XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 496 di mercoledì 28 aprile 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 30 marzo 2021.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro della Difesa.
Invito i relatori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva.
(Iniziative di competenza volte ad agevolare la reiscrizione all'anagrafe di persone in situazione di disagio di cui è stata constatata l'irreperibilità nell'ultimo domicilio – n. 3-02222)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fornaro n. 3-02222 (Vedi l'allegato A). Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. Prego.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, a seguito degli accertamenti effettuati dagli uffici comunali, le persone di cui viene constatata l'irreperibilità all'ultimo domicilio di residenza possono essere cancellate dall'anagrafe comunale. Questa è una situazione che accade in modo particolare alle persone con fragilità economica, psichica e familiare e ai migranti. La vicenda della pandemia di questi ultimi mesi, con conseguente perdita di lavoro, nonché il peggioramento della situazione hanno ulteriormente intensificato questo fenomeno di migliaia di cittadini sostanzialmente invisibili alle istituzioni.
Le procedure di reiscrizione all'anagrafe comportano spesso costi e tempi lunghi; inoltre, in alcuni comuni, sono previste sanzioni amministrative a carico delle persone che sono state cancellate e, trattandosi di persone spesso in gravissime difficoltà economiche, non sono in grado di sostenere i costi. In definitiva, le chiediamo quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché siano rimosse le attuali difficoltà, in modo che le persone che sono state cancellate dall'anagrafe possano, in tempi brevi e senza costi, reiscriversi alla stessa per accedere ai servizi sociali e sanitari particolarmente necessari in questa fase di crisi economica e sanitaria in cui vive il nostro Paese.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, con riferimento alle persone in condizioni di fragilità economico-sociale, l'onorevole interrogante pone la questione della loro cancellazione dall'anagrafe della popolazione residente, sottolineandone gli effetti negativi sull'accesso alle prestazioni socio-sanitarie, in particolare legate al COVID, citando la campagna vaccinale in corso.
Desidero assicurare che le dichiarazioni anagrafiche sono esenti da qualsiasi tassa o tributo e, di conseguenza, il procedimento di iscrizione o reiscrizione anagrafica è gratuito. D'altra parte, il procedimento di cancellazione per irreperibilità viene concluso a seguito di ripetuti controlli che abbiano dato esito negativo, in un periodo non inferiore a 365 giorni. A seguito della cancellazione per irreperibilità è comunque possibile per l'interessato chiedere una nuova iscrizione ovvero, per il comune, procedere d'ufficio alla reiscrizione per successiva ricomparsa. Riguardo ai tempi, segnalo che l'ufficiale dell'anagrafe provvede a tale adempimento entro due giorni lavorativi dalla presentazione dell'istanza o dagli accertamenti svolti, fatto salvo l'obbligo di verificare, nei successivi 45 giorni, l'effettiva sussistenza dei requisiti richiesti per la registrazione e, in particolare, quello della dimora abituale del richiedente all'indirizzo indicato nell'istanza.
Segnalo che la normativa anagrafica prevede, inoltre, che il comune registri anche le posizioni relative alle persone senza fissa dimora che hanno stabilito nel comune il proprio domicilio. Ciò consente anche a tale particolare categoria di soggetti vulnerabili il pieno godimento dei diritti alle prestazioni socio-sanitarie e la possibilità di ottenere i documenti di identità.
Assicuro comunque la massima attenzione da parte del mio Ministero e degli uffici incaricati di tali adempimenti nel monitoraggio di ogni situazione di difficoltà conseguente agli effetti sociali ed economici della pandemia.
PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di replicare.
FEDERICO FORNARO (LEU). La ringrazio, signora Ministra. Ovviamente le cose che lei ci ha detto non possono che soddisfarci; il problema però è come poi tutto ciò viene interpretato sul territorio. Quindi, in aggiunta alla risposta all'interrogazione, le chiederei, sottolineandone la necessità, una circolare interpretativa da inviare ai comuni perché ci risulta che, in alcuni, pur in presenza della gratuità dell'attivazione del procedimento di reiscrizione, come lei ha ricordato, siano previste sanzioni amministrative. Ciò oggettivamente è un intralcio e un ostacolo. Quindi, credo che una circolare, che ricalchi sostanzialmente questa risposta, possa essere la soluzione adatta per risolvere un problema che, oltre a rappresentare una questione che si pone sotto un profilo di attenzione e di giustizia sociale, è di interesse di tutti perché, in questo momento, avere persone invisibili è un problema anche di carattere sanitario, oltre che di carattere sociale.
(Stato di avanzamento del negoziato relativo al «Patto europeo su migrazione e asilo» – n. 3-02223)
PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02223 (Vedi l'allegato A).
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Nell'ultimo anno, l'Unione europea ha fatto dei passi in avanti importantissimi in termini di integrazione, a causa della pandemia. Abbiamo infatti imparato finalmente che, a sfide globali, devono corrispondere risposte europee. C'è però una sfida globale che non ha ancora una risposta europea ed è quella delle migrazioni: a fronte del drammatico naufragio della settimana scorsa, costato la vita a 130 persone, non basta dire, di fronte a quei morti, che è uno scandalo.
Servono delle risposte vere, che parlino di una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, di corridoi umanitari finalmente europei e non solo italiani. Allora, noi abbiamo una domanda: a che punto sono i negoziati sul patto per le migrazioni in ambito europeo? Quand'è che vedremo finalmente un Next Generation EU anche sul tema delle migrazioni?
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente. Con riferimento al Patto europeo su migrazione e asilo in corso di negoziato a Bruxelles, ho avuto già più volte modo di chiarire la posizione dell'Italia.
La nostra strategia negoziale si incentra sul necessario riconoscimento della specificità della gestione delle frontiere marittime mediante sistemi di ricollocazione più stringenti per i migranti salvati in mare nel corso delle operazioni di ricerca e soccorso, le cosiddette operazioni SAR, così come prevede l'accordo di Malta del 2019. Su tale strategia ho avuto dei positivi confronti, a Parigi, con il Ministro Darmanin e presto incontrerò anche il Ministro tedesco Seehofer, per fare il punto su tutta la situazione.
Uno degli elementi di maggiore rilievo è l'affermazione di un giusto equilibrio tra responsabilità nella gestione delle frontiere esterne dell'Unione e solidarietà tra i vari Stati membri.
Sull'andamento attuale della discussione a livello di Unione sul Patto europeo su migrazione e asilo, devo dire che occorre approfondire ulteriormente il lavoro con gli altri Paesi per una rapida conclusione del negoziato; occorre, però, che sia un negoziato consapevole delle peculiarità della posizione italiana, anche se continuano a sussistere forti divergenze tra gli Stati membri sulle principali proposte, relative proprio ai princìpi di solidarietà e responsabilità.
Le priorità italiane, tra l'altro, sono state al centro dell'incontro ad Atene, lo scorso 20 marzo, con i Ministri dell'Interno degli altri Paesi mediterranei dell'Unione europea: Spagna, Grecia, Malta e Cipro. Come ricordato anche dall'onorevole interrogante, il risultato politico principale della riunione è stato il documento congiunto inviato alla Commissione europea in cui vengono esplicitati due aspetti fondamentali: il principio di responsabilità, abbinato all'equa ripartizione degli oneri, e la necessità di istituire un meccanismo europeo, gestito a livello centrale, per facilitare i rimpatri su richiesta degli Stati interessati.
In questo quadro è essenziale collaborare con i Paesi di origine e transito dei flussi. Per quanto riguarda in particolare la Libia, l'Italia è impegnata nel processo di stabilizzazione di quel Paese e delle sue istituzioni, proprio per lo storico rapporto bilaterale che unisce i due Paesi. Considerata la rilevanza costruttiva del dialogo tra l'Unione europea e i Paesi di transito e origine, non è senza rilievo la mia prossima visita in Tunisia insieme alla Commissaria per l'Immigrazione Johansson.
PRESIDENTE. Il deputato Piero De Luca ha facoltà di replicare.
PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Ringrazio la Ministra Lamorgese per i chiarimenti forniti. È evidente, però, anche da quanto abbiamo ascoltato, che le politiche migratorie continuano a rappresentare, purtroppo, un tasto dolente dell'attuale azione europea. In quest'ambito l'Unione non ha fornito, finora, risposte all'altezza delle sfide e delle criticità che abbiamo dinanzi. Una grande responsabilità ricade, come lei ricordava, ovviamente, su numerosi Stati membri che, purtroppo, si sono opposti e continuano a opporsi all'approvazione di norme ispirate a principi di solidarietà e piena condivisione delle responsabilità.
In questo settore, però, le risposte nazionali, dobbiamo chiarirlo, dobbiamo dirlo con forza, si sono dimostrate inadeguate ed inefficaci, in alcuni casi anche disumane e pericolose. Sul punto vorremmo essere chiari: noi riteniamo che non si affrontino e non si risolvano le criticità rendendo invisibili i richiedenti asilo né sequestrando poche decine o centinaia di migranti in mare né chiudendo i porti a chi rischia la vita. La drammatica tragedia che, qualche giorno fa, ha colpito altre 130 persone nel Mediterraneo non può lasciarci assolutamente indifferenti. È giunto il tempo di mettere da parte egoismi nazionali e definire, in una grande strategia comune europea, un patto nuovo sull'immigrazione e l'asilo che assicuri, come lei ricordava, un giusto equilibrio tra umanità, accoglienza e sicurezza. Serve, ora, il coraggio di una proposta ambiziosa da parte dell'Unione europea che ancora manca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Da questo punto di vista vorremmo essere chiari: a tal fine è decisivo affrontare e rafforzare le politiche di sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine e transito, avviare l'apertura di canali umanitari per l'ingresso legale in Europa e trasformare la missione IRINI in uno strumento europeo di salvataggio e soccorso. Accanto a questi impegni è indispensabile, infine, realizzare una riforma che noi democratici chiediamo da anni, superare il Regolamento di Dublino e stabilire finalmente procedure di accoglienza solidali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), con meccanismi automatici obbligatori di equa distribuzione e ricollocamento dei migranti, seguiti da strumenti comuni per il rimpatrio dei non aventi diritto. Insomma, abbiamo necessità, anche in questo settore, di più Europa; dopo la rivoluzione in campo economico creata in risposta alla pandemia c'è bisogno, come veniva ricordato, di un programma nuovo, un Next Generation EU anche per le politiche migratorie. Con la ritrovata autorevolezza acquisita in Europa dal nostro Paese, siamo convinti che possiamo farcela, è giunto il momento di un'integrazione europea seria sul tema della gestione delle politiche migratorie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Chiarimenti in ordine a una recente circolare del Ministero dell'Interno con riferimento alla fascia oraria di svolgimento delle attività dei servizi di ristorazione con consumo al tavolo e al “coprifuoco” alle ore 22 – n. 3-02224)
PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02224 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Lamorgese, il 24 aprile scorso, il Governo ha stabilito, per bar e ristoranti, la possibilità di lavorare all'aperto fino alle 22; contestualmente, sempre il Governo ha confermato il coprifuoco, sempre alle 22. A seguito di questi provvedimenti, da un lato, il Ministro Gelmini assicurava che i clienti si potessero fermare ai bar e ristoranti fino alla chiusura, quindi fino alle 22, dall'altro, però, il suo sottosegretario Sibilia, citando una circolare del Ministero dell'Interno, indicava perentoriamente che i cittadini alle 22 dovessero trovarsi presso la propria abitazione. Penso che fare chiarezza su questa questione diventi essenziale perché, se l'indicazione del sottosegretario Sibilia fosse quella a cui i cittadini italiani devono attenersi, verrebbe meno la possibilità data ai nostri ristoratori e baristi di lavorare fino alle 22. Quindi, Ministro, le saremmo grati se volesse fare chiarezza su tale questione.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti lamentano un'incertezza interpretativa delle nuove disposizioni concernenti lo svolgimento delle attività dei servizi di ristorazione, come previsto dall'articolo 4 del recente decreto-legge n. 52 del 2021, derivante a loro parere dal richiamo al limite orario agli spostamenti contenuto nella circolare indirizzata ai prefetti il 24 aprile scorso.
In realtà, il limite orario agli spostamenti, il cui inizio è fissato alle ore 22, con termine alle ore 5 del giorno successivo, discende direttamente dal DPCM del 3 marzo 2021, la cui applicazione, come è noto, è confermata fino al 31 luglio di quest'anno dall'articolo 1, comma 1, del citato decreto-legge. Lo stesso decreto, al comma 1 dell'articolo 4, nel disciplinare le attività dei servizi di ristorazione in “zona gialla”, fa espresso riferimento al rispetto del suddetto limite orario riferito a tutte le attività, svolte da qualsiasi esercizio.
Non vi è pertanto incoerenza tra quanto affermato dal disposto legislativo e quanto contenuto nella circolare del 24 aprile, che correla le nuove disposizioni in materia di graduale ripresa delle attività in questione ai limiti orari cui esse vanno incontro nel relativo svolgimento. Analogamente a quanto è avvenuto fin dall'insorgere della pandemia, anche i controlli sul riavvio in “zona gialla” delle attività dei servizi di ristorazione seguiranno criteri ispirati a equilibrio, ragionevolezza e proporzionalità. Aggiungo che la concreta osservanza delle prescrizioni anti contagio non può prescindere anche dal senso di responsabilità dei singoli cittadini, chiamati, innanzitutto, ad astenersi da condotte elusive delle disposizioni nel superiore interesse della salute pubblica.
Quanto, infine, all'ipotesi di eliminare il cosiddetto coprifuoco, almeno nelle zone “gialla” e “bianca”, è appena il caso di rammentare che, come stabiliscono anche gli ordini del giorno approvati ieri, il Governo si è impegnato a valutare, entro il mese di maggio, un aggiornamento delle decisioni assunte sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico, oltre che dell'avanzamento del piano vaccinale.
PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di replicare.
SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Ministro. Mi auguravo che ci fosse un po' più di chiarezza.
