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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 17 luglio 2020

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DI PROPOSTE DI LEGGE: PDL N. 2451 E ABB.; PDL N. 982 E ABB; PDL N. 1056 E ABB

Pdl n. 2451 e abb. – Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Coronavirus

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:
• discussione sulle linee generali: 7 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori 40 minuti
(complessivamente)
20 minuti
(complessivamente)
Governo 20 minuti 10 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti 45 minuti
(con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 46 minuti 3 ore e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 45 minuti 44 minuti
 Lega – Salvini premier 39 minuti 32 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
37 minuti 27 minuti
 Partito Democratico 37 minuti 26 minuti
 Fratelli d'Italia 33 minuti 18 minuti
 Italia Viva 32 minuti 18 minuti
 Liberi e Uguali 31 minuti 14 minuti
 Misto: 32 minuti 16 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-
  CAMBIAMO!-Alleanza di Centro
14 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti 3 minuti
  Popolo Protagonista – Alterna
  tiva Popolare
5 minuti 3 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
4 minuti 2 minuti
  MAIE-Movimento
  Associativo Italiani all'Estero
4 minuti 2 minuti

Pdl n. 982 e abb. – Misure di sostegno al settore agricolo e disposizioni di semplificazione in materia di agricoltura

Tempo complessivo: 18 ore, di cui:
• discussione sulle linee generali: 7 ore;
• seguito dell'esame: 11 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 30 minuti 40 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti 1 ora e 31 minuti
(con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 54 minuti 6 ore e 39 minuti
 MoVimento 5 Stelle 48 minuti 1 ora e 28 minuti
 Lega – Salvini premier 41 minuti 1 ora e 5 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
38 minuti 56 minuti
 Partito Democratico 38 minuti 54 minuti
 Fratelli d'Italia 33 minuti 37 minuti
 Italia Viva 33 minuti 36 minuti
 Liberi e Uguali 31 minuti 30 minuti
 Misto: 32 minuti 33 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-
  CAMBIAMO!-Alleanza di Centro
14 minuti 15 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti 5 minuti
  Popolo Protagonista – Alterna
  tiva Popolare
5 minuti 5 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
4 minuti 4 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
4 minuti 4 minuti

Pdl n. 1056 e abb. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false

Discussione sulle linee generali: 7 ore.

Relatori per la maggioranza 40 minuti
(complessivamente)
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 2 minuti
Gruppi 4 ore e 38 minuti
 MoVimento 5 Stelle 42 minuti
 Lega – Salvini premier 38 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 36 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Fratelli d'Italia 32 minuti
 Italia Viva 32 minuti
 Liberi e Uguali 31 minuti
 Misto: 31 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-CAMBIAMO!-
  Alleanza di Centro
13 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  Popolo Protagonista – Alternativa
  Popolare
5 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
4 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
4 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 17 luglio 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Fantuz, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Palmisano, Parolo, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 16 luglio 2020 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GUSMEROLI ed altri: «Disposizioni in materia di utilizzazione dei crediti d'imposta compensabili per i pagamenti tra privati e imprese» (2593);
   BINELLI: «Disciplina della gestione delle piscine naturali di uso pubblico» (2594);
   SCHIRÒ ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 64, in materia di attribuzione al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale della competenza per la selezione del personale da destinare alle scuole italiane all'estero» (2595).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge PAROLO ed altri: «Delega al Governo per la razionalizzazione e la ricomposizione dei fondi agricoli e il riordino delle proprietà frammentate nei territori montani, nonché modifica all'articolo 97 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di funzioni dei segretari comunali e provinciali» (673) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Bubisutti.

  La proposta di legge FLATI ed altri: «Modifiche alla legge 14 agosto 1991, n. 281, in materia di animali di affezione e di prevenzione del randagismo» (2063) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Lorenzis.

