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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 422 di mercoledì 4 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Cancelleri, Casa, Cavandoli, Ceccanti, Covolo, Davide Crippa. D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giorgis, Invernizzi, L'Abbate, Lorefice, Losacco, Lupi, Molinari, Nardi, Perantoni, Serracchiani, Sisto, Tasso, Tateo, Tomasi, Traversi e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, anzi non sospendo ancora la seduta…

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Mi sembra doveroso oggi, 4 novembre, anniversario della vittoria dell'Italia nella Grande guerra e anche festa delle Forze Armate, celebrare anche in quest'Aula i nostri uomini e le nostre donne in divisa (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma soprattutto i tanti eroi che hanno dato la vita per l'Italia.

Io vorrei ricordare - come Fratelli d'Italia anche lo stiamo ricordando - un ragazzo, Alberto Riva Villa Santa: il padre morì nel 1916, lui a 17 anni si trasferì con la famiglia da Cagliari a Milano, scappò da casa per arruolarsi, mentì sull'età per combattere e si distinse in battaglia. Lo rimandarono a casa quando scoprirono la verità, ma lui continuò a voler far parte Forze armate, andò a combattere, entrò nei bersaglieri e si distinse, tant'è che ricevette una medaglia d'argento. Proprio il 4 novembre del 1918, quando era stato già firmato l'armistizio e stavano per finire i combattimenti, morì. Per questo gesto, perché lui non si arrese mai e continuò a guidare i suoi bersaglieri, ricevette, poi, la medaglia d'oro. Anche D'Annunzio gli dedicò uno scritto, proprio a testimonianza dei tanti ragazzi che, da tutte le parti d'Italia, andarono a combattere per l'unità d'Italia, per vincere quella guerra. Noi oggi vorremmo che questo 4 novembre ritornasse ad essere una festa, che nelle scuole e nelle Tv si celebrassero questi eroi che ogni giorno - ancora oggi, quelli che vestono la divisa - continuano ad operare. Noi vogliamo ricordare che abbiamo tanti eroi, che dobbiamo celebrare e ricordare, e non lasciarli impolverati in un cassetto. Viva le Forze armate, viva l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io, in questa giornata, voglio ricordare le nostre Forze armate. Un 4 novembre diverso dal solito, che non ci vede poter partecipare a cerimonie sul territorio nazionale e nelle piazze, in cui il popolo ricorda, a centodue anni di distanza dalla fine del sanguinoso primo conflitto mondiale, il sacrificio di tanti italiani che combatterono per l'unità d'Italia e per la libertà delle zone che erano ancora sotto il dominio asburgico. Un sacrificio che è stato ricordato e condensato in quello che è l'Altare della Patria, in quel monumento che, a piazza Venezia, ricorda il sacrificio di centinaia di migliaia di persone, che ricorda quelle persone che sono sepolte, ancora oggi, nei sacrari militari senza un nome, pur avendo donato la propria vita per questi ideali, anche se, magari, combattevano senza saperne realmente il motivo, ma spinti dall'ideale della patria e della unità di questo Paese. In questa giornata così particolare, ci uniamo in questi momenti al Presidente della Repubblica che, all'Altare della Patria sta portando il saluto di tutto il Paese a questi uomini, a questi militari che allora persero la vita. Ma vogliamo ricordare, in questo giorno specifico, anche le nostre Forze armate, che, in questi mesi, sono tornate preziosamente alla ribalta, portando soccorso alle popolazioni colpite pesantemente dalla pandemia; sono tornate ad essere vicine a quella gente, cui sono state, magari, sottratte dal fatto di avere cancellato la festività del 4 novembre come festa civile, così come sono state cancellate le feste delle varie Armi che non si possono più tenere nelle pubbliche piazze, ma solo all'interno delle varie caserme. Pensiamo e riflettiamo su quello che è stato fatto, anche in questi mesi, dalle nostre Forze armate; ricordiamoci di avvicinare gli uomini in divisa ai civili, alla gente che li considera un prezioso aiuto in ogni momento: quando c'è da difendere il Paese, quando c'è da portare la pace all'interno del mondo, ma anche quando si verificano calamità, che vedono il concorso delle Forze armate con la Protezione civile e le altre Istituzioni accanto alla gente che soffre. Cogliamo questa occasione, la particolarità di questa festa negata a causa di questo virus, per riflettere e per rendere nuovamente, dal prossimo anno, il 4 novembre festività nazionale ed essere vicini a tutte le nostre Forze armate (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Tripodi. Ne ha facoltà.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Naturalmente, anche il gruppo di Forza Italia intende rivolgere un pensiero alle nostre Forze armate nella giornata della loro festa e dell'unità nazionale. Presidente, questa è una giornata che rimane e rimarrà scolpita per sempre nella storia patria, perché è l'anniversario della vittoria nella Prima guerra mondiale, dove finalmente il Paese si è ritrovato unito, ma, soprattutto, quest'anno particolarmente significativa per il ruolo che le Forze armate stanno svolgendo dall'inizio di questa tragica pandemia. A loro va la nostra gratitudine, per l'esempio che danno ogni giorno al servizio del Paese, con i medici militari, con uomini e mezzi schierati, non dimenticando, naturalmente, l'enorme contributo che viene dato nelle 41 missioni internazionali, dove più di 8 mila uomini sono impiegati a servizio della sicurezza in aree di crisi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Il 4 novembre è un giorno significativo per la storia del nostro Paese. Pochi minuti fa, il Presidente della Repubblica, accompagnato dal Ministro della Difesa, ha portato il proprio omaggio e il proprio saluto al memoriale che ricorda il milite ignoto e, con lui, le centinaia di migliaia di italiani che si sacrificarono sulle alture del Carso, nell'altopiano di Asiago, nelle sanguinosissime battaglie dell'Isonzo, da Caporetto fino alla straordinaria prova di resistenza e di rilancio che fu costituita dalla battaglia del Piave, con le drammatiche pagine di guerra, di lutti e di sangue corso sul Montello. Noi non possiamo e non dobbiamo dimenticare quell'esperienza e molto giustamente, nel suo messaggio, oggi, il Presidente della Repubblica ci invita a considerare lo straordinario ruolo che le Forze armate, in connessione con questo spirito di impegno, di sacrificio e di servizio che hanno svolto, assicurano per finalità di pace, di giustizia e di libertà. Penso sia giusto, nel momento in cui noi celebriamo questa giornata, ricordare l'impegno che le Forze armate hanno svolto e stanno svolgendo in questa pandemia, l'enorme contributo che hanno svolto e che stanno svolgendo al servizio della nostra comunità nazionale, non solo compendiata dall'impegno diretto contro le conseguenze del virus, ma anche nella prosecuzione della operazione “Strade sicure” che è in grado di garantire maggiore sicurezza ai nostri concittadini. Per noi le Forze armate sono una risorsa importante, sono una risorsa decisiva, si può dire che sono un patrimonio e un bene comune dell'intera Repubblica e noi, oggi, vogliamo rendere omaggio a questo significativo pezzo delle nostre istituzioni. Buon 4 novembre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, il 4 novembre non rappresenta soltanto la festa delle Forze armate, ma rappresenta, soprattutto, la festa dell'identità nazionale. Oggi, forse, più che mai, dovremmo riflettere sull'importanza dell'unità nazionale, sul valore di identità di un popolo. Viviamo un periodo storico difficile, a tratti buio e angosciante: abbiamo perduto persone care, abbiamo sperimentato la solitudine, abbiamo lottato e stiamo lottando tuttora contro questo invisibile nemico, che da mesi ci tiene in pugno. Proprio per questo va sempre ricordato quanto sacrificio è stato fatto ed è fondamentale non vanificare gli sforzi del nostro Paese, che è un grande Paese. Le Istituzioni e le Forze armate vanno elogiate per il continuo lavoro di supporto che svolgono e per il costante contributo che danno sia a livello nazionale che internazionale.

Dobbiamo tenere l'unità nazionale, quindi Italia unita sotto un tricolore che ha visto guerre, carestie e tragedie. Dobbiamo sentire forte il senso di appartenenza: dobbiamo, quindi, evitare scontri, divisione, regressione. C'è bisogno di collaborazione, c'è bisogno di condivisione, c'è bisogno di unione. Questa è l'Italia che ci piace, questa è la nazione in cui gli italiani hanno il diritto di vivere, ora e sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Il 4 novembre si celebra la festa delle Forze armate, di quella che fu la Prima guerra mondiale, la prima grande tragedia del nostro continente europeo. Le conseguenze di quella guerra furono, è vero, che noi ci ampliammo come Paese, ma, di fatto, poi si aprì la porta a quei nazionalismi, a quei fascismi che portarono, poi, alla Seconda guerra mondiale. È giusto celebrare qui le Forze armate, che consentirono alla nostra patria di fare una buona figura in quell'occasione, anche se furono sprecate vite umane, giovani, ragazzi.

Tanti anni fa, nel 2011, ci fu la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia e a Torino, la mia città, si tenne una mostra molto interessante: “Fare gli italiani”. Ebbene, in quella mostra si notò come la Prima guerra mondiale aveva effettivamente unito il nostro Paese attraverso le lettere che i ragazzi scrivevano alle loro famiglie, attraverso il servizio militare, che aveva obbligato intere generazioni di altri paesi ad andare a combattere in un posto che loro consideravano lontano, come i dialetti si unirono e come l'italiano, che era una lingua sconosciuta ai più, fu per la prima volta utilizzato da molti.

Ecco, oggi che ricordiamo quei ragazzi, quei ragazzi innocenti che persero la vita - e anche non, come dire, comandati all'altezza della situazione e ricordiamo che molti generali e molti comandanti non furono all'altezza dei ragazzi che guidarono -, mi sembra giusto ricordare quelle vittime innocenti e come in tutte le guerre si creino soltanto vittime innocenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Mi associo al ricordo trasversale di tutta l'Aula nei confronti dei caduti della Prima guerra mondiale e aggiungo una piccola riflessione di tipo squisitamente geopolitico. Le guerre sono sempre un male, questo è ovvio, e tutto ciò che è accaduto dopo le guerre ne è la riprova: il tentativo del mondo civile e civilizzato di arrivare prima delle guerre con l'istituzione, dopo la Prima guerra mondiale, della Società delle Nazioni, l'istituzione dell'ONU dopo la Seconda guerra mondiale, la nostra Europa unita.

Dobbiamo però, Presidente, nel condannare fermamente ogni guerra, anche chiederci che cosa sarebbe successo al mondo se la Prima guerra mondiale, ad esempio, non fosse accaduta. Ricordiamoci che l'Impero ottomano cadde con la vittoria nostra e dei nostri alleati nella Prima guerra mondiale. Che cosa sarebbe accaduto se l'Impero ottomano avesse continuato ad avanzare dopo il 1914? Dico l'Impero ottomano per fare un esempio sostanzialmente, anche abbastanza attuale sulla base delle informazioni che sentiamo dai media.

Quindi, Presidente, credo che Aule come queste siano importanti, fondamentali per condannare la sostanza dei conflitti, della morte dei giovani, di quei giovani che furono mandati a morire per un'Italia che non sentivano neppure loro, giovani che provenivano dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria, che erano stati uniti forzosamente in un'Italia che ancora loro non comprendevano.

Ebbene, Presidente, la politica deve fare questo: deve essere interventismo, ma deve essere anche lungimiranza. In quest'Aula e in queste Aule dobbiamo riflettere sul male della guerra, ma dobbiamo anche riflettere su quello che la guerra, per certi versi, ha creato e su come il mondo è stato indirizzato dopo ogni conflitto mondiale. Io credo di potermi unire, come dire, alla memoria, al ricordo di tutti i giovani morti e raccomandare al Governo che nelle scuole si studi sempre e sempre meglio la Prima e la Seconda guerra mondiale, che, ahimè, i nostri giovani conoscono sempre meno, facendosi così un'idea diversa da quella che è stata la realtà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie. Signor Presidente, quest'anno, a causa del COVID-19, non ci saranno, se non in pochissime città, le cerimonie dedicate alla ricorrenza del 4 novembre, alla Festa delle Forze armate, del ricordo della vittoria della Prima guerra mondiale. Io credo che alla nostra generazione, una generazione lontana da quegli eventi, spetti un compito non semplice. Viviamo, come ha scritto David Bidussa qualche anno fa in un bel libro, nell'epoca della post-memoria, cioè sono scomparsi i testimoni di quegli eventi e, quindi, tocca a noi, tocca a chi non ha vissuto quei giorni e quegli anni, trasmettere memoria. E qual è il senso e il significato, io credo, anche del 4 novembre? Fare memoria significa ricordare innanzitutto i caduti, ma significa ricordare il dramma, la violenza, le sopraffazioni di una guerra che per la prima volta fu guerra di massa.

In un bel libro alcuni anni fa sono state raccolte le lettere dei soldati scritte alle loro famiglie e censurate dalla polizia militare. C'è, in quelle lettere, la restituzione delle sofferenze, del dramma vissuto nelle trincee. Qual è, quindi, il messaggio che credo sia giusto trasmettere? Il messaggio che quei testimoni, quei caduti oggi ci consegnano è quello che la guerra non è la soluzione dei problemi, non lo è mai. E, quindi, in fondo il 4 novembre è un messaggio di pace, un messaggio di pace che è stato raccolto dalla generazione e dai gruppi dirigenti europei dopo la Seconda guerra mondiale e che ci ha restituito un lungo periodo di pace per il nostro continente. Credo, quindi, che il significato più grande di questa ricorrenza sia proprio questo, cioè che la guerra non è mai la soluzione dei problemi.

PRESIDENTE. La Presidenza si associa ai sentimenti di riconoscenza verso le Forze armate, di cui si celebra oggi la Festa nazionale.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Boldrini e Speranza; Zan ed altri; Scalfarotto ed altri; Perantoni ed altri; Bartolozzi: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere (A.C. 107-569-868-2171-2255-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 107-569-868-2171-2255-A: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Varchi 6.197.

(Ripresa esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Montaruli 6.208, a pagina 2 del fascicolo.

Ricordo che è stata avanzata richiesta di votazione a scrutinio segreto e che la Presidenza ha accolto tale richiesta.

Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Prendo la parola per ribadire quello che abbiamo inserito nel nostro emendamento, presentato e votato ieri, che, ovviamente, ha dei riflessi sull'emendamento che stiamo per votare. Nell'emendamento presentato dalla Commissione noi abbiamo ribadito il coinvolgimento delle scuole e abbiamo ribadito l'importanza delle iniziative che abbiamo inserito nella nostra proposta di legge, nel rispetto del piano triennale di offerta formativa e del patto educativo di corresponsabilità. Presidente, io voglio dare lettura, perché abbiamo richiamato, appunto, la legge n. 107.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega Giuliano. Colleghi! Prego, riprenda.

CARLA GIULIANO (M5S). Come dicevo, ricordo, nella legge n. 107 del 2015, in particolare all'articolo 1, il comma 16, che noi richiamiamo, ma anche altri commi di tale legge. Leggo, per esempio, il comma 14, con riguardo al piano triennale dell'offerta formativa: ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale per la scuola, all'interno del quale viene esplicitata la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia. Lo stesso comma 16, che noi richiamiamo nel nostro emendamento, ricorda che il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo, nelle scuole di ogni ordine e grado, l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo.

Presidente, quindi, noi abbiamo già previsto, ed era già previsto come prassi all'interno dell'autonomia scolastica, il pieno coinvolgimento, in ogni decisione, degli organi scolastici collegiali e dei genitori. È fondamentale ribadire questo aspetto, perché la scuola deve agire in assoluta sinergia con i genitori, proprio per formare, quelli che saranno gli uomini e le donne del futuro, ad una visione quanto più critica, aperta e tollerante, non discriminante verso idee o situazioni differenti. Aver specificato ulteriormente, aver richiamato ulteriormente in questa legge dei princìpi, che sono i princìpi cardine della scuola, che sono richiamati nella legge n. 107 del 2015, la cosiddetta “Buona scuola”, è un ulteriore elemento in più, che sgombra il campo da qualsiasi strumentalizzazione, da qualsiasi paura e da qualsiasi dubbio. Ripeto: scuola e genitori devono agire sinergicamente per aiutare nella crescita culturale i nostri giovani, i nostri bimbi, i nostri ragazzi, per metterli in grado di affrontare al meglio il loro futuro. Da questo punto di vista, credo che abbiamo fatto un lavoro importantissimo, che va a rafforzare ancora di più l'impianto di questa legge e sgombra il campo - ripeto - da qualsiasi paura e da qualsiasi strumentalizzazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Ci sarebbe un modo molto semplice di rassicurare ulteriormente tutti quanti: il modo è votare questo emendamento. Ancora una volta ci spiace che la maggioranza non voglia cogliere le occasioni, che in continuità stiamo offrendo loro, proprio per rassicurarci e rassicurare, tramite questi voti ai nostri emendamenti, tutte le famiglie italiane. Vedete, questo è un piccolo grande emendamento. È un piccolo emendamento, perché non fa niente altro che ricordare quello che abbiamo già detto ieri, cioè il fatto che dobbiamo essere prudenti nell'esporre, specialmente le bambine e i bambini, a certi argomenti, che per loro sono dichiaratamente prematuri. È un grande emendamento perché ci ricorda, richiamando la necessità del consenso di entrambi i genitori, che l'essere umano è un essere fondamentalmente relazionale, cioè sta, vive, nasce dentro una relazione. Non a caso ciascuno di noi è nato dalla relazione tra una donna e un uomo. Non a caso ciascuno di noi, se privato, soprattutto quando è piccolo, ancora bambino, del supporto relazionale attorno a sé, non ha una crescita equilibrata e coerente. Per questo motivo, questo emendamento è grande, perché per noi natura e cultura stanno insieme. L'essere umano ha questa caratteristica: è un essere di natura, ma è un essere di cultura, che sta dentro una cultura, sta dentro delle relazioni. Noi non siamo dei fan della natura, noi non siamo dei naturalisti - cosa naturalmente ben diversa dai naturisti -, noi siamo fan della realtà e siamo fan dell'evidenza, cioè di ciò che è evidente. Per questo siamo contro - e chiudo, Presidente - questa legge, che è una legge, come abbiamo già detto tante volte, pedagogica, che punta sostanzialmente a costruire una nuova antropologia, attraverso l'uso della polizia del pensiero, nella prima parte della norma che si innesta nella “legge Mancino”, e, in questa seconda parte, attraverso la pulizia del pensiero. Per questo motivo, vi invitiamo a votare questo emendamento, che, come abbiamo già detto, non mette in discussione l'impianto della legge, ma serve a dare un tassello di rassicurazioni a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per richiamo al Regolamento, il deputato Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, grazie, Presidente: articolo 8, comma 2, in particolare la parte finale dove si dice che il Presidente stabilisce l'ordine delle votazioni e chiarisce il significato del voto. Approfitto di questo, perché lei ci ha dato la possibilità, come Presidente, di avere il voto segreto. È appena intervenuta una collega che, nel merito dell'emendamento, dice e ci ha spiegato che non c'è alcuna assoluta contrarietà, nel senso che ha fatto riferimento all'emendamento proposto dalla Commissione e approvato dal Parlamento, in cui si fa riferimento alla legge del 2015, al piano triennale educativo e via dicendo. Allora, io le chiederei, proprio essendo un voto segreto e delicato, di dare la possibilità al relatore di farci comprendere la ragione per cui non si deve avere un parere favorevole, se non ci sono obiezioni di merito riguardo al contenuto di questo emendamento; cioè non c'è nessuna obiezione di merito per quanto riguarda il piano educativo e le iniziative di cui al comma precedente - quindi alla istituzione di questa giornata, alla sensibilizzazione delle scuole a questa giornata, pur senza oneri a carico dello Stato - a chiedere l'autorizzazione, come già previsto, dei genitori, rispetto ai minori di 18 anni. Quindi, proprio per permettere all'Aula di essere cosciente del proprio voto, credo che oggi, essendo un voto importante e delicato, ci sia bisogno di capire la ragione per cui si vota contro. Per quale ragione, se c'è una preoccupazione da parte di un pezzo del Parlamento.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Deputato Lupi, io le ricordo che lei ha chiesto la parola per richiamo al Regolamento.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, sto cercando…

PRESIDENTE. Lei sta facendo un intervento di merito.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). No.

PRESIDENTE. Io l'ho lasciata parlare perché ha esaurito i suoi tempi. Però, capisce bene che la modalità surrettizia, attraverso la quale si utilizza il richiamo al Regolamento per fare un intervento di merito, non può essere tollerata.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). No. le sto chiedendo…

PRESIDENTE. Quindi, la invito a chiudere subito il suo intervento.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Si figuri, concludo e la ringrazio.

PRESIDENTE. E poi il relatore, se vorrà e lo riterrà, potrà risponderle. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Ma il collega relatore è distratto. Vorrei che ci permettesse di comprendere questa cosa, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, concluda, subito.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Ho concluso.

PRESIDENTE. Grazie.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Ho concluso, le sto chiedendo la cortesia di poter permettere all'Aula di comprendere, attraverso - ovviamente laddove fosse disponibile - un intervento del relatore, la ragione per cui, in questo voto delicato e segreto, non sia possibile dare un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ho già interpellato il relatore; se vorrà, alzerà la mano e prenderà la parola. Non mi pare che ci siano altri interventi …

ENRICO COSTA (MISTO). Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Costa, c'è stato già un intervento per il suo gruppo da parte del deputato Palmieri. Il titolo personale non c'è più, come già spiegato nella giornata di ieri. Non ci sono più gli interventi a titolo personale, ogni gruppo ha la facoltà, se questo è previsto dai tempi che gli sono rimasti, di prendere la parola. Quindi nel suo caso… Il deputato Cantalamessa invece può parlare, per un minuto.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Grazie, Presidente. Per dire che sottoscrivo l'emendamento che adesso discutiamo e richiamo l'attenzione di tutta l'Assemblea su questo emendamento, perché non è una questione di colori politici: questo emendamento delle colleghe Montaruli, Varchi e Maschio dice: “In ogni caso, quando le iniziative di cui ai commi precedenti coinvolgono direttamente o indirettamente i minori di anni diciotto, è richiesto l'esplicito e particolare consenso di entrambi i genitori”.

Vedete, diceva prima la collega Giuliano che esiste un patto di corresponsabilità educativa. Ma è tutto implicito: i genitori hanno il diritto di educare i loro figli e la politica ha il dovere di lasciar fare ai genitori il loro ruolo, al quale sono chiamati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vedete, è un errore parlare di formazione dei figli in una legge sull'omotransfobia; è un errore non dare la possibilità di discernere la libera manifestazione del pensiero dalle discriminazioni e dalle offese; è un errore discriminare i vari tipi di discriminazione, se si parla di omotransfobia o di altri tipi di discriminazione; è un errore parlare…

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). …di questi temi quando l'Italia è alla fame e non ha il tempo di seguire quello di cui stiamo parlando qui (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il sito www.ourworldindata.org ha detto che l'Italia è l'ultima in Europa per contributi ai lavoratori, meno del 50 per cento. Il fatto che quest'Aula si stia occupando di questi argomenti è un'offesa a tutti gli italiani che sono in difficoltà e ai genitori che vogliono poter decidere del futuro dei loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.208 Montaruli, cui il deputato Alessandro Pagano ha aggiunto la propria firma, con il parere contrario del relatore e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Ricordo che il voto è segreto.

(Segue la votazione).

Il deputato Vignaroli non riesce a votare, chiedo cortesemente ai tecnici di intervenire a soccorso.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6. Ha chiesto di parlare la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, noi voteremo contro l'articolo 6 perché riteniamo che l'istituzione di questa giornata non assolva ad una funzione educativa, bensì assuma una connotazione esclusivamente ideologica. E questo colleghi discende anche da un ragionamento piuttosto logico che io faccio: se io ho intenzione di eliminare una discriminazione, tutto vorrei fuorché ci fosse una giornata che ogni anno ricorda che questa discriminazione esiste, che per essere combattuta ha bisogno di una nuova fattispecie di reato.

Colleghi, noi, pur condividendo lo spirito che ha animato i proponenti di questo testo, diciamo questo con la forza di chi è stato sempre in prima linea, collega Giuliano, nel contrastare e condannare ogni forma di discriminazione e di violenza, esercitata specialmente nei confronti delle categorie più vulnerabili. Ma noi non riteniamo che questo sia lo strumento idoneo a perseguire questo fine che noi, come voi, vogliamo prefissarci, e cioè quello di formare davvero una cultura antidiscriminazione. E invece utilizziamo nuovamente il codice penale!

È da due anni, colleghi di maggioranza, dall'inizio di questa legislatura che non facciamo altro che inasprire pene su pene, toccare il codice penale, istituire nuove fattispecie di reato ogni mese. Ma non è questo il modo adatto per risolvere un problema di questo tipo che, ripeto, è un problema che va affrontato formando le coscienze, ma con interventi culturali seri. Invece la pericolosità di questa legge - premesso che già il nostro ordinamento punisce questo tipo di reati con le circostanze aggravanti -, la pericolosità che noi rintracciamo in questo strumento è che si conferisca, in un ambito molto complesso da definire, a un giudice il potere discrezionale di definire dei comportamenti, degli atti che possono attenere all'ambito della libera manifestazione del pensiero come atti discriminatori. E collega Zan, per quanto siano state fatte delle modifiche al testo, non si scongiura il pericolo di finire in un'indagine, in un processo, senza alcuna ragione, senza aver commesso un reato. Ed è vero che i colleghi che sostengono questa testo ritengono - come la collega Bartolozzi, di cui rispetto la posizione - che ci sia una assoluzione evidente quando non vi è reato; però non si può scongiurare il rischio di finire in un processo, in un'indagine. E questo è pericoloso e dobbiamo evitarlo e, ripeto, le modifiche che sono state fatte al testo in Commissione non escludono questa possibilità. Quindi, colleghi, Forza Italia ci sarà sempre quando si tratterà di votare provvedimenti che servono a creare una cultura antidiscriminazione, ma non ci stiamo sul panpenalismo e sull'istituzione costante di nuove fattispecie di reato per risolvere problemi di tipo culturale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Pagano, mi pareva di essere stato chiaro. Purtroppo la Lega aveva soltanto un minuto, è stato consumato l'ultimo minuto dal suo collega Cantalamessa.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori. Prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Ci stiamo rendendo conto perfettamente che il dibattito che si sta sviluppando in queste ore, in queste giornate, è assolutamente costruttivo, nel senso che non si intravede in nessun modo nessuna forma di ostruzionismo anzi, all'interno di un confronto civile, si sta facendo un dibattito serio, come poche volte è accaduto nel corso di questa legislatura.

PRESIDENTE. Venga al dunque.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Ieri l'onorevole Lupi, forte anche della sua esperienza, faceva leva…

PRESIDENTE. Deputato Pagano…

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Sto arrivando alla richiesta , Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, parta dalla proposta.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Sto arrivando alla richiesta, Presidente. Faceva leva su una estensione dei tempi, esattamente come prassi consolidata da questo Parlamento, che più volte sulla base di un giudizio che viene dalla Presidenza può essere realizzato, e riteniamo che forse sia proprio questo il caso in cui la Presidenza può concedere ulteriori minuti all'interno di un dibattito che, ripeto ancora una volta, si sta dimostrando civile e assolutamente costruttivo e foriero anche di interessanti confronti.

PRESIDENTE. La ringrazio.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Non fosse altro perché siamo riusciti a passare, negli ultimi voti, a meno 18 voti rispetto alla maggioranza: segno che evidentemente le coscienze stanno rimordendo e sta accadendo qualche cosa. Il dibattito mai come in questo momento ritorna utile, Presidente.

PRESIDENTE. La proposta è chiara, quindi io la ringrazio. Ovviamente ribadisco che il gruppo della Lega, così come precedentemente abbiamo detto per la componente politica Misto-Noi con l'Italia-USEI, ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Ricordo altresì che sono esauriti anche i tempi aggiuntivi per gli interventi a titolo personale.

Preciso, e lo faccio per l'ultima volta, perché non vorrei che questa procedura diventasse una consuetudine, l'abbiamo già detto tre volte, questa è la quarta: per l'esame di tale provvedimento la Presidenza ha concesso in via del tutto eccezionale un doppio aumento dei tempi originariamente previsti, sia con riferimento agli interventi a titolo personale che con riguardo ai tempi a disposizione dei gruppi. Poiché il contingentamento dei tempi costituisce un limite invalicabile, come già stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 14 luglio 1993, sentito anche il Presidente della Camera, non consentirò lo svolgimento di ulteriori interventi ai deputati appartenenti al gruppo Lega e alla componente politica Misto-Noi con l'Italia-USEI, fatto salvo un intervento per dichiarazione di voto finale.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre attendiamo gli ultimi colleghi che stanno per votare, così, a titolo informativo: per quello che attiene all'opposizione, sono rimasti 40 secondi di tempi residui per il gruppo Forza Italia e 3 minuti e 40 secondi per Fratelli d'Italia, oltre ovviamente ai gruppi di maggioranza. Questo per dare magari anche un orientamento, se necessario.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, vorrei in due parole spiegare il perché di diversi pareri negativi. La gran parte degli ordini del giorno, legittimamente, ripropongono però temi trattati nel corso del dibattito, e in particolare ripropongono per lo più il contenuto di emendamenti che sono stati discussi e votati, e questo spiega il motivo di gran parte dei pareri.

Ordini del giorno n. 9/107-A/1 Magi, n. 9/107-A/2 Giannone e n. 9/107-A/3 Cirielli, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/107-A/4 Bellucci, parere favorevole purché riformulato: “valutare l'opportunità di porre particolare attenzione, nell'ambito dell'approfondimento scolastico delle competenze metacognitive, alla tematica dell'intelligenza emotiva”.

Ordine del giorno n. 9/107-A/5 Lucaselli, parere favorevole purché riformulato: “valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/107-A/6 Iezzi, n. 9/107-A/7 Bordonali, n. 9/107-A/8 Valbusa, n. 9/107-A/9 De Angelis e n. 9/107-A/10 Vinci, parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/107-A/11 Fogliani, n. 9/107-A/12 Stefani, n. 9/107-A/13 Maschio, n. 9/107-A/14 Ziello, n. 9/107-A/15 Bartolozzi, n. 9/107-A/16 Bisa e n. 9/107-A/17 Cantalamessa, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/107-A/18 Turri, parere favorevole purché riformulato: “valutare l'opportunità di”. Sul solo dispositivo però, parere contrario sulle premesse.

Ordini del giorno n. 9/107-A/19 Tateo, n. 9/107-A/20 Varchi, n. 9/107-A/21 Morrone, n. 9/107-A/22 Tomasi, n. 9/107-A/23 Marchetti, n. 9/107-A/24 Locatelli e n. 9/107-A/25 Sasso, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/107-A/26 Panizzut, parere contrario sul secondo punto delle premesse; parere favorevole, purché riformulato, sul dispositivo: “a valutare l'opportunità di coinvolgere massimamente i genitori nei percorsi didattici ed educativi sui temi inerenti il contrasto e la prevenzione delle discriminazioni”.

Ordine del giorno n. 9/107-A/27 Potenti, parere analogo a quello espresso sull'ordine del giorno n. 9/107-A/26 Panizzut. Contrario sul secondo punto delle premesse, favorevole sul dispositivo, purché riformulato: “a valutare l'opportunità di coinvolgere massimamente i genitori nei percorsi didattici ed educativi sui temi inerenti il contrasto e la prevenzione delle discriminazioni”.

Ordini del giorno n. 9/107-A/28 Paolini, n. 9/107-A/29 Furgiuele, n. 9/107-A/30 Alessandro Pagano, n. 9/107-A/31 Belotti, n. 9/107-A/32 Lorenzo Fontana, n. 9/107-A/33 Cavandoli e n. 9/107-A/34 Giacometti, parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/107-A/35 Toccalini, n. 9/107-A/36 Di Muro e n. 9/107-A/37 Frassinetti, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/107-A/38 Marrocco, parere favorevole purché riformulato: “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/107-A/39 Ungaro, parere favorevole purché venga riformulato affinché si valuti la possibilità di (…); e poi modificare, riscrivere e sostituire l'ultimo periodo con il seguente: “prevedere dove è necessario corsi di formazione per i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono incarichi di relazioni con il pubblico, senza che dagli interventi anzidetti derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/107-A/1 Magi, su cui vi è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, noi abbiamo assistito in questi giorni a un dibattito importante, utile, anche per i cittadini che lo hanno ascoltato, come sempre avviene quando un dibattito parlamentare ha tempi adeguati, e per una volta su una legge di iniziativa parlamentare, alla quale, lo premetto, darò un voto favorevole. Però, io credo che le sanzioni, il codice penale, non siano il modo migliore per contrastare le discriminazioni e per consentire un pieno riconoscimento della dignità di tutte quante le persone. Credo soprattutto che uno Stato non sia credibile quando vuole sanzionare le discriminazioni, i comportamenti omofobici, transfobici, dei propri cittadini, se poi nella propria legislazione mantiene delle distanze e delle distinzioni omotransfobiche. Per questo il modo migliore di affrontare questo tema e di rendere, diciamo così, questa disposizione, che oggi andiamo a votare, complementare a un orizzonte più ampio, è quello di modificare il nostro diritto di famiglia, rimuovendo le discriminazioni che ancora lì ci sono per quanto riguarda il matrimonio civile, il riconoscimento automatico dei figli di coppie dello stesso sesso e l'accesso alla procreazione assistita. Per questo motivo ritengo del tutto incomprensibile da parte del Governo quel parere, a maggior ragione su una legge di iniziativa parlamentare. La richiesta che io faccio è che almeno ci sia un rimettersi all'Aula. Quale problema può esserci se su un tema così delicato, che tocca la vita di milioni di persone nel nostro Paese, che può segnare un avanzamento in termini di civiltà giuridica, di progresso e di vera lotta alle discriminazioni, ci possano essere dei comportamenti di voto distinti e diversi, ad esempio, anche all'interno dei vari gruppi della maggioranza? Quale problema potrà mai esserci? Non credo che ci sarà una crisi di Governo per questo motivo. Credo che onoreremmo il ruolo del Parlamento e faremmo fare un passo in avanti a un dibattito, che finora, in questi giorni, è stato monco, completamente monco, della vera parte che riguarda i diritti civili e l'avanzamento del nostro Paese.

PRESIDENTE. Quindi, lo votiamo? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/1 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/2 Giannone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/3 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/107-A/4 Bellucci c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputata Bellucci, la accoglie? Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Posso chiedere di ripetere, per favore, la riformulazione? Grazie.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Giorgis.

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Valutare l'opportunità di porre particolare attenzione, nell'ambito dell'approfondimento scolastico delle competenze metacognitive, alla tematica dell'intelligenza emotiva.

PRESIDENTE. A lei la parola, deputata Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e vorrei spiegarne il motivo. Vedete, colleghi, nella trattazione di questo provvedimento abbiamo avuto sin dall'inizio il dubbio, il forte dubbio, che da parte vostra non ci fosse l'autentica, genuina volontà di lottare contro le discriminazioni e l'odio. E con questa riformulazione dell'ordine del giorno ci confermate i nostri dubbi, se non ce ne fosse stato bisogno in tutte le giornate che abbiamo trascorso. Perché ce lo confermate? Perché la discriminazione, vede, relatore Zan, non si combatte a colpi di penali sempre più alte, lo sapete bene. Sapete bene che, in realtà, la discriminazione si combatte attraverso una puntuale prevenzione. Voi, invece, in questo provvedimento avete infarcito gli aumenti di pena, e le manifestazioni, attraverso una celebrazione, una giornata per l'omofobia. Avete parlato di scuola, ma soltanto attraverso la forma e non la sostanza, lasciandola sola, come fate continuamente, perché, anche in questo caso, la scuola non ha bisogno di celebrare una giornata per l'omofobia, la transfobia, la bifobia.

La scuola ha bisogno di risorse, di aiuti, di contenuti. Con questo ordine del giorno, noi volevamo che voi introduceste nella scuola l'educazione all'intelligenza emotiva, perché è così che si combatte la discriminazione, è così che si combatte il bullismo, come diceva lei, onorevole Zan, è così che si combatte ogni forma di discriminazione basata su differenze. La nostra scuola è drammaticamente agli ultimi posti della classifica per attenzione all'educazione non formale, nell'aiutare i nostri studenti nella conoscenza di loro stessi, delle emozioni e di come gestire i conflitti. Noi non abbiamo spazio in tutto questo nelle nostre scuole. E voi partecipate a questa assenza di contenuti e di attenzione. La nostra Italia è una tra le ultime nazioni ancora a dover introdurre lo psicologo scolastico, cioè di colui che si occupa di poter offrire nella scuola non soltanto la didattica, ma anche quelle competenze per una migliore relazione con gli altri, cittadini che possono nel migliore dei modi partecipare al bene comune. Avremmo voluto vedere, nelle vostre iniziative per combattere le discriminazioni, queste attività di sostanza, quali l'introduzione dell'ora di educazione all'intelligenza emotiva, l'introduzione dello psicologo scolastico, l'introduzione del riconoscimento delle competenze non formali, il riconoscimento di economie e fondi per la scuola per attuare tutto questo e aiutare i nostri insegnanti a non rimanere soli a doversi occupare del disagio e delle discriminazioni. Quindi, vedere uno Stato che è al loro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa legge è priva di tutto ciò e, quindi, i nostri dubbi, attraverso questa riformulazione dell'ordine del giorno, vengono confermati nel merito, nella vostra incapacità di fare cose di sostanza, e quindi non solo di forma, come siete sempre capaci, nascondendovi verso una vostra faziosa e strumentale accusa della nostra incapacità di non lottare verso le discriminazioni. Noi vi abbiamo dato la dimostrazione con questo ordine del giorno e tutti i nostri emendamenti che, in realtà, l'avremmo voluto fare.