Dobbiamo dire chiaramente ai cittadini italiani, ai nostri baristi e ristoratori che si può lavorare fino alle ore 22, quindi fino alle ore 22 gli avventori possono fermarsi, per poi tornare presso le proprie case alle ore 22, quando c'è la chiusura di bar e ristoranti. Se così non fosse, non si capisce perché è stata concessa fino alle ore 22 la possibilità di tenere aperto un bar e un ristorante, se poi gli italiani non possono usufruirne fino all'ultimo minuto. Sarebbe, in tal caso, una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri baristi e ristoratori. Proprio per questo motivo, mi fa piacere che lei abbia citato l'ordine del giorno della Lega, che è stato accolto dal Governo, per rivedere al più presto la situazione, perché considerati i dati epidemiologici che vanno in questa direzione nonché le numerose vaccinazioni effettuate su tutto il territorio nazionale - mi fa piacere ricordare anche il grande esempio della Lombardia, che sta aumentando, giorno dopo giorno, il numero delle persone vaccinate - si andrà nella direzione di rivedere al più presto possibile il coprifuoco, grazie, ripeto, all'ordine del giorno della Lega e grazie al Governo che ha accolto tale ordine del giorno.
Quindi, rivedendo il coprifuoco, mi auguro si risolva anche questa problematica nei confronti di baristi e ristoratori che meritano di tornare a lavorare, come tante attività produttive del nostro territorio, ma soprattutto per rispetto anche nei confronti dei nostri cittadini italiani che hanno già fatto troppi sacrifici. Si sta andando incontro alla stagione estiva: deve ripartire il turismo. Pertanto, c'è la necessità di rivedere queste norme, anche perché si sta andando nella direzione di contenere il contagio. Sì la salute, ma c'è la necessità di tornare a vivere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative di competenza in relazione alla recente tragica vicenda del naufragio di un'imbarcazione di migranti, nell'ottica dell'auspicato coordinamento con le autorità europee volto ad assicurare tempestive operazioni di soccorso dei naufraghi nel Mediterraneo – n. 3-02225)
PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore ed altri n. 3-02225 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. È il momento della vergogna, ha detto domenica Papa Francesco con riferimento alla strage che ha portato via la vita a circa 140 persone nella notte tra il 22 e 23 aprile scorso.
Credo che le parole del Santo Padre interroghino non solo i cattolici, non solo i fedeli, ma tutti, soprattutto le istituzioni, perché quel naufragio, quella strage si poteva evitare: è il frutto di incertezze e rimpalli di responsabilità intollerabili. Somali, eritrei e sudanesi, come ha scritto Avvenire, non avranno nemmeno diritto ad un nome sopra un mucchio di sabbia; sono persone che non avranno nemmeno la possibilità, la dignità di essere e di avere una degna sepoltura. Chiediamo, quindi, al Governo, alla Ministra Lamorgese, di cui apprezziamo la competenza e l'autorevolezza, di attivarsi per chiarire le eventuali responsabilità in capo anche al nostro Paese, ma soprattutto chiediamo un impegno e quali azioni si intenda intraprendere, sfruttando anche la ritrovata credibilità e il peso internazionale che il Governo Draghi ha restituito al nostro Paese sul piano europeo e internazionale, per mettere in campo una strategia che faccia sì che l'Europa senta maggiormente la propria responsabilità e consideri a tutti gli effetti il Mediterraneo non una frontiera, ma il cuore del nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. In base agli elementi attualmente in possesso risulta che, nella mattinata del 21 aprile 2021, l'autorità SAR libica ha assunto il coordinamento di due eventi SAR, che erano stati segnalati sia alle autorità libiche che a quelle maltesi e a quelle italiane dalla ONG Alarm Phone, a circa quindici miglia nautiche al largo della città di Al-Khums.
La Guardia costiera libica, nonostante le condizioni meteomarine avverse alla navigazione, è intervenuta nel soccorso di 104 persone a bordo di uno dei due gommoni segnalati, recuperando due cadaveri. In funzione di supporto alle attività di ricerca nel tratto di mare è stato inoltre dispiegato, su richiesta dell'Italia, un assetto aereo dell'agenzia Frontex e un ulteriore velivolo della Marina militare. Nelle operazioni di ricerca sono state ingaggiate, sempre sotto il coordinamento delle autorità libiche, quattro unità mercantili presenti nell'area, che non erano riuscite a individuare il secondo gommone cui si fa riferimento, rinvenuto soltanto nel corso della mattinata del 22 aprile 2021, parzialmente sgonfio e senza persone a bordo. Successivamente, le autorità libiche, pur in condizioni di mare critiche, hanno proseguito le operazioni di ricerca con un proprio pattugliatore.
È evidente che una parte fondamentale del drammatico tema posto dagli onorevoli interroganti è correlata alle iniziative di cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori. Unitamente all'auspicio di una rapida stabilizzazione politica del Paese, nel corso dell'incontro avvenuto a Tripoli con le massime autorità libiche di qualche giorno fa, ho manifestato ai miei interlocutori la piena disponibilità dell'Italia a sostenere progetti di collaborazione a tutto campo e a sollecitare l'Unione Europea a prestare al Governo di Tripoli il massimo e più concreto sostegno. Nel corso dell'incontro è stato affrontato anche il tema migratorio, che è connesso alla questione della lotta alle organizzazioni criminali, dedite al traffico di esseri umani e punto di fondamentale importanza nel rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati.
Quanto all'esigenza di un maggior coordinamento tra i diversi attori, anche internazionali, della sicurezza in mare, volto a prevenire il verificarsi di tragici episodi di naufragio con perdite di vite umane, come quello che purtroppo è avvenuto, posso assicurare che il comportamento delle nostre autorità è costantemente improntato alla massima e responsabile collaborazione, ai sensi della Convenzione di Amburgo. Sono molteplici, in questo senso, gli interventi di soccorso dispiegati in alcuni casi anche immediatamente fuori dalle nostre acque SAR allorché viene segnalata la condizione di estremo pericolo in cui versano le imbarcazioni dei migranti.
Una migliore azione in questo senso potrà certamente anche giovarsi del rafforzamento di Frontex, con l'implementazione delle sue capacità operative, obiettivo che il Governo persegue costantemente in sede europea.
PRESIDENTE. Il deputato Migliore ha facoltà di replicare.
GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Grazie, signora Ministro, la ringrazio per la risposta che ha dato, che mi sollecita alcune riflessioni che brevemente proverò a fare. La prima: vorrei che fosse chiaro che quella frase detta: “circa 140 persone al largo della Libia”, mi fa tremare i polsi, perché “circa” non esiste quando si tratta di perdite di vite umane. Non esiste, come diceva il mio collega Di Maio, perché devono avere un nome, un cognome e soprattutto il diritto alla vita. E dire “al largo delle coste libiche” non può essere un gesto che allontana dalla nostra responsabilità. Abbiamo bisogno di rimettere in campo - e il 22 aprile deve essere una data significativa per cambiare l'orizzonte, anche strategico, dell'Europa - un dispositivo di ricerca e soccorso come quello che mise in campo l'Italia con Mare Nostrum, ossia un'azione coordinata per impedire che si perdano vite umane in questo nostro mare ed è questa la nostra preoccupazione. Così come, nel sostenere il processo di transizione oggi guidato dal Governo di Dbeibeh in Libia, dobbiamo immaginare e costruire dei canali legali; non solo corridoi umanitari, ma canali legali perché i trafficanti vengano definitivamente sconfitti.
Ogni vita umana persa è per noi una sconfitta ed è per questo motivo che insisto - e mi fa piacere che qui siano presenti tutti i Ministri competenti in relazione ai rapporti con la Libia e anche al memorandum of understanding - e concludo, che si possa dire, come ha detto Aloysius John, a capo della Caritas Internationalis, che, dopo il tempo della vergogna, venga il tempo dell'azione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
(Chiarimenti in merito alle misure di controllo disposte in relazione alle recenti riaperture dei servizi di ristorazione, degli spettacoli e di altre attività all'aperto – n. 3-02226)
PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02226 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, Ministro Lamorgese, il decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, ha stabilito che, dal 26 aprile, nelle “zone gialle” siano consentite nuove modalità di spostamento e siano riaperte molte attività. Alla luce di questo, il Capo della polizia ha inviato una circolare ai questori, chiedendo di intensificare i controlli sui cittadini e sugli esercenti.
Fratelli d'Italia ritiene che, invece, sarebbe più necessario intensificare i controlli sugli arrivi dei migranti irregolari via mare o sulle manifestazioni che violano palesemente le norme sul distanziamento. Sono 8.864, nei primi quattro mesi del 2021, i migranti sbarcati, oltre il doppio rispetto al 2020. Pertanto, si chiede quali iniziative si intenda assumere per garantire che l'intensificazione dei controlli disposti dal Governo sia proporzionale alla reale portata dell'emergenza e che non vengano colpiti solo i cittadini che svolgono regolarmente la loro attività, ma siano rivolti soprattutto a combattere l'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti si soffermano sui controlli delle Forze di polizia sul rispetto delle più recenti misure adottate dal Governo per il contenimento della diffusione del COVID-19 e ritengono di individuare una asimmetria tra i controlli operati sui cittadini italiani e quelli sui migranti, evocando in particolare rischi sanitari connessi ai flussi migratori.
I due temi appaiono sicuramente di particolare rilevanza, ma riguardano momenti diversi delle attività delle Forze di polizia. Circa quest'ultimo aspetto, ho già avuto modo di precisare che tutti i migranti giunti sul territorio nazionale, prima del loro inserimento nel circuito dell'accoglienza, sono sottoposti a rigidi protocolli sanitari, finalizzati al contenimento del contagio da COVID-19 e regolarmente svolgono un periodo di quarantena. Infatti, i migranti scendono dalle navi, individuate quali sedi di svolgimento della quarantena, soltanto dopo aver fatto il tampone e con un esito negativo.
Evidenzio, inoltre, che, per le attuali esigenze di vigilanza alle strutture di accoglienza dei migranti e per i trasferimenti in ambito nazionale, sono quotidianamente impegnate circa 900 unità di rinforzo dei reparti inquadrati, a supporto delle attività espletate dai presidi territoriali di polizia. Ai predetti servizi di vigilanza concorrono anche militari delle Forze armate e dell'operazione Strade Sicure, per un numero di 1300.
Tanto premesso, è importante sottolineare come tutto il Governo si sia impegnato a favorire un graduale ritorno alla normalità e, in tal senso, il decreto-legge recentemente approvato, lo scorso 22 aprile, costituisce un concreto passo in avanti.
Si tratta di un passaggio delicato, che richiede prudenza e che presuppone un forte senso di responsabilità da parte di ognuno di noi nel rispettare le indispensabili misure a tutela della salute di tutti. In tal senso, le circolari che sono state richiamate dagli onorevoli interroganti traducono in pratica queste necessarie misure, concentrandosi selettivamente sulle aree interessate dalla presenza di esercizi aperti al pubblico e, come tali, soggetti a più intensi flussi di mobilità e possibili assembramenti. Infatti, in una fase cruciale per la campagna vaccinale in corso e nella quale stiamo riaprendo gradualmente le attività economiche, sarebbe un grave errore trascurare il più attento rispetto delle misure di contenimento del contagio, che farebbe correre al Paese il rischio di un arretramento e che vanificherebbe i sacrifici finora sopportati dai cittadini italiani.
Quindi, assicuriamo, per quanto riguarda i migranti, che tutte le iniziative di carattere sanitario sono portate avanti e sono continuamente monitorate dal Ministero dell'Interno, proprio per evitare che ci sia un ulteriore incremento anche di positività da parte di altri cittadini da COVID-19.
PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di replicare.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, e buon pomeriggio. Ministro, grazie per la sua risposta, mi lasci però esprimere tutta la mia insoddisfazione: insoddisfazione e delusione che nascono non solo dalle parole che lei ha pronunciato qui, ma da quello a cui noi assistiamo quotidianamente nelle nostre strade, nelle nostre piazze, nelle nostre vite.
È evidentemente un problema di visione, un problema di priorità. Da quindici mesi siamo sottoposti a dure restrizioni attinenti la nostra libertà individuale, ne cito una per tutte: il coprifuoco. È vero, continua incredibilmente ad esserci il coprifuoco, nonostante le promesse dei colleghi, ma è anche vero che non vorremmo assistere o avere la sensazione di uno Stato di polizia nei confronti dei nostri cittadini, che hanno rispettato per mesi restrizioni dure attinenti la propria libertà individuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che oggi, paradossalmente, si vedono multati per 400 euro per aver preso un caffè con la suola della scarpa sulla soglia del bar e non dentro, quasi da VAR calcistica, o perché alle 22.01 rientrano dal ristorante davanti al portone di casa o, ancor di più, perché, correndo intorno a un lago, hanno sconfinato, senza accorgersene, dal proprio comune di residenza.
Bene, Ministro, questo diventa ancora più difficile da accettare, soprattutto se, nel frattempo, assistiamo a situazioni come quelle della nostra Basilicata, dove immigrati positivi sono fuggiti senza alcun controllo dai propri centri e se ne sono andati in giro in maniera beffarda, prendendo autobus di linea, mettendo in pericolo la vita dell'autista, che faceva solamente il suo lavoro, o di chi, quell'autobus, lo aveva preso per andarsi a guadagnare da vivere onestamente.
Non vorremmo solamente assistere a questi paradossi, che, sono sicuro, imbarazzano anche le nostre Forze dell'ordine, a cui va la nostra piena e incondizionata stima e fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In fondo, non le stiamo chiedendo molto, Ministro, le chiediamo solamente che gli italiani non abbiano la sensazione che la legge si applichi per i nemici e si interpreti per gli amici, anche perché qui, paradossalmente, i nemici sembrerebbero gli italiani stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative per il rafforzamento della presenza italiana in Libia, al fine della tutela e della promozione degli interessi nazionali in campo economico e commerciale - n. 3-02227)
PRESIDENTE. La deputata Iolanda Di Stasio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02227 (Vedi l'allegato A).
IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, nel marzo 2021 si è insediato in Libia un Governo di unità nazionale, che ha ricevuto la fiducia della Camera dei rappresentanti e, per la prima volta dal 2014, ha riconsegnato alla Libia un'autorità esecutiva unica, rappresentativa di tutto il Paese e pienamente legittimata.
Di fronte all'ampiezza delle sfide e degli impegni che il Governo di unità nazionale e la Nazione libica sono chiamati ad affrontare nei prossimi mesi, l'Italia, che è sempre stata tra i Paesi più attivamente impegnati nella ricerca di una soluzione politica alla crisi libica, è chiamata ora a rafforzare e moltiplicare il proprio impegno, per consolidare pace e sicurezza in Libia e garantire un auspicabile ritorno alla normalità del Paese. Non sfuggono, del resto, le opportunità in termini di prospettive economico-commerciali e di crescita, che si presentano nel nostro Paese nello scenario di una Libia finalmente stabile e sicura.