  La proposta di legge BARZOTTI ed altri: «Modifiche alla legge 22 maggio 2017, n. 81, in materia di disciplina del lavoro agile, e altre disposizioni per la sua diffusione» (2417) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Lorenzis.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  SISTO ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché determinazione dei collegi uninominali e plurinominali» (2589) Parere delle Commissioni V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza, anche normative, volte alla tutela della libertà di stampa e alla protezione dei giornalisti rispetto a minacce e ad atti intimidatori, in particolare alla luce della vicenda del giornalista Nello Scavo – 2-00855

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   la libera manifestazione del pensiero è un diritto costituzionalmente garantito che comprende anche la divulgazione di opinioni e informazioni. Esso è previsto dall'articolo 21 della Costituzione ma un suo chiaro riferimento è presente nell'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nell'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e nell'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
   inoltre in Italia, un formale riconoscimento del diritto all'informazione è contemplato in numerose sentenze della Consulta che ha sancito la rilevanza dell'informazione per l'attuazione del principio democratico. Alla luce di questi profili è evidente come tale diritto non rappresenti solo una libertà individuale ma anche un diritto sociale, in linea con i princìpi dell'articolo 3 della Carta costituzionale;
   a livello sostanziale il mondo dell'informazione in Italia pone alcuni allarmi riguardo alla tenuta dell'articolo 21 della Costituzione, e in senso più ampio sulla tutela degli operatori del settore. Infatti, nel 2020 il ritmo mensile delle minacce risulta raddoppiato rispetto al 2018 e al 2019;
   il 22 marzo 2020, la Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi) ha stigmatizzato la scelta comunicativa, in piena emergenza Covid-19, del Presidente del Consiglio che ha affidato a una piattaforma privata la comunicazione formale di provvedimenti destinati a produrre effetti per la collettività. La Fnsi così si è espressa: «La sospensione temporanea di diritti e libertà democratiche in nome del bene supremo della salute non può giustificare in alcun modo la cancellazione del diritto di cronaca e della libertà di espressione»;
   l'ex direttore de « La Repubblica», Verdelli, dal 14 marzo 2020 è stato messo sotto scorta per una decisione presa dal Viminale a seguito delle reiterate minacce ricevute da parte di gruppi di estrema destra. Anche il Consiglio d'Europa ha inserito il «caso Verdelli» sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti, inserendolo tra le violazioni «più gravi e dannose alla libertà di stampa»;
   all'inizio di aprile 2020 il Ministero della difesa russo, tramite il suo portavoce, il Magg. Generale Igor Konashenkov, diffonde una nota con cui attacca il quotidiano « La Stampa» accusandolo di alimentare « fake news russofobiche da guerra fredda». La nota si conclude con una massima che da molti è stata interpretata come una intimidazione: « Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava la fossa, in essa precipita)»;
   lo scontro tra la Russia e il quotidiano torinese – iniziato dopo alcuni articoli del giornalista Iacoboni che hanno sollevato interrogativi circa le finalità della missione russa in aiuto all'Italia per l'emergenza Covid-19 – ha suscitato l'interesse non solo dell'opinione pubblica ma anche del settore dell'informazione, Fnsi in testa, che ha parlato di «grave attacco», insieme ai Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa che hanno diramato una comunicazione con cui hanno invitato i rappresentanti delle istituzioni russe al «rispetto della libertà di stampa»;
