Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 18 giugno 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La IV Commissione,

   premesso che:

    l'articolo 330, commi 2 e 3, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, «Codice dell'ordinamento militare», dispone che lo Stato corrisponda un contributo annuale alle regioni nelle quali le esigenze militari – compresi i particolari tipi di insediamento – incidono maggiormente sull'uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale: risorse che gli enti locali devono obbligatoriamente destinare alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali;

    ogni quinquennio, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro della difesa, devono essere individuate le regioni maggiormente interessate dai vincoli e dalle attività militari, nonché le modalità e i criteri di ripartizione del citato contributo fra le predette regioni, in particolare, avuto riguardo all'incidenza dei vincoli nei rispettivi ambiti territoriali;

    gli stanziamenti in questione appaiono esigui e non aggiornati, oltre che spesso corrisposti con notevole ritardo, nonostante la particolare incidenza dei vincoli esistenti nei territori interessati, e potrebbero essere individuate, in accordo con tutti i soggetti istituzionali interessati, ulteriori, differenti e aggiuntive forme di indennizzo, anche di carattere non economico, tali da garantire alle stesse amministrazioni locali utili forme di collaborazione con le istituzioni militari presenti;

    appare pertanto indispensabile prevedere: a) sia un significativo aumento degli stanziamenti in questione, anche al fine di consentire ai comuni interessati, di sopperire, almeno in parte, al drastico calo dell'indotto, conseguente ai ripetuti ridimensionamenti del personale assegnato alle singole caserme e/o esercitazioni; b) sia un più efficace e tempestivo sistema di corresponsione delle indennità, con cadenza annuale, consentendo l'immediata utilizzazione delle risorse in questione da parte delle amministrazioni assegnatarie; c) sia, ulteriori, differenti e aggiuntive misure, anche di carattere non economico, ma nel segno della proficua collaborazione tra le istituzioni militari e quelle civili, già ampiamente attestata anche nel recentissimo passato, se del caso, con la previsione di specifiche attività di supporto alle amministrazioni interessate nella realizzazione di opere pubbliche e/o altri interventi, pure connessi all'utilizzo dei medesimi fondi, nell'interesse esclusivo della popolazione residente,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative per prevedere: a) un significativo aumento degli stanziamenti previsti per le indennità in questione, che tenga anche conto del drastico calo dell'indotto locale, conseguente ai ripetuti ridimensionamenti del personale assegnato alle singole caserme; b) un sistema di corresponsione delle indennità con cadenza annuale; c) ulteriori, differenti e aggiuntive misure, anche di carattere non economico, ma nel segno della proficua collaborazione tra le istituzioni militari e quelle civili, se del caso, con la previsione di specifiche attività di supporto alle amministrazioni interessate nella realizzazione di opere pubbliche e/o altri interventi, pure connessi all'utilizzo dei medesimi fondi.
(7-00500) «Deidda, Prisco, Rotelli, Luca De Carlo, Galantino, Ferro, Caretta».


   La VII Commissione,

   premesso che:

    le scuole sono state chiuse in tutto il Paese ad inizio marzo 2020 e da allora non hanno più riaperto, neppure nelle fasi di progressivo de-confinamento, causando una grave interruzione dei percorsi scolastici e formativi, per quanto la didattica a distanza abbia almeno in parte attenuato l'impatto di una interruzione totale almeno per quelle famiglie dotate di connessione alla rete internet e device tecnologici adeguati;

    l'Unesco – secondo cui il Covid-19 ha portato in tutto il mondo alla chiusura di scuole e università per oltre un miliardo e mezzo di giovani, pari al 90 per cento della popolazione studentesca complessiva – ha lanciato un allarme: quando le scuole riapriranno, l'emergente recessione economica minaccia di esacerbare le disuguaglianze e potrebbe vanificare i progressi compiuti nell'ampliamento dell'accesso all'istruzione e nel miglioramento della qualità dell'apprendimento, non solo nei Paesi più poveri ma ugualmente in quelli più avanzati; quello all'istruzione è un diritto primario: tenere chiuse le scuole, affidarsi in buona parte allo spontaneismo della didattica a distanza, lasciare ai margini del percorso formativo centinaia di migliaia di studentesse e studenti rappresenta una emergenza grave e da affrontare con urgenza pari a quella sanitaria; l'incidenza della crisi, e delle chiusure delle scuole, sulle fragilità preesistenti rischia di aumentare fortemente l'abbandono scolastico e creare nuovi divari educativi, culturali, relazionali, ancora più gravi e incolmabili di quelli registrati finora;

    non è stato fatto un monitoraggio dettagliato della didattica a distanza e sarebbe invece opportuno dotare le istituzioni scolastiche di dati e strumenti di rilevazione, anche elaborati ad hoc, utili a consentire di identificare le sedi, le classi – e di conseguenza le alunne e gli alunni più colpiti dalla mancata o insufficiente frequenza scolastica – così da concentrare interventi mirati di recupero e di anticipo rispetto ad eventuali futuri ricorsi massicci e generalizzati alla didattica a distanza;

    è necessario promuovere forme di sperimentazione didattica, già da luglio 2020, nel quadro di patti territoriali tra comuni, istituzioni scolastiche e terzo settore, progettati prevedendo la partecipazione attiva di studentesse e studenti, sulla base delle risorse stanziate con il decreto «Rilancio» per i centri estivi diurni, i servizi socio-educativi territoriali, i centri con funzione educativa e ricreativa e per i progetti volti a contrastare la povertà educativa e a implementare le opportunità culturali ed educative dei minori;

    è necessario assicurare la riapertura dei nidi e delle scuole dell'infanzia e quindi dell'intero ciclo 0-6 anni dal 1° settembre;

    il Governo ha ipotizzato con le regioni di iniziare il prossimo anno scolastico il 14 settembre, con le scuole aperte dal 1° settembre per organizzare i corsi di recupero, quando in realtà, dopo mesi di lockdown, tutte le studentesse e gli studenti hanno bisogno di partecipare ad iniziative per riscattare il debito formativo accumulato,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni iniziativa utile, in raccordo con le regioni, per assicurare la piena riapertura in sicurezza delle scuole a partire dal 1° settembre 2020;

   a tal fine, ad adottare le iniziative di competenza volte a realizzare i seguenti dieci punti in tempo utile per l'avvio del prossimo anno scolastico:

    1. effettuare una ricognizione e valutazione dettagliata della didattica a distanza per capire dove intervenire con un piano straordinario di recupero e contrasto alle disuguaglianze, tra settembre e dicembre 2020, e dei debiti formativi più gravi accumulati nell'anno scolastico 2019-2020, in particolare per gli studenti disabili e con bisogni educativi speciali;

    2. adottare un piano pedagogico nazionale che a partire dal prossimo anno scolastico integri l'offerta formativa con misure e iniziative utili alla costruzione della scuola italiana nell'era post Covid-19;

    3. effettuare test sierologici e vaccino pneumococco gratuiti per tutti i dirigenti scolastici, gli insegnanti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata);

    4. ristabilire l'erogazione dei servizi essenziali, a partire dai pasti scolastici e dalle reti di protezione (ad esempio benessere psicologico, prevenzione degli abusi);

    5. potenziare il trasporto pubblico per alunni e studenti, su tutto il territorio nazionale e in particolare per le aree interne;

    6. sanificare tutti i locali scolastici;

    7. prevedere che il voto per le elezioni regionali amministrative e per il referendum, ove sia individuata una data che si collochi entro la fine del mese di settembre, avvenga in sedi diverse dalle scuole;

    8. aumentare di 10 giorni il numero di giorni minimo necessario per considerare valido il prossimo anno scolastico;

    9. alla luce del punto precedente, prevedere un bonus per docenti e altro personale della scuola per il lavoro e le attività extra-ordinarie, in particolare per il periodo dal 1° al 14 settembre 2020;

    10. prevedere una riserva del 15 per cento di tutti i finanziamenti pubblici e del 20 per cento di quelli di origine europea, per misure di sostegno alla scuola e all'infanzia.
(7-00501) «Fusacchia, Lattanzio, Quartapelle Procopio, Muroni, Palazzotto, Siragusa, Villani, Di Giorgi, Nitti, Frate, Ruocco, Magi, Prestipino, Siani, Ungaro, Schirò, Fioramonti, Toccafondi, Carbonaro, Rizzo Nervo, Gribaudo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FRAILIS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Porto Canale è un complesso industriale fondamentale non solo per l'area cagliaritana ma per l'intera regione Sardegna, sottoposto a vincolo paesaggistico, ai sensi del decreto ministeriale del 1° marzo 1967, avente ad oggetto la «Dichiarazione di notevole interesse pubblico della spiaggia della Plaja, in Cagliari»;

   l'Autorità di sistema portuale (Adsp) del mare di Sardegna ha più volte richiesto la riduzione del vincolo al di fuori delle dighe foranee delimitanti il porto in questione. La costruzione del Porto Canale ha di fatto modificato i luoghi e la preesistente spiaggia non esiste più;

   il vincolo, non solo, comporta un aggravio di costi e tempi per ottenere tutte le autorizzazioni paesaggistiche-ambientali propedeutiche a qualsiasi intervento strutturale, ma risultano anche fermi più di 100 milioni di euro di investimenti di competenza dell'Adsp mare di Sardegna. Tali risorse potrebbero trasformare il porto industriale, sia con il nuovo attracco delle navi «Ro-Ro», sia con la cantieristica navale del porto industriale, opere queste ultime immediatamente cantierabili e in corso di affidamento;

   è ferma intenzione di tutte le istituzioni locali e delle forze produttive e sociali, fondare la crescita del territorio su uno sviluppo autonomo, perciò, sarebbe opportuno anche accelerare l'azione degli organi preposti per l'attuazione della zona economica speciale (Zes);

   studi recenti sull'ammodernamento dei porti insistono sul fatto che si debba puntare sul ruolo strategico dell'Italia nei flussi delle merci, nelle reti intermodali, nel turismo. Cagliari si affaccia sul Mediterraneo e potrebbe giocare un ruolo strategico, negli scambi commerciali, nella logistica, nella cantieristica navale industriale e da diporto, ed essere il nuovo polo attrattivo per le società innovative che dispongono di risorse da investire nel Mediterraneo;

   le sentenze con cui il giudice amministrativo in primo e secondo grado ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche, per vizio di motivazione e non per vizi sostanziali, relative alla costruzione dell'intero compendio del Porto Canale hanno impedito di realizzare le opere previste nel piano regolatore portuale approvato;

   l'Autorità di sistema portuale, con parere dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Cagliari e dell'ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha provveduto a rieditare l'autorizzazione paesaggistica mediante conferenza di servizi conclusasi a fine maggio 2019. La locale Soprintendenza, rappresentata in sede di conferenza dei servizi dal rappresentante unico nominato dal prefetto di Cagliari, il quale ha espresso parere favorevole, si è mostrata di avviso contrario e ha successivamente frapposto opposizione alla Presidenza del Consiglio dei ministri contro le risultanze della Conferenza stessa. Allo stato attuale, il procedimento risulta bloccato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri da luglio 2019 –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative di competenza intenda adottare per favorire il rilancio del Porto Canale di Cagliari disponendo la rimozione del vincolo, che porterebbe un beneficio all'economia isolana fortemente provata dal lockdown a seguito dalla recente emergenza sanitaria.
(5-04195)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MORELLI, CAPITANIO, CECCHETTI, DONINA, GIACOMETTI, MACCANTI, RIXI, TOMBOLATO e ZORDAN. – Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per sapere – premesso che:

   sul sito GitHub sono stati resi disponibili alcuni (in realtà, piuttosto generici) requisiti tecnici dell'applicazione «Immuni», oltre che il suo codice sorgente, in lingua inglese;

