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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 5 marzo 2020

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. LVII-BIS, N. 1 E DDL NN. 2117, 1067, 1226 E ABB.

Doc. LVII-bis, n. 1 – Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore per la maggioranza 10 minuti
Relatore di minoranza 5 minuti
Governo 20 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti
Gruppi 2 ore e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 28 minuti
 Lega – Salvini premier 21 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 19 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 Fratelli d'Italia 13 minuti
Italia Viva 13 minuti
Liberi e Uguali 11 minuti
 Misto: 12 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-CAMBIAMO!-
  Alleanza di Centro
5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
2 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
2 minuti

Ddl nn. 2117, 1067, 1226 e abb. – sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie

Tempo complessivo: 14 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione sulle linee generali: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 7 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori 40 minuti
(complessivamente)
40 minuti
(complessivamente)
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti 1 ora
(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti 4 ore e 20 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 46 minuti
 Lega – Salvini premier 1 ora e 1 minuto 54 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
54 minuti 47 minuti
 Partito Democratico 31 minuti 28 minuti
 Fratelli d'Italia 39 minuti 31 minuti
 Italia Viva 30 minuti 18 minuti
 Liberi e Uguali 30 minuti 15 minuti
 Misto: 32 minuti 21 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-
  CAMBIAMO!-Alleanza di Centro
16 minuti 11 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 4 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
5 minuti 3 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
5 minuti 3 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 5 marzo 2020.

  Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Berlinghieri, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mammì, Maniero, Marrocco, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 4 marzo 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CECCANTI ed altri: «Introduzione dell'articolo 116-bis e modifica all'articolo 117 della Costituzione, in materia di conferenze per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le autonomie locali e di clausola di supremazia statale» (2422).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge VALLASCAS ed altri: «Disposizioni per promuovere la riqualificazione energetica e il rinnovo edilizio degli edifici» (693) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Toma.

  La proposta di legge ALEMANNO ed altri: «Disposizioni in materia di trasparenza nel settore dell'assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore e per il contrasto dell'evasione dell'obbligo assicurativo» (2104) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Toma.

  La proposta di legge ANGIOLA ed altri: «Modifiche all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale dei conducenti e dei passeggeri di motocicli e ciclomotori» (2293) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bitonci, Cavandoli, Centemero, Covolo, Gerardi, Gusmeroli, Alessandro Pagano, Paternoster e Tarantino.

Trasmissione dal Senato.

  In data 5 marzo 2020 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   S. 1698. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, recante misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente» (approvato dal Senato) (2423).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
  II Commissione (Giustizia):
   COLLETTI e VISCOMI: «Delega al Governo per la riforma della giustizia tributaria mediante la soppressione delle commissioni tributarie provinciali e regionali e l'istituzione di sezioni specializzate in materia tributaria presso i tribunali e le corti di appello» (2283) Parere delle Commissioni I, V, VI, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  VIII Commissione (Ambiente):
   NAVARRA: «Disposizioni concernenti la nomina di un commissario straordinario per la gestione del risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina» (2376) Parere delle Commissioni I, V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   SIRACUSANO ed altri: «Disposizioni per la gestione dell'emergenza relativa al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina e per la nomina di un commissario straordinario» (2399) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, IX, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
   DAVIDE CRIPPA: «Disposizioni per la promozione dell'efficienza energetica e per l'utilizzo dell'energia elettrica e termica prodotta da fonti energetiche rinnovabili» (2176) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissioni dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  La Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha inviato:
   con lettera in data 4 marzo 2020, ai sensi dell'articolo 48, comma 6, del Regolamento del Senato, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo (Doc. XVII-bis n. 1);
   con lettera in data 4 marzo 2020, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge 23 dicembre 1997, n. 451, il documento concernente la relazione sull'attività svolta nell'anno 2019 (Doc. XVI-bis, n. 2).

  I predetti documenti saranno stampati e distribuiti.

Annunzio di una domanda di autorizzazione all'esecuzione di perquisizione domiciliare.

  Con nota pervenuta in data odierna, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova ha trasmesso alla Presidenza della Camera una domanda di autorizzazione all'esecuzione di perquisizione domiciliare nei confronti del deputato Fabio Massimo BONIARDI, nell'ambito del procedimento penale n. 15171/19/21 Rgnr. La domanda è stata assegnata alla competente Giunta per le autorizzazioni.

  Copia della domanda sarà stampata e distribuita (doc. IV, n. 7).

Trasmissione dal Presidente del Consiglio dei ministri.

  Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 marzo 2020, ha trasmesso una relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 2, 3 e 4 marzo 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Relazione della Commissione – Romania – Relazione preparata a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (COM(2020) 68 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (COM(2020) 70 final), corredata dal relativo allegato (COM(2020) 70 final – Annex), che è assegnato in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma della direttiva (UE) 2015/2203 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle caseine e ai caseinati destinati all'alimentazione umana e che abroga la direttiva 83/417/CEE del Consiglio (COM(2020) 74 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio della delega di poteri alla Commissione per l'adozione di atti delegati, a norma dell'articolo 18, paragrafo 2, della direttiva 2014/45/UE, dell'articolo 7, paragrafo 2, della direttiva 1999/37/CE e dell'articolo 22, paragrafo 2, della direttiva 2014/47/UE (COM(2020) 77 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio sull'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'etichettatura dei pneumatici in relazione al consumo di carburante e ad altri parametri fondamentali e che abroga il regolamento (CE) n. 1222/2009 (COM(2020) 83 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/1838 per quanto riguarda determinate possibilità di pesca, per il 2020, nel Mar Baltico e in altre acque e che rettifica e modifica il regolamento (UE) 2020/123 per quanto riguarda determinate possibilità di pesca, per il 2020, nelle acque dell'Unione e in acque non dell'Unione (COM(2020) 87 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 87 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricolutra);
   Comunicazione della Commissione – Aggiornamento sulla sorveglianza rafforzata – Grecia, febbraio 2020 (COM(2020) 100 final), che è assegnato in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  Il Consiglio dell'Unione europea, in data 27 febbraio 2020, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, la posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'etichettatura dei pneumatici in relazione al consumo di carburante e ad altri parametri, che modifica il regolamento (UE) 2017/1369 e che abroga il regolamento (CE) n. 1222/2009 (14649/2/19 REV 2), corredata dalla relativa motivazione (14649/2/19 REV 2 ADD 1), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte ad assicurare diagnosi e cure precoci per le persone affette da patologie reumatologiche – 2-00658

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'università e della ricerca, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, per sapere – premesso che:
   il 2o rapporto Apmarr-WeResearch «Vivere con una malattia reumatica», che ha visto coinvolte oltre 1.020 persone con patologie reumatologiche, è stato presentato in occasione della Giornata delle malattie reumatiche del 12 ottobre 2019;
   da tale rapporto emerge che sono oltre 5 milioni gli italiani che convivono con malattie reumatiche, ma di questi sono ben 700 mila quelli colpiti da patologie severe, che comportano gravi problemi di disabilità. Se si aggiungono i caregiver, le cifre raddoppiano e si arriva a un esercito di quasi 1 milione e mezzo di persone che tutti i giorni devono lottare con i disagi e la sofferenza che derivano da queste malattie invalidanti;
   in Italia 7 persone su 10, con patologie reumatologiche, hanno difficoltà a svolgere le attività abituali: studio, lavori domestici, attività familiari o di svago. La condizione invalidante di queste patologie incide pesantemente anche sulla relazione sessuale con il partner causando, in 9 casi su 10, l'allontanamento o la separazione. Nella sfera lavorativa, poi, i problemi aumentano;
   lunghi sono i tempi di attesa prima di poter fare una visita o un esame specialistico in una struttura pubblica: lo denunciano 7 persone su 10 affette da patologie reumatologiche. Oltre la metà delle persone (57 per cento) lamenta l'insufficienza nel numero di centri di reumatologia presenti sul territorio. Quasi 4 persone su 10 faticano a trovare uno specialista reumatologo per le cure;
   la ragione di questi lunghi tempi di attesa è la scarsa diffusione sul territorio dei centri di reumatologia: nel 69 per cento dei casi sono completamente assenti o presenti in numero insufficiente;
   il problema della lunghezza delle liste d'attesa è particolarmente grave nel centro-sud Italia dove in 9 casi su 10 (90,6 per cento) i tempi di attesa sono eccessivamente lunghi. Ciò costringe le persone a doversi rivolgere a strutture private o a strutture lontane dal luogo di residenza, con conseguente aggravio di costi e sviluppo del fenomeno delle migrazioni sanitarie. Lo stesso discorso vale per la diffusione sul territorio dei centri di reumatologia: al centro-sud nell'84,4 per cento dei casi sono completamente assenti o in numero insufficiente, con le persone costrette a dover percorrere lunghe distanze, facendosi accompagnare da qualcuno per raggiungerli –:
   quali iniziative i Ministri interpellati intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di risolvere i bisogni e le esigenze delle persone affette da patologie reumatologiche, affinché possano ricevere cure precoci in tempi certi, favorendo, per quanto di competenza, l'apertura di nuovi centri per la diagnosi e la cura e garantendo cure vicino a casa o a domicilio e una rete organizzativa e assistenziale che le supporti;
   quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di valorizzare la tutela delle persone affette da malattie reumatologiche affinché abbiano pari dignità rispetto alle altre, si accelerino i tempi di attuazione, in tutti i territori, del piano nazionale delle cronicità (pnc), e siano stanziate adeguate risorse dedicate al medesimo pnc;
   se sia nell'agenda del Governo, tra le prossime iniziative, anche quella della revisione dei livelli essenziali di assistenza, affinché si possa accedere con maggiore facilità alle cure;
   se si intendano adottare iniziative volte ad aumentare il numero di posti nelle scuole di specializzazione, in tale settore, visto che gli specialisti in reumatologia sono sempre meno e molti sono i posti lasciati vacanti dai tanti reumatologi andati in pensione, causando con ciò liste di attesa sempre più lunghe e determinando ritardi nella diagnosi precoce, unica arma per poter accedere a cure altrettanto precoci, in modo da migliorare il decorso della patologia.
(2-00658) «Elvira Savino, Gelmini, Occhiuto, Barelli, Carrara, Della Frera, Fiorini, Polidori, Porchietto, Squeri, Sozzani, Bergamini, Mulè, Pentangelo, Rosso, Zanella, Zangrillo, Cannatelli, Fatuzzo, Musella, Rotondi, Scoma, Rossello, Battilocchio, Pettarin, Martino, Cattaneo, Giacomoni, Baratto, Giacometto, D'Ettore».


