XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 371 di martedì 14 luglio 2020
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANDREA DE MARIA , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 luglio 2020.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Covolo, Luigi Di Maio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Lupi, Parolo, Rospi, Schullian e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1812 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 2554).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2554: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Ricordo che nella seduta del 9 luglio si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2554)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, scusi se non ero immediatamente sul posto per intervenire, sarò brevissimo anche perché nella giornata di oggi ci sarà modo e tempo per continuare poi a discutere realmente di più di quelli che sono, in realtà, i temi che riguardano il futuro della vicenda COVID, che ci ha interessato in questi mesi e che sta continuando a tenere aperta una discussione. Noi oggi approveremo in via definitiva un ulteriore passaggio, quello che è stato la chiave di volta, diciamo, tra le varie fasi, tra la cosiddetta “fase 2” e il passaggio alla “fase 3”, una serie di norme che hanno consentito una gestione ordinata e anche molto apprezzata, non soltanto in giro per l'Italia, come spesso avviene, anche se i sondaggi sono veri e certificati da alcuni livelli di gradimento che sono stati assegnati a chi ha gestito la fase, ma non è questo il tema. Il tema riguarda soprattutto anche i riconoscimenti che sono arrivati dalle varie organizzazioni mondiali per il lavoro che noi abbiamo fatto: lo dicono alcuni studi che dimostrano con i grafici come il modello che per primi noi abbiamo dovuto sperimentare - e avremmo fatto volentieri a meno di essere i primi, avremmo volentieri fatto a meno di essere uno dei Paesi più colpiti -, quelle curve che hanno rappresentato e rappresentano la difficoltà della fase con cui si è gestito tutto questo periodo, da fine gennaio ai primi di febbraio fino ad oggi, rappresentano un punto importante, la differenza con la quale noi e alcuni altri Paesi europei abbiamo gestito questa fase rispetto a quello che sta succedendo drammaticamente in altri Paesi; il fatto, cioè, di avere applicato con serietà e rigore alcune questioni non semplici da spiegare, da applicare e da mettere in atto. E oggi noi ci troviamo qui ad approvare questo decreto, ma, nel pomeriggio in Senato e poi, stasera, qui alla Camera, discuteremo effettivamente di come continuare ad andare avanti. Io penso che, pure qui, sarebbe opportuno che tutta la politica italiana non si divida per derby ideologici, ma affronti i prossimi mesi con la stessa modalità con la quale a volte il nostro Paese è riuscito a superare i momenti difficili. Lo abbiamo fatto in momenti drammatici del nostro Paese: trovare l'unità del Paese, non confondere i Governi con l'unità del Paese, ma capire quelli che sono gli interessi del nostro Paese. Ecco, io mi auguro - e mi avvio a concludere perché penso che la discussione di oggi serva, forse, a preparare il terreno di domani - che anche in questa nostra discussione di questa mattina e soprattutto in quelle che verranno, prevalga il senso dell'unità nazionale, intesa come interesse nazionale, non confondendolo con le questioni che riguardano i Governi ed il Governo, ma la “questione Paese”, la questione nazionale e gli interessi del nostro Paese e di chi lo abita. Per questo io oggi - ovviamente parlo a nome del gruppo di Liberi e Uguali - do il parere e il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali a questo decreto, ma soprattutto l'augurio di un discorso maturo, da oggi, per il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, membri del Governo, oggi noi ci troviamo a esprimere il voto finale su quello che potremmo chiamare il provvedimento della fase 2, perché è il provvedimento che ha disciplinato le misure per consentire al nostro Paese di uscire dal lockdown. Qualcuno, nel corso della discussione generale, ha detto che, forse, il nostro lavoro oggi non è utile perché, in sostanza, queste misure stanno andando a esaurimento, scadranno il 31 luglio. A parte il fatto che, evidentemente, mancano ancora due settimane e, quindi, inutile non è, però non voglio sfuggire alla questione posta, perché credo che sia la questione più delicata e complessa che noi abbiamo dovuto affrontare in queste drammatiche settimane, cioè come conciliare la necessità di intervenire in modo tempestivo a tutela della salute pubblica, conciliare questa esigenza con i tempi e le procedure delle istituzioni. È vero che il virus non si interessa dei tempi delle istituzioni umane, però è anche vero che quei tempi sono i tempi della democrazia e tutelare il sistema democratico e l'ordinamento democratico è la premessa per tutelare i diritti fondamentali dei cittadini, ivi incluso quello della salute. In questo senso, io credo che noi, come Italia Viva, abbiamo sempre insistito perché si tenessero insieme questi due aspetti e, quindi, rimanesse centrale il Parlamento e, non a caso, siamo stati tra quelli che hanno insistito perché venisse introdotta nel decreto n. 19 del 2020 la norma che impone, comunque, al Governo, in via preventiva, di confrontarsi con il Parlamento sulle misure di gestione della pandemia, ma, al netto di questo, io credo che oggi il nostro dibattito sia anche l'occasione per valutare come sta andando e come è andata questa fase 2. Credo che possiamo dire che, dal punto di vista sanitario, la fase 2 sta funzionando, perché il nostro Paese ha un'epidemia molto contenuta, i casi vengono individuati, i focolai vengono circoscritti: questo ci fa avere fiducia nella capacità del sistema di monitoraggio messo in campo di continuare a consentirci di riavviare tutte le attività. Noi, però, dobbiamo sapere che per arrivare qui abbiamo dovuto compiere uno sforzo, un sacrificio enorme e credo che, forse, l'unico senso che possiamo dare a una tragedia enorme, come quella che ha vissuto il nostro Paese e che sta vivendo il mondo, è quello della consapevolezza, cioè la consapevolezza che i risultati che stiamo vivendo oggi li abbiamo ottenuti sostanzialmente grazie al popolo italiano, che è stato responsabile durante la fase 1 e ha capito, al di là dei divieti, al di là delle sanzioni, l'esigenza che c'era di mettere in sicurezza il sistema sanitario; grazie a tutti gli operatori che, dentro e fuori gli ospedali - medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari - hanno combattuto per salvare vite umane, spesso, a costo della loro stessa vita; grazie a quelle migliaia di lavoratori che, durante il lockdown, ogni mattina, si sono alzati e, nonostante la paura, sono andati a lavorare per garantire l'apertura dei supermercati, i postini, le Forze dell'ordine, gli operatori del Terzo settore, i volontari. Noi dobbiamo molto a questi cittadini. E, in questa fase 2, dobbiamo ancora essere grati agli italiani, perché mantengono il loro senso di responsabilità e dobbiamo essere grati agli esercenti, ai ristoratori, agli albergatori, a tutti gli imprenditori che, coraggiosamente, con grande difficoltà, stanno riavviando le loro attività e consentono a tutti noi di tornare a un certo grado di normalità. Questa gratitudine chiede a tutti noi un grande senso di responsabilità: noi non possiamo in alcun modo consentire che il Paese venga ripiombato in quella tragedia e questo comporta il fatto che dobbiamo avere un sistema di monitoraggio importante, che monitori i nuovi focolai, che sia in grado di spegnerli rapidamente, che monitori gli eventuali contagi di importazione, e tutto questo costa, è un investimento per il nostro Paese, ma costa. Così come dobbiamo essere consapevoli di come la scelta fatta da chi ci ha preceduto di costruire un Sistema sanitario nazionale universale sia stata una scelta lungimirante, che ha consentito al Paese di essere dove oggi è, diversamente da quanto accade in altri Paesi in cui un sistema universale non esiste. Ma, anche in questo caso, per difendere questo sistema, per potenziarlo, per potenziare la medicina di territorio, occorrono soldi, occorrono investimenti.
Lo dico perché spero che questi elementi, quando sarà il momento di valutare l'opportunità o meno di accedere alla linea di credito specifica per il COVID-19 stabilita dal MES, verranno seriamente presi in considerazione senza demagogia e senza propaganda.
Da ultimo, oggi, che, in fondo, stiamo parlando della una nuova fase - anche stasera proseguiremo il dibattito sulle misure delle prossime settimane -, c'è un punto su cui io vorrei che ci fosse una consapevolezza condivisa in quest'Aula e da parte del Governo, e sono contenta che ci sia la sottosegretaria Zampa, che rispetto a questo ha sicuramente una grande sensibilità. Noi dobbiamo sapere che, nel nostro Paese, le persone più fragili sono quelle che hanno pagato il prezzo più aspro di questa tragedia, sia per gli effetti della malattia, ma anche per gli effetti che il lockdown ha avuto su di loro. Noi dobbiamo sapere che, nel nostro Paese, ci sono persone che, ancora oggi, avendo una salute fragile, sono nella fase 1; ci sono ospiti nelle RSA che, da mesi, non possono vedere i loro parenti, non possono salutarli neanche a distanza; conosciamo le difficoltà di molte regioni nel riavvio dei servizi di sostegno alle persone con disabilità - io conosco le difficoltà della mia regione, la Lombardia, in cui molti di questi servizi non sono ancora ripresi - e le difficoltà che stanno affrontando le famiglie, proprio per vicariare a queste mancanze.
Ecco, è giusto, è doveroso che noi ci preoccupiamo di tutelare la salute di queste persone, ma dobbiamo, credo, avere il dovere etico, prima ancora che politico, di fare in modo che la tutela e la protezione della salute non si trasformino, mai e poi mai, in segregazione ed esclusione esistenziale. Lo dico perché - posso affermarlo anche per esperienza personale -, quando si è in una situazione di salute particolare e più a rischio, ritornare a normalità richiede un grosso sforzo, perché bisogna affrontare una grande paura, e questa paura e questo sforzo devono essere accompagnati dalle istituzioni, avendo anche la forza e il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. E questo sforzo credo che debba essere rivolto, anzitutto, ai bambini e alle bambine che si trovano in una condizione di salute più a rischio. A settembre, devono riprendere le scuole per tutti, è un diritto di tutti i bambini, ma credo che sia un diritto ancora più forte per i bambini con disabilità e in situazioni più fragili, perché loro hanno davvero bisogno di tornare in classe in sicurezza, con i loro compagni e di tornare a vivere l'inclusione scolastica, che è uno dei grandi beni e tesori che noi abbiamo in questo Paese, anche qui, a differenza di altri Paesi. Perché, vedete, è vero che, per chi ha una salute precaria, la quotidianità è fatta di cura e di attenzione a quella salute, però è fatta anche, come quella di tutti gli uomini, di condivisione, di affettività, di vicinanza umana. Io penso che questa sia un po' la differenza tra sopravvivere e vivere e credo che nel nostro Paese, oggi, tutti abbiano il diritto di tornare a vivere e che questo impegno debba interessarci, in particolare, nelle settimane che ci attendono (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, è possibile intervenire…
PRESIDENTE. No, no, cerchiamo di non… guardi, le telecamere sono a favore di chi interviene.
MARCELLO GEMMATO (FDI). A prescindere, vorrei guardare il mio gruppo, ecco, è un fatto psicologico.
PRESIDENTE. È un fatto psicologico, allora se psicologicamente le cambiamo il microfono, se proprio rischiamo… se possiamo invertire due microfoni, chiedo cortesemente ai collaboratori parlamentari, se è una questione psicologica, figuriamoci.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo scusa per aver arrecato disturbo ai collaboratori, però, non mi sento di dare le spalle alla mia parte politica, però, contemporaneamente, mi scuso con gli avversari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Gemmato…
MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, sto contestualizzando amichevolmente…
EMANUELE FIANO (PD). La classe non è acqua (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
MARCELLO GEMMATO (FDI). …con i rappresentanti della maggioranza. Non volevo suscitare questo, mi scuso (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, siamo già ad un minuto di scuse.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì, però continuano, se la prendono per così poco (Dai banchi del Partito Democratico: “Leggeremo lo stenografico”!)…
MARCELLO GEMMATO (FDI). Se vuole ne possiamo anche parlare di persona (Deputati del gruppo Partito Democratico escono dall'Aula). Mi scuso, evidentemente, per l'enorme rispetto che ho per l'Aula, per aver causato questo incidente, peraltro non era mia intenzione, come dire, suscitare l'abbandono dell'Aula, che mi sembra un atto democraticamente forte che si effettua, e noi lo effettuiamo, rispetto a ben altri posizionamenti.
Il fatto di voler parlare, guardando evidentemente la propria parte politica non ritengo essere un'offesa né all'Aula né ai colleghi, però, quand'anche avessi offeso le sensibilità di alcuno, mi scuso per questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché, ripeto, ho un enorme rispetto per quest'Aula, per la democrazia, per la maggioranza, e spero che la maggioranza abbia lo stesso rispetto per le opposizioni che in questo momento declino evidentemente a livello verbale e che nei nostri comportamenti, nel nostro posizionamento politico, nel vivere e nell'intendere la politica si intravede e si intellege sempre. Parto da questo incidente proprio per dire - sottosegretario, lo dico al presidente della nostra Commissione, lo dico a tutti i componenti della nostra Commissione - che noi stiamo svolgendo in questi giorni di emergenza sanitaria uno straordinario sforzo democratico, lo ricordava prima il sottosegretario Zampa.
Le statistiche raccontano che la nostra Commissione è quella maggiormente interessata dai provvedimenti alla Camera e governativi in generale; però, sottosegretario, non possiamo non notare il fatto che purtroppo l'opposizione a questa maggioranza, quella parte politica che dovrebbe essere vissuta come un unicum, soprattutto nei momenti di difficoltà, purtroppo non è tenuta in considerazione. E questo lo dico contestualizzando rispetto anche al decreto in conversione: la parte politica di Fratelli d'Italia ha prodotto, insieme al centrodestra tutto, numerosi emendamenti a questo provvedimento; li ha presentati in Commissione, li ha ripresentati in Aula e sono stati tutti quanti bocciati. Anche il tema della partecipazione, anche il tema della condivisione delle scelte penso sia importante. Mi piace contestualizzare ciò che noi oggi stiamo facendo: noi stiamo convertendo in legge il decreto n. 33 del 2020, l'Atto Camera 2554, che recita “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”. E lo dico perché, rispetto anche al dibattito d'Aula, vi è un mondo che ci osserva, vi è un mondo che segue attraverso i social, attraverso Facebook, osserva ciò che noi facciamo in quest'Aula. Vorrei parlare a questo mondo e spiegare che in questo decreto in conversione il gruppo politico di Fratelli d'Italia ha presentato alcuni emendamenti. In primis abbiamo presentato un emendamento che sta al di sopra di tutti gli emendamenti, ed è la nostra riflessione sull'adozione dei DPCM e sulla necessita di utilizzare questi strumenti, che sono degli strumenti, non per quanto diciamo noi, ma per quanto dicono illustri costituzionalisti, uno fra tutti, per ultimo, il professor Sabino Cassese, il quale - leggo testualmente sul Corriere della Sera di domenica - dice che non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso. Occorre una condizione attuale di emergenza per ricorrere a strumenti straordinari. Noi, invece, ci troviamo di fronte all'applicazione pedissequa, quotidiana quasi, di DPCM, di decreti-legge, di strumenti che coartano la libertà di questo Parlamento anche in assenza, per fortuna, di un'emergenza, perché purtroppo per voi, e lo comunico agli amici della maggioranza, questa emergenza sanitaria, per fortuna, per l'Italia non c'è più. Quindi il ricorso a strumenti straordinari - lo dice il professor Cassese - deve essere un utilizzo esclusivo del momento emergenziale. L'emergenza è finita, e quindi noi vorremmo che il Parlamento ritorni ad avere centralità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Purtroppo, rispetto a questo, gli emendamenti prodotti da Fratelli d'Italia sono stati bocciati. Un altro elemento fondamentale, sempre quindi intellegibile nei nostri emendamenti, è quello, rispetto alle riaperture, perché questo è il cosiddetto “decreto Riaperture”, che si parli in maniera chiara ed univoca della riapertura delle scuole. Purtroppo in questo decreto ci sono dei buchi, ci sono dei vulnus, che noi stiamo cercando e abbiamo cercato attraverso gli emendamenti di curare, e che purtroppo sono stati anche questi bocciati. Noi semplicemente dicevamo che dobbiamo riprendere dalla didattica in presenza; non possiamo più lasciare i nostri bambini a casa, attraverso strumenti, attraverso computer, attraverso la cosiddetta Dad, didattica a distanza, ad apprendere. No, bisogna fare in modo che gli studenti possano in sicurezza frequentare le nostre scuole; questo lo si deve fare, e lo ha detto chi mi ha preceduto, soprattutto per i bambini e per gli studenti con diverse abilità, che in questo momento sono a casa e non possono socializzare con gli amichetti, cosa che per gli studenti disabili ha un'importanza primaria, e diciamo che lo si debba fare soprattutto non facendo assumere ai dirigenti scolastici delle responsabilità che non sono proprie. Uno Stato forte declina fino in fondo quelle che sono le regole, quelli che sono i protocolli per la riapertura, e i dirigenti scolastici li applicano. Se fra l'applicazione e la legge c'è un buco, questo buco non va a favore dei nostri studenti, lascia una libertà eccessiva ai dirigenti scolastici che si assumono delle responsabilità che non dovrebbero assumersi. Bocciato anche questo emendamento; ci è stato detto di trasformarlo in un ordine del giorno, noi, sottosegretario, lo abbiamo fatto, questo ordine del giorno è stato approvato, però, lo vedo, non voglio riprendere le parole del mio collega Salvatore Deidda, purtroppo gli ordini del giorno, purtroppo le nostre interrogazioni, purtroppo il nostro contributo a quest'Aula viene sistematicamente ignorato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi attendiamo ancora oggi risposte alle nostre interrogazioni, noi attendiamo ancora oggi che l'approvazione di ordini del giorno abbia un seguito e funga realmente come linea di indirizzo al Governo, e quindi anche il fatto che sia stato approvato sicuramente è un dato politico. Noi vorremmo che questo dato politico poi si trasformi in qualcosa di concreto e che i nostri bambini possano tornare a scuola in sicurezza, senza scaricare sui dirigenti scolastici tutte le responsabilità. Altro emendamento presentato, per rimanere sempre nella concretezza dell'atto che andiamo a discutere e per giustificare, evidentemente, il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia al provvedimento: l'utilizzo di strumenti interattivi. Oggi noi abbiamo che la cosiddetta Dad, la didattica a distanza, si esegue con un calo di attenzione da parte degli studenti, perché una curva ideale dell'attenzione, soprattutto per i bambini più piccoli, se non c'è interazione fra gli studenti e i professori evidentemente quella curva dell'attenzione cala e non si ha un apprendimento reale da parte dei bambini soprattutto. Abbiamo chiesto, come gruppo di Fratelli d'Italia, nel nostro emendamento che il Mise, insieme al Ministero dell'Istruzione fornisca agli studenti degli strumenti interattivi per rendere veramente reale questo scambio di nozioni fra chi insegna e gli studenti. Anche questo è stato bocciato. Allora, Presidente, lo dico con compostezza per non determinare nuovamente le arrabbiature del gruppo della maggioranza: il gruppo di Fratelli d'Italia c'è, il gruppo di Fratelli d'Italia è a disposizione, il gruppo di Fratelli d'Italia da quando c'è stata questa emergenza pandemica ha dato il segno della propria presenza, il segno del proprio contributo, la volontà di voler essere a disposizione non della maggioranza, ma del Paese - e concludo, Presidente - per essere realmente forza nazionale e forza a sostegno del proprio popolo. Non ce lo state consentendo, e per questo, Presidente, noi voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.
ELENA CARNEVALI (PD). Signor Presidente, Governo, colleghe e colleghi, una successione di atti normativi hanno regolato la vita del Paese nell'affrontare l'emergenza epidemiologica, e con questo decreto, cosiddetto “Riaperture”, noi discipliniamo alcune decisioni che sono state assunte il 16 maggio. Voglio ricordare qua, perché sembra che qualcuno si sia dimenticato, che c'è stato un passaggio al Senato che ha visto il contributo anche delle opposizioni.
Siamo ormai da anni, non sicuramente solo in questo periodo, in una fase in cui ci avviciniamo ad un monocameralismo, ma il passaggio al Senato ha visto anche la partecipazione delle opposizioni. Sono contenute delle scelte che potrebbero sembrare superate, perché l'evoluzione decisionale in tempi di pandemia spesso è molto più dinamica del tempo di conversione parlamentare. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, sebbene il 3 giugno abbiamo conquistato una maggiore libertà sia di movimento sia di circolazione, il virus non è ancora stato debellato. Tenere un saggio equilibrio tra i fautori del “liberi tutti” ed i sostenitori di un approccio radicale è sicuramente la difficoltà maggiore che tutti i Governi stanno affrontando. Le scelte adottate in Italia e quelle in altri Paesi europei, con un'apertura graduale, soprattutto contraddistinta da una adeguata proporzionalità, sono risultate molto più efficaci rispetto alle direzioni prese in altre nazioni. Nella prima fase siamo stati anche apripista in Europa e modello per molte nazioni europee. La scelta di istituire il lockdown ha comportato conseguenze dure e pesanti, soprattutto sul piano economico; eppure l'Italia è riuscita a contrastare l'epidemia evitando il propagarsi del virus nelle aree più contigue alle zone drammaticamente colpite. La nostra prudenza ha evitato di essere nelle condizioni più preoccupanti che si registrano in altri Stati: penso, ad esempio, a quello che affligge molte aree degli Stati Uniti ai tempi di Trump, dove continua drammaticamente il susseguirsi di tristi primati di contagio; penso al Cile, al Perù; penso, per esempio, al Brasile, dove il negazionismo di Bolsonaro ha prodotto, purtroppo, molte morti evitabili. Anche nel Regno Unito la tardività della presa di coscienza della severità delle pandemie, oppure la teorizzazione dell'immunità di gregge hanno prodotto il fallimento.
Questo decreto-legge ci ha formalmente fatto uscire dalla condizione di lockdown; dico formalmente perché va ricordato che lo stato di emergenza è in vigore fino al 31 luglio, e questo provvedimento detta delle misure applicabili fino a quella data. Oggi, contestualmente, ci sarà la comunicazione del Ministro Speranza sulla necessità della proroga del DPCM, che ne estende i contenuti del 14 fino al 31 luglio. Solo un passaggio alle Camere, e non potrebbe essere, peraltro, altrimenti, segnerà e motiverà la discussione parlamentare: l'esigenza di una proroga dello stato di emergenza, che non significa il ritorno del lockdown o l'assunzione di pieni poteri, come qualcuno vuol far credere.
Questo è il terzo decreto, che si sussegue dopo il decreto-legge n. 6 e dopo il decreto-legge n. 19 del 2020. Quest'ultimo definisce anche una cornice giuridica all'interno della quale possono agire i DPCM, restituendo centralità al Parlamento con il ricorso a una norma primaria. Voglio anche ricordare il contenuto dell'emendamento a firma del PD nel decreto-legge n. 19, che altrettanto restituisce la necessità della centralità parlamentare. Questo decreto contiene un'innovazione, però, importante, che è stata trascurata nella discussione parlamentare e che ha invece riportato qui il collega Ceccanti: in una situazione epidemica, che è momentaneamente sotto controllo, non siamo più in presenza di un decreto che permette alle regioni semplicemente e solo di inasprire le regole che ci siamo dati; ed è in base al comma 16 dell'articolo 1, sempre in ragione dell'andamento epidemiologico, che le regioni possono sia intensificare che allentare le regole di vita, di impresa e di convivenza. Una condivisione più ampia delle responsabilità a livelli di governo, che avrebbe dovuto trovare apprezzamento anche nelle parti politiche parlamentari, ma che invece, forse per convenienza politica, è stata ignorata.
Le restrizioni e limitazioni delle libertà individuali e della circolazione sono, peraltro, previste per motivi di salute all'articolo 16 della nostra Carta costituzionale, e hanno senza dubbio rappresentato un'esperienza unica, dal dopoguerra ad oggi. Come cittadini, in questa fase è doveroso continuare a coniugare il nostro senso di responsabilità con le nostre libertà, facendo tesoro di quello che abbiamo vissuto. Oggi le conoscenze scientifiche, cliniche, terapeutiche permettono di curare meglio, in modo più appropriato i pazienti infetti: siamo in grado di contenere i focolai, che ci sono, più facilmente pratichiamo i testi sierologici, i tamponi, buone prassi governano l'isolamento, la tracciabilità; ma altri studi, e l'abbiamo letto ieri, che sono ancora da accertare - penso a quello pubblicato sulla rivista BMJ del Global Health sull'immunità acquisita - possono determinare un cambiamento rispetto all'organizzazione di una gestione della prevenzione, soprattutto nelle aree più colpite, se sembra che l'immunità non sia così protettiva. Regole basilari di protezione semplici non devono mai venire meno: proteggere una comunità non significa praticare una politica del terrore, come hanno colpevolmente insinuato alcuni politici. Preoccupa, piuttosto, assistere ad una sorta di generale rilassamento: lo vediamo nel poco utilizzo della App Immuni, nella scarsa adesione all'indagine sierologica avanzata dal Ministero, è crollata la vendita di mascherine, come se non ne fosse percepita l'utilità. Anche la decisione di bloccare i voli - lo discuteremo oggi - dai Paesi dove la curva epidemica non è una curva sotto controllo, o i casi di importazione ci obbligano ad avere un maggiore rigore, e dobbiamo ancora affinare, invece, i controlli sugli scali intermedi.
Convivere in presenza del virus non ancora debellato e in assenza di un vaccino è la sfida più difficile e inedita che dobbiamo affrontare. L'Italia, con la Francia, la Germania e l'Olanda, ha investito sulla ricerca del vaccino sviluppato dall'università di Oxford con la multinazionale AstraZeneca, che vede peraltro protagoniste nostre eccellenze italiane. I dati ci mostrano come i contagi e i decessi siano in diminuzione, i reparti delle terapie intensive non siano più in affanno, in molte regioni non registriamo più casi. Permettetemi qui di ricordare il fatto che mercoledì scorso all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, in uno dei più grandi hub italiani per SARS-COVID-19, è stato dimesso l'ultimo paziente in terapia intensiva, nella gioia di tutti gli operatori sanitari e della dirigenza ospedaliera, quella gioia che voglio condividere qui in quest'Aula: per noi bergamaschi, per noi lombardi, per noi italiani è un segnale di speranza, con l'estrema riconoscenza e gratitudine che va a tutti gli operatori del sistema italiani, a chi si è adoperato nei reparti, chi ha sostenuto e curato i pazienti, al sistema di ricerca che lavora incessantemente per consentire di avere terapie migliori, a chi ha lavorato nelle retrovie, che sono essenziali, ai volontari e a chi ha garantito il servizio essenziale.
In questa fase è giusto e doveroso concentrare ogni sforzo per far ripartire questo Paese, e in questa direzione è andato il “decreto Rilancio”, e andrà il “decreto Semplificazioni”. In pochi mesi abbiamo stanziato 80 miliardi; voglio ricordare qui che di questi 27,5 miliardi sono andati alla tutela delle famiglie e del lavoro, oltre 29 miliardi li abbiamo messi a sostegno delle aziende, delle imprese, che sono l'ossatura del nostro sistema economico, ed abbiamo immesso liquidità nel sistema e sorretto anche settori fondamentali: penso alle nostre fondamenta, al sistema manifatturiero, a quello del commercio, a quello del turismo, a quello dei servizi. Alle famiglie dobbiamo, invece, la ripresa dell'attività educativa: conoscenza, formazione, educazione sono la linfa essenziale per tutti gli studenti e per la tutela e la garanzia che il diritto allo studio sia garantito alle persone più fragili.
L'obiettivo principale è la ripartenza in condizioni di assoluta sicurezza per tutti. Da dicembre dello scorso anno, abbiamo investito oltre 6 miliardi di euro per la sanità, 30 mila sono i professionisti che abbiamo ingaggiato: sono quelli la nostra forza e il nostro capitale umano, sul quale abbiamo la necessità di garantire stabilità e investimento. In questa direzione va inquadrato il dibattito sul MES, le cui risorse sarebbero un contributo fondamentale per il miglioramento della salute.
Concludo. Con l'esigenza di modernizzare le nostre attrezzature ospedaliere, diagnostiche e di ricerca farmacologica, terapeutica e di investire sulle potenzialità che la tecnologia ci offre, dobbiamo rendere partecipe ogni tassello vitale del sistema salute degli italiani. Ma non dimentichiamoci delle donne e degli uomini che si occupano della salute individuale e collettiva, che sono il vero fattore indispensabile del nostro Servizio sanitario nazionale.
Abbiamo affrontato, Governo e Presidente, questi mesi, che non hanno alcun precedente nella storia della nostra Repubblica, mesi indimenticabili, di cui portiamo addosso le ferite. Coniugare prudenza e ripresa è la sfida che ci accompagnerà per molto tempo, una sfida alla quale non ci sottraiamo, in cui non siamo soli. Solo una reazione collettiva e solidale può aiutarci ad uscire con la forza necessaria per aiutare tutti i nostri concittadini e non pagare il prezzo di ulteriori conseguenze per il rilancio dell'Italia.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND (FI). Presidente, intanto, rivolgo un grazie a tutti gli operatori sanitari e a tutti i cittadini italiani per questi sacrifici che, dall'inizio del lockdown fino a poco tempo fa, a pochi giorni fa, sono riusciti a tenere e a mantenere. Devo dire, caro sottosegretario, salutandola, che dal 21 febbraio, dal giorno dopo il primo caso, alla metà di giugno, in Italia, noi abbiamo adottato, tra decreti-legge, ordinanze sindacali, decreti regionali, provvedimenti comunali e provinciali, 59 mila provvedimenti. Le do il dato della Germania: in Germania, la filiera è molto più corta, dal 13 marzo al 20 giugno di quest'anno 2020, i provvedimenti adottati sono 14.288; dati del centro studi del Parlamento europeo. Allora, il grazie ai cittadini italiani per aver sopportato questa confusione è un grazie forte, è un grande grazie, perché quando noi ci troviamo ad avere una quantità di provvedimenti di questo genere è difficile tenere la barra dritta ed è difficile anche capire se sono verità o se sono bugie, come è anche difficile capire i comunicati stampa che continuano a uscire. Dentro questo meccanismo c'è anche uno sfasamento temporale, che bene ha fatto l'onorevole Carnevali a specificare, del miglioramento del rapporto tra Governo e Parlamento, perché, con questo sfasamento, noi parlamentari, il Parlamento - e me lo insegna il Presidente Rosato che ci dice che in Parlamento si parla, si produce, ci si confronta, si approva -, questo Parlamento, in molti casi, caro onorevole, è stato completamente scavalcato e ci si è trovati due mesi dopo ad affrontare e ad approvare qualcosa che era già stato digerito dalla gente. Occorre un meccanismo, quindi, di compensazione tra Governo e Parlamento tale per cui - e uso sempre il modello tedesco - si formi una sorta di ufficio politico e da quell'ufficio politico devono uscire, di maggioranza e di minoranza, delle decisioni che poi vengono in qualche maniera prese.
Ma, oggi, approfitto della presenza del sottosegretario, perché so che è preparato su questo argomento, perché il conflitto che c'è stato, soprattutto con questo provvedimento, il n. 33, tra Governo e regioni è partito il 22 aprile; è partito dal 22 aprile fino a maggio una sorta di dibattito continuo se aprire prima i parrucchieri o se aprirli dopo, se, praticamente, aprire le chiese o no, e questo tra Stato e regioni; ed è nato anche e soprattutto per una questione che io continuo a ribadire e che voglio trasferire all'Aula e a lei questa mattina: il Comitato tecnico-scientifico, il CTS, formato da venti soggetti tutti con un grandissimo curriculum, tutti molto preparati, tutti provenienti da atenei importanti e nominato alla chetichella, giustamente, perché siamo in una fase di emergenza; chi poteva sapere di aver bisogno di un Comitato tecnico-scientifico a livello governativo? Questo Comitato tecnico-scientifico, in qualche maniera propaggine, strumento della Protezione civile, è diventato un soggetto anche amministrativo e in certi momenti questo Comitato tecnico-scientifico ha avuto talmente tanto potere, talmente tanta capacità, talmente tanta forza da sostituirsi anche alla politica. Infatti, si ascoltava più quello che dicevano il Comitato tecnico-scientifico o Brusaferro nella conferenza stampa della Protezione civile anziché i vari Ministri, senza togliere niente a Speranza che, per alcuni aspetti, è stato anche bravo. Allora, perché è nata questa confusione tra Stato e regioni, dove si volevano aprire ristoranti e si faceva praticamente un ricorso al TAR, dove si diceva di “no”, ma, no, i barbieri si potevano aprire. Perché, poi, a livello regionale sono presenti in tutte le regioni dei CTS regionali avevano e hanno, in molti casi, ancora una visione diversa, completamente diversa dal CTS nazionale e, quindi, c'era una voce scientifica a livello regionale e una voce scientifica a livello nazionale. Non ce lo possiamo più permettere, questa cosa qui non possiamo più permetterla perché ne va della qualità della vita dei cittadini italiani, ma, soprattutto, ne va della qualità delle nostre imprese. Non è possibile che una filiera che produce ma che non è strategica, in un momento di lockdown debba chiudere, pur attivando tutte le misure di contenimento del COVID, e una filiera che indirettamente è strategica debba e possa ancora lavorare, perché il CTS nazionale ha detto di “sì”. Allora le propongo, perché non possiamo avere solamente una visione passiva di questo decreto-legge n. 33, una proposta, le faccio una proposta che è questa: di riformulare completamente, e c'è il tempo per farlo, il CTS a livello nazionale, di riformularlo, di dare più presenza agli atenei, alle grandi università, tipo Padova, di dare più presenza e responsabilità a delle personalità anche regionali e di eliminare - sto dicendo una cosa pesante, ma me ne assumo tutta la responsabilità - i CTS e la responsabilità dei CTS a livello regionale, perché altrimenti continueremo nella confusione più totale, avremmo due visioni diverse della scienza, dell'approccio e delle misure di contenimento verso il COVID, o verso la COVID, come qualcuno va dicendo. Questo passaggio, secondo me, è fondamentale: uno strumento snello che rappresenta tutto il territorio nazionale, che rappresenta le università, che rappresenta la scienza e che ha una voce unica e che dà un contributo, non che dà una linea dritta e precisa, ma che dà un contributo alla politica, dà un contributo al Governo, dà un contributo al Parlamento e da lì si parte. Questo è quello che è successo in Germania ed è questo quello che io vorrei che accadesse anche in Italia, perché, altrimenti, lo ripeto, noi rischiamo di farci male; speriamo che non ci sia una seconda fase, ma se ci sarà la seconda fase, non vogliamo più vedere le situazioni che sono nate fra aprile e maggio nel dire di “sì” e, poi, nel dire di “no”. Faccio un ultimo passaggio. Stasera, il Ministro Speranza interverrà in Aula e dirà, come anticipato dall'onorevole Carnevali, alcune cose; ci sono dei settori che sono ancora chiusi, mi riferisco alle fiere, ai grandi assembramenti, allora, anche qui, mi ispiro a un qualcosa che uno scienziato o qualcuno che lavora all'università e che ha anche una fama importante dal punto di vista della virologia ha detto: quando c'è un approccio di usare le misure di contenimento, di usare le mascherine, di usare l'igienicità, ci sta sicuramente la convivenza con il virus. Allora, non vorrei, stasera, caro sottosegretario e signor Presidente, sentire dal Ministro Speranza di un “no” e di un blocco, ancora, delle attività fieristiche e di altre attività, anche ludiche, anche di divertimento, perché c'è un concetto di assembramento che non si può affrontare. Non è più possibile; si affronta, come hanno affrontato gli italiani, con grande responsabilità la convivenza, la si applica fino in fondo e si affronta e si applica con grande capacità la voglia di vivere, la voglia di fare economia e la voglia di stare in un mondo, in una nazione, in uno Stato in cui si possono usare con intelligenza gli strumenti delle attività, gli strumenti della convivenza e anche le attività economiche, in toto. Per tutto questo e per le considerazioni che ho fatto, è chiaro che il voto di Forza Italia è un voto contrario, ma è un voto costruttivo. Quella proposta che le ho fatto è una proposta che, secondo me, potrebbe, in qualche maniera, sbloccare quella confusione e quel disagio che abbiamo vissuto in questi tre mesi di difficoltà e di lockdown (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tiramani. Ne ha facoltà.