   se, da un lato, lo scambio Russia/Iacoboni-La Stampa ha indotto il Governo italiano a prendere pubblicamente posizione, dall'altro, le ultime minacce subite dal giornalista di « Avvenire», Nello Scavo, da parte dell'ex direttore dell'Ufficio del Primo ministro di Malta, Neville Gafà, non hanno sortito ad oggi lo stesso effetto. Il suddetto Gafà ha scritto su Twitter, rivolgendosi, tra gli altri, anche a Scavo: «Fermate i vostri sporchi affari. Altrimenti vi fermiamo noi». Si sottolinea, inoltre, che l'atteggiamento del suddetto Gafà è stato già ripreso più volte a livello pubblico per la sua dichiarata avversione nei confronti della reporter Daphne Caruana Galizia, uccisa nell'ottobre 2017;
   nello Scavo, che da tempo si occupa di migrazioni e delle opacità maltesi, è già stato oggetto di minacce, tanto che dall'ottobre 2019 è sotto scorta previa decisione autonoma del Ministero dell'interno per le intimidazioni ricevute da un trafficante libico, Abd al-Rahman al-Milad, detto Bija, a seguito di un'inchiesta che ha disvelato sulle pagine del quotidiano della Cei il possibile negoziato tra autorità italiane e trafficanti di petrolio, armi ed esseri umani in Libia;
   preme sottolineare, poi, che Malta è un Paese membro dell'Unione europea dal 2004, nonché membro dello spazio Schengen dal 2007;
   all'elenco dei giornalisti minacciati e in pericolo in funzione del loro lavoro d'inchiesta, è necessario aggiungere la freelancer Nancy Porsia, ugualmente minacciata nel 2019 con il collega Scavo dal trafficante libico Bija, per essere stato l'oggetto delle sue indagini giornalistiche. Anche lei, come il già citato Scavo, figura tra i giornalisti sotto scorta;
   la Santa Sede, tramite la sua delegazione all'Osce, ha fatto riferimento nell'ambito della seconda riunione supplementare sulla dimensione umana 2020, dedicata ai temi della libertà di espressione, media e informazione, alla protezione dei media. «Per far progredire la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà nella società, i media – in qualsiasi forma – devono essere protetti e deve essere garantita la libertà che la comunità internazionale ha riconosciuto»;
   la sensibilità del Ministro Lamorgese per il tema della libertà di stampa, anche e soprattutto collegato alle circostanze intimidatorie a cui sono sottoposti in Italia molti professionisti dell'informazione, si è rivelata in maniera ulteriore non più tardi del 25 giugno 2020, nell'ambito della ripresa attività del Centro sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, a cui hanno partecipato, oltre al Ministro dell'interno, la Fnsi, l'Ordine dei giornalisti e il Capo della polizia. «La libertà di stampa – ha detto Lamorgese – rappresenta un presidio fondante della nostra democrazia, che va preservato e difeso in tutti i territori»;
   nonostante l'Italia guadagni due posizioni nella classifica mondiale 2020 sulla libertà di stampa stilata da Reporters Sans Frontières, nel rapporto si fa ugualmente riferimento all'intimidazione, alle minacce di morte, agli attacchi verbali e fisici nei confronti dei giornalisti. Sempre nel suddetto rapporto si legge: «Circa 20 giornalisti italiani vivono attualmente sotto la protezione permanente della polizia [...] La violenza contro i professionisti dell'informazione continua a intensificarsi» –:
   quali iniziative, anche di tipo normativo, si intendano intraprendere per garantire in maniera concreta, al di là delle misure già in essere, la tutela della libertà di stampa, anche intesa come protezione dell'incolumità della classe giornalistica operante in Italia;
   se, nel caso specifico del giornalista Scavo, le cui circostanze sono dettagliate in premessa, il Governo intenda stigmatizzare pubblicamente l'atteggiamento di Gafà, anche alla luce dei suoi incarichi presso il Governo maltese che, tra l'altro, è Paese membro dell'Unione europea.
(2-00855) «Ermellino, Schullian».