Iniziative di competenza volte a potenziare i controlli sanitari negli scali aeroportuali italiani, in relazione all'emergenza da Covid-19, con particolare riferimento ai controlli sui passeggeri anche nella fase antecedente i controlli di sicurezza all'imbarco – 2-00664

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   successivamente alle notizie del diffondersi del contagio del coronavirus nella zona di Wuhan, il 31 gennaio 2020 con ordinanza del Ministro della salute è stata disposta, come prima misura per prevenire il contagio del virus Covid-19 in territorio italiano, la sospensione del traffico aereo con la Repubblica Popolare Cinese;
   fino al blocco, come previsto dal Regolamento sanitario internazionale (2005) (Rsi), presso gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa è stato predisposto un monitoraggio attivo da parte del personale degli Usmaf-Sasn di tutti i passeggeri a bordo dei voli diretti da Cina e Hong Kong;
   sempre secondo quanto riportato dal sito web del Ministero della salute, tale monitoraggio ha previsto la raccolta delle informazioni rilevanti dei passeggeri e dell'equipaggio, al fine di garantire la tracciabilità sul territorio nazionale nelle due settimane successive all'arrivo, la misurazione della temperatura corporea con termometri a infrarossi direttamente sull'aeromobile, la distribuzione delle raccomandazioni e consigli comportamentali;
   tuttavia, contestualmente a tale misura, non è stato previsto dall'attuale Governo alcun controllo per i passeggeri transitati da scali secondari o da altre infrastrutture e a tale riguardo, in particolare relativamente al trasporto aereo, non è stato predisposto alcun opportuno controllo sanitario all'interno delle aerostazioni ed altresì non è stata presa in considerazione la temporanea sospensione dell'Accordo di Schengen per un maggior accertamento sanitario anche dei confini terrestri;
   difatti, secondo quanto dichiarato al quotidiano Il Sole 24 ore dal professore Walter Ricciardi, ordinario di igiene all'Università Cattolica e membro del Consiglio esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità nonché ex presidente dell'Istituto superiore della sanità, il blocco dei voli è stata una scelta «inutile e non basata su evidenze scientifiche» e dunque più opportuno sarebbe stato «controllare l'elenco dei passeggeri e isolarli se vengono da Paesi sospetti», a partire da quelli che sono arrivati dalla Cina;
   dunque, per quanto sopra, confermato anche dall'improvviso diffondersi del virus in Italia, la decisione del blocco dei voli da e per la Cina e le conseguenti misure, evidentemente, non si sono rivelate sufficienti e comunque idonee a tutela della salute dei cittadini, poiché non hanno consentito di controllare anche chi è arrivato con i voli di scalo da zone interessate dall'infezione;
   ha suscitato grande scalpore la notizia, supportata da un video girato il 23 febbraio 2020 all'aeroporto di Bari, dove nessun controllo è stato effettuato ai passeggeri in arrivo invece con voli nazionali;
   ciò conferma quanto già affermato dall'Usmaf (Ufficio di sanità marittima e di frontiera) ossia che le linee guida attualmente prevedono, per tutti gli aeroporti italiani, dei controlli solo per chi proviene da scali internazionali e dall'aeroporto di Roma, con l'esclusione degli altri aeroporti nazionali;
   pertanto, valutate oggi le gravissime conseguenze di carattere sanitario ed economico per il nostro Paese che ha avuto il diffondersi del Covid-19 ed al fine di contenere tali disastrosi effetti, si dovrebbe considerare l'adozione di ulteriori misure volte a consentire e prevedere controlli di carattere sanitario prima dell'arrivo a destinazione, ossia nella fase dell'imbarco al fine di evitare il contatto di soggetti affetti da Covid-19 con gli altri passeggeri sul medesimo volo, con i membri dell'equipaggio, con altre persone nell'area degli arrivi o nelle aree comuni all'interno degli aeroporti;
   inoltre, occorre garantire condizioni di maggior sicurezza non solo ai passeggeri provenienti da altri Stati ma anche a quelli che viaggiano su voli nazionali, ai lavoratori che a qualsiasi titolo sono chiamati quotidianamente ad operare all'interno dei nostri aeroporti e, dunque, di conseguenza a tutta la cittadinanza –:
   se, alla luce di quanto riportato in premessa, non intendano, nell'ambito delle proprie competenze, porre in essere immediatamente tutte le iniziative necessarie affinché, in aggiunta alle procedure sanitarie già attivate su disposizione del Ministero della salute per l'emergenza da Covid-19, gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera – Servizi assistenza sanitaria personale navigante (Usmaf-Sasn) siano tenuti ad effettuare negli scali aeroportuali italiani i più adeguati controlli sanitari sui passeggeri anche nella fase antecedente i controlli di sicurezza all'imbarco;
   se il Governo non intenda dare tempestiva attuazione all'impegno assunto con l'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/2402-A/72, in base al quale, prendendo atto che il virus è presente ormai in diverse regioni italiane, si prevede una revisione del sistema dei controlli aeroportuali, includendo non soltanto i voli internazionali, bensì anche quelli nazionali.
(2-00664) «Zoffili, Molinari, Bianchi, Bordonali, Capitanio, Andrea Crippa, Dara, Donina, Formentini, Frassini, Giglio Vigna, Iezzi, Invernizzi, Locatelli, Maccanti, Ribolla, Sasso, Tarantino, Ziello».