PAOLO TIRAMANI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, oggi, all'alba del sessantesimo giorno in cui, come sapete tutti, scadono i decreti-legge, ci ritroviamo qui a convertire il DL n. 33, emanato il 15 maggio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 maggio, che prevedeva tutta una serie di attività per la fase 2. Penso alla riapertura della circolazione per i cittadini il 18 maggio, alla possibilità di muoversi tra regioni il 3 giugno, agli spostamenti anche con gli Stati esteri, ove consentiti per motivi di lavoro o motivi di salute, alla regolamentazione di alcuni movimenti con Stati particolari, come San Marino e Città del Vaticano, alla possibilità dell'uso dei DPI e delle mascherine in determinate situazioni, ai distanziamenti sociali, agli assembramenti, alla regolamentazione nelle funzioni religiose. Tutte cose che noi abbiamo affrontato - è arrivato in Commissione i primi di luglio alla Camera - quando l'asse temporale, per quanto riguarda questo ramo del Parlamento, era già superato ed era anche impossibile, di fatto, presentare degli emendamenti su un qualche cosa che era già scaduto. Poco importa, come ha detto qualche collega, se al Senato erano già state apportate delle modifiche anche dalle opposizioni. Non possiamo ogni volta svilire il ruolo dei parlamentari. Forse, è quello che qualcuno, in questo Governo, vorrebbe, ma non è quello che vogliamo noi. Noi vogliamo portare la nostra voce. Avremmo voluto capire da questo decreto-legge perché non veniva fatta una pianificazione, su quelli che potevano essere gli aspetti futuri, come nel mondo della scuola, ma anche su come andare ad affrontare e aggredire gli ultimi focolai del virus, a livello sistematico. Vi era questo tipo di possibilità di regolamentazione. Come sapete, i casi stanno diminuendo drasticamente. Abbiamo della strumentazione a disposizione e affrontare con una determinata metodologia avrebbe potuto identificare meglio gli ultimi soggetti sintomatici, i soggetti asintomatici, e andare a circoscrivere i focolai.
Lo ho detto anche nella scorsa discussione generale, quando porto questi esempi, non parlo di esempi teorici. Nella mia città, abbiamo fatto uno screening di massa gratuito per tutta la popolazione: test sierologici, subito e immediatamente la possibilità di fare il tampone, per chi aveva dei valori sballati a livello di IgG e IgM, e siamo andati, in una realtà come la mia, di 13 mila abitanti, a identificare ben 24 soggetti che ancora allora, il 23 maggio, stavano bene, ma potevano propagare il virus.
Quello che noi chiediamo - e lo chiediamo anche in virtù delle dichiarazioni del Premier degli scorsi giorni, che hanno fatto anche arrabbiare la maggioranza - è di essere coinvolti. Non è possibile. Verrà il Ministro, dopo l'uscita infelice del Premier delle scorse ore, a parlare di questa proroga dello stato emergenziale. È una proroga che, in un primo momento, doveva essere fino al 31 dicembre. Poi, forse, anche per riuscire a salvare un po' la situazione e i rapporti all'interno della maggioranza, probabilmente, verrà abbozzata fino al 31 ottobre e, poi, nuovamente, verrà fatta un'ulteriore proroga. Perché questo, secondo me, è il vostro modus operandi: invece di venire qui a confrontarvi con il resto del Parlamento, invece di venire qui a discutere dei provvedimenti, riuscite sempre a soprassedere a questa buona prassi parlamentare, ponendo il voto di fiducia, non permettendoci di esprimere quelle che sono le nostre ragioni o facendo decreti-legge o, ancor peggio, DPCM. Quindi, oggi andiamo a votare un qualche cosa che ha, sì, valore fino al 31 luglio, ma sul quale questo Parlamento, il gruppo della Lega e tutti i gruppi di opposizione e maggioranza, non hanno potuto di fatto esprimersi. Lo facciamo in fretta e furia, perché tra poche ore scadrà e lo facciamo con buon senso, ma sicuramente non con la nostra posizione favorevole, proprio per questo mancato coinvolgimento.
Vede, credo che la situazione è stata difficile. È stata difficile per tutti. Chiunque si trovava in una posizione di Governo doveva gestire un qualcosa di straordinario. E, quando si gestisce qualcosa di straordinario, non è mai facile. Ma, proprio perché è mancata questa coralità, sembra quasi che, da questa situazione ampiamente negativa per il Paese, si è voluto rilanciare un lavoro di Governo. Si è voluto cercare di sfruttare questo tipo di situazione. E anche il fatto di pensare di portare lo stato emergenziale fino al 31 dicembre è un modo per mascherare quelle che sono le negatività di questo Governo. Perché questo è. Perché tutti capiscono che siamo in uno stato emergenziale, che ci sono le difficoltà, che potrebbero esserci dei nuovi focolai e una seconda ondata. È giusto prevenire questo tipo di situazione, ma, se vogliamo prevenirla seriamente, dobbiamo farlo tutti insieme. Se non lo facciamo tutti insieme, voi - e mi rivolgo a un particolare pezzo della maggioranza, che avete gridato all'onestà di questo Parlamento e al fatto che ci debba essere un coinvolgimento totale di tutti -, per l'ennesima volta, svilite quello che è il vostro ruolo, il ruolo dei parlamentari. Delegate al Presidente del Consiglio la possibilità di fare un decreto, che oggi andiamo a convertire, ma anche degli ulteriori DPCM, per portare la palla in là e, probabilmente, avere qualche mese in più di Governo. Io, sinceramente, questo non lo accetto. Come Lega non lo accettiamo. Voteremo ovviamente contro questo provvedimento e voteremo contro anche i futuri provvedimenti, se non ci sarà questo recupero di rapporto. Spesso ci dite che ci volete coinvolgere. Fatelo veramente, non presentandoci delle deleghe in bianco.
Consentitemi una battuta. Non è che quello che voglio fare è gossip politico. Nelle scorse settimane ho letto l'indiscrezione, secondo cui uno Stato antidemocratico avrebbe finanziato un partito che compone la maggioranza. Non so se questo è vero o meno, ma io credo che da Chávez e da Maduro parte di questa maggioranza ha imparato un tipo di Governo dittatoriale, in un Paese che sta crollando. Questo noi non lo vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.
ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretaria Zampa, l'emergenza di salute pubblica, che ha coinvolto e sta tuttora, purtroppo, coinvolgendo la comunità internazionale, ha evidenziato che il nostro Paese - come già ricordato dall'onorevole Carnevali - ha saputo gestire efficacemente una situazione di emergenza sanitaria senza precedenti nella storia della nostra Repubblica. Con la rapida diffusione del contagio a livello mondiale, altri Paesi hanno agito sulla scia della nostra azione di Governo, arrestando le rispettive economie in nome della vita dei propri cittadini. Oggi lo possiamo dire ancora più forte: le nostre scelte sono andate nella direzione giusta, quella della prudenza, della tutela del diritto alla salute delle persone prima di tutto. E sulla linea della prudenza dobbiamo continuare a muoverci, considerando anche il persistere del contagio nel mondo ed anche in alcune aree del nostro Paese. E mi dispiace, a questo punto, dover contraddire il collega Gemmato, che citando il grande costituzionalista, il professor Cassese, di cui non conoscevo anche la fama di epidemiologo, ci invitava, invece, ad abbandonare la prudenza.
Apprezzo, dunque, e condivido la decisione del Presidente Giuseppe Conte di prorogare l'attuale stato di emergenza. Siamo ancora nella fase in cui tutto può succedere e, anche se un grave peggioramento della situazione epidemiologica è ciò che nessuno vorrebbe accadesse mai, lo Stato deve essere pronto a intervenire. È indispensabile avere tutti gli strumenti per agire tempestivamente, anche e soprattutto imparando da ciò che abbiamo già vissuto nei mesi scorsi. Il propagarsi rapido, diffuso e costante del contagio ha comportato enormi sacrifici, ma soprattutto la perdita di vite umane, che difficilmente riusciremo a dimenticare.
L'interruzione delle attività produttive è stata decisa ben comprendendo l'impatto enorme che ne sarebbe derivato sul piano socio-economico. Mi preme ricordare che a tal fine sono state adottate inedite misure di sostegno a lavoratori, famiglie ed imprese, affinché nessuno venisse mai lasciato indietro. La graduale diminuzione dell'incidenza del COVID-19, con il progressivo miglioramento della situazione epidemiologica, ci ha consentito un proporzionale allentamento delle restrizioni, pur perseguendo l'obiettivo prioritario di preservare la salute individuale e collettiva, obiettivo che necessita il permanere di ogni opportuna azione di prevenzione, componente immanente della salute, che, da astratto principio, ha trovato applicazione pratica nella quotidianità di vita di tutti i cittadini. Il progressivo calo del numero dei contagi e dei decessi, accompagnato dal parallelo aumento del numero dei guariti, ha infuso fiducia nelle azioni intraprese, senza però affievolire il senso di responsabilità, che ha guidato la maggioranza politica sin dall'inizio di questa emergenza. La prudenza ha infatti ispirato ogni azione adottata, complici i dati incoraggianti della curva epidemiologica, che hanno dimostrato come tutti gli sforzi compiuti sinora abbiano prodotto i risultati attesi. Onorevoli colleghi, la tutela della salute dei cittadini non è negoziabile, né assoggettabile a condizioni. Il Governo, con il presente provvedimento, ha responsabilmente accettato il rischio che la graduale ripresa delle attività poteva comportare, pena un ulteriore danneggiamento del tessuto produttivo del nostro Paese. E' stato fatto appello ai cittadini a mantenere comportamenti adeguati di distanziamento sociale, nell'idea che il senso di responsabilità di ciascuno - come è stato già ricordato prima - sia la chiave reale per poter vincere. I medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e sociosanitari, i ricercatori, ma anche tutte le Forze dell'ordine, spesso meno menzionate, hanno dimostrato una forza e una capacità straordinaria, nel lottare contro un virus sconosciuto altamente aggressivo, e a tutti loro va il nostro più grande ringraziamento e riconoscimento. La cautela adottata ha d'altro canto imposto la necessità di posticipare la ripresa di quelle attività, come ad esempio quella della didattica in presenza, particolarmente dolorosa, che avrebbero però rappresentato un pericolo potenzialmente suscettibile di vanificare tutti gli sforzi intrapresi dal punto di vista del contenimento pandemico. Ciononostante il Governo si è impegnato affinché venisse sempre garantito il diritto allo studio, mostrando al contempo la dovuta sensibilità per le categorie più a rischio, che hanno ricevuto tutte la necessaria attenzione. L'economia italiana deve ripartire, ma le misure che ci apprestiamo a votare, cari colleghi, sono state ciò che ha tutelato la salute pubblica quale bene prioritario. Mi avvio alle conclusioni, signor Presidente, ricordando che, nell'azione di contenimento del virus, le politiche nazionali devono necessariamente esprimersi attraverso iniziative tempestive e coordinate, con un costante dialogo con le regioni e gli enti locali, perché eventuali nuovi focolai siano rapidamente circoscritti. Il disagio sociale e la crisi economica provocati dalla pandemia rappresentano una priorità, a cui il Governo sta facendo fronte con tutte le risorse a disposizione. In attesa della scoperta e della conseguente distribuzione di un vaccino, alla cui realizzazione - lo dico con orgoglio particolare - sta partecipando anche la ricerca scientifica italiana, siamo chiamati ad agire con prudenza e responsabilità. L'emergenza da COVID-19 può servire quale occasione per una reale rinascita del Paese, edificando una nuova Italia, più ricca e più vicina ai cittadini. Molte sono le lezioni che tutti noi abbiamo imparato, nostro malgrado, da quanto abbiamo vissuto direttamente o indirettamente. Concludo, signor Presidente, auspicando che da tale esperienza possano generarsi azioni concrete di crescita ed occasioni che - ne siamo certi - tutti vogliamo cogliere, ma cui dobbiamo partecipare attivamente e con dedizione coltivare. Ed è con questo auspicio che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial. Ne ha facoltà.
SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Siamo ancora qui oggi a discutere di proroga di uno stato di emergenza che non esiste e di possibili riaperture per gentile concessione del Governo più autoritario della storia della nostra Repubblica. Questo succede quando le democrazie vengono oltraggiate e vilipese e le agende di Governo, come pedine del gioco del nuovo ordine mondiale, sono dettate dai vari filantropi mondiali. Popoli manipolati come rane bollite, pronti ad accettare qualsiasi cosa, anche la più pericolosa, come il vostro amato 5G. Poco importa se ormai la narrazione ufficiale ci dice che la carica virale è bassissima e il COVID si è indebolito; il Coronavirus viene usato ancora una volta per restare attaccati alla poltrona e colpire la nostra memoria, i nostri figli e il nostro sangue. Si usa il termine “rilancio” per giocare d'azzardo con il nostro Paese; si chiama “semplificazione” un elenco incredibile di possibili favori alle mafie, che sono le uniche ad avvantaggiarsi veramente delle emergenze, eludendo le normative da sempre; i presidenti di regione si trasformano in sceriffi, derubando dei diritti naturali i poveri cittadini, mentre festeggiano a Manduria in favore delle telecamere. Dal “mascherina gate” di Zingaretti, che frutta ben 11 milioni di euro, ai premi toscani da 3.000 euro ai pediatri vaccinatori, perché si sa che oggi i medici, rinnegato il giuramento di Ippocrate, devono solo giustificare la teoria dei virologi. Con il TSO, ospitalità coatta, o campi di detenzione, come misura di oppressione sociale si sta rispondendo perfettamente al piano di Soros e Gates alla distruzione della famiglia. La questione non è più virologica, ma solo politica perché avete paura dei disordini pubblici di settembre e quindi riproponete mascherine e vaccini inutili e pericolosi, insieme alla didattica, a distanza o meno, sempre totalmente vuota di contenuti, perché i bambini e i ragazzi hanno il diritto invece ad una società libera, senza più paura e ricatti, fatta di socialità e condivisione, prima che di nozionismo. Ed allora voi sapete che cosa significa veramente il dolore di un genitore o il dolore di un figlio di non rivedere magari il proprio figlio o il proprio genitore? Sapete che cosa significa il dolore di un genitore, che deve curare tutta la vita il figlio danneggiato da un vaccino? Un dolore mostruoso, duro, lacerante, che ti divora dentro, ma che, se ti fa sopravvivere, ti rende invincibile. Mentre Trump esce dall'OMS di Big Pharma e di deep State, il nostro Giuseppe si dice appiattito sempre e solo sull'interesse pubblico e sul bene comune e l'Italia viene di fatto svenduta dalle lobby finanziarie alle case farmaceutiche, a Google, a Microsoft, come giustamente insegnato dal cardinale Silvestrini. Il tutto mentre il 40 per cento delle imprese italiane non sopravvivranno…
PRESIDENTE. Grazie onorevole.
SARA CUNIAL (MISTO). …e ci dicono uomini e donne insieme - due secondi - che la disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà e che la legalità oggi è resistenza. Mattarella a Basovizza ieri ci ricorda che la storia non si cancella; lui può fermare questa follia, rifiutandosi di firmare i vostri decreti illegittimi. Qui ci vuole coraggio, il coraggio di stare dalla parte giusta della storia, dalla parte magari di magistrati come Nino Di Matteo e Giuseppe Lombardo che, nella settimana scorsa, sono stati lasciati soli ancora una volta dallo Stato il giorno della requisitoria più importante della storia politica del nostro Paese, nel processo “‘ndrangheta stragista”, dove si parla anche dei vostri…
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, da più parti si alza la voce, che è rappresentata nella formula più precisa da Michele Ainis: “Le libertà e i diritti dei cittadini non possono essere limitati con atti amministrativi”. Quest'atto amministrativo, anch'esso con i suoi limiti, e quelli a venire sono fortemente contrastati da una gran parte della comunità scientifica, che oggi si rappresenta nelle posizioni ripetute del dottor Zangrillo, in maniera molto precisa, e ancor più oggi da Massimo Clementi, che è il primo virologo del “San Raffaele”, il quale dice: “Nessuna seconda ondata micidiale. Lo stato di emergenza non ha senso”.
Ora, credo che abbia ragione l'amico Bond a invocare un comitato tecnico scientifico clandestino, di resistenza, di rivolta, di insurrezione contro ordini calati dall'alto, senza la verifica della comunità scientifica, come ogni dato oggettivo ci comunica. Vorrei, allora, ricordare che se questo stato di emergenza non ha senso, come indicano con insistenza scienziati illustri, Hannah Arendt - lo vorrei ricordare alla collega Ianaro - quando ha indicato la condizione di resistenza contro il nazismo ha scritto una frase che oggi a Bolzano è contro il “Credere, obbedire, combattere” di Mussolini: “Nessuno ha il diritto di obbedire”, che vuol dire che tutti abbiamo il diritto di disobbedire, ribellarci, combattere, vincere contro il male (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e del deputato Bond)!
PRESIDENTE. Poiché, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che la votazione finale sul provvedimento in esame abbia luogo non prima delle 12,30, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,30.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, invito a mantenere le distanze di sicurezza concordate. Colleghi, invito a mantenere le distanze di sicurezza, che vuol dire che ci si siede una sedia, sì, e una sedia, no. Lo dico, per esempio, al gruppo di Fratelli d'Italia; lo dico al gruppo del… Colleghi, bene.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2554)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2554: S. 1812 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Sebastiano Cubeddu per il Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1 (Doc. III, n. 1).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Sebastiano Cubeddu per il Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1 (Doc. III, n. 1).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nel vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
La Giunta delle elezioni propone la convalida dell'elezione per il Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1 del deputato Sebastiano Cubeddu.
(Discussione - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di intervenire il collega Stumpo. Prego, onorevole Stumpo. Colleghi, sono previsti quindici minuti di intervento, pregherei chi intende ascoltare di farlo in silenzio. Prego colleghi, consentiamo all'onorevole Stumpo di intervenire. Prego, onorevole Stumpo.
NICOLA STUMPO, Relatore. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, la Giunta delle elezioni, nella seduta pubblica del 22 giugno 2020, ha deliberato…
PRESIDENTE. Onorevole Stumpo, almeno i due colleghi che sono dietro di lei, proprio dietro di lei, grazie.
NICOLA STUMPO, Relatore. … di proporre all'Assemblea la convalida dell'elezione del deputato Sebastiano Cubeddu, proclamato nel Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1. Scusi, Presidente, …
PRESIDENTE. Prego, onorevole Stumpo.
NICOLA STUMPO, Relatore. Da qui posso parlare senza mascherina o con la mascherina?
PRESIDENTE. Guardi, si è messo lì, ha scelto di stare lì, se va sul podio può stare senza mascherina.
NICOLA STUMPO, Relatore. Grazie. Dicevo, nel Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1, la cui elezione era stata dichiarata contestata dalla Giunta medesima nella seduta del 25 febbraio 2020. I fatti e le ragioni che hanno indotto la Giunta a pronunciarsi in tal senso sono di seguito esposti. La proclamazione dell'onorevole Cubeddu e il ricorso della candidata Saltamartini. Nelle elezioni del 4 marzo 2018, il candidato del MoVimento 5 Stelle, Sebastiano Cubeddu, è stato proclamato eletto nel Collegio uninominale n. 12, Guidonia-Montecelio, della XV Circoscrizione Lazio 1. Avverso la proclamazione dell'onorevole Cubeddu è stato presentato ricorso dalla candidata della coalizione di centrodestra, Barbara Saltamartini, prima dei non eletti nel suddetto Collegio uninominale n. 12. Peraltro, la ricorrente è stata proclamata eletta nel Collegio plurinominale n. 2 della XV Circoscrizione Lazio 1, nella lista della Lega. Le motivazioni del ricorso si basavano sul numero, ritenuto eccessivo, delle schede dichiarate nulle dai seggi e sull'incompletezza dei verbali di scrutinio e delle relative tabelle nei comuni compresi nel Collegio uninominale n. 12 della XV Circoscrizione Lazio 1. Pertanto, ove le schede dichiarate nulle e comunque non correttamente attribuite, fossero state, anche in minima parte assegnate alla candidata Saltamartini, il ritardo minimo rispetto al candidato Cubeddu sarebbe stato ampiamente colmato, con conseguente vittoria della ricorrente nel Collegio in esame. Presidente, la relazione è lunga, la situazione non è semplice, io cercherò anche di stringere un po' rispetto ai numeri, però così lo dico per l'Aula, bisogna decidere su un fatto che ha una sua pregnanza.
PRESIDENTE. Lo so, onorevole Stumpo. Pregherei i segretari d'Aula quantomeno di non provocare loro gli assembramenti.
NICOLA STUMPO, Relatore. Conseguentemente, si chiedeva in via principale la revisione di tutte le schede nulle e di quelle contestate nel Collegio; in via subordinata, la revisione delle schede che sarebbero state annullate illegittimamente e/o comunque non validamente assegnate alla ricorrente. In ogni caso, la contestazione delle elezioni del deputato Cubeddu. In via istruttoria, l'acquisizione dei verbali sezionali dei comuni facenti parte del Collegio uninominale n. 12 della XV circoscrizione Lazio 1. Si è seguito poi il procedimento di verifica dei poteri e, in data 9 luglio 2019, il relatore della XV Circoscrizione Lazio 1, onorevole Cristian Invernizzi - che qui ringrazio per il lavoro che ha svolto in tutta la fase che ha preceduto il mio incarico - ha illustrato alla Giunta delle elezioni le risultanze delle operazioni preliminari di verifica sui verbali delle singole sezioni elettorali, effettuata ai sensi dell'articolo 8 del regolamento della Giunta. In particolare, il totale dei voti validi riportati dal deputato Cubeddu risultava essere pari a 55.373, mentre il totale dei voti validi attribuiti alla candidata Saltamartini risultava essere pari a 55.356. Veniva quindi confermato il maggior numero di voti validi ricevuti dal deputato proclamato Cubeddu rispetto alla candidata Saltamartini. Le schede nulle erano pari a 2.773 e le schede bianche erano pari a 2.151. Le variazioni rispetto alle cifre elettorali in base alle quali l'Ufficio centrale circoscrizionale aveva effettuato la proclamazione derivano dalle differenze riscontrate nei voti riportati dai due candidati nelle sezioni così elencate. Io, per brevità, salterei le sezioni, tanto la relazione è stata consegnata, quello che conta sono i numeri complessivi, quindi evito di entrare nel merito di ogni singola sezione. Di seguito, si è avuta l'apertura dell'istruttoria. Nella medesima seduta del 9 luglio 2019, il relatore Invernizzi, ritenendo il ricorso presentato dalla candidata Saltamartini non manifestamente infondato, ha quindi riproposto alla Giunta di deliberare l'apertura dell'istruttoria, ai sensi dell'articolo 11 del regolamento della Giunta delle elezioni, e procedere al riconteggio delle schede bianche, nulle e contestate del Collegio uninominale n. 12. La proposta del relatore è stata approvata dalla Giunta, che ha costituito un comitato di verifica, con il compito di revisionare le schede bianche, nulle e contestate nel Collegio uninominale n. 12. Il comitato di verifica si è riunito nelle giornate 6, 12, 13 e 27 novembre 2019 e ha terminato i suoi lavori nella riunione del 4 dicembre 2019. Il risultato della verifica delle schede bianche, nulle e contestate è stato comunicato alla Giunta nella seduta del 4 dicembre 2019. La verifica ha comportato l'attribuzione di complessivi 414 nuovi voti validi ai candidati e alle liste, il numero delle schede bianche è passato da 2.151 a 2.075, mentre il numero delle schede nulle è passato da 2.773 a 2.440. Al deputato Sebastiano Cubeddu sono stati attribuiti 94 nuovi voti validi. L'Ufficio centrale circoscrizionale aveva attribuito al deputato Cubeddu 55.376 voti, che dopo la verifica dei verbali sezionali sono stati modificati in 55.373. pertanto, a seguito dell'attribuzione dei predetti 94 nuovi voti validi da parte del Comitato di verifica, la cifra elettorale del deputato Cubeddu è diventata pari a 55.467 voti. Alla ricorrente, Barbara Saltamartini, sono stati attribuiti 226 voti nuovi validi. L'Ufficio centrale circoscrizionale aveva attribuito alla ricorrente Saltamartini 55.348 voti, che dopo la verifica dei verbali sezionali sono stati modificati in 55.356. Conseguentemente all'attribuzione dei 226 voti validi da parte del comitato di verifica, la cifra elettorale della ricorrente Saltamartini è diventata pari a 55.582. La verifica delle schede bianche, nulle e contestate da parte del comitato ha quindi proposto un significativo mutamento del risultato elettorale, posto che la ricorrente Saltamartini è risultata in vantaggio di 115 voti rispetto al deputato proclamato Cubeddu.
Il relatore Invernizzi ha riferito peraltro che sebbene la verifica sia stata estesa a tutte le 259 sezioni del collegio, in quattro sezioni non è stato possibile verificare le schede bianche e nulle in quanto non sono state rinvenute nei relativi plichi. Si tratta di 14 schede nulle della sezione n. 38 di Guidonia Montecelio; di 8 schede bianche e 3 schede nulle della sezione n. 60 di Guidonia Montecelio; di 9 schede bianche e 14 schede nulle della sezione n. 5 di Marcellina e di 6 schede bianche e 3 schede nulle della sezione n. 51 di Tivoli, per un totale di 57 schede, tra bianche e nulle.
Con riferimento ai soli candidati Cubeddu e Saltamartini, sono stati attribuiti i seguenti voti validi derivanti dalle schede bianche, nulle e contestate. Anche qui lascio la relazione che è stata già presentata: non leggo tutti i comuni del collegio che hanno riportato ai numeri di cui ho detto precedentemente. Il relatore Invernizzi ha inoltre riferito che il comitato ha confermato tutte le assegnazioni effettuate dall'Ufficio centrale circoscrizionale dei voti contestati e non assegnati nelle sezioni elettorali, ad eccezione di due schede: una nella sezione n. 1 del comune di Subiaco e una della sezione n. 39 del comune di Tivoli. Entrambe le schede sono state ritenute valide dall'Ufficio centrale circoscrizionale, con conseguente assegnazione del voto alla candidata Saltamartini. Il comitato ha disposto la nullità di tali schede in quanto recanti due segni su due diverse liste della coalizione di centrodestra.
La Giunta ha ammesso all'istruttoria in qualità di parti anche altri due candidati nei collegi plurinominali. Si tratta del dottor Fabio Forte, candidato della lista Lega nel collegio plurinominale 02 della XVI circoscrizione Lazio 2, che ha presentato un ricorso alla Giunta nel quale ha argomentato che l'eventuale elezione della candidata Saltamartini nel collegio uninominale n. 12 della circoscrizione Lazio 1 avrebbe comportato la propria proclamazione a deputato, e dell'avvocato Sara Adriani, candidato della lista Lega nel collegio plurinominale 02 della XV circoscrizione Lazio 1, che ha presentato alla Giunta un'istanza di legittimazione autonoma ex articolo 9 del Regolamento della Giunta con la finalità di essere riconosciuta quale soggetto titolare di un interesse personale, diretto e qualificato e chiedendo la reiterazione dello spoglio. Sono state presentate le memorie di parti. La ricorrente Saltamartini, il proclamato Cubeddu, il candidato Forte hanno trasmesso nei termini regolamentari memorie e chiarimenti esaminati dal comitato di verifica nelle riunioni del 15 e 21 gennaio 2020. Nella memoria presentata il 7 gennaio 2020 dalla ricorrente Saltamartini, atteso l'esito dell'istruttoria condotta dal comitato, si è chiesto alla Giunta di provvedere alla correzione del risultato elettorale di cui si tratta, attribuendo alla ricorrente i voti nei suoi confronti illegittimamente annullati o non assegnati; di deliberare a favore della revisione e conseguente annullamento, nella parte di interesse della ricorrente, delle operazioni di voto oggetto di censura inerenti l'elezione contestata; quindi di procedere alla revisione e conseguentemente all'annullamento dell'atto con il quale era stata disposta la proclamazione a deputato del signor Sebastiano Cubeddu, con conseguente richiesta di proclamazione a deputato, in suo luogo, della ricorrente Barbara Saltamartini. Nella memoria, inoltre, è stato sottolineato come, non essendo stata richiesta alla Giunta alcuna altra pronuncia, la stessa non avrebbe potuto pronunciarsi al di fuori delle domande tempestivamente svolte dalla sola ricorrente, precludendo ogni richiesta da parte del deputato Cubeddu di ampliare l'oggetto dell'istruttoria attraverso la revisione anche delle schede valide, non avendo quest'ultimo presentato tempestivamente simile istanza. Il deputato proclamato Cubeddu, nella sua memoria depositata l'8 gennaio 2020, ha avanzato in primo luogo la richiesta di verifica anche delle schede valide del collegio, già anticipata dal gruppo MoVimento 5 Stelle nel corso della seduta della Giunta del 4 dicembre 2019.
Egli ha osservato poi come il procedimento e i criteri di valutazione, di validità o nullità dei voti, approvati dalla Giunta nella seduta del 26 giugno 2019, nonché le valutazioni di validità delle schede attribuite dal comitato di verifica alla ricorrente Saltamartini risultino viziati da eccesso di potere, illegittimità e violazioni di legge, oltre alla violazione di norme costituzionali. A suo avviso, le schede, i cui voti sono stati attribuiti alla ricorrente Saltamartini, dovevano permanere nell'essere considerate invalide o nulle ed anche le schede bianche, ben 76, rispetto alle quali non vi erano contestazioni nei verbali di seggio, gli unici a far prova secondo consolidata giurisprudenza, a tutti gli effetti dovevano permanere nell'essere considerate tali. Considera quindi che le schede rivalutate e ritenute valide dal comitato di verifica con attribuzione del voto alla ricorrente Saltamartini risultano in modo manifesto erronee nella rivalutazione con conseguente illegittima attribuzione alla ricorrente. A tale proposito, l'onorevole Cubeddu ha elencato analiticamente a titolo semplificativo 63 casi di schede a suo giudizio illegittimamente rivalutate dal comitato con attribuzione del voto alla ricorrente Saltamartini. Nella sua memoria il deputato Cubeddu ha anche evidenziato che non sono state rinvenute le schede elettorali bianche, nulle e contestate di quattro sezioni per cui, attraverso complessive ed ulteriori verifiche, si sarebbero ristabilite la distanze in suo favore nei confronti della ricorrente Saltamartini. L'onorevole Cubeddu ha contestato, inoltre, la deliberazione della Giunta di considerare voti validi i voti espressi su schede recanti ancora il tagliando antifrode. A suo giudizio la Giunta avrebbe applicato impropriamente il principio del cosiddetto favor voti sancito dall'articolo 69 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 in quanto, nel caso di specie, non si tratterebbe di ricercare la volontà dell'elettore che ha difficoltà nell'espressione del voto ma di prendere atto che non erano state correttamente osservate le disposizioni che sanciscono i casi di nullità del voto.
Il candidato Fabio Forte, nella sua memoria depositata l'8 gennaio 2020, ha manifestato la sua opposizione a qualsiasi richiesta di riconteggio dei voti che dovesse provenire da altri soggetti, i quali, ove ne avessero avuto interesse, avrebbero sin da subito dovuto attivarsi nei modi e nei termini previsti dalla normativa di riferimento, dovendosi ormai ritenere decaduti dalla proposizione di qualsiasi tipo di domanda o richiesta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stumpo. Può consegnare il resto della relazione.
NICOLA STUMPO, Relatore. Semmai leggo la parte finale però.
PRESIDENTE. È già oltre di un minuto, prego.
NICOLA STUMPO, Relatore. Se vuole leggo la parte finale perché serviva, perché ci sono dei precedenti rispetto alle scelte che noi come Giunta…Vado a stringere ma dopotutto si sono utilizzate diverse giornate per arrivare alla soluzione e non è facile in una sola…
PRESIDENTE. Sì, ma…
NICOLA STUMPO, Relatore. Lo so. Ci sono stati dei precedenti - mi avvio a concludere - sui quali già si è dovuto far conto di uno spiacevole inconveniente. La Giunta ha già dato mandato a noi stessi di rivedere alcune situazioni. Infatti, era successo nelle elezioni del 2001 ed è successo di nuovo adesso che le schede, che dovevano essere riviste, erano state conservate in questo caso nei bagni del tribunale di Tivoli, che si è allagato; quindi, non si è data la possibilità di concludere l'iter. Aggiungo in meno di dieci secondi che, forse, sarebbe il caso di rivalutare tutto quello che c'è dietro le elezioni, dalla nomina dei presidenti in poi, anche perché si sono riscontrati in tutto il lavoro…
PRESIDENTE. La prego di concludere.
NICOLA STUMPO, Relatore. Ho concluso...problemi rispetto ai verbali e quant'altro. In ogni caso, visti i precedenti e considerata l'impossibilità di chiudere il percorso dal punto di vista della lettura delle schede valide, la Giunta delle elezioni, con la presente relazione, propone all'Assemblea la convalida dell'elezione per il collegio uninominale n. 12 della XV circoscrizione Lazio 1 del deputato Sebastiano Cubeddu.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà per quattro minuti.
CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Generalmente, in Giunta delle elezioni le decisioni principali, anche nella consapevolezza di essere un organo in regime di autodichia, vengono assunte quasi esclusivamente all'unanimità o comunque con una larga condivisione, anche perché, al di là delle indicazioni da parte di ciascun partito all'interno della Giunta, il clima in cui si lavora è di assoluta imparzialità istituzionale nell'analisi delle procedure e il rapporto di rispetto e collaborazione tra i colleghi non è mai stato in discussione.
Tuttavia, il caso in questione è molto controverso, tanto è vero che, a differenza del solito, la Giunta delle elezioni si è espressa con un voto molto risicato a favore dell'esito proposto dal relatore collega Stumpo, ossia 14 voti ad 11. Questo perché sia dal punto di vista della valutazione dell'istruttoria svolta sia dal punto di vista dell'esito la situazione è molto, molto complessa. Ricordo che, a seguito delle elezioni, era stato proclamato eletto il collega Cubeddu per soli 17 voti di scarto nel collegio uninominale di Guidonia Montecelio, nel Lazio. Essendo fondato il ricorso presentato dalle parti Saltamartini e Forte, il riconteggio delle schede bianche, nulle e contestate aveva ribaltato, in modo significativo, questo risultato, perché l'onorevole Saltamartini, che aveva perso per 17 voti, avrebbe vinto per 115 voti di scarto, a conferma di un trend che abbiamo riscontrato in tutti gli altri ricorsi che abbiamo valutato in Giunta delle elezioni in questo periodo, nel quale le schede elettorali erano impaginate e strutturate in modo tale da avere un numero molto maggiore di voti nulli a danno delle coalizioni rispetto alle liste che avevano un simbolo singolo. In particolare, si è riscontrato in tutti i ricorsi valutati, in particolare nel centrodestra, un recupero molto significativo di voti dalle schede nulle. Il fatto che è avvenuto - e vado a concludere, Presidente -, che ha interrotto l'istruttoria in corso, è di una gravità assoluta, e cioè, come ha dichiarato il presidente del tribunale di Tivoli, le schede che erano custodite presso il tribunale, per un allagamento del bagno, sono diventate una poltiglia indistinguibile. Abbiamo unanimemente denunciato alle autorità quest'episodio gravissimo, su cui si deve fare chiarezza, che mina il diritto dei cittadini a poter esprimere il loro voto e a vedere che il loro voto viene tradotto poi in un risultato chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Concludo, Presidente - il tempo è strettissimo, ci sarebbe molto da argomentare -, dicendo che non è colpa di responsabilità di nessuna delle parti l'impossibilità di procedere con l'istruttoria, ma i dati che sono emersi nell'istruttoria finora compiuta, che ha acquisito dei voti validi, veri, reali, riscontrati, di 115 cittadini in più a favore di un candidato rispetto a un altro, non possono essere pregiudicati per responsabilità altrui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, noi chiediamo all'Aula una supplemento di consapevolezza, che non si deve pregiudicare mai il voto dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, è evidente che la relazione di maggioranza della Giunta delle elezioni di maggioranza, con un voto a seguito anche dell'audizione delle difese delle parti, supera la realtà dell'accertamento istruttorio che si è svolto in Giunta delle elezioni. Come diceva il collega Maschio, è evidente che c'è una contestazione che ha riguardato, nel ricorso principale della collega Saltamartini, le schede nulle, bianche e contestate, non le schede valide, e, in quella verifica che noi abbiamo fatto, su tutto il Collegio vi è stato un preponderante risultato a favore della collega Saltamartini.