   tale pubblicazione non può assolutamente ritenersi ufficiale, perché qualsiasi documento rilevante ricevuto da una pubblica amministrazione va considerato documento amministrativo (secondo l'articolo 22 della legge n. 241 del 1990) e quindi reso trasparente e accessibile su un sito istituzionale in lingua italiana, almeno sino a quando essa sarà considerata la lingua ufficiale;

   nell'ambito delle politiche contro la corruzione, la trasparenza delle pubbliche amministrazioni sta assumendo, negli ultimi anni, un ruolo centrale. Il codice della trasparenza delle pubbliche amministrazioni ha riordinato e integrato le disposizioni in materia di obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte dei soggetti pubblici;

   le disposizioni riguardanti gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni sono state riordinate in un unico corpo normativo con l'adozione del codice della trasparenza (decreto legislativo n. 33 del 2013) emanato in attuazione di quanto previsto dalla legge anticorruzione (legge n. 190 del 2012);

   il codice individua una ampia serie di documenti e di atti la cui pubblicazione costituisce un obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni, quali quelli relativi all'organizzazione e all'attività delle pubbliche amministrazioni, all'uso delle risorse pubbliche (comprese le informazioni sugli immobili posseduti e sulla gestione del patrimonio), alle prestazioni offerte e ai servizi erogati. I documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria sono pubblicati per un periodo di 5 anni e comunque fino a che producono i loro effetti; per renderli accessibili, sono pubblicati in un'apposita sezione denominata «Amministrazione trasparente» nella home page dei siti istituzionali di ciascuna pubblica amministrazione;

   per assicurare l'attuazione delle misure di trasparenza sono previsti due tipi di vigilanza, a livello diffuso e a livello centrale. In relazione al primo aspetto, ogni amministrazione deve individuare un responsabile per la trasparenza. A livello centrale, il controllo è affidato all'Autorità nazionale anticorruzione, che è titolare di poteri ispettivi nei confronti delle singole amministrazioni e può ordinare l'adozione o la rimozione di atti e comportamenti da parte delle stesse;

   in realtà, a prescindere dai numeri controversi, dalle tante polemiche che si sono accavallate nel tempo sulla sicurezza informatica della soluzione, dai dubbi sulla trasparenza nella selezione e nella stessa procedura negoziale seguita, dalle precisazioni sulla protezione dei dati personali (espressi recentemente in 12 raccomandazioni da parte del Garante in un suo provvedimento) che hanno provocato, ad avviso degli interroganti, una serie di giravolte governative nel disegno del progetto degne di uno spericolato funambolo, ciò che pesa davvero su Immuni è la sensazione che ci sia la totale mancanza di una solida strategia di fondo e di efficace coordinamento tra Ministeri e ciò mina alle radici l'intera tenuta del progetto, così come è stato impostato sino ad oggi –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda porre in essere al fine di rispettare gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle specifiche tecniche dell'applicazione di tracciamento Immuni.
(4-06070)


   CARETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come noto, il 12 novembre 2019, la città di Venezia è stata colpita da una marea di 187 centimetri, seconda solamente ai 194 centimetri raggiunti con l'alluvione del 1966, con conseguenti danni a cittadini, imprese locali, lavoratori autonomi e dipendenti;

   le procedure di erogazione dei risarcimenti per i danni sono state rallentate a causa della crisi epidemiologica da Covid-19, anche al netto del fatto che le richieste di risarcimento danni devono essere corredate di fatture e corrispettivi per poter erogare i rimborsi necessari;

   la combinazione tra crisi dovuta all'alta marea di novembre 2019 e crisi economica da Covid-19 ha comportato la totale mancanza di liquidità per tutti i cittadini e le imprese colpite nell'area, richiedendo misure eccezionali al passo con l'eccezionalità della crisi in atto –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda predisporre per consentire al commissario straordinario delegato all'emergenza per l'acqua alta di Venezia di erogare direttamente i risarcimenti per danni a imprese e cittadini aventi diritto, in modo da fornire liquidità nel modo più rapido possibile.
(4-06075)


   ZENNARO, BOLOGNA e NITTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da informazioni di stampa risulterebbe che l'AIRiminum 2014, società che ha in gestione l'aeroporto di Rimini-San Marino, ha siglato un accordo con la compagnia di bandiera iraniana Iran Air, per un collegamento di linea con la capitale dell'Iran. La Iran Air, dal 1° luglio 2020 collegherà, con tre voli settimanali, l'Aeroporto Federico Fellini di Rimini all'Aeroporto Internazionale di Teheran-Imam Khomeini, con l'obiettivo di favorire il turismo iraniano in Italia. Dopo Milano Malpensa e Roma Fiumicino, Rimini diventerebbe il terzo scalo italiano per la compagnia di bandiera della Repubblica Islamica;

   l'accordo solleva due problematiche principali, la prima di carattere sanitario: dalle ultime informazioni, l'Iran risulta essere ancora sotto emergenza Covid-19, solo il 14 giugno 2020 il Paese ha registrato in 24 ore oltre cento decessi, un rialzo tale da indurre il portavoce del Ministero della Sanità, Sima Sadat Lari, a definire il virus «selvaggio ed imprevedibile» e a richiamare i cittadini ad uno sforzo collettivo di rispetto dei protocolli sanitari e del distanziamento sociale. A ciò si aggiungono forti dubbi sulla trasparenza del regime iraniano circa la comunicazione dei numeri reali del contagio. Si ricorda, inoltre, che Teheran ha ordinato il lockdown con ritardo, soprattutto nella città santa di Qom, epicentro del coronavirus in Iran, senza per altro bloccare i voli della compagnia aerea dei Pasdaran, Mahan Air, tra Iran e Cina, contribuendo non solo all'importazione del virus da Pechino, ma anche all'esportazione di positivi verso altri Paesi della regione (la Mahan Air viaggia infatti anche verso Iraq, Libano e Siria). Il lockdown è durato solo qualche settimana per poi riaprire tutto per ragioni economiche, favorendo così migliaia di nuovi contagiati in pochi giorni. Su tali considerazioni si fondano ragionevoli preoccupazioni circa l'accordo che coinvolge l'Emilia Romagna, regione tra le più colpite dal Coronavirus in Italia, e che potrebbe importare una seconda ondata di positivi dall'Iran, un rischio per emiliani e sammarinesi, ma anche per italiani ed europei;

   la seconda questione è un problema di sicurezza, la Iran Air risulta essere inserita nella lista delle sanzioni americane, così come la Mahan Air, fermata in Europa per i suoi rapporti con i Pasdaran iraniani. La compagnia di bandiera iraniana potrebbe fungere da collegamento aereo per il trasferimento di jihadisti sciiti dall'Iran alla Siria, la preoccupazione è che ciò possa facilitare l'ingresso in Italia di comandanti Pasdaran e di elevare il rischio di attentati contro obiettivi sensibili. Si ricorda, infatti, che negli ultimi due anni il regime iraniano ha tentato più volte di organizzare atti terroristici in Europa e la linea di separazione tra membri diplomatici di Teheran e membri della Forza Qods non è mai stata chiara. La crisi del coronavirus ha aumentato le tensioni internazionali e quelle sociali interne ai vari Paesi, una maggiore instabilità generale potrebbe favorire un regime che mira a dividere il mondo occidentale –:

   se e quali valutazioni siano state effettuate riguardo ai rischi sanitari per l'Emilia-Romagna ed il resto d'Italia, a fronte delle differenze dei due Paesi nelle misure utilizzate per il contenimento e la gestione del contagio da Coronavirus;

   se siano stati interessati gli organi competenti al fine di poter stimare il rischio reale di una compromissione della sicurezza nazionale a cui andrebbe incontro il nostro Paese, con un'ulteriore apertura al regime iraniano attraverso la Iran Air.
(4-06076)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE, BIGNAMI, DONZELLI, OSNATO, TRANCASSINI, PRISCO e LUCA DE CARLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 15 giugno 2020 il quotidiano spagnolo ABC denuncia di possedere alcuni documenti secretati del Governo del dittatore Maduro del Venezuela che proverebbero un finanziamento nel 2010 di 3,5 milioni di euro a favore del Movimento 5 Stelle;

   in particolare, sempre secondo il predetto quotidiano, il finanziamento sarebbe stato corrisposto direttamente a Gianroberto Casaleggio;

   è fatto notorio la vicinanza politica del Movimento 5 Stelle al regime di Maduro;

   l'azione dei componenti dell'esecutivo vicini a tale partito ha determinato che l'Italia fosse l'unica Nazione europea a non riconoscere la legittimità di Juan Guaidò, quale presidente ad interim del Venezuela;

   il Movimento 5 Stelle nel corso degli anni ha costituito delegazioni ufficiali a Caracas che hanno avuto l'onore di essere ricevute dai più alti esponenti del Governo del dittatore Maduro;

   le opinioni espresse dal firmatario del presente atto volte a criticare il Presidente Maduro sono state sempre sistematicamente stigmatizzate in sede parlamentare dagli esponenti di tale movimento (da ultimo nella seduta della Commissione esteri del 22 gennaio 2019);

   sono state presentate dal primo firmatario del presente atto diverse mozioni e risoluzioni, fin dai primi mesi del 2019, alcune delle quali in corso di esame, che sono finalizzate a impegnare il Governo al riconoscimento ufficiale di Guaidò quale Presidente ad interim del Venezuela o all'adesione dell'Italia alla denuncia alla Corte penale internazionale del criminale Maduro per crimini contro l'umanità;

   pare evidente che il fatto che l'Italia sia l'unica Nazione che non ha riconosciuto la legittimità di Guaidò quale Presidente ad interim del Venezuela, in uno con la delegazione ufficiale del Movimento 5 stelle, composta fra gli altri dall'attuale Sottosegretario Manlio Di Stefano, che è stata ricevuta da Maduro, e con l'azione di tutti gli altri esponenti del Movimento 5 stelle che in sede parlamentare hanno difeso la posizione di Maduro, costituiscono elementi preoccupanti in relazione al rapporto del nostro Paese con tale regime –:

   se il Ministro interrogato abbia mai intrattenuto rapporti e di quale tipo con il regime venezuelano;

   di quali elementi disponga circa gli eventuali tentativi di ingerenza o di pressione del regime di Maduro su partiti politici italiani, al fine di incidere sulla politica internazionale del nostro Paese.
(5-04200)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