Siete voi complici di sacrificare i nostri minori ad una legge che tratta soltanto di punizioni e di nessun tipo di contenuto. Quindi, non accolgo questa riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/4 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Avverto che anche il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito i tempi a disposizione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/6 Iezzi, con il parere contrario del Governo. Dichiaro aperta la votazione. No, chiedo scusa, revoco la votazione, perché ho saltato l'ordine del giorno n. 9/107-A/5 Lucaselli.

Su questo ordine del giorno c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che è stata espressa dal sottosegretario Giorgis prima: non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/5 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/6 Iezzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/7 Bordonali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/8 Valbusa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/9 De Angelis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).  

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/10 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/11 Fogliani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/12 Stefani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/13 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/14 Ziello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/107-A/15 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà. Avete ancora trenta secondi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Vado velocissima, chiedendo al sottosegretario di modulare, riformulare l'ordine del giorno. C'è nel sistema nel quale stiamo operando una falla: il sistema attuale prevede che, per esempio, per lo stalking o per tutti i reati di violenza, diciamo, domestica, determinati anche da differenze di genere, con la riforma del 2009 abbiamo introdotto la procedibilità a querela per far sì che le donne, non solo in fase di denuncia, ma soprattutto in fase di perseguimento del reato, si determinassero liberamente. Ora, con questa nuova fattispecie di reato noi creiamo una distonia del sistema, perché solo per reati determinati da omofobia e quant'altro sarà prevista la procedibilità d'ufficio.

Mi rendo conto, sottosegretario - chiudo, Presidente - che è stato rigettato, perché l'emendamento ha avuto il parere contrario, ma quello che le chiedo, riformulando l'emendamento…

PRESIDENTE. Ordine del giorno.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). … è di trovare una formula - chiudo, Presidente - che allinei il sistema, quindi vi offro questa riformulazione: il Governo si impegna a valutare l'opportunità di introdurre misure omogenee in ordine alla procedibilità per tutti i reati che sono determinati da violenza.

PRESIDENTE. Sottosegretario Giorgis, non so se vuole accogliere. Prego, a lei la parola

ANDREA GIORGIS, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Io ringrazio l'onorevole Bartolozzi anche per il tono e per l'atteggiamento propositivo, ma il tema è stato approfondito durante il dibattito in sede di emendamenti e in ogni caso ci sarà in futuro - come è normale che sia - la possibilità per il Parlamento di ritornarci su. Al momento, il parere - lo confermo - è un parere negativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/15 Bartolozzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Faccio presente che, a seguito dell'ultimo intervento della deputata Bartolozzi, anche il gruppo di Forza Italia ha esaurito i tempi a disposizione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/16 Bisa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/17 Cantalamessa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/107-A/18 Turri, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Il deputato Turri non l'accoglie, quindi lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/18 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/19 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/20 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/21 Morrone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/22 Tomasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/23 Marchetti, con il parere contrario del Governo.

(Segue la votazione).

A evitare eccessivi rallentamenti, posto che nella parte rettilinea della tribuna, dove abbiamo avuto problemi di connessione fino adesso, ci sono soltanto tre deputati che stanno votando, faccio presente che esistono delle possibilità di votazione in Aula, perché ci sono delle postazioni libere. Quindi, se i colleghi che sono nella tribuna rettilinea avessero altre difficoltà nell'espressione del voto, li pregherei di scendere in Aula, dove ci sono postazioni libere.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/24 Locatelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/25 Sasso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/107-A/26 Panizzut: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/26 Panizzut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/107-A/27 Potenti: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/27 Potenti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/28 Paolini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/29 Furgiuele, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/30 Alessandro Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/31 Belotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/32 Lorenzo Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/33 Cavandoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/34 Giacometti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/35 Toccalini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/36 Di Muro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/107-A/37 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno del giorno n. 9/107-A/38 Marrocco: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Ordine del giorno del giorno n. 9/107-A/39 Ungaro: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

I colleghi che volessero defluire dall'Aula sono pregati di farlo in silenzio, senza parlare tra loro, mantenendo le norme sul distanziamento, tenendo la mascherina su naso e bocca e, se intendono conversare, lo possono fare fuori da quest'Aula. Colleghi, chi vuole parlare deve uscire! Colleghi, siamo in attesa di iniziare le dichiarazioni di voto. Chi vuole parlare deve uscire dall'Aula. I colleghi che intendono dialogare tra loro sono pregati di uscire dall'Aula. Abbiamo il diritto e il dovere di proseguire i nostri lavori nel silenzio, consentendo a chi deve fare la dichiarazione di voto di essere concentrato e abile ai suoi ragionamenti.

Deputato Magi, io direi che può iniziare. Prego.

RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio, Presidente. Ci troviamo nella fase finale dell'esame di una legge contro l'omotransfobia e vorremmo che, come abbiamo ascoltato in questi giorni dai banchi della destra, non ce ne fosse davvero bisogno. Sarebbe così se fossimo, in questi anni, diventati un Paese che abbraccia, che include e celebra ogni diversità e il diritto alla vita familiare. Se ogni giorno le persone non venissero discriminate, bullizzate, aggredite e uccise per quello che sono oggi non ce ne sarebbe bisogno, ma non è così. Il percorso per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona è ancora lungo e voteremo a favore su questa legge perché sia solo il primo passo.

Lo dico con franchezza: non sono convinto che le sanzioni penali siano lo strumento migliore per arginare la violenza; servono, soprattutto, prevenzione, informazione e istruzione, come è previsto, in parte, nella seconda parte della legge, ma più di ogni altra cosa serve il pieno riconoscimento dei diritti per sconfiggere ogni forma di discriminazione. Uno Stato - lo ripeto - che tra le righe delle sue leggi conserva distinzioni omotransfobiche non è abbastanza credibile per prevenire l'omofobia e per punire gli atti di discriminazione compiuti dai propri cittadini. Per questo crediamo che per fare davvero un salto nella lotta alle discriminazioni, per cambiare davvero le cose, serva riconoscere il matrimonio egualitario, serva modificare il diritto di famiglia nelle parti che riguardano il riconoscimento automatico della iscrizione per i figli di coppie dello stesso sesso, servano norme nuove e non discriminatorie per l'accesso alla procreazione assistita.

Concludo. Dall'inizio di questa legislatura, facendo uno di quei conteggi che piacciono molto al collega Ceccanti, sono state apportate 20 modifiche al codice penale - e questa è un'altra -, tutte modifiche che vanno in direzione di maggiori inasprimenti delle pene. Ecco, credo sia un'illusione pensare che si possa fare lotta alla discriminazione solamente aumentando le pene. Manca tutta l'altra parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-AP-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge Zan, Boldrini, Scalfarotto per la modifica degli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale in materia di omofobia arriva in un momento in cui, a differenza di alcuni anni fa, non vi è alcun vuoto normativo da colmare sul tema. L'Italia non ha bisogno di una nuova legge contro l'omotransfobia: una legge contro la violenza già c'è e tutela tutti. Dopo anni di lotte e dopo innumerevoli vittime di discriminazione, chiunque si macchi di questo reato e viene scoperto è automaticamente punito.

L'Italia oggi deve concentrare tutti i suoi sforzi, a mio avviso, per affrontare la sfida che ci sta mettendo davanti l'emergenza COVID-19, una crisi non solo sanitaria ma anche economica senza precedenti, in cui molti padri di famiglia non possono neanche provvedere alle necessità dei propri cari. È una crisi in cui i commercianti sono costretti a chiudere i propri negozi, una crisi in cui le imprese italiane rischiano ogni giorno di fallire e in cui i nostri ragazzi rischiano di pagare il prezzo più alto con la chiusura delle scuole. Impegnare il Parlamento oggi per una nuova legge spot, che potenzialmente potrebbe andare a ledere la libertà d'opinione di tutti noi, rischia di essere inappropriato, Presidente. La proposta che ci apprestiamo a votare rischia di toccare in maniera pericolosa il diritto di opinione, anch'esso fondamentale e irrinunciabile in una democrazia, un diritto scritto anche nella nostra Carta costituzionale e voluto fortemente dai nostri padri fondatori. Le modifiche apportate al testo, che salverebbero la libertà di espressione o di opinione, a mio avviso non sono sufficienti. Anche in Gran Bretagna, dove nel 2008 è stato approvato un testo di legge che rendeva penalmente perseguibile l'istigazione all'odio omofobico, non ci sono stati risultati concreti, nonostante in quella legge fossero state previste delle clausole di salvaguardia che tutelano il diritto di espressione o di opinione. Ebbene, in seguito all'approvazione di quella legge, ci furono molti arresti dovuti alla discrezionalità concessa all'autorità giudiziaria, discrezionalità che viene ripresa nel testo oggi in votazione. Se la clausola di salvaguardia, formulata molto meglio rispetto a quella prevista dalla pdl Zan, non ha evitato la repressione delle idee al tempo, io mi chiedo e vi chiedo, cari colleghi, come pensate che possa funzionare oggi.

Più che produrre leggi spot, la politica e le istituzioni devono dare il giusto esempio alla comunità partendo dalle scuole. Bisogna educare i nostri figli e i nostri nipoti alla tolleranza verso gli altri, insegnare loro il rispetto e l'ascolto, aiutarli a crescere con i giusti valori, bisogna investire sulla loro evoluzione emotiva e culturale. Se faremo così, garantiremo al nostro Paese generazioni future in grado di colmare tutte le lacune etico-sociali che ancora oggi, purtroppo, persistono. Non serve produrre nuove leggi, a mio avviso; basta applicare quelle già esistenti. Puniamo, quindi, chi deve essere punito, ma cominciamo ad attuare anche nuove strategie educative sui bambini e sui giovani. Per noi di Popolo Protagonista questa legge rappresenterebbe un rischio troppo alto verso la libertà d'opinione di tutti, più che un'opportunità per tutelare maggiormente soltanto chi viene maltrattato a causa del proprio orientamento sessuale.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-AP-PSI). Per queste ragioni, esprimo il voto contrario del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Stamattina, leggendo i giornali e commentando il fatto che domani ci saranno i funerali dell'ottimo Gigi Proietti, mi chiedevo se dopo questa legge si potranno ancora ascoltare le piacevoli barzellette del “Mandrake”, quando usava termini non consoni per descrivere le sue barzellette sull'omosessualità. Ecco, questo mi ha fatto pensare alla tristezza di questo provvedimento che stiamo facendo, un provvedimento che avete voluto, voi della maggioranza, fare velocemente perché a volte è una bandiera da sventolare, un provvedimento che, se fosse stato affrontato con maggiore serietà, avrebbe potuto avere un coinvolgimento più ampio di quello della stessa maggioranza. Avevamo chiesto, con l'amico Costa, un rinvio in Commissione; non c'è stata nessuna volontà di farlo e siete andati avanti come treni per voler portare a casa questo risultato, che darà più problemi che risposte concrete.

Il vero problema è che quando si tratta di affrontare termini che riguardano il codice penale ci vorrebbe un confronto vero, un confronto opportuno. Il codice del diritto, signor Presidente e signori della maggioranza, non vale - il diritto penale - per una maggioranza: vale per i decenni che ci stanno di fronte. Voi ci mettete mano velocemente, perché dovete, appunto, sventolare questa bandiera, e lo fate in virtù di una presunta autorità morale che non vi riconosciamo. Non vi riconosciamo questa autorità morale.

Sono lontani i tempi in cui la sinistra parlava di un diritto penale minimo, adesso invece tutto si penalizza. Così come sono lontani i tempi in cui un sistema giuridico, basato su sanzioni e non sulle pene, era previgente. Oggi si finisce di essere sanzionati, perché si cammina da soli sul lungomare; si è sanzionati se si paga in ritardo una tassa fiscale, mentre se lo Stato paga in ritardo un'impresa, facendola fallire, nessuno può dire niente; si è sanzionati se qualche vecchio nostalgico rincretinito fa ancora un saluto col saluto romano; si è sanzionati se si beve un bicchiere di vino nel nostro Friuli al bar (Applausi dei deputati Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro), anziché berlo seduti.

Ecco, il tema centrale di questa legge è che si sta usando questo fatto per la volontà di collocare le espressioni come transfobiche e omofobiche nell'articolo 604 del codice penale. È una forzatura di cui non c'era bisogno. Si può punire i cretini che affrontano il tema in questo modo, senza dover modificare il codice penale.

Soprattutto, c'è questa aleatorietà, per cui le nozioni di identità di genere sono nozioni che sono non ben definite. L'orientamento sessuale: chi definisce l'orientamento sessuale? E qual è la certezza o la sicurezza fin dove si può arrivare, fino a dove uno è orientato da una parte o dall'altra? Eppure, con questa legge ci saranno i pubblici ministeri che zelanti, come hanno dimostrato in tante altre situazioni, lo affronteranno in modo non coerente.

Del resto è un Paese che fa una norma sul traffico di interesse. Pensiamo che noi abbiamo una norma in questo codice penale, introdotta da una maggioranza di centrosinistra, che parla del traffico di interesse. Come si può pensare di valutare cosa è un traffico e dov'è l'interesse? Bene, noi siamo a questo punto, soprattutto perché una sinistra ideologica continua a intervenire sui temi della giustizia, perché è l'unico punto su cui potete metterci in difficoltà.

Ecco, in particolare, vorrei sottolineare alcune cose. Se domani un pubblico ministero, particolarmente zelante, giudica che dire “negro”, anziché “nero”, è un reato? Se si dice che le coppie gay non possono adottare e che la famiglia tradizionale è quella corretta, si può essere incriminati?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Bene, sì, perché il giudice zelante può permettersi di dire che questo è un reato di opinione. Quelle norme, che oggi noi lasceremo ai nostri posteri, daranno alla magistratura un potere di giudizio, che noi non riteniamo giusto. I nodi verranno al pettine più presto di quanto pensiate. Avremo anche un intasamento dei tribunali, invece dovreste cominciare a ragionare sul riaprire dei tribunali minori, per poter consentire di allargare la platea di chi si occupa di giustizia, e non colpirete quegli infami o quei cretini…

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il tempo

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). …che continueranno a fare sciocchezze - sto concludendo - nei confronti di chi purtroppo deve subirle.

Ecco, poi - e chiudo Presidente - c'è la chicca finale: l'articolo 6, che prevede la giornata dell'omofobia. Noi in questa legislatura stiamo facendo la giornata per gli immigrati, la giornata per l'omofobia, la giornata per gli alpini, la giornata per qualsiasi cosa. Stiamo esagerando, secondo me, perché alla fine avremo giornate per tutto, che non avranno nessun significato: quando c'è troppo, non si dà significato a quello che è importante. Ma qui rischiamo il patetico, perché ogni giorno ci troveremo ad affrontare temi di questo tipo e credo che sia un errore introdurre questa giornata, perché credo che trasmetterà un'idea di omogeneità di pensiero che non condividiamo.

PRESIDENTE. Concluda.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Infine - e ho davvero chiuso - so già lo scenario che ci aspetta…

PRESIDENTE. Sono costretto a toglierle la parola.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). …tra poco ci saranno abbracci nella sinistra, giudicheranno di aver fatto una cosa straordinaria, perché con questo non abbatterete…

PRESIDENTE. La ringrazio.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). No, devo dire ancora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro)...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Conte. Ne ha facoltà. Dovreste cercare di venire anche un po' incontro, perché lei ha parlato quasi un minuto in più dei tempi che erano stati assegnati e questo non è corretto, anche nei confronti dei suoi colleghi. La parola al deputato Conte, prego.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Stiamo per approvare una legge compiuta su un impianto che coniuga due tipologie di intervento: un intervento di tipo legislativo, per la parte penalistica, e un intervento che riguarda l'aspetto più sociale, che riguarda l'aspetto più culturale del fenomeno, che abbiamo affrontato, discusso, sviscerato, conosciuto.

La parte dell'intervento legislativo è compiuta, perché non introduce nuove norme di diritto speciale, ma interviene sul codice penale e sul codice di procedura penale, con un intervento chirurgico che utilizza le norme già esistenti, gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, la cosiddetta legge Mancino, per introdurre altre quattro ragioni, motivazioni, ipotesi, che rendono sanzionabili condotte di discriminazione, di istigazione alla discriminazione, di istigazione alla violenza e, ovviamente, di violenza o di provocazione della violenza.

Nella legge Mancino furono individuati i motivi razziali, etnici, religiosi, nazionali. Noi aggiungiamo con questa legge i motivi che riguardano il sesso, l'orientamento sessuale, il genere e l'identità di genere. Sono quattro categorie, che abbiamo ben definito nei lavori preparatori in Commissione e discusso qui in Aula.

Del resto, si tratta di canoni ormai di comune disponibilità nel dibattito culturale. Basti dire che il sesso, l'orientamento sessuale e l'identità di genere - così come riconosciuta in una direttiva europea del 2011 (2011/95/UE), ma così com'è tratteggiata anche da una sentenza del 2015 della Corte costituzionale - questi tre motivi, sono tre dei principali motivi di discriminazione che ogni giorno, ogni anno, producono moltissime vittime.

Il sesso e l'orientamento sessuale sono categorie più tradizionali. Genere e identità di genere sono un elemento di novità culturale di questa legge. È l'idea che si tuteli non soltanto la sessualità dal punto di vista biologico, ma anche il diritto a percepire la propria sessualità, al di là delle aspettative e delle attese della società, anche in contrasto con le aspettative della società rispetto al proprio sesso biologico. È l''idea che la Corte costituzionale riconduce al diritti fondamentali dell'uomo, di percepire sé stesso e di svolgere la propria identità nel sistema di relazioni sociali che ci appartiene, secondo la propria percezione e il collocamento che si sente più proprio, rispetto alla propria propensione, alle proprie attitudini, alla propria sensibilità e ai propri desideri, alla propria natura sessuale.

Queste quattro categorie consentono, quindi, di ricollocare nell'alveo della rilevanza penale condotte molto, molto significative, rispetto alle quali evidentemente la sbandierata preoccupazione di una mortificazione del diritto costituzionale all'espressione delle proprie opinioni, la preoccupazione di una violazione dell'articolo 21 della Costituzione, lascia il tempo che trova. Si tratta, evidentemente, di condotte che collocano la soglia di punibilità, come si suol dire, cioè il momento in cui un comportamento merita di essere sanzionato, ben oltre la libera espressione e il pluralismo delle idee, che sicuramente - e così non poteva che essere – è salvaguardato e protetto da questa norma, che entra in funzionamento, che opera, quando il comportamento materiale posto in essere supera una certa soglia, cioè entra in un territorio in cui il bene giuridico è sicuramente attentato. Ci vuole quel quid pluris che la Corte Costituzionale individua in una condotta che è idonea, di per sé o per la reazione che genera, che provoca, per il meccanismo che innesta, a mettere in pericolo il bene che si vuole tutelare. E qui abbiamo individuato i beni giuridici tutelati in maniera molto puntuale e molto precisa, per non lasciare al rischio di una difficoltà interpretativa questo spazio di preoccupazione di rilevanza costituzionale.

La parte della legge che riguarda l'intervento legislativo non si limita al codice penale: tocca anche il codice di procedura penale. Le vittime di queste condotte discriminatorie o violente, infatti, vengono qualificate e ricondotte alla categoria delle persone offese particolarmente vulnerabili, che l'articolo 94 del codice penale colloca in una categoria di figure processuali particolarmente protette nel corso dell'attività delle indagini, ma anche nel corso dell'attività processuale, un po' alla stregua dei minori o delle vittime di attenzioni o di violenze sessuali. C'è poi una parte molto significativa, che già era contenuta nel 604-bis, cioè nella legge Mancino, che riguarda le sanzioni, ovvero la parte sanzionatoria, il momento della pena, perché si prevede che questi reati possono essere fatti scontare, da coloro che sono riconosciuti colpevoli, con dei lavori utili per la società e che la pena sospesa per queste condanne possa essere subordinata a questi lavori o che anche, prima della condanna, la stessa messa alla prova possa essere subordinata a questa attività in favore di associazioni, enti o altri soggetti senza nessuna finalità ovviamente di lucro. Questo valorizza molto la finalità rieducativa della pena, che sempre ricordiamo essere centrale nella prospettazione dell'articolo 27 della Costituzione.

La parte culturale della legge, invece, riguarda evidentemente, come ricordava l'onorevole Magi, l'esigenza che nella società venga promossa una discussione, una cultura, una sensibilità che riguarda il rispetto dell'uguaglianza tra i cittadini, anche in relazione al loro sesso, al loro orientamento sessuale, alla loro identità sessuale. E per questo è prevista evidentemente un'attività anche di assistenza, è previsto il rafforzamento e la costituzione di una rete di centri, capaci di accogliere persone che subiscono discriminazioni di questo tipo, prestare loro assistenza psicologica, sanitaria, legale e finanche che riguarda l'esistenza stessa (il vitto e l'alloggio). È previsto un programma per l'istituzione e il rafforzamento di questi centri e la diffusione dei punti di ascolto e di accoglienza.

Sul piano culturale, arriviamo alla questione della promozione di una giornata contro la transomofobia, che non è certo una novità, seppure così è apparsa in questo dibattito parlamentare, sul punto, a mio modesto avviso, molto povero dal punto di vista culturale, visto che una giornata contro la transomofobia esiste, per riconoscimento delle Nazioni Unite dal 2004, e per riconoscimento del Parlamento europeo dal 2007.

Qual è la novità che introduce questa legge e che potrebbe accompagnare un fenomeno di promozione del dibattito culturale e di promozione di sensibilità adeguate nella nostra società? È l'idea che questa giornata possa essere organizzata anche con il contributo degli enti locali, dell'amministrazione pubblica e della scuola. È previsto, infatti, che sia inclusa nel Piano triennale dell'offerta formativa, previsto dal comma 16 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015, l'attività di promozione di questa giornata contro la transomofobia e che venga resa oggetto del patto educativo di corresponsabilità, cioè del patto che va siglato tra la scuola e i genitori. Su questo si è molto discusso in quest'Aula; ancora stamattina sentivo dire che questo rappresenta un grande rischio per i nostri figli, un attentato alla formazione culturale dei nostri figli. Io credo, invece, che questa sia una grande opportunità, e cioè la possibilità di accompagnare la formazione culturale dei nostri figli in maniera più attenta, più accorta, più informata. Non c'è chi non veda che i ragazzi, anche di dieci anni, nove anni, dodici anni, sono ben consapevoli di fenomeni che riguardano la diversità di orientamento sessuale; la conoscono per la loro esperienza di vita, la conoscono perché sulla rete - su cui essi navigano senza nessun limite e senza alcun contrasto - questi fenomeni vengono discussi, addirittura nella narrazione semplice dei film, dei telefilm, di qualsiasi rappresentazione loro capiti di vedere. Questo è un fenomeno conosciuto. Si tratta di adeguare questa conoscenza ai loro canoni più corretti, ai canoni più corretti del fenomeno.

Si tratta di fargli capire non che cos'è la transomofobia o che cos'è l'azione contro la transomofobia; si tratta di far capire loro che cosa significa essere diversi, il rispetto per la diversità; e questo è un momento opportuno per farlo, contrariamente a quello che si è detto: il fatto che vi sia in corso una pandemia sanitaria, sociale, economica non rende inutile o un fuor d'opera questa discussione, la rende opportuna, perché altrimenti Papa Francesco non avrebbe emanato la sua ultima enciclica, Fratelli tutti, in questi giorni. Proprio in questo contesto di tensione, di grande difficoltà, di grande sofferenza, di rabbia, di odio, bisogna promuovere la cultura del rispetto, dell'uguaglianza, la cultura della conoscenza di fenomeni diversi, da riconoscere come rispettabili. È questo che dobbiamo insegnare ai nostri figli, è quello che auspica Papa Francesco: un'azione culturale che vada contro la negazione dei diritti, che favorisca la fratellanza, il canone più caro al cattolicesimo democratico e più prossimo al principio di uguaglianza che troviamo sancito nella nostra Costituzione e che informa la nostra formazione culturale. Ai nostri figli vogliamo dare questo o no? Li vogliamo lasciare esposti al bombardamento dei media su fenomeni così delicati, farli orientare da tendenze non controllate o dare loro gli strumenti da subito, perché sono in grado di recepirli, per selezionare le categorie, ricollocarle, e farsi una propria opinione, che sia comunque ispirata al principio dell'uguaglianza e del rispetto delle diversità e del rispetto altrui? Io credo che questa sia la soluzione e questa sia una buona legge per avviare questo processo, una buona legge per fare quello che Papa Francesco ci suggerisce: no alla cultura dei muri, per iniziare ad abbattere questo muro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signor Presidente. Colleghi, con il voto di oggi, il nostro Paese si dota di una legge che ha l'obiettivo chiaro di prevenire e contrastare discriminazioni e violenze motivate dal sesso, dal genere, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere e dalla disabilità. Si tratta di un intervento normativo atteso da tanti anni, grazie al quale ci mettiamo al passo con gli altri Paesi europei, rendendo la nostra società più inclusiva, più eguale, più libera, più avanzata. Una società in cui ognuno di noi possa vedere rispettata la propria dignità, possa vivere protetto dall'odio, dalla violenza, dalla discriminazione.

La necessità di introdurre nel nostro ordinamento giuridico una normativa penale specialistica a tutela delle vittime di qualsiasi violenza motivata da orientamento sessuale, identità di genere, sesso, genere, disabilità, si evince da una lettura obiettiva dei dati emersi dalla cronaca, raccolta in questi anni da associazioni non governative e istituzioni. È lunghissima la scia di episodi che ha funestato il nostro Paese, da Nord a Sud, con una escalation terribile di violenze e gravità. Il vuoto normativo del nostro Paese appare ingiustificabile anche alla luce delle numerose sollecitazioni pervenute in ambito sovranazionale che muovono nella direzione del contrasto alle diverse forme di discriminazione, e quindi, con la proposta di legge che ci accingiamo ad approvare, questo vuoto verrà finalmente colmato.

Com'è noto, quello di cui stiamo discutendo è un tema non nuovo a questa Camera, che nelle scorse legislature ha già avuto modo di esaminare proposte di legge volte a contrastare l'omofobia, con un ampio e animato confronto parlamentare. L'ultima proposta di legge in ordine di tempo è quella del collega Scalfarotto, che ha superato il vaglio della Camera dei deputati, ma che poi non è riuscita ad ultimare il suo iter in Senato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e della deputata Boldrini). È da quel testo che siamo ripartiti.

Il testo, che, come maggioranza, abbiamo approvato in Commissione, è il frutto di un lungo, complesso, approfondito lavoro svolto in questi mesi, con il contributo importante di alcuni esponenti delle forze di opposizione. Un provvedimento ulteriormente migliorato in Aula, con emendamenti che hanno contribuito a precisare la portata di alcune disposizioni, hanno consentito di migliorare formulazione e contenuti. Si è cercato di perseguire un corretto bilanciamento tra diversi princìpi costituzionali in gioco: la libertà di manifestazione del pensiero, da un lato, la tutela della dignità umana e del principio di eguaglianza, dall'altro.

Il testo che ci apprestiamo a votare oggi appare dunque un testo equilibrato, nel rispetto degli articoli 2, 3 e 21 della nostra Costituzione. È un testo che, però, non interviene soltanto sul piano penale, ma prevede anche l'adozione di specifiche azioni positive rivolte alla prevenzione, alla protezione e al supporto delle vittime di azioni discriminatorie violente, legate a orientamento sessuale e identità di genere. È indubbio, infatti, che il diritto penale rappresenti solo e soltanto un tassello di una strategia che deve essere più ampia e integrata. L'ampliamento di alcune norme penali non è di per sé sufficiente per debellare forme di violenza che affondano la loro ragion d'essere nell'avversione per le vittime di reato in ragione della loro identità. Serve una più ampia attività di prevenzione che parta innanzitutto dalla sensibilizzazione alla cultura del rispetto, del contrasto ai pregiudizi, per la promozione di una società più inclusiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Venendo al testo, come ribadito più volte, agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale sono aggiunti gli atti di discriminazione fondati sul sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. A beneficio di una maggiore efficacia della legge e un minor rischio di interpretazioni non corrette, le definizioni sono state specificate meglio con un emendamento di maggioranza approvato dall'Aula, in linea con le sollecitazioni venute dal Comitato per la legislazione e dalla Commissione affari costituzionali. Grazie poi agli emendamenti e alla determinazione della collega Lisa Noja (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico) - che ringrazio di nuovo - si è inserita la disabilità come ulteriore motivazione fondante la discriminazione, in linea con quanto richiesto dal diritto antidiscriminatorio internazionale, europeo e costituzionale. Numerose ricerche testimoniano, infatti, come le persone con disabilità siano tra le più colpite da discriminazione, violenza, crimini d'odio, ed era quindi importante includere, tra gli altri fattori di rischio, le discriminazioni e violenze introdotti nel testo, anche la disabilità. Con questa ulteriore integrazione, la legge diventa un testo avanzato e completo.

Tornando all'articolo 604-bis, è importante sottolineare che il testo non amplia l'ambito di applicazione del reato di propaganda, ma solo del reato di istigazione a commettere atti di discriminazione, reato consistente nel compimento di tali atti. Questo punto, delicato e molto discusso, ha suscitato un ampio dibattito circa la sua compatibilità con la libertà di manifestazione del pensiero. Si è pertanto intervenuti, in Commissione giustizia prima e in Aula poi, attraverso l'approvazione di una clausola “salva idee” all'articolo 4. Alla luce di quanto detto, questo testo si inserisce nel cammino inaugurato nel 2016 dal Governo Renzi con l'approvazione della legge sulle unioni civili (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e della deputata Boldrini), che ha rappresentato un primo passo importante sulla strada del riconoscimento dei diritti e di una democrazia realmente compiuta nel segno della libertà e della pari dignità sociale. Con quella legge abbiamo cambiato in meglio la vita di tante persone e abbiamo allargato l'orizzonte culturale del nostro Paese; con la legge che stiamo approvando, quel cammino, il cammino dei diritti, oggi continua.

Presidente e colleghi, forse questa legge è ancora perfettibile, forse non eliminerà tutti i pregiudizi e le preclusioni ancora presenti nella nostra società, ma con la sua approvazione abbiamo l'occasione di assicurare dignità, tutela, protezione alle tante, troppe persone che vivono la sofferenza nell'affermazione quotidiana della propria esistenza e che subiscono discriminazioni e violenze per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità. A tutte, e a tutti loro, va il nostro pensiero e questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, abbiamo sommessamente cercato di far notare da mesi alla maggioranza che siamo nel pieno della più grave crisi ed emergenza che l'Italia conosce dal dopoguerra ad oggi, che gli italiani sono disperati a tal punto che si vedono le piazze infuocate e l'incertezza totale per il futuro di milioni di persone che si aspettano che il Parlamento lavori ventiquattrore al giorno per dare risposte alle tante, troppe domande di sopravvivenza sanitaria ed economica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci avete risposto, il deputato Gennaro Migliore ci ha risposto perfino ribaltando la frittata e accusandoci di benaltrismo. Questo significa che non vi rendete neanche conto che in questo momento siete chiusi nel “palazzo” a disquisire di questioni ideologiche su “leggi manifesto”, segnando una distanza abissale con il popolo che vive fuori dal “palazzo” e che vi vorrebbe vedere lavorare, voi, su qualcos'altro. Quindi, il benaltrismo è al contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Evidentemente qualcuno vive in una realtà parallela fatta di ideologia, anziché vivere la realtà drammatica che vivono le persone normali per la strada ogni giorno.

Avete imposto questa agenda, costringendo per mesi la Commissione giustizia a lavorare su questo, sostenendo che vi sia un'emergenza e un vuoto normativo, quando è evidente che non è così. Consultando i dati dell'OSCAD e numerose altre statistiche e segnalazioni, emerge che le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale sono una parte minoritaria rispetto ad altri più frequenti casi di discriminazione; e soprattutto, che è quello che più conta, anche queste discriminazioni sono comunque tutelate e coperte e non c'è nessun vuoto normativo. Abbiamo tentato di dirlo e di dimostrarlo più volte; c'è un modo banalissimo con cui lo potete verificare: provate a cercare su Google, digitando le parole “sentenza” e “omofobia”; troverete tantissime sentenze di sede civile e penale da cui si evince che in Italia, già oggi, le condotte discriminatorie omofobiche sono già adeguatamente sanzionate dal nostro sistema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Evidentemente a voi non interessa neanche l'articolo 3 della Costituzione, il principio costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Già oggi, chi compie condotte omotransfobiche può essere comunque punito dal nostro ordinamento; a voi interessa creare una categoria che è più uguale delle altre, che abbia una tutela aggiuntiva rispetto alle altre. Voi volete una “legge manifesto”, una legge in cui le vostre ideologie siano codificate in una norma penale che possa punire chi non si riconosce nella vostra ideologia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ed, infatti, non è un caso che una larga maggioranza dell'opinione pubblica si sia resa conto che state introducendo dei reati d'opinione. La scelta di collocare questa norma, questa proposta di legge, questi reati nella cornice degli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale e nel contesto in cui sono state definite la “legge Mancino” e le altre leggi che introducono reati che anticipano la soglia della tutela penale in una fase antecedente a quella del pericolo concreto, lo dimostra. Questo pone un serio problema di bilanciamento della tutela penale con il principio fondamentale dell'articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di espressione del pensiero. È un sistema delicatissimo, che già con la “legge Mancino” regge a fatica, perché comunque il concetto di discriminazione a cui è applicato non è sempre chiaramente definito e definibile, ma in questo caso, introducendo la dicitura “fondata sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere”, che sono concetti ancora non chiari e determinati nel nostro ordinamento, si introducono in una norma penale, che richiede la massima chiarezza e determinatezza dei princìpi, delle caratteristiche di totale indeterminatezza. E questo che cosa significa? Significa che sarà il magistrato a decidere se una determinata condotta possa essere ricondotta all'interno di questa norma penale oppure no: si consegna una discrezionalità amplissima, e quindi qualora ci si trovi di fronte a un magistrato ideologicamente orientato, che voglia quindi punire chi manifesta determinati pensieri anche se non ha commesso dei comportamenti concreti che ledano realmente qualcuno o che manifestino poi un pericolo concreto, egli potrà farlo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 11,45)

CIRO MASCHIO (FDI). È stato il Comitato per la legislazione, oltre a moltissimi di noi, a segnalarvi un problema serio, oggettivo di indeterminatezza della norma. A tal punto che, dopo insistenze, siete arrivati a configurare una proposta emendativa, 01.0401, che secondo voi ha risolto il problema. Basta leggerlo, è evidente che - se volessi citare Amici miei - si tratta di una “supercazzola”, termine che ormai è citato anche sul dizionario Treccani. Una definizione con cui si accostano parole formulate in una maniera che sembrano comprensibili, al punto che chi l'ascolta non capisce ma viene portato a credere che si stia dicendo qualcosa che sta in piedi. In tale proposta emendativa si legge: “Per orientamento sessuale si intende l'attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi”, e si lasciano fuori un'infinità di categorie che non rientrano in nessuna di queste formule, perché oggi la varietà è molto più ampia. Inoltre, “per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione”. Ecco, il giudice, in base a queste norme che non danno una definizione precisa, potrà decidere chi mettere in galera e chi risparmiare, e questo non è conforme ai principi di uno Stato di diritto come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo cercato di presentare emendamenti che vi inducessero alla ragionevolezza; emendamenti, ad esempio, che agganciassero il reato a una condotta che configurasse un pericolo concreto o a una lesione effettiva, ma li avete incomprensibilmente respinti.

Abbiamo proposto emendamenti in cui si tentasse di chiarire che la punibilità può essere a querela di parte, perché, se c'è un'offesa, una persona che si ritiene offesa può fare querela e, nel caso poi si chiarisca diversamente la vicenda, la querela possa anche essere remissibile. Qui, invece, avete imposto la procedibilità d'ufficio anche in assenza di un pericolo concreto e anche in assenza di una persona offesa che quereli. E questo è francamente inspiegabile, o meglio si spiega con la volontà di introdurre un reato di opinione e una norma manifesto ideologica che vada al di fuori dei principi di buon senso del nostro ordinamento penale. Abbiamo chiesto, poi, di estendere le condotte discriminatorie non solo a una certa categoria, ma anche ad altre altrettanto discriminate, forse ancor di più, statisticamente, nel nostro Paese. Avete rifiutato anche questo. Solo alla fine è arrivato l'emendamento della collega Noja sulla disabilità, che noi più volte con insistenza abbiamo chiesto.

