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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 13 luglio 2020

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE SUL CONTENUTO DEI PROVVEDIMENTI DI ATTUAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO PER EVITARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS COVID-19, AI SENSI DELL'ARTICOLO 2, COMMA 1, DEL DECRETO-LEGGE N. 19 DEL 2020, COME MODIFICATO DALLA LEGGE DI CONVERSIONE N. 35 DEL 2020

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti 10 minuti
Gruppi 1 ora e 48 minuti
(discussione)
1 ora e 22 minuti
(dichiarazioni di voto)
 MoVimento 5 Stelle 22 minuti 10 minuti
 Lega – Salvini premier 18 minuti 10 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
15 minuti 10 minuti
 Partito Democratico 15 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia 10 minuti 10 minuti
 Italia Viva 10 minuti 10 minuti
 Liberi e Uguali 8 minuti 10 minuti
 Misto: 10 minuti 12 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-
  CAMBIAMO!-Alleanza di Centro
2 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti
  Popolo Protagonista – Alterna tiva Popolare 2 minuti 2 minuti
  Centro Democratico-
  Radicali Italiani-+Europa
2 minuti 2 minuti
  MAIE-Movimento
  Associativo Italiani all'Estero
2 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 luglio 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Fantuz, Ferraresi, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Palmisano, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 9 luglio 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa della deputata:
   LICATINI: «Disposizioni in materia di sicurezza e di controllo del territorio nella Regione siciliana, per la prevenzione degli illeciti ambientali» (2574).

  In data 10 luglio 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   RADUZZI: «Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, concernenti l'esercizio delle attività di agente in attività finanziaria e di mediatore creditizio, nonché introduzione dell'articolo 120-bis del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernente il termine per la registrazione dei dati relativi al comportamento debitorio» (2581).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge MOLLICONE ed altri: «Modifiche all'articolo 57-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, in materia di credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali» (1809) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Giacometto.

  La proposta di legge GAGLIARDI ed altri: «Concessione di un credito d'imposta per l'acquisto di detersivi a base di ingredienti naturali da parte delle imprese turistiche e di ristorazione insediate nelle aree protette dei distretti idrografici» (1856) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Giacometto.

  La proposta di legge BARZOTTI ed altri: «Modifiche alla legge 22 maggio 2017, n. 81, in materia di disciplina del lavoro agile, e altre disposizioni per la sua diffusione» (2417) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Segneri.

  La proposta di legge MAMMÌ ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei professionisti e degli operatori sanitari e sociosanitari vittime dell'epidemia di coronavirus» (2484) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Segneri.

  La proposta di legge ROBERTO ROSSINI ed altri: «Istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus» (2507) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Segneri.

Trasmissione dal Senato.

  In data 9 luglio 2020 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
   S. 1379. – «Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016» (approvato dal Senato) (2575);
   S. 1403. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015» (approvato dal Senato) (2576);
   S. 1588. – «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019» (approvato dal Senato) (2577);
   S. 1087. – «Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note per il rinnovo a tempo indeterminato dell'Accordo tra il Ministero della difesa italiano e il Ministero della difesa macedone sulla cooperazione nel campo della difesa del 9 maggio 1997, fatto a Skopje il 3 febbraio e il 23 agosto 2017» (approvato dal Senato) (2578);
   S. 1384. – «Ratifica ed esecuzione del Protocollo di emendamento alla Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, fatto a Strasburgo il 10 ottobre 2018» (approvato dal Senato) (2579);
   S. 1385. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatto a Roma il 23 marzo 2019» (approvato dal Senato) (2580).

  Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
  II Commissione (Giustizia):
   COLLETTI: «Modifica all'articolo 2057 del codice civile, in materia di liquidazione del danno permanente nella forma di rendita vitalizia» (2455) Parere delle Commissioni I e V;
   COLLETTI: «Modifiche al codice di procedura civile, concernenti la disciplina del giudizio civile di appello e la determinazione del valore della causa, nonché al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, in materia di contributo unificato» (2466) Parere delle Commissioni I e V.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari Costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
  in data 6 luglio 2020, Sentenza n. 133 dell'11 giugno-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 478),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della Regione Calabria 31 maggio 2019, n. 14, recante «Interpretazione autentica del comma 1 dell'articolo 10 della legge regionale 2 marzo 2005, n. 8 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2005)»:
   alla XI Commissione (Lavoro);
  in data 6 luglio 2020, Sentenza n. 134 del 20 maggio-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 479),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della Regione Liguria 19 aprile 2019, n. 3, recante «Modifiche alla legge regionale 22 febbraio 1995, n. 12 (Riordino delle aree protette) e alla legge regionale 10 luglio 2009, n. 28 (Disposizioni in materia di tutela e valorizzazione della biodiversità)», nella parte in cui sostituisce l'articolo 11, commi 1, 2 e 3, quest'ultimo limitatamente alle parole «secondo i criteri previsti dai commi 1 e 2», della legge della Regione Liguria 22 febbraio 1995, n. 12 (Riordino delle aree protette);
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, come sostituisce l'articolo 14, comma 1, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, nella parte in cui sopprime le aree naturali protette non espressamente menzionate;
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, come sostituisce l'articolo 14, comma 2, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, nella parte in cui modifica i confini dei parchi naturali regionali delle Alpi Liguri, dell'Antola, dell'Aveto e del Beigua;
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 31 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019;
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 10 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, come sostituisce l'articolo 17, comma 4, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, nella parte in cui stabilisce che il piano del parco vincola e integra la pianificazione territoriale di livello regionale, provinciale e comunale, anziché sostituirsi ad essa;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 7, 10, 22 e 31 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, promosse, in riferimento all'articolo 97 della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 23 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, che sostituisce l'articolo 33 della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, promosse, in riferimento agli articoli 97 e 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, nella parte in cui sostituisce l'articolo 11, commi 4 e 5, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 10 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, nella parte in cui sostituisce l'articolo 17, comma 6, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 22 della legge della Regione Liguria n. 3 del 2019, nella parte in cui sostituisce l'articolo 32, comma 3, della legge della Regione Liguria n. 12 del 1995, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alla VIII Commissione (Ambiente);
  in data 6 luglio 2020, Sentenza n. 135 dell'11 giugno-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 480),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 34, comma 2, della legge della Regione Siciliana 9 maggio 1986, n. 22 (Riordino dei servizi e delle attività socio-assistenziali in Sicilia), nella parte in cui prevede: «e i beni patrimoniali sono devoluti al comune, che assorbe anche il personale dipendente, facendone salvi i diritti acquisiti in rapporto al maturato economico»:
   alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio);
  in data 10 luglio 2020, Sentenza n. 141 del 10 giugno-8 luglio 2020 (Doc. VII, n. 485),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge della Regione Toscana 16 aprile 2019, n. 17 (Documento unico di regolarità contributiva. Modifiche alla legge regionale 40/2009):
   alla XI Commissione (Lavoro);
  in data 10 luglio 2020, Sentenza n. 144 dell'11 giugno-10 luglio 2020 (Doc. VII, n. 488),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 33 della legge della Regione Siciliana 22 febbraio 2019, n. 1 (Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno 2019. Legge di stabilità regionale), nella parte in cui si applica anche alle aree del territorio regionale diverse da quelle protette;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 24 della legge della Regione Siciliana n. 1 del 2019, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 97, secondo comma, e 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 25 della legge della Regione Siciliana n. 1 del 2019, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 97, secondo comma, e 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione:
   alla XIII Commissione (Agricoltura).