   STUMPO, EPIFANI e MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il torrente «Floripotema» attraversa la Valle del Mela in provincia di Messina, sia nel tratto ricadente nel comune di Santa Lucia del Mela, sia nel territorio comunale di San Filippo del Mela, tra il ponte di Corriolo e il ponte di Passo Cattafi, a pochi metri dalle civiche abitazioni e da arterie stradali altamente trafficate;

   negli ambiti di pertinenza pubblica del torrente «Floripotema» (alveo del torrente e strade di accesso) persiste la presenza di materiale altamente nocivo, sia a cielo aperto, sia seminascosto nel terrapieno. Si tratta di diverse tipologie di lavorati in amianto: lastre, vasche, tubi, serbatoi semidistrutti, insabbiati e sbriciolati;

   a corredo dell'amianto si individuano anche molti pneumatici, nonché suppellettili vari, materiale sanitari, inerti, bottiglie, vetri rotti, plastiche di vario genere, batterie, pile esauste, e altri rifiuti non identificati nascosti tra le erbacce;

   di fatto si è di fronte ad una sostanziale discarica a cielo aperto, luogo di smaltimento di materiale pericoloso di cui si segnalano almeno tre elementi di gravissima preoccupazione e di potenziale nocumento per la cittadinanza;

   danni ambientali all'ecosistema del torrente sia dal punto di vista della flora e della fauna, così come dell'ambiente marino della Baia di Milazzo dove il torrente sfocia;

   vi è rischio diretto per la salute, per la facilità con cui le persone possono entrare in contatto con particelle volatili di amianto ormai in disfacimento;

   vi è rischio indiretto per la salute, attraverso la penetrazione della polvere di amianto nelle falde acquifere o nel trasporto via aria presso i vicini campi coltivati;

   da anni l'associazione regionale «Zero Waste Sicilia» documenta la condizione igienico-ambientali con una serie di reportage fotografici e comunicazioni effettuate ai sindaci del territorio e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche nel recentissimo passato –:

   se sia a conoscenza dei fatti citati in premessa e quali iniziative abbia messo o intenda mettere in atto, con la massima urgenza, per quanto di competenza, anche in sinergia con enti e amministrazioni con competenza concorrente, al fine di:

    promuovere una bonifica ambientale del sito in questione, con l'immediata eliminazione di tutti i rifiuti, dando assoluta priorità ai materiali di amianto, altamente pericolosi alla salute ed all'ambiente, ripristinando l'ecosistema e la funzionalità, anche, idrogeologica del torrente;

    effettuare una mappatura dei siti a rischio amianto a partire dai torrenti della provincia di Messina che, da ulteriori evidenze, spesso versano in condizioni non dissimili dal torrente «Floripotema», come altri siti della provincia dove sono stai rinvenuti depositi abusivi di amianto e, quindi, dai grossi agglomerati industriali caratterizzati dalla presenza di strutture in amianto;

    ridefinire le procedure di smaltimento dell'amianto per consentire ai cittadini e alle imprese di eliminare i rifiuti speciali con modalità che riducano tempo e costi, eliminando alibi agli abbandoni irregolari.
(4-06072)


   LEGNAIOLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i pinoli, ricchi di proteine e vitamine, sono fondamentali per numerosi piatti tipici della tradizione enogastronomica italiana, come il pesto alla genovese;

   da alcuni anni, la loro coltivazione è purtroppo a rischio a causa del Leptoglossus occidentalis, un insetto proveniente dal continente americano ed appartenente alla famiglia dei coreidi che si nutre succhiando le pigne delle conifere;

   il problema interessa molti Paesi del bacino del Mediterraneo, Italia compresa, dove la coltivazione del pinolo, specie nella provincia di Pisa, rappresenta una eccellenza;

   nonostante sembra sia stato trovato un competitore che si nutre delle uova dell'insetto, ad oggi, purtroppo, nessuna sperimentazione per contrastare il parassita è ancora stata avviata, così che nel corso degli ultimi anni la riduzione del prodotto è diventata costante fino ad arrivare, di fatto, al suo azzeramento e causando una conseguente impennata dell'importazione di pinolo, pur avendo quest'ultimo caratteristiche qualitative meno pregiate –:

   se il Governo non intenda verificare quanto sopra descritto, promuovendo altresì l'avvio immediato, senza gravare sui produttori, della lotta biologica al così detto «cimicione dei pini».
(4-06079)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORAMONTI, CECCONI, ORFINI, FRATOIANNI, FUSACCHIA, PICCOLI NARDELLI e LATTANZIO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   la cultura intesa in tutte le sue forme ed espressioni, così come tutelata dall'articolo 9 della Costituzione, rappresenta un bene comune inviolabile e in quanto tale necessita di essere tutelata e valorizzata;

   quale espressione di libero associazionismo, volontariato e diffusione gratuita della cultura, di particolare rilevanza è l'attività che è stata svolta in questi anni da realtà come il «Piccolo Cinema America» di Roma, il «Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio – Scendi c'è il Cinema» di Milano, il «FurgonCinema» che opera nelle aree terremotate del Centro Italia e «La Guarimba Film Festival» di Amantea in Calabria. Tali realtà, attraverso la riqualificazione di spazi pubblici – alcuni dei quali sottratti anche alla criminalità organizzata – offrono un servizio totalmente gratuito e di pubblica utilità alla comunità, rendendo possibile l'accesso alla cultura ai cittadini di ogni ceto sociale, con l'obiettivo di dare nuovo valore di mercato a opere datate o indipendenti e contribuire a creare un'educazione cinematografica;

   sebbene tale servizio non arrechi alcun pregiudizio, concorrenza o distorsione delle regole di mercato e alle attività di distribuzione – in quanto le pellicole riguardano esclusivamente titoli che hanno già concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala e sono già presenti in chiaro in tv, pay-tv, streaming e dvd e non comprendono i titoli in commercio nella stagione cinematografica corrente – si apprende da organi di stampa che associazioni, quali l'Anica e l'Anec, abbiano in passato dato indicazioni scritte ai distributori italiani e stranieri di non concedere la licenza per proiezioni di film a ingresso gratuito sul territorio italiano, così da negare 235 permessi di proiezione su 263 richieste. Tale diniego, qualora fosse vero, andrebbe ad incidere in maniere negativa sulla gratuità del servizio offerto da realtà come quella del «Piccolo Cinema America», inducendo gli organizzatori a valutare l'eventualità di pagamento per i cittadini;

   in un momento di emergenza come quello che sta attraversando il nostro Paese, attività ricreative a titolo gratuito come queste, nella valorizzazione di spazi aperti e nel rispetto delle norme di sicurezza connesse all'emergenza da Covid-19, in corrispondenza anche alle grandi difficoltà economiche a cui i cittadini meno abbienti devono far fronte, garantiscono un sostegno psicologico e sociale e un motore propulsivo all'approvvigionamento culturale, laddove l'eventualità del pagamento farebbe venire meno la ragione sociale dell'istituto –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di verificare la problematica esposta in premessa e di garantire la continuità nell'erogazione di un servizio gratuito come quello offerto dalle soprammenzionate associazioni alla comunità volto alla promozione della cultura cinematografica sul territorio.
(4-06078)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASSESE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 9 giugno 2020 Leonardo spa, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, ha comunicato nella divisione aerostrutture la riduzione delle attività produttive negli stabilimenti del Mezzogiorno (Grottaglie, Pomigliano e Nola), in particolare in quello di Grottaglie dove vengono assemblate per Boeing due sezioni di fusoliera dell'aereo civile Boeing-787;

   privando di prospettiva la suddetta azienda, che invece può rappresentare una importante realtà di sviluppo e un'alternativa sostenibile all'industria pesante, si rischia di indebolire ulteriormente il territorio jonico, già provato dalle gravi crisi industriali;

   grande preoccupazione è stata espressa dai sindacati, come si evince anche dalla nota della Fiom GGIL di Taranto dell'11 giugno 2020 in cui si sottolinea come «lo stabilimento di Grottaglie è quello che più di tutti, all'interno del Gruppo Leonardo, paga in termini di calo produttivo la crisi industriale che coinvolgerà per i prossimi anni l'intera filiera a causa del Covid-19. Questo perché, Grottaglie è l'unico stabilimento del Gruppo a lavorare in monocommittenza per un unico cliente (Boeing), inoltre il segmento di velivolo per il quale lo stabilimento grottagliese lavora, ovvero un aereo di medio-lungo raggio, il quale è il più colpito dalla crisi ed avrà una ripresa più lenta. Sono proprio la mono-committenza e la tipologia di velivolo a preoccuparci per le prospettive della tenuta occupazionale dello stabilimento grottagliese e delle aziende dell'indotto (...)»;

   nonostante l'azienda rassicuri che non è in atto una crisi strutturale ma solo una riduzione temporanea dovuta al rallentamento del traffico aereo a causa dell'emergenza da Covid-19, si teme che il taglio annunciato dall'azienda in parola per quanto riguarda in particolare lo stabilimento di Grottaglie possa comportare una diminuzione di 260 mila ore prodotto (-24 per cento): ovvero complessivi 47 giorni di chiusura definitiva del suddetto stabilimento per tutti i lavoratori nel periodo luglio-dicembre 2020. Di questi 16 giorni sono già pianificati dall'azienda a budget come ferie collettive, mentre per 31 giorni ancora l'azienda sembra non aver fornito indicazioni di copertura; si teme altresì che tale taglio possa comportare un ridimensionamento pari a 350-400 lavoratori su 1.300 totali –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali utili iniziative di competenza intenda adottare – anche attraverso un incremento delle risorse pubbliche, oltre che incentivando investimenti privati nell'innovazione, nella ricerca e nello sviluppo per un settore strategico come quello dell'aerospazio – al fine di evitare che l'attuale riduzione delle attività produttive nello stabilimento grottagliese della Leonardo spa, fiore all'occhiello dell'economia del territorio ionico, produca un ulteriore insostenibile aggravamento della situazione sul piano economico e dell'occupazione locale.
(5-04194)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   nel corso dell'audizione in Commissione parlamentare antimafia, il direttore generale della direzione detenuti e trattamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giulio Romano, ha dichiarato che il Ministro interrogato «espresse apprezzamento» per la circolare del Dap del 21 marzo 2020, relativa alla segnalazione all'autorità giudiziaria di detenuti con patologie e a rischio di complicanze, che facilitò la scarcerazione di alcuni boss mafiosi per motivi di salute durante l'emergenza Covid-19;

   Romano ha ricostruito quanto accaduto in quei giorni affermando che il 21 marzo mattina alle 8,31 «scrivo una mail a Basentini (Capo Dipartimento del Dap) dicendo che mi pare che nella videocall» del giorno precedente «era emerso l'ok. Lui mi risponde: “per me va benissimo”. Invio la circolare alla dirigente di turno specificando che c'era l'assenso del Capo Dipartimento»;

   «Il contenuto» della circolare era di «mera segnalazione, non c'era nessun riferimento di sorta alla detenzione domiciliare umanitaria» dice ancora Romano;

   la stessa mattina del 21 marzo «Salvatori (Segreteria del Ministro della giustizia) mi chiede se era stata poi inviata e io gli rispondo inoltrando la circolare e non ci fu nessuna contestazione», ha raccontato Romano. In seguito, «in occasione di un'altra videoconferenza il ministro esprimerà apprezzamento per l'iniziativa», ha concluso Romano;

   il direttore dell'ufficio V della direzione generale detenuti e trattamento del Dap Caterina Malagodi, ascoltata sempre in commissione Antimafia, aveva provato a segnalare i rischi di questa circolare a Romano e Basentini;

   in Commissione antimafia ha dichiarato «Io sono rimasta stupita, ho avanzato perplessità, secondo me bisognava fare una distinzione per l'alta sicurezza. Ho detto: rischiano, per questa nota, di uscire persone pericolose, ma Romano riteneva non sarebbe accaduto perché la magistratura di sorveglianza avrebbe valutato l'elemento della pericolosità del soggetto»;

   secondo la Malagodi, Romano «riteneva che non ci fosse pericolo» invece «io questo pericolo l'ho visto», ha continuato Malagoli secondo la quale la circolare va contestualizzata nel periodo di emergenza Covid, ma ha raccontato di aver detto a Romano che si sarebbe potuto non estendere la circolare «a detenuti di alta sicurezza. Romano disse che la vita vale per tutti i detenuti, e secondo lui non si poteva distinguere tra detenuti di serie A e B». «A Basentini ho dimostrato la stessa critica – ha proseguito Malagoli – gli dissi che» la circolare «era pericolosa»;

   dalle ricostruzioni in Commissione emerge un quadro inquietante. Da un lato, si dimostra che il Ministro della giustizia fosse al corrente dei rischi intrinseci alla circolare, segnatamente quello relativo all'inserimento del requisito d'età come fattore di rischio. Dall'altro, emerge come il Ministro, dopo le polemiche, abbia pubblicamente scaricato le colpe delle scarcerazioni sui magistrati di sorveglianza, pur sapendo in realtà che potevano essere evitate semplicemente già ascoltando quei rilievi mossi all'interno della sua amministrazione in fase di gestazione della circolare stessa, oltre alle sollecitazioni successivamente intervenute dal Csm e dalle opposizioni parlamentari;

   vale la pena sottolineare che il Ministro interrogato, come diversi esponenti del suo partito, ha dichiarato in Parlamento che «la concessione della detenzione domiciliare nei casi richiamati è avvenuta in forza di provvedimenti dell'autorità giudiziaria», che «i principi e le norme della nostra Costituzione sono univocamente orientate ad affermare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Ciò vuol dire che non c'è alcun governo che possa imporre o anche soltanto influenzare le decisioni dei giudici»;

   e ancora che «La Costituzione non lascia spazio ad ipotesi in cui la circolare di un direttore generale di un dipartimento di un ministero possa dettare la decisione di un magistrato. Le scarcerazioni richiamate sono decisioni giurisdizionali di natura discrezionale impugnabili secondo la relativa disciplina» –:

   quali siano i motivi che abbiano indotto il Ministro interrogato ad esprimere apprezzamento per la circolare del 21 marzo 2020 e per quali motivi, in quanto apprezzata, non abbia inteso rassegnare le dimissioni come avvenuto per Basentini e Romano.
(2-00838) «Delmastro Delle Vedove, Rotelli, Prisco».