In sostanza, Presidente, perché il tempo è poco e vado, quindi, a concludere, la “legge Zan”, in nome della tolleranza verso una categoria che poteva benissimo essere già tutelata con norme scritte in modo diverso o con le norme vigenti, vuole imporre la propaganda dell'ideologia gender nelle scuole anche ai bambini della scuola primaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e vuole mettere in carcere chi la pensa diversamente, e questo non è accettabile! E succederà così, perché in alcune scuole dove avremo presidi e docenti particolarmente intraprendenti o nelle procure dove avremo dei magistrati particolarmente orientati ideologicamente, questo potrà accadere, si potrà varcare la soglia di un reato concreto e si andrà a punire, invece, una libera espressione del pensiero.

Per questo noi voteremo contro, perché non è pensabile che una minoranza ideologizzata metta il bavaglio alla maggioranza degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E speriamo che il Senato ponga rimedio a questa follia ideologica e riporti alla normalità, cambiando le norme di questa legge o bocciandola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. A breve saremo chiamati ad approvare con voto finale in questo ramo del Parlamento quella che noi consideriamo una legge di civiltà. Io vorrei, innanzitutto, provare a confutare e sfatare un argomento, che è stato portato in questi giorni e in questi mesi dai banchi della destra, con una domanda; una domanda che, però, noi riteniamo sbagliata, una domanda pretestuosa: ma come, con tutte le emergenze che abbiamo, ci occupiamo anche di omofobia? Questa domanda è stata più volte ripetuta. Per noi, lo vogliamo ripetere, è una domanda sbagliata e pretestuosa, perché, come è evidente a tutti, il Governo, il Parlamento, da mesi si occupano 24 ore su 24 di ogni emergenza che il Paese attraversa, a partire da quelle sanitarie, avendo dovuto e perfino dovendo combattere non solo contro la tragedia del Coronavirus, ma anche contro i negazionisti o i sottovalutazionisti del virus stesso, tra i quali anche coloro che hanno platealmente violato regole, mandato messaggi pericolosi, togliendosi e invitando a togliersi le mascherine.

In secondo luogo, è pretestuosa, questa domanda, perché il Governo e il Parlamento si occupano insieme, 24 ore su 24, delle emergenze economiche e sociali, delle ricadute sociali ed economiche della pandemia.

Ma ci chiediamo e chiediamo a tutti: ma perché contrapporre le emergenze economiche e sociali all'impegno per il rispetto e l'affermazione dei diritti delle persone? Perché contrapporre l'impegno quotidiano per la salute, per la sanità pubblica, il lavoro, l'impresa, la vita delle famiglie, la scuola, la semplificazione della pubblica amministrazione - e Dio sa quanto ce n'è bisogno anche in questi giorni -, a quello per rendere l'Italia, anche sul piano del rispetto autentico, sostanziale, della Costituzione e dei diritti, un Paese pienamente civile ed europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Ma poi, siete davvero sicuri che l'omofobia, l'omotransfobia, non siano delle emergenze? Ci sono i dati, i dati pubblici, ufficiali, tra i quali quelli dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni, che ci sbattono in faccia ogni giorno la realtà: una realtà fatta di casi di discriminazione, atti di violenza per motivi di orientamento sessuale o di identità di genere, fatta di emarginazione e di bullismi; ogni giorno c'è un episodio di un branco che aggredisce una coppia omosessuale che si vuole bene, di un ragazzo o una ragazza omosessuali dileggiati, isolati, aggrediti, a scuola, nel quartiere o in quei pericolosi gironi dell'odio amplificati dalla rete. E tutti ricordiamo ancora i tanti, troppi casi, di ragazzine e ragazzini che non ce l'hanno fatta a reggere da soli il peso di queste discriminazioni, o i troppi casi di violenza che hanno portato a omicidi di persone per discriminazione sessuale. E così accade anche per i transessuali o per chi si trova a vivere situazioni di percorsi difficili e dolorosi di cambiamento di genere. Per non parlare, poi, del quotidiano stillicidio di misoginia, odio nei confronti della libertà delle donne e della parità di genere. Quale altra parola, quale altra parola da usare davanti a tutto ciò, se non emergenza? Lo diciamo al senatore Salvini, che ieri ha definito in confusione un Parlamento che si occupa anche di queste cose; senza alzare i toni, però noi gli diciamo che, secondo la nostra opinione, in confusione è chi chiude gli occhi davanti alle emergenze civili che riguardano i diritti. E crediamo che nessuno possa negare un fatto, la legge che stiamo discutendo e approvando ha solo un obiettivo: garantire diritti e dignità a persone che oggi sono discriminate, troppo spesso vittime di odio e istigazione alla violenza. Questo e non altro. Questa intenzione, in verità, c'è sempre stata, c'è stata nel testo di Alessandro Zan, in quello di Laura Boldrini. Mi permettete, come gruppo del Partito Democratico, di ringraziare tutti, ma in particolare loro due per il lavoro appassionato e intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che hanno fatto insieme agli altri membri della Commissione, ma anche per il lavoro di sintesi che tutta la Commissione e la maggioranza, ma non solo, hanno saputo fare; e anche qui voglio ringraziare i nostri commissari, a partire dal nostro capogruppo Alfredo Bazoli. Ma non c'è nel testo neanche questo rischio nel testo che siamo chiamati ad approvare, e devo dire che, con questo frutto di sintesi, queste preoccupazioni vengono meno, perché c'è stato un lavoro per tipizzare le fattispecie, legando l'istigazione al pericolo di atti e conseguenze concrete.

Vedete, poi, noi democratici non avremmo potuto mai sostenere una norma che colpisse, limitasse la libertà di espressione e di pensiero. Intanto, non lo potrebbe fare questo Parlamento, che ontologicamente è il luogo del pluralismo, ma, più in piccolo, non lo potrebbe fare il Partito Democratico, per il quale il pluralismo delle idee, il pluralismo delle culture politiche, fanno parte della propria Carta fondante.

Ecco, avviandomi a concludere, Presidente, questa legge si propone di prevenire e colpire le condotte di chi istiga, induce all'odio, alla discriminazione, alla violenza. E crediamo, quindi, che i dubbi e le preoccupazioni venuti anche da esponenti dell'opposizione, con cui, però, si è aperto un dialogo, penso al contributo che ha dato la deputata Giusi Bartolozzi, a quello che ha dato anche Enrico Costa, anche grazie al loro contributo, sono stati fugati. Altri aspetti hanno richiesto approfondimenti, anche perché alcune Commissioni hanno posto pareri, condizioni, hanno previsto delle modifiche. Noi le abbiamo accolte, c'è stato un confronto aperto, per esempio sul tema delicato dell'educazione di genere nelle scuole. È un tema delicato sul quale sono venute, però, alla fine, indicazioni e soluzioni pienamente rispettose dei principi educativi, del pluralismo, dell'autonomia scolastica, del rapporto tra la scuola e le famiglie; ebbene, ieri, con un intervento importante, lo ha spiegato in quest'Aula Flavia Piccoli Nardelli. Per noi sono principi irrinunciabili, questi, perché delicati, perché attengono al futuro dei bambini e delle bambine.

E c'è stato anche, lo vogliamo ricordare, un confronto da rispettare anche nei diversi filoni del pensiero femminista, tra tante associazioni femminili e femministe. Lo abbiamo rispettato e favorito questo confronto perché comunque dentro a un dibattito finalizzato ad approvare una legge civile ed europea e costituzionale, non ad affossarla.

Abbiamo combattuto contro le posizioni di chi avrebbe voluto bloccarla.

Da ultimo, ci sono dei tornanti nella storia nei quali le battaglie per l'emancipazione civile e per il rispetto dei diritti avanzano, avanzano, anche contro i tentativi di fermarli, mettendosi contro la storia. Ci sono stati e ci sono esempi straordinari in tutto il mondo. Nella storia recente dell'Italia li abbiamo conosciuti, per esempio, negli anni Settanta, quando ci sono state le battaglie e le vittorie civili del divorzio, della riforma del diritto di famiglia, quelle sulla maternità e paternità responsabili e comunque perché fosse sempre la donna a decidere. E più recentemente - lo ricordava Lucia Annibali - c'è stata quando il Parlamento ha approvato la legge sulle unioni civili.

Ecco perché anche in questa occasione ci siamo battuti da questa parte; ci siamo battuti, ci batteremo con le armi della democrazia, della ragione, contro le posizioni di chi vorrebbe fermare il cammino dei diritti, della dignità delle persone, dei valori costituzionali e civili.

Oscurantismi, intolleranze ed egoismi possono rallentare, ma non fermare questo cammino, perché sono valori che rappresentano il presente e il futuro della società aperta. Ed è con queste motivazioni che il Partito Democratico ha dato il suo contributo a questa pagina parlamentare di civiltà, ed è con queste motivazioni che annunciamo il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Le confesso, Presidente, che in questi giorni così drammatici non è facile parlare di un tema come l'omotransfobia; lo faremo perché questo impone il calendario della Camera, ma lo faremo comunque con il cuore stretto, pensando al dramma umano, sociale ed economico che stanno vivendo tanti nostri concittadini in questo momento così buio e drammatico della nostra storia. Mi pare lunare e surreale fare finta che intorno a noi non accada nulla, mentre invece le piazze bruciano, l'economia è a pezzi, il contagio si allarga e pare inarrestabile. Per non parlare dell'Europa, insanguinata dal terrorismo islamico.

Ma passiamo al merito del provvedimento: ho ascoltato con attenzione tutto il dibattito. Molti sostenitori di questo testo, soprattutto nel corso della discussione sulle linee generali, ma anche poc'anzi il collega Verini, hanno voluto citare nei loro interventi singoli episodi di odiose violenze e sopraffazioni nei confronti di persone aggredite sulla base del loro orientamento sessuale. Non c'è bisogno di dire che tutti questi episodi vanno condannati e puniti, e Forza Italia lo fa senza riserva alcuna, perché ciascuno nella nostra società ha diritto di vivere come meglio crede la propria sessualità. Ma le domande che dobbiamo porci oggi, esaminando questo testo, sono innanzitutto due. La prima: gli episodi citati sono stati puniti dalla legislazione oggi vigente oppure sono rimasti impuniti, perché oggi manca una norma incriminatrice?

Dai toni e dall'enfasi con cui i colleghi sono intervenuti parrebbe che nessuno sia mai stato condannato per quegli episodi; e, invece, tutti sappiamo che quei comportamenti già costituiscono reato.

La seconda domanda: qualcuno in quest'Aula può davvero affermare che quelle aggressioni non si sarebbero verificate se le modifiche normative che oggi proponete fossero state in vigore? Anche sotto questo profilo credo che possiamo tutti convenire che un inasprimento delle pene non avrebbe evitato quegli odiosi episodi, perché essi maturano in un contesto di analfabetismo culturale e degrado morale e sociale che certamente non può essere risolto con una condanna penale. Così mi pare di rispondere anche all'appello social di Tiziano Ferro.

Per sradicare quegli odiosi episodi bisogna agire soprattutto nella scuola, nelle periferie, attraverso i media, insegnando ai giovani e anche ai meno giovani il valore della tolleranza e del rispetto delle diversità. Vale dunque la pena introdurre queste modifiche liberticide, che hanno in potenza un effetto devastante sulla libertà di pensiero e di opinione, uno dei principi cardine dello Stato liberale?

Esiste un sottile confine tra libertà di pensiero e istigazione all'odio e alla discriminazione che questo testo vorrebbe punire. La linea di demarcazione è assai labile, talvolta quasi impercettibile. Come ricordava assai bene il collega onorevole Orsini nel suo intervento in discussione sulle linee generali, polemizzando con l'onorevole Cirinnà, nel nostro ordinamento, piaccia o non piaccia, esiste per esempio anche il diritto all'odio. L'odio è certamente un sentimento riprovevole, che vorremmo estirpare dalle coscienze, che nessuno dovrebbe provare nei confronti di chicchessia, ma fa parte della natura umana; e uno Stato di diritto di stampo liberale, non confessionale, deve saper riconoscere anche il diritto ad odiare, insieme a quello ad amare. In passato, il diritto ad odiare è stato rivendicato, ad esempio, da Marco Travaglio e da Oriana Fallaci; in tante occasioni i “vaffa” di Beppe Grillo potevano essere interpretati come istigazioni all'odio.

L'odio, sentimento esecrabile, non può comunque essere considerato un reato se si limita ad un pensiero o a un'opinione e non si traduce in atti concreti di violenza o minaccia. Mi viene in mente un altro tema assai delicato: la blasfemia. Da cristiano osservante in tante occasioni mi sono sentito turbato e talvolta disgustato da film, rappresentazioni e testi satirici irriverenti nei confronti di Gesù Cristo e della Vergine Maria. Sotto questo profilo capisco e comprendo anche i musulmani, che si indignano per le vignette sul loro profeta. Ciononostante, da liberale convinto, accetto e condivido che il reato di bestemmia sia stato cancellato dal nostro ordinamento penale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e credo che nessuno in quest'Aula pensi di reintrodurlo.

Il tema della blasfemia è di grande attualità anche sul piano della politica internazionale; episodi drammatici in Francia, anche in questi giorni, ci fanno riflettere sul fatto che esso rischia di scatenare, se non uno scontro di civiltà almeno uno scontro fra culture, dagli esiti peraltro imprevedibili.

Colleghi, dobbiamo essere consapevoli, quindi, che la libertà di pensiero può confliggere con altri beni giuridicamente rilevanti, come ad esempio il sentimento religioso, tutelato anche dalla nostra Costituzione sia nell'accezione individuale che collettiva - rimando, per chi fosse interessato, alla sentenza n. 508 del 2000 della Corte costituzionale - ma che nel conflitto tra questi valori l'articolo 21 della Costituzione e la libertà di pensiero devono comunque prevalere come il presidio della democrazia, perché il nostro non è uno Stato etico né confessionale.

Veniamo, quindi, al punto: cosa intendiamo per istigazione all'odio e alla discriminazione degli omosessuali? Possiamo considerare una messa celebrata per pregare contro la promulgazione di questa legge un atto di istigazione alla discriminazione? Va ricordato a tale proposito l'inquietante episodio di Lizzano, citato in molti interventi in quest'Aula nei giorni scorsi, dove una semplice veglia di preghiera ha scatenato all'esterno dei locali parrocchiali un flash mob di contestatori, con i successivi interventi della forza pubblica e del sindaco del comune. Ed ancora, possiamo considerare istigazione all'odio e alla discriminazione una pubblica manifestazione contro i fenomeni, ormai assai diffusi e praticati, dell'utero in affitto e della stepchild adoption? Sono convinto che i colleghi Zan e Scalfarotto non hanno certamente questa intenzione, ma, colleghi, di fronte a un così labile e incerto confine tra lecito ed illecito, potete ragionevolmente escludere che nessun giudice o nessun PM perseguirà mai sacerdoti cattolici o di altre confessioni religiose o semplici credenti o movimenti laici che si rendano protagonisti, sulla base delle loro convinzioni religiose, di contestazioni più o meno eclatanti dell'utero in affitto o delle famiglie arcobaleno?

Personalmente ho fiducia nella magistratura, ma non ho fiducia nei singoli magistrati; anche per esperienza personale ne ho viste troppe. Possiamo accettare che taluno, portatore di un convinto credo religioso, ma anche un esponente politico laico, possa anche solo rischiare di essere incriminato perché manifesta, magari in modo eccessivo, eccentrico o sgradevole, le sue idee? Forza Italia, partito liberale e garantista, a questa domanda risponde “no”, un “no” senza se e senza ma. Noi non possiamo accettare che neppure un procedimento sia aperto perché qualcuno professa un'opinione, ancorché sbagliata o sgradevole. Un procedimento penale per un galantuomo, per un padre di famiglia, per un cittadino con la fedina penale immacolata, anche se finisce in assoluzione, non importa se in istruttoria, in primo grado o in Cassazione, è comunque un dramma; la sua vita e quella della sua famiglia sono stravolte.

Voglio ricordare, lo faccio sempre quando parlo di questi argomenti, ma voglio ricordare anche oggi l'insegnamento del grande giurista Francesco Carnelutti: il processo è esso stesso una pena.

Il processo è pena, non possiamo dimenticarlo. Per questo il perimetro normativo posto a presidio e baluardo della libertà di pensiero e della libertà di opinione deve rimanere il più ampio, evitando con la massima cura di consentire al giudice qualsiasi discrezionalità interpretativa. Non possiamo rischiare che nel nostro Paese sia lecito bestemmiare il Dio dei cristiani, come il Dio dei musulmani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma sia vietato e punito bestemmiare l'utero in affitto. Forza Italia, Presidente, ha affrontato questo dibattito con spirito costruttivo e di leale collaborazione con la maggioranza. Se il testo è stato migliorato, introducendo almeno qualche paletto garantista, è per il grande lavoro svolto in Commissione dalla delegazione di Forza Italia, che voglio davvero pubblicamente ringraziare. Ma il testo di legge che esce da questi giorni di lavoro parlamentare appare comunque raffazzonato, lacunoso, confuso, privo di determinatezza, del principio di legalità e tassatività, e non potrà perciò ottenere la nostra approvazione. Concludo, Presidente, con le parole del nostro Presidente, Silvio Berlusconi, che, meglio di quanto potrei fare io, sintetizza la nostra tradizionale posizione: “Forza Italia è l'unica forza politica a rappresentare in modo coerente la cultura politica liberale e cristiana. La tutela della famiglia, della vita in ogni sua fase e dei diritti dei minori fa parte della nostra carta dei valori e dei nostri principi fondanti. Ovviamente, da liberali, siamo anche assolutamente contrari ad ogni discriminazione basata sugli orientamenti sessuali o sugli stili di vita, ma questo risultato va garantito senza bisogno di leggi speciali, che mettono in pericolo la libertà di opinione e di espressione”. Per questo, Forza Italia voterà convintamente contro un provvedimento del quale, del resto, non vi è nessuna necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e del deputato Alessandro Pagano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Offenderei la vostra intelligenza, prima ancora della mia, se ritenessi di dover indicare ancora una volta tutte le motivazioni contrarie a questa proposta di legge, fingendo che non siano già ben chiare. Così come è ben chiaro che una legge sull'omofobia non può rappresentare in questo preciso momento storico una priorità da anteporre alle reali esigenze dei cittadini che sono in rivolta nelle piazze per la fallimentare gestione di questa crisi economico-sanitaria e che non sono interessati a queste guerre ideologiche di palazzo. Non parlerò quindi dell'inesistenza di un'emergenza sociale rispetto all'omofobia, cui si vuole rispondere colmando una altrettanto inesistente lacuna legislativa. Non vi dirò che ad oggi non è stata fornita alcuna significativa evidenza statistica a questo fenomeno, così come non vi dirò che una nuova fattispecie di reato non è lo strumento adatto per eliminare quel sentimento di vergogna che viene invocato per giustificare la mancanza di segnalazioni da parte delle vittime. Ancora: non vi parlerò della necessità di salvaguardare uno dei diritti fondanti degli ordinamenti democratici, qual è la libertà di manifestazione del pensiero, compressa, se non mutilata, dall'indeterminatezza della norma in esame. A questo riguardo è evidente come l'introduzione normativa di categorie relative alla sfera sessuale di genere, entro cui ricomprendere i soggetti ritenuti vulnerabili, sia indice dello sforzo di dare tutela non a chi abbia ragione di sentirsi discriminato per le proprie convinzioni e condizioni personali e sociali, ma a tutte quelle persone che non si riconoscono eterosessuali o non sono tali. Si giunge così al paradosso di garantire una ingiustificata disparità di trattamento tra i cittadini, certamente censurabile dalla Corte costituzionale. Invece, se al contrario decidessi di fondare la mia dichiarazione di voto sulla disamina di queste argomentazioni, con ogni probabilità, vi limitereste ad etichettare il mio intervento come meramente omofobico, perché proprio chi professa la necessità di accettare, standardizzandole, tutte le declinazioni dell'umano, anche per mezzo di strumenti punitivi, è il primo a condannare purtroppo oggi, nel vero senso della parola, chi lecitamente sostiene una diversa idea di civiltà. E secondo noi il tema è proprio questo: non si tratta di disquisire in ordine alla censurabilità di una condotta discriminatoria, ma di inibirla anticipando la soglia del pericolo e governando la libera formazione delle idee e dei convincimenti, a discapito del pensiero dissenziente. In questo senso, bilanciare la compromissione del diritto di libera manifestazione del pensiero dei cittadini, consegnando ai giudici un'amplissima discrezionalità anche ideologica, non può rappresentare una soluzione di equità. La norma penale deve punire chiare condotte antisociali e non demandare ai tribunali l'arduo compito di definire i confini, posto che già, l'essere coinvolto in un procedimento penale ha un'innegabile funzione punitiva per il cittadino.

D'altronde, gli effetti negativi di una tale fumosità legislativa sono già sotto i nostri occhi, basti guardare la giurisprudenza sulla “legge Mancino”, che vede numerosi casi di assoluzione per mancanza di odio razziale o etnico nelle condotte degli imputati, che al contempo vengono però messi alla gogna per aver manifestato il proprio pensiero, reso oggetto di indagine e controllo processuale. Avrebbero potuto stare zitti - è questo è il pensiero che subdolamente viene trasmesso alle nuove generazioni -, avrebbero potuto stare zitti, pur non avendo commesso alcun reato con il loro esprimersi. Si introduce quindi un tema che purtroppo non è nuovo in questo preciso periodo storico, il tema del controllo, esercitato ingenerando la paura nel tessuto sociale, paura di discriminare una persona rom, se si manifesta contro dei campi abusivi, paura di discriminare una persona omosessuale se si manifesta il proprio favore per la famiglia tradizionale, temi diversi, uniti ideologicamente dal concetto di discriminazione, di fatto dal sentimento di paura. Ma se questa paura può essere vista dai proponenti come un effetto collaterale trascurabile, come il male minore rispetto al pericolo di discriminazione, io oggi vedo in questa paura un vero e proprio bavaglio al confronto delle idee e alla contrapposizione dialettica delle posizioni individuali perché, al contrario di quanto si voglia far passare oggi in quest'Aula, mentre è pacifico che nessuno debba essere discriminato per le proprie condizioni personali e sociali, non c'è una verità altrettanto riconosciuta rispetto al nuovo modello di società che con questa riforma si vuole imporre, in antitesi al modello appunto di famiglia tradizionale. Infatti, se può essere condiviso dai più il disvalore morale della condotta di un genitore, che allontana da casa il figlio per la sua omosessualità, non è altrettanto condivisibile che quello stesso genitore possa essere penalmente perseguito per il suo sentire, dovendo invece essere richiamato ai propri doveri genitoriali secondo le norme civili di riferimento. Ma a quanto pare è così forte il desiderio dei proponenti di plasmare la società secondo nuovi valori unilateralmente imposti che, pur di non rivedere l'opportunità dell'introduzione di categorie normativamente indefinite, quali il sesso, l'orientamento sessuale e il genere, l'identità di genere, ci sia in extremis determinati ad estendere nel testo anche la nozione di “disabilità”, su sollecitazione delle opposizioni, voi l'avete fatto solo e soltanto per scongiurare un giudizio certo di illegittimità costituzionale. A maggior ragione quindi si conferma come la modifica in esame non sia nata sospinta da uno spirito antidiscriminatorio rivolto alla collettività nel suo complesso, quanto per l'unica volontà di estendere la “legge Mancino” ai reati basati sulla discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere, nell'intento di creare un nuovo pensiero sociale. Non si possono allora ignorare i risvolti del testo unico, rispetto a quegli ambienti che rappresentano naturali luoghi di confronto per la creazione stessa del pensiero, quali le piazze, ma ancor di più la scuola, che al contrario andrebbe invece preservata da contaminazioni ideologiche. Non è così: una legge così formulata contro l'omofobia, piuttosto che l'istituzione di una giornata nazionale dedicata, legittimerebbero ad esempio l'introduzione nelle scuole di insegnamenti fondati su un'ideologia gender, rispetto ai quali i genitori non potrebbero opporsi per il proprio figlio, invocando la loro libertà educativa. È invece indice di dovuto rispetto che i genitori possano quantomeno esprimere il libero consenso, o dissenso a scuola, in relazione a percorsi educativi su temi eticamente sensibili, rispetto che rischia di essere calpestato da questa riforma, così come ne risulterà calpestata quella libertà di insegnamento che lo Stato dovrebbe garantire e non condizionare con simili ingerenze. Ma forse anche in questo caso c'è chi vorrebbe farci credere che si tratti appunto di un effetto collaterale trascurabile, del male minore.

Concludo, dicendo che mi posso dire d'accordo su una cosa rispetto a quanto ho sentito in quest'Aula per sostenere le ragioni di questa proposta di legge: concordo sul fatto che il livello di democrazia di un Paese si riconosce da come tutela le diversità e in questo caso è proprio il “come” che viola il patto sociale del reciproco riconoscimento dei diritti.

Infine, volevo fare un esempio per farvi capire come si difendono invece le libertà di un Paese; per farlo, richiamo il gravissimo attacco terroristico accaduto giovedì scorso a Nizza, che, nostro malgrado, ha visto chiamata in causa l'Italia, sì l'Italia, perché quel maledetto assassino musulmano avete permesso voi che sbarcasse nel nostro Paese e quindi in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi riferisco alle dichiarazioni del Presidente Macron, in merito alla polemica con la Turchia di Erdogan, a causa delle vignette satiriche contro Maometto. Macron - ed è un virgolettato - dice “Io sono favorevole a che si possa scrivere, pensare, disegnare liberamente nel mio Paese, perché io penso che sia importante, che sia un diritto, che si tratti delle nostre libertà”.

Questo è difendere le libertà e, quindi, la democrazia del proprio Paese, non come stiamo facendo noi, voi - voi - con questo provvedimento, che, al contrario, le libertà le state svendendo per molto poco a qualche potente lobby.

Quindi, per queste ragioni, il gruppo Lega-Salvini Premier al grido “libertà, libertà”, voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier espongono cartelli recanti la scritta: Libertà e scandiscono le parole: Libertà! Libertà!).

PRESIDENTE. Abbassate i cartelli colleghi. Colleghi, per favore. Chiedo agli assistenti di intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Colleghi, cerchiamo di abbassare… Colleghi, abbassate i cartelli, grazie. Tutti, senza far entrare in contatto gli assistenti parlamentari. Un po' di rispetto. Bene.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie. Presidente. Finalmente, è arrivato in Aula il provvedimento di contrasto alla legge omotransfobica e misogina. Quella che stiamo per votare, Presidente, è una legge di civiltà, che non appartiene a una parte politica né, tanto meno, a una ideologia. Quella contro l'odio e la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere è una battaglia che riguarda tutti noi cittadini, perché attiene alla sfera dell'umano e dei diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.

STEFANIA ASCARI (M5S). Dal punto di vista tecnico questa legge, da un lato, estende le fattispecie previste dagli articoli 604-bis e ter del codice penale, “legge Reale-Mancino”, contro i reati d'odio verso razza, etnia, nazionalità e religione, agli atti di discriminazione legati al sesso, all'identità, all'orientamento sessuale e all'identità di genere; dall'altro, istituisce e organizza l'attività di centri antidiscriminazione e case rifugio per accogliere e proteggere le vittime di violenze e discriminazioni omotransfobiche.

Vengono inserite nel testo le definizioni di “genere”, “identità di genere”, “sesso” e “orientamento sessuale”, in maniera da rendere più chiara e semplice l'applicazione della normativa.

È stato modificato l'articolo 3 in maniera da tutelare ancora di più la libera espressione di convincimenti od opinioni, il pluralismo delle idee, la libertà delle scelte, purché tali comportamenti non si tramutino in atti discriminatori o violenti. Togliamo, quindi, ogni alibi ai detrattori di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Inoltre, abbiamo apportato una modifica, ampliando la portata della legge, all'importantissimo tema della disabilità. Purtroppo in Italia, oggi, di odio e discriminazione ancora si muore. Ricordiamo tutti la tragica vicenda di Maria Paola Gaglione, la ragazza di Caivano, in provincia di Napoli, rimasta uccisa in un incidente motociclistico causato dal fratello perché non accettava la sua relazione con una persona transgender, oppure il caso di Luca, 22 anni, di Pescara, massacrato di botte da un branco di sette ragazzi, perché passeggiava tenendo per mano, semplicemente tenendo per mano, la mano del suo fidanzato. È successo nel giugno scorso, è successo nel 2020. Sono molti, purtroppo, i fatti di cronaca che rendono evidente che l'odio, in tutte le sue forme, oggi, come ieri, uccide.

Ma la legge, oltre alla parte repressiva, si compone di una parte che punta all'educazione, al rispetto, alla parità, perché l'abbiamo detto tante volte: contro l'odio, contro la violenza, contro le discriminazioni, contro i pregiudizi, la cultura è lo strumento più forte, è lo strumento più efficace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva), perché educare significa, prima di tutto, prevenire.

E, allora, già nel “decreto agosto”, abbiamo incrementato di 4 milioni di euro all'anno il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per finanziare l'attività di sportelli e centri rifugio, presidi importanti per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e per il sostegno delle vittime.

Inoltre, è bene ricordarlo, una legge contro l'odio non toglie libertà a nessuno, perché insultare, minacciare, picchiare, aggredire verbalmente a causa della diversità non può essere libertà di espressione.

E, dunque, ogni obiezione che tiri in ballo presunte limitazioni è da rispedire al mittente, perché noi vogliamo costruire un Paese nel quale la meravigliosa complessità della natura umana sia rispettata e incoraggiata ad esprimersi, non repressa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

Signor Presidente, il primo tentativo di una legge che si proponeva di sanzionare i reati di discriminazione basati sull'orientamento sessuale e l'identità di genere risale al 1993: tra quel primo tentativo e quello che è arrivato in Aula oggi, 4 novembre 2020, c'è un lasso di tempo lungo ventisette anni, un silenzio pesante e insopportabile da parte delle istituzioni che, finalmente, hanno deciso di prendere la parola e di schierarsi dalla parte dei diritti e dell'umanità.

Signor Presidente, le nostre ragazze e i nostri ragazzi ci guardano: scegliamo di insegnare loro l'amore e il rispetto, il rispetto delle persone e il rispetto dei diritti, perché, più cresce un diritto sociale, più cresce un diritto civile; più cresce un diritto politico, più cresce un diritto economico. I diritti sono tutti interconnessi tra loro e vanno rispettati, abbiamo tutti da guadagnarne qualcosa, mentre con l'odio c'è solo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva). Per tutte queste ragioni, sono a dichiarare il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva – Congratulazioni – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ciò che mi preme oggi è mandare un segnale fuori da questo asse parlamentare, ai cittadini e a coloro che si troveranno ad applicare questa legge. Presidente, con un ricordo: l'articolo 12 delle Disposizioni sulla legge in generale dispone che nell'applicare la legge non si può attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato letterale delle parole, secondo la loro connessione, e dall'intenzione del legislatore. Allora, se così è, ognuno di noi ricorderà che abbiamo fatto differenza con la “legge Reale-Mancino”, escludendo il reato di propaganda e limitando le condotte punibili a quelle che sono motivate da istigazione alla commissione, alla commissione di atti di discriminazione o violenza fondati sull'odio. Ricorderanno i colleghi che abbiamo tipizzato le condotte: con l'emendamento Annibali sono state declinate, o meglio declinate, l'identità di genere e tutto ciò che attiene alla sfera sessuale. È stata pensata la clausola della salvaguardia, con la quale si dà possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero.

Quindi, sulla prima parte - chiudo, Presidente - sul senso letterale delle parole, io non avrei dubbi; però, sulla seconda parte, la reale intenzione del legislatore, io vorrei innanzitutto ringraziare la presidente Gelmini, che mi ha consentito di potermi confrontare liberamente nell'esame di questo testo di legge; vorrei ringraziare la Presidenza che ha aumentato molte volte i termini del nostro confronto; vorrei ringraziare ogni deputato dell'opposizione che, pur con posizioni diverse dalla mia, ha criticamente contribuito al dibattito, ma, soprattutto, vorrei ringraziare i membri dell'attuale maggioranza e l'onorevole Zan per aver cercato di offrire un contributo serio al dibattito, puntualizzando che non vi è nessuna legge bavaglio. Quindi, almeno questo i giudici e, ancor prima dei giudici, i pubblici ministeri sapranno: nessuno di noi vuol limitare in alcun modo la libertà di pensiero.

Presidente, nel dir questo, annuncio con orgoglio il mio voto favorevole, perché oggi riconosciamo - e non concediamo - riconosciamo la pari dignità sociale di tutti, anche di chi ha un orientamento sessuale o un'identità sessuale diversa (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Prego, deputata.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Mi consenta di ringraziare tutti i colleghi che in quest'Aula si sono battuti per le loro idee e farlo su un tema così delicato, battersi per le proprie idee, ha un valore sicuramente più alto.

Prendo la parola per annunziare il mio voto favorevole alla proposta di legge che, da oggi, diventerà “legge Zan”, che considero una legge di libertà. Ho combattuto da sempre per costruire e consolidare diritti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

L'ho fatto da sindacalista, l'ho fatto da presidente di Regione, lo sto facendo da deputato, l'ho fatto la scorsa legislatura, votando la legge sulle unioni civili, anche contro i colleghi che non rispettano la libertà degli altri (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voglio dedicare questo mio voto ai tanti ragazzi e alle tante ragazze che hanno sofferto per il loro orientamento sessuale e anche a tutte quelle famiglie che hanno sofferto insieme a loro. Voglio dedicarlo, concludendo, anche ai dirigenti, agli iscritti, ai militanti e agli elettori di Forza Italia che in questi giorni mi hanno raggiunto attraverso il mio telefono, attraverso la mia mail, attraverso i miei social, per dire che condividevano questa mia posizione. Ecco, lo dedico anche a loro, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Sì, Presidente, anche io voglio annunciare il mio voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva) e mi spiace che non sia condiviso apertamente dalla maggioranza del mio gruppo, al quale appartiene sicuramente una tradizione liberale. Mi dispiace anche che sia stata fatta una battaglia ideologica da tutte e due le parti, maggioranza e opposizione, su un tema così delicato come quello delle discriminazioni. Forse c'è qualche eccesso nella legge, ma io su questi temi preferisco gli eccessi di protezione ai difetti delle persone. È per questa ragione, in omaggio anche alla mia storia, che voto con orgoglio a favore del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva e della deputata Bartolozzi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il mio voto favorevole su questa proposta di legge (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva e della deputata Bartolozzi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, oltre ad annunciare il mio voto scontato contrario, annuncio anche che questa sarà una delle prime leggi che abrogheremo, una volta vinte le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Dichiaro il mio voto favorevole. Non credo di doverlo motivare: la mia storia politica nelle file di Forza Italia parla per me (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva e della deputata Bartolozzi - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Zan, velocemente.

ALESSANDRO ZAN, Relatore. Grazie, Presidente. Mi permetta di rivolgere veramente un sincero ringraziamento agli uffici, in particolare alle Commissioni giustizia, bilancio, al Servizio assemblea e al Governo per aver messo la loro professionalità al servizio di questa legge. Un grazie anche al professor Angelo Schillaci, per il prezioso lavoro svolto in questi mesi e al comitato “Da' voce al rispetto” per tutto l'impegno profuso a sostegno della legge. Infine, mi permetta di ringraziare tutte le colleghe e i colleghi di maggioranza, e quei deputati, anche dell'opposizione, che hanno fornito preziosi contributi volti ad arricchire il testo della legge (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito) (I deputati del gruppo Fratelli d' I talia mostrano fazzoletti bianchi a mo' di bavaglio ).

Colleghi, colleghi, colleghi, per favore leviamo questi bavagli! Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire. Intanto proseguiamo. Bisogna, però, evitare contatti (I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: “Libertà! Libertà!”). Colleghi, colleghi, colleghi! Non posso fare intervenire gli assistenti. Un po' di rispetto, perché altrimenti li devono tirare giù, fatelo da soli. Avete fatto la vostra protesta in questo momento. Possiamo andare avanti, per favore ve lo chiedo. Sospendiamo per due minuti la seduta!

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ho già detto che sarebbe molto meglio se levaste, come ho chiesto, i fazzoletti. Ma se non lo volete fare, questo andrà chiaramente al Collegio dei questori e poi vedremo in Ufficio di Presidenza. Chiaramente, dovrò aprire un'istruttoria (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva - Applausi polemici del deputato Deidda).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 107-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Avverto che, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, il gruppo Fratelli d'Italia ha avanzato richiesta di scrutinio segreto. Tale richiesta è accolta in quanto il provvedimento, che non è stato sottoposto per il seguito dell'esame al contingentamento dei tempi nel primo calendario d'iscrizione, incide nel suo complesso, sulla base di un giudizio di prevalenza, sugli articoli 13, 16, 21, 24, 25 e 27 della Costituzione. Si tratta di disposizioni richiamate dall'articolo 49 del Regolamento tra quelle in relazione alle quali è ammesso lo scrutinio segreto. Ricordo, inoltre, che sono state votate a scrutinio segreto anche le questioni pregiudiziali presentate.

Indìco, quindi, la votazione finale segreta, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 107-569-868-2171-2255-A, con il seguente nuovo titolo:

"Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale, all'identità di genere e alla disabilità".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41) (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Itala Viva e Liberi e Uguali).