In questo contesto, Ministro, le chiedo con quali prossime iniziative, a cominciare dal rafforzamento della presenza istituzionale italiana in Libia, il Governo intenda cogliere le opportunità dei più recenti positivi sviluppi nel Paese, con una particolare attenzione alla tutela e alla promozione degli interessi economico-commerciali italiani.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente, grazie deputate e deputati, vorrei fare innanzitutto una premessa. Solo un anno fa, in molti ritenevano impensabile che la Libia potesse avere un Governo di unità nazionale rappresentativo di tutte le realtà territoriali. Oggi tutto questo è stato possibile grazie al processo avviato dalle Nazioni Unite, un processo che l'Italia ha sempre contribuito ad ispirare e a sostenere nelle varie sedi internazionali, tra cui la Conferenza di Berlino di dicembre 2019.
Teniamo ferma l'attenzione sul consolidamento delle condizioni di sicurezza sul terreno e sullo svolgimento delle elezioni previste dal percorso di pace il 24 dicembre 2021. In questa cornice, possiamo finalmente affermare che siamo di fronte ad una nuova era delle relazioni tra Italia e Libia.
Come prima cosa, al fine di valorizzare la ritrovata unità del Paese, è interesse dell'Italia assicurare la nostra presenza istituzionale anche in Cirenaica e in Fezzan. Accanto alla nostra ambasciata a Tripoli, unica di uno Stato europeo a restare aperta anche nei momenti più difficili, stiamo infatti riattivando il Consolato generale d'Italia a Bengasi, dove abbiamo già nominato il console, generale Carlo Batori, ed è in via di istituzione anche un consolato onorario a Sebha, nel sud.
Contestualmente a queste iniziative, abbiamo già dato disposizioni per la riapertura di un ufficio dell'Agenzia per il commercio estero a Tripoli e per la riattivazione dell'Istituto italiano di cultura a Tripoli.
Il rafforzamento della nostra rete in Libia sarà fondamentale per riattivare progetti sospesi a causa dell'instabilità del Paese e per lanciarne di nuovi. Tra i numerosi ai quali stiamo lavorando, vorrei evidenziarne alcuni. Nei prossimi mesi partirà la realizzazione del progetto italiano del lotto est dell'autostrada costiera, che attraverserà tutto il Paese, dal confine tunisino a quello egiziano. Riprenderanno, poi, i progetti infrastrutturali aeroportuali, in particolare quello dell'aeroporto internazionale di Tripoli, grazie ai sopralluoghi già svolti da ENAV e allo sblocco delle lettere di credito al consorzio Aeneas.
Dal mio ultimo incontro con la Ministra degli Esteri libica è, peraltro, emersa la prospettiva di coinvolgere le aziende e le competenze italiane anche nella ricostruzione dell'aeroporto di Bengasi. Sul fronte della cooperazione energetica, stiamo negoziando un memorandum al fine di ampliare la nostra collaborazione anche nel settore delle rinnovabili. In ambito migratorio siamo ben consapevoli dello sforzo del Ministero dell'Interno, come ha evidenziato la collega Lamorgese, e, dal canto nostro, abbiamo confermato al Governo libico il sostegno dell'Italia attraverso la cooperazione allo sviluppo e il fondo migrazioni. Vorrei ricordare che siamo l'unico Stato europeo, oggi, a effettuare evacuazioni umanitarie dal Paese e continueremo a farlo con convinzione.
In conclusione, è stato possibile compiere questi importanti passi grazie all'impulso impresso dalle ultime missioni in Libia: quella, all'indomani della formazione del nuovo Governo libico, per impostare il rilancio del rapporto bilaterale; quella, insieme ai miei colleghi tedesco e francese, per riaffermare il sostegno europeo; quella in cui ho affiancato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per definire i progetti di collaborazione; quella della Ministra Lamorgese per ragionare delle politiche di sicurezza. Dopo l'incontro con la Ministra degli Esteri libica, Najla Al Mangoush, a Roma, pochi giorni fa, è già in corso di programmazione una visita del primo Ministro libico Dbeibah, a Roma, durante la quale abbiamo intenzione di convocare un business forum delle imprese italiane per continuare ad incrementare le nostre opportunità di cooperazione economica. Anche grazie alla nomina di un inviato speciale per la Libia, ruolo ricoperto egregiamente dall'ambasciatore Pasquale Ferrara, siamo in grado di garantire un costante monitoraggio e coordinamento di tutti i progetti programmati o in corso. I prossimi mesi saranno fondamentali per il popolo libico e l'Italia continuerà ad essere al fianco della Libia, che rappresenta un nostro partner strategico nel Mediterraneo.
PRESIDENTE. Il deputato Berti ha facoltà di replicare.
FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro degli Affari esteri, siamo soddisfatti della sua risposta. Gli italiani devono sapere che la Libia è la priorità numero uno per la politica italiana nel Mediterraneo. L'Italia c'è e ci sarà, con il ruolo di capofila per una politica estera europea capace di difendere gli interessi nazionali e dell'Unione nel Mediterraneo. Se vogliamo evitare una seconda ondata migratoria, l'UE deve essere unita nella stabilizzazione della regione e compiere lo sforzo di coordinare le politiche estere nazionali.
In dieci anni di conflitto militare, che ha generato dolore, paure e insicurezze nel popolo libico, oggi si deve aprire una nuova stagione, una stagione di rinascita e prosperità per il popolo libico. Con la fiducia al Governo Dbeibah si sono create le condizioni per un processo di unificazione istituzionale, militare ed economico. La stabilizzazione della Libia presenta opportunità in termini di prospettive commerciali. Su questo tema va un ringraziamento al sottosegretario Manlio Di Stefano per l'ottimo lavoro svolto con la Commissione economica congiunta italo-libica (CECIL). Nel 2012, all'indomani della rivoluzione, il nostro interscambio con la Libia valeva 15 miliardi; nel 2019, sette anni dopo, 6 miliardi e l'anno scorso solo 2,6 miliardi.
In Libia dobbiamo facilitare un processo di legittimazione dal basso, che permetterà la creazione di istituzioni politiche forti in grado di affrontare i problemi economici, gestire i flussi migratori e liberare il territorio dalle forze armate straniere. La riattivazione dei collegamenti aerei Italia-Libia è il primo passo da fare e qui si sottolinea l'impegno della nostra ENAV. Dobbiamo altresì aumentare - come lei ha detto, Ministro - la presenza della nostra diplomazia, tramite l'apertura di due consolati a Bengasi e nel Fezzan. La stima di questo Parlamento va anche al Corpo diplomatico italiano, che ha permesso all'Italia di essere l'unico Stato dell'UE a mantenere l'ambasciata in Libia, anche nei momenti più bui. L'Italia e questo Parlamento sono vicini al popolo libico. Grazie, Ministro Di Maio e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative volte a includere nella dicitura «ufficiali ausiliari» gli allievi ufficiali di complemento e gli allievi ufficiali in ferma prefissata, al fine di uniformarne il relativo trattamento – n. 3-02228)
PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02228 (Vedi l'allegato A).
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Ministro Guerini, come è noto, dal 2003 la figura dell'allievo ufficiale di complemento è stata sostituita da quella dell'allievo ufficiale in ferma prefissata, che viene classificata e identificata come ufficiale ausiliario. Entrambe le figure professionali prevedono lo stesso periodo di addestramento e il medesimo trattamento economico, che lasciano ritenere, quindi, che siano equivalenti, anche in considerazione della conferma di una sentenza del 2019 della Sezione II del Consiglio di Stato. Non avviene, però, che ad entrambe le figure vengano applicati gli stessi diritti, anche al fine di poter accedere a tutti i concorsi in atto per il reclutamento di personale militare, in specie per ufficiale delle Forze armate e delle Forze di Polizia. Chiedo, pertanto, anche per quanto indicato nel testo in suo possesso, certamente più esaustivo, se lei non ritenga di adottare le iniziative necessarie per ricomprendere nell'ambito degli ufficiali ausiliari anche quelli di complemento.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere.
LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. In premessa del mio intervento ritengo utile richiamare le fonti normative prese a riferimento per sintetizzare la complessa tematica oggetto dell'interrogazione. Mi riferisco agli articoli 651-bis, 652, 653, 678, 937 e 1014 del Codice dell'ordinamento militare. Il Codice definisce “ufficiali ausiliari” i cittadini reclutati in qualità di ufficiali di complemento in ferma o in servizio di prima nomina, ufficiali piloti e navigatori di complemento, ufficiali in ferma prefissata o in rafferma e, da ultimo, ufficiali delle Forze di completamento.
Nel merito delle questioni poste, ricordo che la partecipazione degli ufficiali ausiliari ai concorsi straordinari per i ruoli normali, richiamata anche dai bandi di concorso delle Forze armate, recita che: “Gli ufficiali in ferma prefissata, che hanno completato un anno di servizio e che sono in possesso di laurea magistrale, e gli ufficiali inferiori delle Forze di completamento, in possesso di laurea magistrale, possono partecipare ai concorsi per il reclutamento degli ufficiali dei ruoli normali, di cui all'articolo 652”, sempre che gli stessi non superino i previsti limiti di età.
Nei concorsi per ufficiali a nomina diretta dei ruoli normali si riservano i posti alla categoria degli ufficiali ausiliari, con l'unico requisito di almeno diciotto mesi di servizio, prescindendo dalla categoria di provenienza. Ciò significa che l'ufficiale di complemento di prima nomina non può partecipare al concorso, avendo maturato una ferma non superiore a 14 mesi.
Con particolare riferimento, invece, al bando di reclutamento per ventotto sottotenenti del ruolo normale dell'Arma dei carabinieri, a cui l'interrogante fa riferimento, si evidenzia che lo stesso è un concorso interno per titoli ed esami riservato agli appartenenti all'Arma nei ruoli di ispettori, sovrintendenti, appuntati e carabinieri. Non si tratta, dunque, di un concorso a nomina diretta bensì di un concorso teso a valorizzare il personale appartenente ai ruoli non direttivi in possesso dei requisiti prescritti dalla norma.
Si aggiunge, inoltre, che lo stesso comma stabilisce che per gli ufficiali in ferma prefissata con almeno diciotto mesi di servizio, per gli ufficiali di complemento e per quelli delle Forze di completamento sono previste riserve di posti per l'accesso al solo ruolo tecnico dell'Arma dei carabinieri e non anche per il ruolo normale. Queste specifiche disposizioni normative trovano una loro ragione giustificativa se poste in confronto con la disposizione del comma relativo alle riserve dei posti del Codice dell'ordinamento militare. L'articolo di riferimento, infatti, il 1014, stabilisce in maniera chiara che la riserva del 30 per cento dei posti nei concorsi per assunzione di personale non dirigente delle pubbliche amministrazioni non opera per l'assunzione nelle Forze di Polizia a ordinamento militare e civile e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Una previsione legislativa, quindi, che limita la facoltà di avvalersi della riserva ai soli casi tassativamente previsti dalla legge stessa. Da queste argomentazioni, che trovano un preciso fondamento nelle prescrizioni normative, e dagli approfondimenti condotti, nel prendere atto delle osservazioni rappresentate dall'onorevole interrogante e della rilevanza delle questioni poste, pur non apparendo al momento auspicabile intraprendere iniziative volte a modificare l'impianto normativo in vigore, sarà mia ulteriore cura predisporre azioni successive di approfondimento.
PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di replicare.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Ministro Guerini, io mi rendo conto che la materia è particolarmente complessa e, comunque, apprezzo la sua disponibilità in altro momento ad approfondire la questione - come ho detto prima - molto complessa e complicata. Io ho portato avanti questa istanza che mi è stata rappresentata da diversi soggetti interessati, perché ritengo che sia una questione di equità sociale e professionale, che ha prodotto legittime rimostranze da parte di allievi ufficiali di complemento e giusti riscontri in diversi pronunciamenti giuridici. Coloro che mi hanno sottoposto e sollecitato la questione, che immagino sia stata altre volte portata alla massima attenzione del Ministero, hanno indicato diversi casi di bandi in cui sono stati applicati criteri sperequativi tra AUC e AU in ferma prefissata. Alcuni esempi: il concorso dell'Esercito 2020, in cui viene data la possibilità di partecipare agli ufficiali in ferma prefissata che abbiano prestato servizio in qualsiasi Forza armata, mentre per gli ufficiali di complemento è indicata solamente la provenienza dall'Esercito; oppure, il caso del concorso dell'Aeronautica militare 2019 ove, agli stessi criteri di provenienza, veniva introdotto anche un differente limite di età, 45 anni per gli AUC e 52 anni per gli AUFP.
Per finire, un ultimo esempio, quello del concorso nell'Arma dei carabinieri, che introduce il limite di servizio di cinque anni che, di fatto, è incompatibile con la riafferma degli AUC e degli AUFP di 39 mesi e 42 mesi. Quindi, ribadisco: accolgo con piacere il suo impegno a voler approfondire la questione e la ringrazio.
(Intendimenti del Governo in relazione alle condizioni di instabilità del continente africano, con particolare riguardo alle aree del Niger, del Golfo di Guinea e del Sahel, anche in vista della deliberazione sulle missioni internazionali per il 2021 – n. 3-02229)
PRESIDENTE. La deputata Maria Tripodi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02229 (Vedi l'allegato A).
MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è noto che il Governo è pronto a deliberare il prossimo “decreto Missioni”. Sappiamo come sussistano pressanti esigenze per tutelare gli interessi nazionali del nostro Paese che sono minacciati soprattutto nel cosiddetto “fianco Sud” dell'Alleanza Atlantica, area riferibile a Sahel, Golfo di Guinea e Niger. Ancora ieri, in Burkina Faso, si sono registrati dei pesanti attacchi terroristici che, purtroppo, hanno portato alla morte di tre cittadini europei. Le chiedo quale postura nazionale si intende assumere nel continente africano a tutela dei nostri interessi e soprattutto per quanto concerne la stabilità del Mediterraneo.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere.
LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Onorevole Tripodi, come ho già avuto modo di affermare lo scorso marzo, davanti alle Commissioni difesa congiunte, di Camera e Senato, l'impiego delle nostre Forze armate nel continente africano risponde alle imprescindibili esigenze di salvaguardia della sicurezza e di protezione degli interessi nazionali.