Le contestazioni per escludere la realtà dell'accertamento sono del tutto inconferenti, come il richiamo al caso del 2001 nel Collegio uninominale di Dorina Bianchi: si dice che sono andati perduti i voti e le schede valide per il campione del 10 per cento che avevamo ritenuto di verificare, ma il tribunale di Tivoli ha detto che le schede valide erano perse, quindi solo quelle, ma un campione del 10 per cento, e il caso di Dorina Bianchi che viene richiamato riguardava non un risultato già a favore con le schede nulle, bianche e contestate dallo stesso soggetto che era risultato vincitore del collegio, quindi sono due casi totalmente diversi, fattispecie totalmente diverse, e il richiamo a quel caso è del tutto inconferente. Addirittura, nella relazione si dice che il campione ipotetico delle schede valide sul 10 per cento poteva cambiare il risultato, ma noi abbiamo fatto un accertamento che è sicuramente rilevante ai fini del risultato su ciò che era l'oggetto, il petitum del ricorso, che poi è stato esteso solo su quel campione, del tutto irrilevante rispetto alla quantità, del tutto rilevante per ciò che è successo, perché la poltiglia indistinta delle schede valide, come ha detto il tribunale di Tivoli - le schede valide, non altre, ha parlato delle schede valide -, riguardano una negligenza gravissima del tribunale nella conservazione delle schede, ma chiaramente tale da non poter inficiare, anche in una valutazione probabilistica, così come fatto nel richiamo al collegio uninominale del 2001 di Dorina Bianchi. Lì era una valutazione probabilistica, qui non è probabilistica, è del tutto certa rispetto al risultato sul petitum del ricorso. Poi, è incredibile, ma la difesa del collega Cubeddu, con tutto il rispetto per il collega, si richiama all'impossibilità sopravvenuta, ma l'impossibilità sopravvenuta in un procedimento di natura pubblica, in un procedimento regolato dagli interna corporis all'interno della Camera? L'impossibilità sopravvenuta è modalità, modo di estinzione dell'obbligazione: l'adempimento, inadempimento e l'estinzione dell'obbligazione civile, cosa c'entra l'impossibilità sopravvenuta? Ma traspare dalla relazione della Giunta, anche da parte del relatore, che ha tentato di ricostruire anche meglio da quello che era il testo, quella che è la situazione, ed è evidente che traspare la volontà di riferirsi a questo concetto di impossibilità sopravvenuta: siccome non abbiamo potuto guardare questo campione limitato di schede valide, pur avendo già la richiesta e la verifica sulle schede nulle, bianche e contestate determinato un vantaggio per la collega Saltamartini, allora è impossibile oggettivamente, il valore fine facente dei verbali sezionali iniziali è quello che dà il risultato per Cubeddu. È un ragionamento giuridicamente inconsistente, che richiama, pur non dicendolo espressamente, l'impossibilità sopravvenuta proprio contestata da Cubeddu per dire: siccome è sopravvenuta oggettivamente l'impossibilità per questa limitata parte, allora si estingue il procedimento. No, non si estingue il procedimento per impossibilità sopravvenuta, non è un'obbligazione civile! La natura del nostro procedimento è delicatissima proprio per il risultato e per la verifica che noi facciamo e per gli effetti conseguenti e dipendenti dal nostro accertamento, ecco perché è impossibile. Mi rivolgo alla maggioranza e a coloro che erano anche in Giunta delle elezioni: sapete bene che il risultato è oggettivamente a favore della collega Saltamartini, ed è incomprensibile, è solo un voto politico che copre un dato accertato dalla Giunta, perché la Giunta ha accertato esattamente la prevalenza della collega Saltamartini, e il richiamo all'impossibilità sopravvenuta al caso di Dorina Bianchi è del tutto inconferente rispetto alla natura della procedura che ci occupa e sulla quale noi dobbiamo dare la nostra valutazione. Io credo che sia qui impossibile politicamente e giuridicamente confermare, convalidare l'elezione del collega Cubeddu. Nulla di personale, ma se vogliamo applicare il diritto parlamentare fino in fondo, soprattutto essere in buona fede rispetto al risultato delle verifiche, non resta che non convalidare l'elezione di Cubeddu e invece dichiarare la vittoria del collegio da parte della collega Saltamartini.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione. Ha facoltà, se lo ritiene, di replicare il relatore Stumpo, ma no replica.
(Dichiarazioni di voto - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà. Resti lì, onorevole Sgarbi, adesso le accendono il microfono. Proviamo.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il mio intervento sarà inconsuetamente mite perché mi sono appassionato al caso Cubeddu, come omonimo di un giovane scrittore di grande talento e quando ho verificato che il Cubeddu deputato, ovviamente, è altra persona, mi sono accorto che era persona di grande civiltà e competenza, perché, transitando dalle parti del gruppo Misto, in collina, avevo avuto modo di scambiare con lui alcune parole sul destino dei 5 Stelle, da me assimilato a quello delle “olgettine”, cioè che sarebbe una denominazione un po' pericolosa. Dice: ma io ho già un lavoro precedente, sono in aspettativa. Io l'ho trovato laico ed estremamente libero, anche se oggi il suo gruppo giustamente lo difende. Quando ho verificato che il tema è un contenzioso in collegio uninominale, avviandoci noi al proporzionale, quindi con un sistema doppio, appare un convitato di pietra, che è la vera vittima, perché l'altra cosa che ho verificato è che, oltre alla civiltà, all'educazione, alla qualità umana che avevo esperito in Cubeddu, conosco il merito, il valore e le capacità di Saltamartini, deputato della Lega, che però è presente in Aula. Quindi siamo di fronte a un delitto perfetto: la vittima, quella che rivendicava il diritto di essere eletta rispetto al perdente, è in Parlamento con il perdente. Perdente e vincente sono insieme. Non c'è dubbio che abbiano ragione gli amici, come D'Ettore, essendo il presidente della Commissione una persona notoriamente ambivalente e capace di vivere contemporaneamente le contraddizioni, come l'amico Giachetti, è chiaro che per lui il problema non è risolvere in nome della verità, ma in nome di una contemplazione mistica in cui si contempla la riduzione dei parlamentari e la regolare presenza dei mille parlamentari. Lo abbiamo sentito in molte occasioni indicare questa sua doppia verità, la quale fa parte del suo temperamento e del suo carattere, d'altra parte è un esponente di Italia Viva e quindi questo dà il senso anche della sua vitalità dialettica. E allora, quando la Saltamartini ho verificato essere presente, ho pensato che in fondo il problema era solo formale, perché è vero che dalle schede bianche, alle schede nulle, quelle esaminate, si sa, si è esperito che lei ha vinto per 112 voti; la richiesta di andare a fare una expertise su quelle valide non ha portato a risultati e quindi c'è una contraddizione di metodo, più il destino del cielo delle schede alluvionate. Quindi, la soluzione reale non viene dai numeri, viene dal buon senso. È vero che, se avesse vinto la Saltamartini, come è probabile, sarebbe entrato nella quota proporzionale cui è stata eletta, il numero 2, Fabio Forte, che è il convitato di pietra, il quale patisce un danno che dovrà riparare probabilmente la magistratura, a fronte di una verifica degli atti del Parlamento che sono insindacabili, però possono anche essere sbagliati. Dal punto di vista del danno personale, lui, un danno anche di denaro e sicuramente della sua non presenza in Parlamento, lo ha subito. Per cui farei fatica a prendere posizione. Io in questo Parlamento voto sempre astenuto perché non voglio essere complice di nessuna legge proposta da questo Governo, dal momento che quelle si votano. Mi asterrò anche questa volta, in nome della stima che provo per l'onorevole Saltamartini e della simpatia che ho provato in frequentazioni con l'onorevole Cubeddu. Mi dispiace per Forte, ma siccome si andrà a votare spero prestissimo, avrà occasione di entrare in Parlamento dove sicuramente Cubeddu e molti 5 Stelle non ci saranno più.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico Conte. Ne ha facoltà.
FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Non c'è da aggiungere molto dal punto di vista dell'istruttoria tecnica rispetto alla relazione dell'onorevole Stumpo, quindi mi soffermerò - per motivare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali - unicamente sul criterio giuridico, che ha ispirato la sua proposta, che, potremmo dire, è un criterio di insufficienza dell'istruttoria, della mancanza cioè di un dato acquisito da parte della Commissione e del Comitato che ha ausiliato la Commissione, idoneo, adeguato, sufficiente per ritenere accoglibile il ricorso della Saltamartini. I numeri parlano da soli: il dato iniziale che motiva e sostiene la contestazione è un dato particolarmente esiguo, quello risultato dalla verifica delle sole schede bianche, nulle e contestate, indicate dalla ricorrente; cioè, il delta rispetto a quanto attestato sui verbali, che sappiamo avere una potestà attestativa e una capacità fidefacente significativa, per divaricare la quale è necessario dunque compiere un'istruttoria e un percorso ricostruttivo pienamente attendibile, non sono state supportate da un supplemento di istruttoria che pure la Giunta aveva deciso rispetto a una percentuale del 10 per cento, quindi a una quota attendibile delle schede valide espresse. Cioè, la Giunta ha ritenuto che, per assumere una decisione così rilevante quale la rimozione di un membro dell'Aula dall'incarico per il quale egli era stato già insediato, ci fosse bisogno di una verifica a più ampio spettro: uno spettro non totale, ma comunque di una parzialità adeguata dal punto di vista statistico per essere attendibile. Purtroppo, questa verifica non è stata possibile perché, come attestato dal presidente del tribunale di Tivoli, queste schede si erano nel frattempo ridotte a - cito testualmente - “poltiglia” inconsultabile per un accidente verificatosi nei locali dove erano custoditi nell'aprile del 2019 e l'istruttoria, quindi, è risultata infine fallace su questo aspetto. La Giunta ha ritenuto, quindi, di farsi guidare dinanzi a questa casistica da un precedente in termini, verificatosi nel 2002, che aveva riguardato la deputata Dorina Bianchi durante la XIV legislatura. Sul criterio indicato in questo precedente, la Giunta ha ritenuto infine - e questo è l'elemento più significativo della proposta del relatore, onorevole Stumpo - che, in mancanza di un dato certo e completo, non ci siano le condizioni per rimuovere quanto stabilito in base ai verbali delle singole sezioni elettorali, che al tempo dell'inizio di questa legislatura consentirono di insediare l'onorevole Cubeddu. Mi pare una motivazione, per quanto sofferta, riferita a un caso sicuramente, sul piano umano, meritevole del massimo rispetto per il valore delle argomentazioni messe in campo, sul piano fattuale e sul piano giuridico, degli interessati diretti e dei controinteressati, però rispettosa di un dato acquisito rispetto al quale manca una argomentazione fattuale e giuridica in grado di rimuovere, divaricare e ribaltare quanto già assunto da questa Aula. In questi termini concludo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciro Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Prima di entrare nuovamente nel merito della dichiarazione di voto sul caso specifico Cubeddu-Saltamartini, credo che vada fatta una considerazione generale, che è la seguente: in Italia le leggi elettorali spesso sono fatte talmente male da creare caos nei cittadini; a volte sembra che le leggi elettorali siano fatte per imbrogliare gli elettori e intorbidire l'esito del voto, anziché per dare all'elettore una possibilità chiara di scelta. Nel caso delle ultime elezioni politiche, nelle quali ci siamo trovati di fronte ad un nuovo sistema elettorale, le indicazioni fornite dalle circolari del Ministero dell'Interno, la grafica stessa con cui sono state impaginate le schede, la confusione con cui alcuni, anzi molti, purtroppo, presidenti di seggio, non preparati, si sono trovati a gestire lo scrutinio, sono tutte circostanze che hanno falsato in maniera significativa l'esito del voto delle elezioni politiche del marzo 2018.
La sola analisi che ha fatto la Giunta delle elezioni di alcuni casi, nei quali abbiamo esaminato - e, quindi, non solo nel caso Cubeddu - qualche migliaio di schede nulle, valide, bianche e non contestate ci confermano questo risultato. In particolare, sono stati annullati tantissimi voti validi, prevalentemente alle coalizioni - in particolar modo, al centrodestra, ma, in parte, anche al centrosinistra -, che se immaginiamo, in proiezione, si fossero verificati in tutte le schede nulle e bianche contestate di tutti i collegi, e anche in quelle valide, avrebbero anche potuto determinare una differenza significativa nel risultato finale delle scorse elezioni. Questo credo che sia giusto sottolinearlo, perché pare si sia molto prossimi a dover esaminare in Parlamento una nuova legge elettorale e, se non siamo consapevoli che le leggi elettorali vanno scritte bene e che vanno date indicazioni chiare, poi, a chi deve fare lo scrutinio nei seggi, si rischia di pregiudicare il diritto fondamentale dei cittadini, che è il diritto di voto, che, in queste elezioni, è stato parzialmente sacrificato e non correttamente rappresentato.
Abbiamo avuto modo di illustrare prima come, nel caso specifico di questa elezione del deputato Cubeddu - ovviamente non c'è assolutamente nulla di personale nei suoi confronti, stiamo analizzando le procedure elettorali e le istruttorie svolte dalla Giunta delle elezioni -, abbiamo un candidato che ha vinto, in un collegio uninominale, per 17 voti; abbiamo avuto dei ricorsi fondati che hanno portato la Giunta delle elezioni, in regime di autodichia, ad esaminare le contestazioni. È emerso dall'esame di tutte le schede bianche, nulle e contestate che il candidato che avrebbe vinto per 17 voti avrebbe, in realtà, perso almeno per 115, solo guardando le schede bianche, nulle e contestate. Si è utilizzato il criterio del campione e, cioè, si è immaginato, come in altri casi che abbiamo analizzato, che fosse sufficiente analizzare un campione di schede per avere già una proiezione sufficientemente attendibile da non implicare necessariamente l'esame di tutte le altre schede (altri ricorsi della Giunta delle elezioni sono stati definiti in questo modo). Quindi, anche in questo caso, se si fosse mantenuto in modo altrettanto restrittivo il criterio di un campione attendibile, già la proiezione emersa dall'analisi del campione delle sole schede bianche, nulle e non contestate avrebbe ribaltato il risultato.
A questo punto, siamo in Italia e abbiamo cose che dovrebbero avvenire solo in qualche Repubblica delle banane, dove, in corso di istruttoria sull'esame delle schede, ovviamente senza responsabilità alcuna da parte dei candidati, vengono distrutte le schede e non si può procedere all'istruttoria. Di fronte a un caso di una gravità del genere, c'è da porsi un'altra responsabilità, non solo quella che dicevo all'inizio: le leggi elettorali vanno scritte bene, le circolari del Ministero dell'Interno devono essere ancora più chiare, le schede devono essere immaginate bene, i presidenti di seggio e gli scrutatori devono essere preparati, perché si assiste nei seggi a delle cose scandalose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, in aggiunta, le schede elettorali devono essere custodite in una maniera ineccepibile. Non è pensabile che le schede elettorali da cui dipendono gli esiti di un voto, di un'elezione del Parlamento, finiscano distrutte. Queste cose si vedono nelle serie TV, dei film dei narcos che distruggono le schede dei palazzi di giustizia, si vedono nei film di fantascienza, non si possono vedere nella nostra Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Quindi, ci vuole responsabilità nel custodire documenti fondamentali su cui si determinano le scelte del nostro Parlamento, della nostra democrazia, del diritto fondamentale dei cittadini, che è il diritto di voto, cioè quello con cui, secondo l'articolo 1 della Costituzione, si esprime la sovranità. Se la sovranità appartiene al popolo, non è pensabile che il voto dei cittadini finisca in una poltiglia indistinguibile.
Premesso tutto questo, i dati fin qui acquisiti ci davano un risultato ineccepibile e, cioè, che le elezioni del marzo 2018 vedevano un risultato ribaltato rispetto a quello che, inizialmente, risultava dai verbali dell'Ufficio centrale nazionale e dalle sezioni del collegio di Guidonia Montecelio.
Quindi, lo ripeto, generalmente, in Giunta delle elezioni si vota all'unanimità e abbiamo sempre lavorato in un clima di assoluto rispetto, condivisione, equità, imparzialità. Qui ci troviamo di fronte a un caso oggettivamente controverso per i fatti che sono avvenuti, per l'interpretazione e per la difficile decisione se pregiudicare del tutto l'istruttoria sin qui svolta o se far salva, invece, la parte di istruttoria che ha avuto un risultato ineccepibile e non è responsabilità di nessuno se non si può completare nel resto. Si è discusso molto dal punto di vista giuridico, andando anche alla ricerca di precedenti, tra virgolette, giurisprudenziali, nel passato, di casi trattati dalla Giunta delle elezioni.
Quindi, siamo di fronte a un caso controverso: in Giunta delle elezioni, 14 su 11 si sono espressi a favore della relazione illustrata dal collega Stumpo, che andrebbe a confermare l'elezione del deputato Cubeddu, ma l'Aula ha la possibilità di restituire a quei cittadini che hanno dato un'indicazione di voto diversa, che porterebbe all'elezione della collega Saltamartini e, quindi, in quanto eletta nell'uninominale, consentirebbe al dottor Fabio Forte di subentrarle nel collegio proporzionale. L'Aula ha la possibilità di consentire ai cittadini di non veder vanificato il proprio diritto di voto, votando contro la proposta del relatore e consentendo, quindi, che l'esito di queste elezioni sia quello che i numeri avevano dimostrato nell'istruttoria che abbiamo svolto. Quindi, Fratelli d'Italia voterà contro la relazione dell'onorevole Stumpo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Basso De Caro. Ne ha facoltà.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO (PD). Presidente, colleghi, il gruppo del Partito Democratico sosterrà, invece, la relazione dell'onorevole Stumpo, che apprezziamo, e, quindi, voterà favorevolmente alla convalida dell'onorevole Cubeddu.
Le motivazioni più convincenti per quanto mi riguarda, ancorché monche, derivano proprio dalle ragioni esposte dal collega Maschio pochi secondi fa, quando in premessa ha detto che il caso è particolarmente controverso. Badate, non sono in discussione i 17 voti, poi diventati più 114, è in discussione un altro principio: la Giunta all'unanimità, dopo avere esaminato le nulle, le bianche e le contestate, ha deciso - all'unanimità - di cominciare a guardare le schede valide. Mi pare evidente, quando si discuta di 17 o di 114, in un uninominale di mezzo milione di elettori, credo che sia il minimo. E la Giunta aderisce a questa impostazione: di analizzare le schede su campione, un campione del 10 per cento, quindi un campione ridotto, per vedere quale poteva essere la lettura, la tendenza.
Bene, questo non ci è stato consentito, e non è colpa di nessuno, anche questo è stato ricordato, perché il presidente del tribunale di Tivoli, con una nota ufficiale redatta su carta intestata dell'autorità giudiziaria, ha confessato candidamente che le schede erano andate distrutte perché riposte in un bagno che si era allagato, e quindi non erano leggibili. Badate, sembra da ridere, ma è così purtroppo. E la Giunta non è rimasta inerte, perché, prendendo atto di questa attestazione del tribunale di Tivoli, ha rimesso gli atti alla Presidenza della Camera, segnalando il fatto e invitando la Presidenza ad adottare tutte le iniziative a tutela naturalmente dell'Aula, ma anche a tutela del voto dei cittadini. Se le schede vengono riposte in quel modo, in un bagno, e il bagno si allaga e il presidente dichiara che non sono più utilizzabili e scrive testualmente le parole “sono ridotte in poltiglia” - è la locuzione adoperata dal presidente del tribunale di Tivoli - scusate, come facciamo ad andare avanti con l'istruttoria che avevamo già deliberato all'unanimità?
Questo è il tema. Ci siamo dovuti fermare, dopo un'istruttoria molto forte, molto, devo dire, unitaria; un'istruttoria che, a un certo punto, si è dovuta arrestare dinanzi a questi eventi imprevisti e imprevedibili. Abbiamo richiesto agli uffici se vi fossero precedenti e i precedenti sono stati rinvenuti. Nel 2001 un'elezione era stata contestata e anche lì la Giunta aveva deciso di acquisire le schede; ci fu risposto per iscritto che vi era stato un incidente al tribunale di Crotone e le schede erano andate distrutte. Quindi, ci siamo regolati esattamente come nei precedenti della Giunta e dell'Aula. Mi pare che l'elezione, allo stato, non possa che essere convalidata.
Devo dire anche che, poiché il Parlamento è alla vigilia di una nuova legge elettorale, le cose cui abbiamo assistito in Giunta delle elezioni, non solo con riferimento a questo caso, che è controverso sul piano giuridico prima ancora che fattuale, ma ciò a cui abbiamo assistito nell'esame delle circoscrizioni estero è qualche cosa di osceno, da film dell'orrore. Penso che nell'Argentina dei generali si votava più liberamente: non si trovano i verbali, non le schede; le schede strappate, i verbali che non arrivano. Insomma, ci sono contestazioni, ci sono parlamentari che sono fuori dal Parlamento per due o trecento voti; legittimamente hanno esercitato questo diritto e noi stiamo lavorando sui campioni del 10 o del 20 per cento perché i verbali non ci sono e non si rinvengono.
Con riferimento al Parlamento - noi lo abbiamo scritto nella relazione per la Giunta come relatori delle circoscrizioni estero, mi riferisco a un caso più generale - abbiamo auspicato che in sede di nuova legge elettorale si tenga ben conto di questi rilievi per poter organizzare delle elezioni libere e controllate; libere nella partecipazione, controllate nell'esame degli scrutini, perché sennò veramente daremo i numeri.
Questo caso mi pare che non possa che avere questa soluzione, proprio perché è un caso controverso, divisivo.
Comprendo lo stato d'animo di chi è fuori per 17 voti o di chi è dentro per 114, ma noi abbiamo fatto un'istruttoria completa e unanimemente abbiamo deciso di iniziare l'esame delle schede con un campione molto modesto del 10 per cento, quindi senza alcun intento defatigatorio. Ci è stato impedito perché, come tutti hanno ricordato, vi è questa nota del presidente del tribunale di Tivoli che la Giunta delle elezioni e il suo presidente hanno segnalato puntualmente alla Presidenza della Camera. Concludo, quindi, ribadendo il nostro convinto voto a favore della convalida dell'elezione del deputato Cubeddu.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI). Signor Presidente, non nascondo un certo imbarazzo nell'intervenire su una vicenda sulla quale siamo chiamati ad esprimerci con il voto.
Siamo chiamati ad esprimerci sulla permanenza o meno di un deputato che siede nei banchi di quest'Aula, però siamo anche chiamati a esprimerci sulla legittima aspettativa di chi, in quel collegio uninominale, ha avuto non il sentore, ma la prova certificata che voti sono stati sottratti, e certo non per responsabilità dell'onorevole Cubeddu, ma per l'ignoranza, l'insipienza, la faciloneria che spesso determina l'attività delle commissioni e dei seggi elettorali. E c'è, aggiungo, anche l'aspettativa di un terzo soggetto, che è il primo dei non eletti, e dunque la vicenda non può essere liquidata in fretta e furia, come mi pare si pretenda e come mi pare aver sentito dalla relazione e dagli interventi dei colleghi della maggioranza.
Cercherò di argomentare il voto che esprimerà il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente non sulla base né del sentimento e né del risentimento, ma sulla base di dati oggettivi ai quali quest'Aula deve essere richiamata, perché mi pare che non possiamo assolutamente, su materia di questa portata, dividerci in maggioranza e opposizione, in sostenitori di tesi. E allora partiamo dal dato oggettivo: l'onorevole Saltamartini ha presentato un ricorso con motivi specifici. Il motivo era la revisione delle schede contestate, delle schede nulle e delle schede bianche. Né l'onorevole Saltamartini né l'onorevole Cubeddu hanno chiesto la revisione delle schede valide, anche perché non ha assolutamente senso richiedere la revisione delle schede valide perché quelle sono certificate; hanno subito un vaglio del seggio elettorale, il vaglio poi degli uffici centrali elettorali, e nessuna annotazione, almeno nei verbali, rimanendo al caso di specie, risultava in ordine alle schede valide.
E allora, così circoscritto il perimetro, l'oggetto dell'accertamento, ci chiediamo perché rimettere in discussione i voti validi. Questa operazione significa operare un'attività sostanzialmente esplorativa, che finisce per trasformare il ruolo del sindacato giurisdizionale della Giunta delle elezioni in materia elettorale in una sorta di scrutatore di secondo livello, con un mandato inammissibile di ripetere le operazioni di spoglio. Questo sta succedendo, colleghe e colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier) e questo rischia di trasformarsi in una vera e propria attività che - scusatemi, non mi nascondo dietro un dito - configura un vero e proprio arbitrio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier); la Giunta delle elezioni, infatti, è un organo politico, un organo che ha una sua composizione politica, fatta da parlamentari di maggioranza e dell'opposizione, ma ha una natura, devo dire la verità, squisitamente istituzionale (ed un presidente, e lo voglio dire pubblicamente, come l'onorevole Giachetti ha sempre dovuto e voluto mantenere il suo altissimo profilo), che non ha mai costituito oggetto di contrapposizioni. Ma, su questa vicenda, presidente Giachetti, la Giunta sta commettendo un atto e un'attività che davvero rimarrà come una macchia nera in questo Parlamento. E, allora, ecco perché non doveva e non deve sfociare nell'arbitrio, la funzione della Giunta delle elezioni, e non può consentirlo il voto di questo Parlamento. Non deve sfociare nell'arbitrio, nella ricerca di un mero espediente per provocare un inammissibile riesame delle operazioni di voto e soprattutto delle operazioni di scrutinio dei voti validi. In un organo di giustizia che si rispetti, in qualunque tribunale della Repubblica, all'esito dell'unica verifica consentita, cioè quella sui voti contestati, il risultato e solo quel risultato avrebbe dovuto determinare l'attribuzione del seggio; nel nostro caso, una volta esaurita l'istruttoria delle liste nulle contestate, che hanno dato a favore dell'onorevole Saltamartini il risultato di 115 voti a suo favore, lì si doveva chiudere e quel vantaggio avrebbe dovuto proclamare l'elezione dell'onorevole Saltamartini.
Non me ne voglia l'onorevole Cubeddu, perché non c'è nulla di personale: perché anzi a lui va la mia piena e totale solidarietà, perché lui è, come l'onorevole Saltamartini, vittima di un sistema che evidentemente non funziona. Però io lo voglio ricordare ai colleghi dei 5 Stelle: avete sempre predicato l'onestà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier), avete sempre predicato la legalità, ci avete sempre richiamato al rispetto delle regole del diritto, avete sempre invocato la giustizia; questo è il momento per vedere se, alle vostre parole, seguono i fatti o siete di quella specie che predica molto bene, quando si tratta di indicare gli altri, ma poi, nel vostro recinto, razzolate male (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E allora ecco perché io, che non voglio essere complice di una soluzione arbitraria, ho sulle mie spalle 35 anni quasi di onorata attività forense, non voglio piegarmi di fronte a questo che ritengono un abuso. Io, signor Presidente, formalizzerò a breve le mie dimissioni dalla Giunta delle elezioni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier), perché non ritengo di avallare una decisione che è solo politica, perché questa decisione non ha nulla a che fare con le regole proprie di uno Stato di diritto; non ha nulla a che fare con il ruolo di un Parlamento. Noi dobbiamo essere di esempio ai cittadini, voi state trasformando il Parlamento in una consorteria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).
E allora concludo, mettendo in evidenza due aspetti che ritengo importanti. In questa vicenda, è paradossale che, per la rottura del tubo di un locale del bagno di un ufficio giudiziario, siano andate disperse le schede: se questo fosse successo ad un pubblico amministratore, piuttosto che a un imprenditore, piuttosto che a un normale cittadino, oggi forse sarebbero in galera; chi per occultamento della documentazione, chi per altri reati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Io spero che l'autorità giudiziaria vada a fondo, soprattutto perché - e qui viene l'altro aspetto che voglio mettere in evidenza - dov'è il Ministro Bonafede? Su una vicenda di questa natura e di questa portata ancora non l'abbiamo sentito, perché non si può scherzare quando sono in gioco diritti come questo, di elettorato attivo e passivo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis.
PIETRO PITTALIS (FI). Noi dobbiamo salvaguardare la democrazia, ed è la ragione per la quale Forza Italia voterà purtroppo contro la proposta formulata dal relatore (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Signor Presidente, mi consenta innanzitutto, in apertura del mio intervento e in qualità di ex relatore di questo provvedimento, di ringraziare i funzionari dalla Giunta delle elezioni per il lavoro svolto, nonché i colleghi che, con il sottoscritto, si sono occupati dalla revisione delle schede bianche, nulle e contestate in quelle quattro o cinque sedute nelle quali, impiegando un rilevante numero di ore, abbiamo ricontrollato le schede nulle, bianche e contestate del collegio di Guidonia e Montecelio, all'unico fine - questo è stato unanimemente considerato ed accettato - di far sì che il deputato eletto in un collegio maggioritario fosse quello che, ai sensi della legge vigente, avesse riportato anche un solo voto in più degli altri contendenti. Alla fine, signor Presidente, stiamo discutendo di questo oggi: chi ha diritto di sedere in un'Assemblea che, oltre a essere legislativa, è anche rappresentativa? Questo diritto appartiene a colui che, ai sensi della legge elettorale, ha preso i voti. È evidente che nel collegio di Guidonia-Montecelio è successo qualcosa che molto probabilmente, quasi sicuramente - anzi, stando ai dati di cui oggi disponiamo - non corrisponde a verità: cioè è stato eletto colui che non ha preso più voti del suo immediato contendente. È stata eletta una persona, un parlamentare sicuramente valido, sicuramente degno di stare in quest'Aula, senonché in quest'Aula non vi è un diritto acquisito di sedersi, se non quello che proviene dalla volontà popolare. Mi sia consentito anche di aggiungere che va bene lamentarsi per la scarsa attenzione prestata alle schede elettorali ed indignarsi per le schede elettorali che sono state smarrite, che sono state non opportunamente conservate, ma bisognerebbe maggiormente indignarsi per quello che queste schede elettorali rappresentano: non è il foglio che è macerato che crea problema, è che - e lo sappiamo tutti, quelli che siedono nella Giunta delle elezioni - oggi il rappresentante del collegio di Guidonia-Montecelio non è l'onorevole Cubeddu, ma è l'onorevole Saltamartini.
Da dove provengono queste certezze? Provengono dal fatto che innanzitutto bisogna ricordare che l'onorevole Cubeddu risulta eletto sulla base dei calcoli effettuati dall'ufficio circoscrizionale centrale, che a seguito di una revisione certosina compiuta dagli uffici della Giunta è un risultato che è stato ribaltato. Qui oggi noi non stiamo dicendo che vi è un risultato dei verbali, che qualcuno, e nella fattispecie il gruppo Lega, in quest'Aula cerca di ribaltare: i verbali, così come oggi emergono, dicono che il collegio l'ha vinto l'onorevole Saltamartini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), e già solo i verbali, ancora prima di procedere alla revisione delle schede bianche, nulle e contestate.
In seguito a questa revisione il vantaggio dall'onorevole Saltamartini è incrementato, è aumentato. Insomma, abbiamo fatto la revisione dei verbali, e ha vinto la Saltamartini; la revisione delle schede bianche e nulle, e Saltamartini vince ancora di più, quindi il collegio va alla coalizione di centrodestra.
Mi sia consentito anche di dire che sentire da coloro che voteranno a favore di questa proposta, cioè della convalida dell'onorevole Cubeddu, sentire fondare la loro convinzione sulla base del fatto che la Giunta delle elezioni all'unanimità ha richiesto anche il controllo delle schede valide, dicendo che quindi eravamo tutti d'accordo… ma c'eravate in Giunta e sapete perché siamo andati anche a chiedere il controllo del 10 per cento delle schede valide; perché a seguito dei controlli effettuati, il MoVimento 5 Stelle - per carità, dal suo punto di vista probabilmente in modo anche, non dico legittimamente, ma umanamente comprensibile, in quanto parliamo di un loro collega - non voleva accettare il risultato dei calcoli effettuati. Da parte nostra, per un sentimento di condivisione del principio che sta alla base della revisione, cioè di vedere effettivamente, fino proprio anche all'ultima scheda, chi ha vinto il collegio, c'è stato il voto favorevole, ma la mia relazione - e lo sapete perfettamente - fin da lì, diceva chiaramente che essendo stati effettuati i calcoli e avendo revisionato le schede, il collegio l'aveva vinto il centrodestra. A dimostrazione, onorevoli colleghi, che non ne facciamo una questione di difesa corporativista dei nostri eletti, come - mi sia consentito di dire - il MoVimento 5 Stelle sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); da coloro che sono entrati in quest'Aula lamentando la divisione tra il Palazzo e la gente, dalla quasi protervia della difesa del ruolo di parlamentare e di chi è seduto in quest'Aula, ora non sentiamo neanche un dubbio al riguardo, un dubbio che da voi dovrebbe provenire: chi ha vinto il collegio? Signori, il collegio l'ha vinto l'onorevole Saltamartini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che non fa parte dei 5 Stelle, ma così ha deciso il popolo: così hanno deciso gli elettori di Guidonia Montecelio e dovreste farvene una ragione, perché stiamo parlando di questo, del ruolo del parlamentare. È evidente, è chiaro cosa sta succedendo - se mi consentite di allargare un attimino il discorso - in questo Paese e una discussione di questo tipo capita, direi, a fagiolo, cioè: quale ruolo ha il parlamentare? Quello di portare le legittime aspettative e gli interessi di coloro che l'hanno eletto. Dico che ciò è normale, perché viviamo in un momento in cui, siccome al Governo non ci sono quei brutti fascisti del centrodestra ma ci sono 5 Stelle e Partito Democratico, il Parlamento viene svilito - lo sappiamo tutti - continuamente; non ultima la questione del problema del COVID, di come è stata affrontata da questo Governo e di come, continuamente, viene affrontata, con DPCM e prolungamenti dello stato di crisi senza passaggi parlamentari. Ma noi, qui dentro, abbiamo un dovere fondamentale e il dovere fondamentale è quello di far sì, come si diceva un tempo o come diceva un tempo il MoVimento 5 Stelle, che tutti i voti contino; per tutti i cittadini dei collegi uninominali, sulla base della legge elettorale vigente all'epoca - apro e chiudo parentesi, legge elettorale che veniva fortemente contestata dai 5 Stelle, definita come frutto dell'inciucio finalizzato ad impedire che i 5 Stelle andassero al Governo, quando poi ci sono andati due volte, con due maggioranze differenti e chiudo la parentesi -, sulla base di quella legge elettorale, onorevole collega, noi non possiamo far finta che i dati di cui disponiamo non esistano…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Mi sia consentito di concludere dicendo che il precedente che è stato individuato non c'entra con quello di cui stiamo discutendo oggi. Il precedente di cui voi discutete e al quale vi attaccate per far sì che in quest'Aula rimanga un deputato - lo ripeto, degnissimo e sicuramente come persona e professionista stimabile - non c'entra con quello di cui stiamo discutendo, perché all'epoca di quel ricorso, a seguito della revisione dei verbali, il ricorrente aveva perso, anche a seguito della revisione dei verbali, nei confronti del candidato eletto; infatti, all'epoca di quel ricorso non erano smarrite solo le schede valide, ma erano state sperse in quel collegio anche più della metà delle schede nulle e delle schede bianche. Quindi, parliamo di due casi diversi, simili, ma assolutamente diversi.
L'appello che facciamo pertanto in questa sede è: a noi non cambia nulla, come Lega, guadagnare o perdere un deputato; non cambia nulla neanche a voi e il Governo, fino a che ce la fate, resiste; non vi cambia e non cambia nulla, ma il principio che deve passare in quest'Aula, il messaggio che deve passare ai cittadini è che qui noi non facciamo le difese dei nostri eletti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Qui noi non facciamo e non difendiamo - e concludo - i membri o i componenti della maggioranza parlamentare: qui noi difendiamo il voto libero dei cittadini italiani! Fate un esame di coscienza e fate quello che è giusto fare in quanto rappresentanti del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Lorenzo. Ne ha facoltà.
RINA DE LORENZO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, scriveva Norberto Bobbio che la sfera del diritto e quella della politica sono due facce della stessa medaglia, rappresentano il mondo delle regole e quello del potere, ma sono proprio le regole a trasformare il potere di fatto in potere di diritto. È proprio nel solco del garantismo senza condizionamenti, ma nell'esclusivo rispetto dei principi di uno Stato di diritto che ha operato la Giunta per le elezioni, chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dall'onorevole Saltamartini che impugnava i risultati delle operazioni elettorali per il rinnovo della Camera dei deputati, svoltesi il 4 marzo del 2018 che, nella Circoscrizione Lazio 1, per il Collegio uninominale n. 12, aveva proclamato eletto il deputato Sebastiano Cubeddu nelle liste del MoVimento 5 Stelle.
L'accurata attività istruttoria della Giunta delle elezioni, incentrata sull'accertamento oggettivo della verità dei fatti, scevra da qualsiasi manipolazione e da qualsiasi arbitrio, si è svolta nel pieno rispetto del contraddittorio di giustizia, a tutela delle garanzie costituzionali, giuridiche e politiche, nell'interesse primario dei cittadini che, attraverso l'esercizio del diritto di voto, esprimono la sovranità popolare, la cui garanzia è sinonimo di Stato di diritto.