Manteniamo le distanze, per favore! Manteniamo le distanze.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Pietro Carlo Padoan.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 3 novembre 2020, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Pietro Carlo Padoan: “Egregio Presidente, le scrivo con riferimento alla mia nomina alla carica di amministratore di UniCredit Spa e alla qualifica di presidente designato, avvenuta in data 13 ottobre 2020 che, ai sensi dell'articolo 15 del regolamento della Giunta delle elezioni, ho immediatamente comunicato alla Camera dei deputati.

Alla luce di quanto disposto dall'articolo 3 della legge 13 febbraio 1953, n. 60, ritengo che l'accettazione della carica di amministratore di UniCredit Spa, con l'ulteriore qualifica di presidente designato, costituisca una causa sopraggiunta di incompatibilità con la mia funzione di parlamentare e, pertanto, ritengo di doverle formalizzare le mie dimissioni dalla carica di deputato. Le comunico, inoltre, che intendo rinunciare alla mia remunerazione da parlamentare a far data dalla nomina nel consiglio di amministrazione di UniCredit Spa.

La ringrazio per l'attenzione che vorrà dedicare a questa mia comunicazione e le porgo i miei migliori saluti. Pietro Carlo Padoan”.

La Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha preso atto delle conclusioni nel senso dell'incompatibilità della carica, formulate dall'apposito Comitato, e delle intervenute dimissioni del deputato Padoan, motivate in ragione di tale incompatibilità.

La Camera prende pertanto atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Pietro Carlo Padoan dal mandato parlamentare (Applausi).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro della Salute, la Ministra dell'Interno e il Ministro per il Sud e la coesione territoriale.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative urgenti, anche di carattere normativo, volte a prevenire e contrastare il rischio di diffusione della peste suina africana in Italia e a sostenere il comparto suinicolo – n. 3-01861)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno.

Il deputato Francesco Scoma ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-01861 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. L'incidenza del proliferare incontrollato di animali selvatici, come i mammiferi ungulati, con particolare riferimento al cinghiale in aree agricole, urbane ed extraurbane, assume gravi profili di rischio sanitario e in materia di sicurezza stradale, nonché incide in modo molto rilevante sull'economia dei territori e delle imprese colpite.

L'attuale regime di indennizzo agli agricoltori derivante da danni da fauna selvatica è basato sulla richiesta dei danni subiti e l'incidenza di tale partita sta assumendo notevole rilevanza sul bilancio pubblico e crea nocumento alle imprese agricole, compromettendo intere produzioni, perdita di fatturato e quote di mercato.

In questi ultimi mesi si sta assistendo alla recrudescenza dell'ondata epidemica di peste suina africana, che sta interessando diversi Stati membri dell'Unione europea, con forti impatti sullo scambio di suini vivi, delle carni e dei prodotti derivati, nonché sui mangimi, e desta preoccupazione il rischio di diffusione a causa della trasmissibilità derivante dalla presenza incontrollata della specie cinghiale.

Intendo chiedere al Ministro quali urgenti iniziative, anche di carattere legislativo, il Ministro intenda adottare, al fine di evitare che il contagio della peste suina africana si manifesti e si diffonda anche in Italia, causando enormi danni al comparto suinicolo e al tessuto economico e occupazionale del nostro Paese.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ogni giorno mi sono giunte proteste, in questo anno, di imprenditori, cittadini, amministratori locali sui problemi causati dall'eccessiva proliferazione di cinghiali, problemi noti a tutti, gli stessi da molti anni, visto che nessuno ha mai voluto affrontarli seriamente.

L'emergenza si è aggravata nel tempo ed oggi non è più sostenibile. Il nostro Paese - e con esso una parte importante del made in Italy agroalimentare - è minacciato dalla peste suina africana, malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, con livelli di mortalità del 100 per cento nelle popolazioni colpite. Esiste, infatti, un alto rischio di introduzione della peste suina africana per contiguità, dal momento che il fronte endemico, rappresentato dalle popolazioni di cinghiali infette, si sta progressivamente spostando da est a ovest. Le particolari condizioni di allevamento del suino, la continuità delle popolazioni di cinghiali e il cosiddetto fattore umano hanno rapidamente veicolato l'infezione, dalla Federazione Russa all'Ucraina, alla Bielorussia, fino ad arrivare in Polonia, Romania, Slovacchia, Belgio e, da ultimo, in Germania, che, nonostante l'ingente dispiegamento di forze, non è riuscita ancora a mettere sotto controllo la diffusione della malattia.

Per comprendere la gravità, ricordo che la Cina ha immediatamente bloccato le importazioni di suini e di prodotti trasformati a base di carne suina dalla Germania il giorno successivo al ritrovamento dell'infezione. Per questo, dato il forte rischio di introduzione della PSA in Italia, seppure il problema non è di stretta competenza agricola, in accordo con il Ministro della Salute, ho deciso di proporre un decreto-legge, per disporre l'adozione di un piano nazionale, quale sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali, per prevenire la diffusione della peste suina.

Occorre un'azione decisa, da assumere ora, senza attendere l'arrivo dell'infezione: tentare di arginarla, quando è presente, è impossibile. Occorre effettuare un monitoraggio serio delle popolazioni di cinghiali presenti nel nostro Paese, per mettere in atto azioni correttive, dove questa presenza rappresenta un pericolo, riguardo anche all'incolumità delle persone. Tra l'altro, l'eccessiva proliferazione di cinghiali rappresenta una grave minaccia anche per la biodiversità, il cui equilibrio è gravemente compromesso in tutte le aree del Paese dove i cinghiali hanno preso il sopravvento.

La bozza di norma che ho proposto non introduce nuove forme di contenimento, ma la semplice applicazione in via preventiva delle disposizioni già esistenti, con l'obiettivo di ridurre il rischio contagio, impossibile da gestire, considerata anche la particolare conformazione del nostro territorio.

Faccio appello al buonsenso di tutti, non solo a quest'Aula, perché non si perda forse l'ultima occasione che abbiamo per mettere in atto una decisione saggia, nell'interesse del settore agroalimentare italiano, della nostra economia e di tutti i cittadini,

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Maria Chiara Gadda.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente e grazie, signora Ministra, perché il suo intervento mette in luce un problema storico, cronico nel nostro Paese, anzi oserei dire tre problemi: innanzitutto, la mancanza storica di programmazione e attivazione di piani di prevenzione e di risposta alle emergenze sanitarie. Oggi, finalmente, con l'emergenza COVID-19 che stiamo vivendo, ma anche con l'emergenza sanitaria che è una minaccia, quella della peste suina africana, che incombe sul nostro Paese, si inizia a ragionare su questo tema.

Un altro problema storico, che lei ha anticipato, riguarda la verifica dell'attuazione delle misure nelle Regioni, quindi la ricaduta concreta e fattiva delle scelte che vengono decise a livello nazionale.

E l'altro punto molto rilevante, che è legato ai primi due e che è fondamentale per dare delle risposte in tempo reale: la carenza, che abbiamo vissuto fino ad oggi, di banche dati nazionali in grado di effettuare un monitoraggio continuo.

E, quindi, bene l'arrivo di questo decreto, che arriva anche in modo tardivo, come lei ha detto, in questi anni e non possiamo più voltare la faccia dall'altra parte, perché i danni da fauna selvatica incontrollata li vediamo in ogni legge di bilancio, perché i ristori agli agricoltori non sono mai sufficienti e soprattutto non rispondono alle perdite di fatturato, alle perdite di quote di mercato; e ormai nelle aree contadine e nelle aree rurali, così come nelle aree urbane, la diffusione incontrollata della fauna selvatica provoca problemi sanitari, problemi legati agli incidenti stradali e, quindi, in un momento storico come questo, non possiamo permetterci che la peste suina comprometta la continuità del nostro sistema agroalimentare e delle nostre produzioni di eccellenza, del nostro made in Italy e che comprometta addirittura le esportazioni, com'è successo in Germania. E questo tema riguarda da Nord a Sud e quindi questo decreto, che è in imminente emanazione, è quanto mai necessario e urgente. Quindi, la ringrazio ed esprimo soddisfazione per la sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative concernenti l'istituzione del servizio nazionale di risposta telefonica per la sorveglianza sanitaria, con particolare attenzione all'attribuzione delle competenze per l'efficace funzionamento dell'App Immuni e all'adeguata formazione di tutti gli operatori coinvolti – n. 3-01862)

PRESIDENTE. La deputata Leda Volpi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01862 (Vedi l'allegato A).

LEDA VOLPI (M5S). Grazie Presidente, nella strategia di contrasto al COVID-19 il tracciamento dei contatti ha un ruolo centrale. Il 16 aprile, il commissario straordinario per l'emergenza ha individuato la App Immuni quale supporto all'attività di contact tracing e il 15 giugno è stata attivata su tutto il territorio nazionale, seppur su base volontaria.

Ad oggi, i dati sui download dell'App e i tracciamenti effettuati grazie a Immuni denotano una discrepanza tale da ritenere che il tracciamento non proceda con efficienza. Una delle principali cause di questo sottoutilizzo sembra il fatto che gran parte delle ASL non immettono il nominativo di chi concede l'autorizzazione.

Un'altra problematica è l'eterogeneità delle decisioni che i medici di base assumono nei confronti della notifica di Immuni, causata anche dalla mancanza di linee guida.

È stato manifestato chiaramente l'intendimento del Governo di istituire un servizio nazionale di risposta telefonica per la sorveglianza sanitaria, anche con il compito di svolgere attività di contact tracing. In proposito, va sottolineato che è determinante stabilire chi avrà l'obbligo di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività.

Per questo, chiedo al Ministro quali iniziative intenda adottare per l'effettiva istituzione del call center e per chiarire tempestivamente in capo a chi sia il compito di eseguire le procedure per il caricamento dei dati e l'invio delle notifiche, nonché per garantire una adeguata formazione e informazione a tutti gli operatori coinvolti nei call center e nelle ASL, inclusi i medici di medicina generale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Sì grazie, ringrazio gli onorevoli interroganti, che mi consentono di toccare un tema che sta particolarmente a cuore all'iniziativa del Governo e che è particolarmente decisivo in questa fase di epidemia, in cui purtroppo a nostra disposizione non ci sono ancora né un vaccino né cure sicure ed efficaci. Voglio ricordare che l'articolo 20 del decreto-legge del 28 febbraio, n. 137, da poco approvato, ha previsto esattamente di integrare il sistema di tracciamento regionale sull'App Immuni con un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico. Gli operatori di questo sistema potranno caricare il codice chiave in caso di positività; quindi, rispetto diciamo alla fase precedente, in cui questa funzione era esclusivamente riservata ai dipendenti, ai funzionari delle aziende sanitarie regionali, abbiamo uno strumento messo in campo, già normato col decreto che ho appena menzionato, che ci consentirà di avere un altro punto di accesso per poter caricare i codici chiave e risolvere, io spero almeno parzialmente, il problema da voi sollevato.

Questa funzione, come dicevo, è oggi affidata invece esclusivamente ai dipartimenti di prevenzione, ma il DPCM del 18 ottobre ha introdotto una norma che stabilisce l'obbligatorietà di questo atto, quindi il funzionario dell'azienda sanitaria è, con il DPCM del 18 ottobre, obbligato a svolgere questa funzione. Per quanto riguarda il servizio nazionale di supporto telematico e telefonico, voglio informare l'Aula e in modo particolare gli interroganti che in data 30 ottobre, quindi due giorni dopo la emanazione del decreto-legge che stabiliva questo servizio, ho delegato la disciplina dell'organizzazione e del funzionamento del servizio nazionale al commissario straordinario, Arcuri, secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 20 del decreto sopra menzionato, quindi il decreto del Ministro, in rispetto del comma 3, è già stato emanato. Questo, al fine di rendere più celere possibile la procedura di organizzazione del servizio. Da ultimo, mi sia permesso di dire che l'App Immuni è un pezzo fondamentale e strategico del nostro lavoro: al primo novembre risultano al Ministero della Salute 9 milioni 623 mila 822 download; un dato in crescita significativa soprattutto nelle ultime settimane, io penso che dovremo tutti spingere perché questo numero cresca ancora di più; è un piccolo atto che invitiamo a compiere a tutti i cittadini del nostro Paese, è un contributo anche questo per combattere il contagio e il virus.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la collega Silvana Nappi. Prego.

SILVANA NAPPI (M5S). Grazie, Ministro per le risposte e le informazioni che ci ha fornito. Immuni è un'App che è stata scelta dal nostro Governo proprio per il tracciamento automatico dei soggetti risultati positivi al Coronavirus. A seguito di tale esposizione a rischio, questa tecnologia avverte gli utenti, i quali dovrebbero isolarsi per evitare di contagiare gli altri; quindi fondamento di questo supporto tecnologico è la prevenzione, pilastro del nostro sistema sanitario nazionale. È importante la massima diffusione di Immuni ai fini di contenimento dell'epidemia e per favorire così un ritorno più rapido alla normalità. Il problema nasce all'interno del sistema perché ci sono anelli un po' più deboli. In questo caso, l'anello debole è risultato la mancanza di una chiara e precisa informazione sul funzionamento dell'App. Proprio per questa criticità, nel decreto ministeriale del 18 ottobre il Governo ha previsto l'obbligo, per l'operatore sanitario del dipartimento di prevenzione dell'ASL, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività, accedendo alla piattaforma del sistema centrale. Tale operazione farà la differenza, anche se sarà sempre la responsabilità dei singoli e la loro collaborazione a rendere davvero efficace questo sistema. Ad oggi, quasi 10 milioni di utenti utilizzano l'App e circa 60 focolai sono stati contenuti. Dunque, potremmo dire che questo sistema funziona. Ci auguriamo che, grazie al “decreto Ristori”, aumenti il dialogo con i cittadini, al fine di ricevere informazioni chiare per poter migliorare l'efficacia del servizio e che l'App Immuni possa essere sempre più utilizzata, soprattutto in questo momento storico, in cui il numero dei contagi continua a salire in modo esponenziale.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare l'applicazione sull'intero territorio nazionale dell'accordo per effettuare i test antigenici rapidi presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta – n. 3-01863)

PRESIDENTE. La deputata Elena Carnevali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01863 (Vedi l'allegato A).

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, Ministro, grazie per essere qui in questi giorni molto difficili. Noi sappiamo che abbiamo bisogno di vincere su una delle tante frontiere, che è proprio quella legata al tracciamento. È stato siglato un accordo, per noi molto positivo, tra i pediatri di libera scelta e i medici di famiglia, quindi insieme a Sisac, per poter effettuare i tamponi rapidi; questi integreranno già l'attività che viene svolta, oltre 200 milioni di tamponi. Sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro per poterne effettuare circa 2 milioni tra i mesi di novembre e di dicembre, con una differenziazione di tariffe: 15 euro in studio e 12 se fatto all'interno di strutture. Nonostante questo accordo non abbiamo ancora certezze, perché le Regioni non si stanno muovendo in modo univoco, tra ipotesi di obbligatorietà da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e il mantenimento invece della volontarietà. Alla luce quindi di questo, come si può garantire su tutto il territorio nazionale che questo accordo che è stato raggiunto possa diventare di fatto un diritto esigibile per tutti i cittadini?

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, ringrazio anche in questo caso gli onorevoli interroganti, l'onorevole Carnevali. Anche io penso che questo accordo, sottoscritto nei giorni scorsi, sia molto importante e possa aiutarci nella gestione di questa epidemia. Il 27 ottobre è stato firmato a Roma l'accordo collettivo nazionale, e giovedì 29 è stato recepito e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Mi sia permesso in questa sede di ringraziare tutti i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che sono un pezzo essenziale del nostro Servizio sanitario nazionale e che hanno dato un contributo importante a questo obiettivo, che consentirà un loro più pieno impegno per rafforzare la strategia italiana di contrasto al COVID-19. L'accordo è stato sottoscritto - mi preme ricordarlo - dal 100 per cento delle sigle delle organizzazioni dei pediatri e dal 70 per cento delle sigle delle organizzazioni dei medici di medicina generale; ma, essendo i numeri tali, la modifica dell'accordo collettivo nazionale ha una validità erga omnes, a prescindere da chi abbia firmato l'accordo e da chi invece non lo abbia firmato. Certo, l'esecuzione dei testi antigenici diventerà un pezzo fondamentale della nostra strategia affidata ai medici di medicina generale. Questo deve però avvenire in piena sicurezza, e stiamo lavorando, in modo particolare con il commissario Arcuri, perché, insieme ai test che arriveranno ai nostri medici di medicina generale, possano sempre arrivare tutti quei dispositivi di protezione, che consentiranno l'esecuzione di questo impegno nella massima sicurezza. In conclusione, mi preme ricordare che rafforzare le cure primarie deve essere una priorità per tutti noi: vale per oggi nella stagione del COVID-19, in cui i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono un punto essenziale della strategia che mettiamo in campo; dovrà esserlo anche domani, quando le parole “prossimità” e “vicinanza” dovranno essere, io penso, le parole chiave per la costruzione di un nuovo Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il collega Luca Rizzo Nervo.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, signor Ministro, grazie. Accogliamo con fiducia le sue parole su un aspetto che riteniamo fondamentale. Noi riusciremo a vincere questa durissima battaglia contro il Coronavirus se riusciremo a portare sul territorio, nella domiciliarità, nella prossimità, giustamente diceva lei, la gestione del virus e se riusciremo quindi a deospedalizzare in tutti i casi in cui questo sia possibile. L'ingaggio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, a cui va anche il nostro ringraziamento, è in questo decisivo, ed è decisivo se lo si farà ora, subito. Noi come PD vogliamo che si raggiunga un risultato chiaro e semplice: che ogni cittadino che chiama il proprio medico sia preso in carico nella gestione del virus, sia monitorato, gli sia data la terapia secondo i protocolli, che il medico valuti quando attivare le USCA per la visita domiciliare, che si decida se e quando ci sono gli estremi per il ricovero, che si realizzi davvero la sorveglianza sanitaria, che egli possa davvero fare dal proprio medico curante il vaccino antinfluenzale e oggi, appunto, il tampone quando necessario.

Ed è un compito, questo, che va svolto garantendo il supporto organizzativo e la sicurezza dei medici, come diceva lei, garantendo i dispositivi di protezione individuale, e, laddove i loro studi non siano luoghi in grado di garantire percorsi sicuri, allestendo anche strutture mobili per effettuare i tamponi e il lavoro di presa in carico. Perché nessuno davvero si senta abbandonato all'incertezza, in tempi in cui è impossibile immaginare che le ASL possano fare tutto questo, anche tutto questo, cariche ormai al limite delle loro capacità per il lavoro di tracciamento, isolamento e tutto il resto.

Siamo di fronte insomma a un accordo importante, ma in questi tempi noi tutti dobbiamo assumerci la responsabilità non solo delle premesse ma degli esiti, non solo dei buoni accordi ma della concreta e, aggiungo, rapida attuazione di essi. Il Ministero in questo deve vigilare sull'attuazione dei protocolli, stimolando le azioni attive delle regioni, mettendo risorse e garantendo personale; e se serve anche sanzionando le resistenze, i ritardi, gli inadempimenti, per garantire su tutto il territorio nazionale che per quel cittadino questo accordo e ciò che prevede divenga una possibilità concreta ed esigibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative normative volte a prevedere deroghe al divieto introdotto dal decreto-legge n. 113 del 2018 in materia di circolazione in Italia di veicoli con targa estera, con particolare riferimento ai residenti nelle zone di confine e ai “servizi di cortesia” – n. 3-01864)

PRESIDENTE. Il deputato Plangger ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01864 (Vedi l'allegato A).

Preciso che i firmatari dell'interrogazione in oggetto sono i deputati Plangger, Gebhard, Emanuela Rossini e Schullian, e non come risulta stampato nell'allegato ordine del giorno della seduta odierna.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signora Ministra, con il cosiddetto decreto Sicurezza n. 113 del 2018 sono state introdotte norme per bloccare gli abusi dei furbetti che, residenti in Italia per evitare sanzioni o controlli fiscali, per non pagare il bollo o per godere di tariffe assicurative più basse, circolavano con targhe estere. Le nuove disposizioni stanno producendo buoni effetti contro i furbetti, ma stanno producendo anche un pesante effetto collaterale: è vietato tuttora guidare l'auto di un parente, di un amico o di un collega che abita all'estero, anche occasionalmente o in esecuzione di un servizio di cortesia. Non si tiene affatto conto dei numerosi frontalieri che lavorano per imprese aventi sede in uno Stato confinante, i quali, con il veicolo immatricolato a proprio nome, possono transitare in Italia, ma non possono guidare in Italia con mezzi intestati alle aziende svizzere, austriache, sammarinesi, eccetera.

Il divieto espresso dall'articolo 39 crea anche un grande problema al commercio transfrontaliero di autovetture, in quanto non esclude espressamente la sua applicazione alle vetture con targa doganale provvisoria, come previsto da accordi di reciprocità tra l'Italia ed altri Stati, finalizzati unicamente all'arrivo del mezzo in Italia per i successivi adempimenti di sdoganamento e immatricolazione.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente. Come ricordato dagli onorevoli interroganti, in sede di conversione del decreto-legge n. 113 del 2018 è stato modificato l'articolo 93 del codice della strada, prevedendo il divieto di circolazione in Italia dei veicoli immatricolati all'estero condotti da coloro che hanno stabilito la propria residenza in Italia una volta decorsi 60 giorni; divieto temperato da alcune eccezioni previste dalla normativa per casi specifici, di veicoli concessi in leasing, locazione senza conducente o comodato. La norma ha l'obiettivo di contrastare il fenomeno della cosiddetta esterovestizione, ossia la circolazione di autoveicoli con targa estera nel territorio nazionale al solo fine di eludere gli obblighi assicurativi e fiscali ed evitare l'applicazione delle sanzioni del codice della strada.

Al fine di intervenire su alcune criticità emerse in sede di applicazione della norma, sono stati effettuati approfondimenti tra varie amministrazioni, che hanno elaborato proposte confluite nella disposizione normativa introdotta con l'articolo 16 del decreto-legge n. 76 del 16 luglio 2020, cosiddetto “decreto Semplificazioni”.

Con tale intervento è stata esclusa l'applicazione del divieto a talune categorie ed in particolare i residenti nel comune di Campione, il personale civile e militare dipendente da pubbliche amministrazioni in servizio all'estero e il personale delle Forze armate e di polizia, i lavoratori frontalieri. Tuttavia per questi ultimi la norma, che pur costituisce un passo in avanti, non risolve alcune criticità evidenziate dall'interrogante, tra cui i cosiddetti “servizi di cortesia”, cioè le ipotesi in cui il lavoratore frontaliero utilizza la vettura intestata all'azienda da cui dipende. Su tali temi ci sono una serie di incontri ed è stata registrata una convergenza sulle possibili aperture verso soluzioni comuni. In questo senso rappresento la disponibilità del Ministero dell'Interno e del Ministero delle Infrastrutture ad individuare delle soluzioni per non penalizzare i lavoratori frontalieri.

Per quanto riguarda, invece, la possibilità che un residente in Italia guidi nel nostro Paese veicoli immatricolati all'estero, dotati di targa provvisoria per l'esportazione, sono ancora necessari degli approfondimenti di natura tecnica, al fine di verificare la compatibilità delle introduzioni di eventuali deroghe, in linea con le finalità che hanno ispirato l'intervento normativo in materia di esterovestizione.

PRESIDENTE. Il deputato Albrecht Plangger ha facoltà di replicare.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Mi dichiaro soddisfatto della risposta. È un passo in avanti. Grazie.

(Dati e chiarimenti sui controlli effettuati, anche per finalità antiterroristiche, in ordine agli sbarchi di immigrati irregolari avvenuti in Italia – n. 3-01865)

PRESIDENTE. Il deputato Tonelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01865 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nonostante la proroga dello stato di emergenza nazionale e la pandemia in corso, il Governo persiste nel consentire l'ingresso indiscriminato in Italia di migliaia di immigrati irregolari, dai confini terrestri e marittimi, con il paradosso di tenere chiuse le attività commerciali e limitare la circolazione dei cittadini italiani lasciando, per contro, aperti i porti e consentendo sbarchi ad ogni ora del giorno e della notte. Secondo i dati del Ministero dell'Interno, al 2 novembre 2020 gli sbarchi sono stati 27.962, di cui oltre 11 mila tunisini e 3.483 minori, rispetto ai 9.649 registrati a novembre 2019; numero destinato a crescere ancora con l'abrogazione dei cosiddetti decreti Sicurezza, meglio conosciuti come “decreti Salvini”, un evidente pull factor verso l'Italia di flussi migratori illegali, come è noto gestiti dai trafficanti di esseri umani. Non solo l'arrivo, ma anche le continue fughe dai centri di accoglienza e, per di più, dei soggetti positivi al COVID-19 descrivono l'incapacità del Governo nella gestione delle politiche migratorie, confermato peraltro dalla fallimentare sanatoria di cui all'articolo 103 del decreto-legge n. 34 del 2020.

Tutto ciò sta esponendo la popolazione e le Forze dell'ordine, su cui grava la gestione di tale situazione, a gravissimi rischi sanitari e di sicurezza, come dimostrano i tragici fatti accaduti a Nizza…

PRESIDENTE. Ha un minuto, siamo un minuto e mezzo, onorevole Tonelli. Così è.

GIANNI TONELLI (LEGA). Come è noto, l'autore del brutale assassinio all'interno della basilica di Notre-Dame di Nizza, in un attacco terroristico di matrice islamica, sarebbe un immigrato tunisino giunto clandestinamente in Francia dall'Italia.

PRESIDENTE. Onorevole Tonelli, la domanda.

GIANNI TONELLI (LEGA). Vorrei sapere, signor Ministro, se e quali puntuali controlli, oltre che di natura sanitaria, siano stati effettuati sugli oltre ventisettemila, ad oggi, sbarcati …

PRESIDENTE. Grazie.

GIANNI TONELLI (LEGA). … di questi quanti sono stati individuati come potenziali terroristi…

PRESIDENTE. Grazie. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Nel richiamare i recenti attentati terroristici avvenuti in Francia e in Austria, Paesi ai quali si intende esprimere anche in questa occasione vicinanza e solidarietà, gli interroganti pongono l'attenzione sulle attività di controllo, anche ai fini di prevenzione del terrorismo, effettuata nei confronti dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. Innanzitutto mi preme sottolineare come ogni migrante sbarcato venga sottoposto a procedure di identificazione e fotosegnalamento, con l'inserimento dei relativi dati personali e segnaletici in diverse piattaforme informatiche, tra cui la VIS, contenente i visti di ingresso rilasciati da tutti i Paesi dell'Unione europea, AFIS, Eurodac, relative ai rilievi fotodattiloscopici effettuati in ambito nazionale e unionale, e SDI per i precedenti di polizia e penali.

Quest'ultima banca dati viene integrata dai canali informatici SIS, per i provvedimenti interdittivi o di ricerca emessi nello spazio Schengen, Interpol, per i provvedimenti di polizia e penali internazionali, ed Europol per le informazioni in materia di criminalità organizzata, criminalità di grave entità e criminalità terroristica. Nel caso in cui il migrante risulti già censito in uno o più archivi di polizia, si provvede a dare esecuzione ai provvedimenti presenti a suo carico.

Per quanto riguarda più specificamente le misure di prevenzione e contrasto del terrorismo internazionale di matrice islamista, il nostro sistema di prevenzione individua nel CASA (Comitato di analisi strategica antiterrorismo) il luogo istituzionale di alto coordinamento in cui le articolazioni antiterrorismo delle Forze di polizia e degli organismi di intelligence lavorano in sinergia con metodica frequenza.

Nell'ambito della strategia di prevenzione della minaccia terroristica, l'individuazione dei processi di radicalizzazione riveste una valenza centrale. In questo contesto, sono oggetto di un'articolata attività di monitoraggio i cosiddetti foreign fighters per i quali il comitato ha istituito un gruppo di lavoro, incaricato di tracciare tutti gli individui collegati al conflitto siro-iracheno partiti dall'Italia a vario titolo.

I controlli pianificati nell'ambito del comitato hanno consentito nell'anno in corso verifiche su più di 193 mila persone, 268 delle quali sottoposte ad arresto, anche per motivi legati al fanatismo religioso, in particolare nel 2020. Proseguendo nell'azione di prevenzione e contrasto, voglio dire che dal 2015 ci sono state 504 espulsioni di soggetti ritenuti pericolosi; ben 46 di queste sono state effettuate quest'anno.

Voglio ricordare che, nei confronti dei migranti che arrivano in Italia, la loro gestione ai fini dell'allontanamento e del rimpatrio, continua a svolgersi secondo procedure consolidate da anni e mai mutate in nessun corso di governo. Comunque un preciso segnale dell'attività di contrasto e di conseguente tracciamento degli ingressi irregolari è rappresentato anche dal numero dei rimpatri che, nonostante il lockdown, ha consentito di effettuarne 2.700, di cui 1000 soltanto dalla metà di luglio, nei confronti di cittadini tunisini.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il collega Tonelli, per due minuti.

GIANNI TONELLI (LEGA). No, signor Ministro, non sono per nulla soddisfatto anzi, proprio per questo motivo, la prego cortesemente di assumere l'impegno di presenziare all'audizione che abbiamo richiesto come gruppo Lega in I Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), proprio sulla conversione del decreto-legge sull'immigrazione.

Lei, signor Ministro, cerca di giustificare il fatto che il Ministero dell'Interno - e quindi le varie diramazioni dello Stato, questo Governo - filtra gli ingressi all'interno del nostro Paese. Questo, signor Ministro, è soltanto una pia illusione: questo è un esodo biblico! Entrano decine di migliaia di persone, sono entrate negli ultimi anni centinaia di migliaia di persone, che riguardano un fenomeno che è vastissimo, quello del radicalismo islamico. Sarebbe come pensare, in Italia, di poter individuare i mafiosi unicamente con il certificato penale! È un'assurdità doverlo pensare, è una assurdità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Purtroppo non c'è nulla da fare. Già anni fa cercai di sollevare il problema e fui tacciato di essere un razzista e un allarmista. Poi, dopo i fatti di Charlie Hebdo, anche l'allora Ministro degli Esteri Gentiloni fu obbligato ad ammettere che potevano inserirsi all'interno dei flussi migratori proprio queste frange di terrorismo islamico.

Allora questo è un dato certo: l'unico modo è bloccare il flusso, l'unico modo è bloccare l'ingresso dei clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), l'unico modo è bloccare l'ingresso di coloro che non hanno titolo a venire in Italia, perché è inevitabile – inevitabile - che in questo flusso si possano nascondere dei terroristi! Hamri è stato uno, l'ultimo a Nizza è stato un altro, e ce ne saranno tantissimi altri, che oggi sono oramai immischiati nella logistica del terrorismo islamico e del radicalismo islamico in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in merito ai controlli e ai provvedimenti adottati con riguardo all'immigrato tunisino individuato come autore dell'attentato di Nizza del 29 ottobre 2020 e iniziative volte alla revisione della strategia di accoglienza dei migranti – n. 3-01866)

PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01866 (Vedi l'allegato A).

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Ministro, l'attentatore di Parigi era tunisino. Come ha detto il collega Tonelli, c'è un problema iniziale, allo sbarco. Però, Ministro, c'è un problema anche della gestione sul nostro territorio quando sono sbarcati, perché questo ragazzo è sbarcato il 20 settembre a Lampedusa, è sbarcato un giorno in cui sono sbarcate 20 navi, circa 100 tunisini; è stato portato su una nave, in ossequio alle norme COVID, la Rhapsody, per la quarantena. Poi, incredibilmente, pur venendo dalla Tunisia che non è un Paese in guerra e con cui abbiamo accordi di rimpatrio, non viene portato in un centro di rimpatrio, ma viene portato nel Centro di Bari, l'8 e il 9 ottobre. Da lì questo soggetto, evidentemente, fugge, va in un altro Stato e compie un attentato.

Quindi, Ministro, noi siamo a chiederle, al netto della gestione dell'accoglienza, degli sbarchi, come vengono gestiti i migranti clandestini sul nostro territorio, come sia possibile che un soggetto proveniente da un Paese con cui abbiamo accordi di rimpatrio non venga rimpatriato, e se siete riusciti a tracciare esattamente i movimenti di questo soggetto sul nostro territorio e il passaggio della frontiera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Presidente, l'autore dell'efferato attentato compiuto il 29 ottobre a Nizza è stato identificato nel ventunenne tunisino Brahim Aoussaoui. La comparazione dattiloscopica delle impronte digitali dell'attentatore con quelle presenti nello specifico database nazionale ha permesso di accertare che lo stesso era giunto, effettivamente nell'ambito di uno sbarco autonomo a Lampedusa, lo scorso 20 settembre, insieme ad altri dieci migranti, e trasferito il giorno dopo a Porto Empedocle con una motovedetta della Guardia costiera. All'esito del periodo di isolamento sanitario, il cittadino tunisino è stato sbarcato il 9 ottobre, come ha ricordato l'onorevole interrogante, presso il porto di Bari, sottoposto a fotosegnalamento, munito di decreto di respingimento a firma del questore del capoluogo pugliese, con contestuale ordine a lasciare il territorio nazionale entro i sette giorni.

Tengo a precisare che, nei confronti dell'attentatore di Nizza, non erano mai emersi, neanche da parte delle autorità tunisine, sotto il profilo della sicurezza, elementi che ne facessero desumere la sua radicalizzazione o la sua vicinanza ad ambienti del jihadismo; analogamente, non si era evidenziato, nei canali delle nostre intelligence.

Gli sviluppi investigativi, al momento, hanno permesso di ricostruire che il tunisino sarebbe partito dalla Tunisia tra il 18 e il 19 settembre, insieme ad un connazionale, Ahmed Ben Amor, facente parte del gruppo di stranieri sbarcato a Lampedusa il 20 settembre, e anche lui destinatario di un provvedimento di respingimento con ordine di abbandonare il territorio nazionale entro sette giorni. Quest'ultimo è stato arrestato in Francia, lo scorso 31 agosto, a seguito dell'attentato e sono in corso accertamenti da parte delle autorità francesi per verificare se effettivamente avesse avuto un ruolo nell'ambito dell'attentato.

Dai primi accertamenti è emerso che Brahim, dopo aver lasciato Bari, si è recato a Palermo presso un connazionale che l'ha ospitato e detto connazionale, a seguito di notifica del decreto di espulsione, è stato collocato presso il CPR di Gradisca d'Isonzo. Sono in corso approfondimenti finalizzati a ricostruire tutti gli spostamenti del tunisino sul territorio nazionale e ad individuare altri soggetti che potrebbero avergli fornito supporto logistico.

Indubbiamente, come si è avuto modo di illustrare, il Ministero dell'Interno affronta, con il coinvolgimento anche dell'Interpol e del comparto di intelligence, i rischi derivanti dall'infiltrazione di possibili integralisti o di foreign fighters, con una serie di azioni che, a tutt'oggi, hanno consentito di realizzare, come ho detto prima, numerosi rimpatri di soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale.

Il Comitato di analisi strategica ha dedicato ai fatti di Nizza la sua ultima riunione, in data 2 novembre, a cui ho personalmente partecipato. Nel corso di questa riunione è stato tracciato un quadro complessivo delle risultanze, che ho qui sinteticamente descritto, ma di cui riferirò in occasione della mia audizione al Copasir, programmata per domani.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la collega Laura Ravetto.

LAURA RAVETTO (FI). Ministro, lei è sempre molto cortese, ma noi non ci riteniamo soddisfatti di questa sua risposta. Che l'intelligence abbia detto che non era radicalizzato lo possiamo capire, ma rimane che era un soggetto presente clandestinamente sul nostro territorio. Quindi, la domanda è: perché non è stato rimpatriato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Il tema, Ministro, è che qua dovete lasciare l'approccio ideologico dei fogli di via. Questo soggetto è stato destinatario di un decreto di espulsione del prefetto di Bari, accompagnato da un ordine del questore che lo invitava a lasciare il territorio dopo sette giorni. Non potete più accontentarvi di dire a dei clandestini, potenziali terroristi, che li invitate ad andare via. Dovete accertarvi che vadano via, Ministro. Questo è inaccettabile! Anche sugli spostamenti sul territorio aspettiamo la sua audizione al Copasir, ma sono passati parecchi giorni, avremmo avuto come Parlamento desiderio di saperne un po' di più.

