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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 391 di mercoledì 2 settembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 14,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Fraccaro e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Piera Aiello, già iscritta al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei precisare e sollecitare la risposta alla mia interpellanza n. 2-00906, atto di sindacato ispettivo, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della Giustizia; è l'atto che ieri non ho citato e oggi sì.

PRESIDENTE. Grazie a lei per la precisazione, deputato Dall'Osso.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020 (A.C. 2617-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2617-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2617-A)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. L'onorevole Dieni ieri ha dichiarato in Aula: “Non sono contenta di questa fiducia.” Anche io non sono per nulla soddisfatto di questa fiducia; poche decine di emendamenti non possono non essere affrontati in Aula e hanno dunque ragione, in questo caso, le opposizioni che ieri sono intervenute. Tuttavia, se tra queste poche decine ce n'è uno, presentato proprio dall'onorevole Dieni, soppressivo del comma 6, che consentiva il rinnovo dei direttori delle Agenzie delle informazioni per la sicurezza, le cose assumono un rilievo molto diverso. Non è tra le materie di cui mi sono occupato in questi anni, ma ne ho un totale rispetto.

Ora mi chiedo: ma all'onorevole Dieni e ai cinquanta firmatari del MoVimento 5 Stelle non è venuto in mente che la soppressione di un emendamento contenuto in un decreto-legge, controfirmato quindi dal Capo dello Stato, su una materia di diretta competenza del Presidente del Consiglio, ne affermava un'implicita sfiducia? O si tratta di inadeguatezza sulle azioni parlamentari e nelle loro conseguenze politiche, dell'incapacità di valutarle o di un'affermazione di insofferenza politica nei confronti del Presidente del Consiglio? Sarebbe stato meglio che il gruppo di maggioranza relativa, il Movimento 5 Stelle, che costituisce l'ossatura della maggioranza parlamentare, si chiarisse al suo interno e che non trasferisse in Aula i suoi evidenti contrasti politici, camuffandoli con un emendamento. Si chiede troppo? Dopo tanto sproloquiare dei cittadini, il MoVimento 5 Stelle pensa davvero che l'opinione pubblica italiana, in piena emergenza COVID, sia turbata dall'operato dei servizi di sicurezza del nostro Paese, sovente portati ad esempio di efficienza e di fedeltà allo Stato? Concludo Presidente: Che succede? Sono in atto nuove deviazioni, che hanno rappresentato una pagina oscura del nostro Paese? Allora, se ne occupi il Copasir. In realtà, si tratta di una pagina di protagonismo parlamentare di piccolo cabotaggio, senza respiro istituzionale, che ci poteva francamente essere risparmiata, quasi non bastassero le questioni politiche assai delicate già aperte: riapertura delle scuole e doppio voto del 20 e 21 settembre. Si potrebbe dire che qualcuno è in preda all'autolesionismo più sfrenato, che coincide con l'irresponsabilità più conclamata. Io voto la fiducia al Governo Conte e sono curioso di verificare come voteranno coloro che hanno sottoscritto una così maldestra sfiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse il collega Tabacci e devo dire che il gruppo Noi con l'Italia-USEI non potrà votare questo provvedimento sul quale il Governo pone la fiducia quest'oggi e che riguarda la proroga della scadenza dell'emergenza da COVID. Innanzitutto - lo rilevava il collega poc'anzi - c'è un problema politico grosso come un macigno: il comma 6 dell'articolo 1 prevede, in questo disegno di legge, la modifica delle norme sulle nomine dei direttori dei servizi di informazione sulla sicurezza; che cosa c'entri questo con il COVID nessuno lo sa, tant'è che un nutrito gruppo di parlamentari del MoVimento 5 Stelle, che è ancora il primo partito della maggioranza, nonostante le defezioni, una comunicataci pochi minuti fa, ha presentato un emendamento abrogativo della norma. Di fatto, questo emendamento abrogativo, che ovviamente è cassato, è una vera e propria sfiducia di molti deputati Cinquestelle, che - ripeto - è il primo partito della maggioranza, al Governo Conte. Entrando nel merito della proroga, va rilevato che con questo provvedimento si rinnovano in blocco le misure varate con i decreti-legge n. 9 e n. 33, varati in piena emergenza sanitaria, vengono prorogate le limitazioni per la libertà di circolazione, la libertà di riunione, la libertà di culto, gli spostamenti da e per l'estero, la libertà di iniziativa economica e avanti con le limitazioni di altri diritti costituzionali, un vero e proprio - lo chiamerei - regime terapeutico-sanitario che, in nome di una generica tutela della salute pubblica, perpetua uno stato di emergenza che non si può condividere. Non dimentichiamo che l'Italia è uno dei pochi Paesi europei che mantiene lo stato di emergenza. Io, Presidente dell'Assemblea, abito nell'estremo nord-est del Paese e posso constatare di persona come sia gestita la situazione pochi chilometri da casa mia: in Slovenia e in Austria c'è un clima totalmente diverso, lo definirei di libertà civile e libertà responsabile; certo, l'aumento dei contagi è reale, ma è più alto in quanto si sta giustamente aumentando il numero dei tamponi, perché questi tamponi evidentemente sono molti di più, ma non c'è un aumento proporzionale dei malati o dei ricoverati in terapia intensiva, che sono praticamente al minimo storico. La situazione non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella di qualche mese fa ed è per questo che considero dannoso e, per quanto mi riguarda, insopportabile il clima di terrore e di negatività, che troppo spesso percepisco dalla stampa e dai media. Tutto ciò sta provocando gravi danni all'economia: la vera emergenza, cari colleghi, sarà ben presto quella economica e ce ne stiamo già accorgendo, emergenza che già investe tantissime imprese, attività lavorative che sono in ginocchio, lavoratori che non vedono una prospettiva per il proprio futuro. È giunta l'ora di un ritorno graduale, responsabile, prudente e intelligente alla normalità, altro che banchi rotanti e bonus un tanto al chilo.

E ancora - ultimo, ma non ultimo - il tema dei migranti e della politica dell'accoglienza di questo Governo: negare che la ripresa di sbarchi dalle coste africane o di ingressi clandestini provenienti dai Balcani non abbia conseguenze sulla pandemia significa voler chiudere gli occhi a fronte della realtà; continuate ad occuparvi degli ultimi, che entrano clandestinamente nel nostro Paese, e non riuscite a capire che il prezzo di tutto questo sarà pesantemente pagato dai penultimi di casa nostra. Tutti questi elementi, all'interno di una grande contraddizione politica, che mette in evidenza le gravi difficoltà del Governo, non solo di programmare i futuri provvedimenti, che dovranno essere presentati alle Camere, in primo luogo la legge di bilancio ed i provvedimenti del Recovery Plan, che dovranno avere l'assenso della Commissione europea, ma di dotarsi da parte del Governo di una visione strategica per il dopo. Il centrodestra - e concludo - si è più volte dimostrato disponibile a sostenere, con proposte mirate, l'azione dell'Esecutivo nell'interesse del Paese, ricevendo per la gran parte delle volte, risposte negative, spesso per partito preso. Chiediamo alle forze politiche che sostengono il Governo, viste anche le prese di posizione sul tema dei servizi, di fare chiarezza al proprio interno e di farla nel Paese, perché questa situazione rende tutto estremamente difficile e proietta ombre negative sul futuro. Il Governo chiede la fiducia, non per l'ostruzionismo della minoranza, ostruzionismo che non c'è e che sarebbe anche legittimo - non lo stiamo facendo -, chiede la fiducia non perché scadono i termini, la chiede perché è l'unica maniera per tentare di nascondere le preoccupanti divisioni al proprio interno. Per tutte queste ragioni, confermo il voto contrario di Noi con l'Italia-USEI alla fiducia al disegno di legge 2617-A, che proroga l'emergenza al 15 ottobre (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. In premessa non voglio eludere una questione, che si è manifestata ieri con la decisione del Governo di apporre la questione di fiducia su questo provvedimento, a fronte di un numero di emendamenti oggettivamente limitato: da questo punto di vista, noi crediamo che questo sia un episodio che non debba più ripetersi, c'è un tema ovviamente anche di rispetto più generale dei rapporti tra Parlamento ed Esecutivo. Al tempo stesso, non voglio eludere anche un'altra questione: io credo che i temi che fanno parte di questo decreto, legati alla disciplina del rinnovo degli incarichi di direzione di organi del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, sarebbero dovuti andare su un veicolo a parte e non inseriti in questo provvedimento. Lo dico con estrema chiarezza perché credo che insomma questo sia il luogo giusto perché si segnali al Governo anche un comportamento che sia, da questo punto di vista, più rispettoso delle prerogative parlamentari.

Nel merito, anche ascoltando gli ultimi interventi ma anche leggendo i giornali di questo ultimo mese, credo che noi stiamo vivendo un paradosso, uno dei paradossi della contemporaneità, cioè viviamo in un'epoca caratterizzata da una produzione di informazione, mai vista prima - noi siamo bombardati letteralmente da miliardi e miliardi di notizie durante ogni anno -, eppure allo stesso modo abbiamo aumentato, e di molto, la velocità con cui perdiamo memoria, cioè noi oggi stiamo parlando e stiamo dimenticando quello che è successo qualche settimana fa, qualche mese fa, per essere precisi, e questo è un problema serio, è un problema serio di come si forma l'opinione pubblica, di come la politica si rapporta con l'opinione pubblica. Guardate, io lascio da parte la riflessione sui cosiddetti negazionisti e credo che lì la storia e purtroppo la cronaca si sia già espressa per evidenziare ovviamente la pochezza delle loro argomentazioni e, in alcuni casi, la strumentalità che rischia di costare vite umane.

Mi preoccupano di più, devo dire, i propagandisti e, da questo punto di vista, la riflessione che volevo fare in questa occasione riporta al ruolo della politica e delle istituzioni, che non possono fare sostanzialmente solo surf sui trend topics di giornata. Se noi riduciamo il ruolo della politica e il ruolo delle istituzioni a questo, rinunciamo - credo - a un ruolo costituzionale, a un ruolo culturale fondamentale, che è quello dell'educazione. La politica deve essere in grado di spiegare, di illustrare, di dare conto, in trasparenza, delle scelte, ma in una funzione che rimane una funzione educativa e, invece, anche in queste ultime settimane da parte di molti si continua a sollecitare l'opinione pubblica ad esempio - cito un solo esempio - sull'inutilità dell'uso della mascherina. Lo si fa non in ragione di scelte maturate e scientifiche, ma semplicemente perché è evidente che questo sollecita e solletica maggiormente una parte dell'opinione pubblica, e lo si fa fino al punto di orientare quella galassia di siti e pagine scandalistiche che sono alla disperata ricerca di click per diffondere l'immagine della dittatura sanitaria. E guardate, credo che sia un male, sia un male per la politica, sia un male per le istituzioni: un confronto, anche aspro, che ci può essere in quest'Aula e fuori da quest'Aula non può avvenire tuttavia al di fuori di un principio di realtà. Ed invece anche attorno alla questione che è oggetto del provvedimento che oggi noi andiamo a votare con il voto di fiducia, cioè la proroga dello stato di emergenza, si è iniettato nel sistema, nel corpo sano della nazione, un veleno con iperboli, quella della dittatura sanitaria, assolutamente inaccettabile, fuori da ogni contesto di realtà.

Quando abbiamo discusso – sono andato a riprendermi i resoconti –, mercoledì 29, dopo l'intervento delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio che annunciava la decisione del Governo e, diciamo, il suo auspicio, poi tradotto in questo decreto, di prorogare lo stato di emergenza fino al 15 ottobre, in quest'Aula si sono udite parole di una gravità assoluta, che richiamavano in realtà agli ultimi anni dello Stato liberale in questo Paese, cioè agli anni Venti. Quando cioè si dice, come la collega Meloni disse il 29 luglio, che questa proroga era il tassello di una vera e propria deriva liberticida che questo Governo aveva messo in campo con la scusa del Coronavirus, è evidente che si cerca di inquinare i pozzi, che si va oltre una dialettica tra maggioranza e opposizione e viene facile chiedere chi ha visto in questo mese di vacanze, per fortuna per molti e tanti italiani, questa deriva liberticida: semplicemente non c'è. Non c'è la dittatura sanitaria, non c'è una deriva liberticida. Per cui credo e auspico che il confronto anche con le opposizioni, in particolare sui temi di politica economica, possa essere più fruttuoso di quello che è stato nel recente passato.

Noi abbiamo di fronte una sfida epocale ossia come riusciremo a destinare efficacemente e in tempi rapidi i 209 miliardi del Piano italiano del Recovery Fund: su questo credo che ci debba essere un confronto, ripeto, anche duro e aspro ma sempre all'interno di un principio di realtà. Non c'è dittatura sanitaria, non c'è deriva liberticida, non c'è una volontà del Governo di chiudere la bocca agli italiani. Che cosa c'è e che cosa rimane e credo sia il senso politico di questo provvedimento? Rimane un Governo – noi, da questo punto di vista, abbiamo espresso fin dall'inizio apprezzamento – che, in realtà, ha tenuto la barra dritta sul principio di precauzione. Se andiamo a rileggerci proprio il resoconto del 29, quando il Governo, in presenza di numeri significativamente inferiori a quelli di oggi, ha detto che riteneva prudente prorogare lo stato di emergenza, qui sono scoppiate da parte di molti - ho fatto una sola citazione, ma ne potrei fare altre - le accuse che ho prima ricordato. Ebbene potremmo dire, con i dati di oggi, che il Governo aveva visto giusto, che era corretto e che soprattutto la proroga dello stato di emergenza non era riportare il Paese al lockdown di marzo, come è stato detto, come si è cercato di propagandare per raccogliere qualche voto alla faccia, anche qui, del principio di realtà. Il Paese quindi giustamente è stato messo in maggiore sicurezza attraverso la proroga dello stato di emergenza. Questo provvedimento proroga l'efficacia delle disposizioni contenute nei decreti-legge n. 19 e n. 33 del 2020; quindi, da questo punto di vista, l'azione del Governo è un'azione che credo avrebbe meritato un atteggiamento anche diverso da parte delle opposizioni, perché questo è un punto fondamentale che riguarda altri Paesi. In altri Paesi l'atteggiamento, quando si parla di sicurezza delle persone, di sicurezza sanitaria, è differente. In Italia, invece, purtroppo c'è chi pensa di speculare politicamente sulla salute dei cittadini, e questo è sbagliato. Questo è sbagliato oltre che irrispettoso della realtà.

Per queste ragioni noi voteremo convintamente la fiducia, ma credo che sia giusto ribadire proprio alla fine la premessa che ho fatto, perché credo che il Governo debba trarre lezione sulla decisione di porre la questione di fiducia sul provvedimento, nei modi e nelle forme che è stato fatto, che sono capitate ieri (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lisa Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, membri del Governo, siamo in una fase molto particolare della pandemia da COVID-19, forse, da certi punti di vista, anche la fase più delicata. È indubbio, e nessuno in quest'Aula si immagina di poterlo negare, che non è la fase dell'emergenza terribile che abbiamo vissuto nei mesi tra marzo e maggio. Oggi disponiamo di strumenti di conoscenza di questo terribile virus che in quei mesi non avevamo. Grazie allo sforzo e alla capacità dei medici e degli scienziati innanzitutto abbiamo compreso meglio come il COVID-19 attacca il corpo dei malati e abbiamo una capacità di testing, di tracciamento molto più efficace, molto più efficiente. Lo dimostra il fatto che oggi, rispetto a mesi fa, siamo in grado di individuare molti asintomatici, molti paucisintomatici. Questa è una bella notizia perché individuare gli asintomatici è la condizione per poter evitare che i focolai si trasformino in una diffusione incontrollata del virus. Lo dico perché in discussione generale ho sentito qualche collega addirittura parlare in modo critico di caccia ai positivi, come se si trattasse di una caccia alle streghe. Ebbene sì, oggi riusciamo a “cacciare” meglio i positivi, e io dico meno male. Siamo quindi in un'altra fase, non più quella in cui dobbiamo cercare di difenderci dal virus per sopravvivere, ma quella in cui dobbiamo imparare a convivere con questo virus. È una fase che, ormai è chiaro a tutti, sarà lunga perché anche negli scenari più rosei la possibilità di avere un vaccino testato come efficace e sicuro non si presenterà prima dell'inizio dell'anno prossimo, ed è una fase che io proverei a definire come quella dell'umiltà, l'umiltà di dire innanzitutto che ancora tanti aspetti del virus non ci sono chiari. Ne cito due per tutti: non si è ancora capito se chi si è ammalato possa sviluppare anticorpi diciamo immunitari; né abbiamo capito quali conseguenze a medio e lungo periodo possono sviluppare i malati che hanno avuto il virus in forma grave. Ed è la fase dell'umiltà in cui dobbiamo anche ammettere che siamo di fronte a una sfida che non è una sfida dell'Italia, ma è una sfida dell'umanità, ossia quella di imparare a convivere con il virus che è un nemico subdolo che a volte usa il metodo della guerriglia, perché sembra inabissarsi e poi si risolleva. L'abbiamo visto in Paesi anche vicino al nostro: dopo un declino dei contagi, c'è stato un rialzamento di questi repentino e molto significativo.

Ecco, di fronte a questa sfida, spesso, necessariamente, si procede anche per prove ed errori e per compromessi. Compromesso deriva dalla parola latina cum promissus e non è una brutta parola; è una parola che significa trovare insieme una promessa, una via, una soluzione a problemi complicati, come deve avvenire in questo caso. Siamo chiamati ogni giorno alla sfida di trovare il modo di bilanciare, di mettere insieme l'esigenza di contenere i contagi - che è un'esigenza legata al dovere morale di difendere le persone più fragili, ma anche al dovere morale di proteggere e mantenere in efficienza il nostro sistema sanitario perché si possano curare tutti da tutte le malattie, non solo dal COVID-19 - e quella, appunto, di ritrovare una normalità di vita. Noi pensiamo che il decreto-legge che stiamo discutendo si collochi proprio in questa prospettiva ed è per questo che riteniamo corretto, utile, prorogare le misure contenute nel decreto n. 19 e nel decreto n. 33, perché ci consentono di mantenere una cornice giuridica entro le quali il Governo e - vorrei ricordarlo - anche le regioni hanno il potere, non l'obbligo, di assumere misure di contenimento del contagio entro tempi e con modalità certe, definite da una norma di rango primario, e anche con una procedura che garantisce la giusta partecipazione del Parlamento alla definizione di queste eventuali misure; così come riteniamo corretto stabilire la proroga di alcune misure di altri provvedimenti stabiliti sempre in relazione all'emergenza COVID.

Questo non significa disconoscere che ci siano ancora alcuni aspetti che il provvedimento ha lasciato aperti. Ne cito uno - l'avevo già fatto in discussione generale - che per noi è essenziale e irrinunciabile, cioè quello della proroga dell'articolo 26 del decreto-legge Cura Italia che garantisce la tutela dei lavoratori fragili che non possono, per ragioni di sicurezza, rientrare al lavoro in presenza e che per ragioni legate alla mansione non possono usufruire del lavoro agile. Ebbene, questi lavoratori, oggi, essendo scaduta la norma dell'articolo 26, si trovano senza tutela e devono scegliere, quindi, tra la salute e il lavoro: questo è inaccettabile. Sappiamo che il DL in esame non poteva essere lo strumento per dare questa risposta, perché è un provvedimento su cui non sono state previste risorse aggiuntive, però noi restiamo convinti che ci sono casi - e forse questo è proprio uno di questi - che sarebbero stati forse meritevoli di un'eccezione alla regola dell'invarianza finanziaria e, in tal senso, avevamo presentato un emendamento, così come altre forze politiche, tuttavia prendiamo atto della posizione del Governo. Ribadiamo, però, che questo problema va risolto non nelle prossime settimane ma nei prossimi giorni, oserei dire nelle prossime ore. Così come riteniamo che forse una riflessione sarebbe utile farla sulla questione dell'obbligatorietà dei test sierologici per la scuola, perché se, come abbiamo detto tutti, la riapertura delle scuole è una priorità e se il Comitato tecnico-scientifico ci ha detto che per riaprire in sicurezza i test sierologici sono uno strumento valido, allora, forse, dovrebbe essere uno strumento utilizzato obbligatoriamente per tutti, perché sennò si fa un po' fatica a farsi capire dalle famiglie. Dunque, ferma la nostra volontà su questi temi e su altri di continuare a incalzare il Governo all'interno della maggioranza, noi comunque votiamo ed annuncio il voto favorevole, con convinzione, alla fiducia su questo provvedimento. Ho detto in principio del mio intervento che questa è una fase molto delicata della pandemia e credo che in questa fase la nostra stella polare debba essere l'esercizio costante del dovere di verità, di serietà e di responsabilità, il che non significa non confrontarsi, anche in maniera molto netta e dura, non essere pienamente consapevoli della distinzione dei ruoli istituzionali che le varie forze politiche rivestono in quest'Aula, però, significa capire - io credo - cosa sta avvenendo fuori di qui e cogliere la pericolosità di alcune delle manifestazioni che si sono svolte in altri Paesi e che sono state preannunciate qui. Si tratta di manifestazioni in cui pericolosi estremismi si fondono con rigurgiti razzisti, con la propaganda spesso violenta, antiscientifica e antisistema. Di fronte al rischio che pongono queste manifestazioni, io penso che non ci possano essere ambiguità da parte di nessuno di noi.

Parlando del COVID-19 il premio Nobel per la pace abbia Abiy Ahmed Ali ha detto: “In una comunità globale, ciascuno di noi deve essere il custode dell'altro”. Ecco, custodire significa avere cura, proteggere, preservare. Io spero che tutti noi continueremo, pur nelle differenze anche grandi che ci sono tra di noi, a custodire insieme, come il bene più prezioso, la salute degli italiani e il rispetto della scienza e delle verità scientifiche, un rispetto di cui hanno bisogno più che mai, oggi, i cittadini italiani, i milioni di cittadini italiani, che con mille sforzi e sacrifici hanno consentito al nostro Paese di resistere all'ondata di piena della pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia ha per lungo tempo sostenuto che l'aver nascosto, come si continuano a nascondere, i verbali del Comitato tecnico-scientifico a proposito del COVID portava questo Governo sulla strada dell'opacità quando non dell'omertà e, quindi, dicemmo che era il Governo dei segreti. Abbiamo dato una risposta parziale, in quanto leggendo questo decreto-legge - l'articolo 1, comma 6 - ci siamo resi conto che è il Governo dei servizi segreti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dico questo perché il voto di fiducia che è stato chiesto non c'entra nulla con tutta la parte dell'articolato riferita al COVID; gli emendamenti erano pochi, si sarebbe facilmente discusso e, addirittura, nel programma d'Aula che era stato consegnato, tutti i gruppi avevano previsto che la seduta si sarebbe dovuta chiudere questa mattina con l'audizione e le comunicazioni del Ministro Speranza. In realtà, proprio per i servizi segreti, questo Governo ha deciso non tanto di dare un buffetto all'opposizione - non posso parlare di altro, ormai ci siamo abituati alla richiesta di voti di fiducia e, quindi, le consideriamo un buffetto - ma ha dato uno schiaffone, invece, alla sua maggioranza e, segnatamente, a quel gruppo della maggioranza, il più importante almeno numericamente - vedo che di giorno in giorno perde pezzi, ma è ancora il più importante numericamente - che è dato dal gruppo parlamentare dei 5 Stelle. Ciò perché questa fiducia è stata chiesta contro una parte della maggioranza; vedete, colleghi del MoVimento 5 stelle, è molto facile quando le vostre grida andavano contro le leggi ad personam; è molto duro dover digerire con un assordante silenzio le leggi “pro Parente” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di nome e di fatto.

E, allora, ci sia consentito di dire che non vi erano neanche le ragioni giuridiche per quel comma così inserito in modo nascosto per prorogare un direttore di una delle due Agenzie dei servizi segreti, perché l'altra è un dipartimento, ma per non far torto la norma vale per tutti e tre i direttori. Non ve ne era ragione perché con un decreto che prevede che il 15 di ottobre persino il Presidente del Consiglio non possa più emanare su questa materia decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, ebbene, l'unica proroga la si poteva fare al 15 ottobre e non introdurne una surrettizia che con più provvedimenti può raddoppiare perfino la durata in carica di direttori che non si occupano di cose da poco, ma si occupano di cose sulle quali la politica, lo ripeto, la politica, spesso e volentieri, viene tirata in ballo.

Ma, vedete, allora questa è stata una dimostrazione di quanto il Presidente del Consiglio, che ai servizi segreti deve essere appassionato perché si è tenuto lui solo la delega alla materia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) chissà perché, chissà per come, allora dobbiamo chiederci quale fosse il motivo per cui il Presidente del Consiglio prima ha voluto questa norma e poi ne ha imposto il mantenimento attraverso il voto di fiducia. Si dice che era necessaria, che era indispensabile, che c'entrava soprattutto con l'emergenza COVID. Ma quando il Presidente del Consiglio a fine luglio è venuto in questa Camera e al Senato non era quella l'occasione quantomeno per dare un'informazione al Parlamento, che non è un organo di ratifica delle decisioni del Presidente del Consiglio, soprattutto non è un organo postumo di ratifica delle decisioni del Presidente del Consiglio, e dire chiaramente, alla luce del sole, quali erano le sue intenzioni e quali erano le motivazioni che lo avrebbero spinto ad introdurre quella norma nel decreto-legge?

Invece c'è stato un silenzio assordante. Noi, come Fratelli d'Italia, quando Conte andava in Europa, soprattutto all'inizio, Conte 1, pensavamo che potesse essere assimilato molto al Don Abbondio, quello che, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può mica dare. Poi, quando abbiamo visto il salto della quaglia, da Presidente del Consiglio con la Lega a Presidente del Consiglio con i Cinque Stelle, abbiamo visto che appena era attaccato assumeva le caratteristiche del Don Rodrigo, “quanto al mio onore, ha da sapere che il custode ne son io, e io solo”, e quindi non si poteva attaccarlo sul suo onore. Ma, in realtà, era stato con noi onesto, anche se a metà, perché quando si è insediato la prima volta aveva detto che era l'avvocato dei cittadini. Si era dimenticato, forse, di aver male usato le parole l'avvocato dei cittadini: era l'Azzeccagarbugli delle varie maggioranze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A Conte bisogna raccontare le cose chiare, a noi tocca poi imbrogliarle. Ma, proprio per evitare che si pensi che nel gruppo di Fratelli d'Italia, dopo che il collega Osnato già magistralmente aveva citato il Manzoni e in più occasioni, si conosca solo il Manzoni, a me è venuto in mente un altro protagonista della vita culturale italiana, che si è dimenticato di scrivere un libro. Ha fatto la Trilogia degli antenati, Italo Calvino, ma se ne è dimenticato uno; poteva essere che erano quattro i volumi, perché dal visconte dimezzato al barone rampante e al cavaliere inesistente siamo passati al Conte circostanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché ogni momento è buono per dire “in queste circostanze dobbiamo fare un decreto-legge, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, espropriare il Parlamento, fare tutto e di tutto”.

Il gruppo di Fratelli d'Italia lo dice chiaramente: il nostro no alla fiducia è un no innanzitutto a questo metodo. Ma di quando in qua si chiede il voto di fiducia su un emendamento di questo tipo per evitare che possa persino il Parlamento esprimersi se è giusto o meno che il Presidente del Consiglio, che in termini di servizi segreti è già dominus, perché le Agenzie come il Dipartimento a lui e a lui solo riferiscono, perché il Parlamento non possa neanche dire e fino in fondo se ritiene giusta o meno questa proroga e per obbligare una parte del Parlamento, quella ovviamente genuflessa, a non andare a casa, perché questo è il grande argomento di fondo che vi tiene in piedi: o votiamo tutto o andiamo a casa, ma se andiamo a casa vince il centrodestra, non torniamo più in Parlamento e allora digeriamo tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E nel nome di quel digerire tutto vi siete mangiati invece il buon senso, che avreste facilmente digerito. Ieri abbiamo avuto la dimostrazione plastica, e torno al Manzoni, che il buon senso c'era, ma se ne è stato nascosto per paura del senso comune. Ce lo avete dimostrato fino in fondo, siete privi di buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Zampa, ho difficoltà a pensare che un qualsiasi deputato o parlamentare o anche membro del Governo che abbia a cuore, come abbiamo tutti noi della maggioranza, dell'opposizione e del Governo, la natura parlamentare della nostra democrazia, o per lo meno spero che siamo tutti convinti di questo, visto che un famoso senatore della Repubblica aveva chiesto in realtà l'estate scorsa i pieni poteri, penso di avere difficoltà a pensare che qualcuno di noi possa essere soddisfatto di per sé dell'uso del voto di fiducia nell'ambito di una procedura di approvazione di un provvedimento. Lo voglio dire perché tutti noi siamo stati a diverso titolo una volta da una parte e una volta su un altro fronte di quest'Aula, rappresentanti delle maggioranze che sostenevano i Governi o delle minoranze che a quei Governi si opponevano.

E dunque non ci sono classifiche da stilare per stabilire che qualcuno di noi più degli altri tenga al meccanismo parlamentare di approvazione delle norme. In particolare, quando noi sediamo su questi banchi, sappiamo benissimo tutti che siamo qui a rappresentare legittimi interessi, sappiamo qui che siamo seduti per essere interpreti dei bisogni e delle domande che vanno tradotti qui in legge, e dunque sarei sordo e cieco se non comprendessi le naturali proteste, per esempio quelle che qui ha rappresentato il collega Foti, che vengono dai banchi dell'opposizione per questo o per altri voti di fiducia, in questo caso su un decreto di proroga della situazione di emergenza di questo Paese.

E però sareste voi ciechi e sordi - uso il collega Foti perché è l'ultimo che ha parlato, ma anche gli altri membri o rappresentanti delle opposizioni - se non consideraste lo sforzo doveroso che abbiamo fatto noi e il Governo, pure nella situazione di emergenza che ha attraversato l'Italia e tutto il mondo, in questo Parlamento, per discutere, per confrontarci, per valutare tutte le necessità del Paese e, ovviamente, tutti gli atti del Governo. Vorrei ricordare anche al collega e ai colleghi dell'opposizione che verranno dopo che proprio per volontà del Partito Democratico abbiamo introdotto un obbligo di relazione del Governo precedente o immediatamente successivo alla presentazione dei decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri, i vituperati DPCM. Infatti, come stabilito da quell'emendamento presentato dal collega Ceccanti, il Presidente del Consiglio o un ministro da lui delegato dovrà illustrare preventivamente alle Camere il contenuto dei provvedimenti da adottare al fine di tenere conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati, e, ove ciò non sia possibile per ragioni di urgenza connesse alla natura delle misure da adottare, riferire successivamente alle Camere.

Disse allora Ceccanti: non è tanto e non solo quello di parlamentarizzare i DPCM lo scopo di questo emendamento, ma di farne il meno possibile, per ricorrere allo strumento fisiologico dei decreti-legge. La procedura adottata per i DPCM, con l'introduzione e approvazione da parte dell'Aula di quell'emendamento, fu modellata sul coinvolgimento del Parlamento negli indirizzi da portare alle riunioni del Consiglio europeo, ed è per l'appunto in grado di rispondere all'esigenza di ripristinare un fisiologico rapporto tra Parlamento e Governo. Siamo quindi noi del Partito Democratico e di tutta la maggioranza ad avere riportato in ogni atto del Governo la centralità del Parlamento e le sue funzioni di indirizzo e controllo dell'azione del Governo. Nel merito, qui stiamo prorogando uno stato di emergenza fino al 15 ottobre. Ha già parlato prima il collega Fornaro, riferendosi ad alcune cose che noi abbiamo ascoltato da parte di alcuni gruppi dell'opposizione in queste settimane.

Mi riferisco, per esempio, a un intervento del collega Federico Mollicone, riporto qui il verbale: era necessario prorogare lo stato di emergenza?

Qual è la necessità, se non seminare una paura generale? Qual è la necessità di inserire in un provvedimento sospensione della libertà, dei diritti elementari, a cominciare dalla libertà di movimento e della vita sociale fino al voto? È polizza per il potere in carica, dal Governo ai suoi ausiliari. Che in Italia ci sia oggi un problema di libertà è indubitabile, che il COVID lo abbia aggravato è pure incontestabile. L'Esecutivo è fautore di un regime terapeutico e sanitario, limitando tutte le libertà sancite dalla nostra Costituzione in nome di una generica salute pubblica”. Ho saltato una riga nella quale invece il collega Federico Mollicone si riferiva all'introduzione delle nomine sui Servizi segreti, sulle quali risponderò al collega Foti.

In quella frase del collega Mollicone, così come nelle altre cose ricordate dal collega Fornaro, si insinua, neanche tanto nascondendola, la stessa logica tanto cara ai negazionisti che il 5 settembre, supportati come è stato a Berlino dall'estrema destra neofascista, manifesteranno a Roma in nome del “no mask”. Negare l'evidenza dell'emergenza sanitaria in tutto il mondo e nel nostro Paese, e chiamarla dittatura sanitaria, significa calpestare la memoria delle oltre 35 mila vittime italiane e ignorare il sacrificio di chi con la propria professione ha salvato negli ospedali e fuori da questi le nostre vite.