Chiarimenti in merito alle requisizioni operate dall'Agenzia delle dogane e ad un adeguato approvvigionamento di guanti monouso – 2-00856

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la Bericah spa, di Arcugnano (Vicenza), è un'azienda leader in Italia nella commercializzazione di guanti monouso e altri dispositivi di protezione individuale, a beneficio, in particolare, del settore sanitario;
   in data 31 marzo 2020 la Consip spa ha stipulato con Bericah, nell'ambito di una procedura negoziata d'urgenza «Emergenza Covid-19» — ID 2288-Lotto 7 — un accordo quadro con cui quest'ultima ha assunto espresso impegno a fornire dispositivi di protezione individuali, in particolare guanti monouso in vinile, il tutto per un importo massimo di euro 210.000;
   inopinatamente, in data 14 maggio 2020 con nota a firma dell'amministratore delegato ingegner Cristiano Cannarsa, Consip ha comunicato di non aver più interesse all'approvvigionamento dei dispositivi oggetto del lotto e, conseguentemente, il venir meno di qualsiasi vincolo d'offerta e contrattuale dichiarando infine che Bericah non avrà più nulla pretendere in riferimento alla fornitura in questione. La decisione di Consip sarebbe motivata dal fatto che la Protezione civile non avrebbe più interesse all'approvvigionamento dei guanti monouso;
   il danno subito da Bericah è gravissimo, in quanto l'azienda nel frattempo ha acquisito e pagato i guanti al produttore;
   quanto dichiarato da Consip appare tuttavia in palese contraddizione con i decreti di requisizione dei guanti monouso importati da Bericah, disposti dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, ufficio di Napoli 1 (quale soggetto attuatore del commissario straordinario per emergenza Covid-19), in data 23 aprile 2020, e dell'Agenzia delle dogane di Civitavecchia, in data 29 aprile 2020;
   delle due l'una: tertium non datur; o i guanti non interessano davvero più alla Protezione civile (come dichiara Consip) ed allora non si spiega il motivo della loro requisizione in dogana, ovvero servono ancora, al punto da essere requisiti in dogana, come sembrerebbe evidente dalle cronache, non solo nazionali, ma allora risulta chiaro che la Bericah è stata vittima di una inaccettabile scorrettezza contrattuale, posta in essere dalla burocrazia statale;
   quanto ai guanti requisiti, ora la Protezione civile intende pagarli, come da nota 2 luglio 2020 del commissario straordinario Arcuri, solo ai valori di mercato del 31 dicembre 2019;
   pratiche commerciali, ad avviso dell'interrogante, così scorrette, determinano sconcerto negli operatori del mercato e rischiano di mettere in crisi la catena degli approvvigionamenti, di cui il Paese ha vitale necessità nell'emergenza Covid-19 –:
   per quali motivi vengano requisiti dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli i guanti monouso, se davvero, come dichiara Consip, la Protezione civile non ha interesse al loro approvvigionamento;
   se davvero il nostro Paese non abbia necessità in questa fase dell'emergenza Covid-19 di guanti monouso;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda attuare per garantire all'Italia una fornitura di guanti monouso adeguata alle necessità.
(2-00856) «Zanettin, Gelmini».