La nostra presenza e la nostra strategia nella regione si sviluppano su più direttrici che geograficamente abbracciano un triangolo i cui vertici sono costituiti dal Corno d'Africa, dal Golfo di Guinea, passando per il Sahel ed infine, a poche centinaia di miglia dalle nostre coste, dalla Libia; una regione che rappresenta, a tutti gli effetti, il confine sud dell'Europa, dal momento che le dinamiche che la caratterizzano hanno delle chiare ed evidenti ricadute, anche in termini di sicurezza sul continente europeo.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 15,50)
LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. In questo quadro, quindi, va contestualizzata la presenza della Difesa italiana nel Sahel, attraverso la partecipazione del nostro contingente nell'operazione Takuba e il contributo alle missioni di training e di sviluppo di capacità dell'Unione europea in Mali ed in Niger, dove siamo presenti dal 2018 anche con la nostra missione bilaterale Misin. In Niger, in particolare, rafforzeremo ulteriormente la nostra presenza con la costruzione, di recente avvio, di un ulteriore hub nazionale che sarà funzionale all'attività della missione bilaterale Misin e a quella della già citata Takuba.
Vi è poi il nostro contributo alla sicurezza della navigazione nel Golfo di Guinea, anche qui in coordinamento con i Paesi europei già operanti nell'area: un'attività di presenza e sorveglianza nell'ambito della quale sono già diversi gli episodi che hanno visto il coinvolgimento della nostra Marina militare nel contrasto della pirateria marittima, in ultimo proprio la scorsa settimana al largo della costa della Nigeria.
Tutte le attività che ho citato devono necessariamente essere messe a sistema con la nostra fondamentale esigenza di stabilizzazione sia della Libia, fortemente influenzata dai fenomeni che si sviluppano nell'area saheliana con ricadute sul Mediterraneo, sia del Corno d'Africa, le cui dinamiche di crisi si riverberano lungo l'intera fascia subsahariana e verso le coste mediterranee del Nord Africa.
In questa prospettiva, l'approccio nazionale a queste aree di crisi va letto in un'ottica unitaria in considerazione della stretta interconnessione dei fenomeni che le caratterizzano dal punto di vista politico, economico e militare.
Affinché questo approccio sia efficace, ritengo tuttavia essenziale, oltre al doveroso coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica in termini di attenzione al “fianco Sud”, citato dall'onorevole interrogante, del quale ci siamo fatti da tempo promotori, anche un salto di qualità nell'impegno dell'intera Europa, considerazione che, di recente, ho condiviso sia con l'Alto Rappresentante, Borrell, sia con alcuni tra i miei omologhi europei nella prospettiva di rafforzare le missioni UE in Africa.
Concludendo, quella della Difesa italiana per l'Africa, in particolare per le regioni subsahariane, è una strategia caratterizzata da direttrici ben definite, mirate alla tutela dei nostri interessi nazionali nell'area e alla cooperazione allo sviluppo con i Paesi ivi insistenti. Questa strategia si sviluppa in molteplici ambiti e dimensioni, sia nella cornice di impiego delle organizzazioni internazionali sia in contesti bilaterali, nell'ottica di garantire un'azione coesa e sinergica che ha, quale fine ultimo, la sicurezza dell'Italia e dell'Europa.
PRESIDENTE. La deputata Maria Tripodi ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Ministro, è sempre illuminante ascoltare delle risposte così precise e così anche molto vicine alla nostra visione politica, alla visione di politica che ha Forza Italia. Lei ha parlato giustamente di una coesione, di un'unità che ci deve essere sia a livello di intenti che di sforzo capacitivo per quanto riguarda il contributo nelle nostre missioni internazionali: è una cosa che noi abbiamo sempre sposato. E saluto anche con piacere il fatto che questa sua risposta va anche di pari passo con la politica estera; quella politica estera di protagonismo che noi abbiamo sempre avallato durante i Governi del Presidente Berlusconi con l'Italia protagonista nel Mediterraneo e nello scacchiere internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Enrico Borghi, Brescia, Maurizio Cattoi, Davide Crippa, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Giachetti, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lorefice, Mura, Nardi, Occhionero, Perantoni, Rotta, Ruocco, Schullian, Serracchiani, Vignaroli, Viscomi, Vito e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di maggio 2021.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di maggio:
Lunedì 3 maggio (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2972 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (da inviare al Senato – scadenza: 23 maggio 2021)
Discussione generale della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-469 concernente iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione
Discussione generale delle mozioni Novelli ed altri n. 1-212, Noja ed altri n. 1-471 e Panizzut ed altri n. 1-473 concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche
Martedì 4 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 5 (ore 9.30 – 13 e 16 – 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 6 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 7 maggio)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2972 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (da inviare al Senato – scadenza: 23 maggio 2021)
Seguito dell'esame delle mozioni Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-413, Lollobrigida ed altri n. 1-463 e Trano ed altri n. 1-465 concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati
Seguito dell'esame delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-424, Lollobrigida ed altri n. 1-466, Capitanio ed altri n. 1-467 e Bruno Bossio ed altri n. 1-468 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione
Seguito dell'esame della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-469 concernente iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione
Seguito dell'esame delle mozioni Novelli ed altri n. 1-212, Noja ed altri n. 1-471 e Panizzut ed altri n. 1-473 concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche
Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Fabio Porta, deputato all'epoca dei fatti (doc. IV-ter, n. 15-A)
Seguito dell'esame delle mozioni Trizzino ed altri n. 1-397 e Boldi, Bagnasco, Bellucci, Bologna ed altri n. 1-419 concernenti iniziative in materia di cure palliative, nel contesto dell'emergenza pandemica da COVID-19
Mercoledì 5 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Venerdì 7 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 10 maggio (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2168 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Discussione sulle linee generali del Doc XXII n. 47-49-51 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»
Discussione sulle linee generali dei seguenti disegni di legge di ratifica:
n. 2575 - Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (approvato dal Senato)
n. 2576 - Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (approvato dal Senato)
n. 2577 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (approvato dal Senato)
n. 2413 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018
n. 2414 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017
n. 2416 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016
Martedì 11 maggio (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2168 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame del Doc XXII n. 47-49-51 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»
Seguito dell'esame dei seguenti disegni di legge di ratifica:
n. 2575 - Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (approvato dal Senato)
n. 2576 - Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (approvato dal Senato)
n. 2577 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (approvato dal Senato)
n. 2413 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018
n. 2414 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017
n. 2416 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016
Mercoledì 12 (ore 9, con votazioni non prima delle ore 12 e fino alle ore 13.30, dalle ore 16 alle ore 19 e con prosecuzione notturna dalle ore 20.30 alle ore 23.30), giovedì 13 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 14 maggio)
Esame del disegno di legge S. 2144 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 21 maggio 2021)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella seduta di martedì 11 maggio e non conclusi
Mercoledì 12 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri)
Venerdì 14 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 17 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni in materia di agricoltura contadina
Discussione sulle linee generali della mozione Meloni ed altri n. 1-391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione
Martedì 18 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 19 (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 20 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 21 maggio)
Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge S. 2144 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 21 maggio 2021)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni in materia di agricoltura contadina
Seguito dell'esame della mozione Meloni ed altri n. 1-391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B – Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato)
Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (doc. IV-ter, n. 14).
Mercoledì 19 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Venerdì 21 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 24 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3045 - Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 21 giugno 2021)
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 208, 1608 e abbinate - Disposizioni in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per il risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare
Martedì 25 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 26 (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 27 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 28 maggio)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3045 - Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 21 giugno 2021)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 208, 1608 e abbinate - Disposizioni in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per il risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina
Seguito dell'esame della proposta di legge Proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1008-1009-1636 - Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore
Mercoledì 26 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Venerdì 28 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi per l'esame delle proposte di legge n. 1825-1968-2905, n. 208, 1608 e abb., n. 1218, 2399 e abb. e n. 164-1317-1666-1907-2272 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.
Con l'occasione, preciso che, con riferimento ai lavori della seduta di domani, nella riunione della Conferenza dei capigruppo del 27 aprile si è convenuto che, entro le ore 13,30, si procederà sia alla votazione finale del decreto-legge sul differimento delle consultazioni elettorali, sia all'esame della questione pregiudiziale riferita al decreto-legge c.d. Riaperture.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 20,30.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 20,30.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, la deputata Barbuto è in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3002).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3002: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.
Ricordo che nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge sopra citato, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3002)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Il primo intervento è quello del collega Angiola, che non vediamo in Aula: s'intende vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il collega Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Ovviamente, si tratta di una dichiarazione di voto molto sintetica e molto breve. Votiamo a favore del disegno di legge che prevede lo spostamento delle elezioni amministrative ad una data tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Le motivazioni vanno ricercate nella pandemia da COVID-19 e nella evidente situazione di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che ancora purtroppo stiamo attraversando. L'elemento di fondo è che, per noi, il voto è il momento massimo in cui si svolge l'esercizio della democrazia; qualcuno potrebbe obiettare che non si deve rinviare, in una situazione del genere, ma dobbiamo ricordare con chiarezza e con nettezza che il voto non è solo quel momento in cui il cittadino si reca al seggio, passa in cabina, esprime una preferenza e, poi, deposita la scheda nell'urna; il voto è l'atto conclusivo di un processo di informazione, di elaborazione di programmi, di confronto di idee, di presentazione di liste e di tanti altri lati della campagna elettorale che devono essere aperti al massimo grado di partecipazione nei confronti dei cittadini. E in una fase in cui il Paese è giustamente condizionato da lockdown, da chiusure, da ripartenze, da tamponi e da vaccini, credo sia semplicemente una scelta di buonsenso posticipare di qualche mese le elezioni. Francamente non lo ritengo un vulnus determinante per l'esercizio democratico. Abbiamo già visto nel dibattito in generale come in tempi di pandemia la scelta di rinviare le elezioni sia stata fatta anche da ben altri 78 Stati, riguardo a elezioni politiche o elezioni amministrative, ed è avvenuto anche in Stati, come il Kirghizistan, dove non c'è un problema di democrazia, cioè non c'è paura del voto, si sa già come vanno le elezioni da quelle parti, quindi, se anche lì hanno deciso di rinviare, significa che avevano timore della pandemia, non del risultato elettorale. Mi auguro solo, e concludo, Presidente, che lo strumento semplificativo renda più semplice e meno formale la raccolta delle firme, dando la priorità a quei partiti che sono stati rappresentati in Parlamento alle ultime elezioni, a quelli che sono risultati eletti con parlamentari e con seggi elettorali e, soprattutto, sui certificati penali, cerchiamo di non ingolfare i tribunali che sono già sufficientemente ingolfati. Mi auguro che questo processo semplificativo ci consenta di votare quest'autunno, in maniera di grande livello informativo e di grande nettezza democratica e di semplicità dei passaggi che dobbiamo svolgere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Stiamo seguendo con grande attenzione tutti gli interventi del Presidente Draghi sui temi di politica nazionale ed estera. Tutte le sue preoccupazioni in merito al delicato momento che il Paese sta attraversando sono anche le nostre. Tutti noi ci stiamo chiedendo, insieme al Presidente, se ce la stiamo mettendo tutta, se stiamo facendo tutto il possibile per le generazioni presenti e future. In questa delicata fase non possiamo permetterci distrazioni, ogni sbaglio sarebbe deleterio, ogni perdita di tempo sarebbe imperdonabile e sarebbe come abdicare al delicato compito che i cittadini e la storia ci hanno affidato. Per questo, noi di Azione e +Europa, non solo abbiamo acconsentito all'appello all'unità del Presidente della Repubblica, ma rivendichiamo il merito di aver auspicato per primi quel positivo epilogo. Stiamo apprezzando il pragmatismo del Presidente Draghi, come metodologia di Governo e come modus operandi comunicativo, una sobrietà lontana dai format dello storytelling. Non potrebbe essere altrimenti, perché Azione e +Europa sono i partiti del pragmatismo, sono i partiti degli obiettivi che in un preciso momento sono effettivamente praticabili ed esiste una dimensione etica del pragmatismo. Non intendiamo, tuttavia, deflettere rispetto alla nostra identità. Pur non avendo dirette responsabilità di Governo, ne avvertiamo in pieno il peso della responsabilità, come se donne e uomini di Azione e +Europa avessero ruoli nel Governo da lei presieduto. E tutto questo perché per noi di Azione e +Europa la politica è arte di governo della policy. Saremo, come lo siamo stati finora, sempre vigili e attenti, non ci abbandoneremo ad atteggiamenti acritici e concilianti, daremo un supporto serio, responsabile e costruttivo, non faremo mancare al Presidente Draghi le critiche, ma anche le proposte di miglioramento, come è sempre stato nel nostro stile.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Ho completato, Presidente. Fatte tutte queste premesse, annuncio il voto favorevole della componente Azione e +Europa sull'odierna questione di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.
MARA LAPIA (MISTO-CD). Presidente Rosato, onorevoli colleghe e colleghi, sono stati giorni fondamentali per questo Parlamento e, soprattutto, grazie ai risultati conseguiti nelle ultime ore, per l'intero Paese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, al quale abbiamo dato il via libera, rappresenta un ambizioso progetto di ripartenza, fatto di azioni concrete, perché, vedete, spesso, dimentichiamo che la politica sia fatta proprio di questo, di azioni tempestive e concrete, e di risultati che rispondano degnamente ai bisogni della collettività. È importante che tutto ciò lo ricordino i colleghi di Fratelli d'Italia, impegnati da settimane nell'arte dell'ostruzionismo, una pratica che tuttavia, comprensibilmente, all'interno di quello che è il gioco politico delle parti ben si addice a un partito di opposizione, meno comprensibile risulta, invece, il comportamento di altre forze politiche che, seppure all'interno della stessa maggioranza, continuano a mettere quotidianamente in discussione, a mezzo stampa e tramite i rispettivi social, l'azione di questo Parlamento e dell'intero Governo. Allora, voglio ricordare che, oltre a essere concretezza, la politica è anche confronto e che mai nessuno, all'interno di questa maggioranza, ha negato gli spazi di confronto necessari per addivenire insieme a soluzioni condivise e utili per il nostro Paese. Non è, dunque, cavalcando il populismo che si ottengono i risultati sperati, non è minacciando a giorni alterni la maggioranza ed il Governo che si offrono reali garanzie per il nostro Paese. Questa ripartenza, quella ripartenza di cui tutti noi abbiamo bisogno, è essenziale che segua un percorso obbligato, calcolato, fatto di tappe utili a non generare il rischio di commettere errori che renderebbero vani gli sforzi fatti fino ad ora. È con questo spirito che Centro Democratico voterà convintamente la fiducia al Governo, speranzosi di continuare ad averla come guida di un Esecutivo che operi nell'interesse del nostro Paese e che, soprattutto, mostri sempre la giusta autorevolezza in sede europea ed internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Per guidare il Paese in piena pandemia, in un momento come questo, nel quale il dramma che stiamo vivendo tende per sua natura ad accrescere le disuguaglianze e ad alimentare tensioni, credo sia necessario avere una sensibilità sociale di un certo livello che questo Governo, ahimè, sta evidentemente dimostrando di non avere; non che fosse in realtà difficile immaginarlo, viste le premesse, tenuto conto di quali sono gli ambienti anche molto elitari dai quali provengono i principali membri di questo Esecutivo, Presidente del Consiglio in primis. Eppure, oggi, dopo due mesi e più di Governo Draghi, io mi sento di dire che la situazione è addirittura peggiore rispetto a quella che poteva essere pronosticata sulla base delle premesse. Siamo al cospetto di un Governo sordo, distante, distaccato, autoreferenziale, che tratta il Parlamento come uno zerbino, basti pensare alla discussione farsa che si è tenuta ieri su un documento importante quale il Recovery Plan, un Governo che è forte di una maggioranza bulgara e che è forte, anche, ahimè, di una resa incondizionata da parte delle principali forze politiche, soprattutto quelle che avevano vinto le elezioni nel 2018.