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari Costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
  sentenza n. 136 del 20 maggio-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 481),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 625, primo comma, del codice penale, sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 27 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Siracusa:
   alla II Commissione (Giustizia);
  sentenza n. 137 del 27 maggio-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 482),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 280, comma 1, e 391, comma 5, del codice di procedura penale, sollevate dal Tribunale ordinario di Firenze, in riferimento agli artt. 3 e 13 della Costituzione:
   alla II Commissione (Giustizia);
  sentenza n. 138 del 10 giugno-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 483),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, lettera c), della legge della Regione Abruzzo 10 giugno 2019, n. 7, recante «Integrazioni e modifiche alle leggi regionali 11 agosto 2009, n. 13 (Modifiche ed integrazioni alla L.R. 71/2001 (Rifinanziamento della legge regionale n. 93/1994 concernente: Disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei trabocchi della costa abruzzese) e norme relative al recupero, alla salvaguardia e alla valorizzazione dei trabocchi da molo, anche detti «caliscendi» o «bilancini», della costa abruzzese) e 19 dicembre 2001, n. 71 (Rifinanziamento della L.R. n. 93/1994 concernente: Disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei trabucchi della costa teatina)», promosse, in riferimento agli artt. 9 e 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione e in relazione agli articoli 3, 5, 6, 21, 133, 134 e 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alla VII Commissione (Cultura);
  sentenza n. 139 del 10 giugno-6 luglio 2020 (Doc. VII, n. 484),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 28 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 27, terzo comma, e 31, secondo comma, della Costituzione, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Firenze:
   alla II Commissione (Giustizia);
  sentenza n. 142 del 26 maggio-8 luglio 2020 (Doc. VII, n. 486),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 28, comma 4, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175 (Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata), sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 76 della Costituzione, dalla Commissione tributaria provinciale di Benevento:
   alla VI Commissione (Finanze);
  sentenza n. 143 del 23 giugno-8 luglio 2020 (Doc. VII, n. 487),
   con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale della legge della Regione Calabria 25 giugno 2019, n. 30 (Modifiche all'articolo 1 della legge regionale 3/2015), promossa, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale della legge della Regione Calabria n. 30 del 2019, promosse, in riferimento agli articoli 81, terzo comma, e 97, primo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alla V Commissione (Bilancio);
  sentenza n. 145 del 26 maggio-10 luglio 2020 (Doc. VII, n. 489),
   con la quale:
    dichiara non fondata, nei sensi di cui in motivazione, la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 709-ter, secondo comma, numero 4), del codice di procedura civile, sollevata, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione, in relazione all'articolo 4 del Protocollo n. 7 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, adottato a Strasburgo il 22 novembre 1984, ratificato e reso esecutivo con legge 9 aprile 1990, n. 98, dal Tribunale ordinario di Treviso;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 709-ter, secondo comma, numero 4), codice di procedura civile, sollevate, in riferimento agli articoli 25, secondo comma, e 3, primo comma, della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Treviso:
   alla II Commissione (Giustizia);
  sentenza n. 146 del 19 giugno-10 luglio 2020 (Doc. VII, n. 490),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, lettera a), numero 1), del decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147 (Disposizioni per l'introduzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà), sollevate, in riferimento agli articoli 2, 3, 31, 38 e 117 della Costituzione, nonché in relazione all'articolo 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848, e agli articoli 20, 21, 33 e 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata a Strasburgo il 12 dicembre 2007, dal Tribunale ordinario di Bergamo, sezione lavoro:
   alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
  sentenza n. 149 del 9 giugno-13 luglio 2020 (Doc. VII, n. 491),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 19 del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili. Modifica alla disciplina dell'estinzione del reato per condotte riparatorie), convertito, con modificazioni, in legge 4 dicembre 2017, n. 172, sollevate, in riferimento all'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Lazio:
   alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 7 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di La Spezia, per l'esercizio 2016, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 304).
  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Ministro per le politiche giovanili e lo sport.

  Il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, con lettera in data 6 luglio 2020, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge 15 aprile 2003, n. 86, recante istituzione dell'assegno «Giulio Onesti» in favore degli sportivi italiani che versino in condizione di grave disagio economico, della concessione di assegni straordinari vitalizi, con l'indicazione dei relativi importi, in favore di Rocco Mattioli, Maurizio Stecca, Monica Olmi, Claudio Pisani e Antonio Puddu.
  Questa comunicazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Ministro della salute.

  Il Ministro della salute, con lettera in data 6 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, l'ordinanza 30 giugno 2020, recante ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
  Questa ordinanza è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 9 e 10 luglio 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza (COM(2020) 274 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
   Proposta di raccomandazione del Consiglio relativa all'istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza (COM(2020) 275 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 275 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro);
   Proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una garanzia per i giovani (COM(2020) 277 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Relazione sulla politica di concorrenza 2019 (COM(2020) 302 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio recante modifica della decisione di esecuzione (UE) 2017/2408 che autorizza la Repubblica di Lettonia ad applicare una misura speciale di deroga all'articolo 287 della direttiva 2006/112/CE, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2020) 303 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Relazione della Commissione – Relazione annuale di sintesi per il 2018 sull'attuazione del sistema di licenze FLEGT previsto dal regolamento (CE) n. 2173/2005, del 20 dicembre 2005, relativo all'istituzione di un sistema di licenze FLEGT per le importazioni di legname nella Comunità europea (COM(2020) 307 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 307 final – Annex 1 e COM(2020) 307 final – Annex 2), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite X (Attività produttive) e XIII (Agricoltura).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 e 9 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con le predette comunicazioni, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – La protezione dei dati come pilastro dell'autonomia dei cittadini e dell'approccio dell'UE alla transizione digitale: due anni di applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (COM(2020) 264 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione della decisione quadro del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri (COM(2020) 270 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Sostegno all'occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione (COM(2020) 276 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio sull'attuazione dell'assistenza finanziaria fornita ai paesi e territori d'oltremare attraverso l'11o Fondo europeo di sviluppo nel 2019 (COM(2020) 286 final).

  Progetto di bilancio rettificativo n. 7 del bilancio 2020 – Aggiornamento delle entrate (risorse proprie) (COM(2020) 424 final.

Trasmissione dall'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione.

  Il Presidente dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, con lettera in data 8 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 45 della legge 25 maggio 1970, n. 352, un esemplare del verbale delle operazioni relative al referendum popolare dell'8 marzo 2020 concernente il distacco del comune di Valle Castellana dalla regione Abruzzo e la sua aggregazione alla regione Marche, che si è concluso con esito non favorevole al predetto distacco.
  Questo documento è depositato presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dall'Autorità nazionale anticorruzione.

  Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 9 luglio 2020, ha trasmesso la segnalazione n. 3 del 2020, adottata, con delibera n. 541 del 1o luglio 2020, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettere f) e g), della legge 6 novembre 2012, n. 190, concernente l'applicabilità alle società quotate della normativa in materia di trasparenza, ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, e di prevenzione della corruzione, ai sensi della medesima legge 6 novembre 2012, n. 190.
  Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 30 giugno e 2 e 6 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Con versano (Bari), Cossignano (Ascoli Piceno), Lesina (Foggia), Montenero Sabino (Rieti), Novate Mezzola (Sondrio), Pagani (Salerno), Polla (Salerno), Ponzano Romano (Roma), Prata di Principato Ultra (Avellino), San Lucido (Cosenza), Sant'Agata de’ Goti (Benevento), San Vito sullo Ionio (Catanzaro), Veglie (Lecce), Vighizzolo d'Este (Padova) e Vittuone (Milano).
  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI MELONI ED ALTRI N. 1-00274, ZANELLA ED ALTRI N. 1-00354, MORELLI ED ALTRI N. 1-00363 E SERRITELLA, BRUNO BOSSIO, PAITA, STUMPO ED ALTRI N. 1-00364 CONCERNENTI INIZIATIVE A SOSTEGNO DEL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI E PER L'EFFICIENZA E LA SICUREZZA DELLE RETI DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    l'azionariato di Telecom Italia mobile (Tim) è composto da Vivendi (23,94 per cento) Cassa depositi e prestiti (9,89 per cento), Paul Elliott Singer (9,55 per cento), gruppo Telecom Italia (1,08 per cento), investitori istituzionali italiani (1,91 per cento), investitori istituzionali esteri (43,77 per cento), altri azionisti (9,86 per cento);
    l'assetto azionario di Open fiber è costituito da una partecipazione paritetica tra Enel s.p.a. e Cassa depositi e prestiti equity s.p.a., società del gruppo Cassa depositi e prestiti;
    la Commissione europea ha adottato, il 19 maggio 2010, la comunicazione «Un'Agenda digitale europea» (COM (2010)245), che rappresenta una delle sette «iniziative faro» della Strategia per la crescita «Europa 2020», prevedendo tre obiettivi in tema di banda larga ed ultralarga, con diverse scadenze temporali: banda larga di base per tutti entro il 2013; banda larga veloce (pari o superiore a 30 mbps) per tutti entro il 2020; banda larga ultraveloce (velocità superiore a 100 mbps) per almeno il 50 per cento degli utenti domestici europei entro il 2020;
    con la comunicazione COM (2016)587 «Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei gigabit europea», la Commissione europea ha annunciato gli obiettivi per il 2025: 1) connettività di almeno un 1 gbps per scuole, biblioteche e uffici pubblici; 2) connettività di almeno 100 mbps per tutte le famiglie europee; 3) copertura 5G ininterrotta in tutte le aree urbane e lungo i principali assi di trasporto terrestre;
    al fine di conseguire gli obiettivi europei, la Strategia italiana per la banda ultralarga è stata approvata dal Consiglio dei ministri, nella seduta del 3 marzo 2015, anche sulla base delle risultanze dell'indagine conoscitiva congiunta dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla concorrenza statica e dinamica nel mercato dei servizi di accesso e sulle prospettive di investimento nelle reti di telecomunicazioni a banda larga e ultralarga rese note l'8 novembre 2014;
    con riferimento agli interventi dal lato dell'offerta, nell'ambito del piano nazionale banda ultralarga si è preso atto che l'obiettivo europeo «Banda larga ultraveloce» non può essere conseguito senza un intervento pubblico che stimoli ed orienti la programmazione dei privati;
    nel piano si è proceduto, a questo scopo, a distinguere il territorio nazionale, da un punto di vista tecnico, in 94.645 sotto-aree e da un punto di vista della qualità delle connessioni in 4 cluster di intervento a seconda del livello di coinvolgimento pubblico necessario per il conseguimento dell'obiettivo, prevedendo il cluster C – aree marginali (nelle quali gli operatori possono maturare l'interesse a investire in reti con più di 100 mbps soltanto grazie a un sostegno statale) e il cluster D – aree a fallimento di mercato (cosiddette «aree bianche») per le loro caratteristiche di scarsa densità abitativa e di dislocazione frastagliata sul territorio, per le quali solo l'intervento pubblico diretto può garantire alla popolazione residente un servizio di connettività a più di 30 mbps;
    il piano ha programmaticamente destinato, a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, 3,5 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di euro per interventi di immediata attivazione, rinviando a una successiva delibera l'assegnazione di ulteriori risorse nel limite massimo di 1,3 miliardi di euro. Ulteriori risorse, fino a 1,4 miliardi di euro, potranno essere conferite al piano strategico per la banda ultralarga, con successivi provvedimenti normativi (previo reperimento delle coperture finanziarie) per un totale di 4,9 miliardi di euro;
    il primo bando per la realizzazione della rete in fibra nelle cosiddette «aree bianche», quelle cioè a fallimento di mercato, e «grigie» raggruppate nei cluster C e D previsti dal piano nazionale banda ultralarga ha previsto un finanziamento pubblico di 1,4 miliardi di euro, suddivisi in più di un miliardo di euro di fondi statali e 352 milioni di euro ai fondi strutturali a livello regionale. La gara è stata aggiudicata ad Open fiber ed il bando ha riguardato la progettazione, la realizzazione, la manutenzione e la gestione di una rete passiva e attiva di accesso in modalità wholesale, atta a consentire agli operatori di telecomunicazione di fornire servizi ad utenti finali a 100 mbps. La rete è stata ceduta in concessione a Open fiber per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica alla scadenza della stessa;
    il 24 agosto 2016 è stato pubblicato il secondo bando per la costruzione della rete pubblica a banda ultralarga nelle aree bianche, suddiviso in 6 lotti funzionali e concernente le regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Lazio, Basilicata, Campania, Umbria, Sicilia, Marche, Liguria e provincia di Trento. Anche in tal caso la procedura è stata aggiudicata all'operatore Open fiber;
    il terzo bando di gara, relativo all'aggiudicazione dei lotti riguardanti le tre regioni rimanenti (Puglia, Calabria e Sardegna), è stato pubblicato il 17 aprile 2018; la gara si è conclusa il 18 dicembre 2018 ed è stata aggiudicata il 30 gennaio 2019. Anche in tal caso è risultato aggiudicatario per tutti i lotti l'operatore Open fiber;
    la fibra ottica è l'unica tecnologia che, per caratteristiche fisiche, può essere definita realmente «a prova di futuro» e non soggetta al degrado di prestazioni dovuto all'ampliarsi dei servizi disponibili in rete. Lo sviluppo rapido e sostenibile della fibra ottica è, quindi, prioritario per il Paese in quanto premessa necessaria e ineludibile per lo sviluppo del 5G, dell’«Industria 4.0» e per realizzare la rivoluzione digitale che rappresenta la più concreta occasione di benessere e di lavoro per le nuove generazioni;
    la direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, riconosce che i proprietari di rete, il cui modello di business (wholesale only) si limita alla fornitura di servizi all'ingrosso ad altri soggetti, svolgono un ruolo positivo nella creazione di un mercato all'ingrosso dinamico, con effetti positivi per la concorrenza nel mercato al dettaglio a valle;
    la stessa direttiva considera il modello di business wholesale only attraente per potenziali investitori finanziari interessati a infrastrutture meno volatili e con prospettive a più lungo termine di installazione delle reti ad altissima capacità;
    si rileva che la presenza di concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni ha ampliato negli ultimi 20 anni la disponibilità dei servizi, riducendone i costi per i consumatori. Qualsiasi riduzione di concorrenza, in assenza dei necessari e tempestivi interventi regolatori, sicuramente non sarebbe nell'interesse dei cittadini, che dovrebbero sostenere costi più alti e soprattutto porterebbe, con ogni probabilità, ad un rallentamento del necessario processo di aggiornamento delle reti verso l’ultra broad band;
    come documentato dalla Commissione europea nel rapporto «Desi 2018», il nostro Paese mostra un mercato caratterizzato da un crescente livello di concorrenza infrastrutturale, in primo luogo grazie all'ingresso sul mercato di Open fiber, operatore wholesale only non verticalmente integrato, che alla fine del 2016 ha completato l'acquisizione di Metroweb Italia da F2i e Fsi Investimenti. Sempre secondo la Commissione europea, si assiste in Italia a un crescente livello di concorrenza a livello infrastrutturale e a una combinazione di investimenti a carattere pubblico e privato, grazie ai quali si sta registrando un significativo miglioramento sul fronte dell'installazione di reti di accesso in fibra ottica di nuova generazione, in conformità agli obiettivi previsti dall'Agenda digitale della Commissione europea, con conseguenti effetti positivi anche sul fronte della domanda che sta aumentando in parallelo, anche se ad un ritmo più lento;
    guardando l'indice Desi, utilizzato dalla Commissione europea per misurare l'evoluzione della competitività digitale dei Paesi membri, l'Italia nel 2018 è quartultima, la stessa posizione che ricopriva nel 2017, ma anche la stessa che ricopriva nel 2014;
    il decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria, in linea con il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, all'articolo 23-ter, prevede che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni possa indicare uno schema di eventuale aggregazione volontaria dei beni relativi alle reti di accesso appartenenti a diversi operatori, in un soggetto giuridico non verticalmente integrato e wholesale, appartenente a una proprietà diversa o sotto controllo di terzi indipendenti, ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati, volto a massimizzare lo sviluppo di investimenti efficienti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga, con le migliori tecnologie disponibili, comunque in grado di fornire connessioni stabili, anche tenuto conto delle possibili inefficienze derivanti dall'eventuale duplicazione di investimenti. In caso di attuazione dello schema da parte degli operatori, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni determina gli adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito, tenendo conto anche del costo storico degli investimenti effettuati in relazione alle reti di accesso trasferite, della forza lavoro dei soggetti giuridici coinvolti e delle migliori pratiche regolatorie europee e nazionali adottate in altri servizi e industrie a rete;
    occorre puntare, quindi, a un'aggregazione tra le reti di Tim e Open fiber con un baricentro azionario nella Cassa depositi e prestiti e non in capo all'operatore verticalmente integrato; un'aggregazione aperta alla gestione della nuova rete da parte degli operatori infrastrutturali già attivi sul territorio nazionale;
    il baricentro azionario in capo a Cassa depositi e prestiti rappresenterebbe, inoltre, il miglior strumento per garantire al nostro Paese la sicurezza delle reti e dei servizi, in modo da resistere, a un determinato livello di riservatezza, a qualsiasi azione che comprometta la disponibilità, l'autenticità, l'integrità o la riservatezza di reti e servizi e dei dati conservati, trasmessi o trattati;
    ipotesi di fusione per incorporazione di Open fiber in Tim (come riportate dai media), e cioè in capo all'operatore verticalmente integrato, risulterebbero, quindi, contrarie allo spirito del codice europeo imperniato, come detto, sulla figura dell'operatore wholesale only e sulla promozione del co-investimento per la realizzazione di reti ad altissima capacità trasmissiva, nonché al recente intervento legislativo del Parlamento italiano che esclude espressamente una siffatta aggregazione in capo all'operatore verticalmente integrato;
    inoltre, una simile operazione determinerebbe la fusione tra le due principali infrastrutture di rete italiane, quella dell'operatore storico Tim e quella del suo principale concorrente Open fiber (peraltro, quest'ultimo, beneficiario dei fondi pubblici stanziati a favore dell'aggiudicatario delle tre gare bandite da Infratel e della maggiorazione di punteggio prevista proprio a favore degli operatori wholesale only). Detta fusione solleverebbe evidenti criticità, sia sul versante regolamentare che su quello antitrust, in quanto pregiudicherebbe quell'assetto concorrenziale auspicato dal regolatore europeo e nazionale sin dal lontano 1998, anno in cui fu completata la liberalizzazione del settore;
    viceversa, l'aggregazione delle reti Tim e Open fiber con il baricentro azionario nella Cassa depositi e prestiti e non in capo all'operatore verticalmente integrato consentirebbe lo sviluppo di investimenti efficienti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga, assicurando la necessaria transizione degli asset consistenti nell'infrastruttura di rame destinata ad essere dismessa; una soluzione del genere (ovvero quella di una società pubblica della rete che sia: a) unica, b) non verticalmente integrata, c) sul modello wholesale only) sarebbe peraltro in linea con i livelli di partecipazione pubblica negli assetti proprietari dei principali operatori di telecomunicazioni europei e in totale assonanza con quanto auspicato dalla stessa Unione europea a proposito dell'adozione del modello wholesale only come modello europeo per assicurare il dovuto sostegno infrastrutturale alle esigenze di crescita dell'economia europea. Va inoltre ricordato che un operatore wholesale only non ha alcun incentivo a discriminare gli operatori nel mercato al dettaglio, dal momento che non opera in tale mercato, diversamente dall'operatore verticalmente integrato,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per risolvere l'ormai annoso problema della condizione di stallo dell'intero settore delle telecomunicazioni italiane, che ormai si protrae da alcuni anni, una condizione di stallo che blocca le operations strategiche degli operatori, rallenta gli investimenti, allontana gli investitori istituzionali e internazionali, conferisce all'intero settore industriale uno stato di incertezza e di scarsa propensione per il futuro, accentua la condizione di crisi di molte società dell'indotto, le quali, a causa dello stato di stallo, si trovano in condizioni di gravi difficoltà con conseguenti ricadute anche sul piano occupazionale, mentre l'operatore nazionale incumbent non sembra neanche in condizione di valorizzare l'immensa mole di personale molto qualificato che ha;