Iniziative volte ad assicurare la ripresa dei servizi educativi per il prossimo anno scolastico e intendimenti circa ulteriori iniziative di sostegno economico e operativo a favore dei fruitori di tali servizi – 2-00857

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, per sapere – premesso che:
   la sospensione dei servizi educativi per l'infanzia, resa necessaria dalla necessità di contenere l'epidemia da Covid-19, ha causato un aumento del carico di cura legato alla gestione dei figli. Tale aumento ha pesato, in particolare, sui nuclei monoparentali, su chi pur avendo figli a carico non ha una rete familiare di supporto, e sulle neo mamme, in un quadro che già vede l'occupazione femminile in Italia tra le più basse in Europa, sotto al settanta per cento, un divario occupazionale padre-madre tra i più ampi nell'Unione europea e con quasi 40 mila madri con figli fino a 3 anni che, nel solo 2019, sono state costrette a lasciare il lavoro;
   la partecipazione ad attività educative nella fascia 0-6 anni è essenziale per un sano sviluppo del bambino, sia in termini di socializzazione, che di apprendimento e di accesso a una alimentazione sana. Come riportato da un documento dell'Ocse, la prolungata assenza dall'istruzione danneggia maggiormente i bambini appartenenti alle fasce più svantaggiate, esponendoli a forti rischi di scorretta alimentazione, oltre a causare un maggiore rischio di esposizione alla violenza domestica, fenomeno purtroppo in crescita durante il lockdown;
   nonostante le modalità di diffusione del virus per fasce d'età non siano completamente note, ad oggi i casi registrati di istituti scolastici diventati focolai o coinvolti nella diffusione appaiono molto limitati, mentre con certezza si sa che la fascia 0-14 è esposta ad un rischio sanitario contenuto;
   è palese la difficoltà nel garantire il distanziamento e il mantenimento delle norme igienico-sanitarie nei bambini d'età 0-6, a causa delle loro esigenze caratteristiche legate alla corporeità e al movimento. La loro formazione è fortemente basata sulla relazione di cura, la vicinanza fisica e il contatto come mezzo di formazione e condivisione di esperienze. La necessità di garantire ai bambini il contatto col loro gruppo di pari e con gli adulti di riferimento, pone una sfida per il mantenimento della sicurezza sanitaria nell'attuale contesto epidemiologico;
   le attuali linee guida per la riapertura dei servizi educativi della fascia 0-6, contenute all'interno del Piano scuola 2020-2021, tracciano alcune indicazioni, tra le quali il non uso delle mascherine per i bambini, il massimo utilizzo degli spazi interni ed esterni, e l'uso di protezioni sanitarie specifiche per gli educatori che non impediscano il riconoscimento da parte dei bambini. Mancano invece indicazioni più specifiche sul rapporto tra numero di educatori e di bambini, sulle capienze massime degli spazi disponibili, sui protocolli di sanificazione di giochi, arredi e oggettistica, oltre che sulle specifiche dotazioni di Dpi necessarie agli educatori;
   gli enti gestori dei servizi educativi si stanno misurando con alcune difficoltà di programmazione del prossimo anno di attività, dovendo stimare il numero di bambini fruitori che potranno accogliere, la quantità di personale necessario e gli eventuali investimenti propedeutici al riallestimento degli spazi. Tale incertezza complica dunque l'apertura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico –:
   se sia allo studio del Ministero la pubblicazione di linee guida esaustive per i servizi educativi per l'infanzia, con riferimento a tutti i servizi di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, che definiscano, tra l'altro, modalità di ingresso, organizzazione di pre-scuola e post-scuola, rapporto tra numero di bambini e di educatori, capienza massima degli spazi;
   se siano previste altre iniziative di sostegno economico e operativo nell'ottica della riapertura di tali servizi per il prossimo anno scolastico, oltre a quelle previste dall'articolo 233 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 come forma di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle compartecipazioni da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione dei servizi.
(2-00857) «Quartapelle Procopio, Cenni, Ciampi, Di Giorgi, Gribaudo, Lorenzin, Rotta».