E non le avevano certo vinte per mettersi di lato e per arrendersi proprio nel momento più importante, nel momento cruciale, in cui l'emergenza quotidiana va affrontata e va tamponata; ma poi c'è anche da programmare il futuro, da progettare, da pianificare ed attuare una visione politica, che non può essere certo rimessa tutta alla tecnocrazia.
Siamo quindi di fronte a questo Governo, che non ha sensibilità sociale, secondo il mio e il nostro parere e, forse, neanche la sufficiente indipendenza per proteggere i cittadini dagli appetiti dei soliti gruppi di potere, che vogliono farla da padrone anche in tempi di pandemia. Questo, ahimè, è vero sia dal punto di vista sanitario, che dal punto di vista economico. Dal punto di vista sanitario, perché la tanto promessa svolta nella campagna vaccinale non c'è stata, ma, anzi addirittura l'esordio della nuova guida Draghi-Figliuolo si è solo contraddistinta fin qui per la grande confusione fatta e per l'incapacità di focalizzare le priorità e gli obiettivi, mettendo in sicurezza per primi i cittadini più deboli e le fasce più esposte a un rischio maggiore da contagio. Penso, per esempio, all'infelice dichiarazione del commissario Figliuolo all'atto dell'insediamento, secondo cui bisognava vaccinare chiunque passasse praticamente per strada, salvo poi rendersi conto che era necessario correggersi e un po' aggiornare il tiro, perché quello era passato come un messaggio simile a un “liberi tutti”.
E' un Governo che è stato anche ed è incapace, fin qui, di prendere una posizione chiara a difesa dei cittadini nei confronti delle case farmaceutiche. Penso, per esempio, alla richiesta che dovrebbe essere fatta, nel rispetto degli impegni presi, sulla consegna delle dosi dei vaccini, piuttosto che nel sostenere, per esempio, la posizione della sospensione dei brevetti sui vaccini, che potrebbe anche accelerare i processi produttivi e permetterci di uscire dalla pandemia il prima possibile.
E' poi anche un Governo che non ha sensibilità sociale da un punto di vista economico, perché i ristori non arrivano, gli aiuti economici sono con il contagocce, sono tardivi e sono ampiamente insufficienti. E' stato approvato uno stanziamento di bilancio assolutamente inadeguato al quale, spero, possano seguirne altri e l'ideologia neoliberista, che è perfettamente incarnata da questo Esecutivo, è quella della selettività degli aiuti, quella del darwinismo economico, in un certo senso, quella punitiva verso le imprese zombi che non meritano di rimanere sul mercato e devono essere, quindi, lasciate indietro, affinché i grandi possano diventare sempre più grandi. E' un'ideologia che sta facendo danni e anche se l'austerità come la conosciamo - quella dei tempi della Grecia o quella dei tempi del Governo Monti, in entrambi i casi il mandante era Draghi - non può essere attuata in tempi di pandemia, però ci sono non meno danni nel momento in cui gli aiuti vengono centellinati col contagocce e c'è una selezione esasperata che lascia indietro persone, famiglie e piccole e medie imprese, tutto un tessuto sociale che merita di essere tutelato.
Per non parlare poi del Recovery Plan, occasione sprecata, documento vago e generico, che non dice nulla di concreto…
PRESIDENTE. Collega Forciniti.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). …su sanità - ho concluso - lavoro, giustizia, ambiente, e rinuncia anche ad aggredire la questione meridionale. Per tutti questi motivi voteremo convintamente contro la fiducia a questo Governo, perché pensavamo, due mesi fa, e pensiamo tuttora che questo non sia il momento dei governi tecnici, ma sia il momento, invece, della politica, quella politica vera, soprattutto quella di chi ha vinto le elezioni, che deve prendere in mano il suo ruolo e deve affermare la sua visione, avendo l'ambizione di fare di più, anziché abbozzare e lasciarsi guidare stancamente da una tecnocrazia che non ha anima…
PRESIDENTE. La ringrazio.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). … non ha sensibilità e non ha assolutamente visione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, io credo che noi, per chi ci ascolta, dobbiamo una risposta perché una maggioranza molto larga, ampia, una delle più ampie della storia repubblicana, oggi, ha deciso di porre il voto di fiducia. E' evidente che sia corretto dare una risposta. E' un voto di fiducia, tra l'altro, su materia elettorale, quindi, una materia incandescente. È una materia su cui auspicabilmente bisognerebbe, essendo regole del gioco, trovare un'intesa più larga, ma la risposta è molto semplice e - lo dico subito - anche rispettosa delle scelte dell'opposizione.
L'opposizione ha deciso di utilizzare uno strumento parlamentare che sta nei Regolamenti e, quindi, c'è pieno rispetto delle norme regolamentari del nostro Parlamento e, cioè quello dell'ostruzionismo. È giusto che si sappia che noi siamo arrivati qui e il Governo ha deciso di mettere il voto di fiducia, perché da parte dell'opposizione, in particolare di un gruppo dei colleghi di Fratelli d'Italia, è stata presa questa decisione. Ripeto, rispettabile e da rispettare, però, allo stesso modo, credo che sia da comprendere e, quindi, richiedere altrettanto rispetto per la decisione di porre il voto di fiducia, pur in presenza di numeri così ampi di maggioranza.
Io volevo poi porre l'attenzione su un altro aspetto. Questo decreto è sostanzialmente la fotocopia del decreto dello scorso anno. A maggio del 2020, noi ci trovammo in un'analoga situazione, con la pandemia in una situazione difficile, forse per alcuni versi ancor più difficile, perché non conoscevamo assolutamente gli andamenti ed era ancor più difficile, ovviamente, costruire delle previsioni. Ci fu la decisione di rinviare, come tutti i colleghi ricorderanno, le elezioni che si svolsero, poi, insieme al referendum: regionali, amministrative e referendum si tennero il 20 settembre del 2020.
Sono andato a rivedermi, oggi pomeriggio avendo un po' di tempo, il dibattito che si svolse in questo ramo del Parlamento sulla conversione in legge del decreto. Perché credo che sia stato un esercizio utile? Invito i colleghi a farlo, se ne hanno il tempo e la voglia. Infatti, in quest'Aula, un po' tutti siamo portati a declamare principi, a disegnare scenari e poi credo che sia giusto, a distanza di un anno, andare a verificare poi che cosa è successo. Non farò i nomi dei colleghi, non è questo il tema, parlo più in generale.
Innanzitutto, io credo che sia giusto, a distanza di un anno, rendere onore ai membri del Comitato tecnico-scientifico, perché quello che loro dissero in quel parere era corretto e giusto. Loro dissero, in buona sostanza, che sarebbe stato corretto, secondo le loro previsioni, individuare come data per le elezioni il 6 settembre, domenica 6 settembre, che poi non fu praticabile per l'ovvia ragione che avrebbe portato tutta la campagna elettorale, ovviamente, nel mese di agosto. Però, guardando l'andamento epidemiologico poi dell'autunno del 2020, avevano ragione loro. Quindi, andando a rileggere una serie anche di attacchi strumentali, di ironia nei confronti degli scienziati, credo che si debba riportare in questa sede, come sono rimasti agli atti del Parlamento quei commenti, e sia giusto riconoscere con grande forza (per quel che ci riguarda lo dicemmo anche lo scorso anno) che il Comitato tecnico-scientifico aveva dato un parere corretto, anche di buon senso.
Alla fine la soluzione che si trovò, quella del 20 settembre, fu proprio ai limiti, come peraltro noi dicemmo, perché, come tutti voi ricorderete, si votò poi per i secondi turni in molti comuni a metà ottobre, quando noi assistemmo all'inizio della ripresa epidemiologica.
Che cosa diceva quel parere? Lo ricordo ai colleghi, diceva, sostanzialmente, che non si potevano fare previsioni certe, ma, che ragionevolmente il comportamento del virus sarebbe stato simile a quello dei loro, tra virgolette, “cugini”, cioè i virus più influenzali, quelli meno pericolosi e che, quindi, più si stava alti meglio era.
Secondo: andare a rileggere che cosa significava provare a pensare alle elezioni attorno a metà settembre sembrava che fosse l'apocalisse: non si poteva far campagna elettorale, non si potevano raccogliere le firme eccetera eccetera. In realtà, io credo che dovremmo tutti, onestamente, riconoscere che quelle elezioni si sono svolte in maniera corretta. Certamente, il peso della pandemia si è fatto sentire nella dimensione della percezione dell'opinione pubblica. Il ruolo, per esempio, dei presidenti delle regioni è stato molto enfatizzato e in un'elezione diretta, come quella che è diventata l'elezione del presidente delle regioni, l'effetto di trascinamento di questo ruolo certamente si è fatto sentire; ma, in termini tecnici, la campagna elettorale si è svolta correttamente, le due giornate di voto hanno determinato.
Poi ci sono studi, peraltro, anche di comportamento, di cosa significa fare elezioni durante la pandemia e, per gli studi di cui ho avuto contezza, ho potuto vedere che gli stessi scienziati non arrivano ad avere una valutazione totalmente definita e univoca, perché è evidente che tutto quello che fa movimento, tra virgolette, può indurre, evidentemente, un rischio di contagio. Che cosa facciamo, quindi, in estrema sintesi con questo decreto? Sostanzialmente assumiamo la stessa decisione di buonsenso, una scelta obbligata nel momento in cui è stato prorogato lo stato di emergenza. Si individua una finestra, che potrebbe portare fino a metà ottobre. La differenza, ovviamente, dallo scorso anno - ma credo che su questo dovremmo essere tutti d'accordo - è quella che abbiamo una campagna vaccinale e ragionevolmente attorno a metà ottobre noi potremo avere vaccinata la maggioranza o, comunque, larga parte della popolazione, cosa che, evidentemente, non avevamo a settembre 2020. Questa è la ragione per la quale possiamo inoltrarci un po' di più verso l'autunno, cosa che era stata sconsigliata giustamente dal comitato scientifico e che, alla fine, giustamente, nella scelta finale il Ministero non ha fatto, cioè quella di arrivare sostanzialmente al 20 settembre. Queste, quindi, sono le ragioni per le quali è stato posto il voto di fiducia, perché occorreva ed era necessario questo atto, che non è una forzatura. È un atto dovuto nel momento in cui si compie una scelta all'interno dell'emergenza sanitaria. È una scelta obbligata, come dicevo, una scelta di buonsenso. Per il resto il decreto segue quell'impostazione, a cominciare giustamente dal ridurre a un terzo il numero di firme. Io credo, insomma, che sia stata, come il decreto dell'anno scorso, una scelta di prudenza e di ragionevolezza e per queste ragioni noi voteremo a favore sul voto di fiducia che è stato posto su questo decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Grazie Presidente. Allora ci siamo: è la prima fiducia del Governo Draghi. È la prima fiducia del Governo Draghi, che, però, il Governo è stato obbligato, costretto a mettere per via dell'ostruzionismo dei colleghi di Fratelli d'Italia, che, molto abilmente, con i loro interventi alla Fidel Castro, ci hanno tenuto qui inchiodati dalla mattina alla sera e ve ne diamo atto. Che sia molto chiaro: è legittimo! Voi siete l'opposizione e, tra l'altro, avete l'onere dell'opposizione in un momento in cui il 90 per cento del Parlamento sostiene questo Governo. Quindi, l'onere dell'opposizione sta sulle vostre spalle, di un gruppo piccolo, però agguerrito, e anche di Sinistra Italiana e, ovviamente, di L'Alternativa c'è. Però, io penso che sia un po' strumentale in questo caso, perché il decreto in sé è assolutamente di buonsenso e chiede un banale rinvio delle elezioni da prima dell'estate a dopo l'estate. L'abbiamo fatto l'anno scorso e, quindi, credo che la vostra opposizione sia un pochino strumentale e dovuta ad altri fattori non veramente direttamente riconducibili a questo decreto di rinvio delle elezioni, anche perché uno degli argomenti che ho sentito da parte vostra, forse il più intelligente, è stato quello di dire: “Ma ci sono tanti Paesi che stanno votando durante la pandemia e perché l'Italia non lo fa?”. La verità è che l'Italia non ha l'uso dello strumento del voto postale, che esiste, invece, in tanti altri Paesi. Esiste soltanto per gli italiani all'estero, ma non per gli italiani in Italia. Quindi, c'è un tema di difficile attuazione, di permettere le competizioni elettorali in un periodo di pandemia. Comunque, rimane un animale pericoloso questo COVID, molto pericoloso, e quindi è giusto non abbassare la guardia. Fare le elezioni adesso metterebbe a rischio tantissime persone durante lo svolgimento dell'appuntamento elettorale. Quindi, è di buonsenso rinviarlo a dopo l'estate, quando appunto, grazie all'azione del commissario, il generale Figliuolo, avremo finalmente raggiunto la tanto agognata immunità di gregge. Quindi, io francamente non vedo nessun problema nell'approvare nel merito il provvedimento. È anche vero, però, che nella lotta alla pandemia noi dobbiamo riuscire a coniugare precauzione e razionalità. Il diritto alla salute di tutti, da una parte, e il diritto a guadagnarsi da vivere da parte dei ristoratori, dall'altra, che se non aprono non mangiano. Quindi, soprattutto in un contesto in cui i casi stanno scendendo, la campagna vaccinale sta avanzando e l'estate sta arrivando è anche giusto riaprire gradualmente, ciò ci consente di assumere quello che è chiamato dal Presidente Draghi un “rischio ragionato”. Per questo motivo, in tema di coprifuoco, come Italia Viva, abbiamo chiesto, senza voler creare, però, inutile confusione stavolta, che la misura del coprifuoco fosse rivista, considerato che l'orario delle 22 diminuisce l'effetto economicamente positivo delle riaperture per le attività di ristorazione, come diceva, appunto, il sottosegretario Scalfarotto pochi giorni fa. Una misura che comunque - quella del coprifuoco - verrà rivalutata a maggio, a partire, come è giusto che sia, dall'analisi degli indicatori sul numero di contagi e dei vaccinati. Sono giuste, quindi, le riaperture graduali, ma evitiamo posizioni ideologiche su questi temi, soprattutto sul tema del coprifuoco. Evitiamo questa cosa ridicola di intestarsi chi è il primo a riaprire, chi è più chiusurista e chi è più aperturista. Francamente è abbastanza ridicolo. Troviamo soluzioni concrete per il bene dei cittadini, seguendo il buonsenso (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). Un tema sul quale noi avremmo potuto usare di più il buonsenso e meno la demagogia e l'ideologia è quello della riapertura delle scuole, anche perché, purtroppo, l'Italia è il Paese in cui le scuole hanno chiuso per più tempo: trenta settimane dall'inizio della pandemia, contro le sei settimane della Svizzera o le dieci settimane della Francia, e questo crea un enorme danno per milioni di studenti delle nostre scuole. Purtroppo, nel caso della Puglia e della Campania ormai è quasi un anno intero di assenza dalle scuole. Quindi, ricordiamoci che dobbiamo affrontare questi temi con meno demagogia e con meno ideologia. Le riaperture hanno creato legittime aspettative da parte degli italiani di allentamento delle misure anti-COVID, ma dobbiamo fare attenzione a non passare da un estremo all'altro: dal lockdown pieno, alla vita prima del COVID. Dobbiamo essere vigili, essere prudenti, seguire l'andamento dei contagi, tenendo conto che esiste sempre il rischio delle varianti. In questi giorni sta esplodendo la variante indiana in India, con un'esplosione esponenziale dei contagi. Noi esprimiamo la solidarietà al popolo indiano e chiediamo al Governo di intervenire mandando ventilatori. Esprimo la nostra solidarietà a tutto il popolo indiano, ma soprattutto alle famiglie dei cittadini indiani che sono nel nostro Paese. Ma, oltre ai ristoratori, noi dobbiamo pensare anche ai lavoratori e agli imprenditori di tutti i settori afflitti finora dalle restrizioni; penso soprattutto al settore del turismo. Ieri al Parlamento europeo sono stati approvati i passaporti vaccinali, gli EU COVID-19 certificates, che ci permetteranno di coniugare salute e libertà di movimento. È molto importante che il Governo - lo chiedo al Governo - li attui il prima possibile anche in Italia, un Paese come il nostro che dipende così tanto dal settore del turismo. È buono - va assolutamente bene - il negoziato in atto tra Unione europea e Stati Uniti d'America per permettere ai cittadini americani vaccinati di venire a trascorrere le vacanze nel nostro Paese. Dobbiamo agire più velocemente su questo fronte.