Poi c'è un altro tema, Ministro, lei lo sa. Lei è stata due volte in Tunisia, e la ringraziamo anche, lei è stata il 27 luglio, è stata il 17 agosto. In Tunisia non c'è guerra, c'è la crisi; ora non c'è più, c'è un Governo tecnico, c'è un Ministro dell'Interno, che oggi è Premier, che lei conosce bene, con cui ci sono da potenziare degli accordi di rimpatrio. Non bastano due voli a settimana di 40 persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non bastano neanche i tre di 120 che state negoziando. Ministro, solo nello scorso anno, lei lo sa, sono arrivati 11 mila tunisini. Non le sto a parlare dei 20 mila clandestini che arrivano sulle nostre coste ogni anno, le parlo dei tunisini che non dovrebbero neanche arrivare. Possiamo rimpatriarne forse 120 su un aereo? Possiamo fare in modo che succeda come è successo a noi quando siamo andati, come Comitato Schengen, a Bari, a verificare che li accompagnate al traghetto? Dovete farli salire sul traghetto, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ministro, stiamo passando da una situazione in cui avevamo i clandestini, a una situazione in cui abbiamo l'infiltrazione di terroristi. Non consentiremo che trasformiate il nostro Paese da centro di accoglienza europeo dei migranti, che già non andava bene, ad hub internazionale del terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative per contrastare il fondamentalismo e il terrorismo islamico, anche in considerazione dei recenti attentati compiuti in Francia e in Austria – n. 3-01867)

PRESIDENTE. Il deputato Davide Galantino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01867 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Onorevole Ministro, come vede abbiamo tutti le stesse paure. L'Europa è sotto attacco; in un momento in cui occorre mettere al centro il lavoro con diritti e dignità, fortificare il bisogno di sicurezza e protezione della nostra nazione, in questo momento di fragilità e incertezza assoluta, il terrorismo è usato per affermarsi, per legittimarsi. Questo noi non lo possiamo permettere. Se è vero che il singolo cittadino deve avere il diritto di cercare una vita dignitosa nel mondo, è anche vero che una nazione deve poter scegliere chi accogliere e chi no, nel rispetto dei diritti umani. Ma noi non possiamo diventare corridoio di transito dei terroristi. Nelle ultime due settimane si sono registrati in Europa ben tre atti terroristici di matrice islamica, caratterizzati da brutali uccisioni di semplici cittadini. Fratelli d'Italia negli anni ha avanzato numerose proposte volte a limitare la diffusione del pensiero integralista islamico; e, in attesa di risposte concrete da parte del Governo, mai come oggi, 4 novembre, sento di dover ringraziare a gran voce i nostri militari, che nonostante tutto difendono i nostri confini, la nostra cultura, la nostra dignità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti, richiamando l'attenzione sugli attacchi terroristici avvenuti in questi giorni in Francia e in Austria, chiedono di conoscere la strategia del Governo per prevenire e contrastare il fondamentalismo e il terrorismo di matrice islamica. Premetto che l'azione di difesa del Paese dalla minaccia jihadista è stata condotta, fin dall'attentato alle Torri Gemelle del 2001, alla luce di una visione globale del fenomeno, che si è imperniata su tre pilastri fondamentali: l'attività di analisi e di intelligence, il controllo del territorio e degli obiettivi sensibili e la cooperazione internazionale sviluppata nello scambio informativo tra gli organi investigativi e giudiziari. Pertanto, dopo i fatti di Nizza e Vienna, è stato seguito un consolidato metodo di valutazione dei fatti e di analisi del rischio. In quest'ottica, ho riunito lunedì scorso, come ho già detto in precedenza, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che costituisce il luogo di alto coordinamento in cui le articolazioni territoriali delle forze di Polizia e gli organismi di informazione e sicurezza del Paese lavorano in sinergia, mettendo in comune il proprio patrimonio informativo. In esito alle risultanze emerse nella predetta riunione ho ritenuto poi di convocare, proprio nella giornata di ieri, una riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede sono stati approfonditi i temi concernenti l'attività di Polizia di prevenzione, con particolare riferimento all'aggiornamento del monitoraggio degli obiettivi sensibili e all'intensificazione dei controlli ai valichi di frontiera, anche attraverso l'utilizzo dell'impiego dei militari dell'esercito. Massima attenzione è stata rivolta ai controlli imposti da esigenze di sicurezza nazionale sui migranti irregolari che sbarcano in Italia; in tale direzione, il Comitato ha valutato gli aspetti tecnici per l'elaborazione di un piano operativo da concordare tra il Governo italiano e il Governo tunisino, finalizzato all'intensificazione della collaborazione in materia di contrasto dell'organizzazione di trafficanti di esseri umani e dell'immigrazione irregolare. Evidenzio anche che sono state diramate specifiche istruzioni ai prefetti e ai questori al fine dell'ulteriore rafforzamento delle misure di vigilanza e sicurezza a protezione degli obiettivi consolari, religiosi, commerciali, turistici e ricreativi. Va però detto che i recenti attentati terroristici rappresentano un attacco ai valori di libertà dell'Europa, ed è anche per questo motivo che non si può prescindere dall'agire attraverso un'intensificazione della collaborazione internazionale, sia giudiziaria che di Polizia. Ciò anche al fine di costruire una politica di sicurezza comune, che appare il miglior sistema per tutelare la sicurezza dei cittadini europei.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, noi non sappiamo se lei si rende conto della gravità di quello che lei sta dicendo in quest'Aula. Lei ci sta dicendo che ai servizi segreti non era noto un clandestino arrivato autonomamente in Italia senza che nessuno se ne accorgesse. Ministro, mi scusi, mi può ascoltare? Ministro, mi può ascoltare, perché sto rispondendo a lei?

PRESIDENTE. Onorevole Bignami, la prego, questa è una competenza della Presidenza. Usi bene i suoi due minuti.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Io uso bene i miei due minuti, Presidente, se lei si premura cortesemente di verificare che il Ministro mi ascolti.

PRESIDENTE. Onorevole Bignami, non ho mai sentito un intervento del genere. La Ministra sta ascoltando il suo intervento, stia sul merito, la prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Sono molto sorpreso, Presidente, che lei si preoccupi di far sì che i Ministri possano non ascoltare i parlamentari che le hanno permesso di essere (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…Tuttavia, siamo molto sorpresi, Ministro, del fatto che lei non si renda conto della gravità delle sue affermazioni. Lei ci dice che un terrorista è entrato sul territorio nazionale senza che nessuno lo sapesse, ha attraversato il territorio, gli abbiamo dato un foglio di via, lui ovviamente se ne è bellamente disinteressato, ha attraversato i confini e ha ucciso delle persone. Lei per tutta risposta ci cita protocolli, carte, documenti che dovrebbero essere diramati, senza che neanche si affermi che il sistema che sino ad oggi ha operato è stato evidentemente fallace, visto che, lei lo ha ribadito, consolidate prassi hanno dimostrato che questo tipo di situazioni erano già state monitorate. Noi crediamo, signor Ministro, che residui nella sua disponibilità un gesto concreto mediante il quale lei potrebbe fare un servizio alla patria: firmare le sue dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza volte a rendere strutturale la riduzione del carico contributivo del 30 per cento introdotta dal decreto-legge n. 104 del 2020 in favore del Mezzogiorno – n. 3-01868)

PRESIDENTE. La deputata De Lorenzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01868 (Vedi l'allegato A).

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la crisi economica globale causata dalla pandemia ha generato effetti negativi sull'economia e sull'occupazione del Mezzogiorno, in un mercato caratterizzato già dal fenomeno del precariato, gravemente piegato dalla sistematica diffusione del lavoro sommerso, condizionato dalla presenza diffusa della criminalità organizzata.

Effetti che sono stati mitigati grazie alle misure previste nei decreti “Cura Italia”, “Liquidità”, “Rilancio”, e da ultimo il “decreto Agosto”, che ha affrontato l'emergenza occupazionale del Sud con sgravi contributivi sul costo del lavoro del 30 per cento finanziati per un periodo di tempo limitato fino a dicembre 2020. Considerata l'importanza del provvedimento straordinario della decontribuzione, chiedo a lei in che modo il Governo intenda intervenire al fine di rendere strutturale la riduzione del carico contributivo del 30 per cento eventualmente a partire dall'introduzione di tale misura nella prossima legge di bilancio.

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Grazie agli onorevoli interroganti per l'occasione che mi fornite di dare un aggiornamento al Parlamento sul percorso attuativo della fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud. È una misura già in atto, che si applica a circa 500 mila imprese nel Mezzogiorno e a 3 milioni di lavoratori dipendenti, che è stata definita di portata storica, ma quei dati sul mercato del lavoro che lei citava vanno affrontati, questo vorrei dirlo ed è la priorità del Governo, con un'azione di rilancio degli investimenti pubblici e privati. La fiscalità di vantaggio è una misura che in questa fase straordinaria servirà ad accompagnare quest'azione di rilancio degli investimenti per potenziarne l'impatto sull'occupazione e, soprattutto, per evitare nella fase di crisi la voragine occupazionale che si può determinare anche in termini di mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato e, soprattutto, evitare il rischio di una ripresa senza occupazione nella ripartenza.

Il Governo ha già deciso di prorogare la misura con la legge di bilancio approvata in Consiglio dei Ministri. Per il 2021 avrà un carico finanziario importante di circa 5,7 miliardi, nel corso degli anni rimarrà del 30 per cento fino al 2025 e poi a scalare. Dunque gli oneri finanziari progressivamente si ridurranno: per i primi tre anni verranno coperti da fondi del bilancio pubblico e da una parte consistente di React-EU in seguito a un accordo con la Commissione, è uno strumento all'interno di Next Generation. L'impegno nel tempo non è per rendere strutturale questa misura, che sarà temporanea fino al 2029, perché la priorità è colmare quegli svantaggi infrastrutturali e di servizi che consentono di avere parità competitiva nel Mezzogiorno, ma deve essere durevole nel tempo anche per mettere in atto i suoi due principali effetti indiretti, cioè quello di favorire percorsi di emersione del lavoro sommerso e anche, insieme ad altre misure, ad altri interventi che stiamo mettendo in campo, come le zone economiche speciali e altri strumenti di attrazione degli investimenti, favorire i flussi che rientrano in patria. Su questo, sulla durata nel tempo è in corso un negoziato con la Commissione, che ha particolarmente apprezzato il fatto che questa misura è un tassello di una strategia più ampia di intervento nel Mezzogiorno, che potrà contare nei prossimi sette anni su risorse e strumenti senza precedenti che confermano l'impegno del Governo nel ridurre i divari e nel liberare il potenziale del Mezzogiorno in cima alle sue priorità politiche.

PRESIDENTE. La deputata De Lorenzo ha facoltà di replicare.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la sua puntuale risposta e lo ringrazio per l'opportunità che mi dà di sottolineare l'importanza storica di una misura estremamente rilevante qual è quella della fiscalità di vantaggio per il Sud, che potrebbe essere l'occasione straordinaria, utile per archiviare 160 anni di questione meridionale dall'Unità d'Italia, che fino ad oggi è stata relegata ai margini di un dibattito al di fuori di una seria agenda politica. Oggi la tragedia del COVID ci offre l'occasione di cambiamento, perché questa emergenza sanitaria nella quale ci troviamo ha la straordinaria opportunità di esaltare la solidarietà regionale e rende indispensabile la necessità di rifondare le ragioni che consentono all'Italia di mettere insieme realtà territoriali e geografiche così diverse tra loro.

La sospensione da parte dell'Europa dei vincoli stringenti del Patto di stabilità e, ancor più, la sospensione delle rigorose regole sul divieto agli aiuti di Stato alle imprese consente, quindi, di elaborare politiche attive per il Mezzogiorno, con investimenti che sono ineludibili nel settore del servizio pubblico essenziale, a partire dalla sanità per arrivare, poi, all'istruzione, alla ricerca e alle infrastrutture, perché superare una crisi dalle dimensioni globali non può che prescindere dal superamento della questione meridionale. Dobbiamo vincere questa battaglia, dobbiamo vincerla per l'Italia, dobbiamo vincerla per l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Cancelleri, Casa, Cavandoli, Ceccanti, Cirielli, Corda, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferri, Gregorio Fontana, Frassinetti, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giorgis, Invernizzi, Liuzzi, Lorefice, Lupi, Marattin, Molinari, Nardi, Paita, Parolo, Perantoni, Rotta, Serracchiani, Sisto, Sut, Tasso, Tomasi e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di elezioni suppletive.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha verificato che il seggio di deputato nel collegio uninominale 12-Siena della XII circoscrizione Toscana deve essere coperto mediante elezioni suppletive, ai sensi dell'articolo 86, comma 3, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

Tale seggio - attribuito con il sistema maggioritario, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, lettera b), del medesimo testo unico - si è reso vacante a seguito della cessazione dal mandato parlamentare del deputato Pietro Carlo Padoan, in ragione delle dimissioni presentate dal medesimo deputato dopo l'assunzione della carica incompatibile di membro del consiglio di amministrazione di UniCredit Spa, di cui la Camera ha preso atto nella seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 (Nuova formulazione), Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 ottobre 2020 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, è stata presentata la mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389, che è già iscritta all'ordine del giorno.

Avverto altresì che è stata presentata la mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di esprimere il parere sulle mozioni presentate. Prego, signor Vice Ministro.

GIANCARLO CANCELLERI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Esprimiamo parere contrario sulle mozioni n. 1-00355 (Nuova formulazione), 1-00386 e 1-00389, e parere favorevole sulla mozione 1-00399.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Io rinuncio alla dichiarazione di voto, dico solo una parola a margine però, non posso non dirla, quindi, lo consideri parte della mia dichiarazione di voto.

Noi stiamo in delle ore un po' particolari, ovviamente, perché, anche alla luce del nuovo DPCM, c'è una grande fibrillazione in tutto il Paese; abbiamo un grande problema e una grande questione aperta sulla scuola, che si trova in una certa situazione anche per questioni di trasporto pubblico locale e questo Parlamento discute del ponte sullo stretto di Messina. Quindi, non aggiungo una parola, però mi sarebbe piaciuto e preferirei che ci concentrassimo, quando parliamo di trasporti nel Paese, su altre questioni che stanno un po' più a cuore agli italiani in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in discussione generale e non più tardi di qualche settimana fa, avendo più tempo a disposizione, abbiamo potuto motivare bene le nostre ragioni per cui, anche oggi, diremo un sì convinto a questa mozione, a questa grande opera infrastrutturale. Tante ragioni, ma non per ultimo la convinzione dell'Europa, che ci dice che è un'opera infrastrutturale che va necessariamente realizzata per colmare il gap infrastrutturale con le regioni meno sviluppate, per colmare anche, direi, il gap cerebrale di chi vuole tenere il Meridione, il Sud, il Mezzogiorno intero, la Sicilia, la Calabria e la Campania legati a mancette, all'assistenzialismo e a leggi inutili, come il reddito di cittadinanza.

E sempre in discussione generale, ho potuto constatare che la maggior parte degli interventi sono stati fatti da colleghi siciliani e calabresi, come se si trattasse del corridoio Messina-Reggio Calabria e non del corridoio scandinavo-mediterraneo; la totale indifferenza delle forze di maggioranza che sostengono questo Governo.

Direi che, dalla tragedia del COVID, dobbiamo prendere quello che di buono ci viene e quello che di buono ci viene è soltanto una cosa: sono i soldi del Recovery Fund, questi 200 e più miliardi, tanti e tanti soldi, che consentono a questo Governo, consentono all'Italia e a tutti quanti noi di realizzare questa grande opera e sono fondi che l'Europa attribuisce all'Italia non per merito di nessuna mediazione, come vuole far credere il Governo, e di chissà quale strategia, ma in base alla proporzione della popolazione, al tasso di disoccupazione, al PIL pro capite per ogni Stato membro.

Quindi, abbiamo - avete! - tutti quanti una grande occasione. Mi rivolgo a tutte le forze che sostengono questo Governo, al Vice Ministro Cancelleri, siciliano come me. Avete e abbiamo tutti una grande possibilità, ma soprattutto voi, che siete al Governo, avete la possibilità di scrivere forse la pagina più importante della storia di questo Paese. Mettete da parte quelle strane idee di cui abbiamo sentito parlare in questi mesi, tunnel o altre cose irrealizzabili, e anche, direi, che se fossero realizzabili, conoscendo i tempi della burocrazia e della politica, arriveremmo a fine legislatura. Avete la possibilità di scrivere una pagina di storia. Prendete il progetto esecutivo del ponte - abbiamo i soldi - e realizziamolo. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi con l'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Questa discussione di oggi si inserisce in una riqualificazione complessiva delle infrastrutture - così è stata pensata nella nostra mozione di maggioranza -, una riqualificazione che deve stare ed è all'interno del Recovery europeo e che serve a rilanciare il Mezzogiorno all'interno di un progetto complessivo del Paese. Non è un caso che oggi stiamo discutendo questa mozione ma, in realtà, le Commissioni competenti avevano già approvato e discusso, all'interno, poi, della relazione della V Commissione, un pacchetto complessivo delle infrastrutture che servono al rilancio del nostro Paese e, io aggiungo, al rilancio del Mezzogiorno…

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo, scusi.

NICOLA STUMPO (LEU). Si figuri.

PRESIDENTE. Sta “disturbando” dei colleghi… grazie.

NICOLA STUMPO (LEU). …e, vorrei ricordare, i numeri del Recovery e quant'altro, stanno nella mozione. Non amo ripetere quanto si può tranquillamente leggere, ma vorrei ricordare altri numeri. Ci sono stati momenti in cui l'Italia cresceva più della Germania - siamo poco dopo la metà degli anni Novanta - e, in Italia, il Mezzogiorno cresceva più del Nord Italia. Questo significa, per noi ma anche per l'Europa, che per far sì che l'Italia sia sempre più competitiva, che possa crescere e che l'Europa possa diventare sempre più un partner mondiale, c'è bisogno di sviluppare quelle parti che oggi, a partire dal Mezzogiorno d'Italia, si trovano in condizioni di difficoltà, a partire dalle infrastrutture.

Vorrei anche, in questi minuti di nostra discussione, provare a uscire dal solito modello dell'idea delle infrastrutture. Ogni volta che si parla del Sud si dice: l'alta velocità fino a Reggio Calabria, poi da Messina naturalmente a Siracusa, quindi sempre da Messina a Palermo, cosa che va fatta e su cui non bisogna più discutere. Poi, si passa direttamente all'Adriatica, tagliando un pezzo del Mezzogiorno, che è la parte ionica, che è quello che invece costituirebbe la chiusura di un anello, la messa insieme di 12 milioni di persone, la messa in sicurezza dello sviluppo di quel territorio e anche la pienezza dei diritti di alcuni cittadini.

Vedete, se un cittadino di Reggio Calabria oggi dovesse decidere di andare a Bari ha come unica possibilità quella di arrivare fino a Roma e poi da Roma andare a Bari, perché gli è completamente impedita la possibilità con le infrastrutture, tanto quelle ferroviarie quanto quelle viarie.

Questo vale per un cittadino e vale soprattutto per le ricchezze di questi territori, vale per lo sviluppo dell'agricoltura, vale per lo sviluppo del turismo, vale per le capacità di essere attrattivi. C'è bisogno, in tutta questa discussione, quando si parla di dove investire e di come investire, di ragionare sul Mezzogiorno come un unico modello; un modello che si tiene insieme, da Bari a Napoli, passando per Reggio Calabria e ritornando poi, attraverso Taranto, nuovamente a Bari. Mettere insieme tutte queste Regioni, costruire un centro, un polo che possa essere un polo di attrazione per il turismo, che possa essere un polo, come lo è per l'agricoltura, di scambi per le proprie ricchezze territoriali e che possa, quindi, poi continuare, così come diciamo nella mozione con un attraversamento stabile dello Stretto, a essere il collegamento con la Sicilia, con l'alta velocità fino a Palermo o fino a Siracusa. Credo che il modello col quale - e mi avvio a concludere - noi dobbiamo ragionare è questo qui: mettere nelle condizioni il Sud di crescere, di poter essere attrattivo, di poter esprimere le proprie potenzialità, a partire dalle infrastrutture ma non solo. Le infrastrutture, però, devono essere un modello e un volano per consentire - e mi ripeto - al Mezzogiorno di tornare a crescere e, quindi, consentire all'Italia di poter crescere di più (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Componenti del Governo, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Scoma. Chiederei il cortese rispetto della distanza di sicurezza ai colleghi. Colleghi, il rispetto; perfetto. Mi scusi, onorevole Scoma. Prego.

FRANCESCO SCOMA (IV). Pensavo si riferisse a me.

PRESIDENTE. No, a lei no.

FRANCESCO SCOMA (IV). Signor Presidente, componenti del Governo, onorevoli colleghi, la crisi pandemica che ha avuto un profondo impatto sull'economia a livello mondiale ha reso evidente l'importanza di riprendere una politica degli investimenti capace di far fronte all'emergenza industriale e produttiva del nostro Paese. Risulta importante attuare misure shock per dare finalmente un nuovo slancio all'Italia, sbloccando i cantieri delle opere pubbliche troppo spesso fermi a causa dei problemi relativi alla macchina burocratica che frequentemente ne ha rallentato gravemente la realizzazione, anche prima dell'attuale pandemia, a causa della quale si stima quest'anno una perdita del PIL vicina ai 10 punti (la crescita era già molto modesta, attorno allo 0,2 per cento). In questo quadro è importante avere messo in campo una serie di misure per garantire l'indispensabile snellimento procedurale e accelerare la realizzazione di opere pubbliche nel Paese all'interno del “decreto Semplificazioni”. Sbloccare i procedimenti di autorizzazione, velocizzare le gare d'appalto, rendere più fluide le modalità di realizzazione delle infrastrutture strategiche nazionali: questi sono i punti che noi riteniamo essenziali e dai quali ripartire. Tra queste opere da finanziare e realizzare immediatamente, prioritaria per il Mezzogiorno e fondamentale per tutto il Paese ci appare sicuramente il collegamento che riguarda lo Stretto di Messina, cioè collegare la Calabria alla Sicilia. Tale collegamento costituirebbe un tassello importante di un piano più ampio comprendente i progetti inclusi in “Italia Veloce”, che prevede, tra l'altro, la tratta ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. Da anni risulta ormai completata la progettazione di un'opera di altissima tecnica e tecnologia che avrebbe dato concreta attuazione al collegamento veloce. Noi riteniamo che la realizzazione di un ponte a campata unica lungo 3,3 chilometri e mai realizzato fino ad ora, che colleghi la penisola alla Sicilia, possa realmente essere forse la soluzione più praticabile. Il ponte per noi rappresenterebbe un'occasione unica di un disegno organico di collegamento dell'alta velocità e la rete ferroviaria necessaria con l'infrastruttura stradale per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese, con una connessione diretta tra le due opere infrastrutturali. Ma, pur tuttavia, in tale contesto si inserisce l'iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di costituire una commissione di alto profilo con il compito di analizzare diverse e nuove soluzioni entro dicembre 2020 e trovare nuove o vecchie iniziative che rispondano alla richiesta di mobilità da e per la Sicilia. È ormai evidente anche ai più scettici che il nostro Paese, di fronte a una crisi economica con pochi precedenti, riparte se ripartono le opere pubbliche, di cui la realizzazione del collegamento costituisce sicuramente una parte molto importante. Si tratterebbe di un'opera che da sola produrrebbe effetti benefici per il PIL nazionale, oltre agli indubbi riflessi positivi sia dal punto di vista occupazionale - si parla di migliaia di posti di lavoro - che dal punto di vista del rilancio dell'economia e dell'indotto ad esso collegato, tutto ciò in un'area, quale quella del Meridione, duramente colpita dagli effetti della pandemia derivante dalla diffusione del COVID-19. Proprio in relazione all'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery si è tornati a parlare in maniera concreta della realizzazione del ponte o di opere similari, ricercando il giusto equilibrio tra la realizzazione di infrastrutture capaci di modernizzare il Paese e il rispetto dell'ambiente e del territorio, che rimangono i pilastri dell'attività di buon governo. Non per niente il parere della IX Commissione (Trasporti), reso nell'ambito della procedura di approvazione del Recovery, richiede la realizzazione di un collegamento stabile e veloce nello Stretto di Messina. Vero è che solo il progetto del ponte però è definito nella sua interezza ormai da anni, con calcoli, studi di fattibilità, verbali di collaudo, indagini sull'impatto ambientale, a differenza delle altre due ipotesi allo studio: un tunnel sommerso, a mezz'acqua o adagiato sul fondale, o un tunnel sottomarino scavato a 250 metri circa sotto il livello del mare. Ricordo però che già a partire dal 1971 la società Stretto di Messina aveva raccolto soluzioni tecniche di tipo diverso, cioè tunnel sottomarino, tunnel flottante, ponte sospeso; ma le soluzioni alvee sono state successivamente scartate, perché il tunnel sottomarino non è stato ritenuto fattibile per l'eccessivo sviluppo delle rampe di raccordo rispetto alla lunghezza dell'attraversamento, e il tunnel flottante fu escluso per la mancanza di precedenti in condizioni più favorevoli.

Contro il ponte in passato si usarono argomenti di tutti i tipi e per tutti i gusti. Si è sostenuto che il ponte avrebbe collegato due deserti infrastrutturali; in effetti il Sud per molto tempo è rimasto molto indietro rispetto al Centro-Nord, e l'infinita vicenda dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, proprio l'arteria che avrebbe dovuto alimentarlo per la modalità riferita alla gomma, forniva argomenti a questa tesi; ma durante il Governo Renzi quell'infrastruttura è stata completata e aperta al traffico, e quella metafora del ritardo perenne del Mezzogiorno è stata cancellata. Ma il salto di qualità più importante è avvenuto con la cura del ferro, la rete ferroviaria del Sud; già molto arretrata, ha rischiato di essere destinata alla marginalità quando è partito, circa 30 anni fa, il progetto del sistema alta velocità, ispirato più al modello francese che a quello tedesco, con l'attenzione rivolta ai passeggeri e non alle merci, con la nuova rete poco o per nulla interconnessa con quella storica, ma soprattutto con la “T” originaria costituita da un asse orizzontale tra Milano e Venezia e uno verticale fino a Roma. Il nuovo sistema in origine trascurava del tutto il Sud, poi le cose sono gradualmente cambiate: si è posta più attenzione alle merci, il sistema è diventato misto, anche nella definizione di alta velocità e alta capacità. La prima conseguenza è stata quella di diventare interconnessa, perché la matrice di origine e destinazione delle merci è più articolata di quella dei passeggeri. Se guardate i porti, col Terzo valico, ad esempio, si è agganciata Torino e sono partiti i lavori per i collegamenti internazionali Torino-Lione e Brennero; infine, si è rivolto lo sguardo anche verso il Sud, in quella parte del Paese che a più di un secolo e mezzo dall'unificazione ha chiuso la forbice con il Nord meno di quanto abbia fatto la Germania Est nei confronti della Germania Ovest. Da subito si è aggiunto il collegamento tra Roma e Napoli; ma ora è proprio cambiato l'approccio, grazie alle scelte già operate e ai cantieri già aperti; inoltre, grazie al “decreto Semplificazioni” e al Recovery Fund sarà possibile completare una moderna ed efficiente rete ferroviaria nazionale, che finalmente includa anche il Sud. Riteniamo però che il ponte comunque possa far uscire dall'isolamento la rete infrastrutturale siciliana rispetto a quella nazionale, possa produrre l'estensione alla Sicilia della rete ad alta velocità e possa produrre una drastica riduzione dei tempi di percorrenza su gomma. Inoltre, fine della dipendenza dalle condizioni del tempo, riduzione drastica degli effetti della stagionalità, creazione di una nuova area metropolitana e rilancio della portualità siciliana. Ci sentiamo pertanto in dovere, come Italia Viva, come cittadini italiani, di chiedere al Governo di impegnarsi con tutte le iniziative necessarie atte a realizzare un collegamento, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete dei trasporti siciliana da quella del resto del Paese, estendendo così l'alta velocità fino a Messina, Catania e Siracusa. È per questo motivo che voteremo a favore della mozione, ma non tollereremo più ulteriori ritardi o mancate decisioni su scelte fondamentali per l'economia del Paese e dei territori del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, in quest'ultimo periodo del ponte di Messina si è detto tanto, forse troppo, ma soprattutto si sta continuando a calpestare la dignità del popolo siciliano e calabrese, direi anche dell'intera nazione. Il ponte sullo Stretto è un'infrastruttura che non serve solamente alla Sicilia, non è una mega opera che vive di una vita autonoma, ma oltre ad essere la madre di tutte le opere, è uno dei tasselli fondamentali di un piano infrastrutturale da 100 miliardi di euro, capace di rafforzare porti, aeroporti, di connettere il Paese ai grandi corridoi internazionali, che permetterà di accelerare il passaggio di merci e persone, ridurre i costi logistici e l'inquinamento; ma soprattutto di portare finalmente l'alta velocità in Sicilia, cosa che senza un collegamento stabile non ci sarà mai.

Insomma, il ponte rappresenterebbe la vita per la Sicilia e la Calabria; inoltre, è di rilevanza strategica per tutte le regioni italiane.

Ma è così difficile, è così difficile capire che non ci potrà mai essere nessuna politica di cambiamento strutturale dell'economia italiana, senza ridurre il divario territoriale che separa le regioni italiane e le aree del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Siamo l'unico Paese al mondo dove non si è riusciti a realizzare un collegamento stabile con il continente, isolati per meno di due miglia marine! E sia chiaro una volta per tutte: i siciliani sono stanchi, sono stanchi di attraversare solo uno Stretto piccolissimo e perdere due ore, due ore, Vice Ministro, due ore, lei lo sa, soprattutto per motivi di lavoro, di studio o familiari, perdere due ore! Inoltre, sapete quanto costa alla Sicilia essere isola? 6 miliardi e mezzo l'anno! Soldi che ricadono indirettamente su ogni residente in Sicilia. Capite cosa significa questo per le famiglie, per le imprese siciliane, e soprattutto per le nuove generazioni?

La cosa più importante e sicuramente di grande rilevanza è che tutte le merci che partono dalla Sicilia e arrivano nel resto delle regioni italiane viaggiano su gomma. Questo cosa significa? Aumento dei costi per le aziende, oltre ad aumento anche del tempo impiegato. Lo sapete quanto paga un TIR per attraversare? 200 euro. E questo cosa vuol dire? Significa compromettere la competitività dei prodotti siciliani. E noi siamo qui oggi ancora a discutere se si può fare il ponte o non si può fare il ponte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Il Ministro De Micheli qualche giorno fa ha annunciato che, oltre al ponte, ci sono altre proposte interessanti per collegare la Sicilia alla Calabria, ed è stata istituita proprio una commissione per studiare e capire qual è la più adatta, il ponte o il tunnel: un tunnel che si adagia sul mare o sottomarino. Però al tempo stesso dichiara che il progetto del ponte sullo Stretto non può essere più utilizzato, perché ormai antico e superato: pertanto non viene inserito nell'elenco delle opere finanziabili con il Recovery Fund, classificandolo come un progetto storico che ha problemi di attuazione di difficile soluzione nel medio termine. Tutto ciò è assurdo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Un progetto, un'opera che può essere attuata in tempi brevissimi, che ha un impatto duraturo sul PIL, sull'occupazione: si stimano 120 mila posti nuovi di lavoro; e viene esclusa!

Ma ritorniamo alla soluzione che in questo momento sembra preferita sia dallo stesso Premier Conte che qui dal Vice Ministro Cancellieri, siciliano: il tunnel sottomarino. Questa è una progettazione intanto che richiede tempi lunghissimi e ricordo che, già negli anni Novanta, una proposta simile di Saipem fu bocciata e fu preferito, soprattutto per ragioni di fattibilità e sicurezza, proprio il ponte. Lo volete capire che il ponte è il vero risarcimento per il popolo siciliano, per tutti gli anni di marginalizzazione per la mancanza delle infrastrutture (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Nessun investitore, nessuno scommetterebbe in un territorio così povero! Allora, finiamola, con tutte queste discussioni, perché si continua ad offendere l'orgoglio di un popolo, un popolo che non può più sentire di essere l'ultima ruota del carro. Contrariamente all'opinione di questo Governo, l'Unione europea ha sempre considerato di estrema importanza l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, perché l'ha visto proprio come uno dei principali colli di bottiglia della rete trasportistica continentale. È una convinzione che non serve a niente, Vice Ministro, se lo Stato, questo Stato, non lo vuole fare, questo Stato che restituisce risorse europee, perché non riesce a progettare e investire, perché non ha utilizzato ben 20 miliardi di euro. Allora, basta perdere tempo a elaborare nuove proposte. Bisogna solo attuare quello che è stato progettato e validato dalle più prestigiose società di ingegneria al mondo. Il vostro è un “no” solo ideologico, non avanzate più scuse, perché non ce ne sono. Se l'opera, se il progetto, deve essere aggiornato, deve essere ammodernato, lo si può fare in fase di progettazione esecutiva dei lavori, per non distruggere tutti questi anni di studi e di lavoro e di soldi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Concludendo, signor Presidente, come Fratelli d'Italia, con la nostra mozione riteniamo che non si possa più ritardare ulteriormente l'avvio di politiche di riequilibrio degli investimenti, che incidono pesantemente sulla qualità della vita, sulla capacità produttiva ed occupazionale del Sud. La sua marginalizzazione non è più sostenibile e la strada per iniziare non può che partire dalla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Le infrastrutture e le reti di trasporto influiscono sullo sviluppo dei territori e il Sud oggettivamente è stato trascurato nel tempo da parte della politica e delle grandi imprese, deputate a realizzare e gestire le reti di trasporto. Solo più recentemente sono stati individuati numerosi interventi prioritari, che riguardano finalmente anche il Mezzogiorno e che operano un ammodernamento e il potenziamento di reti ferroviarie, della rete stradale, del trasporto pubblico locale e del sistema portuale, prevedendo l'integrazione intermodale tra i diversi sistemi di trasporto.

Voglio, quindi, ricordare sei fatti nuovi. Il primo è l'allegato infrastrutture al Programma nazionale di riforma “Italia veloce”, dove sono inserite 130 opere, di cui molte riguardano il Mezzogiorno e sette interessano la Sicilia.

Il secondo fatto nuovo è l'approvazione, da parte della Conferenza unificata Stato-regioni, il 6 agosto, del decreto proposto dal Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, che stanzia 906 milioni di euro di opere, 23 delle quali proposte dalle autorità del sistema portuale. 354 milioni sono per il Sud, pari al 39 per cento del totale, e riguardano i porti di Taranto, Bari, Palermo, Augusta, Barletta e Napoli.

Terzo fatto nuovo: l'elenco delle opere da commissariare, in base all'articolo 9 del “decreto Semplificazioni”, che la Ministra De Micheli ha consegnato al Presidente del Consiglio, dove sono previste infrastrutture stradali e ferroviarie di grande importanza, moltissime del Sud.

Poi, quarto fatto nuovo: il Piano sud 2030, dove il rilancio del sud Italia parte proprio dal settore dei trasporti e della logistica. Il piano individua 33 miliardi di investimenti in opere appaltabili entro il 2021, attraverso il potenziamento della rete ferroviaria, la velocizzazione dei servizi per ridurre la distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, il miglioramento della mobilità interna del Mezzogiorno, con particolare attenzione al trasporto pubblico locale, il sostegno alle filiere logistiche territoriali, con particolare riferimento all'intermodalità delle merci in uscita ed entrata dai porti, soprattutto quelle di ultimo miglio.

Quinto fatto nuovo, le indicazioni formulate dalle Commissioni ambiente e trasporti alla relazione sulle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.

Sesto fatto nuovo: la risoluzione, prima firmataria Bruno Bossio, in discussione presso le Commissioni ambiente e trasporti, finalizzata a colmare il gap infrastrutturale tra il nord e il Mezzogiorno.

Questi sei fatti nuovi sono anche provvedimenti di natura diversa, che hanno tutti come obiettivo quello di sviluppare la rete infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno, con una interconnessione modale che riguarda il sistema autostradale, ferroviario e navale. Tra questi obiettivi c'è anche il tema dello Stretto, che unisce la Sicilia alla penisola.

Nella relazione della V Commissione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, discussa e approvata in quest'Aula poche settimane fa, c'è un paragrafo chiaro, infrastrutture per la mobilità, dove si legge: garantire l'infrastruttura stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate.

Un passaggio di questa relazione sollecita, quindi, una scelta, rispetto ai bisogni di tipo infrastrutturale. Tale questione è al centro del dibattito politico da tempo. Il collegamento della Sicilia alla terra ferma è un'esigenza che fu avvertita sin dall'Unità d'Italia. Risale al 1876 l'affermazione di Giuseppe Zanardelli, allora Ministro dei lavori pubblici, che invocò la necessità per cui - virgolettato lo cito – “Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al continente!”. Ma, da allora ad oggi, sul dibattito ha pesato un'eccessiva politicizzazione, un'opera quasi presa a emblema per ottenere consenso. Un progetto, quello ultimato nel 2011, che è stato archiviato dal precedente Governo e che ha visto il conseguente appalto aggiudicato all'impresa Salini Impregilo sotto un contenzioso. Infatti, viene richiesto al Governo il pagamento di milioni di penali per il ritardo presunto nell'inizio dei lavori.

Allora, per assumere una decisione, è necessario abbandonare tutto questo, abbandonare un'ottica puramente ideologica o nostalgica. Occorre, invece, una valutazione che investa gli interessi in gioco sulla realizzazione dell'opera, sui punti nevralgici sui quali va a incidere, in un dibattito che deve mettere insieme istanze e compiere una seria valutazione circa la sua utilità. Infatti, un'infrastruttura di tale dimensione, di tale impatto, sull'ambiente, l'ecosistema del territorio, le comunità locali, e con tali costi, non può lasciare adito a dubbi circa la sua utilità. L'interesse non si ferma alla dimensione nazionale, come più volte segnalato. La direttrice, che collega il territorio italiano con quello insulare della Sicilia, passando proprio per lo Stretto, è ricompresa in uno dei nove core corridors, facenti parte della Trans-European Transport Network (TEN-T), rete strategica per collegare il territorio europeo, da nord a sud e da est a ovest.