A seguito del ricorso presentato dall'onorevole Barbara Saltamartini, la Giunta delle elezioni, in composizione plenaria, nel luglio del 2019, disponeva l'apertura della fase istruttoria che, dopo una prima, parziale analisi su un campione di schede bianche, nulle e contestate, deliberava, all'unanimità, di verificare una percentuale del 10 per cento di schede valide del collegio, senza tuttavia precludere la possibilità di proseguire l'istruttoria, ampliando ulteriormente il campione. La proposta avanzata dal relatore, onorevole Invernizzi, e approvata dalla Giunta si rendeva necessaria in considerazione del fatto che l'accertamento compiuto sulle schede bianche, nulle e contestate non ha, e non può avere, il grado della significatività e dell'attendibilità propria di una verifica accertata su un campione ben più ampio di schede. E, tuttavia, l'iter istruttorio deliberato non poteva trovare compiuta attuazione, attesa la distruzione dei plichi elettorali che si erano ammalorati a seguito di una cospicua perdita d'acqua nei locali che li custodivano. Ed è, infatti, pervenuta alla Giunta una lettera, a firma del presidente del tribunale di Tivoli, la quale rendeva noto di non poter mettere a disposizione il materiale elettorale richiesto, in quanto deterioratosi, fino a diventare - e cito l'espressione usata nella nota - una “poltiglia inconsultabile”, a seguito della perdita d'acqua che si era verificata all'interno dei locali che custodivano il materiale elettorale. L'irrimediabile impossibilità oggettiva di verificare la documentazione elettorale, conseguenza di una colposa inosservanza di conservazione della documentazione, ha interrotto forzosamente l'istruttoria, che aveva lo scopo di accertare la prova piena di un'eventuale ribaltamento dell'esito elettorale, con la conseguenza che la Giunta ha ritenuto che facessero fede le risultanze dei verbali sezionali, che hanno incontestabilmente assegnato il seggio uninominale al deputato Sebastiano Cubeddu. Un modus operandi, quello della Giunta delle elezioni, ispirato al principio del garantismo, che è la concezione della libertà politica come libertà dell'individuo dallo Stato e di fronte allo Stato. Nel pieno rispetto della volontà popolare emersa dallo scrutinio degli oltre 150 mila voti, attestati dai verbali sezionali, devono prevalere le ragioni del diritto sugli interessi dei singoli partiti, perché, a contrariis, si finirebbe col determinare un grave vulnus della capacità elettorale attiva e del diritto di voto, che la Carta costituzionale assegna ai cittadini.
A tale considerazione deve aggiungersi che il principio di legalità non può essere sovvertito dal dubbio. Per quanto riguarda le risultanze dell'istruttoria, effettuata esclusivamente su un numero limitato di schede, quelle risultanze non possono assurgere a prova piena ed incontrovertibile, da porre a fondamento di una proposta di annullamento dell'elezione del deputato Cubeddu, già proclamato nel corso di questa legislatura, con la conseguenza che occorre, appunto, rifarsi alla potestà fidefacente dei verbali sezionali. E pertanto, questa Assemblea è tenuta ad applicare il principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio, per scongiurare il rischio che apprezzamenti discrezionali soggettivi, confinanti con l'arbitrio - quelli sì -, possano mettere in discussione un'elezione legittimata da centinaia di verbali di seggi elettorali. Una diversa applicazione del suddetto principio lederebbe la rappresentatività di un ramo del Parlamento, attraverso la quale si esprime appunto la sovranità popolare, delegata mediante il voto ai parlamentari. È questa la regola di giudizio, a cui l'Assemblea deve ispirarsi, tenuto conto che l'iter procedurale, incompleto per causa di forza maggiore, avrebbe dovuto essere portato avanti fino in fondo, per rispondere ad un altro principio di uno Stato di diritto, il principio della certezza del diritto, nell'interesse esclusivo dei valori della Repubblica. Secondo questo orientamento, la camera di consiglio, a maggioranza dei componenti della Giunta, ha ritenuto, per ragioni obiettive appunto che la verifica operata abbia prodotto risultati parziali e incompleti e il mancato assolvimento del principio di prova piena e incontestabile, tale da determinare appunto un ribaltamento, ha indotto la Giunta a confermare la proclamazione del deputato Cubeddu.
Per queste ragioni e per riaffermare la funzione della rappresentanza e la centralità del ruolo del Parlamento nella vita democratica del Paese, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, esprimo dichiarazione di voto favorevole alla convalida dell'elezione del deputato Sebastiano Cubeddu (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cubeddu. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, per il rispetto che ho di quest'Aula e della funzione assolta da ciascun deputato, annuncio che non parteciperò a questa votazione e uscirò dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sono certo che verrà fatta corretta applicazione del diritto e dei principi dell'ordinamento. Grazie a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con doveroso silenzio tutti gli interventi, sia in discussione generale che in dichiarazione di voto.
A me è chiara una cosa. È chiaro il lavoro che ha fatto la Giunta e ringrazio tutti ovviamente, dal Presidente a tutti i componenti della Giunta, per il minuzioso lavoro svolto. Ed è chiaro che quella Giunta, in base al ricorso che ho presentato, ha potuto verificare una cosa, ossia che il collegio uninominale non è stato vinto dall'onorevole Cubeddu, ma dalla sottoscritta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Questi sono i fatti, i fatti che si rifanno ad un ricorso molto chiaro, sulla inattendibilità delle schede nulle, bianche e contestate, non certo - perché non mi sarei mai permessa di presentarlo - un ricorso su schede considerate valide, come mai è stato fatto in altra sede.
Rispetto al ricorso presentato, il risultato è chiaro: il collegio Guidonia Montecelio è stato vinto dal centrodestra, dalla coalizione di centrodestra, non certo dai 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Allora, Presidente, qui, però, mi sorge un dubbio. E mi dispiace, perché quest'Aula dovrebbe essere l'Aula dove c'è la massima garanzia dei diritti costituzionali e, soprattutto, il massimo rispetto del voto popolare, quel voto popolare che tante volte qualcuno in quest'Aula ha preteso di poter usare a suo piacimento, come in questa fase, come in questa occasione. Quel voto popolare, alle elezioni del 2018 è stato molto, molto chiaro.
Spiace constatare che, in quest'Aula, a seguito delle dichiarazioni che ho sentito da parte degli autorevoli esponenti della maggioranza, non è tenuto in considerazione. Quindi, due pesi e due misure: siccome quel voto popolare ha fatto sì che il centrodestra fosse il reale vincitore e poiché qui, oggi, c'è una maggioranza di altro colore che ci governa - ahinoi, dico io sommessamente - quel voto non è utile a voi tutti. Vi state esprimendo, non secondo la certezza del diritto, non secondo la certezza dei fatti, ma solo e soltanto esprimendo un voto politico (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! È un voto politico che inficia il lavoro di quella Giunta per le elezioni, che dovrebbe essere garante di diritti. Quel voto politico, che state esprimendo oggi in quest'Aula, inficia il lavoro di quella Giunta, presidente Giachetti.
Io mi chiedo se a questo punto, forse, non sia il caso di rivedere il Regolamento parlamentare, perché allora, a questo punto, tanto vale che questa Giunta per le elezioni si trasformi in un altro tipo di organo, perché oggi, con questo voto, si rischia di creare un grande, grandissimo precedente. Alle prossime elezioni politiche tutti gli eletti o i primi dei non eletti, a prescindere da quale sia il sistema elettorale, potranno presentare ricorso per verificare tutte le schede valide (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Questo state creando! State creando questo precedente in quest'Aula!
E nulla ha a che fare la difesa corporativa, come diceva giustamente l'onorevole Invernizzi, dell'uno o dell'altro. Qui si sta difendendo la democrazia. Con questo voto, non la difendete la democrazia: la state consegnando alla spazzatura, così come l'ha consegnata quel presidente del tribunale di Tivoli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Questo sta accadendo in quest'Aula!
E mi meraviglio che il Presidente Fico, che tanto dice, che tanto parla di legalità, di onestà, di garanzia, di rispetto del diritto del popolo, sia il primo che non ha detto una parola su questo caso! È stato in silenzio. È rimasto in silenzio, come quegli uomini pavidi che, di fronte a un dato incontestabile, poiché difendono in modo corporativo il proprio movimento, rimangono zitti.
Ecco, io mi auguro che quest'Aula non resti zitta, non resti in silenzio, perché è vero, io sono parlamentare, sono scattata nel collegio plurinominale. Ma non è questa la giustizia, non è questo che voleva il popolo e gli elettori di quel collegio elettorale: volevano vedere me, in qualità di rappresentante del centrodestra eletta qui in Parlamento, in quel collegio uninominale. È successa un'altra cosa. Io, però, mi chiedo se sia giusto, nei confronti di chi invece in quest'Aula non c'è, che quest'Aula si esprima, in modo politico e non giuridico, senza il rispetto di quello che è il consenso popolare. Voi oggi state scrivendo una delle pagine più brutte della storia della Repubblica da un punto di vista costituzionale, voi state dicendo al popolo che il voto che ha espresso non conta nulla; ecco cosa sta accadendo in quest'Aula per colpa vostra, per vostra responsabilità, ma sono certa - se la giustizia prima o poi fa il suo corso - che oggi vi tenete, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, un parlamentare in più, ma forse, alle prossime elezioni, sarete tanti, tanti in meno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla collega Bordonali, pregherei i colleghi di rispettare le distanze, in quanto non è consentito sedersi affiancati. Pregherei veramente i colleghi di rispettare le distanze. Colleghi, non vorrei citare chi non rispetta le regole; penso che tutti se ne rendano conto.
Onorevole Saltamartini, prima di dare la parola alla collega Bordonali, penso sia corretto dar conto all'Aula - comunque mi ero interessato anche della vicenda personalmente, seguendo il dibattito che c'è stato oggi - del fatto che il Presidente Fico ha immediatamente interagito con l'autorità giudiziaria, segnalando la questione, come era stato richiesto all'unanimità da tutta la Giunta delle elezioni.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.
SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Io mi appello a lei per chiedere il voto segreto. So già quale sarà la sua risposta: lei mi dirà che il Regolamento non lo prevede perché non è un voto sulla persona. Ecco, io penso che, dopo il dibattito che c'è stato, dopo le evidenze che sono risultate oggi, si tratta di un voto non su una persona, ma su due persone. Io mi rendo conto che potrebbe esserci imbarazzo da parte dei colleghi 5 Stelle. Io ho visto, dopo gli interventi di oggi, anche dopo l'intervento dell'onorevole Saltamartini, alcune perplessità evidenti nei loro visi e quindi io ritengo che sia corretto un voto segreto per liberare chiunque da un voto che - come è stato detto - rischia di essere un voto politico e non un voto, evidentemente, che rispetta i principi giuridici e la volontà del popolo. Quindi, un voto segreto renderebbe tutti più liberi e renderebbe effettivamente questa Camera libera di esprimersi e probabilmente anche in modo più corretto. Quindi, io mi appello a lei, al di là dei regolamenti, perché ritengo che questo veramente sia un voto che necessita di essere segreto per essere - lo ribadisco - un voto libero di quest'Aula. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Bordonali, di cui apprezzo anche l'arguzia di richiamare più persone invece che “la persona”. Però, purtroppo, io devo invece attestarmi sul Regolamento. Anche la Giunta del Regolamento si è espressa nel 2007 e nelle successive occasioni su questa materia. Capisco la sottolineatura che lei fa, ma in questi casi è chiaramente richiamata la necessità di votare per voto palese, perché non si vota sulle persone, si vota sulla procedura, sul lavoro svolto dalla Giunta delle elezioni e, quindi, il voto è sulla relazione della Giunta e non sulle singole persone.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulla proposta della Giunta di convalidare l'elezione per il collegio uninominale n. 12 della XV circoscrizione Lazio 1 del deputato Sebastiano Cubeddu.
Avverto che, qualora venga respinta la proposta di convalida del deputato Cubeddu, l'elezione di quest'ultimo sarà annullata, con conseguente proclamazione della ricorrente, onorevole Saltamartini, per il collegio uninominale n. 12 della XV circoscrizione Lazio 1, in luogo del collegio plurinominale 02 della medesima circoscrizione.
Ricordo, pertanto, che chi vuole votare per la convalida dell'elezione del deputato Cubeddu deve votare “sì”, mentre chi vuole votare per l'annullamento dell'elezione, con conseguente proclamazione dell'onorevole Saltamartini nel citato collegio uninominale, deve votare “no”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione) ( Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier scandiscono “Onestà, onestà!”.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Dichiaro pertanto convalidata l'elezione per il collegio uninominale n. 12 della XV circoscrizione Lazio 1 del deputato Cubeddu.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 con la votazione per schede per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Benvenuto, Brescia, Businarolo, Covolo, Davide Crippa, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Maggioni, Molinari, Saltamartini, Tasso, Tomasi, Trano e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Votazione per schede per l'elezione di due componenti il Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per schede per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Avverto che si procederà ad un unico appello nominale e a ciascun deputato saranno consegnate due schede di colore diverso.
Per quanto concerne l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali, ricordo che l'articolo 153, comma 1, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, prevede che la Camera dei deputati elegga due componenti del collegio, con voto limitato, tra coloro che hanno presentato la propria candidatura nell'ambito dell'apposita procedura di selezione.
I curricula dei candidati pervenuti nell'ambito dell'avviso del 19 aprile 2019 e quelli pervenuti a seguito della riapertura dei termini disposta con l'avviso del 7 ottobre 2019, sono pubblicati sul sito Internet della Camera dei deputati.
Ciascun parlamentare riceverà quindi una scheda (di colore celeste) sulla quale potrà indicare un solo nominativo.
Le schede recanti un numero superiore di nominativi saranno dichiarate nulle. Saranno altresì dichiarate nulle le schede recanti nominativi diversi rispetto a quelli dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura ai sensi del comma 1 del richiamato articolo 153 del decreto legislativo n. 196 del 2003.
Saranno, infine, considerate nulle le schede recanti segni di riconoscimento.
Saranno eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti.
Per quanto concerne l'elezione di due componenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ricordo che l'articolo 1, comma 3, della legge n. 249 del 1997, come modificato dall'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 maggio 2012, n. 62, prevede che il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati eleggono due commissari ciascuno e che “ciascun deputato esprime il voto indicando un nominativo per il consiglio”.
Ciascun deputato riceverà quindi una scheda (di colore arancione) sulla quale potrà indicare un solo nominativo. Anche in tal caso le schede recanti più di un nominativo saranno dichiarate nulle, così come quelle recante segni di riconoscimento.
Saranno eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti.
Avverto che ogni deputato dovrà deporre le schede in urne distinte a seconda dell'elezione per cui si procede.
Conformemente alla prassi relativa alle votazioni per schede, la chiama sarà effettuata secondo l'ordine alfabetico.
Passiamo ora alla votazione segreta per schede.
Avverto che sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro, esprimeranno il loro voto nelle cabine dopo aver ritirato le schede e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei Ministri che già sono pervenute.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la votazione) .
Colleghi, vi chiedo di evitare assembramenti e di indossare la mascherina e, se avete già votato, di uscire dall'Aula. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento per cortesia.
(Segue la votazione) .
Colleghi, vi chiedo di nuovo di mantenere il distanziamento e indossare la mascherina.
(Segue la votazione) .
Chiedo ai colleghi Olgiati, Caretta, Boniardi, Terzoni, Fassino, Losacco di indossare correttamente la mascherina. Anche la collega Gelmini, grazie.
(Segue la votazione)
Collega Invidia, collega Germanà, collega Lolini.
(Segue la votazione)
Colleghi, si sente un telefono viva voce da qui.
Collega Sgarbi, collega Sgarbi, le chiedo di indossare la mascherina, grazie.
(Segue la votazione)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,55)
( Segue la votazione)
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,05)
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione ed invito i deputati Segretari a procedere, nella Sala dei ministri, allo spoglio delle schede.
Sospendo la seduta fino al termine delle operazioni di scrutinio.
La seduta, sospesa alle 18,30, è ripresa alle 19,10.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali:
Presenti e votanti: 523
Astenuti: nessuno
Hanno ottenuto voti: Scorza: 237, Cerrina Feroni 209.
Voti dispersi: 19
Schede bianche: 12
Schede nulle: 46
Proclamo eletti componenti del Garante per la protezione dei dati personali Guido Scorza e Ginevra Cerrina Feroni.
Comunico il risultato della votazione per l'elezione di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni:
Presenti e votanti: 523
Astenuti: nessuno
Hanno ottenuto voti: Giacomelli 211, Mandelli 202, Carelli 42.
Voti dispersi: 30
Schede bianche: 22
Schede nulle: 16
Proclamo eletti componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Antonello Giacomelli e Enrico Mandelli.
Hanno preso parte alla votazione:
Acquaroli Francesco
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Aprea Valentina
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barbuto Elisabetta Maria
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Baroni Massimo Enrico
Bartolozzi Giusi
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bazzaro Alex
Bella Marco
Bellucci Maria Teresa
Belotti Daniele
Benamati Gianluca
Benedetti Silvia
Benigni Stefano
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Boldrini Laura
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Borghi Enrico
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Bubisutti Aurelia
Bucalo Carmela
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Butti Alessio
Cabras Pino
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Calabria Annagrazia
Campana Micaela
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cannatelli Pasquale
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Capitanio Massimiliano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Carrara Maurizio
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Casino Michele
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Castelli Laura
Castiello Giuseppina
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Maurizio
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecchetti Fabrizio
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Chiazzese Giuseppe
Ciaburro Monica
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colla Jari
Colletti Andrea
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Cominardi Claudio
Conte Federico
Corda Emanuela
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costanzo Jessica
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Cristina Mirella
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Cunial Sara
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
Dall'Osso Matteo
D'Ambrosio Giuseppe
Dara Andrea
D'Arrando Celeste
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Luca
De Carlo Sabrina
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Martini Guido
De Micheli Paola
De Toma Massimiliano
Deiana Paola
Deidda Salvatore
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Re Emanuela Claudia
Del Sesto Margherita
Delmastro Delle Vedove Andrea
Delrio Graziano
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Donzelli Giovanni
Dori Devis
D'Orso Valentina
Durigon Claudio
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Epifani Ettore Guglielmo
Fantinati Mattia
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraresi Vittorio
Ferrari Roberto Paolo
Ferro Wanda
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Fiorini Benedetta
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Fontana Ilaria
Fontana Lorenzo
Forciniti Francesco
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Foti Tommaso
Fraccaro Riccardo
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frusone Luca
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galantino Davide
Galizia Francesca
Galli Dario
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Garavaglia Massimo
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gebhard Renate
Gelmini Mariastella
Gemmato Marcello
Gerardi Francesca
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giacomelli Antonello
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giannone Veronica
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giorgetti Giancarlo
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Guerini Lorenzo
Guidesi Guido
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lapia Mara
Latini Giorgia
Lattanzio Paolo
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Licatini Caterina
Liuni Marzio
Locatelli Alessandra
Lolini Mario
Lollobrigida Francesco
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Loss Martina
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lucchini Elena
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Macina Anna
Madia Maria Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Mandelli Andrea
Maniero Alvise
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzato Franco
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Marchetti Riccardo Augusto
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martina Maurizio
Martinciglio Vita
Martino Antonio
Marzana Maria
Maschio Ciro
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melicchio Alessandro
Melilli Fabio
Meloni Giorgia
Menga Rosa
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliorino Luca
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Minniti Marco
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morani Alessia
Morelli Alessandro
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Murelli Elena
Muroni Rossella
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Novelli Roberto
Occhiuto Roberto
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Osnato Marco
Padoan Pietro Carlo
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Pagano Ubaldo
Pallini Maria
Panizzut Massimiliano
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Paxia Maria Laura
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Pezzopane Stefania
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Polidori Catia
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Andrea
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rosso Roberto
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Ruggiero Francesca Anna
Russo Giovanni
Russo Paolo
Saccani Jotti Gloria
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sangregorio Eugenio
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sarti Giulia
Sasso Rossano
Savino Elvira
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Scutellà Elisa
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Sgarbi Vittorio
Siani Paolo
Sibilia Carlo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Siracusano Matilde
Siragusa Elisa
Sodano Michele
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Spessotto Arianna
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefani Alberto
Stumpo Nicola
Suriano Simona
Sut Luca
Sutto Mauro
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Tasso Antonio
Tateo Anna Rita
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Tomasi Maura
Tonelli Gianni
Topo Raffaele
Torromino Sergio
Torto Daniela
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Vacca Gianluca
Valbusa Vania
Valente Simone
Valentini Valentino
Vallascas Andrea
Vallotto Sergio
Varchi Maria Carolina
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vianello Giovanni
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Villarosa Alessio
Viscomi Antonio
Vito Elio
Vizzini Gloria
Volpi Raffaele
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
Zucconi Riccardo
Sono in missione:
Azzolina Lucia
Bonafede Alfonso
Boschi Maria Elena
Carbonaro Alessandra
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Fantuz Marica
Giachetti Roberto
Grimoldi Paolo
Gualtieri Roberto
Liuzzi Mirella
Mammì Stefania
Morassut Roberto
Palmisano Valentina
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Ruocco Carla
Scalfarotto Ivan
Schullian Manfred
Sisto Francesco Paolo
Speranza Roberto
Traversi Roberto
PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 20.
La seduta, sospesa alle 19,15, è ripresa alle 20.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Ascari, Benvenuto, Boccia, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giacomoni, Giorgis, Grande, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Saltamartini, Carlo Sibilia, Spadafora, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Annuncio della elezione di un giudice della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 13 luglio 2020, il Presidente della Corte dei conti ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Signor Presidente, a norma dell'articolo 2, ultimo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, mi onoro comunicarLe che il Collegio previsto dal primo comma, lettera c) dello stesso articolo, il 12 luglio 2020, ha eletto giudice della Corte costituzionale il Presidente Angelo Buscema, in sostituzione del Presidente Aldo Carosi, che cesserà dalla carica per decorso novennio dalla nomina il 13 settembre 2020”.
Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.
La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nell'allegato A al resoconto della seduta del 13 luglio 2020.
(Intervento del Ministro della Salute)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Salute, Roberto Speranza. Prego. Colleghi, un po' di silenzio, per favore, grazie.
ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, onorevoli colleghi, a distanza di un mese dalle mie ultime comunicazioni al Parlamento, sono qui in ossequio a quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19, come modificato e approvato dalle Camere. Esso prevede che il Governo si confronti con il Parlamento per informarlo del lavoro svolto e dei suoi orientamenti rispetto ai prossimi provvedimenti. Sono, quindi, qui per ascoltare con attenzione, preventivamente, le valutazioni, le proposte e gli indirizzi che il Parlamento riterrà opportuno proporre all'Esecutivo.
Abbiamo iniziato, il 4 maggio, la fase di uscita dal lockdown: da allora, proseguiamo con prudenza il nostro percorso di riapertura. Dentro questo cammino, considero rilevante il dibattito parlamentare di oggi.
Un confronto è certamente necessario per riflettere sullo stato di evoluzione della pandemia in Italia e nel mondo e per ascoltare le valutazioni, le indicazioni che il Parlamento vorrà esprimere sulle prossime decisioni da adottare.
Questa nostra discussione per me non è mai semplicemente un atto dovuto nel rispetto di una norma, ma una possibilità per favorire una corretta dialettica tra Governo e Parlamento, tra maggioranza e opposizione, come ha auspicato autorevolmente più volte il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
È con questo spirito che, in premessa, prima delle opinioni e delle proposte, voglio partire dalla realtà, dai fatti. Purtroppo, nel corso di questa terribile pandemia, abbiamo tragicamente imparato che la realtà e i fatti non sempre coincidono con i nostri desideri e, spesso, prendono sentieri imprevedibili. Pochi numeri e la loro sequenza sono quasi sempre più chiari ed espliciti di mille parole: il 31 maggio, quando l'Italia era già nella sua fase di uscita dal lockdown, nel mondo, avevamo 5.934.936 contagiati e 367.166 deceduti. Oggi, a distanza di circa 40 giorni, i contagiati hanno superato la soglia dei 13 milioni, sono dunque più che raddoppiati ed i deceduti, ormai, sono tragicamente oltre il mezzo milione.
Di fronte a questi fatti, a questi numeri impietosi è del tutto evidente che non possiamo abbassare la guardia: non dividiamoci su questo, vi prego. Anche nella comunità scientifica si dibatte legittimamente dinanzi a un virus che è nuovo e resta nuovo, ma nessuno - lo ripeto, nessuno - dice che non bisogna mettere le mascherine, che non bisogna rispettare la distanza minima di un metro e che non bisogna rispettare le norme igieniche fondamentali, a partire dal lavaggio frequente delle mani. Tre semplici regole, ma essenziali, che possono farci gestire questa fase di convivenza con il virus.
Il dato dei contagiati nel mondo cresce: negli Stati Uniti siamo a oltre 3 milioni e dalle Americhe ogni giorno ci giungono da più parti strazianti immagini di dolore e di disperazione. L'onda diventa sempre più alta anche nei Paesi orientali e nel Sud del pianeta, dove i dati, con un sistema sanitario molto fragile, sono purtroppo incompleti e parziali, dentro un vortice drammatico di numeri e percentuali, che, nella loro impietosa freddezza, rappresentano però donne e uomini in carne ed ossa, vite umane. Non dimentichiamolo mai.
Voglio evidenziare un dato che, a mio avviso, è il più impressionante: nel nostro pianeta, ad oggi, il COVID ha colpito un cittadino ogni circa 650 abitanti dei quasi 8 miliardi di donne e uomini che popolano la terra nella quale viviamo. Questa è la straripante forza di un nemico che non solo non abbiamo ancora sconfitto, ma che continua a espandersi, ad occupare altri territori e a mietere nuove vittime. Un virus subdolo, che spesso colpisce mimetizzandosi. Abbiamo infatti imparato a nostre spese che il COVID ci attacca, moltiplicando i contagiati non solo attraverso soggetti sintomatici, ma sempre di più per mezzo di pazienti asintomatici.
Ricordo questi numeri non per alimentare paure irrazionali, che non avrebbero alcun senso, ma per non smarrire la razionale consapevolezza che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare i rischi che ancora corriamo.
La partita non è ancora vinta, la partita è ancora in corso. La prima valutazione che dunque offro all'Aula è un preciso richiamo a non sottovalutare prima di tutto una situazione internazionale molto preoccupante, perché la circolazione del virus nel mondo accelera e non perde in nessun modo potenza.
Evidenziare i rischi esogeni non può significare sottacere o minimizzare i rischi endogeni. Anche su questo punto voglio essere molto esplicito in questa seconda parte del mio intervento: in Italia siamo sulla strada giusta, conosciamo sempre di più il virus e abbiamo adottato misure di prevenzione territoriale nei luoghi di lavoro come protocolli di sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie.
Ma non facciamoci illusioni, non esiste il rischio zero senza il vaccino. Credo che tutto il Parlamento e tutti gli italiani debbano essere consapevoli del lavoro che abbiamo fatto e che ci ha consentito di mettere alle spalle i giorni più bui. Come ho già detto in precedenti interventi in quest'Aula, questo dobbiamo riconoscerlo e valorizzarlo, come fa d'altronde larga parte della comunità internazionale, ma senza mai chiudere gli occhi dinanzi a quello che non ha funzionato come sarebbe stato necessario.
Non ci ha regalato niente nessuno, per primi in Occidente siamo stati costretti ad affrontare un'emergenza sanitaria senza precedenti dal dopoguerra. Ci siamo misurati con difficoltà e problemi inediti per tipologia e dimensione. Abbiamo combattuto con coraggio e determinazione, senza avere un manuale di istruzioni da consultare per orientare le nostre scelte. Quale fosse la scelta giusta in ogni singolo passaggio non c'era scritto da nessuna parte. E attenzione, quando uso il plurale, il mio non è mai un plurale riferito solo al Governo nazionale: mi riferisco all'Italia, alla nostra nazione nel suo insieme; mi riferisco a tutte le istituzioni repubblicane, Governo, regioni, comuni e province, e soprattutto a tutti gli italiani, che hanno svolto un ruolo determinante, facendo sacrifici inimmaginabili, al personale sanitario, alle forze di Polizia ai volontari e ai lavoratori che, per assicurare i servizi essenziali, hanno continuato a svolgere le proprie attività anche durante il lockdown (Applausi).
Non finiremo mai di ringraziare queste donne e questi uomini.
Con le scelte fatte sono state salvate migliaia di vite umane in Italia, evitando che l'onda alta tracimasse anche nel Mezzogiorno. Abbiamo indicato una rotta di navigazione nella tempesta che poi è servita ad altri ed è oggi seguita da quasi tutto il mondo. Lo dico con grande dolore nel cuore: chi ha fatto scelte differenti dalle nostre, chi si è affidato nel mondo all'ipotesi dell'immunità di gregge sta pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane ed è ancora pienamente dentro la tempesta. Noi, l'Italia, oggi siamo fuori dai giorni più drammatici della tempesta; navighiamo in un mare poco mosso, ma non siamo ancora in un porto sicuro, non siamo ancora al riparo per due motivi tanto semplici quanto evidenti. Il primo: il virus, anche se in forma ridotta e con una prevalenza di casi asintomatici, continua a circolare.
Siamo dentro una fase di convivenza con il COVID, in un contesto nel quale, aumentando le attività e liberalizzando gli spostamenti, aumentano inevitabilmente le probabilità di incontrare il virus. Lo testimoniano i numerosi focolai attivi, che dobbiamo essere sempre più rapidi ad individuare ed isolare con il massimo della determinazione e senza alcuna incertezza. Il secondo motivo: siamo oggettivamente esposti al rischio di importare il COVID da italiani che tornano da viaggi all'estero o da cittadini di altri Paesi che arrivano o transitano in Italia. Sono rischi non teorici, ma concreti, che muovendoci con grande prudenza possiamo però ridurre sensibilmente, ma mai azzerare del tutto; sono rischi che le nostre rilevazioni settimanali mettono chiaramente in evidenza, pur dentro un quadro nazionale che anche questa settimana rileva un indice RT inferiore ad 1.
A seguito di diversi piccoli focolai che si sono manifestati in questi ultimi giorni sono passate da una a cinque le regioni con un indice superiore ad 1 e conviviamo con piccole catene di contagio di cui non sempre è facile riscontrare l'origine. Sia dai dati internazionali che dai dati nazionali risulta dunque confermata la valutazione che la partita per arginare prima e sconfiggere poi il Coronavirus è tutt'altro che terminata. Ecco perché dobbiamo muoverci in ogni circostanza ispirati dal principio di massima precauzione, non sottovalutando alcun segnale di pericolo e sempre pronti ad intervenire in modo tempestivo e proporzionale all'evoluzione della situazione epidemiologica. Discuteremo nuovamente sia alla Camera che al Senato con una seduta apposita e con un apposito ordine del giorno della eventuale proroga dello stato di emergenza. Voglio essere molto chiaro: al momento nessuna decisione è stata assunta. Dovrà riunirsi il Consiglio dei ministri e personalmente sono profondamente convinto che il Parlamento debba essere pienamente protagonista del percorso decisionale nel rapporto di fiducia che lo lega al Governo. Lo stesso Presidente del Consiglio mi ha ribadito la sua piena disponibilità ad un ulteriore momento di confronto ad hoc sul tema con la Camera dei deputati e con il Senato della Repubblica. Con la stessa franchezza, alla luce del quadro che ho precedentemente delineato, credo risulti evidente a tutti che io non consideri né terminata, né archiviata la fase di emergenza. Il punto aperto è discutere di quali siano gli strumenti formali più adeguati per affrontarla questa emergenza. Valuteremo con trasparenza, anche nel confronto con le Camere, tutte le ipotesi in campo; al momento nessuna può essere esclusa sia in termini di procedure e conseguenze giuridico-amministrative sia in termini di temporalità.
Sono convinto che lo stato di emergenza non possa che essere legato ad un periodo eccezionale e limitato della vita del nostro Paese. Quello che ci preme è essere pronti, non avere intoppi o ritardi, poter essere tempestivi nelle procedure, come, ad esempio, le gare per i banchi o i test sierologici in vista della riapertura delle scuole. Quello che non possiamo permetterci è non avere una macchina efficace e veloce per rispondere ad ogni evenienza, perché il rischio c'è e non si può non vederlo. Credo che il tema del rapporto tra epidemie e democrazia meriti un ulteriore momento di approfondimento, anche in vista delle scelte che a breve saremo chiamati a compiere. Dinanzi alle immagini del primo impatto del COVID in Cina alcuni osservatori hanno immaginato e anche scritto che le regole della democrazia potessero rappresentare un limite per affrontare l'epidemia e fermare il contagio, e che invece i Paesi con un forte dirigismo centrale fossero naturalmente più attrezzati per affrontare l'emergenza. Penso che non sia così; nella nostra esperienza italiana la chiave più importante per piegare la curva del contagio è stata proprio la sintonia di fondo tra le misure che abbiamo adottato e il sentire comune della popolazione, consapevole dei rischi che tutto il Paese stava correndo. Non è per me mai stata la chiave securitaria quella decisiva, ma la persuasione, la convinzione delle persone. Penso che la democrazia e le sue regole rappresentino sempre un punto di forza, mai un punto di debolezza, e credo che queste riflessioni valgano anche per i prossimi mesi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).
In una fase in cui nel mondo viaggiamo al ritmo di oltre 200 mila nuovi contagiati al giorno, è difficile non riconoscere con linearità che la sfida è ancora aperta per ciascun Paese, nessuno escluso. L'ho ripetuto mille volte in questi mesi, e non mi stancherò mai di ripeterlo: il virus non conosce confini, regionali, nazionali ed internazionali, sono mille le strade attraverso le quali il contagio può essere importato in Italia ed innescare nuovi focolai di infezione. In questo quadro il nostro obiettivo sarà garantire un giusto e proficuo equilibrio tra le preziose ed incomprimibili prerogative del Parlamento e l'urgente necessità di tutelare la salute pubblica. Il Parlamento ha definito, con la conversione del decreto-legge n. 19 del 25 marzo e poi con il decreto-legge n. 33 del 16 maggio, un percorso, una modalità di funzionamento ai quali il Governo, come già sta puntualmente facendo, intende scrupolosamente attenersi. I commi 1 e 5 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19 definiscono con chiarezza il procedimento da seguire nell'adozione di misure di contenimento. Dentro questo sentiero, la mia opinione è che sia pienamente possibile contemperare e mantenere in giusto equilibrio il diritto fondamentale alla salute previsto dall'articolo 32 della nostra Costituzione e le prerogative che sempre la nostra Carta costituzionale attribuisce al nostro Parlamento. È chiaro che l'Italia è in un'altra fase rispetto ai mesi passati. Dal 4 maggio abbiamo cominciato a riaprire: con giudizio, ma dobbiamo ripartire. Dobbiamo farlo anche per non pagare un prezzo troppo alto sul piano economico e sociale, ma ai nostri concittadini dobbiamo sempre dire una verità, una verità che ritengo molto, molto importante: la prima misura, quella più forte per riavviare la nostra economia, è continuare a rispettare rigorosamente tutte le regole di prevenzione adottate, a partire da quelle relative ai nostri comportamenti individuali. Senza la sicurezza sanitaria non c'è legge di bilancio, investimento pubblico o privato, finanziamento europeo in grado di farci recuperare il terreno perso in questi mesi. Per convivere con il virus sino al vaccino, per riaccendere tutti i nostri motori dell'economia, per affrontare i gravi problemi sociali che vediamo crescere nel Paese, non dobbiamo arretrare di un millimetro sulle misure di prevenzione. In coerenza con questa impostazione il Governo intende adottare, a seguito di questo passaggio parlamentare, un nuovo DPCM che proroghi le misure attualmente vigenti sino al 31 luglio. Le principali misure sono: l'obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, l'obbligo di rispettare i protocolli di sicurezza definiti per la riapertura dei luoghi di lavoro, il divieto di assembramenti, le sanzioni penali per chi viola l'obbligo di quarantena, il divieto di ingresso o quarantena per chi arriva dai Paesi extraeuropei e controlli più stringenti, più rigorosi su aeroporti, porti e luoghi di confine. Quest'ultima misura, che ho adottato con mia ordinanza, è direttamente correlata alla grave situazione di contagio in un numero crescente di aree del mondo. La scelta che facciamo è chiara: non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi, ed è per questo che abbiamo scelto ancora una volta la linea della massima prudenza. Il divieto di ingresso e transito in Italia riguarda ad oggi chi nei 14 giorni antecedenti ha soggiornato o transitato in 13 Paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia-Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. Sono le nazioni che hanno un'alta percentuale di incidenza del virus in rapporto alla popolazione ed una resilienza molto bassa dei sistemi di prevenzione e di controllo. Al fine di garantire un adeguato livello di protezione sanitaria sono sospesi anche i voli diretti e indiretti da e per i Paesi indicati nell'ordinanza. Aggiorneremo costantemente questa lista, sulla base di un'analisi puntuale dell'evoluzione dei dati. Voglio inoltre ricordare a tutti che per gli arrivi, tutti gli arrivi dai Paesi extra-Schengen ed extra-Unione europea abbiamo confermato la quarantena di 14 giorni come misura precauzionale per evitare la diffusione del contagio, e particolare attenzione è rivolta in queste ore agli sbarchi sulle nostre coste, con rigorosi controlli sanitari ed obbligo di quarantena per tutti coloro che arrivano. Nessuna sottovalutazione può essere ammessa.