2) a promuovere, mediante la partecipazione azionaria detenuta da Cassa depositi e prestiti in Tim e in Open fiber, l'aggregazione dei beni relativi alle reti di telecomunicazioni e a tutti gli asset infrastrutturali appartenenti a diversi operatori in capo a un soggetto giuridico non verticalmente integrato, creando una società unica della rete, con modello di business fondato sul wholesale only e controllato dalla stessa Cassa depositi e prestiti;

3) ad adottare iniziative per far sì che la «società della rete» possa garantire il corretto utilizzo di fondi pubblici stanziati, assicurando l'ottimizzazione degli investimenti già effettuati e imponendo la verifica periodica del programma di sviluppo nazionale sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con un piano industriale vincolante che preveda il rispetto degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana ed europea;

4) ad individuare le forme più adeguate ed avanzate per assicurare la sicurezza e l'integrità delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, proteggendo l'integrità delle informazioni relative ai cittadini italiani e ai consumatori e garantendo la protezione della proprietà intellettuale dei brevetti e della ricerca di imprese ed università italiane contro ogni attacco nei confronti della sovranità digitale e tecnologica del Paese, posto che tutto ciò rappresenta un obiettivo ineludibile che anche in Italia, come già accade in tutti i principali Paesi dell'Unione europea, deve individuare le forme più adeguate di governance, per una valorizzazione delle competenze e delle responsabilità, e le forme più efficaci di intercettazione delle risorse adeguate e di ottimizzazione del loro uso.
(1-00274) «Meloni, Lollobrigida, Butti, Rotelli, Maschio».