Interrogazione a risposta orale:


   MARAIA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante intende sottoporre una questione di assoluta rilevanza e urgenza che riguarda le condizioni di vivibilità e di sicurezza all'interno degli istituti penitenziari irpini, in particolare all'interno della casa circondariale «Pasquale Campanello» di Ariano Irpino (Avellino);

   l'istituto di Ariano Irpino, in virtù della costruzione del nuovo padiglione, ospita circa 320 detenuti a fronte di un reparto di polizia penitenziaria di n. 145 unità dei diversi ruoli, che, se paragonato a quello presente quando era in funzione solo il vecchio padiglione, risulta quasi invariato, comprensivo dei 28 agenti a disposizione della C.m.o., con 4 agenti riformati e 10 unità prossime all'invio presso le scuole di formazione per l'espletamento del corso per l'accesso al ruolo dei sovrintendenti ed in più una differenza tra distacchi in entrata ed uscita con un deficit di 12 unità. Dai dati appena elencati emerge una evidente mancanza di proporzionalità tra l'aumento dei detenuti e quello dei poliziotti penitenziari, fatto aggravato ancor di più dall'età media del personale che vede una buona quantità di loro già prossima alla pensione, quindi in una fase non ottimale al fine della risoluzione dei problemi o del contenimento dello stress, a cui quotidianamente sono esposti, anche in virtù della tipologia di detenuti ristretti. Infatti, altro fattore di analisi degno di nota è la tipologia di detenuti attualmente ristretti, ivi inviati, nella maggioranza dei casi, per ragioni di ordine e sicurezza, ovvero per un difficile adattamento alle regole penitenziarie. Tale tipologia di detenuti necessita di un numero di agenti più elevato che possa fronteggiare i molteplici eventi critici che si manifestano nel corso delle giornate lavorative, mentre attualmente riesce difficoltoso anche garantire la copertura dei minimi posti di servizio. Tutto questo, infatti, comporta un aggravio dei carichi di lavoro, che sfocia inevitabilmente in una causazione di stress smisurato e non più gestibile dal personale qui in servizio. Infatti, dalla risultanza dell'analisi dello stress lavoro correlato effettuata presso questa casa circondariale, al fine di garantire le condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, è emerso un dato alquanto allarmante. I fattori problematici evidenziati delineano un quadro caratterizzato dall'aumento degli infortuni sul lavoro e dall'aumento sproporzionato delle assenze per malattia con diagnosi specifiche di crisi ansiose. Un dato che emerge in maniera incontestabile è l'inadeguata pianta organica riferita alle attuali esigenze di servizio e agli attuali carichi di lavoro. La predetta disfunzione è già nota alla direzione dell'istituto penitenziario, tanto che questa, in più occasioni, ha sollecitato i competenti uffici per un'integrazione di personale soprattutto nel ruolo degli agenti assistenti;

   i dati sopra esposti evidenziano anche una pianta organica ministeriale inadeguata e non aggiornata all'apertura del nuovo padiglione, risultando una carenza di n. 20 unità, in quanto il decreto ministeriale del 2017 prevede un numero di personale pari a 165 unità. Inoltre, è da segnalare, in ultima analisi, che dei 145 agenti in servizio, 80 unità sono ultracinquantenni, molti dei quali anche beneficiari di permessi ex legge n. 104 del 1992; pertanto, la situazione è davvero critica e allarmante, tenuto anche conto che 21 unità di tale istituto risultano distaccate in uscita e solo 9 sono in entrata. Le carenze riscontrate gravano in maniera determinante sulla presenza del personale in servizio –:

   se intenda verificare le condizioni di detenuti e polizia penitenziaria presso gli istituti penitenziari irpini e, in particolare, presso la casa circondariale «Pasquale Campanello» di Ariano Irpino;

   se intenda adottare iniziative per il potenziamento dell'organico di quest'ultima e delle risorse economiche a disposizione dell'amministrazione penitenziaria.
(3-01619)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VARCHI, MASCHIO e LOLLOBRIGIDA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il mondo delle carceri vive da anni insormontabili difficoltà, in particolare, in termini di sovraffollamento e carenza di agenti di polizia penitenziaria;

   come ormai noto, solo pochi mesi fa, a seguito delle drastiche limitazioni agli incontri con i familiari a causa delle norme di contenimento del coronavirus, molti istituti penitenziari sono diventati lo scenario di vere e proprie rivolte;

   la casa di reclusione di Sulmona (L'Aquila) è uno degli istituti penitenziari più importanti del centro Italia e ospita un numero rilevante di detenuti, molti dei quali assoggettati al regime di alta sicurezza e a quello di cui all'articolo 41-bis della legge sull'ordinamento penitenziario;

   in passato tale istituto è già stato teatro dei ben noti episodi di suicidio o tentato suicidio dei detenuti, oltre a numerose aggressioni al personale di polizia penitenziaria;

   nel mese di maggio 2020, nell'ottica di prevenire possibili disordini, la vigilanza esterna del penitenziario è stata rafforzata con l'ausilio di personale dell'Esercito italiano;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, solo pochi giorni fa un detenuto del carcere di Sulmona, collaboratore di giustizia, ha ingerito due lamette e distrutto il reparto ospedaliero dove era stato ricoverato;

   a tale episodio, nella giornata del 16 giugno 2020, ha fatto seguito un ulteriore grave atto di violenza, sempre all'interno del reparto dei collaboratori di giustizia, dove lo stesso detenuto, fermato nel tentativo di rubare dei farmaci durante l'ora di somministrazione delle terapie, ha aggredito tre agenti, uno dei quali è stato salvato in extremis da un tentativo di strangolamento;

   tali episodi riaccendono i riflettori su un reparto, quello dei collaboratori di giustizia, che i sindacati di categoria avevano chiesto di chiudere poiché ritenuto incompatibile con il circuito penitenziario sulmonese;

   sempre da fonti giornalistiche si apprende che, per la fine dell'anno, con la consegna di un nuovo padiglione carcerario, verrà aumentata la consistenza dell'istituto penitenziario di Sulmona, che continuerà a mantenere i diversi circuiti di sicurezza, rappresentati dai regimi relativi ai detenuti comuni e ai collaboratori di giustizia, nonché da quelli di cui all'articolo 41-bis e di alta sicurezza;

   le rappresentanze sindacali degli agenti del Corpo di polizia penitenziaria, già da tempo, denunciano una «grave carenza di poliziotti penitenziari (ruolo Agenti/Assistenti e ruolo Sovrintendenti, rispetto all'organico previsto dal PCD datato 29/11/2017 e in virtù delle ingenti assenze temporanee a vario titolo). Le vacanze stanno arrecando seri ed apodittici affanni organizzativi e gestionali, tenuto conto anche della popolazione detenuta presente. La situazione, ormai preoccupante per la FP CGIL, sta generando difficoltà per la copertura dei posti di servizio, per le attività di piantonamento presso il nosocomio locale, per il prossimo piano ferie estivo e relative circostanze oggettive che, nella quotidianità, stanno influendo negativamente sui carichi di lavoro del personale attualmente in servizio (ormai esausto!)» –:

   se e quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per adeguare l'organizzazione dell'istituto penitenziario di Sulmona a criteri di efficienza e funzionalità idonei a garantire condizioni di lavoro sostenibili e dignitose per il personale di polizia penitenziaria, a tutela della popolazione penitenziaria nel suo complesso.
(5-04196)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BUOMPANE, DI SARNO, DEL MONACO, GRIMALDI, DEL SESTO, IORIO e GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la casa circondariale «F. Uccella» di Santa Maria Capua Vetere è una realtà carceraria eterogenea e particolarmente complessa, per la presenza di detenuti in alta sicurezza;

   nei giorni scorsi il carcere casertano è stato scenario di disordini, incendi e gravissimi episodi di violenza nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria;

   protagonisti della vicenda sono stati i soggetti ristretti nel reparto Danubio, che hanno assunto il controllo del padiglione;

   come si apprende dagli organi di stampa, i vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria hanno ritenuto opportuno far intervenire a Santa Maria Capua Vetere anche il reparto gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria;

   la rivolta è in qualche modo legata ai disordini già verificatisi in piena emergenza da Covid-19;

   a fronte di tali fatti, la procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un'inchiesta sui presunti pestaggi avvenuti in carcere, notificando agli agenti della polizia penitenziaria 44 avvisi di garanzia e decreti di perquisizione;

   tuttavia, le procedure di identificazione e di notifica sono state effettuate all'esterno dell'istituto con una metodologia stigmatizzata dai sindacati di categoria, che la ritengono lesiva della reputazione della polizia penitenziaria;

   tutto ciò, chiaramente, impone una risposta tempestiva da parte delle istituzioni, affinché si possa operare in un clima di collaborazione tra le varie forze di polizia, senza minare, nello specifico, la credibilità della polizia penitenziaria e la sua legittimazione;

   gli agenti destinatari dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria, anche tramite le rappresentanze sindacali, temono che l'amministrazione competente, sull'onda mediatica del caso, possa essere indotta a sospendere dal servizio, anche in via cautelativa, i suddetti agenti, con grave nocumento dello stato di servizio, oltre alle enormi difficoltà di carattere economico cui andrebbero incontro;

   le numerose aggressioni nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria sembrerebbero connesse con il sovraffollamento delle carceri, nonché con la notevole carenza di personale;

   la procedura concorsuale per il reclutamento di 754 allievi agenti, ampliata a 938, è ancora aperta a causa della pandemia, la quale ha causato il rinvio delle prove –:

   con quali modalità si sia provveduto a sedare la rivolta verificatasi nella casa circondariale «F. Uccella» di Santa Maria Capua Vetere;

   se e quali iniziative il Ministro interrogato, intenda assumere per garantire uomini, mezzi e risorse agli agenti della polizia penitenziaria di istanza presso la casa circondariale «F. Uccella» di Santa Maria Capua Vetere;

   se il Ministro intenda adottare iniziative di competenza, anche normative, in relazione alle modalità di notifica ed esecuzione dei decreti di perquisizione e sequestro nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria;

   se il Ministro interrogato intenda adottare ogni iniziativa di competenza per garantire la massima trasparenza dei procedimenti disciplinari nei confronti degli agenti della polizia penitenziaria interessati dall'indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere.
(4-06068)