Mi avvio alla conclusione, Presidente, ricordando che per ritornare alla vita di prima non serve soltanto allentare le restrizioni contro il COVID ma, ovviamente, riparare la nostra economia e la nostra società. Ieri è stata una giornata storica, una giornata assolutamente storica per il nostro Paese: l'approvazione del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui il nostro Paese sarà il maggiore beneficiario di tutta l'Unione. Oltre 200 miliardi di euro per imprese, lavoratori, famiglie, professionisti, giovani. Si prevede un aumento del PIL di quasi 4 punti nei prossimi sei anni, un aumento dell'occupazione del 3,2 per cento, un aumento dell'occupazione femminile e meridionale del 5,5 per cento, un aumento di occupazione giovanile del 3,3 per cento. Grazie al PNRR questo Governo porterà l'alta velocità al Sud, permetterà di ridurre di un'ora la distanza di trasporto tra Catania e Palermo, tra Roma e Bari, tra Roma e Pescara. Porteremo la banda ultra larga in tutto il Paese, introdurremo 150 mila posti di asilo nido a favore, appunto, dell'occupazione femminile ma soprattutto dell'autonomia delle giovani coppie e, ovviamente, della natalità, perché il nostro Paese sta attraversando un durissimo inverno demografico. Io saluto il PNRR del Governo Draghi, molto migliore di quello del Governo Conte, e assolutamente lo vediamo nell'aumento delle risorse per l'istruzione e la ricerca, nell'aumento delle risorse per l'occupazione giovanile, nell'aumento delle risorse per il turismo e per la sanità, e anche perché il Parlamento ha avuto modo di esprimersi in questi ultimi mesi. Il PNRR sarà affidato a una cabina di regia del MEF, quindi ridando centralità alla politica. Quindi, ne è valsa assolutamente la pena, considerando il cambio di passo che ci ha portato dal Governo Conte al Governo Draghi. Esattamente come abbiamo fatto nella Prima guerra mondiale sostituendo Cadorna con Diaz o come hanno fatto i britannici sostituendo Chamberlain con Churchill: Mario Draghi è il nostro Churchill. Concludo con una riflessione, Presidente: questo Piano avrà un effetto positivo solamente se noi riusciremo a intraprendere le riforme strutturali e le riforme di accompagnamento: avere tanti soldi in sé non vuol dire nulla se noi non riusciremo ad aggiustare la macchina Italia cominciando dalla pubblica amministrazione. Meno di tre su cento impiegati della pubblica amministrazione hanno meno di trent'anni, contro una media OCSE del 18. Dobbiamo investire sulle competenze della pubblica amministrazione e sul ricambio generazionale.
La riforma del fisco, la riforma della giustizia civile per diminuire la lunghezza dei processi. E poi, ovviamente, una legge sulla concorrenza. E' veramente buona l'indicazione del Governo Draghi di introdurre finalmente una legge sulla concorrenza, fattore essenziale per la crescita economica e l'equità, che si hanno appunto con la promozione e la tutela della concorrenza, perché la stessa non risponde solo a logiche di mercato, ma può anche contribuire ad una maggiore giustizia sociale. Dobbiamo sanzionare i cartelli tra imprese, gli abusi di posizione dominante, quelli che ostacolano sensibilmente il gioco competitivo in diversi settori strategici - penso alle reti digitali, penso all'energia, ai porti - e, quanto più si incoraggia la concorrenza, tanto più occorre rafforzare la protezione sociale.
Presidente, concludo: ricostruiamo l'Italia meglio di com'era prima, ripeto: ricostruiamo l'Italia meglio di com'era prima ed è per questo che noi, come gruppo di Italia Viva, rinnoviamo la nostra fiducia al Governo di Mario Draghi per finire la campagna vaccinale, per attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza e per sostenere l'Italia sulla via delle riforme (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, chi mi ha preceduto ha avuto l'ardito compito di cercare di demonizzare il gruppo di Fratelli d'Italia e la sua attività. E' stato detto ad una forza politica di destra, ad una forza politica che ha fatto della coerenza la sua ragione d'esistenza, che i nostri sono interventi alla Fidel Castro, il 28 aprile, alla vigilia di una giornata - ce lo consenta, onorevole Ungaro - quella del 29 aprile, che per la destra è una giornata di lutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il 29 aprile del 1975, a Milano, abbiamo lasciato sull'asfalto Sergio Ramelli, che non aveva la maglietta con sopra Fidel Castro e l'anno dopo ci hanno ammazzato Enrico Pedenovi, che non aveva la maglietta con sopra Fidel Castro (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiatelo almeno questo buon gusto! Abbiatelo! Quando si parla di politica, bisognerebbe avere anche la serietà di conoscere la storia dei movimenti politici. Non abbiamo mai pensato che qualcuno abbia fatto un tragitto dall'altra parte, passando da un movimento politico all'altro solo per ragioni di convenienza; abbiamo sempre creduto che vi fosse qualcosa di più e di meglio. Proprio perché crediamo questo non possiamo pensare che vogliate liquidare questo nostro ostruzionismo, così definito, come un divertimento, un qualcosa che viene a turbare l'equilibrio di una serena vita parlamentare. Se quella vita parlamentare fosse stata così serena, non avreste fatto una scelta di campo, dissociandovi dal partito nel quale siete stati eletti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E' evidente che vi è stato qualcosa di diverso - mi sia consentito di dirlo - e questo qualcosa di diverso per noi è anche questo ruolo marginale nel quale è stato relegato il Parlamento italiano. Oggi abbiamo fatto una Conferenza dei capigruppo; mi rivolgerò all'onorevole Fornaro, per tramite suo, Presidente, che è sicuramente la persona da me più lontana sotto il profilo politico e ideologico, però debbo dire che la sfilza di decreti-legge che ci spetta di convertire per il prossimo mese è la fotografia di un Parlamento che, motu proprio, non potrà più decidere nulla; addirittura anche con le mozioni abbiamo dovuto trovare un equilibrio per farne tornare qualcuna, perché quest'Aula possa almeno dare un atto di indirizzo, non un atto legislativo. E, allora, ci si viene ad imputare l'ostruzionismo che, tra l'altro - vorrei ricordarlo al distratto collega precedente - è durato poche ore: in realtà, se aveste voluto, avreste potuto convertire in legge questo decreto perché scade il 6 maggio. Se poi avete preferito una scorciatoia, quella della fiducia, perché così domani, il 1° maggio e il 2 maggio ve ne potete stare a casa, questo è un problema vostro, non è un problema di questi banchi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Ma aggiungo qualcosa di più, se me lo si consente, riguardo all'idea che il nostro sia un ostruzionismo quasi capriccioso. Ho avuto modo oggi di spiegarlo alla Conferenza dei capigruppo, ma voglio che rimanga anche a verbale di questa nostra seduta: l'ostruzionismo di Fratelli d'Italia è una variabile dipendente dal rispetto della legge e, se non lo avete capito, ve lo traduco in italiano: finché verrà violata la legge sul Copasir, noi continueremo in questa battaglia di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ma aggiungo di più: dato che qualcuno potrebbe dire che questa è vicenda di poltrone, “no”, questa è vicenda di istituzione che è una cosa diversa dalla poltrona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti). Se avessimo voluto le poltrone, uno strapuntino ci sarebbe stato in questo Governo; ne avete trovati persino voi, colleghi di Italia Viva che, mi pare, sia come gruppo, sia anche percentualmente, siete molto, molto, molto inferiori al gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti della deputata Fregolent). Per tornare al tema del rinvio delle elezioni - mi sia consentito dirlo - abbiamo chiesto in questi giorni sistematicamente una prova a supporto di questo decreto. Diteci, sotto il profilo scientifico, chi è che ha asserito che le elezioni debbano essere rinviate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): non ci è stata data risposta. Ma dirò di più: abbiamo chiesto nella Conferenza dei capigruppo di oggi - proprio per sgombrare il campo da illazioni, anche forse, diciamo la verità, da nostri dubbi che potrebbero essere sicuramente risolti in una prova al contrario - che fosse istituita una Commissione d'inchiesta sulla vicenda COVID; abbiamo chiesto - e ne sono testimoni coloro i quali c'erano - se si intendeva, da parte della Conferenza dei capigruppo, derogare al termine dei 60 giorni per poter portare immediatamente in quest'Aula la costituzione della Commissione d'inchiesta. La risposta è stata negativa. Allora, scusatemi, ma si può accusare una forza politica di fare ostruzionismo, quando sostiene una tesi che - vorrei ricordarlo - pochi istanti prima era stata fatta propria da molte forze politiche in Senato che, respingendo la nostra mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Speranza, hanno detto: “no” alla sfiducia, “sì” a una Commissione d'inchiesta? Andiamo in una sede istituzionale per chiedere la costituzione della Commissione d'inchiesta e ci si dice: “non possumus”! E, allora, questo cos'è? Questo è capriccio? Questa è arroganza? Questo è ostruzionismo? È chiaro che, legittimamente, la più vasta delle maggioranze parlamentari può dire di “no” a tutte le nostre proposte, ma è altrettanto vero che il più significativo dei gruppi di opposizione ha il diritto di regolarsi di conseguenza. Del resto, non vorrei sbagliare, ma vi fu un autorevole Presidente della Repubblica che un giorno se ne uscì con una frase: “A brigante, brigante e mezzo”. E, allora - voglio capire - questa frase non dice niente a coloro i quali si confrontano con noi, sempre all'insegna di voler chiudere ogni e qualsiasi porta, ogni e qualsiasi occasione di confronto? Lo sa bene il rappresentante del Governo, l'onorevole Scalfarotto: nei nostri interventi ha sentito sicuramente interventi di merito sul decreto-legge.