Sull'urgente necessità di coordinare e controllare con misure comuni le frontiere europee, nei giorni scorsi ho scritto una lettera al Commissario UE alla Salute e alla sicurezza alimentare, Stella Kyriakidou, e al Ministro della Salute tedesco, Presidente di turno Jens Spahn. Nella lettera ho insistito sulla inderogabile esigenza di definire nuove rigorose misure cautelative per gli arrivi da aree extra-Schengen ed extra-UE, richiedendo a Commissione e Presidenza di promuovere un maggior coordinamento tra gli Stati membri, e garantire così una maggiore efficacia alla realizzazione dell'obiettivo di contenere la diffusione di contagi causati da focolai di origine esterna. Ogni misura di divieto di ingresso in Italia e di limitazione della libera circolazione dei voli è una decisione che assumiamo con dolore, ma sono scelte necessarie. L'Italia vuole isolare il virus, fermare la catena del contagio, non isolare i Paesi colpiti, nei confronti dei quali riconfermiamo la nostra massima disponibilità di aiuto e di cooperazione. Siamo al lavoro con il Ministro degli Esteri Di Maio e con il commissario Arcuri per corrispondere positivamente, a partire dal Brasile, alle tante richieste di aiuto che ci giungono da nazioni particolarmente in difficoltà a causa della pandemia: l'Italia farà fino in fondo la sua parte, nessuno si salva da solo, un virus globale si batte anche e soprattutto con una forte cooperazione internazionale.
Parallelamente a questi provvedimenti, sempre relativamente alla gestione dell'emergenza, il Governo è impegnato tutti i giorni su quattro fronti prioritari. Il primo: il vaccino. Il nostro Paese, l'Italia è pienamente in campo per assicurare al più presto il vaccino a tutti i cittadini: un vaccino che, lo ribadisco con forza, per noi deve essere un diritto di tutti, un bene pubblico globale, e non un privilegio di pochi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).
Rispetto alla mia precedente informativa, devo sottolineare che l'iniziativa che abbiamo intrapreso come gruppo di testa insieme a Germania, Francia ed Olanda, ha provocato un'accelerazione delle iniziative della Commissione europea su questa partita decisiva per sconfiggere definitivamente il COVID-19. L'accordo che abbiamo firmato con AstraZeneca prevede la produzione di 400 milioni di dosi, di cui 60 milioni saranno consegnate entro la fine dell'anno. È una bella notizia che il vettore virale del vaccino di AstraZeneca, su cui ha lavorato in primis l'Università di Oxford, sia fatto a Pomezia, e che l'infialamento avvenga, invece, ad Anagni. Questo ci dice con chiarezza che l'Italia c'è, con i suoi cervelli e con le sue competenze (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).
Continua poi in questi giorni il confronto con gli altri Paesi europei per chiudere accordi con altri candidati vaccini credibili, interloquendo a 360 gradi con tutti i potenziali produttori. Nei giorni scorsi ho visitato l'IRBM di Pomezia, ReiThera di Castel Romano, dove pure si lavora ad un vaccino tutto italiano, e lo stabilimento Catalent di Anagni, dove anche la Johnson&Johnson, oltre ad AstraZeneca, infialerà il vaccino in sperimentazione. L'Italia ha enormi potenzialità connesse all'industria farmaceutica: è un asset strategico del Paese, dobbiamo valorizzare i siti italiani in grado di produrre e attrarre nuovi investimenti internazionali. È questa la scelta di fondo a cui stiamo lavorando.
Secondo asse, gli ospedali COVID-19. Mi fa molto piacere poter informare oggi il Parlamento che entro pochi giorni, entro la fine della prossima settimana, il Ministero avrà terminato l'esame di tutti i progetti pervenuti dalle regioni per gli ospedali COVID-19 ai sensi del “decreto Rilancio”. Conseguentemente saranno trasmessi al commissario all'emergenza, per mettere in essere con procedure straordinarie tutti gli adempimenti necessari per la loro rapida realizzazione. Si tratta di un passo in avanti fondamentale per rafforzare la nostra rete dell'emergenza, delle terapie intensive e sub-intensive e contemporaneamente rendere più sicuri i nostri ospedali, superando qualsiasi forma di promiscuità tra la rete COVID-19 e quella non COVID-19.
Terzo asse di lavoro: aumentare il personale sanitario e rafforzare la sanità sul territorio. Si tratta di un lavoro senza precedenti: abbiamo investito più risorse sul Servizio sanitario nazionale negli ultimi cinque mesi che negli ultimi cinque anni. Siamo arrivati, al momento, a 29.433 assunzioni, di cui 6.330 medici, 13.607 infermieri e 6.476 OSS. Il prossimo passo, con l'adozione definitiva del “decreto Rilancio”, sarà l'assunzione a tempo indeterminato di 9.600 infermieri di comunità: una svolta importante che ci consentirà di rafforzare concretamente i servizi territoriali, che rappresentano, come anche questa emergenza ci ha confermato, il baluardo fondamentale per prevenire e successivamente gestire le emergenze sanitarie. È, inoltre, particolarmente strategico l'investimento sui servizi domiciliari alle persone fragili e, in modo particolare, ai più anziani; questo investimento farà passare l'Italia dal 4 per cento della platea di assistiti ultrasessantacinquenni al 6,7 per cento; passiamo, grazie a un solo decreto, dall'essere due punti sotto la media OCSE ad essere 0,7 punti sopra la media OCSE.
L'investimento sul personale è fondamentale sempre, ma permettetemi di dire che lo è in modo particolare in queste settimane, in cui la nostra priorità deve essere recuperare le visite e gli interventi che sono stati sospesi a causa del COVID-19. Il Coronavirus, come è ovvio, non ha fermato le altre patologie, a partire da quelle croniche o, ad esempio, quelle oncologiche; per questo, ora più che mai, il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di più energie per recuperare il ritardo accumulato. Dobbiamo continuare a investire con tutte le energie che abbiamo e dichiarare definitivamente chiusa la stagione dei tagli.
Quarto asse: l'apertura in sicurezza della scuola; è la partita più importante per me, fondamentale per i nostri ragazzi e per il nostro futuro. Senza la riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado non saremo mai completamente fuori dal lockdown. Con l'accordo del 26 giugno, raggiunto nella Conferenza unificata, grazie a regioni, province e comuni che hanno lavorato con noi, abbiamo compiuto un importante passo in avanti, condividendo le linee guida e gli obiettivi da perseguire. È un appuntamento che va gestito con la massima cautela e prudenza, anche alla luce delle difficoltà in cui si sono imbattute le nazioni che prima di noi hanno deciso di riaprire le scuole.
La riapertura delle scuole riguarderà ben 10 milioni di persone e tutte le simulazioni fatte a fine aprile per decidere le modalità attraverso le quali procedere a un graduale superamento del lockdown indicano nella scuola una delle attività a maggior rischio proprio per l'elevato numero delle persone coinvolte. Per questo motivo, dobbiamo concentrare ogni attenzione sulle riaperture di settembre e dobbiamo tenere un livello alto di monitoraggio su quanto avverrà nei mesi successivi nelle scuole. Innanzitutto, stiamo lavorando alla definizione di una strategia organica di prevenzione. Il personale scolastico sarà sottoposto ad indagine sierologica - il commissario ha già bandito la gara per i kit - ed è poi allo studio un modello di test molecolari a campione per monitorare la popolazione scolastica durante tutto il corso dell'anno. La chiave del nostro lavoro è ristabilire un contatto più stretto tra scuola e dipartimento di prevenzione dell'azienda territoriale. Negli anni dei tagli, purtroppo, con una decisione a mio avviso pesantemente sbagliata, è stata archiviata la medicina scolastica, che era stata normata in Italia nel lontano 1961. I presidi, i professori, il personale scolastico non possono essere lasciati soli nella gestione di questo difficile passaggio. Per questo è essenziale ricostruire un rapporto strutturato, e non saltuario, tra scuola e sanità, rapporto che purtroppo manca da troppo tempo nel nostro Paese.
Il Comitato tecnico-scientifico farà a settembre un'ulteriore verifica sulle modalità di ripresa in piena sicurezza delle lezioni, anche relativamente all'utilizzo delle mascherine e al distanziamento, ovviamente sulla base dell'andamento del contagio. Una cosa, però, a me sembra certa e indiscutibile: le scuole frequentate dai nostri figli e dai nostri nipoti riapriranno; sono un valore fondamentale del Paese a cui dedicheremo ogni energia e ulteriori ingenti investimenti economici e finanziari. A scuola dovranno esserci misure di precauzione all'altezza della situazione; a scuola si deve poter andare in piena sicurezza.
È con questo spirito che intendiamo affrontare le prossime settimane e la ripresa successiva al mese di agosto. Io credo che dobbiamo farlo, non smarrendo il filo di uno sforzo unitario. So che non è semplice, ma dobbiamo provarci. La ricerca della massima convergenza nella gestione di questa difficile emergenza sanitaria non è una concessione che il Governo regala alle opposizioni, né uno sconto che le minoranze fanno all'attuale maggioranza parlamentare. È, secondo me, la via maestra per portare il Paese definitivamente fuori dalla tempesta; è la via della responsabilità, l'unica, a mio avviso, seriamente percorribile nell'interesse prioritario e prevalente del nostro Paese. Spero che il dibattito di oggi saprà essere all'altezza di questa sfida (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).
(Discussione)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Ministro della Salute.
È iscritta a parlare la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, abbiamo ascoltato la sua ricostruzione dei fatti e anche l'illustrazione dei contenuti del DPCM che confermano le misure in vigore. Pur condividendo il fatto che il Paese si avvia verso la normalità e che, insomma, la situazione è sotto controllo, certo, la prudenza non è mai troppa. Ma noi vorremmo lanciare un appello a lei, Ministro, e al Governo, perché riteniamo che sia giunto il momento di dare fiducia agli italiani, di passare dalla stagione dei divieti a una stagione nella quale prevalgano la responsabilità e la condivisione di buone regole sociali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa fiducia, i cittadini, gli italiani se la sono assolutamente meritata, dopo che per due mesi, consapevolmente, insomma, si sono bloccate tutte le attività, si sono bloccati dalle grigliate abusive agli impenitenti ciclisti della domenica, sono stati schedati tutti quelli che prendevano un mezzo; ebbene, eravamo sgomenti e la situazione in parte giustificava misure estremamente rigorose, però, adesso, vi diciamo una cosa: basta con le grida manzoniane, ora è venuto il momento di indirizzare i droni non contro i ciclisti della domenica, non contro ogni tipo di comportamento libero degli italiani, ma tornate ad andare a caccia dei delinquenti, degli spacciatori e, magari, di quegli scafisti che, incuranti anche dei rischi della salute, hanno visto nella volontà del Governo di rivedere i “decreti sicurezza” la fine di un serio contrasto all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). D'altronde, per salire sui barconi che portano dalla Libia a Lampedusa nessuno controlla la temperatura, come succede nelle stazioni o negli aeroporti. Abbiamo fatto firmare agli italiani chilometri di carte di autocertificazioni, semplicemente per spostarsi da un comune all'altro e, poi, però, in nome dell'accoglienza e del buonismo, avete spalancato di nuovo le porte all'accoglienza indiscriminata. Avete giustamente vietato l'ingresso e il transito a 13 Paesi, con modalità che si basano sul principio dell'isolamento fiduciario, ma intanto dalle coste del Mediterraneo continuano ad arrivare i migranti e voi vi siete accorti in ritardo di questo problema che vi è stato sollevato, non a caso, da due governatori di centrodestra come Jole Santelli e Nello Musumeci.
Su questo argomento noi avremmo voluto che lei, stasera, ci offrisse soluzioni in grado di tutelare la salute di tutti e di rassicurare i cittadini. Non è andata così e non sappiamo ancora se allestirete una nave per la quarantena; di tutto ciò non ci meravigliamo, anche perché, ancora una volta, avete dimostrato nei fatti di trascurare il rapporto con il Parlamento. Sì, perché questo suo intervento accorato giunge praticamente nell'ultimo giorno utile e a provvedimenti, signor Ministro, ormai scritti.
Lei, poco più di un mese fa, auspicava una limpida dialettica fra la maggioranza e l'opposizione, poi, però, sembra che lei si sia adeguato immediatamente agli usi di “casa Conte” e cioè a relegare il Parlamento in un ruolo subalterno, come se fosse un'inutile perdita di tempo. Ha provato ad usare parole tranquillizzanti sul tema della scuola, ma anche qui le ricordo che la CISL registra che ci sono 80 mila cattedre scoperte.
Non solo. Avete varato le regole in ritardo per la ripartenza e avete scelto una data per le elezioni, quella del 20 settembre, che renderà ancora più difficile l'avvio dell'anno scolastico. Vi avevamo pregato di portare i seggi fuori dalla scuola, per consentire alla scuola un avvio ordinato dell'anno scolastico, invece non sarà così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Purtroppo, non avete voluto ascoltare l'opposizione.
Allora, del suo intervento di questa sera noi ricordiamo soprattutto le omissioni, con riferimento ai migranti ma soprattutto ad un tema che lei ha toccato solo parzialmente, ovvero il destino dello stato di emergenza.
Lei ha ribadito che il Presidente del Consiglio e il Governo non hanno ancora assunto decisioni definitive sullo stato di emergenza. Ma, vede, signor Ministro, il suo Presidente del Consiglio ha comunque ipotizzato e comunicato la possibilità di una proroga fino alla fine dell'anno, addirittura al 31 gennaio, dello stato di emergenza. Prima le decisioni si assumono, in un Governo normale, e poi si comunicano. Voi state facendo esattamente il contrario e, con superficialità - più il Presidente Conte di lei - sta esponendo il Paese a gravi rischi dal punto di vista reputazionale della comunicazione. Infatti, dare l'idea al mondo che servono ancora forse sei mesi di stato di crisi vuol dire fare dei danni alla nostra economia incalcolabili. Voi di questo non ve ne rendete conto e resta difficile francamente comprendere come si possa, da un lato, tornare a ballare all'aperto nelle discoteche e, dall'altro, però, immaginare uno stato di emergenza per sei mesi. Non lo stanno facendo la Francia, la Germania, la Spagna: perché dovremmo farlo noi? Questo Paese è vero che non deve morire di COVID-19, ma non può nemmeno morire di fame, di stenti o di povertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E' l'immagine di un Paese: a fronte di una richiesta ipotizzata di uno stato di emergenza per sei mesi, sono danni che questo Paese non merita, che l'Italia non merita. Noi queste parole non avremmo voluto ascoltarle con tanta superficialità.
Sia chiaro, noi condividiamo l'urgenza di attrezzarci per una eventuale nuova insorgenza del virus. Lei ha usato parole di saggezza, che noi rispettiamo e, in parte - lo ribadisco senza paura -, condividiamo. Però, non ci dimentichiamo come voi avete gestito il lockdown, perché in quei mesi siete passati da un DPCM all'altro, dai congiunti agli affetti stabili, ad una selva di autocertificazioni, di cui ormai si è perso il conto, il tutto infarcito da una conferenza qua e là del Premier Conte.
E, in quei due mesi e mezzo di lockdown, è stato messo in quarantena il Parlamento. È stato messo il silenziatore alla democrazia e chiunque abbia provato ad avanzare critiche o suggerimenti sull'operato del Governo è stato tacciato di propaganda antinazionale, anche chi come noi ha votato e vi ha messo sul piatto 80 miliardi di scostamento, che dovevano servire per evitare la catastrofe economica e che - me lo lasci dire - sono stati utilizzati in maniera non adeguata.
Allora, la realtà ve l'ha spiattellata oggi dalle pagine del Corriere della Sera Antonio Polito, quando ha detto che la proroga dello stato di emergenza è solo un éscamotage per prendere tempo, per nascondere le vostre divisioni e le vostre conflittualità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Oramai Conte ha un'unica tecnica, che è quella del rinvio. L'abbiamo visto anche oggi con il rinvio a questa sera del Consiglio dei ministri per discutere di Atlantia. Ma come? Avete avuto due anni - per rinegoziare una concessione, due anni! - e oggi raccontate agli italiani che si può revocare quella concessione, esponendo l'Italia a risarcimenti danni miliardari. Un Governo serio non avrebbe perso tempo. Avrebbe rinegoziato quella concessione nell'interesse assoluto degli italiani. Ma voi, divisi al vostro interno, non avete saputo fare questo.
Così come vi siete accontentati di annunciare un taglio dell'IVA, che è comparso sui giornali per due giorni e il terzo giorno era già sparito dai radar, con il Partito Democratico che diceva: no al taglio dell'IVA, sì al taglio del cuneo.
Non avete tagliato l'IVA e non avete tagliato il cuneo fiscale. Né l'uno né l'altro: solo promesse. Non siete capaci di affrontare questa crisi economica e sociale e, allora, provate a prendere tempo e snobbate le proposte dell'opposizione. Non avete nemmeno rinviato le scadenze fiscali, non vi siete occupati del turismo, non avete garantito la cassa integrazione. È per tutte queste ragioni che, con tutti i limiti che può avere il Parlamento, noi continuiamo a pensare che quest'Aula sia meglio della kermesse di Villa Pamphilj e sia meglio delle mille task force, che non hanno prodotto nulla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Per tutte queste ragioni, lei ha fatto bene a ricordare che non basta la sua comunicazione questa sera. Noi chiediamo con forza che il Premier Conte venga qui a relazionare sullo stato di emergenza. Lo farà domani sul Consiglio europeo, ma non basta. Su un tema così delicato, che riguarda la democrazia, che riguarda il futuro economico di questo Paese, il Governo e il Premier hanno il dovere di venire qui e di relazionare. Sappiate che non accetteremo altre forzature, perché, come vi ha ricordato il professor Cassese, una volta va bene, l'eccezione va bene, ma l'eccezione non può diventare la regola, nemmeno con il Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT (IV). Presidente, consegnerò il mio intervento, non prima di aver, in due flash, detto un pensiero e un grazie agli italiani, che, secondo le indagini Istat, nel periodo di lockdown, hanno capito l'importanza di cosa stavano facendo e hanno apprezzato le istituzioni. Questa non è una questione da poco. Quando Italia Viva ha lottato perché i DPCM venissero presentati in Parlamento, prima della loro adozione, era proprio per dire che i cittadini hanno diritto di sapere preventivamente che cosa andranno a rispettare. Una piccola battuta alla collega Gelmini, che ha parlato delle divisioni della maggioranza. Non credo che su MES e autostrade le opposizioni non siano altrettanto divise. E, quando si cita Cassese - che ci fa sempre molto piacere -, mi piacerebbe scoprire cosa le opposizioni hanno votato il 4 dicembre 2016, solo perché le parole sono pietre e i fatti restino (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, io ho profonda stima di lei e, quando lei parla del rispetto del Parlamento, sono convinto che queste non siano parole formali, ma siano sostanziali. Lo dimostra la sua storia. Così come, quando si dice e lei dice che siamo tutti convinti che la partita non è ancora vinta, è evidente che noi dobbiamo imparare a convivere con questo virus. Quando parliamo del distanziamento fisico, delle mascherine e dell'igiene, è evidente che su questo siamo tutti d'accordo. Ma c'è un punto oggi. Non siamo più alla “fase 1”, su cui ci saremmo comportati tutti allo stesso modo, ma siamo alla “fase 3”, cioè siamo alla sfida della ripresa, della convivenza con questo virus. Però, noi dobbiamo ripartire - glielo dico con tutto il cuore - dal rispettare la verità. Lei ha detto che sono tre mesi che noi abbiamo riaperto. È vero. Se i dati di oggi sono 114 casi in tutta Italia, 17 morti, 60 ricoverati in terapia intensiva, 777 i ricoverati in tutta Italia, non possiamo dire: ieri erano 169. E i titoli dei giornali dicono: “aumenta”, “diminuisce”. È un errore questo tipo di comunicazione. Dobbiamo dire che ancora dobbiamo combattere con questa malattia, ma che l'emergenza drammatica che abbiamo passato, grazie a Dio, per i provvedimenti che abbiamo preso, è passata. Allora, bisogna dire: basta panico, basta morte sociale, basta alimentare la paura con la minaccia. Nella “fase 3” dobbiamo - e deve essere d'accordo con noi maggioranza e opposizione - scommettere sulla responsabilità, sulla libertà, sulla positività. A noi non piace il modello cinese. La gente da noi non va a lavorare perché costretta. La gente da noi va a lavorare perché contribuisce a costruire qualcosa di positivo. Noi abbiamo questa risorsa: non esiste l'esercito che ti obbliga a stare a casa. Abbiamo fatto l'appello alla responsabilità delle persone. La “fase 3” deve essere caratterizzata da questo ed è la ragione per cui, in maniera molto chiara, ha fatto un gravissimo errore il Presidente del Consiglio, che tra uno show al Mose e una passeggiata al ponte Morandi ci dice che noi proroghiamo l'emergenza per sei mesi. Ma l'emergenza si proroga se c'è un'emergenza, non si proroga - e lei lo sa meglio di me - se noi facciamo una previsione di calamità…
PRESIDENTE. Concluda.
MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). …e allora forse accadrà una calamità e, quindi, dichiariamo lo stato di emergenza. Lo stato di emergenza ha una sua contingenza, l'ha detto con chiarezza lei: non basta che vi sia la previsione di un evento calamitoso; deve esserci lo stato di emergenza. Ultima battuta, perché lei è il Ministro della Salute e ha dimostrato grande sensibilità. Il COVID-19 in questi mesi, in questi cinque mesi, ci ha fatto trascurare drammaticamente gli altri ammalati. Torniamo a curarci degli ammalati (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Fratelli d'Italia), degli ammalati di tumore, di diabete, di quelli che hanno aspettato mesi per essere sottoposti a una chemioterapia, di quelli che hanno aspettato mesi per farsi una trasfusione. Questa è la nostra preoccupazione reale! Conviviamo con il virus, conviviamo, scommettiamo sulla libertà e sulla responsabilità. Basta stato di emergenza! Ci vogliono trenta secondi per proclamare uno stato di emergenza e, mi scusi, se dobbiamo proclamare - e concludo - lo stato di emergenza solo perché dobbiamo fare appalti veloci si trovi un'altra strada e non si limiti la libertà delle persone. La libertà in Occidente e in Italia è la nostra principale risorsa (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Martini. Ne ha facoltà.
GUIDO DE MARTINI (LEGA). Onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato le comunicazioni del Ministro della Salute sui provvedimenti che il Governo si appresta ad adottare per contenere la diffusione del virus COVID-19. Il mese scorso, in occasione delle prime comunicazioni alle Camere, il Ministro aveva fatto appello alla dialettica parlamentare. Aveva preannunciato - ce lo ricordiamo tutti - “una stagione caratterizzata dal dialogo tra maggioranza e opposizione, da un confronto a tutto campo a partire dalle forze politiche presenti in Parlamento” (cito testuale: tutte belle parole). A distanza di un mese, a sentire le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, mi chiedo, tuttavia, che fine abbiano fatto questi buoni propositi, perché alle parole non sono seguiti i fatti. Non c'è stato alcun dialogo con le opposizioni, non c'è stato alcun coinvolgimento del Parlamento nei processi decisionali che interessano gli italiani, non c'è stato quel ritorno alla normalità istituzionale che tutti si auspicavano, inclusi gli esponenti di spicco dell'attuale maggioranza. Il Governo ha continuato ad avocare a sé pieni poteri, come se versassimo ancora nel pieno dell'emergenza sanitaria. Non solo, il Presidente del Consiglio ha anticipato, per il tramite del suo massimo esponente, di avere già in programma la proroga dello stato di emergenza per tre, quattro o cinque mesi - non è dato sapere quanto - senza riflettere su quali danni ciò possa provocare alla nostra nazione. La nostra nazione è clamorosamente ultima in Europa in questa emergenza, ed è la nazione che ha ancora le scuole chiuse mentre tutti gli altri le hanno riaperte. Si discute come riaprirle, se le riapriremo con la didattica a distanza. Ma vi rendete conto dei danni che facciamo con questo messaggio che mandiamo in giro per il mondo alla nostra nazione? Mi chiedo: e così che questo Governo ha intenzione di ricucire una dialettica con le forze di opposizione? È così che vuole rimettere il Parlamento nella condizione di svolgere la propria funzione istituzionale? E, soprattutto, che motivo c'è di prorogare lo stato di emergenza ora, in un momento in cui la situazione sanitaria è finalmente sotto controllo? Perché ci vuole anche il coraggio di parlare, perché c'è stato il momento della paura, ed era giusto che ci fosse paura, e la paura confina con la prudenza ed è giusto, però deve anche venire il momento del coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In questo momento - e diciamo le cose come stanno - le rianimazioni sono vuote; potrebbero riempirsi di nuovo ma nessuno di noi se lo augura e quei fantomatici scenari, che prevedevano i 150 mila ricoverati in rianimazione contro un massimo di occupazione di 4.500 posti su 8.500 nel momento di picco della malattia, non si sono visti, non ci sono stati e, molto probabilmente, non ci saranno più.
Questo è il momento in cui bisogna anche tirare fuori il coraggio. Non possiamo solo nasconderci dietro a un vaccino che forse verrà, ma forse non verrà - non è detto questo - e comunque la nostra nazione deve ripartire, perché voi dimenticate una cosa, dimenticate l'economia. È come se voi ragionaste semplicemente come chi ha lo stipendio garantito alla fine del mese. Fatevi un giro per Roma, fatevi un giro: guardate i ristoranti chiusi, gli alberghi chiusi che non riapriranno e dentro ognuno di quei luoghi ci sono dieci buste paga, venti buste paga. Non esiste questo per voi. Esiste, esiste eccome, e non potete non tenere conto di questo.
Mi conforta di non essere il solo ad essermi posto alcune domande. Abbiamo letto, nei giorni scorsi, l'intervento di uno dei massimi costituzionalisti del nostro Paese, Sabino Cassese. Lo abbiamo sentito intervenire con decisione a difesa dei principi cardine del nostro ordinamento. Lo abbiamo sentito riprendere il Premier per ricordare, semmai se lo fosse dimenticato, che l'eccezione non è la regola, che non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso per istituire un ordine fuori dall'ordinario e tagliare fuori il Parlamento dai processi decisionali.
In questi sei mesi ne abbiamo viste di tutti i colori: DPCM che limitano le libertà costituzionali, comunicati stampa con forza di legge e addirittura le FAQ inserite tra le fonti del diritto. Direi che è il momento di tornare alla normalità e di usare gli strumenti che l'ordinamento mette a disposizione dell'Esecutivo in caso di necessità e urgenza. È il momento di utilizzare, laddove necessario, lo strumento previsto dall'articolo 77 della Costituzione, il decreto-legge, e chiudere definitivamente la stagione dei DPCM.
Un altro punto cosa è? Diciamo che gli italiani sono sottoposti ai controlli più stringenti senza possibilità di scampo, ma in questo momento, davanti a un'emergenza sanitaria ridimensionata, il Governo deve preoccuparsi di quei fattori che rischiano concretamente di determinare un colpo di coda della pandemia nel nostro Paese e dovrebbe intervenire per arginare i flussi migratori illegali. Ricordo che, a questo punto dell'anno, ci sono stati già 9 mila arrivi di migranti contro i 3 mila dell'anno scorso, quindi i valori sono triplicati con tre mesi di chiusura anche. Naturalmente, voi potete immaginare quanto può funzionare da attrattore sulle altre coste del Mediterraneo sapere che verranno aboliti i “decreti Sicurezza” Salvini e sapere che ci sarà una sanatoria probabilmente per tutti (e questa è la conseguenza).
Quindi, da un lato allarmismo: si tratta di accentrare i poteri e prorogare lo stato di emergenza; dall'altro, invece, non viene presa alcuna misura per tutelare la salute degli italiani quando questa viene messa a repentaglio dagli ingressi illegali di soggetti in arrivo da quei territori che si trovano ancora in piena emergenza sanitaria. Vicino a Cagliari c'è un centro in cui vengono portati i clandestini che arrivano direttamente dall'Africa, con la rotta diretta che arriva dall'Algeria e dalla Tunisia. Saltano allegramente, come può verificare chiunque con un qualunque video su YouTube, dal muro di cinta e vanno in giro per la città. Quindi, se tanti italiani vengono castigati con mascherine, distanziamento sociale e divieto di assembramento, gli stranieri possono fare quello che vogliono (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anche questo, signor Ministro, lo riteniamo inspiegabile e contraddittorio.
E mi consenta ancora un appunto sulla tempistica con la quale si è recato presso quest'Aula per rendere le comunicazioni ai sensi del decreto-legge n. 19 del 2020. Doveva venire qui per ascoltare i nostri indirizzi e per recepirli possibilmente nei provvedimenti che si appresta ad adottare per contenere la diffusione del virus. Questo è quanto prevede il decreto-legge n. 19 del 2020. Mi risulta, però, che le misure attualmente in vigore siano in scadenza tra poche ore, a mezzanotte: come farete, quindi, a recepire i nostri indirizzi? Quando li recepirete? Questa notte? Ovvio che no. Per l'ennesima volta, azzerate completamente il confronto e venite qui ad anticipare un pacchetto di misure chiuso e immodificabile a poche ore dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Non solo, dunque, proseguite con l'adozione dei DPCM in assenza dei necessari presupposti di fatto e di diritto, ma non riuscite neppure a rispettare quelle garanzie minime basilari che avete previsto nel decreto-legge n. 19 del 2020 ai fini della loro adozione, il che è nuovamente inaccettabile e irrispettoso nei confronti di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente, rapidissima. Siamo qui oggi per discutere, appunto, la proroga fino al 31 luglio di alcune misure che sono quelle che abbiamo chiesto, appunto, perché abbiamo dato fiducia, e per fortuna c'è stata data, nel momento più buio da parte degli italiani. Quindi, gli abbiamo chiesto di mettere la mascherina, di rispettare il distanziamento fisico, di rispettare le norme di sicurezza e chiediamo appunto che si continui in questo modo. Qui, a volte, sembra di fare una discussione un po' lunare, sembra, uno, che non sia mai successo quello che è successo tre mesi fa, che si sia rimosso tutto quello che è successo e, due, che non si sappia cosa sta succedendo dall'altra parte del mondo, negli Stati Uniti, in Brasile; sembra che non si sappia cosa è successo e qual è stata la risposta della Comunità europea, del welfare State, quello che è stata la nostra risposta e soprattutto sembra che questi casi, questi focolai che ci sono e che ci continueranno ad essere, finché non ci sarà un vaccino e finché questo vaccino non sarà inoculato a una percentuale della popolazione europea e mondiale sufficiente, perché sennò sembra che arrivi il vaccino e finisce tutto e purtroppo sappiamo bene che non è così, sembra che facciamo finta di non sapere che nel nostro Paese i focolai che ci sono in questo momento sono dove è ovvio che siano, cioè nei luoghi di lavoro. Quando ci fu la proposta di aumentare i controlli anche sui luoghi di lavoro, assumendo persone che potessero andare a controllare che le normative venissero rispettate, c'è stato un grande polverone, sembrava che si accusassero i datori di lavoro di non rispettare le norme. Ovviamente non è assolutamente così, ma ovviamente nei luoghi di lavoro si sta più vicini, ci si sta per più tempo, è più difficile mantenere il distanziamento fisico e mantenere tutte le misure di sicurezza, e lo stiamo vedendo in quello che succede in questi giorni. Perché lo vediamo? Perché c'è un sistema finalmente integrato che funziona, perché non è più sovraccaricato e riesce a processare tamponi e riesce a controllare e vedere dove sono queste infezioni e riesce quindi far rispettare la quarantena. Ma chi girava quando doveva essere in quarantena, infetto e girava facendo riunioni e ha rischiato di far partire altri focolai, sicuramente non era chi arrivava dai lager della Libia purtroppo, era chi arrivava da riunioni di lavoro, e allora è, sì, una questione di responsabilità individuale e collettiva, e lo facciamo per primi qui dentro, quando qui dentro facciamo le nostre scene per evitare di mettere la mascherina o quando diamo la colpa, come se fosse tutto così facile, dare la colpa a chi viene diciamo da un naufragio, per tutti i fallimenti che ci sono stati e che questo virus ci ha portato davanti, anche nella gestione della sanità e nei tagli che abbiamo fatto, tutti noi, colpevolmente, alcuni più, alcuni meno, in questi anni. Io trovo veramente molto, molto confortanti le parole del Ministro, che finalmente rimette al centro la questione delle assunzioni, la questione della stabilizzazione di chi lavora nella sanità e la questione anche della medicina scolastica. Negli Stati Uniti si viaggia a una media di 50 mila nuovi contagi al giorno, ci sono situazioni drammatiche, in tutto il mondo ci sono situazioni drammatiche. Noi siamo nel mondo, il virus ci ha insegnato che noi siamo nel mondo e, per quanto possa essere rassicurante fare un post, poter dire qui che basta chiudere un porto per essere più sicuri e far passare il virus, non è così e ce l'ha dimostrato il virus stesso. Quello che, invece, fa la differenza è la consapevolezza e la presa di coscienza di ogni singolo cittadino nel rispettare le norme, la medicina, la medicina del territorio, gli operatori sociosanitari, chi lavora nella salute e tutti noi e quindi sicuramente questa proroga e ci sarà sicuramente fino al 31 luglio, mi sembra più che diciamo nelle cose. Ricordiamo anche, sempre perché a volte mi sembra insomma che ci sia un dibattito, qua dentro, che non fa onore alla bravura e all'esperienza decennale di alcuni colleghi, che lo stato di emergenza fu dichiarato il 31 gennaio 2020, quindi non è successo in mezzo o con il primo lockdown, è successo in un momento in cui addirittura dopo, all'epoca si viene accusati di eccessivo allarmismo e poi, dopo, si disse che non si era fatto abbastanza per farlo prima. E sappiamo tutti anche perfettamente a cosa serve.
Non è questo il luogo, in cui stiamo discutendo, per la richiesta del nuovo eventuale stato di emergenza, sarà il Presidente del Consiglio che lo chiederà; però ricordiamoci tutti che, quando parliamo qui (nonostante il video poi dopo molti di noi lo taglino e lo mettano sui social), siamo sempre all'interno del Parlamento italiano e dovremmo quantomeno sempre servire il principio di realtà e, quindi, sapere che noi siamo inseriti in un contesto molto più complesso e mondiale e che l'unico modo per uscirne da questo virus, mentre si aspetta il vaccino, sperando che non arrivino nel frattempo altre epidemie e altre pandemie, è il rispetto di piccole e semplici regole da parte dei cittadini e il rispetto dei principi di realtà e di prevenzione da parte di chi, come noi, ha l'onere e l'onore di dover applicare e approvare quelle norme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente, io intervengo per pochi minuti, quindi concentrerò il mio intervento soltanto su alcuni aspetti dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Vorrei dire, Ministro Speranza, che questo Paese si appresta a tornare alla normalità nonostante voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), si appresta a tornare alla normalità nonostante l'incapacità conclamata di un Governo che ha dovuto nominare centinaia di esperti, i cui compiti e le cui funzioni restano ancora per lo più oscure.
Vede, alla sua relazione manca un passaggio che per me è un passaggio dirimente, perché riguarda la regione dalla quale provengo, riguarda la Sicilia, le cui coste sono flagellate in questi giorni da sbarchi autonomi di migliaia e migliaia di migranti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che, le assicuro, partono dalle coste senza che nessuno misuri loro la temperatura, senza che nessuno esegua i tamponi. Nelle ultime settimane, con buona pace del collega Fassino (Commenti del deputato Piero Fassino), che vedo agitarsi, sono sbarcati in migliaia, hanno riempito tutti gli hotspot, scappano dai luoghi nei quali sono accompagnati e mettono a repentaglio - questo è bene che lo si dica con fermezza - mettono a repentaglio anche i nostri uomini e le nostre donne in divisa, che con zero tutele sono chiamati a svolgere questo compito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E allora, io credo che a poco serva chiudere lo spazio aereo a 13 nazioni, quando si tiene aperto quello marittimo, quando un sottosegretario di questo Governo mette per iscritto ad una mia interrogazione l'atteggiamento irresponsabile di Malta, mette per iscritto sostanzialmente che noi siamo abbandonati dall'Europa nella gestione dei flussi migratori. I risultati dei tamponi eseguiti rassegnano un'evidenza: la presenza di positivi tra questi migranti che sono giunti in Sicilia; rassegnano l'evidenza di un Governo che - dicono i giornali - starebbe cercando una seconda nave per la quarantena, ma nel frattempo vengono accompagnati sulle coste siciliane, hanno praticamente distrutto l'economia di Lampedusa e Linosa.