Vengo al tema che è stato oggetto di così tante critiche in queste ore. Nel disegno di legge si introduceva la norma a cui ha fatto riferimento prima il collega Foti: un elemento di flessibilità sulla possibilità di rinnovo della durata massima di quattro anni del mandato dei direttori delle Agenzie dell'intelligence; un elemento di flessibilità che, dice il testo di accompagnamento della legge, garantisce nelle diverse situazioni possibili, per esempio lo stato di emergenza sanitaria, la continuità e la funzionalità della guida degli apparati dell'intelligence. Ho letto oggi un intervento del collega Vito di Forza Italia, autorevole membro del Copasir, che considera del tutto legittimo questo tipo di norma. Aggiungo una qualità di questo tipo di norma: in tutte le funzioni dello Stato che debbano presentare una garanzia di terzietà - la Presidenza della Repubblica, le authority di controllo -, la norma che prevede la durata dei loro mandati è sempre più lunga di quella della legislatura, a garanzia dell'indipendenza di queste cariche, esattamente come noi richiediamo a coloro che difendono la nostra sicurezza, dalla possibile influenza delle maggioranze delle quali possono essere espressione. E vorrei, alla fine, concentrarmi, Presidente, su un'osservazione sulla natura del voto di fiducia. A questo proposito forse può scandalizzare qualcuno, ma io vorrei dire una cosa abbastanza palese: non è una novità che il ricorso allo strumento della questione di fiducia avvenga - se qualcuno dei Governi di altro colore che ha governato questo Paese può alzare la mano per dirmi “noi non l'abbiamo fatto”, me lo dica - non solo per contrastare l'ostruzionismo delle opposizioni, che in questo caso non c'è stato, ma può avvenire che venga posto anche per ricompattare la maggioranza, nel momento in cui posizioni divergenti, legittime, possono mettere in difficoltà il Governo nella sua azione. Segnalo che questi casi di posizione di fiducia per ricompattare la maggioranza sono oggetto dello studio della dottrina giuridica parlamentare. Dice per esempio il professor Lupo, ordinario di diritto parlamentare: “Quanto alla questione di fiducia, dalla ricostruzione fin qui operata sembra ricavarsi che essa, ove non più abbinabile ai maxiemendamenti, tenderebbe con ogni probabilità a rientrare in un alveo più fisiologico, venendo posta solo in quei casi in cui il Governo è a chiamare a raccolta la propria maggioranza, al fine di sottolineare il rilievo decisivo che una certa votazione su una specifica opzione politica o normativa assume per il permanere in vita del rapporto fiduciario”. D'altra parte, quante volte legittimamente è accaduto in passato, a voi, a noi, ad altri, che l'opposizione abbia tentato di sommare i propri voti a quelli di parlamentari della maggioranza che magari dissentivano su un punto qualsiasi dall'indirizzo del Governo? Rientra nella logica delle cose. Un'unica segnalazione, a chi legittimamente ci ricorda molto spesso la necessità di leggi elettorali maggioritarie per garantire la governabilità del Paese: in un sistema a fiducia parlamentare, nei quali i Governi siedono sulla fiducia parlamentare, garantire la governabilità in questo caso significa ovviamente garantire la continuità dell'azione del Governo. Ho concluso. Signor Presidente, noi siamo una democrazia parlamentare, nella quale può accadere che esistano dei dissensi nelle maggioranze, è sempre accaduto; nella quale è normale che l'Esecutivo tenda a difendere la propria azione; nella quale è fondamentale garantire il diritto di discussione dei Parlamenti, e su questo provvedimento nelle Commissioni preposte la discussione c'è stata. Di molto abbiamo bisogno per garantire e migliorare la funzionalità del nostro Parlamento: io penso per esempio che noi avremmo bisogno di una riforma complessiva sul funzionamento del Parlamento, per esempio di una critica costruttiva al bicameralismo perfetto…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE FIANO (PD). …e di un ragionamento, se magari, come auspico, potesse essere comune, sulle questioni di utilizzo del meccanismo di sfiducia. Di discussioni serie abbiamo certamente bisogno; di esagerati scandali sul voto di fiducia non credo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, tirare per la giacchetta i Padri costituenti è una delle prassi più diffuse nel dibattito politico: lo vediamo costantemente in quest'Aula, e non lo vediamo da parte di quella che è la minoranza, ma lo vediamo troppe volte e troppo spesso da parte di quella che è la maggioranza. I Padri costituenti, che non disciplinarono la questione di fiducia nella nostra Carta, sarebbe interessante capire cosa direbbero oggi di fronte a questo uso smodato dell'istituto parlamentare della fiducia. È proprio smodato, sa, perché oggi siamo alla sedicesima fiducia posta dal Governo dall'inizio dello stato di emergenza: decretazione d'urgenza e questione di fiducia sono un combinato disposto che svuota le funzioni parlamentari. Quante volte ve l'abbiamo ripetuto, quante volte abbiamo cercato di far sì che voi ragionaste su un tema costituzionale così importante, per tutti noi, per la democrazia di questo Paese, ma niente. Ma se è comprensibile e giustificabile l'uso del decreto-legge, quale strumento più efficace per intervenire in un contesto drammatico fuori dall'ordinario, meno lo è adottare, come prassi sistematica, come fate voi, la fiducia in sede di conversione di decreti-legge. Non voglio scendere nelle motivazioni alla base del nostro voto contrario, che saranno illustrate come argomentazioni dal collega che parlerà in dichiarazione di voto finale, ma mi sento di dire una cosa, mi sia consentito: fare cioè un paio di annotazioni sulla proroga dello stato di emergenza. La premessa, condivisa da tutti, ci tengo a sottolinearlo, è che non va abbassata la guardia: i dati dimostrano che il virus non è stato debellato, e probabilmente non lo sarà sino a quando non sarà disponibile il vaccino; ma allo stesso tempo, personalmente lo vado dicendo da tempo, i numeri vanno interpretati per quello che sono, senza indulgere in letture superficiali e deresponsabilizzanti (questa è una credo delle cose più importanti che Forza Italia sostiene da sempre con forza, e anche con competenza mi permetto di dire), né bisogna alimentare il terrore. Su questo tornerò poi in seguito, ma non posso non notare che la proroga dello stato di emergenza per ulteriori 75 giorni rappresenta un unicum in Europa. È incredibile, l'Europa che ci guarda e forse si pone delle domande. Si pone delle domande sul perché il nostro Paese non riesca ad affrontare questa emergenza con una linea, una linea che possa essere anche efficace ma comprensibile per i suoi cittadini. Nei principali Paesi europei, in cui peraltro sin dal principio il dibattito parlamentare e politico è stato acceso e le decisioni condivise, la fase seguente alla fine della gestione emergenziale è stata gestita non con un superamento completo delle misure straordinarie, ma con una sorta di fase 2: più pragmatici, insomma; ma senza la necessità di prorogare lo stato di emergenza, riservandosi tuttavia la possibilità, nel malaugurato caso di una nuova incontrollata esplosione dei casi, di vararne uno ex novo, nel rispetto degli iter parlamentari. Ecco, appunto: nel rispetto degli iter parlamentari. Sembra quasi che queste poche parole non alberghino in quest'Aula: nel rispetto degli iter parlamentari.

In Italia invece no, l'ho appena detto: qui il Governo ha varato la prima misura straordinaria in sordina, ben prima che i primi focolai divampassero in incendi; un anticipo che tuttavia è servito a poco, la storia la conosciamo tutti, la triste storia la conosciamo tutti, siamo tutti testimoni di un pezzo della storia di questo Paese che ha coinvolto molte persone, che ha provocato molte vittime, che ha provocato ferite che saranno insanabili per decenni. Dobbiamo ammetterlo: se l'Italia è riuscita a contenere la diffusione del virus è grazie alle misure di confinamento, ma anche in questo caso con tutti i distinguo, perché vale la pena ricordare che, nonostante l'Esecutivo abbia scaricato scelte assunte dal Comitato tecnico-scientifico, il lockdown totale non fu deciso dai tecnici, ma dal Governo, ce lo ricordiamo, vero? Gli esperti avevano suggerito di confinare le zone rosse solo nelle regioni del Nord più a rischio, non all'intero Paese. Fu, dunque, una decisione tutta politica, della quale il Governo si deve assumere le responsabilità, non scaricandole come fa quotidianamente: è stato assunto proprio in virtù dello stato di emergenza, che il Governo chiese di prorogare. Ma se l'Italia è riuscita ad affrontare l'emergenza sanitaria, lo deve non tanto alla tempestività degli interventi del Governo, quanto alla dedizione, alla competenza ed alla professionalità dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari, dei volontari, di tutte le donne e gli uomini in divisa che hanno dato il loro preziosissimo contributo, ognuno nel proprio campo professionale, e spesso anche al di fuori. E lo hanno fatto in condizioni ai limiti dell'accettabilità, senza dispositivi di protezione individuale all'inizio, in una continua rincorsa dovuta, come accennato, allo scarso tempismo del Governo, senza sentire la presenza delle istituzioni al loro fianco; senza sentire la presenza delle istituzioni al loro fianco: uomini e donne che servivano, che hanno servito e che continuano a servire lo Stato, non hanno sentito la presenza delle istituzioni al loro fianco; un contributo che avrebbero dato e che daranno a prescindere dalla vigenza dello stato di emergenza, ed a loro ovviamente, come sempre, rivolgiamo il nostro grazie.

L'utilizzo smodato dell'istituto della questione di fiducia, dicevo, in troppi casi è stato immotivato o, per meglio dire, mal motivato: è il caso della proroga dello stato d'emergenza che ci apprestiamo a votare, perché nella prassi parlamentare il ricorso alla questione di fiducia - è incredibile che dobbiamo dircelo in quest'Aula - consiste nella risposta estrema del Governo all'ostruzionismo delle opposizioni, solitamente rappresentato da un numero spropositato di emendamenti. Siamo costretti a farvi la lezioncina di democrazia: è incredibile! Noi siamo costretti a farvi la lezioncina di democrazia. È stato detto, ma lo ripeto: trentadue emendamenti, tanti sono gli emendamenti al decreto che ci apprestiamo a votare, trentadue, ancora una volta è giusto ripeterlo. Anche il più sprovveduto degli osservatori comprende che da parte delle opposizioni non c'è stato nessun intento ostruzionistico, ma solo la volontà di correggere puntualmente alcuni dispositivi; trentadue emendamenti che avrebbero potuto essere discussi e votati, così come era previsto, e invece no, è storia di adesso. Il Governo ha ritenuto di porre la questione fiducia, facendo cadere tutte le proposte di modifica, non per mettere a tacere le opposizioni, ma per mettere la sordina alle voci non allineate all'interno della maggioranza e scongiurare il rischio di una frattura nell'arlecchinesca coalizione che sostiene l'Esecutivo. Penso che sia uno degli spaccati più brutti di questo periodo in cui governate, perché dimostra, ancora una volta, che le parole non sono seguite dai fatti; e il popolo, di cui vi siete riempiti la bocca, soprattutto il MoVimento 5 Stelle, il popolo, il popolo, noi siamo il popolo, e verremo in queste Aule per cambiare le cose, perché il popolo merita di meglio. Questo è il meglio che siete riusciti a dare al popolo: incongruenza, inconsistenza, incompetenza e, soprattutto, fratture nel processo democratico.

Quello di oggi è un caso di studio: un Governo che adotta uno strumento che dovrebbe essere utilizzato con cautela, per risolvere dissidi interni e mettere con le spalle al muro una parte della maggioranza stessa, è incredibile; se non è un abuso, è una delegittimazione delle Camere: questo è, signor Presidente. Se ho fatto bene i conti, non è facile la quantità: con quella odierna, siamo alla ventiquattresima fiducia chiesta dal Governo Conte-bis, la sedicesima dall'inizio dell'emergenza, nel complesso la tredicesima alla Camera in un anno, una al mese. Comprendo e comprendiamo la straordinarietà di questa fase, ma di fronte alla scarsa consapevolezza del Governo mi permetto di rimettere in fila le priorità. Abbiamo davanti una triplice sfida e riassumo: garantire la salute dei cittadini, favorire una progressiva ripresa economica e infine - lo dico senza spirito di corpo, né mera polemica, ma per sincera fiducia nei sistemi parlamentari - tutelare la funzione delle Camere, che sono espressione dell'intero Paese; sfide che si affrontano non forzando la mano.

Voglio concludere ancora pochi secondi, signor Presidente, rivolgendomi, tramite la sua persona, all'onorevole Dieni: lei è delusa - lo ha dichiarato - per l'ennesima fiducia che il suo Governo ha messo, ma la delusione del popolo, continuo a ripeterlo, di cui vi siete tanto riempiti la bocca, è ormai nei vostri riguardi pressoché totale, dovete prenderne consapevolezza. In un suo virgolettato sul Corriere della Sera di oggi, l'onorevole Dieni ha dichiarato, cito: “se mi si mette un blocco agli emendamenti, non è una cosa bella”. Siamo alle comiche, e purtroppo non alle comiche finali, perché se almeno così fosse, ve ne andrete a casa, liberando il Paese dalla vostra presenza politica, tra le più incongruenti e dannose che questa Repubblica abbia mai visto. Il Paese è nauseato dalle faide interne della maggioranza e, in particolare, da chi si era spacciato per il salvatore della patria: il MoVimento 5 Stelle. Ormai siete riusciti, anche oggi, a fare un danno alla democrazia e al Paese, ed è per questi motivi che Forza Italia voterà convintamente contro questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di tutto ci tengo, a nome della Lega e a nome mio, ad un saluto, un abbraccio a tutte quelle popolazioni, quei cittadini, lavoratori, a quelle aziende che nei giorni scorsi hanno subito il dramma del maltempo nel Nord Italia, perché è stato messo in ginocchio un territorio che già stava lottando per superare una crisi devastante, la crisi ovviamente derivata dal COVID-19 e che per tante aziende in tutta Italia ha avuto un esito così drammatico, una ripresa incespicante e difficile; è chiaro che su quei territori, con il colpo di grazia che ha dato il maltempo, sarà ancora più grave da superare, difficoltosa, e io mi aspetto che il Governo e il Presidente Conte mettano a disposizione immediatamente tutti i fondi necessari per sostenere le imprese, le infrastrutture e tutto quello che è stato distrutto in questi giorni. Un grazie a tutti i sindaci e alle persone che stanno lavorando incessantemente e che hanno lavorato anche nei mesi scorsi, ma che oggi si sono trovati una difficoltà in più.

Ma parliamo di quello che sta succedendo in tutto il Paese: questo Governo, ormai da mesi, ha mostrato metodi e strategie per la gestione della crisi sanitaria che non sono efficaci, strumenti per la gestione della ripresa del Paese che offendono e umiliano lavoratori, imprese e famiglie ormai senza certezze per il futuro. Abbiamo imparato a conoscere il vostro modo di lavorare, ascoltando le comunicazioni del Presidente Conte, confuse, opache, fatte di notte, nel momento più grave di questa emergenza. Non avete tenuto conto delle difficoltà, delle preoccupazioni e delle paure dei cittadini e nemmeno del diritto di essere informati in modo chiaro e trasparente, e oggi siamo ancora a quel punto; non lo dico solo io, lo dicono tutte le categorie che fuori Palazzo Montecitorio ogni giorno vengono a protestare; le famiglie che non sanno cosa accadrà domani del loro lavoro, dei loro figli, del loro futuro, che scrivono a me, ai giornali, immagino anche a voi, sui social, per esprimere il loro profondo disagio. E veniamo anche a sapere, nei giorni scorsi, che alcune delle decisioni più importanti, delle riflessioni più dure e rilevanti per la vita delle persone sono state prese sulla base di un dossier che ancora non è stato reso pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un dossier nascosto agli italiani e al Parlamento italiano: è un atto gravissimo, un modo di lavorare al quale ci avete abituati voi della maggioranza, della sinistra, dei 5 Stelle, senza trasparenza, senza centrare i problemi, in ritardo e senza rispetto per i cittadini.

Ma apprendo anche che qualche idea chiara l'avete ancora in testa: come rovinare la vita dei cittadini e delle città, delle regioni, costantemente da mesi devastate al Sud, che stanno accogliendo sbarchi di clandestini senza regole, senza un minimo di testa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): 19.194 sbarchi quest'anno contro 5.135 di un anno fa, lo devono sapere i cittadini, anche se per giorni non ha funzionato l'informazione sul sito del Ministero. Le uniche attività economiche evidentemente che questo Governo vuole fare riprendere sono quelle legate al business dei clandestini e non quelle dei cittadini italiani in difficoltà. Per chi arriva illegalmente nel nostro Paese sono messe a disposizioni navi da crociera per la quarantena, tamponi immediati, monitoraggio e assistenza assicurata e presto verranno mandati nelle nostre regioni per ricevere tutti i servizi e l'accoglienza che già in passato ci avete dimostrato di voler dare a loro e non agli italiani. Ma voi lo sapete che ci sono degli italiani che nemmeno sanno dove trascorrere la quarantena, che fanno ancora fatica a fare con velocità e rapidità i test e i tamponi e a prenotare le visite necessarie? Se siete stati in grado di mettere in piedi questo apparato per i clandestini che sbarcano, lo dovete fare anche per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Siete riusciti a organizzare benissimo per tutti, tranne che per gli italiani!

State minacciando il popolo, tenete in ostaggio il popolo minacciando ancora chiusure, con leggi autoritarie, che non hanno nessun senso, con un utilizzo strumentale e politico del COVID-19 e dell'emergenza: scuole, aziende, ristoranti, attività che non possono sopravvivere, famiglie disperate che non sanno più cosa aspettarsi e l'unica certezza sono i porti aperti. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Ieri avete interrotto i lavori d'Aula, stravolgendo i programmi e ponendo la fiducia, perché internamente alla maggioranza ci sono posizioni contrastanti su uno specifico tema: nemmeno riguardava il decreto che stavamo trattando, nemmeno abbiamo potuto parlare di lavoratori fragili, di salute e di benessere perché per voi contano prima i vostri litigi, i vostri interessi e tutto quello che serve per tenervi stretti la poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Siete un Governo che, mentre il Paese è in ginocchio, invaso dai clandestini, minacciato da un nuovo lockdown, con aziende in chiusura, scuole che non ripartono, famiglie disperate, con anziani e disabili, persone malate che aspettano risposte che non arrivano sul futuro della loro sicurezza, della salute, del lavoro e dei loro diritti non è in grado di aiutarli, che litiga, ma ha tutti i protocolli necessari e le procedure pronte per l'accoglienza e gli sbarchi. E, allora, in questi giorni, molti italiani sapete cosa fanno? Manifestano la solidarietà a un Ministro che ha avuto il coraggio invece di tutelare e difendere la salute, il benessere, i confini e la sicurezza degli italiani e quel Ministro si chiama Matteo Salvini (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non vediamo l'ora che torni lì a proteggere gli italiani. I ministri che siedono adesso - lo voglio ricordare brevemente - purtroppo sono la Ministra Azzolina, che si occupa delle scuole chiuse, con dentro solo i banchi rotanti - lo sanno tutti -, il Ministro Bonafede, che tra i vari errori è riuscito anche a far scarcerare dei boss mafiosi, il Ministro Boccia, che ha insultato il lavoro delle regioni che hanno lavorato duramente, il Ministro Lamorgese, che comodamente osserva l'invasione che sconvolgerà la vita degli italiani, e il Presidente Conte, che si occupa di dossier segreti, anziché stare in mezzo alla gente e capire quello che succede. E, allora, sapete cosa vi dico? Quel giorno, il 3 ottobre, quando il Ministro, l'ex Ministro Salvini dovrà rispondere di quello che gli hanno chiesto gli italiani, oltre al fatto di presentarci tutti e di andare anche noi, io chiedo invece che veniate processati anche voi, perché la libertà del popolo non si compra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), il popolo è guidato dalla libertà e, prima o poi, vi rimanderà a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Qualche mese fa, il nostro Paese si è ritrovato ad essere drammaticamente il primo Paese europeo investito dalla grave pandemia da SARS COV-2. Il Governo, questo Governo, si è trovato in una situazione straordinaria, inimmaginabile, in un tempo nel quale eravamo convinti che non sarebbe stato possibile rivivere esperienze già vissute nel secolo scorso e invece ci siamo ritrovati a vivere una delle più grandi pandemie che la memoria dell'uomo oggi ricordi. In otto mesi dall'inizio di questa drammatica pagina sono state adottate da questo Governo tutte le misure necessarie, e direi indispensabili, che il nostro ordinamento giuridico ci consente di adottare. Con la delibera del 31 gennaio 2020, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso al virus, alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il Coronavirus dell'Organizzazione mondiale della sanità del 30 gennaio 2020. Allo stato attuale, l'Organizzazione mondiale della sanità non ha modificato la dichiarazione dello stato di emergenza internazionale né la classificazione come situazione pandemica, dichiarata alla data dell'11 marzo 2020. La delibera del 31 gennaio 2020 si colloca dunque nell'ambito delle raccomandazioni alla comunità internazionale che, ad oggi, sono rimaste assolutamente invariate. Ed è stata quella delibera del 31 gennaio che ha consentito, al Governo prima e poi a questo Parlamento, di adottare tutte le misure necessarie per contenere la diffusione del virus e - ricordiamolo - per gestire il nostro servizio sanitario nazionale, che si è ritrovato improvvisamente in una crisi di ricettività senza precedenti. E veniamo a qualche dato recente, perché, secondo l'ultimo report del Ministero della Salute, si conferma un aumento dei nuovi casi segnalati in Italia per la quarta settimana consecutiva, con un'incidenza cumulativa, negli ultimi 14 giorni, di 14.93 per 100 mila abitanti, un aumento - badate bene - simile ai livelli osservati dall'inizio di giugno. In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica relativamente al dato di contrarre l'infezione da SARS COV-2, con un forte abbassamento dell'età media, dunque la circolazione del virus oggi riguarda le fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura - come sappiamo - delle attività commerciali e di aumentata mobilità. Secondo il report che ho citato, complessivamente, il 68 per cento dei nuovi casi sono stati diagnosticati grazie all'intensa attività di screening e all'indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Questi dati quindi ci dicono una cosa fondamentale: il virus c'è e si diffonde. Il report del Ministero della Salute rivela che il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto rispetto agli altri Paesi europei, ma con una tendenza all'aumento. Questo avviene grazie anche alla ricerca, alla gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l'isolamento immediato dei casi secondari. Insomma, se in Italia in queste ore la situazione non è grave come nel resto d'Europa, lo dobbiamo proprio alle misure messe in campo da questo Governo, che in otto mesi ha saputo gradualmente modulare il suo intervento con il sostegno di questo Parlamento, a seconda del mutevole quadro epidemiologico. Non riconoscerlo - consentitemelo - è intellettualmente disonesto. Non bisogna dimenticare che la riduzione del numero dei casi di infezione da SARS COV-2 è avvenuta grazie alle misure di lockdown tanto criticate da taluni, ma che invero sono state indispensabili e fondamentali, misure - lo ricordo - che coraggiosamente questo Governo ha saputo adottare anche dinanzi a chi continuava a ripetere: “riaprire tutto”, o a chi lamentava i poteri eccessivi del Presidente del Consiglio.

Pensiamo proprio ai partiti di opposizione che oggi addirittura parlano di dittatura. Penso alla Lega, penso a Fratelli d'Italia che passano con leggerezza, in maniera anche abbastanza ondivaga, da un estremo all'altro provando a fare campagna elettorale sulla malattia. È evidente che la nuova proroga adottata il 29 luglio consente oggi di convivere con il virus, consente di rafforzare la consapevolezza e la collaborazione della collettività. Anche la comunità scientifica, tenuto conto che in alcune parti del Paese la circolazione del virus è ancora rilevante, invita alla massima cautela, a mantenere elevata l'attenzione e a continuare a rafforzare le attività di tracciamento in modo da identificare precocemente tutti i presunti focolai di trasmissione, per evitare quindi una possibile inversione di tendenza. Lo stato di emergenza dunque si pone come uno strumento fondamentale per mantenere elevata la consapevolezza nella popolazione sulla delicata situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione. Ed allora l'emergenza internazionale, come dichiarata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha costituito il presupposto della delibera del 31 gennaio 2020, rimane ad oggi invariata se non addirittura ulteriormente aggravata alla luce della recrudescenza dei contagi in molti Paesi europei e della conseguente crescita esponenziale della curva epidemica. Vi ricordo che nei giorni scorsi il Presidente francese, Macron, non ha escluso un nuovo lockdown, mentre la Spagna negli ultimi giorni ha fatto registrare una media di 2.500 contagi ogni 24 ore. Sono soltanto due esempi di ciò che sta accadendo ancora oggi in Europa, se non nel resto del mondo. Ricordo inoltre che la dichiarazione dello stato di emergenza non si traduce automaticamente in lockdown o in misure di lockdown, ma si sostanzia in una condizione che consente l'adozione di misure straordinarie per la gestione dell'emergenza: altro che dittatura! Quindi, questo è solo uno strumento che consente di intervenire in caso di riacutizzazione emergenziale. Il Governo, dunque, proroga fino al 15 ottobre tutte le misure che si rendono necessarie per gestire l'emergenza e per salvaguardare il nostro tessuto sociale. La coesione tra i cittadini e tra cittadini e istituzioni in questo momento storico rappresentano valori che vanno tutelati senza alcuna esitazione. La sicurezza dei nostri territori, dei nostri cittadini rappresentano un obiettivo prioritario di questo Governo e della maggioranza che lo sostiene. Si prorogano le misure straordinarie per l'assunzione degli specializzandi, per l'accesso del personale sanitario e sociosanitario al servizio sanitario, per il reclutamento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, il potenziamento delle reti di assistenza territoriale, le unità speciali di continuità assistenziale, la permanenza in servizio del personale sanitario. Qui occorre ricordare ancora queste misure. Ma come si fa a non dare la fiducia di fronte a queste misure? Misure che segnano indelebilmente l'alto senso di responsabilità di questo Governo che, proprio per questo, merita, senza dubbio alcuno, la fiducia di questo Parlamento, del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle e della collettività intera.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA PROVENZA (M5S). Mi avvio alla conclusione, Presidente. Quando è scoppiata la pandemia l'Italia si è ritrovata in prima linea e ha sorpreso il mondo intero reagendo di gran lunga meglio di altri Paesi, direi, rinomati. In questa reazione vi è il merito della responsabilità dei cittadini e di un Governo guidato dal Presidente Giuseppe Conte, con scelte giuste e tempestive che hanno alimentato un rinnovato senso di responsabilità. Ed allora con tutti i focolai che stanno scoppiando in Europa, con i riconoscimenti internazionali per il nostro Paese relativi ad una buona gestione della crisi, ci saremmo aspettati momenti di condivisione più responsabili da parte delle opposizioni ma, fuori da ogni polemica, oggi vogliamo sottolineare i tratti distintivi dell'azione di Governo: abnegazione, serietà, concretezza di questo Esecutivo, senza concedere spazio a propaganda ed egocentrismo, che sono i mali emergenti del nostro tempo. È vero, ci attendono fasi delicate e rischiose come la riapertura delle scuole, lo svolgimento delle consultazioni elettorali, peraltro con un tessuto sociale da salvaguardare dinanzi a spinte negazioniste o di fronte a chi utilizza questa emergenza per esasperare ulteriormente la popolazione. Rinnoviamo la fiducia a questo Governo senza “se” e senza “ma” per impedire in questo momento storico l'aggravarsi di una situazione rischiosa che va invece gestita con alto senso di responsabilità e in continuità con le misure che questo Governo ha avuto il coraggio di mettere in campo. Questo Governo, insomma, ha meritato la fiducia degli italiani. Ribadisco quindi il sostegno convinto del MoVimento 5 Stelle a questo Governo, preannunciando il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Ermellino, a titolo personale. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO). Grazie, Presidente. Per esprimere il voto contrario non tanto alla proroga di questo stato di emergenza, ma ad un vero e proprio atto d'imperio con cui il Governo intende modificare una norma che regola la nomina dei vertici dei Servizi con un decreto-legge, su cui peraltro ha posto la questione di fiducia sterilizzando di fatto la funzione del Parlamento. Questo attacco alla democrazia richiama alla mente la tragedia greca in cui trovava spazio anche l'amore per la Repubblica: veniva stigmatizzato, infatti, chi si macchiava di hybris, una violazione della norma della misura, cioè dei limiti che l'uomo incontra nei suoi rapporti con gli altri uomini o con l'ordine delle cose. In Italia la storia del rapporto della partitocrazia con i vertici dei Servizi ci obbliga alla massima allerta, ad evitare che si arrivi a piegare le istituzioni che dovrebbero incarnare l'anima stessa della Repubblica (Applausi di deputati del gruppo Misto), perché, infatti, questo dovrebbero essere le Agenzie di intelligence, e che informazioni e brandelli di verità sul passato e sulla contemporaneità vengano utilizzati secondo l'andamento delle vicende della politica corrente o perfino degli interessi dei singoli politici. Attendendo, quindi, la catarsi, chiedo che ci sia un po' più di decenza per evitare ulteriori tristi rappresentazioni, perché non resteremo di certo spettatori muti di fronte ai vostri tentativi, come sempre fedeli ai valori della Repubblica (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 15,30, sospendiamo l'esame del provvedimento per cinque minuti. La seduta riprenderà, quindi, alle ore 15,32. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 15,40.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2617-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione nel disegno di legge n. 2617-A. Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia. Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Emanuela Rossini. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali, all'orario stabilito per ciascuna fascia, faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei Ministri già pervenute.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione:

Presenti:……………….471

Votanti:………………..470

Astenuti:…………………1

Maggioranza:………….236

Hanno risposto :…… 276

Hanno risposto no:…….194

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Annibali Lucia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Bella Marco

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bilotti Anna

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cataldi Roberto

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Delrio Graziano

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Dori Devis

D'Orso Valentina

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fioramonti Lorenzo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fraccaro Riccardo

Frailis Andrea

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Iovino Luigi

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Masi Angela

Mauri Matteo

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Mor Mattia

Morgoni Mario

Mura Romina

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Padoan Pietro Carlo

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pollastrini Barbara

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Sodano Michele

Soverini Serse

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Termini Guia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Volpi Leda

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Aprea Valentina

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bianchi Matteo Luigi

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Brunetta Renato

Bubisutti Aurelia

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Cannatelli Pasquale

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Casciello Luigi

Cassinelli Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colla Jari

Colmellere Angela

Comaroli Silvana Andreina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Cristina Mirella

Cunial Sara

Dall'Osso Matteo

De Angelis Sara

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Muro Flavio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Ermellino Alessandra

Ferrari Roberto Paolo

Ferro Wanda

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Furgiuele Domenico

Galantino Davide

Galli Dario

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Liuni Marzio

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marin Marco

Martino Antonio

Maschio Ciro

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nevi Raffaele

Novelli Roberto

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Parolo Ugo

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Piccolo Tiziana

Pittalis Pietro

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Racchella Germano

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ripani Elisabetta

Rizzetto Walter

Rosso Roberto

Rotelli Mauro

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sasso Rossano

Savino Sandra

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sisto Francesco Paolo

Sozzani Diego

Spena Maria

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Trano Raffaele

Tripodi Maria

Turri Roberto

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Ziello Edoardo

Zordan Adolfo

Si sono astenuti:

Frate Flora

Sono in missione:

Boccia Francesco

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carbonaro Alessandra

Castelli Laura

Colletti Andrea

Colucci Alessandro

Del Re Emanuela Claudia

Di Maio Luigi

D'Uva Francesco

Fantuz Marica

Fassino Piero

Ferraresi Vittorio

Franceschini Dario

Frusone Luca

Giacomoni Sestino

Grimoldi Paolo

Gualtieri Roberto

Invernizzi Cristian

L'Abbate Giuseppe

Liuzzi Mirella

Molinari Riccardo

Morani Alessia

Morassut Roberto

Palmisano Valentina

Pastorino Luca

Rizzo Gianluca

Rosato Ettore

Scalfarotto Ivan

Spadafora Vincenzo

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Vignaroli Stefano

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Prima di passare all'esame degli ordini del giorno, ricordo che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto di procedere, alle ore 17,30, alla votazione per l'inserimento all'ordine del giorno dell'odierna seduta delle comunicazioni del Ministro della Salute. Sospendiamo a questo punto brevemente l'esame del provvedimento in attesa di tale ora.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre 2020.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24 comma 2, il seguente calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre 2020:

Martedì 8 (ore 10, con votazioni non prima delle ore 15 e con prosecuzione notturna dalle 21. 30 alle 24), mercoledì 9 (ore 12 – 14 e 16 – 19. 30, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), giovedì 10 settembre (ore 9.30 – 13)

Esame del disegno di legge S. 1883 - Conversione in legge del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 14 settembre 2020) (votazione finale entro le ore 13 di giovedì 10 settembre, con ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto, a partire dalle ore 11.30)

Mercoledì 9 settembre (ore 10)

Informativa urgente del Governo sull'avvio dell'anno scolastico

Mercoledì 9 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 10 settembre (ore 15)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Martedì 22 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1824 - Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico

Discussione sulle linee generali della mozione Gelmini ed altri n. 1-00349 concernente iniziative in materia di obblighi vaccinali

Mercoledì 23 (ore 9. 30 – 13 e 16 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 24 settembre (ore 9 . 30 – 13 e 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 24, 219, 1051, 1368 e abbinate, recanti modifiche al codice della strada

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1824 - Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2207 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione

Seguito dell'esame della mozione Gelmini ed altri n. 1-00349 concernente iniziative in materia di obblighi vaccinali

Mercoledì 23 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 25 settembre (ore 9.30)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 2238 - Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica

Lunedì 28 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2329 e abbinate e petizione n.428 - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.533, in materia di soppressione dei collegi uninominali e di soglie di accesso alla rappresentanza nel sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali

Discussione sulle linee generali della mozione Meloni ed altri n. 1-00376 concernente iniziative volte a garantire la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020

Martedì 29 settembre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 29 (ore 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) , mercoledì 30 settembre (ore 9. 30 – 13 e 16 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 1° ottobre (ore 9. 30 – 13 e 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Eventuale esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 2238 - Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2329 e abbinate e petizione n.428 - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.533, in materia di soppressione dei collegi uninominali e di soglie di accesso alla rappresentanza nel sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali

Seguito dell'esame della mozione Meloni ed altri n. 1-00376 concernente iniziative volte a garantire la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020

Mercoledì 30 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 2 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata nell'allegato A al Resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 1824, n. 2238, n. 2329 e abbinate e petizione n.428, sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

Non essendo ancora giunti alle ore 17,30, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,35.