Iniziative di competenza volte a evitare la liquidazione della società Air Italy, tutelando i livelli occupazionali e i passeggeri in possesso di un regolare titolo di viaggio – 2-00639

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   Air Italy S.p.A. – compagnia aerea italiana, con sede in Sardegna (Olbia-Costa Smeralda) e base operativa principale presso l'Aeroporto di Milano-Malpensa – venne fondata nel 1963 con il nome di Alisarda, al fine di promuovere il turismo in Sardegna e, successivamente, nel 1991, il suo nome fu cambiato in Meridiana;
   al fine di salvare la Meridiana S.p.a. dal fallimento, dopo 5 anni di cassa integrazione, nel 2017, la Qatar Airways ha acquistato il 49 per cento di AQA Holding, società controllante di Meridiana: in particolare, nel febbraio del 2018, l'amministrazione della società ha comunicato l'avvio di un'asserita campagna di rilancio, abbandonando definitivamente il marchio «Meridiana», in favore di «Air Italy», e annunciando che, entro il 2022, il vettore avrebbe avuto la disponibilità di 50 aerei, trasportato 10 milioni di passeggeri e aumentato il numero di rotte disponibili;
   da quel che risulta, i suindicati auspici appaiono in contrasto con le successive scelte aziendali: infatti, ad oggi, i velivoli noleggiati dalla Qatar Airways si sarebbero ridotti da cinque a quattro, mentre sul corto e medio raggio il vettore avrebbe continuato ad operare con aerei a noleggio al fine di sostituire i Boeing 737 Max, rimasti fermi in tutto il mondo;
   dalla stampa, si è appreso che Air Italy avrebbe chiuso il 2019 con un disavanzo di circa 200 milioni di euro e che, nonostante l'ulteriore progetto di rilancio per il 2020 – per il quale, però, servirebbero ingenti risorse – il Principe Aga Khan avrebbe comunicato l'intenzione di non investire più nella medesima compagnia;
   il citato socio di maggioranza, di contro, avrebbe chiesto alla Qatar Airways di procedere alla ricerca di nuovi soci da far subentrare nel capitale: ricerca che avrebbe, però, dato esito negativo;
   pur avendo la Qatar Airways i mezzi, anche economici, per sostenere la società, al fine di rispettare le norme imposte dall'Unione europea non può comunque possedere oltre il 49 per cento delle quote;
   in data odierna, l'assemblea dei soci ha disposto la liquidazione della società;
   la liquidazione della società determinerebbe sia la perdita di 1.200 posti di lavoro; sia danni ingenti ai passeggeri in possesso di regolare biglietto; oltre che ripercussioni negative sull'economia sarda e, in particolare, sul turismo, già notevolmente compromesso dal costo dei trasporti e dalla ristrettezza dei trasferimenti disponibili;
   oggi la compagnia Air Italy rientra nel progetto di continuità territoriale della regione Sardegna, senza i cosiddetti oneri di compensazioni;
   la compagnia Air Italy, a quanto consta agli interpellanti, avrebbe cominciato a trasferire personale e strutture dalla Sardegna a Malpensa, fatto che più volte è stato denunciato dai sindacati dei lavoratori e dagli interpellanti senza che questo portasse ad azione del precedente Esecutivo;
   la compagnia Air Italy ha, o aveva, dei contratti con il Ministero della difesa per il trasporto del personale militare per destinazioni estere; il Governo precedente, rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata in Commissione Trasporti al quesito posto dai deputati Rotelli, Fidanza e dal primo firmatario del presente atto, aveva garantito l'impegno che si sarebbe attivato con l'Unione europea sul tema della continuità territoriale aerea da e per la Sardegna, condizione mai verificatasi a tutt'oggi; sempre il precedente Governo accolse come raccomandazione un ordine del giorno che impegnava il Governo a convocare un tavolo tecnico con la regione Sardegna, fatto mai avvenuto, per affrontare il tema della continuità territoriale (ordine del giorno 9/01334-B/003 del 29 dicembre 2018) –:
   se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di evitare la liquidazione della società in questione, nonché per tutelare i posti di lavoro e i passeggeri in possesso di un regolare titolo di viaggio e se non ritengano urgente, seppure tardivo, convocare un tavolo con le parti in causa.
(2-00639) «Deidda, Meloni, Rotelli, Silvestroni, Luca De Carlo, Baldini, Caretta, Ciaburro, Osnato, Bellucci, Bucalo, Ferro, Lollobrigida, Trancassini, Gemmato, Donzelli, Varchi, Delmastro Delle Vedove, Acquaroli, Prisco, Butti, Bignami, Maschio, Foti, Mantovani, Caiata, Montaruli, Lucaselli, Rampelli, Galantino, Cirielli, Frassinetti, Mollicone».