A proposito, Ministro, qualche giorno fa, in seno al decreto cosiddetto “Rilancio”, il suo Governo si è impegnato a valutare l'opportunità, accogliendo un mio ordine del giorno, di dichiarare lo stato di emergenza per Lampedusa e Linosa, dando seguito a quella presenza del Ministro Provenzano che, in assenza di un provvedimento del genere, sarebbe solo una inutile passerella. Mi auguro ovviamente che non sia così.
Fratelli d'Italia da sempre ritiene che questo problema si debba gestire con il blocco navale. Non è nelle vostre corde, ormai lo avete abbondantemente dimostrato, ma il dramma è che non sapete nemmeno gestire - nell'isolamento, ripeto, nel quale l'Europa ci ha costretti - i flussi migratori. Dalla regione Sicilia, per bocca del presidente Nello Musumeci, è arrivato un grido di allarme molto chiaro e molto forte. Lei ha detto, nel corso del suo intervento, che avete evitato - non ho capito bene come, ma voglio dare per buone le sue parole - che l'emergenza arrivasse anche nel Mezzogiorno. Ecco, vi chiediamo, almeno su questo proposito: tenete fede ed evitate che dal mare arrivi l'onda alta dell'emergenza, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.
ANGELA IANARO (M5S). Sì grazie, io depositerò il testo del mio intervento in discussione generale, ma vorrei soltanto dire due parole, sottolineando alcune parole, appunto, che sono state dette dal Ministro Speranza stasera, primo perché le condivido e poi perché voglio anche ricordarle ai colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto negli interventi di questa sera.
In particolare, voglio sottolineare che tutte quante le misure che sono state intraprese dal Governo, dal primo momento dell'emergenza fino ad oggi con l'eventuale proroga dello stato di emergenza, sono state sempre intraprese nel rispetto di un giusto equilibrio tra le prerogative parlamentari e la tutela della salute dei cittadini, ispirandosi ai principi di adeguatezza e di proporzionalità relativamente alle libertà individuali che hanno sempre ispirato le azioni del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Voglio parlarle di scuola e non mi sfugge che lei, Ministro Speranza, è apparentemente a capo di un altro Ministero. Dico apparentemente perché la scuola in questa fase - l'ha ricordato pure lei - e a settembre non può essere lasciata ad un solo membro del Governo. C'è bisogno di tutti per riaprire la scuola, per far sì che tutti gli studenti e le studentesse possano tornare in classe in sicurezza a occuparsi della loro formazione e del loro futuro e non del banco in cui si siedono o di chi procura loro una mascherina.
La scuola sarà nelle prossime settimane il vero test perché sulla riapertura della scuola ci giochiamo la capacità di ripristinare una qualche normalità nella gestione del quotidiano e nella vita delle famiglie.
Voglio quindi approfittare della sua presenza per richiamare i tre punti molto brevi. Il primo, i test sierologici per tutti, per il personale della scuola: bene, ma siamo veloci per favore, Ministro, anche su protocolli chiari che possano essere seguiti velocemente laddove si manifestino nuovi casi di contagio quando le scuole riapriranno. Servono istruzioni chiavi in mano e serve formazione di tutto il personale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Secondo, Presidente, e mi avvio alla chiusura: Ministro, dia il suo contributo politico per capire il punto di equilibrio perché è bene che ci sia il CTS, è bene che ci sia un commissario a razionalizzare gli acquisti sulla base dei fabbisogni delle scuole, ma serve un'assunzione di responsabilità politica che dia indicazioni chiare su come funzionerà lo 0-6 a settembre, su come si tornerà a scuola non solo in condizioni sicure ma in condizioni sostenibili anzitutto da un punto di vista psicologico, di recupero della socialità per gli studenti e di possibilità per i bambini di continuare ad essere bambini e per i ragazzi di continuare a fare i ragazzi. Capiamo come fare in modo che possano non solo guardarsi, quando torneranno a scuola, ma anche sorridersi.
Chiudo da dove ho cominciato, Ministro, le elezioni del 20 e 21 settembre: ancora una volta non mi sfugge che non è lei il Ministro dell'Interno, però rappresento anche a lei che, con diversi colleghi di Camera e Senato, abbiamo scritto al Governo per chiedere che il 20 e il 21 settembre non si voti nelle scuole e glielo dico da parte della maggioranza, non glielo dico da parte di altre forze politiche. Credo che sia una battaglia trasversale da fare tutti insieme: non mi sfugge la complessità della cosa, non mi sfugge, ma non si può pensare di aprire le scuole il 14 settembre e di richiuderle pochi giorni dopo. Faccia assieme ai suoi colleghi, come qualcuno una volta da un'altra città europea ha detto, qualsiasi cosa serve per assicurare che la scuola sia effettivamente la priorità. Date un segnale non equivoco e datelo su questo: prima viene la scuola e poi tutto il resto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Signor Presidente, signor Ministro, sono passati sei mesi dal 31 gennaio 2020 quando il Governo ha proclamato l'emergenza pandemica. Sei mesi nei quali il Parlamento ha recitato un ruolo molto spesso di uditore rispetto alle tante iniziative del Governo derivanti da emergenze sanitarie ma che sono andate a colpire elementari diritti di libertà che mai avremmo pensato dovessero essere messi in discussione. Sei mesi drammatici soprattutto in alcune aree del Paese particolarmente…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi per favore!
ROBERTO BAGNASCO (FI). Sei mesi drammatici soprattutto in alcune aree del Paese particolarmente colpite; sei mesi che hanno visto la nascita e il moltiplicarsi dei DPCM dei quali moltissimi italiani, la stragrande maggioranza degli italiani non sapevano assolutamente e anche giustamente, ci mancherebbe, cosa potessero essere. Si può agire su libertà garantite dalla Costituzione senza l'avallo del Parlamento, per semplificare. Persone e famiglie che hanno visto stravolgere la loro vita, molto spesso anche condannate a distanziamenti innaturali con gravi conseguenze economiche ma, anche e soprattutto, dal punto di vista psicologico. Signor Ministro, in una situazione del genere certamente difficile, direi difficilissima, riscontro certamente da parte sua un atteggiamento rigoroso e puntuale - ripeto: rigoroso e puntuale - che molto spesso si è scontrato con la scomposta effervescenza del Primo Ministro, troppo spesso sopra le righe e colpito da una sindrome di onnipotenza mediatica, offuscata solamente in qualche caso da virologi colpiti da un presenzialismo ossessionante. Anche in questo caso naturalmente casi limite (sto parlando dei virologi) vicino ai tanti, tantissimi straordinari esempi di professionisti eccezionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) medici, infermieri, OSS che hanno saputo dare dimostrazioni importanti di cui il Paese può andare orgoglioso. Queste persone e i tanti altri protagonisti in prima linea, come i farmacisti che hanno saputo essere presenti nei momenti più difficili e nelle situazioni più precarie, si sono trovati in una situazione difficilissima, mai sperimentata prima, che però non giustifica gravissimi ritardi nell'approvvigionamento e qui, in mezzo alle realtà positive, che lei giustamente ci ha ricordato e di cui prendiamo atto con piacere e con soddisfazione, ci sono state anche difficoltà importanti che non vogliamo, non dobbiamo e non possiamo dimenticare. Ad esempio, nell'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, dal 31 gennaio, la domanda è quando è cominciato l'approvvigionamento organico delle mascherine? Molto, molto più tardi rispetto alla data di inizio della emergenza pandemica e questo è un fatto molto grave. Da quando i messaggi sull'utilità e sull'uso delle mascherine hanno perso la contraddittorietà che per troppo tempo si è manifestata a tutti i livelli? Da quando l'uso dapprima sconsigliato - questo è un fatto molto delicato e molto importante che abbiamo dimenticato e di questo credo dobbiamo prenderne atto - caldamente delle autopsie ha permesso alle cure di fare progressi sostanziali? Qui si è trattato di un errore probabilmente che non si doveva fare ma che è stato fatto e che ci ha portato danni molto importanti. Nella seduta dell'11 giugno 2020, in occasione delle comunicazioni sul precedente DPCM, il Ministro della Salute ha parlato di dibattito parlamentare, limpida dialettica tra maggioranza e opposizione. Noi la aspettiamo evidentemente a questo dibattito perché quello di stasera non è certamente quello che noi volevamo, che credevamo che fosse un dovere suo ma soprattutto un dovere del Parlamento nei confronti del Paese. L'aspettiamo con fermezza e fiducia pronti a qualsiasi sacrificio – ripeto: pronti a qualsiasi sacrificio - in caso di emergenza reale, ma indisponibili alle limitazioni della libertà quando emergenza non ci sia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, lei sa, dall'inizio Fratelli d'Italia si è sempre messa a disposizione e ha dichiarato che non avrebbe proposto alcun ostacolo, anzi avrebbe in tutti i modi sostenuto questo Governo, laddove la sua azione fosse stata forte, chiara, incisiva per affrontare la pandemia e uscire fuori da questa emergenza. L'abbiamo dichiarato e l'abbiamo dimostrato, perché in questi mesi siamo stati sempre presenti, con emendamenti, con proposte, con ordini del giorno, abbiamo cercato sempre di metterci al servizio di questa Italia, della nostra Italia, degli italiani, quindi anche di questo Governo, laddove avesse proposto delle iniziative giuste. Oggi, rispetto a questa venuta alla Camera, mi è venuta in mente l'ultima volta che abbiamo sentito le sue parole, l'11 giugno, poco più di un mese fa, in particolare mi sono venute alla mente alcune parole che lei ha detto, quelle in cui preannunciava una stagione diversa, e io mi chiedo, a fronte di quelle parole, se lei pensa che il Governo abbia mantenuto quello che lei aveva preannunciato. Mi permetto di ricordargliele perché lei l'11 giugno ci diceva: finalmente una stagione nuova, una stagione che sarà caratterizzata dal dibattito parlamentare, da una liquida dialettica tra maggioranza e opposizione, da un confronto a tutto campo, a partire dalle forze presenti in Parlamento. Allora, ricordandosi di queste parole, lei è sicuro di poter dire che, come Fratelli d'Italia, il Governo, l'Esecutivo, le forze di maggioranza hanno mantenuto la parola data? Ministro glielo chiedo, e le chiedo al contempo di pensare ai tanti decreti-legge che si sono susseguiti. Le dico di pensare al decreto-legge “Liquidità”, al decreto-legge “Scuola”, al decreto-legge “Consultazione elettorale”, al decreto-legge “Rilancio”, diventato il “decreto ritardo”, le chiedo di pensare, e poi di dare una risposta, ai 13 DPCM che sono stati proposti in questi mesi di pandemia. Le chiedo di pensare alle 14 posizioni di fiducia che ci sono state in questi mesi di pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le chiedo di pensare anche alle innumerevoli dirette Facebook in cui il Presidente del Consiglio raccontava agli italiani, in modo confuso e confusivo, cosa sarebbe accaduto rispetto a provvedimenti che soltanto giorni dopo venivano pubblicati, lasciando l'Italia e gli italiani più confusi di prima! Le chiedo questo perché c'è una storia, ci sono dei fatti, e rispetto a questi noi siamo chiamati a rispondere soprattutto mantenendo un valore, quello della coerenza, perché sa, non soltanto Cassese ma anche Cartabia ci avevano sottolineato quanto è compito del Governo favorire la collaborazione per rispondere a quel dettato costituzionale in cui poi si fonda la democraticità della nostra Italia. Allora mi chiedo se il Governo magari ha pensato, se il Premier Conte ha pensato di supportare e favorire la collaborazione quando ci invitava, invitava Fratelli d'Italia e le forze di opposizione, alla “villa dei famosi” e nello stesso momento invece si discuteva il decreto-legge “Rilancio”, perché in quel di decreto-legge “Rilancio” la maggioranza ha pensato di spartirsi i 55 miliardi di euro senza nemmeno invitare a dei tavoli propedeutici, informali o formali, le forze di opposizione che avevano votato a favore di quello stanziamento di bilancio. Glielo chiedo, perché è proprio sul punto che si regge la coerenza, la democrazia, la collaborazione e quel rispetto reciproco, perché quando lei dice “nessuno si salva da solo”, Ministro Speranza - e io sono certa della bontà delle sue parole e della sincerità quando le esprime -, io mi chiedo: invece questo Governo ha pensato di salvarsi da solo senza le forze di opposizione?
Ha pensato che tutte le proposte delle forze di opposizione fossero mosse dal furore ideologico e quindi in questo sempre e comunque sbagliate, per poi magari andarle a prendere, copiandole a pezzettini e pure male, quindi facendo delle proposte che dovevano rilanciare l'Italia, essendo in realtà uno scempio? Glielo chiedo perché altre sue parole che mi fanno pensare sono quelle in cui lei definisce l'Italia come capace di aver tracciato la rotta per altre nazioni. Allora, rispetto a questo le chiedo come si spiega il fatto che l'Unione europea ha definito l'Italia come la nazione con la peggior proiezione rispetto al PIL. Noi nel 2020 avremo una perdita di oltre l'11 per cento su una media europea che invece è assestata al 6 per cento; noi, in Italia, abbiamo un rischio di chiusura delle nostre aziende pari al 40 per cento.
Allora, se siamo stati così capaci, se il Governo è stato così capace di tracciare una rotta, come mai si sancisce questo fallimento? Rispetto a tutto questo io mi sarei immaginata almeno, sommessamente, un mea culpa: abbiamo sbagliato, abbiamo sbagliato in tanti momenti, abbiamo sbagliato a fare da soli, perché abbiamo pensato di salvarci da soli; abbiamo sbagliato perché abbiamo lasciato sole tante persone, abbiamo lasciato soli alcuni lavoratori, perché per questo Esecutivo ci sono i lavoratori di serie A e lavoratori di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci sono i lavoratori che prendono la CIG, anzi che gli viene pagata dagli imprenditori, e ci sono quei lavoratori, partite IVA e autonomi che invece il bonus neanche l'hanno ricevuto! Ci sono i caregiver familiari, a cui è stato promesso un bonus perché gli è stata scaricata tutta la responsabilità in assenza delle scuole e dei servizi educativi e sono stati lasciati soli! Una scusa! Le forze dell'ordine proprio in questi giorni in Sicilia e in Calabria stanno da sole, quelle forze di polizia che vengono contagiate e oggi stanno in quarantena! Per esempio, a Roccella Jonica 25 poliziotti sono in quarantena proprio a causa di un Esecutivo che si occupa della salute di alcuni ma non di tutti e in questo mette anche in ginocchio delle regioni che in questi mesi potrebbero risollevarsi attraverso il turismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, le scuse, Ministro. Noi avremmo voluto sentire qui da lei un piano per affrontare l'emergenza, perché almeno la pandemia vi avrebbe dovuto insegnare come non commettere gli errori che avete compiuto in questi tre mesi.
PRESIDENTE. Deputata Bellucci, deve concludere.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Concludo, Presidente, e la ringrazio dei secondi che mi ha dato in più. Un piano: avrei voluto dirle che cosa doveva far parte di questo piano. Mi auguro che il Premier Conte e questo Esecutivo imparino che cos'è la democrazia, imparino come coniugare l'articolo 1, cioè che l'Italia è fondata sul lavoro, e l'articolo 32, cioè che la salute è un diritto da dover garantire. Questi due articoli devono sempre e comunque viaggiare insieme: spetta a voi farlo e se vorrete vi aiuteremo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È così conclusa la discussione generale.
(Annunzio di risoluzioni)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Delrio, Fornaro, Boschi e Davide Crippa n. 6-00111 e Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00112. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).
(Replica e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Ministro della salute, Roberto Speranza, che esprimerà altresì il parere sulle risoluzioni presentate.
ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, onorevoli colleghi, poche parole per replicare a questa discussione che credo sia stata utile e senza retorica. Ringrazio chiaramente tutte le deputate e i deputati che vi hanno partecipato. Partirei da un punto: è evidente che siamo in una fase nuova. Io ho usato parole che mi sembrano chiare: siamo fuori dalla tempesta ma non siamo ancora in un porto sicuro. Questo significa che la fase peggiore è sicuramente alle spalle - i mesi più difficili, quelli di marzo e di aprile - ma che non possiamo immaginare di abbassare la guardia e di pensare che la battaglia sia definitivamente vinta. E l'elemento di maggiore preoccupazione che vediamo, l'elemento che più ci comporta pensieri di cautela è evidentemente quello della situazione internazionale. È vero che l'Italia sta meglio, è vero che l'Italia e l'Europa sono in qualche modo fuori dalla tempesta, ma questo non è vero per il resto del mondo e siccome viviamo in una realtà molto interconnessa è evidente che non possiamo pensare che il pericolo sia definitivamente scampato. Permettetemi di ricordare un dato che mi pare particolarmente significativo: nella giornata di domenica, a livello mondiale ci sono stati 228 mila casi in sole 24 ore, che è il dato più alto dall'inizio dell'epidemia. Questo significa che in Italia e in Europa la curva si è piegata ma che a livello mondiale la curva invece non è mai stata così impennata. Io penso che questa è una grande verità che dobbiamo dirci e che deve indurci ancora a un atteggiamento di prudenza e di responsabilità. Io dico questo: dobbiamo andare avanti. Non c'è dubbio: avanti con le riaperture, avanti con un messaggio anche di ripartenza, di fiducia per il nostro Paese, ma dobbiamo chiedere il rispetto di quelle norme fondamentali; ormai non ne sono rimaste tante, ma tre sono veramente decisive e sono le tre che ci servono davvero se vogliamo provare a gestire una fase di convivenza con il Coronavirus. Le tre sono le più semplici, riprese nel DPCM che da qui a poche ore prorogheremo alla fine di luglio: l'indossare le mascherine, il distanziamento fisico di almeno un metro e il rispetto delle norme igieniche fondamentali, a partire dal frequente lavaggio delle mani. Non sono tre cose impossibili, sono tre atti semplici che quotidianamente, però, dobbiamo compiere se vogliamo provare a vincere dentro questa sfida.
Io vorrei sottolineare un punto anche rispetto al dibattito che c'è stato, perché penso che il Parlamento e il Governo non debbano commettere un errore e spero che questo errore non lo commetta, in termini di percezione, la nostra comunità nazionale, e ho ascoltato in alcuni interventi il rischio di una contrapposizione che io riterrei sbagliata. Io penso che sarebbe un errore grave mettere la questione sanitaria in contrapposizione con la questione economica e sociale. Io penso che questo sia un errore molto grave. È invece esattamente l'opposto: la vittoria della questione sanitaria, la vittoria della battaglia sanitaria, è il più grande alleato per provare a vincere la sfida economica e sociale; non sono due cose che combattono l'una contro l'altra, ma sono due cose che si completano, perché un Paese sano, un Paese che archivia definitivamente questa vicenda sanitaria, è un Paese che può veramente ripartire. Un Paese che, invece, rischia di tornare al passato, evidentemente, poi, pagherebbe un prezzo enorme come quello che, ahimè, stanno pagando tanti Paesi che hanno inseguito una linea diversa.
Ancora, mi sia concesso, voglio tornare solo per un istante su questo filo del rapporto tra epidemia e democrazia: io credo che sia un grande tema, sia un tema su cui dobbiamo riflettere e sia un tema su cui anche culture politiche diverse dovrebbero interrogarsi. La mia cultura politica, che credo sia nota a quest'Aula, è una cultura convintamente democratica: la democrazia è uno dei filoni essenziali della cultura politica a cui rivendico di appartenere. Io penso - lo ribadisco - che, a dispetto di tante previsioni, i Paesi democratici hanno saputo affrontare in maniera positiva questa crisi. L'ho detto nella mia introduzione, nella mia relazione: quando vedevamo da Roma le immagini di quella Cina che si blindava, in tanti pensavano che non sarebbe stato possibile affrontare una crisi di questo tipo in un Paese democratico. Era una grande sfida che avevamo e in quelle ore non avevamo una risposta certa, c'erano dei dubbi: blindare intere città di milioni d'abitanti. Qualcuno scriveva: sono cose che si possono fare solo dove la democrazia non ha ancora completato il suo percorso, solo dove la difesa dei diritti, delle libertà, la difesa dell'individuo non è così completa, come invece è avvenuto nei Paesi occidentali. Ebbene, la storia di questi mesi, dal mio punto di vista, ci ha detto esattamente l'opposto. Io penso che la democrazia sia più forte perché dentro la democrazia e dentro il rispetto delle regole democratiche si può costruire quella relazione di fiducia e di sintonia con le persone. Noi non abbiamo piegato la curva del virus perché avevamo uno Stato di polizia che controllava il comportamento di ciascun cittadino di questo Paese; non è stata la chiave securitaria quella che ci ha consentito di piegare la curva. Abbiamo piegato la curva perché a un certo punto si è sviluppata una sintonia molto profonda tra le misure che il Governo e le regioni mettevano in campo e il sentire comune dei nostri cittadini. Questo è il valore e la forza della democrazia, un valore e una forza a cui non vogliamo rinunciare mai, perché patrimonio fondamentale della nostra Costituzione. E, credetemi, quando si trattava di firmare quelle ordinanze - il Presidente del Consiglio e i suoi DPCM - che io ho sempre proposto in questi mesi e cofirmato, ci interrogavamo sempre su quale fosse quel limite, quella linea sottile, quel punto di equilibrio difficile da trovare tra il rispetto di un diritto fondamentale come quello alla salute e il tentativo di tutelare la salute pubblica del nostro Paese, e il rispetto di diritti essenziali di rango costituzionale e anche il rispetto del ruolo del Parlamento.
Io penso che la discussione di oggi sia dentro quel tentativo: prima di un DPCM ci confrontiamo con le Camere; io penso che sia giusto che, su un tema enorme come quello dello stato di emergenza, che personalmente non sottovaluto nella maniera più assoluta, il Presidente del Consiglio torni in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva); io penso che questa sia una cosa giusta e il modo giusto di procedere, e noi lo rivendichiamo, lo rivendichiamo perché riteniamo sia un pezzo fondamentale della cultura costituzionale del nostro Paese.
Non voglio aggiungere molto altro se non un'ultima riflessione: Papa Francesco l'ha messa, credo, meglio di tutti gli altri quando, in una situazione di dialogo col pubblico, ha avuto modo di dire che peggio di questa crisi, c'è solo il rischio di sprecarla. Io vorrei che questa frase fosse monito per tutti noi, perché, dopo questa crisi, dobbiamo provare a capire come riorganizziamo il nostro Paese. Io penso che la chiave fondamentale sia proprio quella di ritirare il filo della centralità dei beni pubblici. Nella nostra esperienza di questi mesi abbiamo ricolto un elemento fondamentale, un tratto fondamentale che fa parte dei nostri valori costituzionali, e cioè l'idea che ci siano beni pubblici essenziali che dobbiamo difendere con tutta l'energia che abbiamo. Tra questi beni pubblici io credo che ci sia il nostro Servizio sanitario nazionale. Anche qui, fatemelo dire ancora solo per un istante: il Servizio sanitario nazionale è un patrimonio prezioso, che ci hanno lasciato i nostri padri e che dobbiamo difendere con il coltello tra i denti. Il Servizio sanitario nazionale non è del Governo, non è delle regioni, non è di una parte del Parlamento o di un'altra, non è della maggioranza o dell'opposizione, è un patrimonio straordinario di questo Paese. E guardate che in questi mesi ci siamo resi conto di quanto valga avere un Servizio sanitario nazionale all'altezza: per esempio, quanto vale avere un Servizio sanitario nazionale ispirato al principio di universalità, un principio su cui dovremmo riflettere, su cui dovremmo essere orgogliosi; io lo ripeto sempre quando incontro i nostri medici, i nostri infermieri, i pazienti, il nostro personale sanitario: l'universalità, cioè l'idea che, se un essere umano sta male, non conta quanti soldi hai, non conta di chi sei figlio, non conta il colore della tua pelle, non conta dove sei nato, che età hai, ma hai diritto ad essere curato in quanto essere umano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Guardate, questo è il patrimonio più straordinario di civiltà che noi dobbiamo rivendicare, come Paese, al di là di ogni confine e al di là di ogni limite.
E quindi io concluderei auspicando un lavoro comune più possibile, dentro le differenze che ci sono, dentro anche un dibattito pubblico che naturalmente vede spesso le forze politiche su posizioni diverse, ma su punti essenziali come la difesa dei beni pubblici fondamentali e del Servizio sanitario nazionale io credo che dovremmo avere la forza di lavorare insieme.
Da ultimo, mi sia consentito, mi è stato richiesto di esprimere il parere su queste risoluzioni: chiaramente esprimo un parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza; non posso esprimere un parere favorevole sulla risoluzione di minoranza perché mi sembra che indichi un ambito di indirizzo che va molto al di là delle indicazioni del decreto-legge n. 19 del 2020, che dispone esattamente questa procedura di natura parlamentare, ma è chiaro che da parte mia c'è e ci sarà sempre la massima volontà del confronto con tutte le forze politiche per le ragioni di fondo che ho provato velocemente a raccontare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 21,35)
BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, signor Presidente. Lei, Ministro Speranza, ha dimostrato di avere l'equilibrio e la qualità politica per invitare tutti a una prudenza ragionata. Ci sono rischi in atto nel nostro Paese e altri che provengono dai nuovi contagi nel mondo. Appare, quindi, saggio prorogare fino al 31 luglio le misure indicate da lei. Il rispetto delle regole ci ha aiutato in questi mesi e ora, dopo la fase più dura dell'emergenza, proprio grazie alle misure adottate, si può guardare la nuova fase con qualche margine di manovra. Ora conosciamo meglio il virus e siamo nella condizione di non farci sorprendere, dopo essere stati colti, all'inizio, largamente impreparati a fronteggiare un'epidemia così insidiosa. Ci possono essere tutte le condizioni per un preventivo e continuo coinvolgimento del Parlamento, penso che il Governo non si sottrarrà. Chi sostiene che si sta stravolgendo la Costituzione, in realtà, appare spiazzato dai risultati ottenuti, che hanno imposto all'attenzione del mondo il comportamento di un Paese consapevole della battaglia dura che ha dovuto affrontare. Chi ha sottovalutato o ha ironizzato è uscito travolto - penso alle politiche ispirate dall'immunità di gregge sperimentate duramente da grandi Paesi, come l'Inghilterra, gli Stati Uniti e il Brasile - e costretto dalla durezza dagli eventi a proteggersi, dopo aver teorizzato l'inesistenza del pericolo e aver sfidato l'ignoto, come chi è stato contagiato ad un party che doveva sfidare il virus.
L'esperienza di questi mesi ci consente ora di poter scegliere insieme, Governo e Parlamento, gli strumenti più idonei per affrontare i prossimi. Sostenere ora che la prudenza del Governo - e ho concluso - è in realtà una furbizia politica per durare più a lungo esprime una posizione debole e disperata, che gioca tutte le carte sulla propaganda suicida che scommette sul peggio. È accaduto così anche sull'Europa e la fase nuova in atto ha sorpreso molti. Certo, prima del COVID-19 l'europeismo appariva soverchiato dal montante sovranismo, ora il nuovo protagonismo europeo afferma che nessun Paese può farcela da solo e così - e ho concluso - Angela Merkel, considerata sul viale del tramonto, pronuncia alcuni giorni fa, al Parlamento europeo, un grande discorso di fede nell'Europa, che la colloca sulla linea anticipatrice degli statisti che hanno pensato e realizzato l'Europa stessa. In questo senso, contrasto alla pandemia e rilancio dell'Europa sono intimamente legati, come richiama la risoluzione di maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, quando, nel primo tavolo dei capigruppo a Palazzo Chigi, io l'ascoltai mentre ci comunicava la necessità di una fase di contenimento drastica, quindi, vorrei dire, fuori da ogni schema e penso inimmaginabile, viste la nostra cultura e formazione democratica, io compresi tutta la gravità della situazione che, fino a quel momento, si alimentava come una disputa, diciamo, fra i minimizzatori e gli amplificatori dello stato che stavamo vivendo. La serietà e, direi, la giusta drammaticità di ciò che ci stava esponendo chiariva senza dubbio che la nostra vita sarebbe cambiata e che, a seguito dell'emergenza sanitaria, avremmo vissuto una grave emergenza economica e avremmo dovuto affrontare una seria crisi reputazionale, perché io non dimentico che siamo stati dipinti come gli untori del mondo, secondi in quella macabra classifica dei contagi e dei decessi. Ma il mondo ha dovuto ricredersi, è la cronaca che ce lo dice ed è l'analisi della realtà che lo certifica. Le azioni che sono state messe in campo dal nostro Paese sono risultate effettivamente efficaci, quantunque obbligate dalla carenza di posti letto nelle terapie intensive, fondamentali per la cura di questo male.
Ma noi non abbiamo vinto però, non abbiamo affrontato e sconfitto il nemico, ma siamo fuggiti da esso, ed era l'unica cosa che effettivamente potevamo fare in mancanza di armi mediche. Un vaccino pienamente efficiente non è prevedibile a breve, quindi la convivenza è inevitabile e la consapevolezza di questo ci deve guidare nelle nostre azioni future e nelle conseguenti decisioni. Fra tutte, per mancanza di tempo, desidero citarne una, cioè il potenziamento delle strutture sanitarie centrali e periferiche e del servizio medico territoriale, perché non è solo il Coronavirus che deve preoccuparci - concludo Presidente -, ma anche tutte le altre patologie. Già questo ci permetterebbe di affrontare con meno affanno un'eventuale recrudescenza della pandemia, e da questo nemico, ancora sconosciuto, possiamo aspettarci di tutto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, non dobbiamo convivere con il virus e, invece, da più parti viene questa esortazione come un tentativo di risolvere un problema di cui non conosciamo gli estremi, però abbiamo dei dati. È vero che in altri Paesi si diffonde il virus o, per lo meno, si amplificano i contagiati, però dei dati li abbiamo: un tempo, pare che fossero 4.900, oggi, forse più di 8 mila posti di terapia intensiva, sessanta persone in terapia intensiva oggi. Certo, non è una notizia rassicurante, però dobbiamo drammatizzarla. Abbiamo 114 positivi oggi, che, per una popolazione vasta come quella italiana, non mi sembra un numero inquietante e abbiamo 17 morti - 17 morti - un numero inferiore a quelli che rischiavano di morire per il fumo che è stato consentito in questi mesi.
Allora, mi chiedo: che cosa dobbiamo aspettare che ci dicano i numeri per dire, come dice il professor Clementi, che l'emergenza è finita? Per dire, come dice il professor Bassetti, che l'emergenza è finita? Per dire, come dice Zangrillo, redarguito dal sottosegretario Zampa, che l'emergenza è finita da due mesi? Allora, c'è qualcosa che non funziona, se abbiamo 60 ospiti in terapia intensiva, di cui 27 in Lombardia e, quindi, un numero che è poco più di una unità per regione.
Allora perché dobbiamo convivere con qualcosa che non c'è? Perché dobbiamo fare questa recita continua? Questa è almeno la quindicesima seduta in cui si discute di questa materia, dicendo le stesse cose: quelli del Governo che dicono che il pericolo c'è, forse ci sarà, tornerà; la maggioranza, che deve stare con il Governo che, con un atteggiamento di estrema condiscendenza, saluta continuamente medici, infermieri, santi e tutti i patroni; un gruppo, che è stato “no vax” fino a quando è entrato in Parlamento, che è diventato un gruppo ipersanitario, che attende il vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tutto questo vorrà dire qualcosa e, cioè, che la follia ha preso le nostre menti, quello è il contagio! Bernard-Henri Lévy, che ho citato in quest'Aula, pubblica un libro in Italia che, in Francia, porta il titolo “Ce virus qui rend fou”, il virus che rende folli. Questo è stato ed è una comica ormai.
Ora, io trovo abbastanza ridicolo ripetere. Abbiamo sentito su posizioni più estreme la Cunial, poi diverse gradazioni: la Gelmini ha detto “riapriamo tutto”. Certo, con questi dati, con 17 morti, potreste anche tentare di non fingere che la mascherina è utile: non lo è, perché quella mascherina dopo quattro ore perde ogni efficacia e non impedisce, come sappiamo da ogni evidenza, che il morbo passi lo stesso; però, stiamo recitando questa parte di uomini mascherati e io vengo redarguito dalle Vicepresidenti ogni volta: se la metta bene, se la metta a posto, se la metta con eleganza. È una comica ridicola! Lo dico perché, se dobbiamo liberare l'Italia, non dobbiamo immaginare il 31 dicembre o il 31 ottobre, ma dire agli italiani quello che vogliono, quello che desiderano, di poter riprendere a lavorare come prima, dimenticando questo grottesco momento di idiozia, di recita, di finzione, di farsa, in cui la verità del male è sopraffatta dalle nostre inutili parole, dal diventare più teneri.
È stato anche molto bravo Speranza, convincente, ma convincente di che cosa? Per 60 persone in terapia intensiva, di cui 27 in Lombardia? È questa la gravità? È questa l'emergenza? Non prendeteci in giro, smettetela di fingere, assumete la dignità di uno Stato che assume il Comitato scientifico, fatto da 59 mila…
PRESIDENTE. Concluda.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). …un dato impressionante, provvedimenti, tra decreti ministeriali, circolari, tutte non politiche, ma sottostanti la volontà del Comitato tecnico-scientifico. Abbiamo intervistato, interrogato Miozzo, un ragazzo disperato, dice: io credevo di fare consulenze; no, hanno dato gli ordini, hanno stabilito la dittatura di una scienza che non c'è, di una verità che non c'è.
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Io invoco un Comitato tecnico-scientifico diverso, con altre persone, libere e senza la violenza di imporre la verità di una salute di cui non c'è bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e della deputata Cunial).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, colleghi, credo che i sacrifici fatti dagli italiani innanzitutto, in tutti questi mesi, avrebbero meritato, lo dico francamente, in questa sede, un dibattito più alto e, forse, anche di non udire alcune parole di negazione sostanzialmente di un'emergenza sanitaria che ha, in tutti questi mesi, attanagliato il nostro Paese.
E noi, lo dico con assoluta serenità, condividiamo fin dal primo minuto una scelta compiuta da questo Governo e una scelta non scontata, cioè di seguire coerentemente e indipendentemente dagli umori dell'opinione pubblica il principio di precauzione. C'erano alternative? Sì, c'erano alternative che stavano nel solco dell'intervento che mi ha preceduto: sostanzialmente, una negazione dell'esistenza della diffusione del virus e anche la inutilità degli strumenti per contrastarlo. Ebbene, credo che alcuni numeri dimostrino che cosa ci avrebbero portato, dove saremmo arrivati, se il Governo avesse seguito questa alternativa. Un'alternativa che è stata più volte ripetuta dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che oggi su 328 milioni di abitanti ha 3,43 milioni di casi conclamati di COVID; è stata più volte ribadita, con spregio nei confronti di chi usava le mascherine, dal Presidente del Brasile Bolsonaro, che, a fronte di 209 milioni di abitanti, oggi ha 1,88 milioni di casi totali di COVID.
Noi ne abbiamo 243 mila su 60 milioni di abitanti. Perché si capisca, onorevole Sgarbi, perché lei capisca, vuol dire che, se avessimo oggi la stessa dimensione della pandemia non controllata negli Stati Uniti, perché si è fatta un'altra scelta, quella di non seguire il principio di precauzione, oggi avremmo avuto 623 mila casi di COVID, e non 243 mila. Le terapie intensive non sarebbero state sufficienti e avremmo visto quello che abbiamo visto in altri Paesi, cioè le persone non curate e i cimiteri con le persone che non potevano neanche andare a pregare su quei morti, perché erano stati tutti messi nelle fosse comuni.
Quindi, credo che la strada seguita dal Governo sia stata una strada giusta, ed è una strada di responsabilità a cominciare dai cittadini, e, ha giustamente osservato il Ministro, fatta all'interno di un Paese democratico, rivendicando il ruolo della democrazia e la capacità della democrazia di gestire anche una fase assolutamente straordinaria come quella della pandemia.