   GIANNONE. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a Reggio Emilia una giovane madre single, alla quale alcuni anni fa i servizi sociali tolsero il figlio di 9 anni a causa delle difficoltà economiche in cui la donna momentaneamente versava, è stata vittima di una vicenda surreale riportata da molti organi di stampa nazionali, tra cui il TG5;

   a causa del lockdown la donna per circa 4 mesi non ha potuto in nessun modo vedere il figlio, si legge su ilgiornale e su inveritaspress, ed ha continuato solo a sentirlo per telefono. Il 2 giugno 2020, in un incontro protetto presso una cooperativa e alla presenza dei servizi sociali, ha potuto finalmente rivederlo. Il piccolo è corso ad abbracciare la madre che non ha potuto e non ha voluto rifiutarsi di stringerlo a sé. I servizi sociali hanno immediatamente allertato i carabinieri che si sono recati sul posto ed hanno multato la mamma, su insistenza dei presenti, di 280 euro se pagati entro 30 giorni, oppure 400 euro se pagati successivamente. Multata perché non ha rispettato il distanziamento sociale;

   la storia di questa mamma è stata denunciata anche da Elisa Fangareggi, presidente di Time4life, una fondazione che si occupa di bambini in condizione di povertà sociale ed economica. «Da ragazza madre aveva soltanto chiesto aiuto ai Servizi, ha spiegato la Fangareggi alla Nuova BQ, perché non riusciva a conciliare la cura del bambino con i turni di lavoro. Sulla base di una presunzione di inadeguatezza, il bambino le è stato tolto». Questa mamma, si legge, non si droga, non beve, non ha precedenti penali, la sua unica colpa è quella di essere single e di avere un lavoro che le rende difficile occuparsi del figlio senza l'aiuto di qualcuno;

   inizialmente il bambino poteva restare con la madre solo nei fine settimana, ma poi l'assurda decisione di concedere alla madre di vedere il bambino solo 1 ora alla settimana in incontro protetto. La decisione è scattata quando la donna a causa di ferie obbligate dall'azienda, ha deciso di svolgere una brevissima vacanza infrasettimanale di 5 giorni (dal lunedì al venerdì), con un'amica per rilassarsi;

   durante la vacanza non ha mai mancato di telefonare al figlio ogni giorno. Il fine settimana, come di consueto, si è presentata presso la famiglia affidataria che si è rifiutata di fargli prendere il bambino perché avvisati dai servizi sociali del cambio delle regole –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, per stabilire ulteriori modalità di svolgimento degli incontri genitori-figli, in spazio neutro, nelle strutture residenziali, nelle case famiglia, che tenga conto si della prevenzione del contagio, ma anche dei diritti costituzionalmente garantiti a genitori e figli;

   se il Ministro della giustizia non intenda promuovere iniziative ispettive in relazione all'operato degli uffici giudiziari che si sono occupati del caso di cui in premessa.
(4-06069)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Trenitalia, dal 14 giugno 2020, ha previsto l'introduzione di un nuovo treno speciale che collegherà Roma a Milano;

   il treno «Frecciarossa 1000» unirà tutti i giorni le due principali città italiane passando dalla costa tirrenica, dalla Versilia all'Argentario, fermando anche a Genova e La Spezia;

   il suddetto percorso è stato progettato con la finalità di rilanciare il turismo nazionale;

   saranno così incentivati gli spostamenti di chi vuole raggiungere facilmente le spiagge senza dover far cambi;

   il treno «Frecciarossa 1000» fermerà lungo le principali stazioni della costa Toscana, ma non prevede fermate nella stazione di Massa;

   il Frecciarossa 1000 rimpiazza il Freccia Bianca 8626 che percorreva la tratta Roma-Genova, con fermate a Grosseto, Campiglia Marittima, Livorno, Pisa, Viareggio, Massa, La Spezia, Rapallo, Genova Brignole, Genova P.zza Principe;

   con il nuovo treno sono state aggiunte, nella medesima tratta, sei fermate, ma è stata soppressa quella di Massa;

   viene così escluso dai collegamenti un territorio capoluogo di provincia che conta quasi 200.000 abitanti e che costituisce il maggior comprensorio, per numero di abitanti, tra Genova e Roma, esclusa Livorno;

   Massa è un punto di riferimento turistico, in particolare nella stagione estiva, grazie alle stazioni balneari di Marina di Massa e Marina di Carrara;

   peraltro, il territorio di Massa ha sofferto in maniera particolare la situazione di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19;

   un maggior afflusso di turisti e una maggiore facilità di collegamento con gli altri territori gioverebbero all'economia e al commercio dell'intera provincia, supportandone le attività nella ripartenza;

   la strada, quindi, è quella di incentivare l'afflusso di turisti nella provincia di Massa Carrara, non di renderne più gravoso lo spostamento;

   tagliare fuori la stazione di Massa dalla fermata del Frecciarossa è un segnale pericoloso e grave: il rilancio del turismo deve essere omogeneo sull'intero territorio nazionale;

   una maggiore facilità di collegamento tra i territori andrebbe, altresì, a lenire i quotidiani disagi dei pendolari;

   occorre garantire omogeneità tra i vari territori: il rilancio del turismo deve essere una priorità per l'intero Paese e per tutta la Toscana e non può penalizzare il territorio apuano;

   occorre che Trenitalia riveda la programmazione delle fermate del Frecciarossa 1000, inserendo anche la fermata di Massa Centro –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere affinché, in accordo con i vertici di Trenitalia, venga garantita una fermata del treno Frecciarossa 1000 a Massa, consentendo così una maggiore facilità di collegamento tra territori, che gioverebbe al turismo e alle attività commerciali.
(5-04192)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GALLINELLA e GIARRIZZO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con provvedimento del Ministro dell'interno n. 1546 dell'11 aprile 2017 è stato decretato che il distaccamento di Norcia dei Vigili del fuoco sia classificato come SD2, il quale, ha la funzione di rispondere tanto alle esigenze di soccorso del territorio, quanto alle necessità post sisma, soprattutto in un futuro prossimo, per il quale, si prevede la totale chiusura della fase emergenziale;

   sin dalla sua prima attivazione, tuttavia, il presidio si componeva di sole 16 unità operative a fronte delle 30 unità previste dalla classificazione SD2;

   in questi anni, grazie al ricorso allo straordinario del personale operativo, il comando provinciale di Perugia è sempre riuscito a garantirne l'operatività, anche se in maniera non totale;

   preso atto che dal 6 luglio 2020, grazie alla mobilità nazionale dei vigili del fuoco, il comando di Perugia riceverà l'organico completo per consentire l'apertura completa e operativa del distaccamento, attualmente chiuso ma che è invece molto importante per i cittadini nursini –:

   quando avverrà l'apertura della sede permanente del distaccamento di Norcia con piene funzioni di SD2.
(5-04193)

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'IPPOLITO e SAPIA. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   un articolo de il «Il Fatto Quotidiano» del 13 giugno 2020 a firma di Lucio Musolino riporta la vicenda delle pesanti intimidazioni che la giornalista Rai Erika Crispo avrebbe subito a seguito di un servizio fatto per il Tgr Calabria sulla gestione di una struttura comunale di Rende, in provincia di Cosenza attualmente affidata alla società «Parco Acquatico 4.0», da parte di Antonio Vivacqua responsabile tecnico della suddetta società;

   a seguito dei filmati «andati in onda sul tg regionale e sui social» – cita l'articolo – «in cui il figlio di un assessore, in pieno “lockdown”, ha festeggiato indisturbato consumando un aperitivo a bordo piscina con la fidanzata» Erika Crispo è andata sul posto «per verificare le condizioni del Parco Acquatico» accompagnata dal responsabile tecnico Vivacqua, riscontrando anomalie di gestione, mancanza di licenze, «oltre ai dipendenti e i fornitori non pagati da mesi». Il servizio si chiude «con l'intervista al sindaco di Rende Marcello Manna che, però alle domande della Crispo risponde solo con un generico “Stiamo facendo delle verifiche. È stato sollecitato l'amministratore”»;

   subito dopo la messa in onda del servizio sul Tgr Rai della Calabria «la giornalista è stata raggiunta telefonicamente da Vivacqua che l'ha minacciata di morte: “Io ti sbudello tutta Erika. Io ti vengo a prendere a casa. Ti distruggo. Ti vengo a distruggere casa” e ancora: “Non hai capito con chi hai a che fare. Ti distruggo Elena. Erika ti distruggo...hai rovinato l'amicizia anche con Tonino”» ed altre espressioni di questo tipo riportate nell'audio incorporato nel citato articolo;

   a seguito di queste pesanti minacce – secondo l'articolista – «Crispo ha sporto denuncia ai carabinieri e la Procura di Cosenza ha avviato le indagini»; la giornalista ha ricevuto inoltre la solidarietà dell'Usigrai, del sindacato giornalisti della Calabria, dell'unione cronisti regionale e della ex Ministra Fedeli –:

   quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere per garantire l'incolumità e la sicurezza personale della giornalista Crispo.
(4-06071)


   FRASSINETTI, LUCA DE CARLO, TRANCASSINI, ROTELLI, GALANTINO e PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella notte di sabato 13 giugno 2020 è stata gettata della vernice rossa sulla statua che immortala Indro Montanelli all'interno dei giardini di via Palestro, a Milano, a lui dedicati. Quattro barattoli sono stati abbandonati sul posto e sul piedistallo è comparsa una scritta in spray nero: «Razzista» «Stupratore»;

   va ricordato che i giardini di via Palestro vennero intitolati a Montanelli nel 2002 e di conseguenza furono scelti anche per collocarvi la statua a lui dedicata, che raffigura il giornalista seduto che scrive sulla sua Lettera 22 con la scritta «Indro Montanelli – Giornalista» sulla base;

   il gesto non è un inedito in quanto, già l'8 marzo 2019, durante la manifestazione per la Giornata internazionale della donna, alcune attiviste del movimento femminista «Non Una Di Meno» la coprirono con vernice rosa;

   va denunciato il clima di odio che, a seguito dell'uccisione di George Floyd negli Usa da parte della polizia, ha determinato, come forma di protesta, l'abbattimento o il vandalismo su statue di personaggi ritenuti razzisti. Protesta che si è manifestata anche in Italia attraverso atti di violenza e intolleranza;

   va ricordato che i «Sentinelli di Milano» avevano indirizzato qualche giorno fa una lettera al sindaco Sala ed al consiglio comunale di Milano, chiedendo la rimozione della statua di Indro Montanelli dai giardini pubblici di Milano con queste motivazioni: «Fino alla fine dei suoi giorni Montanelli ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale», incassando il plauso dell'Arci, e facendo automaticamente diventare quella statua un obiettivo da colpire;

   l'atto vandalico è stato rivendicato pubblicamente domenica 14 giugno 2020 con un video che ritrae i responsabili e da un comunicato di Lume (Laboratorio universitario metropolitano e Rete Studenti Milano);

   già nella giornata del 7 giugno 2020, in seguito ad una manifestazione dei cosiddetti «centri sociali antagonisti» in piazza Duca d'Aosta a Milano, tenuta in spregio ad ogni regola imposta dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sull'emergenza Covid, vi è stato un corteo (non è dato di sapere se in sostanza autorizzato dalla questura) dal quale provenivano soggetti che vandalizzavano indisturbati una sede di Fratelli d'Italia in via Edolo (scena in relazione alla quale gli interroganti sono in possesso di video) –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire, per quanto di competenza, come si spieghi l'assenza di qualsiasi controllo nei luoghi palesemente diventati obiettivo sensibile della protesta e quindi a rischio di attacchi e per quali ragioni non sia stata disposta l'installazione di dispositivi che consentissero un presidio con telecamere oppure la presenza di agenti;

   quali siano le iniziative previste dal Ministero per contenere l'escalation di violenze che a Milano porterebbe al compimento di nuovi atti di vandalismo e di azioni pericolose.
(4-06084)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASA, DEL SESTO, GIARRIZZO, D'ORSO, MARTINCIGLIO, DAVIDE AIELLO, CANCELLERI, ALAIMO e VARRICA. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi si sono segnalati diversi furti e atti di vandalismo nei confronti di alcune scuole della regione Sicilia. In particolare, diverse infrazioni sono state subite dall'istituto comprensivo Sandro Pertini e dall'istituto comprensivo Giovanni Falcone, ubicati rispettivamente allo Sperone e allo Zen, due quartieri periferici della città di Palermo in cui la scuola rappresenta un fondamentale presidio educativo, salvaguardando le giovani generazioni attraverso la cultura del rispetto e della legalità;