Chiarimenti in merito alla posizione che il Governo intende assumere in sede europea a fronte dell'avvio della procedura di infrazione relativa alla tassazione dei porti e iniziative per una rinnovata strategia volta a rilanciare la competitività del sistema portuale italiano – 2-00660

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari europei, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   con la pubblicazione della lettera in Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 10 gennaio 2020, la Commissione europea solleva il tema della tassazione dei porti in Italia e invita il nostro Paese a fornire le proprie osservazioni entro 30 giorni; con ciò il confronto tra Italia e Commissione europea entra nella fase decisiva di una controversia iniziata nel 2017;
   la Commissione valuta non compatibile con la disciplina dell'Unione su concorrenza e aiuti di Stato l'attuale normativa fiscale italiana relativa al comparto;
   l'Unione europea da tempo chiede all'Italia di adeguarsi agli altri Stati membri in tema di riscossione dell'imposta sul reddito delle società, l'Ires, a carico delle quindici Autorità di sistema portuale (Asp), da sempre esentate in quanto enti pubblici e diretta emanazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
   secondo Margrethe Vestager, Commissaria europea per la concorrenza, l'esenzione distorcerebbe la concorrenza, procurerebbe indebiti vantaggi alle Asp e inciderebbe sugli scambi intra-Unione europea, costituendo una chiara infrazione dei principi del libero mercato;
   la delicata questione ruota intorno alla natura delle autorità portuali italiane che, a differenza di quanto accade nel resto dell'Unione europea, sono enti pubblici e non imprese private, e vede in argomento due interpretazioni giuridiche diametralmente opposte del ruolo delle Asp;
   la Commissione europea, non considerando rilevante la circostanza che le Asp contribuiscono al perseguimento dell'interesse pubblico generale, indica, a norma dell'articolo 22 del regolamento (UE) n. 2015/1589 del Consiglio, misure per abolire la vigente esenzione dell'imposta sulle società per i porti italiani e l'assoggettamento delle Asp allo stesso regime previsto per le imprese private;
   la Commissione qualifica, quindi, come attività di impresa parte delle attività delle autorità di sistema portuale, senza peraltro specificarle e in qualche caso con evidenti errori di valutazione;
   la legislazione italiana assegna alle Asp l'utilizzazione degli spazi portuali, in quanto funzionali «per lo svolgimento di funzioni pubblicistiche attinenti alle attività marittime e portuali e alla loro realizzazione» e non già al perseguimento dell'interesse economico derivante dai relativi ricavi. Gli unici parametri rilevanti sono quelli relativi al perseguimento degli obiettivi pubblicistici;
   rilevano le considerazioni della Corte dei Conti, sul controllo eseguito sulla gestione finanziaria 2016 dell'autorità portuale di Civitavecchia e dell'autorità portuale del Mare di Sardegna: «Lo Stato italiano ha sempre ritenuto esenti le attività svolte dagli enti portuali e ciò anche in linea con quanto stabilito dall'articolo 13 della Direttiva 2006/112/CE, che considera esenti le operazioni che gli enti di diritto pubblico esercitano come pubbliche autorità, anche quando tali attività percepiscono canoni o contributi e che, diversamente, sono soggette ad imposta negli altri casi ovvero quando le attività siano svolte dagli Enti portuali come soggetti privati. Gli enti portuali, in definitiva, in quanto pubbliche autorità preposte alla regolazione e tutela di interessi pubblici, non sarebbero soggetti a imposta sul reddito come previsto dalla normativa nazionale (articolo 74 del TUIR) ma alla sola IRAP». Tale tesi è avvalorata dalla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea – causa C 174/06 CO. GE.P. Srl – nella quale l'equiparazione delle concessioni alle locazioni di beni immobili si fonda sulla natura giuridica dell'ente concedente, ovvero se l'ente che gestisce i beni del demanio ad esso affidati lo fa in nome proprio o per conto dello Stato. Le Asp rientrano nel secondo caso, in quanto rivolte al funzionamento dell'ente pubblico per lo svolgimento di funzioni pubblicistiche;