E quindi, a questo punto, la mia domanda è: ma di fronte ai dati fuori dai confini nazionali che ci dicono che questa settimana, la settimana scorsa, è stata la settimana che nel mondo ha visto il più alto numero di nuovi contagiati, di fronte alla presenza di focolai, che cosa avrebbe dovuto dire un Governo che risponde al principio di precauzione di fronte a una domanda sulla possibile prosecuzione, di proroga dell'emergenza? Credo la risposta che ha dato con grande sincerità e trasparenza oggi il Ministro della Salute, cioè quella che verranno valutate tutte le situazioni ma è evidente che non possiamo escludere questa possibilità, e che - lo ha detto con grande chiarezza, mettendo, io credo, finalmente a tacere un po' troppa speculazione politica, un po' troppi richiami a colpi di Stato, a situazioni di dittature, di democrature, quasi che fossimo l'Ungheria di Orbán - il Parlamento può e deve essere coinvolto, come lo siamo oggi. Perché ricordo che oggi non siamo qua a fare l'ennesimo discorso sul COVID. Dovremmo teoricamente essere sostanzialmente (Commenti del deputato Mollicone)…
PRESIDENTE. Collega!
FEDERICO FORNARO (LEU). …a discutere rispetto alla proroga dell'ultimo DPCM; e, invece, abbiamo ascoltato interventi spesso e volentieri su tutt'altro. Perché abbiamo voluto questo? Lo abbiamo voluto anche come maggioranza. Per consentire, come ha ricordato qualche collega dell'opposizione giustamente, che il Governo possa accogliere sollecitazioni, proposte. Devo dire che tutte queste proposte non le ho sentite, a dimostrazione che da questo punto di vista la strada del Governo di proroga di questo DPCM fino al 31 luglio è una strada obbligata.
Vi sono tre questioni su cui vorrei ritornare però e vi sono impegni chiari che ha detto oggi il Ministro, che noi sottolineiamo con forza: è finita e deve finire la stagione dei tagli. Si sono investiti in cinque mesi più soldi in sanità che negli ultimi cinque anni; bisogna andare avanti su questa strada, dobbiamo rafforzare la sanità, la sanità pubblica, bisogna rafforzare il carattere territoriale della nostra sanità. Così come condividiamo fino in fondo la priorità che lei ha disegnato rispetto alla necessità che la scuola riapra in sicurezza, dando la possibilità ai nostri studenti e a tutti gli operatori di ritornare alla normalità in assoluta sicurezza. E anche - credo che questo vada sottolineato, e concludo - che la sanità, l'emergenza sanitaria non va contrapposta all'emergenza economica. Risolvere l'emergenza sanitaria è una precondizione, è una condizione che favorisce la possibilità del ritorno alla normalità e quindi la ripresa economica. Non c'è contrapposizione.
Quindi, credo che, da questo punto di vista, la strada che ha indicato il Ministro della Salute sia convincente, sia l'unica possibile, sia quella che è risultata migliore rispetto alle alternative che ho ricordato. E poi un invito a me stesso e a tutti noi: non perdiamo la memoria, però, perché, se avessimo un po' di memoria, ricorderemmo che a guardare i dati - parlo del mio Piemonte, ma potrei parlare di altri - una settimana prima avremmo visto numeri bassissimi, che sono cresciuti in maniera esponenziale. Si chiama matematica pandemica, cioè la crescita che ha la pandemia non è matematica semplice, da questo punto di vista.
La sua crescita è di tipo esponenziale e, quindi, quando si individua oggi un focolaio, è fondamentale intervenire, perché abbiamo visto che cosa ha rappresentato in una provincia come quella di Alessandria, in cui vivo, che è stata nelle prime dieci tra le più colpite, per esempio una vicenda limitatissima legata a una discoteca per persone, in realtà, della terza età, e potremmo continuare. È velocissimo e quindi bisogna tenere alta l'attenzione, è assolutamente fondamentale. Quindi, credo, signor Ministro, che, per quel che ci riguarda, il nostro voto favorevole è un voto convinto. Il Parlamento deve collaborare, il Parlamento è il luogo della sovranità popolare, il Parlamento è sicuramente alleato di un Governo che, in questo momento, continua a perseguire seriamente e in maniera coerente il principio di precauzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.
VITO DE FILIPPO (IV). Signora Presidente, Ministro, colleghe e colleghi, abbiamo attraversato tutti, con grande difficoltà e con grande i turbamenti, anche nelle nostre scelte e nelle nostre valutazioni questi mesi. Noi, in questi mesi, come sa bene il Ministro e tanti colleghi che hanno lavorato nelle Commissioni, che si sono più di altre Commissioni in qualche modo calate su questioni che riguardavano la sanità, anche con riferimento a meccanismi nuovi con i quali abbiamo fatto i conti, ci siamo sempre applicati con grande diligenza, con grande serietà e con grande rigore; non abbiamo però mai rinunciato alla parola, perché avevamo consapevolezza che il lockdown, associato all'afasia della politica e alla quarantena, come abbiamo imparato a dire in questi mesi, sarebbe stato esplosivo.
E quindi, anche in alcune circostanze di particolare dolore e di particolare difficoltà anche sulla sicurezza sanitaria del nostro Paese, noi non abbiamo rinunciato alla parola, a segnalare anche questo rimbombo che, nelle parole del Ministro della Salute, viene in qualche modo anche riassunto, che non è soltanto sulla sicurezza e sulla sanità, ma sulla situazione complessiva dell'economia, della scuola, dell'università, della società che noi misureremo con grande drammaticità e con grande difficoltà soprattutto nei prossimi mesi. Quindi, non abbiamo rinunciato all'afasia della parola, non abbiamo voluto associare l'afasia della parola e della politica a questa fase difficile. E siamo stati fra quelli che il dibattito di oggi hanno voluto più di altri perché siamo molto consapevoli che il comma 1 dell'articolo 2 della legge n. 35 del 2020, che obbliga e richiama il Governo ad avere questa interlocuzione con il Parlamento, è stata anche quella una bella pagina di dibattito in questa circostanza, e alcune forze politiche hanno segnalato con specifiche indicazioni e con emendamenti questa necessità e questa possibilità che oggi viene in qualche modo esaltata anche da questo dibattito.
Io condivido ovviamente l'impostazione che ha dato il Governo e che ci ha segnalato il Ministro. La condivisione non esclude qualche riflessione, che io vorrei aggiungere alle parole del Ministro, che sono sicuramente importanti e che descrivono un percorso anche in un inquadramento internazionale, che è sicuramente molto importante, perché è molto evidente che la sottovalutazione e anche la superficialità di alcuni Paesi, dal Brasile all'America, stanno in quei Paesi determinando effetti devastanti e assolutamente incontrollati di una pandemia che, ancora oggi, ha numeri così drammatici e così difficili.
Anche nelle parole del Ministro si sono segnalati alcuni elementi rispetto ad una storia. Io vorrei ritornarci proprio per un secondo, perché si parla molto spesso… E noi avremo grandi problemi nei prossimi anni su questo tema, anche in ragione dei grandi finanziamenti e delle grandi risorse che sono stati messi a disposizione in questi mesi dal Sistema sanitario italiano. Si parla di tagli, si ricostruisce una storia in maniera secondo me molto imprecisa, perché credo ci sarà l'occasione per descrivere il tempo dell'austerità, per descrivere che è successo nel sistema sanitario del nostro Paese, in un momento in cui il Lazio, la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia, il Molise, l'Abruzzo, la Sardegna e anche il Piemonte erano con grandi disavanzi, e le iniziative che Governi, anche di diversa impostazione e diversa composizione politica, hanno offerto come decisioni per agire e per governare un fondo sanitario che rischiava di essere travolto da una situazione in alcune regioni assolutamente difficile, e con conti che facevano saltare i diritti alla salute che i cittadini di quelle regioni potevano avere.
E anche quando, Ministro Speranza, nel 2014, nel 2015, nel 2016, nel 2017, ed anche con l'ultima legge di bilancio - è molto facile dimostrare, senza fare disfide numerologiche, sul fronte dei numeri - sono state incrementate le risorse del Fondo sanitario nazionale, in una stagione lunga, ventennale di austerità, anche quegli aumenti erano assolutamente ritenuti insufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Noi, caro Ministro, avremo un grande problema nei prossimi anni: sarà il problema del finanziamento del sistema sanitario, perché oggi che tutti quanti ci riempiamo la bocca del fatto che dobbiamo superare l'austerità e che abbiamo costruito anche meccanismi di stabilizzazione e di infrastrutturazione permanente, strutturale in termini di personale e di riorganizzazione di un pezzo della rete ospedaliera, io spero che il sistema finanziario del nostro Paese consentirà di garantire permanentemente queste scelte, e di superarle altresì; perché, se abbiamo superato, caro ministro, la rigidità degli ospedali COVID, credo che verrà di per sé ragionare e superare anche altre rigidità. Il decreto ministeriale n. 70 è discusso, in maniera quotidiana, in lungo e in largo nel nostro Paese; anche quello sarà sostanzialmente un punto del nostro dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E se abbiamo fatto questa radicale scelta di superamento dell'austerità, io immagino che il futuro sarà molto complicato; e, quindi, appare anche superficiale, certe volte provinciale questo dibattito su nuove risorse che possono arrivare alla sanità, a partire dal MES (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva): io credo che sia assolutamente decisivo, perché non c'è bisogno di essere un grande economista pubblico per rendersi conto che, dopo quei numeri che il Ministro ha indicato in termini di personale e di assunzioni del sistema della sanità, e dopo quegli investimenti su una parte della nostra rete ospedaliera, per riorganizzare il tutto con lo stesso sistema, con lo stesso metodo e con la stessa impostazione, le risorse, nei prossimi anni, sarà difficile recuperarle facilmente nel solo ed esclusivo bilancio dello Stato italiano.
È quindi evidente che questo dibattito sull'austerità, e anche sui numeri del passato, determina anche una discussione che è di grande attualità. Siamo molto convinti che bisogna ripartire in sicurezza, far ripartire in sicurezza la scuola, i test, i tamponi; un grande investimento in termini di sicurezza può essere sicuramente importante. Io segnalo che anche per il mondo delle imprese questa sarà una grande sfida. Il vecchio e classico, tradizionale impianto normativo che riguarda la sicurezza delle imprese era già diffusamente non realizzato in lungo e in largo nel nostro Paese; se a quel sistema classico, tradizionale aggiungiamo il nuovo sistema di metodo, di formazione del personale, di applicazione dei dispositivi di protezione individuale, di distanziamento, è una rivoluzione nel sistema delle imprese che noi dobbiamo saper sostenere, anche in questo caso, ancora di più con risorse. Noi siamo fra quei gruppi parlamentari che hanno proposto anche l'utilizzo del MES per queste operazioni, perché non bisogna soltanto annunciarle. Io mi rendo conto che far ripartire il mondo delle imprese con questo nuovo metodo, con questo nuovo sistema di sicurezza sarà una cosa molto difficile, molto complicata, che ha bisogno esattamente dell'affiancamento e della forza che il Governo, con le proprie azioni, dovrà saper mettere in campo.
Siamo molto contenti delle notizie che il Ministro ci dà sul vaccino: sono buone notizie. Siamo fra quelli che hanno sempre detto che l'industria farmaceutica nel nostro Paese è un driver di sviluppo assolutamente importante: è uno di quei settori che presentano numeri competitivi a livello internazionale. Mi fa molto piacere aver ascoltato su questo tema le parole del Ministro.
Da ultimo, un pensiero. La scorsa settimana siamo stati con il Comitato Schengen, Ministro, a Lampedusa, a Porto Empedocle, a Pozzallo. Io ogni tanto sento un dibattito e una discussione in quest'Aula, è presente il presidente dal Comitato Schengen in quest'Aula: è una propaganda inutile, è una propaganda certe volte, mi consentiranno molti colleghi, anche un po' cinica. Noi abbiamo ascoltato i prefetti, i commissari, le Forze dell'ordine e i sindaci su questo fenomeno, e il racconto è stato un racconto di assoluto governo di un fenomeno e anche di positiva segnalazione di alcune scelte che il Governo ha compiuto: come per esempio la nave Moby Zazà per la quarantena, che ha consentito…
PRESIDENTE. Concluda.
VITO DE FILIPPO (IV). …a quelle popolazioni di convivere con un fenomeno che conoscono con assoluta tranquillità, con assoluta sicurezza, senza quest'angoscia che si alimenta strumentalmente nel dibattito parlamentare, che serve a ben altro, non serve né ai migranti e meno che mai agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, intervengo in dichiarazione di voto per il gruppo di Fratelli d'Italia: lo faccio dopo una sua relazione come sempre puntuale, come sempre immaginifica, nel senso che delinea prospettive anche per il nostro Sistema sanitario nazionale, che merita e aprirebbe un dibattito approfondito sulle sorti del nostro sistema pubblico. Noi, Ministro, accettiamo la sfida e l'accettiamo fino in fondo sul sistema pubblico, universale, popolare, sociale: come destra sociale, gruppo al quale io appartengo, le sue parole non possono che stimolarmi. Però rispetto al fatto che negli ultimi cinque mesi si sia speso più di ciò che si è speso negli ultimi cinque anni, mi fa un po' risalire la verve polemica, e mi permetto di sottolineare che negli ultimi cinque anni sicuramente non ha governato Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che negli ultimi anni sicuramente non ha governato il centrodestra, che negli ultimi dieci anni, periodo in cui (fonte GIMBE) ci si racconta che sono stati persi 37 miliardi del sistema sanitario pubblico, noi non eravamo al Governo. Se dobbiamo aprire un dibattito su questo, lo facciamo in maniera orizzontale, chiara, netta, precisa, ma lo facciamo partendo da alcuni punti precisi che sono quelli che le ho, testé, citato.
Non posso, Ministro, non accettare con piacere anche l'invito che lei fa ogni volta, venendo in Aula, all'apertura del dibattito; lo fa in maniera garbata istituzionalmente, coinvolgente, però, Ministro, non lo dico in chiave polemica, poi, arriva il momento decisionale, arriva il momento in cui si devono votare le risoluzioni e si dà puntualmente un parere negativo. Allora, le chiedo che tipo di apertura è questa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché, nella nostra risoluzione, che è una risoluzione condivisa da tutto il centrodestra, immagino che ci siano dei punti spinosi, che sono quelli legati all'immigrazione, e di qui a poco gliene parlerò, ma ritengo che ve ne siano alcuni altamente condivisibili, anche in un dibattito d'Aula, Ministro, anche nel lanciare l'orizzonte di una proposta politica di mediazione. Dire, per esempio, punto 7, l'impegno al Governo a potenziare la rete di assistenza domiciliare a sostegno delle famiglie, degli anziani, dei diversamente abili, al potenziamento del territorio, vi chiedo, vi costava molto dirci un “sì” e aprire un dibattito su questo? Mi chiedo e vi chiedo: l'avete letta la risoluzione del centrodestra o, pedissequamente, si dice sempre di “no” a prescindere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in una sorta di inversione delle parti? Perché dovrebbe essere l'opposizione a dire di “no”, noi vi chiediamo qualche “sì”, Ministro, vi chiediamo di poter partecipare alla costruzione di una fase 3 insieme.
Le comunico che noi siamo d'accordo sull'utilizzo della mascherina, siamo d'accordo e, peraltro, forse, siamo stati i primi, insieme alla collega Baldini, a rivelarne l'opportunità, siamo d'accordo sul fatto che ci si debba tenere distanti socialmente, siamo d'accordo sul fatto che ci si debba lavare le mani e, vivaddio, penso non soltanto durante un periodo di crisi pandemica, ma che debba essere un comportamento di buona pratica igienica comune e ubiquitario, al di là del tempo e delle stagioni e delle infezioni. Ma vi chiedo e le chiedo, Ministro, si può ridurre qui il dibattito parlamentare sulla fase 3? Io immagino di no e, per questo, Ministro, noi in questa risoluzione abbiamo dato alcuni spunti che potevano e possono essere accettati: il potenziamento della rete territoriale, immaginare che si possa tornare nelle strutture pubbliche sanitarie all'epoca anti-COVID-19. Vi segnalo, parlo evidentemente della mia regione, perché è la realtà che conosco meglio, la Puglia, che si è quadruplicata in Puglia la mortalità composta fra COVID-19 ed altre patologie e questo, evidentemente - ed oggi in XII Commissione abbiamo fatto una serie di audizioni rispetto alla gestione della malattia oncologica durante il Coronavirus - perché è saltato il sistema territoriale in questi tre, quattro mesi. Al punto 5, noi le chiediamo questo, Ministro, e, allora, questo è un semplice atto di indirizzo, recepire un “no” anche su questo, evidentemente, tradisce lo spirito che lei inizialmente ha declamato nella sua introduzione, perché evidentemente si può fare, secondo voi, a meno dell'opposizione, si può fare a meno del nostro contributo, si può fare a meno di una forza politica e di tre forze politiche, parlo del centrodestra, che in questo momento, secondo i sondaggi, sono maggioranza nel popolo e nella nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ritengo che questo - e lo dico a una persona che stimo personalmente e alla quale riconosco avere una grande cultura politica - non sia giusto, perché, Ministro, noi possiamo dividerci su tutto, ma non dovremmo dividerci su questo.
Immaginavo, immaginavamo di incassare un “no” sui temi dell'immigrazione. Le faccio due segnalazioni: avete provveduto a chiudere il traffico aereo rispetto a tredici destinazioni, Bangladesh, Brasile ed altri, però, questo è un atto che non ha avuto la condivisione degli altri Paesi europei e, quindi, oggi, noi ci ritroviamo nella fattispecie per cui se un brasiliano arriva a Barcellona e con la macchina entra in Italia a Ventimiglia non viene monitorato da nessuno.
Allora, vi dico, Ministro, che sarebbe stato meglio tenere aperti quei voli aerei, in modo da poter monitorare puntualmente le persone che arrivano dal Bangladesh, dal Brasile e, quindi, avere i giusti comportamenti sanitari nei loro confronti, perché se questa misura non viene presa parallelamente da tutti i Paesi europei, evidentemente, è una misura manchevole e, addirittura, può rivelarsi dannosa nei nostri confronti.
Così come, Ministro, vado a spanne ed esemplifico, lei ci dice che grazie a Dio e, ritengo, anche, grazie al comportamento degli italiani che hanno rispettato puntualmente le misure di restrizione, noi in questo momento siamo in una situazione di tranquillità, almeno questo raccontano fino ad oggi i dati. I problemi sono fuori. Allora, perché non provvedere a una chiusura capillare dei confini italiani, soprattutto dei confini del mare, con un blocco navale puntuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Noi oggi ci troviamo all'ignominia per cui in territori quali la Sicilia e la Calabria, lo ricordo, grazie al comportamento e alle restrizioni degli italiani, abbiamo da settimane zero contagi e in un sol colpo ci arriva una nave con 30 poveretti che sono però affetti da COVID (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lì si realizza un corto circuito. Allora, smettiamola con questo falso buonismo, smettiamola con questa cultura del politicamente corretto all'esasperazione. Tante barche con 30 o 40 immigrati - ci raccontano purtroppo questo le cronache di questi giorni - arrivano sulle coste meridionali, tanti barchini probabilmente arrivano e non sono neanche monitorati; è arrivato il momento, Ministro, di guardare in faccia la realtà e di dire che il blocco navale è l'unica soluzione percorribile per difendere il nostro popolo, per difendere i nostri confini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo sarebbe già naturalmente, ma è obbligatorio in un momento drammatico come questo. Non possiamo chiedere agli italiani di essere limitati nella libertà e, poi, consentire che decine, centinaia di immigrati vengano in Italia, afferiscano alle coste meridionali e che siano positivi al Coronavirus, con tutto un tema anche di costi che in questo momento il nostro sistema sanitario nazionale con difficoltà riesce a gestire. Per questo, Ministro, e concludo, io spero che nel nostro dibattito, in questo rapporto un po' viziato che si è creato fra maggioranza e opposizione, mi sembra - concludo, Presidente - di assistere a quei corteggiamenti da ragazzini quando c'è qualcuno che vuole fidanzarsi con l'altro e riceve una serie di “no”. Noi da innamorati nei confronti della nostra nazione, non evidentemente di questa maggioranza, continuiamo a lanciare parole d'amore, noi continuiamo a dire che siamo al servizio della nostra nazione, che vorremmo contribuire con voi a superare questo momento drammatico per l'Italia, però, purtroppo ci ritroviamo sempre di fronte a un “no” e per questo, Ministro, siamo veramente scontenti, però non faremo mancare mai, mai, la voce dei patrioti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, colleghi, signor Ministro, è un'impostazione convincente quella che lei ha portato, oggi, all'attenzione del Parlamento e che ha sostenuto con argomentazioni e numeri altrettanto convincenti. Ci ha detto, in modo condivisibile, che la sfida non è affatto vinta, che la sfida è ancora complessa e pienamente in corso, che l'emergenza è ancora, ahinoi, attualità con cui fare i conti; ci ha detto, ancora, che la soluzione alla vicenda sanitaria è premessa necessaria e imprescindibile a una rinascita economica e sociale del Paese. Parole e argomentazioni, le sue, che ben motivano una proroga giusta fino al 31 luglio di una strategia italiana la cui bontà si è affermata nella realtà, non nel dibattito astratto, nei mesi che abbiamo alle spalle e che oggi deve essere rinnovata con le misure adottate, perché ancora preziose, pur in un quadro evidentemente mutato e mutato proprio anche ad esito dell'efficacia delle misure messe in campo e di quel principio di precauzione. La linea della prudenza e della massima precauzione è corretta e condivisibile, in un quadro epidemiologico globale che desta ancora molte, per alcuni versi, crescenti preoccupazioni e che non può essere osservato con le ennesime lenti nazionalistiche, con una prospettiva autarchica che sarebbe risibile di fronte ad una vicenda pandemica mondiale, se non fosse pericolosa. Certo, nel dare continuità a questa strategia e alle sue misure, che sono entrate via via nelle abitudini necessitate degli italiani, è necessario adottare anche un principio di proporzionalità, in grado di valutare, in un quadro mutato, tutto ciò che è ancora necessario, cosa eventualmente lo è, in termini diversi da quelli iniziali, e le nuove esigenze accresciute, come, ad esempio, le misure di contenimento e di quarantena per i cittadini che provengono dai Paesi con ancora alti indici di contagio e di circolazione del virus. È necessario ribadire quell'alleanza con i cittadini, con il loro diffuso senso di responsabilità, troppo spesso soppiantato nella narrazione dei media dal racconto dei trasgressori, quel diffuso senso di responsabilità, che ha consentito l'efficacia delle scelte dei mesi scorsi. Questo chiede di proseguire sulla strada della trasparenza e dell'argomentazione delle scelte, come ancora è avvenuto oggi in quest'Aula, della loro comprensione e della massima semplificazione possibile. Ciò aiuta a garantire un equilibrio, anche emotivo e comunicativo, fra il duplice rischio di una drammatizzazione, che non è di per sé un fattore protettivo, e, viceversa, il rischio di una sottovalutazione e di un allentamento, che rischierebbe, come è stato detto, di vanificare gli sforzi straordinari e non ripetibili che il Paese ha compiuto.
Si tratta di un equilibrio, che si traduca nella consapevolezza dell'intero sistema Paese, che la convivenza con il virus, fino al momento in cui avremo finalmente un valido vaccino, non ammette passi falsi. È la consapevolezza che la ancora diffusa circolazione del virus, in un mondo globalizzato e interconnesso, chiede di tenere alta la guardia e, come ha ben detto lei, Ministro, di sapere che nessuno si salva da solo, ma che serve proseguire in un'ancora più stringente cooperazione internazionale contro il virus stesso. Ancora, la consapevolezza che il coraggio di scelte difficili e orientate dal principio di precauzione sarà ancora decisiva, come lo è stato nei mesi scorsi, tutelando l'Italia, laddove, purtroppo, un certo populismo di Stato ha prodotto altrove gravi ritardi e conseguenze drammatiche. Perché il coraggio, avere coraggio, come è stato richiamato dalle opposizioni, non può coincidere con l'imprudenza. E questa stessa consapevolezza credo debba informare ogni valutazione sul protrarsi - ne parleremo in seguito - dello stato di emergenza. Lei, Ministro, oggi ha detto parole di estrema chiarezza, parole attese da quest'Aula, sia sul fatto che ancora nessuna decisione definitiva sia stata assunta, sia sull'imprescindibile pieno coinvolgimento del Parlamento italiano nella definizione degli strumenti più efficaci ed adeguati ad affrontare una fase certamente diversa, ma non meno ricca di incognite, che richiede un'immutata capacità di reazioni tempestive rispetto a ogni sua possibile evoluzione. Non potrebbe essere altrimenti. È qui che si deciderà come e con che strumenti procedere. La democrazia rappresentativa - mi ha fatto piacere che lei lo abbia detto - è stata un valore aggiunto nella gestione, nella complessa sfida, a cui siamo di fronte. La pluralità dei punti di vista, a volte banalizzata come quotidiano scontro, e poi, però, la capacità di decidere, sono molto meglio che espressioni di ego solitari, che hanno fatto altrove - ripeto – grandi, grandi danni. Il principio di proporzionalità, che richiamavo prima, consente oggi di fare scelte ancor più condivise e di assumersi una comune responsabilità, Governo e Parlamento, ognuno nella specificità e nelle prerogative del proprio ruolo, verso le conseguenze inedite, per portata e quantità, che siamo chiamati ancora ad affrontare. Insomma, rassicuriamo tutti: non c'è all'orizzonte nessuna richiesta di pieni poteri da parte del Governo. Chi lo dice decide, ancora una volta, di non sottrarsi alla strumentalità della polemica politica, che invade tutto, anche in questa fase storica, oltre a dimostrare un certo sprezzo del pericolo, visto che una medesima richiesta di pieni poteri – quella, sì, reale ed esplicita - è venuta, meno di un anno fa, da ben altre latitudini di questo emiciclo parlamentare e, cioè, da chi oggi ne paventa il rischio. Servirebbe, invece - lo ribadiamo -, una responsabilità condivisa, a cui noi rimaniamo disponibili e ottimisticamente in attesa. Ma c'è bisogno di una responsabilità condivisa, ancorata sulla realtà. Io lo dico anche ai colleghi di Fratelli d'Italia, che ho sentito parlare addirittura di migliaia di sbarchi negli ultimi giorni. Si può parlare di tutto, a quel punto: possiamo dire milioni di sbarchi, miliardi di sbarchi. Noi abbiamo bisogno di dire cose vere e ancorate alla verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Se volevamo proprio giocare con le battute e con le polemiche, la cronaca dei giorni scorsi ci ha raccontato, viceversa, soprattutto di un singolo, di una singola persona che, mentre gli italiani compivano ogni sforzo - come avete ripetuto -, girava per la città da positivo al COVID-19, in modo irresponsabile. Ma - mi dispiace per la retorica delle destre - quella persona era vicentina, non magrebina (Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia): ve ne dovete fare una ragione!
PRESIDENTE. Collega Deidda, collega Varchi…
LUCA RIZZO NERVO (PD). Non siamo di fronte - ripeto - a una richiesta di pieni poteri. Siamo invece - lo ribadisco - in presenza di una strategia che si è dimostrata efficace e che deve proseguire, adattandola ai mutamenti intervenuti. Ogni adattamento, ogni decisione, non potrà che vedere il Parlamento italiano protagonista, un protagonismo nella gestione dell'emergenza, ma anche un protagonismo, Ministro, oltre l'emergenza. È un protagonismo, infatti, che non si esaurirà nelle indicazioni sui futuri DPCM, come facciamo oggi nella risoluzione di maggioranza, e che non si esaurirà nella necessaria condivisione di una strategia per fronteggiare il COVID-19 e i suoi effetti.
L'emergenza sanitaria da COVID-19 ha infatti messo in rilievo fronti di fragilità e di debolezza del sistema sanitario del nostro Paese, insieme a molte virtù che ha manifestato, di cui sono espressione più evidente tutti i professionisti sanitari, che ancora una volta ringraziamo per il loro prezioso lavoro. Anche per loro, per la qualità del loro lavoro, oltre che per una garanzia di sicurezza dei cittadini, dobbiamo realizzare una profonda riforma dell'offerta sanitaria nel nostro Paese, che affronti in termini sistemici e strategici nodi gordiani, che conoscevamo già da prima dell'emergenza e che l'emergenza ha messo ancora più in rilievo.
Con il “decreto Rilancio” sono state messe risorse e strategie, per non farci trovare impreparati davanti ad un'eventuale nuova ondata del virus. Col “decreto Rilancio” sono state messe premesse importanti, per riformare con risorse adeguate, sia in riferimento all'offerta sanitaria e ospedaliera nel nostro Paese, sia in riferimento al potenziamento degli organici e delle professionalità impiegate. Questa sfida enorme chiede un protagonismo diretto delle istituzioni sanitarie, fuori dalle logiche emergenziali, che necessariamente hanno caratterizzato questi mesi. E, con le strutture emergenziali conseguenti, chiede anch'essa un grande coinvolgimento e protagonismo del Parlamento italiano, per un grande progetto nazionale sulla salute dei cittadini, che affronti da una nuova prospettiva il tema della prevenzione, che realizzi un nuovo paradigma territoriale di reale presa in carico e continuità assistenziale e sociosanitaria, che faccia della ricerca applicata un grande driver di sviluppo del Paese, che affronti in modo risoluto il tema dell'accesso, in tempi civili e in un quadro di appropriatezza, alle prestazioni diagnostiche e di cura, realizzando quel diritto alla diagnosi e alla cura, che consenta anche di abbattere le ancora enormi diseguaglianze di salute che attraversano il nostro Paese, per garantire una universalità che sia sostanziale.
E, ancora, il tema della medicina scolastica. Mi ha fatto piacere che lei abbia ribadito l'impegno straordinario, prioritario, per la scuola e per la sua riapertura in sicurezza.
Ecco, anche e soprattutto su questo - e chiudo Presidente - rivendichiamo un ruolo e un protagonismo del Parlamento, per fare grandi scelte strategiche nazionali per la salute degli italiani. Convivere con il virus non ancora vinto, in assenza di un vaccino, e riformare in termini di modernità ed efficienza l'offerta sanitaria sono sfide enormi e complesse. Per vincere sarà necessario avere una visione che tenga insieme, senza la possibilità di farlo in due tempi diversi, l'urgenza delle scelte di tutela nell'oggi e un'ambizione di riforma profonda per domani, di mantenere una coerenza complessiva con le scelte efficaci fin qui compiute, cosa che la risoluzione di maggioranza indica con precisione…
PRESIDENTE. Concluda.
LUCA RIZZO NERVO…e, pertanto, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annagrazia Calabria. Ne ha facoltà.
ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Ministro Speranza, sarà la storia a giudicare il vostro operato per fronteggiare la pandemia. Sicuramente la via della responsabilità, da lei invocata, è stata la via intrapresa da Forza Italia sin dall'inizio. Ebbene, questo non ci esime, però, dallo svolgere alcune osservazioni, né esime voi da un'ammissione di responsabilità, rispetto a macroscopiche falle nella gestione dell'intera emergenza.
Vede, Ministro, noi non possiamo non cogliere le differenze tra la sua serietà, la sua compostezza, e quei temerari, per non dire scellerati, comportamenti, di chi nella maggioranza si dimenava nel dire, nei giorni di marzo, che l'Italia non si poteva fermare. Ci ricordiamo le sue espressioni preoccupate, a volte sconcertate, però ci ricordiamo anche di altre cose, come del bando straordinario per reclutare medici volontari nel pieno dell'emergenza in Lombardia. Molti politici e anche illustri commentatori hanno sostenuto in quel frangente che il problema era l'abolizione del numero chiuso di medicina, ma non è questa la soluzione. Al contrario, una simile scelta avrebbe il solo effetto di portare al sovraffollamento delle università, con la conseguenza di peggiorare il servizio formativo offerto ai giovani, di creare nuovi disoccupati e nuovi espatriati.
Il vero problema non è il numero dei medici ma il numero degli specializzandi. Le borse di specializzazione erogate annualmente non sono assolutamente sufficienti ad assorbire il numero di laureati abilitati, creando un limbo nel quale vivono migliaia di giovani medici; a farne le spese è la capacità del nostro Servizio sanitario nazionale di erogare i servizi necessari (ce ne siamo accorti durante l'emergenza). Da qui la necessità di stanziare maggiori risorse per l'erogazione di un numero di gran lunga superiore a quello attuale di borse per le scuole di specializzazione. Così ho presentato al “Cura Italia” - lì è stato ignorato - e l'ho ripresentato al “decreto Rilancio”, insieme ad altri emendamenti molto simili di altri nostri colleghi di Forza Italia, volto a colmare le mancanze del suo Governo, signor Ministro. L'emendamento è stato accolto, è stato accolto con riformulazione. Certo, le nostre ambizioni erano ben più alte e ben più adeguate a risolvere il grave problema dell'imbuto formativo che investe migliaia di giovani laureati in medicina, ma con l'approvazione della nostra proposta è stato fatto un primo piccolo passo e confidiamo che da oggi si possa costruire, attraverso un ulteriore aumento dei fondi stanziati per le borse di specializzazione e la riforma della scuola di specializzazione di medicina, un percorso che riesca davvero a mettere al centro il merito.
E, a proposito di merito, signor Ministro, mi lasci dire quanto sia inaccettabile, per non dire vergognoso, che, a causa dei dissensi nella maggioranza, non abbia ancora visto la luce - e chissà se mai la vedrà - uno scudo penale in favore del personale sanitario, lasciando ovviamente inalterata la possibilità per i malati di COVID-19 e per i familiari dei deceduti per COVID-19 di pretendere giustizia e verità, e anche l'eventuale risarcimento. Ecco, il personale sanitario: li abbiamo definiti eroi, l'abbiamo fatto tutti. Così hanno pagato con la vita il loro impegno a tutela della salute collettiva. Le loro competenze, le eccellenze italiane in campo scientifico e in campo sanitario sono state il contraltare all'incompetenza e all'improvvisazione di questo Governo. Nella gestione dell'emergenza della crisi è fondamentale il fattore tempo e il 27 gennaio il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato l'adozione di protocolli all'avanguardia in campo sanitario e ha detto che eravamo pronti. L'abbiamo saputo drammaticamente poi che il virus circolava in Italia già da molti mesi prima e solo poi vi siete accorti che non c'erano abbastanza posti nelle terapie intensive, che non c'era abbastanza personale sanitario, che non c'erano i tamponi, che non c'erano i reagenti per i tamponi, che non c'erano i ventilatori polmonari, che non c'erano persino le mascherine: era tardi, era troppo tardi.
L'imperativo, signor Ministro, è riempire di contenuto quell'articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla salute, che è di tutti; per farlo servono risorse ma, prima di tutto, serve la volontà di farlo. Ecco perché non possiamo accettare che, a causa delle contrapposizioni interne alla maggioranza, l'Italia rischi di dover rinunciare a fondi preziosi e mi riferisco al MES. Per il Paese ciò significa possibilità di investire nella ricerca, nella formazione del personale sanitario, nell'apertura di nuovi ospedali: ma qualcuno della maggioranza davvero crede che possiamo davvero negare 2.725 milioni al servizio sanitario campano o 2.400 milioni al servizio sanitario pugliese? Io non credo proprio. Invece, signor Ministro, credo nella sua buona fede. Credo nella sua buona fede quando ha affermato che le risorse del MES potrebbero essere davvero un'opportunità per il nostro Paese per trasformare, appunto, questa crisi in un'opportunità.
Il problema, purtroppo, è che lei fa parte di un Governo senza visione, senza progetto, senza strategia di rilancio, senza capacità di pianificare un piano di ripartenza e, prima ancora, di gestire l'emergenza. Lei fa parte di un Governo che è nato sulla paura di andare al voto, di andare alle elezioni e che sulla paura ha paralizzato un intero Paese, un Paese che, purtroppo, è stretto dalla morsa delle liti del Governo, delle divisioni quotidiane e delle sue contraddizioni, che ha reso immobile l'azione dell'Esecutivo: decine di task force, App, Piano Colao, Stati Generali; uno scaricabarile quotidiano, cuscinetti per perdere tempo e non assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Penso ai ritardi dei primi interventi economici, a quelli annunciati prima ancora di essere stati scritti, alle imbarazzanti conferenze stampa, a un Premier troppo spesso in ritardo e troppo spesso su Facebook, al caos delle mascherine, ai dispositivi di protezione individuale, le gaffe, il fallimento annunciato dell'App Immuni, le mille difficoltà dell'INPS rispetto all'erogazione della cassa integrazione, le mille difficoltà per le imprese di accedere ai prestiti delle banche e le mille giravolte sulla riapertura delle scuole. Già, la scuola: i nostri bambini, i nostri ragazzi, le famiglie sono stati dimenticati dall'agenda politica del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e le linee guida tardive, approvate dall'Azzolina per la riapertura delle scuole, scaricano tutto sui dirigenti scolastici e sugli enti locali. Ancora oggi c'è confusione e non si sa se riusciremo a garantire se non si riuscirà a conciliare il diritto alla salute con il diritto allo studio. Ebbene, io penso che un Paese che non investe nella scuola, che non comprende, che non capisce che sull'educazione si fondano la forza, le radici e l'identità di un Paese, la forza di una nazione, penso che sia un Paese che non creda nei cittadini del domani e che non abbia prospettive di futuro.
