VIII, n. 3 - voto finale | 482 | 479 | 3 | 240 | 479 | 0 | 57 | Appr. |
7 | Nominale | Doc. VIII, n. 4 - voto finale | 470 | 467 | 3 | 234 | 467 | 0 | 57 | Appr. |
8 | Nominale | Ddl 2019-A - em. 1.25 | 353 | 284 | 69 | 143 | 75 | 209 | 78 | Resp. |
9 | Nominale | em. 1.29 | 400 | 328 | 72 | 165 | 83 | 245 | 74 | Resp. |
10 | Nominale | em. 1.10 | 407 | 317 | 90 | 159 | 83 | 234 | 73 | Resp. |
11 | Nominale | em. 1.100 | 408 | 332 | 76 | 167 | 17 | 315 | 73 | Resp. |
12 | Nominale | em. 1.101 | 416 | 330 | 86 | 166 | 14 | 316 | 73 | Resp. |
13 | Nominale | em. 1.60 | 422 | 341 | 81 | 171 | 101 | 240 | 72 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | em. 1.102 | 434 | 348 | 86 | 175 | 17 | 331 | 70 | Resp. |
15 | Nominale | em. 1.36 | 430 | 429 | 1 | 215 | 85 | 344 | 70 | Resp. |
16 | Nominale | em. 1.61 | 435 | 421 | 14 | 211 | 171 | 250 | 70 | Resp. |
17 | Nominale | em. 1.7 | 440 | 339 | 101 | 170 | 85 | 254 | 70 | Resp. |
18 | Nominale | em. 1.104 | 439 | 351 | 88 | 176 | 20 | 331 | 70 | Resp. |
19 | Nominale | em. 1.38 | 445 | 358 | 87 | 180 | 86 | 272 | 69 | Resp. |
20 | Nominale | em. 1.40 | 448 | 447 | 1 | 224 | 190 | 257 | 69 | Resp. |
21 | Nominale | em. 1.41 | 447 | 343 | 104 | 172 | 86 | 257 | 69 | Resp. |
22 | Nominale | em. 1.62 | 453 | 426 | 27 | 214 | 168 | 258 | 69 | Resp. |
23 | Nominale | em. 1.14 | 447 | 446 | 1 | 224 | 191 | 255 | 69 | Resp. |
24 | Nominale | em. 1.63 | 453 | 453 | 0 | 227 | 196 | 257 | 69 | Resp. |
25 | Nominale | em. 1.53 | 460 | 350 | 110 | 176 | 93 | 257 | 68 | Resp. |
26 | Nominale | em. 1.54 | 457 | 352 | 105 | 177 | 94 | 258 | 68 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | em. 1.64 | 461 | 458 | 3 | 230 | 199 | 259 | 67 | Resp. |
28 | Nominale | em. 1.57 | 455 | 346 | 109 | 174 | 92 | 254 | 67 | Resp. |
29 | Nominale | em. 1.59 | 462 | 352 | 110 | 177 | 93 | 259 | 67 | Resp. |
30 | Nominale | em. 3.100 | 463 | 462 | 1 | 232 | 117 | 345 | 67 | Resp. |
31 | Nominale | em. 3.4 | 466 | 465 | 1 | 233 | 205 | 260 | 67 | Resp. |
32 | Nominale | em. 3.5 | 459 | 456 | 3 | 229 | 201 | 255 | 66 | Resp. |
33 | Nominale | em. 3.101 | 459 | 381 | 78 | 191 | 38 | 343 | 66 | Resp. |
34 | Nominale | em. 3.1 | 460 | 445 | 15 | 223 | 184 | 261 | 66 | Resp. |
35 | Nominale | em. 3.6 | 459 | 455 | 4 | 228 | 196 | 259 | 66 | Resp. |
36 | Nominale | em. 3.102 | 459 | 363 | 96 | 182 | 22 | 341 | 66 | Resp. |
37 | Nominale | em. 3.7 | 459 | 456 | 3 | 229 | 197 | 259 | 66 | Resp. |
38 | Nominale | em. 3.2 | 468 | 447 | 21 | 224 | 183 | 264 | 66 | Resp. |
39 | Nominale | em. 3.103 | 453 | 357 | 96 | 179 | 25 | 332 | 66 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | em. 3.3 | 461 | 458 | 3 | 230 | 201 | 257 | 66 | Resp. |
41 | Nominale | em. 3-bis.1 | 464 | 354 | 110 | 178 | 95 | 259 | 66 | Resp. |
42 | Nominale | em. 3-bis.2 | 466 | 358 | 108 | 180 | 93 | 265 | 66 | Resp. |
43 | Nominale | em. 4.1, 4.3 | 466 | 464 | 2 | 233 | 203 | 261 | 65 | Resp. |
44 | Nominale | subem. 0.4-bis.200.1 | 474 | 364 | 110 | 183 | 363 | 1 | 65 | Appr. |
45 | Nominale | em. 4-bis.200 | 473 | 366 | 107 | 184 | 360 | 6 | 65 | Appr. |
46 | Nominale | em. 5.6 | 464 | 378 | 86 | 190 | 108 | 270 | 64 | Resp. |
47 | Nominale | em. 5.7, 5.3 | 471 | 382 | 89 | 192 | 117 | 265 | 64 | Resp. |
48 | Nominale | em. 5-bis.1 | 462 | 351 | 111 | 176 | 91 | 260 | 64 | Resp. |
49 | Nominale | em. 5-bis.2 | 467 | 360 | 107 | 181 | 93 | 267 | 64 | Resp. |
50 | Nominale | em. 5-bis.3 | 462 | 352 | 110 | 177 | 91 | 261 | 64 | Resp. |
51 | Nominale | em. 5-bis.300 | 467 | 359 | 108 | 180 | 358 | 1 | 64 | Appr. |
52 | Nominale | odg 9/2019-A/10 | 455 | 452 | 3 | 227 | 131 | 321 | 62 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 60) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | odg 9/2019-A/19 | 461 | 433 | 28 | 217 | 112 | 321 | 62 | Resp. |
54 | Nominale | Ddl 2019-A - voto finale | 442 | 272 | 170 | 137 | 272 | 0 | 61 | Appr. |
55 | Nominale | Inserimento odg Pdl 2039 | 443 | 409 | 34 | 307 | 316 | 93 | 61 | Appr. |
56 | Nominale | Inserimento odg Mozione sfiducia n. 1-00232 | 420 | 420 | 0 | 315 | 102 | 318 | 60 | Resp. |
57 | Nominale | Pdl 2039 - articolo 1 | 399 | 399 | 0 | 200 | 399 | 0 | 60 | Appr. |
58 | Nominale | articolo 2 | 398 | 398 | 0 | 200 | 398 | 0 | 60 | Appr. |
59 | Nominale | articolo 3 | 403 | 403 | 0 | 202 | 403 | 0 | 60 | Appr. |
60 | Nominale | Pdl 2039 - voto finale | 393 | 393 | 0 | 197 | 393 | 0 | 60 | Appr. |