   dal mese di maggio 2020 anche l'istituto comprensivo Elio Vittorini di Siracusa è stato vittima di ripetuti furti, l'ultimo dei quali è avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2020; la dirigente scolastica, Pinella Giuffrida, in più di un'occasione, ha richiesto all'ufficio tecnico comunale di Siracusa l'installazione di un sistema di antifurto;

   queste azioni, in alcuni casi, sembrano somigliare a raid punitivi per le posizioni espresse dalle dirigenti scolastiche in favore dei temi della lotta alle mafie e a tutte le forme di criminalità organizzata. Ad esempio, il furto di materiali e il danneggiamento di porte e infissi avvenuto il 7 maggio 2020 nei confronti dell'istituto Pertini era stato immediatamente successivo ad un post della dirigente Antonella Di Bartolo, in cui la stessa aveva condiviso su Facebook un'intervista di Maria Falcone e chiedeva il rispetto delle norme di detenzione per i boss condannati al 41-bis riprendendo le parole della stessa Maria Falcone;

   considerato che neppure i servizi di videosorveglianza, laddove presenti, sono stati un deterrente efficace per evitare il perpetuarsi di tali atti vandalici e furti nonché per individuarne i responsabili, appare evidente la necessità di un supporto maggiore alle scuole per il monitoraggio e la sicurezza degli spazi interni ed esterni. Oltre all'ingente danno economico causato, questi episodi segnalano un clima intimidatorio e di ostilità nei confronti delle scuole. Per tale motivo appaiono indispensabili azioni di tutela e prevenzione affinché in futuro tali episodi possano essere evitati –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere per supportare le scuole nella pianificazione di azioni di controllo, monitoraggio e sicurezza dei plessi scolastici.
(4-06080)


   QUARTAPELLE PROCOPIO, ASCARI, BALDINI, BARZOTTI, BENEDETTI, BOLDRINI, BOLOGNA, BONOMO, BRUNO BOSSIO, CARNEVALI, CASA, CENNI, CIAMPI, DE LORENZO, DI GIORGI, EHM, FRATE, GIANNONE, GRIBAUDO, MARTINCIGLIO, MURONI, FITZGERALD NISSOLI, NOJA, PAPIRO, PEZZOPANE, ROTTA, SARLI, SCHIRÒ, SERRACCHIANI, SURIANO, ELISA TRIPODI e VILLANI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 maggio 2020, il liceo scientifico Talete di Roma ha comunicato a mezzo circolare che, a causa della crisi epidemiologica, l'accesso alla sezione «Matematica» non sarà regolato tramite test d'ingresso, ma tramite graduatoria con sorteggio a parità di punteggio;

   tale sezione è considerata un percorso d'eccellenza per l'insegnamento della matematica, e aveva a disposizione 28 posti;

   nella definizione dei criteri per la formazione della classe, la circolare prevedeva delle quote di genere, con il 70 per cento dei posti riservati ad alunni di genere maschile, e solo il 30 per cento riservato a future studentesse, in tal modo formulate al fine di mantenere, tra i sorteggiati, le stesse quote di genere presenti tra i facenti domanda;

   tale modalità di selezione poneva alcune criticità, legate soprattutto alla necessità di incentivare l'accesso di studentesse a corsi di discipline «Stem». Una selezione con sorteggio e quote rischiava di escludere alcune studentesse non sulla base del merito, ma semplicemente sulla base del caso;

   tale decisione è stata in seguito modificata, l'8 giugno 2020, anche a causa delle forti pressioni pubbliche, ed è stata pertanto attivata una seconda classe grazie al supporto dell'ufficio scolastico regionale, mettendo così a disposizione sufficienti posti per tutti gli studenti e le studentesse facenti domanda;

   la ricca discussione pubblica che si è accesa a seguito dell'episodio di cronaca ha avuto il merito di portare l'attenzione sulla necessità di incentivare la presenza delle donne all'interno della comunità Stem, sia in contesto scolastico/accademico che professionale;

   risulta infatti che ad oggi esse siano fortemente sottorappresentate nei campi Stem, con solo 12 studentesse su 1.000 che ad oggi in Italia sono laureate in tali discipline, mentre per gli uomini i numeri sono circa doppi. Tale disequilibrio di genere è dovuto, secondo le ricerche condotte dall'Ocse, alla mancanza di «role models» femminili, agli stereotipi di genere e a pregiudizi sulle materie Stem, radicati già da giovane età e scarsamente compensati da servizi di orientamento e supporto nella scelta del percorso scolastico;

   tale circostanza ha un forte impatto sul gender pay gap a livello aggregato, considerando che i laureati in discipline scientifiche, matematiche, ingegneristiche e tecnologiche presentano in media un salario molto più alto rispetto ai laureati nelle altre discipline;

   al fine di incentivare la partecipazione femminile alle discipline scientifiche, molti Governi hanno introdotto politiche attive, tra le quali si citano «Restoring the focus of STEM inschools» in Australia, «Your Daughter's future» nel Regno Unito, «Go MINT» in Germania, «RIKO Challenge» in Giappone, «NinhaSTEM PUEDEN» in Messico, «Race to the Top» e «ADVANCE» negli Stati Uniti –:

   con quali iniziative il Ministro interrogato valuti di sostenere e incentivare la presenza femminile nelle discipline Stem in futuro, quale sia lo stato dell'arte attuale e quali siano stati gli esiti delle iniziative condotte negli anni passati.
(4-06081)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, DURIGON, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MINARDO e MOSCHIONI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   secondo quanto pubblicato su La Repubblica il 12 giugno 2020, il magistrato contabile delegato al controllo dell'Inps ha fatto pervenire, il 24 aprile, alla procura della Corte dei conti del Lazio e alla procura ordinaria di Roma un esposto per danno erariale, dovuto al pagamento dell'indennità di carica, pari a 41.588 euro, al vicepresidente senza contro-prestazione;

   con la riforma della governance dell'Inps e la reintroduzione del consiglio di amministrazione, a parere degli interroganti in luogo di una figura in sostanza di «padre-padrone» come accaduto ai tempi di Mastrapasqua, si ricorda che era stata prevista, accanto alla figura del presidente, quella del vice presidente, oltre che dei consiglieri di amministrazione;

   la nomina del vicepresidente fu oggetto di una lunga querelle durante il Governo Conte I, che si concluse con la scelta di un dirigente interno all'istituto;

   nel periodo di transizione che porta alla nomina del consiglio di amministrazione, a norma di legge il vicepresidente era chiamato a partecipare alle decisioni degli atti dell'Inps insieme al presidente dell'istituto;

   per il magistrato contabile, quindi, «la mancata partecipazione del vicepresidente alle decisioni, dal 14 marzo 2019 al 25 marzo 2020, è gravida di conseguenze per i riflessi giuridici riguardanti la validità degli atti gestori, deliberati da un organo collegiale che ha operato con un solo componente per tutto l'arco temporale considerato»;

   ciò significa che la nomina di 6 nuovi dirigenti di prima fascia, il piano di riorganizzazione con «epurazioni» e nuove nomine e, infine, la determina del 17 aprile 2019, del presidente Tridico potrebbero essere annullate –:

   quali siano le ragioni per cui il vicepresidente non è stato coinvolto, impedendo di fatto l'esercizio della funzione assegnata.
(5-04191)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEIDDA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 148 del regolamento (UE) n. 1308/2013, disciplinante le «Relazioni contrattuali nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari» stabilisce, tra l'altro, che gli Stati membri possano prevedere che la cessione del latte crudo da parte di un allevatore in favore di un trasformatore, debba avvenire in forza di apposito contratto scritto, stipulato prima della consegna, recante, espressamente, tra le altre cose: l'indicazione del prezzo; il volume di latte che può e/o deve essere consegnato, unitamente al calendario di consegna; la durata del contratto; le modalità di raccolta e consegna del latte, nonché di pagamento;

   l'articolo 3 del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, convertito dalla legge n. 44 del 2019 – dando attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 151 del citato regolamento – al fine di monitorare la produzione di latte vaccino, ovino e caprino e l'acquisto dello stesso da Paesi dell'Unione europea e/o terzi, al comma 1, ha previsto che i primi acquirenti di latte crudo siano tenuti a registrare mensilmente, nella banca dati del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) i quantitativi di latte ovino, caprino e il relativo tenore di materia grassa, consegnati loro dai singoli produttori nazionali o importati da altri Paesi dell'Unione europea o da Paesi terzi;

   con particolare riferimento alla tracciabilità dei prodotti, il comma 3 dell'articolo 3 del citato decreto-legge, come convertito dalla legge n. 44 del 2019, prevede che le modalità di applicazione debbano essere stabilite con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del medesimo decreto, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;

   nel preambolo del citato decreto-legge n. 27 del 2019, il Governo ha richiamato espressamente la necessità di prevedere un accurato monitoraggio dei quantitativi di commercio del latte ovino e caprino, al fine di monitorare, in particolare, le produzioni lattiero-casearie realizzate sul territorio nazionale, in rapporto a quelle provenienti da Paesi dell'Unione europea o, ancora, da Paesi terzi;

   la previsione dell'obbligatorietà del contratto scritto tra i produttori del latte e i trasformatori, l'avvio delle procedure per la registrazione delle movimentazioni, con conseguente tracciabilità del latte ovino e caprino, lo svincolo del prezzo del latte ovino dall'offerta di pecorino romano presente nel mercato e, infine, il divieto di vendita al di sotto del costo di produzione rappresentano misure utili a impedire una futura, quanto probabile, ulteriore crisi del sistema agro-pastorale sardo, evitando l'ulteriore contrazione del prezzo del latte, in danno dei singoli allevatori;

   il ritardo accumulato nell'approvazione del citato decreto ministeriale, pure ripetutamente sollecitato dal competente assessorato della regione autonoma della Sardegna, risulta assolutamente ingiustificato, tenuto conto del fatto che appare necessario prevenire, con ogni possibile misura, un'ulteriore crisi del prezzo del latte che aggraverebbe la difficile condizione economica del settore, già gravemente compromesso dal contingente periodo emergenziale –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di adottare, senza ulteriore ritardo, il decreto ministeriale in questione, con l'introduzione di un opportuno sistema di controllo e tracciabilità del latte ovino e caprino, nonché, se del caso, con la previsione dell'obbligo di stipulazione di un contratto scritto, oltre che di un sistema per la determinazione del prezzo del latte svincolato dall'offerta di pecorino romano e del divieto di vendita del prodotto al di sotto del prezzo di produzione.
(5-04197)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA e GALANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i parametri alla base delle convenzioni di natura economica che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali stabilisce con le società che gestiscono gli ippodromi risultano risalire al cosiddetto «modello Deloitte», che risulterebbe dal 2008 protratto in costante deroga, seppur parzialmente modificato negli ultimi anni;

   la proroga di tali criteri di identificazione dei corrispettivi economici a favore delle società di gestione non risulta tenere adeguatamente in considerazione il differente contributo che ogni singolo ippodromo può offrire per il rilancio del comparto ippico sia sotto il profilo dell'attività agonistica che in termini di sviluppo economico, occupazionale e di interazione con il territorio sul quale agisce;

   l'ippodromo di Merano costituisce, in tal senso, il principale impianto nazionale non solo per le gare ippiche ad ostacoli ma anche come centro di allenamento per la preparazione e l'addestramento dei cavalli purosangue di questo particolare settore che, solo grazie all'impulso positivo generato dal rilancio dell'impianto altoatesino, ha saputo uscire dal grave impasse in cui versava una decina di anni fa;