Chiarimenti e iniziative circa gli esiti del monitoraggio sull'inquinamento economico mafioso nel contesto dell'emergenza da Covid-19 – 2-00840

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   durante l'emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19 molte imprese hanno dovuto sospendere le proprie attività con conseguenti riduzioni degli introiti;
   si è calcolato che anche quelle che hanno mantenuto la produzione hanno registrato comunque diminuzioni di commesse e guadagni per quello che probabilmente è «il più importante shock che ha colpito il nostro sistema economico nel Dopoguerra» e quindi c’è il rischio di riduzioni del personale impiegato o degli stipendi;
   si è registrato un aumento considerevole delle richieste di aiuto economico e alimentare presso le strutture di volontariato e assistenza;
   in alcune zone del Paese, di fronte alla grave crisi, gli aiuti ai più indigenti sono venuti da ambienti malavitosi per cui la stampa ha parlato di « welfare mafioso»;
   in una situazione generale di difficoltà, mafie e organizzazioni criminali possono decidere di sviluppare commerci illeciti, organizzare sistemi di usura, alterare mercati e intervenire per interessi su appalti e commesse pubbliche;
   il sistema del malaffare può essere interessato a favorire, anche attraverso l'uso di moderni mezzi di comunicazione, episodi di ribellione e caos;
   il Governo ha promosso un insieme di importanti iniziative di sostegno ai redditi e alle imprese, ma comunque la stagione che ci aspetta resta molto critica;
   il Ministero dell'interno ha previsto interventi a tutela della legalità –:
   quali siano i risultati del lavoro di monitoraggio sull'inquinamento economico mafioso e i riscontri giunti alla cabina di regia istituita presso il Ministero dell'interno e quali eventuali ulteriori iniziative si intendano assumere.
(2-00840) «De Maria, Enrico Borghi».


Iniziative, anche di carattere normativo, volte ad assicurare il pieno esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo, in relazione alla categoria dei cosiddetti «impresentabili» – 2-00859

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   il 29 ottobre 2019, il tribunale di Cagliari ha assolto Salvatore Cicu (deputato dal 1994 al 2014, europarlamentare dal 2014 al 2019), Luciano Taccori (già sindaco di Sestu), Paolo Cau (ex consigliere comunale, anch'egli di Sestu) e tutti gli altri imputati campani statuendo che «il fatto non sussiste». La procura aveva contestato il riciclaggio di denaro proveniente dalla Camorra, nell'ambito di un'operazione relativa ad un terreno nell'area di Villasimius, su cui è stato poi realizzato un villaggio turistico;
   la sentenza ha disposto l'assoluzione con formula ampiamente liberatoria, sebbene il reato fosse ormai prescritto. Il che la dice lunga sull'univocità del quadro emerso nel contraddittorio dibattimentale. Giova rammentare, peraltro, che a Cicu l'accusa non aveva neppure contestato l'aggravante mafiosa;
   il tribunale di Cagliari ha così definito una vicenda giunta tristemente alla ribalta delle cronache alla fine del maggio scorso, quando il senatore del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, sulla base delle determinazioni assunte dalla Commissione, aveva bollato come «impresentabile» la candidatura di Salvatore Cicu alle imminenti elezioni europee;
   questa vicenda dimostra come la materia del diritto all'elettorato attivo e passivo mal si presti alla semplificazione comunicativa, alla rincorsa degli umori della folla (o meglio, della sua pancia). Questo atteggiamento produce solo vittime, e nessun vincitore. È un gioco in cui perdono tutti: perde chi accusa, perde chi è accusato, che resta irrimediabilmente danneggiato, con ferite quantomeno morali e d'immagine che neppure la sentenza d'assoluzione può sanare appieno, purtroppo; perdono tutti i cittadini, sempre in pericolo di fronte a un sistema che sostituisce alle garanzie costituzionali la pretesa punitiva arbitraria dei pubblici poteri o la gogna mediatica. In questo caso, ha perso anche la democrazia rappresentativa: non si sa quanto questa vicenda abbia inciso rispetto alla mancata rielezione al Parlamento europeo di Cicu; non si sa quanto l'espressione del suffragio popolare sia stata alterata. Ciò che è sicuro è che la democrazia rappresentativa e la classe politica sono state ancora una volta delegittimate. Non è un caso che sempre, nella sua storia, il costituzionalismo abbia legato assieme democrazia e Stato di diritto: l'una non può andare disgiunta dall'altro. Simul stabunt, simul cadent. In un contesto così complesso come l'attuale, quindi, occorre proteggere le istituzioni, garantendo nient'altro più di ciò che è necessario: le garanzie e la cultura della Costituzione. Sotto questo profilo, lungi dal voler sindacare l'operato dell'organo parlamentare, obiettivo che sarebbe irrituale per lo strumento qui azionato, gli interpellanti ritengono si debba guardare al futuro invocando un intervento organico a tutela del diritto di elettorato attivo e passivo –:
   quali iniziative, anche di carattere normativo, il Ministro interpellato intenda adottare, per assicurare il pieno esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo.
(2-00859) «Pittalis, Gelmini».