Inserimento all'ordine del giorno di Comunicazioni del Ministro della Salute.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto di procedere nella seduta odierna, a partire dalle ore 19, allo svolgimento delle comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

Trattandosi di un argomento non previsto all'ordine del giorno, occorre procedere - a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento - a una deliberazione con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi e a maggioranza dei tre quarti dei votanti. Pongo, pertanto, in votazione la proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna, a partire dalle ore 19, le comunicazioni del Ministro della Salute.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Presenti e votanti……………………………..398

Maggioranza dei tre quarti dei votanti……….299

Favorevoli……………………………………398

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2617-A.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2617-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2617-A. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

La Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Cavandoli n. 9/2617-A/57, in quanto recante contenuto estraneo rispetto alle materie del provvedimento in esame.

Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2617-A/56 il deputato Giuseppe Cesare Donina.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie, Presidente. In sede di esame del decreto-legge recante le misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020, si chiedeva appunto il rinnovo degli incarichi della direzione degli organi del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Facendo una premessa, cioè che le misure a sostegno contenute nel presente decreto riguardano principalmente il provvedimento e l'efficacia delle disposizioni contenute nei decreti-legge n. 19 e n. 33 del 2020, il continuo ricorso da parte del Governo alla decretazione d'urgenza con provvedimenti economici, fiscali e sanitari correlati all'emergenza epidemiologica ha inevitabilmente accantonato altre necessità, ad esempio gli interventi legislativi come l'approvazione di una soluzione straordinaria alla situazione nella quale versano le motorizzazioni civili. A me viene il dubbio che questo Governo non si sia reso conto bene di quello che sta succedendo all'interno di questo Paese: noi abbiamo delle motorizzazioni civili che hanno tempi d'attesa lunghissimi per quanto riguarda le patenti di guida, per quanto riguarda gli esami, per quanto riguarda le revisioni dei mezzi pesanti. Noi siamo bravi a venire in quest'Aula a parlare di sicurezza stradale, a parlare di problematiche che ci sono sulla circolazione, e poi abbiamo tempi d'attesa che arrivano fino quasi all'anno. Ecco, noi questo problema l'abbiamo sollevato fin da quando eravamo al Governo, nel 2018.

Tra l'altro, poi, all'interno di quest'ordine del giorno ricordiamo che dal 2018 alla fine del 2019 nelle motorizzazioni civili sparse sul territorio nazionale i tempi medi d'attesa sono passati da 2 a 4-5 mesi, fino a 6 mesi per l'emissione del duplicato della patente, addirittura, senza considerare che, in alcuni uffici, i tempi d'attesa per l'effettuazione della revisione - come ricordavo prima - degli impianti a GPL, che arrivano ad un anno. Neanche in Africa, neanche in Zambia, neanche nei Paesi del quarto o quinto mondo succedono queste cose, succedono solamente nel nostro Paese. Noi ciò l'abbiamo sollevato, e mi fa piacere che ci sia il Governo qua presente ad ascoltare, perché inevitabilmente, ogni volta che c'è un decreto su cui possiamo infilare un ordine del giorno o un emendamento noi lo facciamo. I vostri Ministri continuano ad andare a rassicurare gli autotrasportatori per quanto riguarda le revisioni, a rassicurare le famiglie e i ragazzi per quanto riguarda le patenti, lo stato di fatto è che a parole siete bravi ma nei fatti concreti questi tempi si allungano.

Al Senato abbiamo presentato, come Lega, un emendamento - mi scusi se rispondo al Ministro - che state già modificando. Ecco, auspico che sia come l'abbiamo presentato noi come Lega, quest'emendamento. L'altra problematica che continuiamo a sollevare ad oggi, indipendentemente da tutti gli ordini del giorno ed emendamenti che avete presentato, è quella del documento unico di circolazione. L'abbiamo sollevato all'interno di quest'Aula, l'abbiamo sollevato in Commissione, ve l'abbiamo scritto, ve l'abbiamo detto, ve l'abbiamo disegnato - non vorremmo chiamare il vostro Ministro Azzolina per fare dei disegni sulle aule come si fa coi bambini della scuola -, però questo documento, in primo luogo, non è supportato tecnologicamente, ve l'hanno detto le agenzie di pratiche auto, ve l'hanno detto le autoscuole, ve lo stanno dicendo le motorizzazioni. Ma a distanza di qualche mese dall'entrata in vigore, noi avevamo chiesto addirittura lo spostamento dell'introduzione fino alla fine dell'anno, e avete detto “sì”, ma avete bocciato gli emendamenti e gli ordini del giorno. Quindi, tra le due una: se dite di sì, è sì; se dite di no, è no. Per quanto riguarda sempre il documento unico di circolazione, questa è una problematica che hanno oggi, oggi, tutte le imprese, che stanno con difficoltà affrontando il problema.

Io auspico davvero che questo Governo metta la testa anche su queste problematiche, che riguardano intere categorie di cittadini e che riguardano tutto il nostro Paese reale, non solo la composizione di quest'Aula e il fatto di non voler perdere la poltrona. Quindi, impegno il Governo ad adottare iniziative per definire soluzioni temporanee atte a smaltire il cronico arretrato degli uffici della motorizzazione civile, specie per quanto concerne gli esami di guida, eventualmente coinvolgendo personale qualificato proveniente da altre istituzioni, delegando l'effettuazione di alcuni procedimenti in seno alle autoscuole, oppure esternalizzando, come da tempo chiediamo, come fa tutta l'Europa. Dall'Europa imparate a prendere e recepire anche le cose intelligenti, non solo quelle che vanno ad imporre blocchi sul nostro Paese, sui nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Flavio Di Muro per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2617-A/78.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, Governo, ancora una volta mi fa piacere - ma in qualche modo anche dispiacere, perché parliamo di una categoria di lavoratori, di persone di una realtà territoriale che dovrebbe stare tranquilla - parlare, cara sottosegretaria, ancora una volta dei lavoratori frontalieri. Dico che mi fa piacere, perché finalmente riusciamo in questa legislatura a portare anche la loro voce in questo palazzo. Negli scorsi giorni c'è stato un ampio dibattito sui giornali locali - io vengo da Ventimiglia, quindi parliamo dei lavoratori che vanno in Francia e nel Principato di Monaco -, perché sia da parte del Governo italiano che da parte del Governo francese si stanno ipotizzando misure di controllo per il traffico appunto transfrontaliero di persone. Noi non vogliamo rivivere situazioni di disagio che hanno vissuto i nostri lavoratori italiani che effettuano prestazioni professionali oltre confine. Già a febbraio, a inizio pandemia, vi avevo detto in quest'Aula di prepararvi, perché, se dovete fare dei controlli, questi non devono impattare sugli spostamenti di questa categoria di lavoratori, invece niente: abbiamo vissuto disagi, code di ore interminabili. Oltre a questo, hanno dei problemi sul trasporto ferroviario, si sta di nuovo dibattendo di bloccare la gente che va a lavorare al confine per fargli i controlli. Ecco, evitiamo di fare i controlli sulle autocertificazioni, sui fogli di carta che tutti possono compilare più o meno bene. Se si fanno controlli, si devono fare per tutelare - ed è la priorità di tutti - la salute e l'incolumità pubblica, ma vi dovete dotare di strumentazioni innovative, che permettano celermente di fare questo tipo di attività. Dopo ci sarà anche l'audizione del Ministro della Sanità, Speranza: che non venga in quest'Aula a ripetere un copione già scritto, ma dia informazioni puntuali all'estremo Ponente ligure e ai suoi lavoratori. In tutto questo c'è un altro problema, un problema economico, che non è di secondo piano: bloccare l'afflusso di turisti francesi che vengono nella realtà del Ponente ligure a fare acquisti è fondamentale in un momento di ripresa economica, non solo per Ventimiglia, ma per tutti i comuni del confine. Quindi, io mi aspetto nelle prossime ore delle parole chiare e definitive dal Governo sui controlli ai confini terrestri del nostro Stato.

Ne approfitto per parlare di altre questioni sempre collegate a quest'ordine del giorno, che riguardano i lavoratori frontalieri, perché è bene l'emendamento che è stato approvato al Senato che riguarda le targhe estere - io ci ho provato diverse volte a portare all'attenzione di quest'Aula e anche in Commissione il problema delle targhe estere -, evidentemente il Governo ha preferito approvare un emendamento del PD. Bene, quando arriverà alla Camera lo voterò anch'io, l'importante è risolvere i problemi e non fare battaglie di campanile. Allo stesso modo, chiedo l'impegno del Governo e del Partito Democratico per lo sblocco del telelavoro, due Ministri hanno risposto a delle mie lettere dicendo che sono pronti.

Firmiamo quest'accordo sul telelavoro con il Principato di Monaco, che permetterebbe di lavorare da casa ad alcune centinaia di lavoratori italiani. E un appello, perché è finito nel dimenticatoio, lo faccio al Governo su un'altra questione, che abbiamo approvato bipartisan un mese fa, che è il contributo per i lavoratori interinali, per i frontalieri, in particolare gli interinali e quei frontalieri che non hanno ottenuto, da parte del Governo italiano colpevolmente, nessun contributo economico per i problemi legati al fermo della loro attività per il Coronavirus. Abbiamo messo in legge - quindi parliamo di una legge dello Stato - che a 30 giorni dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale ci sarebbe stato un bando a cura dei Ministeri per dire con quali criteri e con quali modalità si andava a dare questo corretto, giusto e doveroso contributo ai lavoratori frontalieri. È finito, è passato questo termine e non ne sappiamo più niente dalle segrete stanze del Governo. Ricordo che è un provvedimento votato bipartisan e che, grazie all'apporto del gruppo parlamentare della Lega alla Camera, si è passati da tre milioni a sei milioni e questo permetterà di avere risultati e risorse per i lavoratori frontalieri. Però, sta a voi - lo chiedo al Governo e lo chiedo al Partito Democratico - di impegnarsi per aiutare i lavoratori frontalieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Paternoster ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2617-A/103.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega, in piena pandemia, aveva detto che molto probabilmente la gravità della situazione sanitaria era veramente elevata ma sarebbe stata elevata anche la gravità della situazione economica conseguente alla pandemia, conseguente alla chiusura delle attività per il lockdown di oltre due mesi, che ha costretto milioni di lavoratori e milioni di partite IVA a chiudere le loro attività, a non lavorare più e a vivere di quello che avevano. Sappiamo bene com'è andata, perché a distanza di mesi - ormai è storia - chi poteva ha fatto richiesta di cassa integrazione, che è arrivata con mesi e mesi di ritardo. Lo stesso Governo ha ammesso - il Ministro Gualtieri - che c'è stata qualcosa che non ha funzionato, ma adesso probabilmente recupereranno (sono passati ormai sei mesi, oltre sei mesi dall'inizio della pandemia). Per quanto riguarda i sussidi alle aziende io penso che anche questo sia un capitolo nero di questo Governo, perché le aziende non avevano bisogno di mance, non avevano bisogno di sussidi o di bonus; le aziende avevano bisogno di quello che la Lega aveva sempre chiesto, cioè una sospensione per tutto il 2020 del pagamento delle tasse, quindi un anno fiscale bianco, come aveva detto giustamente Matteo Salvini. Si potevano iniziare a pagare le tasse a gennaio 2021, magari rateizzate per molti anni, perché non è che se uno non lavora per i due mesi di lockdown e per i mesi successivi, perché sappiamo quanto male va l'economia, anche se il Governo fa finta di nulla ma i dati dell'Istat parlano chiaro… si potevano pagare, quindi dicevo, le tasse del 2020 comodamente negli anni successivi, perché se uno oggi non lavora non può pagare le tasse. Invece, voi avete fatto l'esatto contrario: avete fatto debiti per oltre 100 miliardi di euro e le conseguenze di questo indebitamento saranno a carico dei nostri figli e dei nostri nipoti per i prossimi decenni, ma non avete assolutamente risolto la situazione. Non avete fatto interventi strutturali sulla nostra economia, non avete abbassato le tasse, non avete fatto tutte quelle azioni che secondo noi, secondo la Lega, erano assolutamente fondamentali per rilanciare l'economia: rendere le aziende competitive sui mercati internazionali sarebbe stata una misura assolutamente favorevole, positiva, che avrebbe dato slancio alla nostra economia.

Caro Presidente e caro Governo, sono le aziende che mantengono i dipendenti, sono le aziende che mantengono il popolo e non è certo lo Stato che deve mantenere il popolo a suon di prebende, a suon di mance e a suon di marchette. Le aziende, se sono competitive sul mercato, pagano le tasse, danno benessere e danno lavoro. Se voi strozzate le aziende, le aziende chiudono.

Non è questo il modo di fare, non è questa l'azione di un Governo serio che, invece di sostenere le aziende, sostenere l'economia, abbassare le tasse, renderle più competitive, come fanno tutti i Governi seri, rende il sistema produttivo assolutamente stagnante e negativo. Ve l'abbiamo detto in tutti i modi. Anche il Presidente della Repubblica ha chiesto condivisione nell'azione di governo. Cento miliardi di indebitamento non sono un nulla; sono cifre assolutamente importanti, assolutamente strategiche, che voi avete buttato dalla finestra.

E, allora, noi vi chiediamo da qui ai prossimi mesi, visto che i segnali sull'economia e sull'occupazione non sono certo positivi, di fare un'inversione di tendenza: invece di mance, invece di bonus, invece di aiuti cervellotici come il 110 per cento, che ci vorrà un notaio, un commercialista, un consulente per cercare di avere questi sussidi, cercate di mantenere un sistema produttivo efficiente, capace e snello. Abbassate le tasse, rendete le partite IVA finalmente competitive sui mercati internazionali. Noi ci siamo, ma il Governo sono mesi che è sordo a qualsiasi nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Loss.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Questo provvedimento in discussione oggi intende prorogare l'efficacia delle disposizioni contenute nei decreti nn. 19 e 33, che hanno regolato la nostra vita negli ultimi mesi, innanzitutto applicando le misure per contrastare l'espandersi dell'epidemia e poi prevedere il loro graduale allentamento. Dunque, il 14 settembre prossimo dovrebbe essere il giorno della riapertura delle scuole, data che interessa milioni di famiglie. Dovrebbe e, infatti, il condizionale in questa situazione è d'obbligo, perché ancora ci sono troppe incertezze sulle modalità di riapertura. A meno di quindici giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, genitori e alunni ancora non sanno con quale modalità i propri figli rientreranno in classe. Basti solo pensare che in molteplici istituti ancora non si conoscono le formazioni delle classi, se il corpo docente è al completo o no e addirittura quali libri verranno adottati. Tutto questo perché ancora non sono chiare le modalità di rientro in classe. Però, di contro, milioni di genitori sono tornati al lavoro e, anche se questo provvedimento prevede sì la proroga dello smart working al 15 ottobre 2020, anche se limitatamente ai lavoratori maggiormente esposti al rischio di contagio, e al 14 settembre 2020, per i genitori di figli minori di 14 anni, molti lavoratori non ne potranno usufruire e, quindi, sono alle prese con l'organizzazione di dove e a chi lasciare i figli.

È un dovere dare certezze alle famiglie, soprattutto dove entrambi i genitori lavorano, su come si riprenderà il nuovo anno scolastico. Dobbiamo permettere alle famiglie di potersi organizzare per tempo e nel miglior modo possibile. Nessuna didattica a distanza potrà mai sostituire il rapporto che si crea tra insegnanti e alunni e tra alunni stessi. Della mancanza di questi rapporti ne stanno soffrendo particolarmente quegli studenti che si troveranno a dover cambiare corso di studi, e pensiamo ai bambini che dalle elementari iniziano la scuola media o quelli delle classi terze delle medie che iniziano la scuola superiore. In questo contesto, scombinato e confuso, hanno bisogno di sicurezza e certezze. La didattica a distanza è uno strumento sì necessario in un momento difficile della nostra storia, ma va anche utilizzato correttamente e non potrà mai essere in grado di sostituire quel rapporto tra persone, tra ragazzi, che all'inizio di un ciclo è fondamentale per poter affrontare il prosieguo degli studi, sia per gli studenti sia per gli insegnanti. Per questo con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di dare indicazioni certe, precise e soprattutto durature sulle modalità di ripresa del nuovo anno scolastico, tenendo in debita considerazione sia le esigenze delle famiglie, soprattutto dove entrambi i genitori lavorano, e permettendo agli studenti di riprendere o iniziare quel rapporto insegnanti-alunni che è fondamentale per la crescita dell'individuo e, di conseguenza, della società, perché la scuola è il pilastro della crescita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimiliano Capitanio.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Si parla sempre troppo spesso e a volte a sproposito di semplificazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione e, purtroppo, l'arretratezza in questo campo ha lasciato il segno anche durante le drammatiche pagine dell'emergenza COVID-19 nei nostri comuni. Una mancata digitalizzazione del Paese che, secondo il Politecnico di Milano, costa allo Stato 25 miliardi ogni anno: alla faccia delle poche milionate di euro che si vogliono recuperare facendo altri discutibili tagli!

A maggio del 2019, il Presidente Conte, intervenendo alla conferenza sul Forum PA 2019 era stato lapidario: “Le amministrazioni devono essere poste nelle condizioni di affrontare e vincere le sfide della trasformazione digitale, facendosi parte attiva nei processi di innovazione e di fronte alle esigenze di soddisfacimento dei bisogni di una società complessa, non può esistere un'amministrazione che non sia digitale e, al tempo stesso, non sia sottoposta a un aggiornamento continuo”.

Ebbene, queste parole suonano a vuoto, quando i nostri sindaci, in piena emergenza COVID-19, sono stati costretti a redigere con modalità medievali gli atti di morte, che devono essere compilati in duplice copia, vidimata e numerata dalla prefettura di competenza in forma cartacea, stampandole poi su stampanti ad aghi, in formato A3+, un formato di carta che praticamente non esiste sul mercato, quindi mettendo in difficoltà le pubbliche amministrazioni. Eppure, questa notte, al Senato, al “decreto Semplificazione”, che è nato per semplificare la vita dei cittadini, anche della pubblica amministrazione, il Governo - che non ci sta ascoltando - ha respinto l'emendamento che chiedeva una cosa banale, che porterebbe, tra l'altro, decine di milioni di euro di risparmi alla pubblica amministrazione: consentire alle pubbliche amministrazioni di redigere in forma digitale gli atti di stato civile e, in particolare, gli atti di morte, che purtroppo i nostri sindaci, soprattutto nelle regioni più martoriate, sono stati costretti a compilare per decine e centinaia di migliaia di copie in forma cartacea. L'emendamento chiedeva la possibilità di trasmettere questi atti presso gli uffici territoriali competenti in forma digitale e di archiviarli in maniera digitale; infatti oggi questi atti vanno complicati in duplice copia cartacea - ripeto - stampandoli, nel 2020, con stampanti ad aghi, su formati di carta A3+; una copia dovrebbe essere conservata presso il municipio e una copia presso la prefettura, ma peccato che molte prefetture non li ricevano più, perché non hanno giustamente più lo spazio per ospitarli, perché, forse, almeno per queste procedure, l'epoca della carta dovrebbe essere finita. Quindi, l'ordine del giorno va a mettere una pezza a questo sconcertante parere negativo, che è arrivato dal Ministero dell'interno, che a quanto pare si sta occupando più di favorire l'immigrazione clandestina, che non di semplificare il lavoro del territorio dei nostri sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi - riapre l'appello - date la possibilità, almeno alla pubblica amministrazione, soprattutto nelle fasi più drammatiche dell'emergenza, di digitalizzare la pubblica amministrazione. Un appello quasi scontato - fa quasi sorridere, se non fossimo di fronte a un'emergenza drammatica - per il fatto che i nostri comuni siano ancora costretti a queste pratiche medievali e anacronistiche. Quindi, chiediamo un impegno al Governo, perché, per una cosa così banale, sinceramente, non dovremmo neanche intervenire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2617-A/9, il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche quest'oggi, purtroppo, la mia terra, la nostra terra, la Sardegna, viene sbattuta in prima pagina, come causa di tanti infetti che si sono registrati nel Lazio e in altre regioni; è stato l'assessore regionale del Lazio, a dire che la regione Sardegna non era preparata.

È da settimane che ci stanno scaricando le colpe, in una terra dove noi avevamo, a fine luglio, al massimo dieci contagi, nati da persone che erano venute in Sardegna per lavoro, nati per sardi che erano emigrati ed erano tornati. Noi veniamo sbattuti sempre, da settimane, nelle prime pagine, parlando di Sardegna spavento, di Sardegna paura, di Sardegna terra infetta, quando la verità è che, in una determinata parte in Sardegna ci son stati questi contagi; non sono nati in Sardegna ma sono venuti da persone, sarde e non, che sono venute in Sardegna, perché non ci sono stati i dovuti controlli, come noi chiedevamo da luglio. Chiedevamo dei controlli preventivi, nei porti e negli aeroporti, per verificare le persone che dovevano arrivare in Sardegna; persone che sono state a Ibiza, persone che sono state in Spagna, persone che sono state in Grecia: ma le persone che arrivavano da quelle nazioni non erano sottoposte a controlli? No, non son state controllate. Son venute in Costa Smeralda, son venute in quei locali. Poi, chi doveva controllare quei locali? Dovevamo mandare i barracelli? Dovevamo mandare la forestale, che invece di spegnere incendi doveva venire in Costa Smeralda a controllare? Oppure doveva essere la polizia, i carabinieri e, quindi, doveva essere un controllo predisposto dal Ministero dell'interno? Perché, allora, le responsabilità - e non ne faccio un problema politico e partitico - vanno individuate. Infatti, il segretario del PD - però anche il governatore del Lazio - dovrebbe dire al suo assessore che quei controlli dovevano essere fatti preventivamente, per le persone che passavano per Fiumicino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e magari, quell'assessore della sanità del Lazio, invece di parlare di Sardegna, deve spiegare dove sono finiti i milioni di euro della regione Lazio per quelle mascherine che non sono mai state consegnate!

Oggi noi, con questo ordine del giorno, chiediamo quello che stiamo chiedendo da tempo: che in tutti gli aeroporti e porti d'Italia, per chi deve viaggiare nel territorio nazionale, ci siano dei punti dove fare dei test. Infatti, se prima siamo stati accusati dal sindaco di Milano di discriminazione verso i lombardi - cosa che non è mai stata nella nostra testa - allora spiegatemi perché nel Lazio si possono fare i controlli per chi arriva dalla Sardegna, equiparati a quelli della Spagna e della Grecia? Perché in Puglia li stanno predisponendo per quelli che tornano dalla Sardegna? Perché in altre regioni stanno predisponendo controlli per chi torna dalla Sardegna? Non è discriminatorio verso la Sardegna in questo modo? Allora parifichiamo tutto! Predisponiamo nei porti e negli aeroporti dei controlli per chi prende l'aereo o chi prende la nave, perché non c'è una terra infetta e altre regioni che non lo sono: questa è una piaga che ha colpito tutti. Siamo o no una nazione? Siamo o no una patria, dove siamo tutti uguali? O ci si ricorda della Sardegna perché qualche influencer trova figo andare in TV a dire “ho preso il COVID-19 in Costa Smeralda” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Ben venga la procura, a indagare di chi sono le responsabilità, perché i comportamenti singoli vanno puniti. Non abbiamo mai accusato il Ministero della salute. Non abbiamo mai accusato di altre cose, prima di quanto è successo, però mi ricordo le parole del Ministro Boccia: è anticostituzionale predisporre dei controlli per una sola regione e per le altre regioni. Non è competenza della regione prevedere questi controlli, e poi? Oggi lo fa la regione Lazio nei nostri confronti e perché non è intervenuto a dire che è discriminatorio per i sardi? Noi chiediamo, allora, interventi uguali per tutte le regioni e in tutte le regioni, perché non ci stiamo più a essere messi nei banchi degli imputati. Infatti, i sardi - e qui non ne faccio una questione partitica o di Fratelli d'Italia - non si dimenticheranno di quelli che ci stanno gettando fango (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2617-A/7, la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo ordine del giorno, che ho sottoscritto assieme alla collega Bucalo, parla di scuola, un argomento molto, molto attuale e dibattuto in questi giorni. Tramite questo ordine del giorno, si cerca di attuare una proposta di buonsenso. Noi sappiamo che, tra i mille problemi che esistono nella riapertura di questo anno scolastico tribolato, c'è anche quello della carenza dell'organico, non solo dell'organico docente ma del personale della scuola, del personale ATA.

Pertanto c'è bisogno, invece, di reinventare, di inventare delle attività che questa epidemia ha portato ad essere essenziali. Mi riferisco alla sanificazione, alla sorveglianza degli alunni, soprattutto per evitare assembramenti nei momenti di ingresso e di uscita da scuola, i momenti in cui dovrebbero indossare le mascherine. Mi riferisco alla sanificazione dei locali e degli arredi, e anche alla sorveglianza nella ricreazione, che, mentre una volta era un momento ovviamente in cui tutti gli studenti si sparpagliavano nell'edificio scolastico, adesso dovrà essere esattamente il contrario, cioè un momento in cui sorvegliare che non si creino assembramenti. E chi meglio dei percettori del reddito di cittadinanza non ancora occupati potrebbe dare una mano, contribuire a effettuare queste operazioni di sorveglianza?

Noi lo abbiamo visto anche quando sono stati, nei giorni scorsi, distribuiti banchi dall'Esercito italiano. Avremmo preferito, come Fratelli d'Italia e la nostra presidente Meloni ha dichiarato, che fossero proprio i percettori di reddito di cittadinanza non occupati a effettuare quel servizio di consegna dei banchi nelle scuole. E su questa falsariga è evidente che riteniamo importante che si intensifichino questi controlli, il momento della misurazione della temperatura, che ci auguriamo venga spostato dalla casa e dalle famiglie nella scuola, così come molti richiedono, anche molti virologi richiedono. E quindi, in quei momenti ci sarà sicuramente bisogno di un ulteriore controllo. Quindi, questo ordine del giorno chiede proprio questo, un supporto, un coordinamento aggiuntivo, un'attività nuova nelle scuole per poter affrontare questa riapertura in sicurezza e per poter sostanzialmente essere pronti anche a coprire quei vuoti di organico che purtroppo ancora pesano sulla nostra scuola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2617-A/17.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente, buongiorno, sottosegretario. Dunque, sottosegretario, questo è un tema che a me sta particolarmente a cuore e ritengo possa stare particolarmente a cuore anche al Governo stesso, oggi da lei rappresentato. Vede, sottosegretario, lei lo sa, noi lo sappiamo, i nostri giovani hanno già dovuto purtroppo subire delle restrizioni notevoli per quanto riguarda la scuola, poc'anzi la collega Frassinetti ha citato anche alcuni di questi problemi. Molto spesso, sottosegretario, i nostri giovani hanno dovuto, rispettosi delle regole, assieme alle loro famiglie, restare chiusi in casa, e dirò di più, lei lo sa, molto spesso non si sono ritrovati chiusi in case molto grandi, con giardini molto grandi, laddove effettivamente durante il periodo del lockdown avrebbero anche potuto svagare il fisico e la mente, ma molto spesso purtroppo questi ragazzi si sono trovati chiusi in appartamenti anche da 60, 70, 80 metri quadri assieme alle famiglie, lo rinnovo, rispettosi delle regole che il Governo aveva imposto.

Ebbene, un faro di speranza nei confronti delle famiglie e nei confronti dei ragazzi stessi è, e sarà, lo sport, lo sport che pian piano, con fatica, seguendo e rispettoso anch'esso delle regole, verrà man mano ripreso anche grazie alle associazioni e alle società sportive locali dei vari paesi, delle varie città, che esistono, ad oggi, qui nel nostro Paese, ebbene, dovrà seguire le regole, e su questo nessuno dice nulla, ma, ad esempio, ci sono dei documenti, che io non contesto, premetto, da parte di alcune federazioni sportive che indicano rispetto alla ripresa delle gare di associazioni sportive e di società sportive dei protocolli da seguire. Ad esempio, c'è un protocollo della FIP di qualche giorno fa che dice che agli atleti prima delle gare, e indicativamente queste gare, calcio, basket, pallavolo e tutti, via via, gli altri sport, possono essere giocate circa quattro volte al mese, quindi una volta alla settimana, il sabato o la domenica, le gare sportive dopo gli allenamenti, deve essere eseguito cinque giorni prima - in questo documento c'è scritto - un tampone preventivo. Ora, al netto un po' delle difficoltà delle famiglie, che magari non hanno soltanto un figlio, ma devono portare due, tre, quattro figli a fare tre o quattro o cinque tamponi preventivi, e questa è una cosa che, tutto sommato, ci sta in termini di livelli di sicurezza, mi chiedo, sottosegretario, se fosse mai possibile che in questo alveo anche il Governo, considerata l'indipendenza delle federazioni sportive ad andare avanti con le regole che evidentemente devono essere rispettate, però c'è un problema, perché ci sono molte società sportive, che hanno centinaia di atleti loro iscritti, che, ad esempio, addirittura al primo tampone non riescono a sostenere questi costi. Ho sentito una società sportiva della mia zona, io vengo dal Friuli-Venezia Giulia, che mi dice: noi non iscriveremo i ragazzi al prossimo campionato perché soltanto rispetto ad un tampone preventivo dovremo spendere circa 6-7 mila euro. Quindi, io chiedo, e non saranno cifre enormi, immagino sarà qualche milione di euro, forse, che, di concerto con le federazioni, si vada a stilare un elenco rispetto a coloro che in fase preventiva devono fare questo tampone, per poi eventualmente - speriamo di no -, qualora ci fosse qualche caso sospetto o di positività nel ripetere lo stesso, dare una mano - e la ringrazio, Presidente, per il tempo accordatomi - a queste società sportive anche attraverso il CONI, come del resto hanno fatto alcune regioni per quanto riguarda la sanificazione delle strutture stesse, ma le regioni ormai sono un po' alla corda rispetto a questi fondi che sono stati dati, nello specifico non ce ne sono più. Ecco, chiedo se fosse possibile, in qualche capitolo di bilancio, riservare alle società sportive, per garantire il corretto funzionamento delle gare e degli allenamenti dei nostri studenti, delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, qualche soldo, per cercare di venire loro incontro rispetto ad una fase iniziale di controlli che, lo rinnovo per l'ultima volta, deve essere fatta, ma ci sono società sportive che non lucrano e che non hanno un bilancio evidentemente in attivo, ma forse in pareggio durante gli anni, che devono essere evidentemente aiutate. Pena sarebbe quella di lasciare studenti e lasciare in questo caso sportivi a casa, senza la possibilità di fare un qualcosa che effettivamente, come prima detto, potrebbe rappresentare per loro un faro ed una luce di speranza che è lo sport e soprattutto lo sport giovanile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Bond ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2617-A/34.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Buonasera, sottosegretario. Voglio introdurre un argomento che negli ultimi giorni è stato dibattuto parecchio dalla stampa sportiva, che è la presenza di spettatori alle manifestazioni sportive, non solo del calcio, quindi negli stadi, ma anche nella pallavolo, nella pallacanestro, negli sport di squadra, nel rugby, anche nelle manifestazioni di atletica leggera. Oggi il Ministro Speranza, al Senato, riporta un dato importante: l'indice di contagio su 100 mila abitanti è in Italia 23, in Spagna 205. Siamo, assieme alla Germania, forse i più virtuosi da questo punto di vista; lo dobbiamo molto ai cittadini italiani. Però, sottosegretario, le chiedo un momento di attenzione perché non è possibile privare le squadre di qualsiasi livello, dal calcio alla pallacanestro altri sport, degli spettatori.

La proposta che le faccio io, ma è una proposta che parte anche da molte squadre, è quella di dire almeno gli spettatori abbonati. Cosa significa spettatori abbonati? Significa spettatori tracciati, significa spettatori che hanno una continuità, significa spettatori che hanno una frequenza, ma che hanno nome e cognome, e che quindi in qualche maniera possono essere anche gestiti dal punto di vista dei tamponi e dal punto di vista anche delle verifiche. Le chiedo questo perché stiamo parlando di 350 mila numeri, soggetti che vanno con un abbonamento e purtroppo, con il proseguimento delle misure di contenimento e dello stato di emergenza, si è verificato anche un forte calo nelle preiscrizioni, ad esempio nel calcio, di questi soggetti abbonati.