   l'applicazione di canoni più alti metterebbe in ginocchio i porti italiani e le imprese dell'indotto, come segnalato dalla gran parte del cluster marittimo portuale italiano, Assoporti, Ancip, Angopi, Assiterminal, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti;
   la lettera di Bruxelles giunge a destinazione in un momento in cui gli interessi del Nord Europa divergono sempre più da quelli del Sud Europa e riaffiorano pressioni dei porti dei Paesi del Nord Europa (Rotterdam, Amburgo e Anversa), preoccupati per un evidente cambio di scenario conseguente allo sviluppo della Nuova Via della Seta cinese, in grado di spostare l'interscambio merci dall'Europa del Nord verso il Mediterraneo;
   l'Italia ha due importanti porti strategici, Genova e Trieste, tali da mutare la competizione nella stessa Unione europea, nonostante siano ancora lontani dal volume di scambi dei porti del Nord Europa e nel Mediterraneo siano indietro rispetto alla Spagna;
   il porto di Trieste gode di una posizione strategica naturale, corridoio diretto verso il canale di Suez, con fondali profondi e non sabbiosi, da cui partono annualmente circa 43 milioni di tonnellate di petrolio per rifornire Baviera, Austria e Repubblica Ceca, Paesi di raffinazione che beneficiano degli incassi relativi (come da audizione in III Commissione della Camera, nel mese di novembre 2019, di Zeno D'Agostino, alla guida dell'autorità portuale di Trieste);
   appare evidente come dietro a interventi in tema di alterazione della concorrenza si giochi una partita complessa per la primazia commerciale dei porti nell'Unione, cui non sono estranee le considerazioni sulle classificazioni giuridiche dei soggetti protagonisti rispetto alla tematica della proibizione degli aiuti di Stato;
   le Commissioni riunite VI e IX, il 26 febbraio 2020, hanno approvato una risoluzione condivisa da tutti i gruppi parlamentari che, tra i molti argomenti in controdeduzione, segnala il rischio di un disordine amministrativo e gestionale della portualità italiana con gravissime conseguenze economiche;
   il Governo è chiamato a compiere scelte consapevoli circa l'impatto della richiamata tassazione sull'intero settore dei porti, sul futuro assetto dei rapporti tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Autorità di sistema portuale, sulla capacità di coordinare investimenti e decisioni relative ai principali snodi logistici, sul mondo del lavoro e delle imprese –:
   se non ritengano di dover fornire elementi circa le posizioni che il Governo intende sostenere con la Commissione europea in risposta all'apertura della procedura di infrazione, al fine di sospenderne le conseguenti decisioni;
   se non ritengano di definire, in ragione dell'interesse complessivo dei porti italiani, una rinnovata strategia che tenga conto dei mutamenti geopolitici, atta a favorire la competitività del sistema italiano nell'ambito delle rotte commerciali sia nel Mediterraneo, sia a livello globale.
(2-00660) «Pettarin, Rossello, Battilocchio, Marrocco, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Vietina, Sozzani, Bergamini, Baldelli, Germanà, Mulè, Pentangelo, Rosso, Zanella, Martino, Giacomoni, Angelucci, Baratto, Cattaneo, Giacometto, Porchietto, Cassinelli, Bagnasco, Novelli, Sandra Savino, Cortelazzo, Casino, Labriola, Mazzetti, Ruffino, Cappellacci, Pella, Prestigiacomo, D'Attis, D'Ettore, Cannizzaro».