   gli oneri e le spese di gestione di un centro di allenamento e di un ippodromo la cui vocazione alle corse dei cavalli in ostacoli è tale sin dalla sua costruzione avvenuta negli anni ‘30 del secolo scorso sono di gran lunga più impegnativi di quelli di analoghe strutture dedite alle corse al trotto e al galoppo, in quanto necessitano di livelli di manutenzione più elevati sia per le piste da allenamento e da gare che per gli ostacoli costituiti quasi esclusivamente da siepi naturali;

   tale struttura d'eccellenza rischia seriamente di cessare definitivamente l'attività se anche quest'anno i parametri adottati per la quantificazione delle sovvenzioni ministeriali agli ippodromi non terranno conto delle peculiarità del settore attraverso la reale distinzione tra trotto, galoppo e ostacoli, continuando a remunerare gli ippodromi in cui si svolge tale disciplina con un ammontare pari alla metà di quello destinato agli ippodromi dove si svolgono le corse al galoppo in piano;

   la chiusura del centro di allenamento e dell'ippodromo di Merano significherà la scomparsa certa della disciplina delle corse ad ostacoli in Italia –:

   se il Ministro interrogato sia informato dei fatti di cui in premessa e se intenda adottare iniziative per individuare già per l'anno in corso un differente modello di erogazione delle sovvenzioni agli ippodromi mediante l'introduzione di specifici parametri che, partendo dalla distinzione tra le diverse specialità del settore (galoppo-trotto-ostacoli), possano provvedere a un maggior sostegno degli impianti di eccellenza dediti alle corse dei cavalli ad ostacoli, come l'ippodromo di Merano di cui in premessa.
(4-06077)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   VILLANI, INVIDIA, MANZO, NAPPI, BARBUTO e PERANTONI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   con decreto direttoriale 2015 del 20 dicembre 2018 è stato bandito un concorso per la copertura di 2004 posti a direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga) nelle istituzioni scolastiche ed educative per la copertura dei posti vacanti e disponibili negli anni scolastici 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, per il quale si sono già svolte le prove preselettive e la prova scritta, da oltre sette mesi;

   sebbene i posti vacanti siano superiori di circa 1.000 unità ai posti a concorso, tramite l'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 126 del 2019, è stato posto un limite alla graduatoria degli idonei pari al 30 per cento, lasciando per legge scoperta una parte rilevante dei posti vacanti;

   sembrerebbe inoltre che il numero di candidati ammessi agli esami orali in alcune regioni sia pari o addirittura inferiore al numero dei posti a concorso;

   rispondendo all'interpellanza urgente n. 2-00788, della prima firmataria del presente atto, la sottosegretaria On. Ascani ha dichiarato che «le commissioni potranno procedere [...] allo svolgimento delle prove orali, con fissazione del calendario a una data successiva al prossimo 17 maggio, consentendo una conclusione della procedura concorsuale in tempo utile per l'inizio del prossimo anno scolastico»;

   la commissione esaminatrice per le regioni Toscana e Liguria nonché quella per le regioni Marche, Umbria e Abruzzo hanno pubblicato un calendario parziale delle prove orale che di fatto esclude la possibilità di immissioni in ruolo a settembre 2020 o, addirittura, prima della fine dell'anno; nel caso di Toscana e Liguria, il calendario prevede 120 candidati esaminati fino a fine luglio, sul totale di 353;

   il 9 giugno nella regione Lombardia sono stati pubblicati i risultati degli esami scritti: a fronte di 1.362 candidati ammessi agli scritti per coprire 451 posti a concorso, sono stati ammessi agli esami orali solo 207 candidati, pari al 15 per cento degli ammessi agli scritti e al 45 per cento dei posti a concorso;

   la questione principale attiene sicuramente al netto divario tra i risultati delle prove scritte in Lombardia e quanto accaduto in tutte le altre regioni;

   si consideri, infatti, che la regione con il più basso numero di ammessi alle prove orali è il Friuli Venezia Giulia in cui è stato ammesso circa il 33 per cento dei candidati; nelle altre regioni la percentuale media di ammessi si aggira intorno al 50 per cento, mentre in regioni come Sardegna e Campania si è addirittura vicini al 90 per cento di ammessi alle prove orali;

   oltre all'anomalo, quanto esiguo numero di ammessi alla prova orale, anche in relazione ai risultati delle altre regioni, come denunciato dal sindacato Anquap sembrerebbe che vi siano state delle anomalie in sede di correzione delle prove scritte;

   la sottosegretaria Ascani ha dichiarato, con riguardo alle assunzioni, che l'articolo 1, comma 605, della legge n. 205 del 2017 autorizza il concorso per l'assunzione di Dsga, nei limiti delle facoltà assunzionali previste dall'articolo 39 della legge n. 449 del 1997: «allo stato attuale, quindi, le immissioni in ruolo potranno essere effettuate nei limiti delle cessazioni avvenute lo scorso anno, che risultano essere pari a 760 unità, e di quelle che si registreranno nel corrente anno scolastico e negli anni successivi»;

   nell'ipotesi ottimistica che vedrebbe il concorso terminare in tempo utile per le assunzioni a settembre, non sarebbero comunque assunti tutti i vincitori a fronte di un'evidente e cronica vacanza di posti –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare al fine di garantire la conclusione del concorso per direttore dei servizi generali e amministrativi in tempo utile per procedere alle assunzioni entro il 1° settembre 2020 su tutti i posti vacanti, anche aumentando il numero massimo delle assunzioni stabilito annualmente dal Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 39, comma 3, della legge n. 449 del 1997, nonché la soglia complessiva del 30 per cento degli idonei di cui in premessa;

   quali iniziative intendano intraprendere per verificare le anomalie riscontrate nella procedura concorsuale per direttore dei servizi generali e amministrativi in Lombardia – e se si verificassero in altre regioni, intervenendo nel medesimo modo – anche tramite l'invio di ispettori del Ministero dell'istruzione e dell'Ispettorato per la funzione pubblica.
(4-06083)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   DI LAURO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale emergenza epidemiologica sta producendo un'esponenziale fenomeno di disagio psicosociale, che necessita urgentemente di una concreta politica di contrasto e prevenzione;

   tra i soggetti più colpiti vi sono il personale sanitario impegnato «in prima linea», i pazienti e i loro famigliari ma anche coloro che hanno continuato a lavorare a diretto contatto con le persone, come forze dell'ordine o il personale della grande distribuzione organizzata;

   l'intera popolazione è sottoposta a inedite pressioni psicologiche, che possono aggravare preesistenti stati psicologici e causarne di nuovi, in particolare, tra gli anziani, che soffrono il distanziamento sociale, i minori, segnati dal blocco delle attività scolastiche, e le fasce più povere della popolazione, che stanno subendo maggiormente le restrizioni e la crisi economica;

   per rispondere a questa situazione, una prima preziosa e significativa risposta dal Ministero è stato il servizio del numero verde di supporto psicologico 800.833.833, fornito gratuitamente da psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, per garantire un ascolto empatico del dolore e dell'angoscia e favorire l'elaborazione dell'evento traumatico;

   dopo i primi 7 giorni di attività, il numero verde ha registrato 30 mila richieste di intervento, mentre l'11 giugno 2020 il Ministero della salute ha comunicato che il numero di richieste ha superato quota 50 mila, assicurando che il servizio continuerà regolarmente sino alla fine del mese di giugno 2020;

   queste cifre, già di per sé, rendono l'idea di quanto un servizio gratuito di assistenza psicologica sia oltremodo necessario e urgente;

   gli scarsi investimenti che da sempre caratterizzano l'ambito del benessere mentale hanno prodotto una situazione in cui il sistema nazionale fatica a trattare il disagio mentale, mostrando chiaramente le sue insufficienze: i 6.000 psicologi presenti nel servizio sanitario nazionale già prima del Coronavirus riuscivano a trattare solo 1/4 delle istanze;

   queste criticità diverranno ancor più lampanti prossimamente, quando si riverserà sul servizio sanitario nazionale un'ampia e imprevedibile domanda di supporto psicologico e psichiatrico;

   non agire immediatamente produrrà notevoli danni ai singoli e alla collettività che si potrebbe non essere in grado di recuperare ovvero si potrebbe recuperare con interventi tardivi e costi economici e umani insostenibili;

   il cosiddetto decreto Rilancio sembrerebbe non introdurre misure adeguate per porre rimedio a questa che si potrebbe definire un'emergenza nell'emergenza;

   si rende necessaria un'urgente opera di investimenti umani e strumentali, partendo dal potenziamento e dall'attuazione dei livelli essenziali di assistenza –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di far fronte al crescente disagio mentale legato allo sviluppo dell'emergenza epidemiologica dovuta al diffondersi del Covid-19, anche tramite l'attuazione e il potenziamento dei livelli essenziali di assistenza e investimenti umani e strumentali, inclusa l'assunzione a tempo indeterminato presso il servizio sanitario nazionale di un congruo numero di psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e psicoanalisti.
(3-01618)

Interrogazione a risposta scritta:


   BELLUCCI e LUCA DE CARLO. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   l'emergenza pandemica che ha sconvolto il mondo, oltre alla crisi economica e sociale, ha portato con sé danni collaterali: per tre mesi gli ospedali sono stati travolti e ridisegnati per far fronte all'emergenza e i pazienti malati di altre patologie, che certo non hanno smesso di colpire, hanno sofferto le limitazioni imposte dalla situazione;

   molte strutture hanno, infatti, sospeso l'attività ordinaria, mentre altre hanno dovuto riconvertire i propri reparti per accogliere i pazienti COVID in terapia intensiva;

   in particolare, si contano i danni per i malati oncologici: tre mesi senza screening per quelli che non sapevano di averlo, tre mesi senza controlli per quelli che invece, dopo aver conosciuto la diagnosi e avviato un percorso terapeutico, sono stati privati del cosiddetto follow up, i controlli periodici necessari per verificare gli effetti della cura;

   secondo le stime di Stefania Gori, presidente della Fondazione Aiom, l'associazione dei medici oncologi, 230 mila persone hanno dovuto ritardare gli accertamenti o rinviare a data da destinarsi le verifiche. Il virus non si è limitato a colpire circa 236 mila italiani, uccidendone finora 34 mila, ma l'epidemia va allargata ai 10 milioni di cittadini con patologie oncologiche e cardiovascolari che hanno dovuto rinunciare a una «presa in carico» tempestiva da parte della sanità pubblica, a cui si aggiunge l'ulteriore problema delle liste di attesa ingolfate;

   non secondaria è la tematica degli screening, la diagnosi precoce, di vitale importanza per combattere i tumori: secondo un recente studio di Nomisma, sono quasi 4 milioni i test che dovranno essere effettuati per mettersi «in pari» con gli anni precedenti;

   nonostante si tratti di malati fragili, che rischiano di ritrovarsi esposti a complicanze più serie di altri, proprio perché le basse difese immunitarie potrebbero avere conseguenze letali, se dovessero contrarre il virus o qualunque altro tipo di malattia, non si è pensato di attivare protocolli per l'assistenza domiciliare;

   affrontare un'emergenza costituisce una sfida a tutti i livelli, non solo quello sanitario, ma, se le restrizioni in atto sono volte a tutelare il diritto alla salute dei cittadini, bisogna anche assicurarsi che questo sia garantito veramente a tutti: ci sono persone che rischiano di morire per mancanza di cure o perché i servizi non ci sono o perché non vanno in ospedale per paura di ammalarsi;

   è urgente mettere mano a un piano straordinario per l'oncologia e i pazienti più fragili –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quante siano le persone morte per effetto indiretto dell'epidemia, perché non si sono potute curare;

   se e quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per favorire lo sviluppo di una migliore assistenza territoriale con promozione della telemedicina e del telemonitoraggio domiciliare per «decongestionare» gli ospedali;