Quella della realizzazione del collegamento tra isole e continente è quindi una questione grande, che coinvolge più livelli istituzionali, oltre che la classe imprenditoriale e le grandi imprese coinvolte nella realizzazione e nell'eventuale gestione. In vista dell'individuazione di una soluzione circa la necessità o meno della sua realizzazione, è necessario un confronto e una composizione delle istanze dei vari soggetti coinvolti. Utilissima, al riguardo, è stata la nascita, su proposta della ministra De Micheli, di una commissione, una task force di esperti chiamata a valutare tutti i progetti in campo, utile perché in quella sede si potrà valutare un eventuale nuovo progetto di fattibilità tecnico economica e ambientale, mettendo a confronto i principali attori che devono intervenire, ovvero la regione Sicilia, il Governo italiano e l'Unione europea; utile perché in quella sede si valuteranno i vari procedimenti capaci di orchestrare i vari interessi, in modo da giungere a una soluzione condivisa anche attraverso il coinvolgimento di tecnici per la valutazione degli impatti economici e ambientali che sarebbero prodotti dall'eventuale realizzazione dell'opera. Nella mozione di maggioranza indichiamo la strada, che è anche quella di rafforzare, con esperti ambientali scelti di concerto con il Ministro dell'ambiente, tale Commissione. All'interno di tale sede, dovrà essere valutata la convenienza e la fattibilità delle varie opzioni attraverso un'analisi delle alternative con o senza opera, in base alle valutazioni delle performance raggiungibili dalle diverse ipotesi. Alla luce delle grandi sfide internazionali e della richiesta della popolazione del Sud di avere standard di vita adeguati alle qualità dei concittadini del Nord, serve un'idea generale di sviluppo delle infrastrutture del Mezzogiorno, un'idea diversa, fondata sulla certezza degli investimenti non solo dal punto di vista economico, ma anche sul versante della capacità di spesa e progettazione. Per questo, il Partito Democratico sostiene la mozione di maggioranza, sulla base di quanto già deciso dal Ministro sulla commissione di cui parlavo poco fa e anche sulla base della risoluzione votata dall'Aula sul Recovery Fund. La maggioranza sta lavorando inoltre su una risoluzione che recupera una visione unitaria sul Sud e le sue infrastrutture, la stiamo discutendo, l'abbiamo discussa poco fa insieme ad altre analoghe risoluzioni in Commissione ambiente e con la Commissione trasporti intendiamo fare un lavoro globale sulle opere importanti e necessarie che riguardano il Sud, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Pezzopane. Onorevole Pagano, prego. Oh mamma mia, mi scuso onorevole Pagano, ho saltato l'onorevole Prestigiacomo, ma lei non se ne avrà a male perché immediatamente la do la parola, prego.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie Presidente, dopo l'ennesima manfrina su un rinvio che doveva preludere a una più attenta analisi del problema e delle soluzioni in campo, è arrivato, come del tutto prevedibile, il no del Governo a questa mozione, un dietrofront che è frutto di una vecchia visione ideologica pseudo ambientalista, coniugata con la nuova demagogia qualunquista targata 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E' una scelta con la quale la maggioranza contraddice del tutto se stessa, perché da un lato ha incaricato l'ennesima commissione di una valutazione tecnica su un'opera, peraltro, che è fra le più studiate nella storia dell'ingegneria moderna e dall'altro, ignorando la stessa commissione appena nominata, decide di rigettare, con il no a questa mozione, l'ipotesi del ponte - perché immagino che il primo studio della commissione dovesse essere proprio l'ipotesi del ponte - di rifiutare cioè l'unico progetto cantierabile che ha superato tutti i vagli previsti dalla normativa vigente sia in sede nazionale che in sede comunitaria.

La questione evidentemente è esclusivamente politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e l'istituzione di questa Commissione non è altro che la foglia di fico che la maggioranza vuole mettere dinanzi a una scelta di bandiera, quella del non fare, perché è evidente che il collegamento stabile e veloce fra le sponde dello Stretto o è il ponte o semplicemente non è, non sarà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E sarebbe opportuno smetterla, colleghi della maggioranza, di giocare con le parole, alimentando aspettative e speranze. Se si vuole realizzare l'opera con le risorse del Recovery Fund, l'unica possibilità è il ponte, progetto cantierabile e rispondente ai requisiti richiesti dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le altre ipotesi semplicemente sono improponibili, con i tempi stretti dell'Unione e dopo anni di indagini tecniche-scientifiche sull'opera. Continuare oggi a parlare, come avete fatto in quest'Aula, di collegamento stabile e veloce, escludendo il Ponte, significa di fatto non volere fare assolutamente nulla e suonano offensive le dichiarazioni sul bisogno di creare posti di lavoro al Sud da parte della maggioranza, nel momento in cui la stessa maggioranza cancella la possibilità e la speranza di realizzare l'unica grande opera cantierabile, che implicherebbe un investimento di 8 miliardi, tutti da spendere al Sud e per il Sud. Ed è impossibile non pensare che questo disinteresse, questa ipocrisia non discendano dal fatto che stiamo parlando proprio di un'opera da realizzare nel Mezzogiorno e tocca a noi ribadire, ancora una volta, i vantaggi che deriverebbero dalla realizzazione del ponte: l'Italia meridionale acquisirebbe realmente un ruolo centrale nel sistema di comunicazione e trasporto dal Sud del mondo al Nord Europa, contribuendo a un rilancio economico dell'intero Paese. Oggi, il traffico delle merci attraversa il Canale di Suez, nel frattempo raddoppiato e poi bypassa l'Italia e si dirige verso Gibilterra. I nostri porti di Augusta, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Gioia Tauro avrebbero possibilità di sviluppo, oggi loro precluse. L'Alta Velocità prevista per collegare Nord e Sud dell'Europa delle reti TEN-T potrebbe finalmente diventare realtà, arrivando fino a Palermo e Siracusa. E permettetemi, non ultimo, se i siciliani sono italiani come gli altri, il diritto alla mobilità oggi negato verrebbe finalmente riconosciuto. Sapete sicuramente che per percorrere 800 chilometri da Salerno a Milano, in treno ci vogliono cinque ore, per percorrere gli 800 chilometri da Siracusa a Roma, di ore ne servono 12 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un recentissimo studio commissionato dalla Regione siciliana ha calcolato in 1.300 euro a siciliano i costi dell'insularità: significano 6 miliardi l'anno, potremmo finanziare un ponte l'anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E non sono certo i pochi spiccioli che avete previsto di decontribuzione fino a fine anno a perequare gli extra costi che gravano su ogni siciliano per lavorare, per curarsi, per vivere, ed è incredibile che a difendere questi diritti sia stato in Europa il leader socialista Van Miert, che dichiarò “ È inconcepibile che in Europa si è realizzato un viadotto in mare lungo 21 chilometri per collegare la Danimarca, 5 milioni di abitanti, con la Svezia, 10 milioni, e in Italia non si voglia fare un ponte di 3 chilometri per collegare 5 milioni di siciliani ai restanti 55 milioni di italiani”. La mancata realizzazione del ponte, sulla quale grava pure una miliardaria richiesta di risarcimento danni, lo hanno capito anche le pietre: è solo questione politica, e io punto il dito contro chi, come il Partito Democratico, su alcune opere strategiche era disposto a uno scontro politico anche aspro con i 5 Stelle, mentre sul ponte, ben più strategico della TAV, è disposto ad assecondare i mal di pancia dei grillini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché il tema, sebbene singoli piddini del Sud si dichiarino favorevoli al ponte, di fatto non è all'ordine del giorno del dibattito politico e questa mozione costituisce solo un fastidio da accantonare il prima possibile e per cortesia, senza che se ne parli troppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa scelta sprezzante verso Sicilia e Calabria è la cartina di tornasole del reale interesse del Partito Democratico nei confronti del Mezzogiorno e nulla conta che le Regioni interessate si siano dichiarate formalmente a favore, nulla conta che l'intera Conferenza delle Regioni abbia formalmente indicato al Parlamento il ponte sullo Stretto tra le opere da finanziare con il Recovery Fund (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! La bocciatura di questa mozione è una grave responsabilità che vi assumete e - scusate se ve lo dico - a nulla vale la vostra mozione last minute di quelle che sembrano offerta da “black Wednesday”, potremmo dire, che servono a sbolognare agli sprovveduti merci improponibili! Avete avuto il coraggio di fare una mozione per scrivere che il Governo deve riferire al Parlamento sui programmi che ha per le infrastrutture al Mezzogiorno, compatibilmente con il rispetto dell'ambiente! Dovete vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché è semplicemente assurdo presentare una mozione con questi impegni per il Governo! Questa è aria fritta e noi voteremo contro la vostra mozione! Ma sì, facciamolo a nuoto questo Stretto che tanto piace al vostro leader dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente indossano magliette recanti la scritta: “Sì al Ponte”)!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Prestigiacomo. Naturalmente i colleghi devono tenere la giacca, se le signore ritengono, ma i colleghi devono tenere la giacca, anche per evitare di mostrare insomma rotondità che le magliette mettono in evidenza (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano, prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Posso Presidente?

PRESIDENTE. Sì, le fotografie sono state effettuate e quindi penso possiamo tornare all'abbigliamento normale e naturale. Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Si dibatte sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina dal 1990. Trent'anni esatti con scuse per non fare nulla e tirare a campare, anche le più risibili: uccelli migratori che transitano in volo sullo Stretto, Sicilia e Calabria corrotte e immeritevoli di un'opera pubblica di cotanto livello. La Lega-Salvini Premier mette oggi il sigillo a una volontà ben precisa in tal senso, presentando una mozione forte e incisiva, mettendo a prima firma i parlamentari siciliani e calabresi, tutti i deputati della Commissione trasporti e infrastrutture e facendo fare, per la prima volta nella sua storia, una dichiarazione di voto sul ponte a un siciliano. Presidente, io capisco tutto però …

PRESIDENTE. La sto ascoltando con grande attenzione, onorevole Pagano. Onorevole Pagano, prego, adesso i colleghi sicuramente la ascolteranno con grande attenzione anche loro. Possiamo fare il cambio d'abito fuori dall'Aula? Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Una vera e propria dichiarazione di amore, quindi, che servirà a sgomberare equivoci e a manifestare la ferma volontà del nostro partito a esprimersi favorevolmente per la realizzazione di un'opera realmente strategica. Ecco, tra i tanti, tantissimi tagli che si potevano dare su questo argomento, ho scelto di centrare tutto sul valore strategico di quest'opera, perché sul valore intrinseco dell'investimento solo chi è in malafede può negare l'evidenza del rapporto costo-beneficio in termini di efficienza, efficacia ed economicità. Sul valore strategico, invece, poco si è parlato nel corso dei decenni e quindi io vorrei fare un ragionamento in quest'Aula, non certamente un comizio. L'Italia perché è storicamente all'avanguardia, sin dalla notte dei tempi, al di là dei cicli e dei momenti storici? Abbiamo attraversato crisi economiche, sociali, sanitarie, ma sempre siamo stati importanti nella storia dell'umanità. Perché? Per merito degli italiani o per merito del buon Dio, che ci ha posizionati baricentrici nel mondo? L'Italia e la Sicilia sono da sempre la terra più strategica del mondo antico e del mondo moderno, giacché la collocazione geografica destina la nostra penisola ad essere centrale nel processo di globalizzazione e la Sicilia, a maggior ragione, è il centro del centro, purché ciò lo si voglia. Nel mondo di oggi quello che viene comunemente chiamato “mondo contemporaneo”, “epoca contemporanea”, l'Italia ha perso di importanza, ma è chiaro che trattasi di una congiuntura negativa temporanea, perché la posizione lì è, e lì rimane. E la nuova centralità del Mediterraneo, infatti, è destinata ad essere sempre più importante di quella del passato. L'Italia e la Sicilia erano centrali - e sono centrali, ringraziando Dio - fra le Americhe Nord e Sud, fra l'Oriente tutto, non solo il Giappone oggi, ma anche Cina, India e Corea, l'Est europeo e la Russia asiatica. Centrale grazie alle tre porte di accesso: Gibilterra, Bosforo, Suez. Chi nega la strategicità della Sicilia e dell'Italia o è cieco o è in malafede.

Qualcuno si è mai chiesto perché la Sicilia è la terra con la più alta concentrazione al mondo di beni culturali? Fino alla scoperta dell'America, ma di fatto fino ai primi del 1800, tutti avevano interessi geopolitici sulla Sicilia e la posizione strategica da un punto di vista commerciale e militare la poneva in grande importanza. Addirittura tra il 1839 e il 1869, quando venne concepito, programmato e costruito il canale di Suez, che apriva all'Oriente con pochi giorni di viaggio, l'importanza divenne assoluta. Paradossalmente fu questo il motivo della caduta del Regno borbonico. Il Regno delle Due Sicilie, infatti, aveva la seconda flotta commerciale al mondo dopo quella del Regno Unito. L'Inghilterra capiva che con l'apertura del Canale di Suez il suo dominio commerciale nel mondo sarebbe venuto meno e sarebbe cresciuto a dismisura quello borbonico. Anche per questo Palmerston, Primo Ministro inglese, aiutò l'impresa dei Mille e il Regno Sardo piemontese.

Racconto questo per fare capire che solo dal 1860 in poi la Sicilia perde la centralità a livello mondiale. Ben 13 popoli importanti nei millenni si sono avvicendati nella dominazione dell'isola e poi, comprendendone la strategicità, vi si insediarono per sempre per viverci e abitarci. Il declino del Sud, come è ormai affermato a tutti i livelli, è datato proprio 1860, con una gestione politica che è stata di conquista. Non fu solo un'operazione cieca da un punto di vista politico, con mezza Italia ridotta al rango di colonia di serie C, ma soprattutto fu un'operazione cieca da un punto di vista strategico, perché precluse per l'Italia lo sviluppo in Oriente, Medio ed Estremo, che ovviamente avrebbe prodotto ben altri effetti commerciali ed economici. Da quel momento il Sud, perdendo la visione strategica, diventò soltanto ed esclusivamente il “mercato domestico” del Nord.

Questo sistema è durato ininterrottamente, Presidente, fino al 1990, cioè fino al crollo del Muro di Berlino, che segnò il crollo di un mondo diviso a metà fra due monoliti ideologici, militari e politici, di cui l'Italia era il confine. Dal 1990 in poi, un Paese con visione strategica doveva cambiare i paradigmi fino a quel momento vigenti. Il ponte doveva nascere già allora e infatti il dibattito parte proprio in quegli anni. La caduta della cosiddetta Prima Repubblica non consentì questo progetto.

Dopo il 1990 siamo alla cronaca. Scontri tattici in un Paese bloccato da una visione di breve periodo, senza una leadership duratura e succube psicologicamente, commercialmente ed economicamente di altri Paesi europei - Francia e Germania e Olanda su tutti - che non avevano interesse alla infrastrutturazione del punto centrale del Mediterraneo. Questo teorema assurdo di non utilizzare i propri asset strategici però non può durare fino all'infinito.

Siccome il leitmotiv del mio intervento e quello della Lega è quello di fare capire la strategicità del Ponte sullo Stretto di Messina, dentro un contesto di passato e futuro, in un compulsivo cambiamento post-COVID, dobbiamo dirci perché il ponte va costruito. Il mondo futuro avrà i suoi picchi nelle eccellenze delle due grandi aree del pianeta, che stringeranno tra loro un dialogo serrato, fatto al tempo stesso di competizione e di cooperazione. Il Mediterraneo sarà sempre più cerniera e crocevia dell'Europa continentale e orientale, dell'Unione europea e della Russia, ormai vicina grazie alle grandi dorsali infrastrutturali. La nuova centralità del Mediterraneo è ancora di gran lunga più vasta e più forte del passato. La collocazione geografica ci assegna ancora una volta una rinnovata posizione di assoluto privilegio nel mondo globale. Lo diciamo noi? Ma no, lo dice l'economia globale! Sorprende l'incapacità pressoché generale in Italia di sapere leggere queste ovvietà. Stare “al centro” - lo dico tra virgolette - non è possibile senza infrastrutture nazionali e senza servizi adeguati. Anche in assenza di equità nazionale, tali risorse sono certamente compatibili con la compossibilità dei grandi soggetti investitori internazionali. L'evoluzione del mercato globale richiede che si affronti rapidamente e sinergicamente il nodo delle infrastrutture. Dobbiamo trasformare il nostro Paese in un sistema funzionale, in una piattaforma globale di scambi di idee e di beni materiali e immateriali. Tale scelta si pone come base di un confronto positivo fra il livello regionale e gli alti livelli istituzionali - Stato, Europa - consentendo da una parte, quella siciliano-calabrese, un approccio mai minoritario, conscio delle forti prospettive di un'area che si propone di essere al contempo ponte e frontiera fra mondi diversi, necessariamente destinati alla reciproca comprensione culturale e connessione funzionale.

Siamo arrivati in una fase in cui, indipendentemente che governi una parte politica o l'altra, Presidente, bisogna inseguire il sogno di crescita e sviluppo, a meno che una parte della politica nazionale non voglia inseguire invece disegni di benessere reale cedendo sovranità ad altri Paesi. Ciò è già successo con il Governo Monti, che cancella quale sua prima scelta, prima scelta in assoluto, il ponte, di cui già era stata avviata la costruzione, assumendosi oneri di contenzioso che oggi sono pari a 800 milioni di euro. Né valgono assolutamente più le argomentazioni farlocche e ideologiste di tipo ambientalista - no TAV, no ponte, no TAP - salvo poi cambiare idea al primo sventolio di gestione del potere. Non valgono le argomentazioni di chi non vuole la centralità della nostra Italia perché vive il complesso di inferiorità con le nazioni del nord. Non valgono le motivazioni economiche: il ponte costa tanto rispetto all'uso che se ne deve fare; ma diciamolo, allora, quanto vale, questo ponte, e quanto costa, con dati ufficiali del progetto, così come sapientemente ci illustra il professor Enzo Siviero, ordinario di statica all'Università di Venezia e il più grande esperto di ponti che c'è in Italia, e che attinge questi dati esattamente da una fonte incontrovertibile: il progetto ponte sullo Stretto; il costo dell'opera è di 6 miliardi e mezzo: i costi di costruzione sono 5,7, di cui 3 il ponte, 2 e mezzo i collegamenti, 0,2 la cantierizzazione, i costi finanziari 2. Parliamo di un project financing, di cui il 60 per cento del finanziamento è privato e il 40 dello Stato. È stato dimostrato che la variante di contrada Cannitello è stata realizzata nei tempi e nei costi previsti, a dimostrazione che quando una cosa si vuole fare, si fa. Non si può ignorare la spada di Damocle del contenzioso: 800 milioni. Inoltre, lo Stato ha già speso 300 milioni e la società Stretto di Messina è in liquidazione.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiudo veramente, Presidente. Musumeci ha inserito il ponte come prima richiesta del Recovery Fund, ma insomma il “no” del Governo alla costruzione del ponte, questo recente “no” che il che il Governo ha voluto dare, butta in cattiva luce esattamente lo stesso, perché per l'ennesima volta dimostra che, da un punto di vista gestionale e strategico, praticamente non ci sono argomentazioni e, visto il recente dietrofront, anche da un punto di vista morale. Ecco perché la Lega-Salvini Premier dice “sì” al ponte, lo dice in maniera convinta e si batterà sempre di più perché quest'opera strategica venga ad essere realizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, la vicenda del ponte sullo Stretto è una storia infinita, che, soprattutto in questo momento difficile, ci deve far riflettere. Venduta per decenni come l'opera in grado di portare in automatico sviluppo, turismo, lavoro, prosperità, fino ad oggi si è rivelato soltanto uno strumento più o meno consapevole di arricchimento per pochi, anzi pochissimi. Tre miliardi e 900 mila euro per un ponte lungo 3,3 chilometri: è questo il punto massimo raggiunto dalla Stretto di Messina Spa, quando, il 27 marzo 2006, ha sottoscritto il contratto per realizzare l'opera. Negli anni successivi, a chi chiedeva treni nuovi, linee ferroviarie decenti, più ospedali e servizi degni di un Paese civile, veniva risposto che non c'erano i soldi. Intanto si progettava un ponte da 3 e più miliardi e nel 2008 si disponeva l'assegnazione di un contributo in conto impianti di 1,3 miliardi di euro al consorzio aggiudicatario. Tutto questo proprio mentre incombeva una grave crisi economica e, ribadisco, pendolari, imprese, ammalati, giovani e famiglie chiedevano infrastrutture utili e servizi essenziali. Nel 2012 fu il Governo Monti a fermare l'infrastruttura poco prima delle sue dimissioni e la legge di bilancio dello stesso anno stanziò 300 milioni di euro per il pagamento delle penali. L'anno successivo, nel 2013, la Stretto di Messina Spa, a seguito dello scioglimento dei contratti, è stata posta in liquidazione e fu nominato il commissario liquidatore, con un incarico da 160 mila euro l'anno, che avrebbe dovuto concludere l'operazione in dodici mesi. Nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto alle amministrazioni statali per le pregresse attività più di 300 milioni. Fino al 2013 la spesa è stata di oltre 312 milioni di euro. L'onere annuo per il mantenimento in vita della concessionaria, sceso sotto i 2 milioni di euro soltanto nel 2015, risulta ancora oggi rilevante.

Insomma, la società Stretto di Messina si conferma un carrozzone mangiasoldi, grazie al quale lo Stato ha speso, per un'infrastruttura mai costruita, più di 343 milioni di euro, sempre - insisto - mentre i siciliani chiedevano servizi migliori, strade e ferrovie per collegare meglio le città e gli agglomerati all'interno di quella che è la regione con la più grande superficie territoriale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Al danno di aver speso questi milioni di euro per un'infrastruttura per la quale non è stata posta neanche una pietra, si è anche aggiunta la beffa delle penali da pagare. Persino la società Stretto di Messina, società a partecipazione pubblica, aveva chiesto un indennizzo allo Stato, in pratica a se stessa. Questo paradosso si verificava soltanto nel 2018 ed è la stessa Corte dei conti a evidenziarlo, definendo questa battaglia giudiziaria irrazionale, perché quanto eventualmente ottenuto in sede di contenzioso è destinato a tornare agli azionisti pubblici dopo l'estinzione della società.

Ma torniamo al tema dell'occasione di sviluppo per la Sicilia e per il Mezzogiorno, e rimettiamo in fila correttamente le priorità per il Sud e per il Paese. Il Sud ha bisogno di più collegamenti a partire da linee ferroviarie veloci? Sì! Il Sud ha bisogno di ammodernare e manutenere infrastrutture, strade e territorio? Sì! Il Sud ha bisogno di valorizzare il suo patrimonio ambientale e culturale e, al tempo stesso, puntare sull'innovazione tecnologica e le eco-energie? Anche su questo siamo d'accordo. Mettiamo, però, in ordine le priorità: diamo precedenza a quello che serve al Mezzogiorno, con un piano infrastrutturale coerente, armonico e il più possibile partecipato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); un piano corredato di voci di spesa, tempi di realizzazione e responsabilità, in modo da evitare scempi come quello delle tante opere incompiute, che sfregiano il nostro Paese e di cui, tra uno scarica barile e l'altro, nessuno ha colpa.

Le infrastrutture sono utili, concordo pienamente, ma capiamo bene cosa significa questo aggettivo, perché la questione è tutta nel destinatario di quell'utilità. Se dobbiamo realizzare opere utili ai cittadini, non possiamo non ragionare in termini più ampi e sistemici: non è certo un singolo intervento come il ponte a cambiare le sorti delle regioni che si affacciano sullo stretto. Attraversare un ponte in poco tempo non incide sulla qualità della vita dei siciliani più di un treno che, in tempi civili, consenta loro di arrivare al lavoro o magari all'università. E molto probabilmente, senza quel treno, anzi quella rete capillare di treni che arrivano in prossimità dello stretto, anche il “mega ponte” sarebbe sotto utilizzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega, non tolga la mascherina ogni volta che dice una parola, altrimenti non serve a niente.

CATERINA LICATINI (M5S). Non possiamo pensare a un'infrastruttura di attraversamento dello stretto di Messina, se poi per raggiungerlo da Palermo in treno si impiegano quasi quattro ore e da Trapani più di quattordici ore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): significherebbe lasciare intatto il deserto e concentrare le risorse sulla cattedrale.

Le priorità, allora, sono quelle che potremmo definire le infrastrutture di prossimità, le tante opere che risolvono effettivamente i problemi quotidiani delle persone e diventano per loro opportunità di progresso: ferrovie, ponti, strade, scuole, asili nido, ospedali; opere che per giunta sono davvero in grado di portare tanti posti di lavoro per un tempo lungo e benessere diffuso. Potrei citarvi i mille sforzi che, insieme al Governo, dall'inizio di questa legislatura abbiamo fatto per percorrere questa strada, nell'ambito di una visione che si estende a tutto il Paese, per porre rimedio a queste e ad altre pesanti carenze, intanto sbloccando opere per milioni di euro. Un esempio sono i bandi pubblicati un mese fa per 2,3 miliardi, che serviranno a realizzare il raddoppio ferroviario sulla Messina-Catania, o lo sblocco dei lavori per l'anello ferroviario di Palermo, o l'avvio dei lavori nel 2019 del raddoppio della Catania-Palermo.

Altro importante contributo sta arrivando anche grazie ai provvedimenti di sburocratizzazione, come il “decreto Semplificazioni” che, fino a fine 2021, prevede procedure più celeri. Ci sono, dunque, tutte le condizioni per realizzare un insieme di infrastrutture e servizi che permettano, una volta attraversato lo stretto, di proseguire il viaggio da e per la Sicilia; ed è proprio quello che ci accingiamo a fare in Commissione, lavorando a una risoluzione che focalizza l'attenzione sull'infrastrutturazione dell'intero Mezzogiorno d'Italia, in un'ottica di sistema. Il nostro obiettivo non sono soltanto i 3,3 chilometri dello stretto di Messina, dove pure dobbiamo assicurare in tempi brevi i collegamenti celeri, ma tutto il Mezzogiorno, con trasporti pubblici efficienti e autostrade vere, puntando su efficienza e rinnovabili, sull'innovazione tecnologica e sociale.

Dobbiamo realizzare scuole sicure e all'avanguardia, collegamenti e infrastrutture intelligenti, mettendo in sicurezza un territorio fragile e soggetto a rischio sismico. Su tutti questi tasselli abbiamo concentrato tutta la nostra attenzione, anche nel dibattito su come utilizzare i fondi del Recovery Plan, nello stesso documento dove già abbiamo ribadito che la priorità in questo momento è l'infrastrutturazione capillare dei territori.

Il Mezzogiorno e la Sicilia possono ambire già adesso a diventare la piattaforma logistica dell'Europa nel Mediterraneo con i giusti interventi infrastrutturali nei porti, con la digitalizzazione e la semplificazione delle procedure nel traffico di persone e merci, con il potenziamento delle autostrade del mare verso il resto dell'Europa e dell'Africa. Far ripartire il Sud vuol dire fare correre la locomotiva Italia, come fece negli anni Novanta la Germania unificata con la Germania dell'Est, la parte povera del Paese. Per far questo serve investire maggiori risorse nel Mezzogiorno; risorse che vadano ben oltre il margine minimo del 34 per cento stabilito dalla legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

D'altronde, è proprio per porre rimedio alla debolezza del Sud che l'Italia ha ottenuto dall'Europa i 209 miliardi di euro tra sussidi e prestiti, ed è giusto che la maggior parte di queste risorse venga investita nel Mezzogiorno per fare cose utili, cose utili; e solo dopo aver messo insieme questo imponente puzzle che coinvolge tutto il Sud e l'intero Paese può avere senso discutere nel merito di come rafforzare i collegamenti tra le due sponde dello Stretto. Su questo punto la mozione di maggioranza è chiara: è al lavoro una commissione nominata dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che dovrà essere integrata con esperti delle ricadute degli impatti ambientali indicati di concerto con il Ministero dell'Ambiente. Una commissione composta da tecnici di alto profilo terminerà i lavori entro il 31 dicembre 2020, trasmettendone le risultanze al Parlamento.

Sarà poi quest'ultimo, insieme alle istituzioni locali, a individuare la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, in coerenza con l'atto di indirizzo votato da quest'Aula nella discussione sul Recovery Fund.

Termino, Presidente: il nostro obiettivo è sicuramente il benessere dei cittadini, la crescita armonica ed equilibrata del Paese, una rivoluzione ecologica e culturale che non lasci indietro nessuno. Per questo, Presidente, dichiaro la massima disponibilità del MoVimento 5 Stelle a proseguire senza pregiudizi nella riflessione su come dotare la Sicilia, la Calabria e il Mezzogiorno intero di infrastrutture utili in tempi brevi, e pertanto annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi a titolo personale. Ne ha facoltà. Colleghi, il mio richiamo continuo all'utilizzo delle mascherine non è perché ne sia particolarmente affezionato, ma perché anche nella diretta televisiva è importante dare un messaggio chiaro della serietà con cui vanno usato i dispositivi di protezione.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, pur non intendendo dare messaggi e ritenendo che non sia il nostro compito dare messaggi su presupposti morali, sanitari o etici, voglio ricordare che ieri in due momenti si è fatto riferimento alla figura di Pier Paolo Pasolini. Vorrei, proprio riferendomi alla sua visione del mondo, ricordare la parola “mito”, la parola “bellezza”, la parola “paesaggio”; non infrastruttura, ma quello di cui con grande retorica si parla ogni giorno, e cioè la bellezza, i beni culturali, quelli che oggi vengono preclusi con un DPCM che non osserva il loro essere servizi essenziali.

Ebbene, la Sicilia è un'isola, la Sicilia è un mito, la Sicilia va preservata nella sua identità di isola e nessun ponte può collegarla per ragioni pratiche a qualcosa che va ben oltre la sua identità mitopoietica.

Se abbiamo il senso di quello che abbiamo studiato, non pensiamo di dare autostrade, infrastrutture, tangenziali e ponti ad un'isola che deve stare sola (Applausi di deputati del gruppo Misto).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00386, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, se ci sono dei deputati in una zona che non funziona, è abbastanza semplice spostarsi nell'altra che è di fronte, sulle tribune. Quindi, approfittiamone per farlo, come mi sembra logico.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Seguito della discussione della proposta di legge: Liuni ed altri: Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico (A.C. 1824-A) (ore 17,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1824-A: Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico.

Ricordo che, nella seduta del 28 settembre, si è conclusa la discussione sulle linee generali. Le relatrici e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica

(Esame degli articoli - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere contiene alcune condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 4.110 Viviani e 16.100 Scoma sono stati ritirati dai presentatori.

(Esame dell'articolo 1- A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Onorevole Loss, prego.

MARTINA LOSS, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.102 Scoma, parere favorevole, con la seguente proposta di riformulazione: al comma 3, sostituire la lettera e) con la seguente: “e) vivaismo forestale, concernente la produzione di piante e semi forestali e/o da bosco”. Quindi, l'emendamento è solo questa parte che ho letto.

PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretario, deve alzarsi.

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. L'onorevole Scoma accoglie la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Scoma, così come riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sull'emendamento 2.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), parere favorevole.

Sugli emendamenti 2.100 e 2.101 Squeri, parere contrario, mentre sull'emendamento 2.301 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

I successivi emendamenti 2.100 e 2.101 Squeri sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 2.300.

Passiamo, quindi, all'emendamento 2.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, su cui c'è un parere favorevole.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARTINA LOSS, Relatrice. Sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Gadda.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sull'emendamento 4.102 Donzelli, il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 4.100 Golinelli e 4.101 Nevi, parere favorevole, mentre sull'emendamento 4.103 Donzelli, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 4.110 Viviani è ritirato.

Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali.. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

L'emendamento 4.102 Donzelli è precluso dall'approvazione dell'emendamento 4.300.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.100 Golinelli e 4.101 Nevi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Donzelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice, collega Loss, ad esprimere il parere della Commissione sui due emendamenti.

MARTINA LOSS, Relatrice. Grazie, Presidente. Dunque, emendamento 5.101 Cenni, favorevole; emendamento 5.100 Lolini, favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Cenni. Ricordo il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Lolini. Ricordo il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Gadda.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Emendamento 6.100 Maglione, favorevole con riformulazione: “al comma 2, dopo la lettera h), aggiungere la seguente: i) elaborazione di indicazioni guida omogenee, da declinare in ambito locale, relative alla gestione del verde pubblico”.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Onorevole Maglione, accoglie la riformulazione? Sì.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Maglione, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Loss.

MARTINA LOSS, Relatrice. Grazie. Dunque, sull'emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Gadda.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Grazie. Sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Loss.

MARTINA LOSS, Relatrice. Dunque, emendamento 10.100 Bubisutti, favorevole; emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.100 Bubisutti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sull'emendamento 11.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Onorevole Gadda, c'è ancora un articolo aggiuntivo sull'articolo 11, l'11.0100 Spena.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Articolo aggiuntivo 11.0100 Spena, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 Spena, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARTINA LOSS, Relatrice. Emendamento 12.103 Donzelli, parere contrario. Emendamento 12.110 Scoma, parere favorevole. Emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.103 Donzelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.110 Scoma, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Emendamento 14.100 Maglione, parere favorevole. Emendamento 14.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 14.101 Spena, parere favorevole. Emendamento 14.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 14.0100 Spena, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.100 Maglione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della V commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.101 Spena, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della V commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.0100 Spena, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

La votazione sull'articolo 18 è preclusa dall'approvazione degli emendamenti 9.300 e 11.300.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, do la parola al Governo per esprimere il parere. Prego, signor sottosegretario, glieli chiamo. Ordine del giorno n. 9/1824-A/1 Viviani?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Favorevole con riformulazione: dopo la prima frase, a 2021, dopo la virgola: “nonché a valutare l'opportunità nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica…” e poi a seguire.

PRESIDENTE. Di Muro n. 9/1824-A/2?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; poi eliminare la frase che va da “che non ha mai usufruito di misure a sostegno diretto”.

PRESIDENTE. Bubisutti n. 9/1824-A/3?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Maglione n. 9/1824-A/4?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Favorevole.

PRESIDENTE. Ciaburro n. 9/1824-A/5?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Contrario.

PRESIDENTE. Caretta n. 9/1824-A/6?

GIUSEPPE L'ABBATE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Onorevole Viviani, va bene la riformulazione. Onorevole Di Muro, va bene la riformulazione. Onorevole Bubisutti, va bene la riformulazione? Non lo vedo. Sì, bene. Onorevole Maglione, favorevole.

Ordine del giorno Ciaburro n. 9/1824-A/5.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciaburro n. 9/1824-A/5, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caretta n. 9/1824-A/6, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Vorrei iniziare rivolgendo un saluto al collega Liuni, che non è potuto essere qui con noi oggi. È il primo firmatario della proposta di legge ed ha animato i lavori della Commissione e, quindi, da qui un augurio di un pronto ristabilimento (Applausi).

Anche un ringraziamento non formale alle relatrici, alla collega Gadda e alla collega Loss, per un lavoro intenso, a cui, onestamente, non ho potuto dare come componente della Commissione un grande contributo - lo ammetto -, ma che ha finito per produrre, credo, un buon lavoro e un buon momento di sintesi e di confronto. Lo dico qua in Aula: è tipico del lavoro della Commissione agricoltura e, forse, è un metodo che, se riuscissimo ad esportare anche in altre Commissioni, forse riuscirebbe a produrre e a migliorare anche la produzione legislativa. Infatti, sono convinto che è un metodo che parte innanzitutto da una posizione di ascolto, di ascolto delle ragioni degli altri, nel tentativo, come dicevo prima, di arrivare a una sintesi.

Nel merito, il florovivaismo – e credo che questo provvedimento debba essere letto in questa prospettiva – è un'eccellenza italiana e, come tale, va sostenuta e aiutata in un momento di difficoltà. È una difficoltà che arriva da lontano, arriva da una concorrenza molto aggressiva, spesso sleale, da altri Paesi, Paesi che evidentemente hanno un costo del lavoro inferiore e anche garanzie di sicurezza inferiori. Ma è anche dovuta - e questo va sottolineato e spesso ne parliamo in maniera astratta – ai cambiamenti climatici. Questo è un settore che risente profondamente dei cambiamenti climatici e, proprio per le caratteristiche di produzione, un mese che salta, un mese che in qualche modo non ha un andamento climatico normale, può determinare una perdita di fatturato molto significativa per gli operatori.

Ma è una crisi che arriva anche negli ultimi mesi, in particolare con la prima ondata di pandemia, dal COVID. È avvenuto, come dicevo prima, in un momento… Presidente, io mi sforzo, ma un secondo…

PRESIDENTE. Lei è molto bravo e ha ragione. Colleghi! Pregherei di fare maggior silenzio. Lo dico in particolare a quei gruppi che poi protestano quando, durante i loro interventi, non riescono a intervenire. Colleghi! Colleghi, non fatevi chiamare per nome. Colleghi! Scusi, onorevole Fornaro, prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Come dicevo, certamente questo è un settore che ha patito moltissimo in termini negativi proprio la prima ondata del COVID, perché questa primavera ha rappresentato e rappresenta per molte parti di questo comparto tutto l'anno o, comunque, una parte significativa. Ci sono aziende che hanno, di fatto, perso quasi il 100 per cento del loro fatturato. Ma significa anche, guardando un po' più avanti, ovviamente ripercussioni parallele, conseguenze e danni collaterali, che spesso non vediamo, che non sono immediatamente percepibili, che sono quelli, per esempio, del ridotto numero di matrimoni, di cerimonie che si sono ridotte, in ragione delle limitazioni e delle restrizioni causate dal COVID-19. Insomma, ci sono tutte le ragioni - vorrei sottolinearlo in questa dichiarazione di voto - perché si ponga un'attenzione particolare alla promozione e alla valorizzazione dell'attività nel settore florovivaistico.