Iniziative, anche normative, volte a estendere agli atleti con disabilità fisiche e sensoriali il regime giuridico previsto per gli atleti normodotati dei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato – 2-00847

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro della giustizia, il Ministro per le politiche giovanili e lo sport per sapere – premesso che:
   la pratica dell'attività sportiva è un diritto dell'uomo universalmente riconosciuto ed è compito della Repubblica assicurare a ogni individuo la possibilità di praticare lo sport secondo le proprie esigenze e necessità;
   l'Italia, storicamente, ha saputo attribuire alla pratica sportiva un'importanza primaria e ha spesso operato con l'obiettivo di far crescere nel Paese l'intero movimento sportivo nazionale;
   in particolare, uno strumento di basilare importanza per la promozione dell'attività sportiva e la valorizzazione dei princìpi positivi connessi alla stessa è stato tradizionalmente individuato nella costituzione dei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato;
   gli atleti dei gruppi sportivi sono inquadrati, dal punto di vista giuridico e amministrativo, quali membri appartenenti alla Forza armata o al corpo dello Stato presso il quale si allenano. L'inserimento in tali gruppi consente loro di allenarsi e di ricevere, contestualmente, uno stipendio;
   è del tutto evidente che il venir meno di un simile sostegno comporterebbe per molti atleti di livello l'impossibilità assoluta di reperire il tempo e le risorse anche economiche, per allenarsi e prepararsi adeguatamente alle competizioni sportive;
   secondo la normativa vigente, si diventa atleti militari o appartenenti ai corpi dello Stato attraverso un concorso predisposto ad hoc e bandito dagli enti interessati, a seconda delle esigenze del momento, e rivolto agli atleti che hanno ottenuto risultati agonistici di livello nazionale regolarmente certificati dal Coni. Superato il concorso, agli atleti è offerto un contratto, in genere, come volontari in ferma prefissata;
   gli atleti hanno, in tal modo, la possibilità di allenarsi nei centri sportivi dei rispettivi corpi di appartenenza. Hanno grado e stipendio pari a quelli di chi è in servizio e hanno il compito di svolgere al meglio la propria attività di sportivi professionisti, con l'obiettivo di rappresentare non solo l'Italia, ma anche il corpo di appartenenza durante le competizioni nazionali e internazionali;
   periodicamente gli atleti sono sottoposti a controlli dal cui risultato dipende il rinnovo della loro appartenenza ai programmi atletici; in caso di esito negativo e venendo a mancare i requisiti richiesti per essere a pieno titolo atleti professionisti, possono scegliere di lasciare il corpo oppure ottenere un altro incarico al suo interno, a seconda delle disponibilità del momento e, di conseguenza, anche al di fuori del settore sportivo. Le stesse opzioni di scelta sono consentite anche al termine della carriera agonistica;
   i risultati positivi di questo modello sono evidenti: si pensi che oltre il 60 per cento delle medaglie conquistate dall'Italia alle Olimpiadi e in competizioni internazionali è merito di atleti che provengono da questi gruppi;
   tuttavia, occorre prendere atto di una profonda lacuna che attualmente presenta il sistema e che appare della massima urgenza colmare. Ad oggi, infatti, l'inquadramento di cui beneficiano gli atleti normodotati non è esteso, in termini di trattamento economico e di inquadramento amministrativo, agli atleti con disabilità fisica e sensoriale;
   è vero che, a partire dal 2007, sulla base di appositi protocolli d'intesa, stipulati con il Comitato italiano paralimpico, alcuni tra i principali gruppi sportivi delle Forze armate e dei corpi di polizia (tra i quali le Fiamme azzurre, le Fiamme gialle e le Fiamme oro) hanno inserito tra i propri rappresentanti atleti paralimpici con disabilità fisiche e sensoriali, fornendo loro, secondo differenti modulazioni, il supporto dei tecnici, l'utilizzo delle strutture e, talvolta, la concessione dei rimborsi delle spese per le trasferte;
   tuttavia, non può non rilevarsi come tali interventi, senza dubbio propositivi e lodevoli, siano frutto della particolare sensibilità e attenzione dei responsabili dei diversi gruppi sportivi e che trovino la propria fonte giuridica in protocolli d'intesa temporanei e il cui rinnovo non è automatico;
   dunque, i citati apprezzabili interventi sono privi di quei requisiti di completezza, stabilità e programmazione che soltanto un coinvolgimento pieno e indiscriminato degli atleti con disabilità fisiche e sensoriali può garantire, eliminando le disuguaglianze attualmente esistenti;
   ebbene, tale differenziazione di trattamento appare francamente iniqua e priva di qualsiasi ragionevole giustificazione, tradendo una prospettiva del tutto errata (e si spera involontaria) secondo cui il disabile potrebbe essere un carico, più che una risorsa, per l'amministrazione, una volta attenuatasi o venuta meno la sua attitudine sportiva;
   la differenziazione in parola, peraltro, si mostra in evidente contrasto con l'ottica inclusiva e promozionale che deve ispirare l'azione delle istituzioni, anche alla luce dei numerosi e significativi successi di cui gli atleti paralimpici si sono resi protagonisti in campo nazionale e internazionale, offrendo gran lustro ai nostri colori italiani;
   occorre evidenziare come i temi in questione siano già all'attenzione del Parlamento: l'A.C. 1721, presentato il 1o aprile 2019 (Disposizioni concernenti il reclutamento degli atleti paralimpici con disabilità fisiche e sensoriali nei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato), assegnato alle Commissioni I e IV, è attualmente in attesa di esame;
   tale proposta, peraltro, al fine di soddisfare al meglio le delicate esigenze in campo, è stata il frutto della concertazione con tutte le istituzioni, i Ministeri per quanto di competenza e i protagonisti del settore, secondo un approccio di confronto e condivisione irrinunciabile in questo settore, specie per quanti abbiano a cuore lo scopo di adottare misure concrete ed efficaci, anziché semplici annunci o slogan;
   vale rammentare, da ultimo, come la delega al Governo per la riforma del settore sportivo, di cui alla legge n. 86 del 2019, sia in procinto di scadere, e dunque è della massima urgenza valutare come il tema in questione possa trovare collocazione nei decreti attuativi di prossima adozione –:
   quali iniziative, anche e soprattutto a carattere normativo, intenda assumere, al fine di estendere agli atleti con disabilità fisiche e sensoriali il regime giuridico previsto dalle disposizioni vigenti per gli atleti normodotati dei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato, per garantire loro pari opportunità e superare ogni tipo di discriminazione.
(2-00847) «Versace, Occhiuto».


Chiarimenti e iniziative in merito ai criteri per la destinazione e l'utilizzo dei fondi in favore delle associazioni combattentistiche e d'arma, anche ai fini del contrasto dell'antisemitismo – 2-00848