Stiamo parlando, nel complesso dei numeri, di circa 2 miliardi e mezzo di soldi che entrano alle società. Io ho allora già finito, ma nel mio ordine del giorno, firmato anche dal collega Barelli, dal collega Cortelazzo e altri colleghi, chiediamo che ci sia almeno una stretta via d'uscita, che riguarda il 20 per cento degli spettatori, e che questi spettatori abbonati, che hanno già una distanza di sicurezza, possano andare allo stadio o possano andare presso i palazzetti dello sport e vedere lo spettacolo sportivo. Almeno salviamo il salvabile, perché sappiamo benissimo che non saranno facili e non saranno veloci la riapertura totale degli stadi, la riapertura totale delle manifestazioni sportive, e quindi, ripeto, diamo una boccata d'ossigeno; che non si struttura nel solito aiuto promesso e magari arrivato in ritardo, ma si struttura in una presenza massiva, precisa e certificata anche, dico io, da tampone, dello spettatore sportivo. Grazie a chi mi ha ascoltato. Spero che ci sia un accoglimento, perché è un accoglimento di un primo passaggio per dare forza e anche un po' di liquidità a queste squadre sportive (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La deputata Rossana Boldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2617-A/1.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Buonasera, sottosegretario. Con questo ordine del giorno io vorrei portare il Governo a fare una riflessione per rivedere le modalità di certificazione della guarigione dalla…

PRESIDENTE. La interrompo un secondo soltanto. Lei vuole… Chiedo scusa, deputato Novelli, lei vuole solo sottoscrivere l'ordine del giorno Bond n. 9/2617-A/34? Registrato. Anche Bagnasco, va bene. Potete anche venire qui a riferirlo, in modo tale che non interrompiamo la deputata Boldi. Prego, prosegua. Anche Baldini e Dall'Osso.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Dico questo perché la versione aggiornata delle linee guida dell'OMS non raccomanda più l'esecuzione di un doppio tampone con esito negativo, ma individua due tipologie, sostanzialmente, di criteri: pazienti sintomatici, dieci giorni dall'insorgenza dei sintomi, più almeno tre giorni addizionali senza sintomi; pazienti asintomatici, dieci giorni a decorrere dal test positivo per SARS-COV-2. L'OMS ha riconosciuto che la raccomandazione del doppio tampone, che era inizialmente prediletta e raccomandata, e che è ancora in vigore nel nostro Paese, presenta alcune criticità, correlate alla limitatezza delle risorse a disposizione nei laboratori e ai conseguenti ritardi nell'esecuzione dei tamponi, nelle more dei quali molti pazienti rimangono bloccati in isolamento anche diverse settimane dopo la risoluzione dei sintomi. Tutti noi conosciamo pazienti guariti, che però sono rimasti bloccati a casa e hanno dovuto sottoporsi a 7-8 tamponi, che è veramente… Inoltre l'OMS ha richiamato le evidenze scientifiche, che dimostrano come il rischio di trasmissione del virus può essere considerato raro già dopo nove giorni dall'insorgenza dei sintomi, e che la persistente positività al tampone non indica necessariamente la contagiosità, ben potendo essere determinata dalla presenza di tracce di materiale virale non integro, che è incapace di trasmettere l'infezione. Cominciano a esserci numerosi studi di diverse società scientifiche e università: io qui ne cito uno per tutti, quello pubblicato da JAMA, Journal of the American Medical Association, di Thurman e Geremia, che ha confermato che la potenziale contagiosità del paziente si esaurisce a circa dieci giorni dalla comparsa dei sintomi, e che, a prescindere da ciò, l'esito dei tamponi diagnostici può rimanere positivo per un periodo assai più lungo, in alcuni casi addirittura sei mesi, con gravi ripercussioni per la vita lavorativa, familiare e sociale dei soggetti, a questo punto inutilmente tenuti in isolamento.

So che durante una trasmissione televisiva il Ministro Speranza aveva detto che non c'era nessuna intenzione di rivedere questi criteri, ma questo era a giugno: siamo a settembre e col passare del tempo si sono evolute le conoscenze. Io non vorrei che questi principi di precauzione si trasformassero in principi di ostinazione, non supportati da adeguate evidenze scientifiche, e che il criterio del doppio tampone si riveli alla lunga controproducente in termini di sostenibilità, corretto utilizzo delle risorse, ma anche da un punto di vista sanitario, perché questo può ingenerare timori ingiustificati nella popolazione e indurre le persone a non segnalare un'eventuale sintomatologia sospetta per il timore di finire in isolamento sine die. Sappiamo che questo è un po' quello che è successo durante i test sierologici fatti a scopo epidemiologico.

Quindi, io vorrei veramente che il Governo facesse una riflessione per aggiornare i criteri per la dimissione dei pazienti COVID-19 dall'isolamento prevedendo il superamento del doppio tampone, proprio seguendo le linee guida dell'OMS e le evidenze scientifiche che sono attualmente disponibili in materia. Faccio un appello accorato perché vi sia, da parte del Ministero e del comitato tecnico scientifico, una riflessione seria e ponderata su questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Augusta Montaruli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2617-A/12.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto voglio far notare al Governo che stiamo discutendo più ordini del giorno degli emendamenti che erano stati presentati, e in virtù dei quali voi avete messo la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): tanto per dire che siamo arrivati ad un livello di ridicolaggine in quest'Aula, mi permetta, che non rende onore al ruolo, invece, che dovremmo avere ognuno di voi e ognuno di noi, maggioranza e opposizione.

Ciò detto, il mio ordine del giorno tocca un tema molto sentito in queste ultime settimane, il tema degli sbarchi: perché mi deve spiegare, qualcuno del Governo, come fa ad avere la faccia nello stesso tempo di prorogare uno stato di emergenza, ma proprio in ragione delle ragioni sanitarie che determinano e con cui voi giustificate la proroga dello stato d'emergenza, di continuare ad assistere ogni giorno a degli sbarchi immotivati da parte di persone che arrivano nel migliore dei casi da territori non conosciuti, o meglio dove non si sa quale sia effettivamente la gravità dell'emergenza epidemiologica. Nel migliore dei casi; nel peggiore dei casi, Paesi con forte rischio epidemiologico. Tutto questo avviene nell'imbarazzo, devo dire, di questo Governo, che non so ancora una volta come faccia a dire che non esiste un'emergenza sbarchi. È vergognoso come la regione Sicilia, proprio in queste settimane, sia stata lasciata letteralmente sola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e a fronte di un'ordinanza del governatore Musumeci, sacrosanta ordinanza, addirittura il Governo abbia voluto polemizzare, dando il fianco a quell'Europa che non ha perso il tempo di criticarla.

Ma c'è una coerenza in tutto questo. E la coerenza qual è? È che c'è la volontà politica, non solo in Europa, ma purtroppo anche all'interno del vostro Governo, di trasformare l'Italia nel campo profughi di questa Europa. Perché, altrimenti, non si spiega come mai – come mai - anziché prendere le difese della Sicilia e dell'Italia, di Nello Musumeci e di tutti noi italiani, dicendo all'Europa di fare la propria parte davanti all'incresciosa situazione che si sta creando, avete invece fatto la parte dell'Europa andando contro il governatore della Sicilia, che avete lasciato da solo con uno spot che contiene in questo momento oltre mille immigrati, a fronte di una capienza molto minore.

E mentre agli italiani chiedete sacrifici, mentre gli italiani li rincorrevate addirittura sulle coste, nelle spiagge, sotto l'ombrellone, li rincorrevate perché dovevano rispettare il distanziamento, giustamente, nulla facevate nelle coste invece dove arrivavano gli immigrati clandestinamente. In tutto questo quadro impietoso, dove il Governo fa una figura barbina e dove gli italiani escono beffeggiati, ci si mette pure il fatto che tutto questo lo pagano ancora una volta gli italiani, perché l'unica cosa che sapete fare e affittare delle navi, dopo aver dato la solidarietà e il braccetto a qualche capetta all'interno di una ONG, l'unica cosa che sapete fare è affittare delle navi per mettere in quarantena, affittare delle navi per mettere in quarantena a spese ancora una volta degli italiani, a fronte della più grande crisi economica che devono sopportare nella storia più recente. Veramente una situazione di imbarazzo. Allora mettete fine, se avete un attimo di dignità, a questo scempio. E almeno usate il buonsenso: se ritenete di dover prorogare - peraltro, unico caso in Europa - una situazione di emergenza volta proprio al contenimento del Coronavirus, almeno contenetelo, il Coronavirus, perché le comunico, membro del Governo, che parte degli immigrati che avete fatto sbarcare e parte di quelli che avete dovuto spostare, li avete spostati senza aver fatto tamponi, mettendo le nostre forze dell'ordine, gli operatori, i nostri membri dell'Esercito, in una situazione di rischio senza pari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), peraltro mancando loro di rispetto, creando dei focolai in giro per l'Italia, perché questo è quello che è successo, e alle regioni che tanto criticate facendo ricadere su di loro il costo dei tamponi che voi dovevate fare: voi dovevate fare! Quindi, con questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …richiamiamo il buon senso, se un minimo lo avete, e richiamiamo la responsabilità di questo Governo di fare una cosa sola: bloccare gli sbarchi, non ci accontentiamo delle navi di quarantena (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun'altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/1 Boldi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/2 Locatelli il parere è favorevole, a condizione che l'ultimo punto delle premesse venga omesso, per la precisione da dove si inizia con l'espressione “è evidente” fino a “pericolo epidemiologico”, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione, se è accolta.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/3 Prisco, n. 9/2617-A/4 Gemmato e n. 9/2617-A/5 Bellucci il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/6 Mollicone il parere è favorevole, ma ho l'obbligo e il dovere di comunicare che è favorevole anche in ragione del fatto che il Ministro Speranza proprio oggi ha annunciato al Senato che saranno resi pubblici tutti i verbali del CTS. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/7 Bucalo e n. 9/2617-A/8 Frassinetti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/9 Deidda il parere è favorevole con la premessa “a valutare” di porre in essere ogni opportuna iniziativa nell'impegno di Governo, altrimenti contrario, quindi riformulato o parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/10 Lollobrigida il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/11 Rotelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/12 Montaruli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/13 Osnato il parere è favorevole a condizione che sia inserita la formula “a valutare la possibilità di emanare opportuni correttivi”, altrimenti è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/14 Delmastro Delle Vedove e n. 9/2617-A/15 Lucaselli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/16 Varchi il parere è favorevole ferme restando le materie di competenza statuale, ovviamente, nell'impegno del Governo, quindi con la riformulazione “ferme restando le materie di competenza statuale”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/17 Rizzetto il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di assumere ogni iniziativa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/18 De Filippo, n. 9/2617-A/19 Noja, n. 9/2617-A/20 Saccani Jotti e n. 9/2617-A/21 Mandelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/22 Gelmini il parere è favorevole con la introduzione della formula “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/23 Spena e n. 9/2617-A/24 Bagnasco il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/25 Giacomoni il parere è favorevole con la formula “a valutare la possibilità di prevedere”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/26 Zanella il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/27 Cortelazzo il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/28 Versace il parere è favorevole con la formula “a valutare l'opportunità di prevedere la proroga”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/29 Foti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/30 Caretta il parere è favorevole alla lettera b) ed è contrario all'impegno a).

PRESIDENTE. Quindi è una riformulazione nel senso di espungere la lettera a).

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. L'impegno è diviso in due: il punto a) e il punto b): sul punto b) c'è parere favorevole, sul punto a) si chiede di espungerlo oppure è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/31 Ciaburro il parere è favorevole a condizione che venga premesso, in tutti e tre gli impegni a), b) e c), “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/32 Mantovani il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/33 Ungaro e n. 9/2617-A/34 Bond il parere è favorevole. Poi gli ordini del giorno dal n. 35 fino al n. 42 sono tutti ordini del giorno sulla App Immuni e i pareri sono tutti contrari, quindi il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/35 Morrone, n. 9/2617-A/36 Paolini, n. 9/2617-A/37 Turri, n. 9/2617-A/38 Marchetti, n. 9/2617-A/39 Pretto, n. 9/2617-A/40 Cantalamessa, n. 9/2617-A/41 Potenti e n. 9/2617-A/42 Bisa. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/43 Tomasi il parere è favorevole a condizione che venga introdotta la riformulazione “a valutare”. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/44 Gobbato, n. 9/2617-A/45 Paolin e n. 9/2617-A/46 Giglio Vigna il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/47 Maturi il parere è favorevole a condizione che sia omessa la formulazione “essendo evidenti i segni di difficoltà per l'avvio del nuovo anno con la partenza in presenza”, quindi resta “impegna il Governo a individuare le modalità e procedure realistiche realizzabili, che consentano la piena operatività del sistema scolastico nel pieno rispetto della sicurezza”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/48 Giaccone il parere è favorevole premettendo “impegna a valutare la possibilità di adottare”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/49 Cattoi, ugualmente, il parere è favorevole premettendo “a valutare la possibilità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/50 Zicchieri si chiede che venga espunta la conclusione dell'impegno, cioè dall'espressione “risultando sin da ora il personale ATA insufficiente”: il parere è favorevole, se viene così riformulato. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/51 Bianchi e n. 9/2617-A/52 Bazzaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/53 Caparvi il parere è favorevole, ma riformulato in questo modo: “impegna il Governo ad adottare iniziative di propria competenza affinché sia aggiornata la disciplina relativa alla responsabilità con specifico riferimento all'emergenza COVID”. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/54 Ziello, n. 9/2617-A/55 Maccanti e n. 9/2617-A/ 56 Donina il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/57 Cavandoli il parere è contrario…

PRESIDENTE. Ah no, è inammissibile questo.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sì, è fuori materia, inammissibile. L'ordine del giorno n. 9/2617-A/58 Giacometti è fuori materia…

PRESIDENTE. No, l'ordine del giorno n. 9/2617-A/58 Giacometti è stato ammesso e quindi ci deve dare il parere.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ah mi scusi, comunque era contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/59 Capitanio il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2617-A/60 Morelli il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/2617-A/61 Tombolato e n. 9/2617-A/62 Zordan il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2617-A/63 Durigon, parere favorevole, a condizione che venga espunto il secondo paragrafo, laddove si introduce: “i decreti di emergenza mancano spesso” fino a “Paese”, quindi resta il primo paragrafo delle premesse, il secondo e l'impegno. Ordini del giorno n. 9/2617-A/64 Iezzi e n. 9/2617-A/65 Formentini: parere favorevole, con l'introduzione della locuzione “a valutare la possibilità di”. Ordini del giorno n. 9/2617-A/66 Billi, n. 9/2617-A/67 Coin e n. 9/2617-A/68 Picchi: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/69 Comencini e n. 9/2617-A/70 Ribolla: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/71 Zoffili, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/72 Di San Martino Lorenzato di Ivrea, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/73 Ferrari, parere favorevole con riformulazione “a valutare la possibilità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/74 Bubisutti: lo consideriamo materia non pertinente e comunque il parere è contrario.

PRESIDENTE. È ammesso, ma il parere è contrario.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordini del giorno n. 9/2617-A/75 Cecchetti e n. 9/2617-A/76 Loss: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/77 Gastaldi: parere contrario, e a noi pare fuori materia. Ordine del giorno n. 9/2617-A/78 Di Muro: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/79 Golinelli e n. 9/2617-A/80 Liuni: parere favorevole, con riformulazione “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/81 Lolini: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/82 Manzato: parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/83 Viviani: parere favorevole, con la riformulazione “a valutare la possibilità di (…) e nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordini del giorno n. 9/2617-A/84 Sasso e n. 9/2617-A/85 Basini: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/86 Colmellere e n. 9/2617-A/87 Patelli: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2617-A/88 De Angelis e n. 9/2617-A/89 Latini: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/90 Racchella: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/91 Benvenuto: parere favorevole, con riformulazione “a valutare la possibilità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/2617-A/92 Badole e n. 9/2617-A/93 D'Eramo: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/94 Raffaelli e n. 9/2617-A/95 Parolo, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/96 Valbusa: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/97 Patassini e n. 9/2617-A/98 Vallotto: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/99 Comaroli, parere favorevole, con riformulazione: “nei limiti delle risorse di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/100 Cestari: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/101 Frassini, n. 9/2617-A/102 Belotti e n. 9/2617-A/103 Paternoster, parere favorevole, con riformulazione: “nei limiti delle risorse di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/104 Caffaratto: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/105 Lorenzoni, parere favorevole “nei limiti delle risorse di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/106 Gusmeroli parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) e nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/107 Tarantino, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) e nei limiti delle risorse”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/108 Toccalini: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2617-A/109 Vinci e n. 9/2617-A/110 Panizzut: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/111 Gava: parere favorevole, con riformulazione: “a valutare la possibilità (…)”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/112 Stefani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/113 Fogliani, parere favorevole con riformulazione: in questo caso siamo contrari alla premessa, al paragrafo 2 e al paragrafo 3, siamo favorevoli sull'impegno di Governo, quindi resterebbe solo il primo paragrafo. Ordini del giorno n. 9/2617-A/114 Bordonali, n. 9/2617-A/115 Alessandro Pagano, n. 9/2617-A/116 De Martini: parere contrario. Ordine del giorno Molteni n. 9/2617-A/117 : il parere è contrario, a meno che non vengano espunti il paragrafo 2 e il paragrafo 3…

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole con riformulazione, tecnicamente questa è la formula.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sì, Presidente. Ordine del giorno n. 9/2617-A/118 Gerardi, parere favorevole, a condizione che venga espunto il terzo paragrafo delle premesse: “aumento dei flussi migratori illegali, eccetera eccetera”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/119 Foscolo: parere favorevole qualora venga espunto il terzo paragrafo. Ordine del giorno n. 9/2617-A/120 Tonelli: parere favorevole, a condizione che venga espunto il terzo paragrafo delle premesse, “la crescita esponenziale”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/121 Tateo: in questo caso, il parere è seccamente contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/122 Colla: parere favorevole sul punto a) dell'impegno e favorevole, a condizione che sia inserito “a valutare l'opportunità di (…), nell'ambito delle risorse di bilancio”, sul punto b) . Ordine del giorno n. 9/2617-A/123 Binelli: parere favorevole sul punto a) dell'impegno, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di (…)” sul punto b). Ordine del giorno n. 9/2617-A/124 Saltamartini: lo stesso del precedente, ma il punto b) va riformulato “in equilibrio con le risorse finanziarie”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/125 Andreuzza, parere favorevole con riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/126 Galli: noi lo consideriamo fuori materia e comunque il parere è contrario. Ordini del giorno n. 9/2617-A/127 Petazzi, n. 9/2617-A/128 Minardo, n. 9/2617-A/129 Piastra, n. 9/2617-A/130 Guidesi e n. 9/2617-A/131 Lazzarini: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/132 Sutto: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2617-A/133 Tiramani, parere favorevole con la premessa “a valutare l'opportunità (…)”. Ordini del giorno n. 9/2617-A/134 Furgiuele e n. 9/2617-A/135 Boniardi, parere favorevole con riformulazione “a valutare la possibilità (…)”. Ordine del giorno Crippa n. 9/2617-A/136: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/137 Dieni: in questo caso, il parere favorevole, con due condizioni; la prima, se riformulato “a valutare l'opportunità di (…)”, la seconda, espungendo “nel primo provvedimento utile”, subito dopo “a introdurre”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/138 Martinciglio, parere favorevole a condizione che sia riformulato: “ferme restando le competenze esclusive dello Stato”. Ordini del giorno n. 9/2617-A/139 Sodano, n. 9/2617-A/140 Perantoni, n. 9/2617-A/141 Grippa, n. 9/2617-A/142 Mammì, n. 9/2617-A/143 D'Arrando, n. 9/2617-A/144 Carnevali: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2617-A/145 Legnaioli, parere favorevole con riformulazione: “nei limiti di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/2617-A/146 Piccolo: parere contrario e comunque fuori materia, secondo noi.

PRESIDENTE. Il parere è contrario, però - mi consenta, sottosegretaria - l'ammissibilità la determina la Presidenza.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sì, mi scusi, allora signor Presidente.

PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, per lo svolgimento delle ulteriori fasi di esame. Sospendiamo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 19, per lo svolgimento delle comunicazioni del Ministro della Salute. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19,04.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la sottosegretaria Zampa.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ho l'obbligo di comunicare a lei e a quest'Aula che il Ministro Roberto Speranza è ancora impegnato al Senato e che, quindi, il suo arrivo, il suo ingresso, è posticipato di circa 30 minuti.

PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle 19,34.

La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 19,35.

Comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Ministro della Salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nell'allegato A al resoconto della seduta del 1° settembre 2020 (Vedi l'allegato A al resoconto della seduta del 1° settembre 2020).

(Intervento del Ministro della Salute)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia sempre un'occasione utile di confronto quella del passaggio alle Camere in vista dei prossimi provvedimenti che andremo ad adottare e lo è in modo particolare in questo momento in cui c'è un'evoluzione epidemiologica significativa, sia a livello europeo che a livello nazionale. Considero sempre la possibilità di un confronto parlamentare un momento di arricchimento, di stimolo, di reciproco rafforzamento del lavoro che stiamo provando a fare e considero la dialettica parlamentare, anche quando aspra, comunque in grado di rafforzare il nostro impianto democratico.

Rispetto al mio ultimo passaggio parlamentare, che si è svolto il giorno 10 di agosto, il quadro epidemiologico europeo è, giorno dopo giorno, deteriorato e anche in Italia abbiamo registrato, negli ultimi 20 giorni, una graduale risalita del numero dei casi positivi, anche se i nostri numeri continuano a essere di gran lunga meno gravi rispetto a quelli di tanti altri Paesi europei.

Credo che sia utile in queste mie comunicazioni partire prima di tutto dai numeri, perché i numeri ci aiutano a capire effettivamente come stanno le cose. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ci offre settimanalmente un quadro del tasso di incidenza, negli ultimi 14 giorni, su 100 mila abitanti e questi numeri credo che siano quelli più rilevanti per provare a leggere qual è l'andamento epidemiologico in corso nei vari Paesi europei e anche nel nostro Paese. Dentro questo tasso di incidenza, la Spagna registra 205 casi, la Francia 88, la Croazia 87, la Romania 84; questi sono i Paesi con la situazione più complicata. L'Italia è oggi a 23, quindi con un numero significativamente ridotto rispetto a quelli che ho prima elencato; il nostro dato è abbastanza simile a quello della Germania e risulta oggettivamente tra i dati migliori in Europa; questo in un quadro mondiale che continua ad essere un quadro di complessità; al momento abbiamo oltre 25 milioni e mezzo di casi a livello mondiale e ben 857 mila decessi. Questi numeri, che sono numeri freddi, ma dietro cui, come sempre, c'è la vita di tante persone, donne e uomini, ci dicono alcune cose rilevanti.

La prima è che il lockdown che abbiamo avuto in Italia, nonostante gli sforzi, i sacrifici e i prezzi che abbiamo pagato per attuarlo, ha funzionato sicuramente e il comportamento degli italiani insieme alle misure del Governo nazionale e dei governi regionali hanno sicuramente contribuito a piegare la curva e ci consegnano, oggi, oggettivamente, un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi del nostro continente.

Io credo che questo sia un risultato importante, riconosciuto da tutta la comunità internazionale e, lo ripeto, non è un risultato del Governo, non è un risultato delle regioni, ma credo che vada rivendicato come un risultato di tutte le istituzioni repubblicane e, più in generale, della nostra comunità nazionale. È stata una prova durissima, non è ancora vinta, abbiamo ancora una situazione in itinere che dobbiamo seguire con la massima attenzione e la massima cautela, ma mi sia permesso di riconoscere al nostro Paese di aver retto di fronte a questa ondata e di esprimere particolare apprezzamento per la forza, il radicamento e la resilienza del nostro Servizio sanitario nazionale, in modo particolare alle donne e agli uomini che dentro questo Servizio sanitario nazionale hanno dato in questi mesi e continuano a dare ancora il meglio di sé (Applausi). I numeri italiani, come dicevo prima, stanno crescendo in un quadro di ripartenza in qualche modo della circolazione del virus a livello europeo e anch'io credo che tra le ragioni ci sia un numero più alto significativo di tamponi, di test che noi stiamo mettendo in campo; nella giornata di oggi abbiamo sfondato la quota dei 100 mila tamponi in un solo giorno; oggi siamo arrivati a poche unità da 103 mila tamponi.

Credo che dovremo continuare questo lavoro di crescita nelle prossime settimane e credo, in modo particolare, che l'intensificazione del lavoro negli aeroporti rispetto agli arrivi dai Paesi a rischio abbia dato un contributo rilevante al miglioramento della nostra capacità di testare e di tracciare. La vera grande novità di questa fase diversa rispetto a quella di febbraio, di marzo, di aprile, della primavera, che tutti ricordiamo benissimo, è il fortissimo abbassamento dell'età mediana delle persone che vengono contagiate. Questo è il vero fatto nuovo con cui dobbiamo fare significativamente i conti. Come è noto al Parlamento, abbiamo messo in campo già da svariati mesi un modello di monitoraggio molto accorto, su 21 criteri, costruito con l'Istituto superiore di sanità, e nella cabina di regia ci sono tutte le regioni del nostro Paese. Questo modello di monitoraggio ci segnala che l'età mediana dei casi è scesa a 29 anni. Questo dà il senso di quanto in maniera considerevole si sia abbassata l'età delle persone che in questa fase vengono contagiate. L'età di 29 anni fa riferimento ai contagi dell'ultima settimana. Il nostro non è un dato solo nazionale, è un dato di natura europea. Nelle tante interlocuzioni di queste ore con i Ministri della Salute dei Paesi dell'Unione europea riscontriamo che questo è un dato che accomuna tutti i Paesi del nostro continente, e anche nelle riunioni del G7 abbiamo un riscontro significativo di un abbassamento dell'età anagrafica. Questo elemento spiega, almeno parzialmente, la ragione per cui c'è una minore ricaduta in termini di pressione sulle strutture dei servizi sanitari nazionali, perché è evidente che, quando c'è un'età così giovane, il prezzo che si paga in termini poi di ricaduta ospedaliera è molto meno significativo. Questo vale anche per Paesi che hanno numeri molto più alti dei nostri: nelle ultime 24 ore, per esempio, la Spagna ha superato gli 8 mila casi in un solo giorno - quindi numeri molto significativi - eppure la pressione ospedaliera è di gran lunga inferiore a quella dei mesi precedenti. Si è discusso molto sulla questione dei giovani, si è discusso molto su questo dato nuovo che è il vero elemento di marcata discontinuità rispetto alla primavera. Io penso che dobbiamo fare tutto tranne che immaginare di demonizzare le nostre giovani generazioni, che pure hanno pagato un prezzo enorme durante il lockdown. Io ho più volte chiesto in questi mesi una mano ai nostri ragazzi, perché è vero che tra di loro l'impatto del virus è meno virulento, meno significativo, meno duro rispetto a quello delle altre generazioni, ma è evidente che il nostro timore è che quel contagio, attraverso i giovani, possa estendersi ai loro padri e ai loro nonni, e di fronte a uno scenario di quel tipo noi potremmo avere problematiche molto più significative. Alla luce di questo quadro, ai giovani italiani, ma a tutti i cittadini del nostro Paese, noi continuiamo ancora a chiedere il rispetto delle tre grandi questioni fondamentali, le tre misure comportamentali essenziali che abbiamo più volte riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica e che riconfermeremo nella sostanza anche nel prossimo DPCM che sostituirà quello in scadenza il giorno 7 settembre. Le tre regole sono ormai note: l'utilizzo corretto delle mascherine, il distanziamento di almeno un metro e il rispetto delle norme igieniche fondamentali, a partire dal fondamentale lavaggio delle mani. Questi sono i tre pilastri della fase di convivenza con il virus. Sono tre norme essenziali riconosciute da tutta la comunità scientifica internazionale. Di fronte a questi tre assi io penso che non dobbiamo assolutamente dividerci: non si capirebbe. Non c'entra nulla la politica e non c'è nessun Paese del mondo in cui queste tre questioni fondamentali, che sono i tre assi per la fase di convivenza col virus, vengono messe in discussione dalla comunità scientifica sul piano internazionale.

Non c'entra nulla destra e sinistra, non c'entra nulla appunto la politica, sono norme essenziali che dobbiamo assolutamente rispettare in questa fase di convivenza.

Dal 10 agosto, che è il giorno del mio ultimo passaggio parlamentare per le precedenti comunicazioni, io ho avuto modo di firmare due ordinanze abbastanza importanti, che sono tuttora vigenti e che confermeremo nel prossimo DPCM.

La prima ordinanza fa riferimento a test obbligatori, molecolari o antigenici, per persone che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in alcuni Paesi a rischio. Abbiamo iniziato a fare questi test anche in aeroporto con risultati che sono considerevoli. Una parte dell'aumento significativo dei tamponi, di cui ho già parlato, è esattamente frutto di queste iniziative svolte negli aeroporti.

Quando si assume una misura nei confronti di un Paese - io voglio essere assolutamente chiaro su questo - non c'è nessun elemento di ostilità nei confronti di quel Paese. Noi abbiamo fatto tante misure, abbiamo addirittura vietato ingresso e transito per alcuni Paesi con le situazioni più drammatiche, abbiamo l'obbligo di quarantena per tutti i Paesi extra-Schengen, e poi, per alcuni Paesi europei con particolare difficoltà, abbiamo messo su questo modello con tamponi e test rapidi negli aeroporti e nei luoghi di arrivo. Penso che dobbiamo togliere dal tavolo ogni considerazione di natura ostile nei confronti di questi Paesi. Sulla base di questa valutazione, in questi giorni ho fatto una proposta a tutti i miei colleghi europei, che verrà discussa nel giorno 4 settembre, quando ci sarà la riunione di tutti i Ministri della Salute dell'Unione europea. Questa misura prova a partire da un elemento di fatto, cioè l'idea che con questo virus dovremo ancora convivere per alcuni mesi. Noi non abbiamo chiaramente certezze assolute sulla data di arrivo di un vaccino sicuro. Stiamo investendo tutte le nostre risorse, abbiamo elementi incoraggianti dopo le prime analisi, ma è del tutto evidente che abbiamo ancora alcuni mesi in cui dovremo convivere con il virus. Allora, la mia proposta agli altri Paesi europei è di costruire un modello di reciprocità per cui noi siamo disponibili da subito a fare nei nostri aeroporti, nei nostri luoghi di arrivo, tamponi per le persone che vengono dagli altri Paesi; non avremmo alcun tipo di problema ad immaginare che i nostri concittadini o anche persone di altre nazionalità che però sono state nel nostro Paese per un periodo significativo, all'arrivo nei principali aeroporti internazionali, possano avere lo stesso trattamento che noi possiamo riservare agli altri Paesi. Io non vedo alcun problema; anzi, penserei che questo sia un modo intelligente di gestire le cose. Se abbiamo alcuni mesi di fronte a noi e vogliamo evitare chiusure, vogliamo evitare barriere, l'idea di costruire un elemento di reciprocità in cui ciascun Paese si fa carico di verificare lo stato di salute, lo stato del contagio di chi arriva attraverso i mezzi di comunicazione, credo che vada nella direzione giusta, e io mi batterò a livello europeo perché questa idea possa essere in qualche modo sostenuta dai miei interlocutori.

La seconda ordinanza che ho adottato e ho sottoscritto, che ho firmato il giorno 16 agosto, quindi due settimane fa, riguardava e riguarda (perché è ancora vigente) la necessità di sospendere le attività legate al ballo in discoteca, ma anche in altri luoghi assimilabili, e l'obbligo di mascherina nei luoghi aperti dove c'è il rischio di avere assembramenti dopo le ore 18. Qui, mi sia consentito di chiarire un punto: i provvedimenti del Governo non hanno mai riaperto le discoteche. Non c'è nessun provvedimento del Governo nazionale che ha mai aperto le discoteche. In realtà, come è noto, dal 16 maggio, le regioni italiane, in una situazione epidemiologica che andava evidentemente migliorando, non hanno solo la facoltà di fare misure più restrittive - cosa che è stata valida anche nei momenti più difficili - ma hanno anche la facoltà di fare misure meno restrittive, e dentro quest'impostazione alcune regioni italiane hanno valutato di voler riavviare quel tipo di attività che comunque rappresenta un pezzo di attrazione di tanti territori del nostro Paese. Ma voglio essere chiaro: da parte del Governo nazionale non era mai arrivato un messaggio di autorizzazione su quel fronte. Quindi, l'ordinanza che ho firmato il 16 agosto è andata esattamente nella direzione di ripristinare lo status ante ordinanze delle regioni.

Come è noto, ogni ordinanza comporta un sacrificio, ogni ordinanza comporta un prezzo, ma sono misure necessarie se vogliamo mantenere quel vantaggio che abbiamo accumulato in questi mesi e se vogliamo evitare di vanificare i sacrifici straordinari fatti nelle settimane più dure.

L'obiettivo di fondo del Governo, l'obiettivo fondamentale che ci ha guidato in questi giorni è quello di lavorare alla riapertura delle scuole in piena sicurezza. Chiudere le scuole è stato, per il Governo e anche per me sul piano personale, la scelta più difficile. Riaprirle è, oggi, la nostra priorità assoluta, su cui stiamo impegnando tutte le risorse di cui disponiamo.