   La Camera,
   premesso che:
    la Commissione europea nel marzo 2010 ha presentato la strategia «Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva», la cui finalità era quella di uscire dalla crisi e preparare l'economia dell'Unione europea in vista delle sfide del decennio successivo;
    tra le sette iniziative faro della strategia «Europa 2020» vi era l'Agenda digitale europea, il cui fine era quello di valorizzare il ruolo chiave delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per raggiungere gli obiettivi di crescita «intelligente, sostenibile ed inclusiva» che l'Europa si era prefissata per il 2020;
    l'Agenda digitale europea si componeva a sua volta di 7 azioni fondamentali o pilastri, tra questi l'accesso ad internet veloce e superveloce. In base a tale pilastro in ogni Stato membro entro il 2020 si sarebbe dovuta raggiungere una copertura con banda larga pari o superiore a 30 mbps per il 100 per cento ed una copertura con banda larga ultraveloce con copertura 100 mbps per il 50 per cento degli utenti domestici;
    il 3 marzo 2015 il Governo italiano, al fine di soddisfare gli obiettivi fissati dall'Agenda digitale europea entro il 2020, ha approvato la «Strategia italiana per la banda ultralarga», con l'obiettivo di contribuire a ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, che rappresenta il quadro nazionale di riferimento per le iniziative pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultralarga in Italia;
    la prima fase dell'attuazione della strategia ha riguardato le aree a fallimento di mercato definite «aree bianche» presenti sull'intero territorio nazionale;
    la strategia scelta è stata quella di sostenere, tramite fondi nazionali e fondi comunitari, un modello ad intervento diretto, autorizzato dalla Commissione europea ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato;
    gli obiettivi perseguiti dalla strategia sono: a) la copertura ad almeno 100 mbps fino all'85 per cento della popolazione; b) la copertura ad almeno 30 mbps della restante quota di popolazione; c) la copertura ad almeno 100 mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole, ospedali e altro), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici;
    nella realizzazione del piano il territorio nazionale è stato suddiviso in 94.645 aree territoriali di riferimento, a loro volta raggruppati in 4 tipologie di cluster di intervento a seconda del livello di coinvolgimento pubblico necessario per il raggiungimento dell'obiettivo prefissato, con i cluster C e D corrispondenti alle «aree bianche», prevedendo che nel cluster C rientrino le aree nelle quali è prevedibile o è previsto un co-investimento dei privati solo a fronte della concessione di incentivi e che nel cluster D rientrino le aree cosiddette a fallimento di mercato;
    per l'infrastrutturazione delle aree bianche sono stati effettuati tre bandi tra il 2017 e il 2019 tutti assegnati ad Open fiber, il cui assetto azionario è costituito da una partecipazione paritetica tra Enel s.p.a. e Cassa depositi e prestiti equity s.p.a., società del gruppo Cassa depositi e prestiti;
    nella realizzazione dell'infrastrutturazione della banda ultralarga, oggetto dei bandi assegnati ad Open fiber, si sono registrati e si registrano gravi ritardi rispetto ai tempi previsti per la realizzazione dei lavori. Ritardi riconosciuti ufficialmente dallo stesso Ministro dello sviluppo economico che, nel corso di un'audizione parlamentare svolta a gennaio 2020 presso il Senato della Repubblica, ha dichiarato che «il piano avrebbe dovuto essere implementato fino all'80 per cento entro il 2020. Ma se arrivassimo al 40 per cento saremmo già autori di un'accelerazione forte perché oggi solo 80 comuni sono stati collaudati su oltre 6 mila»;
    dai dati pubblicati nel mese di maggio 2020 da Infratel, società in house del Ministero dello sviluppo economico, si apprende che la progettazione definitiva a livello nazionale riguarda l'85 per cento dei comuni. Per quanto riguarda la progettazione esecutiva il dato si abbassa al 42 per cento. L'infrastrutturazione della fibra è stata conclusa solo in 248 comuni, su un totale di oltre 6.000, e i lavori collaudati si attestano a 69 totali;
    le notevoli e preoccupanti criticità rilevate nell'infrastrutturazione della banda ultralarga all'interno delle aeree bianche e la necessità di evitare il loro ripetersi anche nelle aree grigie, ove sono ubicate circa 7.000 aree industriali ad oggi prive di connessione in fibra oltre 30 mbps, tramite modalità di gara diverse da quelle seguite per le aree bianche, con lotti di dimensione inferiore e il coinvolgimento di un maggior numero di operatori, sono state già oggetto di uno specifico atto di indirizzo presentato dai firmatari della presente mozione (la risoluzione conclusiva di dibattito in Commissione n. 8-00058) e approvato dalla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati;
    l'adeguato sviluppo della connettività digitale sull'intero territorio nazionale in tutte le sue forme dalla banda ultraveloce, al 5G, alla tecnologia lte, al fixed wireless access, costituisce una delle principali priorità per il nostro Paese in diversi settori strategici. Come emerso a seguito della crisi prodotta dall'epidemia di COVID-19, con milioni di famiglie che per circa due mesi si sono riversate sulle connessioni digitali per svolgere lo smart working o la didattica digitale a distanza, un'adeguata digitalizzazione ed un accesso universale alle connessioni più adeguate è un obiettivo indispensabile;
    l'Italia figura, infatti, al 24o posto fra i 28 Stati membri dell'Unione europea nell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (Desi, digital economy and society index) della Commissione europea per il 2019;
    Il quadro preoccupante della situazione del nostro Paese è confermato dall'Imd World digital competitiveness ranking, che misura la competitività digitale analizzando competenze e capacità di adottare le nuove tecnologie come fattore di crescita economica e sociale in 63 Paesi. L'Italia figura al 41o posto, la Germania al 17o, l'Irlanda al 19o, la Francia al 24o e la Spagna al 28o;
    secondo l'indice Desi 2019 la connettività resta insufficiente, nella media dell'Unione europea, per far fronte alla crescente domanda di banda larga veloce e ultraveloce. Il 60 per cento delle famiglie europee ha accesso alla connettività ultraveloce di almeno 100 megabit per secondo (mbps) ed è in aumento il numero di abbonamenti alla banda larga. L'Italia si colloca al 19o posto per connettività con una percentuale del 57,6 e con un significativo miglioramento rispetto all'indice Desi del 2018, dovuto anche alla preparazione del 5G. Il superamento della media dell'Unione europea (83 per cento) è stato raggiunto con la copertura della banda larga veloce (nga), raggiungendo il 90 per cento delle famiglie. Viceversa, nonostante un lieve tasso di crescita, per la banda larga ultraveloce (100 mbps e oltre) l'Italia si colloca tra i Paesi con maggiore ritardo, con una percentuale di utenti serviti del 24 per cento contro il 60 per cento della media dell'Unione europea (27o posto);
    al centro del dibattito politico in materia di telecomunicazioni con riferimento specifico alle pertinenti infrastrutture c’è quello della proprietà e della gestione della rete. A favore di una cosiddetta «rete unica» a controllo pubblico si sono espressi diversi componenti del Governo, tra cui il Ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri, definendo la rete unica strategica e prospettando di fatto il ricorso al golden power in caso di esiti alternativi;
    la sicurezza nazionale costituisce un tema di grande rilevanza, che deve essere garantita con gli strumenti più idonei da parte del Governo sulla base della normativa vigente, anche se a tal proposito è opportuno ricordare come il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), proprio in un recente intervento in materia di telecomunicazioni, abbia sottolineato come «non si può dilatare all'estremo il concetto di sicurezza nazionale, a meno che non si ritenga di abbandonare il modello di economia aperta»;
    l'obiettivo ideale da perseguire consisterebbe in una sinergia infrastrutturale che sia in grado di connettere l'intero territorio nazionale, garantendo un accesso e un servizio uniforme per gli utenti, riducendo le inefficienze e le diseconomie, nonché i costi per gli operatori e le duplicazioni di impianti, ma al tempo stesso in grado di assicurare la libertà di concorrenza tra i vari operatori del settore, scongiurando il ripetersi di quando già accaduto in Australia con il National broadband network;
    le priorità da perseguire nell'infrastrutturazione della banda ultralarga e, più in generale, nel settore della telecomunicazione digitale consistono nella massima diffusione della connettività, del 5G, anche con l'installazione di apparati con tecnologia lte, sue evoluzioni, ovvero altre tecnologie utili allo sviluppo delle reti di banda ultralarga mobile e fixed wireless access al fine di ridurre in misura sempre maggiore il digital divide,

impegna il Governo:

1) alla luce dei gravi ritardi registrati nell'infrastrutturazione della banda ultralarga nelle aree bianche, ad adottare iniziative per prevedere la possibilità di commissariamenti straordinari al fine di velocizzare i lavori, individuando quali eventuali commissari anche i presidenti delle regioni interessate;

2) ad adottare iniziative per prevedere, nei casi in cui nei lavori per l'infrastrutturazione della banda ultralarga nelle aree bianche si manifestino i ritardi più gravi rispetto al programma di realizzazione, la possibilità che il concessionario per la realizzazione e la gestione del piano banda ultralarga nelle aree bianche possa affidare anche ad altri soggetti, oltre a quello individuato in sede di gara, i servizi di progettazione a livello territoriale, in forma diretta o con modalità semplificata, con almeno un soggetto in ciascuna regione interessata;

3) in vista della nuova gara di appalto per l'infrastrutturazione delle aree grigie, il cui bando, come emerso dalla riunione del Comitato per la diffusione della banda ultralarga del 23 gennaio 2020, è previsto entro l'estate 2020, a prevedere la messa a gara di lotti di dimensione ridotta rispetto a quelli utilizzati per le aree bianche, agevolando il coinvolgimento di molteplici operatori nell'attività di installazione della fibra;

4) a garantire la sicurezza delle infrastrutture di telecomunicazione, dei servizi di comunicazione elettronica, nonché l'integrità delle informazioni relative agli utenti privati e alle imprese, contemperando questa finalità prioritaria con la garanzia del mantenimento della concorrenza nel settore;

5) al fine di garantire la sicurezza delle telecomunicazioni in vista del passaggio al 5G, a dare piena e completa attuazione alla normativa in materia di realizzazione del perimetro nazionale di sicurezza cibernetica di cui al decreto-legge n. 105 del 2019, e successive modificazioni;

6) ad adottare iniziative per consentire che l'installazione di apparati con tecnologia lte, sue evoluzioni, o altre tecnologie utili allo sviluppo delle reti di banda ultralarga mobile e fixed wireless access su infrastrutture per impianti radioelettrici preesistenti o gli interventi di modifica delle caratteristiche radioelettriche degli impianti di cui all'articolo 87-bis del decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, possano avvenire tramite autocertificazione di attivazione da inviare alle amministrazioni e agli organismi competenti al controllo di cui all'articolo 14 della legge n. 36 del 2001;

7) ad adottare iniziative per dare impulso allo sviluppo delle reti 5G, procedendo alla rimozione degli ostacoli ingiustificati e alla definizione di un piano di indirizzo a livello nazionale in grado di uniformare i metodi autorizzativi per la realizzazione di impianti di telecomunicazione, individuando chiaramente le procedure e i moduli da utilizzare e ponendo in essere una generale opera di semplificazione amministrativa;

8) ad adottare iniziative per rivedere gli attuali limiti di emissione elettromagnetica, fissati a 6 volt per metro, in considerazione del fatto che il Consiglio dell'Unione europea, nelle proprie raccomandazioni, ha individuato tale limite in un range oscillante tra i 41 e i 58 volt per metro;

9) a procedere quanto prima all'effettiva erogazione dei voucher per la connettività a favore di famiglie, imprese e scuole, con priorità per le aree rurali e per le aree maggiormente in digital divide, sulla base degli stanziamenti di risorse decisi nella riunione del Comitato per la diffusione della banda ultralarga del 5 maggio 2020, anche in considerazione del fatto che l'attuazione del piano voucher è attesa dal 2017.
(1-00354) «Zanella, Gelmini, Mulè, Pentangelo, Rosso, Sozzani, Marrocco».