Non siamo andati fuori tema, non abbiamo parlato del PNRR, non abbiamo parlato del coprifuoco, abbiamo parlato della materia oggetto del decreto-legge. Però - consentitemelo di dire - nel momento in cui si chiede una fiducia, dobbiamo spiegare le ragioni per cui noi non votiamo questa fiducia. Le ragioni per cui noi diciamo “no” al Governo Draghi sono le stesse ragioni che ci hanno portato a dire la prima volta “no” al Governo Draghi e, cioè, che una maggioranza così vasta, ma di tutti gli opposti che tentano di conciliarsi, non potrà produrre nulla di buono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Del resto, scusatemi, ma ieri abbiamo dato un cattivo spettacolo della politica noi o voi, che avete sospeso i lavori dell'Aula sei volte perché non vi mettevate d'accordo, su come scrivere cinque righe, cinque righe di riformulazione di un ordine del giorno (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Non di un emendamento, di un ordine del giorno! Allora, state tranquilli, siate certi che la nostra opposizione continuerà. Sarà un'opposizione - l'ho già detto una volta - con stile di maggioranza, a fronte di una maggioranza che non ha stile nei nostri confronti ma, finché non vi confronterete sui temi ma con l'arroganza dei numeri, la nostra forza e le nostre idee le rappresenteremo in quest'Aula fino in fondo, ogni volta e in ogni occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Anche ascoltando l'intervento che mi ha preceduto, siamo ben consapevoli che la materia elettorale è una materia estremamente delicata, proprio perché involge diritti fondamentali, dal diritto di elettorato passivo al diritto di elettorato attivo, e quindi, va maneggiata con estrema cura, con estrema cautela. Soprattutto, occorre sempre, quando si interviene sulla regolazione delle elezioni o sulle modalità di svolgimento della consultazione del corpo elettorale, muoversi con grande attenzione e soprattutto nel pieno rispetto di quelli che sono i principi costituzionali. Tutti noi abbiamo vissuto l'esperienza, abbastanza recente, della scorsa tornata elettorale delle elezioni regionali, per il rinnovo dei consigli regionali, che si sono tenute in condizioni di emergenza di pandemia. Tutti noi abbiamo potuto constatare come quelle elezioni non solo abbiano fortemente risentito del clima generale di timore e preoccupazione, per cui era estremamente complesso svolgere l'attività di propaganda elettorale e l'incontro tra i candidati e gli elettori, ma abbiamo visto come il momento massimo di ogni consultazione elettorale, cioè l'accesso al voto e l'espressione del voto, abbia anch'esso risentito della condizione generale che attraversava il Paese, per cui si è registrata, pressoché uniformemente su tutto il territorio nazionale, una sensibile diminuzione dell'affluenza alle urne degli elettori. Allora, i valori da privilegiare e i valori da tutelare maggiormente sono innanzitutto quelli della effettiva partecipazione e della effettiva rappresentanza. Quindi, una situazione come quella che vive il Paese in queste settimane, imponeva da un punto di vista proprio sostanziale che ci fosse un differimento delle elezioni, un differimento della tornata elettorale ma anche di tutte le fasi preparatorie. Del resto, il decreto-legge ha una struttura e un'architettura squisitamente tecnica, perché interviene in tutti quei profili e quegli aspetti del procedimento elettorale che sono soltanto ed esclusivamente di carattere organizzativo e di carattere logistico, non solo per quanto riguarda la data di celebrazione del turno elettorale ma anche per quanto riguarda le attività preparatorie, per quanto riguarda l'abilitazione al controllo del voto, in particolar modo per la designazione dei rappresentanti di lista, e per quanto riguarda la possibilità di ricorso, limitatamente a talune operazioni, a modalità tecniche diverse da quelle che tradizionalmente il Testo unico delle leggi elettorali prevede, proprio perché si deve rendere effettiva e possibile l'organizzazione del voto ma soprattutto il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alla consultazione elettorale. Del resto, il contributo che è stato dato dal Parlamento a questo decreto-legge, al testo di questo provvedimento, è espresso soprattutto dalle modifiche e dalle integrazioni che il Senato ha approvato in prima lettura, in particolar modo per quanto concerne l'estensione del differimento e delle diverse modalità di voto anche alle università, per il rinnovo degli organi rappresentativi sia collegiali sia monocratici, e agli istituti di alta formazione contemplati dal nostro ordinamento che riguardano l'insegnamento dell'arte, della musica, della funzione coreutica e l'organizzazione complessiva di queste scuole di alta formazione. Ebbene, anche in quel caso, tutte le misure che sono state aggiunte all'esito della discussione del Senato e dell'attività emendativa che la Camera alta ha svolto riguardano sempre e soltanto profili squisitamente tecnici e modalità operative. Allora, avendo fatto tesoro dell'esperienza vissuta appena qualche mese fa, rispetto al turno elettivo del rinnovo dei consigli regionali, credo che molto opportunamente il Governo abbia definito questo provvedimento. Soprattutto, essendo stato discusso e valutato in maniera molto approfondita dal Senato, essendo state apportate le modifiche che si sono ritenute più pertinenti e ricordando come il perimetro di azione di questo provvedimento sia estremamente circoscritto e investa - torno a dire - profili ed aspetti squisitamente tecnici, la necessità di garantire una sollecita conversione e, quindi, la posizione della questione di fiducia certamente non può e non deve essere letta come una modalità, per così dire, che forza il procedimento legislativo e, quindi, sottrae al dibattito e alla valutazione una materia complessa e delicata. La natura di questo provvedimento, la limitazione temporale e il fatto di essere rigorosamente circoscritto a determinate fasi giustifica la misura che è stata assunta, la decisione da parte del Governo, e credo non intacchi, non leda e non pregiudichi in alcun modo quelli che sono i diritti fondamentali alla cui tutela e alla cui attenzione noi di Forza Italia, come la nostra storia e il nostro impegno in quest'Aula e fuori da quest'Aula testimoniano, siamo molto attenti e soprattutto molto sensibili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per questa ragione, a nome del gruppo di Forza Italia, esprimiamo il voto favorevole e l'adesione alla richiesta di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà. Pregherei maggior silenzio in Aula, cortesemente.
ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, onorevoli colleghi, anche oggi, purtroppo, vi sono stati nel nostro Paese centinaia di morti per COVID. Per quanto l'indice dei contagi appaia in riduzione e con esso il numero dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, la diffusione del virus continua ad uccidere. Ciò che dobbiamo fare è ormai noto: da un lato, vaccinare nel più breve tempo possibile il maggior numero di persone, così da raggiungere quell'immunità di gregge che è indispensabile per sconfiggere definitivamente il virus in tutte le sue varianti; dall'altro lato, contemporaneamente, adottare tutte le misure di precauzione che, in un pur difficile bilanciamento tra tutela della salute e tutela delle libertà costituzionalmente garantite, appaiono necessarie per rallentare la diffusione dei contagi e in tal modo, oltre ad evitare nell'immediato morti evitabili, consentono di non vanificare o, comunque, di non indebolire gli effetti protettivi dei vaccini.
In questo quadro, considerando ciò che è accaduto in altri Paesi, dove si sono svolte delle elezioni, ascoltando le valutazioni della comunità scientifica e condividendo le sagge parole del Presidente della Repubblica, il Governo, con il decreto-legge che ci stiamo accingendo a convertire, ha disposto il differimento delle elezioni amministrative, delle elezioni suppletive per i seggi parlamentari rimasti vacanti e delle elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario al prossimo autunno, tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Si tratta di una scelta che compromette i fondamentali diritti politici dei nostri concittadini e mortifica la nostra democrazia?
Non credo, onorevoli colleghi. Semmai, penso che si tratti di una scelta per molti versi obbligata, proprio se si vuole cercare di garantire, insieme alla salute dei cittadini, le condizioni materiali di un confronto elettorale pieno e libero; perché le elezioni, come sappiamo bene, non consistono soltanto nell'esprimere un voto facendo un segno sulla scheda, ma includono molte e complesse attività precedenti, per presentare le candidature ad esempio, e il decreto-legge interviene anche su questo aspetto, e poi incontri, ripetuti e diffusi, assemblee, comizi; ed è difficile garantire che tutte queste condotte si svolgano con i necessari distanziamenti o che si possa fare a meno di esse.
Il permanere di un quadro epidemiologico complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio, dovuto anche all'evolversi di significative varianti del virus, come si legge nel decreto, credo, insomma, che giustifichi un rinvio delle consultazioni elettorali di qualche mese e una semplificazione delle relative procedure preparatorie. E faccio sinceramente fatica a condividere le ragioni dell'ostruzionismo che Fratelli d'Italia ha deciso di praticare, prima in Commissione e successivamente in Aula, e che ha costretto il Governo a ricorrere alla questione di fiducia; anche perché gli argomenti che ho poc'anzi ascoltato dall'onorevole Foti sono del tutto estranei al merito del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Foti).
In ogni caso, a conferma della ragionevolezza del rinvio e, soprattutto, lo voglio dire, del fatto che non si stia consumando nessuna prevaricazione di maggioranza per favorire alcune forze politiche in danno di altre, credo non sia irrilevante considerare che, insieme a noi del Partito Democratico, hanno condiviso il provvedimento tutti i gruppi e tutti i partiti politici che sostengono il Governo Draghi, compresi quei gruppi e quelle forze politiche di destra, come la Lega, che sono state e alle prossime elezioni continueranno ad essere nostri avversari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! La cosa che apprezzo di più dell'Aula è che tutti i gruppi mi richiamano al silenzio quando parla il loro deputato, per poi… è una cosa bellissima (Applausi).
Prego, onorevole Invernizzi.
CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Non c'è problema, per me, Presidente. Grazie a lei, grazie membro del Governo e onorevoli colleghi, è evidente che ci troviamo in una situazione eccezionale, sia nelle origini, che nei suoi sviluppi. Non è la prima volta che prendo la parola in quest'Aula per esprimere, a nome del gruppo della Lega per Salvini Premier, la posizione in ordine al concedere o meno il voto di fiducia ad un Governo, ma sicuramente è la prima volta che mi capita all'interno di un contesto politico, che era, un anno fa, soltanto dodici mesi fa, assolutamente non prevedibile. Auspichiamo però - grazie alla campagna di vaccinazione, grazie al varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, grazie alle riforme che ci siamo impegnati a realizzare, non tanto di fronte all'Europa, quanto di fronte ai nostri cittadini - che questo periodo possa passare il prima possibile e che, quindi, tutta la discussione politica possa essere ricondotta su piani che ci sono più convenzionali, ivi comprese le alleanze e ivi compresi i Governi da costituire, che anche a noi piacerebbe fossero e passassero solo ed esclusivamente per le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È evidente questo, non è che abbiamo cambiato idea, rimaniamo in quella posizione lì, ci piace ancora pensare che a guidare un Paese sia colui, o colei, o coloro che prendono più voti dell'avversario.
Ci troviamo, però, oggi in una situazione difficile, ripeto, una situazione che nessuno poteva immaginare, una situazione che soltanto due mesi fa rischiava obiettivamente di trasformarsi in tragedia, perché c'era un Governo, due mesi fa. E le forze politiche che sostenevano quel Governo oggi ce le troviamo alleate, ma se due mesi fa è successo quello che è accaduto, e lo sappiamo tutti… non è un problema, io continuo, perché tanto sono anche abituato a dare perle a chi non le vuole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi continuiamo, non è che mi disturba…
PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi, lei ha esperienza d'Aula.
CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Appunto, ho detto che non mi offendo e vado avanti, quindi, malgrado il suo autorevole richiamo all'inizio del mio intervento. No, perché non è semplice, cioè adesso si scherza, si ride, ma ricordiamoci sempre che siamo anche in una situazione drammatica, difficile per la Lega. Difficile per la Lega perché, molte volte, così come ricordato nella chiusura dell'intervento dell'esponente del Partito Democratico, tendono sempre a chiarire che, comunque, sono differenti dalla Lega: io vorrei trovare un italiano che questa cosa non la capisce, innanzitutto noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È evidente che c'è una differenza tra noi e voi, ed è evidente che a questa differenza ci teniamo noi più di voi, quindi non è che dovete ribadirla ad ogni piè sospinto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anche perché, quando si diceva che la situazione è di per sé già difficile, per gli esponenti della Lega in particolar modo, sicuramente è molto difficile perché fare l'alleanza non è difficile solo per gli altri, è stato difficile anche per noi, ma direi che è stato difficile soprattutto per il leader del nostro partito.
Perché è stato difficile? Perché vedete, quando coloro con cui hai fatto un percorso di Governo comune, mi riferisco ovviamente ai 5 Stelle, un percorso che, per carità, alla fine poi si è anche interrotto, alla prima occasione utile votano per mandarti sotto processo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) a rischiare quindici anni di galera perché sei stato Ministro in un Governo di coalizione, in cui hai svolto il tuo mandato nella piena consapevolezza dei tuoi alleati, poi diventa difficile, anche dal punto di vista personale, ritornare a fare un percorso in comune.
Matteo Salvini ha deciso, responsabilmente secondo noi, di superare anche questa difficile condizione dal punto di vista personale e di investire nel futuro; sì, chiaramente è un investimento, noi speriamo, anzi siamo convinti che il passo fatto vada a vantaggio non della Lega, ribadiamolo, perché un'altra accusa che ci fanno è quella in base alla quale la Lega si muoverebbe solo per lucrare qualche poco consenso: se la Lega fosse rimasta all'opposizione, cari voi che pensate che lo facciamo per lucrare qualche consenso, forse oggi ci sarebbero indici diversi, magari, dei sondaggi. Abbiamo fatto un investimento perché siamo un partito serio, un partito che non è che governa per caso, governiamo la maggior parte delle regioni in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non le governiamo da poche settimane, governiamo in alcuni casi anche da decenni, sappiamo cosa vuol dire governare, sappiamo quanto può essere difficile, ma noi, tutti questi passaggi, li facciamo perché abbiamo deciso di investire: investire nel futuro, investire nei nostri cittadini.
A proposito di galera, mi consenta, Presidente, una piccola digressione per salutare e dare il benvenuto ai dieci terroristi rossi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), anarco-comunisti, che a breve auspichiamo possano tornare in Italia, da dove se ne sono andati qualche anno fa. Non cito i nomi di queste persone, perché, a mio avviso, nel tempio della democrazia nemmeno un nome di queste persone va citato, ma permettetemi di ricordare qui altri nomi, perché il tributo di sangue pagato da queste persone ha costituito un debito con lo Stato italiano che soltanto oggi, a distanza di 35-40 anni, lo Stato italiano sta cominciando a pagare: cito il generale Enrico Galvaligi, l'agente di polizia Michele Granato, il vice questore Sebastiano Vinci, l'appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri, il commissario Luigi Calabresi, il dottor Renato Briano, il maresciallo Antonio Santoro, il signor Lino Sabbadin, il vice brigadiere Antonino Custra, nonché tutti i feriti e i rapiti (Prolungati applausi del gruppo Lega-Salvini Premier - Deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si levano in piedi) da queste persone, che finalmente non staranno più sulla Rive Gauche a fare i vernissage, a fare les soirées, ma torneranno in Italia, sperando che non ci siano raccolte di firme dell'intellighenzia di sinistra, stavolta, a chiederne la liberazione. Signor Presidente, ci tenevo a citare i nomi dei caduti, la ringrazio per la comprensione.
Anche questo è uno dei motivi per cui la Lega è al Governo, per ottenere anche questi risultati sul piano internazionale. La Lega è al Governo, con il Ministro Garavaglia, per sbloccare 580 milioni di euro da destinare al settore delle fiere, al settore turistico. La Lega è al Governo, con il Ministro Giorgetti, per sbloccare le decine di crisi aziendali che abbiamo ereditato.