Anche in questo caso, io credo che sia giusto farsi aiutare dai numeri. Siamo di fronte a un comparto che vale all'incirca il 5 per cento dell'intera produzione agricola nazionale, un valore di produzione di circa 2,6 miliardi di euro annui. Se calcoliamo l'indotto - ed è un indotto molto ampio - arriviamo a circa 4 miliardi. Significa, in termini di occupazione e di territorio, 30 mila ettari coltivati, 27 mila aziende, che diventano più di 60 mila se calcoliamo l'indotto; siamo di fronte a 120 mila addetti e - questo è un dato che credo vada sottolineato - quasi il 50 per cento del fatturato del florovivaismo italiano va verso l'estero: in Europa siamo secondi solo all'Olanda ed è oggettivamente una tradizione che ha un radicamento molto forte in alcune aree.

Giustamente nel testo si cerca di ragionare non soltanto, diciamo, con un tema a pioggia, in qualche modo, di sostegno e di individuazione e di valorizzazione a pioggia, ma si individua nello strumento dell'individuazione dei distretti florovivaisti proprio il mezzo per poter meglio seguire quei territori (ce ne sono molti: ricordo ovviamente il distretto pistoiese, ma anche quello della Liguria orientale, poi anche la Puglia, ma ce ne sono diversi) di cui in qualche modo sono anche un segno distintivo; appartengono diciamo alla storia di quei territori, sono una componente fondamentale di quelle economie che quindi va sostenuta.

Io, prima di concludere, volevo ancora toccare due aspetti; il primo, che è un rafforzamento, un segnale che poi potrà avvenire ovviamente con i PSR e con l'attuazione ovviamente della PAC, è quello di aiutare la diversificazione del reddito agricolo. Questa è un'altra questione che noi abbiamo: questo è un settore, tra l'altro, che ha anche un buon livello di sostegno all'occupazione e ha quindi bisogno di occupazione, sebbene vi sia anche meccanizzazione evidentemente; quindi, aiutare la diversificazione del reddito agricolo, cioè aiutare in particolare piccole aziende a trovare ulteriori sbocchi di mercato e ulteriori, come dicevo prima, fonti di reddito.

E, infine, io credo che vada sottolineato un elemento, un elemento che vada nella direzione di sostenere, anche attraverso la valorizzazione e la promozione del settore florovivaistico, l'imprenditoria giovanile in agricoltura. Noi abbiamo un problema, lo sappiamo: gli ultimi dati danno un segnale in lieve controtendenza, ma è oggettivamente un problema italiano, è una caratteristica italiana: abbiamo un'età media molto elevata in agricoltura e da questo punto di vista noi abbiamo bisogno di ringiovanire.

Ringiovanire vuol dire avere persone, imprenditori, che per ragioni naturali hanno più propensione all'investimento, più volontà di guardare ed investire anche nella ricerca, nei nuovi prodotti, nel seguire il mutare anche delle attenzioni e dei gusti dei consumatori. Questo è un aspetto che quindi noi consideriamo importante, così come abbiamo apprezzato che, all'interno del provvedimento, ci sia uno spazio sul verde pubblico. Questa è una partita importante, è una partita importante che vede come elemento di arredo urbano un passo in avanti significativo e che va sostenuto; cioè vanno sostenuti quei comuni che investono nel verde urbano, che quindi utilizzano per esempio il verde urbano per recuperare e per migliorare le condizioni anche di vivibilità non soltanto dei centri, quindi diciamo dei punti più esposti, ma per esempio anche delle periferie: da questo punto di vista il verde, il verde pubblico, può essere uno strumento importante.

Quindi, nel complesso, il sostegno a questo settore è una cosa giusta e per queste ragioni convintamente, ringraziando davvero ancora il lavoro delle relatrici e di tutti i colleghi della Commissione agricoltura, a cominciare dal suo presidente, Gallinella, noi voteremo a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente, desidero anch'io rivolgere un saluto al collega Marzio Liuni, che ha originato questa discussione e un ringraziamento alla collega Loss, con cui abbiamo condiviso questo dibattito parlamentare, nonché al sottosegretario L'Abbate, che ha seguito questi lavori. Io credo che questa sera si sia svolta una pagina positiva, di bella politica e, come ha ricordato il collega Fornaro, l'agricoltura, forse più che altri settori, può insegnarci, in questo momento storico, che di fronte ai problemi o anche alle necessità di aggiornamento e di revisione delle norme o, come in questo caso, di messa in opera di un cammino nuovo, si possa davvero fare sistema e dare un messaggio al Paese. Questa proposta di legge dà un riconoscimento ad un settore che rappresenta una quota molto rilevante del nostro prodotto interno lordo e, soprattutto, occupa oltre 100 mila addetti tra attività dirette e indotto; inoltre - è un altro elemento che spesso si dimentica - rappresenta una quota molto importante nelle esportazioni, nel nostro made in Italy. Il made in Italy italiano non è soltanto rappresentato dalle produzioni alimentari, dalle nostre meravigliose materie prime e dai prodotti che vengono trasformati, ma anche dalla capacità e dalla sapienza del settore florovivaistico che, con questa proposta di legge, finalmente viene riconosciuto; soprattutto ad esso vengono dati degli strumenti per crescere e per strutturarsi. Io credo che, in questo momento storico, in cui molti settori della nostra economia sono colpiti, sia importante dare un segnale da questo punto di vista. Stiamo discutendo una proposta di legge ordinaria, anche questo non credo sia da sottovalutare: nell'emergenza sanitaria, che sta rischiando di diventare emergenza sociale ed emergenza economica, abbiamo bisogno di dare un segnale forte al Paese, che è quello di consentire a chi produce, a chi fa impresa e ha il coraggio di farla in questo momento storico, la certezza delle regole e questa proposta di legge, che ha un impianto molto complesso e molto strutturato, mette a punto le basi affinché il settore e l'intera filiera florovivaistica possa davvero strutturarsi e avere un riconoscimento. Servono le risorse chiaramente e io credo che anche in legge di bilancio dovremmo tornare su alcune considerazioni. Con il bonus verde, che molto fieramente nella scorsa legislatura ho votato, per la prima volta nel nostro Paese si è riconosciuta l'importanza di investire e di venire incontro anche ai cittadini nella scelta di portare il verde pubblico nelle nostre città, nelle nostre aree urbane e negli edifici privati, perché il tema dei cambiamenti climatici e del benessere all'interno delle città ha assolutamente una rilevanza da questo da questo punto di vista. Ecco, io credo che abbiamo fatto in questi mesi e in questi anni un cambiamento anche dal punto di vista culturale. Io mi ricordo il dibattito, nella scorsa legislatura, quando all'inizio della discussione qualcuno aveva detto che il bonus verde era la misura per i giardini dei ricchi. In questo momento storico, anche con riferimento all'emergenza, ma anche dal punto di vista legislativo e culturale, abbiamo fatto dei passi in avanti in termini europei, con il Green New Deal, con tutte le sfide dedicate all'Agenda 2030 e credo che oggi finalmente si sia capito che investire nel verde, nelle politiche urbane, ma soprattutto nell'innovazione e nelle professionalità sia la strada giusta, la strada dell'economia cosiddetta circolare e l'agricoltura, ma in particolare il settore florovivaistico ha alcuni elementi fondanti. Innanzitutto, è un settore ad altissima densità di innovazione, nel quale serve la ricerca e dove sono cruciali e fondamentali le competenze e le professionalità. Talvolta, anche da questo punto di vista, anche sul territorio si fanno delle scelte al massimo ribasso e questo è un errore gravissimo, perché questo è un settore dove si studia, dove è fondamentale incrociare tante tipologie di competenze diverse, che passano dalla manutenzione fino ad arrivare alla progettazione del verde pubblico e del verde privato urbano.

E mi consenta, Presidente, di fare anche una considerazione di carattere personale: io provengo da Varese, che storicamente è chiamata la “città giardino” e oserei dire da questo punto di vista, in questo momento storico, come è stato anche il titolo di un festival culturale importante che la città ha messo in atto in questi anni, che Varese è la città in un giardino. Cosa significa questo? Che, nella storia, e oggi più che mai si è capito che investire nel verde privato - quindi le dimore storiche, il connubio con la bellezza, con l'arte, con la cultura, con il benessere del vivere e soprattutto con la cura del territorio - è un valore fondante di una comunità. E credo che davvero abbiamo davanti una sfida da questo punto di vista.

L'agricoltura è davvero il crocevia delle sfide del nostro tempo. È già stato detto: i cambiamenti climatici, la sfida della innovazione. Non è irrilevante in questo momento storico dare un messaggio al Paese rispetto all'agricoltura che immaginiamo per l'oggi e per il nostro domani. E quindi significa che, proprio in questo momento di crisi economica e sociale, noi dobbiamo investire con le politiche nazionali, ma credo anche con le politiche comunitarie. Si è appena concluso un passaggio importante, ad esempio, a livello europeo con la nuova PAC nonché il dibattito che riguarda il Green New Deal, la strategia Farm to fork: sono tutti temi che, in questo momento storico, vengono insieme. Quindi, innovazione e competenze ma, soprattutto, dal punto di vista culturale, credo che abbiamo bisogno di fornire a chi opera delle regole certe. Perché regole certe, programmazione degli interventi, Piano strategico nazionale, un tavolo, che possa riconoscere e condividere con gli operatori di tutta la filiera in modo attivo, in modo proficuo e in modo incisivo, le politiche da adattare nel corso del tempo, anche rispetto alle strategie di mercato che dobbiamo porre in essere, è davvero ciò che deve essere fatto per il florovivaismo, ma credo in generale per la nostra agricoltura e per i nostri settori produttivi trainanti.

E la sfida dei cambiamenti climatici, insieme alla manutenzione dei territori, deve farci dire un'altra cosa: chi produce nel nostro Paese deve essere un alleato rispetto alla sfida della sostenibilità, sostenibilità nella sua accezione più attuale e più moderna, sostenibilità economica, sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale. E anche da questo punto di vista l'agricoltura è nella sua espressione più ampia, più piena, perché l'essenza stessa dell'agricoltura è la multifunzionalità; si tratta di servizi ecosistemici che tantissimi operatori, nella loro quotidianità, portano avanti da tempo.

Questa proposta di legge dà un messaggio culturale al Paese: investire nel verde significa investire in buona e sana occupazione, significa investire nelle competenze dei nostri ragazzi e l'agricoltura e questo settore credo siano davvero la strategia giusta da percorrere per fare un cambio di passo. Nella legge di bilancio, come ho detto, credo dovremo tornare su alcuni punti - e chiudo su questo. Per dare certezza agli operatori servono le regole, servono le risorse certamente e credo che, in questi mesi, con l'emergenza sanitaria, si siano fatti dei passi in avanti, ma strutturare il bonus verde, ampliando la categoria di beni assoggettabili a detrazione, aprendo una discussione più ampia rispetto al plafond ammissibile o estendendo le detrazioni ai livelli di altri bonus che sono stati implementati in questi anni e che hanno rappresentato una misura anticiclica, anche dal punto di vista economico, credo sia davvero un dibattito importante.

Io ringrazio davvero i colleghi per il lavoro proficuo di questi mesi. Questa sera abbiamo votato sostanzialmente all'unanimità tutti gli emendamenti. Questo però non ha significato che il lavoro, in questi mesi, non sia stato intenso, complicato e di dibattito molto acceso. Davvero lascio questa discussione e il voto favorevole ovviamente del gruppo di Italia Viva come messaggio positivo al Paese: quando la politica vuole, può sedersi attorno ad un tavolo e trovare delle risposte condivise (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, parliamo di un settore, il florovivaismo, che per molto tempo, nonostante si tratti di un'eccellenza tutta italiana, è stato considerato una filiera minore, privo di riferimenti giuridici e legislativi, da sempre organizzatosi grazie soprattutto alla tenacia dei territori che hanno sempre cercato di enfatizzare le qualità del comparto. Le categorie hanno da sempre operato in un contesto normativo frammentato, incerto e privo di uniformità, lavorando di volta in volta grazie unicamente alla loro determinazione e capacità organizzative. Nonostante le innumerevoli difficoltà, il florovivaismo è diventato settore di primaria importanza che vale il 5 per cento dell'agricoltura nazionale, con un giro d'affari di oltre 4 miliardi di euro e con un importante volume di esportazione nei mercati esteri.

Nell'inazione generale della politica, che per lungo tempo ha trascurato l'esistenza di questo settore, altri Paesi – Danimarca, Spagna, Paesi Bassi - hanno incrementato le proprie quote di mercato, grazie ad una migliore organizzazione logistica, produttiva e promozionale, resa possibile anche dalla presenza di impianti normativi ben chiari e definiti da molti anni. Il mercato italiano nel mentre ha pagato il pegno di una politica disorganizzata e della mancanza di un indirizzo comune (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), riuscendo nonostante tutto a sopravvivere. Insomma il florovivaismo è un comparto che, seppur in assenza di quadri e strumenti normativi unitari, almeno fino ad oggi è riuscito in certe aree ad operare in autonomia, raggiungendo ottimi risultati di mercato. Mi riferisco a distretti quali possono essere la Liguria, il Veneto, il Piemonte, la Toscana o il Lazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Fino ad oggi le ragioni del successo di alcuni distretti piuttosto che altri sono dipese da diverse organizzazioni delle filiere dei territori e da diversi rapporti con le istituzioni locali - fortuite eccezioni. Diciamocelo, l'intero comparto è andato avanti in tutti questi anni imponendosi con coraggio, anche nei mercati internazionali, grazie unicamente a quella caratteristica di genio imprenditoriale propria del DNA italiano. Se finora la filiera ha potuto confrontarsi con gli altri competitor internazionali, nonostante la gravissima assenza di una adeguata normativa a suo sostegno, con questa proposta di legge possiamo finalmente fornirle gli strumenti non solo per competere ad armi pari, ma per superare la concorrenza internazionale ed eccellere.

Certo non è sicuramente questa la sede per elencare tutte le innovazioni apportate da questo testo, ma credo che una delle più importanti sia la possibilità di istituire, nell'ambito della scuola dell'obbligo, programmi di formazione per sensibilizzare i giovani sull'importanza delle tematiche ambientali e sul ruolo della presenza del verde nei contesti rurali e urbani. La cura del nostro patrimonio paesaggistico e dei nostri bellissimi territori non può che passare attraverso la formazione ed educazione: un vero patriota ama la propria terra ed è disposto a tutto per difenderla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è con gli scioperi per il clima che si diffonde una cultura finalizzata a tutelare il nostro patrimonio paesaggistico e naturale, ma con la riscoperta della bellezza che ogni giorno nei nostri territori viene coltivata e curata dai cittadini e che finalmente viene riconosciuta quale valore culturale formante per il futuro del Paese. Ed è solo andando in questa direzione che possiamo trattare la tutela dell'ambiente con la trasversalità e serietà di cui necessita.

Si tratta di misure estremamente importanti, se prese in una prospettiva di lungo periodo, ma il cui effettivo successo dipenderà dalla fase di attuazione, la più delicata. Alcuni provvedimenti di questa proposta di legge, infatti, richiedono necessariamente l'emanazione di una disciplina attuativa in seno al Mipaaf. Visto che molti provvedimenti rimangono lettera morta, senza una tempestiva ed efficiente implementazione, credo di poter parlare per tutti in quest'Aula auspicando che le misure contenute in questa proposta di legge trovino rapida attuazione ed implementazione e diventino anzi uno stimolo per un nuovo approccio ai vari comparti della nostra economia, più slegato da organigrammi burocratici e più incentrato sulle filiere e le loro necessità.

Non è, infatti, una novità che molti provvedimenti licenziati da quest'Aula, pur nati con le migliori intenzioni, non si siano trovati poi ad essere un danno per i cittadini. Basti pensare al superbonus 110 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), istituito con il “decreto Rilancio”, che, con 40 documenti richiesti per progetto, tempistiche incerte ed estenuanti lungaggini autorizzative, è diventato l'incubo dei suoi beneficiari. Il bonus 110 per cento è forse l'esempio più emblematico di come un'ottima iniziativa possa realizzare l'opposto dei risultati sperati, con implementazione governativa farraginosa e burocratizzata. Ce lo dicono le manifestazioni in piazza di questi giorni che questi ritardi, queste sbavature, la politica e lo Stato non possono permettersele. Il rischio che i buoni propositi di questa proposta di legge diventino lettera morta sono concreti. Per questo auspichiamo che la fase di implementazione della legge avvenga in modo responsabile e rispettoso della volontà che l'Aula intende rappresentare con questo voto.

Non posso, tuttavia, non soffermarmi su alcune delle nostre proposte emendative, che non sono state recepite, anzi, una in particolare in merito ai centri per il giardinaggio, come rappresentato anche dalle categorie, in una fase successiva al ciclo di audizioni: è stato indicato come l'assimilazione alle aziende agricole di figure impiegate nella filiera, avulse dal comparto agricolo vero e proprio, potrebbe comportare confusione in merito all'individuazione delle discipline normative di riferimento senza precise demarcazioni degli ambiti di attività, che potrebbero porre alla stessa stregua le imprese agricole e quelle di mera commercializzazione di prodotti non agricoli. Per questo motivo, avevamo richiesto la soppressione dell'articolo 12 nella ottimistica prospettiva di poter risolvere in modo più strutturale questa criticità in seconda lettura. Purtroppo, questa proposta non è stata accolta.

E mentre ci apprestiamo a votare il testo in esame, non dobbiamo dimenticarci che l'intero comparto florovivaistico è stato investito, come altri settori della nostra economia, dalla crisi da COVID-19. Questa premessa ci è necessaria per tenere a mente che, quando saremo riusciti ad affrontare la fase più dura dell'emergenza economica, solo con strumenti e strategie di medio termine potremo permettere ai comparti della nostra economia di rialzarsi davvero e tornare a svilupparsi con le proprie risorse. Questa contingenza storica, ora più che mai, richiede che le leggi prodotte da questo Parlamento siano le più ambiziose possibili. La crisi che abbiamo subito e che continueremo, almeno nel breve periodo, a subire, si tradurrà in maggiori quote di mercato per i nostri competitor stranieri, a scapito del nostro mercato. Per questo motivo, non possiamo permetterci di licenziare un testo perfettibile a tutela del comparto florovivaistico. Il testo deve uscire dall'emiciclo già perfezionato, già rispondente alle necessità delle filiere. Il mancato recepimento delle nostre proposte emendative ci porta, purtroppo, ad elaborare un giudizio prudente, tutt'altro che entusiasta, su questo testo. È stata indubbiamente persa un'opportunità per migliorarlo. È, quindi, con l'auspicio che in seconda lettura al Senato possa avvenire un'opera di recepimento completo ed integrale delle richieste delle categorie, trasformando questa proposta in un vero strumento di aiuto e di sostegno per il comparto florovivaistico, che annuncio l'astensione da parte del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, prima di entrare nel merito del provvedimento - su cui, fra l'altro, a nome del nostro gruppo, è già intervenuta in occasione della discussione generale la collega Incerti - voglio anch'io ringraziare il collega Liuni per la sua iniziativa, le due relatrici per il lavoro che è stato svolto in Commissione e tutti i colleghi che hanno concorso a compiere un lavoro costruttivo in questi mesi. Però, voglio anche ricordare due cose in premessa. La prima è questa: oggi siamo di fronte, in Aula, nuovamente, ad un provvedimento che vede una posizione molto larga ed un lavoro congiunto di forze di maggioranza e di opposizione.

Non è la prima volta che accade, in agricoltura è già accaduto nei mesi passati anche su alcune nostre iniziative quando il Governo era un altro, e credo che questo avvenga quando chi propone e chi raccoglie provano ad ascoltarsi e provano a lavorare sul merito dei provvedimenti, evitando rigidità di chi propone cercando di stare nella realtà del Paese; insomma, una cosa molto diversa da quella che è avvenuta questa mattina e che è avvenuta nei giorni che sono passati.

La seconda considerazione riguarda il settore del florovivaismo, che è stato uno dei più colpiti dal lockdown nella primavera scorsa, messo letteralmente in ginocchio per ragioni evidenti: i mercati si sono fermati e piante e fiori, a differenza di altri prodotti, se non veicolati in tempo, semplicemente muoiono, diventano un costo anche per lo smaltimento. Il Governo ha lavorato per attenuare questo colpo, in quei mesi; lo ha fatto allentando il blocco, consentendo la vendita nei supermercati, la consegna a domicilio; lo ha fatto intervenendo con i decreti sul settore, compreso il provvedimento, voluto con un nostro emendamento, nel “decreto Rilancio” sul taglio degli oneri contributivi. È vero, oggi una parte di queste imprese si sono riorganizzate, ma la perdita è stata indubbiamente pesante, con tutti i mesi primaverili, con la perdita della Pasqua che è un momento molto importante per questo settore e in relazione alle difficoltà, tuttora in essere, per la sospensione delle cerimonie. Questo per dire che c'è la consapevolezza in tutti noi del rilievo di un comparto, che forse non a tutti è noto quanto rappresenti, lo hanno già detto altri colleghi: il 5 per cento della produzione agricola totale, 30 mila ettari di estensione, 27 mila aziende, 100 mila addetti, una PLV di circa 25 miliardi, senza considerare l'indotto; e vorrei ricordare anche che è un settore che non ha beneficiato negli anni dei contributi PAC. Eppure è un settore importante per la produzione e la vendita di sementi, piante di qualità, vivaismo specializzato, per i settori del vino e dell'olio, importante a livello nazionale ma anche internazionale. Anche questo forse non tutti lo sanno, ma è uno di quei comparti che contribuisce in maniera molto importante al nostro export, perché oltre ad abbellire i nostri balconi, le nostre strade e i nostri giardini, e caratterizzando l'arredo urbano, rappresenta l'abbellimento e l'arredo urbano delle principali capitali europee, e non soltanto, con numeri molto, molto importanti.

È un settore che, io credo, oggi conosce anche importanti novità: fra queste, indubbiamente, c'è l'uso del verde nella progettazione urbanistica più recente, attraverso una scelta di tanti progettisti che lo utilizzano in termini di sostenibilità ambientale, e può contribuire agli importanti obiettivi indicati dallo European Green Deal per le produzioni alimentari, per la vivibilità degli ambienti urbani, extraurbani e delle foreste.

Infatti, io voglio ricordare che la Strategia per la biodiversità, presentata il 20 maggio dalla Commissione europea, prevede fra i propri obiettivi quello di ripristinare i sistemi terrestri, in due paragrafi ben precisi: il 2.2.4 - Foreste più estese, più sane e più resilienti - prevede l'impianto di almeno 3 miliardi di alberi supplementari entro il 2030, con azioni di rimboschimento e con l'adozione di una nuova piattaforma europea per l'inverdimento urbano; l'altro paragrafo, il 2.2.8, è esplicitamente rivolto all'inverdimento delle zone urbane e periurbane, parchi, giardini, tetti verdi, orti e tutti quegli spazi urbani che offrono benefici agli abitanti delle città e proteggono da siccità e ondate di calore; e in virtù di questi obiettivi, la Commissione invita le città europee di almeno 20 mila abitanti ad elaborare, entro il 2021, piani di inverdimento urbano. Mi permetterà la collega Caretta di dire che forse tutto questo è stato possibile anche grazie agli scioperi sul clima e, quindi, ad un cambio di sensibilità a livello europeo. Ecco, per realizzare questi piani, che saranno previsti anche nel Patto europeo per il clima, si potranno mobilitare finanziamenti ed opportunità e quindi anche per questo noi abbiamo un comparto che deve farsi trovare pronto e che noi dobbiamo aiutare a trovarsi pronto.

Questo per sottolineare come il settore florovivaistico sia un pezzo della nostra economia; lo ricordo anche a quelli che qualche mese fa hanno sorriso e non risparmiato sfottò quando prima con le FAQ, poi con le riaperture graduali, molti di noi uscivano pubblicamente con messaggi che invitavano i cittadini, quando andavano a fare la spesa, a portarsi a casa anche una pianta, perché anche quel piccolo gesto era un modo per ricordare che c'era un settore in grande sofferenza. È in virtù di tutto questo che credo abbiamo lavorato assieme per provare ad arrivare a un testo condiviso; lo abbiamo fatto consapevoli di quanto questo settore rappresenti, in tante regioni del nostro Paese, un pezzo di economia significativa.

La Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania e la Puglia sono tutte regioni con importantissimi distretti e anche qui voglio correggere un attimo alcune considerazioni che ho ascoltato dalla collega Caretta: molte di queste regioni in questi anni hanno lavorato in maniera significativa per sostenere questi distretti, e lo hanno fatto anche con risultati importanti. Allora penso che abbiamo cercato tutti quanti di migliorare il testo proposto e di integrarlo con aspetti che credo abbiano contribuito a produrre un testo che parla a una filiera che tiene assieme produzione, vendita, ricerca e anche la funzione ambientale di questo settore.

Noi avremmo voluto, e probabilmente sarebbe stato possibile con un po' più di tempo, migliorare ancora: penso al tema degli obiettivi che l'Europa, le strategie europee si pongono con la riduzione dell'uso della chimica, e quindi anche alla funzione della ricerca e dell'uso di fertilizzanti meno impattanti sul territorio utilizzati anche da questo settore; o ancora su come favorire interventi mirati per la riduzione delle spese energetiche in serra, utilizzando fonti rinnovabili. Noi sappiamo che quella dell'energia è una spesa importante per questo settore, però spero che questo e molti altri ambiti di miglioramento possano essere oggetto del lavoro nel tavolo di settore che viene istituito con la legge.

Ma, tornando al testo, come Partito Democratico abbiamo contribuito al lavoro emendativo; lo abbiamo svolto intervenendo sul tema della filiera, un tema strategico, come sappiamo, sull'organizzazione degli uffici deputati a seguire il comparto, sul tema dei marchi, sulla relazione, di cui ho parlato diffusamente in premessa, della green economy, prevedendo l'istituzione di un coordinamento permanente che si occupi di queste relazioni. Lo abbiamo fatto sui temi della comunicazione e della promozione e sulle risorse per finanziare la ricerca del settore, tema questo assolutamente strategico. Il testo a cui siamo giunti definisce una cornice d'insieme, credo abbastanza chiara, e credo che gli strumenti che inseriamo siano utili al settore. Anche qui voglio precisare che con gli articoli 12 e 13 riferiti ai centri di giardinaggio non si bypassa l'articolo 2135, che definisce con chiarezza cos'è un'impresa agricola. In conclusione dico solo questo: sarebbe utile forse anche in queste Aule poter ricordare più sovente quanto il comparto agricolo e agroalimentare concorrono alla buona economia e alla crescita sostenibile, e quanto possono essere strategici per le sfide del Green Deal e per l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund.

Nessuna legge è perfetta, probabilmente non lo sarà nemmeno questa, ma credo che in una stagione come questa arrivare a un testo con un consenso così elevato sia un contributo a dare un messaggio positivo ad un Paese che sta combattendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Presidente, sottosegretario, finalmente abbiamo approdato qui in Aula questa legge con un Comitato dei nove tutto al femminile. Ringrazio anche il presidente Gallinella, il nostro collega Marzio Liuni e le relatrici Gadda e Loss, ma non vorrei dimenticare anche il lavoro e la fatica degli uffici della nostra Commissione agricoltura.

Questo provvedimento vuole dare una completezza normativa per la promozione e la valorizzazione del florovivaismo, quel florovivaismo che ha caratterizzato la cultura italiana. Ricordiamo i giardini all'italiana che dal Rinascimento fino ad oggi fanno grande il nostro paesaggio verde di tutta l'Italia, ma credo anche in tutto il mondo. Questa legge, con le nuove regolamentazioni e le nuove norme che abbiamo apportato, è servita anche un pochino per contestualizzare questa proposta rispetto al periodo che stiamo vivendo. Abbiamo visto spesso per televisione delle serre i cui fiori andavano distrutti, soprattutto nei mesi primaverili, quando il lockdown ci ha preso in pieno, ma anche adesso con questo, non so come definirlo, semi light lockdown, ricordo adesso che ci sono delle regioni a codice rosso, arancione, giallo, che comunque comporteranno sicuramente dei limiti all'attività del florovivaismo.

Un florovivaismo che oltretutto ha sofferto anche tanto per l'annullamento di tante cerimonie e di tanti matrimoni. Sono stati 70 mila i matrimoni che sono stati annullati; certo, i matrimoni all'italiana non potevano rispettare sicuramente il distanziamento e le trenta persone invitate, anche perché c'è tutto un settore del floral design che accompagna le nostre cerimonie. Vorrei ricordare che sono 9.200 anche le coppie straniere, con più di un milione e mezzo di invitati che scelgono i nostri borghi, la nostra Italia, le nostre isole per sposarsi.

Quindi un danno veramente grave chee continuerà ad essere grave nei prossimi mesi. Ma questa legge ritorno a dire che ha dato uno spazio a cui ho tenuto molto, ci abbiamo lavorato insieme a tutti quanti gli altri colleghi, che è quello del verde urbano, quindi un po' della riqualificazione soprattutto delle aree più degradate della nostra città, quindi ridonarle ai cittadini e alla collettività anche sotto forma della fruizione e della bellezza, e anche, perché no, gli ambienti sportivi che possono essere inglobati in questi spazi di verde urbano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Adesso, però, credo che sia il momento di guardare avanti perché, anche se questo Governo non ha voluto guardare oltre le misure veramente ristrette che sono state prese per questo settore del florovivaismo, così come nel “Cura Italia”, così come nel “decreto Rilancio”, dove sono stati previsti, così come per il resto della filiera agricola, soltanto contributi a fondo perduto ed esonero dei contributi previdenziali ed assistenziali. Non per ultimo, nel “decreto Ristori”, all'articolo 16, ancora c'è soltanto l'esonero dei medesimi contributi per il mese di novembre.

Quindi nulla di nuovo per questo settore che ha sofferto, al pari di tutti quanti gli altri settori agroalimentari, l'abbattimento di fatturato. Però, dicevo, è il momento questo di guardare avanti. Voglio prendere spunto anche dalla Commissione delle politiche dell'Unione europea, dal parere che ha voluto puntare proprio sul ruolo strategico del settore del florovivaismo proprio per il miglioramento della sostenibilità ambientale di questo settore e che fanno destinatario leggibile di finanziamenti europei previsti nel Recovery Fund. Quindi sarà poi lavoro nostro, lavoro della Commissione poter proporre veramente lì dei finanziamenti a sostegno di questo settore. Diciamo che abbiamo fatto dei passi avanti, come dicevo prima, anche con i percorsi didattici nelle scuole che vogliono sensibilizzare i giovani, i nostri ragazzi ai temi dell'ambiente, sull'importanza di un'adeguata presenza del verde in ogni contesto rurale ed urbano e soprattutto al rispetto per l'ambiente, al rispetto per il verde.

L'articolo 3 parla anche di istituzione di piattaforme logistiche. Il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, la Toscana, il Lazio, la Calabria, la Sicilia, la Campania sono tutte queste dei siti regionali proprio atti all'istituzione di piattaforme logistiche relative al settore florovivaistico, quindi per aree del Nord, del Centro e del Sud. Così come anche il “bonus verde” da utilizzare per nucleo familiare, di 500 euro per nucleo familiare, per l'acquisto di piante e di fiori, la definizione di attività agricola florovivaistica all'articolo 4 e anche delle attività pertinenti, i distretti florovivaistici, dove rientrano anche gli agriturismo, il Piano nazionale triennale dell'articolo 9, l'istituzione, poi, dei marchi internazionalmente riconosciuti, i centri di giardinaggio, così come i contratti di coltivazione di cui parlavo prima: questi sono stati dei miei emendamenti, dei nostri emendamenti, del gruppo, proprio per cercare di coinvolgere il più possibile anche i comitati di quartiere, i cittadini e tutti coloro che volevano sponsorizzare la nascita di aree verdi, di aree urbane.

Presidente, sottosegretario, certo, ancora molto si poteva fare - l'Olanda ha stanziato 600 milioni di euro per il proprio florovivaismo -, però io penso che questo pezzo dell'agricoltura noi lo dobbiamo sostenere e dobbiamo portarlo avanti, quindi con la condivisione, ripeto, degli spazi verdi, del verde urbano, del verde italiano. Ed è per questo che noi daremo un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. È con piacere che arriva alla Camera, dopo un percorso in Commissione, questo progetto di legge targato Lega, del nostro collega Marzio Liuni, una persona che ha dato anima e cuore in questo provvedimento e ha dato, soprattutto, la propria esperienza, che proviene proprio dal settore florovivaistico, da manutentore del verde. Ma non solo. Iniziando questa dichiarazione di voto, voglio ringraziare l'intervento non solo della Commissione agricoltura e le audizioni che si sono fatte, lo studio che c'è stato e le condivisioni degli emendamenti da parte della Commissione, ma anche il lavoro apprezzabilissimo da parte dei relatori di maggioranza e minoranza, che hanno trovato la quadra con le istanze che venivano dal mondo delle associazioni e gli interventi che venivano proposti dai gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo intervento va ad agire su un settore che, come sappiamo bene, è forse il settore che ha sofferto di più questa chiusura primaverile e che vede, naturalmente, il futuro incerto con le prossime chiusure che si vanno a designare. Il fatto è che, purtroppo, in tutti i provvedimenti, come in questo provvedimento, non si è riusciti a stanziare un fondo ad hoc per questo settore, un settore che, su 2 miliardi e mezzo di fatturato all'anno, ha avuto una perdita, quest'anno, di fatturato di un miliardo; un settore che copre 100 mila addetti in agricoltura fra i più formati in questo settore, il 5 per cento, come ricordavano i colleghi prima, del PIL agricolo. Ecco, anche questa volta, è stato approvato un ordine del giorno, è stato dato parere favorevole, come è stato dato parere favorevole a tanti ordini del giorno verso l'istituzione di un fondo sul florovivaismo. Speriamo che questa volta il Governo sia propenso e mantenga le promesse, perché questo serve a un settore che ha avuto delle perdite immani, come dicevano bene i colleghi prima, rispetto a tanti altri settori agricoli, proprio perché è un settore che non è legato direttamente alla sussistenza alimentare e, quindi, ha trovato delle chiusure. All'inizio abbiamo visto i fiorai completamente chiusi o, comunque, tutti i vari negozi che potevano proporre gli elementi che derivano dal florovivaismo che hanno avuto delle perdite immani, hanno avuto delle perdite che, per un'azienda, vuol dire buttare via il sudore, il lavoro di tutti i giorni, buttare via la propria merce, perché, come diceva qualcuno prima di me, la merce che deriva dal florovivaismo non si può conservare, i fiori non si possono conservare.

Io parlo, ad esempio, della mia Liguria: è stata martoriata, in particolare il Ponente della mia Liguria. Ricordiamoci sempre che, quando si parla di agricoltura, di florovivaismo e di agricoltura in generale, in certi territori, fare l'agricoltore vuol dire mettersi la maglia della Protezione civile, in certi territori fare agricoltura vuol dire scongiurare gli effetti disastrosi del brutto tempo, in certi luoghi, fare agricoltura vuol dire preservare un territorio bellissimo, ma fragile, un territorio che ha bisogno di questo legame indissolubile con l'uomo. Ecco cosa sono i nostri agricoltori, è per questo che dobbiamo lavorare per loro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In questa legge, in parecchi interventi fondamentali, prima di tutto, si dà dignità a un settore e lo si fa dandogli il 100 per cento di appartenenza al settore agricolo.

Si istituisce e si vanno a determinare questi centri, che noi consideriamo fondamentali nelle nostre città, i centri di giardinaggio, che sono spuntati come funghi, ma hanno un problema a livello di legge, hanno un problema a livello di sovrapposizioni di norme. Ecco, noi qui facciamo chiarezza; pensiamo addirittura che possano essere delle aule dove i nostri concittadini possono essere invogliati alla cultura del verde, dove si possa educare gli operatori del settore verso una specializzazione. In questo provvedimento si istituiscono dei marchi, in questo provvedimento si fanno dei distretti florovivaistici, si istituisce un tavolo permanente e un piano del florovivaismo nazionale, in norma primaria, dove si andranno a gestire, comunque sia, le problematiche del florovivaismo insieme agli agricoltori, insieme alle associazioni di categoria. In più, si farà un ufficio, a livello di Ministero, a livello di MiPAAF, quindi, anche lì, ci sarà uno sportello, naturalmente senza aumentare le spese del Ministero, però si farà un ufficio dove si potrà ragionare proprio all'interno della filiera.