   La Camera,
   premesso che:
    l'Agenda digitale europea rappresenta uno dei 7 pilastri della Strategia «Europa 2020», che indica gli obiettivi per la crescita dell'Unione europea fino al 2020;
    lo scopo dell'Agenda digitale è fare leva sul potenziale delle tecnologie Ict per favorire innovazione, progresso e crescita economica, avendo come obiettivo principale lo sviluppo del mercato unico digitale;
    nel quadro dell'Agenda digitale europea, l'Italia ha sviluppato l'Agenda digitale italiana, una strategia nazionale per raggiungere gli obiettivi indicati dall'Agenda europea;
    il 3 marzo 2015 il Governo, per soddisfare gli obiettivi fissati dall'Agenda digitale europea entro il 2020, ha approvato la «Strategia italiana per la banda ultralarga», che avrebbe previsto la copertura dell'85 per cento della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari o superiori a 100 Mbps, garantendo al contempo al 100 per cento dei cittadini l'accesso ad Internet ad almeno 30Mbp;
    il Governo italiano ha scelto di sostenere, tramite fondi nazionali (Fsc) e fondi comunitari (Fesr e Feasr, assegnati dalle regioni al Ministero dello sviluppo economico in base ad un accordo quadro Stato-regioni) un modello ad «intervento diretto», autorizzato dalla Commissione europea ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato;
    a tal proposito, Infratel ha bandito due gare pubbliche per il cablaggio di 271 città dei cluster A e B, nonché dei 6.753 comuni inclusi ad oggi nelle aree bianche dei cluster C e D;
    Open Fiber s.p.a. (società a partecipazione paritetica tra Enel spa e CdP Equity s.p.a.) ha avviato un piano per la realizzazione di un'infrastruttura in fibra ottica, su scala nazionale, provvedendo alla realizzazione della rete, o mediante un investimento privato, stipulando apposite convenzioni con i comuni interessati dagli interventi o con un finanziamento pubblico nelle cosiddette «zone bianche» – cioè aree individuate come «a fallimento di mercato» – in quanto operatore individuato come concessionario all'esito di procedure di gara avviate da Intratel s.p.a.;
    lo sforzo finanziario sostenuto da Open Fiber è stato possibile grazie anche a un finanziamento da 3,5 miliardi di euro di Bnp Paribas, Société Générale e Unicredit, oltre a Cdp e alla Banca europea per gli investimenti (Bei) concesso ad agosto 2018. Per la realizzazione del piano industriale, la concessionaria avrebbe dovuto procedere rapidamente con i lavori per ottenere le nuove tranche di finanziamento pubblico e per mettere a reddito la rete che, nei termini dei bandi Infratel, avrà in concessione per 20 anni. Il progetto prevede un investimento da 6,5 miliardi di euro per raggiungere 19,5 milioni di unità immobiliari grazie alle risorse messe a disposizione da parte dei soci e al cash flow generato da Open Fiber. Se i flussi di cassa tardano, quindi, il piano finanziario rischia di dover essere rimodulato;
    successivamente all'aggiudicazione del primo bando da 1,4 miliardi di euro per sei regioni (Abruzzo, Molise, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto) Open Fiber si è aggiudicata anche la gara, del valore di 1,25 miliardi, riguardante 3.710 comuni in Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia autonoma di Trento;
    l'offerta economica complessiva si è attestata attorno agli 804 milioni contro gli 1,25 miliardi di euro previsti a base d'asta con un ribasso del 36 per cento circa;
    gli obiettivi 2020 relativi al piano banda ultralarga sono stati completamente mancati: a cinque anni dal via libera alla Strategia italiana, Open Fiber è ancora nella fase di sviluppo dei primi due bandi (con base d'asta a 1,265 e a 1,2 miliardi, assegnati rispettivamente a 608 milioni e 726 milioni). Per il terzo bando (assegnato per 93 milioni ad aprile 2019), l'azienda deve ancora iniziare le operazioni di scavo. Di conseguenza, visti i ritardi, circa la metà dei fondi pubblici disponibili non è stata ancora utilizzata;
    in Italia si calcola che il digital divide coinvolga circa 7-8 milioni di persone, che non possono accedere alla rete né utilizzando i network fissi, né quelli mobili;
    il Piano OF è in grave ritardo rispetto alle tempistiche imposte dalla concessione. Dopo 3 anni dalla firma della 1a concessione, i comuni coperti in Ftth sono 287, di cui soltanto 69 collaudati su un totale di oltre 7.000 comuni;
    una rete a banda ultralarga a copertura nazionale costituisce, però, fattore abilitante per l'erogazione dei servizi in modalità digitale, a beneficio di cittadini e imprese. È quindi essenziale per lo sviluppo economico e l'assetto di un Paese. Ciò risulta ancora più rilevante nella prospettiva di sviluppo della rete 5G; in linea ideale, anche per questioni legati alla cybersicurezza, il modello da perseguire sarebbe dovuto essere quello del wholesale only;
    quella che i firmatari del presente atto di indirizzo giudicano l'incapacità del Governo 2014-2016 a guida del Premier Renzi di dar seguito al progetto, la scarsa incisività dei ministri competenti succedutisi nel rendere efficace un'idea condivisibile, unitamente con i gravissimi ritardi accumulati da Open Fiber (al momento la chiusura del piano BUL è stimata intorno al 2023), hanno seriamente compromesso l'applicabilità del modello non verticalmente integrato in Italia;
    Open Fiber ha dichiarato recentemente la necessità di dover provvedere ad una ricapitalizzazione che, secondo la stampa specialistica, dovrebbe ammontare a circa 450 milioni di euro, necessari anche per ottenere eventuali nuove linee di credito da parte degli istituti finanziari;
    l'approvazione del Piano banda ultralarga e la discesa in campo di due realtà industriali e finanziarie come Enel e Cdp, entrambe controllate dallo Stato, ha aperto di recente la strada alla possibilità di una sfida competitiva, che fino al momento è rimasta, però, solo su carta;
    Enel s.p.a., seppur azionista di riferimento insieme a Cassa depositi e prestiti di Open Fiber, ha avviato la commercializzazione di un'offerta di connessione in fibra Ftth (Fiber To The Home), denominata «Enel in fibra by Melita», riservata ai propri clienti Energia. La commercializzazione sembra configurarsi come l'ingresso di Enel nel mercato al dettaglio di servizi di accesso a banda larga e desta alcune perplessità circa la compatibilità con i principi stabiliti dal Mise per i bandi Bul di cui è risultata aggiudicataria Open Fiber, società controllata dalla stessa Enel;
    insieme alla creazione delle infrastrutture digitali, è poi compito della Strategia per la crescita digitale stimolare il mercato grazie alla creazione e all'offerta di servizi che rendano appetibile l'utilizzo dei collegamenti ultrabroadband;
    al centro del dibattito politico in materia di telecomunicazioni e delle relative infrastrutture si pone quello della proprietà e della gestione della rete che sarebbero dovute essere saldamente in capo a società pubbliche;
    la priorità per il Paese è però il recupero del gap causato dalle inefficienze politiche – manageriali sopra descritte;
    viste le priorità segnalate per ragioni di efficienza ed economicità appare evidente l'opportunità di ipotizzare, oltre ad una rete unica, uno scenario di sistema integrato;
    anche nell'ottica della sicurezza nazionale l'obiettivo ideale da perseguire consisterebbe nella realizzazione di un'infrastruttura che sia in grado di connettere l'intero territorio nazionale, garantendo un accesso e un servizio uniforme per gli utenti, riducendo le inefficienze e le diseconomie, ma al tempo stesso in grado di assicurare la libertà di concorrenza tra i vari operatori del settore;
    al fine dello sviluppo della banda ultralarga, va necessariamente considerato l'utilizzo del Fixed wireless access, una tecnologia che utilizza un sistema ibrido di collegamenti via cavo e senza filo per offrire servizi di connettività in banda larga e ultralarga. Fwa è anche definita «Fiber to the tower» (Fttt), ovvero «fibra fino all'antenna», poiché il cavo arriva fino alla stazione radio base (detta Bts) la quale emette il segnale senza fili per raggiungere il terminale (un'antenna ricevente) che poi lo distribuirà nelle abitazioni degli utenti. Viene definita «Fixed» perché, a differenza delle altre connessioni wireless, utilizza le onde radio esclusivamente per creare un ponte tra due infrastrutture fisse;
    la rete mista (fibra/rame da un lato e tecnologia radio dall'altro) rappresenta un'alternativa più economica e flessibile rispetto a quella tradizionale, in particolare per le zone montane, rurali e a bassa densità abitativa, dove non è presente una rete cablata in grado di arrivare fino in casa dell'utente e in cui sarebbe anti-economico costruirla;
    L'Fwa (Fixed Wireless Access) è soprattutto un investimento per il futuro, un futuro prossimo: quando verrà sviluppato il 5G, infatti, le prestazioni potranno sfruttare appieno tutta la potenza della fibra e arrivare al Gigabit in download;
    i limiti della mancata copertura del Paese sono drammaticamente emersi proprio durante il recente periodo di quarantena e si auspica che una volta cessata l'emergenza il Governo metta finalmente il «dossier reti e digitale» fra le priorità del Paese; e-learning e smart working non possono essere garantiti in assenza di una solida e capillare infrastruttura digitale,

impegna il Governo:

1) ad assumere le necessarie iniziative per favorire la costituzione di una rete unica sul territorio nazionale che possa garantire il raggiungimento degli obiettivi di connessione ultraveloce «a prova di futuro» previsti a livello europeo e nazionale, mettendo a fattor comune le infrastrutture già esistenti sul territorio;

2) al fine di velocizzare la messa a disposizione della rete pubblica del Piano banda ultraLarga nelle aree bianche, ad autorizzare il concessionario, anche nelle more del collaudo del singolo progetto da parte del concedente, a mettere immediatamente a disposizione degli operatori, secondo procedure conformi all'articolo 3 del decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 33, tutte le infrastrutture che, seppur non collaudate, risultino comunque completate, a garantire l'accesso pienamente disaggregato alle porzioni di rete realizzate e ad avviare la commercializzazione, nelle aree comunali ove sia già tecnicamente possibile, dei servizi wholesale;

3) ad adottare le iniziative di competenza per nominare il presidente della regione o della provincia autonoma come commissario straordinario anche per l'acquisizione di permessi concessori da parte di enti e società;

4) ad assumere iniziative per autorizzare il concessionario per la realizzazione e la gestione del Piano banda ultra larga nelle aree bianche ad affidare anche ad altri soggetti, oltre a quello individuato in sede di gara, i servizi di progettazione a livello territoriale, individuando in forma diretta o con modalità semplificate almeno un soggetto in ogni regione o provincia autonoma;

5) ad autorizzare il concedente per la realizzazione e la gestione del Piano banda ultra larga nelle aree bianche, in deroga a quanto disposto dalla convenzione con il concessionario, a concludere accordi con altri operatori per l'utilizzo della tecnologia fixed wireless access;

6) al fine di avviare l'intervento di infrastrutturazione nelle aree grigie servite da almeno un operatore e delle aree dichiarate grigie in fase di consultazione pubblica ma non ancora servite dagli operatori, a richiedere il parere positivo per aiuti di Stato alla Commissione europea in forma urgente;

7) ad adottare iniziative per tutelare e manlevare le amministrazioni regionali da ogni pregiudizio economico derivante dai ritardi dell'esecuzione del piano banda ultra larga, in particolare rispetto alle risorse cofinanziate dalle regioni con fondi europei, e a rendere disponibili identiche somme compensative per la prosecuzione dell'infrastruttura per la banda ultralarga, al fine di garantire il completamento delle sue opere secondo la originaria dotazione di spesa prevista.
(1-00363) «Morelli, Molinari, Capitanio, Maccanti, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Garavaglia, Gastaldi, Gava, Gerardi, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Guidesi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Latini, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Locatelli, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Maggioni, Manzato, Marchetti, Maturi, Minardo, Molteni, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Sasso, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Vinci, Viviani, Raffaele Volpi, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».