In più, negli ultimi giorni c'è un'ulteriore criticità: i flussi migratori provenienti dall'Africa e, diciamolo chiaramente, questi flussi rischiano di vanificare totalmente gli sforzi fatti da tutti gli italiani durante i difficilissimi mesi di lockdown. Ecco, questo noi non possiamo permettercelo e non potete permettervelo neanche voi, signor Ministro. Ma come potete pensare di bloccare tutti gli ingressi dai tredici Paesi a rischio e poi di lasciare aperto il fronte più grande, i barconi che arrivano dall'Africa? L'Africa oggi è uno dei focolai più grandi e più preoccupanti del mondo. Ecco, signor Ministro, non fate prevalere l'ideologia rispetto ai vostri doveri, rispetto alle vostre responsabilità. Come fate a non ragionare in prospettiva? Mi chiedo e vi chiedo: ma voi ci andate in giro per le strade? Vedete quante sono le serrande che non sono più riuscite a rialzarsi, che non sono mai più state tirate su? Parlate con gli imprenditori, quelli del settore turistico, i ristoratori, gli albergatori, con i lavoratori che ancora aspettano mesi di arretrati di cassa integrazione, con le associazioni del Terzo settore? Non capite che rischiano il fallimento tantissimi comparti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ovviamente no, non ci parlate. Non ci parlate, perché in caso contrario non avreste spinto le imprese a indebitarsi e in caso contrario avreste ascoltato le opposizioni con le loro idee per l'Italia, perché qui non si tratta di bianco o nero, di far vincere il mio o il vostro partito: si tratta dell'interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
C'è un calo del 30 per cento dei consumi e il PIL italiano è previsto in calo dell'11,2 per cento, record in Europa. Secondo Bankitalia, quattro italiani su dieci non riusciranno a ripagare il mutuo, un italiano su tre ha risparmi che consentiranno di tirare avanti per altri tre mesi ancora, il 38 per cento delle imprese italiane è a rischio chiusura. Tutto questo vuol dire soltanto una cosa: che l'onere della pandemia è stato interamente scaricato sulle spalle, fragili o forti, degli italiani.
Parallelamente, c'è stata una pericolosa contrazione degli spazi della democrazia a un livello mai visto dal dopoguerra e oggi l'ipotesi del prolungamento dello stato di emergenza sarebbe inaccettabile e farlo notare non significa venire meno all'onere di un confronto responsabile, ma significa tutelare lo Stato di diritto. Le parole del presidente emerito Sabino Cassese le ha già ricordate il capogruppo Gelmini. Bisogna, innanzitutto, pensare che urgenza non significa emergenza. Il diritto eccezionale non può diventare la regola. Occorre il presupposto alla proroga, e il presupposto è l'attualità. Non basta il timore di un evento calamitoso ed esistono già gli strumenti per agire celermente e lei ce l'ha per esempio, Ministro: ce l'ha grazie alla legge istitutiva del Sistema sanitario nazionale del 1978, che permette di emettere ordinanze contingibili. E poi, Ministro e Presidente e concludo, in ossequio all'equilibrio tra i poteri non si può esautorare il Parlamento, né tantomeno la Corte costituzionale, né tantomeno il Presidente della Repubblica. Ecco perché sembrerebbe proprio un tentativo disperato per rimanere a galla di questo Governo.
Dicevo prima che il fattore tempo durante l'emergenza è fondamentale. Ecco, avete avuto tutto il tempo per assumere le iniziative più efficaci ma l'avete sprecato: il tempo ha battuto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossana Boldi. Ne ha facoltà.
ROSSANA BOLDI (LEGA). Presidente, Ministro, colleghi, sono passate poche settimane dall'ultima informativa da lei svolta in quest'Aula e mi spiace perché ripeto cose già dette da altri colleghi, ma mi sembrava di aver capito, dalle sue parole, l'11 giugno, che sarebbe iniziata una nuova fase di collaborazione con il Parlamento e invece, Ministro - e questo glielo dico con dispiacere, specialmente dopo la sua replica - lei è arrivato qui oggi con un pacchetto confezionato, inemendabile e, mi scusi, ma sta sottoponendo se stesso e questo Parlamento a veramente un mero rito, una finta condivisione, una collaborazione di facciata che nella realtà si conferma assolutamente inesistente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La limpida dialettica tra maggioranza e opposizione, il confronto a tutto campo con le forze politiche, ma sono parole assolutamente vuote, stiamo invece continuando con una gestione totalmente autoreferenziale, quella cominciata il 31 di gennaio. Sul piano del confronto istituzionale, mi pare proprio che non sia cambiato nulla e penso, cioè mi domando se lei crede veramente in quello che ha detto o se non sia proprio un mero esercizio di stile quello che lei ci ha fornito prima nella sua illustrazione e poi nella sua replica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Poi direi veramente quasi inarrivabile l'esibizione di Conte e poi fuori luogo, assolutamente, che a Venezia, alla prova definitiva dell'innalzamento delle barriere del MoSE, così, annuncia con leggerezza che secondo lui bisognerebbe prorogare lo stato di emergenza fino al 31 di dicembre del 2020. Ma forse non si rende conto di quello che dice, saremmo l'unico Paese europeo a prorogare lo stato di emergenza e poi soprattutto non ci sono i presupposti per prorogare lo stato di emergenza, è già stato dichiarato dagli altri colleghi: 65 pazienti in terapia intensiva, 768 ricoveri ospedalieri, nuovi positivi, è vero, ma 114 casi, 17 decessi, 335 guariti, in 12 regioni nessun decesso e in 8 nessun nuovo positivo, parlo positivo, parlo di pazienti positivi, non di pazienti malati, perché qui la virologia ha cancellato completamente la clinica e questo non può essere tollerato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Avete chiesto molto agli italiani, che però io credo abbiano dato una risposta molto buona, si sono comportati molto bene, hanno rispettato le regole, hanno capito che era necessario farlo e quello che noi stiamo proponendo non è il non rispetto delle regole, ma è semplicemente adattare le regole, saper adattare le regole alla situazione contingente, davanti alla quale ci si trova. Questo Governo - è stato ricordato anche dai colleghi, anche dal collega De Martini - alcune cose le ha proprio sbagliate, ci sono degli evidenti fallimenti anche nel tentativo di controllare la pandemia, che poi a questo punto forse sarebbe più giusto parlare di endemia, non di pandemia. La App Immuni direi un quasi completo fallimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma anche i test sierologici; abbiamo sentito anche il presidente della Croce rossa rispetto a quello: soltanto il 50-60 per cento delle persone interpellate hanno deciso di sottoporsi al test sierologico. Addirittura veniamo a sapere che molti dei test acquistati scadranno con la fine di luglio e non saranno più utilizzabili. Non mi sembra il massimo dell'efficienza.
Dicevo, voi avete chiesto molto agli italiani e gli italiani hanno risposto molto bene e io credo che adesso si aspettino che il Governo, a sua volta, faccia la sua parte, quindi prepari, in accordo, non in scontro con le regioni, un piano pandemico globale, pronti naturalmente a fronteggiare qualunque tipo di evenienza, che si prepari con acquisti di tutto quello che serve, perché non credo che dobbiamo farci trovare impreparati e mi scusi, ma non so se ho capito bene, ma lei ha parlato di acquisti di test per le scuole, ma mancano due mesi alla riapertura delle scuole e non sono ancora stati fatti i bandi per comperare i test eventuali per i bambini. Mi scusi, ma allora siamo in un ritardo assolutamente inspiegabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) perché se sapevate e se sapete che sono necessari, siamo assolutamente in ritardo. Sulle terapie, lei parla giustamente del vaccino e io sono convinta che il vaccino sarà una possibile soluzione del problema, però, prima del vaccino e di pronto utilizzo, noi abbiamo fatto delle audizioni in Commissione Affari sociali, io credo che bisognerebbe pensare a stoccare grandissime quantità, finché c'è la possibilità di farlo, perché ci sono convalescenti, ripeto, grandissime quantità di plasma iperimmune. E poi ci sono gli anticorpi monoclonali che saranno pronti prima del vaccino e che possono essere anche usati a scopo di profilassi. Quindi, non concentriamoci soltanto nell'attesa del vaccino, che verrà, quando verrà, ma nel frattempo concentriamoci anche sul prepararci con tutto quello che c'è, concentriamoci sull'estendere i protocolli che abbiamo visto da metà dell'epidemia in avanti, della pandemia in avanti, funzionare, con i farmaci che già ora ci sono e possiamo usare, che sono magari vecchissimi farmaci, ma che però hanno funzionato, hanno risolto moltissimi casi, hanno permesso di trattare i pazienti a casa, tant'è vero che i ricoveri ospedalieri si sono drasticamente ridotti. Concludo, oggi ho letto e faccio mia una riflessione riportata da un gruppo di studio, che è il gruppo di studio del professor Silvestri e la riflessione era questa; ci si domandava: ma è il rischio zero l'obiettivo che condiziona il nostro rientro alla normalità? Perché, se è così, è etico, è scientificamente credibile attendere il rischio zero, prima che i cittadini possano ricominciare una vita normale, indispensabile anche per la vita economica? Non credo, non credo che sia possibile pensare una cosa del genere. Dobbiamo invece, ripeto, adattare le misure alla situazione contingente. Al momento, i casi sono soprattutto casi di importazione. Qui faccio un brevissimo appunto col collega De Filippo, col quale spessissimo sono molto d'accordo, ma io non so con chi ha parlato, perché, collega De Filippo, se lei andasse a Lampedusa e parlasse con il sindaco di Lampedusa, le direbbe che la situazione non è rosea come lei la descrive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), le direbbe che ci sono le forze di Polizia che chiedono di avere dei rinforzi, le direbbero che hanno dei problemi, quindi, che poi non dobbiamo ingigantire, però le cose stanno così. Quindi, la stagione dei DPCM secondo noi va archiviata definitivamente, definitivamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché anche nell'urgenza esiste una formula, che è quella del decreto-legge, che è immediatamente attivo e non sfugge al controllo del Capo dello Stato, come invece fa il DPCM, che sfugge al controllo e del Parlamento e del Capo dello Stato. Concludo, concludo dicendo che, in tutto questo, purtroppo noi osserviamo nel Paese delle persone che sono terrorizzate, che hanno una gran paura e mi permetto di dire che spesso questa paura viene alimentata da una stampa che, invece di tranquillizzare, sembra quasi godere nel dare l'annuncio di problemi e di situazioni che potrebbero portare a tristi conseguenze. Faccio l'esempio di oggi.
PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.
ROSSANA BOLDI (LEGA). Chi ha anticorpi, se prenderà la malattia, farà una malattia più grave ancora: ma le pare il caso che un…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
ROSSANA BOLDI (LEGA). … giornalista scientifico possa dire una cosa del genere? Concludo. Lei oggi ha ripetuto molte volte la frase: nessuno si salva da solo. Io, invece, gliene dico un'altra, di Plauto: nemo solus satis sapit (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier-Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Marialucia Lorefice, prego. Colleghi, vi chiedo però di abbassare il tono della voce.
MARIALUCIA LOREFICE (M5S). Gentile Ministro, gentili colleghi, ci stiamo lasciando alle spalle gradualmente i mesi più difficili e dolorosi di questa emergenza, un periodo che ha duramente provato il Paese non solo sotto il profilo sanitario ma anche sotto quello economico e sociale. Siamo stati i primi in Europa a dover fare i conti con un virus sconosciuto e molto aggressivo e il nostro Governo, grazie alla prontezza che ha avuto e sotto la guida del comitato tecnico-scientifico, ha saputo mettere in atto sin da subito le misure necessarie e proporzionate a contenere i rischi e a contrastare l'epidemia, compiendo scelte non sempre facili e tante volte anche impopolari. Però salvaguardare la salute pubblica è stata la parola d'ordine e, solo grazie a regole rigide, è stata possibile tutelarla. È stato ed è necessario contenere la curva dei contagi, tenere sotto controllo la situazione epidemiologica nazionale, ridare fiato al nostro sistema sanitario che ha saputo reggere ad una pressione straordinaria. È chiaro ed è sotto gli occhi di tutti il fatto che abbiamo saputo contraddistinguerci rispetto agli altri Paesi nel mondo molti dei quali, a differenza nostra, hanno minimizzato i rischi della pandemia evitando misure restrittive per poi ritrovarsi travolti da un'onda inarrestabile di contagi e vittime contro le quali purtroppo combattono ancora oggi. Certamente un plauso va a tutti i cittadini che con grande senso di responsabilità hanno dovuto affrontare i sacrifici e dure limitazioni delle proprie libertà e talvolta - anche questo lo sappiamo purtroppo molto bene - anche la perdita delle persone più care, senza la possibilità di poter dare un ultimo saluto. Noi ci auguriamo che fatti simili non accadranno mai più e continuiamo a lavorare per far sì che non accadano e in questo senso ci rassicurano le parole da lei pronunciate, Ministro, che evidenziano che c'è un'attenzione particolare del Governo verso questa situazione, che è in continuo divenire, e con le quali ha saputo costantemente informare il Paese sulle criticità che sono via via emerse e sulle azioni necessarie da compiere. Ministro, ci rassicura anche la sua presenza stasera qui in Aula così come il fatto di averci anticipato che verrà prossimamente il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per affrontare in Parlamento la discussione sull'eventuale proroga dello stato di emergenza. Ritengo che questo sia un passaggio molto importante perché risponde, come hanno messo in evidenza anche molti altri colleghi che sono intervenuti prima di me, alle richieste che sono state avanzate dalle forze politiche di essere coinvolti nelle decisioni e tra l'altro risponde perfettamente anche a quanto prevede l'emendamento che è stato approvato nel decreto n. 19, del quale sono stata relatrice, e con il quale si prevedeva un maggior coinvolgimento del Parlamento nelle decisioni politiche da adottare per fronteggiare l'emergenza. Però voglio sottolineare che le Camere hanno avuto sempre un ruolo fondamentale: il loro ruolo non è mai venuto meno.
Ritengo doveroso utilizzare questo spazio che ho a disposizione per evidenziare una cosa che probabilmente molto spesso viene anche strumentalizzata, cioè che prorogare lo stato di emergenza non significa necessariamente un nuovo lockdown (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ma serve proprio a prevenire i rischi di nuovi contagi e di nuove chiusure nei prossimi mesi. È fondamentale continuare ad applicare le raccomandazioni che per tanti aspetti, dico purtroppo, dobbiamo continuare a seguire nella nostra quotidianità quale indossare la mascherina, evitare gli assembramenti, adottare le misure igieniche. Però prorogare lo stato di emergenza, come abbiamo già visto, ci permette di velocizzare alcuni iter che sono fondamentali quando si affronta una pandemia come l'approvvigionamento dei dispositivi sanitari, dà la possibilità al Governo di stabilire nuove zone rosse qualora fosse necessario, dà la possibilità di poter snellire alcune gestioni d'appalto proprio per poter gestire meglio l'emergenza in corso. La proroga consentirà, nel caso in cui dovesse appunto servire e nel caso in cui vi fosse una nuova ondata, di gestire posti letto fuori dagli ospedali con alberghi sanitari o caserme o, come ha già provveduto a fare, disporre il blocco dei voli aerei. E anche questo è un risultato fondamentale, cioè l'ordinanza, che lei ha firmato proprio qualche giorno fa, con la quale si dispone il divieto di arrivo da alcuni Paesi extra-Schengen: un provvedimento che è stato necessario a causa dell'alto numero di casi provenienti dall'estero negli ultimi giorni. In questa fase, infatti, deve continuare a valere il principio di precauzione per scongiurare il rischio di una nuova ondata di contagi cosiddetti di importazione. Lo scopo quindi di tutto questo non è limitare la libertà e fermare nuovamente il Paese ma evitare che tutti gli sforzi che sono stati compiuti fino ad oggi soprattutto dai cittadini e con enormi sacrifici vadano vanificati. Per cui in una parola quello che serve è prudenza: serve prudenza ora più che mai. Infatti, se è vero che l'Italia è uscita dalla fase più cruenta della pandemia, i numeri ci dicono che il virus circola ancora, sicuramente in un modo più attenuato, però continua a circolare; che ci sono numerosi focolai in tutto il Paese e che si è abbassata l'età media dei positivi. Quindi, non possiamo in alcun modo far finta che non sia così.
Pertanto, occorre proseguire sulla strada della gradualità ma la strada che abbiamo intrapreso è anche quella degli investimenti nella sanità pubblica ed è quella della programmazione strategica. Abbiamo chiuso con convinzione la stagione dei tagli lineari che, durante l'emergenza sanitaria, ci ha presentato purtroppo il conto, perché questi tagli hanno compromesso purtroppo il sistema sanitario in alcune regioni più che in altre e talvolta anche il diritto alla salute e alla cura che è sancito dalla Costituzione. Voglio per questo ricordare alcune misure importanti che, come diceva il Ministro, sono state intraprese in pochissimi mesi a differenza di quello che molti altri Governi precedentemente hanno fatto solo nell'arco degli anni…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega, mi scusi. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento, indossare la mascherina coprendo naso e bocca, non passare davanti alla collega Lorefice visto che sta intervenendo e abbassare il tono della voce. Possibile? Colleghi! Collega Sodano… collega Crippa… collega Battelli… collega Gallo… prego.
MARIALUCIA LOREFICE (M5S). Volevo ricordare alcune importanti misure che abbiamo preso in questi mesi. Abbiamo stanziato 3 miliardi e mezzo nel “decreto Cura Italia” per rafforzare la sanità e la protezione civile; abbiamo stanziato più di 3 miliardi nel “decreto Rilancio” sempre per la sanità e altri 2 miliardi erano stati già previsti nella legge di bilancio 2020. Mai nessun Governo ha investito così tanto in sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se domani avremo saputo trasformare questa drammatica crisi causata dal Coronavirus in una opportunità sarà anche grazie agli investimenti che sono stati fatti in questi mesi. Con queste risorse sarà possibile aumentare i posti letto nei reparti di terapia intensiva e di rianimazione, migliorare l'assistenza territoriale, aumentare i contratti di formazione specialistica per superare l'imbuto formativo e garantire la stabilizzazione dei precari della sanità, ricompensare i valorosi medici, infermieri e operatori sanitari che tanto si sono spesi nei mesi più drammatici dell'emergenza per assistere le persone in difficoltà. Sono loro che rendono il nostro sistema sanitario un'eccellenza mondiale.
Poi voglio sottolineare con altrettanta forza il lavoro che il nostro Paese sta facendo in prima linea anche sul fronte della ricerca e dell'individuazione di cure efficaci contro il Coronavirus. L'Italia, Ministro, Presidente, ha dimostrato grande disciplina in questi mesi; ora, per seguire la via della responsabilità è indispensabile, per far sì che tutto ciò che è successo, come ho già detto all'inizio del mio intervento, non accada mai più.
Abbiamo dimostrato ancora una volta quanto è grande il nostro Paese, capace di affrontare anche le sfide più dure. È per questo motivo che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Delrio, Fornaro, Boschi e Davide Crippa n. 6-00111, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00112, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Sono così esaurite le comunicazioni del Ministro della Salute.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Colleghi, vi chiedo di lasciare l'Aula in silenzio. Abbiamo quattro interventi di fine seduta e i colleghi devono avere la possibilità di poter intervenire, quindi vi chiedo di uscire in silenzio.
Ha chiesto di intervenire la deputata Carmela Grippa. Ne ha facoltà.
CARMELA GRIPPA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire in quest'Aula per richiamare la vostra attenzione e per segnalare ciò che sta accadendo sul tratto autostradale A14, che con la riapertura seguente il lockdown è nuovamente e purtroppo il palcoscenico di un caos che sta interessando non solo gli utenti della strada, ma indirettamente sta incidendo negativamente sull'economia dei territori che l'arteria autostradale consente di raggiungere; un'economia fatta di turismo e che potrebbe registrare ulteriori danni da questa situazione. E mentre i rallentamenti si sono registrati anche nell'ultimo fine settimana, sono scattate altre chiusure notturne per consentire la verifica sul viadotto del Cerrano. Il traffico sembra del tutto paralizzato, con chilometri e chilometri di coda che sono la conseguenza dell'effetto del decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino delle corsie che insistono sui viadotti nel tratto tra Pescara sud e Porto Sant'Elpidio. Ore trascorse immobili su una sola corsia di marcia e senza neanche la possibilità di percorrere strade alternative, visto che la statale Adriatica, che in quel tratto corre parallelamente all'autostrada, è ugualmente intasata. Ma non solo: dopo i sequestri, al centro del contendere ci sono questioni tecniche e di collaudo relative alle barriere bordo ponte installate sui viadotti, per la cui sostituzione vi sarebbe un iter estremamente complesso, che prevede ben sette differenti passaggi amministrativi. Gli ultimi progetti definitivi sono stati inviati alle strutture competenti del Ministero tra il 23 e il 26 giugno, perché su queste infrastrutture infatti è necessario attendere indicazioni tecniche del MIT. È necessario che si prenda seriamente in considerazione questo argomento e ad esso sia rivolto il maggiore impegno possibile per la soluzione delle difficoltà amministrative e materiali, e che tutte le parti coinvolte trovino quanto prima una linea di definizione utile a porre fine ai disagi. Per questo motivo, a tal proposito ho già depositato un'interrogazione nella Commissione competente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gianni Tonelli. Ne ha facoltà.
GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, leggo l'inizio di un articolo: Commissariato di PS decapitato dalle quarantene. Sarebbero 25 i poliziotti sottratti al servizio (Lunedì 13); il prezzo più caro dell'ultimo sbarco di Roccella Jonica, dove su 70 pachistani 26 sono risultati positivi al COVID, lo ha pagato la Polizia di Stato. Gli uomini del commissariato della polizia di Siderno messi in quarantena sarebbero 25, a partire dal dirigente, dottor Cannarella, all'ultimo poliziotto intervenuto la sera di venerdì a Roccella Jonica. Insomma, un prezzo troppo alto in commissariato, che lamenta già una scarsità di organico. Questo mi dà lo spunto per fare alcune riflessioni: perché questo è accaduto? È accaduto perché prima del controllo sanitario gli operatori delle forze dell'ordine vengono chiamati ad esperire tutta una serie di procedure, compreso quello del fotosegnalamento, della presa in carico, tutte le pratiche all'ufficio stranieri, mentre invece, per converso, i poliziotti hanno cercato di far comprendere al Dipartimento della PS e al Ministro dell'interno, Lamorgese, che prima dovessero essere sottoposti a controlli sanitari gli immigrati, perché noi non possiamo importare del COVID e cercare di scaricarlo su coloro che per servizio non si sono mai tirati indietro in questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Tre settimane fa circa il Comitato bicamerale Schengen è sceso nelle zone di sbarco e ha avuto modo di percepire questa richiesta, che ha girato al Ministro Lamorgese, poi successivamente in audizione. Circa dieci giorni or sono, il sindacato autonomo di polizia, per voce del suo segretario generale, Stefano Paoloni, ha scritto al Ministro Lamorgese, chiedendo banalmente questo: di non essere esposti inutilmente a dei rischi assurdi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Il Ministro Lamorgese è responsabile, consapevole, di questa situazione e raccoglierò gli elementi per denunciare alla Corte dei conti il Ministro Lamorgese per il danno erariale…
PRESIDENTE. Collega deve concludere.
GIANNI TONELLI (LEGA). Queste persone sono a casa e sono state obbligate - perché scaricate a casa e neanche in una struttura adeguata - a dover trasferire le famiglie verso parenti e amici, e a dover sviluppare in questo momento…
PRESIDENTE. Grazie…
GIANNI TONELLI (LEGA). …questi giorni di quarantena. Secondo lei, Presidente, è meritevole di essere ascoltata questa protesta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Domenico Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo in merito agli sbarchi di immigrati che si sono registrati la scorsa settimana a Roccella Jonica, in Calabria. Molti di voi sapranno che almeno 30 elementi su 70 immigrati sono risultati positivi al COVID. Di qui, la scelta sconsiderata e imprudente di distribuire questi immigrati con la patologia COVID sul resto della regione e, in particolare, nella località di Amantea, in provincia di Cosenza, dove negli ultimi giorni si sono registrate notevoli fibrillazioni da parte di una popolazione già esasperata per quello che abbiamo vissuto tutti noi negli ultimi tre mesi di lockdown; una realtà che vive di turismo, una realtà che nel pieno della stagione estiva già soffre dal punto di vista economico e adesso si vede arrivare dei pachistani con il COVID; una realtà come quella calabrese che ha rispettato le regole, continuerà a rispettare le regole, sotto il giusto coordinamento del presidente della regione Calabria, Jole Santelli.
Vede, signor Presidente, non crediamo che l'accoglienza possa essere ricevuta a tutti i costi e soprattutto a discapito delle popolazioni come quella calabrese. Noi crediamo che, se si vuole accogliere, lo si debba fare nel migliore dei modi e in tutta sicurezza. Soprattutto, non possiamo accettare che il Governo possa aver messo in qualche modo a disposizione la Calabria verso l'Europa come quel contenitore, quel bacino capace di essere una riserva per gli immigrati che arrivano e magari sono già contagiati. Se il Governo crede di poter, con gli sbarchi incondizionati, mettere a repentaglio la vita dei cittadini calabresi, allora troverà nella regione, nel partito che mi onoro di rappresentare, ma nella coscienza civica del popolo calabrese, una opposizione democratica determinata, che potrebbe essere anche feroce. Perché, le spiego, Presidente…
PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). L'accoglienza va bene, ma l'accoglienza a tutti i costi non può assolutissimamente andare bene per una popolazione come quella calabrese, che ha resistito con grande fatica, ma con grande determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caterina Licatini. Ne ha facoltà.
CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Il dogma che afferma che tutte le droghe sono uguali spinge spesso a leggere la realtà in maniera distorta, contribuendo così a diffondere soprattutto fra i giovani un messaggio confuso, fino a indurli a sottovalutare, o ancora peggio ad ignorare, la pericolosità di sostanze come eroina, cocaina, LSD, crack, queste sì dagli effetti irreversibili e talvolta fatali, come nel caso dei due giovani di Terni di 15 e 16 anni, morti qualche giorno fa, uccisi da mezza boccetta di metadone acquistata a 15 euro. Perché vede, Presidente, equiparare la cannabis a sostanze come l'eroina o le anfetamine significa anche concederla a quel mercato senza scrupoli in cui, seppur la cannabis non è pericolosa in sé, viene il più delle volte addizionata a sostanze pericolose: giusto per dirne una, la polvere di piombo per aumentarne il peso. Solo questo dovrebbe bastare a spingerci a rompere definitivamente il paradosso di uno status quo che ne assicura alla mafia il monopolio della vendita e far sì che chi decide di fare uso della cannabis possa coltivare da sé la propria pianta, senza per questo essere stigmatizzato o ancora peggio processato come un delinquente.
E non sono solo io e milioni di italiani a chiedere che la cannabis venga rimossa dalle sostanze pericolose e che venga intrapreso un approccio di regolamentazione legale: lo chiedono anche i massimi organi in materia di salute e di giurisprudenza, come l'Organizzazione mondiale della sanità e le Sezioni unite della Corte di cassazione. Lo sappiamo bene: oltre a strappare risorse alla mafia e assestarle un duro colpo, legalizzare e regolamentare la cannabis significherebbe tutelare la salute di milioni di consumatori, così come creare posti di lavoro e un gettito non indifferente alle casse dello Stato. Se poi pensiamo anche a tutte le filiere di produzione che potrebbero attivarsi con una chiara normativa della canapa industriale o della cannabis terapeutica, non ci rimarrebbe che prendere atto che legalizzarla è un atto dovuto, una scelta obbligata di buon senso. E alla luce delle indicazioni dell'OMS e delle Sezioni unite non possiamo più continuare a tenere la testa sotto la sabbia: è tempo di recuperare questo dibattito, lasciandoci alle spalle anni di oscurantismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 15 luglio 2020 - Ore 9:
1. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo straordinario del 17-18 luglio 2020.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 16)
3. Discussione sulle linee generali della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2020, adottata il 21 maggio 2020 (Doc. XXV, n. 3) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2020, deliberata dal Consiglio dei ministri il 21 maggio 2020 (Doc. XXVI, n. 3). (Doc. XVI, n. 3)
Relatori: GRANDE, per la III Commissione; IOVINO, per la IV Commissione.
4. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
S. 1187 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: ROMEO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia (Approvata dalle Commissioni permanenti riunite 1a e 2a del Senato). (C. 2070)
e delle abbinate proposte di legge: MOLINARI ed altri; ASCARI ed altri; FIORINI ed altri; LOLLOBRIGIDA ed altri. (C. 1731-1887-1958-2007)
Relatori: ASCARI, per la II Commissione; RIZZO NERVO, per la XII Commissione.
La seduta termina alle 23,15.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVIA FREGOLENT E ANGELA IANARO (COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE SUL CONTENUTO DEI PROVVEDIMENTI DI ATTUAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO PER EVITARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS COVID-19, AI SENSI DELL'ARTICOLO 2, COMMA 1, DEL DECRETO-LEGGE N. 19 DEL 2020, COME MODIFICATO DALLA LEGGE DI CONVERSIONE N. 35 DEL 2020)
SILVIA FREGOLENT (IV). (Intervento in discussione sulle Comunicazioni del Ministro della Salute). Gentile Signor Presidente, rappresentanti del Governo, gentili Colleghi, il DPCM che andiamo ad analizzare prima della sua approvazione e che Lei, Signor Ministro, ci ha presentato oggi, in parte è quello che noi di Italia Viva auspicavamo per il Paese, ma tuttavia in alcuni punti ci lascia perplessi.
Le cose che ci convincono sono alcune misure sul lavoro. Viene confermato il lavoro agile, lo smart working che ha consentito in questo periodo una minore circolazione di persone e quindi un modo per contenere la pandemia. Pensare che questa modalità di lavoro è stata introdotta con il Jobs Act ci fa pensare come le battaglie ideologiche contro quella misura considerata il male per i lavoratori sia stata superata dalla realtà dei fatti.
Si è prorogata al 31 luglio anche la possibilità di incentivare le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti.
Sono ribadite il distanziamento nei luoghi chiusi di un metro, l'uso delle mascherine e igienizzare le mani, cosa, mi permetta Signor Ministro, consigliare sempre di fare a prescindere dal Covid, è una regola di igiene personale che vale la pena osservare in ogni tempo.
Sono state ridefinite le regole per il trasporto dei bagagli a mano negli aerei, cercando di tornare in qualche modo, con le dovute attenzioni, alla normalità.
Infine sono state previste limitazioni relative all'arrivo di ingresso da 13 Paesi a rischio: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldavia, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana.
Nel Mondo la pandemia è nella sua fase più acuta, basta vedere i dati degli USA e del Brasile, veramente allarmanti.
Queste misure servono a non vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi ed evitare un ritorno non controllato del virus.
Al pari ci sono misure che sono assenti ed altre che non ci convincono.
Le misure assenti: se sono state previste in parte nuove misure per il trasporto di persone, continuano ad essere ignorate le richieste di un importante comparto turistico quale quello degli impianti di risalita delle stazioni sciistiche. Se le regole previste con il penultimo DPCM restano immutate, possono essere tollerate in estate, ma in inverno causerebbero una perdita secca di svariati milioni di euro, che determinerebbe in molti casi la decisione di non aprire gli impianti (con relativo danno per il turismo, già provato dalla mancanza ancora degli stranieri).
Le società di impianti di risalita hanno bisogno in tempi brevi di sapere le nuove regole, entro settembre per organizzare i lavori della stagione invernale, che di solito viene annunciata a metà ottobre, e quindi ci auguriamo che le cose vengono fatte per tempo.
E poi la proroga della situazione di emergenza al 31 dicembre 2020.
Come ebbi a dichiarare la scorsa volta che Lei venne qui, Signor Ministro, per far ripartire il Paese occorre capire come farlo rimanere aperto con un ritorno di focolai.
Questo Paese, come ha di recente dichiarato l'Istat, durante l'emergenza ha avuto fiducia nelle istituzioni, fiducia che ora non può essere tradita.
E' anche venuto fuori un Paese profondamente diviso, dove a pagare le conseguenze della crisi post Covid sono i giovani e le persone meno scolarizzate, e soprattutto le persone che non hanno accesso alle infrastrutture come la rete internet, fondamentale per le persone che hanno bisogno di continuare la formazione a distanza e il lavoro agile di cui sopra.
Non è un caso che Italia Viva ha presentato da tempo il piano shock per far ripartire il Paese e che con il nuovo decreto semplificazioni spero si prenda la giusta direzione senza tentennamenti. Lascerò le ulteriori considerazioni al collega De Filippo, che procederà alla dichiarazione di voto finale, ma spero vivamente, Signor Ministro, che la Sua presenza sia un vero atto di ascolto e non una mera cortesia istituzionale, perché questo Paese ha bisogno di risposte rapide e certe e chiede una svolta vera. Grazie.
ANGELA IANARO (M5S). (Intervento in discussione sulle Comunicazioni del Ministro della Salute). Grazie Presidente, Onorevoli colleghi e colleghe. Il nostro Paese è riuscito ad affrontare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 con impegno e disciplina. Sono stati molti i sacrifici imposti a tutti i cittadini per la salvaguardia della salute pubblica. Medici, infermieri, operatori sanitari e socio-sanitari, ma anche tantissimi lavoratori di altri settori, non hanno mai smesso di operare, per garantire a tutti i cittadini i servizi necessari durante il periodo di lockdown imposto dall'emergenza. Ora però non possiamo permetterci di abbassare la guardia. L'Italia è vero, è sulla strada giusta grazie alle misure di prevenzione adottate nei luoghi sanitari, nelle scuole, nei posti di lavoro e sui territori. Ma, come sappiamo tutti, la diffusione del contagio nel mondo è ancora elevata e non possiamo permetterci di vanificare tutti gli sforzi di sacrifici sinora compiuti con atteggiamenti non prudenziali, che ci riporterebbero inevitabilmente all'apice di un'emergenza che purtroppo molti altri Paesi stanno ancora affrontando.
Per questo condividiamo l'eventuale proroga dello stato di emergenza. In modo da garantire livelli di attenzione e prevenzione elevati, che dimostrano il senso di responsabilità di questa maggioranza politica. La partita contro il Covid-19 non è ancora vinta: l'impegno di tutti ora deve concentrarsi sulla riapertura delle scuole, garantendo soprattutto la sicurezza per la salute dei docenti e del personale scolastico, che saranno sottoposti a indagine sierologica, e degli alunni. Inoltre dobbiamo continuare a supportare i nostri ricercatori, che stanno dando prova della loro grande professionalità, affinché abbiano tutti gli strumenti necessari per trovare il vaccino. Dotare le regioni di ospedali Covid efficienti e aumentare il personale sanitario, messo a grandissima prova da questa emergenza. Questo governo ha dato il via a 29.433 assunzioni e ora dobbiamo stabilizzare 9.600 infermieri di comunità.
C'è ancora molto da fare, per questo la prudenza che ci ha guidati nel momento più buio, non deve essere oggi dimenticata. Questo governo pur accettando il rischio di una riapertura graduale, per il bene di tutto il Paese, ha ben presente che la salute dei cittadini non è né negoziabile né assoggettabile a condizioni. Seguendo sempre quel principio di adeguatezza e proporzionalità, per quanto concerne le libertà individuali, le politiche nazionali devono necessariamente adottare misure tempestive e coordinate, con un costante dialogo con le Regioni e gli enti locali, perché eventuali nuovi focolai siano rapidamente circoscritti. Il lavoro del governo e del Parlamento non si è mai fermato e dobbiamo proseguire nella direzione della prudenza, per non vanificare tutti gli sforzi fatti dagli italiani e per rendere il nostro Paese più forte di prima.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 3 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 2554 - voto finale | 459 | 456 | 3 | 229 | 257 | 199 | 65 | Appr. |
2 | Nominale | Doc. III, n. 1 | 486 | 480 | 6 | 241 | 272 | 208 | 59 | Appr. |
3 | Nominale | Ris. Delrio e a. n. 6-111 | 472 | 471 | 1 | 236 | 266 | 205 | 56 | Appr. |
4 | Nominale | Ris. Molinari e a. n. 6-112 | 473 | 471 | 2 | 236 | 205 | 266 | 56 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.