La Lega è al Governo per fare. Certo, potremo anche sbagliare. Chi non sbaglia? Certo, la posizione, ripeto, è difficile, una posizione scomoda, perché diamo fastidio a tanti, sia a destra che a sinistra. Però, vedete, chi come la Lega fa politica ormai da anni sa anche che, alla lunga, le scommesse molte volte pagano. Nell'immediato, magari, è difficile comprendere determinati atti ma, alla lunga, le scommesse possono anche ripagare. E noi ci sentiremo molto ripagati, signor Presidente, se, da qui a quando andremo alle prossime elezioni, potremo dire ai nostri cittadini di consegnar loro una situazione migliore di quella che ci siamo trovati a gestire, perché la Lega al Governo, il centrodestra al Governo ha consentito, magari, di cambiare Arcuri e di mettere Figliuolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è già un primo passo che, magari, non sarebbe stato ottenuto restando all'opposizione. Al generale Figliuolo noi chiediamo di continuare ad andare in giro con la divisa che indossa, perché non ci fa paura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La divisa degli Alpini è una divisa gloriosa - e mi avvio alla conclusione - il cui elemento più caratterizzante, il cappello con la penna, siamo abituati a vedere sulla testa delle decine di migliaia di volontari, senza i quali lo sforzo vaccinale non potrebbe essere fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quella divisa a noi piace per i valori che incarna. Quindi, Presidente, non sarà facile, non sarà semplice, da parte nostra ci sarà la lealtà, non ai nostri alleati di Governo, la lealtà ai cittadini italiani. Votiamo a favore del Governo Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corneli. Ne ha facoltà.
VALENTINA CORNELI (M5S). Cari colleghi, mi unisco alla soddisfazione già espressa dal collega per l'arresto dei terroristi. Questo è avvenuto, è doveroso dirlo, anche grazie all'impegno del precedente Ministro della Giustizia, anche grazie alla cooperazione internazionale delle Forze di Polizia, di cui la nostra Polizia di Stato è, spesso, capofila come è successo questa volta. Ma questo è possibile proprio grazie alla cooperazione internazionale: nel momento in cui ci si richiude nei confini nazionali o nei confini della Padania, è un po' difficile ottenere questi risultati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Tornando sul tema, siamo arrivati finalmente alla conclusione di questo lungo periodo di ostruzionismo su un provvedimento tanto necessario quanto banale; quindi, evidentemente, il problema non poteva essere il provvedimento in sé, il problema, purtroppo, è, al solito, il centrodestra e le lotte interne al centrodestra che tengono in ostaggio, non solo regioni come la mia, ma, evidentemente, anche il Parlamento di un intero Paese che soffre. Questo, francamente, è molto triste e molto scorretto. Al collega Ceccanti in Commissione gliel'ho anche detto: forse sarebbe il caso che, dalle prossime elezioni, non si presentassero più insieme, ma non perché qualcuno voglia fare ingerenza; per me possono fare quello che vogliono, ma non sulla pelle dei cittadini. Il problema è questo, non è ammissibile.
Fatta questa doverosa premessa, arriviamo al tema. Noi stiamo cercando di fare tutto il possibile per far ripartire il Paese, nonostante i numeri dell'emergenza siano ancora critici. Non è come urlava qualcuno un anno fa, che non c'era alcuno stato di emergenza da prorogare, che la mascherina era un bavaglio perché il Presidente Conte doveva instaurare una dittatura e qualcuno delirava di persecuzioni politiche. Evidentemente non era così: l'emergenza c'era e, purtroppo, l'emergenza c'è ancora. Quindi, è necessario, come è stato necessario anche l'anno scorso, posticipare le consultazioni elettorali della primavera alla finestra che va dal 15 settembre al 15 ottobre. Non perché a noi questo faccia piacere, anzi. Anche noi vorremmo un Governo diverso, anche noi, nelle città e nelle regioni dove non siamo dentro, non vediamo l'ora di entrare per potere iniziare a cambiare le cose. Penso alla mia città, dove siamo prontissimi, potremmo iniziare oggi stesso a lavorare per i cittadini e sono altri che, tra intrighi, burattini, burattinai e lotte di potere, non sanno che pesci prendere. Ripeto, noi siamo prontissimi e ci dispiace dover aspettare fino a settembre ma ci rendiamo conto che, adesso, l'emergenza ci costringe a mettere in sicurezza prima il Paese, a concludere la campagna vaccinale e a far tornare a respirare imprese e cittadini. È chiaro che noi ci rendiamo conto di quali sono le priorità, è chiaro che non si rendeva conto di quali fossero le priorità chi, in piena emergenza, cercava solo di far cadere il Governo Conte, con tutte le conseguenze che ne sono derivate che, purtroppo, ancora una volta, sempre i cittadini stanno ancora pagando.
Detto ciò, noi nasciamo proprio per questo, perché io penso che una cosa del genere solo in Italia poteva accadere e l'Italia era un Paese da cambiare. Noi nasciamo dalla partecipazione, dalla necessità di far partecipare i cittadini alla vita politica del Paese, di coinvolgerli nella gestione della cosa pubblica, perché questo prevede la nostra Costituzione. Ci sono tanti strumenti per farlo, per rendere i cittadini attivi, perché non basta delegare in bianco qualcuno, magari gli stessi personaggi che sono lì da trent'anni. Ad un certo punto, è chiaro che pensino solo all'autoconservazione, solo ai propri interessi e così non va bene. Noi, invece, vogliamo che i cittadini facciano di più e partecipino sempre più attivamente. A questo punto, il diritto di voto diventa il minimo sindacale ed è chiaro che noi vogliamo, in qualche modo, valorizzarlo e vogliamo, in qualche modo, agevolare il suo esercizio. Per cui, vorremmo che, già dalle prossime elezioni amministrative, coloro che temporaneamente sono domiciliati fuori dal comune di residenza possano votare nel luogo in cui si trovano, senza dover fare difficoltosi, a volte impossibili spostamenti verso la residenza che, quantomeno, disincentivano il voto e, quindi, vanno ad alimentare quella piaga che è l'astensionismo.
E non ci fermiamo qui. Continuiamo a chiedere insistentemente al Ministero dell'Interno un riscontro sulla sperimentazione del voto elettronico che abbiamo voluto, abbiamo finanziato e potremmo utilizzare a partire dalle prossime elezioni politiche, ad esempio, per risolvere le annose questioni che riguardano il voto dall'estero. Abbiamo apportato già delle innovazioni, penso al tagliando antifrode. Ci sono altri strumenti che abbiamo chiesto per rendere le elezioni sempre più pulite. Abbiamo chiesto la digitalizzazione del procedimento elettorale, anche attraverso l'istituzione del registro elettronico di seggio, ad esempio. Abbiamo posto un problema importante, che circa l'86 per cento dei seggi è oggi collocato nelle scuole. Le scuole non sono sacrificabili. A settembre, bisogna trovare dei luoghi alternativi dove collocare i seggi elettorali. Sono tante le proposte che noi abbiamo messo sul piatto.
Io lo dico sempre e lo ripeto: questa pandemia, tra i tanti drammi, ha un merito che è quello di aver fatto capire a tutti che le cose non andavano bene, che le cose dovevano essere cambiate e quanto danno si è fatto al Paese nel frenare la spinta innovativa che il MoVimento avrebbe apportato già da diversi anni. Adesso possiamo accelerare, i soldi del Recovery Fund ottenuti dal Presidente Conte ci permetteranno di accelerare su tanti fronti e possiamo accelerare anche su questo fronte. Ripeto, noi gli strumenti li abbiamo messi tutti sul tavolo, alcuni li ho già citati ma non sono solo quelli. Penso alle riforme costituzionali, non solo il voto ai diciottenni che, finalmente, sembra siamo riusciti a calendarizzare, ma anche al referendum propositivo perché non è possibile che, in Italia, una legge di iniziativa popolare non conti niente. Penso anche ai problemi relativi ai rapporti tra Stato e regioni, soprattutto in materia sanitaria e penso, soprattutto, alla legge elettorale, che si sarebbe dovuto cambiare già da tempo. L'accordo era che in concomitanza, di pari passo con il taglio dei parlamentari si sarebbe cambiata anche la legge elettorale e così non è stato. Quindi, noi aspettiamo che si acceleri su questo fronte, perché il tempo stringe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei capigruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle 21,57, sospendiamo la seduta e riprenderemo con precisione a quell'ora.
La seduta, sospesa alle 21,40, è ripresa alle 21,57.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3002)
PRESIDENTE. Alle 21,57 riprendiamo la seduta (Applausi).
Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Prisco.
Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.
Raccomando quindi a tutti i colleghi di restare al loro posto.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama)
Colleghi, inviterei a tenere le distanze necessarie e a uscire dall'Aula una volta che si è votato. Colleghi, colleghi, se non vengo ascoltato non andremo avanti con la votazione! Colleghi, vi voglio comunicare che sto per interrompere la votazione.
(Segue la chiama)
Torno a chiedere ai colleghi che hanno votato di uscire dall'Aula, anche perché è l'ora del coprifuoco, quindi, colleghi, vi pregherei veramente di uscire dall'Aula, per chi ha già votato…
(Segue la chiama)
Colleghi, rinnovo l'invito, a chi ha votato, ad uscire dall'Aula e pregherei di liberare l'emiciclo. Colleghi, colleghi, esattamente voi! Grazie, molto gentili.
(Segue la chiama)
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Presenti e votanti…………..510
Maggioranza……………….256
Hanno risposto sì……………458
Hanno risposto no…………...52
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative.
Hanno risposto sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascari Stefania
Avossa Eva
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bazzaro Alex
Bella Marco
Bellachioma Giuseppe Ercole
Benamati Gianluca
Bendinelli Davide
Berardini Fabio
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Bruno Raffaele
Bubisutti Aurelia
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Calabria Annagrazia
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Carelli Emilio
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Carrara Maurizio
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Casino Michele
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Chiazzese Giuseppe
Ciagà Graziella Leyla
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Coin Dimitri
Colaninno Matteo
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Conte Federico
Corneli Valentina
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Cristina Mirella
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Arrando Celeste
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Martini Guido
De Menech Roger
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Re Emanuela Claudia
Del Sesto Margherita
Delrio Graziano
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Giorgi Rosa Maria
Di Maio Marco
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Emiliozzi Mirella
Epifani Ettore Guglielmo
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Fantuz Marica
Fassina Stefano
Fassino Piero
Ferrari Roberto Paolo
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Fiorini Benedetta
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Fontana Ilaria
Fontana Lorenzo
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Frassini Rebecca
Fregolent Silvia
Frusone Luca
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Galli Dario
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Garavaglia Massimo
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gebhard Renate
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giannone Veronica
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giorgetti Giancarlo
Giorgis Andrea
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grippa Carmela
Gualtieri Roberto
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lolini Mario
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Loss Martina
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucentini Mauro
Lupi Maurizio
Macina Anna
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Manzato Franco
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martinciglio Vita
Martino Antonio
Marzana Maria
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melicchio Alessandro
Miceli Carmelo
Micheli Matteo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Morelli Alessandro
Moretto Sara
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Murelli Elena
Musella Graziano
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Nobili Luciano
Novelli Roberto
Occhionero Giuseppina
Occhiuto Roberto
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Orsini Andrea
Pagani Alberto
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Pallini Maria
Palmieri Antonio
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Pentangelo Antonio
Perconti Filippo Giuseppe
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Pezzopane Stefania
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Portas Giacomo
Potenti Manfredi
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Raffa Angela
Raffaelli Elena
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romano Andrea
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rosso Roberto
Rotondi Gianfranco
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Russo Paolo
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sani Luca
Sarro Carlo
Sarti Giulia
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Scoma Francesco
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Carlo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Sisto Francesco Paolo
Snider Silvana
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefani Alberto
Stumpo Nicola
Sut Luca
Sutto Mauro
Tartaglione Annaelsa
Tateo Anna Rita
Terzoni Patrizia
Tiramani Paolo
Toccafondi Gabriele
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Tonelli Gianni
Topo Raffaele
Torromino Sergio
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Vacca Gianluca
Valbusa Vania
Valente Simone
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vianello Giovanni
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Viviani Lorenzo
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zolezzi Alberto
Hanno risposto no:
Albano Lucia
Baroni Massimo Enrico
Bellucci Maria Teresa
Benedetti Silvia
Bucalo Carmela
Cabras Pino
Caiata Salvatore
Ciaburro Monica
Cirielli Edmondo
Corda Emanuela
Costanzo Jessica
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Donzelli Giovanni
Ferro Wanda
Forciniti Francesco
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Galantino Davide
Gemmato Marcello
Giuliodori Paolo
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Maniero Alvise
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Maschio Ciro
Menga Rosa
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Osnato Marco
Prisco Emanuele
Raduzzi Raphael
Rampelli Fabio
Rizzetto Walter
Romaniello Cristian
Rotelli Mauro
Russo Giovanni
Sapia Francesco
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Sodano Michele
Spessotto Arianna
Termini Guia
Testamento Rosa Alba
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Vallascas Andrea
Villarosa Alessio
Vinci Gianluca
Volpi Leda
Zucconi Riccardo
Si sono astenuti:
Nessuno
Sono in missione:
Ascani Anna
Barbuto Elisabetta Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Deborah
Brunetta Renato
Campana Micaela
Cappellacci Ugo
Carfagna Maria Rosaria
Castelli Laura
Colletti Andrea
Dadone Fabiana
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Donina Giuseppe Cesare
Durigon Claudio
Franceschini Dario
Gelmini Mariastella
Grimoldi Paolo
Lucchini Elena
Maccanti Elena
Mandelli Andrea
Marattin Luigi
Melilli Fabio
Molteni Nicola
Muroni Rossella
Nappi Silvana
Perantoni Mario
Sasso Rossano
Schullian Manfred
Speranza Roberto
Tabacci Bruno
Tasso Antonio
Varchi Maria Carolina
Villani Virginia
Volpi Raffaele
Annunzio di una questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale n. 1 Lollobrigida ed altri, riferita al disegno di legge: “Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19” (A.C. 3045), che sarà esaminata e posta in votazione nella seduta di domani, giovedì 29, dopo il voto finale del decreto-legge in esame.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 29 aprile 2021 - Ore 8,30:
(ore 8,30, con votazioni a partire dalle ore 10,30)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3002)
Relatrice: DE CARLO
2. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
(C. 3045)
La seduta termina alle 23,10.