Iniziative di competenza, in raccordo con le regioni, a tutela del personale e dell'attività dell'associazione «La Nostra Famiglia», dedita alla cura e alla riabilitazione di persone con disabilità o in condizioni di grave disagio sociale – 2-00642

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   l'Associazione «La Nostra Famiglia», fondata nel 1946, si dedica alla cura e alla riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva ed è presente in 6 regioni italiane, nello specifico 12 sedi in Lombardia, 8 sedi in Veneto, due sedi in Friuli Venezia Giulia, una sede in Liguria, una sede in Campania e quattro sedi in Puglia per un totale di 28 sedi in cui vi lavorano 2460 operatori e 624 volontari;
   in particolare l'associazione che si prende cura di bambini e ragazzi, sia con quadri patologici di estrema gravità, sia con situazioni meno gravi, a rischio psicopatologico o di svantaggio sociale si occupa nello specifico: di ricerca scientifica e studio delle problematiche mediche, psicologiche e psicoeducative delle varie disabilità, attraverso l'attività dell'Istituto scientifico «Eugenio Medea», riconosciuto come Irccs; di accoglienza di bambini con grave disagio familiare in attesa di affido o adozione, bambini e adolescenti soli o con disagio socio-ambientale in piccole comunità o in nuclei di tipo familiare; di gestione di centri diurni e residenziali per persone adulte con disabilità; di formazione professionale e universitaria di operatori dei servizi alle persone; di sensibilizzazione e promozione della cultura dell'inclusione sociale;
   come risulta da lettera inviata dall'Associazione in data 27 gennaio 2020 alle organizzazioni sindacati, questa ha deciso di applicare a decorrere dal 1o febbraio 2020, al personale del comparto non medico, addetto a tutte le sedi, il contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale dipendente da residenze sanitarie assistenziali e centri di riabilitazione sottoscritto il 5 dicembre 2012 a livello nazionale da Aris – Associazione religiosa istituti socio-sanitari e Cisl Fp, Uil Fpl e Ugl;
   quindi, per tutti i lavoratori a tempo indeterminato in forza alla data del 1o febbraio 2020 la retribuzione rimane invariata, anche se si chiede di lavorare due ore in più a settimana, passando dalle attuali 36 ore settimanali a 38 ore settimanali;
   come dichiara la stessa «Associazione», tale scelta deriva dalla «volontà di non rinunciare, anche per il futuro, all'identità e alla Missione che le sono proprie... Ciò significa operare in un comparto della sanità oneroso dal punto di vista delle risorse impegnate ma non adeguatamente valorizzate sul piano dei trasferimenti pubblici che da tempo non vengono incrementati. Fedele alla sua scelta e nonostante i risultati negativi dei bilanci di questi ultimi anni l'Associazione ha sempre garantito i livelli occupazionali, ha agito sulla riduzione dei costi dei servizi ottimizzando la gestione non sottraendosi a nuovi investimenti»;
   a sua volta, il personale con una lettera aperta ribadisce che non solo si è interrotta la trattativa per il rinnovo di un contratto ormai scaduto da 13 anni, ma che l'applicazione del contratto sottoscritto nel 2012 comporta sia una perdita economica che una perdita delle attuali tutele normative;
   il comportamento della dirigenza dell’«Associazione», con tale decisione di non riconoscere la dignità degli operatori che garantiscono quei livelli di eccellenza di cui poi l'Associazione si fregia sul territorio, determina il venir meno di quei principi religiosi su cui si fonda e dimentica quelle persone che quotidianamente rendono tale Associazione un'eccellenza su tutto il territorio nazionale –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e non ritengano doveroso adottare, per quanto di competenza, iniziative sul piano economico e normativo, previo coinvolgimento delle regioni, volte a riconoscere l'importanza del lavoro svolto dal personale dell'Associazione «La nostra famiglia», garantendo nel contempo il buon andamento, l'efficienza e l'efficacia dell'azione svolta dalla stessa Associazione.
(2-00642) «Fragomeli, Ubaldo Pagano, Pagani, Buratti, Morgoni, Zardini, Prestipino, De Menech, Gavino Manca, Navarra, Nardi, Enrico Borghi, Carnevali».