Anche qui mi sia consentita una valutazione: in questi mesi, in 190 Paesi del mondo - 190 Paesi del mondo! - le scuole sono state sospese e questa sospensione ha riguardato un miliardo 600 milioni di studenti. Quindi, stiamo parlando non di un problemino diciamo locale o italiano, ma di una grandissima questione di natura planetaria: 190 Paesi del mondo, un miliardo 600 milioni di studenti.

Il 31 agosto c'è stata una conferenza promossa dall'Italia insieme all'OMS - io ho avuto la possibilità di introdurla, di copresiederla - con 53 Paesi del mondo, dell'area europea dell'OMS sostanzialmente, in cui c'è dentro anche la Russia in questa divisione per continenti dell'OMS, e abbiamo avuto modo di affrontare insieme una sfida che è una sfida globale ed è una sfida evidentemente di tutti. In quell'occasione, abbiamo provato a condividere le buone pratiche che stanno emergendo e abbiamo anche deciso di costruire una piattaforma permanente che ci consentirà, con le nuove evidenze scientifiche, di arricchire il patrimonio e il bagaglio di conoscenze per riaprire le nostre scuole in sicurezza.

Io voglio ribadirlo oggi qui in Aula in queste comunicazioni: nel nostro Paese tutte le scuole di ogni ordine e grado riapriranno e riapriranno in sicurezza. È stato bello, già nella giornata di ieri, vedere per la prima volta tanti studenti, che erano chiamati a corsi di recupero, varcare di nuovo le soglie di ingresso degli istituti scolastici.

Abbiamo approvato nelle ultime ore in Conferenza unificata, con un giudizio positivo e, quindi, con un voto all'unanimità di tutte le regioni, di tutte le province e di tutti i comuni italiani, un documento dell'Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute concernente la gestione dei casi e dei focolai COVID, gestione che a questo punto, dopo questo passaggio, sarà omogenea in tutte le aree d'Italia. Abbiamo dato delle linee guida molto chiare che indicano esattamente che cosa bisogna fare nel caso in cui nelle scuole dovesse riscontrarsi un focolaio o anche semplicemente un caso positivo.

In queste ore, sta partendo un progetto formativo a distanza gestito dall'Istituto superiore di sanità rivolto a tutto il personale scolastico ma anche al personale sanitario per spiegare fino in fondo il senso di queste linee guida che sono state approvate all'unanimità in Conferenza unificata. La chiave fondamentale attorno a cui si muove questo documento è questa nuova relazione che noi dobbiamo costruire tra il Servizio sanitario nazionale e il sistema scolastico.

Io ho insistito su questo punto in altre occasioni e anche qui in Aula e io credo che questo sia il nodo decisivo. Nel nostro Paese questo rapporto esisteva ed è esistito. Nel 1961 fu approvato dal Parlamento italiano un provvedimento cosiddetto sulla “medicina scolastica”, che era così intitolato, che consentiva quella relazione. Col passare degli anni e, in modo particolare, negli anni Novanta questa relazione strutturata, organica tra scuole e Servizio sanitario nazionale si è andata un po' alla volta dissolvendo e oggi siamo in una situazione in cui dobbiamo ricostruire un rapporto organico, ricostruire un rapporto tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale. Se c'è un caso positivo in una classe o se c'è un caso positivo in una scuola è il Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria che deve immediatamente avviare un'indagine e anche disporre eventuali misure (penso ai tamponi, penso alla quarantena).

Qual è il messaggio di fondo che vogliamo lanciare? È che non lasceremo soli né i nostri insegnanti, né i nostri presidi.

Per questo serve ricostruire questo rapporto e questa relazione organica che ritengo particolarmente importante (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

La stessa operazione, che è abbastanza un unicum a livello europeo, che stiamo conducendo in queste ore con test sierologici a tutto il nostro personale sanitario, al personale scolastico e in modo particolare agli insegnanti ma anche a tutti gli altri lavoratori della scuola, va esattamente in questa direzione e mi sia consentito di esprimere gratitudine a chi sta facendo questo lavoro, in modo particolare ai nostri medici di medicina generale, che hanno accettato questa sfida, ma anche, chiaramente, a tutte le nostre aziende sanitarie territoriali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Ancora, nelle ore passate, proprio nelle ultime ore, il comitato tecnico scientifico ha definito le sue raccomandazioni rispetto all'utilizzo corretto delle mascherine a scuola. A scuola le mascherine vanno portate e questo è un punto di partenza decisivo, ma il comitato tecnico scientifico distingue due momenti fondamentali: il momento dinamico, che è un momento in cui c'è il rischio effettivo di poter incrociare persone a meno di un metro di distanza, quindi un momento che si può verificare chiaramente durante la giornata (momenti dinamici sono sicuramente quelli dell'ingresso a scuola, dell'uscita, della ricreazione, del momento in cui ci sono, diciamo, attività con maggiori contatti tra gli studenti e in quei momenti la mascherina va sempre e comunque tenuta), dai momenti di natura statica. Penso, ad esempio, al momento in cui l'insegnante sta spiegando e ci sono a più di un metro di distanza gli allievi, gli studenti fermi e posizionati al proprio banco; in quel momento lì l'indicazione del comitato tecnico scientifico è che la mascherina può anche essere abbassata, per non rendere complicatissima, diciamo, la gestione di cinque ore. Chiaramente, in condizioni in cui non ci possono essere aerosol potenziali e di fronte a un quadro epidemiologico che è come quello che oggi abbiamo; di fronte, invece, a un quadro epidemiologico peggiore saranno le autorità sanitarie competenti a valutare se non rendere anche più rigide queste misure.

Mi piace ricordare che siamo l'unico Paese in Europa - l'unico Paese in Europa! - che garantisce alla propria popolazione scolastica 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno; undici milioni garantite dallo Stato verranno date a tutta la nostra popolazione scolastica (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e di questo impegno voglio ringraziare, in modo particolare, il commissario straordinario Arcuri. Ancora, il 31 agosto - quindi, poche ore fa - sempre in Conferenza unificata, con l'approvazione unanime da parte di tutte le regioni, dei comuni e delle province italiane, abbiamo approvato le linee guida sul trasporto pubblico locale. Anche in questo caso abbiamo provato a lavorare per tenere insieme due esigenze fondamentali; chiaramente, l'esigenza di una cautela, di una sicurezza di natura sanitaria, con l'esigenza, però, di provare a far ripartire davvero il Paese, in modo particolare le attività connesse all'istruzione e alla formazione. Io credo che sia stato fatto un lavoro importante e l'approvazione di questo documento, con il consenso di tutte le autonomie territoriali, senza alcuna distinzione, e del Governo nazionale, mi pare che vada nella direzione giusta.

Permettetemi da ultimo, per chiudere questo capitolo fondamentale della scuola, di ricordare i tanti nuovi investimenti che sono stati messi in campo. Anche qui, io credo che dobbiamo dirci con grande serenità la verità: i problemi della scuola non nascono col COVID, le classi con tanti allievi non è che sono nate col COVID. La scuola viveva una situazione non facile; c'è stata una stagione lunga di scarsi investimenti sui beni pubblici fondamentali e, in modo particolare, sulla scuola come, tra l'altro, anche sulla sanità.

In questi giorni si sta facendo tutto il possibile. Permettetemi di ricordare l'investimento in poche settimane di 2,9 miliardi di euro per la ripartenza delle scuole, una cifra molto significativa che non si era vista in questi termini negli ultimi anni (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi!

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Permettetemi di ricordare l'immissione in ruolo di 97 mila persone e permettetemi di ricordare…

ROSSANO SASSO (LEGA). Ma dove (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Deputato Sasso! Sasso! Colleghi, per favore, per favore! Prego. Colleghi, andiamo avanti tranquillamente. Prego, Ministro.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Io vi dirò, chiudendo questo capitolo della scuola, con franchezza, quello che penso e quello che è l'impegno del nostro Governo. Guardate, la riapertura delle scuole non è un interesse di un Governo nazionale, non è l'interesse di un governo regionale, con cui pure stiamo lavorando, gomito a gomito, come è giusto che sia nella correttezza delle relazioni istituzionali. La riapertura delle scuole è la più grande sfida della nostra comunità nazionale: tutto possiamo fare, tranne che dividerci sulle scuole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali). Tutto possiamo fare, tranne che pensare di fare un po' di campagna elettorale sulle scuole: sarebbe un errore imperdonabile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Sulle scuole serve un grande patto Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali). Togliamoci le casacche: sulle scuole serve un grande patto Paese, serve il Governo nazionale, servono le regioni, serve il ruolo del Parlamento; sulle scuole servono gli studenti, gli insegnanti, i presidi, i genitori, il personale sanitario. Recuperiamo, sulle scuole, lo spirito che ci ha accompagnato nei momenti più difficili di marzo, di aprile, quando l'Italia ha dimostrato di essere un grande Paese. Io sono convinto che questa sia davvero una sfida di tutti e che non ci sia spazio sinceramente, su un tema così delicato, per divisioni o strumentalizzazioni.

Permettetemi, da ultimo, un aggiornamento su una questione che ritengo di particolare importanza, che è quella dei vaccini. È un tema, come sapete, che mi sta particolarmente a cuore perché ritengo che attraverso questa partita si possa provare a vincere in via definitiva questa sfida. Qualche parola in primis sui vaccini antinfluenzali, su quelli tradizionali. In queste ore le regioni hanno formalizzato una capacità di acquisto, quindi di offerta, molto più alta rispetto agli anni precedenti e questo è sicuramente un fatto positivo. Nella giornata di ieri c'è stata una riunione importante al Ministero della Salute con la rappresentanza dei farmacisti italiani per provare a rendere ancora più solida la nostra capacità di offerta di questo vaccino, che sarà ancora più importante perché, come è noto, i sintomi sono piuttosto simili; quindi ridurre il più possibile il peso dell'influenza tradizionale autunnale-invernale è importante, per sovraccaricare meno il nostro Servizio sanitario nazionale.

Ancora, invece, sul vaccino anti-COVID voglio ricordare il lavoro che abbiamo fatto fin qui, perché il nostro Paese, l'Italia, è veramente nel gruppo di testa, con alcuni altri Paesi europei, nella battaglia mondiale per arrivare a un vaccino sicuro. L'alleanza per i vaccini, di cui vi ho già parlato, costruita da Italia, Francia, Germania e Olanda è stata importante e ha consentito alla Commissione europea di accelerare il percorso di interlocuzione con tutte le grandi compagnie farmaceutiche internazionali che stanno lavorando per un vaccino anti-COVID. Ora, è evidente che due giorni fa la Commissione europea ha firmato il primo contratto, il contratto con AstraZeneca. Questo contratto è proprio figlio della prima intesa firmata da Italia, Francia Germania e Olanda. È un contratto importante perché prevede 400 milioni di dosi di vaccino per la popolazione europea, se il vaccino chiaramente verrà validato dagli organismi competenti. Oggi siamo prudenti perché si tratta di un candidato vaccino, quindi non abbiamo elementi di certezza assoluta, anche se i primi test, di fase 1 e di fase 2, hanno dato i risultati molto incoraggianti. Se dovesse la fase 3 avere lo stesso esito della fase 1 e della fase 2, le prime dosi di questo vaccino, di cui tutta la popolazione europea potrà disporre, arriveranno già alla fine del 2020. Su questa partita del vaccino AstraZeneca, che è stato prodotto dall'Università di Oxford e su cui noi siamo stati i primi, con Francia, Germania e Olanda a costruire l'intesa, c'è un pezzo di nostro Paese che dobbiamo, secondo me, rivendicare, perché il vettore virale di questo vaccino, come ho avuto modo di dire già in quest'Aula, viene prodotto dalla IRBM di Pomezia e perché l'infialamento di questo stesso vaccino avverrà presso la Catalent di Anagni. C'è un pezzo d'Italia e credo che questo sia un fatto importante, positivo, che deve in qualche modo inorgoglire tutto il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto).

Consentitemi ancora, in chiusura, di ricordare che c'è un altro vaccino, che è tutto italiano, di cui pure l'opinione pubblica è stata informata, che viene prodotto a pochi chilometri da Roma, da ReiThera.

Negli ultimi giorni di agosto è iniziato, per questo vaccino, il percorso di sperimentazione sull'uomo. Il messaggio di fondo è che in questa grande partita globale la ricerca italiana, le intelligenze italiane, sono pienamente in campo per dare una mano e per provare a vincere questa sfida.

Ancora, da ultimo, permettetemi di dire che il prossimo DPCM, che sostituirà quello vigente che, come ho già detto, scade il 7 settembre, terrà conto dell'impianto che ho provato velocemente ad offrirvi in questa mia comunicazione e confermerà le misure essenziali, a partire dalle tre questioni, dai tre pilastri, su cui sono già stato.

Tra l'altro, voglio ricordare che stiamo lavorando per rispondere positivamente anche a una richiesta, che è arrivata da ambienti parlamentari, ma da tante parti del nostro Paese, rispetto alla possibilità di ricongiungimento per le coppie internazionali, le coppie binazionali. È un tema che ha suscitato un dibattito pubblico, su cui anche tanti parlamentari hanno fatto interrogazioni. Stiamo lavorando perché nel DPCM si possa dare una risposta a questo tema e a questo problema.

Ancora, chiudo dicendo che è intenzione del Governo italiano di pubblicare, a brevissimo - io spero già nelle prossime ore - tutti i verbali del CTS, tutti, nessuno escluso. La trasparenza, per quanto ci riguarda, per quanto mi riguarda, è sempre stato un punto di forza, un punto essenziale. Io credo che la democrazia abbia retto alla prova del COVID e, in questo spirito, noi, nelle prossime ore, renderemo pubblici tutti i verbali di discussione fatti dal Comitato tecnico scientifico.

Ancora, da ultimo, voglio ricordare come la norma, che abbiamo approvato proprio qui, alla Camera, nel passaggio di un decreto, alcuni mesi fa, rende questa discussione in qualche modo preliminare, rispetto all'approvazione del decreto. Quindi, senza alcuna formalità, ascolterò con attenzione il dibattito. Ascolterò con attenzione l'indirizzo, così come è scritto sulla norma di cui parlavo, che il Parlamento vorrà dare al Governo, rispetto al prossimo DPCM e da parte mia, sono sicuro che anche nei prossimi mesi, anche in questo passaggio autunnale, che si profila come tutt'altro che facile, l'Italia saprà però essere, fino in fondo, all'altezza della sfida che è di fronte a noi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Ministro della Salute. È iscritto a parlare il deputato Bond. Prego.

DARIO BOND (FI). Saluto il Ministro, saluto il Governo qui rappresentato. Prima di entrare nel merito con delle proposte specifiche, visto che ha citato lui la prossima pubblicazione dei verbali del CTS, vorrei chiedere al Ministro se risulta essere vera la notizia, apparsa sui giornali pochi giorni fa, del famoso studio del matematico Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, riguardo un calcolo matematico, fatto il 12 febbraio di quest'anno, che individuava un possibile numero di deceduti da COVID, che andava dai 35 mila ai 60 mila. Poi, questo studio riportava tutta una serie di casistiche, zona per zona, individuando anche proprio una ricaduta sociale e sanitaria nel territorio italiano. È uno studio fatto bene, fatto da un matematico, anche con alcune specializzazioni scientifiche portate, dato a disposizione del CTS, ma di cui noi, fino a pochi giorni fa, non sapevamo nulla. Ed è brutto, a questo punto, pensare che, con uno studio del genere, con un calcolo matematico probabilistico di questo tipo, con una ricaduta zona per zona, le regioni non siano state avvisate per tempo e alcuni territori avvisati con estrema tempestività. Ed è estremamente brutto, Ministro, sapere che molti dei nostri medici sono morti perché non avevano nessun tipo di dispositivo, di mascherina, e qualcuno è andato a prendersi le mascherine dal marmista, e il Governo ha dato 18 tonnellate di dispositivi alla Cina in un periodo, febbraio, ormai quasi definito come lockdown. Se questo dovesse essere vero, ma voglio vedere i verbali e sentire magari le sue dichiarazioni, beh, questo è un fatto molto grave, perché molti medici della Lombardia, qualcuno del Veneto e tanti altri sono morti; sono morti purtroppo perché gli mancava il primo presidio fondamentale, cioè la mascherina. I guanti magari si trovavano, ma le mascherine, quelle vere, quelle per poter proteggere la persona non c'erano proprio, e per me questo è un fatto molto grave. Però, chiudo qui la questione, perché ho molta stima di lei e non voglio entrare nel merito magari di uno scontro, anche personale, perché non è giusto e poi dovremo leggere i verbali.

Entro nel merito delle proposte, perché giustamente lei dice “vengo qui per ascoltare, per poi avere anche una certa dotazione di proposte dal Parlamento per scrivere i prossimi DPCM”, discutibili o non discutibili. Il secondo punto: non è possibile che un portatore di handicap, che ha delle difficoltà di deambulazione, non possa salire su un taxi perché il tassista viene multato di 400 euro se quel portatore viene fatto sedere a fianco del guidatore, a fianco del taxista (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è possibile questo perché, siccome molte volte il portatore di handicap non può salire dietro, e qualcuno sicuramente glielo spiegherà, il tassista dice “o 400 euro o il rischio”, e il portatore di handicap molte volte rimane davanti alla stazione Termini e cerca un bus, e, con molta fatica, trova qualcuno di buona volontà che lo carica sul bus a mano, perché la pedana del bus non funziona. Non è possibile, dobbiamo, in qualche maniera, metterci mano e fare chiarezza, Presidente Fico, su questa cosa qui, perché è una questione di dignità, è una questione di onestà intellettuale da parte nostra e di tutti quelli che operano in questo mondo.

E non è possibile neanche, e lo dico al Ministro Speranza, che ci siano dei portatori di handicap nelle scuole, di qualsiasi grado, dalla elementare alla media alle università, che non possono accedere, per il COVID, alle lezioni e devono fare per forza le lezioni a distanza. Anche qui, bisogna studiare delle metodologie precise perché queste persone devono essere messe allo stesso livello degli altri, non possono essere ghettizzate; già hanno subito nella vita tante ghettizzazioni, non possono subire, per il COVID, una ghettizzazione dello studio, dell'apprendimento e magari anche di fare qualche esame.

Secondo punto: trovo nella sanità italiana, in alcune regioni dell'Italia, ancora una grande difficoltà nel portare le liste d'attesa di patologie che non sono COVID, cardiocircolatorie, interventi chirurgici, a un livello buono e sano rispetto praticamente al pre-COVID. Non tutte le regioni sono così, però in molte regioni tanta gente sta aspettando, con estremo bisogno, e in alcuni casi muore. Anche qui, è vero, bisogna riconoscere, anche nel “decreto Rilancio” sono stati investiti diversi miliardi di euro per distinguere gli ospedali COVID dagli ospedali non COVID, però bisogna dare un messaggio chiaro. Le patologie non COVID, le patologie importanti devono essere affrontate con decisione e, se serve, si deve trovare un meccanismo di scambio, anche fra regioni, per affrontare le questioni. Non è possibile che per un intervento chirurgico da cancro, da tumore, in qualche regione ci sia una lista d'attesa sull'emergenza di quattro mesi, si rischia la morte del paziente.

E poi una cosa che mi sta particolarmente a cuore, ma non lo faccio con cattiveria e non lo faccio neanche con critica. Chiedo l'aiuto del Ministro, qua bisogna proprio intervenire: le case di riposo, le residenze per anziani, chiamiamole così. Ci sono degli ospiti che sono diversi mesi che non vedono i propri cari: quelli non muoiono per COVID, quelli muoiono per disperazione, quelli muoiono per tristezza. E anche qui, onestamente, in qualche maniera, o aumentando le disponibilità finanziarie delle strutture delle case di accoglienza per anziani oppure potenziando i servizi delle USL, bisogna trovare la possibilità che, almeno una volta a settimana, questi parenti, questi figli possano andare a vedere il proprio caro. Sono disperati, ci sono situazioni disperate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ci sono situazioni disperate: in alcune regioni, da tre mesi non si vedono i propri cari. Ci sono delle situazioni molto disperate.

Entro poi nel merito di una questione che il sottosegretario mi ha, in qualche maniera, approvato con riferimento a un ordine del giorno - e sono convinto che le proposte che si fanno qui verranno poi riportate anche nel provvedimento – e che riguarda lo sport, lo sport in generale.

Lei prima ha indicato un indice, 23 su 100 mila, uno degli indici più bassi d'Europa; quindi complimenti, 23 su 100 mila, come la Germania, 205 la Spagna; quindi, un indice alto rispetto ad altri Paesi competitor europei.

Allora, Ministro, se è così, ma perché non si possono aprire gli stadi, i palazzetti dello sport per la pallavolo o per la pallacanestro, gli stadi per il rugby o per il calcio almeno agli abbonati, a quelle persone che sono certificate, che hanno un nome e un cognome, a cui si può fare anche un tampone, che hanno una seggiolina distante quasi un metro da un'altra seggiolina, e che quindi, in qualche maniera, non hanno grandi probabilità di contagio? Almeno quello! Stiamo parlando di 350 mila abbonati che girano intorno allo sport.

Se noi chiudiamo le porte a questo, perdiamo soldi per le società sportive e dobbiamo ancora di più indebitarci perché dovremo pagare le società sportive e andare avanti. È una questione di due miliardi e mezzo di euro.

Poi, chiudo con la scuola: è stato fatto qualcosa, però le ricordo che sui trasporti è da maggio che la Conferenza delle regioni chiede al Governo di avere chiarezza sulla distanza che devono avere praticamente i ragazzi negli scuolabus o nelle corriere che trasportano gli alunni; è da maggio! La capacità di uno scuolabus del 60-65 per cento di trasporto è da maggio che si sa, e vedremo adesso, con il provvedimento che lei diceva prima di aver chiuso, se la situazione praticamente è stata risolta.

Finisco con un grande grazie, con un grande grazie e con un grande punto esclamativo. Ho visto quest'estate gli operatori sanitari dell'intera nazione operare con una professionalità elevatissima a fare tamponi sia in drive-in sia essenzialmente in tante altre forme, preparatissimi, capaci, senza nessuna esitazione, da nord a sud, Presidente. A loro va un grande grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata D'Arrando. Ne ha facoltà.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente. Annunciando che depositerò il testo del mio intervento, voglio ringraziare il Governo, in primis sia il Ministro Speranza che la nostra Ministra Azzolina, per il grande lavoro che è stato fatto in questi mesi per consentire di riaprire le scuole in sicurezza.

Quello che ha detto il Ministro Speranza credo che sia un tema condivisibile: il fatto che scuola e salute devono andare di pari passo e lavorare insieme affinché tutti i cittadini, e in primis, in questo caso, gli studenti e i nostri ragazzi, possano ritornare a fare comunità all'interno delle scuole, ma in sicurezza.

Ringrazio ancora per il lavoro fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, Ministro, grazie per la relazione che ci ha fatto. Io ho apprezzato, in particolare, due passaggi: il primo, quello sulla proposta che ha avanzato ai suoi colleghi europei sulla reciprocità per gli aeroporti, e più specificatamente anche per le coppie binazionali. Ci sono tanti nostri connazionali in Europa che hanno sofferto, e stanno soffrendo per un'Europa dove, purtroppo, ci sono ancora troppi confini interni, e quindi ho molto apprezzato il suo impegno, a questo proposito, per il prossimo e per i prossimi DPCM.

Secondo punto, Ministro, la scuola. Bene le mascherine, i test, i protocolli per i casi di contagio e tutto quello che ci ha ricordato; sappiamo che la riapertura dipenderà molto da questo, ma ancora di più dipenderà da come queste misure si integreranno nei prossimi giorni, nelle prossime settimane nella pratica con le misure e le dinamiche più specifiche della scuola: le immissioni in ruolo dei docenti, la disponibilità di classi, la flessibilità di orario.

Ministro, io le chiedo insieme ai suoi colleghi di usare i prossimi giorni non come un conto alla rovescia sul 14 settembre per la riapertura delle scuole, perché anche nel migliore dei mondi possibili non andrà tutto esattamente alla perfezione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Usiamo quindi questi giorni - e concludo, Presidente - per dire che non esiste rischio zero, che si partirà in tante scuole anche ancora con un po' di didattica a distanza e che servirà pazienza.

Un'ultima cosa, Ministro: siamo al 2 settembre, c'è ancora un po' di tempo per provare a votare il meno possibile in giro per l'Italia dentro le scuole. Questa è una misura molto importante, sarebbe molto importante, non solo in termini di sostanza, perché comunque richiudere le scuole anche per pochi giorni dopo averle riaperte crea grande disagio su una comunità che è sotto stress, ma anche simbolicamente, perché sarebbe più di mille discorsi un segnale chiaro che la scuola è veramente una priorità, e che la scuola viene prima di tutto il resto, comprese le elezioni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sutto. Ne ha facoltà.

MAURO SUTTO (LEGA). Presidente, Ministro, colleghi, il Governo ha gestito l'emergenza COVID-19 in maniera autocratica, estromettendo completamente il Parlamento. Lei diceva prima, Ministro, che vorrebbe includere di più il Parlamento, ma il suo Governo va dalla parte completamente opposta, stravolgendo completamente i principi cardine dell'ordinamento giuridico.

L'ultima decisione che possiamo richiamare in questo senso concerne la proroga dello stato di emergenza epidemiologica deliberata in data 29 luglio 2020, nonostante le motivate obiezioni sollevate dai partiti che siedono nei banchi dell'opposizione, e nonostante i pareri contrari accademici e dei costituzionalisti, che pubblicamente si sono pronunciati proprio sul punto.

La decisione di prorogare lo stato di emergenza, che il Presidente del Consiglio dei ministri aveva annunciato in occasione della cerimonia del MoSE, era stata infatti criticata aspramente, tra gli altri, anche dal professor Sabino Cassese, tra i massimi costituzionalisti italiani, il cui intervento sul Corriere della Sera aveva posto l'accento sull'insussistenza di una condizione attuale di emergenza da affrontare, e dunque sull'insussistenza dei presupposti di fatto e di diritto necessari per il prolungamento dello stato di emergenza.

Le considerazioni sopra proposte si ritengono valide e attuali, anche alla luce dell'incremento dei contagi registrati nell'agosto di quest'anno. A dispetto, purtroppo, del clima di terrore che spesso si percepisce dai media, dai giornali, l'aumento in discussione non è stato infatti seguito da un parallelo e proporzionale incremento dei malati e dei ricoverati in terapia intensiva. A tutt'oggi, i pazienti - l'ha confermato anche lei, Ministro, nella sua relazione - si sono ridimensionati molto rispetto al periodo più critico in cui ci siamo trovati ad essere: i pazienti in terapia intensiva sono circa un centinaio, i pazienti ricoverati con sintomi sono poco più di mille, e a quanto ci risulta i soggetti positivi sono asintomatici, cioè non malati; smettiamola anche col dire che l'asintomatico è una persona malata. Oppure, il restante delle persone sono con sintomi di lievissima entità, e quindi non richiedono ricovero e neppure dei trattamenti particolari.

Vi è dunque una situazione che - le do ragione, Ministro - va sicuramente monitorata e gestita con molta attenzione, ma certamente non ricorre un'emergenza paragonabile a quella che ha caratterizzato la prima ondata di contagi, che possa giustificare un'ulteriore proroga dello stato di emergenza.

Dobbiamo come dice lei, Ministro, sì convivere con il virus, ma siamo obbligati e in dovere di far ripartire il nostro Paese, la nostra Italia.

Nei mesi scorsi, peraltro, l'attenzione si è focalizzata soltanto sull'emergenza COVID-19, a scapito delle indagini diagnostiche e delle prestazioni rivolte a soggetti con patologie diverse; per esempio, i malati oncologici o coloro che hanno patologie cardiovascolari.

Il sostanziale distacco del Governo dalla realtà e dagli indirizzi formulati dalle opposizioni si trae anche dai contenuti del decreto-legge del 30 luglio 2020, recante misure urgenti connesse proprio con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica. Ricordo la risoluzione che avevamo presentato, a firma Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi; avevamo chiesto un impegno forte al Governo, un impegno che andava nella direzione di non disporre in futuro ulteriori limitazione delle libertà costituzionalmente garantite e dei diritti inviolabili dei cittadini, se non con legge o atto avente forma di legge. Il decreto-legge, invece, ha seguito una linea completamente opposta: ha prorogato in blocco l'efficacia delle disposizioni di cui ai precedenti decreti, sia il n. 19 che il n. 33, e, così facendo, ha inopinatamente mantenuto inalterato l'impianto normativo che consente l'applicazione delle misure di contenimento dell'epidemia.

Il decreto-legge n. 83 del 2020, nella parte in cui congela ingiustificatamente questo ordine fuori dall'ordinario, conferma nei fatti l'atteggiamento che ha il Governo, cioè quello di una chiusura nei riguardi delle proposte delle opposizioni, incluse quelle basilari approvate dall'Aula, che attengono al riconoscimento del ruolo istituzionale del Parlamento; come diceva lei bene prima, Ministro, si va avanti a colpi di DPCM.

Sempre con riferimento al citato decreto-legge, si ritiene particolarmente grave la mancata considerazione della posizione in cui si trovano i lavoratori con una disabilità grave, gli immunodepressi, le persone più fragili, per le quali l'articolo 26, comma 2, del decreto-legge n. 18 del 2020, cosiddetto “Cura Italia”, aveva previsto fino allo scorso mese di luglio una qualche forma di tutela; l'emendamento l'aveva proposto anche la Lega in Commissione affari sociali, ma il relatore l'ha bocciato.

Spiace dover constatare, inoltre, come l'accentramento delle competenze in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri non abbia giovato sotto alcun profilo, neppure sotto quello della tempestività delle misure adottate. Nonostante l'impegno assunto con le varie parti politiche a trovare soluzioni condivise, il Governo ha disatteso questo spirito di collaborazione, varando misure molto spesso tardive e prive di una reale prospettiva, senza una reale collaborazione con le opposizioni che contestualmente avevano presentato, con un atteggiamento quanto mai responsabile, delle proposte per il rilancio del Paese. Sono state così destinate molteplici risorse per i bonus e anche interventi secondari, scarsamente funzionali alla ripresa del sistema economico, mentre si sono registrati ritardi nell'erogazione della cassa integrazione e delle indennità; e qui non lo diciamo solo noi, non lo dice solo la Lega, ma basta andare fuori da Montecitorio: ogni giorno ci sono centinaia di persone che chiedono più collaborazione e più considerazione da parte del Governo.

Già in occasione dell'informativa sulla pandemia, tenuta proprio da lei, Ministro, il 30 gennaio scorso, dai banchi dell'opposizione di centrodestra vi fu chi aveva previsto la gravità della situazione, collocando il picco dei contagi tra aprile e maggio, e chiedeva pertanto di effettuare adeguati controlli su tutti i passeggeri dei voli provenienti dalla zona interessata dall'epidemia, e, più in generale, di incentivare l'uso delle mascherine protettive negli aeroporti, nei treni, nei centri commerciali e nei punti affollati, nonché di effettuare esami clinici su tutti i soggetti in ingresso nel nostro Paese dalle zone cosiddette a rischio.

Secondo autorevoli fonti di stampa esiste uno studio datato 12 febbraio 2020, in possesso del vostro Governo e presentato al comitato tecnico scientifico, che già allora prevedeva fino a 60 mila morti per il COVID-19. Il Governo sarebbe dunque stato a conoscenza dei rischi derivanti dalla pandemia diversi giorni prima del 21 febbraio, data nella quale venne diagnosticato il primo caso di positività in un piccolo ospedale della provincia di Lodi. In questo quadro appare inspiegabile che non siano state prontamente avvertite le regioni, non siano stati adottati provvedimenti quali, ad esempio, l'istituzione di zone rosse nel Bergamasco, non ci si sia attivati per fornire tempestivamente i dispositivi di protezione individuale agli operatori sanitari nel nostro Paese e, contemporaneamente, il Governo abbia inviato 18 tonnellate di aiuti in Cina.

Come se ciò non bastasse, dall'inizio della pandemia ad oggi non sono stati ancora pubblicati tutti i verbali. Lei, Ministro, ha appena affermato che verranno pubblicati e questo ci fa piacere. Possiamo dire: “Finalmente, era ora che venissero pubblicati”.