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   in data 30 aprile 2020 il Governo ha trasmesso alle Camere la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale n. 83 con il quale viene ripartito lo stanziamento, iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa per l'anno 2019, in favore delle associazioni combattentistiche e d'arma, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448;
   la richiesta è stata quindi assegnata alla IV Commissione (Difesa) che ha espresso parere favorevole a condizione che si adotti, a partire dal prossimo schema di decreto, un criterio di ripartizione del contributo fisso che consenta l'assegnazione di importi omogenei fra tutte le associazioni proporzionalmente al numero degli iscritti, nonché un criterio di ripartizione della parte variabile che consenta l'attribuzione del contributo sulla base della meritevolezza dei progetti presentati;
   nel corso degli anni, per garantire il sostegno alle attività di promozione sociale svolte dalle associazioni combattentistiche sono stati approvati diversi provvedimenti legislativi diretti ad erogare a tali associazioni i necessari contributi finanziari;
   tra le associazioni beneficiarie di contributi figura l'Anpi, Associazione nazionale partigiani d'Italia, che ha potuto contare – solo per quanto attiene al periodo 2013/2019 – su trasferimenti pari ad euro 703.150;
   in questi anni l'Anpi di Roma si è resa responsabile dell'esclusione dei rappresentanti della Comunità ebraica e della Brigata ebraica dalle manifestazioni per il 25 aprile nonostante abbiano contribuito a liberare l'Italia dal nazifascismo accogliendo – al contempo – i responsabili delle associazioni palestinesi, al tempo alleati con la Germania nazista;
   in più di una occasione, da ultimo il 25 aprile dello scorso anno, nella Capitale d'Italia la giornata della Liberazione è stata celebrata con due distinti cortei, mostrando, ancora una volta, l'evidente spaccatura tra Anpi e Comunità ebraica di Roma;
   da parte dell'Anpi vi è dunque, ad avviso degli interpellanti, il chiaro intento di cancellare il contributo che la Comunità ebraica ha apportato alla Liberazione del nostro Paese;
   a ciò si aggiunga che nel corso degli anni le manifestazioni commemorative di uno dei periodi più cupi della storia nazionale, che si sono svolte nella Capitale d'Italia con la partecipazione di rappresentanti della Comunità ebraica, sono state accompagnate da aggressioni, insulti e sputi ai danni degli stessi;
   ad avviso degli interpellanti l'atteggiamento di chiusura da parte dell'Anpi di Roma nei confronti dei rappresentanti della Comunità ebraica è inaccettabile, considerato che tra gli scopi associativi dell'associazione non risultano finalità di politica estera, ma di tutela della memoria dei partigiani e della lotta al nazifascismo;
   l'Anpi provinciale di Roma ha aderito alla manifestazione del 27 giugno 2020 promossa dalla Comunità palestinese in Italia contro l'annessione israeliana dei territori palestinesi e in protesta alle posizioni dello Stato d'Israele:
   da ultimo, un video postato sul web da Progetto Dreyfus riporta il presidente dell'Anpi Roma che invita a liberare i leader dell'intifada palestinese, ovvero responsabili di attentati che hanno massacrato civili, donne e bambini;
   peraltro, il 4 ottobre 2018, la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una mozione con cui il Governo pro tempore si è impegnato ad assumere iniziative per riconoscere e recepire la definizione operativa di antisemitismo proposta dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto e per garantirne l'attuazione in tutti gli ambiti al fine di sostenere le autorità giudiziarie e quelle preposte alle attività di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite;
   lo Stato d'Israele è un alleato importante per l'Italia e rappresenta la sola democrazia presente nell'area mediorientale –:
   quali iniziative il Ministro interpellato abbia intrapreso al fine di vigilare sul rispetto delle disposizioni relative all'utilizzo dei fondi in favore delle associazioni combattentistiche e d'arma anche al fine di verificare l'eventuale uso di fondi per scopi diversi da quelli indicati dalla normativa di riferimento;
   se il Ministro interpellato, nei prossimi criteri di ripartizione del contributo in favore delle associazioni combattentistiche e d'arma, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, non intenda valutare la possibilità di prevedere, oltre alla meritevolezza dei progetti presentati, anche la congruenza dell'attività associativa con gli scopi enunciati dai rispettivi statuti delle associazioni combattentistiche e d'arma;
   se il Ministro non ritenga di tener conto, per i profili di sua competenza, della partecipazione dell'Anpi a manifestazioni di organizzazioni che non riconoscono il diritto all'esistenza dello Stato d'Israele e che promuovono il suo boicottaggio, nonché che promuovono pratiche antisemite secondo la definizione dell'Ihra recepita nel nostro ordinamento nella presente legislatura, in contrasto con la ragione sociale che ne legittima i contributi pubblici elencati in premessa.
(2-00848) «Orsini, Maria Tripodi, Battilocchio, Cannatelli, Cattaneo, Caon, Cassinelli, Dall'Osso, Della Frera, D'Ettore, Fatuzzo, Labriola, Marrocco, Mazzetti, Milanato, Musella, Napoli, Novelli, Palmieri, Pittalis, Polidori, Ripani, Rosso, Rotondi, Ruffino, Ruggieri, Saccani Jotti, Elvira Savino, Siracusano, Vietina, Zanettin».