Iniziative volte a prevedere, nell'ambito dell'ordinanza ministeriale n. 90 del 2020, la terza sessione dell'esame di Stato di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo, oltre al ripristino della sessione del febbraio del 2020 – 2-00665

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   mentre in diversi Paesi d'Europa (tra cui Germania, Francia e Spagna) il conseguimento della laurea in medicina è di per sé abilitante alla professione medica, in Italia sono necessari lo svolgimento di un tirocinio post lauream di tre mesi e il superamento di un esame di abilitazione scritto, le cui domande sono state finora attinte da un database noto;
   in attesa di una riforma organica nella direzione di una laurea abilitante non più rinviabile oggi in Italia, come dimostra in maniera inequivocabile la crisi sanitaria che si sta vivendo in queste settimane per la diffusione del coronavirus, il decreto «Fedeli» (decreto ministeriale n. 58 del 2018) era intervenuto con una serie di modifiche volte a sopperire alla situazione. In primis, introducendo il tirocinio abilitante all'articolo 3, comma 2, del decreto ministeriale in cui si stabilisce che i tre mesi di tirocinio devono essere svolti non più a fine corso, bensì tra il quinto e il sesto anno di studio, terminati «tutti gli esami fondamentali relativi ai primi 4 anni di corso previsti dall'ordinamento della sede dell'università»;
   con l'articolo 4, comma 6, il decreto ha di conseguenza aumentato le sessioni per l'esame di Stato portandole da due a tre, «nel mese di marzo, nel mese di luglio e nel mese di novembre», per poter così avere ad ogni sessione di laurea un corrispondente esame di Stato e di conseguenza generare laureati che siano da subito medici, senza perdite di tempo;
   l'articolo 4, comma 1, ha anche introdotto una novità che ha generato numerose polemiche tra gli studenti riguardante l'introduzione di una «modalità d'esame», si cita testualmente, molto più impegnativa non più basata su quiz attinti da un database noto ma sul modello del progress test. La necessità di organizzare al meglio il contenuto della nuova modalità di esame ha condotto il Governo precedente (con l'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 «decreto Calabria») a far slittare i termini di avvio di questa modalità d'esame alla sessione del mese di luglio 2021, modificando quanto previsto dal «decreto Fedeli» che datava l'avvio a decorrere dalla sessione di esame del mese di luglio 2019;
   con l'ordinanza ministeriale n. 90 del 10 febbraio 2020, il Ministro Manfredi indice per l'anno 2020 la prima e la seconda sessione degli esami di Stato di abilitazione all'esercizio della professione di medico-chirurgo, lasciando scoperta la terza sessione di laurea dal corrispondente esame di Stato e questo nonostante sia esplicitato nella stessa ordinanza che «alcuni atenei hanno già avviato i tirocini pratico-valutativi di cui al decreto ministeriale n. 58 del 2018»;
   la conseguenza è che tale ordinanza annulla così il beneficio apportato dall'anticipazione dei tirocini previsto dal «decreto ministeriale Fedeli», che agli studenti, ai reparti e agli atenei hanno richiesto un notevole impegno;
   senza una sessione autunnale dell'esame di Stato chi si laureerà a luglio 2020 dovrà attendere fino alla primavera 2021 per abilitarsi, un limbo di tempo in cui i laureati non possono svolgere alcuna attività, né i tirocini abilitanti (perché già svolti), né un'attività lavorativa (perché non ancora medici), né partecipare ai bandi per le specializzazioni e corsi di medicina generale (perché non abilitati);
   si va così a creare un secondo imbuto formativo di cui il sistema sanitario italiano non ha bisogno e che va ad aggravare la situazione dei neolaureati già bloccati dall'imbuto delle specializzazioni per via delle insufficienti borse di studio. Per fotografare la situazione si riporta che nella sola università di Verona circa 90 laureati resteranno bloccati in questo limbo;
   gli interpellanti ricordano lo scenario europeo in cui, come premesso, la laurea abilitante è già una realtà consolidata, e che in Italia la carenza di medici specialisti e di medicina generale è denunciata da anni dai sindacati di categoria;
   vista la gravità della situazione sanitaria nel Paese, causata dalla diffusione del Covid-19, il Governo ha già previsto, con il decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo anche a personale medico e a personale infermieristico, collocato in quiescenza, con durata non superiore ai sei mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza;
   inoltre, il Governo per andare incontro alle richieste dei laureati in medicina che avrebbero saltato la sessione di abilitazione prevista per il 24 febbraio 2020 poi annullata, ha annunciato il ripristino di questa sessione a breve –:
   se il Governo non ritenga di dover integrare l'ordinanza ministeriale n. 90 del 2020 con l'inserimento, insieme alla sessione «saltata» del febbraio 2020, anche della terza sessione di esame di Stato finora inspiegabilmente mancante, come era previsto da decreto ministeriale 9 maggio 2018, n. 58, così da permettere ai laureati della terza sessione di laurea 2020 di concludere il proprio percorso di abilitazione entro l'anno, e consentire l'immissione di giovani laureati nel sistema di cure e in special modo nel sistema territoriale che in queste settimane è fortemente messo alla prova.
(2-00665) «Emanuela Rossini, Schullian».