Fa un po' sorridere poi la dichiarazione che diceva che la riapertura della scuola sia uno spot da campagna elettorale. Ministro, noi pensiamo che il problema della scuola abbia un nome e cognome, e si chiama Ministro Azzolina, che ha creato più disagi che pregi nella scuola. Ancora oggi, nonostante la proroga dell'emergenza sanitaria, assistiamo ad ulteriori ritardi altrettanto gravi e ingiustificabili, con riferimento proprio all'avvio del nuovo anno scolastico. Ministro, lo sa meglio di me, l'anno scolastico è alle porte. Prima parlava di eventualmente valutare l'abbassamento della mascherina in classe, ma la domanda specifica è questa: chi è che decide? E' l'insegnante, è l'alunno, è l'operatore scolastico, è il dirigente scolastico? Sarebbe opportuno conoscere le linee guida ulteriori, magari comunicate tra Ministeri e fatelo sapere anche ai genitori che in questo momento sono comunque in apprensione per i loro figli, perché non ci sono rassicurazioni sotto il profilo degli spazi a disposizione per gli alunni e ancora non è chiaro chi dovrà misurare la febbre o come si potrà usufruire del servizio mensa. Siete stati poi in grado di bloccare l'Italia e gli italiani, però, Ministro, il dato reale è questo: non siete stati in grado di bloccare le navi dei clandestini. Il Governo appare pressoché immobile, anche nel fronteggiare l'andamento dei flussi migratori, i quali negli ultimi mesi si sono incrementati in maniera eccezionale, sia attraverso la rotta marittima, sia attraverso quella terrestre. Il confronto, Ministro, con l'anno passato, quando anche la Lega era al Governo, è impietoso: avete quadruplicato gli sbarchi e, a nostro avviso, siete, purtroppo, degli irresponsabili; irresponsabili perché comunque la situazione desta molta preoccupazione e l'assoluta mancanza di controlli e misure di sicurezza adottate successivamente agli arrivi, come attestato dalle immagini che tutti abbiamo potuto vedere. Abbiamo visto dei centri al collasso, dei centri comunque da cui i clandestini scappavano indisturbati e queste situazioni qui, a mio avviso, sono spiacevoli alla vista di tutti gli italiani. State favorendo un business che purtroppo abbiamo già visto in passato, che è il business dell'immigrazione: sembra quasi la vostra principale priorità per il Governo. Emblematica, poi, è la situazione che si è venuta a creare nella regione Sicilia, dove, per l'inerzia delle autorità governative, il governatore Musumeci ha emanato un'ordinanza che poi è stata sospesa dal TAR, dal Tribunale amministrativo regionale, per rimediare una situazione di assoluta emergenza e per tutelare i propri cittadini siciliani. Emblematico è altresì, poi, il caso che si è registrato il 24 agosto, quando nella regione Sicilia si è registrato il picco massimo dei contagi, il 90 per cento dei quali direttamente riconducibili all'hotspot di Lampedusa. E' chiara, quindi, la necessità di arginare i flussi in questione nel superiore interesse della sicurezza e della salute pubblica, considerato altresì che molti degli arrivi provengono dai Paesi che si trovano ancora in piena crisi sanitaria e rischiano conseguentemente di determinare un colpo di coda dell'epidemia, vanificando gli immensi sacrifici fatti da tutti gli italiani durante il lockdown.

Vede, Ministro, noi abbiamo presentato una risoluzione e attenderemo i suoi pareri, quali che siano, con la fase successiva della dichiarazione di voto da parte della collega. Noi pensiamo che gestire l'emergenza sicuramente non era una cosa facile, però purtroppo il dato oggettivo è questo: c'è stato un ritardo e purtroppo siete privi di un vero coordinamento. La cosa chiara, invece, è che il Presidente Conte, nelle sue prime dichiarazioni, aveva proprio prorogato, aveva dato una data precisa, che era il 31 dicembre, per la proroga dello stato di emergenza, poi è arrivata al 31 ottobre, poi successivamente al 15 di ottobre, a testimonianza che anche nella sua maggioranza la certezza della necessità della proroga non esiste e quindi non è chiaro neanche questo dato qui. Questa è la pura verità, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, presidente. Governo e sottosegretario, cari colleghe e colleghi, nell'annunciare che consegnerò la relazione, mi permetto solo di dire due cose.

Primo, un ringraziamento sentito per la presenza al Ministro Speranza - che non risponde esclusivamente a una questione di dovere istituzionale e di rispetto anche delle regole giuridiche, ma a una volontà di confrontarsi sempre con il Parlamento e con le altre forze politiche - e alla sottosegretaria Zampa.

Seconda considerazione: noi apprezziamo le scelte basate sui due principi, prudenza e adeguatezza. Terzo principio che credo sia utile e che va sottolineato: noi condividiamo molto il fatto di aver scelto la strada della condivisione, sia a livello europeo, che a livello nazionale, dove le materie sono spesso concorrenti; in una fase di epidemia e di epidemia globale siamo sempre stati convinti che solo azioni univoche ed omogenee possano essere efficaci.

Le raccomando solo due cose. La prima: una vigilanza. La circolare ministeriale dice che i primi di ottobre deve partire la campagna vaccinale; l'anno scorso sono stati 7,6 milioni i cittadini che ne sono stati colpiti, in alcune regioni credo che il calendario sia molto più in là. E la seconda, se è possibile, nello sforzo - che abbiamo ricordato anche oggi - del reperimento di 100 mila tamponi, se fosse possibile riuscire a recuperare soprattutto test veloci, perché a volte gli esiti dei tamponi raggiungono anche le 36 ore, con l'impatto che questo ha in tutte le comunità, siano scolastiche, siano lavorative, siano quelle socializzanti.

Per cui, nel consegnarle poi quello che potrà eventualmente leggere dell'intervento, io mi auguro che, dopo l'intervento che abbiamo sentito in quest'Aula, le forze politiche prendano le distanze da un movimento che si chiama no mask, che mi sembra soprattutto un movimento più deputato alla disinformazione che alla presa di coscienza dei rischi e dei successi che possiamo avere in questo Paese se ragioniamo in un'ottica di un'unità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, la rivediamo con piacere qui in quest'Aula, perché questo è segno sicuramente di riconoscimento dell'importanza del Parlamento. Ma anche in questa occasione mi corre l'obbligo sottolinearle alcune questioni che riguardano proprio la mancanza di coerenza, perché purtroppo lei sa, Ministro Speranza, arriva qui per comunicarci degli aspetti fondamentali riguardo alla pandemia. Viene qui per dirci che ci ascolterà, ci dice anche che la sua è una promessa rispetto all'ascolto, quella di portare avanti poi anche le istanze che le minoranze, Fratelli d'Italia, le sottolineeranno in questa occasione e che questa promessa verrà a trovare la sua consistenza nel prossimo DPCM che verrà emanato, prossimo DPCM che verrà a sostituire quello che scadrà il 7 ottobre. Beh, siccome questo avviene proprio il giorno in cui noi abbiamo votato l'ennesima fiducia, la ventitreesima fiducia, di questo Esecutivo, ci corre l'obbligo sottolinearle che le sue parole, le sue promesse, poggiano davvero sull'argilla, sulle sabbie mobili, ma che soprattutto sono state disconfermate in questi mesi e ancora oggi vengono disconfermate. Perché vede, Ministro Speranza, da una parte lei, per l'ennesima volta, parla di approccio unitario, parla del fatto che questa è una sfida che si vince insieme, ma proprio oggi questo insieme è stato negato dall'Esecutivo di cui lei fa parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E questo lei non lo può ignorare, lei non può venire a fare queste comunicazioni senza integrare questo aspetto di verità. Noi, da una parte, apprezziamo la sua umiltà e apprezziamo anche le distanze che ha preso da un modo basato sui selfie facili, sulle dirette Facebook, sulla comunicazione oltre e prima della sostanza, ma, nello stesso tempo, cogliamo il suo imbarazzo, il suo imbarazzo ad essere non parte di questa modalità, ma nello stesso tempo invece protagonista di questo Esecutivo; e allora io le chiedo: ma lei che cosa pensa quando viene proposto un decreto sulla proroga dell'emergenza COVID che ha al suo interno una questione che riguarda la proroga dei vertici dei servizi segreti? Io le chiedo: ma lei che cosa ne pensa quando in quel decreto viene affrontata una materia che è di tipo soprattutto sanitario e si vede infilata una questione che di sanitario non ha proprio nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le chiedo: ma lei che cosa pensa e che ne pensa quando il 29 luglio viene approvata dalla Camera una risoluzione in cui si dice che il Governo viene impegnato a non promuovere altri decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e in cui questa Camera vota a favore di tutto ciò e poi noi ci ritroviamo, nello stesso momento, a convertire in legge un decreto che propone ancora i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Perché, sa, noi di Fratelli d'Italia siamo fortemente convinti che la pandemia debba essere una priorità: l'abbiamo detto sin dall'inizio, sin da quei primi mesi dell'anno in cui vi chiedevamo di non limitarsi a misurare la temperatura di chi proveniva dalla Cina ma di inserire la quarantena e siamo stati ignorati. Il vostro furore ideologico ha fatto tacere Fratelli d'Italia e le minoranze di centrodestra perché sembrava che noi non volessimo abbracciare altri provenienti da altre nazioni: invece, era una questione di buonsenso perché proprio lei è venuto in Commissione a dirci che ci sarebbe stato un tempo nel quale il virus si sarebbe potuto palesare e quindi certamente la misurazione non era atto che poteva completare la sicurezza e la protezione. Ma proprio perché siamo convinti che la pandemia debba essere una priorità, la differenza la fa il come, è sul come che questo Esecutivo cade. Infatti, se si pensa che la pandemia si possa affrontare non raccontando la verità agli italiani, beh, allora questo è un problema e a smentirla, proprio rispetto alla mancanza di verità, ci sono una serie di atti concreti. Prima di tutto, c'è il fatto che non è vero che per fronteggiare la pandemia serve una proroga dello stato di emergenza, non è vero che servono i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Proprio lei, oggi, ha parlato delle sue ordinanze, proprio nelle sue mani lei come Ministro della Salute ha la possibilità di proporre ordinanze contingenti, urgenti che si occupino di materie come l'igiene e la salute e che possono intervenire per proteggere gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo l'ha detto lei, Ministro, e rispetto a questo dico oltre, Fratelli d'Italia, ma insieme a eminenti costituzionalisti come Cassese, dicono che non esistono leggi speciali in tempi speciali e che il nostro ordinamento ha tutti i requisiti per fronteggiare una pandemia come questa perché è certo che di pandemia si tratta. E non ci stiamo ad avere il bavaglio perché veniamo tacciati di negazionismo: noi non neghiamo niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi siamo assolutamente convinti che abbiamo affrontato e stiamo affrontando un'emergenza ma siamo altrettanto convinti che vada attuato questo fronteggiamento attraverso la piena democrazia: il riconoscimento del Parlamento, il riconoscimento delle utilità delle leggi che noi abbiamo e che voi invece negate ad ogni piè sospinto! Negazionisti siete voi, di quella parola democratico, democrazia che alcuni portano nel proprio nome e che in altri portano, almeno a parole, nel proprio animo. E, allora, rispetto a questo io credo che sia proprio la mancanza di trasparenza e di verità che abbia alimentato la sfiducia negli italiani. E in questo ci sono stati degli atti gravissimi come la mancata pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico.

Lei oggi, Ministro, ci dice che verranno pubblicati: sì, ma pensiamo di essere stati molto utili, anzi necessari, nell'arrivare a questa pubblicazione, perché fino ad oggi non c'è stata. Anzi, avete ben pensato di impugnare il TAR che vi diceva che dovevate pubblicare quei verbali. Non vi è stato così facile proporre la trasparenza e la verità.

E, per quanto riguarda lo studio del 12 febbraio in cui già vi veniva prospettata la questione del range tra i 35 e i 60 mila morti, quello studio voi l'avete letto e lei certamente ha detto: abbiamo dimostrato l'intenzione che avevamo di capire meglio. Ma anche qui: che ci avete fatto? Dopo tre giorni, avete mandato 18 tonnellate di mascherine alla Cina e, Ministro, non dica che questo è stato utile perché poi ne abbiamo ricevute anche di più, perché le voglio dire che, alla fine di febbraio e nei primi giorni di marzo, si sono contagiati e poi morti medici, operatori sanitari, infermieri perché erano senza quelle mascherine che sono arrivate poi, poi, poi indietro magari dalla Cina con gli interessi. Ma in quegli interessi ci sono state le persone morte perché l'Italia era senza e voi avevate nelle vostre mani uno studio che paventava molto bene il rischio che stavamo affrontando in quel momento, non poi, non un mese dopo. Quindi, anche qui si sarebbero potute salvare delle vite.

Inoltre, un altro aspetto, Ministro. Nelle sue parole - ho ascoltato bene la sua comunicazione - trovo drammatico che lei non abbia riservato neanche una parola al rischio sanitario degli immigrati clandestini: neanche una parola. Lei ha parlato dei test di chi proviene dalla Grecia, da Malta, dalla Spagna, dalla Croazia. Quindi, si è soffermato da una parte su chi sta oltre i nostri confini nazionali, ma nemmeno una parola rispetto a quegli immigrati clandestini che arrivano in Italia con un rischio sanitario enorme e che vengono stipati in 1.500 in un hotspot di Lampedusa quando ne potrebbe accogliere 192. Che umanità c'è in questa sinistra che chiude gli occhi e non versa nemmeno una parola? Che umanità c'è in questa sinistra che lascia la Sicilia sola? Che umanità c'è in questa sinistra che, ad agosto, vede aumentare in Sicilia i contagi e l'equazione è semplice: neanche una parola rispetto a tutto questo.

E, anche qui, si pensa quindi, a buon ragione, che in realtà la pandemia viene spesso strumentalizzata da questo Esecutivo perché piega la pandemia ai propri interessi, ai propri stretti e privati interessi: d'altronde, come quelli ultimi del Premier Conte che, pur di difendere l'emendamento sui servizi segreti, ha deciso di mettere la fiducia, ha deciso di bloccare la discussione parlamentare, ha deciso di non migliorare un provvedimento che avrebbe salvato meglio la salute degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è l'Esecutivo rosso-giallo quello che si riempie le parole di umanità e invece tradisce gli italiani e anche gli immigrati clandestini lasciandoli a se stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente. Caro Ministro, stiamo proseguendo questo stato di emergenza che non ha certo più bisogno di esistere, che non è stato prorogato in nessun altro Paese europeo. Del resto, i numeri dei positivi li ha portati qua lei e sono più alti in Europa rispetto a noi. Per fortuna, siamo fuori dalla drammatica emergenza dei mesi scorsi dove si contavano i morti, ma ora si deve gestire, si deve monitorare il rischio di una ripresa della diffusione del virus.

Il Governo cerca di risolvere e fa prevenzione con spot senza un approccio logico al problema COVID. Viene fatto un trattamento sintomatico ma non sistemico, cioè si curano i sintomi ma non l'insieme, non si cura l'organismo Italia con tutte le sue realtà sanitarie e non solo. Aumentare il numero dei tamponi su scala nazionale è molto importante. Del resto, l'ha detto anche lei, lo sostiene il professor Crisanti come un approccio corretto e fondamentale e noi siamo d'accordo con questo, ma occorre che vengano controllati tutti coloro che entrano in Italia, compresi tutti gli immigrati.

C'è un aumento esponenziale degli sbarchi, i numeri del Viminale danno un inizio di anno con più di 19 mila arrivi; in queste settimane Lampedusa è al collasso e con la cittadinanza in rivolta per la presenza di 1.500 migranti, un numero enormemente superiore a quello che può contenere l'hotspot. Si continua a trascurare l'impatto dell'immigrazione clandestina sul nostro Paese già in difficoltà, appunto, per il problema COVID.

Voglio sottolineare che vengono presi dei provvedimenti che non seguono dei fili logici per un percorso sanitario preventivo, che oggi è la scuola il banco di prova; un discorso preventivo proprio verso il virus SARS-COVID-19, per la sua diffusione, e lei continua a ripetere l'aspetto fondamentale, giustamente, della mascherina, del distanziamento sociale e del lavaggio delle mani.

Siamo già partiti male con la scuola, con errori evidenti: basta pensare ai treni e alle numerose persone tra gli studenti che viaggiano giornalmente per andare a fare dei corsi di recupero. Esistono degli studi scientifici, a livello europeo e a livello anche internazionale, che credo che non abbia ben approfondito: sono degli studi sui treni molto precisi che dimostrano in termini epidemiologici la diffusibilità e la trasmissione del virus SARS-COVID-19.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 20,50)

MARIA TERESA BALDINI (FI). Chiedo al Ministro Speranza come non abbia tenuto conto di questi studi nella loro completezza; a chi viaggia sui treni ad alta velocità viene misurata sempre la temperatura ed è obbligatoria la prenotazione, questo assicura un adeguato posto distanziato da una persona all'altra. Ma chi utilizza i treni regionali non può usufruire di questa sicurezza, non viene misurata la temperatura - perlomeno in Toscana mi ci sono trovata personalmente e l'ho constatato più volte - e non c'è un posto riservato, nessun controllo sul numero di passeggeri sui treni regionali, nessuna misurazione della temperatura a chi non prende le Frecce. E questo è molto importante, perché gli studenti usano i treni, non usano soltanto i bus, usano i treni per andare a scuola.

È inutile che il Ministro Speranza dica che siamo l'unico Paese a fornire 11 milioni di mascherine per ciascuno dei nostri studenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e per tutto il personale scolastico; deve far controllare questi mezzi di trasporto così importanti, come sono i treni.

E parlare, come ha riferito oggi, di mascherine da usare nei momenti dinamici, piuttosto che nei momenti statici è veramente ridicolo. Noi siamo qui al banco, in un momento statico, allora dobbiamo toglierci la mascherina? Io credo che questi siano veramente degli spot che non è bene continuare a dire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni De Filippo, Sportiello, Fornaro e Carnevali n. 6-00125 e Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi ed altri n. 6-00126 (Vedi l'allegato A). I relativi testi sono in distribuzione.

(Parere del Ministro della Salute)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro della Salute, Roberto Speranza, per l'espressione del parere sulle risoluzioni. Prego, Ministro, a lei la parola.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Esprimo parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza e parere contrario sulla risoluzione di minoranza.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la deputata Fabiola Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-PP-AP). Grazie, Presidente, e grazie, signor Ministro. Le disposizioni dirette a contenere la diffusione dell'epidemia da COVID-19, in particolare per il settore sanitario, sono necessarie per essere pronti a gestire ogni situazione in vista della riapertura delle scuole e per la gestione degli arrivi nel nostro Paese, ma anche per non vanificare tutto il lavoro svolto.

Ognuna di queste misure, che è stata necessaria in questi mesi, ci ha consentito di valutarne gli effetti e anche gli aspetti da rivedere e implementare. Per il reclutamento dei medici di medicina generale e dei pediatri, che stavano attraversando, già in era pre-COVID, una crisi legata ai pensionamenti e al ricambio generazionale, è emerso che occorre facilitare l'ingaggio anche di incarichi provvisori da parte dei giovani medici e dei medici in formazione e che dobbiamo sostenerli nell'organizzazione delle attività, anche in vista della fase di vaccinazione antinfluenzale che, avendo ampliato la platea, richiederà un importante sforzo organizzativo.

Da qui, occorre uno sguardo più ampio all'assistenza territoriale, che deve garantire un team multidisciplinare per una reale presa in carico del cittadino e una puntuale risposta alle domande di salute e di benessere, considerando anche tutte le opportunità del territorio, come le residenze sanitarie assistenziali, che necessitano di personale formato; è necessario anche un potenziamento dei dipartimenti di prevenzione. L'assunzione degli specializzandi deve coniugare le esigenze della carenza del personale con la tutela della qualità della formazione e la valutazione delle capacità acquisite per un indirizzo appropriato nel Servizio sanitario che il medico in formazione fornisce al paziente. Una partita molto importante è monitorare le sperimentazioni dei vaccini anti-COVID nel panorama internazionale, per essere sicuri di muoversi in tempo con le prenotazioni e garantire al nostro Paese le possibilità di averlo a disposizione…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-PP-AP). Dai territori raccogliamo le esperienze di chi è in prima linea e, spesso, si registrano disomogeneità di organizzazione e affidamento alla buona volontà dei singoli professionisti, per cui abbiamo consapevolezza, alla luce di questo stress test della pandemia, della necessità di ripensare insieme a modelli e percorsi nazionali che possano garantire sia in ordinario che in emergenza una programmazione puntuale e un corretto e razionale utilizzo delle risorse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Maurizio Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. C'è troppa stima nei confronti del Ministro Speranza - l'apprezzamento è anche per come nei momenti più difficili ha saputo tenere la barra dritta, anche con una minore esposizione mediatica e con una maggiore responsabilità nell'azione da Ministro - per non darle oggi, proprio in questa occasione, sui punti che lei ha sottolineato, e prendendo sul serio, perché la conosco da parlamentarista convinto quale lei è, anche nella critica, a volte anche dura, dei suggerimenti che noi vediamo proprio a distanza di mesi dal lavoro che si è fatto. Lei ha sottolineato tre questioni. La prima, lo ha detto con chiarezza nella prima parte della sua esposizione, è che la situazione in Italia è migliorata; è migliorata rispetto al passato, ai sei mesi passati, ed è migliore rispetto agli altri Paesi europei; l'età si è abbassata e questo ci ha permesso di avere meno ospedalizzazioni, meno ricoveri in terapia intensiva. Allora, il primo suggerimento è che ci sia una svolta definitiva nella comunicazione e nell'affronto da parte del Governo ai cittadini italiani del problema del COVID: si punti meno sulla paura, meno sul terrore, più sulla responsabilità, più sulla valorizzazione, più sulla libertà. Si inizi a dire che bisogna convivere con il COVID, si inizi a dire che non ci sarà più lockdown, perché non possiamo più permetterci, convivendo con il COVID, avendo i tre dispositivi che lei dice e che condividiamo, e che devono puntare esattamente su tutta la responsabilità, oggi in Italia di avere un altro lockdown, perché non si morirà di COVID ma moriremo di fame e la nostra economia sarà morta.

La seconda: dica con chiarezza, il Governo dica con chiarezza che le nostre città stanno morendo se la gente non torna a lavorare negli uffici e nei luoghi dove il lavoro si incontra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro). Basta con lo smart working così come è stato definito! Tra l'altro, tutti gli uffici sono contro la legge; la legge del lavoro flessibile in Italia, del lavoro agile prevede che solo il 30 per cento dell'orario lavorativo si possa svolgere a casa, a distanza di sei mesi, perché abbiamo interi uffici pubblici, intere aziende che non riportano a lavorare le loro persone negli uffici. Se il problema è della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro, si abbia il coraggio di cambiare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro); le aziende adottino i dispositivi come li stiamo adottando, ma si ritorni alla normalità, altrimenti le nostre città sono morte!

La terza: comunichiamo anche i dati. Lo abbiamo detto, ma lei ha dato parere negativo alla nostra risoluzione: comunichiamo anche i dati. Adesso non lo fa più la Protezione civile e lo fa il Ministero della Sanità, ma comunichiamo i dati in maniera diversa: diamoli in un modo diverso. Per esempio, diciamo, come vi abbiamo suggerito, quanti sono gli asintomatici rispetto al numero di contagi che abbiamo; per esempio diciamo con chiarezza prima che stiamo facendo 100 mila tamponi e che è evidente che se andrete a farne 300 mila o se faremo il tampone a tutta la popolazione italiana, il numero di asintomatici o di contagiati aumenterà a dismisura; ciò è evidente, ma questo però non vuol dire che siamo in una fase, in Italia, di drammaticità della pandemia.

Vado verso la conclusione, perché sulla scuola poi avremo occasione, signor Ministro, di convocare, grazie alle opposizioni - lo dico perché non ne abbiamo discusso in Parlamento - la settimana prossima il Ministro Azzolina. Sui giovani io sono assolutamente d'accordo con lei, che dobbiamo smetterla…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Lupi, per favore.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Vado alla conclusione. Dobbiamo smetterla sulla demonizzazione dei giovani, però, mi perdoni, un'ultima battuta: sulle discoteche non va bene lo scaricabarile e per chi fa politica come me e lei non funziona. Non è che se le discoteche aprono è colpa delle regioni e se chiudono è merito del Governo! Mi perdoni: lei e il suo Presidente del Consiglio siete venuti in quest'Aula a chiederci la proroga dello stato di emergenza; la proroga dello stato di emergenza vuol dire che il Governo può intervenire sempre e comunque. Perché avete aspettato il 18 agosto a chiudere le discoteche quando sono state aperte? In discoteca che cosa si va a fare? Si va ad ascoltare o si va a ballare? Se già sapevate che quello non poteva essere, perché non avete esercitato questo potere immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro)? Questa è la questione per cui non è un problema politico di destra e di sinistra, ma di assunzione di responsabilità: basta con questo scaricabarile!

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). È come se - abbiamo aperti i supermercati - la gente va nei supermercati ma non deve fare la spesa.

PRESIDENTE. Deputato Lupi, deve concludere, altrimenti sono costretto a toglierle la parola.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). E poi, le do un consiglio - e concludo, mi scusi -, usi i suoi poteri sugli insegnanti: non è accettabile che si rifiutino di fare i testi sierologici. Non è accettabile - siamo in uno stato di emergenza, li usi - che gli insegnanti si rifiutino - pochi - di andare a scuola!

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Avete voluto i poteri speciali, usateli! Basta con lo scaricabarile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Ministro, signora sottosegretaria, colleghe e colleghi, in premessa lasciatemi fare gli auguri di pronta guarigione al presidente Berlusconi (Applausi), perché credo che pur essendo asintomatico, fortunatamente asintomatico, debba essere in questo momento raggiunto, davvero senza doppi sensi né altre motivazioni, da un augurio di pronto ristabilimento.

Signor Ministro, questa mattina, quando abbiamo fatto l'intervento sulla fiducia, richiamavo proprio la necessità - per qualche collega che ha avuto la possibilità di ascoltarlo, la bontà di ascoltare il mio intervento - e avevo approfondito il tema del ruolo della politica e delle istituzioni come soggetti che avevano anche in qualche modo un compito istituzionale e costituzionale di educazione. Ciò, quindi, in contrasto, invece, con una politica che negli ultimi tempi sembra essere capace solo di fare surf sui trend topics di giornata. Ebbene, credo che se i cittadini che hanno avuto la possibilità di ascoltarla lo hanno fatto, certamente il suo intervento è stato un intervento che ha risposto in pieno proprio all'idea di una politica e di un'istituzione che prova a volare alto, che non scende in una propaganda spicciola. Il suo è stato un intervento che ha dimostrato come lei - non lo dico solo perché ho l'onore e il privilegio di essere il suo capogruppo - abbia fatto in tutti questi mesi il suo lavoro, la sua attività da Ministro, con impegno, serietà, profondità e coerenza. Io credo che questo gli italiani lo stiano imparando; chi la conosceva sapeva già di questi suoi valori e credo che da questo punto di vista lei stia rendendo un servizio alla nazione non soltanto la parte politica che rappresenta. Perché ho fatto questo ragionamento iniziale? Perché io credo che questa sia una fase difficile e complicata della vita nazionale, ed è stato giusto il suo richiamo a uno sforzo e a una coesione nazionale che è quella che ha caratterizzato i mesi più difficili di questa pandemia, i mesi primaverili.

Ci sono parti politiche che preferiscono una logica di propaganda, che preferiscono alla fine cercare di solleticare gli umori e ovviamente andare incontro anche a legittimi dubbi in alcuni casi, in altri è del tutto evidente che tra portare la mascherina e non portarla chiunque di noi preferisca non portarla, ma se la portiamo è perché, come è stato detto e ricordato dal Ministro, gli scienziati, le persone che si occupano della nostra salute, invitano a farlo perché questo aiuta e ci può proteggere. Quindi, da questo punto di vista, credo che il passaggio che noi abbiamo di fronte sia un passaggio che necessiti di unità e di responsabilità istituzionale, che, devo dire, in questa sede non sempre abbiamo visto in questi mesi: ogni tanto qualche scivolata, questo tentativo di contrapposizione tra livello regionale e quello nazionale. E anche qua devo darle atto che lei sempre ha ricercato faticosamente e umilmente il filo del dialogo, il filo dell'unità e della responsabilità, perché questa è l'unica strada possibile: non si può pensare di affrontare una pandemia, di affrontare la ripresa della curva dei contagi senza avere proprio questo come linea guida, unità e responsabilità istituzionale. Lei ha giustamente citato quella che anche noi consideriamo - ma credo che nessuno in quest'Aula possa dire il contrario - la più grande delle sfide, dopo quella che abbiamo ed è stata combattuta ovviamente in prima linea soprattutto dai medici e dagli operatori, cioè quella della riapertura delle scuole, sapendo che mettere in moto otto milioni di studenti, insegnanti, operatori, famiglie, evidentemente espone ad un rischio. Da questo punto di vista, quindi, la priorità che lei ha indicato ci trova assolutamente d'accordo. Ma non è una priorità del Governo, è una priorità della comunità nazionale, come lei ha giustamente sostenuto, è una priorità di tutti. Anche da questo punto di vista, non aiuta a continuare ad alimentare e a inserire veleni all'interno del dibattito dell'opinione pubblica. I problemi sono enormi, c'erano prima del COVID, per molte scuole italiane, ci sono a maggior ragione durante il COVID. Dobbiamo fare, da questo punto, uno sforzo unitario: non si può continuare, per esempio, a raccontare, come una lenta cantilena che ogni tanto viene riproposta, la fake news del plexiglass, cioè che i nostri studenti e i bambini sarebbero stati in qualche modo circondati da plexiglass; così come questo tema dei banchi sulle rotelle che, lo ricordo qua, era un'opzione lasciata alle scuole, ed è stata un'opzione scelta dai dirigenti scolastici nel 17 per cento dei casi. Si è fatta ironia, e una volta va bene, due magari un po' meno, alla terza è evidente che l'obiettivo è un obiettivo distruttivo, mentre noi abbiamo bisogno di costruire, di costruire una cultura della prevenzione e, credo, non sapendo quale sarà la data in cui avremo a disposizione i vaccini, una cultura dell'emergenza. Da questo punto di vista, è apprezzabile lo sforzo che lei, signor Ministro, ha definito ad un ritorno ad un'azione sistematica di prevenzione sulla medicina scolastica, perché non c'è soltanto il COVID, ci sono molte altre patologie, e si può fare molta, tanta prevenzione. Ci sono una serie di problemi nella crescita dei nostri ragazzi che, se individuati per tempo, possono essere curati, e si può evitare di avere danni maggiori successivamente. C'è un invito, perché credo che lo spirito con cui questo Parlamento ha chiesto questo passaggio, come lei ha ricordato, quello delle comunicazioni prima dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri dei DPCM, è perché ci sono elementi che credo vadano sottolineati e portati alla sua attenzione, e sono stati fatti dai colleghi nelle Commissioni competenti.

C'è un tema che riguarda fondamentalmente i soggetti più fragili della nostra società, quindi c'è un tema ancora aperto sulla disabilità, soprattutto per quei disabili che lavorano e da questo punto di vista c'è il tema, che è stato ricordato anche da un collega prima, dei lavoratori fragili, l'articolo 26 del “Cura Italia”, e della proroga che non c'è. È una questione aperta che va assolutamente affrontata, anche se costosa. C'è, poi, un tema sulla disabilità sugli assistenti, perché in molti casi gli assistenti delle persone disabili arrivano da Paesi dell'est o da Paesi che hanno problemi maggiori di noi con la pandemia e questo va aiutato altrimenti non si riesce a gestire. C'è il tema più generale delle RSA, su cui in molte regioni si continua un po' a giocare sull'ambiguità ma che sono state sottovalutate - e qui dobbiamo dirlo anche in una logica autocritica - nell'impatto durante la fase più acuta della pandemia e c'è una questione che riguarda i cosiddetti “cronici”. Quindi, io credo che le sollecitazioni che sono venute anche in quest'Aula dal collega Bond siano condivisibili. Occorre mettere, per esempio, in condizione, nelle RSA, di avere dei luoghi sicuri e protetti in cui poter riprendere i contatti tra le persone, i propri cari, i malati cronici che sono lì in casa di riposo, perché altrimenti l'abbandono è un problema ed è un rischio molto forte. L'ultima questione - e poi chiudo, signor Presidente - riguarda un tema poco citato, perché abbiamo parlato molto della scuola, giustamente, ma c'è anche il tema dell'università. C'è anche un tema legato all'università e nella risoluzione di maggioranza si chiede che, dopo aver fatto lo sforzo, che noi auspichiamo possa essere uno sforzo positivo, di riapertura in sicurezza e con didattica in presenza nelle scuole, la stessa cosa si faccia sulle università. Le università sono, ovviamente, un grande momento formativo e anche di investimento sul futuro e, quindi, da questo punto di vista credo che occorra fare un ulteriore sforzo. Per tutte queste ragioni crediamo che lei, signor Ministro, debba continuare a fare quello che ha fatto in questi mesi e il Governo anche, cioè quello, sostanzialmente, di farsi guidare, di tenere la barra dritta sul principio di precauzione, con prudenza e con quella capacità di tenere insieme la responsabilità e ovviamente anche l'attenzione agli aspetti economici, ma avendo ben chiaro che prima di tutto viene la salute degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, voglio cominciare rallegrandomi, come ha fatto lei, rispetto all'avvenuta parlamentarizzazione del dibattito. Credo anch'io - e penso che la discussione di oggi lo dimostri ampiamente - che si tratta di un evento positivo, positivo per i provvedimenti che dovranno essere presi e che saranno, da questo punto di vista, sicuramente più autorevoli e saranno anche più ricchi nei contenuti proprio per le raccomandazioni che qui sono state elencate e alle quali anch'io, per il gruppo di Italia Viva, voglio aggiungere il nostro punto di vista. Certo, capisco anche quello che viene detto dalle opposizioni e si vorrebbe anche uno spazio per poter emendare, ma bisogna riconoscere che rispetto a quanto avvenuto in precedenza si tratta - la sua relazione di oggi - di un grande passo avanti che sicuramente ci porta ben oltre la fase in cui con delle semplici conferenze stampa venivano annunciati i contenuti, con un Paese che rimaneva col fiato sospeso per conoscere quello che sarebbe stato di lì a poco rispetto ai provvedimenti immaginati dal Governo. Quindi, siamo molto più avanti e di questo ne diamo atto insieme. Da questo dibattito io credo che non solo i contenuti ne escano arricchiti ma anche il registro comunicativo, che è una cosa molto importante per chi ha responsabilità di governo. A questo riguardo, voglio proporle una riflessione su tre registri che credo fin qui la maggioranza nel suo insieme e il Governo abbiano tenuto: sono il registro della paura, il registro della prudenza e il registro del coraggio. Sono tre registri necessari tutti e tre.