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per pervenire al corretto funzionamento delle reti oncologiche regionali, promuovendone l'attuazione nelle regioni in cui non sono ancora formalizzate, nonché per incentivare la figura e il valore dello psiconcologo, anello di congiunzione tra paziente-famiglia e struttura sanitaria.
(4-06073)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   CAON. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — per sapere – premesso che:

   lo scoppio del nuovo focolaio di infezioni a Pechino a metà giugno 2020 ha provocato una seconda ondata di restrizioni;

   la produzione industriale cinese a maggio 2020 è aumentata del 4,4 per cento rispetto all'anno precedente, un guadagno inferiore alle aspettative che ha alimentato forti preoccupazioni per le ripercussioni economiche;

   in questi mesi la Cina ha aumentato le quantità di petrolio stoccato nei depositi, approfittando dei bassi prezzi di questi mesi, scesi fino a poco più di 10 dollari al barile, i minimi dal 1999. La sola Cina dovrebbe aggiungere 440 milioni di barili allo stoccaggio nei primi sei mesi dell'anno, secondo alcune stime di Ihs Markit e, cioè, il più grande aumento mai registrato di qualsiasi Paese;

   in tutte le strutture di stoccaggio dell'industria petrolifera i livelli di stoccaggio mondiali del petrolio sono saliti in media di circa 3/4 da gennaio di quest'anno: il mondo potrebbe presto esaurire lo spazio per immagazzinare il combustibile fossile –:

   quali iniziative abbia adottato il Governo per favorire l'aumento delle disponibilità di stoccaggio di petrolio e idrocarburi in generale in Italia e se non si ritenga opportuno aumentare le riserve petrolifere nazionali, approfittando dei bassi prezzi di mercato.
(4-06074)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GADDA. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito della istituzione degli albi pubblici delle professioni, è contemplata la professione di «tecnologo alimentare» a norma delle legge n. 59 del 1994, per la cui iscrizione agli albi regionali è previsto il possesso della laurea magistrale (5 anni) - classe di laurea LM 70 e LS 78;

   in tale ambito, il decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 avente ad oggetto «Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove per l'esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei relativi ordinamenti», non prevede la figura del «tecnologo alimentare Junior» e altre professioni similari, determinando in questo modo una lacuna nel nostro ordinamento giuridico. L'istituzione di albi regionali con apposita sezione B permetterebbe, infatti, a tali professionalità, con il possesso della laurea triennale delle classi di laurea L26, L25, LGASTR e LM GASTR (di recente e ultima costituzione), l'esercizio di professioni innovative e un incremento sostanziale dell'occupazione giovanile;

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 prevede, nel Titolo I e nei Capi I e II del Titolo II, che nell'albo professionale dell'ordine dei dottori agronomi e dottori forestali siano istituite la sezione A e la sezione B, dove:

    agli iscritti nella sezione A spetta il titolo di dottore agronomo e dottore forestale;

    la sezione B è ripartita nei seguenti settori:

     a) agronomo e forestale, a cui spetta il titolo di agronomo e forestale iunior;

     b) zoonomo, a cui spetta il titolo di zoonomo;

     c) biotecnologico agrario, a cui spetta il titolo di biotecnologo agrario;

   dopo aver elencato le «Attività professionali» di detto Albo (articolo 11), la citata normativa detta, agli articoli 12 e 13, le regole per gli «Esami di Stato» sia per la sezione A) sia per la sezione B);

   considerato il notevole tempo trascorso dalla pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, oggi esiste un numero crescente di laureati triennali nelle classi di laurea L26, L25, LGASTR e LM GASTR. Si renderebbe, pertanto, necessaria, a parere della interrogante, una modifica del suddetto decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, con l'istituzione di una sezione B, presso l'Ordine dei tecnologi alimentari, anche per i laureati nelle classi di insegnamento sopra menzionate. In assenza di una specifica sezione affine alle materie studiate durante il percorso di laurea, attualmente tali laureati trovano collocazione all'interno dell'Albo dei dottori agronomi e forestali e del Collegio degli agrotecnici, pur non avendo una preparazione in tali tematiche;

   quindi, l'istituzione dell'albo junior per le classi di laurea L26, L25, LGASTR e LM GASTR porterebbe al giusto riconoscimento della laurea anche attraverso un titolo professionale –:

   quali siano gli intendimenti del Governo e quali iniziative si intendano adottare al riguardo.
(5-04198)


   PICCOLI NARDELLI e CIAMPI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Ragioneria generale dello Stato ha disposto una verifica amministrativo-contabile presso gli uffici dell'Accademia di belle arti di Firenze che si è svolta nel corso del 2019;

   nella relazione sull'ispezione, trasmessa l'11 novembre 2019, protocollo 241751, all'Accademia, al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alla Procura regionale della Corte dei conti presso la sezione giurisdizionale per la Toscana, al punto 3.2, rilievo n. 10, si contesta che, nel triennio 2016-2018, la distribuzione del fondo di istituto per il miglioramento dell'offerta formativa al personale tecnico-amministrativo, sia avvenuta sulla base di incarichi aggiuntivi rispetto ai compiti d'ufficio di ogni dipendente, ma senza che lo stesso avesse svolto ore aggiuntive rispetto all'orario contrattuale di lavoro – peraltro, sulla base, secondo l'Accademia, di quanto previsto dal contratto integrativo di istituto stipulato sulla base del contratto collettivo nazionale integrativo per le istituzioni dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica, sottoscritto il 12 luglio 2011 – e, pertanto, ha ritenuto che «l'Accademia dovrà procedere al recupero delle somme indebitamente erogate»;

   l'Accademia di belle arti di Firenze, nel formulare le controdeduzioni inviate in data 9 marzo 2020 ai due Ministeri interessati, ha rilevato che l'articolo 6 del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), se letto in combinato disposto con l'articolo 32 del Ccnl di riferimento, non evidenzia alcun obbligo per il personale tecnico-amministrativo di svolgere, in orario eccedente quello di ufficio, gli incarichi aggiuntivi specifici che comportano l'assunzione di responsabilità ulteriori e lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità, rischio o disagio necessari per la realizzazione delle attività accademiche, salvo il fatto che eventuali prestazioni di orario di lavoro aggiuntivo devono risultare certificate mediante l'adozione di sistemi automatizzati di rilevazione delle presenze, peraltro adottati dall'Accademia di belle arti di Firenze già molti anni fa;

   la Ragioneria generale dello Stato, con lettera prot. n. 72315, in data 22 maggio 2020, ha però risposto che le argomentazioni addotte dall'Accademia, in sede di controdeduzioni sul punto in questione, non consentono di superare il rilievo e pertanto ha confermato quanto già indicato in sede di relazione ispettiva;

   l'Accademia di belle arti di Firenze si trova, quindi, a dover ora recuperare le somme versate al personale tecnico-amministrativo nel triennio 2016-2018 a titolo di compensi accessori, a valere sul fondo unico per il miglioramento dell'offerta formativa (Mof), nonostante che ritenga – in linea con il comportamento tenuto dalla grande maggioranza delle istituzioni Afam, sulla base di una differente interpretazione delle norme dei contratti collettivi nazionali – che gli incarichi aggiuntivi specifici non richiedano la necessaria effettuazione di ore di lavoro straordinario, in quanto mirano al miglioramento della qualità della prestazione lavorativa più che all'incremento della sua quantità, proprio in collegamento con gli obiettivi generali del Mof;

   le somme da recuperare dal personale ammonterebbero a 5.000-6.000 euro in media per ciascun dipendente e quindi rappresenterebbero un pesante sacrificio finanziario, per giunta in un periodo di emergenza sanitaria e di diffuse difficoltà economiche, per dipendenti pubblici il cui trattamento salariale è piuttosto esiguo e i quali, peraltro, hanno svolto gli incarichi aggiuntivi specifici con dedizione e professionalità, operando a favore di un deciso miglioramento delle attività istituzionali di formazione di livello universitario, di ricerca e di produzione artistica tipiche di ogni accademia di belle arti –:

   se il Governo non ritenga di dover attivare le procedure previste dalla normativa vigente per un'interpretazione autentica delle norme contrattuali sul punto in questione;

   quali iniziative il Governo intenda adottare per evitare, fin dove possibile, l'instaurarsi di un pesante contenzioso giuridico e sindacale che si trasmetterebbe molto facilmente all'intero sistema dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica, con gravi e immediate ripercussioni su questo importante e strategico settore della formazione superiore in Italia.
(5-04199)

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORAMONTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto previsto dallo statuto del Museo storico della fisica e Centro di studi e ricerche «Enrico Fermi» – istituito con la legge 15 marzo 1999, n. 62, dotato di autonomia statutaria, regolamentare, scientifica, amministrativa, organizzativa, finanziaria, patrimoniale e contabile, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'università e della ricerca –, dall'articolo 7, il presidente e un componente del consiglio di amministrazione sono designati dal Ministro dell'università e della ricerca, mentre il secondo componente è designato dal presidente, «sentiti i Referenti delle attività scientifiche interdisciplinari nelle quali è impegnato il centro Fermi, previa consultazione della comunità scientifica di riferimento da svolgere mediante modalità definite dal Consiglio di Amministrazione con apposita delibera[...]»;

   al termine del secondo mandato della presidente professoressa Luisa Cifarelli, il Ministro dell'università e della ricerca, all'esito di una procedura di selezione effettuata da un comitato nominato dal precedente Ministro, ha designato il 30 dicembre 2019, come presidente, il professore Luciano Pietronero e come componente del consiglio di amministrazione la professoressa Tiziana Di Matteo. Il terzo componente è stato poi individuato dal presidente nella persona del professore Roberto Benzi ed è stato nominato il 17 aprile 2020;

   il presidente, professor Pietronero, ha ricevuto due lettere da parte del Ministero vigilante, con le quali si chiedevano chiarimenti in ordine ad atti posti in essere in periodi anteriori al suo insediamento. In particolare, è stato richiesto di verificare la regolarità del contratto del direttore generale dell'ente, nominato dal presidente uscente nel settembre 2019. Il presidente ha altresì ricevuto gli esiti di una ispezione del Ministero dell'economia e delle finanze che ha riscontrato una serie di irregolarità di tipo amministrativo-contabile nella gestione dell'ente;

   il professore Pietronero, a tutela propria e dell'ente, ha ritenuto opportuno avviare una due diligence per gli approfondimenti necessari a rispondere al Ministero vigilante e per avere contezza dello stato economico finanziario dell'ente. È così emerso che la nomina del direttore generale è avvenuta senza previa procedura selettiva, in difformità a quanto previsto nell'articolo 14 dello statuto. Sono state inoltre riportate una serie di ulteriori irregolarità che richiedono un'attenta valutazione ed eventuali provvedimenti a protezione dell'ente –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di verificare la vicenda posta in premessa riguardante le sopradette irregolarità, in particolare la modalità di designazione del direttore generale dell'istituto sopra richiamato, a garanzia di un rapido ripristino della piena funzionalità amministrativa dell'ente.
(4-06082)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Fitzgerald Nissoli e altri n. 1-00359, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 giugno 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Pezzopane, Invidia, Biancofiore, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, La Marca, Maria Tripodi, Longo, Sangregorio, Carè, Formentini, Barelli, Valentini, Zoffili, Cappellacci, Mulè, Bergamini, Polverini, Cannizzaro, D'Ettore, Pettarin, Zanella, Brunetta, Giacometto, Elvira Savino, Bond, Calabria, Fiorini, Frate, Occhionero, Siracusano.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta Cunial n. 4-06067 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 358 del 17 giugno 2020. Alla pagina 13320, seconda colonna, alla riga ventiseiesima, deve leggersi: «domenica 14 giugno 2020 il canale», e non come stampato.