Come prima dicevo, addirittura, riusciamo con questo provvedimento a inserire dei marchi, dei marchi qualitativi. Su questa cosa mi voglio soffermare, perché, quando parliamo di florovivaismo, parliamo di un'eccellenza del tutto italiana che molti non conoscono, una eccellenza che vive anche di esportazioni, vive di qualità. Questi marchi andranno a certificare non solamente il prodotto in sé, ma andranno a certificare anche la qualità e il processo di produzione. Ricordiamoci che i nostri agricoltori, molte volte bistrattati, sono delle eccellenze nel green, nel rispetto dell'ambiente, nel rispetto dei territori. È questo va valorizzato rispetto, purtroppo, a importazioni, molte volte, di massa, aggressive che non rispettano le regole. Ed è questo che dobbiamo fare, anche quando in Europa si parla molto, a volte solamente come slogan, di Green New Deal, di rivoluzione verde. Dobbiamo dare voce ai nostri territori, voce alla nostra agricoltura, che è un'agricoltura di qualità. Quando si fanno degli investimenti, non pensiamo a fare rivoluzioni green mandando soldi dall'altra parte del mondo, comprando e invogliando importazioni dall'estero di prodotti di cui, molte volte, non sappiamo nulla: non sappiamo il livello qualitativo, non sappiamo con quali criteri vengono prodotti, non sappiamo se per fare quel prodotto sia stata sfruttata la manodopera minorile o se sono stati rispettati i diritti dei lavoratori. Valorizziamo le nostre aziende, valorizziamo il made in Italy, valorizziamo chi produce in Italia e segue le regole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono queste le sfide per il settore in un momento in cui si parla di rivoluzione verde.

Io non mi dilungo, sono stato chiamato a fare questa dichiarazione di voto, come hanno ricordato bene i colleghi, che ringrazio anche per la loro sensibilità, al posto del collega Liuni, e voglio lasciarvi con una frase che ho letto mentre stavo sfogliando gli appunti del collega. Sembra una frase banale, sembra una frase semplice, poche parole, dice: “Se qualcuno trova ristoro all'ombra in un parco è perché qualcun altro lì ha piantato un albero”. Queste cose sembrano banali e scontate, ci sono tanti lavori che noi consideriamo umili e che non consideriamo, ma, dietro quei lavori umili, c'è una filiera, ci sono degli operai specializzati, c'è un made in Italy di qualità in cui noi, come Lega, crediamo fermamente, soprattutto nel concetto di filiera, che doveva essere valorizzato e in questo provvedimento avviene. Una famiglia che deve essere valorizzata, ecco cos'è la filiera, dove non ci sono settori che prevaricano l'uno sull'altro, dove chi pianta il seme e chi diventa il manutentore del verde sono tra di loro collegati e si fanno gli interessi l'uno dell'altro. Questo provvedimento racchiude una serie di interventi importanti che sono l'inizio di un percorso per ridare dignità a questo settore agricolo ed è per questo che, naturalmente, dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maglione. Ne ha facoltà.

PASQUALE MAGLIONE (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, sia concesso anche a me fare un saluto al collega Liuni, che ha portato in Commissione agricoltura questa proposta di legge, l'ha portata qui in Parlamento e spero presto di averlo di nuovo in Commissione. Piace anche a me sottolineare quello che noi chiamiamo l'approccio della Commissione agricoltura, che, ancora una volta, ha messo insieme tutto quanto l'arco dei vari partiti presenti all'interno della Commissione e all'interno dell'Aula. Mi dispiace apprendere che Fratelli d'Italia si asterrà, quando, alla fine, anche loro hanno partecipato a migliorare e a scrivere questo testo all'interno della Commissione. Detto ciò, non sto qui a ripetere l'importanza del settore florovivaistico, lo hanno già fatto i colleghi, però è chiaro che, se si vuole sostenere un settore, ci vuole anche la capacità, da parte del legislatore, di portare a termine una norma che superi la frammentazione che vi è all'interno di quel contesto imprenditoriale e si arrivi a un'organicità. Con questa norma, grazie anche all'importante lavoro fatto nella Commissione agricoltura, questa razionalizzazione all'interno di questo comparto la si sia raggiunta e, in qualche modo, si siano dati anche dei punti di riferimento precisi all'interno dei quali il comparto del florovivaismo può orientarsi: che sia il tavolo tecnico, a cui parteciperanno vari Ministeri e le Regioni per individuare quello che sarà l'indirizzo stesso del comparto; che sia l'ufficio, come diceva anche il collega della Lega, all'interno del Ministero, che diventa un punto di riferimento fisico all'interno del quale c'è una possibilità di confronto per coloro i quali operano in quel settore; che sia anche l'importante utilizzo della filiera florovivaistica all'interno di quell'ufficio, che rappresenta il punto di raccordo di tutte quelle che sono le istanze che vengono dal comparto. È chiaro, dunque, che questo aiuta sicuramente coloro i quali investono in questo comparto ad avere una maggiore capacità di aggredire il mercato. Un altro aspetto, nel momento in cui si vuole aiutare un comparto, è quello di incentivare il comparto stesso. Quindi, anch'io mi associo all'invito, soprattutto all'interno di quella che sarà la futura legge di bilancio, di prendere seriamente in considerazione il rifinanziamento del “bonus verde”, che ha rappresentato per questo comparto un importante stimolo di ripresa e di sviluppo, ma è chiaro che, insieme a quella che è chiaramente la necessità economica, è importante anche fornire strumenti attraverso i quali fornire degli incentivi. Penso, ad esempio, alla scelta di mettere all'interno della norma i marchi di riconoscimento del prodotto made in Italy, che certificano la qualità e anche il ciclo produttivo di quel prodotto, ciò sicuramente aiuta ad avere una maggiore possibilità di essere più incisivi sul mercato. Trovo anche particolarmente interessante che, in concerto con le Regioni, venga prevista anche una premialità nei PSR, perché, come sappiamo un po' tutti, la maggior parte di quella che è la linfa economica che arriva all'interno del comparto agricolo passa attraverso i PSR, che sono, chiaramente, di competenza regionale.

In ultima analisi, se si vuole aiutare un settore lo si deve anche aiutare ad innovare. Trovo, pertanto, interessante che all'interno della norma ci sia già la possibilità che anche nelle scuole di primo grado si cominci a parlare di ambiente e sostenibilità ambientale, del comparto, di aree verdi, perché in questo modo si aiuta ad avere una maggiore consapevolezza in quelli che poi saranno gli attori futuri di questo settore. Ma è anche importante, contestualmente, fare in modo che all'interno di questo settore operino persone che abbiano una specificità e una competenza acquisite attraverso i canali della formazione italiana. Poi, infine - e su questo vado a concludere -, è chiaro che l'attuale Governo, che questa maggioranza sostiene, ha fatto della sostenibilità, dell'approccio green, del tracciato verso un'economia sostenibile il punto di riferimento e anche in questo caso la norma prevede proprio, attraverso l'articolo 8, che ci sia un organo, di concerto tra il MiPAAF e il Ministero dell'Ambiente, che cerchi di dare a questo comparto un indirizzo che rispecchi quello che è ormai l'andamento verso il quale si sta un po' orientando tutto quanto il sistema economico europeo, e spero al più presto anche mondiale.

Quindi, anche questo aspetto, che per noi diventa un aspetto dirimente in tutte quelle che sono le scelte politiche fatte fino a oggi. Stiamo a citare il superbonus, che, nonostante ciò che si dica in giro, in questo momento sta funzionando, sta partendo e sta cominciando a dare i primi risultati importantissimi, anche all'interno di quello che è il comparto di riferimento. Chiaramente, questo è un approccio che ci piace, la norma intera ci piace e ci piace anche il fatto che sia nata dal confronto di tante forze politiche che forse in alcuni contesti hanno avuto anche delle divergenze ma le hanno sapute superare.

Quindi, queste cose che ho detto, cioè - vi ripeto - la capacità e anche la volontà di guardare verso il futuro anche in questo comparto, mi portano a dichiarare il voto positivo del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1824-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1824-A:

"Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 89) (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi, che ha una precisazione da fare. Dopo passiamo ai voti sul provvedimento successivo, che sono molto rapidi. Prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, mentre richiamo la Presidenza al rispetto del Regolamento, che prevedrebbe un'Aula aperta per tre ore e siamo qui da quattro in nome della sanità invocata da chiunque, indico che, a partire dal voto n. 41 fino al voto n. 50, ho votato con la scheda di un deputato assente, quindi ho fatto il pianista involontario, e, quindi, vorrei recuperare i miei voti dalla votazione n. 41 alla n. 50 e chiedere di annullare quelli di Zanettin, per cui ho votato…

PRESIDENTE. Abbiamo preso atto, onorevole Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). …con la scheda che era stata messa nella…

PRESIDENTE. Preso atto. Abbiamo cominciato alle 16 a votare…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Vi esorto alla chiusura dell'Aula.

Seguito della discussione della proposta di legge: Di Stasio ed altri: Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale (A.C. 2313-A) (ore 18,56).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2313-A: Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. Ricordo che nella seduta del 19 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2313-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge presentata.

Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A).

Colleghi, sono cinque voti che faremo rapidamente.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2313-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, collega Cabras, ad esprimere il parere della Commissione.

PINO CABRAS, Relatore. Emendamento 1.1 Delmastro Delle Vedove, parere contrario. Emendamento 1.10 Formentini, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10 Formentini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, vorrei rivolgere un ultimo appello al Governo e ai relatori, perché noi davvero crediamo in questo emendamento, come Lega. Ho cercato di spiegarlo in Commissione, ma non sono riuscito probabilmente a farmi intendere a dovere.

L'emendamento chiede semplicemente che sia seguita la procedura di autorizzazione alla ratifica prevista dall'articolo 80 della Costituzione, che, sulle materie menzionate, chiede appunto che sia il Parlamento la sede delle discussioni delle autorizzazioni alla ratifica di trattati internazionali che trattino di temi di politica, maggiori oneri del bilancio o - ed è questo il caso - variazioni territoriali.

Bene, noi non capiamo perché questo emendamento sia stato definito ridondante, pleonastico, ultroneo; davvero non lo capiamo, perché, anche qualora lo fosse, perché non citarlo, perché non inserirlo? Sarebbe una garanzia, a nostro avviso, che il Parlamento non venga ulteriormente espropriato delle proprie prerogative, così come avviene quotidianamente con i DPCM del nostro esimio Presidente del Consiglio.

Stiamo, quindi, cercando di difendere il Parlamento, perché ci sono già stati casi, purtroppo, in cui invece di rispettare quanto stabilisce il dettato dell'articolo 80 della nostra Costituzione, si è proceduto con memorandum of understanding che il Parlamento non ha mai visto. È questo il caso, guarda caso, della Via della Seta, di cui noi in Commissione esteri abbiamo visto solo una piccolissima parte che riguarda le doppie imposizioni tra Italia e Cina, ma il Parlamento non conosce altro.

Quindi, proprio per evitare che furbescamente si aggiri quanto invece garantisce la nostra Costituzione, noi chiediamo con forza l'inserimento dell'articolo 80 nel dettato di questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Presidente, mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: prestiamo la massima attenzione a questo emendamento. Perché? Qualcuno di voi sicuramente si ricorderà la questione del Trattato di Caen, quello con cui il PD prese e tentò di regalare parte del nostro mare della Toscana, della Sardegna e della Liguria alla Francia senza dire niente a nessuno. Ora, far passare la dichiarazione di zona economica esclusiva per il Parlamento serve esclusivamente a questo: ad evitare che qualcuno di loro, il signor Gentiloni o qualcosa del genere, di nascosto, di soppiatto, in un pacchetto tutto assieme, regali alla Francia il nostro mare, senza che noi ne sappiamo nulla. Dato che la questione è rilevantissima, e io ve la sto lasciando a verbale adesso, votiamo questo emendamento oppure ci prendiamo la nostra responsabilità quando e se succederà che questa legge consentirà al Governo di fare quello che vuole con i nostri confini senza che noi qui si sappia niente. Non piangiamo dopo! Non piangiamo dopo! Io ve lo sto dicendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, vorrei ribadire anch'io l'importanza di questo emendamento, perché esso vuole semplicemente riaffermare la centralità del Parlamento, quindi una cosa prevista dalla Costituzione, dall'articolo 80; e quindi una richiesta di buon senso, perché parliamo di un provvedimento che riguarda una questione di sovranità del nostro Paese, una questione che prevede degli oneri importanti di bilancio, una questione con un contenuto chiaramente politico di rilievo. Non affermare quindi e non garantire che questo trattato e questi accordi, queste decisioni passino per il Parlamento, credo sia non solo una mancanza di rispetto verso di noi, verso la centralità del Parlamento, l'ennesima mancanza di rispetto, ma anche un modo per mettere in discussione la sovranità del nostro Paese, perché la sovranità si afferma soprattutto in queste Aule. Fare quindi in modo che passi di qui significa affermare la nostra sovranità: le decisioni importanti per il nostro Paese devono passare assolutamente dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Presidente, intervengo a titolo personale, per sottolineare l'importanza di quanto affermato dai colleghi e riprendere anche il contenuto delle considerazioni del collega Borghi, che ha fatto riferimento ad un caso specifico nella storia del nostro Paese, ahimè, molto triste. L'eventualità che, nelle relazioni internazionali e nei rapporti con altri Paesi, possa entrare in gioco il cosiddetto metus reverentialis, ossia un atteggiamento di sudditanza psicologica o di incapacità a trattare alla pari con soggetti che riteniamo in qualche modo interlocutori privilegiati, e con i quali può in qualche modo scattare un atteggiamento anche personale e soggettivo dell'interlocutore, di cui la storia del nostro Paese è piena, fa sì (e concludo) che la garanzia di un passaggio parlamentare, secondo quanto previsto dall'articolo 80 della Costituzione, sia quantomeno doverosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Presidente, intervengo per rimarcare quanto già alcuni dei miei colleghi hanno espresso relativamente a questo emendamento, su cui credo quest'Aula debba porre la debita attenzione. Riteniamo che, così come è stabilito dalla nostra Costituzione all'articolo 80, la modifica di confine territoriale del nostro Paese passi per una ratifica parlamentare; e quindi temiamo che, con questa impostazione della maggioranza, quindi con un voto contrario a questo emendamento, con dei semplici accordi bilaterali si possano modificare dei confini dei nostri territori.

La nostra Repubblica è ovviamente una Repubblica parlamentare, basata sulla centralità di questo consesso, sulla centralità delle Aule parlamentari. Riteniamo quindi doveroso far sì che il Parlamento si possa esprimere sulle modifiche di eventuali confini territoriali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, io vorrei provare a rivolgere un invito, con grande umiltà però, al Governo (approfitto del fatto che c'è il Ministro D'Incà, che lo rappresenta nel suo insieme in questo momento), e anche al relatore e a tutta la maggioranza, perché, dopo aver ascoltato le parole dell'onorevole Claudio Borghi, io penso che dobbiamo stare particolarmente attenti. Lo dico perché, signor Presidente, io ho ricevuto pochi istanti fa una telefonata del commissario Gentiloni, che mi ha detto: “Roberto, intervieni e fa in modo che il Governo accetti questo emendamento, perché ci hanno preso con le mani nel sacco (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). Stavamo misticando sopra, per cercare…” E mi ha detto anche: “siccome, Roberto, sai, ho finito adesso di parlare col Presidente del Parlamento Sassoli, che ha fatto una telefonata a Biden, per dirgli che le cose stanno andando bene, complessivamente ci stanno rovinando tutto, non ci facciamo scoprire, cerchiamo di chiudere questa cosa e accogliamo l'emendamento” (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, prego.

PIERO FASSINO, Presidente della III Commissione. A noi è sembrato in Commissione, quando abbiamo discusso, come ha motivato l'onorevole Cabras relatore, che l'emendamento fosse ultroneo. Tuttavia, poiché riteniamo di dover raccogliere le preoccupazioni che sono state sollevate e, considerato che non c'è alcuna tentazione di sottrarre al Parlamento le sue prerogative e le sue potestà, riteniamo, d'accordo con il relatore, di accogliere l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sottosegretaria Sereni, il parere del Governo su questo cambio?

MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il Governo si rimette all'Aula, Presidente, sottolineando che, in questi accordi, sempre la procedura è quella dell'articolo 80 della Costituzione. Comunque, il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Benissimo, quindi cambia il parere su questo emendamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Formentini, con il parere favorevole della Commissione mentre il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 91) (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Colleghi, io non avrei problemi a procedere con gli ultimi tre voti, se non ci sono interventi. Se non ci sono emendamenti, quindi, procederei con gli ultimi tre voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2313-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2313-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

Si è concluso così l'esame degli emendamenti.

Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani, con le dichiarazioni di voto.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 4 novembre 2020, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la deputata Giuseppina Occhionero, in sostituzione della deputata Michela Rostan, dimissionaria.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta. Il primo è quello dell'onorevole Delmastro Delle Vedove, che non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Grazie, Presidente. Colleghi, lunedì è andata in onda su Rai Tre la Caporetto della sanità pontina.

Il servizio giornalistico Report ci ha mostrato ambulanze parcheggiate per ore fuori il pronto soccorso dell'ospedale di Latina con dentro pazienti, personale sanitario affamato e ossigeno che manca.

Quello mostrato è il ritratto delle gravissime carenze della sanità laziale e del fallimento totale della gestione di Nicola Zingaretti, diventata ancor più evidente con l'emergenza COVID. La regione si è sempre vantata negli ultimi sette anni di aver risanato la sanità e di aver dato vita ad un sistema virtuoso. Ha bleffato. Le lunghe file di ambulanze fuori dal pronto soccorso, a Latina come a Roma, dimostrano che i continui tagli, la chiusura di ospedali e il ridimensionamento dei punti di primo intervento hanno prodotto soltanto il risultato di non riuscire a garantire assistenza, sia ai pazienti COVID che a tutti gli altri.

A Latina sono stati cancellati ospedali, come quello di Cori, Sezze, Gaeta e Priverno e, dei nuovi ospedali, a Latina e Formia, abbiamo solo le promesse, spacciate come cantieri di imminente apertura, fatte nelle conferenze stampa. Per i pazienti COVID, da marzo ad oggi, proprio quelle file di ambulanze mostrano quanto sia mancata una reale programmazione, utile a far fronte alla prevista seconda ondata. Tanto che ci sono delle ASL, come quella di Frosinone, che sono tornate a sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti. Per tutti gli altri pazienti, dopo una costante riduzione dei servizi, con gli ospedali sostituiti dalla telemedicina, il risultato è stato quello di non riuscire a tutelare il loro principale diritto, che è quello alla salute, abbandonando chi non può permettersi di ricorrere a strutture private.

Tutto questo non è accettabile nel Lazio. Riapriamo gli ospedali, diamo stipendi decenti e incentivi ai nostri medici e infermieri - che non smetteremo mai di ringraziare -, forniamo alle strutture sanitarie attrezzature specialistiche e macchinari necessari. Basta tagli e basta tagli al diritto alla salute!

PRESIDENTE. Onorevole Gribaudo, prego. Pregherei maggior silenzio in Aula. Colleghi, chi ha concluso può uscire, grazie.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Oggi 4 novembre è anche l'Equal pay day, ovvero il giorno scelto dall'Unione europea per indicare quando le donne smettono simbolicamente di guadagnare in confronto ai colleghi uomini. In Europa, infatti, le donne lavoratrici guadagnano il 16 per cento in meno dei lavoratori uomini, a parità di mansione e di salario. In Italia questa percentuale arriva fino al 20 per cento. Quella del gender pay gap è un'ingiustizia grave, che sappiamo viene da lontano e su cui in questi anni, nonostante tutte le leggi e i diritti fondamentali messi nero su bianco, in realtà abbiamo ancora molta strada da fare.

Tuttavia, ci tengo, Presidente, a dire qui, oggi, che in questa giornata simbolica, in Commissione lavoro, abbiamo incardinato e abbiamo adottato all'unanimità il testo base sulla parità salariale, che ho avuto l'onore di proporre come relatrice. Voglio qui ringraziare le colleghe e i colleghi, che hanno lavorato per questo sforzo condiviso, perché le donne hanno bisogno che questa legge abbia un sostegno trasversale e unitario. In Italia, appunto, una donna può arrivare a guadagnare fino a 20 per cento in meno dei propri colleghi uomini e questo, non solo in termini percentuali di ore lavorate, ma anche in termini di contratti più sfavorevoli per le donne. Così come viene utilizzato troppo spesso il contratto a part time, nella scelta di chi licenziare e di chi tenere, nell'opportunità di crescita e di carriera.

Se è vero, come è vero, che l'uguaglianza di genere passa ancora e sempre dal lavoro, come è accaduto nel secolo scorso, noi abbiamo il dovere di mettere in atto una reale pari opportunità nei luoghi di lavoro e mettere fine a queste ingiustizie. Lo faremo con tutta la trasparenza, lo faremo con i controlli, lo faremo con le sanzioni e, ancora, con le premialità, perché è giusto che venga riconosciuto pubblicamente l'impegno di chi affianca le donne in questa battaglia culturale.

Grazie, quindi, ancora una volta a tutti quelli che, dentro e fuori il Parlamento, si sono mossi in questa direzione, in modo particolare le associazioni e le donne raccolte nell'appello del giusto mezzo, che ha portato anche in quest'Aula a delle giuste istanze. Ora mi auguro che in Commissione lavoro, così come in Aula, arriveremo presto all'approdo di una legge di civiltà e di giustizia per tutte le donne italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Prendo la parola per richiamare l'attenzione sulla mia interrogazione n. 4-06397 del 20 luglio 2020, concernente la mobilità di rientro degli italiani residenti all'estero in Italia. Siamo di nuovo a restrizioni maggiori per il COVID, ma nessuna risposta su questi temi.

I nostri connazionali che sono all'estero sono in una situazione di continua apprensione per le famiglie di origine in Italia e chiedono che venga salvaguardato il loro diritto a rientrare in patria, anche acconsentendo a sottoporsi a test medici a proprie spese. Chiedo che il Governo presti più attenzione agli italiani all'estero, venendo incontro alle loro esigenze e siano o salvaguardati i diritti di cittadinanza, compreso quello di far rientro in patria. Nei momenti di difficoltà è importante far sentire la presenza dell'Italia, garantendo loro nei fatti quel diritto a rientrare in patria insito nell'essere cittadini italiani. Pertanto, chiedo che si individuino presto adeguate procedure che consentano agli italiani all'estero di rientrare nei luoghi di origine, previa effettuazione dei test medici richiesti, anche a proprie spese, sia alla partenza dal Paese estero sia all'arrivo in aeroporto, evitando il blocco all'ingresso in Italia e rispettando la quarantena e tutte le regole precauzionali prescritte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Grazie, Presidente. Questa pandemia sta generando una crisi mondiale senza precedenti, mettendo in ginocchio tutte le nazioni. Proprio in un periodo così difficile e drammatico, si invitano tutte le realtà istituzionali alla responsabilità e alla collaborazione e anche la Regione siciliana si è messa al lavoro per i propri obiettivi. Qualcuno penserà: bene, finalmente i siciliani avranno risposta sulla cassa integrazione in deroga, sulla gestione della sanità, sulle misure economiche. Peccato però che è proprio su questi obiettivi che ci siamo fraintesi e che non saranno i siciliani certo a trarre vantaggio da questo lavoro, perché vede, Presidente, mentre la Sicilia grava in stato di difficoltà e si chiede agli stessi siciliani di fare enormi sacrifici per mantenersi in piedi, i partiti all'ARS, avvalendosi della legge approvata lo scorso novembre, senza alcuna vergogna hanno messo in moto gli uffici per chiedere di ricalcolare i contributi anche sulla diaria, aumentando così pensioni e trattamento di fine mandato. Quindi, a fronte di una misera trattenuta sulla busta paga, da adesso i deputati, su base volontaria, vedranno lievitare le loro pensioni e i loro trattamenti di fine mandato. Per due mandati, ad esempio, si parla di cifre pari a 78 mila euro nette relative al TFR e circa 2.120 euro lorde al mese di pensione. Il tutto, di fronte ad una Sicilia messa in ginocchio. Questo è tutto il rispetto che continuano ad avere per la propria terra e per i siciliani che rappresentano, questo è il vero impegno che riescono a dimostrare, quello messo in campo per i loro interessi, un impegno che non si ferma neanche di fronte ad un'emergenza di questa portata e mi domando quanto ancora dovrò vergognarmi di una classe politica dirigente, che non è in grado di dimostrare rispetto eccetto che per se stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cillis. Ne ha facoltà.

LUCIANO CILLIS (M5S). Presidente, l'emergenza COVID-19, oramai l'abbiamo capito, sta mettendo a dura prova tutto quanto il territorio nazionale, mettendo in difficoltà tutte quante le comunità che da questa pandemia vengono colpite. In particolare, voglio rivolgere il mio pensiero alle comunità di Genzano e Irsina di Lucania: entrambe sono state dichiarate zone rosse da un'ordinanza del presidente di regione Bardi. Tale ordinanza, piombata all'improvviso su entrambe le comunità, ha indotto le stesse a non riuscire a organizzarsi per bene e in particolare si sono formati grandi disagi, che hanno colpito i lavoratori e tutta la struttura dei comuni. In particolare, nel comune di Genzano c'è stato un impedimento nel transito, essendo questa cittadina importante per tutto l'asset delle comunicazioni del nord-est della Basilicata, ha creato problemi non solo alla comunità genzanese, ma a tutte le altre. Con questo mio appello, che rimarrà agli atti e con successivi atti di indirizzo, vorrei capire come e quando sono state prese queste decisioni e se sono state in realtà condivise con le amministrazioni locali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Colleghe e colleghi, l'ultimo DPCM ha previsto che le scuole elementari e medie rimangano in presenza, seppur con accresciuta prudenza, nelle scuole ove il rischio non è massimo. Trovandoci di fronte a un virus con andamento stagionale, in estate ci potevamo rilassare, ma in inverno le precauzioni devono essere giustamente aumentate. Francia, Germania, Regno Unito e altri Stati europei, nonostante una situazione epidemiologica complessa, hanno deciso di lasciare aperte le scuole, perché l'educazione dei nostri figli rappresenta il loro e il nostro futuro. Poche ore fa, il collega e amico Lopalco ha annunciato anche la riapertura delle scuole in Puglia. Dal punto di vista scientifico, non ci sono prove che la chiusura delle scuole possa contribuire a controllare la pandemia. Semmai, ci sono evidenze dell'esatto opposto. Questo perché, nel caso specifico del nuovo Coronavirus, a differenza dei virus influenzali, il contagio tra giovani e giovanissimi è meno frequente rispetto a quello tra adulti e, soprattutto, tra anziani.

Presidente, mi rivolgo, per suo tramite, agli amministratori locali: alcuni stanno tentando di giustificare le proprie scelte riguardo alla chiusura delle scuole citando a sproposito un recentissimo articolo della rivista Lancet. Questo lavoro, che presenta tanti limiti (nessuna misura di protezione individuale, in media soltanto Paesi molto diversi, nessuna differenza tra cicli scolastici), ipotizza che il contributo delle scuole alla diffusione del virus sia il 15 per cento. Chi chiude le scuole sulla base di questo articolo, però, non considera che cosa succede dopo: che i bambini non spariscono, ma vengono affidati dai genitori, che sono costretti a lavorare, ai nonni. Chiudere le scuole, in realtà, nel nostro Paese significa quindi verosimilmente guadagnare qualcosa nel controllo dell'epidemia, ma poi aumentare il contagio, perché il risultato netto è quello di esporre maggiormente le persone anziane, quelle che invece dovremmo tutti proteggere e tutelare. I sindaci che ritengono che privando del diritto all'istruzione si possa controllare il contagio ascoltino la scienza, ma soprattutto, Presidente, ascoltino il buon senso.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 5 novembre 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

DI STASIO ed altri: Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. (C. 2313-A)

Relatore: CABRAS.

2. Seguito della discussione della Relazione sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. (Doc. XXIII, n. 4)

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

GALLINELLA ed altri: Misure di sostegno al settore agricolo e disposizioni di semplificazione in materia di agricoltura. (C. 982-A)

e delle abbinate proposte di legge: PAROLO ed altri; PAOLO RUSSO ed altri; CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE. (C. 673-1073-1362)

Relatore: CADEDDU.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

LA MARCA e SCHIRO': Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo. (C. 223-A)

e delle abbinate proposte di legge: SIRAGUSA ed altri; FITZGERALD NISSOLI; FORMENTINI ed altri; UNGARO ed altri. (C. 2008-2219-2200-2606)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

5. Seguito della discussione delle mozioni Ungaro ed altri n. 1-00392, Zangrillo ed altri n. 1-00396 e Lollobrigida ed altri n. 1-00398 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile .

6. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1142 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 (Approvato dal Senato). (C. 2231)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti all'Accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell'area atlantica contigua, con Annessi e Atto finale, fatto a Monaco il 24 novembre 1996, adottati a Monaco il 12 novembre 2010. (C. 1704)

Relatore: ROMANIELLO.

S. 1143 - Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2232)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018. (C. 2415)

Relatore: ROMANIELLO.

S. 1239 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2522)

Relatrice: DE CARLO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il governo deli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017. (C. 1768-A)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 1085 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (Approvato dal Senato). (C. 2524)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

La seduta termina alle 19,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 34 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 44 e 45 il deputato Migliorino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 75 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 87 e 88 il deputato Giuliodori ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 94 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segreta T.U. Pdl 107-A - em. 6.208 452 449 3 225 215 234 68 Resp.
2 Nominale articolo 6 454 451 3 226 264 187 69 Appr.
3 Segreta art. agg. 6.01 458 455 3 228 212 243 69 Resp.
4 Nominale odg 9/T.U. 107-A/1 432 416 16 209 10 406 69 Resp.
5 Nominale odg 9/T.U. 107-A/2 432 425 7 213 174 251 69 Resp.
6 Nominale odg 9/T.U. 107-A/3 438 434 4 218 182 252 69 Resp.
7 Nominale odg 9/T.U. 107-A/4 451 447 4 224 182 265 69 Resp.
8 Nominale odg 9/T.U. 107-A/5 450 446 4 224 185 261 69 Resp.
9 Nominale odg 9/T.U. 107-A/6 439 436 3 219 182 254 69 Resp.
10 Nominale odg 9/T.U. 107-A/7 445 443 2 222 186 257 69 Resp.
11 Nominale odg 9/T.U. 107-A/8 432 427 5 214 180 247 69 Resp.
12 Nominale odg 9/T.U. 107-A/9 438 436 2 219 182 254 69 Resp.
13 Nominale odg 9/T.U. 107-A/10 447 443 4 222 185 258 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/T.U. 107-A/11 438 435 3 218 180 255 69 Resp.
15 Nominale odg 9/T.U. 107-A/12 445 441 4 221 183 258 69 Resp.
16 Nominale odg 9/T.U. 107-A/13 452 447 5 224 185 262 69 Resp.
17 Nominale odg 9/T.U. 107-A/14 444 439 5 220 181 258 69 Resp.
18 Nominale odg 9/T.U. 107-A/15 451 447 4 224 184 263 70 Resp.
19 Nominale odg 9/T.U. 107-A/16 449 445 4 223 186 259 70 Resp.
20 Nominale odg 9/T.U. 107-A/17 444 439 5 220 184 255 70 Resp.
21 Nominale odg 9/T.U. 107-A/18 449 445 4 223 185 260 70 Resp.
22 Nominale odg 9/T.U. 107-A/19 454 450 4 226 186 264 70 Resp.
23 Nominale odg 9/T.U. 107-A/20 456 452 4 227 189 263 70 Resp.
24 Nominale odg 9/T.U. 107-A/21 452 448 4 225 186 262 70 Resp.
25 Nominale odg 9/T.U. 107-A/22 457 452 5 227 191 261 70 Resp.
26 Nominale odg 9/T.U. 107-A/23 450 445 5 223 189 256 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/T.U. 107-A/24 456 451 5 226 187 264 70 Resp.
28 Nominale odg 9/T.U. 107-A/25 443 439 4 220 189 250 70 Resp.
29 Nominale odg 9/T.U. 107-A/26 449 447 2 224 190 257 70 Resp.
30 Nominale odg 9/T.U. 107-A/27 448 445 3 223 186 259 70 Resp.
31 Nominale odg 9/T.U. 107-A/28 453 450 3 226 191 259 70 Resp.
32 Nominale odg 9/T.U. 107-A/29 458 456 2 229 191 265 70 Resp.
33 Nominale odg 9/T.U. 107-A/30 452 448 4 225 189 259 70 Resp.
34 Nominale odg 9/T.U. 107-A/31 443 439 4 220 183 256 70 Resp.
35 Nominale odg 9/T.U. 107-A/32 450 445 5 223 184 261 70 Resp.
36 Nominale odg 9/T.U. 107-A/33 448 443 5 222 184 259 70 Resp.
37 Nominale odg 9/T.U. 107-A/34 449 446 3 224 186 260 70 Resp.
38 Nominale odg 9/T.U. 107-A/35 460 456 4 229 190 266 70 Resp.
39 Nominale odg 9/T.U. 107-A/36 454 451 3 226 190 261 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/T.U. 107-A/37 456 452 4 227 190 262 70 Resp.
41 Segreta T.U. 107-A - voto finale 459 458 1 230 265 193 66 Appr.
42 Nominale Moz. Prestigiacomo e a. 1-355 n.f. 415 405 10 203 164 241 81 Resp.
43 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-386 414 405 9 203 163 242 81 Resp.
44 Nominale Moz. Pagano A. e a. 1-389 418 408 10 205 164 244 81 Resp.
45 Nominale Moz. Nobili e a. 1-399 414 405 9 203 237 168 80 Appr.
46 Nominale Pdl 1824-A - em. 1.102 rif. 418 415 3 208 414 1 80 Appr.
47 Nominale articolo 1 421 420 1 211 420 0 80 Appr.
48 Nominale em. 2.300 417 416 1 209 413 3 80 Appr.
49 Nominale em. 2.301 420 419 1 210 419 0 80 Appr.
50 Nominale articolo 2 417 416 1 209 416 0 80 Appr.
51 Nominale em. 3.300 414 413 1 207 413 0 80 Appr.
52 Nominale articolo 3 415 412 3 207 412 0 80 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 4.300 418 417 1 209 416 1 80 Appr.
54 Nominale em. 4.100, 4.101 414 413 1 207 412 1 80 Appr.
55 Nominale em. 4.103 419 286 133 144 40 246 80 Resp.
56 Nominale articolo 4 421 407 14 204 407 0 80 Appr.
57 Nominale em. 5.101 417 416 1 209 415 1 80 Appr.
58 Nominale em. 5.100 419 417 2 209 417 0 80 Appr.
59 Nominale articolo 5 422 420 2 211 420 0 80 Appr.
60 Nominale em. 6.100 rif. 420 419 1 210 419 0 80 Appr.
61 Nominale articolo 6 409 408 1 205 408 0 80 Appr.
62 Nominale articolo 7 416 415 1 208 415 0 80 Appr.
63 Nominale em. 8.300 418 417 1 209 417 0 80 Appr.
64 Nominale articolo 8 415 414 1 208 414 0 80 Appr.
65 Nominale em. 9.300 415 414 1 208 414 0 80 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 9 413 412 1 207 412 0 80 Appr.
67 Nominale em. 10.100 419 418 1 210 418 0 79 Appr.
68 Nominale em. 10.300 419 418 1 210 418 0 79 Appr.
69 Nominale articolo 10 418 417 1 209 417 0 79 Appr.
70 Nominale em. 11.300 413 412 1 207 412 0 79 Appr.
71 Nominale articolo 11 418 416 2 209 415 1 79 Appr.
72 Nominale art. agg. 11.0100 417 416 1 209 416 0 79 Appr.
73 Nominale em. 12.103 423 420 3 211 38 382 79 Resp.
74 Nominale em. 12.110 414 411 3 206 405 6 79 Appr.
75 Nominale em. 12.300 410 408 2 205 407 1 79 Appr.
76 Nominale articolo 12 418 415 3 208 392 23 79 Appr.
77 Nominale articolo 13 420 419 1 210 419 0 79 Appr.
78 Nominale em. 14.100 422 421 1 211 420 1 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 14.300 415 414 1 208 413 1 79 Appr.
80 Nominale em. 14.101 418 417 1 209 415 2 79 Appr.
81 Nominale em. 14.301 418 416 2 209 416 0 79 Appr.
82 Nominale articolo 14 418 417 1 209 417 0 79 Appr.
83 Nominale art. agg. 14.0100 413 412 1 207 411 1 79 Appr.
84 Nominale articolo 15 416 415 1 208 415 0 79 Appr.
85 Nominale articolo 16 419 418 1 210 418 0 79 Appr.
86 Nominale articolo 17 407 406 1 204 406 0 79 Appr.
87 Nominale odg 9/1824-A/5 419 416 3 209 175 241 79 Resp.
88 Nominale odg 9/1824-A/6 419 416 3 209 175 241 79 Resp.
89 Nominale Pdl 1824-A - voto finale 384 363 21 182 363 0 79 Appr.
90 Nominale Pdl 2313-A - em. 1.1 386 383 3 192 153 230 79 Resp.
91 Nominale em. 1.10 380 379 1 190 376 3 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 94)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale articolo 1 378 377 1 189 377 0 79 Appr.
93 Nominale articolo 2 373 372 1 187 372 0 79 Appr.
94 Nominale articolo 3 368 367 1 184 367 0 79 Appr.