Non bisogna assolutamente aver timore di dire che di fronte all'ignoto la prima reazione giusta, corretta e responsabile può essere quella della paura, nel momento in cui questa induce un atteggiamento di difesa e di lotta rispetto al pericolo che si sta incontrando. Così come forse in una fase successiva subentra l'atteggiamento della prudenza, una prudenza che necessariamente si deve ispirare, come diceva il collega Fornaro poco fa, al principio di precauzione, che sta alla base anche della scienza e che deve stare alla base anche delle scelte politiche. Ma questi due atteggiamenti, comprensibili e giusti, sarebbero monchi rispetto a un'azione di governo efficace se non fossero affiancati da un terzo atteggiamento, che è quello del coraggio. E allora li disponiamo sia temporalmente, uno dopo l'altro, ma anche ciclicamente: in tutte le fasi questi tre atteggiamenti devono convivere, devono essere presenti nelle decisioni che andiamo insieme ad assumere con grave responsabilità.

Sicuramente questi sono gli atteggiamenti che caratterizzano la maggioranza nel suo insieme, nel suo complesso e che ci distinguono nettamente da chi, invece, fa prevalere atteggiamenti come il negazionismo, la spregiudicatezza e forse, dico io, addirittura la scelleratezza. Ne abbiamo un esempio in Governi stranieri e ne abbiamo un esempio anche in alcune punte della comunicazione di forze politiche nostrane. Credo che rimanere su questa triade, su questi tre registri, sia una scelta saggia per il Governo e per i provvedimenti che dovrà varare e che dovrà gestire e sui quali dovremo improntare la nostra comunicazione.

Sicuramente, però, rispetto al passato siamo in una fase in cui, se è vero che paura e prudenza devono rimanere a suggerire i nostri atteggiamenti, il coraggio deve prevalere, perché siamo nella fase in cui occorre convivere con la malattia, non retrocedere davanti alla malattia, e lei ha ricordato come, ad esempio, l'esperienza ci abbia consegnato le tre regole: la regola delle mascherine, del distanziamento di un metro, dell'igiene. Ecco, questo ci consente di affrontare con il registro del coraggio le scelte che abbiamo davanti, così come il lavoro dei comitati tecnici, prezioso e che giustamente dovrà essere reso disponibile in maniera completamente trasparente. Questo coraggio ci deve portare nelle condizioni di poter fare delle scelte che non siano on/off, acceso o spento, ma che consentano di affrontare situazione per situazione le condizioni per cui sia possibile la convivenza con la pandemia.

Mi sembra - e le do atto - che dalla sua relazione e dalla sua comunicazione questo atteggiamento ci sia. Lo ha ricordato molto bene anche lei parlando della scuola, su cui arriverò tra poco.

Un po' tutti hanno ricordato, anche in queste circostanze, il lavoro dei medici e degli infermieri, che vanno sempre ringraziati e che nelle fasi che abbiamo di fronte dovranno comunque svolgere un lavoro importante. Io, però, voglio aggiungere a questo ricordo anche quello dei malati. I malati, vede, sono stati degli eroi loro malgrado. Parlo di quei malati che non hanno potuto ricevere le cure proprio perché in una fase di emergenza abbiamo necessariamente fatto delle scelte che hanno comportato il loro sacrificio. Ecco, credo che un insegnamento lo dobbiamo trarre: medici e infermieri rimarranno in trincea, in prima linea, e magari anziché in trincea saranno in un centro di controllo, dove portiamo, appunto, strumenti nuovi e più efficaci, ma non dovrà ripetersi il fatto che ci siano al loro fianco degli eroi a loro insaputa, degli eroi loro malgrado, ovvero i malati. Intendo dire che è assolutamente necessario potenziare la nostra sanità per fare in modo che, anche di fronte a una recrudescenza, non si debba di nuovo assistere alla sospensione delle cure per i malati cronici e per le malattie che siamo stati fin qui abituati ad affrontare.

Vede, allora, proprio ieri il Commissario Gentiloni, in audizione alle Commissioni riunite di Camera e Senato, ha dovuto rispondere alla nostra domanda sul MES, perché gli abbiamo chiesto: “Senta, Commissario, ma queste fantomatiche condizioni ce le può spiegare dettagliatamente?”. E, proprio ieri, il Commissario ci ha detto: “Non esistono condizioni”. Quindi, se dobbiamo affrontare con coraggio questa fase, se la sanità e la salute devono rimanere al centro ed essere un baluardo delle prossime scelte, se i malati non devono essere coloro che diventeranno nuovamente eroi - loro malgrado -, non si capisce perché non si debba potenziare il servizio sanitario, partendo proprio dalla disponibilità di queste risorse.

Vengo, però, al punto del prossimo DPCM, avendo già ricordato che anche la comunicazione che insieme faremo sarà importante. C'è stato un periodo in cui la nostra comunicazione si basava sul “io resto a casa”. A me non è mai piaciuta - le dico la verità - la scelta di quell'hashtag. Ho sempre preferito l'“andrà tutto bene”, ma devo riconoscere che è stata parte di una strategia vincente. Io spero, mi auguro e sono convinto, anche avendo ascoltato la sua fermezza, che i prossimi hashtag saranno “io resto a scuola”, perché avremo creato le condizioni affinché in classe, con le rotelle o senza, con la mascherina o senza, alle condizioni che lei ha ricordato, prevalga la voglia di stare insieme con i compagni, con gli insegnanti, con i libri e la bellezza dell'insegnamento. O “io resto al lavoro”, prima di tutto, perché coi nostri interventi avremo fatto sì che il lavoro non venisse distrutto e, poi, perché avremo messo in atto proprio quelle condizioni, affinché lo si possa dire e si possano usare questi hashtag.

Veniamo alla scuola. Non è un'agenzia ricreativa dove appoggiare i figli, quando le famiglie lavorano, ma abbiamo imparato che i tempi della scuola sono molto importanti e vanno conciliati con i tempi del lavoro. C'è sicuramente anche questa esigenza. Tuttavia, come dicevo prima, si impara dagli altri, si impara dall'esperienza degli adulti e dalla condivisione con i propri coetanei, cioè si impara stando in classe. Noi dobbiamo puntare a questo risultato. Mi ha fatto molto piacere sentirle dire che questa sarà la massima priorità e che ci si sta disponendo a fare tutto il possibile in tutte le situazioni. Stiamo lasciando ai nostri figli un buco, o meglio un debito, che scegliamo scientemente di creare, affinché non si distrugga l'economia e non vengano pregiudicati per loro le possibilità che noi abbiamo avuto. Ma il buco più grande sarebbe quello nella loro formazione, il buco che nessuno potrebbe ripagare. Quindi, molto bene la centralità e l'attenzione sulla scuola.

Dopodiché, sicuramente, ci sono dei suggerimenti, come test rapidi anche per i ragazzi. La misurazione della febbre crediamo che non debba essere lasciata all'esclusiva responsabilità dei genitori. Anche qui proprio con il MES si può pensare a quegli strumenti. Lei stesso ha ricordato il bel progetto formativo del personale scolastico, a cura del servizio sanitario. Quindi, mi sembra che questa vicinanza tra sistema sanitario e scuola sia fondamentale e vada assolutamente approfondita.

Infine, la questione dei test sierologici, i tamponi, le cure e il vaccino.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO DEL BARBA (IV). Concludo, Presidente. Sicuramente dobbiamo affidarci alla scienza, a quella medica, quella matematica, statistica, alla probabilità e alla scienza dell'organizzazione. Noi riteniamo che solo aumentando la disponibilità di test e tamponi potremo governare il fenomeno, per come ci si presenterà. In passato abbiamo avuto esperienze di regioni in cui questo è stato fatto bene e regioni in cui questo è stato fatto meno bene. Credo che sia compito del Ministero della Salute, con la sua autorevolezza, fare sintesi delle pratiche migliori e proporle come soluzione.

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Del Barba.

MAURO DEL BARBA (IV). Allora, signor Presidente, proprio per queste ragioni, come ho già detto in apertura, annuncio il voto favorevole di Italia Viva alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rampelli. Ministro Speranza, io la ringrazio intanto per il garbo con il quale, ancora una volta, è venuto in Aula a illustrare le decisioni del Governo, su un tema così delicato, che è l'emergenza COVID-19, che certamente ha causato tanti lutti nelle famiglie italiane, alle quali va l'abbraccio mio personale e di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia per un impatto dirompente, che credo però non sia stato pienamente percepito dal Governo sul tessuto economico e produttivo del Paese.

Però, le uniche indicazioni che sono venute sono state, seppure importanti, delle indicazioni comportamentali, per quanto riguarda ovviamente le distanze, l'igiene e l'utilizzo delle mascherine. A fronte, invece, di una gravissima situazione del Paese, Fratelli d'Italia, come lei ben sa, aveva assicurato al Governo sin da subito la propria volontà di collaborare.

Il Governo, invece, ha gestito l'emergenza COVID in maniera del tutto autocratica, estromettendo il Parlamento dai processi decisionali, che riguardano le libertà fondamentali dei cittadini e, soprattutto, stravolgendo completamente i princìpi cardine dell'ordinamento giuridico. Avete scelto di non collaborare con le opposizioni. Per voi, un po', la politica è l'arte di impedire agli avversari di fare la loro parte. Ma, nel nostro caso, non ci riuscirete. Avete assunto decisioni, che - così avete sempre detto perlomeno - derivavano da valutazioni scientifiche formulate dal Comitato tecnico e, alla prova dei fatti, alla luce dei pochi documenti, pochissimi, resi pubblici ad oggi e non per vostra volontà, così non è stato. Io credo che sia gravissimo aver tenuto fino ad oggi coperte determinate informazioni. Ministro, lei oggi, ovviamente, comprende quanto sia importante condividere la responsabilità, che significa in qualche modo anche poter collaborare, anche quel patto sociale che lei poc'anzi ha chiesto, ma lo ha chiesto, devo dire, in una fase in cui tante cose ormai sono state decise e, probabilmente, anche con ritardi enormi.

Noi ci chiediamo il perché non rendere pubblici, senza ulteriori ritardi, tutti i verbali relativi a tutto ciò che è stato prodotto dal Comitato tecnico-scientifico, fin dal sorgere dell'emergenza, dal primo giorno, contenenti raccomandazioni fondamentali, per far fronte a questa crisi epidemiologica. In qualche modo oggi lei ci ha rassicurato. Lo ha fatto in Senato, lo ha fatto qui alla Camera, che da qui a qualche ora tutto ciò sarà pubblicato. Ma lo avete fatto, dopo che insistentemente ve lo ha chiesto il Paese e ve lo ha chiesto il Parlamento, nei cui confronti - devo dire in questa occasione più che in ogni altra - avete dimostrato, secondo me, chiusura e anche una mancanza di rispetto, trattando di una situazione, trattando di un problema, di unicità straordinaria. Quindi, Fratelli d'Italia ha anche depositato - lei lo sa perfettamente - una mozione in tal senso, che ribadiva la richiesta di pubblicazione degli atti del CTS. In qualche modo era anche quel senso, quell'atto di trasparenza, al quale noi ci rivolgevamo. Non dobbiamo essere costretti, da parlamentari eletti, da parlamentari della Repubblica, a leggere i documenti sui giornali. Io non credo che dobbiamo passare le nostre giornate a spulciare ordinanze, piuttosto che DPCM, per avere delle informazioni, che in qualche modo ci vengono precluse e che dovrebbero essere nel diritto di avere di ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le ricordo, però, signor Ministro che, parlando di trasparenza, la trasparenza è una regola democratica, che consente al Parlamento di svolgere il proprio ruolo, un ruolo di controllo, un ruolo democratico sull'attività del Governo. Nell'esercizio delle funzioni spettanti al Parlamento, per esempio, è stata una mia, devo dire, probabilmente lettura attenta o forse approfondita, ho avuto modo di scoprire che, attraverso un'ordinanza di protezione civile, nel mese di agosto, è stato prorogato l'incarico al suo capo di gabinetto, ben oltre i limiti che la normativa prevede per i pensionati. Ovviamente, su questo tema, sul quale abbiamo già depositato un'interpellanza, mi aspetto che il Governo faccia chiarezza, probabilmente ammettendo, con la lealtà che la contraddistingue, di aver adottato un atto viziato da illegittimità amministrativa e politicamente, per quanto ci riguarda, inopportuno. Non potete pensare, infatti, però, che gli italiani facciano dei sacrifici. Un po' ci dà l'idea che voi tirate la corda, mentre gli italiani tirano la cinghia. Voi tutelate, secondo anche alcune normative che prevedono ben altro, con l'emergenza COVID, la scusa di poter in qualche modo utilizzare in alcuni casi altre regole e altre norme. Gli italiani io sono convinta, Ministro, che siano molto più avanti di questo Governo, a dispetto di quello che molti magari pensano. Gli italiani e i parlamentari della Repubblica in primis non accettano che, con la scusa dell'emergenza, si possano adottare proroghe e incarichi. Con questo nulla hanno a che vedere né gli italiani né noi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, credo che c'è una sottovalutazione probabilmente. Purtroppo, è evidente che si brancola un po' nel buio. Sinceramente io credo che la gestione fallimentare - non me ne vogliate - della ripresa scolastica ne è l'esempio. A distanza di pochi giorni dall'inizio e dall'avvio dell'anno scolastico, le famiglie non sanno in che termini i figli riprenderanno queste lezioni e, quindi, se lo faranno con i banchi monoposto, indossando le mascherine chirurgiche o di stoffa. Lei oggi ci ha rappresentato 11 milioni di mascherine per i nostri studenti -, misurando la temperatura corporea a casa piuttosto che all'ingresso dell'aula, facendo lezioni in presenza o altri da remoto. E anche i docenti secondo me sono allo sbando, quei docenti che voi avete sottolineato in qualche modo che non abbandonerete. Anche le scuole italiane in qualche modo, non credo soltanto quelle del Mezzogiorno d'Italia, dalle quali provengo io, dal profondo Sud, stanno facendo di continuo riunioni su riunioni per cercare di capire quale sia realmente la soluzione organizzativa migliore da approntare. Un anno scolastico che certamente sarà difficile per tutti e credo che un Governo che pensa alla priorità nelle Forze armate di sostituirsi ai bidelli, i bidelli magari andranno a controllare i centri di accoglienza, non ha delle priorità che seguano nemmeno un filo logico. Allora abbiamo proposto il perché non pensare nelle scuole al medico scolastico, ricorrendo un po' ai pediatri di base. Tutto questo, però, in qualche modo resta come qualcosa di inascoltato. Vi rendete conto che il nostro futuro è veramente - quello che lei ha tenuto a sottolineare - nelle mani dei ragazzi, ai quali però non si è garantito un avvio sereno dell'anno scolastico e soprattutto l'esercizio del diritto imprescindibile allo studio? L'istruzione dei nostri ragazzi è infatti, vero, una priorità per tutto l'intero Paese. Gli italiani però chiederanno conto anche su altri temi, l'emergenza immigrazione; vorranno capire se c'è questa tendenza per la quale ovviamente noi, che siamo tacciati di razzismo, parliamo di porti chiusi e invece, alla fine, ancora una volta saranno gli italiani a essere chiusi nelle loro case e ad avere i porti aperti. Il Governo ha pensato a commissariare a un certo punto anche la Ministra Azzolina con il commissario Arcuri, oltretutto un mio corregionale, e ha pensato che questa fosse la soluzione per risolvere la cattiva gestione della ripresa dell'anno scolastico. Ahimè, anche purtroppo il commissario della Ministra Azzolina ha dimostrato tutti i suoi limiti; ce ne aveva già dato ampiamente prova quando parlava di distribuzione a non finire di mascherine respiratorie e nel contempo, però, elargiva, nel corso di trasmissioni televisive, le sue paternali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi, Ministro, chiediamo con grande fermezza e con grande chiarezza di poter essere ovviamente responsabili delle scelte, ma soprattutto responsabili da chi in qualche modo deve pensare che le emergenze e la proroga ha visto la contrarietà di Giorgia Meloni, ma di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, sin dall'inizio, perché prorogare questa emergenza significherà dare un altro colpo letale al nostro Paese nel mondo del turismo, nei settori che, devo dire, dovrebbero essere trainanti per la ripresa. E allora credo che in qualche modo forse il vero male è impiegare molto tempo più che a dibattere con chi magari non la pensa come voi, con chi non ha lo stesso tipo di visione, e dedicare magari più tempo ad amare questo Paese, ad amare gli italiani, più che a sconfiggere l'avversario, visto come un nemico e non come qualcuno che può aiutare in qualche modo con delle idee. Signor Ministro, la gestione è una gestione per quanto ci riguarda inefficiente e inefficace del COVID, e quindi non può essere assolutamente condivisa dal gruppo di Fratelli d'Italia. All'inizio di questa mia esperienza - e qua mi riferisco anche all'assenza di oggi del Presidente Conte, che credo ci dovrebbe anche chiarire cosa faremo con gli stadi, cosa faremo con i cinema, cosa faremo con i teatri, affinché poi non si possa dire che è responsabilità di altri o delle regioni - in questo mio primo percorso, prima volta in quest'Aula, ho pensato che ci siano due categorie di politici: quella delle persone probabilmente che non hanno tutte le capacità che ci si aspetta, ma ci sono anche quelle capaci di tutto. Sono certa che lei non faccia parte di nessuna delle due categorie, per il rispetto che porto non soltanto al ruolo, ma alla persona e al politico, però mi sento, tramite il Presidente Rampelli, di chiedere di portare un nostro messaggio, che è una frase che utilizzò credo proprio qualcuno del suo gruppo, se non il suo capogruppo: da parte nostra dire al Presidente Conte che questa sua assenza sarà in qualche modo ancora una volta vista dagli italiani come chi si impegna più per i Servizi che per le necessità e le realtà del Paese. E visto che da poco abbiamo lasciato le nostre spiagge, e quindi chiudo con la frase che forse era del capogruppo di LeU, che riprendeva Seneca, dica al Presidente Conte che non c'è vento a favore per nessun marinaio che non sa dove andare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente, Ministro, sottosegretaria. Vorrei iniziare ricordando a tutti, come il Ministro già ha detto, che noi stiamo affrontando un'emergenza unica, assolutamente nuova per tutti noi. Nuova vuol dire che nessuno sa qual è la ricetta, cioè nessuno sa che cosa è più efficace e meglio fare adesso. Noi lo stiamo imparando facendolo, come spesso accade in medicina: i medici fanno delle prove, scoprono delle nuove attitudini e vanno avanti per prove. Però, nessuno di noi in questo momento, in questi mesi e anche nei futuri ha in mano la bacchetta magica, né può prevedere che cosa accadrà. E quindi, Ministro, dobbiamo dare poche indicazioni, facili, certamente efficaci, senza cambiare idea ogni tanto. Penso alle mascherine: non mi convince tanto, onestamente, la mascherina dinamica, la metto e la tolgo, la tolgo e la metto, perché immagino che in una scuola i bambini se la passeranno uno con l'altro.

Capisco, però, la necessità di dare indicazioni anche aperte agli insegnanti e apprezzo molto l'idea dei corsi di formazione per gli insegnanti che state svolgendo adesso, che sono molto importanti e devono essere continuativi nel corso dell'anno. Abbiamo avanti a noi, secondo me, tre grandi problemi. I tamponi: tamponi sì, tamponi a chi. Abbiamo fatto, quest'oggi, 100 mila tamponi, questo è molto importante, perché stiamo scoprendo, come l'indagine epidemiologica già ci ha dimostrato, che abbiamo molti asintomatici, cioè persone sane che hanno il virus e che lo trasmettono. Tamponarli, questo è importante. Secondo punto, i testi sierologici: fatti sì, come, fatti forse a più persone, questo può aiutare.

Terzo punto molto decisivo, e questo è collegato alla scuola, è il vaccino antinfluenzale: quest'anno andrà fatto a più persone, perché noi avremo, a novembre, a dicembre e a gennaio un problema vero e importante. Avremo tante persone ammalate di influenza e non sapremo se è l'influenza normale o se è il COVID. Se avremo vaccinato una parte di popolazione, possiamo distinguere meglio le due patologie, che sono esattamente sovrapponibili. L'età media si è abbassata: questo non è tanto una sorpresa, perché a marzo i ragazzi erano chiusi in casa, e quindi avevano poca possibilità di diffondere il virus. Ora che sono usciti fuori è evidente che hanno più possibilità di ammalarsi e di trasmettere il virus, e quindi anche qui regole semplici: distanziamenti di un metro, usare la mascherina sempre, lavarsi le mani tutti, e qui siamo tutti d'accordo.

Aggiungerei - questo lei non lo ha detto - che c'è una App che i ragazzi usano molto, che è la App Immuni. Va diffusa, va fatta utilizzare, è un mezzo che loro conoscono e che sanno usare meglio di noi; quindi facciamola girare e facciamola utilizzare. La scuola: è un tema importante, sa perché? Perché non andare a scuola produce dei danni, così come andarci in caso di epidemia. Ora, il Gaslini ha studiato tutti i danni che ha avuto sui bambini, specie quelli fragili, la chiusura della scuola: disturbi di ansia, disturbi del sonno, stress psicologici. Quindi, è necessario riaprire la scuola, ovviamente in sicurezza per tutti, perché non mandare a scuola i nostri bambini - e sono, lei ce lo ha ricordato, oltre un miliardo e mezzo i ragazzi che sono a casa da tanto tempo - comporta dei problemi che non stiamo adesso valutando né contando, ma li troveremo fra qualche anno, più in là.

E voglio arrivare, sulla scuola, su un tema che mi interessa molto perché ho conosciuto quegli anni e ho visto la medicina scolastica, che lei, ha ben ricordato, è del 1961. Perché poi si è persa nel tempo e non c'è più? Nel 1979 c'è stata la creazione del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta di famiglia, che è il medico che conosce alla perfezione il bambino, la famiglia, l'ambiente, e quindi cura il bambino nel suo insieme. Non era più utile e necessario un altro medico che faceva la stessa cosa. La mia preoccupazione è che noi riprendiamo un medico scolastico: prenderemo un non pediatra, prenderemo un giovane medico che non conoscerà nulla della storia di quel bambino e non sarà utile al nostro obiettivo.

Invece, la mia proposta, condivisa anche dalla Fnopi, è di riprendere una figura che abbiamo adesso noi stessi messa in campo, in termine scolastico e di comunità: cioè far sì che nelle scuole ci sia un infermiere o un assistente sanitario che possa fare molte più cose e molto più utili, non solo adesso e non solo in collegamento col territorio e con il medico di famiglia, ma possa, in futuro, svolgere un ruolo importante. Io penso ai bambini, anche qui, ai disabili, ai bambini fragili, che devono fare a scuola terapie importanti, e in questo momento nessuno le assicura loro. Mettendo in campo questa figura professionale adesso per il COVID-19, sarà molto utile averla dopo il COVID-19: consentirà a tanti bambini e a tante mamme, che a volte non mandano i figli a scuola, di farlo con più sicurezza e più tranquillità. Per cui il suggerimento che io voglio dare in questo momento è quello di pensare a una figura diversa dal medico, che possa lavorare in équipe – perché no? – anche con lo psicologo, e affrontare l'emergenza ora e dopo la fase migliore che possiamo affrontare.

E qui concludo, dicendo: questa che noi stiamo vivendo è un'esperienza unica, nuova, ma che ci consente di immaginare un futuro migliore per la sanità. Allora, vogliamo discutere del territorio? Facciamolo. Diamo più organizzazione al territorio, ai medici di famiglia, ai pediatri di base? Facciamolo adesso. Mettiamo in rete il territorio con gli ospedali, facciamo in modo che un medico possa consultare attraverso i computer e la telemedicina i centri di eccellenza migliori per i suoi pazienti, e non far spostare il paziente. Cioè facciamo adesso, con coraggio, Ministro, e con competenza delle scelte che saranno utili adesso e in futuro.

E in questo io ci inserisco, con grande piacere, l'utilità di ragionare anche sulle RSA. Le RSA devono essere così? Dobbiamo farle meglio? Dobbiamo integrarle meglio nel nostro territorio, nel nostro Sistema sanitario nazionale? Allora, non facciamolo in emergenza sempre.

Lei è venuto tantissime volte qui a raccontarci quello che stava accadendo, noi ne siamo molto lieti e questo dà un senso anche al nostro lavoro qui dentro: sentire e proporre delle cose. Io le dico: perché non organizziamo e non facciamo in Parlamento un progetto per il futuro della nostra sanità? Cioè, pensiamo adesso e pensiamo nei prossimi anni come possiamo usare il COVID-19, che è stata una disgrazia, come una vera opportunità per tutto il nostro Sistema sanitario nazionale. Questo è il momento delle scelte forti, coraggiose, utili a noi stessi e al Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Ringrazio il presidente Fornaro: una lezione di stile, per gli auguri rivolti al nostro Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); devo dire, per quello stile che non mi meraviglia. E quell'augurio è inteso essere naturalmente esteso a tutti i cittadini italiani positivi al COVID-19.

Signor Ministro, ancora una volta lei è qui, noi siamo qui a registrare una condizione distonica, se vuole strabica, per cui al suo garbo istituzionale, alla sua cortesia nell'ascolto delle opposizioni, non corrisponde, però, alcun esercizio concreto di governo condiviso. Anzi, il suo Governo continua a comportarsi con disprezzo intollerabile nei confronti delle opposizioni. Talvolta si percepisce un infantile desiderio di fare da soli; e non vorrei ricordarle che, a furia di far da soli, il suo Governo ha inanellato un filotto di errori, di mancanze e di colpevoli ritardi: dalla carenza dei dispositivi di protezione individuale, ai maldestri invii di 18 tonnellate proprio di questi prodotti, nel febbraio scorso in Cina, al ritardo con cui sono state autorizzate e sostenute le attività autoptiche, sino alla confusione che ancora regna sovrana nella catena di comando e nelle assunzioni delle decisioni strategiche. Ancora in queste ore il Governo non dice una parola chiara, magari una, non un coro dissonante, sull'ormai famoso piano tamponi: provate, se ci riuscite, nel segno dell'efficienza a coinvolgere anche i laboratori privati, magari comprimendo quel richiamo ideologico avverso alle imprese. Al cittadino, signor Ministro, non interessa chi fa il tampone, ma come lo si fa: quali sono le condizioni di sicurezza, di efficienza, e magari se è possibile anche risparmiare.

Voi invece conculcate il diritto del cittadino e il diritto delle imprese; addirittura, dopo aver costituito 42 task force, utilizzato migliaia di competenze reclutate con un profilo spiccato ma misogino, leggiamo che chiedete al di fuori dei protocolli ordinari, al di fuori dello stesso comitato tecnico scientifico, un piano dettagliato per tamponare 3, forse 400 mila cittadini italiani al giorno, senza un coordinamento tra regioni, che lasciate andare in ordine sparso alimentando, con dati parziali e disomogenei, paure e fobie. Balbettate ormai da mesi tra l'atteggiamento semplicistico ed autoassolutorio del “tutto va bene”, a quello terroristico che distrugge imprese e speranze: mai una via di mezzo che tuteli la salute di ogni cittadino nel rispetto delle attività produttive, nel rispetto delle attività commerciali, nel rispetto del lavoro e dell'intrapresa, signor Ministro.

È davvero non comprensibile che abbiamo in questi mesi rincorso per sanzionarli i ciclisti della domenica e gli sportivi che correvano sulle battigie deserte: avete sfoderato in favore di telecamere droni e controlli satellitari, e poi alimentate nel segno di una pelosa solidarietà un flusso di migranti irregolari, naturalmente portatori di questa, purtroppo, ed anche altre patologie. Un suggerimento, un suggerimento di buonsenso, signor Ministro: prima di controllare gli ingressi regolari presso stazioni, porti ed aeroporti, magari se provate a farlo in modo eguale in tutti gli aeroporti d'Italia, si provveda a sigillare i confini da intrusioni irregolari e clandestine; ve lo chiede la Sicilia, ve lo chiede l'Italia, ve lo chiede la ragionevolezza.

Ci aspettiamo però da lei un gesto di resipiscenza: vorremmo sentire una parola definitiva sugli interventi concreti per esempio per i nuovi ospedali, per i nuovi macchinari, per la medicina del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non ho ascoltato una parola, e me ne dispiaccio, sulle patologie no-COVID, che nei prossimi mesi e anni diventeranno una causa devastante di morte.

Un piano semplificato ed applicabile per il rientro in classe, ci aspettavamo. La serie A ha il suo calendario, bene in vista ormai in tutte le immagini dei giornali e dei telegiornali; e invece quella classe, la classe scolastica, che è il luogo naturale della dimensione sociale del ragazzo: perderne la natura significherebbe negare gli elementi basilari della nostra convivenza civile. La scuola è il luogo della conoscenza e della fratellanza: le vostre incertezze indeboliranno senza possibilità di recupero i cardini del nostro vivere civile. E allora quei colori del calendario della serie A di calcio su tutte le prime pagine dei giornali, mentre la scuola annaspa e affonda, tra contrapposizioni strumentali, ignoranza, mancanza di leadership: lasciate soli i presidi, gli insegnanti, avete detto di no, ma soprattutto lasciate soli gli studenti e le famiglie, con la nuova definizione, la definizione dei mascherati statici e dei mascherati dinamici. Guardate, non vorrei che nascesse anche nelle nostre classi la moviola delle mascherine, per capire se siamo in una condizione statica o siamo in una condizione dinamica.

Ma signor Ministro, ogni tanto l'assale il dubbio del ridicolo? Spero di sì. Provate a rendere più omogenei viceversa i dati che pubblicate, per consentire consapevolezza, per alimentare conoscenza, per sostenere le ragioni della prudenza, allontanando le fobie e le paure; e soprattutto ci aspettiamo che la facciate finita una volta per tutte con i DPCM e con quella legislazione d'emergenza che tante volte, come tante volte è accaduto nel nostro Paese, è essa stessa la causa dell'emergenza, è essa stessa capace di sostenere ed alimentare l'emergenza.

Diteci se potete, magari fate un vertice di maggioranza, una parola definitiva sui vaccini, anche su quelli antinfluenzali, precisate, provate a precisare, per esempio, che la somministrazione spetta - e non potrebbe essere diversamente - solo ai medici. Ma una parola chiara la meritiamo anche sugli acquisti dei presunti vaccini anti COVID: avevate già annunciato che erano stati acquistati, preacquistati, prenotati, oggi apprendiamo invece che siamo in una sorta di cabina di testa, ma nulla di concreto vi è su questo fronte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e soprattutto nulla certo è assicurato ai cittadini italiani.

Non venga in mente a nessun buontempone, però, di rinviare le elezioni per queste ragioni. Ma intanto sappiate che non dovrete lagnarvi delle code ai seggi, vi abbiamo suggerito per tempo, da una parte, di utilizzare meno le aule scolastiche e, dall'altro, vi abbiamo suggerito, per evitare l'astensione record delle code, che basterebbe raddoppiare le sezioni elettorali in tutti i comuni dove si vota anche per le elezioni regionali e comunali. Non diteci, non ci farà piacere che lo avevamo detto, vi suggeriamo prudenza e anche attenzione. Desecretate tutti i documenti degli scienziati, magari potevate farlo ieri, non domani, anche perché se non lo fate ingenerate sospetti e dubbi obliqui. E non vergognatevi, per questo, delle scelte che avete fatto nei mesi scorsi. I medici, il personale sanitario, quello che è stato al fronte in questi mesi ancora attende una norma che li tuteli nelle responsabilità civili e penali. Nessuna scusa, però, per colpi di spugna per tutelare papaveri e burocrati maneggioni, semmai consentire ai familiari dei caduti in questa battaglia di ottenere verità, giustizia ed eventualmente il giusto risarcimento. Ma si mettano al riparo quei medici, quegli infermieri, che in quelle tristi ore hanno contribuito senz'armi e soprattutto senza esperienza a condurre una battaglia con un male così aggressivo e pernicioso; invece, tutto è nebuloso, tutto incerto, tutto confuso, tutto incomprensibile, tutto contraddittorio. Ministro, aspettiamo che il suo buonsenso, la sua serietà, il suo ingegno, il suo riconosciuto impegno e la sua proverbiale riservatezza diventino, seppur tardivamente, il combustibile per uno scatto di orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) ed una inversione di tendenza, che ridia centralità al Parlamento e traguardi il nostro Paese dalle secche della drammatica situazione in cui lo avete impantanato, verso un futuro sulle ali di investimenti produttivi, infrastrutturali, utilizzando tutte le risorse e subito…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO RUSSO (FI). Sto concludendo. …tutte le risorse che l'Europa ci rende disponibili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Forza Italia voterà a favore della risoluzione che abbiamo sottoscritto con tutte le forze di opposizione ed auspichiamo che agli impegni assunti qui in Parlamento corrispondano quei fatti che ogni cittadino italiano, purtroppo, attende da troppo tempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossana Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Presidente, colleghe, colleghi, sottosegretario, Ministro… Ministro, guardi, io la ascolto sempre con grande interesse e la ascolto anche con piacere perché, tutto sommato, lei usa dei toni gradevoli, eccetera, questo tono disteso… però, alla fine, voglio dire, l'approccio è sempre quello. Io mi domando se lei l'ha letta, la nostra risoluzione, la risoluzione di minoranza. Voglio inoltre sommessamente ricordarle che esiste la possibilità, in quest'Aula parlamentare, invece di dare dei giudizi secchi, cioè contrario, favorevole, si può anche decidere di dire contrario alle premesse, però approvo questa indicazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), però approvo quest'altra, questa non l'approvo… cioè, voglio dire, lei è da troppo tempo in queste Aule per non sapere che, se si vuole dare seguito a questo approccio disteso, magari dire che qualcuna delle nostre proposte può essere accolta potrebbe essere un buon viatico a testimoniare che c'è la vera volontà di collaborare con il Parlamento e con l'opposizione.