   La Camera,
   premesso che:
    la realizzazione delle reti a banda ultralarga, coerentemente con gli obiettivi europei per il 2025, rappresenta per il nostro Paese un'importante sfida da vincere per assicurare la base infrastrutturale indispensabile allo sviluppo socio-economico del complesso mosaico tecnologico che costituirà il volano economico del prossimo futuro;
    la creazione di una moderna rete in fibra ottica costituisce, infatti, non solo l'elemento caratterizzante delle connessioni internet ad altissima capacità e velocità sulla rete fissa, ma è indispensabile anche per assicurare lo sviluppo dell'ecosistema 5G e di tutte le applicazioni più innovative che discendono da questa tecnologia anche per il rilancio di politiche pubbliche che riguardano la fruizione innovativa di servizi sanitari, il monitoraggio ambientale, la salvaguardia del territorio, l'istruzione, il turismo, i beni culturali, la coesione sociale;
    gli obiettivi di infrastrutturazione digitale a livello europeo prendono le mosse dalla comunicazione «Un'agenda digitale europea» (COM(2010)245) che la 7 Commissione europea aveva adottato, il 19 maggio 2010. L'Agenda rappresenta una delle sette «iniziative faro» della Strategia per la crescita «Europa 2020». Tale Comunicazione prevedeva tre obiettivi in tema di banda larga ed ultra larga, con diverse scadenze temporali: banda larga di base per tutti entro il 2013; banda larga veloce (pari o superiore a 30 Mbps) per tutti entro il 2020; banda larga ultraveloce (velocità superiore a 100 Mbs) per almeno il 50 per cento degli utenti domestici europei entro il 2020. Nel 2016, con la comunicazione COM(2016) 587 final «Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei Gigabit europea» la Commissione europea ha annunciato gli obiettivi per il 2025: connettività di almeno 1 Gbps per scuole, biblioteche e uffici pubblici; connettività di almeno 100 Mbps, espandibile a Gigabit, per tutte le famiglie europee; copertura 5G ininterrotta in tutte le aree urbane e lungo i principali assi di trasporto terrestre;
    la Commissione europea ha presentato recentemente un pacchetto di proposte sull'innovazione digitale (in particolare, in materia di big data e intelligenza artificiale), introdotte da una comunicazione quadro – «Plasmare il futuro digitale dell'Europa (COM(2020)67 final)». In questa comunicazione, oltre ad essere tracciata la strategia generale europea diretta a costruire un orizzonte comune per lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali, viene ribadito come il presupposto essenziale di tale sviluppo sia proprio una connettività affidabile e sicura con riferimento sia alla banda ultralarga fissa in fibra sia con riferimento alle infrastrutture per le reti 5G (e per le future reti 6G);
    in Italia lo sviluppo dell'infrastruttura in fibra ottica è stato programmato nell'ambito del Piano banda ultralarga (piano Bul) tenendo conto delle specificità del nostro Paese. L'obiettivo di copertura definito nel piano è il seguente: per le reti ultraveloci ad oltre 100 Mbps fino all'85 per cento della popolazione, mentre al 100 per cento della popolazione deve essere assicurata una connessione ad almeno 30 Mbps;
    l'Italia è stato il primo Paese europeo a recepire per intero la direttiva 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014, attraverso l'emanazione del decreto legislativo n. 33 del 2016 e successivamente con decreto ministeriale 11 maggio 2016 il Mise ha stabilito le modalità tecniche per la definizione del contenuto del Sinfi (Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture), con tutte le misure di incentivo e aiuto per lo sviluppo della banda ultralarga;
    le risorse disponibili per la realizzazione del piano, sono state definite, già nel corso della precedente legislatura, con la delibera n. 65-2015 del CIPE che ha programmaticamente destinato, a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2014-2020, 3,5 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di euro per interventi di immediata attivazione; con la delibera n. 71 del 7 agosto 2017 il CIPE, sempre a valere sul Fondo sviluppo e coesione ha approvato, per il completamento del Piano banda ultralarga, l'assegnazione di 1,3 miliardi di euro per interventi a sostegno della domanda degli utilizzatori (ancora non utilizzati). Ulteriori risorse, fino a 1,4 miliardi di euro, potranno essere conferite al Piano strategico per la banda ultra larga, con successivi provvedimenti normativi (previo reperimento delle coperture finanziarie) per un totale di 4,9 miliardi di euro;
    la prima fase del piano ha focalizzato l'intervento pubblico nelle aree a fallimento di mercato, le cosiddette «aree bianche», nelle quali la realizzazione della rete in fibra è stata affidata con tre bandi pubblici, aggiudicati all'operatore economico Open Fiber spa;
    il modello scelto nei bandi riguardava la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di una rete passiva e attiva di accesso in modalità wholesale, data in concessione per 20 anni e che rimarrà di proprietà pubblica, tale da consentire agli operatori di telecomunicazione di fornire servizi agli utenti finali a 100 Mbps e comunque non al di sotto dei 30 Mbps;
    la realizzazione di tale rete è risultata sin da subito estremamente complessa sia sotto il profilo degli oneri burocratici che economicamente; in ragione di ciò sono state assunte in questi anni, nel quadro del Piano e con successivi interventi normativi, diverse iniziative per semplificare i permessi ed alleggerire gli oneri burocratici per gli operatori, in particolare implementando il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture nel tentativo di rendere più veloce l'esecuzione del Piano;
    i dati disponibili, sia con riferimento agli obiettivi di sistema, sia con riferimento alla realizzazione degli interventi nelle aree bianche, non sembrano assicurare il raggiungimento degli obiettivi del piano Bul (100 per cento della popolazione per quanto riguarda le connessioni a 30 Mb/s e 50 per cento della popolazione per connessioni da almeno 100 Mb/s che ad un Gb/s entro il 2020) e richiedono un coinvolgimento del Governo per conseguire gli obiettivi che l'Italia si è data;
    il 15 maggio 2020 è infatti stato pubblicato il report sullo stato di avanzamento del piano strategico Banda ultralarga; il report dà conto separatamente degli interventi realizzati con la posa di fibra ottica ed interventi che invece sono realizzati con la tecnologia Fwa; i dati del report confermano la sussistenza di una situazione di difficoltà nel completamento delle procedure burocratiche che portano alla possibilità di avviare i servizi;
    in una recente intervista l'amministratore di Infratel, che ha il compito di vigilare sull'attuazione del Piano banda ultra larga, resa a margine di una riunione del Cobul, ha affermato che: «per ragioni varie, dai ricorsi alla mancanza delle autorizzazioni, siamo indietro nella realizzazione del Piano e dobbiamo imprimere insieme una decisa accelerazione. Ci sono oltre 300 milioni di opere ordinate e non realizzati»;
    inoltre il Cobul, nella riunione del 5 maggio 2020, ha tracciato alcuni indirizzi in merito all'utilizzo dei fondi, pari a 1.146 milioni di euro, per l'erogazione a famiglie e imprese di voucher a sostegno della domanda di connettività (oltre a 400 milioni di euro destinati ad assicurare la connettività ultraveloce, a velocità superiori a 1 Gb/s per gli istituti scolastici, coerentemente con gli obiettivi europei per il 2025, sopra ricordati);
    l'Italia, anche alla luce dell'esperienza del lock-down, nel corso del quale le reti fisse e mobile sono state fortemente sollecitate da un improvviso picco della domanda di connettività per famiglie e imprese derivante dalle modalità di organizzazione del lavoro, dei servizi e della istruzione da remoto, deve assumere ogni iniziativa per accelerare significativamente il dispiegamento delle reti di connessione ad alta capacità su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo in una logica di sistema tutti gli operatori. Tale progetto deve partire da un'analisi dei mutamenti dei fabbisogni di connettività, anche alla luce dell'esperienza del lock-down, e deve coinvolgere in uno sforzo comune e coordinato i diversi operatori di rete per correggere le attuali tendenze di mercato in base alle quali si registra il sotto-investimento in reti ad altissima capacità nelle aree meno densamente popolate del Paese e il sovra- investimento complessivo, con duplicazione inefficiente di tali reti, nelle aree a maggior densità e livelli di reddito, ovvero il cosiddetto «digital divide»;
    la realizzazione di una rete in fibra ottica comporta senza dubbio notevolissimi investimenti e, in questo quadro, come del resto avviene anche per le reti mobili in 5G, in cui sono stati conclusi diversi accordi di co-towering, è pienamente condivisibile l'orientamento manifestato dal Governo e diretto a favorire un dialogo e una maggiore integrazione tra tutti gli operatori del settore, per garantire un'adeguata e rapida infrastrutturazione del Paese, nel rispetto del quadro regolatorio nazionale ed europeo;
    la posizione esposta dal Ministro dell'economia e delle finanze secondo la quale «il Governo incoraggia un costruttivo confronto tra le parti per delineare le condizioni per integrare le infrastrutture, potenziare e ottimizzare gli investimenti, andando incontro alle aspettative del sistema Paese nel dar vita a un'infrastruttura integrata, aperta a tutti gli operatori e non discriminatoria, nel rispetto delle regole di mercato e delle migliori pratiche regolatorie e di concorrenza» indica un percorso per rispondere alle esigenze di ottimizzazione degli investimenti e accelerazione del dispiegamento della fibra ottica. È importante, a tal fine, che si avvii senza indugio un tavolo di lavoro istituzionale con gli operatori del settore per condividere le modalità di perseguimento delle suddette politiche pubbliche nonché piani di investimento e modelli efficaci di integrazione delle diverse reti infrastrutturali, in una logica di sistema che contemperi le strategie di mercato delle imprese con l'interesse strategico nazionale, sottolineato vieppiù dalla disciplina del golden power, a conseguire gli obiettivi di copertura e connettività, in condizioni di stabilità e sicurezza delle infrastrutture;
    in questo quadro risulta essenziale il ruolo dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, anche alla luce del nuovo codice delle comunicazioni approvato in sede europea, per assicurare un'attenta vigilanza sul mercato in merito all'accesso e all'utilizzo dell'infrastruttura da parte di tutti i soggetti interessati senza restrizioni, individuando adeguati meccanismi regolatori e di governance dell'infrastruttura che garantiscano il rispetto della concorrenza a valle tra i soggetti operanti sul mercato delle telecomunicazioni, coerentemente con quanto previsto dalla disciplina europea e nazionale sulla materia,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni utile iniziativa per accelerare la realizzazione armonica delle reti in fibra ottica;

2) a continuare nel perseguimento degli obiettivi dettati dall'Agenda digitale europea e declinati dalla Strategia italiana per la banda ultra larga, al fine di promuovere l'inclusione sociale, le competenze digitali dei cittadini e della pubblica amministrazione, nonché la competitività delle aziende, agevolando le fatturazioni e i pagamenti elettronici;

3) a monitorare il corretto utilizzo dei fondi stanziati al fine di assicurare l'ottimizzazione degli investimenti già realizzati nonché favorire la programmazione di ulteriori stanziamenti al fine di creare, insieme alle risorse comunitarie in materia, un effetto moltiplicatore per assicurare condizioni infrastrutturali e servizi digitali di avanguardia sul territorio nazionale;

4) a promuovere un apposito tavolo di coordinamento, tra tutti gli operatori economici che investono, a vario titolo, per la realizzazione di reti a banda ultralarga nel Paese, assicurando la tutela dell'interesse nazionale;

5) ad adottare iniziative per assicurare la realizzazione di un'infrastruttura integrata capace di recepire gli indirizzi di una politica pubblica di promozione degli investimenti e di inclusione sociale attraverso una nuova cittadinanza digitale;

6) ad individuare forme adeguate di coordinamento con le amministrazioni locali volte a superare l'attuale frammentazione amministrativa, a ridurre il contenzioso e a favorire la rapida realizzazione delle infrastrutture per le connessioni di nuova generazione, sia fisse che mobili, anche attraverso la diffusione di una informazione corretta e responsabile, al fine di accelerare lo sviluppo del 5G;

7) ad assicurare che la realizzazione di una infrastruttura integrata ad alta capacità, anche nella prospettiva di una integrazione con il sistema 5G, offra adeguate garanzie non solo dal punto di vista concorrenziale, ma anche dal punto di vista dei requisiti di sicurezza, ai sensi della disciplina sul cosiddetto golden power e del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, in relazione alla raccolta ed elaborazione dei dati personali dei cittadini, alla sicurezza delle informazioni delle imprese e, più in generale, alla sicurezza di tutte le reti e i servizi di comunicazione elettronica utili a conseguire quell'auspicabile approccio integrato di salvaguardia e sicurezza di persone, processi e informazioni, di tutela di tutti gli asset strategici del Paese, nonché per la tutela della salute, alla luce del fatto che l'Italia ha limiti di emissione molto più restrittivi degli altri Paesi europei e la trasmissione 5G mirata ai dispositivi e non a largo spettro.
(1-00364) «Serritella, Bruno Bossio, Paita, Stumpo, Scagliusi, Nobili, Barbuto, Luciano Cantone, Carinelli, De Girolamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa, Marino, Raffa, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Termini».