Le faccio alcuni esempi: sa a che cosa ha dato, lei, parere contrario? Allora, lasciamo stare che ha dato parere contrario al fatto che non si usino più i DPCM… va beh, per forza, se lei avesse dato parere favorevole, andava a casa stasera e il Presidente Conte le faceva uno shampoo che se lo ricordava…però ha dato parere contrario anche ad adottare iniziative per migliorare la trasparenza, la comprensibilità della trasmissione della comunicazione dei dati; voglio dire, non è possibile - e qui c'entra anche la libera stampa, la televisione, eccetera - che vengano trasmessi dei dati in cui non si precisa se sono aumentati i casi, quanti sono da screening, quanti sono da tracciamento; dove non si metta sufficientemente in correlazione il tutto con quanti sono gli effettivi ricoveri ordinari, quanti sono i ricoveri in terapia intensiva. Si crea e si sta perpetuando un clima di terrore per cui la gente crede davvero di essere ancora in emergenza, ma non è in emergenza. Non è con il terrore che si può avere la collaborazione e la responsabilità delle persone, perché se no mi sa che facciamo la fine di Pierino e il lupo, perché a furia di dire “state attenti”, “state attenti”, “state attenti” e poi non si vede, la gente quando dovesse venire il momento in cui veramente c'è da stare super, super attenti, poi non ci crede più (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, bisogna essere assolutamente trasparenti nel trasmettere i dati.

Poi, completare i protocolli per la riapertura degli istituti scolastici; vorrei riflettere, con il collega che ha parlato prima, del PD, su questa cosa della condizione statica e della condizione dinamica dei bambini, anzi, Presidente, mi permetto di fare una proposta: anche noi qui, quando siamo distanziati, un banco “sì” e un banco “no”, siamo in condizione statica, per cui valutate il fatto di non farci portare, quando siamo seduti, le mascherine, perché qui siamo a questi livelli!

Bene la collaborazione con i dipartimenti di prevenzione sanitaria. Io mi auguro che questo serva, anche perché le prove che abbiamo avuto di controllo di patologie molto meno complicate nelle nostre scuole, purtroppo, fino adesso sono state assolutamente deludenti; parlo delle malattie infettive, parlo, ad esempio, del morbillo, insomma, non riusciamo a controllare nemmeno un normale contagio da morbillo, speriamo di riuscire a controllare almeno questo.

Ancora, lei ha detto “no” a supportare e a fare in modo di agevolare la didattica in presenza e il fatto che vengano in qualche modo aiutati tutti ragazzi con disabilità che hanno delle difficoltà e quindi non devono subire ulteriori danni: era il nostro punto 7, Ministro, ma lei ha detto che è contrario; lei ha detto “no” ad adottare iniziative volte a ripristinare le condizioni di favore che erano presenti nel “Cura Italia” per i lavoratori con disabilità gravi e immunodepressione; lei ha detto che è contrario, Ministro, e poi la gente le deve sapere queste cose. Poi ha detto, naturalmente, “no” ad un controllo più incisivo dei flussi migratori e ad un controllo più incisivo, comunque, di tutti i clandestini che sbarcano: ha detto “no” anche a questo. Ha detto “no” ad avviare in tempi rapidi interventi concreti sul Sistema sanitario nazionale per l'ammodernamento delle infrastrutture e della strumentazione. Non ha parlato di medicina del territorio e non ha parlato di che cosa si dovrebbe fare per tutti i malati cronici con patologie gravi che sono stati o malati oncologici che non hanno potuto ricevere le cure adeguate in tutto questo periodo. Quindi, lei sappia che dicendo no alla risoluzione di minoranza lei si è dichiarato contrario a tutte queste cose.

Ha parlato poi di terapie. In modo un po' confuso nella scorsa comunicazione aveva detto una cosa, oggi ne ha detto un'altra; ha parlato di vaccini ma le terapie - lo ripeto ancora una volta - non è soltanto il vaccino. Credo che si debba in qualche modo parlare anche di anticorpi monoclonali e purtroppo di plasma iperimmune comincia a essere difficile parlarne perché abbiamo talmente pochi malati che sono in grado di dare plasma iperimmune che praticamente quella carta ce la siamo giocata. In conclusione, Ministro, quando lei viene e dice che vuole collaborare con l'opposizione, dovrebbe poi essere assolutamente conseguente; altrimenti mi viene da pensare che, anche con i suoi modi gentili, lei non vuole la collaborazione dell'opposizione, che la maggioranza a cui lei appartiene vuole fare da sola e che l'ascolto e tutto questo cinema che abbiamo fatto di tre ore risulti proprio un cinema e non una cosa seria. Ministro, per favore ci pensi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruggiero. Ne ha facoltà.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, colleghe e colleghi, quello che abbiamo davanti è un momento cruciale per il nostro Paese. Dopo aver affrontato e superato la fase più acuta e drammatica dell'emergenza con risultati positivi che hanno anche accreditato l'Italia a livello internazionale, il mese di settembre, con la riapertura delle scuole, rappresenta una tappa fondamentale nel lungo e complesso percorso di ripresa delle attività. La fase in cui stiamo entrando è estremamente delicata perché con il via alle attività didattiche in presenza milioni di persone si sposteranno ed entreranno in contatto. Ciò che ha ispirato l'azione di Governo sin da subito e continua a farlo è stato fare in modo che questo avvenisse nelle condizioni di maggiore sicurezza possibile. Il quadro epidemiologico che si è delineato in Italia nelle ultime settimane è in parte mutato. Stiamo infatti assistendo ad un nuovo aumento di contagi e al progressivo abbassamento dell'età media dei positivi, come ha ricordato il Ministro, anche in conseguenza del periodo di vacanze estive e della maggiore circolazione delle persone. Fortunatamente possiamo dire che ora la situazione è sotto controllo, ma di certo non è il momento di abbassare la guardia; al contrario è essenziale massima attenzione e comportamenti prudenti e responsabili. Il bollettino di ieri con tredici ricoveri in più ha registrato, dopo diverse settimane, lo sforamento del tetto dei cento pazienti in terapia intensiva, mentre oggi si registrano più di 1.300 contagi. Questi dati devono richiamare tutti alla massima attenzione.

In un contesto generale, come ha confermato il Ministro, il nostro Paese continua a fare meglio rispetto agli altri Stati europei, a riprova del fatto che Governo e Parlamento finora hanno messo a punto le ricette giuste e con la tempistica giusta. Per questo dobbiamo sicuramente ringraziare il grande lavoro fatto dai cittadini e non dobbiamo mai dimenticare che il nostro Paese ha una incredibile risorsa: il nostro Sistema sanitario nazionale pubblico e universale, una risorsa da tutelare e da potenziare. È solo grazie ai sacrifici degli italiani e alla professionalità dei lavoratori della sanità e di tutti gli altri settori che oggi l'Italia può vantare un ruolo indiscutibilmente importante nella gestione di un'emergenza senza precedenti della storia. Non è un caso che il nostro Paese sia assurto a modello agli occhi del mondo e ci dispiace che l'opposizione si aggrappi disperatamente ad ogni pretesto per infangare il nome dell'Italia e criticare la gestione dell'emergenza. Ci dispiace perché in questo momento, in questi mesi, avremmo dovuto remare tutti dalla stessa parte nel rispetto e a tutela del bene di tutti i cittadini e delle cittadine nell'interesse di tutto il Paese.

D'altra parte, basta leggere le dichiarazioni contro l'Italia dei loro alleati in Europa per capire di cosa stiamo parlando. E allora mi chiedo che cosa avrebbe fatto al posto di questo Governo l'opposizione che oggi vaneggia di dittatura sanitaria, taccia Conte di autoritarismo, prestando il fianco a dietrologie e complottismi di ogni sorta, quell'opposizione che un giorno voleva chiudere tutto e quello dopo tenere tutto aperto. Il problema è che, con il senno di poi, tutti siamo degli esperti. Invece noi gli esperti e i tecnici li abbiamo ascoltati sin dal primo momento. Alla luce di tutto ciò speriamo che la pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico-scientifico annunciata in quest'aula oggi da lei, Ministro, metta una volta per tutte la parola “fine” allo stillicidio infinito di insinuazioni e congetture che hanno avvelenato il dibattito negli ultimi giorni perché la trasparenza è sempre stata un nostro valore fondante. Come ho già ricordato poco fa, non bisogna abbassare la guardia. Un problema di cui ci stavamo occupando è quello delle coppie binazionali, coppie che, a causa della pandemia, sono state separate a lungo, lontane in un momento così difficile. Per questo apprezziamo l'impegno del Ministro per la soluzione del problema dei ricongiungimenti delle coppie binazionali.

L'apertura delle scuole costituisce un'ulteriore sfida. Così come è accaduto per altri ambiti, abbiamo dovuto realizzare ex novo protocolli e linee guida tenendo conto delle molteplici variabili in gioco. D'altra parte se volgiamo lo sguardo a quanto accaduto a quei Paesi che avevano già riaperto le scuole comprendiamo l'entità della posta in gioco perché in diversi istituti sono scoppiati dei focolai, alcuni hanno dovuto chiudere e molteplici sono state le problematiche da affrontare. Alla luce di quanto accaduto altrove sono convinta che il nostro Paese si sta avviando all'inizio dell'anno scolastico con il massimo della prudenza e della sicurezza. Da questo punto di vista lo sforzo fatto dal Governo su istruzione e sanità è stato straordinario e di questo ringraziamo la Ministra Azzolina per il grande lavoro che sta portando avanti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Le risorse che abbiamo stanziato nel solo 2020 che hanno dovuto compensare le mancanze degli ultimi anni dopo tagli continui alla sanità e alla scuola. Fra le risorse più cospicue stanziate per la sanità voglio ricordare i 3 miliardi e mezzo del “decreto Cura Italia”, i 3 miliardi del “decreto Rilancio”; i 478 milioni del “decreto Agosto” per lo smaltimento delle liste d'attesa, altri 2 miliardi già previsti dalla legge bilancio 2020. Siamo pienamente d'accordo con lei, Ministro, quando afferma che il ritorno in classe è la priorità del momento. Educazione a scuola nutrita anche dal rapporto sociale di studenti e insegnanti rappresenta un'esperienza insostituibile nella crescita di ogni persona. Seppure la pandemia ha fatto conoscere le potenzialità della didattica a distanza come strumento a cui si potrà ricorrere in futuro quando ve ne sarà bisogno, le lezioni in presenza ricoprono un ruolo inestimabile per ogni individuo. Per questo la riapertura delle scuole costituisce un passaggio straordinariamente importante per il nostro Paese. Il Governo e questa maggioranza hanno lavorato da mesi alla riapertura in sicurezza. Le prime linee guida sono state emanate già a inizio giugno e con uno sforzo senza precedenti tenendo conto di ogni singola specifica realtà territoriale e delle singole esigenze. Sono state messe in campo misure straordinarie: ricordo che per la scuola stati destinati 2,9 miliardi solamente per la ripartenza di settembre e, solo nel 2020, 6,7 miliardi in sette mesi. Nuove assunzioni, risorse per arredi scolastici e per mettere a disposizione di tutti i dispositivi digitali, interventi di edilizia, adeguamento degli spazi interni ed esterni alle misure di sicurezza sono solo alcuni degli investimenti che sono stati fatti. Ora però occorrerà seguire con massima attenzione l'evolversi della situazione, pronti a intervenire non appena necessario con tempestività e seguendo il principio di proporzionalità che ha contraddistinto l'azione del Governo finora (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il momento è storico, la sfida è grande. Noi continueremo ad affrontarla con il massimo della serietà, del senso di rispetto e soprattutto di rispetto dei morti che ci sono stati. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione De Filippo, Sportiello, Fornaro e Carnevali n. 6-00125, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Pongo in votazione la risoluzione Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi ed altri n. 6-00126, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sono così esaurite le comunicazioni del Ministro della salute.  

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Prego i colleghi deputati di defluire in silenzio per consentire ai colleghi iscritti di poter svolgere il loro intervento.

Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano.

Colleghi deputati…

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Con il rispetto dell'Aula vorrei qui ricordare la figura di Philippe Daverio, scomparso, oggi, a Milano (Applausi), uomo di rara intelligenza, cultura, simpatia e calore umano. Fu assessore alla cultura della città di Milano nella giunta Formentini, ha avuto numerosi incarichi; come dicono, oggi, numerosi esponenti dell'arte e della cultura italiana in queste ore, numerosi colleghi critici d'arte, è stato capace di insegnare a tutti noi che la divulgazione dell'arte e della cultura in questo Paese, attraverso la carta stampata, attraverso la televisione, attraverso l'attività nelle istituzioni è un ruolo altrettanto importante, quasi, di quello della produzione dell'arte e della cultura.

I suoi programmi televisivi hanno avvicinato moltissime persone alla conoscenza del nostro Paese, ai suoi più bei tesori, attraversando la storia nostra e la storia mondiale dell'arte con simpatia, con ironia, oltre che con la sua intelligenza e la sua preparazione. Ha, dunque, fatto a tutti noi un grandissimo regalo; alla città di Milano, in particolare, e a tutti noi, milanesi e italiani, mancherà moltissimo la sua figura intelligente, simpatica e colta. Ciao, Philippe (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgetti, sullo stesso argomento, immagino? Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI (LEGA). Assolutamente sì, signor Presidente. Philippe Daverio è stata una persona di straordinaria intelligenza, una persona che è riuscita a far entrare nelle case di tutti gli italiani un'arte che talvolta può essere soltanto riservata alle élite, una persona che aveva una grande passione civile e anche politica, e io devo dire che fa onore alla Lega avergli permesso in qualche modo di dare il proprio contributo nell'arena civica, sociale e politica, con la giunta Formentini. Altre volte ha tentato l'avventura in altre formazioni politiche, ma in modo, direi, non sorprendente, non ha avuto successo. A Philippe Daverio mi legano anche, diciamo così, una conoscenza e un affetto personale, una conoscenza e un affetto personale perché Philippe Daverio ha le radici nel mio paesino, Cazzago Brabbia, 800 abitanti, di cui io sono stato sindaco e dove riposano i suoi nonni, i suoi bisnonni, dove c'è la tomba di famiglia. Ecco, in questo momento, sono commosso e anche un po' emozionato nel ricordare una persona così illustre, che ha dato lustro all'Italia, a Milano, al mio paesino e anche un po' al nostro partito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA (M5S). Grazie, Presidente. Noi ovviamente non interveniamo per ricordare Philippe Daverio per la sua partecipazione alla vita politica, ma in quanto storico dell'arte, saggista, antropologo e pettegolo, come lui si definì una volta, e, soprattutto, gran divulgatore e affabulatore dell'arte e della conoscenza in generale. Se oggi non soltanto studiosi e intellettuali, ma tantissimi cittadini, ricordano il suo personaggio è per questo suo essere pettegolo, inteso come persona curiosa, alla continua ricerca del sapere, ma anche pronta a condividere questo sapere con quante più persone possibile. Ed è proprio questa capacità di arrivare al grande pubblico, di catturare quasi ipnoticamente lo sguardo e la mente degli spettatori, di rendere semplice e comprensibile anche ai non specialisti la complessità delle suggestioni degli argomenti da lui raccontati, è proprio questo che l'ha reso un personaggio molto conosciuto e apprezzato. Lascia un'eredità fatta di tanti scritti, video, puntate di programmi televisivi di successo, primo fra tutti, appunto, Passepartout, e anche qualche polemica, ma, soprattutto, lascia a tutti noi, credo, un messaggio molto forte e importante, un messaggio non ancora del tutto, e in tutti, consolidato nel nostro Paese, il messaggio che l'essenza e la bellezza della cultura sono proprio nell'essere accessibile a tutti, e non a pochi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, ogni qualvolta si spegne una luce della cultura, ciascuno di noi e la nostra comunità perdiamo qualcosa. Philippe Daverio è stato un uomo impegnato nel corso della sua vita, in tutti i sensi: impegnato politicamente, impegnato sul versante della divulgazione e della critica d'arte. Questo lo ha reso molto popolare nel nostro Paese, ed è per questo motivo che in molti oggi lo ricordano, come anche in quest'Aula, con commozione. Io penso che di figure come quella di Daverio vada ricordata soprattutto l'allegria nell'affrontare quella che per molti è una materia che deve essere confinata nel luogo degli specialisti. E anche la sua verve polemica, che non ha mai risparmiato nessuno, noi compresi, rappresentava un po' una cifra a suo modo artistica nel modo di porsi nella scena pubblica. Penso che questo sia un elemento meritevole di essere ricordato anche in un'Aula solenne come questa, e penso che alla sua famiglia e ai suoi amici vadano, da parte di Italia Viva, i sentimenti del più sentito cordoglio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Presidente, intervengo per ricordare Philippe come un grande amico. L'Italia perde un grande uomo, un uomo che davvero ha insegnato all'Italia cosa vuol dire creatività, cosa vuol dire ricerca di bellezza, di valori, in tutta la sua espressività che faceva in mille modi, attraverso la scrittura, attraverso la televisione, attraverso le amicizie che lui creava e che continuava a ricercare. Diceva: io sono sempre molto curioso, ed è questo che mi permette di andare avanti e di trovare sempre bellezza in tutto quello che faccio. Un saluto a un grande amico (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Parlo qui, Presidente, perché con la mascherina faccio fatica. Volevo solo segnalare al Ministro dell'Università, Manfredi, e al Presidente Conte un fatto che sta accadendo in questi giorni e che è stato segnalato anche oggi da Luca De Marchi sul Corriere della Sera: studenti universitari che non sono ammessi al test d'ingresso alle università perché vengono da vacanze, essendo asintomatici e non positivi. Sono esclusi dalla partecipazione a questi test solo perché vengono da vacanze in cui uno degli amici della loro comitiva era positivo, seppure asintomatico, ovvero hanno giocato in squadra con degli asintomatici o positivi. Dunque, in sei mesi una pletorica squadra di esperti non ha valutato questa ipotesi, che rischia di tramutarsi per molti valenti giovani in una perdita di un anno o comunque una perdita di chance. La soluzione sarebbe semplice: fateli partecipare, magari creando dei gabbiotti in plexiglass o in plastica, in modo che possano partecipare ai test senza perdere tutto questo tempo. È un problema di facile soluzione, e ve la consegno gratis, pur non facendo parte di una delle squadre di esperti che avrebbero dovuto già da prima affrontare questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro, sulla morte di Daverio immagino. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, solo un ricordo, in parte personale e non soltanto del critico d'arte, non soltanto dell'uomo, dell'intellettuale, uomo di cultura, ma anche di colui che giocava delle scommesse importanti. A me lega profondamente intanto questa grande capacità di far sì che il mondo dell'arte appartenesse a tutti attraverso il mezzo televisivo, che è quello che raggiunge maggiormente i cittadini. In occasione del mio quinquennio alla presidenza della provincia di Catanzaro, dove si giocò una grande scommessa e dove oggi risiede il parco internazionale di arte moderna e contemporanea credo più importante del Mezzogiorno, Philippe Daverio decise di scendere, di poter collaborare, e lo fece veramente come una sfida da giocare per quel Sud, dove troppo spesso magari si pensa che alcune sfide siano perse in partenza e invece si sono dimostrate ovviamente delle sfide vincenti.

Va il nostro cordoglio, a nome e per conto del gruppo di Fratelli d'Italia, ad un uomo che ha saputo rendere orgogliosi noi di essere italiani, ma anche l'arte italiana di essere arte importante in tutto il mondo (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 3 settembre 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020. (C. 2617-A)

Relatore: RIZZO NERVO.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 257-702 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MARCUCCI ed altri; MONTEVECCHI ed altri: Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 2165)

e delle abbinate proposte di legge: ASCANI ed altri; QUARTAPELLE PROCOPIO. (476-1099)

Relatrice: GRANDE.

La seduta termina alle 22,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: CELESTE D'ARRANDO ED ELENA CARNEVALI (COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE)

CELESTE D'ARRANDO (M5S). (Intervento sulle Comunicazioni del Ministro della Salute). Gentile Ministro, gentili colleghi, in questi mesi abbiamo vissuto un periodo drammatico ed eccezionale che siamo riusciti a superare grazie alla disciplina dimostrata dai nostri concittadini e alle misure emergenziali di contenimento del Covid-19 attivate dal Governo che hanno costituito un significativo vantaggio, in termini epidemiologici, rispetto ad altri Paesi europei.

Ci apprestiamo a riaprire le scuole, chiuse in altri 190 Paesi del mondo, con responsabilità, con l'obiettivo di salvaguardare la salute di tutti e con un impegno di risorse ed energie, come ci ha illustrato, senza precedenti.

A partire dall'investimento di 2,9 miliardi di euro per la riapertura, l'organizzazione e potenziamento di ogni misura di prevenzione, controllo ed intervento a tutela dei nostri figli ricostituendo una relazione organica tra scuola e servizio sanitario nazionale che vigilerà costantemente sulla sicurezza di alunni ed insegnanti fino agli 11 milioni di mascherine distribuite gratuitamente nelle nostre scuole.

Concomitante a questo sistema doveroso di tutela sarà indispensabile il rispetto di quelle norme anti-Covid 19 che abbiamo imparato a conoscere e rispettare, approvate e confermate dalle comunità scientifiche di tutti paesi del mondo, che impongono l'uso della mascherina, il distanziamento sociale e il frequente lavaggio delle mani. Per i ragazzi non sarà facile, ma è indispensabile che comprendano che il rispetto di queste norme significa il rispetto della loro vita, del loro futuro e delle loro famiglie. L'attenzione, infatti, resta alta.

I dati segnalano una graduale salita dei contagi con un abbassamento dell'età media dei contagiati. Siamo consapevoli che la convivenza con il virus si protrarrà fino alla disponibilità di quel vaccino che il nostro Paese si è impegnato fin da subito a ricercare e sperimentare tanto che, come ha annunciato, le prime dosi potrebbero essere già disponibili entro la fine di questo anno.

Gli ultimi dati di monitoraggio a livello nazionale evidenziano, infatti, come l'epidemia in Italia non sia ancora risolta e che la situazione epidemiologica sia estremamente fluida.

La comunità scientifica, tenuto conto che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS­ CoV-2 è ancora rilevante, invita dunque alla massima cautela, a mantenere elevata l'attenzione e a continuare a rafforzare le attività di tracciamento, in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione, per evitare una possibile inversione di tendenza, con aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale.

Lo stato di emergenza, dunque, si pone come strumento fondamentale del nostro ordinamento giuridico per adottare tutti gli strumenti necessari a contenere e controllare il rischio epidemico in maniera tempestiva e, così come sempre è stato fatto, rispettando i principi di adeguatezza e proporzionalità. Il contenimento del numero dei casi è determinato indubbiamente, quindi, dal complesso delle misure emergenziali che il Governo ha adottato, anche di prevenzione e controllo, che permettono di interrompere potenziali catene di trasmissione sul nascere.

L'epidemia Covid-19 ha rappresentato una delle più gravi emergenze della storia del nostro paese, come peraltro testimonia l'elevato numero di decessi (oltre 34 mila!) e dei contagiati, un'emergenza con cui ancora oggi non abbiamo smesso di lottare.

Ancora oggi nel resto del mondo l'emergenza, come dichiarata dall'OMS, che ha costituito il presupposto della delibera del 31 gennaio 2020, rimane ad oggi invariata se non addirittura ulteriormente aggravata alla luce del ritorno dei contagi in molti paesi europei e della conseguente crescita esponenziale della curva epidemica.

Se nel nostro Paese la curva dei contagi ad oggi è limitata, lo dobbiamo alla tempestività con cui sono state fatte scelte dal governo, a tutela della salute di tutti i cittadini e di tutte le cittadine.

Ricordiamo infine che la dichiarazione dello stato di emergenza, che si protrarrà fino al 15 ottobre, non si traduce in "misure di lockdown", ma in una condizione che consente l'adozione di misure straordinarie per la gestione dell'emergenza, non solo nelle sue fasi antecedenti e concomitanti ma anche nelle fasi postume, per contenere gli ulteriori rischi e per regolare e/o disciplinare le conseguenze sanitarie, economiche e sociali, determinate dall'emergenza medesima.

Siamo stati i primi in Europa a dover fare i conti con un virus sconosciuto e molto aggressivo e salvaguardare la salute pubblica è la parola d'ordine e solo grazie a regole rigide è stato possibile tutelarla.

Ci rassicurano le parole pronunciate dal Ministro Speranza, parole che evidenziano l'attenzione e il controllo del Governo sulla situazione in continuo divenire e soprattutto sull'impegno profuso, in termini di risorse ed energie, nel riaprire in estrema sicurezza le scuole, una priorità assoluta per la nostra collettività fatta di famiglie, genitori e figli che hanno compiuto grandi sacrifici nei mesi di lockdown, privandosi della scuola come comunità di incontro, di socialità, di crescita individuale.

Come testimoniato da quanto riferito dal Ministro Speranza, la proroga dello stato di emergenza ci permette di garantire la massima sicurezza con misure che si rendono necessarie. Tra queste è estremamente positivo il potenziamento del controllo ai confini, con la creazione di un meccanismo di reciprocità condiviso con gli altri Paesi europei per tutelare la salute di tutti, comprendendo il potenziamento dei tamponi a chi proviene da paesi particolarmente a rischio.

Lo scopo non è quello di limitare le libertà, ma di evitare che tutti gli sforzi compiuti sino ad oggi con enormi sacrifici da milioni di italiani vadano vanificati.

In questa fase deve continuare a valere il principio di precauzione per scongiurare anche il rischio di una nuova ondata di contagi di "importazione". In una parola: prudenza. Serve prudenza ora più che mai.

Occorre, allora, proseguire sulla linea della gradualità e dell'attenzione da parte di tutti i cittadini.

La strada intrapresa, fatta anche di investimenti nella sanità pubblica e di programmazione strategica, è quella giusta per risollevare il nostro Paese. In questo modo possiamo guardare con maggiore positività ai prossimi mesi.

Abbiamo chiuso con convinzione le stagioni dei tagli lineari, che durante l'emergenza sanitaria ci hanno presentato il conto, quei tagli inaccettabili che hanno compromesso, in alcune regioni più che in altre, il diritto alla salute e alle cure sancito dalla Costituzione.

Abbiamo stanziato 3 miliardi e 500 mila euro nel decreto Cura Italia per rafforzare sanità e protezione civile, a cui si aggiungono 3 miliardi e 100 milioni inseriti nel Decreto Rilancio e 2 miliardi già previsti nella Legge di Bilancio per il 2020. Mai nessun Governo ha investito così tanto!

Se domani avremo saputo trasformare questa drammatica crisi causata dal coronavirus in una opportunità, sarà anche grazie agli investimenti fatti in questi mesi.

Con le risorse stanziate sarà possibile, infatti, aumentare i posti letto nei reparti di terapia intensiva e di rianimazione, migliorare la rete territoriale sociosanitaria, aumentare i contratti di formazione specialistica per superare l'imbuto formativo e garantire la stabilizzazione dei precari della sanità, ricompensando i valorosi medici, infermieri e operatori sanitari, che tanto si sono spesi nei mesi più drammatici dell'emergenza per assistere le persone in difficoltà.

Sono loro che rendono il nostro sistema sanitario un'eccellenza mondiale di cui siamo particolarmente orgogliosi. L'esperienza maturata in questa emergenza rimarrà nella storia, individuale e collettiva.

ELENA CARNEVALI (PD). (Intervento sulle Comunicazioni del Ministro della Salute). Grazie Presidente, Ministro, care colleghe e colleghi, non possiamo che condividere le linee da Lei indicate, prodromiche per la definizione del prossimo DPCM. Approfitto dei pochi minuti a disposizione per sottolineare alcune questioni.

Concordiamo sui due principi che fino a qui hanno caratterizzato le scelte del Governo e del Parlamento: prudenza e adeguatezza, con l'obiettivo di proteggere, prevenire e accompagnare le attività della vita pubblica e privata (lavoro).

Non solo: la strada giusta è quella della condivisione ancorché impegnativa. A livello europeo, come è avvenuto lunedì con l'incontro dei 53 Paesi della Regione europea dell'OMS per la definizione di regole comuni, e a livello nazionale, con l'accordo siglato in conferenza unificata sulle raccomandazioni sanitarie per il rientro a scuola e l'utilizzo del trasporto pubblico locale.

In questa strada di condivisione e collaborazione condividiamo dunque la sua proposta per una strategia collettiva a livello europeo per un meccanismo di reciprocità dei paesi nei controlli ai confini.

Siamo sempre stati convinti che una situazione di epidemia globale necessiti di azioni univoche ed omogenee affinché siano più efficaci.

Chiediamo a Lei in particolare uno sforzo informativo in più sui test sierologici veloci. Non sono ragionevoli le resistenze allo screening che uno strumento di sicurezza per le nostre comunità, siano esse scolastiche, lavorative o sanitarie.

In una giornata di record, oltre 100 mila tamponi, ricordo che il reperimento dei tamponi veloci (più costosi) successivi all'esito positivo del test sierologico hanno il vantaggio di ridurre nettamente il tempo degli esiti che per gli altri – altrettanto efficaci – arriva ad essere anche oltre le 36 ore.

Inoltre, per motivi che ben sappiamo, la campagna vaccinale anti-influenzale e anti-meningococcica deve iniziare – come da circolare del Ministero - ad inizio di ottobre e non alla fine, come sembra avvenga in alcune regioni, sulla popolazione a partire dagli over 65 e oltre alle categorie protette. Ricordo che lo scorso inverno ha colpito 7,6 milioni di persone.

Se oggi abbiamo numeri significativamente più contenuti rispetto ad altre nazioni europee, lo dobbiamo non solo al governo ma – come giustamente ha sottolineato – alle istituzioni repubblicane. Dobbiamo conservare questo risultato con il massimo dello sforzo e dell'impegno collettivo.

L'annuncio della pubblicazione dei verbali delle CTS sgombra definitivamente il campo da dichiarazioni di attività occulte, peraltro fuori luogo.

La maggioranza dei giovani – le assicuro che è così nei territori più colpiti – hanno piena coscienza di essere vettore nei confronti della popolazione potenzialmente più compromessa. Questa consapevolezza deve essere diffusa nel Paese. Alle scuole, agli insegnanti, al personale, ai genitori che non lasceremo soli chiediamo di aiutarci nella crescita di questa presa di coscienza collettiva.

Ancor di più considerando che le limitazioni indicate dalla comunità scientifica internazionale sono ascrivibili alle 3 regole base e alla rinuncia temporanea di situazioni in cui queste regole potrebbero venire meno.

Viviamo ancora il senso di umana fragilità che ha generato la diffusione del virus nelle nostre comunità. Per questo gli investimenti e gli sforzi per un vaccino sicuro, efficace ed universale sono fondamentali per uscire dalle incertezze ed è motivo di orgoglio il ruolo da protagonista che l'Italia sta portando avanti con determinazione nella ricerca e nelle sperimentazioni. Alla comunità scientifica e alle imprese farmaceutiche va il nostro riconoscimento.

Concludo infine sottolineando e condividendo l'assoluta priorità della ripresa delle attività scolastiche in piena sicurezza.

È un dovere e un segnale verso la ripresa nell'investimento più importante, quale l'educazione, la formazione e l'istruzione.

La pandemia ha creato la più grande interruzione dei sistemi educativi della nostra epoca. È un tema complesso in cui non mancano le fatiche, ne siamo consapevoli. Tuttavia garantire il diritto allo studio insieme al diritto alla salute è la sfida più importante che abbiamo di fronte in questo momento.

L'abbiamo detto più volte. Non ha senso mettere in contrapposizione la salute agli altri diritti. In una situazione di epidemia sono inscindibili.

Per essere liberi dobbiamo essere responsabili. Così sarà possibile affrancare la possibile ripresa che intravediamo e riprendere e continuare a vivere la nostra vita pre-Covid in attesa del vaccino che eliminerà le nostre incertezze e usare al meglio le potenzialità dei 209 miliardi di fondi europei.

È una priorità per gli studenti e le studentesse, per le loro famiglie. Per il personale della scuola. È una priorità assoluta per il Paese. L'unità nazionale e la collaborazione tra le istituzioni su tutti i livelli sono le chiavi per una riuscita positiva di questa sfida.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato Morelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 il deputato Morelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 3)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale inserim. odg comunicaz. Min. Salute 398 398 0 299 398 0 35 Appr.
2 Nominale Ris. De Filippo e a. - 6-125 382 380 2 191 230 150 33 Appr.
3 Nominale Ris. Molinari e a. - 6-126 390 382 8 192 148 234 33 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.